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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media Settimanale - Anno 6 N ° 55 Lunedì 14 ottobre 2013 TECNOLOGIA, RICERCA & INNOVAZIONE Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media CLUSTER / 10 milioni di euro per 12 poli tecnologici innovativi L’unione fa la forza. In tutti i settori Oltre 1.500 imprese. Attività della Giunta Regionale del Piemonte D al mondo universitario lato-nord-ovest del Paese arrivano risultati importanti e di respiro internazionale. Non solo Il Politec- nico di Torino sa condurre i propri studenti verso brillanti carriere, ma trasforma il sape- re in supporto al business, grazie all’attività dell’incubatore I3p. Fondato nel 1999, ha av- viato in questi anni oltre 145 start up dedicate alla ricerca nei settori Ict/Social Innovation, Cleantech, Medtech, Industrial, Elettronica e automazione. In queste settimane, l’incuba- tore piemontese ha ricevuto un importante riconoscimento: è entrato infatti nella classi- fica annuale Global Benchmark Report 2013, realizzata dalla svedese Ubi Index (University Business Incubator), che elenca i migliori in- cubatori accademici. I3p si piazza al quarto posto in Europa e al dodicesimo al mondo. Quando il sapere fa da supporto al business L’incubatore del Nord-Ovest I3p scala la classifica Ubi Index P er crescere bisogna fare rete, sistema, aggregarsi per diventare più grandi, soli- di e competitivi. Lo dicono gli economisti. Anche se si nasce “micro”, bi- sogna tendere al “macro”. Da qui la nascita dei distretti e di altre forme di aggregazio- ne che spingono fortemente sull’innovazione. Il Piemonte ha compreso prima delle al- tre regioni italiane, mutuan- do il concetto dalla Francia, che imprese e organismi di ricerca, coordinati da un en- te gestore, potevano essere la giusta soluzione per portare l’innovazione tecnologica in azienda. Da qui la creazione di 12 Poli di innovazione, stru- menti di politica industriale a sostegno della competitività delle imprese con l’obiettivo di far condividere la conoscenza tra imprese e far convergere gli investimenti su traiettorie di sviluppo di prodotti o ser- vizi innovativi. I 12 Poli sono stati individuati studiando le diverse vocazio- ni del territorio piemontese: Ict, agroalimentare, creativi- tà digitale e multimedialità, chimica sostenibile, energie rinnovabili e biocombustibili, architettura sostenibile e idro- geno, impiantistica, sistemi e componentistica per le ener- gie rinnovabili, meccatronica e sistemi avanzati di produ- zione, energie rinnovabili e mini hydro, tessile, biotecno- logie e biomedicale e nuovi materiali. Recentemente la Giunta Re- gionale del Piemonte ha as- segnato ai 12 Poli altri 10 mi- lioni di euro nell’ambito del nuovo programma annuale. I fondi serviranno ad agevolare l’acquisizione di servizi quali- ficati per la ricerca e l’innova- zione e finanziare progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Il modello dei “poli” ha dimostrato di fun- zionare assai bene, grazie alla capacità di concentrare e non disperdere le risorse e gli in- terventi. In questo modo, le conoscenze vengono trasferite più rapidamente e tutto il si- stema beneficia di un maggior vantaggio competitivo. I poli sono inoltre ottimi strumenti per aiutare le imprese a usci- re dal pantano generato dalla crisi economica. Per ora l’attività dei Poli di innovazione riguarda circa 1.500 imprese (di cui oltre il 70% piccole e medie), gli atenei piemontesi, i parchi scientifici e tecnologici, gli in- cubatori di impresa e i princi- pali centri di ricerca pubblici e privati. I progetti finora fi- nanziati sono 330. Il sostegno economico ai Poli è gestito da Finpiemonte. Le risorse asse- gnate alle imprese e agli orga- nismi di ricerca ammontano a 111 milioni di euro (più altri 9 ai soggetti gestori). Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 © alphaspirit © Sergey Nivens

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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiAttività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

Settimanale - Anno 6 N° 55 Lunedì 14 ottobre 2013

TECNOLOGIA, RICERCA & INNOVAZIONE

Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

■ CLUSTER / 10 milioni di euro per 12 poli tecnologici innovativi

L’unione fa la forza. In tutti i settoriOltre 1.500 imprese. Attività della Giunta Regionale del Piemonte

Dal mondo universitario lato-nord-ovest del Paese arrivano risultati importanti e

di respiro internazionale. Non solo Il Politec-nico di Torino sa condurre i propri studenti verso brillanti carriere, ma trasforma il sape-re in supporto al business, grazie all’attività dell’incubatore I3p. Fondato nel 1999, ha av-viato in questi anni oltre 145 start up dedicate alla ricerca nei settori Ict/Social Innovation,

Cleantech, Medtech, Industrial, Elettronica e automazione. In queste settimane, l’incuba-tore piemontese ha ricevuto un importante riconoscimento: è entrato infatti nella classi-�ca annuale Global Benchmark Report 2013, realizzata dalla svedese Ubi Index (University Business Incubator), che elenca i migliori in-cubatori accademici. I3p si piazza al quarto posto in Europa e al dodicesimo al mondo.

Quando il sapere fa da supporto al business L’incubatore del Nord-Ovest I3p scala la classifica Ubi Index

Per crescere bisogna fare rete, sistema, aggregarsi

per diventare più grandi, soli-di e competitivi. Lo dicono gli economisti. Anche se si nasce “micro”, bi-sogna tendere al “macro”. Da qui la nascita dei distretti e di altre forme di aggregazio-ne che spingono fortemente sull’innovazione. Il Piemonte ha compreso prima delle al-tre regioni italiane, mutuan-do il concetto dalla Francia, che imprese e organismi di ricerca, coordinati da un en-te gestore, potevano essere la giusta soluzione per portare l’innovazione tecnologica in azienda. Da qui la creazione di 12 Poli di innovazione, stru-menti di politica industriale a sostegno della competitività delle imprese con l’obiettivo di far condividere la conoscenza tra imprese e far convergere gli investimenti su traiettorie di sviluppo di prodotti o ser-vizi innovativi. I 12 Poli sono stati individuati studiando le diverse vocazio-ni del territorio piemontese: Ict, agroalimentare, creativi-tà digitale e multimedialità, chimica sostenibile, energie rinnovabili e biocombustibili, architettura sostenibile e idro-

geno, impiantistica, sistemi e componentistica per le ener-gie rinnovabili, meccatronica e sistemi avanzati di produ-zione, energie rinnovabili e mini hydro, tessile, biotecno-logie e biomedicale e nuovi materiali.Recentemente la Giunta Re-gionale del Piemonte ha as-segnato ai 12 Poli altri 10 mi-lioni di euro nell’ambito del nuovo programma annuale. I fondi serviranno ad agevolare l’acquisizione di servizi quali-�cati per la ricerca e l’innova-zione e �nanziare progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Il modello dei “poli” ha dimostrato di fun-zionare assai bene, grazie alla capacità di concentrare e non disperdere le risorse e gli in-terventi. In questo modo, le

conoscenze vengono trasferite più rapidamente e tutto il si-stema bene�cia di un maggior vantaggio competitivo. I poli sono inoltre ottimi strumenti per aiutare le imprese a usci-re dal pantano generato dalla crisi economica.Per ora l’attività dei Poli di innovazione riguarda circa 1.500 imprese (di cui oltre il 70% piccole e medie), gli atenei piemontesi, i parchi scienti�ci e tecnologici, gli in-cubatori di impresa e i princi-pali centri di ricerca pubblici e privati. I progetti �nora �-nanziati sono 330. Il sostegno economico ai Poli è gestito da Finpiemonte. Le risorse asse-gnate alle imprese e agli orga-nismi di ricerca ammontano a 111 milioni di euro (più altri 9 ai soggetti gestori).

Spedizione con tariffa Posta Target Magazine

conv. naz./304/2008 del 01-06-2008

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EventiLunedì 14 ottobre 20132 Tecnologia, Ricerca & Innovazione

Lavori portuali: un’attività sempre al centro di studio

Il presidente del Dltm, Giovanni Lorenzo Forcieri. La realtà è autonoma dal punto di vista gestionale

intangibile del territorio. Sono stati infatti sviluppa-ti nove grandi progetti di ricerca industriale in colla-borazione con il Miur, un grande progetto di formazio-ne post-laurea (Master di II livello-Progetto Fortemare), un progetto di cooperazione transfrontaliera, un Polo di ricerca e innovazione (Polo Dltm). All’interno del Polo sono stati realizzati 32 pro-getti di innovazione e ricerca per le piccole e medie impre-se (1° Bando Fesr) oltre a 48 progetti che hanno permesso l’attivazione di ottanta asse-gni di ricerca e quattro borse di dottorato. Per il Distretto è stato realiz-zato anche un bando ad hoc (bando Fesr-Dltm) grazie al quale vi sono oltre quaranta proposte di progetti attivi in fase di valutazione. Sono inoltre in fase di lan-cio tre progetti di Ricerca e Sviluppo Sperimentale per imprese ed enti di ricerca aderenti, che prevedono l’at-tivazione di tre laboratori: un centro di supercalcolo (Hpc-Lab-High performance com-puting), un laboratorio che si occuperà di progettazione

■ DLTM / Distretto ligure delle tecnologie marine. Sviluppo sistemi per cantieristica navale e nautica per la difesa, sicurezza, monitoraggio e boni�ca dell’ambiente marino

Assegni di ricerca, dottorati e master per innovare in mare

navale (Nave-Lab) e un labo-ratorio di monitoraggio am-bientale e ricerca ecosistemi marini (Mare-Lab).Cooperazione transfrontalie-ra e internazionale, proget-tualità di ricerca, innovazio-ne e formazione, seminari di cultura d’impresa, corsi pro-fessionalizzanti, progettazio-ne e simulazione navale, hi-gh performance computing, monitoraggio ambientale e ricerca ecosistemi marini, servizi di project manage-

ment di cloud computing, scuola internazionale di tec-nologie marine, assegni di ricerca, oltre a un master di II livello (System Engineering for Maritime Technologies) sono alcune delle attività nelle quali si è impegnato il Distretto che, assumendo la gestione del Polo regiona-le di ricerca e innovazione sulle tecnologie del mare e dell’ambiente marino (Polo Dltm), ha ulteriormente am-pliato la missione originaria.

Realtà consortile nata nel 2009 coinvolge i grandi nomi dell’industria del settore, pmi oltre a enti ricerca pubblici e privati

Sviluppo dei sistemi per la cantieristica navale e nau-

tica, dei sistemi navali per la difesa e la sicurezza, monito-raggio, boni�ca e sicurezza dell’ambiente marino e for-mazione sono le tematiche principali sulle quali si foca-lizza l’attività del Distretto li-gure delle tecnologie marine (Dltm).Nato su iniziativa dell’allora senatore Lorenzo Forcieri, che ha raccolto la forte vo-lontà del territorio di costitu-ire una struttura per favorire una collaborazione fattiva fra imprese, enti di ricerca, università e istituzioni, il Di-stretto è una realtà consortile nata u�cialmente nel 2009.Da allora il distretto ha re-gistrato una forte crescita con un sensibile aumento del numero di aderenti e il consolidamento del capitale consortile. Oggi la sua atti-vità è interamente �nanziata dai soci privati e nel medio termine sarà sostenuta attra-verso i servizi resi e le attività dei laboratori.Oggi il Dltm può contare su soci che comprendono i grandi nomi dell’industria nazionale con sede in Ligu-

ria, quali Finmeccanica, Fin-cantieri, Mbda, Termomec-canica, Intermarine, nonché i più importanti enti di ricerca pubblici e privati Ingv, Cnr, Unige, Enea, Dhi. Anche 130 piccole e medie aziende liguri sono associate al Distretto at-traverso il Consorzio Tecno-mar. Fanno parte della com-pagine sociale del Distretto anche realtà pubbliche locali come Camera di Commercio della Spezia, Filse e Autorità Portuale, presenti con quote simboliche a testimonianza dell’interesse del territorio. Ministero della Difesa e mi-nistero dell’Istruzione, Miur,

pur non essendo soci, par-tecipano alla governance �n dalla fase fondativa del di-stretto. Nel complesso, grazie a Dltm sono stati attivati progetti per un valore di circa 115 milioni di euro; ciò è stato reso possi-bile grazie ad un modello di “collaborazione orizzontale” fra tutte le realtà coinvolte, che favorisce lo sviluppo di una progettualità integrata a livello locale e globale, non-chè l’integrazione dei proces-si di ricerca, innovazione e formazione, con conseguenti ricadute misurabili in termi-ni di crescita del patrimonio

Sede operativa: Via Carlo Pisacane, 1

20016 PeroMilano

Attività editoriale a cura de: Stampatori:ll Sole 24 Ore S.p.A. Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano;Il Sole 24 Ore S.p.A. Via Tiburtina Valeria; Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq);Stampa Quotidiana S.r.l - Via Galileo Galilei, 280/A 40059 Località Fossatone Medicina - (Bo);

DIN NEWSLETTERSettimanale Anno 6 - Numero 55 Lunedì 14 ottobre 2013 Direttore responsabile: Mattia Losi

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E enti Agente:AREA MEDIA sasVia Nannetti, 2/e 40122 BolognaTel.: 051 6492589 Fax: 051 5282079Mail: [email protected]

Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

Torino è “smart”, cioè una città “intelligente” agli

occhi dei suoi cittadini. Ed è smart non solo per lo svi-luppo della sua comunità ma anche per altre città di cui è motore trainante. Il merito è del ruolo di coordinatore che le è stato a�dato nell’ambi-to del Cluster Tecnologico Nazionale “Tecnologie per le Smart Communities”, che vuole portare innovazione tra i cittadini, in termini di mo-bilità, valorizzazione dei beni culturali, risparmio energe-tico, educazione (temi che corrispondono ai progetti in-dustriali approvati dal Miur). I cluster nazionali voluti dal ministero non sono altro che strumenti per aumentare la massa critica con cui concor-rere ai �nanziamenti europei: si tratta di aggregazioni di im-prese, università, istituzioni di ricerca pubbliche e private,

La Human Genetics Foundation di Torino

(HuGeF) è una fondazione privata senza scopo di lucro costituita nel 2007 da Compa-gnia di San Paolo, Università e Politecnico di Torino.È operativa dal 2011 e svi-luppa ricerca di eccellenza e formazione avanzata nella ge-netica, genomica e proteomica umana in prospettiva multidi-sciplinare. Integra la genetica molecolare e cellulare, la gene-tica dello sviluppo e la variabi-lità genomica interindividuale, avvalendosi di approcci teorici e piattaforme tecnologiche all’avanguardia. Vanta cinque unità di ricerca.L’unità Epidemiologia genetica e molecolare analizza i fattori ambientali e genetici che cau-sano malattie, con l’applica-zione di tecniche genetiche ad alto rendimento e di tecniche molecolari, entro grandi studi epidemiologici. Le indagini molecolari mirano a identi�ca-re marcatori precoci o precur-sori di malattie e a determinare l’esposizione interna a molecole coinvolte nella cancerogenesi. L’unità Variabilità genomica delle popolazioni umane e malattie complesse si occupa di genetica e genomica delle

Iniziativa del progetto “Tecnologie per le smart Communities” Fondata nel 2007, in prima linea nella ricerca e divulgazione

Per metropoli sempre più green I nemici del cancro sono qui

distretti tecnologici, focaliz-zati su uno speci�co ambito tecnologico e applicativo. Il compito di coordinare il Cluster Tecnologie per le cit-tà intelligenti è stato a�dato alla Fondazione Torino Wire-less. Il piano strategico ideato coinvolge aziende e centri di ricerca anche di Lombardia,

popolazioni umane, in partico-lare dei meccanismi che hanno determinato l’attuale con�gu-razione umana, la distribuzio-new geogra�ca delle varianti geniche e la loro importanza per lo studio delle patologie complesse e per applicazioni di farmacogenetica.L’unità Genetica del sistema immunitario mira a caratte-rizzare fattori ambientali e meccanismi genetici che rego-lano le interazioni tra tumore e ospite. Le tecnologie di sequen-ziamento del genoma hanno permesso l’identi�cazione di mutazioni e polimor�smi ge-netici associati alla patologia tumorale. Usando le sindromi linfoproliferative croniche a cellule B come modello ma-lattia, il gruppo intende capire l’impatto delle nuove muta-zioni sull’economia di vita e di morte della cellula leucemica. Il lavoro dell’unità di Epigene-

Liguria, Veneto, Trento, To-scana, Emilia Romagna, La-zio, Puglia.Il Miur ha approvato quattro progetti: quello della Città educante, che propone un ripensamento del tradizio-nale ambiente di apprendi-mento e del ruolo degli edu-catori, sviluppando approcci educativi basati sull’uso del-le nuove tecnologie che ar-rivano a coinvolgere tutta la comunità. C’è poi il progetto Social mu-seum e smart tourism, che riguarda i nuovi strumenti di gestione delle attività legate al turismo. Con il progetto Edi�ci a ze-ro consumo energetico in distretti urbani intelligenti si vuole migliorare l’e�cien-za energetica dei distretti e delle città, attraverso l’uso di tecnologie di monitoraggio - in tempo reale - di parametri ambientali e dei consumi-produzione di energia. Con il progetto Mobilità in-telligente ecosostenibile si punta invece alla riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti e al potenziamento della sicurezza per la mobilità urbana pubblica e privata di merci e passeggeri.

tica, che recentemente ha pub-blicato un articolo sulla pre-stigiosa rivista internazionale Cell, è mirato a comprendere i meccanismi che determinano le modi�cazioni del Dna e de-gli istoni e a decifrarne il codice per comprendere, ed eventual-mente in�uenzare, il destino delle cellule. In�ne, l’unità di Inferenza statistica e biologia computazionale si occupa del-lo sviluppo di tecniche com-putazionali per applicazioni dedicate all’analisi di basi dati sperimentali e per problemi di inferenza e di modellizzazione in sistemi biologici complessi. HuGeF, oltre a seminari per studenti e ricercatori, organiz-za eventi pubblici per sensibi-lizzare sull’importanza della ricerca. Per esempio, aderendo all’iniziativa La Notte dei Ricer-catori, ha proposto esperimenti e attività per far conoscere il Dna ai più piccoli.

