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PERCORSO ABILITANTI SPECIALI Classe A 50 Francesca da Rimini e Ghismonda Classe A050 Corsista: Anna Aufiero Relatore: Prof. Giuliana Nuvoli

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PERCORSO ABILITANTI SPECIALI

Classe A 50

Francesca da Rimini e Ghismonda

Classe A050

Corsista:

Anna Aufiero

Relatore:

Prof. Giuliana Nuvoli

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Indice

Prima parte: schema stuttura dell‟unita didattica pp. 2-4

Seconda parte : progetto didattico e sua applicazione pp. 5-29

Terza parte: bibliografia e sitografia pp.30-31

Classe 3^ Itis Indirizzo informatico

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Tempi previsti in ore di lezione 20

Tema : Due donne forti

Contenuti disciplinari oggetto della relazione

Donne nel Medioevo : Francesca da Rimini e Ghismonda nel loro contesto

d‟epoca e l‟eredità lasciata ai posteri

L‟eroina di Dante nella Commedia,nella musica e nell‟arte.

L‟eroina di Boccaccio.

L‟immagine della donna attraverso l‟arte e i media.

I valori della donna ieri e oggi: grandezza d‟animo, forza, coraggio,

equilibrio,perspicacia, perseveranza, fermezza, determinazione.

Obiettivi in itinere

Obiettivi a breve termine

La conoscenza di Francesca da Rimini come personaggio letterario e personaggio

storico

La conoscenza di Ghismonda nella storia e nella letteratura

Obiettivi a medio termine

La conoscenza della condizione della donna nel Medioevo

Conoscere la condizione e il valore attribuito a lei oggi

Quale rapporto hanno gli alunni con la figura femminile, quale considerazione

della donna hanno e in che modo si rapportano ad essa ad esempio a partire dalle

relazioni familiari.

Sviluppare competenze per la produzione di testi sotto vincolo

Obiettivi finale

Sperimentare forme di didattica alternativa della letteratura anche attraverso la

musica e l‟arte

Sviluppare negli allievi la disposizione progettuale e finalizzarla a una produzione

concreta.

La conoscenza stessa come strategia per acquisire la cultura del rispetto.

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Metodologia

Lezione frontale

Lezione interattiva

Testimonianza di una compagna di classe con origini arabe che racconti l‟essere

donna nel suo Paese d‟origine secondo usanze e credi completamenti differenti.

Utilizzo della LIM per proiezioni.

Studio e ricerca guidato/a e autonomo/a

Elaborazione di mappe e scalette per la ricerca e la stesura di testi

Lavoro di gruppo e/o autonomo per la ricerca e l‟elaborazione dei testi

Raccolta di riflessioni personali degli studenti:una prima fase di Brainstorming sul

tema

Riflessione sui contenuti emersi e alla loro rielaborazione al fine di realizzare un

prodotto come testimonianza del percorso svolto.

Verifica

La verifica oltre all‟interrogazione orale e/o scritta verterà sulla capacità di

scrittura/stesura di alcune pagine di diario che ponga in essere l‟attenzione, la

considerazione e il valore che gli alunni riservano alla figura femminile mettendo

in luce le relazioni che loro hanno con la donna a partire dal contesto familiare per

poi giungere a quello generale.

Criteri di valutazione

Nella valutazione del singolo studente si terrà conto dei seguenti indicatori:

Sa esprimersi correttamente usando un linguaggio adeguato

Sa trattare in maniera esauriente un argomento

Ha acquisito i contenuti oggetto dell‟unità didattica

Dimostra capacità di analisi e di sintesi

Dimostra di aver sviluppato competenze e tecniche per la ricerca soprattutto in rete

Dimostra capacità nella produzione di testi sotto vincolo

Francesca da Rimini

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Vorrei raccontarvi due storie che hanno come protagoniste due donne vissute in

un‟epoca lontana dalla nostra, ma che hanno un valore che supera i limiti dello

spazio e del tempo. Francesca, per l‟esattezza,da Rimini prima narratrice della

Divina Commedia e Ghismonda l‟eroina di Boccaccio quali esempi di assoluta

emancipazione e di grandezza d‟animo, entrambe dotte e acculturate, perseveranti

nell‟amare e nel patire, simboli di forza ed equilibrio.

Sulla realtà storica della vicenda d‟amore e morte di Francesca,o Franceschina,

nata a Ravenna, figlia di Guido da Polenta il Vecchio, signore di Ravenna

abbiamo da un lato le fonti documentarie, dall‟altro le fonti letterarie. Come

alcune carte d‟archivio testimoniano l‟indubbia esistenza storica di Giovanni,nato

forse nel 1245 sciancato dalla nascita, Giovanni ciotto, zoppo o “Gian giotto”, ma

valente uomo d‟armi e di governo,marito appunto di Francesca, e Paolo detto il

Bello,Capitano del Popolo. Da testimonianze poco posteriori alla sua morte

sappiamo che Francesca era bellissima nell‟aspetto, di animo altero. Secondo la

tradizione di Boccaccio, con matrimonio combinato,andò sposa presto(quando

aveva quindici/ sedici anni) a Giovanni (Gianciotto) Malatesta. Per quanto

riguarda la sua relazione adulterina( e, per la mentalità del tempo, pure incestuosa,

poiché un cognato era considerato come un fratello) con Paolo, non c‟è alcun

documento quindi la principale fonte letteraria dell‟accaduto è Dante dal quale

apprendiamo oltre al nome e alla località di nascita di Francesca che i due erano

stati amanti, non platonici(perciò assegnati al girone dei lussuriosi) e che ad

ucciderli era stato un congiunto ancora in vita.

