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DOLOMITI, LA CORDATA DEL CLUB ALPINO Inondata dal sole del tramonto, la parete nord della Civetta aggiunge nuovi incanti ai “monti pallidi” considerati dall’Unesco patrimonio dell’umanità. ISSN 1590-7716 PERSONALITÀ Incontriamo i presidenti regionali CULTURA Catalogo unico per le biblioteche della montagna EVENTI 2011 Le Alpi, il CAI e l’unità nazionale Numero 1 - Gennaio 2011 - Mensile - Poste Italiane S.p.a – Sped. in A.P. – D. L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art. 1 comma 1 DCB Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone NOTIZIARIO MENSILE GENNAIO 2011 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO L’impegno del gruppo di lavoro supportato dal CAI Veneto per gli adempimenti del riconoscimento Unesco

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  • DOLOMITI,LA CORDATA DEL

    CLUB ALPINO

    Inondata dal sole del tramonto, la parete nord dellaCivetta aggiunge nuovi incanti ai “monti pallidi”considerati dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

    ISSN

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    PERSONALITÀIncontriamoi presidenti regionali

    CULTURACatalogo unico per le biblioteche della montagna

    EVENTI 2011Le Alpi,il CAI e l’unitànazionale

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    pone NOTIZIARIO MENSILE GENNAIO 2011 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO

    L’impegno del gruppo di lavorosupportato dal CAI Veneto pergli adempimenti delriconoscimento Unesco

  • Il 5 gennaio 2011 Lo Scarpone raggiunge iltraguardo delle ottanta primavere. Unpiccolo grande evento per l’editoria dimontagna, un primato di resistenza cheha pochi riscontri nei periodici specializzatie non. Per il Club Alpino Italiano la testata,distribuita per la prima volta esattamentequel giorno del 1931, rappresenta un model-lo di comunicazione sociale, come l’ha defi-nita nel ’94 l’allora direttore Teresio Valsesial’indomani di una svolta decisiva: il notizia-rio da quindicinale diventava mensile e, pervolere dei delegati, raggiungeva tutti i sociordinari e non i soli iscritti alle sezioni chene facevano richiesta.

    Cambiava dunque la periodicità e la lineagrafica e molti altri sono stati da allora icambiamenti, soprattutto con l’adozione delcolore che oggi rischiara queste pagine. “Manon è una nuova conquista”, annotava all’e-poca il direttore Valsesia che rivestiva anchela carica di vice presidente generale, “si trat-ta più modestamente di un ritorno all’antico,esattamente al remoto 1882, quando laRivista mensile venne ad affiancare il primi-tivo Bulletin trimestrale”.

    In effetti, come risulta dalle pagine di“Cento anni del Club Alpino Italiano” (1963),nell’Assemblea dell’11 dicembre 1881 siapprovarono, su proposta dellaCommissione dello Statuto, alcune innova-zioni nelle pubblicazioni dopo la soppressio-ne del periodico “L’alpinista”. “La necessitàdi un organo di frequente e regolare periodi-

    cità”, a quanto è dato leggere, “si era ormaiimposta: tutti credevano che fosse indispen-sabile il ‘giornale’, per dare ai soci prontanotizia dei fatti più importanti per l’alpini-smo e degli atti della società, e vedevano

    come fosse possibile tenerlo in vita col ren-derne attraente la lettura mediante articoliadatti ad esso, altrimenti ben poco interessevi avrebbero preso i lettori”.

    “E tutti ammettevano del pari”, si leggeancora, “la necessità di conservare ilBollettino come la più importante espressio-ne dell’attività sociale. Così si stabilì il siste-ma delle due pubblicazioni: 1) RivistaAlpina, mensile, con eventuali supplementi,compilata unicamente dal redattore, sotto lasorveglianza della Direzione centrale, e con-tenente, divisi in ordinate rubriche, articolidi fondo, notizie di cronaca, bibliografie, attisociali, e stampata in 4°, a due colonne; 2)Bollettino, annuale, compilato dal redattoreassistito dal Comitato delle Pubblicazioni,per gli studi e memorie di maggior rilievocorredati di illustrazioni...”.

    Niente di nuovo dunque sotto il sole?“Rendere attraente la lettura” nonostante ilfardello non lieve delle informazioni istitu-zionali è un aspetto dell’impegno che mensil-mente si assume il nostro notiziario nell’in-tessere un fitto dialogo con i soci. Il resto lolasciamo giudicare ai lettori che ci seguono,spesso chiedendo e ottenendo di diventare aloro volta protagonisti di queste pagine.

    Auguri vecchio (si fa per dire) Scarpone!Red

    2 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    Editoria Un importante traguardo

    Questi nostri 80 anni

    Vecchio a chi?Oggi sempre piùstretto è il coordi-namento fra le duetestate ufficiali delCAI (Rivista eScarpone) e con il web, dovemensilmente il notiziario siannuncia con una newsletter informa di anteprima. La vita delSodalizio è costantemente in primopiano nelle pagine del mensile con ladovuta trasparenza, ma lo sguardo spaziaanche oltre con interviste ai giovani “protagoni-sti della verticale”, puntuali resoconti, ampie newslinededicate al mondo della montagna e all’editoria. E a proposito di quest’ulti-mo, delicato settore, le pagine “Bookshop” sfornano ogni anno più di due-cento schede di libri di montagna e da questo mese una particolare atten-zione è riservata alle letture per gli “aquilotti”, sempre più numerosi, delClub alpino. Qui sopra uno scatenato Scarpone “diversamente giovane” alleprese con un passaggio “monodito” nell’interpretazione di Alberto De Bettin.

    Toponomastica

    Un piazzale a Cantù (Como) dedicato al CAI“Ci farebbe piacere che Lo Scarpone trovasse il modo di pubblicare la foto che allego: mi

    sembrerebbe significativo!”. Con queste parole Vinicio Verona, presidente della Sezione diCantù (Como), ci comunica una notizia rilevante. Nella cittadina, che fu un tempo rinomatacapitale del mobile, “grazie al caparbio interessamento del compianto presidente DanieleBosticca”, l'amministrazione comunale ha voluto premiare la sezione del Club AlpinoItaliano, già insignita del riconoscimento di società benemerita, intitolandole un ampio

    piazzale, prossima sede del mercato e giàpunto riferimento dei pullman che proprio daqui partono (e tornano) per le numeroseescursioni estive e invernali organizzate dalsodalizio. Eccovi accontentati, cari amici diCantù: il piazzale, che nell’immagine apparein veste invernale dopo una debole nevicata,si chiama esattamente “Club alpino Italianosezione di Cantù”, come risulta dalla targa. Eil CAI non può che essere orgoglioso diquesta nuova “conquista” toponomastica daaggiungere alla rinomata “Salita al CAI” chea Torino conduce al Monte dei Cappuccinidove ha sede il prestigioso Museo nazionaledella montagna.

  • LO SCARPONE, GENNAIO 2011 - 3

    Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al RegistroNazionale della Stampa con il n.01188 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984

    Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

    La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lospazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per postaelettronica o con supporti informatici, entro l’ultimo giorno del mese.

    Club Alpino Italiano fondato nel 1863315.032 soci (fine dicembre 2009)

    Presidente generale: Umberto Martini

    Vicepresidenti generali: Ettore Borsetti, Goffredo Sottile, Vincenzo Torti

    Componenti del Comitato direttivo centrale: Paolo Borciani, Luca Frezzini, Sergio Viatori

    Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Alberto Bargagna, Sergio Chiappin, Antonio Colleoni, EnzoCori, Massimo Doglioni, Franco Giacomoni, Ugo Griva, Luigi Grossi, AldoLarice, Claudio Malanchini, Lorenzo Maritan, Giancarlo Nardi, UmbertoPallavicino, Manlio Pellizon, Giovanni Maria Polloniato, Angelo Schena,Gianni Zapparoli

    Revisori nazionali dei conti: Mirella Zanetti, Vincenzo Greco (in rappresentanza del Ministero dell’Economia eFinanze), Luigi Brusadin, Roberto Ferrero (supplente)

    Probiviri nazionali:Silvio Beorchia, Vincenzo Scarnati, Tullio Buzzelli, Tino Palestra, Lucia Foppoli

    Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin, Annibale Salsa

    Direttore: Andreina Maggiore

    Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

    2 EditoriaUn importante traguardo

    4 Società Il CAI per le Dolomiti

    6 ArgomentiUn logo che fa discutere

    7 SpeleologiaL’assemblea della SNSGli abissi più profondidi Carlo Balbiano

    7 Guide del CAIL’Altopiano con le ciaspe

    10 Eventi 2011Mostre, festival, incontri

    11 CAI 150Concluso il concorso

    BibliotecheRicerca unificata

    13 TecnologieDalla piccozza a internetdi Gian Celso AgazziMedici oltre le vette

    14 RassegneCinema di vetta a Milanodi Piero Carlesi

    15 Primo pianoGenova incorona Gognadi Caterina MordegliaVa in onda il PG

    16 SicurezzaNuovo gruppo di lavoro

    17 ProgettiPiccoli lettori crescono

    18 FumettiIl messaggio di Bobo

    19 AmbienteLa salute idrica compromessadi Carlo Brambilla

    22 IncontriOreste Forno

    27 PersonalitàI presidenti dei GR

    28 AddiiMatteo Fiori

    29 Soccorso alpinoDue riconoscimenti

    ProtocolliPiemonte e CAI rilanciano

    Sommario

    Rubriche12 CAI REGIONI

    20 MONDOMONTAGNA

    21 VECCHIO SCARPONE

    24 BOOKSHOP

    26 NEWS DALLE AZIENDE

    30 QUI CAI

    34 VITA DELLE SEZIONI

    36 PICCOLI ANNUNCI

    38 LA POSTA DELLO SCARPONE

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    Fondato nel 1931 - Numero 1 - Gennaio 2011