■ SMART CITIES / Torino città “intelligente” nell’uso delle risorse energetiche ■ HUGEF / La Fondazione Human Genetics Foundation ha sede a Torino

I laboratori HuGeF

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EventiLunedì 14 ottobre 2013 Tecnologia, Ricerca & Innovazione 3

due passaggi inserimento-incollamento. Voleva, in so-stanza, riuscire, con un solo passaggio, a realizzare una confezione con due colori ag-giuntivi per l’antenna R�d e il suo isolamento”. Per l’azienda, Politronica in collaborazione con il Politecnico di Torino ha sviluppato un inchiostro che non deve essere scalda-to, sempre a base di argento. Rispetto al tradizionale ra-me usato per l’R�d, l’argento conduce meglio, dunque il suo uso può essere più limi-tato. “Dimostrata la fattibi-lità del progetto, adesso il nostro sforzo è concentrato nell’ottimizzazione delle for-mulazioni e dei materiali, in modo che l’inchiostro possa essere usato su larga scala in diversi ambiti industriali. Nostro obiettivo è quello di mantenerci sempre �essibili intellettualmente, in modo da saper cogliere le opportunità che o�re il mercato”, conclude Chiolerio.

animali è alla base di tutta l’at-tività; “Sperimentale” perché la ricerca scienti�ca è il mestiere quotidiano dei ricercatori che lavorano nell’Istituto, “del Pie-monte Liguria e Valle d’Aosta” perché le esigenze del territorio di riferimento sono la priorità anche quando l’attività scien-ti�ca proietta a livello interna-zionale (e recentemente anche nello spazio, con un progetto per l’Agenzia Spaziale Interna-zionale).In sintesi, un Ente pubblico in rete con altri nove Istituti

■ POLITRONICA / Spin-o� del 2008 emanazione del Politecnico di Torino, produce inchiostri polifunzionali per la stampa a getto

■ IZSTO / Il ruolo strategico dell’Istituto Zoopro�lattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta

Giovani cervelli “elettrici” crescono

Garantire la salute dei consumatoriZoopro�lattici in Italia (realtà unica in Europa) che svolgono attività di controllo e di ricerca nel campo della sanità animale, della sicurezza degli alimenti di origine animale, degli alleva-menti e del corretto rapporto tra insediamenti umani, ani-mali e l’ambiente.Non solo quotidianità, ma an-che emergenza: all’epoca del-la “mucca pazza”, la Bse, era dall’Istituto Zoopro�lattico di Torino che si coordinavano la sorveglianza e le analisi com-piute sull’intero territorio na-zionale.Un servizio e�cace che ha con-sentito ai ricercatori dell’Istitu-to di osservare, individuare e descrivere, tra i grandi numeri di animali presi in esame, una variante particolare della Bse molto simile alla malattia uma-na la Cjd. Una scoperta pubbli-cata immediatamente su una rivista scienti�ca prestigiosa,

che ha fatto presto il giro del mondo, convincendo il gover-no americano a �nanziare al centro di Torino uno studio sui casi di Bse presenti negli Stati Uniti.Tutto ciò è possibile grazie alla continua ricerca e innovazione da parte dell’Istituto, vera e pro-pria eccellenza italiana e ai pro-fessionisti che vi lavorano: 375 tra veterinari, chimici, biologi, statistici, tecnici di laboratorio e personale amministrativo. Da record le performance ot-tenute: 250 alimenti esaminati ogni giorno nella sede di Tori-no, 90 progetti di ricerca sulla sicurezza degli alimenti e sulla salute degli animali presentati all’anno, con 10 sezioni provin-ciali distribuite su tre regioni. Questo percorso, costellato da successi, ha fatto guadagna-re all’Istituto Zoopro�lattico Sperimentale del Piemonte Li-guria e Valle d’Aosta una auto-revolezza internazionale, che si concretizza oggi in connes-sioni strategiche con l’Autorità Europea per la Sicurezza Ali-mentare, con l’Organizzazione Mondiale per la Sanità e con numerosi altri organismi inter-nazionali.Inoltre, l’evoluzione della so-cietà, degli stili di vita nonché del continuo evolversi delle norme legislative implica una continua reingegnerizzazione nei servizi come nei processi dell’Istituto, per modularne l’attività in risposta alle esi-genze del territorio e della sa-nità pubblica e per renderne la macchina organizzativa più e�cace.

Inchiostri dalle particolari proprietà di conduzione, per dispositivi stampati direttamente dove servono

L’ente svolge attività di controllo e ricerca in ambito sanità animale e alimentazione

Che caratteristica devono possedere i “giovani cer-

velli italiani non in fuga” per lavorare nel nostro Paese e costruire progetti di succes-so? Devono essere concreti e visionari allo stesso tempo, conoscere il mercato nel qua-le operano, essere adattabili e adattivi, innovare e proporre diverse “visioni” di soluzio-ni, servizi e materiali. Tra i diversi spin-o� che nascono emanazione del Politecnico di Torino, la società Politro-nica, fondata nel 2008, è spe-cializzata nella produzione di inchiostri polifunzionali per la stampa a getto. Si tratta di una fucina di giovani cervel-li che raggruppa competenze che negli anni hanno saputo amalgamarsi e cooperare, tra cui ingegneri, chimici, �sici. Gli inchiostri ideati dalla società hanno la capacità di generare una stampa con proprietà elettriche. “Questi inchiostri - spiega uno dei soci, nonché amministratore delegato, Alessandro Chiole-rio - sono a base di argento e sono appunto pensati per basi conduttive. Si tratta di un nuovo modo - diverso - per realizzare circuiti elettrici.

Dall’alimentazione alla sa-lute: un percorso fonda-

mentale per la vita dell’uomo, che ha stretti legami con i pro-dotti e le pratiche agricole ol-treché con l’ambiente.Un “mondo” che interessa, inoltre, 32 miliardi di export dell’agroalimentare e la sicu-rezza alimentare di tutti gli italiani, garantiti dal lavoro quotidiano di dieci Istituti Zo-opro�lattici distribuiti sul ter-ritorio nazionale, con legami internazionali, scambi culturali e veri�che europee della vali-

L’innovazione sta già riscuo-tendo interesse da parte di diverse aziende”. Un esempio è dato dai due progetti di ri-cerca che sono già in essere sia con l’Istituto Italiano di Tecnologia che con aziende del settore aerospazio quali �ales Alenia Space - Italia (specializzata in integrazione di sistemi spaziali) e Aviospa-ce, azienda del gruppo Eads (che si occupa di engineering di sistemi e strutture spaziali). Gli inchiostri studiati da Poli-tronica sono particolari, per-ché consentono di sviluppare device stampati direttamente dove servono, senza che vi siano inserimenti successivi. Si pensi al caso del satellite: al posto di incollare il circuito o il sensore sopra una parte, diventerà possibile realizzarlo direttamente sui pezzi. Non sarà necessario usare l’adesivo - che può deteriorarsi - occor-rerà solo studiare l’inchiostro in modo che sia adattabile e in grado di sopportare stress termici o accelerazioni. L’inchiostro utilizzato è a ba-se di nanoparticelle d’argento (pari a 20 nanometri di dia-metro), che vengono trattate con un processo di sinteriz-

dità dei laboratori diagnostici: una realtà che l’Europa stessa ci invidia.In particolare, ogni volta che che in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta facciamo la spe-sa, cuciniamo o degustiamo prodotti, stiamo proseguendo il lavoro svolto dall’Istituto Zo-opro�lattico Sperimentale di Torino, che come mission pos-siede quella di garantire la salu-te dei consumatori mediante la protezione della salute animale e il controllo della produzione alimentare di origine animale

zazione: in pratica, vengono scaldate e fuse insieme. Trat-tandosi di particelle di ridot-tissima dimensione, non è necessario nemmeno giunge-re alla temperatura di fusione dell’argento (962 °C), ma ci si può attestare su tempera-ture più basse, pari a 180 °C. Ciò signi�ca poter utilizzare, come supporto del circuito, anche materiali quali il nylon o il poliestere. “E, un domani, addirittura la carta”, precisa Chiolerio. Un altro progetto che vede coinvolti i professionisti di Politronica è realizzato in collaborazione con il gruppo Uteco, multinazionale vero-nese, leader mondiale nella produzione di macchine da stampa �exogra�ca, sulla carta e sul �lm �essibile, in particolare per il packaging. L’azienda, spiega Chiolerio: “Era interessata a sviluppare una tecnologia rivoluzionaria sul �lm plastico, in partico-lare sul confezionamento dei prodotti per il consumatore �nale, come la R�d, Radio Frequency Identi�cation De-vice. Pensava a un processo innovativo di stampa diretta sull’involucro, e non con i

e vegetale. Un viaggio che può apparire invisibile, ma “mo-nitorato” costantemente per il benessere e la salute dell’uomo come degli animali: un’attività che consta di oltre un milione e mezzo di analisi all’anno tra la sicurezza alimentare e la sanità animale.L’Istituto è stato fondato 100 anni fa nella stessa palazzina che ora occupa il quartier ge-nerale, con attività e funzioni complesse: “Zoopro�lattico” perché lo studio, il controllo e la pro�lassi delle malattie degli

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I controlli avvengono a diversi livelli

della filiera agroalimentare

Non solo controlli microbiologici, ma anche chimici e anatomo-patologici

Stampa di Inka C-100

e Inka I-200 su kapton,

sistema touch-pad flessibile

Stampa di Inka C-100 su pyrex con elementi circuitali discreti, driver per led blu

EventiLunedì 14 ottobre 20134 Tecnologia, Ricerca & Innovazione

Una “rete di intelligenze”, è l’obiettivo che si pone

di realizzare Sisvel Tech-nology, azienda di ricerca e sviluppo del Gruppo Sisvel, per far lavorare insieme i centri di eccellenza di tutto il mondo al fine di creare in maniera sinergica nuove tecnologie da trasferire al mercato: la cosiddetta “open research”.Fare ricerca oggi, soprattut-to in Italia, dove mancano grossi laboratori capaci di fare massa critica e quindi competere a livello mondia-le, è una sfida sempre più complessa, per affrontare la quale “è indispensabile crea-

re nuove sinergie attraverso una rete di centri di ricerca specializzati che mettano in comune conoscenze e tec-nologie da trasferire al mon-do delle imprese”, afferma l’ingegner Paolo d’Amato, fondatore di Sisvel Techno-logy. La ricerca trova così alimentazione nella collabo-razione tra team eccellenti e interdisciplinari, aggregati da Sisvel Technology in una sorta di “valle tecnologica virtuale” che abbraccia tut-to il globo, modello reale la californiana Silicon Valley. Partendo da questa idea D’Amato ha fondato Sisvel Technology: è la cosiddetta

“open research”, grazie al-la quale centri d’eccellenza ubicati in diversi Paesi sono messi in grado di lavorare in maniera sinergica per svi-luppare nuove tecnologie da trasferire al mercato. Grazie a questa strategia, anche un Paese piccolo come l’Italia può competere con i grandi laboratori di ricerca pubbli-ci e privati a livello interna-zionale. Sisvel Technology infatti è attiva nella ricerca e sviluppo, ma anche nella consulenza e collaborazio-ne presso aziende private ed enti di ricerca pubblici, nell’implementazione di programmi di ricerca e svi-

luppo che portino alla sco-perta di soluzioni tecniche innovative in grado di sfo-ciare in brevetti di valore commerciale.La tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale, infatti, va di pari passo con la spinta all’innovazione, e non solo, sostiene anche concretamente questa spin-ta, se i ricavi derivati dalle royalty per l’utilizzo di un determinato brevetto vengo-no poi reinvestiti all’interno dell’organizzazione. La ri-cerca che finanzia la ricerca, secondo un modello di busi-ness (e un circolo virtuoso) che ben si adatta alle azien-de pubbliche come a quelle private, ma anche alle uni-versità, ai centri di ricerca e ai poli di sviluppo, tornando alla realtà italiana. “Sisvel Technology è un eccellen-

te veicolo di realizzazione di questo concetto e sono fiero di esserne alla guida e di avere l’opportunità di espandere ulteriormente il suo scopo a livello mondia-le”, afferma l’ingegner An-drea Basso, amministratore delegato dell’azienda. Non a caso, la filosofia del Gruppo Sisvel è sempre stata quel-la di considerare i risultati della ricerca e sviluppo co-me una risorsa preziosa da proteggere e valorizzare per finanziare nuova innovazio-ne.L’ambizione è quindi quella di creare un centro d’inno-vazione in cui l’aspetto tec-nologico possa procedere di pari passo con la tutela e la valorizzazione della Pro-prietà Intellettuale. A tal fine, Sisvel organizza perio-dicamente riunioni di brain-

storming che mettono a con-fronto i ricercatori di Sisvel Technology e quelli prove-nienti da laboratori esterni con l’intento di escogitare soluzioni nuove a problemi tecnici ancora non risolti, volte a migliorare la qualità della vita.

I diversi ambiti nei quali si muove la ricercaAllo studio progetti sull’home entertainment e i servizi televisivi “Over the top”, la telefonia mobile, le reti per la navigazione indoor, i sistemi di trasporto intelligente, la visual search e la green technology

I progetti di ricerca di Sisvel TechnologyNumerosi gli ambiti di ricerca entro i quali si muove e si muove-rà l’azienda torinese: si va dall’home entertainment, con alcune cruciali innovazioni che coinvolgono la televisione con il 3D e in generale i servizi televisivi “Over the top” (Ottv), la telefonia mobile, le reti per la navigazione indoor, i sistemi di trasporto intelligente, la visual search e la green technology.

Intorno al 3DUno dei problemi legati alla di�usione della televisione 3D è quello della codi�ca delle immagini, per la trasmissione. Sisvel Technology ha sviluppato il 3D Tile Format, una tecnica in-novativa di codi�ca delle immagini stereoscopiche che, oltre a migliorare la qualità della trasmissione in 3D, grazie alla sua retro-compatibilità permette al broadcaster di raggiungere sia l’utenza 2D sia l’utenza 3D, senza dover raddoppiare l’occupa-zione di banda necessaria alla trasmissione. La tecnologia è già in fase di divulgazione, tra i broadcaster che la impiegano ci sono Quartarete (Piemonte), 50canale (Toscana), Ses-Astra (Europa), Cntv (Cina) ed Elecard (Russia). Una ulteriore evoluzione è rap-presentata dal 3DZ Tile Format, per gli schermi autostereoscopici (3D senza occhialini): grazie a questo elemento, il 3D Tile Format è compatibile con tutte le tecnologie 3D presenti sul mercato, 2D

HD, 3D con occhiali attivi, 3D con occhiali passivi e 3D autoste-reoscopici.

Video e immaginiSisvel Technology è impegnata nello sviluppo dell’Hevc (High e�ciency video coding), il nuovo standard di codi�ca video in ambito Mpeg che potrà essere utilizzato per la cosiddetta Ultra alta de�nizione. Sempre all’interno dell’ente di standardizza-zione internazionale Mpeg viene sviluppata anche la visual se-arch, una nuova tecnologia per il riconoscimento delle immagini all’interno di una banca dati: il sistema che permette di e�ettuare ricerche sulla base delle immagini stesse, e non invece su come queste immagini vengono archiviate, a volte in maniera arbitra-ria. Obiettivo del lavoro di ricerca è quello di arrivare a estrarre il Dna di immagini statiche, video o pagine scannerizzate operan-do sulla diversa composizione e struttura dei pixel, da confronta-re poi con quelle presenti in una banca dati.

Home Entertainment, Navigazione Indoor e Green TechnologyAnche la televisione si evolve, e con essa i servizi che le gravi-tano attorno collegando fra loro tecnologie e infrastrutture che nessuno prima avrebbe pensato di vedere integrate. Parliamo

dei servizi Ottv, Over the top Tv, che vanno dalle applicazioni so�ware che rendono “intelligenti” gli apparecchi televisivi allo streaming-on-demand. Un capitolo in parte collegato all’aggior-namento della connettività delle abitazioni (ma non solo, ovvia-mente la tecnologia si presta anche ad applicazioni negli ambiti più diversi) è quello della navigazione indoor: mentre la naviga-zione outdoor è ormai matura e a�dabile (Gps e Galileo), non può dirsi altrettanto per quella indoor. Su questo fronte Sisvel technology è impegnata a ottenere la stessa accuratezza che per-metterà di accedere a servizi di localizzazione in tempo reale, di navigazione, con precisione, all’interno di spazi chiusi, e in�ne la tracciatura dei movimenti di altre persone.La creazione di reti e lo scambio di informazioni sono cruciali sia per migliorare l’e�cienza nella logistica, che per ridurre al mini-mo i consumi a vantaggio dell’ambiente. Nell’ambito del progetto Intelligent Transport System, il polo di ricerca torinese si sta con-centrando sulle possibili soluzioni che permetteranno ai veicoli di comunicare tra loro e condividere informazioni con le infrastrut-ture, in modo da raggiungere più rapidamente le rispettive desti-nazioni, e soprattutto incidendo in maniera rilevante sull’aspetto della sicurezza. Reti anche per quella che viene chiamata green technology, quindi tutte le strategie messe in campo per il consu-mo e�ciente di energia e la progressiva riduzione dell’impiego di combustibili fossili. Sisvel Technology promuove l’utilizzo dei “contatori intelligenti” (Smart Meters), ovvero tecnologie che ser-vono a gestire in maniera più e�ciente i sistemi energivori, at-traverso la messa in comune dei dati e il governo dei tempi e dei volumi di utilizzo. L’obiettivo �nale sarà creare delle reti di moni-toraggio intelligenti (Smart Grids) attraverso le quali le fonti di energia vengono misurate a livello locale, e utilizzate al meglio.

■ SISVEL TECHNOLOGY / L’obiettivo del suo fondatore, Paolo d’Amato, è quello di fare massa critica per sviluppare nuove tecnologie

Creare sinergie tra centri di ricerca sparsi nel mondoL’idea è la cosiddetta “open research” grazie alla quale anche un Paese come l’Italia può competere con i grandi laboratori

Andrea Basso, amministratore delegato

Sisvel Technology, azienda di ricerca e sviluppo presieduta dal fondatore, Paolo d’Amato e guidata dal nuovo amministratore delegato, Andrea Basso, è stata fondata a None Torinese nel 2008.