Si propone alla classe di ascoltare attraverso il “teatro di parola” l‟interpretazione

di Vittorio Sermonti data al V Canto dell‟Inferno

(http://www.danteeilcinema.com) pertanto in questa sede si riportano i versi

significativi in cui Francesca presenta se stessa e la sua storia:

Siede la terra dove nata fui

Su la marina dove il Po discende

Per aver pace co‟seguaci sui.

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Amor, ch‟al cor gentile ratto s‟apprende,

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta;e „l modo ancor m‟offende.

Amor, ch‟a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m‟abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.

Caina attende chi a vita ci spense.

Queste parole da lor ci fuor porte.

Quand‟io intesi quell‟anime offense,

china‟il viso, e tanto il tenni basso,

fin che il poeta mi disse: Che pense?

Quando rispuosi, cominciai: “oh lasso,

quanti dolci pensier, quanto disio

menò costoro al doloroso passo!”

poi mi rivolsi a loro e parla‟io,

e cominciai: Francesca, i tuoi martiri

a lagrimar ma fanno tristo e pio.

Ma dimmi: al tempo d‟i dolci sospiri,

a che e come concedette amore

che conosceste i dubbiosi desiri?”

E quella a me: “ Nessun maggior dolore

Che ricordarsi del tempo felice

Ne la miseria; e ciò sa „l tuo dottore.

Ma s‟a conoscer la prima radice

Del nostro amor che hai cotanto affetto,

dirò come colui che piange e dice.

Noi aleggiavamo un giorno per diletto

Di Lancillotto come amor lo strinse:

soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse

Quella lettura, e scolorocci il viso:

ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso

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Esser bascaito da cotanto amante,

questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.

Galeotto fu „l libro e chi lo scrisse:

quel giorno più non vi leggemmo avante”.1

Gustave Dorè, Paolo e Francesca,1861.

Gli studenti a questo punto sono invitati a lavorare su due canzoni (Serenata rap di

Jovanotti e Ci vorrebbe un amico di Antonello Venditti dato che entrambi i

cantautori hanno preso in prestito da Dante alcuni versi del V canto

dell‟Inferno),prodotto d‟arte al pari di un‟opera letteraria,come entità da esplorare

e alle quali reagire mettendo in gioco il proprio vissuto colmando il non detto con

la propria immaginazione ed esperienza.

1 La Divina Commedia a cura di Eugenio Camerini-Fratelli Melita Editori, La Spezia 1994.

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Fase 1 prima dell‟ascolto

Per introdurre la canzone, si presenta il titolo, si fanno ascoltare i primi 30 secondi

circa per dare un‟idea della melodia e del tipo di atmosfera, raccogliendo sulla

lavagna le idee e le impressioni degli studenti.

Brainstorming sul significato e contesto del titolo;

Reazione emotiva e ipotesi sul contenuto;

Reazione emotiva di un testo letto dalla sola voce umana ed uno accompagnato

dalla melodia

Creazione di un testo a partire da uno estratto della canzone

Fase 2

Si somministra il testo parziale della canzone precedentemente preparato e gli

studenti, a coppie devono completarlo in maniera personale chiarendo che non

devono indovinare la versione esatta, ma costruire un nuovo testo, il loro testo,che

deve ovviamente integrarsi coerentemente con la parte già presente. Le coppie

presentano le loro canzoni leggendole alla classe, che vota la migliore.

Fase 3

Ascolto del testo completo, l‟insegnante guida la lezione paragonando la canzone

alla poesia (ritmo,rima, musicalità, suoni, ecc.) e conduce una discussione in

classe sui temi in essa contenuti attraverso domande stimolo e parole-chiave.

A questo punto potrebbe essere interessante avvicinare alla conoscenza dei

ragazzi la poesia in musica di Fabrizio De Andrè presentandolo come uno dei

grandi poeti contemporanei con un un‟avventura musicale per alcuni versi unica,

pioneristica e in molti sensi coraggiosa facendo ascoltare loro “Le

Passanti”(Canzoni,1974) su un video di Philip Scott Johnson che riproduce la

ritrattistica della donna a partire dal XII secolo fino a Picasso creato per i “500

years of female portraits in Western Art”(www.youtube.com/user/eggman913).

L‟insegnante dopo ciò riprende l‟analisi delle due figure femminili.

Francesca,l‟intellettuale di provincia, che concentra la sua storia in un frammento

di tempo momento di massima letterarietà dell‟episodio: la spiegazione,la

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comprensione,la legittimazione dell‟ amore per Paolo. Protagonista dei vv.97-138

del V canto dell‟Inferno che sono noti quanto l‟anafora celeberrima delle tre

terzine dei vv.100-108 rievocata anche da noti cantautori come Jovanotti che in

“Serenata rap”( da Lorenzo 1994) usa il v.103 non solo come citazione dotta ma

come slang quotidiano:

Affacciati alla finestra amore mio/per te da questa sera ci sono/amor ch‟a nullo

amato amar perdona porco cane/lo scriverò sui muri/e sulle metropolitane di

questa città/milioni di abitanti/ che giorno dopo giorno ignorandosi vanno

avanti/e poi chissà perché perché chissà per come

e Venditti in “Ci vorrebbe un amico” da Cuore del 1984 che cambia il verso in

“e se-amor ch‟a nullo amato…..amore, amore mio perdona”

ove rivestono un ruolo importante quei puntini di sospensione è come se il

cantautore accennasse al verso di Dante e poi tornasse nella canzone e alla sua

storia d‟amore, pertanto la citazione è un pretesto,un attimo fuggevole.

