foglietti avvento 2010 ragazzi

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In Dialogo con Gesù Ragazzo: Certo che come inizio del cammino di avvento, caro Gesù, sei un po’ troppo esigente con noi ragazzi. Gesù: Hai ragione, caro amico, ma a volte occorre mettere un po’ di grinta all’inizio di un cammino, perché chi inizia bene è a metà dell’opera. Ragazzo: Penso che anche per i tuoi discepoli queste parole sono state un po’ dure da digerire… Gesù: Quando parlavo loro sul Monte degli Ulivi li vedevo perplessi e preoccupati. Ragazzo: Ma come può un Vangelo sulla fine del mondo avere a che fare con i miei amici, la mia famiglia, i miei compagni di scuola. Gesù: Caro amico, ogni cosa che facciamo nella vita cambia la nostra storia. Ogni gesto o parola costruisce il nostro futuro. Ragazzo: Non ci avevo mai pensato... Gesù: La prima parola che dobbiamo oggi memorizzare nel nostro data-base è “Attesa” che poi vuol dire desiderio di una vita piena, nel bene e nel rispetto degli altri. Ragazzo: Insomma, Gesù, con queste parole ci vuoi preparare alla tua venuta con un allenamento intensivo fatto di impegno. Gesù: Certo! Non dovete domandarvi “Quando Gesù verrà?”, ma semmai dovete chiedervi “Come io sto preparandomi alla venuta di Gesù? Con che cuore?” Ragazzo: Signore aiutami Tu. Dammi dei consigli per iniziare bene questo cammino di Avvento. Gesù: Caro amico, prima di tutto devi aprire bene le orecchie e “ascoltare” tutto quello che ti dirò durante questa settimana. Poi devi iniziare a camminare con spirito di perseveranza ”: occorre molta forza e coraggio per arrivare a Betlemme. C’è una persona speciale alla tua portaHa programmato di fermarsi qualche giorno a casa tua… Si chiama Gesù. Lui ti conosce molto bene e quando avrai fatto amicizia con Lui, non vorrai più lasciarlo partire. In queste quattro settimane, credo che la cosa migliore che tu possa fare sia preparare la tua casa a questo ospite speciale: un po’ di pulizia; un po’ di riordino, occorre fargli posto… Siamo in attesa di Te Gesù. Siamo solo alla prima settimana, ma già non vediamo l’ora della tua venuta fra noi. Vogliamo preparare il nostro cuore, come una casa pronta ad accoglierti. Vogliamo farti spazio, vogliamo rimettere tutto a posto. Signore ti offriamo il nostro tempo, perché Tu lo riempia della Tua Presenza. Signore, ti offriamo la nostra vita, perché Tu possa riempirla del Tuo Amore. Signore, ti offriamo la nostra famiglia, perché tu possa riempirla della Tua Pace. Vieni Signore Gesù! L’avvento di Gesù è sempre una sorpresa… occorre essere preparati, occorre impostare la propria vita su parametri diversi da quelli del mondo (successo, denaro, divertimento…). Altrimenti può capitare anche a noi quello che successe agli uomini al tempo di Noè: fu una sorpresa terribile il diluvio e loro non erano preparati., e perirono sotto le acque. Noè e la sua famiglia invece erano pronti e si salvarono. Il Signore è venuto 2000 anni fa ed è nato a Betlemme… ma ancora oggi desidera venire nella nostra vita, per illuminare il nostro cuore e dare un senso nuovo ai nostri giorni. Gesù viene ancora oggi in tanti fratelli e sorelle che ci amano veramente. Diventa anche tu un portatore di Gesù nel mondo: Gesù ha bisogno di te, dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti, dei tuoi gesti per fare nuovo il mondo nell’Amore. Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. (Ap. 3,20) Tratto da “Le Chiavi del Regno” DCB Bologna e dal sussidio Avvento e Natale 2010-11 AVE Parrocchia Madonna di Loreto Frati Cappuccini - Chivasso

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Schede domenicali di avvento 2010 per i ragazzi

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In Dialogo con Gesù

Ragazzo: Certo che come inizio

del cammino di avvento, caro Gesù, sei un po’ troppo esigente con noi ragazzi.

Gesù: Hai ragione, caro amico, ma a volte

occorre mettere un po’ di grinta all’inizio di un cammino, perché chi inizia bene è a metà dell’opera.

Ragazzo: Penso che anche per i tuoi discepoli

queste parole sono state un po’ dure da digerire…

Gesù: Quando parlavo loro sul Monte degli

Ulivi li vedevo perplessi e preoccupati.

Ragazzo: Ma come può un Vangelo sulla fine del mondo avere a che fare con i miei amici, la mia famiglia, i miei compagni di scuola.

Gesù: Caro amico, ogni cosa che facciamo nella vita cambia la nostra storia. Ogni gesto o parola costruisce il nostro futuro.

Ragazzo: Non ci avevo mai pensato...

Gesù: La prima parola che dobbiamo oggi memorizzare nel nostro data-base è “Attesa” che poi vuol dire desiderio di una vita piena, nel bene e nel rispetto degli altri.

