donare riaccende la vita - donoevita.it · padova: gloria mercurio, gianni mamprin; rovigo:...

24
Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue ubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXV - n.4 - Dicembre 2013- Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie www.donoevita.it. Numero 4 dicembre 2013 Donare riaccende la Vita

Upload: vuongmien

Post on 17-Sep-2018

217 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

Bellunese Volontari Sangue

Pubb

licaz

ione

Trime

stra

le - R

egist

razio

ne Tr

ibuna

le di

Trevis

o n.

494

del 2

5/6/

92 A

NNO

XXXV

- n

.4 -

Dice

mbre

201

3- Po

ste

Italia

ne s

.p.a

. - S

pediz

ione

in Ab

bona

ment

o Po

stale

- D.

L. 35

3/20

03 (c

onv.

in L.

27/0

2/20

04 n

° 46)

art.

1, c

omma

2,

NE/P

D -

Iscr.

Reg.

stam

pa n

°061

25 d

el 17

/12/

97 -

Tirat

ura

e dif

fusio

ne: 1

05.0

00 co

pie

www.donoevita.it.

Numero 4dicembre 2013

Donareriaccende

la Vita

Settembre2013Cover_Cover_Dono&Vita 04/12/13 10.38 Pagina 1

Page 2: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

32

SOM

MA

RIO

Quanti siamo, dove siamo, quanto doniamo: Donatori e donazioni Avis VENETO

Donatori e donazioni Avis ITALIA

E a tutti voi, lettori e donatori...BUON NATALE E FELICE 2014!

(Dati ufficiali 2012 Commissione verifica poteri. Vicenza: Assemblea Regionale 2013)

(Dati ufficiali 2012 Commissione verifica poteri. Rimini: Assemblea Nazionale 2013)

L’Editorialedi Gino Foffano pag.4

La pagina del direttoredi Beppe Castellano pag.5

Attualità trasfusionale2014 decisivo per l’Italia pag.6

La “mappa” del sangue in Veneto pag.7

Progetto AfricaAvis, Cuamm e Alì insieme da pag. 8

Niente sangue, i bimbi muoiono pag.10

Storia di Gaetano, donatore Etiope-Eritreo pag. 11

Una storia venetaFratelli di sangue da 40 anni pag.12

Noi, ragazzi in quegli anni ‘70 pag.13

Cellule epatiche, qui la cura? pag. 14

Bomboniere? No, ricerca! pag. 15

Sangue midollareDonatori? Sì, fino al midollo pag.16

Intesa con Avis si rinnova pag.17

Chi ha ricevuto, chi ha donato pag.18

E chi in soli sei mesi... pag.19

Pagine GiovaniForum giovani interregionale,se la buona notizia fa... notizia da pag.20

Sivà: la radio racconta il forum pag.22

Avis in tour, donare fa tendenza pag.26

Dal Nord Est la coordinatrice nazionaleJob&Orienta e parlare in pubblico pag.27

Il Bello del VenetoPossagno & Canova da pag.23

Le sette sorelleCronache associative dalle nostre province avisine e dall’Abvs Belluno

Treviso da pag.28

Venezia da pag.31

Belluno da pag.34

Padova da pag.36

Verona da pag.38

Vicenza da pag.40

Rovigo da pag.44

Aziende per il volontariatoSupermercati, Telethon pag.46

Scuola e Sport pag.47

Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

Bellunese Volontari Sangue

azion

e Tri

mest

rale

- Reg

istra

zione

Tribu

nale

di Tre

viso

n.49

4 de

l 25/

6/92

ANN

O XX

XV -

n.4

- Di

cemb

re 2

013-

Post

e Ita

liane

s.p

.a. -

Spe

dizion

e in

Abbo

name

nto

Post

ale -

D.L.

353/

2003

(con

v. in

L. 27

/02/

2004

n° 4

6) a

rt. 1

, com

ma 2

, NE

/PD

- Isc

r. Re

g. st

ampa

n°0

6125

del

17/1

2/97

- Tir

atur

a e

diffu

sione

: 105

.000

copie

www.donoevita.it.

Numero 4dicembre 2013

Donareriaccende

la Vita Dono & Vita Anno XXXV - n° 4 - dicembre 2013

Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue

e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Editore - Segreteria - AmministrazioneAVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso

tel. 0422 405088 - fax 0422 [email protected]

REDAZIONEVia Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)

tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078320 4784837

E-mail: [email protected]

Presidente Avis Regionale VenetoGino FoffanoIdea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - VeronaFotolito: Typongraph Digital System - S. Martino B. Albergo (Vr)Stampa: Elcograf - VeronaDiffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

LA REDAZIONEDirettore Responsabile:

Beppe Castellano - [email protected]

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione:Michela Rossato - [email protected]

Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Vice Direttore: Roberto Rossini

Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS

BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro;VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo; Ma-nuela Fossa; Ottaviano Cereser, Giorgio Scotto,VERONA: Alice Rossetto, Costantino Gugliuzza;VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva.

Redazione giovaniElena Cappelletto (TV), Fulvia Chiaro (VE), Federi-co Marangoni, Alice Rossetto (VR), Gloria Mercurio(PD), Kevin Costa (VR).

Notizie da Avis nazionale e SanitarieAlberto Argentoni e Bernardino Spaliviero

Collaboratori fissi e rubricheOttaviano Cereser (Il Bello del Veneto), Francesco Magarotto (Volontariato), Roberto Rondin (Cooperazione internazionale),Lucia Del Sole (Giovani Avis nazionale e EU)

Hanno collaborato a questo numero:Linda Previato, Giulia Levorato, Getauhm Tamrat, SilviaBarbon, Paola Dalli Cani, Andrea Finotto, Sara Morini, Mi-lena Toniolo, Taira Riolfi, Umberto Panarotto, WalterTonon, Lorella Piai, Giorgio Brunello, Silvano Vello, Giulia-no Casotto, Roberto Sartori, Mauro Zocca, Gaspare Fracca-ro, Marco Gianesini, Giampiero Vantin, Tiziano Graziottin,Alessandro Comin.

Fotografie:Mimmo Lamacchia, Ottaviano Cereser, Barbara Ianotta

Chiuso in fotolito il 3 dicembre 2013Il prossimo numero uscirà a marzo 2014

IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASOENTRO IL 31 GENNAIO 2014.

Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA

Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)[email protected]

oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso

[email protected]

Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli anche per essere inseriti su

www.donoevita.it

Continuate a leggerci anche sul web e su Facebook donoevita.it

Sommario

Copertina di Mimmo Lamacchia conimmagini di Lamacchia e Castellano.

Donare1settembre02-17_progetto2Dono&Vita 04/12/13 18.08 Pagina 2

Page 3: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

L’Avis sta valutando, dal giugno scorso, una pro-posta del Crat relativa alla realizzazione delle

linee-guida per la chiamata dei donatori alla don-azione, sia per la programmazione feriale, sia perquella festiva, compresa quella gestita da Avis. È unpiano che punta a concretizzare i riferimenti norma-tivi che disciplinano le attività trasfusionali a partiredal IV Piano Sangue Regionale del 2004, fino all’ul-tima DGR 954 del 2013, relativo all’accordo dellaConferenza Permanente Stato-Regioni. Fermo re-stando che le chiamate dei donatori restano di com-petenza associativa, bisogna sottolineare che inquesto settore l’associazione deve intervenire al piùpresto. La novità più significativa consiste nel coin-volgimento diretto nella programmazione di un’a-genda di appuntamenti, con la donazione che risultaessere ben più di una semplice chiamata (quella sipuò fare semplicemente con un sms o con un mega-fono). L’associazione ha attivato con le sedi provin-ciali un’analisi sulle realtà territoriali per poter sug-gerire eventuali proposte prima che lo strumentovenga deliberato e per poter aprire sin da ora un di-battito, al fine di creare un’organizzazione della chia-mata in linea con i Sit di riferimento e in base alle ef-fettive necessità terapeutiche del territorio e alservizio del donatore. Nella nostra regione, esistonodelle consistenti diversità tecnico-organizzative fra isette dipartimenti provinciali oltre che, in alcuni, lapresenza di altre associazioni del settore. Questa situ-azione mette a dura prova lo sviluppo di uno stru-mento comune che risponda con equilibrio ai criteridi efficacia ed efficienza di risultato, nel rispetto diun bilanciamento equilibrato fra le parti. Dueprovince del Veneto da qualche anno hanno consoli-dato un’esperienza nel settore e da loro possiamo at-tingere interessanti contributi. L’Avis provinciale diRovigo, infatti, gestisce un unico ufficio di chiamataper tutto il territorio, articolato in tre sedi, in corre-lazione con tre centri di raccolta e raccoglie oltre17.000 sacche all’anno, suddivise attualmente fra 50Avis comunali, con circa 10.600 soci. Gli amici del-l’Abvs della provincia di Belluno hanno predisposto

un unico ufficio di chiamata per tutta la provincia,situato presso l’ospedale di Belluno, che gestisce l’at-tività di chiamata per circa 9.200 donazioni all’annoe che coinvolge 52 sezioni del territorio, con unparco soci attivi di 6.150 donatori. Per decenni, ilprimo problema per la nostra associazione è stato ilconseguimento dell’autosufficienza, oggi che questa èstata raggiunta e consolidata per quasi tutte le suecomponenti in tutto il territorio regionale, i fab-bisogni ospedalieri di sangue vanno gradatamentediminuendo. Un concetto fino a poco tempo fasconosciuto, chiamato con il termine anglosassone“spending review”, è diventato una parola di usoquotidiano che, tradotta in pratica, si concretizza inristrettezze economiche, obbligandoci a un diversoutilizzo delle risorse. Da questo consegue che dobbi-amo assumerci le nostre responsabilità, riqualificarel’organizzazione interna e porci nuovi obiettivi, qualiil mantenimento del nostro patrimonio associativo,la chiamata per macro-aree per non perdere nessunsocio e farli comunque donare tutti, la distribuzionepiù attenta della raccolta per profilo biologico percontenere al minimo gli eventuali esuberi. Questisono alcuni obiettivi che dobbiamo iniziare aperseguire, data l’attuale situazione di non richiestadi crescita nella raccolta, dovuta ad una diminuzionedel fabbisogno regionale di sangue e ad una sempreminore richiesta da parte di altre regioni che si ap-provvigionavano in Veneto. Non possiamo produrrepiù del necessario. Non utilizzare tutto il sangue do-nato è etico? Sicuramente no, e ciò non può dipen-dere da un’organizzazione non funzionale. Fino adora abbiamo operato con impegno e con risultatipositivi per quanto riguarda le chiamate, con-tinuiamo a farlo assieme in maniera più organizzata,più attenta e in linea con le reali necessità terapeu-tiche. Gino Foffano, presidente Avis regionale

54

LA

PA

GIN

A D

EL

DIR

ET

TO

RE

L’E

DIT

OR

IALE

Per donare, donare tutti,e non sprecare

Eppure negli anni ‘90... ci prendevano per i fondelliI“soliti veneti”... “Il plasma mica è Prosecco. Vogliono il

“plasma a Doc”. E giù sorrisetti e sfottò che fioccava-no. Così in Italia quando, su queste stesse pagine ametà degli anni ‘90, scrivevamo di “plasma a Doc”.Ovviamente ci riferivamo ai plasmaderivati ricavati inconto lavorazione da plasma di donatori “locali”, pe-riodici, associati e controllati. Bene. Qui sotto pubbli-chiamo un’immagine (è un’etichetta di medicinale) dicui la maggior parte di noi non ci capisce un’acca. Na-turale, è in giapponese. In Italia siamo ancora parec-chio in difficoltà con l’inglese, figurarsi con le lingueorientali che pur saranno “pane quotidiano” per i no-stri figli e nipoti. Tornando all’etichetta, l’abbiamoquindi fatta tradurre, non senza qualche difficoltà neltrovare chi poteva esserne in grado (grazie a GiuliaCiofini per la traduzione qua accanto). Ebbene si tratta,l’avrete immaginato, di un plasmaderivato. È esatta-mente un’immunoglobulina prodotta da una multina-zionale che ovviamente non citiamo. Sarà una dellequattro che, presumibilmente, parteciperanno alle gareper la produzione in c/lavorazione del vostro plasmanel 2014. La cosa interessante è che (come leggiamonella traduzione), i giapponesi DA ANNI su tutte leconfezioni di plasmaderivati impongono che venga in-dicata la “provenienza” del plasma. E non solo... Inquesto caso proviene dalla Germania ed è ricavato dadonatori NON a pagamento. Cosa che in Italia chie-diamo, appunto, da almeno venti anni: i “plasmaderi-vati a DOC”. Ma i giapponesi, si sa, sono sempremolto più avanti di noi, anche nel chiedere “scusa” enell’ammettere e pagare i propri errori. Sempre a metàdegli anni ‘90 riportammo una notizia da “Le Monde”secondo la quale sia il Ministro della Sanità giappone-se, sia i dirigenti di una ditta farmaceutica del Sol le-vante avevano - “faccia a terra” - pubblicamente chie-sto scusa agli emofilici infettati da HIV per i farmaci

infetti importati. E avevano indennizzato, subito, loroe le famiglie. Senza discutere. Non pretendiamo tantodai nostri politici (figurarsi...), ma magari una parolafine agli ormai ultradecennali processi a carico dei re-sponsabili, sì. E imporre l’etichetta con la “provenien-za” del plasma usato per i plasmaderivati anche in Ita-lia, perché no? Minuziose indicazioni di provenienza cisono perfino su ogni uovo o confezione di fettine cheacquistiamo al supermercato (stringenti norme UE)!Perché non dobbiamo averle anche su ciò che a ognicittadino può capitare di iniettarsi in vena? Almenoanche lì potremo scegliere molto più “consensualmen-te informati”. BUON NATALE! Beppe Castellano

“Letteralmente採血国 significa "paese in cui è stato ef-fettuato il prelievo di sangue"; la parola che segue,ドイツ, indica la Germania. L'ideogramma subito dopo, 献血, significa "donazione di sangue" ed è composto dallaparola sangue e dalla parola donare. Controllando glialtri significati dell'ideogramma che indica il "donare",mi sembra che sottintenda sempre un senso di "dare in of-ferta, dare in omaggio, dedicare". Questo fa pensare che sitratti di donatori non remunerati...” (Giulia Ciofini)

Quando un banner come questi appare suuna pagina, la notizia può essere approfondi-ta (con testi, gallerie d’immagini, video,ecc...) sul sito-blog del giornale e/o sullepagine Facebook e YouTube. Veniteci a clic-care, potete anche commentare. E su Face-book mettete un “mi piace”, naturalmentese... vi piace. BUON NATALE A TUTTI

DonoVita sulla rete

+ WEB + WEB

La traduzione dell’etichetta

+ WEB + WEB

settembre2013-02-17_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.14 Pagina 4

Page 4: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

76

La Giunta Regionale, dopo mesi di discussioni econfronti, con la delibera del 19 novembre ha

definito “le schede di dotazione ospedaliera” degli os-pedali pubblici e privati del Veneto. A noi donatori edirigenti Avis interessano la Rete Trasfusionale e peril risvolto trasfusionale specifico la rete delle Ema-tologie, cioè i luoghi dove si curano le malattie delsangue. Abbiamo dunque letto gli allegati ed esami-nato le schede, ospedale per ospedale, con questo in-teresse, centinaia di pagine!

Medicina TrasfusionaleDella Medicina Trasfusionale si parla nell’Allegato A“Indirizzi e criteri operativi”, al punto 3.5. Richiama-to il 4° Piano sangue e plasma adottato ancora nel2004 (delibera del Consiglio Regionale n.18 del25.03.2004) è scritto: “La proposta di riorganiz-zazione conferma il modello dipartimentale provincialeed identifica per ciascuno dei sette Ospedali di riferi-mento provinciale una Unità Operativa Complessa diMedicina Trasfusionale che svolge, in qualità di di-rezione del DIMT, anche la funzione di coordinamentoper le strutture della provincia di riferimento”. Eh si!Quella volta avevamo visto giusto e guardato lon-tano, se dopo 10 anni si conferma il disegno com-plessivo del 4° Piano Sangue! Viene quindi confer-

mato un Dipartimento Interaziendale TrasfusionaleProvinciale (Dimt) per ogni provincia veneta, consede nel capoluogo e con un Direttore. Spariranno iprimariati nei territori provinciali, sostituiti da UnitàSemplici Dipartimentali (Usd), con un proprio re-sponsabile, che risponderà al direttore del Dimt, ilquale coordinerà l’intera attività trasfusionale provin-ciale. L’eccezione che conferma la regola è l’aziendaUlss 22 di Bussolengo (Vr), dove è previsto che ri-manga il primario, anche se l’attività trasfusionalesarà comunque garantita e coordinata dal DIMTprovinciale. Nelle strutture private è previsto unCentro Trasfusionale all’Ospedale Don Calabria diNegrar (Vr), in convenzione con l’Azienda Os-pedaliera di Verona; infine nella Casa di CuraMadonna della Salute di Adria (Ro) è prevista attiv-ità trasfusionale gestita dal Laboratorio di Analisi, co-ordinata dal Dimt di Rovigo. Anche se non inseritenelle schede ospedaliere la rete della raccolta delsangue è completata con le Unità di Raccolta provin-ciali Avis di Treviso, Venezia e Padova.

EmatologiaIn ogni capoluogo di provincia c’è l’Ematologia, conun direttore nelle cinque province maggiori mentre aBelluno e Rovigo c’è l’Unità semplice dipartimentaleinserita nelle Medicine generali. In più compare perla prima volta l’Ematologia con proprio direttore aCastelfranco Veneto (Tv). Qui da 40 anni c’è unCentro Trasfusionalecon annesso un repartodi degenza per lemalattie del sangue eCentro regionale diriferimento per l’E-mofilia di famanazionale, che divienequindi autonomo,svincolato dal DIMTprovinciale. Infinenella Casa di Cura Poli-clinico San Marco(Ulss 12-Veneziana) èprevista “attività di Ematologia” inserita nella Medi-cina Generale. Sono confermate le due Oncoema-tologie Pediatriche di Padova e Verona. Viene confer-mato che solo a Verona si fa il trapianto di midolloosseo, sia negli adulti in Ematologia, sia nei bambininell’Oncoematologia Pediatrica. Bernardino Spaliviero

Coordinatore comitato medico Avis nazionale

Anno decisivo per l’Italia del dono La “mappa” del sangue in VenetoOgni anno, il Centro Nazionale Sangue (CNS)

organizza una conferenza generale per concor-dare la programmazione delle attività nell’anno suc-cessivo e per affrontare le principali problematichedel sistema. Nella riunione del novembre a Roma, sisono affrontati i seguenti argomenti:

Programmazione attività 2014 Alla luce del calo dei consumi di globuli rossi (-3%)nei primi nove mesi del 2013, si prevede per il 2014un incremento minimo (+1,6%) della raccolta disangue intero. Questo au-mento permetterà di assi-curare l’autosufficienzanazionale, garantendoanche le regioni carentiche sono la Sardegna(fabbisogno extraregionale previsto di 35.500 unitàdi globuli rossi) e il Lazio (fabbisogno extraregionaleprevisto di 18.600 unità di globuli rossi). Il Venetoparteciperà al supporto nazionale con oltre 11milaunità, mantenendo il ruolo di seconda regione ita-liana dopo il Piemonte, che assicurerà ben 26milaunità. Per quanto riguarda la raccolta di plasma siprevede un aumento dell’1,5% ma molte regioni delCentro-Nord hanno dichiarato che ridurranno laloro produzione. Il Veneto ha confermato che in-tende trovare il punto di equilibrio tra la raccolta diplasma e l’autosufficienza in plasmaderivati (ormai

raggiunta in regione), razionalizzandol’utilizzo delle stazioni di plasmaferesi(che dovranno svolgere come mediadipartimentale almeno 500 proce-dure/anno per macchina) e riducendola raccolta da aferesi. Anche in questocaso, comunque, ci attestiamo a volu-mi di raccolta di quasi 85.000 Kg. diplasma all’anno, dietro solo alla Lom-bardia in ambito nazionale.

Percorso di autorizzazione e accreditamento

Ormai manca poco più di un anno alla scadenza del-l’obbligo di accreditamento delle strutture trasfu-sionali pubbliche e associative. In Italia la situazioneè piuttosto variegata: tutte le regioni (tranne Campa-nia, Lazio, Umbria), hanno definito il percorso perl’accreditamento e stanno formando i team di verifi-ca ma solo 4 regioni (Friuli Venezia Giulia, la provin-cia autonoma di Trento, Val d’Aosta e Veneto)

hanno già eseguito le visite ispettive e altre 5 regionile hanno pianificate e/o iniziate. Il dott. GiulianoGrazzini, direttore del CNS, si è detto preoccupato,ma fiducioso. Di certo il tempo non è più molto e leeventuali azioni correttive delle non conformità sidovranno svolgere in tempi ridottissimi. Il Veneto hadeciso di effettuare separatamente la procedura di au-torizzazione, che per noi è un rinnovo, e quella di ac-creditamento, avviando contemporaneamente gli in-dispensabili corsi di formazione per il personale dellenostre Unità di raccolta (UdR). Nel momento in cui

andiamo in stampa, il Co-ordinamento regionale perle attività trasfusionali(CRAT) sta vagliando irisultati delle visite ispet-tive per omogeneizzare i

criteri di giudizio e disporre le tempistiche di adegua-mento per le prescrizioni riscontrate. Seguirà, poi, ildecreto di autorizzazione della Giunta Regionale e cisi dovrà adeguare nei tempi previsti, pena l’impossi-bilità di continuare a raccogliere il sangue dei nostridonatori.