Paolo d’Amato, fondatore di Sisvel Technology

Sisvel Technology segue le trattative di licenza dei brevetti, anche attraverso l’elaborazione di test su prodotti che potrebbero

potenzialmente infrangerli

EventiLunedì 14 ottobre 2013 Tecnologia, Ricerca & Innovazione 5

�co lungo il tracciato urba-no dell’autostrada A10. Qui l’Istituto, oltre alla parte pret-tamente geologica-analitica, ha recentemente prodotto, in collaborazione con il Centro interdipartimentale per i par-ticolati Nocivi “G.Scansetti” dell’Università di Torino, uno studio metodologico e procedurale relativo alle problematiche ambientali indotte dagli scavi in mate-riali amiantiferi, suggerendo speci�che linee guida per la gestione delle rocce amian-

■ IGG TORINO / Nel capoluogo piemontese una delle sedi distaccate dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse. La principale è a Pisa

■ ISMAR-CNR GENOVA / L’Istituto di Scienze Marine impegnato nello sviluppo di tecnologie innovative

Studiare le risorse geologiche per sfruttarle al meglio

Un’industria responsabile anche in mare

tifere negli scavi all’aperto e in galleria. Di fatto un lavo-ro di mitigazione del rischio e di salvaguardia ambientale in un contesto di�cile come quello altamente urbanizzato di Genova”. Le competenze speci�che ac-quisite con questa esperien-za hanno permesso all’Igg Torino di svolgere attività di consulenza (anche per la magistratura) relativamen-te a potenziali condizioni di inquinamento da amianto stoccato in discariche in Pie-

monte e in altre regioni italia-ne. Tra le società che hanno usufruito di questo tipo di consulenza va anche anno-verata Enel, con la quale si è operato tramite una società di spin-o� del Cnr, Gi-Res, partecipata anche da ricerca-tori di Igg Torino. Un altro esempio di studio delle risorse geologiche, ma con un’accezione “culturale”, è quello svolto in collabora-zione con l’Università di To-rino per la mappatura delle pietre ornamentali usate per la costruzione dei portici di Via Roma, a Torino negli anni ‘30. L’analisi è stata rea-lizzata grazie alle conoscenze dell’Igg sulla caratterizzazio-ne petrogra�ca e valorizza-zione delle risorse lapidee. Lo studio delle pietre or-namentali e dei loro siti di provenienza è infatti fonda-mentale per il restauro e la corretta conservazione dei beni architettonici e artistici. Attualmente Igg Torino par-tecipa a progetti del Comitato Ev-K2-Cnr per studi sulla ca-tena himalayana e collabora con Eni per realizzare carto-gra�e geologiche del Piemon-te vincolate da dati di sotto-suolo. Altri progetti sono stati svolti per Ispra (cartogra�a geologica nazionale), Arpa Piemonte (carta del sottosuo-lo di Torino), Regione Valle d’Aosta (studi di sismotetto-nica), Regione Toscana (mo-dellizzazione di corpi idrici profondi) e Regione Piemon-te (idrostratigra�a profonda della Pianura Padana).

Dalla valutazione delle risorse e dei rischi geologici alla salvaguardia del patrimonio architettonico

Ricerca di valore internazionale che concilia crescita aziendale e protezione dell’ambiente

L’Unità di Torino dell’Isti-tuto di Geoscienze e Ge-

orisorse del Cnr (Igg Torino www.csg.to.cnr.it) svolge ricerche fondamentali nel campo della geologia, an-che in collaborazione con università e centri di ricerca italiani e stranieri. Una del-le principali applicazioni di queste ricerche è lo studio delle risorse geologiche (ma-teriali rocciosi, gas e �uidi), per valutarne le possibilità di sfruttamento e di gestio-ne, per esempio le risorse

idriche molto profonde o le potenzialità geotermiche del sottosuolo. Un altro campo di indagine riguarda i rischi naturali e antropici (indotti dall’intervento umano) legati allo sfruttamento delle risor-se stesse e per i quali vengono proposte soluzioni per ridur-ne l’impatto. Le conoscenze acquisite costituiscono poi la base dati per la stesura di car-togra�e geologico-tematiche informatiche che sono il pa-trimonio sul quale Igg Torino realizza le proprie ricerche

specialistiche e le consulenze in campo applicativo. L’Istituto di Geoscienze e Georisorse, con circa cento dipendenti, sede principale a Pisa e sedi distaccate a To-rino, Padova, Pavia, Firenze e Roma, fa parte del Dipar-timento scienze del Sistema terra e tecnologie per l’am-biente del Cnr, uno dei più grandi dell’Ente. A Torino lavora un gruppo molto a�a-tato, costituito da 7 ricercato-ri e da un’unità di personale amministrativo.“Qui a Torino ci siamo oc-cupati e ci occupiamo, di progetti all’avanguardia in collaborazione sia con la Pubblica amministrazione sia con aziende e industrie private, assegnatarie di lavori pubblici”, spiega il respon-sabile dell’Unità operativa Sergio Tallone, ricercatore. “Tra i tanti, possiamo citare quello di consulenza per la Spea Ingegneria europea Spa (realizzatrice della maggior parte delle autostrade italia-ne) relativo a una nuova bre-tella autostradale di circa 15 km (Gronda di Ponente) tra Bolzaneto e Genova-Voltri, ideata per alleggerire il traf-

Stazione Marina Sperimentale Ismar-Ge

Attività di ricerca scientificae tecnologica svolta da Ismar-Ge

Ooggi è molto sentita la necessità di raggiungere

un equilibrio tra la protezione delle installazioni di origine antropica in ambito marino dall’aggressività dell’ambien-te e la contemporanea tutela dell’ecosistema. Anche queste problematiche sono a�ronta-te dall’Istituto di Scienze ma-rine del Consiglio nazionale delle ricerche, Unità di Ge-nova (Ismar-Cnr, www.ismar.cnr.it). L’esperienza scienti�ca del personale garantisce, oltre alle normali attività di ricer-ca di base e applicata a livello nazionale e internazionale, la creazione di una rete tecnico-operativa di tecnologie, stru-menti e servizi a disposizione delle aziende, necessaria per una corretta gestione di tutte le attività tecnologiche in am-bito marino.Oltre ai laboratori di ricerca, Ismar-Ge dispone di una sta-zione marina sperimentale situata nel porto della città. L’edi�cio ha una super�cie coperta per l’installazione di impianti pilota e lo svolgi-mento di test di campo; un si-stema per l’utilizzo dell’acqua di mare a �usso continuo e

una centralina di rilevamento dei parametri meteo-marini. Nello specchio di mare anti-stante è ancorato un pontile galleggiante, utilizzato per l’immersione statica di pro-vini di materiali pitturati e non. Tali strutture consento-no ampie possibilità di speri-mentazione in acqua di mare e di esposizione di campioni in condizioni standard per la conduzione di test di invec-chiamento naturale in atmo-sfera marina (valutazione dei protettivi, studio dei processi

di corrosione, monitoraggio delle patine). Ismar-Ge ha inoltre in dota-zione un battello pneumatico, utilizzato per prove dinami-che su pitture antivegetative prive di biocidi. Diverse le sue linee di ricerca. Nell’ambito della corrosione e protezione, l’istituto si occupa dello studio delle interazioni fra materiali metallici sia tradizionali sia innovativi e l’ambiente mari-no, oltre che dello sviluppo e della caratterizzazione di rive-stimenti organici e trattamenti

super�ciali. Valuta, inoltre, l’applicabilità di materiali tec-nologicamente avanzati alla cantieristica navale; individua i rivestimenti ecocompatibili innovativi, organici e non, in grado di proteggere strutture poste in immersione o in at-mosfera marina. In�ne e�et-tua la caratterizzazione super-�ciale chimica e morfologica dei materiali e di rivestimenti (responsabile della linea di ricerca: Pierluigi Traverso). Nell’ambito del biofouling e antifouling, l’Ismar-Cnr è in

prima linea nello sviluppo di nuovi sistemi di protezione da corrosione e da insediamento di organismi marini (fouling biologico) dotati di minore impatto ambientale. Segue lo studio delle comunità bento-niche appartenenti al fouling e alla loro interazione con le tecnologie costiere, oltre allo sviluppo e testing (di laborato-rio e di campo) di nuove tec-nologie antifouling a impatto ambientale ridotto e di sistemi integrati per la gestione e otti-mizzazione dei trattamenti di acque di ra�reddamento in impianti industriali e acque di zavorra. Invece, per quel che concerne le tecnologie per l’analisi dell’impatto ambienta-le costiero, Ismar-Cnr svilup-pa modelli e sistemi di analisi e monitoraggio innovativi in grado di evidenziare gli e�etti

sull’ecosistema marino, realiz-zando screening di laboratorio e di campo sull’impatto am-bientale di biocidi antifouling per uso navale e industriale. Svolge anche indagini ecotos-sicologiche su sostanze e cam-pioni ambientali con organismi marini e si occupa di sistemi innovativi per screening ecotos-sicologici e monitoraggio am-bientale oltre allo studio della tossicità degli scarichi in acqua di mare di impianti industriali (responsabile della linea di ri-cerca: Marco Faimali). Comple-tano il quadro i Beni Culturali (monitoraggio del degrado di manufatti metallici e della loro protezione) e l’Oceanogra�a (studio di processi e sviluppo di modelli per analisi dei processi �sici e biologici dell’ambiente marino). Per informazioni, e-mail a: [email protected]

Operazioni di sondaggio in ammassi rocciosi fratturati

Operazioni di prelievo di materiale roccioso per analisi di contenuto in asbesto

EventiLunedì 14 ottobre 20136 Tecnologia, Ricerca & Innovazione

se: non solo abbigliamento e arredamento, ma anche mezzi di trasporto (automo-tive, navale, ferroviario), co-struzioni, salute e medicale, meccano-tessile, aerospaziale e tessili, dove viene utilizzato per gli usi più diversi�cati.Oggi Po.in.tex è un valido punto di riferimento per il settore tessile a livello regio-nale e non solo. Si pone come un interlocutore che vuole stimolare le imprese a dare vita a nuovi modelli relazio-nali e operativi, dove compe-tenze, risorse e “capacità di fare” vengono messe a fatto-re comune per aumentare la competitività e puntare verso nuove frontiere. Grazie a una forte vocazio-ne territoriale, collabora con l’Unione Industriale Biellese con l’obiettivo di valorizzare e ra�orzare il tessuto produt-tivo tessile, uno dei punti di forza dell’economia naziona-le. L’orizzonte di riferimento è internazionale, motivo per cui Po.in.tex è aperto alla partecipazione di soggetti provenienti da diverse aree geogra�che. A oggi aderiscono a Po.in.tex oltre 80 associati tra im-

■ CITTÀ STUDI BIELLA / La moderna struttura è il soggetto gestore del Polo di innovazione tessile (Po.in.tex) della Regione Piemonte

Servizi Ip e di data center per il mondo del business

Una realtà preziosa a sostegno delle impreseprese e organismi di ricerca operanti in tutti i segmenti della �liera. Associarsi è im-portante, perché consente di accedere ai �nanziamenti necessari per sviluppare nuo-vi progetti e attivare nuove collaborazioni. Po.in.tex so-stiene i propri associati me-diante consulenze mirate e aiuti concreti, operando per facilitare l’accesso ai �nan-ziamenti, sempli�care l’iter burocratico, orientare sulle priorità dei bandi e informare gli aderenti sulla fattibilità di partecipazione ai bandi. “Sono i numeri - a�erma Massimo Marchi, presidente di Po.in.tex - che dimostrano quanto l’attività del Polo sia importante e quanto le sue azioni siano ben riuscite: in 4 anni di attività siamo riusci-ti a coinvolgere 87 associati, di cui 76 imprese; solo negli ultimi 12 mesi vi è stata una crescita del 36% degli ade-renti; grazie al nostro lavoro abbiamo ottenuto oltre 5 mi-lioni di euro di �nanziamenti e sostenuto economicamente 45 aziende associate (il 65% del totale); i progetti regiona-li di ricerca attivati sono ben 12, ognuno dei quali vanta

una media di 4 partner; più di 200 visite aziendali sono state svolte al �ne di conoscere di persona le aziende, indivi-duandone attività e necessità; sono stati organizzati 12 In-novation Day, il cui successo è dimostrato da una media di 100 partecipanti per ogni ap-puntamento. Proprio in que-sti giorni stiamo lavorando alla presentazione in Regione Piemonte di 11 nuovi progetti di ricerca, che vedono la par-tecipazione di 25 imprese”. A conferma di ciò, come so-stiene Donato Squara, diret-tore di Città Studi “Po.in.tex è una realtà preziosa per il settore tessile a livello terri-toriale e internazionale. Cre-diamo nelle sue potenzialità, convinti che �n tanto che si investirà nell’innovazione e nel futuro, questo settore continuerà a dare soddisfa-zioni”.Per informazioni visitare il sito internet: www.pointex.eu

L’azienda ha deciso di ampliare la propria attività con un’o�erta delle componenti necessarie per costruire un cloud privato

L’obiettivo è valorizzare e ra�orzare il tessuto produttivo tessile, con un’apertura internazionale

“Città Studi Biella” è una moderna struttura che

si estende su oltre 110mila mq. Riconosciuta come pun-to di riferimento per l’atti-vità formativa, culturale e scienti�ca per le aziende del settore tessile, abbigliamento e moda, rappresenta un “po-lo di eccellenza” nel campo dell’istruzione, della ricerca e dell’attività di consulenza, in linea con il know-how e la tradizione del territorio con una visione internazionale. Quello di Biella è da sempre

considerato uno dei maggiori distretti tessili europei. Qui hanno sede prestigiosi brand e le migliori aziende tessili del fashion. Città Studi ha costruito negli anni solidi e stretti rapporti con i più importanti inter-preti internazionali dell’in-dustria tessile con i quali ha creato concreti e quali�cati programmi di formazione. Città Studi ha dedicato infatti particolare interesse non solo alla formazione, ma anche alla ricerca. Nello speci�co,

l’area della ricerca, da sem-pre connessa al settore tessi-le, opera in tema di scouting, progettazione e coordina-mento di progetti. Non a caso Città Studi è il soggetto gestore del Polo di innovazione tessile della Re-gione Piemonte - Po.in.tex, associazione di imprese tessi-li e di centri di ricerca che co-operano per sviluppare insie-me progetti di innovazione. Il tessile infatti è presente in numerosi settori e compren-de molteplici aree di interes-

Un’immaginedi CittàStudi Biella

Massimo Marchi

Gianfranco Delli Carri, presidente di ITGate

L’interno di un data

center

Presente sul mercato ita-liano dal 1998, ITGate è

un’azienda leader nella forni-tura di servizi e soluzioni per la progettazione, implemen-tazione e gestione di soluzio-ni di rete Ip e di infrastruttu-ra It. Sul fronte dei servizi di connettività, ITGate è molto di più di un semplice “In-ternet network provider”. L’azienda è infatti dotata di

un backbone proprietario in-teramente Ip, gestito ed inge-gnerizzato autonomamente, caratterizzato dalla più ampia banda di accesso nazionale ed internazionale e dalla più ampia capacità di trasmissio-ne capillare sul territorio.“Siamo in grado di portare qualsiasi servizio Ip in giro per l’Italia ma anche all’estero - a�erma il presidente Gian-

franco Delli Carri -. Molti dei nostri clienti, infatti, non so-no italiani ma raggiungono il mercato italiano attraverso la nostra rete. Tipicamente, tali clienti sono multinazionali che o�rono servizi in Italia, come ad esempio quelli di Content delivery network”. Da tre anni a questa parte l’azienda propone anche ser-vizi voce su Ip per il mercato

business. “Abbiamo realiz-zato un centralino Ip a cui facciamo arrivare i canali Ip dei clienti, mentre la parte di interscambio delle telefonate avviene all’interno dei no-stri data center” spiega Delli Carri. Parte importante del business di ITGate sono poi i servizi di data center, che in-cludono colocation, housing, hosting e servizi di banda “high-speed”.“Disponiamo di due data center siti in Torino aderen-ti ai più rigidi principi di sicurezza ed a�dabilità e di una infrastruttura di rete e sistemi adatta ad accogliere qualsiasi tipo di soluzione hardware/so�ware - spiega Delli Carri -. Ci caratterizzia-mo per essere tra i pochi data center italiani indipendenti dai carrier e, tra questi, van-tiamo di o�rire la migliore interconnessione Internet”. Ciò è dovuto in primis a un fatto “geogra�co”, ovvero alla vicinanza del Top-Ix (Inter-net Exchange Point nell’area nordovest italiana) che è ospitato anche nel data cen-ter di ITGate, che a sua volta in questo modo bene�cia di tutta la capacità di intercon-

nessione o�erta dal Top-Ix. In secondo luogo, l’azienda è interconnessa con i maggiori carrier presenti in Italia, che hanno apparati presso il data center, e con i maggiori Inter-net Exchange Point europei. Pur mantenendo la qualità dei servizi “tradizionali” IT-Gate ha di recente deciso di ampliare la propria attività attraverso l’implementazio-ne di servizi cloud. “Noi ri-teniamo che il public cloud non sia in questo momento la soluzione che il mercato ita-liano richiede - commenta il presidente -. Le ragioni sono molte e, non ultima, quella legata al progetto Prism in base al quale l’autorità Usa è autorizzata a leggere qualsiasi dato gestito, anche al di fuori dei con�ni, da aziende ame-ricane. Su queste premesse, abbiamo pertanto scelto di creare, all’interno del nostro data center, un ambiente fertile per costruire private cloud”.Se sulla connettività, uno degli elementi fondamenta-li per realizzare un modello cloud, ITGate non ha certo problemi (grazie all’eccellen-te interconnessione Internet

di cui dispone), l’azienda sta ora realizzando altre compo-nenti necessarie per costruire un “private cloud”.“Così come o�riamo spazio e banda, stiamo implementan-do un ambiente in cui dare-mo ad esempio anche bytes on-demand, e questo diven-terà un building block fonda-mentale per il cloud” a�erma Delli Carri.Se è vero poi che un cloud privato è sostanzialmente un sistema cloud costituito da risorse dedicate a chi utilizza il servizio, ITGate può pren-dere in carico i server del cliente, oppure fornirgliene a uso esclusivo per creare l’am-biente cloud privato che si occuperà poi di gestire.“In sostanza, abbiamo scelto di lavorare con i clienti per realizzare insieme i Private Cloud, a�ancando alle lo-ro risorse private i building block che abbiamo costruito all’interno del Data Center e la nostra capacità di gestio-ne. Non si tratta dunque di proporre un’o�erta a listino, ma di intraprendere un’atti-vità progettuale basata sulle esigenze del singolo cliente”, conclude Delli Carri.