Ragazzo: Insomma, Gesù, con queste parole ci

vuoi preparare alla tua venuta con un allenamento intensivo fatto di impegno.

Gesù: Certo! Non dovete domandarvi

“Quando Gesù verrà?”, ma semmai dovete chiedervi “Come io sto preparandomi alla venuta di Gesù? Con che cuore?”

Ragazzo: Signore aiutami Tu. Dammi dei consigli per iniziare bene questo cammino di Avvento.

Gesù: Caro amico, prima di tutto devi aprire bene le orecchie e “ascoltare” tutto quello che ti dirò durante questa settimana. Poi devi iniziare a camminare con spirito di “perseveranza”: occorre molta forza e coraggio per arrivare a Betlemme.

C’è una persona speciale

alla tua porta… Ha programmato di fermarsi qualche giorno a casa tua… Si chiama Gesù. Lui ti conosce molto bene e quando avrai fatto amicizia con Lui, non vorrai più lasciarlo partire. In queste quattro settimane, credo che la cosa migliore che tu possa fare sia preparare la tua casa a questo ospite speciale: un po’ di pulizia; un po’ di riordino, occorre fargli posto…

Siamo in attesa di Te Gesù. Siamo solo alla prima

settimana, ma già non vediamo l’ora della tua venuta fra noi. Vogliamo preparare il nostro cuore, come una casa pronta ad accoglierti. Vogliamo farti spazio, vogliamo rimettere tutto a posto. Signore ti offriamo il nostro tempo, perché Tu lo riempia della Tua Presenza. Signore, ti offriamo la nostra vita, perché Tu possa riempirla del Tuo Amore. Signore, ti offriamo la nostra famiglia, perché tu possa

riempirla della Tua Pace. Vieni Signore Gesù! L’avvento di Gesù è sempre una sorpresa… occorre essere preparati, occorre impostare la propria vita su parametri diversi da quelli del mondo (successo, denaro, divertimento…). Altrimenti può capitare anche a noi quello che successe agli uomini al tempo di Noè: fu una sorpresa terribile il diluvio e loro non erano preparati., e perirono sotto le acque. Noè e la sua famiglia invece erano pronti e si salvarono. Il Signore è venuto 2000 anni fa ed è nato a Betlemme… ma ancora oggi desidera venire nella nostra vita, per illuminare il nostro cuore e dare un senso nuovo ai nostri giorni. Gesù viene ancora oggi in tanti fratelli e sorelle che ci amano veramente. Diventa anche tu un portatore di Gesù nel mondo: Gesù ha bisogno di te, dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti, dei tuoi gesti per fare

nuovo il mondo nell’Amore.

Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.

(Ap. 3,20)

Tratto da “Le Chiavi del Regno” DCB Bologna e dal sussidio Avvento e Natale 2010-11 AVE

Parrocchia Madonna di Loreto – Frati Cappuccini - Chivasso

Il Natale per noi cristiani non è un anniversario da festeggiare o un periodo in cui essere più buoni, ma prima di tutto è un incontro vivo e vero con l'Emmanuele, Dio-con-noi, nell'attesa del suo ritorno alla fine dei tempi… Gesù è nato a Betlemme 2000 anni fa, ma oggi desidera nascere nel nostro cuore. Occorre allora fare della nostra vita una “Tenda” dove ancora può trovare dimora Gesù e la sua famiglia, la Chiesa.

(Ufficio Evangelizzazione e Catechesi – Patriarcato di Venezia)

PRIMA FASE: RIPULIRE e PREPARARE IL TERRENO DEL NOSTRO CUORE

Una tenda permette di costruire un riparo dovunque ci troviamo, ma non tutti i terreni sono adatti ad accoglierla. Va scelto un

terreno saldo, non paludoso, non troppo duro, vanno tolte le pietre, tagliate le erbacce… tutti questi gesti di preparazione, sono per ognuno di noi l'impegno a non fare le cose per abitudine, a non dare per scontato nulla, anzi! È il faticoso lavoro quotidiano di accoglienza dell'altro, che ci chiede di riconoscere e rimuovere tutti gli ostacoli alla comunione: invidie, pettegolezzi, resistenze, pregiudizi, durezze di cuore… La lettera di San Paolo ai cristiani di Roma (la 2ª lettura di questa domenica) ci può dare molti spunti di riflessione: “Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno… non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.”

IMPEGNO

Ogni settimana scegli una chiave

per vivere bene il tuo cammino verso il Natale. Ogni giorno avrai

bisogno di valori grandi per

superare le prove della vita. Scegli

quelli che ti possono aiutare ad

aprire bene gli occhi, le orecchie,

le mani, il cuore… e aiutare il

Signore a fare più bello il mondo.