Prima donazione differita Questa procedura, ormai consolidata in Veneto, èadottata solo da alcune regioni in Italia. Le regionicon più raccolta da donatori non periodici, ma ancheda quelle dove la Fidas è prevalente (vedi il vicinoFriuli), mettono in discussione la sua necessità dalpunto di vista della sicurezza e segnalano le impli-cazioni organizzative ed economiche. Il CNS inten-derebbe uniformare il quadro nazionale e così ha de-ciso di organizzare un convegno per il prossimo 3febbraio a Roma per iniziare a discutere su basi scien-tifiche validate. Il Veneto e Avis nazionale sono con-vinte dell’importanza di questa procedura chemigliora la già elevata sicurezza trasfusionale, ma cheha anche un forte valore di sensibilizzazione e re-sponsabilizzazione del donatore. Un dato interes-sante riguarda il periodo 2011-2012: di tutti i97.330 aspiranti donatori che hanno effettuato laprima donazione differita in 39.781 (40,9%) sonotornati a donare nel periodo di riferimento mentredei 287.380 aspiranti donatori che hanno donatosubito, solo 48.500 (16,8%) hanno ridonato nellostesso periodo. Il dato in Veneto risulta essere ancorasuperiore: il 52,9% è tornato a donare dopo la primadonazione differita. Alberto Argentoni

Vice presidente vicario Avis nazionale

ATT

UA

LIT

A’ T

RA

SFU

SIO

NA

LE

Gli scogli da superare a livellonazionale per l’anno 2014

ATT

UA

LIT

A’ T

RA

SFU

SIO

NA

LE

Dott. Giuliano Grazzini,Direttone Centro nazionale Sangue

settembre2013-02-17_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.15 Pagina 6

Page 5: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

8 9

PRO

GE

TT

O A

FRIC

A

PRO

GE

TT

O A

FRIC

A

La sinergia tra tre realtà diverse, Cuamm Medici conl’Africa, Avis regionale Veneto e Alì Alìper Super-

mercati, sta dando vita ad un’iniziativa di solidarietàsenza precedenti. Con “Sangue sicuro per le mamme e i bambini inAfrica” ci si propone, infatti, di far fronte alle richiestedi sangue di quattro ospedali a sud del Sahara. “Negli ospedali africani il 60-80% delle trasfusioni sal-vavita sono destinate ai bambini, soprattutto per curare lamalaria, e alle donne, specie per far fronte a emorragie os-tetriche - è stato spiegato dal dott. Massimo La Raja nelcorso della conferenza stampa di presentazione delprogetto, il 15 ottobre allasede dell’Avis regionale, aTreviso - Per garantire unatrasfusione sicura è necessariopresidiare tutte le componentidel ciclo trasfusionale: dallaindicazione trasfusionale corretta e tempestiva alladisponibilità di donatori a basso rischio, alla sicurezza bi-ologica e immuno-ematologica”. Un progetto inedito, in cui tre realtà fortemente radi-cate nel territorio regionale fanno rete con l’obiettivospeciale di garantire la fornitura di sangue sicuro abambini e donne in gravidanza nei quattro ospedali diAber in Uganda, Chiulo in Angola, Tosamaganga inTanzania e Wolisso in Etiopia, attraverso il coinvolgi-mento delle Avis provinciali e la raccolta punti di AlìSupermercati. Con 100 punti di spesa, si potrà donareun euro ad Avis e Medici con l’Africa Cuamm. E nonsolo, Alì Supermercati raddoppierà la donazione por-

tandola a due euro. Una solidarietà che si moltiplica,quindi, soprattutto dopo il grande successo dello scor-so anno che ha permesso ad Alì di donare al CuammMedici con l’Africa oltre 87.854 euro per l’ospedale diMikumi, in Tanzania. Da quest’anno, nel progettoentra anche l’Avis Veneto, con il duplice ruolo disostenitore della raccolta fondi (con un conto correntededicato) e con un supporto tecnico, logistico e cultu-rale in loco. “Le difficili condizioni igienico-sanitarie e le endemie pre-senti nei Paesi africani rendono la donazione di sangueindispensabile per far continuare la vita - spiega il presi-

dente di Avis regionaleGino Foffano - La stessaAvis, nel 1927, è nata dopo ildramma dell’ennesima gio-vane madre morta di emorra-gia da parto. L’ematologo Vit-

torio Formentano decise di fondare un’organizzazione didonatori volontari, controllati e periodici perchè il sanguenegli ospedali ci fosse sempre e fosse sicuro. Quella che oggida noi è diventata una certezza, in molti altri Paesi delmondo è ancora solo una speranza. Vogliamo che questasperanza diventi realtà e per questo abbiamo deciso di col-laborare con i Medici con l’Africa-Cuamm e con Alì Su-permercati, nel tentativo di creare un’organizzazione lo-cale che sia in grado di sostenere l’opera di reclutamento didonatori di sangue e che possa davvero cambiare le cose.Oltre all’indispensabile supporto tecnico e logistico che ilprogetto prevede, il compito specifico di Avis è quello diformare dei partner sul territorio, che sappiano gestire l’in-

tero processo organizzativo che il sistema trasfusionalerichiede”. A sostegno dell’iniziativa, l’Avis metterà in campo leesperienze maturate nel campo della cooperazione in-ternazionale che attualmente sta sviluppando in alcu-ni Paesi dell’America Latina: in Bolivia è nata l’Abds(Associazione Boliviana Donatori Sangue), in Ar-gentina l’Avas (Associazione Volontari ArgentiniSangue). “Fondamentale sarà intervenire in sinergia ein collaborazione con le realtà locali regionali e nazio-nali, proponendo un’integrazione e un supporto a quan-to già fanno”. Don Dante Carraro, direttore diCuamm Medici con l’Africa ha precisato: “Abbiamostimato che per far fronte alle richieste dei quattro os-pedali ci servono circa 2.000 trasfusioni all’anno e gra-zie alla generosità di Alì e dei suoi clienti, che benconosciamo viste le donazioni ricevute negli anni scorsi,siamo certi di riuscire a raggiungere anche questo obiet-tivo. La collaborazione con Avis darà sicuramente unforte impulso all’intero progetto”. “Anche quest’anno il nostro Gruppo non ha voluto farmancare il proprio sostegno ad un progetto così impor-tante - afferma Marco Canella, responsabile ammini-strativo di Alì S.p.A. - Siamo contenti di aiutare duerealtà riconosciute e radicate come Cuamm e Avis evogliamo innanzitutto ringraziare i nostri clienti checontinuano a credere a questa missione devolvendo ipunti della loro Carta Fedeltà. Anche la proprietà Alìha voluto mantenere fede al proprio impegno, allargan-do quest’anno la partnership ad Avis, sicuri che sianopiccoli gesti come questo a migliorare la vita di chi è

meno fortunato di noi”. Durante la conferenza stampaAlì Supermercati ha consegnato a Medici con l’AfricaCuamm il ricavato aggiuntivo della raccolta punti2012/2013 che, per un valore di 10.584 euro, va aintegrare la somma già destinata all’ospedale diMikumi in Tanzania, portando il totale donato oltrequota 98.000 euro.

Michela Rossato, Linda Previato e Giulia Levorato

Avis, Cuamm e Alì for Africa

Parte un progetto comune per il sangue nel continente africano

+ WEB

settembre2013-02-17_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.14 Pagina 8

Page 6: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

1110

PRO

GE

TT

O A

FRIC

A

Èsecca la frase: “Abbiamo perso una ventina di bam-bini e alcune mamme in un solo mese, perché manca-

va sangue”. E sono parole che pesano come macigni,quelle del dott. Lorenzo Dal Lago. Finalista al concor-so Avis “Samaritano” di qualche anno fa, è un pediatrapadovano, con ambulatorionel trevigiano, nato inKenia e da sempre medicovolontario del CuammMedici per l’Africa, come ilpadre e i fratelli. Unafamiglia dedita al prossimo che soffre, quella di Loren-zo, che assieme alla moglie Daniela (insegnante) e ai trefigli, da più di vent’anni “trascorre le vacanze” allascuola materna che hanno fondato a Matany, nellapoverissima regione di Karamoja, in Uganda. Accanto all’asilo c’è l’ospedale, in cui il dott. Dal Lagoopera da medico volontario. “Una struttura ospedalierabuona, con personale medico ed infermieristico sia localeche volontario preparato - spiega - ma costantemente alleprese con la mancanza, tra le altre cose, di sangue.

L’ospedale si trova in una zona isolata e semi-desertica, con difficoltàlogi-stiche e di comuni-cazione. Sangue ne arri-va poco, se piove in abbondanza,ogni giornosi vive un dramma”.Come è accaduto nel-l’estate del 2012, quan-do per due/tre mesi perle forti piogge le strade

sono diventate impraticabili, nessun elicottero o picco-lo aereo è potuto atterrare, nessuna ambulanza uscire,nessuna auto arrivare. “A luglio c’è stata un’epidemia dimalaria e i bambini che riuscivano ad arrivare erano ane-mici, con emoglobina tra 2 e 4 e con rischio di scompensi

cardiaci. Non c’era sangue pertutti e uno dopo l’altro, nel-l’arco di un mese, ce ne sonomorti una ventina tra le brac-cia, tra neonati e bambinipiù grandicelli. Questo ac-

cadeva in pediatria, ma anche negli altri reparti. Sonomorte anche giovani mamme e donne gravide. La man-canza di sangue ha di fatto bloccato anche tutti gli inter-venti chirurgici”. Un episodio, su tutti, il dott. Dal Lagoe la moglie non potranno mai dimenticare: “Piovevaforte, una mamma giovanissima, sui vent’anni, arriva al-l’ospedale dopo aver camminato per 40 chilometri da sola,in mezzo alla savana, attraversando fiumi ingrossati estrade allagate. Ha il suo bambino di due anni sullespalle, malato. Il piccolino è in condizioni critiche eavrebbe bisogno di una trasfusione immediata… ma ilsangue non c’è. E muore”.In Africa si muore così, perché non si può aiutare chiha bisogno, perché non c’è sangue. In emergenza lo sichiede ai parenti del paziente. Ma da quelle parti “l’e-mergenza è la normalità” e il sangue occorre sempre.“Eppure un po’ di raccolta del sangue a Matany c’è, graziealla sensibilità degli studenti delle scuole superiori della re-gione e della scuola infermieri - dichiara il dott. Dal lago- ma tutto il sangue viene mandato a Kampala, la capi-tale o a Mbale, a 300 chilometri dall’ospedale, per esseretestato e poi rispedito a Matany via auto o aereo. Questoè sicuramente un bene, perché il sangue che arriva è sicuro,anche grazie a rigide regole imposte dal Governo perevitare il diffondersi delle malattie, Hiv in testa, ma èpoco e i tempi sono troppo lunghi. Complici i problemi lo-gistici, il sangue arriva a singhiozzo. L‘ideale sarebberopoter fare raccolta, test e utilizzo in loco, senza ulterioripassaggi”. Per questo viene accolto con favore il progetto che vedecoinvolta anche l’Avis. “Credo fermamente che una cultura del dono del sanguein Africa farebbe la differenza. E che questa differenza lapotrebbero fare i giovani, gli studenti, che vediamo semprepiù sensibili al problema”. Oltre ad essere una forma ditutela della propria salute, di cui in Africa c’è enormebisogno, visto il dilagare di Aids e altre gravi malattie,il dono potrebbe davvero diventare un gesto “normale”.Un dono controllato, organizzato e periodico, propriocome quello degli avisini. Michela Rossato

Niente sangue, i bimbi muoiono

Le dirette testimonianze di chiopera negli ospedali Cuamm

PRO

GE

TT

O A

FRIC

A

Mi chiamo Getauhm Tamrat, detto Gaetano, ho41 anni e sono un immigrato donatore di

sangue. Da un anno sono anche consigliere dell’Aviscomunale di Giavera del Montello. Sono nato ecresciuto in Etiopia, ma le mie origini sono per metàetiopi e per metà eritree. Sono rimasto orfano dabambino e sono cresciuto in un orfanotrofio gestitodai frati cappuccini. A causa delle idee politiche dellamia famiglia, sono stato a lungo imprigionato e tor-turato. In seguito alle torture, ero diventato cieco. Hodovuto quindi lasciare il mio Paese, raggiungendo l’I-talia come rifugiato politico. Qui, grazie ad un deli-cato intervento chirurgico, ho riacquistato la vista.Dopo aver girato varie parti d’Italia, mi sono defini-tivamente stabilito in provincia di Treviso, a Giaveradel Montello. Ho trovato lavoro in un’industria metalmeccanica emi sono inserito bene. Ho molti amici italiani e sonoattivamente impegnato nelle attività a favore degliimmigrati, in particolare nell’organizzazione del festi-val “Ritmi e danze dal Mondo”. Qualche tempo fa honotato lo striscione che reclamizzava la donazione di

sangue. In Etiopia ero già stato donatore di sangue, ecosì ho chiesto informazioni a un’amica infermiera,che mi ha spiegato come il mio sangue sia particolar-mente utile, perché geneticamente appartengo alceppo africano. Un sangue“speciale” difficile datrovare. Ho così deciso diricominciare a donare pres-so il centro mobile del mioComune. Poi ho iniziato apartecipare alle feste socialie alle varie attività della miaAvis e lo scorso febbraio,con mia grande sorpresa,sono stato eletto nel nuovoConsiglio direttivo. È statoper me un grande onore,che mi fa sentire piena-mente inserito nella mia comunità di adozione eutile per la sua crescita.

Getauhm Tamrat

Là, dove la vita è appesa a un filo

Storia di Gaetano, etiope-eritreo e... donatore

L’urgenza nei paesi africani di poter avere disponibilitàdi sangue da donatori in loco è drammatica

soprattutto per l’età pediatrica. Ce lo conferma il dottorMassimo La Raja, anch’egli medico del Cuamm oltreche trasfusionista presso l’Ulss 5 di Vicenza. "Negli ospedali africani il 60-80 per cento delle trasfusionisalvavita sono destinate ai bambini, soprattutto per le ane-mie collegate alla malaria pediatrica endemica e alledonne, in particolare per affrontare le tragiche emorraggieostetriche". Fino al 2007 La Raja era impegnato diretta-mente negli ospedali africani, da qualche anno si dedica- sempre nei periodi che trascorre volontariamente inAfrica - proprio alla formazione del personale in ambitotrasfusionale. “Ne ho viste morire tante, troppe - dice - dipersone perché non c’era sangue. I donatori “in emergenza”il più delle volte, per i casi più disperati, sono soprattuttoinfermieri e medici stessi che operano in loco”.Ma manca ancora tutto: dai reagenti, ai test di compatibilità, a quelli per la misurazione dell’emoglobi-na, ai test per l’individuazione dei virus... “E se unamacchina non funziona, in questo caso ci possono esseredanni mortali pur avendo il sangue. Non dobbiamo di-menticare, infatti, che i sieropositivi HIV (il virus dell’Aidsche ha avuto origine proprio in Africa, ndr) si aggirano fra

il 5 e il 10% nella popolazione anche solo dei 4 stati chefanno parte del progetto”. E se in Uganda e Tanzania, senon altro, un minimo di sistema di Blood Banking esiste anche se ancora del tutto insufficiente, in Angolaed Etiopia tutto è ancora pericolosamente approssima-tivo. “Il progetto mira a rinforzare un settore debole su cuisi basa tutta l’opera dei medici Cuamm. È importanteanche poter creare, grazie all’Avis, la mentalità della do-nazione volontaria. In Etiopia, per esempio, già esiste inparte, ma è anche dove c’è più bisogno”. B.C.

+ WEB

settembre2013-02-17_progetto2Dono&Vita 05/12/13 14.27 Pagina 10

Page 7: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

1312

Fratelli di sangue da quarant’anni. Èun legame strettissimo quello che

congiunge i donatori di sangue e gliemofilici. È una storia di “sangue sano esangue malato”, l’uno che cura l’altro,senza nulla chiedere. Un legame rin-saldato dall’incontro svoltosi il 23 no-vembre a Castelfranco Veneto (Tv). Illuogo non è stato certo casuale: proprioqui, il 3 settembre del 1973, il professor

Agostino Traldi, affermato ematologo, fondava ilCentro per la cura dell’emofilia e delle malattie delsangue dell’Ulss 8. A chia-marlo da Castelfranco Emi-lia, assieme all’inseparabiledott. Davoli, un politico chevedeva lontano: DomenicoSartor. Quarant’anni sonotanti se si guardano le foto sbiadite dei primi pazien-ti che seguirono a centinaia i due medici nel nuovoCentro. Sono tanti anche se ci si sofferma sullerughe, assenti nelle foto, o se si rivolge un pensiero achi non ce l’ha fatta. Ma quarant’anni non sono nullase ci si ferma sugli sguardi dei presenti. Gli sguardisorridenti dei pazienti, di chi ci è passato, di chi è tor-nato, di chi è fiero di esserci, qui ed ora: e sono piùdi un centinaio solo gli emofilici. E poi gli sguardidei medici, degli infermieri e degli ex infermieri, dichi la sofferenza la tocca, o l’ha toccata con manoogni giorno; gli sguardi dei donatori, di chi ha or-gogliosamente dato una parte di sé, nel vero sensodella parola; lo sguardo del professor Traldi, ancoracombattivo e appassionato. Come i “suoi” emofilici.Un incontro speciale e significativo, impreziosito dal-l’eccezionale presenza proprio del loro “Prof ”, in pen-sione dal 1998, affiancato dagli altri fondatori delCentro: il dott. Piergiorgio Davoli, il dott. Giovanni

Battista Gajo, dal ricordo del dott. Giorgio Tegon,recentemente scomparso, nonché dall’attuale pri-mario, dott. Giuseppe Tagariello. Organizzato con-giuntamente dall’Avis regionale, dalla Provinciale diTreviso, Comunale di Castelfranco e dalla Lagev(Libera associazione genitori ed emofilici del Vene-to), l’occasione è stata anche quella di radunare tantiex dirigenti Avis Veneto, da sempre legati a doppiofilo alle vicende del centro. Da Castelfranco, infatti,partì una medicina trasfusionale nata dove nulla c’eraancora di definito e che ha cambiato l’Avis, facendo“scuola” in Veneto e in Italia. Oggi i medici “figli” di

quella scuola, sono stati esono primari in Ematologie eCentri trasfusionali non soloregionali. I dirigenti Avis,“figli” di quella scuola, lottanoancora con le armi della

conoscenza a tutti i livelli. Sempre dalla parte del-l’ammalato, gli avisini hanno contribuito con deci-sione a raggiungere l’autosufficienza nazionale diemoderivati “sani” per la cura dell’emofilia e nonsolo. Ma centinaia sono poi i “figli” che, a quellascuola di pensiero e a quel modo di essere e vivere laMedicina, devono anche anni di vita normale: gliemofilici. Dopo l’introduzione del presidente di Avisregionale Gino Foffano e di Beppe Castellano, presi-dente della Lagev, l’annuncio del direttore generaledell’Ulss 8, Bortolo Simoni, circa la decisione dellaGiunta regionale di affidare proprio all’ospedale diCastelfranco l’Unità operativa complessa di Ema-tologia. Poi è stato lasciato ampio spazio ai ricordi. Lastoria è quella di un centro diventato un punto diriferimento nazionale per gli emofilici, ancor oggi èl’unico in Italia a essere aperto 365 giorni l’anno, 24ore su 24. Allora il metodo adottato dal prof. Traldifu doppiamente innovativo. Presupponeva, infatti,l’utilizzo del plasma proveniente dai donatori volon-tari e periodici delle Avis della Castellana, per ovviareall’acquisto degli emoderivati esteri e l’approccio or-topedico alle artropatie invalidanti. Un percorso nonfacile e aspramente osteggiato da un sistema di im-mensi interessi economici. Ma non era certo il corag-gio che mancava a chi, di questo progetto, ne avevafatto una missione. Ideali che nemmeno i procedi-menti giudiziari sono riusciti a minare perché, si sa,in Italia ogni innovazione deve passare attraverso ilbattesimo di fuoco di un processo. Come è stato rac-contato durante l’incontro, assieme a innumerevolialtri episodi, in un certo periodo questi medicitrasfusionisti-ematologi sono stati dei veri “fuori-

legge”. Producevano infatti, quando la legge ancoranon lo permetteva, “crioprecipitati” (Fattori VIII eIX per la terapia dell’emofilia) da plasma di donatoriAvis. Li conservavano, occultandoli, nei frigoriferidella adiacente “casetta delle suore” per sottrarli adeventuali ispezioni. “Noi facevamo semplicemente ciòche era giusto fare per gli ammalati”, ha detto tra l’al-tro Traldi. Solo le multinazionali farmaceutiche, in-fatti, potevano produrre e commercializzare emod-erivati, tutti importati dall’estero e prodotti in granparte da donatori a pagamento. Da qui poi partì laprima esperienza italiana di produzione di plas-maderivati in conto lavorazione (Castelfranco dal1983, Veneto nel 1987) poi diventata patrimonionazionale. Dagli aneddoti ai progetti per il futuro ilpasso è breve. E ancora una volta gli avisini sonopronti a sostenere i propri “fratelli di sangue”, seppurattraverso una strada diversa. La via è quella imboc-cata dalla dottoressa Silvia Barbon, giovane ricerca-trice della Fondazione Tes che, grazie ai finanziamen-ti di Avis, Ape (Avis per il Progresso ematologico) edella fondazione stessa, rappresentata all’evento dalprof. Pier Paolo Parnigotto, sta portando avanti una

innovativa ricerca sulla possibilità di una cura defin-itiva per l’emofilia attraverso lo studio delle cellulestaminali. Un percorso lungo, impegnativo, ma chenon manca di entusiasmo. “È ancora un atto d’amorequello degli avisini - ha affermato il dott. BernardinoSpaliviero, responsabile del comitato medico di Avisnazionale - il mettere in campo le proprie risorseaffinché i fratelli emofilici e gli ammalati in genere nonabbiano un giorno più bisogno di loro”. Proprio daCastelfranco e dal Veneto, quindi, ancora una volta siriparte. “Forse è solo un’utopia, un sogno, una speranza.Oppure, chissà, potrebbe essere un’altra rivoluzione, unanuova e grande battaglia - ha affermato Beppe Castel-lano - che come negli ultimi 40 anni vada contro gli in-teressi di chi vede gli emofilici solo come occasione dicarriera o, peggio, di business”. “È una nuova frontiera tutta del volontariato - ha af-fermato il presidente regionale Foffano - che si innes-ta sulla tradizione traldiana del “sangue sano”, quellodei donatori, che può curare in sicurezza e stavoltapotrebbe perfino guarire quello malato”.