■ ITGATE / La società aiuta imprese e service provider nella gestione delle loro infrastrutture di Rete e It

EventiLunedì 14 ottobre 2013 Tecnologia, Ricerca & Innovazione 7

Un progetto nazionale ma con obiettivi di ca-

ratura internazionale. Que-sto è il Parco Scienti�co e Tecnologico di Genova (Pst). Arte�ce di questa iniziativa è Genova High Tech (Ght), società acquisita partecipata da Leonardo Technology, che sta realizzando il più grande parco concepito �nora in Ita-lia con lo scopo di migliorare la bilancia tecnologica e dei cervelli nel nostro Paese. Fa-cendo leva sullo stimolo della ricerca e dell’innovazione tec-nologica, Pst ha l’ambizione di attrarre da tutti i continenti aziende innovative, centri di ricerca e giovani ricercatori e di implementare il processo che va dall’invenzione all’in-novazione �no alla realizza-zione di nuovi prodotti.Localizzato su una collina esposta a Sud a 120 metri sul livello del mare, Pst copre un’area di circa 440mila mq di cui oltre la metà destinata al verde. La super�cie edi�cabile è di 408.750 mq. Di questi 84.400 sono occupati dalla Facoltà di Ingegneria e formazione, 208.300 da centri di ricerca e aziende High Tech, 104.000 da residenze e 12.050 spazi da commerciali, servizi e re-sidence. Collegato direttamente al casello autostradale Geno-va Aeroporto, a tre minuti sia dall’aeroporto sia da una grande marina attrezzata, Pst si trova in un’area strategica rispetto al centro della città di Genova, con accessibilità

via mare, cielo e terra. Per realizzare uno scopo così al-to e impegnativo ci si è posti l’obbiettivo di dar vita a un progetto particolarmente in-novativo, dotato di caratteri-stiche uniche e avanzate, che gli consentissero di produrre creatività e innovazione in modo e�cace ed e�ciente.Per questo Pst di Genova è tra i primi tre parchi scienti�ci e tecnologici a livello mondiale a essere stato realizzato par-tendo da un foglio bianco e da un grande terreno perfet-tamente libero e progettato con un disegno urbanistico espressamente �nalizzato a favorire le interazioni e quin-di la cross fertilization tra aziende, università e centri di ricerca, forzando l’incontro tra scienziati, tecnologi, im-prenditori e investitori.In Italia sarà tra i pochi pro-getti a poter vantare la speci-�cità di Parco “scienti�co” e “tecnologico”, data la presen-za dell’università, di centri di ricerca altamente quali�cati, come il Consiglio nazionale delle Ricerche (Crn) e l’Istitu-to Italiano di Tecnologia (Iit) e di grandi aziende (come Ericsson, Siemens ed Esao-te) e piccole aziende. A regi-me, è stimata la presenza di mille ricercatori, cinquemila studenti e di 12mila tecnici e manager.“La caratteristica che più di altre darà una speci�cità al Pst di Genova - precisa Pie-ro Mensi, vicepresidente e amministratore delegato di Genova High Tech - è che

sarà l’unico ad accostare alla ricerca anche scienza e cultu-ra, creando un luogo dove il contatto �sico tra le persone e la diversità di formazione, provenienza ed etnia possano innescare e accelerare i natu-rali processi di creatività. Per questo nel parco si pensa sì alla facoltà di ingegneria ma anche alla medicina, con un centro per la medicina perso-nalizzata, alle scienze umane ma anche alla casa del giova-ne artista per accogliere arti-sti inerbi di tutto il mondo”.Peculiarità di rilievo del Par-co, quindi, saranno la varietà e la diversità, intese come presenza di persone diverse per provenienza, etnia, for-mazione, età, sesso, cultura, orientamenti sociali, lingua, religione e abitudini alimen-tari. È dimostrato, infatti, che l’incontro tra diversità stimo-la e favorisce la creatività e l’innovazione. L’idea è di an-dare oltre un centro di ricerca e sviluppo creando un luogo aperto alla creatività. “Si tratta di un progetto che ha già valenza internaziona-le - prosegue Mensi -. I primi ospiti di questo parco sono due aziende multinazionali Ericsson e Siemens: il no-stro obiettivo è infatti quello di allargare lo sguardo oltre Genova, la Liguria e l’Ita-lia. A tal �ne, abbiamo già stretto accordi con lo stato cinese. Nel parco sono oggi già presenti 900 addetti che diventeranno 1.400 da ini-zio gennaio, inoltre è stato appena inaugurato uno spa-zio dedicato al coworking e alla formazione per start up. Prossimo passo l’arrivo della facoltà di ingegneria con la quale saliremo a 7.500 per arrivare a completamento del progetto a 15mila, diven-tando così il 4° parco per di-mensioni in Europa e l’unico ad accogliere scienza, cultu-ra, ricerca”.

Un centro ricerca con un parco sempre vivibile Si potrà lavorare e studiare ma anche risiedere in un contesto urbano innovativo, dotato di tutti i servizi e di aree verdi

Il mix funzionale del Parco tecnologico di Genova è stato progettato per essere

vivo e rendere la struttura accessibile 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana e in tutte le stagioni. Un luogo vivace e sti-molante in cui si potrà non solo lavorare e studiare, ma anche vivere e risiedere: non un luogo isolato ma inserito nel contesto urbano di Genova.La quota di residenze presenti è stata de�nita in modo da creare un equilibrio urbanistico nella formazione di un nuovo quartiere e accogliere le diverse esigenze del Pst, con anche residenze studentesche e temporanee per manager e ricercatori.“Una caratteristica distintiva del Parco - sottolinea Piero Mensi, a.d. di Genova Hi-gh Tech - è che i fabbricati sono, e verran-no, costruiti tenendo conto delle esigenze dei nostri partner non solo come semplici spazi per u�ci. È, inoltre, fondamentale per noi l’attenzione ai costi di gestione e al risparmio energetico per questo il parco è dotato di una centrale di trigenerazione e gli edi�ci hanno involucri in classe A”.La piazza principale e quella interna alla Facoltà; la galleria commerciale e il parco

urbano sono i quattro luoghi �sici di ag-gregazione e di incontro del Pst, dove si potrà trascorrere il tempo libero e dove si troveranno tutti i servizi necessari: nego-zi, u�cio postale, banca, asili nido, scuola materna, librerie, negozi di musica, risto-ranti multietnici, internet e spazi di intrat-tenimento.Nella concezione urbanistica sono stati introdotti elementi innovativi per quanto riguarda le urbanizzazioni, la quantità di parcheggi pubblici e privati, gli accessi e gli spazi verdi, lasciando un’impostazione �essibile per la progettazione edilizia degli edi�ci, nel rispetto del disegno complessi-vo, tale da poter rispondere alle speci�che esigenze delle imprese e dei centri di ricer-ca. All’interno del Pst, 220mila mq saran-no dedicati ad area verde, con spazi at-trezzati per il gioco e lo sport: sono previsti una pista di running di 10 Km, due campi da calcetto, da basket e per la pallavolo. La zona di Monte Guano verrà riorganiz-zata e diventerà una collina attrezzata di percorsi pedonali e ciclabili e spazi di so-sta, mentre il parco centrale di oltre 70mi-la mq (equivalente a 10 campi da calcio)

sarà arricchito da un corso d’acqua peren-ne, da fontane e da un lago con bacini di esondazione: questo da un lato sarà un luogo di svago e di ri�essione e dall’altro garantirà il risanamento del quadro idro-geologico della zona.La circolazione stradale è periferica, in parte interrata e serve i numerosi par-cheggi privati e pubblici in gran parte po-sti sotto gli edi�ci, senza interferire con il transito pedonale. È stato progettato anche un impianto di risalita che si prevede verrà realizzato nell’ambito della riquali�cazio-ne delle infrastrutture dell’aeroporto e per-metterà di creare un nodo di scambio di importanza intermodale, con una fermata della ferrovia, un parcheggio pluriplano di interscambio del tra�co pubblico e privato su gomma e il collegamento con l’aeropor-to su tapis roulant.Il Parco sarà cablato con una rete di banda ultra larga in grado di supportare futuri sviluppi della tecnologia e delle esigen-ze speci�che, progettata secondo le best practice e tramite la quale verranno ero-gati servizi a valore aggiunto e innovativi forniti da partner tecnologici di esperienza internazionale.Ght prevede un investimento di circa 1 miliardo di euro per la completa realiz-zazione del Pst e delle imponenti opere infrastrutturali, tra cui la realizzazione di strade ampie e scorrevoli di collegamento alla rete viaria della città.

■ GENOVA HIGH TECH / La società sta costruendo nel capoluogo ligure il Parco Scienti�co e Tecnologico (Pst)

Un’area per accogliere scienza, cultura e ricercaL’obiettivo del progetto è attrarre aziende innovative e giovani ricercatori per realizzare nuovi prodotti

Un’immagine di come diventerà il Parco Scientifico e Tecnologico di Genova una volta ultimato il progetto

Un’immagine del cantiere del Parco Scientifico e Tecnologico di Genova

EventiLunedì 14 ottobre 20138 Tecnologia, Ricerca & Innovazione

ai palazzi storici con im-portanti ricadute anche in termini di costi. Mentre, nel secondo caso, ci sono grossi limiti sull’autonomia delle batterie che necessitano di maggiore tempo di ricarica e relativa connessione fisica alla colonnina.Per risolvere questi proble-mi, il sistema targato Bom-bardier combina una solu-zione con batterie di ultima generazione, abbinate ad un sistema di ricarica su oppor-tunità, con una trasmissione di energia con livelli di po-

■ BOMBARDIER / L’azienda ha messo a punto Primove: tecnologia rivoluzionaria che, grazie al wireless, rende il trasporto urbano più �essibile e conveniente

■ KUKA / La società tedesca di Ausburg è presente in Italia con una sede a Rivoli (TO) e una �tta rete di system partner sul territorio

Arrivano gli autobus elettrici che si ricaricano senza fili

Tecnologie per l’automazione nelle saldature

tenza e frequenza elevati. In-fatti, il processo di ricarica è effettuato durante il turno di servizio, garantendo così la continuità senza necessità di ulteriori veicoli o batterie di scorta. Tale sistema consen-te anche di ridurre dimen-sioni e peso delle batterie installate a bordo.Le stazioni di ricarica sono normalmente posizionate ai capolinea o lungo il per-corso in caso di particolari necessità del tracciato, ol-treché al rientro in deposito.L’utilizzo della soluzione di

system partner, ha presentato soluzioni �essibili per l’auto-mazione di macchine utensili. Alla Emo Kuka ha mostrato ai visitatori l’integrazione di un robot del tipo Kr Agilus in un modello di macchina utensile. Il minirobot, estremamente veloce e preciso, carica e scari-ca la macchina utensile. Inoltre un ulteriore robot della serie Kr Quantec consente fasi di lavorazione successive. Per la prima volta è stata poi pre-sentata la variante waterproof del minirobot. Grazie a un più elevato grado di protezione (Ip67), il robot è protetto dal-la polvere e dalle in�ltrazioni d’acqua e soddisfa così i criteri per l’integrazione in una mac-china utensile. Oltre all’harda-ware è stato possibile apprez-zare le possibilità o�erte dai pacchetti so�ware. I tool Kuka Cnc e mxAutomation aprono infatti nuove prospettive appli-cative per la robotica. Con i due pacchetti so�ware, la società dispone della soluzione giusta per fondere in modo in-telligente l’uso del robot e della macchina utensile con sensibi-li aumenti della produttività. È quanto è successo nello stabi-limento produttivo di Ausburg

Bombardier permette poi di fare a meno degli antie-stetici pali e cavi e di allar-gare il raggio di azione del-le linee ad aree prima non adatte, come i centri storici. Discorso analago per i bus che, grazie all’autonomia data dal sistema di batterie Primove, possono garanti-re un sistema di trasporto elettrico senza necessità di connessione alle colonnine.Il sistema può essere uti-lizzato anche per i veicoli commerciali con stazioni di ricarica installate in punti strategici (aree di carico e scarico per furgoni, posteg-gi di taxi nelle aree di attesa degli aeroporti, parcheggi dei supermarket).A settembre 2010 Bombar-dier Transportation ha in-stallato il sistema Primove per tram su un tratto di 600 metri della Linea 3 in dire-zione del centro fieristico di Augsburg in Germania. Inoltre, a settembre 2013 è stata presentata la prima applicazione commerciale su bus elettrico, che opererà dal 2014 sulla linea circo-lare di 12 km della città di Braunschweig,

all’interno del centro di lavoro Mcx 900 Burkhardt & Weber. Il centro e�ettua lavorazioni su due particolari del modello Kr Quantec (la culla e il braccio asse 2). Le operazione di carico e scarico sono e�ettuate invece da un robot Kuka modello Kr 500, che durante i tempi “mor-ti” e�ettua anche altre attività.È equipaggiata con un doppio cambio pallet, ciascuno dotato di sistemi di bloccaggio adatti; mentre all’interno della mac-china si svolgono determinate lavorazioni, il robot carica sulla seconda pedana un nuovo ele-mento da lavorare. Florian Hofmann, support en-gineer Kuka Roboter, spiega “La produttività è aumentata del 10%. Rispetto a una solu-zione convenzionale, possiamo produrre trecento componenti in più ogni anno”. Il centro ope-ra per il 70 % senza operatore e lavora nei turni notturni, in modo completamente auto-matizzato. Oltre al risparmio di tempo per le operazioni di carico e scarico dei pezzi, si evitano attività come la sbava-tura dei pezzi lavorati. A questo scopo è presente un sistema di cambio utensili Wwr1200 della Sommer-Automatic, costituito da tre moduli: due pinze, una per gestire l’asse e la colonna rotante, e un mandrino di la-vorazione, che fa parte del pac-chetto Kuka Milling. Quando un pezzo �nito esce dalla macchina, il robot passa alla modalità di lavorazione. Per questo abbandona il grip-per e recupera il tool necessario dal magazzino utensili.

È Braunschweig, in Germania, la prima città ad adottare la tecnologia Primove sugli autobus

L’integrazione sempre più forte tra so�ware, robot e macchine utensili, aumenta produttività e qualità

Zero emissioni, cavi e fa-stidi. Sono questi i van-

taggi principali di Bombar-dier Primove, la soluzione del colosso canadese attivo nella produzione di aerei e treni, che vanta un secolo di esperienza nella mobilità elettrica.Si tratta di una tecnologia rivoluzionaria che consente la ricarica wireless di veicoli elettrici. Il sistema Primove, utilizzando il trasferimento di energia per induzione, svincola la eMobility da ca-vi, fili e connettori, renden-do il trasporto urbano più flessibile e conveniente.La soluzione si si basa sul principio del trasferimento di energia per induzione. In questo modo è possibile trasferire energia senza con-tatto: zero connettori, fili o cavi aerei. I componenti necessari sono in-terrati e n a s c o s t i sotto il vei-colo e le so-luzioni per la mobilità urbana sono pulite e silenziose. I veicoli elettrici non ge-

Le idee per la produzione di domani sono state le prota-

goniste degli stand Kuka, uno dei principali produttori di robot industriali, alla Schweis-sen & Schneiden, la più grande �era al mondo sulle tecniche di saldatura che si è svolta in set-tembre in Germania. Alla rassegna, la società che ha il suo quartier generale ad Ausburg, ha messo in mostra le ultime novità novità tecnologi-che e le pratiche soluzioni per le più svariate esigenze nel campo della saldatura. Nello stand di oltre 350 m² due robot Kuka cooperanti hanno mostrato la loro perizia nella saldatura a caldo in dimostra-zioni dal vivo. Anche per l’in-dividuazione e il tracciamento dei giunti saldati Kuka Robo-ter è tra i massimi esperti sul mercato. I visitatori della �era hanno potuto toccare con ma-no il know how della società in due celle di simulazione, ma anche le tecniche più all’avan-guardia per la saldatura a punti di alluminio e la giunzione di materiali speciali come rame, magnesio e altre leghe.Competenza tecnologica e know how dei processi per tutto quello che riguarda le

nerano emissioni durante l’uso: zero anidride carboni-ca, zero gas nocivi, zero pol-veri sottili. Inoltre, grazie all’alto livello di potenza tra-smissibile, è possibile ricari-care i veicoli con sufficiente rapidità, per evitare periodi di attesa prolungati. In pratica una sorta di pia-stra posta sotto l’automezzo o il tram consente il trasfe-rimento di energia senza contatto tra componenti interrati e apparecchiatura ricevente.Il principio di funziona-mento prevede la presenza di un conduttore elettrico che crea un campo magneti-co il quale a sua volta genera corrente elettrica in un altro conduttore, posizionato nel

giunzioni erano di scena allo stand della Kuka Systems do-ve l’azienda ha presentato una serie di soluzioni per la valo-rizzazione dei processi, dalla la-vorazione conto terzi, alle celle o impianti pronti all’uso con di-versi processi come la saldatura a frizione, saldatura ad arco, saldatura laser o in gas inerte. In occasione della Emo 2013 di Hannover, altra importante rassegna di settore, la società tedesca presente in Italia con una sede a Rivoli in provincia di Torino e una �tta rete di

campo. Applicata in abbina-mento al sistema Primove, la corrente elettrica genera energia.I principali vincoli, quan-do si pianifica di converti-re un’intera flotta o rete di autobus all’energia elettrica, sono rappresentati dalla ne-cessità di implementazione dell’infrastruttura a terra, sia essa la linea di contatto che le colonnine di rica-rica in deposito per i bus a batterie standard. Nel pri-mo caso vengono effettuati interventi invasivi per tut-ta la lunghezza della linea, particolarmente complessi sia per lo spostamento di sottoservizi che per l’impor-tante impatto visivo legato all’aggancio della catenaria

Le tecnologie Kuka in azione presso lo stabilimento di Ausburg.

In basso, la versione waterproof del minirobot Kuka

Una fermata Primove

Un e-bus Primove

EventiLunedì 14 ottobre 2013 Tecnologia, Ricerca & Innovazione 9

Nato il 7 luglio 2011 a Sa-vona, il Polo di ricerca

e innovazione energia soste-nibile - con soggetto gestore Ips (Insediamenti Produttivi Savonesi) - raggruppa 42 sog-getti tra imprese (10 grandi e 27 Pmi) e organismi di ricer-ca (4 e un parco tecnologico) che svolgono attività nel cam-po dell’energia sostenibile con l’obiettivo di dare impulso alla ricerca applicata in campo in-dustriale, in materia di ener-gia e di ricondurre a sistema gli investimenti in ricerca e sviluppo anche attraverso laboratori e centri di ricerca comuni. In poco più di due anni d’attività, si è dotato di due importanti strutture la-boratoriali che costituiscono

un unicum a livello italiano e tra le poche a livello interna-zionale. “Il Polo - sottolinea il coor-dinatore del Polo, Uberto Cremonini - è costituito dalle imprese e dagli organismi di ricerca più signi�cativi nei settori di pertinenza e vuole intraprendere un percorso di interazione, scambio di conoscenze ed esperienze e sviluppo di attività di ricerca ed innovazione tra i soggetti partecipanti. Tre i fronti di maggiore interesse: utilizzo di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile (fotovoltaico, eolico, biomas-se, celle a combustibile); ridu-zione dell’impatto ambientale di sistemi di generazione a

uno speci�co programma di prove per materiali, compo-nenti e prodotti mediante la simulazione di diverse con-dizioni ambientali con ripeti-zione ciclica al �ne di condur-re test di invecchiamento. Nell’ambito della program-mazione comunitaria e della formazione, ad oggi il Polo ha partecipato come part-ner operativo a call di bandi europei a valere sul Settimo programma quadro e sul Pro-gramma intelligent energy Europe ed ha avviato 8 borse di studio per assegni di ricer-ca, approvate in risposta ad un bando regionale, sviluppa-te presso le aziende aderenti al Polo e proposte dagli enti di ricerca. Nell’ambito del bando emes-so da Regione Liguria a va-lere sui fondi Fas �nalizzato alla realizzazione di progetti integrati ad alta tecnologia, sono stati ammessi a �nanzia-mento due progetti di ricerca presentati dalle imprese e gli organismi associati al Polo. Il primo intende esplorare le tematiche legate alla instabi-lità termoacustica di �amma mentre il secondo si propone di condurre ricerche per la sperimentazione di metodo-logie e tecnologie innovative per il monitoraggio, il con-trollo e l’aumento dell’e�-cienza energetica nei processi agro-manifatturieri nelle col-ture protette. Il Polo, nell’ambito delle ini-ziative a supporto nell’im-plementazione di progetti di ricerca nazionali, ha parte-cipato alla costituzione del Cluster tecnologico nazionale sull’energia.