    Direttore editoriale per le pubblicazioni periodiche e non periodiche: Alessandro GiorgettaDirettore responsabile: Luca CalzolariCoordinamento redazionale: Roberto Serafine-mail: [email protected]

    CAI Sede Sociale 10131 Torino, Monte dei Cappuccini.CAI Sede Legale 20124 Milano, Via Errico Petrella, 19 casella postale 10001 - 20110 MilanoTel. 02.205723.1 (ric. aut.) - Fax 02.205723.201CAI su Internet www.cai.itTeleg. CENTRALCAI MILANOC/c post. 15200207, intestato a: CAI Club Alpino Italiano Servizio TesoreriaVia E. Petrella, 19 - 20124 Milano

    Abbonamenti al mensile Lo Scarpone La Rivista del Club Alpino Italiano:12 fascicoli del notiziario mensile € 6 del bimestrale illustrato: abbonamento soci familiari: € 10,90; abbonamento soci giovani: € 5,45;abbonamento sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10,90; abbonamento non soci in Italia: € 35,40; supplemento spese per recapito all’estero: Europa - bacino del Mediterraneo € 44,40 / Africa - Asia - Americhe € 63,30 / Oceania € 82,80 Fascicoli sciolti, comprese spese postali:bimestrale+mensile (mesi pari): soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile (mesi dispari): soci € 1,90, non soci € 3,30

    Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978:Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - tel. e fax 0542/679083

    Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione.Indirizzate tutta la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino Italiano - UfficioRedazione - Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Originali e illustrazioni di regolanon si restituiscono. Le diapositive verranno restituite, se richieste. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, fotografie, schizzi, figure, disegni,senza esplicita autorizzazione dell’Editore.Servizio Pubblicità: GNP s.r.l., via Udine, 21/a 31015 Conegliano, TV - www.gnppubblicita.itResponsabile pubblicità: Susanna Gazzola tel. 011.9961533 - fax 011.9916208 - e-mail: [email protected] turistici: tel. 0438.31310 - fax 0438.428707 [email protected]: Elcograf - Beverate di Brivio (LC)Impaginazione: Adda Officine Grafiche SpA - Filago (BG)

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  • Le Dolomiti sono le montagne più belleal mondo e il loro riconoscimentoquale “patrimonio dell’umanità” daparte dell’Unesco obbliga cinque pro-vince e tre regioni a parlarsi e confrontarsi.“Un’operazione che noi del Club AlpinoItaliano non abbiamo alcuna difficoltà a fareperché siamo abituati a lavorare in cordata”,annota Ugo Scortegagna nella presentazionedella bella Agenda 2011 del Comitato scienti-fico, tutta dedicata ai cosiddetti “monti palli-di”. “L’anno appena iniziato non può cheimpegnare il CAI su questo particolare fronteper cogliere ogni opportunità per la tutela diun patrimonio naturale, storico e culturaleimmenso”, spiega a sua volta Emilio Bertan,istruttore nazionale di sci alpinismo e dal2006 presidente del Gruppo regionale venetodopo essere stato a lungo presidente dellaSezione di Bassano del Grappa.

    “Noi del Club alpino siamo stati tra i primia scendere in campo”, ricorda Bertan, “quan-do nel dicembre 2009 riunimmo i presidentidei club alpini dell’area dolomitica. Poi èseguito l’importante convegno di Auronzo(LS 3/2010, pag. 5) e subito dopo si è costi-tuita una commissione di lavoro che ha orga-nizzato una serie di quindici serate informati-ve sul territorio, capofila il gruppo di geologiche hanno realizzato l’istruttoria per il rico-noscimento dell’Unesco. Con nostra sorpre-sa ci siamo resi conto che queste serate, rea-

    lizzate con la Fondazione Angelini diBelluno, non hanno richiamato soltanto socidel Club alpino ma anche numerosi operato-ri turistici, albergatori, semplici cittadini,insegnanti. L’esperienza ovviamente conti-nua e nuove iniziative sono previste nellesezioni, con serate mirate anche in collabo-

    razione con il Comitato scientifico. Nel frat-tempo l’Agenda 2011 mette a fuoco moltepli-ci iniziative. Tra queste, in primo piano, unagrande mostra sulle Dolomiti, in tre lingue,che sarà presentata in primavera alTrentoFilmfestival e successivamente girerànel territorio”.

    Anche l’agenda personale di Bertan è zeppad’impegni, a cominciare da un incontro con irappresentanti dei club alpini che gravitanonell’area dolomitica e con il segretariodell’Unesco. In questo quadro s’inserisce ilrilancio del Centro polifunzionale “BrunoCrepaz” del CAI, al Pordoi, destinato, d’inte-sa con la Regione, a configurarsi sempre piùcome centro di formazione e d’informazionepermanente aperto al pubblico.

    L’interesse per la struttura del CAI si èindubbiamente riacceso l’estate scorsa conla mostra sui grandi animali, visitata da oltrecinquemila persone. “Un interesse cheriguarda anche gli albergatori della zona.L’importante è partire con il piede giusto”,osserva Bertan, visibilmente soddisfatto per-ché il CAI viene sempre di più preso in con-siderazione dai politici dopo che, per iniziati-va del Gruppo regionale, sono nati anche nelVeneto (LS 4/2010), come già in Piemonte, gliAmici della montagna che annoverano cin-quanta parlamentari tra cui il presidentedella regione”.

    Per la sua posizione strategica nel cuoredelle Dolomiti il “Crepaz” richiede tuttaviarinnovate energie per un duraturo rilancio.

    4 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    Uniche al mondoQui a fianco il Cimon de laPala in tenuta invernale. Sui“monti pallidi” si annuncia-no nel 2011 numerose occa-sioni d’incontro. Un impor-tante convegno per metterea fuoco le varie iniziative siè svolto in novembre aBressanone in occasionedell’International MountainSummit sul tema “Dolomiti,patrimonio mondialedell’Unesco - Una regioneinserita nella lista dei piùbei paesaggi del mondo -Valori, Responsabilità,Opportunità” dove è statoribadito l’impegno dellaRipartizione natura e pae-saggio della Provincia auto-noma di Bolzano per la con-servazione, la tutela e lavalorizzazione di questo pae-saggio unico al mondo.

    Società L’impegno del GR Veneto

    Il CAI per le Dolomiti

    Fra tutti libri freschi di stampa sulle Dolomiti sembra svettare, insieme con latradizionale Agenda 2011 del Comitato scientifico tutta dedicata ai “monti pallidi”,il volume “Dolomiti patrimonio dell’umanità” di Bonetti, De Battaglia, Pellegrinone Tomasi, con plastigrafia Tabacco e le fotografie di Tappeiner. Il libro è pubblicato dallaCasa Editrice Panorama (tel 0461.230342 – e-mail: [email protected]). Ilprezzo è di 49,90 euro, ma per i lettori dello Scarpone scende a 44,90. Lo stesso editorepropone due cofanetti “dolomitici” al prezzo di 28,80 euro ciascuno (anziché 32).Ciascun cofanetto contiene quattro volumi monografici. “Dolomiti patrimoniodell’umanità”, preceduto dal nome di Reinhold Messner, è anche il titolo di un volumedi 288 pagine, formato 28,5 x 36,5 cm, con 250 illustrazioni (49,90 euro): è pubblicatoda Mondadori e approfondisce le tradizioni delle popolazioni locali, la progressivaaffermazione turistica del territorio, la ricchissima storia alpinistica di cui le vettedolomitiche sono state teatro. Oltre che da Messner, il volume è curato da UrsulaDemeter, giornalista, scrittrice ed esperta di arte moderna, e contiene numerosi saggidi autori di ieri e di oggi, tra i quali Annibale Salsa, antropologo, già presidente generaledel Club Alpino Italiano. Infine va segnalato ad appassionati e bibliofili il volume “DalGarda alle Dolomiti” di Maurizio Casagranda e Salvatore Rizzo, frutto della selezione diun cospicuo fondo iconografico ora conservato presso la fototeca del Centro didocumentazione del Museo nazionale della montagna. Oltre 2mila riproduzioni e 862schede descrittive danno vita a un “viaggio” senza precedenti grazie anche alleimmagini dei pionieri della fotografia da Unterveger a Dantone, da Garbari a Terschack,Beer, Stenico e così via (Studio bibliografico Adige, Museo nazionale della montagna,60 euro, cofanetto con panorami allegati).

    Quei gridi di pietra in carta patinata

  • LO SCARPONE, GENNAIO 2011 - 5

    È stata formata una commissione di tecniciche, in collaborazione con altri enti e con laSAT, ha allo studio tutte le innovazioni possi-bili in tema di sostenibilità ambientale, pro-blema non semplice per una struttura che sitrova a 2300 metri di quota. E con i tempi dimagra che corrono. Ma grazie a un contribu-to interregionale dovrebbero essere reperibi-li le risorse per una ristrutturazione che portia 60 la disponibilità di posti letto. E altri fondisono stati messi a disposizione della Regioneper migliorare la qualità dei rifugi.

    Pordoi a parte, tra i problemi sul tappetodel direttivo del GR Veneto c’è sicuramentequello della sicurezza dopo il terribile stillici-dio d’incidenti dell’inverno scorso. Di note-vole rilievo è il progetto “Montagna amica”realizzato assieme alla CNSASA , coordinatoe presentato in autunno al Pordoi dal com-pianto Matteo Fiori e operativo dall’11dicembre con tre livelli d’impegno per l’in-formazione e la formazione: 1) livello baseinformativo; 2) livello informativo e formati-vo; 3) strutture mobili e fisse, con i relativistrumenti divulgativi e operativi. Il tutto alservizio del turismo invernale, perché possa-no diminuire i rischi da incidenti sulla neve.E con cinque “centraline” per ospitare test edimostrazioni al servizio dell’utente.