Questo testimonia il ricordo condiviso con milioni di altri studenti di tutte le età,

del Dante studiato a scuola, le stesse canzoni su citate ci fanno capire che quello

con Dante a scuola è un incontro importante, di quegli incontri che lasciano il

segno.

Raccontando la sua vita Francesca rifugge da particolari realistici, ricostruisce la

propria vicenda come azione, non sua, ma dovuta alla forza dell‟amore. Ella ha

memoria nitida della scena, l‟intensità dell‟accaduto ed è proprio ciò che permette

al lettore oltre che al personaggio Dante di annullare la distanza temporale e

assistere a quello che accade. Una catena del destino Amore ha preso il cor gentile

di Paolo, inducendola ad amarla, Paolo non ha potuto sottrarsi alla forza di Amore

che obbliga ogni persona amata a ricambiare il sentimento e l‟esito di questa

passione è stata l‟unione nella morte. La domanda di Dante, che vuol sapere ciò

che ha soltanto intuito, cioè se la letteratura sia in parte responsabile dell‟adulterio

e la risposta di Francesca conferma le sue supposizioni, proprio in questo modo la

vicenda di Francesca si trasferisce dalla finzione letteraria a quella della passione

reale. A riguardo la critica ha discusso a lungo Contini ha letto Francesca come

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professionista della letteratura in cui si identifica Dante, Sanguineti ha paragonato

Francesca a Madame Bovary che utilizza la letteratura come alibi al proprio

comportamento. Per la protagonista la morte è un dramma esterno a lei, un fatto

marginale in quanto il suo vero dramma intimo è nel suo tempo felice durante la

vita, nel modo del suo amore e nella fragilità della sua volontà pertanto si

dovrebbe restituire Francesca al suo tempo storico in una concezione secondo cui

la donna racconta la sua storia, il modo e la radice del suo amore in cui la parola

ha il potere di costruire tutti i mondi possibili.

Ed è proprio in questo modo a seconda poi delle diverse interpretazioni che

Francesca viene rappresentata anche nelle arti figurative in cui l‟attenzione si

concentra proprio sulla narratrice della storia, a partire da Boccaccio diviene

centrale il processo di condanna o assoluzione morale della donna ora definita una

meretrice da Benvenuto da Imola, Francesco di Bartolo da Buti scrive che

“l‟opportunità fanno l‟uomo ladro e la donna disonesta”, ancora tra

comprensione e condanna si muove Jacopo della Lana oppure nel quattrocento

numerosi giudizi incerti tra cui spicca quello di Cristoforo Landino che condanna i

protagonisti senza esitazione.

“ Noi diciamo animo gentile quello che è humano, affabile, clemente, benigno,

gratioso,cupido di compiacere, alieno all‟opposto; al quale si dilecta di chose

belle e ben composte, et ha in horrore ogni crudeltà et afferità, le quali tutte

chose dimostrono quello da natura esser disposto ad amare[…]. Molte chose et

degne di essere intese mi restano dell‟amore, ma perché sono divine et proprie

del vero amore,non quadrano in questo luogo dovesi tracta dell‟amor lascivo, el

quale tanto degenera et traligna dal vero amore che gli diventa contrario”.

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Anselm Feuerbach, Paolo e Francesca(1864)

Quindi Francesca non è donna gentile tanto meno quello che prova è amore.

Per Rossetti invece Francesca è personaggio di forza proprio perché ella stessa è

stata travolta, senza possibilità di difendersi dalla passione amorosa :

“La fiamma della donzella nacque come purissima, ed ella non si accorse esser

colpevole che quando fervea già troppo ardente. Cento cose congiurarono a farla

perdere: una impressione troppo viva già fatta sul suo giovanetto cuore, e che

non era più quasi in lei di cancellare; le brame irritate, le speranze deluse, la

bellezza di Paolo, la deformità di Lanciotto, l‟assiduità dell‟uno, la non curanza

dell‟altro, intento a governo, a cacce, ed a giostre; un‟occasione continua, la

nulla esperienza del mondo, il mal esempio d‟un secolo corrotto,la

vicinanza,l‟agio,l‟età. Chi si sente tale da poter gittare su lei la prima pietra”.

Francesco de Sanctis la considera invece “la prima donna viva e vera apparsa

sull‟orizzonte poetico de‟tempi moderni.Francesca è donna e non altro che

donna, ed è una compiuta persona poetica, di una chiarezza omerica non ha

alcuna qualità volgare e malvagia, come odio, o rancore,o dispetto sembra che

nel suo animo non possa farsi adito altro sentimento che l‟amore. “Amore,

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Amore, Amore!” qui è la sua felicità e qui la sua miseria”. Ciò che può

disorientare è l‟apparente profonda contraddizione tra la condizione di peccatrice

e di dannata che il poeta attribuisce a Francesca e il profilo che egli ne offre

connotato non soltanto e non tanto da una gentilezza aristocratica assolutamente

insolita nell‟immagine dei dannati, quanto da una profonda umanità, dolente e

appassionata, da una delicatezza di accenni e di tratti che può suggerire

l‟impressione, a chi fermi l‟attenzione particolarmente sulla seconda parte del

canto, di un atteggiamento indulgente e “pietoso”di Dante verso il suo

personaggio, disposto cioè ad una considerazione “misericordiosa” e

“amorevole”,e di conseguenza emotivamente partecipe. La stessa Francesca ha

riconosciuto dunque nell‟affettuoso grido di Dante non soltanto una generica

disponibilità alla comprensione e alla pietà, ma una più profonda “sintonia”, una

sorta di sensibilità che ella sente corrispondente alla sua, la comune appartenenza

a una civiltà letteraria- quella della poesia cortese e stilnovistica- di cui ella stessa

ne dà rappresentazione, nella quale lo stesso poeta è coinvolto.