Ricordati che il Natale è più bello

se vissuto con gli altri. Le chiavi

sono:

CONDIVISIONE – ASCOLTO PERDONO – PREGHIERA

SILENZIO – SERVIZIO SORRISO - PAROLA – PACE LUCE - INCONTRO - DONO

Preghiamo: Aiutami Signore a fare pulizia nel mio cuore di tutto ciò che mi rende “selvatico” e poco accogliente. Donami all’inizio di questo cammino la perseveranza e il coraggio di lasciarmi lavorare dal tuo Amore per accogliere con gioia la Venuta del tuo Figlio Gesù in mezzo a noi. Amen

www.parrocchiamadonnaloreto.it

“Mentre aspetto il tuo ritorno, metto in ordine le idee; non so davvero il

giorno in cui tu verrai, ma presto tu spunterai da quella porta”

“In quel giorno,un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.” (Isaia 11, 1-10

Cosa è un germoglio di fronte al mondo che lo circonda? È poca cosa… forse niente… eppure in esso c’è tutta la forza della vita. Così piccolo ma così audace… è la speranza del domani. Quel germoglio sei tu… siamo noi, così piccoli e così grandi perché in noi abita la forza dello Spirito che è vitalità, meraviglia, stupore. Allora in questa settimana invochiamo lo Spirito, chiediamogli la forza per “vivere veramente”, innestiamoci sul tronco della nostra comunità, che forse ha bisogno di nuova speranza per guardare al futuro con occhi nuovi. È il seme della vita che porta frutto… portiamo in noi il frutto della Pace.

In Dialogo con Gesù

Ragazzo: Caro Gesù, questo Giovanni

il Battista mi sembra un po’ catastrofico e pessimista… per forza, mangiava cavallette!

Gesù: Amico carissimo, Giovanni sta annun-

ciando in modo solenne la mia venuta, citando il profeta Isaia. Non basta che io venga, occorre preparare il cuore alla mia venuta. A proposito: lo sai che era mio cugino.

Ragazzo: Era un po’ diverso da te…

Gesù: Sì, eravamo diversi, ma ad entrambi

stava a cuore la Parola di Dio. Mio cugino annunciava come un araldo l’arrivo dal gran Re di pace, che avrebbe giudicato il mondo.

Ragazzo: Ma tu Signore non hai detto “Dio

non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.”

Gesù: Appunto, caro amico, io sono venuto per giudicare il mondo, ma con il metro dell’Amore.

Ragazzo: Non ci avevo mai pensato...

Gesù: Inoltre Giovanni insisteva sulla necessità di convertirsi, per accorgersi e accogliere il Regno dei cieli.

Ragazzo: Conversione? Cosa vuol dire?.

Gesù: E’ un termine greco che significa

“cambio di mentalità”: quello che mi sembrava importante ora non lo è più; significa rivolgersi a Dio e scoprire che l’unica cosa veramente necessaria per vivere bene è il Suo Amore.

Ragazzo: Ma io, Signore, non penso di farcela. È difficile amarti e seguire il tuo vangelo…

Gesù: E’ difficile ma non impossibile: pensa

alla storia di Maria, mia mamma; pensa a tante persone che io ho incontrato… Basta lasciarsi amare da Dio e tutto cambia. È sempre Dio che ama per primo ogni uomo e ogni persona che si sente amata risponde amando Dio e i fratelli. Ma occorre accorgersi di questo amore: aprire il cuore e accogliere il dono.

Ragazzo: Sì, Signore, voglio essere tuo amico!

Tratto da “Le Chiavi del Regno” DCB Bologna e dal sussidio Avvento e Natale 2010-11 AVE

PARROCCHIA MADONNA di LORETO – Frati Cappuccini- Chivasso

Il Natale per noi cristiani non è un anniversario da festeggiare o un periodo in cui essere più buoni, ma prima di tutto è un incontro vivo e vero con l'Emmanuele, Dio-con-noi, nell'attesa del suo ritorno alla fine dei tempi… Gesù è nato a Betlemme 2000 anni fa, ma oggi desidera nascere nel nostro cuore. Occorre allora fare della nostra vita una “Tenda” dove ancora può trovare dimora Gesù e la sua famiglia, la Chiesa.

(Ufficio Evangelizzazione e Catechesi – Patriarcato di Venezia)

SECONDA FASE: PIANTARE I PALI E DARE SOLIDITA’

Dopo aver preparato il terreno, altra cosa non scontata e molto importante sono i pali di sostegno. Se piantati poco profonda-

mente, non in numero sufficiente a reggere il peso della copertura, troppo sottili o inclinati nel modo sbagliato… il risultato sarà a rischio. Non basta aver scelto e preparato un buon terreno, occorre, infatti, alzare gli occhi a Dio e costruire una comunità su pilastri solidi, dando priorità a ciò che è essenziale per la sua crescita. Spesso confondendo la qualità con la quantità e allora i “pali” da piantare si moltiplicano, come le attività della parrocchia. Difficile sarà farli stare tutti in piedi: toglieranno luce e spazio disperderanno le energie di chi deve scavare, con il rischio di fare tutto in modo approssimativo o di mollare prima che la tenda sia finita. D'altra parte, pochi pali, malmessi, sono il segno comunque di una povertà che denuncia la nostra pigrizia, l'egemonia di pochi che soffoca la partecipazione dei molti, l'incapacità di andare al cuore della fede accontentandosi di gesti formali. Oggi l’'invito radicale di Giovanni Battista, nel vangelo di questa domenica ci aiuterà a comprendere l'urgenza della scelta e della conversione… di tutti, anche dei pastori della comunità. Occorre domandarsi: quali sono le esperienze fondamentali per alimentare la fede della comunità e quali sono quelle “secondarie”, importanti sì, ma che non possono prosciugare tutta l'attenzione e le energie?