Come funziona una cella climaticaIl sistema di simulazioni, realizzato nella sede di Ferrania, consente test d’invecchiamento anche di apparecchiature in tensione

La cella climatica, realizzata nel Comune di Cairo Montenotte,

rappresenta un sofisticato sistema di prova unico in Italia e tra i pochissimi nel mondo per materiali, componen-ti e prodotti mediante la simulazione di diverse condizioni ambientali con ripetizione ciclica al fine di condurre test di invecchiamento. Tale sistema di simulazioni consente test di invec-chiamento anche di apparecchiature in tensione.

La cella climatica risponde ai requisiti del-la Cei En 62217 ed è in grado di riprodurre sollecitazioni quali nebbia salina, pioggia, irraggiamento solare, riscaldamento (�no a 90 °C), umidità, ra�reddamento (�no a -35 °C). La cella di prova, realizzata in acciaio inox Aisi 316 con coibentazione esterna e copertura della coibentazione con lamie-ra, è lunga 240 centimetri, larga 340 e alta 245. La coibentazione della cella è in materia-

le e spessore adeguati in modo tale che sia garantito il raggiungimento di -35 °C in 5 ore e che le resistenze per il riscaldamento possano innalzare la temperatura interna alla cella a partire dalla temperatura am-biente a +50 °C in 15 minuti e i +90 °C in 4 ore. Al centro della cella sono stati realizzati 4 supporti che permettono la rotazione sull’asse verticale dei campioni di prova per garantire la massima omogeneità delle sollecitazioni climatiche. La cella è stata costruita su di una piatta-forma di base in modo che sia trasportabi-le su camion. L’avanzamento delle prove è monitorabile da remoto e il sistema permette la visua-lizzazione delle riprese e dei dati istante per istante.

■ IPS / Insediamenti Produttivi Savonesi gestisce il Polo di ricerca e innovazione energia sostenibile, che raggruppa 42 soggetti tra grandi imprese, Pmi e organismi di ricerca

Dare impulso alla ricerca applicata in campo industrialeDue le sedi, una negli spazi del Campus universitario di Savona e l’altra nel Parco tecnologico di Ferrania (Cairo Montenotte)

Il Polo ha acquisito un sistema di diagnostica della com-bustione Lif/Piv di produzione Dantec Dynamics per la

rilevazione degli elementi OH, NO, CH nonché per la conte-stuale misura del campo di moto del �uido. Gestito congiun-tamente con il Laboratorio di combustione dell’Università di Genova, è tra i più performanti ed innovativi in Europa. Il sistema, collocato presso il Campus universitario di Savo-na, è costituito da una strumentazione diagnostica adatta allo studio della combustione in turbine a gas, caldaie e forni industriali di potenza termica �no a 2 MW e pressioni sino a 6 bar. Lo scopo è lo studio delle caratteristiche dei �us-si reattivi con analisi delle varie specie chimiche, anche in traccia, attraverso l’utilizzo congiunto delle tecniche di mi-sura Lif (Laser induced �uorescence) e Piv (Particle image velocimetry) Il Lif è composto da un laser a coloranti con reticolo di dif-frazione da 2400l/mm alimentato da un laser Nd:Yag da 850mJ@1064nm. Il Piv è composto da un Dualpower laser a doppia cavità e doppio impulso da 200 mJ@532nm. I laser Lif e Piv possono essere combinati per ottenere lo stes-so cammino ottico. Il sistema di Imaging è composto da due telecamere HiSense Ccd da 1344x1024 pixel caratterizzate da quantum e�ciency superiore al 70% a 450-550nm e una velocità �no a 115 fps. Il sistema è a servizio delle imprese e degli organismi di ri-cerca che svolgono ricerche avanzate sulla combustione oltre che dei soggetti che aderiscono al Polo, tra i quali le imprese più signi�cative per il territorio nei settori della produzione, del trasporto e della gestione di energia, della produzione di impianti e componenti per il settore energetico e nei servizi avanzati.

Sistema di diagnostica della combustione Lif/Piv

Cella per prove di invecchiamento climatico

Particolare del sistema di irraggiamento della cella climatica

combustibile fossile; gestione e�ciente delle infrastrutture energetiche”.“L’idea progettuale - pro-segue il presidente di Ips, Carlo Ruggeri -, sviluppata congiuntamente tra Ips, Bic Liguria, Spes e Università di Genova Campus di Savona, è il risultato, da un lato, della condivisione tra tutti i parte-cipanti al Polo degli obiettivi e delle priorità in materia di sviluppo sostenibile e, dall’al-tro, dalla sempre più radi-cata presenza sul territorio di sviluppate competenze in materia di energia sia in am-bito accademico sia in ambito industriale.” Il Polo è collo-cato negli spazi del Campus universitario di Savona e del

Parco tecnologico di Ferra-nia (Cairo Montenotte), sedi, queste, in grado di ospitare infrastrutture di ricerca, cen-tri prova, strumentazione de-dicata e laboratori di calcolo per le attività di innovazione del Polo. Tale collocazione o�re la possibilità di svilup-pare sinergie con le iniziative attualmente in atto presso le due strutture. Infatti, il Miur ha recente-mente �nanziato l’attivazione nel Campus di Savona del Centro di ricerca “Energia 2020”, promosso dalla facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, mentre il Parco tecnologico di Ferrania è sta-to disegnato dalla Regione Liguria come una struttura di

servizi, ricerca, innovazione ed incubazione d’impresa, nel settore energetico-ambientale ove operano grande indu-stria, Pmi ed enti di ricerca e formazione. In questa prima fase il Polo ha provveduto all’acquisizione di infrastrutture e ha partecipa-to a bandi regionali e comu-nitari. In particolare, sono stati acquisiti due sistemi per la diagnostica della com-bustione Laser “Lif/Piv”, tra i più avanzati d’Europa, che consentono l’analisi dei pro-cessi combustivi al �ne della riduzione delle emissioni e della e�cientizzazione della combustione stessa. Inoltre, si è proceduto all’acquisto di una cella climatica per la ca-ratterizzazione di materiali

collocata presso il Parco tec-nologico. La cella

climatica, tra le poche presenti a livello europeo, sta realizzando

Sistema di diagnostica della combustione

Lif/Piv di produzioneDantec Dynamics, acquistato

dal Polo

In questa prima fase il Polo ha acquisito

infrastrutture e partecipato a bandi

regionali e comunitari

10 Tecnologia, Ricerca & InnovazioneEventi

Lunedì 14 ottobre 2013

re mammario. Il professor Zola, che è anche a�erente al Dipartimento Universita-rio di Scienze Chirurgiche, per la ricerca e la didattica, lavora con un team �essibile di tre-sei persone, articolato e modulabile a seconda delle necessità. Si sta parlando, per la gineco-logia oncologica, escludendo la patologia mammaria, di circa 70 nuovi casi l’anno per la patologia invasiva, di circa 120 casi per la patolo-gia in fase pre-clinica o pre-invasiva, cui si aggiungono i pazienti a follow-up o in reci-diva. Spiega il professore: “In Piemonte, come per altro in altre realtà in Italia, si sconta ancora il problema della di-spersione di queste patologie, che invece dovrebbero con-�uire su centri di riferimen-to attrezzati, in modo che il team di lavoro sia adeguata-mente preparato e aggiorna-to e riesca a trasmettere la conoscenza anche ai giovani medici in addestramento”. Il team del professor Zola si interessa di ricerca clinica. Obiettivo della struttura è disegnare e ottimizzare i per-corsi diagnostici-terapeutici,

stemi di tenuta, le guarnizioni e gli anelli impiegati nei soste-gni dei macchinari, resilienti e a prova di vibrazione. “Co� investe molte delle sue energie in ricerca e sviluppo: questa �loso�a ci ha permesso di re-alizzare una linea di prodotti anti-shock che non ha eguali, per prestazioni e qualità, sul mercato dell’impiantistica na-vale militare. Siamo in pratica l’unica l’azienda al mondo a progettare i suoi componen-ti proprio in funzione della

■ TORINO / Miglior organizzazione del lavoro del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia presso la Città della Salute e della Scienza

■ COFI / Dal 1992 opera nel campo delle forniture per l’impiantistica navale militare, in primis, ma anche nei più diversi settori industriali

Unificare e creare sinergie per curare meglio

Prodotti per risolvere situazioni d’emergenza

integrando le procedure dal-la diagnosi al trattamento, evitando in questo modo che il paziente debba scontare tempi morti, duplicazioni di esami, per “diminuire il più possibile lo stato di disagio in persone già psicologicamen-te provate per il riscontro di una neoplasia”. Il modello ha come obiettivo la condivisione con il pazien-te di un progetto globale di diagnosi e cura, con date cer-te e procedure de�nite, salvo variazioni imposte dal decor-so della malattia. Allo scopo, da un anno a questa parte, da quando il

resistenza agli urti di grande intensità”, sottolinea Dughera, citando due dei prodotti più recenti e innovativi di questa linea: un giunto compensatore molto leggero e compatto che consente di assorbire senza conseguenze ampi spostamen-ti laterali e un sistema di tubi in gomma rinforzata e raccor-di disposti con angoli di 90°, che garantisce un forte abbat-timento delle vibrazioni e del rumore trasmesso dal �uido, oltre alla resistenza a shock, è capace di resistere alle alte pressioni ed è perciò idoneo ad applicazioni sottomarine. “Non è un caso che l’innova-zione tecnologica emerga più facilmente in ambito militare, dove le richieste in termini di performance e sicurezza sono più elevate e dove i �nanzia-menti stanziati dalla Difesa consentono ancora di investi-re (sempre meno, al punto che Co� si auto�nanzia oggi con proprie riserve) nella ricerca, sviluppare nuove idee e veri�-carne sul campo l’e�cacia”. In un secondo tempo, tuttavia, i nuovi concept possono essere trasferiti ad altri settori in cui vi siano analoghe esigenze di prestazioni e a�dabilità. “È

professore è giunto presso il dipartimento, vengono studiati spazi temporali pre-de�niti all’interno dei quali eseguire prenotazioni o far giungere i referti per il con-sulto medico. “Il percorso verso l’ottimizza-zione è lungo - precisa Zola - ma a darci supporto nel cam-mino è la Rete Oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta, che organizza in rete gli ospedali aderenti e i gruppi di lavoro. Grazie alla Rete si sta giun-gendo a de�nire percorsi condivisi per le varie patolo-gie: per esempio. in gineco-logia oncologica quest’anno

il caso, che stiamo a�rontan-do concretamente, di settori strategici come l’oil&gas e il nucleare o più in generale di tutti gli impianti industriali che sorgono in zone ad alto rischio sismico. A riprova del-la sua bontà, la nostra linea anti-shock, già conosciuta in Europa, sta incontrando un interesse crescente nei mer-cati orientali e in particolare in Corea del Sud, Australia e Giappone”. Co� è specialista nel progettare soluzioni tecno-logiche innovative su misura. “Veniamo spesso interpellati per risolvere problemi sugli impianti di bordo (tenute sta-gne, elevatori delle portaerei, passaggi stagni a paratia per assi eliche, scivoli di alaggio dei motosca� d’assalto, ecc.) e siamo in grado di proporre velocemente più di una solu-zione e�cace, dando così al cliente un auspicabile margi-ne di scelta” spiega Dughera. La componente di servizio è parte integrante dell’o�erta. “Il nostro impegno verso il clien-te è costante e va dalla proget-tazione, alla fornitura, all’as-sistenza tecnica post-vendita, sia in fase di installazione che durante l’intero ciclo di vita dei prodotti e delle soluzioni custom di cui siamo responsa-bili. I tempi molto brevi di ri-sposta e l’impiego di personale altamente quali�cato sono un valore aggiunto che ci viene largamente riconosciuto e che di�erenzia la nostra proposta rispetto a quella dei competi-tor”. Per maggiori informazio-ni visitare il sito www.co�.it.

Sentita la necessità di ottimizzare i percorsi diagnostici-terapeutici dei pazienti, soprattutto quelli oncologici

Alla base dell’o�erta una ricerca che produce soluzioni in grado di resistere a vari tipi di shock

Quando per i casi della vita si diventa pazienti,

il livello di attenzione e pre-occupazione sale esponen-zialmente. Il discorso è tanto più vero quando il paziente è oncologico. Una cura impo-stata su percorsi coerenti, nei quali vi sia una presa in cari-co della persona, può essere di importante sostegno. Allo stesso tempo, percorsi orga-nizzati in questo modo aiuta-no anche i medici a svolgere

“Un forte know-how nella progettazione di

prodotti hi-tech a�dabili e innovativi, destinati in primis all’impiantistica navale, che si traduce oggi in un’o�erta più ampia, in grado di soddisfa-re le esigenze dei più svariati settori industriali”. È il segreto del successo e della tenuta sul mercato di Co� srl, un’azien-da ad alta specializzazione, al cento per cento italiana, fon-data 21 anni fa da Giancarlo Dughera per mettere a frutto l’esperienza ultradecennale maturata come direttore tec-nico nel campo delle fornitu-re di componenti meccaniche di precisione destinate alla cantieristica militare. “Dopo i primi anni di lavoro come consulenti per l’industria na-vale, siamo passati a produrre direttamente le guarnizioni, i tubi �essibili e i giunti com-pensatori, per cui oggi siamo rinomati, rappresentando un’eccellenza del nostro Pa-ese a livello internazionale”, spiega il titolare di Co�, che attualmente impiega 15 unità a tempo pieno e chiuderà il 2013 con un fatturato di oltre 3 milioni di euro. L’ambito militare, che è tuttora il co-

re business dell’azienda di S. Margherita Ligure (“le nostre soluzioni ad hoc sono presenti sulla quasi totalità delle navi della Mmi e su diverse unità di marine estere”), è stato fon-damentale per sviluppare una gamma di prodotti certi�cati, rispondenti a complessi requi-siti normativi e di sicurezza e sottoposti a cicli di test estre-mamente rigorosi. Sono nati così i famosi accoppiamenti elastici in gomma e metallo per il trasferimento di �uidi (combustibili, olii, acqua, aria, gas) negli impianti di bordo, in grado di resistere a vari tipi di shock, così come i giunti e i si-

e valutare la propria profes-sione. Un lavoro proprio nel senso della “presa in carico” viene svolto nell’ambito del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia presso la Città della Salute e della Scienza di Torino. Qui il professor Pa-olo Zola è responsabile della Struttura Semplice a valenza dipartimentale di Ginecolo-gia e Ostetricia a indirizzo oncologico, che si coordina con l’unità dedicata al tumo-

Anche in Piemonte centri di riferimento attrezzati con team preparati supportano i pazienti nell’affrontare patologie quali quelle relative alla ginecologia oncologica

Paolo Zola, responsabile

della Struttura Semplice a valenza

dipartimentale di Ginecologia e

Ostetricia a indirizzo oncologico del

Dipartimento di Ginecologia e

Ostetricia presso la Città della Salute e

della Scienza di Torino

l’attenzione si è focalizzata sul tumore ovarico. È essen-ziale poter de�nire percorsi omogenei che possano essere proposti a una donna che per esempio ha una tumefazione a carico delle gonadi: qua-li procedure, esami fare, in modo da evitare ridondanze e svolgere quanto necessario”. Sulla base della letteratura disponibile, l’impegno del gruppo di lavoro è quello di fornire alla persona il miglior percorso, con la minore in-terferenza possibile sulla sua qualità di vita a livello perso-nale, familiare e lavorativo. Questo comprende l’ascolto, il dialogo con il paziente, in una parola “fare i dottori”, come sottolinea Zola. Il consiglio, per i pazienti, è quello di consultare la Rete Oncologica, e poi di fare rife-rimento a strutture che trat-tino un numero adeguato di pazienti l’anno. Spiega infatti il professore che “gli standard europei accettati e certi�cati dai Pa-esi che hanno già attivato la sovra Specializzazione in Ginecologia Oncologica prevedono il trattamento di almeno 100 nuovi casi l’anno di tumori femminili, escluso il tumore mammario, perché i medici possano essere ag-giornati e avere un’adeguata esperienza. In Piemonte po-chi Centri tendono a questi numeri, ma la maggior parte sono molto lontani. In que-sto senso, uni�care e creare sinergie signi�ca certamente curare meglio”.