    “Abbiamo avuto un buon finanziamentodalla Regione Veneto, e coinvolto la RegioneFriuli Venezia Giulia, l’Arpav, l’Aineva, i mae-stri di sci e le guide alpine delle due regioni,la FISI, il soccorso alpino delle Guardia diFinanza e del Corpo Forestale e anche gliimpiantisti che hanno aderito con convinzio-ne”, dice a questo proposito Bertan.

    Cilegina sulla torta, è sul tappeto del GRVeneto anche il problema del cicloescursio-nismo. “Una realtà che non è più possibileignorare”, dice il presidente, “perché il feno-meno è diventato di massa e ha riflessi socia-li importanti. E il progetto Unesco imponeuna rinnovata attenzione per il turismo soste-nibile. Per cui si cercherà di trovare con altreassociazioni interessate una valenza comuneagevolando il passaggio dei ciclisti su mulat-tiere e strade militari”.

    D’altronde, già al 27° Convegno delle AlpiGiulie (LS 22/91) illustri rappresentanti delCAI, ravvisando la gravità che per i sentieridi montagna avrebbe potuto rappresentarela mountain bike, invitavano “a riservaredrasticamente solo alcuni percorsi, segna-larli, gestirli ed essere severi con chi tende aemarginare l’escursionista e il pedone perfavorire la marcia della mountain bike”.Buone pedalate, cari cicloescursionisti, siapure con giudizio! R.S.

    I progetti e l’intesa con i club dell’area dolomitica

    L’impegno per le Dolomiti“patrimonio dell’umanità” trovariscontro nel documento “CAIVeneto e Unesco” elaborato in novembreda Emilio Da Deppo del gruppo di lavoroappositamente istituto. “Consapevole delruolo e della presenza territoriale, ilGruppo veneto del Club Alpino Italiano”,è spiegato, “si è attivato tempestivamenteavviando contatti con i contermini Clubalpini dell’area dolomitica, nell’intento direndere univoca la voce della gente dimontagna associata. Trovare nelle varierealtà la sintesi di un progetto comune daenunciare con convinzione è stata lapriorità sfociata negli incontri collegiali adAuronzo di Cadore. Il 18 dicembre 2009,ai piedi delle Tre Cime, si sono riuniti icinque club alpini del Nordest, che daquesta data vengono chiamati CARD(Club alpini regione dolomitica). Lariunione, fortemente voluta dal CAIVeneto nella persona del presidenteEmilio Bertan, aveva come oggetto variargomenti, ma al primo punto dell’odgera la stesura di un documento comuneavente come tema principale la richiestadi essere coinvolti nelle scelte di gestioneDolomiti-Unesco. Da questo dibattito èscaturito un documento che impegna iClub alpini della Regione dolomitica adassumere quella veste che l’Unescostessa ci chiede con le ‘azioni’ previste. Aquanto è possibile desumere daldocumento, considerata lapreponderante realtà dolomitica inseritanella Provincia di Belluno, le 18 sezionidel CAI hanno convenuto nel mese difebbraio 2010 l’istituzione di un gruppo dilavoro supportato dal CAI regionale ecomposto da Cesare Lasen, MassimoCasagrande, Emilio Da Deppo e BrunoZannantonio, con l’apporto dellaFondazione Angelini - Centro studi dellaMontagna di Belluno quale partner“culturale” del Sodalizio, e assieme èstato dato corpo a una iniziativa “la cuiesigenza è apparsa inderogabile, tesa ainformare e formare il capitale umano.Contestualmente sono avvenuti degliincontri con le istituzioni sia regionali cheprovinciali, ottenendo approvazione einteresse per i progetti proposti diimmediata attuazione”.

    Con l’inizio del mese di maggio 2010,l’azione CAI/ Fondazione Angelini, con loslogan “Vivere Dolomiti Unesco”,diventava realtà con l’apportoprofessionale dei docenti e geologiFurlanis, Oddone e Piccin che avevanocollaborato nella fase di candidatura

    Unesco (vedere LS 11/2010). Nellaprovincia di Belluno sono stateindividuate 10 sedi, in prevalenza pressole locali sezioni del CAI, con lapartecipazione di non meno di 200persone in rappresentanza delle realtàche operano a vario titolo in areaDolomiti-Unesco, motivate e disponibili adiventare divulgatori loro stesse: icosiddetti stakeholders – portatori diinteressi.

    “L’iniziativa”, precisa il documento, “hariscosso un notevole successo, grazieanche all’elevata preparazione dei tregeologi e per il desiderio di conoscenzadei partecipanti”. Altri corsi si sono svoltiin agosto, mentre con il mese disettembre il Club Alpino Italiano assiemealla Fondazione Angelini, ha dato avvio aun corso di formazione sul sistema n.1Pelmo-Croda da Lago, che oltre a lezioniteoriche comprendeva anche due giornidi escursione/studio sul territorio,accompagnati da docenti digeomorfologia, paleontologia, idraulica,geologia e scienze forestali. Analogainiziativa sarà ripresa nel 2011 neiconfronti dei sistemi Dolomiti-Unescon.2-3-4 e 5 gravitanti nel territorioveneto. Nel mese di ottobre inoltre ilComitato scientifico veneto-friulano-giuliano del CAI ha organizzato nelComune di Sedico il ciclo formativo edivulgativo “Alla scoperta dei montipallidi”, diretto dal geologo UgoScortegagna, in dieci serate a tema, cheha visto l’iscrizione di 70 persone. E’inoltre allo studio un progetto ambiziosoche dovrebbe coinvolgere tutte le scuoledi ogni ordine e grado della provincia diBelluno. Le attenzioni sono ora rivoltealla fase attuativa del “Piano di gestione”implicito negli adempimenti delriconoscimento Unesco. Piano suddivisonelle tre macroaree Conservazione,Comunicazione, Promozione. Per la suarealizzazione sono coinvolti numerosienti: la Fondazione Dolomiti Unesco, leamministrazioni provinciali, i comuni, iparchi, i musei, gli operatori turistici,scuole e università. Numerose le azionida concertare assieme alle guide alpine,ai gestori dei rifugi, alle sezioni che sioccupano di manutenzione dei sentieriorganizzando visite guidate per l’interosito, differenziate per difficoltàescursionistiche e/o alpinistiche,stagionali, per interesse e livellid’esperienza. È uno sforzo notevole chevede impegnati molti volontari del ClubAlpino Italiano.

  • Dolomiti o Manhattan?

    6 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    Quattro cime stilizzate che simboleg-giano altrettante culture presenti sulterritorio dolomitico: italiani, tede-schi, ladini e friulani. Questo il nuovologo della Fondazione Dolomiti Unesco.L’autore è il designer valdostano ArnaldoTranti. La decisione è stata presa dalConsiglio di amministrazione della Fon-dazione. Il marchio è stato scelto da una giu-ria di esperti su oltre 400 proposte in rispo-sta al bando indetto dalla Provincia diTrento. La scelta ha fatto discutere ed è statastigmatizzata dai club alpini della Regionedolomitica (AVS - CAI AA – CAI FVG – CAIVeneto – SAT). “Un logo policromatico cheesaltasse i colori nelle sfumature stagionaliche rendono uniche queste montagne dove-va essere il concetto base da sviluppare”, èprecisato in un comunicato in cui si chiede“che la Fondazione Dolomiti Unesco rivedala sua posizione, con un gesto di apertura anuove proposte e soluzioni che trovino lacondivisione più ampia possibile”.

    “È un simbolo molto ricercato che potràessere apprezzato con il tempo”, ha replica-to alle critiche il presidente della Provinciadi Belluno Gianpaolo Bottacin. “È un sim-bolo coraggioso e inaspettato”, ha affermatoa sua volta Francesca Larese Filon, presi-dente dei Ladini del Veneto. “Questo logo”,ha spiegato infine Cesare Micheletti, presi-dente della giuria tecnica, “riunisce in sè gliaspetti geologici, paesaggistici e culturalirichiesti dal bando, proiettando però leDolomiti in una dimensione moderna”. Macome spiega l’autore le ragioni del suo ope-rare? Ecco le sue risposte allo Scarpone.

    Com’è arrivato a questo risultato?

    “Nel creare l’icona di un’identità che nonesiste vado alla ricerca del suo specifico, siache si tratti di un luogo che di un ente pub-blico o privato. In un mondo sommerso dasegni gratuiti e spesso intercambiabili - pro-vate a sostituire la denominazione sotto unsimbolo e vedrete che funziona lo stesso -questa tensione è fondamentale. La primacosa che mi ha colpito è stata la ‘pelle’ delleDolomiti, il loro ‘tessuto geologico’, poi leforme nette e trapezoidali e la loro verticali-tà che nasce inaspettata dalle dolci pianure.Ho cercato di rappresentare tutto ciò attra-verso un linguaggio e una tecnica conse-guente. Ma, appena le abbiamo ‘tirate fuori’ci siamo accorti di aver trovato anche un’im-magine urbana delle Dolomiti. Le cime sem-brano grattacieli e ci è apparso come un pro-blema. Ma subito dopo ci siamo detti: è giu-sto! Da sempre le Dolomiti sono state rac-contate e accostate a costruzioni o elementidi architettura. Questa caratteristica influen-za molto la nostra percezione: noi amiamociò che conosciamo. Se una montagna ricor-da un dente o una torre o una piramidediventa subito famigliare e quindi memoriz-

    zata e apprezzata. Ecco il loro specifico: leDolomiti ricordano spesso qualcosa fattodall’uomo! È questo che ci affascina. Questomarchio nasce consapevole di contenereun’ambiguità visiva, una sinestesia tra mon-tagna e edificio”.