IMPEGNO

Nel nostro cuore c’è molta polvere… molte cose inutili… Le nostre camere in disordine talvolta ci ricordano che occorre fare un po’ di pulizia, mettere a posto

le cose, gettare le cose che non servono più. In una camera ordinata sarai felice

di far entrare i tuoi amici… Gesù oggi viene nel tuo cuore: come vorrai

accoglierlo? Pensa alle cose che sono veramente necessarie per una vita felice e

di cosa invece puoi fare a meno?

Preghiamo: Semina… semina. Quello che conta è seminare… Semina con un tuo sorriso, con un tuo saluto. Semina con uno sguardo dolce rivolto al fratello, con un caloroso abbraccio. Semina in ogni occasione e circostanza con coraggio ed entusiasmo, semina con fede, ma soprattutto con amore, così che il tuo seminare diventi fecondo. E se il seme cadrà su un terreno arido, senza produrre né fiore, né frutto… rimarrà comunque in te la gioia di aver seminato.

Ricambiare il Dono di Dio

PREGHIERA: Nella tua storia, o Dio, nessuno è solo una comparsa. Tu affidi a tutti un ruolo importante per realizzare il “tuo sogno”: un mondo in cui tutti gli uomini scoprono di essere tuoi figli e sono felici di poterti chiamare «Padre». Maria è la donna più grande, quella che si è spesa pienamente per fare la tua volontà, per condividere il tuo progetto e realizzarlo. Donaci il tuo Spirito perché possiamo accogliere Gesù nel nostro cuore e vivere la gioia di essere suoi fratelli, e provare la felicità di rivolgerci, insieme con lui, a te che sei Padre di tutti e non ti dimentichi mai di nessuno. Insegnaci a fare la nostra parte per rendere il mondo come tu lo sogni: una grande famiglia in cui tutti i figli ti riconoscono come Padre, seguono le indicazioni di Maria, nostra madre, e imparano dal fratello più grande: Gesù, tuo Figlio e nostro Signore. Amen

PARROCCHIA MADONNA di LORETO – Frati Cappuccini- Chivasso

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo

la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore. LODE A TE, O CRISTO

L’angelo nella storia biblica ha il ruolo del messaggero. È come un postino mandato da Dio. Colui che vale è quindi Dio stesso, non tanto l'angelo. Dio Padre è il primo protagonista di questa storia che coinvolge tutti gli uomini, pur partendo da poche persone (Maria e Giuseppe) di uno sperduto villaggio (Nazareth) di una piccola nazione (Israele).

L'altra protagonista della nostra storia è una ragazza di nome Maria. L'angelo dice che lei è piena di grazia, cioè completamente avvolta nell'abbraccio di Dio. È la donna liberata dal male, come dono per il servizio che le viene chiesto: divenire la madre del Figlio di Dio

Infine Gesù: è l'altro grande protagonista di questa storia anche se deve ancora nascere. È il Figlio di Dio e figlio di Maria. Il nome Gesù significa «Dio salva».

Giuseppe ed Elisabetta: altri protagonisti perché rappresentano l'umanità con cui Dio entra in dialogo per liberarla dal male. Sono i «poveri di Dio» che si lasciano coinvolgere in questa storia di salvezza.

Piena di grazia: significa una persona che è stata amata con amore di predilezione da Dio, che è stata ornata e colmata di doni per bontà divina, che è stata arricchita di bellezza e gioia nel sentirsi benvoluta da Dio. Maria, come la “piena di grazia”, è totalmente pura e libera dal peccato. Ci insegna che vale la pena di fidarsi di Dio, ricercando e coltivando uno stile di vita limpido e trasparente, libero e liberante da tutto ciò che può uccidere la serenità e la gioia del volersi bene.

Signore è con te: indica la garanzia di una speciale protezione divina. Maria è un cuor solo con Gesù, suo Figlio.

“Servo di Dio” è un titolo di grande valore e importanza. Sono coloro che collaborano in modo diretto con Dio per il bene dei loro fratelli. Maria è la donna che assume un grande compito… collaborare per realizzare la salvezza e la redenzione di tutta l’umanità, attraverso il sacrificio di Gesù.

OGNI UOMO è IMPORTANTE agli occhi di DIO

In questo tempo molte persone sono coinvolte nella preparazione del presepio vivente o di qualche recital che racconta, magari in chiave moderna, il grande dono della nascita di Gesù.

Forse anche a voi è stata fatta la proposta: ci avete pensato un poco, e alla fine avete detto di sì; siete disponibili e pure entusiasti di questo impegno. La cosa vi piace e non vedete l'ora di cominciare. Si tratta di decidere le varie parti e i ruoli: chi deve interpretare questo o quel personaggio della narrazione evangelica. Il bambino Gesù è affidato a qualche fratellino (magari anche sorellina) nato da poco, abbastanza grande per non dare problemi, sufficientemente piccolo per assomigliare a un infante e starsene tranquillo.