Tecnologia, Ricerca & Innovazione 11EventiLunedì 14 ottobre 2013

Recentemente in Italia si è creato un allarme sulla

fuga di aziende all’estero, in particolare in Svizzera. La regione Lombardia si è at-tivata con contromisure per prevenire questo fenomeno. Malgrado sia certamente sana la concorrenza tra Stati e re-gioni nell’o�rire alle aziende condizioni quadro competi-tive si potrebbero sviluppare forme di cooperazione nella creazione di innovazione a bene�cio di un sistema regio-nale sovranazionale, con van-taggi per tutti i partecipanti.L’innovazione per un’azienda è un concetto non limitato al prodotto e al servizio in sé ma a tutto il ciclo di vita. Inizial-mente l’approccio delle azien-de è rivolto a tutto il ciclo del prodotto. Poi lo sforzo si con-centra là dove possono esiste-re margini di miglioramento.Non basta, di fatto, una bril-lante tecnologia perché si

crei di per sé una innovazio-ne. Solo con un prodotto che sia realizzabile, conosciuto e adottato dal mercato e che costituisce un passo in avanti rispetto allo standard �no a quel momento si raggiunge un vero progresso. Le realtà economico-indu-striali delle regioni di con�ne con la Svizzera rappresentano poli importanti dello svilup-po europeo e quindi tra Sviz-zera e regioni del nord Italia si può sviluppare un paradig-ma di cooperazione che potrà portare nuovi frutti.In Svizzera esistono mecca-nismi di �nanziamento della partnership tra impresa e isti-tuzione di ricerca per favorire

i progetti che creano innova-zione, quindi nuovi prodotti o servizi (materiali e imma-teriali) commercializzabili ra-pidamente dalle imprese. In questo modello le impre-se (in particolare le Pmi) che richiedono attività di ricerca e sviluppo possono accede-re alle Scuole Universitarie Professionali (Sup) che sono �nanziate dalla Confedera-zione Svizzera per fornire supporto all’innovazione di prodotti e servizi della azien-de, a patto di avere un vero obiettivo di commercializ-zazione dell’innovazione. Le Sup sono università di un tipo che non esiste in Italia, con una missione di forma-

Swiss2Grid: per sistemi intelligenti in ogni casaDistribuzione di tecnologie utili, innovative e pulite nelle abitazioni private e nei luoghi di lavoro. Così collaborano istituzioni e aziende

Lo sviluppo della società globale è sta-to accompagnato dall’arrivo di nuove

soluzioni tecnologiche intelligenti che sono in grado di piani�care, di ottimizzare e di adattarsi a situazioni impreviste, im-parando talvolta nuove strategie in ma-niera dinamica. In questo modo riescono a soddisfare le aspettative degli utenti nei vari ambiti di applicazione dal lavoro al consumo alla vita privata. La realizzazio-ne di sistemi intelligenti e il trasferimento di queste nuove tecnologie sul mercato ri-

chiede una stretta collaborazione tra enti di ricerca, università ed aziende private. Per esempio nel campo dei pannelli solari, del riscaldamento a pavimento, dell’au-tomobile ibrida/elettrica e vari elettro-domestici, Supsi propone con successo un approccio complementare a quello centra-lizzato, chiamato approccio distribuito. Il progetto Swiss2Grid (co�nanziato dall’U�cio Federale Svizzero dell’Ener-gia e da Swiss Electric Research) realizza piccoli sistemi intelligenti che vengono in-

stallati direttamente nei dispositivi e nelle abitazioni e, senza bisogno di scambiare nessuna informazione con l’esterno, ga-rantiscono sia la stabilità della rete che il massimo risparmio e confort agli utenti. A partire da questo progetto è nata un’in-teressante opportunità di collaborazione tra aziende e università sempre grazie al �nanziamento dalla Confederazione. Un’azienda ticinese che produce carica-tori per macchine elettriche ha realizzato con Supsi la nuova generazione dei suoi dispositivi integrandovi il sistema intelli-gente presentato in precedenza. Il successo di questa idea dell’intelligenza distribuita e di questo modello di collaborazione tra aziende e università si applica a molti campi e aumenta la competitività delle aziende svizzere e in particolare ticinesi.

■ SUPSI / Scuola Universitaria Professionale della Svizzera italiana e il Dipartimento tecnologie innovative

Innovazione e tecnologia a favore delle Pmi del territorioAttivare un paradigma di cooperazione sul fronte della ricerca e dell’innovazione tra il Paese elvetico e le regioni del Nord Italia

In una valutazione approfondita della qualità di vita è di fondamentale importanza sottolineare come il settore del-

le life sciences rivesta un ruolo capitale per il nostro futuro e per quello del pianeta su cui viviamo. Le life sciences integrano i settori della biologia, biochimica, biotecnologia, farmacologia, alimentazione, tecnologia ali-mentare, agricoltura e tecnologia medica. In ambito accade-mico e industriale i settori svizzeri della biotecnologia e della tecnologia medica sono in rapido sviluppo. Non bisogna però dimenticare che tra lo sviluppo in laboratorio e l’utilizzo sui pazienti sono molti gli ostacoli che possono rappresentare ef-fettivi problemi per le Pmi dotate di risorse limitate. Grazie alle sinergie che si sono attivate negli ultimi anni a livello ticinese tra Supsi, Fondazione Cardiocentro Ticino e Foundation for Cardiological Research and Education, la prospettiva di creare un polo biomedico-tecnologico nell’area del luganese è già una concreta realtà con la nascita dell’Isti-tuto Svizzero di Medicina Rigenerativa. Tramite queste sinergie è stato possibile sviluppare e realiz-zare innovativi sistemi nell’ambito delle tecnologie biomedi-cali. Un esempio è il progetto BloodExtractor, dove due im-prese ticinesi, una attiva nello stoccaggio di cellule staminali provenienti da sangue di cordone ombelicale e l’altra nello stampaggio a iniezione di tecnopolimeri termoplastici ad elevate prestazioni, hanno unito le loro forze e, sostenute dalla Supsi, stanno sviluppando un innovativo dispositivo medico monouso per l’estrazione normalizzata e standardiz-zata di sangue cordonale in applicazioni d’ostetricia. Questo modello sinergico ha permesso di attivare di�erenti progetti di ricerca tra i quali: il progetto Riamec, il progetto 3Phases, il progetto Mitraspring e il progetto Powerstim.

Life sciences e tecnologie biomedicali

Combinando le istituzioni di ricerca con le aziende

in un ideale cluster italo-svizzero si otterrebbero

risultati moltiplicanti con progetti

d’innovazione

zione professionale (tra l’altro formano ingegneri), dopo una maturità professionale, e di esecuzione di ricerca appli-cata, innovazione e trasferi-mento di tecnologia in stretto contatto con le imprese. I meccanismi d’innovazione europei, invece, favoriscono soprattutto la fase preceden-te di creazione d’innovazio-ne, partendo da conoscenza scienti�ca. Combinando i due modelli con la partecipa-zione d’istituzioni di ricerca e aziende in un ideale cluster italo-svizzero (aziende del-le due nazioni e metodi di �nanziamento dell’innova-zione anche) si otterrebbero risultati moltiplicati per i par-

tecipanti. La condizione deve essere la bilanciata partecipa-zione a progetti d’innovazio-ne di aziende e sistemi di �-nanziamento, con obiettivi di business; non come i progetti delle azioni del Programma di cooperazione transfronta-liera Interreg che non hanno portato alla Svizzera bene�ci diretti ma come progetti com-binati dei programmi quadro Eu e delle agenzie di �nan-ziamento svizzere, ciascuna con il suo modello. Molti progetti di ricerca applicata svolti con competenze inge-gneristiche del Dipartimento Tecnologie Innovative della Supsi hanno già attirato part-ner aziendali italiani, crean-do quindi un legame basato sulla conoscenza tra i due Stati. Vale la pena segnalare alcuni temi. Nel settore delle tecnologie ambientali, dove si stanno sviluppando sem-pre più sofisticati sistemi di monitoraggio e controllo, nel settore delle tecnologie medicali, dai nuovi mate-

riali alla meccatronica di precisione, nel farmaceuti-co, che necessita di sempre più sofisticati sistemi di produzione e controllo dei prodotti, nel settore del ri-sparmio energetico, dove le competenze svizzere e il for-te interesse economico ita-liano si incontrano, e infine nel più generale ambito dei sistemi intelligenti applicati sia ai sistemi energetici che alla produzione industriale sostenibile (intesa come ot-timizzazione del processo). Ottimi esempi sono i casi esemplari illustrati nei con-tributi che seguono del prof. Luca Maria Gambardella e dell’ing. Igor Stefanini. In tutti questi ambiti le coo-perazioni si realizzano sia sul piano della tecnologia che del posizionamento e dello svi-luppo di aziende su entrambi i mercati. Finalizzandoli agli interessi di aziende sia svizze-re che italiane è un obiettivo per le regioni del nord Italia e del Cantone Ticino.

Il professor Giambattista Ravano, direttore del Dipartimento tecnologie Innovative della Supsi

Sistema intelligente Swiss2Grid basato su tecnologie green

BloodExtractor. Standardizzazione del prelievo di cellule cordonali

12 Tecnologia, Ricerca & InnovazioneEventi

Lunedì 14 ottobre 2013

lavoro e con le esigenze ve-re del territorio - continua Cortese -. In questa dire-zione stiamo lavorando. In

la sua ricerca di biomolecole espresse dai tessuti patologi-ci che possano essere usate come cavallo di Troia per aumentare selettivamente la concentrazione del farmaco nei tessuti bersaglio riducen-do gli e�etti collaterali.‘Neuroscience and Neuro-pharmacology’ rappresenta un’integrazione della linea precedente, per tener conto delle peculiarità o�erte dal si-stema nervoso. In questo am-bito l’intervento farmacologi-co è mirato alla modulazione della neurotrasmissione e dei suoi meccanismi chimici ed elettrochimici, oltre che alla biologia cellulare.‘Stem Cells and Cell �erapy’ prevede l’utilizzo delle cellule staminali per la riparazione tissutale, o per lo sviluppo di nuovi approcci trapiantologi-ci. Lo studio di questi mecca-nismi e l’ottimizzazione delle metodologie utilizzate hanno un’importante potenzialità industriale e rappresentano l’obiettivo principale dell’at-tività dei centri di eccellenza inclusi nel polo.Con ‘Advanced Diagnosti-cs and Technology’ si passa alla diagnostica molecolare

■ ISTITUTO VALLAURI / Diventato un Istituto Tecnico Superiore, arricchisce la propria o�erta formativa

■ TECNOBIONET /L’Associazione temporanea di scopo coinvolge strutture private e pubbliche che operano in Liguria

Una fucina per formare tecnici specializzati

Ricerche su biotecnologie e tecnologie mediche

provincia di Cuneo più del 50% delle aziende ha come riferimento la meccanica e la meccatronica e molte di queste imprese guardano al Vallauri come alla fucina dei loro futuri tecnici. Appare quindi fondamentale avere percorsi sul territorio capa-ci di valorizzare i risultati della ricerca tecnologica più avanzata nel settore: questa è la scommessa”.I corsi Its hanno dunque co-me obiettivo la formazione di “super-tecnici” in precise aree tecnologiche. E tali di-venteranno tutti coloro che sceglieranno di iscriversi al nuovo corso biennale pro-fessionalizzante di “Tecnico superiore per l’automazione e l’innovazione dei processi e dei prodotti meccanici” che prenderà il via, presso l’Istituto Vallauri, a fine ot-tobre. Il corso ha l’obiettivo di formare una figura pro-fessionale in grado di muo-versi in tutti i settori dell’au-tomazione industriale, dalla meccanica all’elettronica/elettrotecnica fino all’infor-matica. Un corso finalizzato cioè alla formazione di un super-tecnico che sarà così

avanzata e di identi�cazione di nuove metodologie e mar-catori, con applicazioni nella diagnosi precoce o prenatale delle malattie, nella diagnosi molecolare in situ, nell’iden-ti�cazione e rilevamento di segnali molecolari capaci di predire la prognosi o la rispo-sta alle terapie. In�ne, ‘Ima-ging Tools and Development’. La linea mira all’ottimizza-zione del contenuto infor-mativo o�erto dalle tecniche di imaging in ambito clinico e sperimentale. Questa linea di ricerca si propone di svi-luppare prodotti innovativi nell’imaging in vitro e in vivo realizzando metodi di ima-ging molecolare, cellulare o sub-cellulare e utilizzando se-gnali di natura ottica, radio-logica, magnetica o nucleare. Data la complessità degli stu-di, all’interno di Tecnobionet sono presenti istituzioni di ricerca e soggetti industriali con caratteristiche scienti�-che, tecnologiche e produttive complementari. La struttura comprende le istituzioni di ricerca attive sul territorio ligure (l’Università di Genova, il Cnr, l’Istituto italiano di tecnologia). Un

in grado di collaborare alla progettazione di macchine ed impianti automatizzati destinati ai processi produt-tivi e di gestirli in fase ope-rativa.Il Tecnico Superiore in questione si distingue, dunque, per la capacità di operare con le diverse tecno-logie dell’automazione e del-la progettazione industriale, nonché per la flessibilità dei ruoli tecnici che è in grado di ricoprire e, ancora, per la potenzialità di impiego in settori organizzativi e pro-duttivi diversificati.Destinato a giovani e adulti di entrambi i sessi in posses-so di Diploma di Istruzione Secondaria Superiore, il cor-so è completamente gratuito, partirà a fine ottobre 2013 e ha una durata di due anni. Prevede circa 1.800 ore di frequenza complessive: due terzi di teoria e laboratorio, il resto dedicato a stage in aziende. È previsto un esame finale al fine di conseguire il diploma di Tecnico supe-riore che, grazie alla certi-ficazione delle competenze secondo l’Eqf (European Qualification Framework), è riconosciuto e spendibile su tutto il territorio della Co-munità Europea.

ruolo cruciale sarà svolto dalle tre grandi strutture sa-nitarie e di ricerca pubbliche genovesi (L’Ircccs Azienda ospedaliera universitaria San Martino - Istituto nazionale per la ricerca sul cancro - Ist, l’Ente ospedaliero ospeda-li Galliera, l’Irccs pediatrico “Istituto Giannina Gaslini”) che consentono di fornire un campo di prova non solo “potenzialmente immenso”, ma anche ricco delle compe-tenze scienti�che e cliniche indispensabili per realizzare paradigmi di validazione dei prodotti farmacologici e degli approcci diagnostici svilup-pati. In Tecnobionet agiscono poi quattro grandi imprese, Nexta, Ente gestore del po-lo; Carestream Health Italia, Bureau Veritas e Sempla, punti di riferimento rispetti-vamente nella produzione di soluzioni per l’imaging me-dico e l’imaging molecolare; nella fornitura di servizi per la valutazione di conformità e certi�cazione della qualità in svariati ambiti, tra cui quello della salute; nella realizzazio-ne di progetti innovativi in ambito biomedicale e biotec-nologico.Tecnobionet comprende enti privati e no pro�t come Cer-saa e Cnrb oltre a piccole e medie imprese come Active cells, Analisi & controlli, Ar-row diagnostics, Biorigen, Cooperativa diciannove, Ett, Mastelli, Nanomed, Omega, Paramed, Relab, Sirius-Bio-tech, Sitem, Tib Molbiol.

Parte a ottobre un corso professionalizzante per l’automazione e l’innovazione dei processi e dei prodotti meccanici

Individuato un percorso metodologico di ricerca che si basa su cinque linee strategiche interconnesse

Presente sul territorio da oltre 50 anni, l’IIS “Gian-

carlo Vallauri” è un Istituto di Istruzione Secondaria su-periore, situato a Fossano, in provincia di Cuneo. Con una lunga esperienza alle spalle e un forte know-how nel cam-po dell’insegnamento, offre percorsi formativi nel set-tore tecnico-industriale con triennio di specializzazione in Elettronica e Elettrotecni-ca, Informatica e Telecomu-nicazioni, Meccanica, Mec-catronica e Energia, e nel settore tecnico-economico, con specializzazioni in Am-ministrazione, Finanza e Marketing del turismo, oltre a un liceo scientifico con op-zione scienze applicate. Da poche settimane, tutta-via, il Vallauri è diventato Its (Istituto Tecnico Superiore) e potrà così arricchire la sua già ampia offerta formativa di un nuovo e prestigioso tassello. In questo senso, l’Istituto si affianca ai tre Its già presenti in Piemonte: uno legato alle tecnologie dell’informazio-ne e della comunicazione, con sede a Torino e Mon-calieri, uno sul tessile, con

Un’Associazione tempora-nea di scopo (Ats) per

connettere il patrimonio di istituzioni di ricerca attive in Liguria nell’ambito delle biotecnologie e delle tecno-logie biomediche. È questo l’obiettivo di Tecnobionet che

sede a Biella, e uno dedicato all’aerospazio/meccatronica, con sede a Torino e Novara a cui va ad aggiungersi il Val-lauri di Fossano come terza sede. Gli Its sono vere e pro-prie scuole speciali di tecno-logia, parallele all’universi-tà, progettate specificamente per chi desidera completare una formazione tecnologi-ca ad alto livello, collegata a competenze e risorse già presenti sul territorio e ad aziende ad alto contenuto di innovazione. “L’Its segna una discontinuità rispetto alla didattica e alla metodo-logia dei percorsi formativi della scuola superiore - af-ferma il dirigente scolastico dottor Paolo Cortese -. La didattica è modulare, non è vincolata a schemi discipli-naristici, privilegia metodo-logie più specificatamente legate alle realtà aziendali e ad un rapporto diretto con la ricerca e con lo sviluppo tecnologico”. Infatti, una caratteristica del percorso formativo è che il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro e delle professioni del settore inte-ressato.

ha individuato un percorso metodologico di ricerca di notevole valenza anche cul-turale, che si basa su cinque linee strategiche largamente interconnesse. La prima viene defnita ‘Drug Discovery, De-livery and Development’ ed è

“Gli Its hanno senso se si pongono in rapporto con il mondo della ricerca, con il mondo dell’impresa e del

dedicata allo studio dei bersa-gli molecolari implicati in di-verse patologie, caratterizzan-done le proprietà strutturali e funzionali, per identi�care nuovi bersagli per la terapia farmacologica. L’aspetto più innovativo di questa linea è

L’ex ministro Profumo all’inaugurazione di un laboratorio

Foto di gruppo con studenti

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Tecnologia, Ricerca & Innovazione 13EventiLunedì 14 ottobre 2013