Così sull‟onda del culto dantesco enorme fortuna letteraria ed iconografica del

personaggio immortalata soprattutto nell‟Ottocento romantico ad esempio Silvio

Pellico, con la Francesca da Rimini del 1818, ne ricostruì la vicenda umana, ma

fiaccamente. Diversi gli approcci pittorici al soggetto incentrati principalmente

sulla vicenda terrena e romanzesca, sull‟amore proibito fra i due cognati( il

momento della lettura, il bacio strappato, spiata o meno dal marito, la flagranza

del reato,l‟uccisione degli amanti) e non è mancato anche l‟approccio ultraterreno,

l‟incontro delle due anime che tendono alla fusione assoluta, simbolo di amore

mistico.

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Ary Scheffer, Francesca da Rimini (1885)

Musèe du Louvre- Paris

L‟eroina di Boccaccio

Ghismonda invece è la protagonista indiscussa della novella prima della quarta

giornata(“ di coloro li cui amori ebbero infelice fine”) del Decameron di

Boccaccio che narra la storia appunto della figlia di Tancredi principe di Salerno

donna bellissima, intelligente e colta, e Guiscardo, giovane di umili origini,

valletto al servizio di Tancredi, ma “nobile per virtù e costumi”. I due giovani si

innamorano l‟uno dell‟altra e tra loro nasce un‟appassionata relazione amorosa,

vissuta di nascosto con mille pericoli e sotterfugi. Sia Ghismonda che il suo

amato Guiscardo dichiarano il proprio amore, ricorrendo a formule che sembrano

riprodurre il dettato di Francesca:

“amor può troppo più che né voi né io possiamo”,dichiara il valletto a Tancredi;

“egli è il vero che io ho amato e amo Guiscardo, e quanto io viverò, che sarà

poco,l‟amerò, e se appresso la morte s‟ama, non mi rimarrò d‟amarlo”replica

Ghismonda al padre.2

Nella novella di Ghismunda, spiega Surdich:

2 Le citazioni dal Decameron son tutte tratte dall‟edizione a cura di Vittore Branca, Oscar Mondadori ([1985]2008)-

Boccaccio.

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“l‟amore è inteso come forza distruttiva, al punto tale da risolversi in tragedia,

come è nel caso tragico per status, vale a dire per la nobiltà dei protagonisti e per

l`intensità delle parole e dei gesti, oltre che per l`alta dignità e magnanimità della

figura femminile, Ghismunda.” (Surdich 2008: 81).

Tancredi e Ghismunda (ms.XV sec.)

Ghismonda è un personaggio esemplare, ogni suo gesto, ogni sua parola sono il

risultato di una scelta, di un progetto in cui confluiscono passione e intelligenza.

Proprio per dare risalto al personaggio Boccaccio introduce un antagonista, il

padre Tancredi. Ma il soggetto che agisce è la donna,è lei che prende in

considerazione, uno per uno gli uomini che stanno alla corte del padre e che, tra

tutti, sceglie colui che le piace; è lei che escogita il modo per incontrarsi con

l‟amante e che s‟adopera per rendere praticabile la via. Figura articolata quella di

Ghismonda che tutto può esprimere e tutto può motivare , coerente fino

all‟assurdo e all‟auto-distruzione, e perciò irrimediabilmente in opposizione al

padre. Ha perfettamente ragione il Getto quando vede in Ghismonda la sapienza,

il suo discorso costruito secondo logica e retorica su “vere ragioni”ponendo

l‟accento principalmente sulla sostanza carnale: la legittimazione del

“concupiscibile desiderio”sul quale quasi cavalcantianamente, insiste Ghismonda,

finisce col postulare una sostanziale democrazia della natura e del sesso. Anche

Ghismonda, come Francesca , è un intellettuale che sa teorizzare, razionalizzare,

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quello che lei stessa chiama il proprio “natural peccato”. E mentre Francesca

insiste sull‟ineluttabilità dell‟amore, sul carattere di destino del proprio peccato e

lo rinvia a un principio trascendente (Amore), Ghismonda invece rovescia gli

argomenti, legittima la propria scelta consapevole, ed estende poi il proprio caso a

una legge più generale, a un impulso all‟amore che viene a tutti dalla Natura.