E gli altri ruoli? Perché a tutti piacerebbe poter avere un posto particolare nella storia, non rimanere sullo sfondo e apparire in scena solo qualche istante. Se dobbiamo impegnarci, tanto vale farlo per qualcosa di grande! I pastori possono anche essere in tanti, ma non si possono raddoppiare i ruoli di Giuseppe e Maria, o dei re magi. Si corre il rischio di restarci male e quindi può nascere la voglia di lasciar perdere. Si scopre invece che per la buona riuscita è prezioso il ruolo di tutti: ognuno deve fare la sua parte con grinta ed entusiasmo; ognuno anche il più piccolo bambino è importante per la riuscita finale dello spettacolo.

Nella storia della salvezza, quella vera, non la sua rappresentazione, Dio sceglie delle persone che potevano sembrare secondarie: una ragazza, un falegname, un'anziana senza figli. Anche Elisabetta e Giuseppe hanno un posto essenziale e grande nella vicenda di Gesù. Elisabetta in qualche maniera diventa una garanzia della fedeltà di Dio. Giuseppe è un vero padre adottivo: non ha generato, ma ha accolto, educato, amato, fatto crescere il Figlio di Dio. Un falegname che fa diventare grande - e bravo - lo stesso Figlio del Padre eterno.

Nessun ruolo è insignificante, nessun dono è piccolo se lo sappiamo accogliere con l'amore con cui ci viene offerto ... e in questo caso da Dio stesso.

“Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di

cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa

divina. Egli viene a salvarvi»..” (Isaia 35, 1-10)

Povero Giovanni, ormai incarcerato, sembra aver perso tutte le sue speranze. Nel dubbio del suo cuore allora manda i suoi amici da Gesù: «Andate a chiedere a Lui: "Sei tu colui che aspettiamo?”». La Parola allora prende il sopravvento nella sua vita: si accorge che quel Messia che avrebbe realizzato la liberazione del popolo, è proprio Gesù. Le vie del Signore non sono le nostre vie e Dio ci sorprende sempre, agendo attraverso dinamiche che non ci aspettavamo. Siamo ormai, alla terza settimana nel cammino di Avvento, e Giovanni il Battista ci aiuta a chiederci: noi chi o che cosa attendiamo nella vita? Chi ci spinge a osare di più e a fidarci nonostante tutto? Per chi batte il nostro cuore? Giovanni ci ricorda che tutta la nostra vita è in attesa di Qualcosa di grande o, meglio, in ricerca di Qualcuno che ci ama, pronto a scommettere su di noi. In realtà anche noi come Giovanni siamo in attesa di Gesù, il Salvatore, Colui che prende ancora una volta a cuore la nostra vita. La domanda di Giovanni è la radice della fede cristiana perché svela la distanza tra le nostre attese e la rivelazione di Dio in Gesù. Quante volte mi capita di incontrare fratelli, convinti di essere cristiani, perché qualche volta vanno alla Santa Messa o una volta all’anno vanno in pellegrinaggio a qualche santuario. Sono persone che spesso credono in un divinità prodotta dalla loro fantasia o che sia docile ai bisogni del loro cuore: sono vendicative e allora credono in un Dio castigatore che con un colpo di frusta stermina tutti i cattivi della terra; sono super-attiviste e allora professano la fede in un Dio “mastro-lindo” che con abilità e competenza risolve tutti i problemi del mondo; sono persone romantiche e tenere e allora ripongono la loro fede in un Dio baby-sitter che si prende cura di noi sistemando tutti i nostri pasticci. Non so cosa si aspettasse Giovanni, ma la cosa che mi affascina è che riesce a mettersi in discussione. E noi? Ne siamo capaci? Diamo la possibilità alla nostra fede di essere attraversata dal dubbio sano e fecondo, che permette allo Spirito di scavare a fondo nel nostro cuore. Cerchiamo uno spazio di preghiera e di silenzio per ridare limpidezza alla nostra fede e alla nostra vita. Davanti al Vangelo interroghiamo le nostre pretese su Dio, purifichiamo le immagini strampalate di lui che ci portiamo dentro. Con cuore semplice affi-diamo al Veniente le nostre attese, le domande e i desideri. Solo così sapremo riconoscere i segni della sua presenza in mezzo a noi. Coraggio cari amici non lasciamoci tentare da accomodanti certezze a buon mercato. Come il profeta incatenato lasciamo che il dubbio sano della fede faccia brillare di verità la nostra attesa del Signore!

In Dialogo con Gesù

Ragazzo: Caro Gesù, ma tuo cugino Giovanni cosa ci faceva in carcere?

Gesù: Amico carissimo, Giovanni aveva la mia stessa età. Prima che io iniziassi ufficialmente a predicare, mi aveva preparato la strada, dicendo a tutti che sarebbe arrivato il Messia. Era uno senza peli sulla lingua…

Ragazzo: E poi cosa è successo?