Da oltre 40 anni Primon Automazioni è una con-

solidata realtà imprenditoria-le, certi�cata Iso9001 e spe-cializzata nella realizzazione di sistemi innovativi e per-sonalizzati di manipolazio-ne, assemblaggio e collaudo. Fondata nel 1970 da Vittorino Primon, dal 1990 è gestita con determinazione ed energia dal �glio Fulvio, sempre con sede a Verbania.Nei primi anni di attività l’azienda si era principalmen-te rivolta al settore elettrico ed elettromeccanico per la gestio-ne di macchine speciali, pro-

gettando e realizzando quadri elettrici per il loro controllo e utilizzando componenti elet-tronici creati ad hoc.Poi, con lo sviluppo dell’elettro-nica e la possibilità di reperire sul mercato componentistica avanzata, Primon Automa-

zioni ha intrapreso la strada dell’automazione, indirizzan-do le sue risorse interne verso la progettazione e la realizza-zione di impianti completi.Nulla è avvenuto per caso, ma come naturale conseguenza di una crescita basata sulla conti-nua ricerca. Infatti, sono state le conoscenze acquisite agli inizi ad agevolare la trasfor-mazione che permette oggi a Primon Automazioni di essere un integratore di automazione di riconosciuta professionalità e stimata reputazione.Grazie alla collaborazione con alcune tra le più signi�cative realtà industriali italiane, euro-pee e internazionali, l’azienda piemontese ha maturato un’ul-teriore esperienza sviluppando molteplici applicazioni dedica-te alla movimentazione auto-matica di rubinetti e valvole, ruote e supporti, maniglie e serrature, componenti per trattamenti super�ciali, bobi-ne di �lato e rotoli di tessuto.Il requisito fondamentale sta nella capacità di realizzare equipaggiamenti “su misura” per gestire processi di ma-nipolazione, assemblaggio e collaudo di componenti di piccole e medie dimensioni, con l’obiettivo di incrementare la competitività e la redditività dei clienti �nali, ottimizzare il loro ciclo produttivo interno e garantire ai sistemi automatici proposti quella �essibilità di impiego comunque necessaria per far fronte alle esigenze di un mercato in costante evolu-zione.Primon Automazioni ha sem-pre adottato una metodologia organizzativa puntuale e ro-

data, per presentarsi ai suoi clienti sia come consulente af-�dabile, sia come partner tec-nologico in grado di analizzare le complessità (e speci�cità) di ciascun contesto produttivo e di sviluppare progetti mi-rati, integrando competenze di progettazione meccanica, elettrica, hardware e so�ware, nonché di fornire le migliori soluzioni per l’aumento dell’ef-�cienza produttiva del reparto oggetto della trasformazione.A conferma della crescente capacità dimostrata nel coor-dinare e gestire progetti per la piccola e media industria, con l’uso di tecnologie all’avan-guardia e la scelta delle compo-nentistiche più a�dabili e per-formanti, le varie competenze messe in campo dall’azienda in tema di automazione han-no riguardato le attività di progettazione, realizzazione, installazione e avviamento in tre segmenti.Il primo è quello di attrezzatu-re, macchine, linee e impianti dedicati all’assemblaggio auto-matico, in particolare col ricor-so a linee a pallet, linee mecca-niche, tavole rotanti e banchi semiautomatici di montaggio. Il secondo comprende le linee automatiche di carico/scarico

di macchine utensili e opera-trici, tramite l’utilizzo di robot antropomor� e scara guidati da opportuni sistemi di visio-ne, dispositivi pick & place e manipolatori personalizzati a portale. Nel terzo segmento �gurano stazioni di controllo e di collaudo, sistemi per l’acqui-sizione dei dati e per la super-visione dei processi, mediante l’impiego delle più moderne apparecchiature di veri�ca e lo sviluppo interno di speci�ci programmi so�ware per Pc e Plc (Programmable logic con-troller).Un punto di forza di Primon Automazioni sta nell’attenzio-ne all’immagine aziendale di ciascun cliente, ovvero nella cura della “�sionomia” di ogni macchina che sta per nascere, in termini di ergonomia, sicu-rezza, prestazioni ed estetica, il tutto nell’assoluto rispetto delle normative CE e lasciando il necessario spazio alla creati-vità che da sempre contraddi-stingue l’intero “made in Italy”.Questa originale �loso�a aziendale, assai apprezzata dall’utilizzatore �nale, ha dato prova di essere vincente e viene coerentemente messa in prati-ca da Primon Automazioni, che cerca di proporsi al cliente

non tanto come semplice siste-mista, quanto piuttosto come integratore di equipaggiamenti “tailor made”, spesso destinati a essere macchinari con spic-cate caratteristiche di unicità.Non è certo un caso che il nu-mero di referenze sia progres-sivamente aumentato e abbia incentivato un allargamento dei con�ni geogra�ci di com-petenza, a partire dalle prime rubinetterie situate intorno al Lago d’Orta, per poi spingersi oltrecon�ne in Germania e in Nord Europa, �no ad arrivare in Turchia, Brasile e, di recente, addirittura in Cina.

Strumenti sempre più facili da gestire Tutti i componenti meccanici dei prodotti sono singolarmente identi�cati e numerati, per minimizzare i tempi di fermo

Nell’ottica di proporre un’automazione caratterizzata dalla massima �essibi-

lità e da una manutenzione il più possibile semplice, Primon Automazioni realizza macchinari con un target di produzione che privilegi lotti tendenti a diventare sem-pre più piccoli e con una conduzione che risulti sempre più agevole.Considerati i frequenti cambi di articolo, che sono dettati dalla normale evoluzione

della produzione, tutte le operazioni di ri-attrezzaggio delle linee vengono studiate per facilitare tali attività e, di conseguen-za, per minimizzare i tempi di fermo mac-china.Inoltre, tutti i componenti meccanici mon-tati sugli impianti Primon Automazioni sono singolarmente identi�cati e nume-rati. Questa procedura, comune per gli equipaggiamenti standard, ma non certo

per gli equipaggiamenti speciali, favorisce di molto la gestione da parte dell’utilizza-tore �nale. Infatti, in caso di guasto della macchina, il cliente è immediatamente in grado di mettere il fornitore nelle condi-zioni di identi�care e reperire il pezzo da sostituire.La descritta procedura è il frutto di un approccio che proviene dall’esperienza dei primi anni di attività dell’azienda piemontese, fornendo così un ulteriore plus ai suoi utenti. Allo stesso modo, tutti i sensori sull’impianto sono codi�cati con targhette identi�cative che riportano il medesimo codice visualizzato sul display di autodiagnosi e presente sullo schema elettrico.

■ PRIMON AUTOMAZIONI / La società è specializzata nella realizzazione di sistemi di manipolazione, assemblaggio e collaudo

Macchinari con caratteristiche di unicitàAlla base del successo, la capacità di coordinare e gestire progetti per Pmi con tecnologie all’avanguardia

La passione per l’au-tomazione. Da lì na-

sce il successo di Primon Automazioni. Se la pro-fessionalità e il progresso tecnologico possono essere replicabili dalle aziende, la passione resta inve-ce un talento personale, originale, distintivo, che a parità di sviluppo fa di gran lunga la di�erenza.Fin dai primi anni la fa-miglia Primon ha impres-so un’autentica cultura aziendale, puntando su una condivisione della stessa con i collaboratori e basando i propri pre-supposti di crescita su importanti valori, qua-li la sintonia di gruppo, gli stimoli professionali, l’adempimento propositi-vo delle varie mansioni e la riservatezza.Il desiderio di contribuire giorno dopo giorno alla �delizzazione della clien-tela e alla costante ricerca di nuovi contatti (ovvero di nuove s�de), impe-gnando tutte le risorse disponibili nel migliorare questo “valore aggiun-to”, ha reso possibile il raggiungimento di certi traguardi ed è tuttora di stimolo verso obiettivi sempre più elevati.Forte di questa consape-volezza, Primon Auto-mazioni guarda con otti-mismo al proprio futuro, nonostante un contesto tutt’altro che facile, do-vuto all’ormai nota glo-balizzazione di un mer-cato nel quale sono stati rapidamente stravolti gli equilibri.

Fidelizzare il cliente

Linea automatica di assemblaggio e collaudo a pallet liberi

Lo stabilimento Primon Automazioni a Verbania

Fulvio Primon, Ceo di Primon Automazioni

Stazione automatica di collaudo tenuta valvole

Stazione automatica di assemblaggio guarnizioni Oring

14 Tecnologia, Ricerca & InnovazioneEventi

Lunedì 14 ottobre 2013

Il rapporto Anvur 2013 - sti-lato dall’Agenzia Nazionale

di Valutazione del Sistema Universitario della Ricerca - ha certi�cato la posizione di eccellenza dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” nel contesto acca-demico nazionale, collocan-dola al quarto posto tra gli atenei medi statali. L’Ateneo “Avogadro” oggi è un’istituzione che produce conoscenza ad altissimi livel-li, occupazione quali�cata, e che contribuisce alla cresci-ta dell’identità e all’a�ran-camento intellettuale di un territorio spesso o�uscato dall’in�uenza economico-culturale delle aree metropo-litane di Milano e Torino.Tra le aree d’eccellenza evi-denziate dall’Anvur spiccano quelle di Biologia e Informa-tica, prime a livello nazionale nelle Università di medie di-mensioni. Lo si deve agli studi realizzati nel Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecno-logica (DiSIT) di Alessandria e, per la Biologia, alla collabo-razione con i Dipartimenti di Medicina. Il DiSit si caratte-

rizza anche per una Chimica di rilevanza internazionale, specie nei campi della chimi-ca-�sica e chimica generale, che può contare su laboratori attrezzati e all’avanguardia, dove ricerca e didattica si co-niugano in maniera e�cace e che trova applicazione anche nella ricerca in campo dei nuovi materiali.Dati alla mano il Diparti-

mento di Scienze e Innova-zione Tecnologica di Ales-sandria gioca uno dei ruoli chiave nella produzione della ricerca scienti�ca e del trasfe-rimento tecnologico prodotti in Ateneo.Anche la didattica, oltre alla ricerca, ha saputo rinnovarsi nel tempo e adattarsi alle ri-chieste del mercato locale e globale. Attualmente il DiSit conta oltre 1.500 iscritti. L’ateneo o�re la possibilità di iscri-versi a quattro corsi di laurea triennale, quattro corsi di laurea magistrale, un dotto-rato di ricerca in Chemistry & Biology e due master di primo livello ossia in Mate-riali per energia e ambiente e il neo-nato master in Analisi e gestione dei rischi da ri�u-to contenente amianto per l’ambiente e la salute, presso il polo formativo di Casale Monferrato, città-simbolo nella lotta contro i danni provocati dall’esposizione all’asbesto.

I corsi triennali riguardano Chimica (laureati adatti a settori chiave per la società, come i servizi e l’industria chimica, l’attività nei labora-tori di analisi e controllo di qualità e la gestione di pro-cessi e di impianti chimici); Informatica (conoscenze approfondite su algoritmi, programmazione, sistemi e reti, sicurezza informatica, analisi di sistema, progetta-zione di so�ware applicativi e di servizi web); Scienze biologiche (dalla botanica alla biochimica, dall’ecolo-gia alla �siologia, con focus primario sulla biologia am-bientale, agroalimentare, la scienza della vita e le tecno-logie molecolari); Scienza dei materiali - chimica (per laureati capaci di operare in ambiti d’applicazione delle varie classi di materiali), uni-co corso triennale nella sede di Vercelli e che dà la possi-bilità ai laureati di iscriversi alla magistrale di Ingegneria del Politecnico di Torino.

Le lauree magistrali sono Bio-logia, Informatica, Scienze chimiche e Fisica dei sistemi complessi (in collaborazione con l’Università di Torino). Tutte forniscono agli studenti una preparazione teorica in parallelo alla formazione “sul

campo” grazie alle numerose possibilità di stage in aziende del territorio di riferimento come Adverteaser, Chiorino, Digitaldomus, S.I.A. Servizi Informatici Avanzati, �ales Alenia Space Italia e Solvay, solo per citarne alcune.

Disit, dai laboratori al mondo reale. E i fondi per la ricerca ci sonoFronti di ricerca aperti in ogni settore. Promossa anche la nascita di realtà imprenditoriali, lo scambio con il mondo delle imprese e le collaborazioni internazionali

Oltre alla didattica il DiSit è, so-prattutto, ricerca di base e appli-

cata, internazionalizzazione e trasfe-rimento tecnologico. La ricerca riguarda gli studi di chimi-ca e biologia in campo ambientale e grande rilevanza ha avuto la messa a punto di una nuova procedura per la riduzione del cromo esavalente nei suoli contaminati e la �todepurazione di inorganici e organici xenobiotici mediante organismi vegetali micor-rizzati/batterizzati e lo sviluppo di sistemi per la valutazione del rischio ambientale. Nell’agroalimentare, le collaborazioni tra Biologia e Chimica hanno portato al miglioramento della qualità e della tracciabilità degli alimenti e a ricer-che volte alla valutazione del rischio associato all’uso di �tofarmaci in

agricoltura. In campo biomedico si è giunti a notevoli risultati nel settore e a ben due pubblicazioni su “Nature”, rivista di riferimento a livello interna-zionale. Le ricerche in campo chimico relative alla veicolazione di farmaci con nanoparticelle e la realizzazione di tecniche Mri per lo studio di agenti di contrato ha consentito importanti ricadute scienti�che e forti interazioni con le attività industriali nel farma-ceutico-medicale. Spicca anche la no-tevole attività nello studio dei nuovi materiali per industriale con evidenti risultati scienti�ci e applicativi. In-�ne, l’Ateneo, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nuclea-re, partecipa con otto ricercatori del DiSIT e dei Dipartimenti di Scienze della salute e Scienze del farmaco a esperimenti del Cern di Ginevra ri-

guardanti lo studio sperimentale della materia nucleare a elevata densità di energia.Grazie alle proprie strutture di ricer-

ca l’Ateneo “Avogadro”, oggi, attrae �nanziamenti europei per oltre 4,5 milioni di Euro, il 25% dei quali è di-rettamente riferibile ad attività svolte presso i centri di ricerca a�erenti al Dipartimento di Scienze e innovazio-ne tecnologica. BioreGent (Biocontrol and Bioremediation agents and their role in Agriculture and Forest he-alth), NanoFate (Nanoparticle Fate Assessment and Toxicity in the Envi-

ronment), myMed, Dmkm (Data Mi-ning and Knowledge Management), Innovasol (Innovative Materials for Future Generation Excitonic Solar Cells) e Meece (Marine ecosystem evolution in a changing environment) sono solo alcuni dei progetti �nanzia-ti negli ultimi anni. L’elevato numero di pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali e l’attrattività di fondi a livello nazionale ed europeo fanno del DiSit, anche nel rapporto Anvur, il dipartimento dell’Università del Pie-monte Orientale con il più alto indi-catore totale di qualità.Viene promossa, inoltre, la nascita di realtà imprenditoriali attraverso l’In-cubatore di Impresa del Polo di Inno-vazione di Novara (enne3), che ha contribuito allo sviluppo di tre spin-o� “generati” presso il DiSit: Penta solutions (ICT per telemedicina, do-motica sociale, formazione e sistemi adattativi), Mybasol (Biotecnologie verdi per agricoltura sostenibile e settore bio) e Nova Res (Chimica dei materiali nanostrutturati ed energe-tica).

■ UNIVERSITÀ DEL PIEMONTE ORIENTALE / Premiata nel Rapporto Anvur 2013 per la ricerca scienti�ca d’eccellenza e la didattica all’avanguardia

Tra le migliori in Italia per qualità degli studi e innovazione Sugli scudi Biologia, Informatica e Chimica. Innovazione tecnologica e laboratori all’avanguardia sono vincenti

La ricerca scienti�ca DiSit segue alcune direttrici prin-cipali in campo ambientale, delle energie rinnovabili

(biomasse, biocarburanti, fotovoltaico), della biomedicina, dell’agroalimentare (biofertilizzanti, qualità e sicurezza, tracciabilità e tipizzazione dei prodotti), delle reti informa-tiche (sicurezza e a�dabilità) e della domotica (sviluppo di sistemi di sicurezza e di controllo a distanza, supporto e monitoraggio di persone non-autosu�cienti). Docenti e ricercatori operano in strutture specializzate quali il Cen-tro interuniversitario per lo studio della chimica e della biologia dei metalli in traccia, il Centro interuniversitario di chimica dei metalli nei sistemi biologici, il Centro studi interdipartimentali sulla criminalità informatica (Csici), il Centro interdisciplinare per le metodologie innovative nelle biotecnologie (Cimib), il Centro interdisciplinare per le na-noscienze e lo sviluppo tecnologico di materiali innovativi (nano-Sistemi), il Centro interdisciplinare di ricerca su cli-ma ed energia (Circe), il Centro interdipartimentale in me-dicina di emergenza e dei disastri e di informatica applicata alla didattica e alla pratica medica (Crimedim) e il Centro di ricerca interdisciplinare per le celle a combustibile (Crfc).

Le altre linee di ricerca

Il laboratorio di Dinamica dei fluidi

Studenti nel laboratorio di Fisica Sperimentale

La sededel DiSIT nel quartiere Orti ad Alessandria

Tecnologia, Ricerca & Innovazione 15EventiLunedì 14 ottobre 2013

propri stabilimenti produt-tivi. “In tempi come questi servono ricette sempre nuove per saper rispondere alla do-manda di qualità - dice Lan-franco -. Noi abbiamo avuto esperienze in India, dove ci eravamo spinti per la presen-za in loco delle più quali�cate aziende automobilistiche, al �ne di salvaguardare l’occu-pazione e non disperdere le nostre �gure professionali che hanno richiesto anni di preparazione. Dopo aver avu-to contatti con alcune realtà

■ UTENSILERIE RIUNITE / Dal 1974 opera nei settori automotive, aeronautico e navale

La capacità di personalizzare i prodottilocali abbiamo creato una società commerciale a Nuova Delhi. Inizialmente avevamo riscontrato importanti risul-tati, ma poi abbiamo capito che per continuare ad averne avremmo dovuto trasferire là ogni nostra attività. Io, però, amo l’Italia non mi piace il caos dell’India…”. E così, malgrado la contra-zione e l’indebolimento del mercato interno, e le sirene estere, si è cercato di studia-re il modo di continuare ad imporre il proprio virtuoso modello nella Penisola.“Il nostro punto di forza - ar-gomenta Lanfranco - è quello di o�rire prodotti non stan-dardizzati, ma personalizzati. Lavoriamo su progetti e di-segni originali anche di co-se particolari, con materiali di�erenti, nel settore del me-tallo duro, anche con forme diverse da quelle standard. La personalizzazione è possibile in base alla richiesta speci�ca degli stessi clienti che ci pos-sono mostrare direttamente i disegni di ciò che vogliono, oppure scegliere tra i nostri progetti. Vantiamo un grande numero di brevetti che abbia-mo messo a punto, mentre al-

tri decaduti li abbiamo copiati e riadattati rendendoli idonei ad interventi nel settore uten-sile”. I prodotti indirizzati all’industria metalmeccanica, sono per asportazione trucio-lo, alesatori, frese speciali per metalli duri dalle particolari rese produttive.“Ne abbiamo in linea alcune - spiega il presidente - che con-sentono una resa produttiva del 30% rispetto un prodotto commerciale quali�cato, gra-zie a punte che hanno fori di refrigerazione forzata, con l’utilizzo di tubi inseriti nel corpo dell’utensile dalla pun-ta elicoidale”. Utensilerie Riunite ha in gamma la produzione di utensili speciali e normaliz-zati, quali punte elicoidali, frese ed alesatori in acciaio, metallo duro e saldobrasato, secondo le norme Uni e Din. “La Utensilerie Riunite - con-clude - ha da sempre voluto rinnovarsi negli impianti produttivi, introducendo via via dei macchinari delle ulti-me generazioni, con l’intento di migliorare i propri stan-dard qualitativi, operando se-condo i requisiti della norma Uni En Iso 9001:2008. Inol-tre ci avvaliamo di uno studio di progettazione interno in grado di proporre e studiare soluzioni per ottimizzare i cicli di lavorazione e conse-guentemente ridurre tempi e relativi costi”. L’assistenza pre-post vendita e il rispetto delle tempistiche fanno da sempre il punto di forza di Utensilerie Riunite.