Barbara Iannotta in collaborazione con la redazione

(Foto di Mimmo Lamacchia e Barbara Iannotta)

Gianpaolo Orusa, 55 anni, di Torino: “Mi sono ri-volto al prof. Traldi una prima volta a Castelfranco

Emilia poi, dal ’73 in poi, a Castelfranco Veneto, dove nel1978 ho subìto un doppio intervento al ginocchio. Il suometodo, le cure e il modo in cui sono stato seguito in questoCentro hanno fatto la differenza per me”. Concetta Es-posito, 50 anni, di Napoli (foto a destra): “Mi hannoportato qui a 12 anni, perchè non camminavo più. Sonoentrata in braccio, sono uscita camminando. Penso chesenza il prof. Traldi... sarei morta!”. Beppe Benvenuto,46 anni, di Barletta: “I miei genitori hanno saputo delprof. Traldi e di Davoli: siamo andati a Castelfranco Emi-lia per un primo intervento e poi sempre qui, nel Centro,per gli altri 6. Devo molto ai medici di questa realtà”.Luigi Ficorella, 49 anni, di Roma (foto a destra): “Eropiccolino, ricoverato in un ospedale romano e non cammi-navo più. Mio zio, emofilico come me, era morto adole-scente e nonna e mamma erano terrorizzate per la mia

sorte. Una suora, sottovoce, disse loro di portarmi via da là,di portarmi a Castelfranco Veneto, dal prof. Traldi. Mi harimesso in piedi e mi ha “ridato” la vita. Non una, ma piùvolte, specialmente dopo il terribile incidente stradale cheho avuto anni fa. Il Centro castellano mi ha dato la salutee la dignità, per Traldi eravamo e siamo persone, nonmalati. Oggi ho una famiglia, un lavoro e una vita da vi-vere. Grazie a lui e al suo staff!”. M.R.

“Fratelli di sangue” da 40 anni

Noi, i ragazzi in quelli anni settanta

UN

A S

TO

RIA

VEN

ETA

UN

A S

TO

RIA

VEN

ETA

+ WEB+ WEB

Quasi 250 ex dirigenti avisini edemofilici in un giorno speciale

settembre2013-02-17_progetto2Dono&Vita 05/12/13 14.28 Pagina 12

Page 8: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

1514

Dieci anni di convivenza, i dolcetti per San Valen-tino, un anello come promessa e poi l’inciden-

te, il buio, la paura. E la rinascita. Sembra uscita dallapenna di uno sceneggiatore, ma è tutta vera. È la sto-ria d’amore e di generosità di due trevigiani: MoniaBordignon (31 anni) e Claudio Di Nicola (40). Ve-nerdì 25 ottobre, nel Municipio di Ponzano Veneto(Tv), sono convolati a nozze anche grazie a tanti do-natori di sangue. La storia inizia come quella di duegiovani come tanti: si incontrano, si conoscono, si in-namorano, decidono di vivere insieme. Ma il 14 feb-braio del 2012, tornando dal lavoro, Claudio ha unincidente in scooter a poca distanza da casa. Un’autopirata gli taglia la strada, lo fa volare sull'asfalto, scap-pa. È un martedì, San Valentino, Monia lo aspettavapreparando dolcetti speciali. Il giorno prima lei avevadonato il sangue; giovedì avrebbe dovuto donareClaudio. Sono entrambi iscritti all’Avis di Villorba.Ma quell’incidente sconvolge tutto, capovolge la vita.Claudio in un primo momento sembra ferito sololeggermente. Viene portato all’ospedale Ca’ Foncellodi Treviso cosciente, ma subito peggiora. Monia, cheè “solo” convivente, non è considerata una familiare,non ha i diritti di una moglie e resta per ore in Pron-to soccorso, senza notizie. Nessuno può dirle e le dicenulla sulle condizioni di Claudio. Lei è convinta chesi tratti solo di un braccio rotto, ma la realtà è ben piùdrammatica. Claudio ha sì un braccio rotto, ma haanche perso un rene e ha un tratto di intestino dan-neggiato da un'emorragia interna. “Quando il medi-co, finalmente, mi ha detto che in sala operatoria hannorischiato di perderlo un paio di volte mi è crollato ilmondo addosso - racconta Monia - il mio Claudioaveva rischiato la vita”. A salvarlo, oltre alla professio-nalità dei medici, sono decisive anche una ventina disacche: sangue e plasma fresco. Lo riporta la cartellatrasfusionale di cui Monia conserva gelosamente unacopia. Furono più di una decina nelle primissime oredi ricovero, 13 di sangue intero e 6 di plasma intutto. “Da donatore sono diventato un ricevente - diceClaudio - altri donatori, com’ero io e com’è ancoraMonia, mi hanno salvato”. A più di un anno da quelgiorno, passata fase critica e convalescenza, i due de-cidono il grande passo, ma con l’Avis nel cuore. Alposto delle bomboniere scelgono di fare una donazio-ne all’Avis provinciale di Treviso, per il progetto“Adotta un ricercatore” della Fondazione Tes e la ri-cerca sulle cellule staminali per la cura dell’Emofilia.Il dono di Monia e Claudio contribuirà a sostenere illavoro della giovane ricercatrice Silvia Barbon laquale, coincidenza nelle coincidenze, la sera stessa

delle nozze era in una conferenzaAvis sul progetto, a Oderzo. Altracoincidenza: a celebrare il matri-monio è stato l’assessore del Co-mune di Ponzano BonaventuraPizzolon, avisino doc e impegnatoin Avis anche nelle giornate di rac-colta del sangue. Particolarmentecolpito per il gesto di generositàdei due giovani che stava per unirein matrimonio, Pizzolon ha invita-to familiari, amici e colleghi diMonia e Claudio a seguire il loroesempio e a diventare donatori.Esempio già seguito da un’amica, che ha donato lamattina stessa delle nozze. Il gesto degli sposi è statospiegato agli invitati al matrimonio tramite un bi-glietto con la presentazione della ricerca. “È la prima volta che accade una cosa simile, bellissima.- dice la presidente provinciale Avis Vanda Pradal -Questi ragazzi hanno capito il valore straordinario deldono in tutte le sue varianti e sono la dimostrazione chesi dona perché si vuol donare e basta, senza alcun altroscopo”. Anche il direttore sanitario dell’Avis provin-ciale, dott. Alessandro Spigariol, medico presso ilCentro trasfusionale di Treviso, ha ringraziato glisposi, personalmente e a nome di tutto lo staff medi-co. Ma i più stupiti di “aver stupito” (della cosa si èinteressata tutta la stampa, con un servizio anche suRai 3) sono stati proprio Monia e Claudio per unastoria per loro tanto “normale”. Loro erano “normal-mente” diventati donatori grazie alle iniziative di sen-sibilizzazione organizzate dall’Avis nel loro Comune.Ora si augurano, con una “normale” testimonianza,di poter convincere anche altri a donare sangue.

Michela Rossato

La ricerca di cui alle pagine precedenti viene sviluppatanell’ambito delle convenzioni della T.E.S. con il Diparti-mento di Scienze del Farmaco, con il Centro trasfusionalee il Centro per l’Emofilia di Castelfranco Veneto, con ilsostegno di Ape (Associazione Progresso Ematologico), AvisRegionale e tantissime Avis provinciali e comunali delVeneto. Alla giovane ricercatrice Silvia Barbon abbiamochiesto un approfondimento.

L’emofilia è una malattia genetica ereditaria legata alcromosoma X che consiste in una disfunzione della

coagulazione del sangue a causa della mancanza deifattori coagulanti VIII o IX. Studi precedenti hannodimostrato che uno dei maggiori siti di produzione delfattore VIII è rappresentato dalle cellule endoteliali deisinusoidi epatici, ovvero i capillari che irrorano il fega-to. Attualmente, la terapia per il trattamento dell’e-mofilia si basa sulla somministrazione per via pa-renterale dei fattori di coagulazione mancanti.Approcci clinici futuri prevedono lo sviluppo di strate-gie di terapia genica, in cui le cellule del pazienteemofilico vengono modificate geneticamente affinchèesprimano la forma normale - e non mutata - del genecodificante per il fattore VIII o IX. Tale terapia genica,pur rimanendo un valido approccio terapeutico, adoggi ha presentato diverse problematiche, tra cui l’in-sorgenza di tumori. Per questo motivo, il nostro prog-etto di ricerca propone il ricorso alla terapia cellulare,che non prevede manipolazione del DNA.È già stato dimostrato da precedenti studi che celluleendoteliali (ovvero le cellule che rivestono i vasi san-guigni) isolate da fegato di topo sano e successiva-

mente trapiantate in un modello animale di topoemofilico, hanno portato ad un miglioramento dellapatologia. Inoltre è stata già osservata nel sangue peri-ferico la presenza di cellule progenitrici endoteliali(EPC), una popolazione staminale con capacità dievolvere in cellule endoteliali mature. Obiettivo delnostro progetto di ricerca è isolare questi progenitoriendoteliali da sangue periferico umano e verificarne invitro la capacità di produrre i fattori VIII e IX. I datipreliminari ottenuti in vitro permetteranno, in segui-to, l’impiego di tali cellule in una sperimentazione invivo su modelli animali patologici. I primi esperimenti di isolamento di cellule EPC dasangue umano hanno previsto l’uso della separazionemagnetica, una tecnica in cui le cellule di interesse ven-gono marcate con anticorpi che riconoscono specificheproteine espresse sulla loro membrana (nel nostro caso:CD34, CD133 e CD309). Questi anticorpi sono co-niugati a microbiglie magnetiche, perciò sottoponendole cellule del sangue ad un campo magnetico, quellemarcate vengono selezionate e possono essere coltivateseparatamente. Nei nostri esperimenti di separazionemagnetica, le cellule selezionate sono state analizzate alcitofluorimetro, che ci ha permesso di identificarlecome cellule EPC che esprimono tutti i tre marcatorispecifici CD34, CD133 e CD309. Una volta messe a punto le condizioni di coltura diqueste cellule, esse saranno espanse in vitro al fine diottenerne un numero sufficiente per i successivi studiin vitro e in vivo. I prossimi obiettivi del progetto,dunque, prevedono innanzitutto il trattamento dellecellule EPC isolate con fattori specifici per indurle adevolvere in cellule endoteliali mature dei sinusoidiepatici. Dopo questa stimolazione, verranno effettuatedelle analisi specifiche per verificare l’avvenuta se-crezione dei fattori VIII e IX da parte delle cellule dif-ferenziate. L’ultimo end-point consisterà nell’impiantodei progenitori endoteliali isolati a livello della circo-lazione sanguigna epatica di un modello animaleemofilico per valutare l'effetto delle cellule trapiantatesul recupero della malattia.

Silvia Barbon

Post-doctoral Researcher c/o Fondazione TES Padova

Cellule epatiche,da qui la cura?

OG

GI S

POSI

PER

...T

ES

UN

A S

TO

RIA

VEN

ETA

CH

E C

ON

TIN

UA

+ WEB

+ WEB

Bomboniere? No, ricerca!

settembre2013-02-17_progetto2Dono&Vita 05/12/13 14.29 Pagina 14

Page 9: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

16 17

L’intesa con Avis si rinnova a Venezia Èstata l’Admo, il 20 settembre, la prima protago-

nista di una serie di incontri di formazione orga-nizzati presso la sede di Avis provinciale di Venezia.Dedicati alla preparazione degli interventi nelle scuoleper l’anno scolastico 2013/2014, la serata sull’Admo eraaperta ai presidenti delle Avis comunali e ai referentiscuola. “Si tratta di un modo nuovo di vedere la nostraazione associativa - ha esordito il segretario provinciale,Dario Piccolo - un punto di vista diverso che ci permettedi arricchire il nostro essere volontari dando, se possibile,maggiore profondità al nostro agire”.Dopo la proficua collaborazione già instaurata nei cen-tri di donazione Avis, l’invito fatto alle Comunali è dipromuovere l’ingresso congiunto delle due associazioninelle scuole superiori e di proporre ai giovani aspiran-ti donatori, oltre alla donazione di sangue, anche latipizzazione per la donazione di midollo osseo. La proposta nasce dal fatto che nelle scuole la testimo-nianza Admo ha la forza di smuovere le coscienze nelladirezione dell’impegno attivo; al tempo stesso, ai diri-genti associativi è stato chiarito il vantaggio del lavorosinergico tra le due associazioni. La tipizzazione per la donazione del midollo è un pas-saggio naturale per chi già è sensibile al tema del volon-tariato che si esplica attraverso la donazione del sangue;al tempo stesso il giovane che consapevolmente accettal’iscrizione al registro nazionale per la donazione delmidollo, manifesta un senso di responsabilità e di cit-tadinanza attiva che lo rende un potenziale volontarioideale per la nostra associazione, sia come donatore, siacome dirigente associativo. Le testimonianze di Gio-vanna (trapiantata di midollo) e di Tatiana (donatrice

di midollo) sono di quelle che lasciano il segno. As-coltare il messaggio di chi ha attraversato il calvariodella malattia, in attesa che quel volontario su 100milaalzasse la mano per salvarle la vita e di chi ha portatosu di sé la responsabilità di poter determinare la vita ola morte di un altro essere umano, permette di risco-

prire che le scelte cui siamo chiamati vanno al di là delpermesso dal lavoro, del timore di un ago, dei ri-conoscimenti per le azioni compiute o delle regole diaccesso nei Centri trasfusionali. Ogni nostra azioneporta dietro di sé le speranze e le aspettative di unmalato la cui vita o morte dipende da noi! 1 su100mila è una percentuale che spaventa. Al tempostesso, è una sfida che tutti noi dobbiamo affrontareper essere “donatori fino al midollo”.

Pagine a cura di Manuela Fossa

L’Admo (Associazione donatori midollo osseo) hacome scopo principale quello di informare la popo-

lazione italiana sulla possibilità di combattere leleucemie, i linfomi, il mieloma e altre neoplasie delsangue attraverso la donazione e il trapianto di midol-lo osseo. Sono molte le persone che ogni anno in Italianecessitano di trapianto, ma purtroppo la compatibil-ità genetica è un fattore molto raro, cheha maggiori probabilità di esistere traconsanguinei. Per coloro che non hannoun donatore consanguineo, la speranzadi trovare un midollo compatibile per iltrapianto è dunque legata all’esistenzadel maggior numero possibile di dona-tori volontari tipizzati, dei quali cioèsono già note le caratteristiche ge-netiche, analizzate con un piccolo pre-lievo di sangue. I dati dei tipizzati sonocontenuti nel Registro nazionale ital-iano donatori di midollo osseo(IBMDR) collegato a bem 51 registriinternazionali, nell’assoluto rispettodella riservatezza. Il registro stesso ha loscopo di procurare ai soggetti in attesadi trapianto di cellule staminaliematopoietiche, un volontario adulto ouna unità di sangue cordonale non fa-

miliari, con caratteristiche immunogenetiche tali daconsentire il trapianto. La prima difficoltà che incon-triamo nel promuovere la tipizzazione, è comunicareefficacemente che il midollo osseo non è il midollospinale! Il midollo osseo utilizzato per il trapianto,viene prelevato o da raccolta di sangue periferico inaferesi o dalle ossa del bacino e si presenta alla vista

come sangue. Qualche numero:18-37 la fascia d’età in cui èpossibile iscriversi al Registrodei donatori. Il donatore iscrittopuò però essere chiamato adonare fino al compimento del55° anno. Una su quattro è laprobabilità che un fratello o unasorella siano compatibili. Unasu centomila, invece, è la proba-bilità che un individuo nonconsanguineo sia compatibile.Sono ormai 341.298 i donatoriregistrati in Italia al 30 settem-bre 2013. Un’altra domanda può sorgerein molti nostri lettori: un dona-tore di sangue dopo la dona-zione di midollo, può conti-nuare a donare? Certamente sì,ma solo dopo un anno. Durantetale periodo, infatti, sarà sospesocome per qualsiasi altro inter-

SAN

GU

E M

IDO

LLA

RE

Donatori? Sì, fino al midolloSA

NG

UE

MID

OLL

AR

E

+ WEB

settembre2013-02-17_progetto2Dono&Vita 05/12/13 14.30 Pagina 16

Page 10: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

1918

In ogni campo, e ancor più in quello del volontaria-to, la forza della testimonianza e dell’esempio riesce

a smuovere anche chi non si fa trascinare in altromodo. Da parecchio tempo, Admo Venezia porta nellescuole e negli eventi di promozione le parole di duepersone che testimoniano con la loro vita la missiondell’Associazione. Giovanna, trapiantata che raccontail suo calvario e il suo nuovo inizio dall’anno zero (cheè quello del trapianto) con grinta, cruda sincerità, maanche dolcezza, arrivando al cuore di chi la ascolta: “Ilmio gemello è un uomo.. io ho preso solo il meglio, però!Hanno provato a uccidermi, ma non ci sono riusciti, gra-zie solo al mio angelo, uno su centomila, che mi ha per-messo di veder crescere i miei due gemelli”. E Tatiana (foto a destra), giovane donatrice di midolloche spiega in modo semplice e chiaro quanto pococosti fare questo gesto, a fronte di una vita salvata: “Intanti fatti della vita si è impotenti, qui invece si puòdeterminare il destino, provare davvero a cambiare lecose”. Giovanna e Tatiana erano presenti quest’annoanche in Piazza Ferretto a Mestre, per la giornatanazionale di sensibilizzazione “Ehi Tu Hai Midollo?”che viene organizzata tutti gli anni in collaborazionecon i Vip (Vivere in positivo). I risultati nazionali sonostrabilianti: oltre 4.500 tipizzazioni effettive, 1.300 lepromesse. E nonostante questo, i tipizzati della giorna-ta sono solo una goccia nel mare rispetto ai potenzialidonatori che potrebbero entrare nel Registronazionale. Per questo, e per mettere a servizio deimalati la loro popolarità, anche l’Umana Reyermaschile e femminile ha sostenuto la promozione dellagiornata nazionale e ha dato la sua disponibilità a fare

da testimonial d’eccezione per la nostra Associazione.Un altro esempio di come si possa testimoniare inmolti modi la vicinanza al mondo del volontariato consprint ed entusiasmo!