Ghismonda è una “loica, inflessibile nei principi e rigorosa nell‟analisi filosofica:

ma assume come persona la responsabilità di tale filosofia. Mentre Francesca

tende a giustificare il proprio peccato (e a mistificare la sua coscienza di

peccatrice) ricorrendo ai testi di un dibattito ideale utilizzato in modo

aristocratico, Ghismonda assume e difende il suo “natural peccato”, opponendo

alla falsa nobiltà del padre la dignità di una morale alla quale si attiene con

fermezza. Ghismonda sicura di sé e non implorante compassione, non si difende

affatto, ma senza giri di parole, libera da sfoggi eruditi, confessa il naturale

segreto della propria energica “forza”. L‟eroina di Boccaccio non ha niente di cui

vergognarsi, operando integralmente in piena coscienza, anima e corpo, è

orgogliosa di non adattarsi al solito schema preconfezionato del colpo di fulmine

“non per accidenti tolsi”; è quindi distante dal banale perbenismo dominante fra

le donne conformiste della classe sociale a cui appartiene “non…come molte

fanno” ed è pronta finalmente a lottare fino alla morte, sacrificando la propria

vita,contro la repressione sessuale della società patriarcale. Le parole di una donna

appassionata,felice, innamorata, che non dissocia l‟amore dal sesso, ma lo vive

senza finzioni, con calorosa, espansiva, piena partecipazione come passione

umanamente intesa. «Il trionfo del bel dire è anche il trionfo del sapere formale e

della competenza artistica [...]» (Surdich 2008: 90).

Ella padrona di sé, non ha spirito di rivalsa, non desidera vendetta,non teme la

morte affronta il genitore a viso aperto senza mai abbassare lo sguardo: “non

curante e valorosa, con asciutto viso e aperto”nella riformulazione di Boccaccio.

Ghismonda proclama quello che pensa alla luce del sole. La nobiltà feudale è

fango:

“Raguarda tra tutti i tuoi nobili uomini e essamina la lor vita, i lor costumi e le

loro maniere, e d‟altra parte quelle di Guiscardo raguarda:se tu vorrai senza

animosità giudicare, tu dirai lui nobilissimo e questi tuoi nobili tutti esser

villani”.

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Bernardino Mei, Ghismonda with the heart of Guiscardo,c.1650s

Ghismonda mostra di essere consapevole del conflitto sociale tipico dell‟epoca tra

nobiltà feudale, borghesia e proletariato quando affrontando il padre, definisce, in

chiave antifeudale e antiborghese, il rapporto tra “gentilezza”, “avere” e

“povertà”. Leggi, morale, religione sono per lei soltanto pregiudizi borghesi o

feudali, dietro i quali non si nascondono che interessi patriarcali. Coerente con la

sua scelta la protagonista boccacciana nell‟affermare la propria etica, non si ferma

né al punto di vista della nobiltà feudale(disposta a riconoscere che la nobiltà

conquista individuale, non solo ereditaria) né dal punto di vista borghese( per cui

la nobiltà conquista individuale, più che ereditaria), bensì esprime il punto di vista

proletario, identico nella sostanza a quello rivoluzionario citato da Machiavelli,

secondo cui- sono parole di Ghismonda-“la povertà non toglie gentilezza a alcuno

ma sì avere”.

In Boccaccio così la donna acquista la dignità di personaggio, la donna non solo è

oggetto ma anche soggetto di desiderio, né ha timore di esprimere i propri desideri

erotici. La donna infine parla:secolarmente esclusa dall‟uso pubblico della parola,

ma è anche capace di coraggio, dà prova di ingegno e virtù, ma la sfera della sua

azione è sempre ed esclusivamente limitata all‟ambito erotico. Appare in

Boccaccio la consapevolezza di quanto questo ruolo esclusivamente erotico,

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considerato un dato naturale («a questo siam nate») condanni la donna alla

marginalità sociale; legata al sesso e alla maternità la donna è amata finché

giovane e bella, ma poi è considerata buona a nulla. “Degli uomini non avviene

così: essi nascono buoni a mille cose, non pure a questa, e la maggior parte sono

da molto più vecchi che giovani" (Decameron V, 10).

In tale novella si possono distinguere tre fasi significative alquanto diverse tra loro

gli alunni prenderanno in esame le diverse parti della novella, identificando in

ciascuna gli elementi caratterizzanti cercando di illustrare, rispettivamente:

a. i particolari, le parole- tema che sottolineano il diverso rapporto che la

protagonista ha con il padre e con l‟amato;

b. le argomentazioni con cui Ghismonda non solo si difende, ma attacca il padre;

c. i motivi che sottolineano il valore simbolico del cuore.

La donna nel Medioevo

Il percorso didattico va avanti soffermandosi sulla concezione della donna nel

Medioevo secondo la quale ella sarebbe vincolata dalla propria natura e che l‟

uomo dovrebbe controllarla e punirla.

La donna veniva spesso nel Medioevo presentata come la nemica, come la radice

di tutto il male, come una complice del diavolo, e come una tentatrice (Dalarun,

Jacques 2005: 28-30).

La donna è raffigurata come Maria (virtù) o Eva (peccato), seguendo una

contraddizione fondamentale nella letteratura all'interno della dottrina cristiana

sulla donna e sul matrimonio (Blumenfeld-Kosisnki 1994: 705). “La donna è

peccatrice e, per definizione, peccatrice nella carne.

La salvezza per lei viene solo dal pentimento e dalla penitenza, nella

mortificazione di questa carne colpevole” (Dalarun 2005: 44- 45).

La donna era collegata alla natura, alla materia, al mondo, mentre l'uomo doveva

cercare di liberarsi dei legami con la materia (Thomasset, Claude 2005: 57).

Nel Medioevo si distinguevano diverse categorie femminili in base alla loro

sessualità: le vergini, le vedove e le donne sposate. Sono donne che secondo gli

uomini usavano la loro sessualità in modo diverso. L‟ideale era di moderare il

desiderio sessuale. La castità veniva raccomandata a tutti, ma spesso alle donne.