    Quale commento, tra i tanti, le è sem-brato più pertinente e, in qualche modo,giustificato?

    “Devo essere sincero, non ho letto alcuncommento nei blog e non solo perché hopoco tempo: considero questo meccanismoassolutamente fisiologico e naturale nell’at-tuale sistema della comunicazione, ma per-sonalmente gli do valore zero. Mi è piaciutomoltissimo invece l’intervento (purtropponon ricordo il nome) di chi si poneva ladomanda se le Dolomiti dovessero avereun’icona, perché è impossibile rappresentar-ne la bellezza”.

    Secondo Dino Buzzati le Dolomitiesprimono un’immagine di felicità pienae solenne. È questo che il suo logointende trasmettere “in tempi rapidi”?

    “Questo concetto è bellissimo e non loconoscevo. Buzzati è stato uno scrittore che

    ho scoperto e amato quandoavevo 16 anni, dopo aver lettoKafka... Sì, la mia interpretazio-ne è stata di tipo istituzionale:niente farfalle o belle vallate,qui stiamo affermando che leDolomiti sono diventatePatrimonio dell’umanità. Unadichiarazione imperativa, un

    ‘distacco’ dal comune, una forma ‘oggetti-vatà. Sì, solenne è una parola che mipiace, vicina al mio obiettivo. Per quantoriguarda la felicità... beh, lì dipende dallasensibilità del soggetto e dell’alfabetoemotivo di cui dispone”.

    Pensa che ci possa essere poesiaanche nei grattacieli di Manhattan aiquali il suo logo viene accostato?

    “Assolutamente sì, non ho dubbi sui toposdella poesia. I poeti non destreggiano la ra-gione ma sono posseduti dalla follia: non esi-stono confini. L’uomo costruisce e distrugge,vive contemporaneamente il bene e il male.Pensiamo e costruiamo ciò che siamo e sap-piamo. Ma in questo caso volevo semplice-mente lasciare una porta aperta a questastraordinaria similitudine e alla ‘fortunatastoria antropologica’ di queste montagne”.

    Una curiosità, infine: ricorda quale èstato, da giovane, il suo primo incontrocon le Dolomiti?

    “9 -11 anni. Meraviglia e stupore dal fine-strino posteriore dell’auto del mio babbo”. ■■

    Argomenti Un logo che fa discutere

    Quattro “diversità” culturaliIl disegno delle Dolomiti è stato rappresentato daArnaldo Tranti (nel riquadro) con quattro cime.Queste “figure” simboleggiano le quattro diversi-tà culturali presenti sul territorio: italiani, tede-schi, ladini, friulani. Le figure emergono dalbianco e prendono forma all’interno di un rettan-golo orizzontale, un “territorio” racchiuso in unperimetro per tutelare meglio un ambiente unicoe mitico. Va ricordato che le Dolomiti si staglia-vano sullo sfondo dei grattacieli di New Yorkanche nel manifesto del film “Il figliol prodigo”di Luis Trenker (1934). Una curiosa analogia conil logo dedicato al progetto Unesco. L’autore dellogo (nella foto) è art director e consulente d’im-magine e design per enti pubblici e aziende pri-vate. Recentemente ha progettato il sistemasegnaletico del patrimonio della Soprintendenzadella Valle d’Aosta e gli uffici lab della Ferrerospa. È membro AIAP - associazione italiana pro-gettazione per la comunicazione visiva - dal1987. Suoi lavori sono stati pubblicati su rivistedi settore: Domus, Novum, Linea Grafica,Quaderni d’arte, Creative, Pro.

    Il designer Alfredo Trantispiega come ha concepito erealizzato il marchio al centrodi non poche polemiche

  • Due giorni caratterizzati da incontri e fertili scambi di idee: piùche positivo è il bilancio dell’Assemblea annuale degliIstruttori della Scuola Nazionale di Speleologia (www.sns-cai.it) che a Pordenone è stata ospitata il 4 e 5 dicembre pres-so l’Auditorium della Regione con l’impeccabile organizzazionedell’Unione speleologica pordenonese. Contestualmente si è tenuta lariunione dei Gruppo grotte del Club Alpino Italiano mentre una brevee suggestiva cerimonia ha caratterizzato la consegna, a conclusionedelle due intense giornate, del Premio Istruttore nazionale di speleo-logia Marco Ghiglia che per il 2010 è stata assegnato al presidentegenerale Umberto Martini, definito nella motivazione “chiaro esempiodi coerenza direttiva, per il contributo dato alla Scuola nazionale attra-verso la continuata propria disponibilità comprensiva e propositiva”.

    Numerosi sono stati gli argomenti sul tappeto, un aspetto più chegiustificato per un’attività che presenta numerose varianti, semprelegate alle cavità naturali, come l’esplorazione delle cavità generatedall’attività vulcanica (grotte laviche), la cosiddetta speleologia urba-na (cavità di origine antropica: antichi cunicoli, miniere, reti fognarie,catacombe, etc.), speleologia subacquea che si occupa dell’esplora-zione di percorsi sotterranei (naturali o artificiali) allagati. A questeattività viene ad giungersi da qualche tempo la biospelologia collega-ta all’importanza della salvaguardia degli ambienti carsici spessominacciati dall’inquinamento. Non a caso la SNS ha inserito nei corsidi aggiornamento degli istruttori previsti per il prossimo quinquenniodegli stage dedicati alla conoscenza e difesa degli ambienti carsici.

    A Pordenone si è parlato anche di consuntivi e delle problematichedella speleologia in un’ottica moderna di comunicazione verso ilmondo esterno, e dei nuovi orientamenti del Club Alpino Italiano perquanto riguarda gli organi tecnici operativi e delle scuole. È stata inparticolare ribadita l’uniformità d’insegnamento che contraddistin-gue la Scuola nazionale di speleologia e sono stati affrontati temiquali le collaborazioni con il mondo universitario e gli enti che sioccupano di ricerca e territorio. Infine un richiamo è stato rivolto almondo della scuola, a ogni livello, per ribadire, attraverso l’insegna-mento in aula e sul campo, l’importanza di questa disciplina nella for-mazione dei giovani.

    Durante il convivio si sono nominati nuovi istruttori e sono stateconferite delle onorificenze agli istruttori che si sono distinti nel-l’attività della Scuola nazionale. Oltre al presidente generale,numerose le personalità del CAI intervenute: il componente delComitato direttivo centrale Paolo Borciani, il consigliere centralereferente per la speleologia Claudio Malanchini, il revisore deiconti centrale Luigi Brusadin, il presidente del Gruppo regionaleFVG Paolo Lombardo, il presidente della Sezione di PordenoneAlleris Pizzut, la reggente dell’Unione Speleologica PordenoneseRomina De Lorenzi, i componenti della Commissione centrale perla speleologia, presidenti e rappresentanti di altre sezioni Veneto-Friulane Giuliane, il consigliere regionale FVG Maurizio Salvador,il vice presidente della Provincia Eligio Grizzo, l’assessore comu-nale Giulia Bevilacqua. ■■

    LO SCARPONE, GENNAIO 2011 - 7

    Corsi di aggiornamento di biospeleologiaannunciati per il prossimo quinquennio. Unpremio al presidente generale Umberto Martini

    Da mezzo secoloin grottaUn aspetto della celebreGrotta Gigante di Trieste(www.grottagigante.it) affida-ta alle cure dellaCommissione grotte EugenioBoegan della Società Alpinadelle Giulie, Sezione di Triestedel CAI. La caverna è larga65 metri, lunga 280, profon-da 120 e con una volta acupola alta 107 metri che potrebbe contenere la basilica di San Pietro. Alla stessa commissione appartenne in qualità di presidente lo speleologoCarlo Finocchiaro al quale si deve negli anni ‘50 l’idea di dare vita alprimo Corso nazionale di speleologia: progetto realizzato grazie all’appog-gio del Comitato scientifico (allora diretto dal professor GiuseppeNangeroni, geografo molto vicino al mondo della speleologia) nel gennaio1959 su approvazione del Consiglio centrale. Da allora la SNS è all’avan-guardia nel campo della didattica in questo campo.

    Quota -1000

    Abissi, dove sono i più profondi

    Aseguito delle esplorazioni della scorsa estate, la lista dellegrotte italiane con profondità maggiore di 1000 metri si èmolto allungata. Ecco l’elenco aggiornato a ottobre 2010.Abisso Paolo Roversi Alpi Apuane Profondità -1300Abisso Olivifer Alpi Apuane “ - 1215Abisso Fighiera - Corchia Alpi Apuane “ - 1190Abisso Viva le Donne Alpi Orobie “ - 1170Foran del Muss Alpi Giulie “ - 1140Abisso Saragato Alpi Apuane “ - 1075Abisso Mani pulite Alpi Apuane “ - 1060Abisso Perestroika Alpi Apuane “ - 1060Abisso Chimera Alpi Apuane “ - 1058Pozzo della Neve Appennino sannita “ - 1050Abisso Satanachia Alpi Apuane “ - 1040Abisso Led Zeppelin Alpi Giulie “ - 1020

    Come si può notare, le Alpi Apuane, pur con una superficielimitata, si confermano come l’area colla maggiore concentrazionedi grotte profonde, a livello mondiale.

    Nel mondo la lista delle grotte profondissime si allungavelocemente. Oggi sono note 96 grotte con profondità maggioredi 1000 metri. La più profonda è, come noto, l’abisso Krubera, inGeorgia, profondo 2140 metri; è probabile che questo primato simantenga tale per parecchio tempo.