Gesù: Siccome diceva le cose come stanno, senza mezze misure o compromessi, allora re Erode lo ha tolto di mezzo. Sai i potenti fanno sempre così, quando non accettano la verità.

Ragazzo: Lo so bene: accade così anche ai nostri tempi… a volte la verità è difficile da digerire.

Gesù: Giovanni ha rimproverato severamente Erode… e questo la messo in prigione Nella cella Giovanni cominciò ad interrogarsi, se Gesù fosse veramente il Messia.

Ragazzo: Anche Giovanni che ti ha

annunciato, ha dubitato di te?

Gesù: Sai non era facile per lui. Lui si

aspettava da me un giudice intransigente, che sferzava i peccatori… ed invece ecco un uomo che mangia e parla ai peccatori.

Ragazzo: Gesù sei stato motivo di scandalo per i tuoi contemporanei.

Gesù: Sai non era facile comprendere il mio messaggio: il Vangelo rompeva ogni tradizione e apriva la speranza ad un mondo nuovo.

Ragazzo: Gesù donami il coraggio di lottare per portare a tutti il tuo Vangelo.

PARROCCHIA MADONNA di LORETO – Frati Cappuccini- Chivasso

Tratto da “Le Chiavi del Regno” DCB Bologna e dal sussidio Avvento e Natale 2010-11 AVE

Il Natale per noi cristiani non è un anniversario da festeggiare o un periodo in cui essere più buoni, ma prima di tutto è un incontro vivo e vero con l'Emmanuele, Dio-con-noi, nell'attesa del suo ritorno alla fine dei tempi… Gesù è nato a Betlemme 2000 anni fa, ma oggi desidera nascere nel nostro cuore. Occorre allora fare della nostra vita una “Tenda” dove ancora può trovare dimora Gesù e la sua famiglia, la Chiesa.

(Ufficio Evangelizzazione e Catechesi – Patriarcato di Venezia)

TERZA FASE: STENDERE LA COPERTURA

Il telo sospeso è la caratteristica principale e più evidente della tenda, sotto ad esso si trova riparo nel sole e nella pioggia, si

trovano l'intimità e la sicurezza. Per la nostra comunità vuol dire riscoprire la bellezza delle relazioni, essere luogo dove si fa esperienza dell'amore di Dio e si offre accoglienza per tutti. Una vita di comunità che si regge sui pali giusti non ha paura di accettare la pluriformità delle esperienze che si possono vivere al proprio interno. Per questo il telo di copertura potrà anche essere il risultato di un patchwork tra realtà con sensibilità proprie, ma uguali riferimenti di sostegno (Cristo Gesù). Cucire tra loro tutte queste “pezze” di grandezza, colore e consistenza differenti è un lavoro non da poco, un esercizio di pazienza che però premierà nella bellezza del risultato. Il patchwork si avvicina di più al volto di Dio (cfr. la storia del monaco Epifanio sul foglietto della “Domenica Bambini), mentre l'omogeneità dei tessuti - con conseguente scarto di chi non ci piace perché ha una “trama” diversa dalla nostra – sembra più avvicinarsi a una comunità settaria, chiusa in se, incapace di accogliere il Cristo nei pluriformità della grazia. Gli inviti di Isaia nell'infondere coraggio l'un l'altro, così come quelli di San Giacomo, ci saranno preziosi in questa settimana, mentre dal Vangelo viene dato proprio questo monito: non farci un'immagine di Dio (e della sua Chiesa) a nostro piacimento, ma leggere i segni che rivelano la Sua reale presenza salvifica in obbedienza allo Spirito.

L'esercizio di un buon pastore, sorretto da un buon consiglio, è quindi quello di scoprire le caratteristiche di ciascuno e valorizzarle nel posto giusto, perché ne abbia a godere l'intera comunità; facendo attenzione a non accostare semplicemente l'attività di uno a quella dell'altro, ma sforzandosi di amalgamare e cucire insieme le diverse parti, fissandole bene attraverso “dei punti che ci bucano” un po'(occorre dialogo e capacità di accoglienza), ma ci rendono una “tela compatta ed efficace”.

L’avventura della Vita

Talvolta ci sentiamo un po’ come in prigione. Si

perde la fiducia, non si ha più voglia di uscire o

parlare… abbiamo una battuta di arresto e tutto

diventa buio, siamo tentati di sedersi. Gesù ci

invita sempre ad aver fiducia di Lui, ci invita a

continuare a lottare. Tutto si deve rallegrare,

perché noi stiamo andando incontro a Lui e Lui

verso di noi cammina. Colui che è la fonte della

Gioia può trasformare i nostri giorni in giardino fiorito, baciato dal caldo sole d’estate. Non è tutto

perduto: abbiamo attorno a noi tante persone che

lottano per un mondo più bello, anche per te,

attraverso le chiavi della condivisione, del

perdono, del servizio, del dialogo. Tu le conosci!

Guarda questa catena e cerca tutto ciò che tiene

anche te prigioniero. Scegli le parole in cui ti

ritrovi o aggiungine altre come “Menzogna, Sospetto, Gelosia, Imbroglio, Egoismo”…

Per uscire ti serve una chiave: se tu potessi prenderne solo una quale sceglieresti?