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Tramite i tre gruppi di donne sopra citati la sessualità viene collocata tra rifiuto e

controllo, l‟assenza non è solo virtù del corpo, ma anche dell‟anima. La vergine

era lodata per la purezza dell‟anima. Tutti e tre i gruppi vivono la loro castità

virtuosamente: la vergine ha l‟anima pura, anche se violentata la sua verginità

rimane intatta se non prova piacere nella violenza; la moglie pratica sesso solo

all‟interno del matrimonio e per generare, la vedova vive virtuosamente purché,

liberata dall‟obbligo sessuale riesca a liberare i suoi pensieri dai desideri carnali.

Ma la castità delle anime dei diversi gruppi di donne è diversa poiché diversa è

la castità dei loro corpi: la vergine è incontaminata, la vedova contaminata in

passato ma pura nel presente e nel futuro, la moglie è quella meno casta

(Casagrande 2005: 100).

Nel Medioevo l'inferiorità delle donne era scontata. Era una società in cui l'uomo

aveva l'iniziativa, la donna doveva essere passiva. Nell'ambiente aristocratico il

nobile non prendeva moglie tanto per avere una donna che poteva fargli da

moglie, quanto per avere la dote che questa portava con sé.

Le descrizioni della società urbana non parlano molto delle donne, ci sono

numerose ragioni per questo: le tradizioni giuridiche ponevano le donne in

condizione di svantaggio il che rendeva difficile per loro agire indipendentemente

dalla tutela degli uomini. La legge lombarda che valeva per più o meno tutta

l‟Italia sottometteva la donna alla tutela costante chiamata Mundium. All‟inizio

la donna era sotto la tutela del padre e poi, quando si sposava, passava alla tutela

del marito. La donna che viveva senza un padre o un marito rimaneva sotto la

tutela del re. Ciò nonostante nel tardo medioevo le donne in Italia furono più

visibili nella società e ebbero maggiore influenza. Le donne non si muovevano

con facilità attraverso la società urbana in Italia (Herily 1995: 15-16). Le

donne e gli uomini si muovevano in sfere sociali totalmente diverse: gli affari

pubblici erano riservati agli uomini, mentre le attività che si svolgevano entro le

quattro pareti della casa appartenevano alle donne. Anche lì gli uomini

decidevano le cose importanti che influenzavano la famiglia, ma le donne

dirigevano le attività quotidiane casalinghe. Molti preti parlavano in parrocchia

dove le donne erano in maggioranza e alcuni sermoni erano rivolti direttamente a

loro. I preti parlavano spesso dei vizi morali che avevano le donne come vanità,

immodestia, ira, e peccati sessuali. Alcune volte lodavano le virtù di cui le donne

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erano in possesso in maggior misura rispetto agli uomini come l‟essere modesto,

la compassione, la carità (Herily, 1995: 18).

Attraverso la strategia del role play gli alunni rispondono alle seguenti domande:

“ Se fossi una donna del Medioevo quali diritti avrei?”, “Se mi mettessi nei panni

di una donna medievale,cosa farei durante una giornata tipo?”, ciò è d‟aiuto per il

rinforzo dei contenuti appresi.

L‟essere donna oggi

“Essere donna è così affascinante. E‟ un‟avventura che richiede tale coraggio,

una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai

donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esiste

potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi

avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse

la mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine

avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c‟è

un‟intelligenza che chiede d‟essere ascoltata.”(Oriana Fallaci-Lettera ad un

bambino mai nato).

Il valore della donna nasce con lei, dentro di lei, nella sua parola, nell‟intelligenza,

nei suoi silenzi, nella capacità di tenere unita la famiglia, nella maternità, nel

modo di amare e donare se stessa imparando sin dal suo primissimo ruolo di

figlia, per arrivare poi, a quello di madre e di moglie, a rispettare quei valori che

attraverso tutti i mutamenti e le trasformazioni ha cercato sempre di migliorare

anche con forti sacrifici, imponendo con forza e determinazione il suo ruolo nel

mondo lavorativo dimostrandone capacità, costanza e determinazione, senza

tuttavia togliere niente alla famiglia. Alcune donne hanno messo al primo posto la

bellezza, la vanità e il successo, non per questo non sono da rispettare;

l‟importante è credere fermamente in quello che si porta avanti, sapendo valutare

con intelligenza la qualità della vita nella sua costruzione. Si tratta di un cammino

difficile e pieno di responsabilità. Ci sono uomini che sanno apprezzare la donna

in tutta la sua complessità e non solo, sanno condividere, partecipare, amalgamare

e rispettare il loro lavoro, portato avanti da un insieme di comportamenti, primo

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tra tutti, l‟amore e il buon senso. Altri uomini, incapaci di rispettare addirittura la

propria madre come donna, figuriamoci la propria compagna, non sanno

migliorarsi, né guardare oltre il proprio egoismo e l‟ignoranza. Ci sono anche

donne incapaci di portare avanti il compito scelto o capitato. Donne che hanno

indietreggiato, rinunciato, prendendo una strada diversa. Sono comunque donne

che portano addosso le loro sofferenze, i loro errori e rimpianti. E‟per quel

cammino,comunque sia, scalza, in tacchi alti o scarpe da ginnastica, che la Donna

di oggi, grazie anche all‟esperienza e alle sofferenze di quella di ieri guarda

fiduciosa verso il futuro con tutte le sue passioni, le sue problematiche, riuscendo

con le sue doti naturali di dolcezza, determinazione e consapevolezza a far sentire

in modo forte e chiaro la propria parola. All‟uomo, il compito di saper raccogliere

quello che non vuol essere competizione, ma rispetto e collaborazione, di essere

all‟altezza di condurre una vita insieme solo nel rispetto reciproco, necessario

oggi come in futuro, per dar voce al pensiero: “Ci sono, ci siamo”.