    Qualche curiosità:La nazione col maggior numero di “abissi oltre i -1000” è la

    Spagna, con 13 abissi. Seguono l’Austria e l’Italia (12), il Messico ela Francia (8).

    Anche l’emisfero sud della Terra ha ora la sua grotta profonda:l’abisso Muruk Berenice in Nuova Guinea, profondo 1141 metri.

    Carlo Balbiano

    Gli istruttori per la tutela degli ambienti carsici

    Speleologia L’assemblea annuale della Scuola nazionale

  • Nella collana del Club AlpinoItaliano dedicata agli itinerarinaturalistici e geografici attra-verso le montagne italiane unnuovo titolo è dedicato agli appassio-nati di escursionismo invernale. “Conle ciaspe sull’altopiano dei SetteComuni” di Mario Busana e AlbertoManzan propone 21 itinerari nell’in-comparabile scenario nordico di questemontagne care a Mario Rigoni Stern, con notestoriche, botaniche e faunistiche. Il libro in ven-dita a 10 euro è stato realizzato con la collabora-zione delle sezioni vicentine del CAI ed è un invi-to a percorrere le tante strade militari e mulattie-re, superando trincee sepolte sotto la neve,facendo riaffiorare alla memoria gli eventi bellici,le sofferenze vissute nell’ampio teatrodell’Altopiano e i sacrifici di vite umane nellaGrande guerra.

    A chi intende rivolgersi in particolare?“A quanti cercano un ambiente naturale, inte-

    gro, con la neve, e vogliono ciaspolare nel silen-zio ovattato dei boschi ed entrare in contatto, condiscrezione, con la vita degli animali”, spiegaMario Bausana, uno dei due autori, nato aBassano del Grappa, laureato in scienze forestali,docente di scienze naturali e libero professioni-sta nel settore dell’assestamento forestale e della pianificazioneambientale.

    Nella mecca dello sci nordico quale significato può avere

    muoversi con le ciaspe o ciaspole?“È un modo straordinario di vivere la montagna d’inverno come

    prosecuzione dell’escursionismo estivo. Su percorsi facili e sicurimuoversi con le racchette da neve è un’attività che non richiedeconoscenze tecniche particolari ed è alla portata di tutti”.

    Per chi è alle prime armi, quali itinerari sarebbero da pro-porre?

    “Il n.4 Longalaita, il n.8 Val Formica, il n.16 Osservatorio astrono-mico di Cima Echar, il n 20 rifugio Barricata e rifugio Marcesina”.

    La morfologia della zona sembra prestarsi a questa formadi turismo. Lo stesso può dirsi per l’innevamento?

    “Si, la neve in altopiano cade abbondante anche negli inverni “sic-citosi”, quando nel resto delle Alpile precipitazioni sono scarse.L’altopiano infatti ha un climaparticolarmente rigido in inverno(- 30 °C in Piana di Marcesina),inoltre la vicinanza con il mareAdriatico favorisce una particola-re umidità e quindi sviluppo disistemi nuvolosi con relativeabbondanti precipitazioni nevose”.Nel libro vengono prospettati

    problemi d’orientamento. Qualiprecauzioni sono da prendere inproposito?

    “Problemi di orientamento sonopossibili solo su qualche percorsoper assenza o scarsità di riferimenti;è quindi necessario essere muniti ditre oggetti indispensabili: carta dellazona del percorso (scala 1:25.000),bussola e altimetro; valutazione delleproprie capacità, scelta di giornatecon tempo bello e stabile; eventual-mente farsi accompagnare da espertie/o conoscitori della zona”.Si può ipotizzare un impatto, per

    quanto lieve, dei ciaspolatori sul-l’ambiente naturale? E in tal caso

    c’è qualche particolare istruzioneper l’uso?

    “Si, il numero negli ultimi anni è decisamente increscente aumento e questo comporta, come spes-so accade, un uso scorretto dell’ambiente natura-le invernale nel suo complesso; le regole dellamontagna sono le stesse di sempre: rispetto, atten-zione, non avventurarsi in ogni luogo, ascoltare ilsilenzio”.

    Infine, quali suggerimenti darebbe a chi siavventura di notte con la luna piena?

    “Scegliere percorsi battuti, facili e sicuri, oppu-re percorsi che si conoscono bene per averli giàsperimentati alla luce del giorno; infine ricorrerea una guida o gruppo organizzato; non trascuraredi portarsi una lampada frontale e bevande calde.

    Se questi sono i presupposti, non bisogna rinunciare al fascino ealla magia della luce lunare che fa brillare la neve proiettando l’e-scursionista in un mondo di sogno”. ■■

    8 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    Escursionismo invernale Una nuova guida del CAI

    Un invito a percorrere le tantestrade militari e mulattiere inun ambiente naturale integro

    Con le ciaspe sull’Altopiano

    Nel silenzio deiboschi le migliori soddisfazioniIn aIto, sotto il titolo, i due autoriMario Bausana e Alberto Manzan (dadestra). Come fondista, Bausanaconfessa che talvolta gli costa qual-che fatica rinunciare agli sci per cal-zare le ciaspe. “Però quando cammi-no sulla neve immacolata di unbosco”, precisa, “la rinuncia allo scinon pesa, il silenzio e le tracce di unanimale fanno dimenticare la velocitàdegli sci stretti”.

  • Monte BiancoLa cattedrale di roccia

    • Courmayeur:i 25 siti di interesse culturale

    • Itinerari, sentieri, ciaspole, scialpinismo• Tutti i rifugi e i numeri utili

    Courmayeur: la metamorfosi di un paese alpino

    Itinerari estate e inverno, l’alpinismo e tutti i rifugi

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  • Buon segno, il 2011 si presenta riccodi eventi per il Club Alpino Italiano eper chi ama la montagna. Su tuttisvetta il TrentoFilmfestival (28 apri-

    le – 8 maggio). “Una cinquantanovesima edi-zione che conferma il format vincente delleultime edizioni”, annuncia Luana Bisesti,neodirettrice della rassegna. “Accanto allerassegne cinematografica e editoriale, unmix di proposte, mostre, convegni, presenta-zioni editoriali, spettacoli, serate alpinistichee serate evento solleticheranno per diecigiorni gli interessi degli specialisti del setto-re e del pubblico. I grandi protagonisti diavventure umane e culturali porteranno aTrento la loro visione dell’universo monta-gna fornendo uno sguardo dall’alto, ma

    anche dal basso”. Particolare importante. Iltermine ultimo per iscrivere le opere (docu-film, corti, lungo e mediometraggi, fiction) èil 31 gennaio per le opere prodotte nel 2009e 2010, il 28 febbraio per le opere prodottenel 2011. Il 28 aprile inizierà la 25a edizionedella rassegna internazionale dell’editoria dimontagna “MontagnaLibri”, un quarto disecolo dedicato a chi mette nero su biancol’emozione unica scaturita dalle grandi “cat-tedrali della terra”.

    I riflettori del 2011 sono ovviamente pun-tati anche su Torino dove il 17 marzo si apreil sipario sulla rassegna Esperienza Italia150° (www.italia150.it): al Monte deiCappuccini il Museo nazionale della monta-gna mette in scena dall’11 marzo al 20novembre una grande mostra legata al cen-tocinquantesimo anniversario dell’unitàd’Italia a cura di Enrico Camanni e AnnibaleSalsa con ilpatrocinio diItalia 150.

    Intitolata “LeAlpi e l’unitàn a z i o n a l e .Trasformazionie mutamenti”, larassegna vienerealizzata con lecollezioni del

    Museo e della Biblioteca nazionale del CAI:l’apertura e la prima grande sala sarannofocalizzate sulla figura di Quintino Sella edei suoi affiancatori con i necessari riferi-menti alla nascita del Club Alpino Italiano,mentre nelle salette successive sarannoanalizzati vari temi, messi a confronto conl’ottica pre e post unitaria. Per accedervi siattraverserà la ricostruzione di un posto diconfine sulle Alpi, un po’ come fecero imontanari per tornare a casa nel marzo del1860, quando la Savoia, fino ad allora partedel Regno di Sardegna, venne annessa allaFrancia. Questo tragitto nel tempo e nei luo-ghi si interromperà con la Grande guerrasulle Dolomiti, nel momento in cui le Alpidivennero il luogo del martirio per migliaiadi uomini chiamati a difendere i confini delPaese. Lungo tutto il percorso saranno visi-bili sequenze di film della Cineteca storica

    10 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    Eventi 2011 Mostre, festival, incontri

    Le Alpi, il CAI e l’unità nazionaleI riflettori sono puntati sulMonte dei Cappuccini diTorino dove il Museonazionale della montagnamette in scena dall’11 marzoal 20 novembre una grandemostra su trasformazioni emutamenti delle Alpi neglianni in cui si fece l’Italia

    ■ Assemblea dei delegati del CAI. A Spoleto il 21 e 22 mag-gio. www.cai.it■ Giornata nazionale dei sentieri. L’undicesima edizione è inprogramma il 29 maggio in varie località. Coordinamento a curadella Commissione centrale per l’escursionismo.■ Incontri. A Lecco a cura del Gruppo Gamma serate con il fran-cese Alain Robert (11 febbraio), Ron Fawcett (28 aprile), YujiHirayama (6 ottobre), Christophe Dumarest (17 novembre).www.gamma-lecco.eu■ International Mountain Summit. A Bressanone dal 21 al 30ottobre terza edizione della rassegna.■ Lettera(l)tura. A Verbania dal 22 al 26 giugno, in valle Antronail 2 e 3 luglio, in val Formazza il 2 e 3 luglio, in valle Vigezzo il 16 e17 luglio. www.letteraltura.it■ Minoranze linguistiche storiche. Giornata organizzata da UPIe Chambra d’oc il 2 luglio a Ceresole Reale (TO)[email protected]■ Montagnalibri. A Trento dal 28 aprile all’8 maggio. www.trento-festival.it■ Museo Nazionale della Montagna. Dal 25 febbraio al 20novembre “I villaggi alpini. Le identità nazionali alle grandi esposi-zioni”. Dall’11 marzo al 20 novembre “Le Alpi e l’unità nazionale.Trasformazioni e mutamenti”. [email protected]