Uno studio di progettazione interno è in grado di studiare le soluzioni migliori per ridurre tempi e costi

La Utensilerie Riunite è una storica azienda pie-

montese, con sede a Lanzo Torinese, che opera nei set-tori automotive, aeronautico e navale dal lontano 1974 e che da allora continua a man-tenere intatta la propria posi-zione sul mercato, nonostan-te negli ultimi tempi, un po’ come tutti, abbia dovuto fare i conti con gli e�etti della ge-neralizzata crisi economica. “Da qualche anno a questa parte - spiega il presidente Giovanni Lanfranco - in e�et-ti la situazione è un po’ cam-biata soprattutto a causa delle

di�cile congiuntura, e a noi che da anni siamo sulla brec-cia ci pare proprio di vivere un’atmosfera un po’ strana: il mondo del lavoro sembra co-me essersi fermato, soprattut-to nel settore dell’automotive che ha sempre positivamente caratterizzato il nostro ter-ritorio e nel quale ci siamo sempre distinti con la nostra o�erta di qualità. La contra-zione della richiesta, sul mer-cato interno, è stata notevole e si è corso il rischio di do-verne pagare le conseguenze,

e il rimedio dell’esportazione, ha coperto solo in parte l’im-passe”. Internazionalizzarsi a�acciandosi sul mercato estero è stata una delle stra-de obbligatorie percorse da Utensilerie Riunite, anche se il presidente ritiene che ancora il Bel Paese possa ri-servare soddisfazioni, soprat-tutto puntando sulla qualità, senza così dover cedere alle pressioni di alcuni stati che favorirebbero soprattutto le imprese che preferiscono de-localizzare completamente i

“Vantiamo un grande numero di brevetti che

abbiamo messo a punto, mentre altri decaduti li

abbiamo riadattati e resi idonei a interventi nel

settore utensile”

Punta elicoidale con fori di refrigerazione forzata

Fresa a disco a tre tagli stampata a caldo

se supportate da un servizio puntuale e di qualità.“L’esperienza acquisita negli anni”, dice Lugli, “e le nostre attuali strutture all’avanguar-dia ci permettono di fornire un servizio di alta qualità per la produzione di piccoli e grandi lotti di forme in qual-siasi settore”.L’area produttiva è suddivisa in quattro reparti: magazzi-no, reparto tornitura, reparto fresatura, controllo qualità con relativo laboratorio di collaudo.“Il magazzino”, a�erma Lugli, “è un reparto importante per l’organizzazione e la velocità di taglio che permettono di ri-durre i tempi morti nei repar-ti produttivi, esso è asservito da tre segatrici automatiche. Il �ore all’occhiello e arma vincente della nostra �essibi-lità e duttilità sono i macchi-nari marca Mazak, Mori Seiki e Okuma inseriti in fresatura e tornitura, senza dimenticare il nostro personale specializ-zato e non che ci permette di ottimizzare quanto abbiamo a disposizione. Non da meno, la sala collaudo si è arricchita di una macchina di precisio-ne Dea, mentre nel reparto di

■ LUGLI AMEDEO OFFICINA MECCANICA / Dal laboratorio di Candelo del 1979 alle s�de globali

Solo lavorazioni perfette. Nient’altro

tornitura si utilizza il sistema Cad-Cam Open Mind e nel reparto di fresatura il sistema Vero International”.L’utilizzo dei centri di lavoro orizzontali in fresatura per-mette l’esecuzione dei com-ponenti meccanici su tre lati ed è pertanto possibile ese-guire più lavorazioni senza che i pezzi vengano sposta-ti. E l’impiego in tornitura dei torni Integrex a 5 assi in continuo permetto lo stesso risultato.L’azienda ogni anno partecipa a diverse �ere e convegni in Italia e all’estero con lo scopo di raccogliere informazioni per la crescita della propria attività e per mettere a dispo-sizione le proprie tecnologie e competenze, con l’obiettivo di allargare sempre di più il pro-prio mercato.Scelta in qualità di partner al progetto di innovazione Manunet 2009 ha eseguito,

in collaborazione con altre aziende italiane e straniere, le fasi di prova e collaudo per la costruzione di un nuovo mandrino di maschiatura ad alta tecnologia per macchine utensili.Iscritta inoltre al progetto Torino Piemonte Aerospa-ce ed ai Progetti Integrati di Filiera (Pif) riguardanti Rail-way e Automotive collabora attivamente con il supporto del Centro Estero per l’Inter-nazionalizzazione.“Accanto a me”, conclude Amedeo Lugli, “ho persone di fiducia che mi affiancano da anni e che amano il pro-prio mestiere perché la mec-canica di precisione è anche creatività. In primis mio fra-tello Giulio, capo officina, mia moglie Maura, e tutti i miei dipendenti che sono il valore aggiunto della mia azienda”. Per informazioni: www.meccanicalugli.com

Componentistica per clientela esigente in tutti i settori dell’automazione più ra�nata

Nata da un’idea del titolare Amedeo Lugli, l’azienda

inizia il suo percorso nel 1979 a Candelo (Bi) in un labora-torio di 80mq attrezzato con macchine tradizionali.L’idea era, in origine, quella di lavorare nel campo tessile con la riparazione e la costru-zione di ricambi per questo settore. Nel 1980 però, con la seria crisi del settore, l’azien-da pensa di investire in un tornio a controllo numerico e, puntando su tale tipo di la-vorazione, diventa nel giro di breve un’o�cina meccanica di precisione.“Questa scelta ci ha consen-tito di restare sul mercato” a�erma Lugli. “La succes-siva evoluzione negli anni 2002/2003 con investimenti in macchinari ad alta capaci-tà produttiva ci ha poi anche permesso di diversi�care la clientela”.Nel 1996 l’azienda si tra-sferisce nell’attuale sede di Vigliano Biellese (Bi), che consta di tre capannoni per una super�cie totale di 1800 metri quadri. Oggi, i tre turni di lavoro, i 25 dipendenti, e un’organizzazione all’insegna di rapidità e �essibilità, sono

tutti fattori che si sono rivelati vincenti per a�rontare le s�de di mercato.L’azienda artigiana diventa industria nel gennaio 2012, certi�cata a norma Uni En Iso 9001:2008. Oggi è spe-cializzata nella costruzione, lavorazione e montaggio di componentistica meccanica nei settori di automazione,

chimica, aeronautica, tessile, nautica, elettronica, oleodi-namica, imballaggio, alimen-tare, ottica, robotica, model-lismo, ferroviario e macchine utensili. Dispone di attrezza-ture e macchinari di ultima generazione e si avvale della professionalità dei propri collaboratori per o�rire al cliente lavorazioni comples-

Lo scorcio di un reparto

Componenti meccanici prodottidall’azienda per diversi settori

Telerobot SpA è leader a livello mondiale nella progettazione e costruzione di macchine e sistemi per l’automazione dei processi pro-duttivi ed è nata solo alcuni anni fa dall’aggregazione di due storiche aziende alessandrine, di una torinese ed una genovese specializzate ciascuna nel proprio ambito nel settore dell’automazione industriale e robotica. Nel 2010 con il supporto di Xenon Private Equity, un fondo chiuso di investimenti specializzato in piccole e medie aziende industria-li, parte il progetto di aggregazione di due società di Alessandria la Icam leader nella realizzazione di linee per l’assemblaggio di componenti per l’industria automotive e dei white goods, e la CST leader nelle macchine per l’assemblaggio di componenti per l’industria del food & beverage, medicale e packaging in genera-le, la Euromodel Engineering storica azienda torinese leader nelle macchine per la saldatura di componenti in plastica e la Telerobot Genova che da oltre vent’anni realizza prototipi e macchine spe-ciali nell’ambito della meccatronica e robotica. Inoltre si concre-tizza anche un progetto di internazionalizzazione di Telerobot attraverso il controllo di una società in Brasile, nella regione di San Paolo, ove il mercato è locale in pieno sviluppo in tutti i set-tori. Nasce cosi una nuova organizzazione strutturata per divisioni funzionali.La divisione high speed machines, con sede in Alessandria, progetta e realizza macchinari con differenti soluzioni di assemblag-gio ad alta velocità per piccoli e medi componenti in plastica nelle aree beverage, food, cosmetico, medicale ed elettronico.La trentennale esperienza nel settore ed un continuo processo di svi-luppo e standardizzazione, in base alle specifi che di primari clienti internazionali, hanno portato le macchine Telerobot a rappresentare uno standard del settore, in particolare nell’assemblaggio di tappi e chiusure per il settore del beverage con soluzioni fi no ad altissime velocità di oltre 96.000 componenti/h.La divisione fl exible automation, con sede in Alessandria, rea-lizza sistemi automatici personalizzati per assemblaggio, manipola-zioni, saldatura, incollaggi, collaudi attraverso linee complete o sin-gole stazioni. Con particolare esperienza nel settore automobilistico, degli elettrodomestici e della componentistica elettromeccanica sono realizzate linee fl essibili a pallet, a tavola rotante e transfer, fi naliz-zate ad aumentare la produttività e garantendo accurate precisioni, soluzioni innovative, compatte e fl essibili in risposta alle crescenti esigenze di modernizzazione degli impianti ed ottimizzazione dei costi di esercizio e degli spazi.

La divisione cell & technologies, con sede a Torino, progetta e realizza macchine ed attrezzature per la lavorazione e saldatura di componenti in materiale termoplastico, partendo dalla tecnologia più idonea, sistemi a lama calda, ad ultrasuoni, a vibrazione e laser, scel-ti in base ai requisiti del cliente, alle dimensioni dei componenti e ai materiali impiegati, soluzioni applicate negli ambiti industriali quali automotive, elettrodomestici, alimentare, medicale e tessile. La divisione concept labs, con sede a Genova, è focalizzata sui servizi di ingegneria per l’automazione, robotica ed integrazione di sistemi meccatronici di elevata complessità oltre ad operare come reparto di R&D per le altre divisioni su tematiche specifi che.Infi ne Telerobot Brasil è già una realtà consolidata oltreoceano che oltre a sviluppare propri business locali fornisce importante sup-porto commerciale, produttivo e di service all’Italia per i clienti con stabilimenti in sud America.Va detto innanzi tutto, sottolinea Riccardo Servetti Managing Director di Telerobot che nel progetto industriale di aggregazio-ne, al contrario di quanto spesso accade alle aziende nel caso di acquisizione da parte di terzi, Telerobot SpA ha volutamente scelto

di rimanere e consolidarsi sul terri-torio alessandrino mantenendo sia la direzione commerciale, tecnica, e produttiva, ciò in controtendenza rispetto a casi nei quali per logiche di “razionalizzazione” realtà stori-che impiantate sul territorio nativo una volta assorbite da terzi possono essere ridimensionate e/o trasferite altrove con conseguente inevitabile impoverimento del tessuto industriale che le aveva concepite. Pertanto in Alessandria la produzione di high speed machines e fl exible automa-tion prima svolta in siti separati viene accentrata in un unico stabilimento sempre in Alessandria per permet-tere anche l’accorpamento fi sico di molte funzioni a supporto della pro-

duzione. Lo stabilimento ubicato nella zona industriale D4 è dotato di un sito di 5.000 mq dei quali, oltre 4.000 sono attrezzati per il montaggio e messa a punto dei macchinari. Nelle vicinanze è ubica-ta un’offi cina meccanica attrezzata con macchinari cnc per le lavora-zioni meccaniche di precisione e relativa sala metrologica.Il progetto di sviluppo e industrializzazione di Telerobot nel suo com-plesso è poi basato su una serie di iniziative volte a rafforzare e strut-turare tutta la fi liera commerciale, tecnica e produttiva e post vendita. Accade cosi che tali sinergie abbiano consentito che da piccole so-cietà con fatturati medi intorno a 5 milioni di Euro si sia passati ad un gruppo con un fatturato consolidato su-periore a 30 milioni di Euro con oltre 140 dipendenti. «Lavoriamo su commessa e grazie alla nostra gestio-ne tecnico-commerciale degli ultimi periodi abbiamo consolidato e anche molto diversifi cato il business nei vari mercati acquisendo nuovi clienti importanti che ci richiedono sempre maggiori livelli qualitativi e presta-zionali ma anche processi industriali moderni e struttu-rati ed è questa la sfi da quotidiana che affrontiamo» spiega ancora Riccardo Servetti. La società propone soluzioni ingegnerizzate e standar-dizzate apprezzate dai clienti non solo per gli elevati standard prestazionali ma anche per il loro design, fl essibilità e compattezza, garantendo tempi certi di consegna. Servetti sottolinea come oltre a sviluppare prodotti sem-pre più performanti e innovativi, altrettanto importante è avere processi produttivi moderni ed effi cienti e in grado di monitorare in tempo reale qualità, tempi e costi della produzione tra i vari siti del gruppo.• La riorganizzazione dei processi tecnico produttivi si

è basata sulla adozione di sistemi avanzati di pro-gettazione 3D, sull’implementazione di software di pdm per la archiviazione del technical data package e di software di generazione del manufacturing data package per la gestione della produzione e degli ap-provvigionamenti dei vari siti.

• Anche qui l’azienda ha scelto un partner di Alessandria, leader nella fornitura di sistemi informativi avanzati di business intelligen-ce col quale è stato implementato un software di gestione della produzione, basato su approccio mrp ma orientato alla produzione su commessa e non di serie.

• Il sistema supporta il concurrent engineering tra uffi cio tecnico e produzione consentendo la parallelizzazione delle attività tra pro-getto e produzione tramite il ricalcolo dei fabbisogni e dei carichi di lavoro man mano che il progetto rilascia in modo incrementale i gruppi che compongono il macchinario fi nale. Inoltre durante le fasi produttive verifi ca in tempo reale l’avanzamento lavori e i costi tramite rilevazione dei tempi di lavoro attraverso barcode readers distribuiti nei reparti di offi cina, realizzando un effi cacie strumento di pianifi cazione, controllo e avanzamento delle commesse di mac-chine speciali, priorizzando di volta in volta le nuove necessità.

• Aumenta così la competitività di Telerobot sui mercati attraverso la compressione dei tempi di fornitura richiesta dai clienti.

“I clienti hanno riconosciuto il salto di qualità nei processi produttivi e nella complessità dei prodotti che oggi il Gruppo riesce a fornire, impensabile solo alcuni anni fa dalle singole piccole realtà, ora ag-gregate” dice Mario Scarrone Business Development Mana-ger di Telerobot. E aggiunge “I clienti in pochi anni hanno sensibil-mente aumentato i livelli di qualità nei prodotti e processi richiesti ai loro fornitori ai quali Telerobot si è adeguata. Inoltre l’esigenza della nostra clientela di realizzare nuovi prodotti con l’utilizzo di sempre

meno materia prima è un continuo stimolo all’innovazione. In questo la Telerobot è leader grazie alle esperienze acquisite in alcuni decen-ni ma anche grazie alle idee innovative che le ultime generazioni di progettisti hanno apportato”.Roberto Bruni Direttore Commerciale sottolinea come in effetti i clienti Telerobot siano ormai tutte multinazionali di primario standing nei rispettivi mercati di riferimento, anch’esse sempre più chiamate a confrontarsi in termini di qualità dei propri prodotti nel rispetto dei tempi di inserimento degli stessi sul mercato e dei costi complessivi di produzione. È essenziale per i loro fornitori essere in grado di soddisfare queste esigenze.Telerobot sempre più spesso partecipa coi clienti alla ricerca delle soluzioni ottimali unendo diverse tipologie di competenze investendo ogni anno nello sviluppo di nuove soluzioni brevettate che daranno ulteriori benefi ci in termini di capacità e qualità produttiva ai propri clienti e benefi ci nella riduzione dei tempi di realizzazione del pro-dotto all’azienda” aggiunge Fabio Binelli Responsabile della Ingegneria di Telerobot.Una clientela e un mercato che per oltre il 90% risiede all’estero, anche oltreoceano e fi no al lontano Far East, un importante e consoli-dato business fuori dei confi ni che diventa oltremodo strategico nella congiuntura di periodo. L’aspetto commerciale, poi, rappresenta l’altra arma vincente che ha permesso di ampliare il parco clienti della società. “Abbiamo este-so - spiega Roberto Bruni, direttore commerciale - la sfera di azione commerciale a tutti i Paesi industrializzati o in via di sviluppo con la creazione di una rete di vendita commerciale supportata da un team tecnici in loco che assicurano il service locale, il che ci ha permesso

di rinnovare ed estendere il numero di clienti con l’acquisizione di importanti commesse con i principali player internazionali nel settore automotive, food & beverage e elettromeccanico”.Un altro fattore determinante per il successo del progetto Telerobot, conclude Servetti, sono stati i dipendenti, che hanno negli anni dimo-strato un vero attaccamento alla società ed a tutto il progetto industria-le anche nei periodi di straordinario impegno. Tutti hanno compreso e appoggiato il progetto di crescita unico, vero driver per garantire il futuro all’azienda nelle sfi de a livello globale che sempre più si è chiamati ad affrontare. Telerobot ha quindi la struttura e le competenze per soddisfare i bi-sogni della clientela e si propone pertanto nel breve periodo di ac-crescere ulteriormente la propria presenza e leadership nel settore a livello mondiale, con un conseguente aumento del fatturato e crescita dell’occupazione con l’inserimento di fi gure professionali altamente specializzate. Fra gli eventi internazionali imminenti ai quali la Tele-robot partecipa si annovera la Fiera “K” con oltre 3000 espositori, la principale fi era internazionale del settore delle materie plastiche e della gomma che si svolgerà a Düsseldorf in programma dal 16 al 23 ottobre 2013. Telerobot sarà presente con un proprio stand di rappresentanza entro il quale sarà possibile conoscerne i macchinari, le soluzioni tecniche e tecnologiche adottate scoprendo gli elevati standard e di innova-zione di settore raggiunti da una delle principali aziende attive nella progettazione e costruzione di macchine e sistemi per l’automazione dei processi produttivi.

concept lab flexible automation high speed machines cells & technologies

telerobot s.p.a. Sede Legale: Via Buccari, 9 - 2° piano - 16153 Genova - Italia • Tel. +39 010 2518057 +39 010 261939 - Fax +39 010 2462976

Sede Amministrativa: Via L. Einaudi, 75 - Zona Industriale D4 Scalo - 15121 Alessandria - Italia • Tel. +39 0131 244811 - Fax +39 0131 244826Capitale Sociale € 5.139.000,00 • P.IVA / C.F. / Reg. Imprese 00579310061 • R.E.A. 449174

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ItaliaTel. +39 011 3491811Fax +39 011 3491816

Riccardo Servetti Managing Director di Telerobot

Lo stabilimento produttivo di Alessandria

www.telerobot.it

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Lunedì 14 ottobre 2013