Chi ha ricevuto e chi ha donato... E chi in soli sei mesi trova la “gemella”S'iscrive all'Admor, l'associazione donatori di midollo,

spinto dalla compagna. E sei mesi dopo, con la suadonazione, salva la vita a una donna francese leucemica.Il protagonista di questa storia di solidarietà si chiamaGianluca Molinarolo, 35 anni, di Monteforte d’Alpone,un libero professionista nel campo dell'elettronica.Dal 1° agosto per la sua compagna Giorgia, famigliae amici, è «semplicemente un eroe». A guardarla invecedal suo punto di vista, quella scelta di dire sì prima allatipizzazione e poi al prelievo, è «una gioia immensa».Gianluca non conosce né il nome né l'età della pazientetransalpina alla quale, col suo doppio sì, ha salvato lavita. «So solo che ho una sorella francese. Così ho scrittonel biglietto che ha accompagnato il midollo prelevato espedito in Francia». Quando Gianluca racconta la suastoria, lo attornia il direttivo dell'Avis di Brognoligo-Costalunga, l'associazione dei donatori di sangue acui è iscritto. Hanno chiesto loro di essere presenti,«perchè sulla donazione di midollo si sente di tutto»,dicono. È lo stesso Gianluca ad ammettere che itentennamenti davanti alla richiesta di Giorgia di farsitipizzare erano derivati dalla cattiva informazione checirconda questo tipo didonazione. «Tutte bugie: ildolore, il male che si prova,il rischio di lesioni alla spinadorsale, il lungo e soffertodecorso. Tutte... balle!», diceperentorio Gianluca. Giorgia lo spingeva e così Gianlucasi è documentato e il novembre scorso (aveva 34 anni)si è presentato al Centro trasfusionale. Quando a metàmaggio è arrivata la telefonata del Centro regionaletrapianti di Borgo Trento a Verona, ha stentato acrederci: «Dopo il saluto mi hanno chiesto se ero ancoradell'idea. Solo dopo il mio sì, ho saputo che poteva esserciuna compatibilità e sono stato invitato a fare ulteriorianalisi. Ho realizzato allora che potevo essere io l'unicasperanza che qualcuno stava aspettando». Così chiamaGiorgia che scoppia in lacrime per la gioia. Qualchegiorno dopo effettua il prelievo. Tre settimane piùtardi gli viene detto che è lui la garanzia di vita per unosconosciuto paziente. «Ho detto ancora sì; ero al massimodella gioia. Vengo convocato e mi viene spiegata laprocedura: poi mi viene chiesto se sono ancora convinto.Io dico sì e firmo quel foglio che fa partire il count down».È un doppio conto alla rovescia: il ricevente da quelmomento viene sottoposto a una pesantesomministrazione di farmaci che di fatto annientanoogni difesa immunitaria: servono 15 giorni, gli stessiche separano Gianluca dalla donazione. A lui fannoun'unica raccomandazione: non fare nulla di rischioso,perchè da adesso, in ballo, ci sono due vite. È la sera

del 31 luglio: dalla stanza bunker delCentro trapianti Gianluca scrive unpost su Facebook: «Ed eccomi inospedale... Tranquilli, nessun problema,solo una buona azione che tuttidovrebbero fare. Domattina donerò ilmio midollo per una donna malata dileucemia e ne sono fiero!». La mattinadopo, l'ultima domanda: «Seiconvinto?», e Gian dice ancora sì.«Impossibile rispondere diversamente.Senza alcuna difesa immunitaria lamia sorella francese sarebbe morta: cel'avrei condannata io». Entra in salaoperatoria e «solo sul tavolo, primadell'anestesia, è venuta a trovarmi lapaura. Poi ho pensato alla gioia e allasperanza di quella donna francese. hochiuso gli occhi e ho detto: Avanti!»Passano tre ore, ma servono 40 minuti ai medici perpunzecchiare le creste del bacino di Gianluca e prelevareil midollo nella quantità necessaria: si tratta

dell'intervento più invasivo,l'alternativa (proposta aseconda delle necessità delricevente) è una lungoprelievo di cellule simile aquello che si fa col plasma.

«Mi avevano detto che se fosse stato necessario avrebberoprelevato anche dallo sterno, perchè lì le cellule sono il 50per cento in più ma il flusso sanguigno è più ridotto. Iosono stato bravo con le sole creste», scherza Gianluca.Quando riapre gli occhi in sala operatoria, chiede:«Tutto qua?», e scoppiano tutti a ridere. Succede lo stessoin corridoio quando Giorgia sente Gianluca chiedere:«Ma un paneto co la bondola, gh'elo mia?». E il dolore?«Sì, è vero. Senti un po' di mal di schiena, per lo più legatoal tavolo operatorio, ma dura un paio di giorni. Miavevano fatto comprare degli antidolorifici ma non li homai presi», dice il ragazzo. E i segni? «A distanza di 40giorni sono impercettibili puntini rossi. Assomigliavanoa punture di insetto». Quand'è tornato a casa è statoinondato di domande e di congratulazioni. «Tutti adirmi che sono stato bravo, che sono orgogliosi di me. Tantiad aggiungere che loro non lo farebbero mai, per troppapaura del dolore. Io sono felice e orgoglioso ma conto igiorni». Duecentoquaranta, per la precisione, al terminedei quali «la mia sorella francese» avrà delle certezzedell'efficacia del trapianto. «Se sarà necessario tornare adonare, lo rifarò». Giorgia ascolta tutto e sorride: «Luiè il mio eroe». Paola Dalli Cani

(Un grazie al quotidiano “L’Arena” di Verona)

SAN

GU

E M

IDO

LLA

RE

- L

E T

EST

IMO

NIA

NZ

E

SAN

GU

E M

IDO

LLA

RE

- L

E T

EST

IMO

NIA

NZ

E

Storia di Gianluca donatore di midollo osseo “express”

settembre2013_18-29_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.17 Pagina 18

Page 11: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

20

Raddoppiati in un anno i potenziali donatori dimidollo osseo all'Ospedale dell'Angelo di Mestre.

Sono stati infatti 292 i donatori tipizzati nei primidieci mesi del 2013 contro i 159 dell'intero annoprecedente. Questa la notizia emersa e comunicata allastampa nel corso del Forum Interregionale GiovaniAvis “Accolgo, Dono, Comunico”, svoltosi a Mestre il16 e 17 novembre. Oltre ottanta i giovani provenientida Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Liguria,Emilia Romagna, Toscana, Marche, Calabria, Siciliache si sono incontrati per confrontarsi sui temi diaccoglienza, dono e comunicazione. Il risultato ottenu-to all'Angelo è proprio frutto di un progetto pilota sul-l'accoglienza promosso da Avis Regionale, Avis SRC eAdmo, che ha previsto la presenza, nel centro raccolta,di Irene Pattarello, una ragazza dedicata ad accogliere idonatori e a promuovere anche la tipizzazione per ladonazione del midollo osseo di quelli fra i 18 e i 37anni: “un passaggio naturale - ha spiegato Irene - per chiè già sensibile al tema del volontariato che si compie attra-verso la donazione del sangue”. Nel mese di ottobre sonopoi arrivate altre due buone notizie: tante sono ledonatrici di Admo Venezia selezionate per effettuare ladonazione del midollo osseo. “Grazie a loro sono altredue vite che rinascono!” ha sottolineato Irene. Fonda-mentale per il successo del progetto sono stati anchel'approccio informale e le modalità di comunicazioneadottati da Irene, più efficaci per un target giovane. Suaccoglienza e dono parte dei partecipanti hanno poidiscusso e “lavorato” in due gruppi di lavoro portandopoi i risultati in plenaria domenica mattina. Terza areadi lavoro era, e non a caso, la comunicazione: l'Avis inquesti anni sta investendo risorse ed energie per evol-vere i propri strumenti e stare al passo coi tempi, anchegrazie all'ingresso delle nuove generazioni nell'associa-zione. Su carta stampata, foto e video, informazioneweb, social media, web radio si sono concentrati i

lavori, con mini-redazioni che hanno documentatol'evento (i risultati sono su queste pagine) sotto laguida di alcuni professionisti del settore. AlessandroComin e Tiziano Graziottin del “Il Gazzettino” (fotosopra) e il fotografo professionista Mimmo Lamacchiahanno affiancato Beppe Castellano e Michela Rossatodi Dono&Vita e donoevita.it. Sui nuovi media sonostati ancora più protagonisti i giovani stessi, gestendostreaming web e video interviste ai partecipanti e “con-fezionando” podcast per Radio Sivà (www.radiosiva.it,vedi servizio pagina accanto). Quest'ultima è stata con-dotta da Lucia Delsole assieme a Sara Iob e CiroAlessio Marrone della Consulta Giovani di Avisnazionale. La serata di sabato è stata poi animata daPaolo Franceschini, Enrico Cibotto e Maurizio Linettitre protagonisti del progetto “Riso fa buon Sangue”.Eventi come il forum sono un cantiere di lavoro doveil sapere e la conoscenza di professionisti si miscela conle idee dei giovani, ingredienti necessari per dareenergie e nuove motivazioni all'associazione. Il Forum2013 è stato anche occasione dell'ideale passaggio diconsegne fra Manuela Fossa, finora coordinatrice del

Gruppo giovani regionale, eFederico Marangoni da Veronache le è subentrato. Lo spiritodi rinnovamento è stato sotto-lineato in apertura di lavori dalpresidente regionale Gino Fof-fano, da quello provincialeGiorgio Brunello e dal presi-dente della Comunale Mestre-Marghera (di cui ricorrequest'anno il 60° di fon-dazione) Roberto Cerruti.

La redazione del Forum

coordinata da Giorgia Chiaro

Tra i temi di spicco del Forum troviamo le moda-lità di accoglienza dei donatori presso i servizi di

raccolta sangue. A relazionare su questo tema era pre-sente Manuela Fossa, già responsabile del Gruppo gio-vani Avis Veneto (nella foto accanto con Irene Pattarello,“informatrice associativa”). L’abbiamo intervistata altermine del relativo Gruppo di lavoro al Forum:Come si può inquadrare il ruolo dell’informatore associa-tivo in un centro di raccolta?Sostanzialmente può essere inquadrato come una figu-ra cuscinetto tra gli operatori socio-sanitari e i dona-tori. È quella persona che assiste durante le fasi ante epost trasfusione i donatori di sangue assicurandosi chele procedure di ammissione vengano rispettate e garan-tendo un certo ordine nel procedere dalla registrazionedell’ingresso, alla prova della pressione e della glicemiaed ancora all’approvazione da parte del medico diservizio alla donazione.Che cosa deve sapere l’informatore associativo dei centri diraccolta per fornire un buon servizio al donatore?L’informatore deve essere preparato sulle procedure dibase riguardanti l’amissione dei donatori e si deve

dimostrare sicuronel rispondere adomande e per-plessità dell’avisino.Inoltre è necessariometterlo a proprioagio rassicurandolonel momento delbisogno e distrarlofacendolo pensare atutto tranne chealla trasfusione.Come si convince un donatore a diventare avisino efidelizzarlo alla donazione?Dipende tutto dalla capacità dell’informatore nel-l’essere empatico nei confronti del donatore, facen-dogli capire che comprendiamo la sua situazione per-sonale ed essendo disponibili ad ascoltarlo. Così facen-do si crea un rapporto di confidenza e amicizia tra idue, chi dona da fiducia all’operatore avisino fideliz-zandosi alla nostra associazione e divenendo donatoreabituale. Andrea Finotto e Sara Morini.

Se la buona notizia fa... notizia Una nuova figura: l’informatore associativo

La mini inchiesta: “come mai sei diventato donatore?”

Siate curiosi, per far sapere

Questo è ciò che abbiamo chiesto ad alcuni dona-tori durante il forum interregionale. Sei su dieci

hanno detto che sono diventati donatori grazie a unamico che li ha coinvolti, mentre il restante 40% lo èdiventato per rendersi utile nella società. Durante leinterviste, una ragazza ventunenne ci ha confidato che,dopo essere diventata donatrice, ha coinvolto anche ilpadre cinquantenne a fare lo stesso prezioso gesto.Dalle risposte degli intervistati si può concludere cheancor oggi il contatto diretto tra amici e parenti è ilmezzo più efficace per avvicinare un potenziale dona-tore alla cultura del dono del sangue.

Notizia? “È quella che suscita curiosità, prima di tutto in chiscrive. Quindi, siate curiosi! È la cosa più importante per chi

vuol fare informazione”. Parole che dopo la (poca) teoria diAlessandro Comin, Tiziano Graziottin e Beppe Castellano inplenaria sono state messe subito in pratica. E bene. Lo vedete neiservizi di queste pagine, in quelli di donoevita.it e nelle imma-gini su donoevita Facebook. Un vero e proprio “coro” di vecchie nuovi (si spera) redattori. Le mini-redazioni hanno lavorato insinergia: Dono&Vita carta/web/ufficio stampa - redazione radio- redazione video - redazione fotoreporter. Ed ecco che l’esperi-mento “come si fa informazione”, voluto dai giovani Avis per ilForum, ha avuto successo. Alla prossima occasione!

21

FOR

UM

INT

ERR

EGIO

NA

LE G

IOV

AN

I

+ WEB

FOR

UM

INT

ERR

EGIO

NA

LE G

IOV

AN

I

settembre2013_18-29_progetto2Dono&Vita 05/12/13 14.18 Pagina 20

Page 12: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Donatori di emozioni: questo è il loro motto.Aprile-Novembre 2013: 6 mesi di escalation di

musica, notizie e testimonianze dal mondo avisino.Questa è Radio Sivà, in onda sul web 24 ore su 24. Unapiccola redazione “distaccata” è stata creata anche aMestre durante i lavori del Forum giovani 2013. A coordinare, per la parte tecnica, Ciro Alessio Marronedell'Esecutivo della Consulta Giovani nazionale affian-cato da Sara Iob, responsabile di quest'ultimo.“Il progetto - ci spiega Lucia Delsole, già nell'EsecutivoNazionale e “premiata” speaker - è nato all’interno diquesto gruppo ancora nel 2010, quasi come una scommessa.Dopo un lungo periodo di gestazione, affrontato da tutti con

grande entusiasmo,l’operato della radioè entrato a regimegrazie alla collabo-razione costante di5/6 volontari avisi-ni e l’apporto diuna professionistache ha supportato iragazzi nella ge-stione della partetecnica. Il palinses-

to è stato forgiato su misura di donatore. In onda si alter-nano buona musica - continua Lucia - notizie dal mondoavisino, le buone nuove provenienti dall’intero mondo delvolontariato e la rubrica “Dono Perché”: uno spazio dedi-cato ai donatori ove ciascuno spiega le ragioni che l’hannoavvicinato al mondo del dono del sangue”. Molte diqueste ultime interviste sono state realizzate nel corsodel Forum e saranno trasmesse a rotazione. “I costi dipartenza, relativamente bassi, considerato che si tratta diuna web radio - ci ha spiegato ancora Lucia - sono staticoperti dall’area comunicazione di Avis nazionale. Ancoraadesso, non si avvalgono di sponsor esterni volendo man-tenere un’autonomia propria”. Obiettivo della radio, insinergia con gli altri strumenti di informazione di Avis(come giornali a stampa, testate web, social network,ecc.) è di allargare il bacino di ascoltatori andando inonda in ogni centro trasfusio-nale o di raccolta e diven-tando un punto di riferimento per tutto il mondo avisi-no. Oltre che far conoscere il variegato "mondo Avis"anche all'esterno. Per ascoltare "Radio Sivà" basta con-nettersi a www.radiosiva.it. A novembre, tra l’altro,Lucia è arrivata sesta (su 80 speaker radio web) alWebradiofestival 2013. Primo fra i maschi, invece,Boris Zuccon sempre di Radio Sivà.

A cura di Barbara Iannotta, Milena Toniolo, Taira Riolfi

Sivà: su radio Avis il racconto del Forum

Dove la pietra diventa viva

23

FOR

UM

IN

TER

REG

ION

ALE

GIO

VA

NI

Ma non è mica tutto. A fare da contraltare allaredazione "audio" a Mestre c'era anche una mini

TV web, con adeguato gruppo di lavoro. Dopo che lapreziosa Lucia Delsole ha trasmesso in streaming laplenaria d'apertura, la redazione video si è messa all’o-pera coordinata da Michela Rossato e Kevin Costa.Con occhiali da sole in stile ”Le Iene”. Il primo a esse-re intervistato è stato Tiziano Graziottin, Capo dellaCronaca di Mestre-Venezia de "Il Gazzettino", però investe di capitano della squadra di calcio "TV Pressing".È la formazione di giornalisti e operatori dei massmedia veneti che gioca per beneficenza a favore di varieOnlus portando sulle maglie il logo Avis. Tempestato

di domande da tutti i ragazzi del gruppo, apparsi invideo uno dopo l’altro in qualità di intervistatori, Gra-ziottin ha risposto con dovizia di particolari. A chi glichiedeva di ricordare l’evento che più è rimasto nelcuore, ha raccontato della commovente visita dellasquadra in un orfanatrofio romeno. “Le Iene” hannoquindi scovato e sottoposto a vero e proprio interroga-torio il responsabile regionale dei Giovani Avis, Federi-co Marangoni, e la responsabile nazionale della Con-sulta Giovani Avis, Sara Iob. Ne è uscita una simpaticavideo-intervista doppia, tra il serio e il faceto, mandatain onda come gran finale del Forum. Li trovate qui:http://www.youtube.com/user/avisveneto

Video-interviste web: ed ecco le “Iene” avisine

IL B

ELLO

DEL

VEN

ETO

: PO

SSA

GN

O &

CA

NO

VA

22

+ WEB

settembre2013_18-29_progetto2Dono&Vita 05/12/13 12.27 Pagina 22

Page 13: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Possagno si trova in un ridente paesaggio pede-montano tra i colli asolani e deve la sua fortuna

economica alle cave di materiale per la costruzione dilaterizi. Particolarmente famose sono le tegole per lacopertura degli edifici e delle case, conosciute nonsolo in Italia, ma anche all’estero.Possagno (Treviso) è, però, diventata famosa per averdato i natali ad Antonio Canova (1755-1822), scul-tore tra i massimi esponenti del neoclassicismo. Quiil giovane Antonio coltivò la passione per la sculturaalla scuola dei Torretti, trasferendosi poi a Venezia,Roma e in Europa, culturalmente più fertili e inno-vative. Ebbe modo di conoscere i grandi geni e ipotenti del tempo, e questa esperienza cosmopolitagli ispirò numerosi capolavori. Nel 1836 GiovanniBattista Sartori, fratello ed erede di Antonio Canova,al quale rimane fedele per tutta la vita, seppe realiz-zare un desiderio sempre coltivato dallo scultore:creare un unico ambiente decoroso che ricreasse ilclima del suo laboratorio d’arte e portare a Possagnotutti i capolavori che stavano nello studio dell’artistaa Roma. Le centinaia di capolavori furono trasportati

con carri trainati da buoi, da caval-li e via mare. Creò, così, un legameideale e sentimentale fra Canova ePossagno e volle regalare alla suacomunità un maestoso Tempio che

ne esaltasse la memoria. Fu il fratello, mons. SartoriCanova, a chiamare Francesco Lazzari, insignearchitetto, per costruire il museo che poi sarà com-pletato da Carlo Scarpa nel 1957 e sarà ancora lui adampliare la casa natale dell’artista, trasformando lacostruzione adiacente nella “Gipsoteca” che è la piùgrande raccolta al mondo di gessi e terrecotte e che ciconsente di capire come il Canova operava: dallatrasformazione della materia al bozzetto, al gesso e almarmo, e ancora la tecnica dell’inserimento delle“repére”, che sono quei chiodini sparsi lungo lesuperfici delle statue. Le misurazioni, fatte con unospecifico strumento, venivano poi trasferite suglioriginali. La duttilità dello scultore si può ammirarenei raffinatissimi marmi, nella grande collezione didipinti a olio e tempera, nei disegni straordinari,nelle centinaia di incisioni e in alcuni oggetti dellavita privata. Con queste poche righe si vuole solleti-care la curiosità del lettore e, qualora non l’avesse giàfatto, indurlo a dedicare una mezza giornata a questamagnifica realtà. Andando a visitare il museo e la gip-soteca si può ammirare, infatti, una raccolta di gessie sculture che nessun altro museo possiede, ma quel-lo che affascina è la bellezza della procedura, dei varibozzetti uguali agli originali che spiegano, teorica-mente, come si svolgevano le varie fasi di realiz-zazione dell’opera. Qui ci si rende conto della meti-

colosità con cui operava Antonio Canova.Nella visita alla casa museale e alla gipsoteca, sicapisce quale fosse l’estro creativo di quello che è unodei più grandi artisti italiani: le sue opere originalisono esposte in tutto il mondo, dal Louvre all’Er-mitage di San Pietroburgo al Metropolitan Museumof Art di New York, a molti altri e, ovviamente, nellepiù importanti gallerie italiane. Il complesso musealeè arricchito da un giardino tipicamente italiano conun ampio broilo (frutteto) recintato da una cancella-ta in ferro battuto, dove campeggia un maestoso pinomarittimo che la tradizione vuole sia stato piantatodallo stesso Canova. Ma lasciamo al visitatore ilpiacere di scoprire le centinaia di bellezze del museoe della gipsoteca con l’aiuto del direttore, MarioGuderzo, e degli addetti, tutti molto disponibili.Usciamo dal museo e dalla gipsoteca e subito venia-mo rapiti dalla magnifica vista del Tempio, collocatoa 350 metri di distanza e, man mano che si affrontauna facile salita, si scopre sempre di più la maestositàdell’opera, fino ad arrivare ai piedi della scalinata adammirare l’acciottolato che circonda la base del Tem-pio, costruito con cogoli (sassi) bianchi e nerastri rac-colti sul Piave e disposti in artistiche forme geomet-riche. Salendo la scalinata si arriva all’entrata delTempio e al colonnato che richiama il Partenone diAtene, e ci si trova dinanzi al mastodontico portale

ligneo che, però, viene aperto solo in pochissimeoccasioni, anche se il Tempio, con l’artistico cam-panile a fare da guardia, è la chiesa parrocchiale diPossagno. Ci viene incontro il responsabile dellastruttura, Sebastiano Favero, che molto cortesementeci accoglie e ci spiega che all’interno del Tempio sitrovano molte opere originali, come l’autoritratto inmarmo dell’artista e, a fianco, quello del fratello,mons. Giovanni Battista Sartori che fanno da sen-tinelle alla tomba dove riposa lo scultore. La sculturasu cui soffermarci maggiormente è la pietà bronzeacolata da Bartolomeo Ferrari e tratta dal modello delCanova, modello che si trova all’interno della gip-soteca. Bellissima è anche la Pala dell’altar maggiore,opera pittorica sempre di Canova. Da una scala achiocciola si può arrivare ad ammirare lo splendidopanorama dei colli. Prima di uscire diamo un ultimo sguardo all’enormecupola con 224 lacunari disposti in sette file orizzon-tali concentriche. Purtroppo, l’artista morì qualcheanno prima che il Tempio fosse completato dal fratel-lo, factotum dell’artista, nel 1832. Ovviamente, cisono tante altre opere da vedere, ma è bene che sia ilvisitatore a scoprirle. Il museo e la gipsoteca sonochiusi il lunedì. Per informazioni rivolgersi a Giglio-la Silvello 0423/544323.