    ■ Messner Mountain Musei. Inprimavera nuovo museo alCastello di Brunico (BZ).w w w. m e s s n e r - m o u n t a i n -museum.it■ Orobie Film Festival (OFF). A

    Bergamo dal 5 al 12 febbraio. www.teamitalia.com■ Premio Carlo Mauri. Il 20 maggio a Lecco la premiazione deivincitori. www.gamma-lecco.eu■ Rock Master. IFSC Climbing World Championship dal 15 al 24luglio. www.rockmaster.com■ Sentieri Frassati. Tre nuovi percorsi s’inaugurano l’8 maggio(Sardegna), il 10 luglio (Trentino) e il 4 settembre (Puglia).www.sentierifrassati.org■ 1° Sestriere filmfestival. Dal 30 luglio al 6 agosto. www.tea-mitalia.com■ 13ª Settimana nazionale dell’escursionismo. In Campaniadal 1° al 9 ottobre anche il Meeting nazionale sulla [email protected] ■ Sicuri con la neve. Giornata nazionale il 16 gennaio.www.cai.it - www.cai-svi.it - www.falc.net■ Trentofilmfestival. La 59a edizione è in programma dal 28 apri-le all’8 maggio. Info: www.trentofestival.it■ Trofeo Mezzalama. Il 30 aprile. www.trofeomezzalama.it

    Quando il Cervino fu conquistatoUn particolare del manifesto delMuseomontagna dedicato alla grandemostra sulle Alpi e l’Unità nazionale, in cuiviene rappresentata la conquista delCervino avvenuta nel 1865. Nell’ambitodella rassegna è prevista un’installazionemultimediale per mostrare i cambiamentidelle frontiere sulle Alpi a partire dal 1861.

    Dove e quando (in ordine alfabetico)

  • Museomontagna, che aiuteranno a inqua-drare e approfondire i temi trattati.

    Sempre al Museomontagna, dal 25 feb-braio al 20 novembre è in programma lamostra curata da Alessando Pastore “I vil-laggi alpini. Le identità nazionali alle grandiesposizioni”, con il patrocinio di Italia 150. Sivedrà come le grandi esposizioni nazionali einternazionali ebbero un ruolo determinantenel rafforzamento delle identità nazionalialpine. In più occasioni vennero ricostruitidei villaggi di montagna, con edifici ispirati adiverse località, per illustrare ai visitatori lavita nel settore alpino del Paese.

    Un altro evento va segnalato nell’ambitodelle celebrazioni dell’Unità d’Italia. LaProvincia di Torino con il patrocinio diEsperienza Italia 150, UPI e la collaborazio-ne organizzativa della Chambra d’Òc, nel-l’ambito della legge 482/99 sulle minoranzelinguistiche storiche, dedica il 2 luglio aCeresole Reale, una cittadina di cultura fran-co provenzale, un omaggio alle lingue alba-nese, catalano, germanico, greco, sloveno,croato, francese, franco-provenzale, friula-no, ladino, occitano, sardo.

    Un consiglio? Gli appassionati in cerca dinovità tengano d’occhio la programmazionedel Forte di Bard e quella dei Musei diMessner che nel corso del 2011 annuncianoun’importante novità: l’inaugurazione di unanuova sede museale nel castello diBressanone (BZ), tutta dedicata ai popolidella terra.

    Nella vita del Club Alpino Italiano l’eventoclou, l’Assemblea dei delegati, si svolgerà aSpoleto il 21 e 22 maggio con numerose ini-ziative di contorno tra cui la consegna delprestigioso Riconoscimento Consiglio allespedizioni extraeuropee.

    Di notevole importanza anche la 13ª edi-zione della Settimana nazionale dell’escur-sionismo che si terrà in Campania dal 1° al 9ottobre. Nell’occasione, come di consueto,si svolgerà la 13ª edizione del Meeting nazio-nale sulla sentieristica del CAI. L’ultimadomenica di maggio, il 29, la Commissioneescursionismo annuncia la Giornata nazio-nale dei sentieri, quest’anno giunta all’undi-cesima edizione.

    Anche se le date non sono ancora state fis-sate, importanti incontri si preannuncianosotto l’egida delle Scuole di alpinismo,dell’Associazione delle guide alpine (Agai) edel Club Alpino Accademico Italiano. Nelmondo dell’arrampicata si celebra infine unevento importante: il 25° anniversario delRock Master che ad Arco di Trento continuaa richiamare folle di appassionati. ■■

    LO SCARPONE, GENNAIO 2011 - 11

    Come stabilito nel bandopubblicato su Lo Scarpone del1° settembre, il 23 ottobre si èconcluso il concorso riservato ai sociper il marchio-logo “CAI 150” ed ècon viva soddisfazione che ilCoordinamento operativo per leattività del 150° ha preso atto dellarisposta degli iscritti, che dimostraancora una volta il senso diappartenenza che li accomuna. I 26elaborati pervenuti, ancorché nontutti conformi alle caratteristiche richieste, dimostrano di ben interpretare l’identitàassociativa con una particolare sensibilità per le tematiche che collegano il presentedell’associazione e della montagna con una proiezione nel futuro, senza discostarsi dalleradici storiche. Ovviamente ogni concorso prevede un vincitore e delle segnalazioni, mal’impegno dimostrato è uguale in tutti coloro che hanno inteso contribuire con la propriacreatività a formulare l’immagine simbolica del centocinquantenario, ai quali va il nostroringraziamento. Valutati gli elementi relativi alla proposta creativa, alla proposta tecnica e aquella economica, si è ritenuto di individuare nei tre progetti grafici presentati da NicolòBottarelli, Guiduberto Galloni, Stefano Vittori, gli elaborati più rispondenti allecaratteristiche richieste, che verranno sottoposti al vaglio della Commissione che si riuniràil 13 gennaio per la proclamazione definitiva del vincitore. Verrà perciò data comunicazionesu Lo Scarpone del 1° febbraio del logo prescelto a rappresentare la ricorrenza del 150°,con la pubblicazione dell’elaborato vincente e dei due segnalati.

    Il marchio-logo “CAI 150”

    Concluso il concorso riservato ai soci

    Finalmente un catalogo unico per le biblioteche di montagna. L’annuncio è stato datosabato 27 novembre a Milano presso la Sede centrale in occasione del nonoseminario BiblioCAI che ha chiamato a raccolta 40 soci in rappresentanza di 25sezioni. All’importante incontro hanno partecipato il presidente generale Umberto Martinie il consigliere centrale Ugo Griva. Valter De Santis, componente della Commissionecentrale biblioteca, ha portato i saluti del presidente delegato Gianluigi Montresor e haintrodotto i lavori, sottolineando come il CAI sia in controtendenza rispetto alle politicheculturali in periodo di crisi, dimostrando di credere nel valore della documentazione.

    La coordinatrice Cristiana Casini ha sintetizzato dieci anni di attività BiblioCAI e haricordato come nel 1996 la tavola rotonda promossa dalla SAT “Per un catalogo unicodelle biblioteche di montagna” avesse anticipato l’idea che oggi si concretizza nelMetaOPAC Azalai.

    Dopo un giro di presentazione delle nuove biblioteche aderenti a BiblioCAI sono statiillustrati i requisiti per le nuove connessioni. Che cosa sia il MetaOPAC realizzato dalCilea per il CAI lo ha spiegato Paola Rossi, responsabile informaticadell’organizzazione. Il presidente Martini ha a sua volta evidenziato come il nuovostrumento sia in sintonia con le finalità del CAI che proprio nella componente culturaletrova un elemento fondante offrendo un nuovo servizio che ottimizza i tempi dellaricerca bibliografica e consente di individuare la biblioteca più vicina dove siadisponibile il libro o la rivista che si vuole consultare.

    Il nuovo strumento è un motore di ricerca che raccorda virtualmente i cataloghi dellebiblioteche già in internet, purché in formato compatibile. E’ il primo esperimento a livellointernazionale di banca dati bibliografica specializzata nella montagna ed è il risultato diun progetto maturato nell’ambito del coordinamento BiblioCAI. Risponde all’esigenza,condivisa dalle sezioni, di rendere più fruibili le biblioteche e valorizzare il patrimoniodocumentario complessivo del CAI, stimato, in base al censimento del 2009, in 192.000volumi e 3.200 titoli di riviste. Il numero dei cataloghi consultabili aumenterà nel tempo esperimentare i vantaggi della ricerca unificata sarà di stimolo per le sezioni che non hannoancora realizzato un catalogo compatibile o non l’hanno ancora pubblicato sul web.