Preghiamo: Benedetto sia Dio, amante della vita e di ogni uomo, che nei poveri rivela la sua ricchezza d’amore, perché lui ha cura di ognuno di noi. Benedetto sia Dio, che guida i nostri passi sulle strade della vita, attraverso il Suo Figlio Cristo Gesù, maestro e amico di ogni uomo. Benedetto sia Dio, nello Spirito Santo, fonte di amore che ci dona la luce per vedere e contemplare l’avvento del Suo Regno in mezzo a noi. Benedetto sia Dio, per te amico mio, che insieme a me rendi possibile la realizzazione del progetto di Amore del Padre, per tutta l’umanità. Amen

“14Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele,esulta e acclama con tutto il cuore,

figlia di Gerusalemme! 15Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo

nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. 16In

quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! 17Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con

il suo amore, esulterà per te con grida di gioia». (Sofonia 3,14-17)

Indaffarati tra pacchetti e panettoni, la Parola di Dio giunge ancora al nostro cuore per ricordarci il centro di questi giorni santi che hanno cambiato per sempre il corso della storia e del mondo… “Non temere” è una delle più belle espressioni della Bibbia. Ogni volta che viene pronunciata mi fa pensare a un Dio preoccupato del bene di tutti i suoi figli, traboccante di tenerezza, completamente abitato da un desiderio incontenibile di amore per noi tutti. A noi, a volte un po’ ostinati e cocciuti, non resta che aprire il cuore. “Non temere”. Quante volte nella Sacra Scrittura troviamo questo invito: Non temere, Mosè ... non temere, Geremia ... non temere, Zaccaria. Mi piace pensare che la storia di coppia di Maria e Giuseppe sia iniziata dentro questo identico invito: «Non temere». L’angelo del Signore ha per Giuseppe le stesse parole che rivolse a Maria: «Non temere». Non dobbiamo leggere questo invito come una rassicurazione divina al promesso sposo che si sente tradito dalla sua amata. L’angelo invita Giuseppe ad entrare nel progetto divino, a guardare oltre. Dio prima di affidare una missione, invita alla fiducia, invita ad abbandonarsi al suo progetto di salvezza. Oggi, questo invito, è per tutti noi. Oggi, adesso, dentro la nostra vita monotona o frenetica, Dio ci invita a non temere! Non temere, figlio mio, io sarò sempre con te, nella gioia e nel dolore, nelle tue speranze e nei tuoi dubbi … perché io sono l’Emmanuele, Dio con voi, sempre ! L’età che stai vivendo è un po' l’età della paura ... paura, a volte, nascosta da spacconeria, che può essere anche sintomo di insicurezza. Si teme per l’andamento scolastico, si teme di non essere accettato dagli altri, si teme di rimanere senza ragazzo/a, si teme di essere presi per gente bigotta (vale soprattutto per quei ragazzi che dopo la cresima hanno scelto di “restare” in parrocchia). Dio dice ad ogni suo figlio: “Non temere ... io sarò con te ... ti aiuterò ad affrontare questo periodo particolare, ti aiuterò a vincere le tue paure e ti darò la forza di manifestarti per quello che sei, anche se non vai secondo la corrente comune. Non temere gli spavaldi, non temere gli arroganti, non temere i bulli ... alla fine saranno i perdenti. Non temere di essere te stesso e di affermare le cose in cui credi anche se nessuno ci crede. Non temere di chiamarmi Padre, perché io lo sono tuo Padre. Se un giorno dovessi smettere di amare... è allora che dovrai avere paura, ma anche in questo caso, sarò pronto a riaccendere l’amore del tuo cuore, se vorrai”.

In Dialogo con Gesù

Ragazzo: Caro Gesù, il tuo papà adottivo Giuseppe era veramente buono.

Gesù: Giuseppe non era solo buono ma anche giusto… ecco perché era speciale.

Ragazzo: Giusto? Cosa vuol dire?

Gesù: Giuseppe si è lasciato lavorare dalla

grazia, cioè dalla potenza di amore di Dio Padre. Era un uomo che si poneva sempre in ascolto della Parola, obbediente ai dettami della Legge ebraica.

Ragazzo: Di questi tempi trovare persone giuste come Giuseppe non è facile.

Gesù: Giuseppe è stato per me un vero padre, non solo una comparsa. Mi ha insegnato a camminare, si è preso cura di me ogni giorno, mi ha insegnato a lavorare, mi ha cresciuto con amore.

Ragazzo: Non sarà stato facile essere il papà del Figlio di Dio…

Gesù: Giuseppe si è fidato di Dio, mi ha riconosciuto come suo figlio, mi ha dato il nome di Gesù, cioè “Dio salva”, ha realizzato la profezia di Isaia, inserendomi nella grande discendenza del re Davide.

Ragazzo: Il re Davide fu un grande re.

Gesù: Certo, amico mio, ma i miei antenati non furono tutti buoni e giusti. Ci sono prostitute, ladri, adulteri, pagani...

Ragazzo: Ma allora tu Gesù non ha

disdegnato di nascere da una discendenza fatta anche da peccatori… E Maria?