Che cosa significa essere donna oggi? Non è semplice fornire una risposta a

questa domanda, senza dar luogo a lunghe discussioni. Conoscere la “storia della

donna”, lungi dal cavalcare stereotipi femministi, significa ripercorrere secoli di

civiltà e di evoluzione dell‟umanità per vedere la donna finalmente esercitare i

propri diritti. Uno sguardo al mondo d‟oggi, però, evidenzia che in alcuni paesi

ciò non avviene e la donna, per ragioni culturali, religiose ed economiche, vive

sotto la morsa del pregiudizio, dell‟intolleranza e della negazione dei diritti

primari. In questa fase il docente presenta alcuni passi di letteratura invitando ogni

ragazzo a riflettere e a esprimere il proprio punto di vista alla classe.

“Ahimè, mio Dio, perché non mi hai fatto nascere maschio? Tutte le mie capacità

sarebbero state al tuo servizio, non mi sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto,

come gli uomini dicono di essere…..”.(Christine de Pizan,La città delle dame)

“In genere la natura ha dato all‟uomo spirito orgoglioso e elevato, mentre ha

fatto la donna umile e sottomessa”(Giovanni Boccaccio, De Mulieribus Claris)

“La felicità dell‟uomo si chiama:io voglio. La felicità della donna si chiama:egli

vuole. Vedi, ora il mondo è diventato perfetto. Così pensa ogni donna quando

obbedisce con tutto il suo amore”(Nietzsche, Così parlò Zarathustra).

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Si potrebbe porre lo sguardo anche sul mondo della saggezza popolare, attraverso

un questionario:

- Conosci proverbi, detti popolari, motti celebri in uso sulla donna?

- In quali contesti ne hai sentito qualcuno?

- Conosci qualche tradizione tipica legata alla donna(informati presso i tuoi

genitori e nonni)?

Scegli uno tra i detti popolari o proverbi e commentalo.

Gli esiti vengono ancora socializzati. Il docente così conosce il grado di

consapevolezza civica e il tipo di retaggio culturale ( in rapporto anche al contesto

socio-familiare in cui vive) di cui sono dotati gli alunni.

Usando più vocabolari, si definiscono etimologia, significato e nascita delle parole

donna, femmina, compagna, etera, emancipazione femminile, femminismo.

I ragazzi resisi conto che le parole versate sull‟universo femminile rispecchiano i

contesti storici e culturali in cui sono nate, partecipano al dibattito rispondendo ad

alcune domande stimolo:

- Perché si ha questa concezione della donna?

- Conoscete bene il contesto storico?

- Alcune affermazioni rispecchiano la realtà o sono luoghi comuni legati a una

mentalità ristretta e maschilista?

- Il nostro grado di civiltà consente ad una donna di esercitare i propri diritti?

Per rispondere nel migliore dei modi alla domanda posta alla classe, sul cosa vuol

dire oggi essere donna, potrebbe essere utile intraprendere in seguito anche un

breve excursus tra i secoli, passando attraverso la storia dell‟umanità rendendo

questa volta protagonisti gli studenti dopo anni di tradizionali lezioni in cattedra

da parte dei professori lasciare loro spazio secondo quelli che sono i principi della

didattica costruttivista in cui il processo didattico non è lineare ma “emergente” e

“ricorsivo”, riponendo forte fiducia e attenzione sul discente,

sull‟autodeterminazione del percorso e degli stessi obiettivi, sottolineando

l‟apprendimento collaborativo, dando forte risalto alla molteplicità di piste

percorribili e alla varietà prospettica con cui si può vedere la conoscenza.

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Pertanto suddividere la classe in quattro gruppi affidando ad ognuno di loro il

compito ben preciso di ricercare e individuare gli aspetti fondamentali riferiti

appunto alla donna e portare in luce i risultati della ricerca da condividere con i

compagni per ricostruire una sorta di puzzle ed esporlo anche come parte

integrante della valutazione dinanzi all‟insegnante.

Quindi il primo gruppo si occuperà di individuare la suddivisione dei ruoli

nell‟epoca preistorica corredando di immagini significative i contenuti( ad

esempio le icone femminili dell‟epoca rappresentate solitamente da statuette che

le ritraggono con seno abbondante, bacino largo e gravide a testimonianza della

loro fertilità).

Il secondo gruppo invece si occuperà della donna nel Medioevo e al

comportamento che la Chiesa ha assunto in tale periodo nei riguardi delle donne

condannandole,per una conoscenza superiore a quella loro “concessa”, al rogo e

ad essere torturate dopo essere state accusate di stregoneria.

Il terzo gruppo si occuperà del periodo relativo alla Rivoluzione Francese

soffermandosi sulla diffusione in Europa di movimenti di donne che avanzano il

riconoscimento dei loro diritti civili e politici.

Infine il quarto gruppo si dedicherà al “Secolo delle donne” soffermandosi sul

movimento femminista degli anni 60 del „900 e confrontando la divisione sessuale

dei ruoli maschili e femminili.