Servizio e foto di Ottaviano Cereser IL B

ELLO

DEL

VEN

ETO

: PO

SSA

GN

O &

CA

NO

VA

2524

IL B

ELLO

DEL

VEN

ETO

: PO

SSA

GN

O &

CA

NO

VA

Verde delle collineRosso dei “coppi”Bianco dell’arte

settembre2013_18-29_progetto2Dono&Vita 05/12/13 12.28 Pagina 24

Page 14: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

26

Arriva dal Nord Est, Friuli Venezia Giulia, la nuovacoordinatrice della Consulta giovani di Avis

nazionale. Sara Iob, 21 anni, raccoglie l’deale testimonedi Claudia Firenze, Toscana. La nomina è avvenuta aMilano a fine settembre con prima riunione della nuovaConsulta Nazionale Avis Giovani. C’erano oltre 50giovani volontari tra i 18 e 30 anni in rappresentanza di18 Avis Regionali, per il Veneto Federico Marangoni eKevin Costa. Eletti quindi l’Esecutivo nazionale Giovanie la Coordinatrice del gruppo. Sara studia RelazioniPubbliche a Gorizia, negli ultimi anni ha dato un forteimpulso alla rinascita del gruppo Avis Giovani friulano.È segretaria della Provinciale di Udine e consigliereregionale. Nella foto accanto è con Lisa Pivetta (Friuli,

37 anni), a sua volta il più giovane presidente di Avisregionale in Italia. “Uno dei principali obiettivi dellaConsulta - ha dichiarato Sara poco dopola sua nomina - sarà di incrementare lavisibilità Avis nei luoghi di incontro deigiovani e sui mezzi di comunicazione piùutilizzati dalle nuove generazioni”. Glialtri componenti dell’Esecutivo giovaninazionale sono: Elisa Amadori(Sardegna), Alice Simonetti (Marche),Marica Venditti (Lombardia), AntoninoCalabrese (Basilicata), FrancescoMarchionni (Lazio), Ciro AlessioMarrone (Sicilia). Buon lavoro a tutti.

Pomeriggi intensi, sabato 5 e 26 ottobre, per i giovaniavisini delle province di Padova e Verona, impegnati

in un corso di formazione. Finalità era preparare nuovivolontari, sia sul contenuto della donazione, sia nellasua “esposizione”. Il primo incontro si è tenuto adAbano Terme (Pd) sul tema “Giovani a scuola:Comunicatori efficaci di solidarietà”, i relatori erano ledott.sse Federica Tognazzo e Cinzia Corsini e il dott.Giovanni Forza. Tema del secondo incontro era: “Parlare in pubblico,comunicazione efficace di solidarietà” con il dott. OresteFerrari, che con semplici parole ed efficaci dimostrazioni,è riuscito a colpire l’attenzione dei partecipanti.L’incontro si è svolto nella sede provinciale di Verona.Il saluto e la presentazione dell’evento a cura dellaresponsabile giovani provinciale di Verona Alice Rossettoe del vice presidente della provinciale Alessandro Viali. Il dott. Ferrari ha impostato una lezione su comeparlare in pubblico, come prepararsi un discorso, comeesporlo e come motivare, attraverso le parole, le persone.È quindi iniziata la fase più creativa e coinvolgente delcorso. Sei partecipanti hanno esposto argomenti diversi:“chiedere scusa”, “donare sangue”, “essere leader”,“attirare l’attenzione”, “trovare un accordo”, “catturarel’attenzione”, per vedere se si erano assimilati i concettidella lezione. Dopo le sei performace, ogni relatore ha ricevuto unacritica costruttiva da parte del dott. Ferrari e daipartecipanti, per poter migliorare la propria esposizione.Esperienze uniche, che certamente verranno ripetuteper preparare sempre meglio i volontari dell’Avis,poiché anche l’arma della parola può risultarefondamentale per convincere le persone ad andare adonare!

Kevin Costa e Gloria Mercurio

Ele “lezioni” di come “parlare in pubblico”, sono statesubito messe in pratica. Il gruppo giovani Avis

provinciale di Verona, in collaborazione con la Fidase l’Admor, in occasione dell’annuale manifestazioneJob&Orienta, che si è svolta dal 22 al 24 novembre allaFiera di Verona, ha allestito uno stand per poterincontrare, parlare con i giovani sulla donazione disangue e giocare. Come già sperimentato in passato, èstato proposto ai giovani il “Gioco dell’amicizia”, unsimpatico confronto che viene fatto in coppia tra dueamici. Venerdì mattina ci hanno raggiunto i giocatoridel calcio a 5 di Verona. Sabato mattina, invece, sonoarrivati i rugbysti del Valpolicella (foto sotto). Molti giovani si sono avvicinati allo stand anche soloper chiedere informazioni. Chi voleva potevasottoscrivere la “Promessa di Donazione”, lasciando ipropri contatti. Il risultato è stato entusiasmante: oltre150 sono state le promesse di donazione! Il gruppogiovani ha selezionato le promesse, inviandole allerispettive associazioni Avis e Fidas delle località diprovenienza dei giovani. Ora sta a loro contattarlidirettamente. Alice Rossetto

Tutto è nato quasi per gioco. Dalla frase: “Umbertoho un’idea!” si è messa in moto la macchina

organizzativa dei Giovani Avis. La formula è semplicee vincente: musica, divertimento e… “Avis in Tour” checonsiste nel portare il nome Avis e la sensibilizzazionealla donazione tra i giovani nei locali di tendenza.Partita la ricerca dei locali, si è trovata la collaborazionedi uno, poi due, fino a sei. Siamo e saremo fino afebbraio ospiti nei locali più esclusivi della provincia,dove i donatori sono accolti con un trattamento diriguardo, per loro buffet con il buon vino e drinkomaggio, per i non donatori che vorranno far parte della

nostra tribù, lasciando la lorodisponibilità a diventarlo, gli stessivantaggi. Per questo evento è nataanche la collaborazione tra Avis e leemittenti radiofoniche “RadioStudio Più” e “Radio 60 70 80”che pubblicizzano il nostro tour

tramite spot ogni settimana. Ci sono anche dei giochiin diretta radio per promuovere il tour, con in paliopremi come entrate con consumazione, tavoli e moltoaltro. Le serate sono animate da volti noti, ormai unacostante delle feste Avis: Denni dj con le ZumbaGirls,Oana dj e i Ninja Boys. Avis in Tour è partito dalPiper l’8 novembre, per poi proseguire con il Roses il20 novembre, il Berfis il 6 dicembre, il Club Nuovo il13 dicembre. Appuntamenti finora previsti per il 2014:il Divinum il 10 gennaio e l’African Suite 21 febbraio.Ma altri locali si stanno aggiungendo, seguiteci sullapagina ufficiale di Facebook Avis in Tour. “La nostra èun’iniziativa unica nel Veneto - spiega UmbertoPanarotto, responsabile web e promozione dell’Avisprovinciale veronese - per sensibilizzare i giovani neiconfronti della donazione di sangue ed è per questo cheabbiamo deciso di andare nei luoghi da loro frequentati,proponendo serate con musica dance, selezionata da djgiovani come Oana e Denni. Abbiamo scelto uno slogan

che trasformasse una frase fattain una realtà, a noi interessaparlare ai giovani, nostricoetanei, della donazione e allostesso tempo divertirci con loro,ballando e ascoltando musica.Abbiamo scelto locali che nonfossero solo discoteche; volevamoposti diversi come wine bar eclub, in città e in provincia.Ogni serata è anche preceduta daun buffet gratuito”.

Un gruppo di studenti dell’Ipsia “Pittoni” diConegliano (Tv), accompagnati dagli insegnanti

Salvatore Aquino e Anna Rullo, hanno effettuato lavisita di idoneità presso il Centro trasfusionaledell’ospedale coneglianese. L’iniziativa rientra in unprogetto di sensibilizzazione attivo già da alcuni anni,coordinato dal prof. Aquino con il coinvolgimentodegli studenti della scuola ed il sostegno del dirigentescolastico, prof. Michele Botteon. Gli studenti,liberamente e volontariamente, hanno condiviso ivalori dell’Avis e della donazione del proprio sangue.I partecipanti all’iniziativa sono Bel Khourbichia,Charkaoui Mohammed, El Himer Samir, Selimi Selim,Tonon Giovanni, Allushaj Joni, Villata Laura, XamerinLudovica, Dâ Ambrosi Giorgia, Tarhhal Foudua e El-Chaib Ibtissam. Dai nomi emerge la forte partecipazionedi ragazzi di origine straniera che lo stesso presidente

dell’Avis di Conegliano, Alberto Maniero, ritienesignificativo perchè “è una dimostrazione dell’universalitàdel valore della donazione e dell’integrazione che passaanche attraverso l’Avis”.

27

Dal Nord Est la coordinatrice nazionale giovani“Avis in tour” e il donare fa tendenza

Corsi per comunicare e Job&Orienta per la “pratica”

+ WEB

Conegliano: all’Ipsia Pittoni al Trasfusionale il passo è breve

settembre2013_18-29_progetto2Dono&Vita 05/12/13 12.29 Pagina 26

Page 15: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Che l’Avis “Ci stia a cuore” è fuori dubbio. Su comefare perché questo cuore “batta” sempre più forte

e deciso, ci si è interrogati nel corso di una due giorniorganizzata dall’Avis provinciale di Treviso, il 28 e 29settembre, alla Casa soggiorno Alpino-Famiglie Ruralidi Laggio di Cadore (Bl). Come da qualche annoormai, era rivolto a presidenti e consiglieri delle Aviscomunali della Marca, ogni giorno alle prese con pro-blemi e preoccupazioni legati al delicato campo delvolontariato del sangue. Interessantissimi spunti di discussione e confronto sonoarrivati da subito, dal giornalista e scrittore LetterioScopelliti, che ha portato dirette esperienze di vita e pro-fessionali, in Italia e all’estero. Così il docente di letteree filosofia, già preside di scuola superiore, Lamberto Pil-lonetto che ha parlato sui valori del volontariato aservizio della persona e della comunità. La pedagogistaclinica Federica Dal Mas ha, invece, puntato l’attenzionedei presenti sull’organizzazione del volontariato comesistema e sul valore del “gruppo”. A coordinare l’incon-tro è stato Carlo Donadel, esperto in ambito psico-educativo, che nell’arco dei due giorni ha affrontato iltema della forza dell’organizzazione e della condivi-sione di una visione. Sono seguiti i lavori di gruppo sul tema della comuni-cazione, della collaborazione tra associazioni, dei rap-porti con le istituzioni, dei rapporti interpersonali, del-l’accreditamento e dell’organizzazione delle donazioni.

La domenica mattina si è svolto un laboratorio interat-tivo sull’efficacia del lavoro di squadra e di una buonaprogrammazione. Insieme ai dirigenti avisini dellaProvinciale, hanno partecipato anche il presidenteregionale dell’Avis, Gino Foffano e il consiglierenazionale Bernardino Spaliviero, oltre che tutti i com-ponenti dell’Esecutivo provinciale. Al suo esordio aLaggio come presidente dell’Avis provinciale, VandaPradal si dice soddisfatta dell’incontro che “Ha rin-forzato le motivazioni all’impegno e all’assunzione diresponsabilità in ambito associativo e rinforzato laconoscenza reciproca. Il fatto di confrontare le nostre espe-

rienze, di pensare insieme al futuro, diriflettere sulle concrete competenze nella gestione dell’Avis, sul valore del volontariatoin una visione più ampia di quella locale,nel particolare contesto e momento socialeche stiamo vivendo, ci permette di assumereuna visione sistemica dell’organizzazionedel volontariato. Credo che dopo questoincontro sia chiaro che tutto e tutti concor-rono all’unico fine, che è il bene dei malati,e che si deve lavorare insieme, perchè è illavoro di squadra che vince!”. È stato un momento di incontro e di con-fronto, quindi, per fare “squadra” proprioin un periodo di crisi non solo economi-ca, in cui emerge e si solidifica - come èstato detto da uno dei relatori - la vera“povertà”: quella culturale e valoriale.Non è stata, invece, “povera” di risate laserata del sabato che, dopo la cena, havisto “in scena” il cabarettista FrancescoDamiano di “Riso fa Buon Sangue”.

Michela Rossato

Dopo Federica Pellegrini, VittorioBrumotti, Cristina Chiabotto, Rossella

Brescia, Gigi Mastrangelo, Jack Sintini, CarloMolfetta e tanti altri personaggi dellospettacolo e dello sport… ecco un altro “colpo”da maestri per la squadra “Avis Resana x laVita”! L’ultimo “acquisto” si chiamanientemeno che Rosario Fiorello. Il “fiore”nazionale ha voluto indossare la t-shirt dell’Avis

di Resana, la stessa già indossata anche dacentinaia di ragazzini del calcio, per lanciareanche lui un messaggio, attraverso Twitter eFacebook, di promozione della donazione delsangue. “Donate sangue” ha ricordatoFiorello, con la speranza che siano soprattuttoi giovani ad ascoltarlo e a seguire l’esempio chearriva anche da tanti personaggi televisivifamosi.

L’Avis provinciale di Treviso, con un gruppo di avisinidi alcune sue Comunali in qualità di “attori”, ha

partecipato alla campagna di sensibilizzazione 2014 sullasicurezza stradale, abuso di alcol alla guida e alcolismogiovanile realizzata da “Saturno 9”. La presenza di Avis e del ruolo preziosissimo dei donatoridi sangue, si inserisce in un video della durata di 72minuti, intitolato “L’aurora” che potrebbe essere diffusonelle scuole. Nato lo scorso anno da una idea di Pasav(Precedenza Alla Sicurezza – Associazione di promozionesociale di Venezia) e realizzata da Saturno 9, associazioneartistica indipendente, il progetto si propone (attraversol’utilizzo di tre filmati), di far riflettere i giovani sulleconseguenze dell’abuso di alcolici e dell’inutilizzo dellacintura di sicurezza durante la guida dell’auto. La presentazione si è svolta al Cinema Excelsior diMestre, il 28 novembre, presenti in sala oltre 200 studentidi tre Istituti secondari del veneziano. Cristiano Invaso,presidente Pasav, Massimo Moretto e Graziano Bicelli diSaturno 9, hanno presentato l’intero progetto, che ha ilpatrocinio della Regione Veneto, e la collaborazione diProvincia, Comune ed Aci di Venezia. Sono intervenuti i responsabili di Polizia di Stato, Vigilidel fuoco, Suem 118 e Polizia Locale della provincia diVenezia, mentre per Avis era presente la Provinciale di

Treviso, già da giugno coinvolta direttamente dal registaMassimo, per altro socio donatore. Interessanti i 3 videoprodotti, rispettivamente in forma di clip della durata di4 minuti circa, intitolato “La promessa”, dicortometraggio della durata di 24 minuti, intitolato“Rosso asfalto” e di lungometraggio della durata di 72minuti denominato “L’aurora”; particolarmentecoinvolgente il secondo per le sensazioni che provoca allospettatore. A breve i filmati saranno disponibili, prima su youtubee successivamente anche su supporto magnetico. Amargine della presentazione, struggente l’intervento dellasignora Cinzia dell’associazione “Un cuore per la vita”,istituita un anno fa dopo la perdita del figlio in unincidente stradale causato da un guidatore in stato diebbrezza; altrettanto coinvolgente il contributo di FedericaZago, pluricampionessa di canoa, sulla sedia a rotelledall’età di 18 anni a seguito dell’uscita di strada dell’autocondotta da un amico ubriaco. La presenza di Avis rappresenta per i ragazzi donatori,che lo scorso luglio a Crocetta del Montello hannopartecipato alle riprese e per l’Associazione tutta, motivodi soddisfazione per essere stati voluti come partnercredibile nella promozione del messaggio che il progettopropone. Walter Tonon

Un’infermiera tira l’altra… per donare il sangue! Gli infermieridel reparto di Ortopedia dell’ospedale di Conegliano hanno

deciso, infatti, di diventare donatori di sangue. Una bella “sorpresa” per l’associazione, organizzata dal collega GianCarlo Battistella dell’Avis di Mareno di Piave e consigliere provinciale.“Da tanti anni faccio questo lavoro - commenta il dott. Alessandro DalCanton, direttore del Centro trasfusionale di Conegliano - ma ancoraquesti gesti, così ricchi di generosità, solidarietà e tanta voglia di stareassieme un po’ mi commuovono”.

C’è la crisi? ci salvano i veri “valori” Avisini-attori per la sicurezza stradale

Resana: Rosario Fiorello con la maglia Avis

Anche gli infermieri si “bucano” (ma per donare sangue)

TREVISOTREVISO

LE S

ETT

E SO

REL

LE

LE S

ETT

E SO

REL

LE

28 29

+ WEB

settembre2013_18-29_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.18 Pagina 28

Page 16: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Due testimonial d’eccezione, domenica 13 ottobre,al “33° Trofeo Avis - 3° Memorial Bruno Sottana -

23ª Maratonina”, corsa podistica non competitiva orga-nizzata a Musano da Gruppo Podistico Avis, Avis comu-nale di Trevignano e Gruppo Alpini, con il patrociniodi Comune e Pro Loco. I due campioni di casa, GiuliaAlessandra Viola e Andrea Girotto sono stati ospiti dellamanifestazione (oltre 1.600 iscritti) e premiati non soloper i loro straordinari successi sportivi, ma anche per ladecisione di diventare al più presto donatori di sangue.Giulia, classe 1991, è campionessa italiana dei 1.500 e5.000 metri; Andrea (1992) è campione italiano edeuropeo di pattinaggio artistico, campione del mondo2011 e fresca “medaglia d’argento” (15 novembre)seniores ai Mondiali di pattinaggio artistico a Taipei. Duegiovani sportivi che si distinguono per sensibilità e atten-zione al prossimo. Entrambi, infatti, hanno deciso di sot-toporsi agli esami di idoneità per diventare donatori.Andrea lo ha fatto di ritorno da Taipei, il 20 novembre,al Centro trasfusionale di Treviso, senza clamori com’è

nel suo carattere riservato. Figlioe fratello di donatori, per il giovanecampione (che già cullava l’idea daun po’) è stata un’emozione forte:“Nel momento in cui mi hannoinfilato l’ago per i prelievi mi sonoreso conto dell’importanza di quel-lo che stavo per fare e che spero di fareper tanto tempo - ha detto – mi sonoreso conto che un gesto che non mi costa niente, che è sem-plice e che per me non fa la differenza, potrà fare invece ladifferenza per una persona che ha bisogno, un’enorme dif-ferenza perchè può salvarle la vita. È una soddisfazione inde-scrivibile, come quando si vince una medaglia”. Vita diimpegno, sacrifici e tanta costanza, Andrea è sulle rotelleda quando aveva 2 anni e mezzo, perchè “i pattini sonodi casa (la cugina è Marilisa Girotto, altra campionessa,ndr) quanto l’Avis”. Ai giovani si sente di dire che devonosempre cercare il massimo, con il sudore e con le pro-prie forze, non scegliendo la via più facile, rialzandosiquando si cade. Sempre. Ma soprattutto dice di farescelte che, oltre a se stessi, possano essere un bene ancheper il prossimo. “Solo così la propria vita è completa”. Aringraziare Andrea, (oltre che l’altra atleta, Giulia, durantele premiazioni a Musano), c’era anche la presidente del-l’Avis provinciale di Treviso, Vanda Pradal, che l’haaccompagnato al Trasfusionale per l’idoneità.“I giovanidonatori sono il nostro presente e il nostro futuro, e quan-do sono personaggi noti e seguiti, sono per l’Avis un bel bi-glietto da visita per sensibilizzare e avvicinare altri giovani.Sono scelte di ragazzi che sono responsabili anche nellagara della vita, che hanno capito che tutti abbiamo biso-gno di tutti”. Soddisfatto anche il presidente dell’Aviscomunale di Trevignano, Elia Zanatta: “Questi sono esem-pi da seguire per i giovani, che nella nostra zona sono par-ticolarmente sensibili ai bisogni del prossimo”. A Trevignano,infatti, grazie alle tante iniziative estive organizzate dalledue Avis (Comunale e Capoluogo), sono già una cinquan-tina le nuove adesioni. M.R.