    Per informazioni sulle modalità di connessione di nuovi cataloghi al MetaOPACconsultare il sito www.bibliocai.it o scrivere a [email protected]

    Biblioteche di montagna

    Cercare un libro ora è più facile

  • 12 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    ABRUZZO Natura, amicizia, solidarietà

    Il 30 ottobre a Villa Sant’Angelo (AQ) è statala giornata dell’incontro, della natura, del-l’amicizia, della solidarietà. Nell’agriturismoLa Villa si è svolto il convegno “CAI tra natu-ra e solidarietà” con un’intesa sulla segna-letica dei sentieri e l’avvio dell’intervento diricostruzione del campo sportivo sotto l’egi-da “lo sport è vita”. Sono intervenuti, con ilsindaco Pierluigi Biondi e il presidente CAIAbruzzo Eugenio Di Marzio, il presidentegenerale Umberto Martini, il presidente diFederparchi Giampiero Sammuri, il vicepresidente generale del CAI GoffredoSottile, il rappresentante CAI nellaFederparchi Filippo Di Donato, il presidentedella CCTAM Miranda Bacchiani, per laCCE il consigliere Carlo Diodati, il Grupposentieri CAI, il vice prefetto vicariodell’Aquila Graziella Palma Maria Patrizi,l’assessore LL.PP della Provincia RobertoRomanelli, Paolo Pigliacelli responsabileprogetti Federparchi, Carlo Catonica per ilParco nazionale del Gran Sasso e Montidella Laga, e inoltre presidenti di sezioni e dicommissioni CAI. Una visita a ciò che resta del centro storicodi Villa Sant’Angelo, ancora purtroppointerdetto al transito, ha riportato ai tremen-di istanti del sisma del 6 aprile 2009, indica-to dall’orologio nel campanile della chiesafermo a quella fatidica ora, e in mattinata c’èstata la benedizione della targa realizzatadallo scultore Pasquale Liberatore con lostemma del CAI, lo stendardo del Comunee la data, 30 ottobre 2010, che sarà colloca-ta nella struttura realizzata con i fondi desti-nati dal CAI.Diversi gli interventi: Di Marzio ha ringrazia-to il PG Martini per la presenza e per ilsostegno economico del CAI; Catonica ha

    evidenziato il valore dell’intesa che affrontal’importante tema della sentieristica e delruolo nel sociale del CAI; Pigliacelli ha postol’accento sul valore dell’escursionismo, deisentieri, della sicurezza e delle grandiopportunità nella collaborazione CAI-Parchi; Di Donato ha presentato con soddi-sfazione il risultato di un lungo lavoro diavvicinamento tra CAI e sistema delle areeprotette; Martini ha rivolto al sindaco paroled’incoraggiamento e di fiducia e rivolgen-dosi in particolare a Federparchi ha ricor-dato l’impegno del CAI nel recupero deitracciati un tempo usati per lavoro e ora tra-sformati in itinerari escursionistici. L’intesasu segnaletica dei sentieri è stata sottoscrit-ta allo scopo di armonizzare su base nazio-nale la materia: grazie alla firma tra CAI eFederparchi sono infatti adottati gli standardnazionali del CAI previsti dall’abaco dellasegnaletica evitando che tra regione aregione (e a volte anche tra provincia e pro-vincia) la segnaletica sia differente in termi-ni di posizionamento, colori e misure. Perquanto riguarda l’intesa “Lo sport è vita” traCAI e Comune di Villa Sant’Angelo, il CAIha messo a disposizione i fondi Pro popola-zione terremotata raccolti insieme conUncem e Federbim. La cifra stanziata, circa120mila euro, è stata destinata alla ristrut-turazione degli impianti sportivi comunali. www.caiabruzzo.it – www.caicastelli.it

    LOMBARDIADue mozioni sui rifugi ex MDEL’Assemblea regionale dei delegati del CAIRegione Lombardia, riunitasi a Barlassina(MI) il 14/11, ha discusso su due mozioni: laprima presentata da 5 sezioni comascherelativamente ai 6 rifugi ex MDE dellaLombardia, la seconda presentata dallesezioni di Milano, Bergamo e Desio perrifugi ex MDE della Provincia autonoma diBolzano, attualmente gestiti dalle sezionilombarde. Nella prima, preso atto della pro-posta legislativa denominata “Federalismodemaniale” e vista la disponibilità dellesezioni affidatarie, è stata espressa all’una-nimità la volontà di mantenere la disponibi-lità dei rifugi ex MDE, auspicando che ilDemanio dello Stato destini tali beni al ClubAlpino Italiano, in qualità di ente pubblico. L’Assemblea ha deliberato di coinvolgere iconsiglieri centrali lombardi, il Comitatodirettivo regionale, l’organo tecnico territo-riale Rifugi e Opere Alpine, a supportarel’attività amministrativa e legale intrapresadalle sezioni. Una sollecitazione più incisiva

    dovrà essere attuata verso la Presidenzagenerale e il CDC affinché siano valutate leiniziative più idonee per l’attuazione delsuddetto orientamento. Un accorato appel-lo di sensibilizzazione alla delicata questio-ne sarà rivolto anche al Gruppo parlamen-tare Amici della montagna.Nella seconda mozione, preso atto di quan-to comunicato dal presidente generale edalla corrispondenza intercorsa traProvincia autonoma, Sede centrale esezioni affidatarie, è stata espressa fortepreoccupazione per il rischio di soluzioniche non tengano conto dell’impegno dedi-cato dalle sezioni affidatarie, per oltrenovant’anni, alla ricostruzione, al migliora-mento, alla valorizzazione e che non con-templino alcuna forma di indennizzo perl’importante contributo dato per la conser-vazione di questo patrimonio. E’ stataauspicata una particolare determinazioneda parte del presidente generale e del CDCsugli sviluppi della vicenda, e che, a difesadella continuità del ruolo svolto dal CAI edalle sezioni coinvolte, vengano prese ade-guate iniziative e un’efficace comunicazio-ne verso l’intera società.Le due mozioni saranno inviate, a quantoannuncia il presidente del GR LombardiaRenata Viviani, agli altri gruppi regionalicoinvolti in questa nuova problematica.

    SICILIA Riserve naturali in crisiA fronte dello stanziamento di circa 4milioni di euro nel 2009 per le riserve natu-rali da parte della Regione Sicilia e di 2,6milioni di euro nel 2010, per il nuovo anno ifondi previsti in bilancio ammonterebberoa circa 1,5 milioni di euro. “Viviamo conapprensione quanto sta accadendo”, haaffermato Mario Vaccarella, presidenteregionale del Club Alpino Italiano, “perchéci sono segnali positivi in merito al recupe-ro delle somme che non sono state perce-pite per l’anno in corso e, in più, registria-mo quotidianamente un atteggiamentoincoerente da parte del governo regionale,in quanto i buoni propositi in merito allearee protette non corrispondono agli atticoncreti che sta portando avanti”. Sindacato ed enti gestori, Legambiente,CAI, Italia Nostra, Lipu e WWF chiedono algoverno regionale di esprimere con chia-rezza la propria posizione in merito allaprosecuzione delle attività di salvaguardiadelle riserve naturali. ■■

    CAI REGIONINotizie dai gruppi regionali

  • LO SCARPONE, GENNAIO 2011 - 13

    La telemedicina, nata negli anni ‘50 coni primi progetti spaziali e affermatasinegli anni ‘70 con l’avvento del cardio-telefono (telecardiologia) che consen-tiva la trasmissione di dati elettrocardiografi-ci a distanza, rappresenta una grande oppor-tunità nell’ambito della routine medica, nelcampo dell’emergenza / urgenza, nella ricer-ca medica, nelle spedizioni alpinisticheextra-europee e infine per organizzare video-conferenze per i vari professionisti dellamedicina. L’Organizzazione Mondiale dellaSanità l’ha definita nel 1997 “l’erogazione diservizi sanitari quando la distanza è un fatto-re critico, per cui è necessario usare da partedegli operatori le tecnologie dell’informazio-ne e delle telecomunicazioni al fine di scam-biare informazioni utili alla diagnosi, al trat-tamento e alla prevenzione delle malattie eper garantire un’informazione continua aglierogatori di prestazioni sanitarie e supporta-re la ricerca e la valutazione della cura”.

    Questo settore della medicina è in conti-nua evoluzione, come si è potuto dedurredal seminario svoltosi dal 9 al 10 settembrepresso l’Hotel Pavillon di Courmayeur (AO).Suggestivamente intitolato “Dalla piccozza ainternet: applicazioni transfrontaliere di tele-medicina in montagna”, il simposio era orga-nizzato dalla Fondazione Courmayeur( w w w. f o n d a z i o n e c o u r m a y e u r. i t ) ,dall’Azienda USL Valle d’Aosta e dallaFondazione Montagna Sicura, con il patroci-nio della Società Italiana di Medicina diMontagna. Si è trattato dell’atto conclusivodella sezione 4 del “Progetto UE AlcotraRésamont-Réseau Tranfrontalier deMédicine de Montagne” che vede coinvoltal’Azienda USL Valle d’Aosta e ha come part-ner la Fondazione Montagna Sicura,l’Ifremmont, il Centre Hospitalier de laRegion d’Annecy e gli Hopitaux du Pays duMont Blanc.

    All’USL è stato affidato il compito di effet-tuare uno studio giuridico comparato checoinvolge Italia, Francia e Svizzera, e che sioccupa delle applicazioni della telemedicinain montagna e dei suoi vari aspetti legislati-vi. Si tratta di un campo nel quale esiste al

    momento un vuoto normativo e legislativo.Dalle relazioni è emersa la necessità di nuovistandard di valutazione della pratica medica.Studi giuridici comparati sono stati perciòpresentati a Courmayeur da relatori italiani,francesi e svizzeri. Relazioni hanno riguar-dato il diritto comunitario mentre in unatavola rotonda si sono dibattute le prospetti-ve comunitarie e regionali a proposito del-l’assistenza transfrontaliera e della telemedi-cina, con alcune riflessioni conclusive delpresidente della Regione Autonoma Valled’Aosta Augusto Rollandin.