Gesù: Giuseppe e Maria erano genitori normali, come i tuoi, ma sono stati speciali perché hanno messo al centro della loro vita una grande fiducia nell’amore di Dio.

Ragazzo: Gesù tu ti sei fatto uno di noi, in tutto e per tutto, sei vissuto con dei peccatori, ma per cambiare la nostra storia e il nostro cuore. Grazie per il tuo amore.

Gesù: Io sono l’Emmanuele, il Dio con voi

PARROCCHIA MADONNA di LORETO – Frati Cappuccini- Chivasso

Tratto da “Le Chiavi del Regno” DCB Bologna e dal sussidio Avvento e Natale 2010-11 AVE

Il Natale per noi cristiani non è un anniversario da festeggiare o un periodo in cui essere più buoni, ma prima di tutto è un incontro vivo e vero con l'Emmanuele, Dio-con-noi, nell'attesa del suo ritorno alla fine dei tempi… Gesù è nato a Betlemme 2000 anni fa, ma oggi desidera nascere nel nostro cuore. Occorre allora fare della nostra vita una “Tenda” dove ancora può trovare dimora Gesù e la sua famiglia, la Chiesa.

(Ufficio Evangelizzazione e Catechesi – Patriarcato di Venezia)

QUARTA FASE: FISSARE CON CORDE E PALETTI

A questo punto della costruzione qualcuno può essere tentato di sedersi soddisfatto, le operazioni fondamentali sono state

compiute e la tenda si regge in piedi. Ciò che rischiamo di trascurare è l'ancoraggio, perché al momento può anche esserci bel tempo e la brezza non spaventa, ma, se uno vuole che la tenda resista a qualsiasi sollecitazione, corde e picchetti sono necessari. Per una comunità ciò significa non perdere il contatto con la realtà e il territorio, agganciarsi ad esso perché la spiritualità non sia confusa con lo spiritualismo. Il quotidiano delle persone deve trovare cittadinanza negli spazi di formazione della parrocchia, la parrocchia è chiamata a dialogare con il territorio, l'esperienza di fede e la grazia dei sacramenti vissuti nella comunità saranno così il “calcestruzzo” per la costruzione del Regno nel nostro mondo e non sulle nuvole. Questo ci ricorda come Gesù abbia sposato la nostra umanità, scegliendo di condividere con noi tutto (tranne il peccato), come sia entrato nella storia umana “fecondandola” perché il seme del Regno in essa crescesse e portasse frutto.

L'esercizio finale, che dà solidità alla tenda, quindi, è il verificare quanto la comunità sia attenta ai problemi e alle risorse del territorio, facendosi promotrice della cura degli ultimi, prendendosi a cuore le vicende umane e leggendole con gli occhi di Dio.

Questo è tempo di doni. A Dio, che non rimane lontano, quasi confinato in un cielo che sta sopra le nostre teste, ma scende per vivere in mezzo a noi, uno di noi, quali doni chiedere per la nostra comunità? Dio si è fatto l’Emmanuele, uno come noi per cambiare dal di dentro la nostra vita. Gesù vive il nostro quotidiano, chiediamogli allora: la fiducia di credere nel domani, la disponibilità a lasciarsi cambiare per mettere le nostre vite al servizio degli altri, la generosità con tutti, la capacità di stare con gli altri in amicizia e fraternità, senza escludere nessuno, il perdono da dare e chiedere, la gioia della preghiera ... Dio viene e ci porta la salvezza.

Una finestra sull’infinito…

Troppo spesso ci ostiniamo a tenere chiuse le imposte delle finestre dell’anima. Ma tu Signore, l’Emmanuele, bussi alla porta del cuore, per chiedere ospitalità nella nostra vita quotidiana, per portare pace e speranza nei nostri giorni. Non dobbiamo fare altro che aprirti, Signore, e uscire dalle nostre camere isolate e buie, perché hai preparato per tutti noi un mondo meraviglioso. Voglio incontrarti Signore, nella natura, negli amici, nei familiari e portare a tutti la bella notizia: tu sei il Dio che salva. Abbiamo fiducia in te, Gesù, siamo certi della tua venuta. Il tuo angelo ha visitato Giuseppe nella notte, nel silenzio, nella solitudine e in un momento di sconforto. Ti aspettiamo nel tuo Natale… sapendo che tutti i giorni può essere “Natale” nella nostra vita, grazie alla tua presenza e al tuo amore costante.

Preghiera: Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte: e dunque vieni sempre

Signore. Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci: e dunque vieni sempre Signore. Vieni nella solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo: e dunque vieni sempre Signore. Vieni figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace: e dunque vieni sempre Signore. Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi: e dunque vieni sempre Signore. Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi: e dunque vieni sempre Signore. Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti: e dunque vieni sempre Signore. Vieni, tu che ci ami, perché nessuno è in comunione con il fratello, se prima non lo è con te, Signore: e dunque vieni sempre Signore. Noi siamo tutti lontani, smarriti, né sappiamo chi siamo e cosa vogliamo: vieni Signore, vieni sempre Signore. (Davide Maria Turoldo)