Record di circa 450 iscritti alla pedalata organizzatadall’Avis di Vittorio Veneto per raccogliere fondi per

il Piccolo Rifugio, che segue le persone con disabilità.Piena piazza del Popolo alla partenza e all’arrivo, dopoun percorso di 24 chilometri fra quartieri e campagnevittoriesi. A dare l’avvio a “Pedalavis” sono stati Giaco-mo e Francesco, due ospiti del Piccolo Rifugio di Vit-

torio Veneto, sulle biciclette a tre ruote con cui da annisolcano la città. Dietro il serpentone dei ciclisti: nel grup-po anche il sindaco Gianantonio Da Re e il pluricam-pione del mondo di ciclocross Renato Longo e tantigiovani e giovanissimi. “L’Avis ci è vicina da sempre e lesiamo grati - ha detto il direttore del Piccolo Rifugio, DinoMulotto - e onorati che ci abbia dedicato a Pedalata: peril Piccolo Rifugio sentirsi parte della comunità, della città,della diocesi, è fondamentale”. Un grazie per il successoagli oltre 80 volontari di Avis, Protezione civile ColleUmberto, Cicloturistica Vittorio Veneto, AssociazioneCarabinieri, Prealpi Soccorso, Agesci, AssociazioneIstadea, oltre alla Polizia municipale.

Èun momento strano questo che stiamo attraversan-do, difficile per la situazione economica, ma anche

per il clima di fiducia che è diminuito pure tra i dona-tori, che sembrano risentire delle difficoltà che moltaparte della comunità sta vivendo. Le donazioni sono incalo ovunque, nel veneziano per oltre il due per cento.Siamo certi, però, che ancora una volta il volontariosaprà reagire, rispondendo in modo esemplare alladomanda di responsabilità che ci viene richiesta; unagrande sfida che attende tutti i donatori veneziani. Perfortuna anche la domanda di sangue in questi mesi èdiminuita, sembra che gli ammalati chiedano menosangue, le liste di attesa si allungano, complice lariduzione delle risorse? Ci viene richiesto pertanto didonare in modo mirato, donare quando e quantoserve. Ai donatori fa piacere sapere che serve menosangue ma allora, visto che potremmo donare di più,perché non pensare al fabbisogno fuori del nostro ter-ritorio? Visto che in Italia tutte le Regioni sono ormaiquasi autosufficienti, se nel mondo serve sangue sicuro

e gratuito, perché non aprire la solidarietàinternazionale anche alla donazione delsangue? Noi faremo sempre la nostra parte eper rispondere alla mutata richiesta, piùmirata e selettiva, nei prossimi mesi le modalità dichiamata alla donazione cambieranno, la chiamata sifarà più puntuale e precisa, i donatori verranno “chia-mati” a donare dai dirigenti associativi e dalle lorostrutture con maggiore attenzione e cura. Verrannoutilizzati mezzi “multicanale” quali sms, email, tele-fonate e ogni altro sistema che si rende necessario vistal’eterogeneità dei donatori in quanto a età, cultura dibase, preparazione e differente utilizzo dei social. Altraimportante novità sarà la prenotazione della dona-zione, il momento più importante. Vogliamo cheognuno non faccia più la coda, ma scelga il momentopiù adatto per sé e possa dedicare tutto il tempo chevuole a socializzare con gli altri donatori. Così i dona-tori veneziani saranno ancor più solidali e responsabilidi prima. Giorgio Brunello. presidente Avis provinciale

Parte da Est il progetto “informatore associativoAlla luce della convenzione tra il Dimt e le

Associazioni di donatori, che invita a migliorare laqualità della chiamata e l’accoglienza dei donatori neiCentri trasfusionali, l’Avis di Musile di Piave ha decisodi replicare l’efficace esperienza di accoglienza dellaprovincia di Pordenone, illustrata in occasione degliincontri promossi dalla scuola interregionale di AvisVeneto-Friuli-Trentino. L’Associazione ha, quindi,elaborato un progetto per presidiare ciascuno deiCentri trasfusionali dell’Ulss 10 con la presenza di“informatori associativi”. Grazie al supporto di AvisVeneto e Csv di Venezia, il progetto ha preso il via conun corso di formazione, al quale hanno partecipato 43volontari delle Avis del Portogruarese e delSandonatese. Il corso, articolato in sei incontri di dueore ciascuno, è iniziato l’11 ottobre ed è terminato il 15novembre. Tre i relatori lo psicologo dott. StefanoCarbone, che aveva seguitol’iniziativa anche per Avis provin-ciale di Pordenone; il dott.Alberto Argentoni, che ha illu-strato gli aspetti associativi (statu-to, convenzione...); un medicodel Centro trasfusionale di SanDonà di Piave, per spiegare gliaspetti sanitari del dono. A breve,quindi, presso i Centri di Jesolo,

San Donà di Piave e Portogruaro verrà allestito un“Punto di informazione”: una postazione riservataall’informatore, riconoscibile grazie ad una polo rossaAvis e a un cartellino identificativo. Tale figura sarà unriferimento per donatori, associati e non, potràaccoglierli e ascoltare le loro problematiche, informarlied indirizzarli alle Comunali avisine, nonché offrire unsupporto logistico ai Centri. Scopo del progetto è fidelizzare i donatori medianteun’assistenza qualificata, che aiuterà sia i donatori, siagli aspiranti a vivere con serenità le problematiche ches’incontrano nei Centri trasfusionali, guidandoli attra-verso i vari passaggi che portano alla donazione: l’acces-so alla segreteria, la visita medica, il prelievo ed infine ilristoro. Si tratta di un’esperienza unica in tutta laRegione, che sarà estesa anche nelle altre Asl dellaprovincia di Venezia. Silvano Vello

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

3130

Obiettivo: donare in modo mirato

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

TREVISO VENEZIA

Campioni al dono

Vittorio Veneto: un “botto” la pedalata per il Piccolo Rifugio + WEB

settembre2013-30-39_progetto2Dono&Vita 06/12/13 09.54 Pagina 30

Page 17: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Marcon: inaugurato il nuovo Centro di RaccoltaMirano: i giovani e la donazione? Basta farsi coinvolgere

Si è svolto in due puntate, il 26 ottobre a Vigonovoe il 9 novembre a San Donà di Piave, il primo corso

per Amministratori organizzato dall’Avis provinciale diVenezia. Nato dalla richiesta, espressa a seguito dei rin-novi associativi, di formare e informare i nuovi dirigen-ti sull’evoluzione delle normative alle quali sonosoggetti gli enti non profit, il corso ha riscosso i favoridelle Comunali che hanno risposto positivamenteall’invito partecipando numerose con presidenti eamministratori, ma anche con revisori, consiglieri e

collaboratori che volevano approfondire il tema. Arelazionare, il dottor Donatello Ferrari, formatoreesperto del settore, già amministratore di un’Avis deltrevigiano, sulla scia dell’esperienza positiva dell’Avisprovinciale di Treviso che da anni investe molto sullaformazione dei propri dirigenti e che, nell’ottica diassociazione in rete, ha messo a disposizione il suoesempio. Questo corso è stato il primo di una serie diapprofondimenti sulla gestione delle Avis comunaliche vogliamo organizzare durante questo mandato. È,infatti, intenzione di tutto l’Esecutivo provincialepotenziare il dialogo con le Avis comunali e raccoglierele loro richieste e osservazioni per costruire passo dopopasso il percorso di formazione dei nostri dirigenti.Importanti spunti sulle prossime tematiche daaffrontare, sono stati raccolti proprio durante questocorso. Per restare aggiornati sulle iniziative dell’Avisprovinciale di Venezia, chiedete di inserire il vostroindirizzo nella newsletter periodica “Avis ProvincialeINforma!” scrivendo a [email protected] Delsole - responsabile Formazione Avis provinciale Venezia

Marcon ha un nuovo centro raccolta, progettatosecondo i requisiti stabiliti dalle normative nazion-

ali ed europee in materia di attività trasfusionali, in par-ticolare dalla disciplina del Plasma Master File. Inaugu-rato il 6 ottobre in Via della Cultura, il fabbricato ospi-ta anche la sede dell’Avis Marcon. Un’area di 300 mq èdedicata alle donazioni domenicali e comprende una salad’attesa con front-office, quattro ambulatori, una sala pre-lievi, servizi e locali di servizio; altri 70 mq sono inveceoccupati da due uffici, un locale ristoro per il donatoree servizi. “La raccolta domenicale della Comunale di Mar-con - spiega il presidente Vito Caputo - ha numeri di tuttorispetto: oltre 1.200 donazioni, 730 donatori attivi su unapopolazione di 15.000 abitanti. L’opera, però, è stata con-cepita da Avis per rispondere attivamente alla richiesta diservizi socio-sanitari da parte della cittadinanza: infatti verràutilizzata quotidianamente come sede dell’Ulss12 per l’at-tività di fisioterapia e come ufficio del direttore del distret-to Socio-Sanitario n. 4 di Marcon, nonché della medicinadi gruppo “Medicina Insieme” costituita dai medici di basedott. Sercia, dott. Artuso e dott.ssa Favaro”. L’opera è statarealizzata con la partecipazione del Comune di Marcon,che ha dato in concessione gratuita per 99 anni l’area sucui sorge il fabbricato, mentre i costi sono totalmente acarico dell’Avis di Marcon che ha contratto un mutuoventennale di 450mila euro con la Bcc Marcon-Veneziae ha promosso una raccolta fondi negli ultimi tre anni.

“Dobbiamo ringraziare per l’impegno tutti i donatori e ledonatrici di Marcon, i membri del Consiglio direttivo e ildirettore sanitario Roberto Savi - sottolinea Caputo. Pre-senti all’inaugurazione, nonostante il maltempo, oltre 200donatori, diversi dirigenti associativi e autorità pub-bliche tra cui l’on. Mario Dalla Tor, l’assessore regionaleRenato Chisso e il direttore generale dell’Ulss 12, dr.Giuseppe Dal Ben. “È in tempi di crisi come quelli chestiamo vivendo - conclude Caputo - che associazioni comel'Avis devono far sentire sempre più la loro presenza e il lorosostegno a chi più ne ha bisogno e ricordare sempre il nos-tro motto: il sangue non si fabbrica… Si dona!”.

Nuova sede per l’Avis di Spinea: dopo esserestata accolta temporaneamente presso l’Au-

toscuola Torino Motori a causa del crollo del tettodella vecchia scuola che la ospitava, l’associazione haora una nuova sede nella Casa delle Associazioni invia Bennati 13, vicino alla palestra comunale. La segreteria è operativa il venerdì, dalle 20.30 alle22.30 e la domenica dalle 9.30 alle 11.30. Le rac-colte domenicali vengono effettuate come di consue-to presso il Distretto Sanitario di Spinea, in viaPisacane 3, dietro il Municipio. Per informazioni,contattare Enrico Varola al 349.4566320.

Domenica 19 gennaio 2014 sarà Concordia Sagittariaad ospitare la “Lucciolata” finale per la Via di

Natale di Aviano, il tradizionale appuntamento che riu-nisce tutti i comuni del Triveneto che, nel corso dell’an-no, hanno ospitato una tappa della passeggiata di soli-darietà. Il connubio tra Avis e Via di Natale si è mani-festato fortemente fin dalle origini: entrambe le associa-zioni operano a favore del malato, per alleviarne le peneattraverso le donazioni di sangue o per accompagnarlocon dignità nel decorso della malattia. Per questo moti-vo, Avis ha sempre avuto un ruolo di primo piano anchenell’organizzazione delle passeggiate della solidarietà.Quest’anno, la Lucciolata finale si annuncia come unevento straordinario: oltre alla possibilità di tuffarsi gra-tuitamente nella storia millenaria e nella tradizione della“città romana”, guidati dai volontari dell’associazione“Rufino Turranio”, i concordiesi si stanno già adoperan-do per preparare una serie di spettacoli di intrattenimen-

to e per accogliere le migliaia di visitatori attesi concioccolata calda, vin brulè e altre prelibatezze locali.Non rimane che partecipare numerosi e accendere conla fiamma della lucciolata il calore della solidarietà di cuigli avisini sono capaci. Per informazioni, è possibile con-tattare l’Avis locale al cell. 348 9110979. Dario Piccolo

Una delle domande sempre al centrodelle nostre riunioni è “Come avvic-

inare i giovani al mondo del volontariato e aldono del sangue?”. L’abbiamo chiesto diretta-mente a loro. Con enorme sorpresa ci hannosubito accolto e coinvolto e noi li abbiamosostenuti in due eventi: il torneo “Green4Fun”a Santa Maria di Sala, con 24 squadre divolley e 20 di calcetto, e “Be a Hero”, che hariunito una quarantina di ragazzi tra i 18 e i25 anni a Zianigo di Mirano, nella naturadella località “Il tempo perso”. In questaoccasione, l’associazione GPS (Giovani Peril Sociale) ha predisposto rinfresco e musicainvogliando i ragazzi a partecipare perascoltare le parole dei presidenti Avis e Aido

sul mondo un po’ sconosciuto della dona-zione. Oltre a trasmettere a questi ragazzicuriosità e informazioni tecniche, siamo rius-citi a far passare importanti messaggi di vitae solidarietà. Lo sentiamo da Giulia, che hapartecipato a “Be a Hero”: “È stata un’espe-rienza nuova e significativa incontrare il mondodell’Avis. Spesso si vive in una dimensione doveil ricevere viene riconosciuto più del donare etroppo spesso un "grazie" non ha il peso chedovrebbe avere. Un piccolo gesto di un uomo nepuò salvare molti, il perpetuarsi di un donoregala speranza… Un nuovo modo questo,diretto ed efficace, per farci capire che oltreall'ordinario c'e' di più. Grazie Avis!”

Giuliano Casotto

Via Di Natale, lucciolata finale a Concordia

Un calendario 2014 cosmopolita per Avis Mestre-Marghera

VENEZIAVENEZIA

Amministrare Avis, amministrare bene

Sarà un 2014 “cosmopolita” per quei fortunati che riusciranno ad accaparrar-si una copia del calendario fotografico dell’Avis Mestre-Marghera, creato con

scatti realizzati in giro per il mondo dal Gruppo giovani, in occasione di viaggie vacanze. “In viaggio con Avis - Cartoline dal mondo” è appunto il titolo del-l’opera, che ritrae vari peluche griffati Avis sugli sfondi più disparati: Vietnam,Portogallo, Egitto, Stati Uniti... e naturalmente Italia. L’obiettivo era creare uncalendario bello da appendere in casa o al lavoro, quindi efficace in termini divisibilità dell’Avis, oltre che utile per ricordare ai donatori le domeniche di rac-colta e altre ricorrenze importanti. Come di consueto, le copie vengono dis-tribuite presso la sede di Avis Mestre-Marghera e il Centro raccolta all’Ospedaledell’Angelo, nonché in occasione delle raccolte domenicali.

E Spinea ha la nuova sede

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

32 33

+ WEB

settembre2013-30-39_progetto2Dono&Vita 05/12/13 12.42 Pagina 32

Page 18: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

35

All’Abvs il territorio è al primo posto! In un con-testo storico dove la tendenza all’accentramento

delle strutture è sempre maggiore, infatti, l’Abvs si facarico, in questo senso, di un’inversione di rotta. Lacostante valorizzazione dell’operato delle singolesezioni è il chiaro obiettivo che si è posta la presidente,Gina Bortot, ed a cui è stato dato ampio spazio inoccasione dell’assemblea provinciale d’autunno,svoltasi lo scorso 24 novembre. All’evento è stata por-tata anche l’esperienza dell’appuntamento precursore.

Il 18 ottobre, infatti, il Direttivo provinciale ha incon-trato i componenti delle sezioni della zona 1 (Cadore)presso l’Hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore. Tante lefacce nuove, a seguito dei rinnovi associativi intervenu-ti la scorsa primavera, ma numerosi anche i volticonosciuti, accorsi per portare la propria esperienza,confrontarsi e discutere sul ruolo di quegli organi asso-ciativi che, più di tutti, sono a contatto diretto con ildonatore. Dagli eventi sportivi al progetto scuola, dagliincontri di formazione con il personale medico aidubbi sugli adempimenti “burocratici”: l’idea è quelladi rinnovare costantemente la sinergia tra organoprovinciale e territorio. Ma all’assemblea si è parlatoanche di dati: se pressoché invariato è il numero totaledi donazioni rispetto al 2012, un calo si evidenziasoprattutto nelle plasmaferesi. Continua, invece, il per-corso che vede l’Abvs pioniere del sistema di preno-tazione delle donazioni. A fronte del positivo collaudo, entrerà a regime, nelgiro di qualche settimana, il gestionale che consentiràall’associazione di organizzare anche le prenotazioni dicoloro che si apprestano alla prima donazione. Laprima, ci auguriamo, di una lunga serie.

Sono stati i più piccoli i destinatari dell’ultima iniziativadella sezione Abvs di Belluno. In occasione della 15° edi-

zione del Baby’s Bazar, la sezione del capoluogo ha attiratol’attenzione delle centinaia di bimbi presenti con un simpa-tico gadget: un album tutto da colorare per dare sfogo allafantasia dei più piccoli. Un fumetto vivace e significativosulla copertina ha avvicinato grandi e piccini.

Grazie alle sezioni Abvs del Comelico e diSappada, ora l’Atletica Comelico può sfoggiare

un nuovo look. Nella necessità di rinnovare le diviseda gara ed allenamento, le sezioni locali dei donatoridel sangue hanno contribuito alla realizzazione dellemagliette tecniche che gli atleti utilizzeranno aiprossimi eventi sportivi. Le sezioni che hanno colla-borato sono Comelico Superiore, San Nicolò diComelico, San Pietro di Cadore, Santo Stefano diCadore e Sappada.

Si svolgerà il 15 febbraio 2014 la nona edizione dellaCasparetha, la gara non competitiva di sci d’alpini-

smo e ciaspole più importante del Triveneto. Una dataparticolare che consentirà agli innamorati di festeggia-re San Valentino in modo insolito. E dopo la fatica, ilristoro: brulè, minestra e musica per godere a pienodella nottata in valle. Un evento che continua a ripeter-si grazie al supporto degli esercenti e delle associazioninon profit della vallata agordina, non ultima la localesezione dell’Abvs. E proprio la sezione di Canale-Vallada riserverà un premio speciale, da assegnare asorteggio, per un donatore attivo partecipante allagara. Ma affrettatevi, il limite massimo è di 900 parte-cipanti. Per info iscrizioni, costi e noleggio attrezzatu-ra www.casparetha.it. Casparetha è anche su Facebook(facebook.com/casparetha) e Twitter (@casparetha).

Sono passati ormai 50 anni da quel maledetto 9 ottobredel 1963, ma il ricordo della tragedia del Vajont è

ancora più che vivo nei cuori dei bellunesi. Come ogni

anno, sui luoghi del disastro si è tenuta la pedonata “I per-corsi della memoria”. Oltre 8mila gli iscritti, provenientianche dagli Stati Uniti e dalla Nuova Zelanda, che hannomesso alla prova la macchina organizzativa dei volontarinei tre percorsi da 10, 17 e 25 chilometri. L’Abvs ha fattosentire la propria presenza presentandosi con un gruppocompatto e colorato. Grazie al coordinamento di Luigi deFelip, sono stati ben 139 gli sportivi che si sono iscrittialla gara in questa lista, tanto che l’Abvs è risultata il terzogruppo più numeroso partecipante all’evento. Armati dibandiere e buona volontà, i donatori hanno affrontato ilpercorso anche con il tempo incerto ricevendo, all’arrivonello stadio, i meritati applausi del pubblico presente.

Pagine a cura di Barbara Iannotta

BELLUNO BELLUNO

Prima donazione? Si può prenotare

Se l’Abvs è tutto a colori

I quarant’anni della ventiquattrore

Appuntamento con la Casparetha il 15 febbraio

Vajont: più di ottomila alla marcia della memoria

Atletica Comelico, nuovo look con le divise dell’Abvs

Iprimi 40 anni! È un onorevole traguardo quello rag-giunto dalla manifestazione podistica che si svolge

ogni anno presso lo stadio comunale di Belluno. Tra legare sull’ora più antiche d’Italia, la “24 Ore di SanMartino” ha spento, quest’anno, nientemeno che qua-ranta candeline. Come da tradizione, anche l’Abvs hapartecipato con una squadra di propri atleti, guada-gnando l’undicesima piazza con quasi 338 chilometrimacinati. Ma l’evento non è solo sport: solidarietà e,perché no, anche divertimento. A supporto degli atleti edei simpatizzanti, le sezioni di Sedico e Bribano hannogestito la tenda stand di riferimento. Grandi e piccolihanno affollato il punto ristoro tra palloncini, materialepromozionale e torte squisite. Ma tutti gli sguardi sono stati attirati dalle lanterne libe-rate dai volontari nella fredda nottata: nasi all’insù, echissà che non si avveri qualche desiderio.LE

SE

TT

E S

OR

ELL

E

34

foto Montefortiana di: Renato Malaffo

+ WEB

settembre2013-30-39_progetto2Dono&Vita 05/12/13 12.43 Pagina 34

Page 19: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Inaugurazione dell’opera dell’artista Sturaro, il 14 settembre, in Piazzadel Donatore a Caselle di Selvazzano. L’opera ha come tema “La vita

ed il dono del sangue”, è in ceramica ed è posizionata di fronte alla chie-sa di Caselle, ben visibile. Nell’occasione, sia i rappresentanti dell’Avis,sia il sindaco di Selvazzano, hanno ricordato l’attivismo con il quale laComunale di Caselle opera nel territorio, promuovendo, in particolarmodo, la donazione. E inaugurazione il 6 ottobre, a Casale di Scodosia,di un’altra opera di Cristiano Sturaro, presenti anche i rappresentanti diAvis regionale, Luigi Piva e di Avis provinciale, Roberto Sartori. Il pre-sidente della Comunale di Montagnana, Antonio Vecchione, ha sotto-lineato che l’opera è per i donatori e per la popolazione, per ricordare atutti la grande necessità di sangue, per invogliare le nuove generazioniad avvicinarsi all’Avis.