Con la testimonianza di una compagna di classe di origini maghrebine, a cui

l‟insegnante ha affidato il compito di scrivere un breve racconto sulla propria

esperienza di donna nel Paese d‟origine, si rende partecipe la classe in alcuni

paesi del mondo le relative Costituzioni (si potrebbe anche leggere qualche

articolo in particolare) non registrano, ancora oggi, un‟uguale evoluzione civica a

favore della figura femminile “condannata”a vivere in una cultura retrograda e

maschilista. Inoltre gli alunni vengono a conoscenza che in caso di guerre, le

donne diventano le prime vittime di violenze, stupri etnici, rapimenti. Così il

docente fa consultare quotidiani e settimanali, seguire i telegiornali di più reti,

analizzare i rapporti di Associazioni umanitarie(scaricabili da internet) per

conoscere le problematiche sociali( i casi di Safiya Hussaini e Amina Lawal

accusate di adulterio e condannate alla lapidazione per le quali si è mobilitata la

comunità internazionale) delle nazioni dove avvengono le violazioni dei diritti

umani poi i risultati della ricerca vengono accorpati in una tabella riassuntiva.

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L‟immagine della donna attraverso l‟arte e i media

Una lezione con slideshow per approfondire le tematiche in oggetto, stimolando i

ragazzi ad analizzare e giudicare i messaggi veicolati dai media odierni e nell‟arte

figurativa. Soffermandosi in particolare su sguardi, gesti,oggetti, analizzando

alcune immagini per ciascuna delle tematiche individuate. Si sono presi in

considerazione esempi tratti da spot pubblicitari, film e opere d‟arte figurativa dai

tempi più antichi al mondo contemporaneo. Finalità della lezione non è tanto

un‟analisi storico-critica delle opere quanto stimolare l‟osservazione e la

riflessione degli studenti con ciò che viene proposto. Mentre un secondo

intervento finalizzato alla riflessione sui contenuti emersi e alla loro

rielaborazione al fine di realizzare un prodotto che rimanga come testimonianza

del percorso svolto. Proporre ai ragazzi, suddivisi in piccoli gruppi,un foglio

didattico con testi tratti da fonti molto diverse (poesia, prosa, lettere, articoli di

giornali, manifesti, testi musicali) che hanno come centro la dimensione

femminile. A partire da questi input e da quanto emerso dalle precedenti lezioni

gli studenti sono invitati a creare uno strumento di promozione per veicolare

messaggi di sensibilizzazione o comunicare iniziative legate alla figura femminile

e alla sua dignità ( es. pubblicità progresso, celebrazione festa della donna,

anoressia,violenza,parità…).

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Venere preistorica o Venere di Willendorf (statuetta di 11cm), Naturhistorisches

Museum di Vienna.

Espulsione dall‟Eden di La tentazione da Adamo ed Eva di Masolino,

Masacci, Cappella Brancacci, Chiesa di Santa Maria del Carmine,

Chiesa di Santa Maria del Firenze 1424-1425

Carmine,Firenze-1424-1425,

25

Le Donne di Klimt

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Les Demoiselles d‟Avignon- Picasso,1907.

Marilyn Monroe di Andy Warhol, 1967

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28

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Produzione finale da parte degli alunni

Al termine del percorso teorico e delle diverse attività di laboratorio gli alunni

dovranno presentare come parte integrante del momento di verifica finale un

diario scritto che tenga conto delle relazioni che ciascuno di loro intrattiene sia nel

contesto familiare che relazionale in generale del loro rapporto con la donna.

Strategie finalizzate ai BES

Vista la presenza all‟interno della classe di diversi alunni provenienti dai Paesi del

Maghreb, definiti NAI (neo arrivati in Italia per nulla o poco italofoni e coloro i

quali sono inseriti a scuola da meno di due anni) e rientranti in quelli che sono i

Bisogni Educativi Speciali (Dm 27-12-2012) l‟insegnante,secondo le direttive

ministeriali del 2006 e il nuovo regolamento emanato a febbraio del 2014, ha

ripreso il modello italiano di educazione interculturale per la scuola inclusiva

come sfondo specifico della comune attività didattica. Secondo tali linee guida

l‟accoglienza e l‟integrazione degli alunni stranieri sono strutturate in due

momenti uno riguardante il contesto e l‟inserimento, l‟altro le indicazioni di

inserimento è stato realizzato un percorso scolastico in accordo con il CdC e la

commissione d‟accoglienza ( con compiti consultivi, gestionali e progettuali che

si occupa di monitorare, strutturare i percorsi e di mantenere relazioni con il

territorio) personalizzato su base cognitiva adattato alle capacità e alle espressioni

che ogni singolo alunno straniero possiede e a cui può tendere.

L‟apprendimento linguistico dell‟italiano come lingua seconda per tali alunni è

tale per cui il curriculo scolastico possa essere parallelo o uguale a quello della

classe in cui è inserito anche se secondo i PDP predisposti seguendo i principi

della personalizzazione. Pertanto in questo percorso secondo i principi della

didattica inclusiva,superando i concetti di semplice inserimento e integrazione, si

è cercato di coinvolgere suddetti alunni rendendoli pienamente partecipi

all‟interno della scelta didattica e protagonisti all‟interno del percorso in modo

tale da costruire una “politica inclusiva” sviluppando un percorso di conoscenze

per tutti e organizzando un sostegno coordinato alle diversità.

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Bibliografia

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