La “Summer run–corsa dell’estate” organizzata conlo stesso format della “Corri x Padova”, ha fatto

tappa a Casalserugo. All’appuntamento il popolo deimarciatori (fra corridori e camminatori) ha risposto,come sempre, numeroso ed entusiasta. All’evento erapresente anche l’Avis di Casalserugo, che ha dato ilproprio contributo nel comparto organizzativo con ipropri volontari impegnati nella gestione del serviziocustodia zaini e nella gestione del ristoro volante ametà percorso. Inoltre, un vivace gruppo di donatorilocali ha marciato insieme agli altri atleti, indossandola maglietta con il logo Avis Casalserugo, per sensibiliz-zare i partecipanti ed in particolare i giovani presenti,al nobile gesto della donazione del sangue. Anchedomenica 22 settembre, in occasione del passaggiodella “Staffetta del donatore”, i volontari avisini diCasalserugo sono stati protagonisti in prima linea nellagara di solidarietà per il sostegno del dono del sanguee degli organi, nonché per la salvaguardia dell’ospedale

di Piove di Sacco. Con i rappresentantidell’Amministrazione comunale, alcuni giovani avisini,cinque persone in tutto, hanno accompagnato la staf-fetta per sei chilometri, da Casalserugo a Bovolenta,tenendo alta la fiaccola ardente, con l’entusiasmo disostenere una iniziativa così speciale.

Benemerenza speciale, inoccasione del 40° di fon-

dazione dell’Avis comunale diLoreggia, a Duilio Fantin, cheha raggiunto le 204 donazio-ni: un risultato straordinariodi continuità nell’impegno afavore degli ammalati. Duilio,

classe 1948 è una personaimpegnata a 360 gradi nelmondo del volontariato loca-le, mettendo a disposizionetempo ed energie, in partico-lare per i diversamente abili e per l’Aido di Loreggia, dellaquale Duilio è presidente.

PADOVA

Saonara e Vigonovo a... Tombelle: quando l’unione fa il donatore

Gli uffici di chiamata in provincia PADOVA

Caselle di Selvazzano e Casaledi Scodosia “monumentano”

Record di 204 donazioni

37

Nel nostro territorio esistono, da anni, degli “Ufficidi chiamata” che svolgono il proprio ruolo in

locali posizionati all’interno dei Servizi trasfusionalidelle varie Aziende Ulss della provincia. Funziona un“ufficio di chiamata” che esplica la propria funzioneper la raccolta associativa, per le sedi di raccolta diPadova ed interland, all’interno dell’unità di RaccoltaAvis, che ha sede in Via Trasea. Nella provincia pado-vana l’attività di raccolta sangue, gestita direttamentedalle associazioni, viene svolta tutti i giorni, feriali efestivi e ciò ci differenzia dalle province di Venezia eTreviso. Tutto il servizio attuato in sinergia con la strut-tura dipartimentale, ha raggiunto, negli ultimi anni,ottimi risultati in termini di aumento della raccoltasangue. In provincia, alcuni uffici di chiamata operanoall’interno dei Servizi trasfusionali: Piove di Sacco,Cittadella, Camposampiero, Monselice, Este,Conselve, Montagnana e i compiti dell’ufficio di chia-mata sono svolti da volontari Avis oppure da dipen-

denti Avis. Il lavoro degli “uffici di chiamata” ha comeobiettivo garantire un afflusso costante dei donatorialle strutture trasfusionali e un miglior utilizzo dellerisorse umane, nelle strutture ospedaliere e nelle Unitàdi Raccolta sangue. La novità che emerge dalla discus-sione sulle “Linee Guida per la chiamata del donatore”è l’indicazione di obiettivi secondo i criteri di efficien-za, per orientare la programmazione e la declinazionedel fabbisogno e della chiamata, per gruppo. Avis pro-vinciale di Padova ritiene fondamentale che la chiama-ta alla donazione sia attuata dalle associazioni, secondouna programmazione definita, d’intesa con la strutturatrasfusionale territorialmente competente. A nostroavviso è necessario tutelare l’accesso del donatore inquanto volontario, il quale non deve avere limitazionistringenti nell’accesso alla struttura trasfusionale dovu-ta ad una programmazione esasperata, soprattutto inun territorio come quello di Padova, dove esiste unacarenza cronica di sangue. Roberto Sartori

Le Avis comunali di Saonara e diVigonovo, che territorialmente sono

accomunate dalla frazione di Tombelle (metàpaese ricade nel comune di Saonara, provin-cia di Padova e l’altra metà nel comune diVigonovo, provincia di Venezia), hannoavuto modo di... unire le forze! Alla Sagra set-tembrina di Tombelle, infatti, le Avis si sonopresentate con un unico stand informativocon un messaggio ben chiaro “… donare san-gue non ha confini!”. Con questo slogan ivolontari di ambedue le Comunali hannosensibilizzato la popolazione al dono del san-gue, con numerose adesioni che, nei prossimimesi, si concretizzeranno (speriamo tutte!) inaltrettanti nuovi donatori.

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

36

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

Summer run da Casalserugo a Bovolenta

+ WEB

settembre2013-30-39_progetto2Dono&Vita 06/12/13 09.55 Pagina 36

Page 20: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

VERONA

Il grande lavoro che stanno portando avanti da mesii componenti del gruppo di lavoro sulla program-

mazione, relativamente all’ufficio di chiamata/preno-tazione, comincia a far vedere la sua giu-sta conclusione. Dopo il bell’esempiofornito dai volontari dell’ufficio diLegnago, preso a riferimento per l’even-tuale implementazione a livello provin-ciale, è arrivato il momento di estenderela prenotazione chiamata ad altri Centritrasfusionali della provincia di Verona.L’ordine da seguire, dopo la messa a regi-me dei Centri periferici di Nogara,Bovolone e Zevio (sempre dell’Ulss 21),

prevede l’ospedale “Girolamo Fracastoro” di SanBonifacio, cui affluiscono mediamente 5mila dona-tori. I dirigenti associativi che coscientemente si sonooccupati di tale responsabilità, sono pronti già dadiverso tempo. A rallentare la tabella di marcia sonostati essenzialmente i problemi concernenti la comu-nicazione ed il trattamento dei dati relativi ad altreassociazioni, oltre la gestione degli stessi. Ora serveindividuare un posto, anche se è sempre più insisten-te la possibilità di far capo ad un unico ufficio, qualè Legnago. Una cosa è certa, l’Avis veronese è prontae decisa. Lo sanno i vertici ospedalieri, lo sanno leassociazioni coinvolte.

Mauro Zocca - presidente Avis provinciale Verona

L’auditorium della cantina “Rocca Sveva” di Soaveha ospitato, il 12 ottobre, il convegno “Donare

Informati” organizzato insieme dalla comunale diSoave e dalla Provinciale. Mai come in questomomento si è sentito il bisogno di rendere protago-nisti i donatori di sangue! Il dono deve essere nonsolo consapevole, ma anche informato. E le Avishanno voluto rendere partecipi tutti i donatori (enon) sulle nuove forme di donazione, sulle norme sulbuon uso del sangue e sulla situazione delle donazio-ni nella nostra provincia. Nel corso del convegno è

stato trattato anche un tema di grande attualità, quel-lo delle cellule staminali. Molti sono stati i quesiti, aiquali sono state date delle risposte prettamente scien-tifiche. Due toccanti testimonianze hanno “gelato” ecommosso l’auditorium; storie di vita vissuta, con-clusesi con un lieto fine grazie a un semplice, magrande gesto di solidarietà: la donazione di midolloosseo e di sangue. Grande soddisfazione ha suscitatola presenza di due classi quinte delle scuole superioridi San Bonifacio; per questo è doveroso un ringrazia-mento ai dirigenti degli Istituti “L. Dal Cero” e “G.Veronese”, che hanno dimostrato una grande sensibi-lità pubblicizzando la donazione e collaborando cosìalla riuscita dell’iniziativa. La giornata è continuata inserata presso il comune di Soave dove, con un “Pasta-Party in musica”, sono stati festeggiati i neo diciot-tenni (classe 1995), ai quali rinnoviamo i nostriauguri nella speranza di vederli nuovamente tra dinoi come giovani donatori! Un sincero ringraziamen-to a tutti coloro, Amministrazione comunale, diri-genti scolastici, cantina di Soave e Alpini di Soave peraver collaborato e contribuito, in varie forme, allarealizzazione dell’evento.

Convegno a Soave: le novità per donare informati

Provincia in marcia verso chiamata unica LE

SE

TT

E S

OR

ELL

E

38

Èstata la splendida Villa Bongiovanni, a Locara, afare da cornice, il 9 giugno, al quarantesimo di

fondazione dell’Avis comunale, presenti 200 donato-ri e 4 soci fondatori. Tra questi Eugenio Danieli, chetutt’oggi è un volontario attivo con le sue 127 dona-zioni, una vera e propria vita rivolta agli ammalati,“benemerenza diamante”. L’Avis Locara venne fonda-ta il 18 marzo del 1973 da un gruppo di donatori eprimo presidente venne nominato Giancarlo DallaTezza. Dopo quarant’anni, le attività promozionalisono molteplici, una su tutte è quella che si tiene il25 aprile e che è l’evento “Villaggio Avisonante”, unapiacevole camminata tra corti rurali e ville di untempo, sensibilizzando con messaggi promozionali.Nel mese di maggio promuoviamo una gita Avis,mentre il torneo di pallavolo Avis Giovani est verone-se viene organizzato da qualche anno dall’Avis Locarapresso la struttura del centro parrocchiale. Quello che ci fa sperare e continuare la promozione èrichiamare ancora nuovi donatori, visto il buonnumero che da inizio anno si sono iscritti, ben 8 al31 giugno. Nelle foto allegate, ritroviamo i ricordi diun passato di quei giovani che gettarono le basi perfondare l’Avis e nell’altra è la conferma che l’AvisLocara è viva e sempre giovane come 40 anni fa.

Gaspare Fraccaro

Da più di un decennio, l’Avis comunale diBussolengo è presente con varie attività, diverse

per ordine e grado di studi, all’interno degli istitutiscolastici comprensivi del territorio comunale.Consapevoli che la sensibilizzazione alla donazionedeve iniziare sin da giovanissimi, ci impegniamo ognianno per raggiungere il maggior numero possibile diragazzi, circa 500 suddivisi tra scuole elementari,medie e superiori. Coscienti dell’approccio differen-ziato che spetta ai ragazzi più grandi delleclassi medie, i giovani referenti del Progetto scuole,tra cui Paola Vantini, Maria Cristina Coato e il colla-boratore esterno Mattia Pinali, hanno messo in piediuna bella iniziativa che da un paio d’anni sta riscon-trando notevole successo. Si tratta di un quiz sultema della donazione che prevede una serie didomande alle quali i ragazzi, suddivisi in gruppi,sono invitati a rispondere. L’entusiasmo riscontratosia da parte dei partecipanti, sia dagli insegnanti, ciha convinti che questo modo di avvicinare i ragazzi,fornendogli una serie di informazioni sulla culturadel dono del sangue, abbia più effetto accattivante,

rispetto a una classica lezione “accademica”. Non vadimenticato che alle spalle di ragazzi che, per ragionid’età, non possono ancora essere donatori, ci sonogenitori e famiglie che non si sono mai avvicinati almondo del dono del sangue. Anche per questo, leinformazioni che portiamo nelle scuole risultano fon-damentali al fine di estendere la sensibilizzazione aldono del sangue anche a un più vasto numero dipersone. Il successo riscontrato dalle nostre iniziativeci sollecita a fare sempre più e meglio. Per maggioriinformazioni sul progetto è possibile contattare l'Aviscomunale di Bussolengo all’indirizzo email [email protected]

Nei numeri precedenti di “Dono&Vita” abbia-mo potuto conoscere Franco Gambarin e

Fiorenzo de Franceschi per il loro prezioso contribu-to e per il traguardo raggiunto nella donazione delsangue. I nostri donatori hanno sempre fatto loro ilcredo della donazione anonima e gratuita, ma duedi loro hanno deciso di accettare la “sfida” di FrancoGambarin. Eccoli: Giuseppe Tittoni, classe 1949,

aveva 150 donazioni nel 2001, a 52 anni e PaoloTroiani, classe 1956, ne aveva 150 nel 2011, a 55anni. L’obiettivo della nostra Avis comunale è,comunque, quello di avere sempre donatori, perchéquesto dà continuità alla disponibilità di sangue esoprattutto di riuscire a trasmettere il valore delladonazione alle nuove generazioni.

Direttivo Avis Sommacampagna

VERONA

Il Progetto scuole a Bussolengo arriva a 500

Continua a Sommacampagna la sfida dei più “giovani con più donazioni”

Locara: i nostri primi quarant’anni in due immagini

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

39

+ WEB

settembre2013-30-39_progetto2Dono&Vita 05/12/13 12.46 Pagina 38

Page 21: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Non è un segreto che in passato la Sanità Venetaabbia puntato su Vicenza, attribuendo alla nostra

provincia un ruolo di punta nella raccolta di plasma.Nell'attuale fase di contrazione nella raccolta era per-tanto lecito attendersi una particolare attenzione allanostra provincia. Sia chiaro: particolare attenzione nonvuol dire pretendere di essere esentati da inevitabiliriduzioni. Vuol dire semplicemente che, proprio per-

ché lanciati su richiesta della sanità regionale, a unavelocità maggiore rispetto ad altre province, la frenataavrebbe dovuto essere gestita tenendo conto dellapeculiare situazione di Vicenza. Invece, non solo nonsono stati applicati gli stessi parametri delle altreprovince venete, ma addirittura si è preteso che

Vicenza frenasse in misura nettamente maggiore. E losi è fatto in maniera tutt'altro che trasparente. Anzichéparlare chiaro e diminuire il numero delle procedure,questo è stato lasciato invariato (14.444) diminuendoil numero dei separatori (da 38 a 23). L’inevitabile,quanto prevedibile, conseguenza è l’incremento delnumero delle procedure per separatore: da 500 a 628.Quest’ultimo numero non ha uguali non solo inVeneto (supera la media regionale di oltre 100 unità)ma probabilmente in tutta Italia. Solo in seguito all'in-tervento delle associazioni si è fatta marcia indietro. Èinutile in questa sede fomentare polemiche; tuttavianon possiamo esimerci dall'osservare che l’atteggia-mento assunto dalla Sanità veneta in questa circostan-za nei confronti della provincia di Vicenza è frutto,nella migliore delle ipotesi, di superficialità.Confidiamo in una maggiore attenzione nel prossimofuturo e soprattutto in una maggiore considerazionedelle realtà associative che negli anni hanno creato quelpatrimonio di donatori che, nel Veneto, è sotto gliocchi di tutti. Siamo alla fine di un 2013 moltotravagliato e temo che il 2014 non sarà da meno.Credo che solo la considerazione e l’attenzione versogli altri, tutti gli altri, possano consentirci di ricon-quistare la fiducia verso il futuro. Auguro a tutti idonatori vicentini, e in modo particolari i donatoriAvis, un felice Natale e un fruttuoso Anno Nuovo.

Marco Gianesini - presidente Avis provinciale Vicenza

VICENZA

Da anni primi nel plasma, ora invece...

A Valdagno un 50° affollatissimo di... “pulcini”

VICENZA

Una vera festa a Recoaro, con i “riceventi”

Primo torneo “Calcio Anch’io” davvero originalequello organizzato in occasione del 50° anniversa-

rio dell’Avis comunale di Valdagno. Si è svolto dome-nica 29 settembre al campo comunale “FilaturaMaglio”, con invitate le Società Recoaro-Valdagno-Cornedo-Brogliano-Castelgomberto-Trissino-Real SanZeno con le loro squadre di categoria “Pulcini” annate2004-2005. Il torneo si è svolto nonostante la fittapioggia, che ha fatto desistere qualcuno dal partecipa-

re, ma non l’entusiasmo dei bambini che fremevanoper scendere in campo. Le squadre “coraggiose” chehanno partecipato di Valdagno, Cornedo eCastelgomberto, hanno deciso di svolgere ugualmenteun mini e specialissimo Torneo a 3 e quella che sem-brava una giornata funesta, si è trasformata poi in unasplendida giornata di sole. I bambini si sono divertitiun mondo a giocare nel campo bagnato con scivolonie tuffi in un clima davvero spensierato. A tutti sonostati distribuiti gadget dell’Avis, ai genitori è stato spie-gato cos’è l’Avis, cosa fa e perché c’è bisogno di incre-mentare il numero di donatori di sangue, le necessità el’utilità di tale generosità. Per me è stata una bellissimaesperienza che sicuramente, durante il mio mandato dapresidente, riproporrò al Consiglio direttivo. Tutto si èsvolto nel migliore dei modi e alla fine è stata distribui-ta una Coppa ad ogni bambino che ha partecipato alTorneo, perché l’importante non era vincere, ma gio-care insieme e divertirsi!

Matteo Bevilacqua - presidente Avis Valdagno

Il connubio Avis e sport ha portato la squadra Overcalcio a 5 di Monte di Malo a laurearsi campione

provinciale nel campionato organizzato dal CentroSportivo Italiano (Csi) provinciale. La squadra è statainsignita anche del “Trofeo d’onore” per la sua lealtà e

correttezza in campo, riconoscimento che viene asse-gnato alle società che partecipano a più discipline spor-tive, all’interno del Csi. La finale è stata giocata controil Brp Piazzo Five di Zuliano che ha visto la Over cal-cio a 5 Monte di Malo prevalere per 4 a 3. Questa

forma di sponsorizzazione-col-laborazione all’interno delproprio territorio comunale,che l’Avis di Monte di Malo haposto in essere, fa capire quan-to importante sia collaborarecon altre realtà di volontariato.Ci si dà una mano reciproca-mente, portando in giro per laprovincia il proprio messaggioe logo assieme a quello di Avise altre realtà. Se poi arrivanorisultati come questi, la soddi-sfazione è naturalmente dop-pia per tutti.

Giornata indimenticabile! Non si può descrivere inaltro modo la “Festa dei donatori” svoltasi il 29

settembre. Una giornata dove il vero significato delleparole “solidarietà” e “condivisione” era palpabile nel-l’aria di una Recoaro Terme che cominciava a mostra-re i primi segni di un autunno ormai alle porte. Tantierano i trapiantati, i donatori di organi, di sangue e diaffetto, tante le storie di preoccupazione, di sofferenza,ma anche di gioia che si intrecciavano. Gli occhi luci-di di commozione dei molti che sono tornati alla vitagrazie al trapianto e dei loro familiari, la gioia concre-ta di amicizie nate nelle corsie d’ospedale San Bortolodi Vicenza e ritrovatisi a Recoaro per dirsi: “Ti trovo inbuona salute”, le ore spensierate trascorse seduti a tavo-la tra un buon risotto e un piatto di ottima carne, iltutto annaffiato da ottimo vino di Montepulciano,non si possono dimenticare facilmente! Non si rimaneindifferenti nemmeno davanti agli oltre 22mila euroche “Un Mondo di colori” ha destinato a vari progettio borse di studio, consegnando gli assegni direttamen-te agli interessati nel corso di una breve cerimoniadurante il pranzo. Erano presenti, oltre ad alcuni medi-ci del Centro trapianti dell’ospedale di Vicenza, anchealcuni presidenti e consiglieri delle associazioni Avis,Fidas e Aido del vicentino. Un’ottima giornata peroltre 500 persone, grazie all’organizzazione messa incampo dall’associazione “Un Mondo di colori” che conil suo presidente, Samuele Riello, ha saputo coinvolge-

re numerose persone e altre associazioni di volontaria-to. Una “buona” parte, ma buona nel vero senso dellaparola, l’ha fatta l’Istituto Alberghiero “Artusi” diRecoaro Terme che ha coinvolto due classi di alunniper la preparazione del pranzo. Un contributo l’ha datoanche la nostra Avis-Aido che, certa della bontà dell’i-niziativa, ha fattivamente collaborato traendone, oltread un arricchimento di conoscenze, nuovi stimoli adoperare per i fratelli sofferenti secondo quello che dasempre è il nostro spirito associativo.

Avis-Aido Recoaro Terme

4140

Monte di Malo: nel calcio a 5 primi anche in lealtà

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

+ WEB

settembre2013_40-47_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.07 Pagina 40

Page 22: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Cambio della guardia ai vertici dell’Avis vicentina ela festa provinciale, sull’altopiano in località

Marcesina, si è tinta di un rinnovato entusiasmo. Lagiornata si era presentata uggiosa, con nuvole basse epioggia, e sembrava volesse disturbare la nostra festa.Invece, a mano a mano che il sole cresceva, il cielo sitingeva di azzurro, spronando i partecipanti a partireper una salutare passeggiata tra i rigogliosi boschi chesi inerpicano sui pendii che circondano la piana diMarcesina a Enego, sull’altopiano di Asiago. La festa èdoppiamente riuscita perché gli amici avisini di Enegoche hanno supportato la parte logistica, hanno pensa-to bene di unirsi al locale gruppo Alpini, che ha allesti-to la struttura e la cucina da campo. Dopo l’escursioneguidata dal Corpo Forestale dell’altopiano, è stata cele-brata nella chiesetta della piana la Santa Messa, per chivolesse offrire una preghiera e un pensiero ai Donatorie agli Alpini che hanno allungato il passo. Un ricordoparticolare è stato rivolto ai numerosi soldati che inquesto luogo hanno sacrificato la propria vita nel con-flitto del 1915/18, come dimostrano alcuni cippi eret-ti in loro memoria che si incontrano camminandonella piana. Il pranzo collettivo, Avis-Alpini, è stato

fonte di condivisione e spassionata allegria. La giorna-ta è continuata per alcuni con l’esplorazione personaledei dintorni, per altri con un riposino. Nel pomeriggioinoltrato, dopo il classico taglio dell’anguria per suggel-lare la fine della festa, fatalmente ha ricominciato apiovere, come ulteriore sigillo. Enrico Iseppi

42

Alpini e avisini insieme per una festa

Da Cernobyl in 26 a Montecchio e Castelgomberto

L’Avis e quel ponte per la... PugliaVICENZA

APuglia, contrada adagiata sulle colline traTorrebelvicino e Valli del Pasubio, il 26 ottobre è

stato inaugurato un ponte. A Puglia l’Avis provincialedi Vicenza ha destinato i contributi raccolti in occasio-ne dell’alluvione del 2010. Erano presenti le massimeautorità dell’Alta Valleogra: i sindaci Giorgio Calli(Torre), Armando Cunegato (Valli), il presidente AvisAlto Vicentino Giulio Fabbri e la presenza di una foltadelegazione di Avis comunali della provincia. Un pontenon è solo un ponte. È sicuramente la costruzione chepiù di ogni altra rimanda direttamente a un significatopositivo che un muro, un palazzo, una rotatoria, nonpossono avere. Cooperative sociali, associazioni di

volontariato, organismi non governativi hanno spessonomi che contengono la parla ponte. La parola “ponte”si collega a quella di pontefice che letteralmente signi-fica “colui che fa il ponte”, cioè colui che unisce.

Nell’antica Roma i pontefici formavano una castasacerdotale che regolava i culti e conservava la tradizio-ne dei riti religiosi. Il più importante fra loro era detto“Pontifex Maximus”, titolo assunto anche dagli impe-ratori romani fino alla caduta di Roma (378 d.C.) e poidalla suprema autorità cristiana a partire dal V secolo.Che cosa centra il papa con il ponte? Costruendo il“ponte” e utilizzando il corretto rito per farlo, il ponte-fice crea un simbolico ponte fra Terra e Cielo, una viadi comunicazione e di contatto fra uomo e Dio.Quindi il ponte è da sempre un simbolo, oltre che unacostruzione sulla quale passare sopra. La stessa parolasimbolo è analoga al Pontefice come significato, deri-vando da “symbàllein”, che vuol dire mettere in con-nessione. Al contrario si colloca la parola “diavolo” (da“diabàllein”, mettersi attraverso) che indica la separa-zione. Nel medioevo avremo imputato al diavolo o achissà quali umane colpe l’alluvione che nel 2010 tra-volse questo ponte e non a un evento naturale e impre-vedibile. L’uomo di oggi, di fronte a questi eventi rico-struisce, crea nuovamente un contatto che idealmenteè tra terra e cielo (come facevano i pontefici) mentrenel concreto è qui, oggi tra due sponde, tra due comu-nità quella di Torrebelvicino e quella di Valli DelPasubio. Anche i donatori creano un ponte, un pontetra il donatore e l’ammalato. All’origine dell’Avise fino agli anni 60/70, questo ponte poteva anche esse-re diretto e visibile perché collegava due vene con ladonazione “da braccio a braccio”. Anche se oggi nonpiù visibile, (perché la donazione oltre che gratuitadeve essere anonima) quel ponte esiste ugualmente.Avis ha contribuito alla ricostruzione di quanto anda-to distrutto dall'alluvione con una cifra che - dal puntodi vista economico - rispetto al totale non è molto. Maè significativo che le amministrazioni comunali abbia-no deciso di dedicare questa opera proprio ai donatoridi sangue, collocando una targa proprio per ricordarel’impegno di Avis nella solidarietà del dono e non solo.In nome di tutti i donatori Avis della provincia diVicenza e della Regione Veneto (contributi sono arri-vati anche da comunali venete), ringrazio sentitamentele due amministrazioni di Valli Del Pasubio e diTorrebelvicino. Ringrazio anche tutti i donatori pre-senti e in particolare l’Avis Alto Vicentino e tutte lealtre Avis comunali presenti, nonché quei donatori che- insieme a tanti altri (tra i quali l’assessore Dalla Pozzaricordato dal sindaco di Torrebelvicino) - hanno giàattraversato un altro ponte, quello che tutti alla finedovremo attraversare. Grazie a tutti.

Marco Gianesini

Asettembre, 26 bambini della Bielorussia sono statiospiti di altrettante famiglie nei comuni di

Montecchio Maggiore e di Castelgomberto. Fra que-ste, c’erano anche famiglie di donatori avisini. I bam-bini, accompagnati da una loro insegnante e da un’in-terprete, hanno potuto trascorrere una settimana almare e frequentare la scuola presso i locali dei PadriGiuseppini di Montecchio Maggiore. Il 24 settembresono stati ospiti degli alpini di Castelgomberto e delgruppo Avis, che per loro hanno preparato un ottimopranzo. In questa occasione, i bambini hanno raccon-tato le loro esperienze personali e le condizioni di vitaconseguenti al terribile disastro nucleare di Cernobyldel 26 aprile 1986. Come tutti ben sappiamo, laradioattività fuoriuscita dalla centrale ha contaminatoed impoverito tutte le zone limitrofi e ancora oggi, adistanza di 27 anni, continua a provocare malattie etumori infantili. Un periodo lontano da quelle zonecontaminate sembra sortire un effetto benefico subambini e ragazzi che là vivono ed è per questo cheogni anno vengono ospitati per almeno un mese indiversi Paesi dell’Europa. Il Direttivo dell’Avis ha volu-to partecipare a questo evento di solidarietà anche con

il dono di materiale scolastico a ciascun bambino. Edopo i bambini... il teatro! Il 19 ottobre, in occasionedella ricorrenza di San Donato, le comunità parroc-chiali di Castelgomberto e Trissino sono state invitatedal Direttivo Avis ad assistere a una commedia dellacompagnia teatrale “I Mattattori” presso la sala dellaComunità Lux. Le offerte raccolte durante la seratasono state interamente devolute alla Fondazione Cittàdella Speranza di Padova per finanziare progetti diricerca, cura ed assistenza ai bambini. Giampiero Vantin

VICENZALE

SE

TT

E S

OR

ELL

E

43

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

+ WEB

settembre2013_40-47_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.10 Pagina 42

Page 23: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Secondo incontro per presidenti e consiglieri delleAvis polesane organizzato dall’Avis provinciale di

Rovigo con il sostegno del Centro Servizi Volontariatodi Rovigo. Si è tenuto venerdì 18 ottobre, presso il tea-tro di Bosaro, sul tema “Lo Statuto associativo” conrelatore Antonio Ragazzi (foto sotto), segretario genera-le di Avis nazionale. Ha ricordato, con linguaggio tec-

nico, ma allo stesso tempo diretto e confidenziale, lastoria associativa dal 1927 ad oggi, ripercorrendo letappe fondamentali che hanno condotto dalla nascitadel primo Statuto fino a quello odierno. Sono stati esa-minati gli aspetti di carattere legislativo, ai quali l’asso-ciazione negli anni si è dovuta adeguare, e ci si è soffer-mati sui “principi fondamentali” inderogabili da unpunto di vista etico e statutario. “Il nostro Statuto - haaffermato Ragazzi - vuole far emergere il ruolo e l’impor-tanza del donatore, perché i donatori sono il patrimonioal quale i dirigenti ad ogni livello associativo devonodedicare tempo e impegno”. Il presidente dell’Avis pro-vinciale di Rovigo, Massimo Varliero, ha manifestatola propria soddisfazione per la presenza del segretariogenerale, presenza che spicca nella rosa dei relatori chesono intervenuti nei vari appuntamenti formativi.Dopo le risposte ai numerosi interventi da parte deipresenti, Ragazzi ha concluso la serata dicendo che loscopo dell’Avis è “più donatori e meno donazioni, peravere sempre la disponibilità reale in caso di emergenza,perché il dono del sangue è per chi ne ha bisogno, non perlo spreco”. A novembre altro appuntamento per i presi-denti di tutte le Avis polesane, nelle consulte zonali aBoara Pisani, San Bellino e Rosolina.

In occasione del Ferragosto Badiese, le associazioniAvis e Aido di Badia Polesine hanno organizzato

un info-point, in Piazza Vittorio Emanuele II, alloscopo di sensibilizzare la cittadinanza in merito alsignificato e all’importanza del dono. Sono stati con-segnati pieghevoli e gadget, illustrate la natura e lefinalità delle due associazioni, sono state raccolte leadesioni di nuovi soci. Fabio Muraro, neo presidenteAvis, spiega: “Ho visto tante persone e, purtroppo, horilevato tanta perplessità e scetticismo; il gesto nobile deldono del sangue soprattutto fra i giovani (fascia indica-tiva 18-25 anni) è qualcosa che sembra non riguardar-li, molti non ne sono nemmeno a conoscenza”. E anco-ra: “Nel corso del nuovo anno scolastico, in collaborazio-ne con l’Avis provinciale di Rovigo, è nostra intenzione

avvicinarci ai ragazzi presso gli Istituti superiori diBadia Polesine, per parlare con loro, al fine di farliavvicinare al mondo avisino”.

Il nuovo Direttivo Avis di Concadirame ha volutointegrare e arricchire le iniziative di educazione alla

salute già avviate in passato. Oltre all’incontro medi-co-formativo, dedicato quest’anno all’apnea notturnatenuto dal dott. Gianfranco Tagliapietre, è stata datala possibilità agli associati di avvicinarsi al Nordicwalking con l’avvio di un corso per la conoscenza diquesta pratica sportiva. L’iniziativa principale hacoinciso con la terza edizione di “Camminando aConcadirame” che ha visto la collaborazione delgruppo Aido locale. Il serpentone dei partecipanti siè snodato lungo un percorso che ha dato la possibi-lità di conoscere più a fondo la storia del paese, comel’ex palazzo municipale datato 1844. Oppure comel’antica “via alzaia”, un tempo utilizzata dai cavalli edai buoi impegnati a trainare i barconi che risalivanol’Adige fino a Verona. Fino alla metà dell’800 il fiumeera, infatti, via di transito preferenziale e le barchevenivano tirate per mezzo di lunghe funi da coppie dicavalli lungo la strada che costeggiava il corsodell’Adige. Sempre costeggiando il secondo fiumed’Italia si sono potuti osservare i resti del campaniledella chiesa, costruita nel 1646, demolita dallaSerenissima per la deviazione del corso del fiumeAdige per renderne più dolci le anse. Poi, presso i“Boji della Feriana” i volontari del WWF di Rovigo,con il presidente Eddy Boschetti, hanno spiegato laformazione e l’origine di queste risorgive che hannocontinuato ad esistere nonostante i lavori di arginatu-ra lungo il fiume; nel “Bojo della Ferriana” è possibi-le distinguere vari tipi di ambiente, ciascuno conpeculiari caratteristiche ecologiche. Il percorso poi hatoccato anche gli orti dei fratelli Rosa, i frutteti della

famiglia Grigolato, le cave, i campi e il bosco dellafamiglia Dolfini. Al termine il presidente dell’Avis,Lorenzo Rigobello, ha premiato Sofia Rizzo comeconcorrente “più giovane”, Gianni Spigolon per lacategoria “Giovani da più tempo”, Valentino Giannicome concorrente “più lontano” e infine il gruppopiù numeroso, capitanato da Maria Teresa Rizzati.

L’Avis di Ceregnano ha organizzato un paio di radu-ni per gli amanti delle due ruote: la biciclettata il 7

luglio e il motoraduno il 1° settembre. Entrambe leiniziative hanno avuto lo scopo di coinvolgere i parte-cipanti per renderli sempre più sensibili al valore eall’importanza della donazione del sangue. Due bei

momenti, due giornate di socializzazione, di volonta-riato, di altruismo, di allegria... baciate dal sole. IlDirettivo Avis di Ceregnano si è fatto anche promoto-re della conoscenza e della diffusione della disciplinadel Nordic Walking. E la risposta della cittadinanzanon si è fatta certo attendere.

ROVIGO ROVIGO

Corso dirigenti con Segretario nazionale Concadirame parla di salute e la pratica

A Badia Polesine gli avisini in aula fin dall’inizio delle scuole

45

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

LE S

ET

TE

SO

RE

LLE

Ceregnano: promozione su due ruote in bici e moto

44

settembre2013_40-47_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.20 Pagina 44

Page 24: Donare riaccende la Vita - donoevita.it · PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; ... Paola Dalli Cani, Andrea

Il “Made in Veneto” protagonista con Telethon enon solo con la segreteria Avis. Grazie a un accor-

do con Confartigianato Imprese Veneto, che hagarantito un ottimo rapporto tra qualità e prezzo, laFondazione Telethon ha deciso di riportare in Italiala produzione delle sue sciarpe, simbolo della mara-tona televisiva di raccolta fondi. Undici aziende artigiane venete sono state coinvolte

nella produzione di 130mila sciarpe bianche, chesaranno distribuite per raccogliere fondi a sostegnodella ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.Negli anni precedenti, la confezione delle sciarpe erastata affidata ad aziende cinesi per i costi inferiori diproduzione. Con l’operazione Telethon, che è di straordinariaimportanza per l’attenzione nei confronti della ricer-ca scientifica sulle malattie rare, viene valorizzato unsettore produttivo italiano. E non finisce qui, perchè su tutti i banchetti Telethonpresenti nelle piazze italiane il 13, 14, 15 dicembre,sempre per la raccolta fondi, vi sarà anche una con-fezione con un cuore di cioccolato, prodotto inprovincia di Belluno dal maestro cioccolataio MircoDella Vecchia. Le Avis che hanno deciso di aderire alla maratonaTelethon e che troveremo nelle piazze, nei centricommerciali con gazebi e/o altre iniziative sonoquest’anno 272 in tutta Italia (con un incrementorispetto al 2012, quando erano state 259), delle quali60 in Veneto. Numericamente, in testa si riconferma la provincia diVerona con 31 Avis, seguita da quella di Treviso con13, Venezia con 7, Padova con 4, Rovigo con 3 eVicenza con 2. Come sempre l’operazione AvisTelethon sarà coordinata dalla nostra Segreteriaregionale (a sinistra in foto).

Anche quest’anno il torneo di pallavolo Avis Giovani, 9°Memorial “Filippo e Giovanni Aldegheri”, si è svolto nella

struttura del Centro parrocchiale di Locara con la collaborazionedel “Circolo Noi”. Scopo di questo evento sportivo è sì divertirsi,ma soprattutto sensibilizzare i giovani al dono. Dieci le squadrepartecipanti: Avis Locara, Monteforte, Mie”Ga”zzolo, SanBonifacio, Montecchia, Brognoligo-Costalunga, Belfiore,Terrossa, Albaredo, San Gregorio-Veronella. Il torneo è durato tresettimane coinvolgendo un grande pubblico di tutte le età che haanimato le serate tifando la propria squadra senza rivalità,dimostrando la massima sportività. In finale si sono “battute” lesquadre Mie”Ga”zzolo e Belfiore, la vittoria è andata alla prima.

46 47

SCU

OL

A &

Concreto “buone feste” da Alì per 100

Veneto sempre più protagonista a Telethon

Riviera Brenta: a scuola ricordando Bosello

San Michele Tagliamento: in 500 sulle due ruote

Nel veronese lo sport continua ad avvicinare i giovani

Con oltre 500 iscritti, non ha di certo deluso leaspettative la seconda edizione di “Scuola in

Bicicletta”, organizzata il 13 ottobre scorso da Avis di SanMichele al Tagliamento “Italo Fantin”, in collaborazionecon il Gruppo genitori delle scuole elementari e mediedi San Michele e San Giorgio al Tagliamento, Cesarolo,Bibione, nonché di Proloco San Michele al Tagliamento,G.S.C. Bibione e Polisportiva Malafesta. Un circuito di30 chilometri con partenza e arrivo a San Michele alTagliamento, passando per le località Prati Nuovi, Pradis,Terzo Bacino, Cesarolo e San Filippo. I volontari di Avise delle associazioni locali si sono occupatidell’intrattenimento dei partecipanti, oltre che allapreparazione e distribuzione dei pasti. Il ricavatodell’iniziativa è stato devoluto all’acquisto di materialedidattico per le scuole comunali. “Una giornata all’insegna

dello stare insieme - commenta Daniele Aggio dell’Avisdi San Michele - che ha dimostrato ancora una volta comel’unione e lo spirito di gruppo delle associazioni possa portaresicura soddisfazione. Mi sembra il caso di dire che l’unionefa buon sangue!”.

“Un pensiero per un dono. Undono per la speranza”. La raccol-ta associativa, da sempre consi-derata strategica dalla nostraassociazione e dalla stessaRegione Veneto, sta vivendo unperiodo di grande cambiamentoe qualificazione. Avis RegionaleVeneto ha pensato di proporreun’iniziativa pilota di pro-mozione, durante il periodonatalizio, a favore dei donatoriche si recano abitualmente pressole sedi del nostro territorio conpunti di raccolta nelle provincedi Padova, Treviso e Venezia opresso le unità di raccolta fisse di

Padova e Venezia-Mestre. Durante il mese di dicem-bre, grazie alla disponibilità dei supermercati Alì-Alìper simbolicamente si ringrazieranno i donatori,

omaggiando uno di essi con un pacco natalizio, uti-lizzando la formula dell’estrazione di un premio. Alì-Alìper ha messo a disposizione 100 pacchi in mododa garantire un premiato per ogni uscita o per ognigiornata di raccolta di sangue durante il mese, aPadova in 22 giornate in Via Trasea e in 10 uscite inprovincia, a Venezia-Mestre in 22 giornate nel-l’ospedale Dell’Angelo e in 14 uscite in provincia conl’SRC, a Treviso in 28 uscite nelle unità di raccoltaperiferiche nel territorio della Marca. Le sedi provin-ciali, che gestiscono l’attività di raccolta, hanno indi-viduato i criteri per l’individuazione del vincitoredella giornata (il più giovane, il primo donatore apresentarsi, la prima donna, il quinto donatore dellagiornata...). Siamo certi che questa proposta sarà benaccolta dalle nostre sedi e risulterà simpatica anche aisoci che avranno un motivo in più per parlarne infamiglia e con gli amici. Intanto cominciamo noi afare a tutti i più cari auguri di Serene Festività.

Francesco Magarotto

L’Avis Riviera del Brenta continua a investire suigiovani, seguendo la strada tracciata da Francesco

Bosello, storico dirigente avisino scomparso un annofa. In suo ricordo, infattti, l’associazione ha dato il viaad un’iniziativa quadriennale: i tre Istituti superioridi Dolo, il Liceo Galilei, l’Itcs Lazzari e l’IstitutoMusatti, metteranno a punto dei progetti per le clas-si terze, volti a lavorare sulla consapevolezza inambito di salute, donazione e volontariato, con ilcontributo dell’Avis Riviera del Brenta. Quest’ultimamette a disposizione di ciascuna scuola 1.500 eurol’anno, per l’acquisti di materiale didattico in ricordodi Francesco Bosello; il primo contributo è già statoutilizzato per comprare delle lavagne multimediali. Iprogetti per l’anno scolastico 2013/2014 sono statiillustrati il 22 ottobre scorso, presso l’Istituto Lazzari,in un incontro con gli studenti delle classi coinvolte.

Tra un anno verranno presentati i risultati del lorolavoro. “È un momento importante per l’Avis Rivieradel Brenta - spiega il presidente Giuseppe Polo - chesi è impegnata in un piano pluriennale di intervento esostegno anche economico di iniziative orientate a coin-volgere i giovani nelle tematiche sociali, nella direzionesuggerita e praticata da Francesco Bosello”. G.C.UN

PENSIERO PER UN DONO.

UN DONO PER UNA

SPERANZA. 100 CESTI NATALIZI saranno assegnati a

sorpresa a 100 DONATORI o DONATRICI che, nel mese di DICEMBRE 2013, si recheranno nei Centri di Raccolta Avis

di Padova, Treviso e Venezia per effettuare la donazione di sangue.Tra quei 100 potresti esserci tu!

UN DONO A CHI DONAche può fare ancora più dolci le tue Feste.

A tutti l’augurio di serene e gioiose festività

per ringraziare tutti gli avisini per il loro generoso gesto presenta l’iniziativa

In collaborazione con

e con le Sedi Avis Provinciali di Padova, Treviso e Venezia

Regionale del VenetoASSOCIAZIONE VOLONTARI ITALIANI SANGUE

AZ

IEN

DE

PE

R I

L V

OLO

NT

AR

IAT

O

settembre2013_40-47_progetto2Dono&Vita 05/12/13 13.11 Pagina 46