    Nell’ambito del soccorso sono state previ-ste una centrale operativa e delle unità peri-feriche attive 24 ore su 24. Particolareimportante. Già nel febbraio 2001 UmbertoVeronesi, allora ministro della Sanità, avevacostituito una commissione per risolvere iproblemi della sanità in montagna. La tele-medicina è stata individuata quale opportu-

    no strumento per mettere in rete i vari ospe-dali, per costituire un valido supporto dia-gnostico per i medici di medicina generale eper i pediatri. Si sono inventati i concetti ditele-medico, di tele-consulto, di tele-patolo-gia, di tele-diagnosi, di tele-terapia, di tele-assistenza domiciliare.

    Ciò ha comportato una reale diminuzionedegli spostamenti dei medici e dei pazienticon conseguente contrazione della spesasanitaria. Sono nati scambi di informazionimediche con l’utente, talvolta integrate conl’elisoccorso e il servizio nazionale 118 chein futuro sarà contrassegnato dal numerouniversale 112. Con l’avvento della telemedi-cina si è venuto insomma a creare un nuovoscenario per le nuove tecnologie mediche.Sono stati inventati nuovi modelli organizza-tivi con differenti applicazioni sul territoriomontano e non.

    Gian Celso Agazzi

    Tecnologie I progressi della telemedicina

    Questa disciplina rappresentada qualche tempo unapreziosa opportunitànell’ambito della routinemedica, non soltanto sulterritorio montano

    “Oltre le vette, metafore, uomini e luoghi della montagna”, la rassegna svoltasi in ottobrea Belluno, ha catalizzato molteplici interessi riunendo circa centoventi tra medici, infermierie farmacisti per il convegno nazionale della Società Italiana di Medicina di Montagnadedicato alla memoria di Giuliano De Marchi e Fabrizio Spaziani. Un ritratto dei duescomparsi è stato tratteggiato da Corrado Angelini, Angelo Costola e Umberto Rossa,presidente dell’Ordine dei medici di Belluno. Dopo una breve storia del Soccorso alpinonelle Dolomiti a cura di Fabio Bristot, i rischi traumatologici e quelli legati all’ipotermiaaccidentale sono stati esposti rispettivamente da Giovanni Cipolotti, direttore del Suem 118dell’ospedale del Cadore, e da Hermann Brugger, direttore dell’Eurac, che ha sottolineatocome la sopravvivenza dei sepolti da valanga dipenda anche dalla qualità della neve e daltempo che intercorre tra il disseppellimento e l’ospedalizzazione.

    Andrea Ponchia, Corrado Angelini e Annalisa Cogo hanno esaminato i rischi legati allafrequentazione della montagna rispettivamente per chi è affetto da patologiecardiovascolari, neurologiche e polmonari. Per i pazienti affetti da patologie neurologichee neuromuscolari sono state ricordate le linee guida recentemente compilate e reperibilisul sito www.medicinadimontagna.it.

    Franz De la Pierre, geriatra dell’ospedale di Aosta, ha parlato di benefici e rischi per isenior in montagna. Sono ben cinque milioni le persone sopra i 60 anni che ogni annosvolgono attività fisica sulle Alpi e si recano sopra i duemila metri di quota. Sebbene alcuniparametri funzionali cardiaci varino con l’età, è importante continuare l’attività fisica permantenere una buona tolleranza allo sforzo e procrastinare la riduzione dell’efficienzacardiaca. Di bambini ha trattato Hubert Messner, direttore del dipartimento di pediatriadell’ospedale di Bolzano, ponendo l’attenzione sui lattanti che possono essere piùvulnerabili al mal di montagna: sarebbe quindi meglio non farli pernottare al di sopra dei2500 metri di quota. Dai due anni in su, se non ci sono malattie concomitanti, non ci sonocontroindicazioni. Luca Barcella, della Commissione medica di Bergamo, ha trattatodell’equipaggiamento di primo soccorso nei rifugi alpini e della formazione dei gestori.

    L’en plein di iscrizioni e la rilevanza dei contributi ha ampiamente ricompensato gliorganizzatori dell’evento Roberto Cielo, il CAI di Belluno e il direttivo della Società Italianadi Medicina di Montagna. Un particolare ringraziamento è andato a Luciana e Anna dellaSezione di Belluno e a Manuela della Key Congress che hanno gestito la segreteria e leiscrizioni, alla delegazione 2° zona del CNSAS, al Comune di Belluno, alla Società MedicoChirurgica Bellunese e agli sponsor privati che hanno reso possibile il convegno.

    O.P.

    Medici oltre le vette

    Dalla piccozza a internet

  • Dal 15 al 20 febbraio al cinema Gnomo di Milano, per iniziati-va della Sezione di Milano del CAI, in collaborazione conl’Assessorato alla cultura del Comune – Ufficio cinema, è inprogramma la terza edizione di “Cinema di vetta”.Ovviamente a ingresso libero. Partita nel 2008 un po’ in sordina, larassegna è un appuntamento classico per gli appassionati cheamano vedere dei buoni film di montagna, avventura, natura e alpi-nismo. È previsto un ospite d’onore in ogni serata, legato a uno o piùfilm proiettati. E un altro particolare va sottolineato: grazie all’enor-me patrimonio della Cineteca nazionale del CAI, è possibile organiz-zare tantissime serate con film di ogni tipo. In programmazione cisono infatti film entrati in Cineteca 20-30 anni fa e più, ormai deiclassici da rivedere e apprezzare con gli occhi di oggi, come “ElCapitan”, “Il conquistatore dell’inutile” e “Uno zaino pieno di ricor-di”, ma anche reportage recentissimi appena acquisiti dallaCineteca, come “Asgard Jamming” che ha vinto il premio MarioBello 2010 al Festival di Trento, “Il tarlo” di Andrea Balossi Restelli,“Aria” di Davide Carrari e “In un altro mondo” di Joseph Peaquin,fresco vincitore del Sondriofestival.

    Concludo invitando i responsabili delle commissioni eventi delle

    numerose sezioni in Italia che fanno attività culturale a consultare ilsito on line del CAI e attraverso la Commissione cinematografica rag-giungere il catalogo dei film, che, pur essendo suscettibile di notevo-li miglioramenti, resta un documento indispensabile per poter pro-grammare serate. Per ulteriori informazioni sui prestiti (ogni filmcosta 10 euro di contributo spese) basta poi telefonare al conserva-tore della Cineteca Luciano Calabrò (02.205723213).

    Non è poi vero che la Cineteca del CAI è fornita solo di film storicie datati: negli ultimi anni sono entrati molti nuovi film che hannoarricchito il catalogo già peraltro ricchissimo.

    Li elenco per comodità del lettore: “Jim Bridwell” di Michele Radici,“Aria” di Davide Carrari, “S.S. 26” di Valerio Folco, “Rosso 70” diFrancesco Mansutti e Vinicio Stefanello,

    “Lighitning strike – Arwa Tower” di Christine Kopp, “Sulle traccedella salamandra” di Pino Brambilla, “Il tarlo” di Andrea BalossiRestelli, “Gli anni dei lunghi inverni” di Andrea Frigerio e GianniRusconi, “Karl” di Valeria Allievi, “Il gigante delle Dolomiti” di GuidoBrignone, “Oltre la parete” di Elio Orlandi.

    Piero Carlesi Sezione di Milano, GISM e Commissione cinematografica

    14 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    Rassegne Le sei giornate di Milano dal 15 al 20 febbraio

    Tutti al cinema (di vetta)!

    CALIFORNIA E…DINTORNI. Martedì 15 febbraio, ore 18.30. “Jim Bridwell” di Michele Radici (Italia, 54’).

    Intervista a Silvia Vidal.“S.S. 26” di Valerio Folco (Italia, 2008,52’).

    Alberto Gnerro alla ricerca della difficoltàpura.

    “Aria” di Davide Carrari (Italia 2008 29’).Arrampicate nel Supramonte, in Sardegna.

    “El Capitan” di Fred Padula (Stati Uniti,1979, 60’). Epica impresa sulla via delNose.

    Interviene Michele Radici, regista.

    ALPINISMO È…AVVENTURA. Mercoledì 16 febbraio, ore 18.30“Rosso 70” di Francesco Mansutti e Vinicio

    Stefanello (Italia, 79’). La storia degliScoiattoli.

    “Lightning strike – Arwa Tower” diChristine Kopp (Svizzera, 2007, 50’). Duecordate nel Gahrwal indiano.

    “Madagascar ‘98” di Marco Arnez e MarcoSterni (Italia, 1999, 14’). L’apertura di unanuova via

    “Il tarlo” di Andrea Balossi Restelli (Italia,2010, 16’). Armando Aste rievoca la suasolitaria alle Lavaredo.

    Interviene Roberto Serafin.

    ARRAMPICARE D’ESTATE E D’INVERNOGiovedì 17 febbraio, ore 18.30“Gli anni dei lunghi inverni” di Andrea

    Frigerio e Gianni Rusconi (Italia 2007 37’)con mitici scalatori di Valmadrera.

    “Una ciliegina sulla torta” (l’integrale diPeuterey) di Giorgio Squarzina (Italia, 2001,33’). L’impegno di Arnaud Clavel e MatteoPellin

    “Tool’em all” di Cristian Furlan (Italia, 2001.25’). Mauro “Bubu” Bole in azione.

    “Emilio Comici in arrampicata”, film muto(Italia, 1938 23’)

    Interviene Gianni Rusconi, alpinista deglianni Settanta

    L’UOMO VA SUI MONTI. Venerdì 18 febbraio, ore 18.30“La neve e la veglia” di Marco Tessaro

    (Italia, 2009, 23’). La civiltà contadinaraccontata dagli anziani

    “Uno zaino pieno di ricordi” di GuntherJohne (Germania 1975 43’). Omaggio alleguide alpine delle Dolomiti orientali.

    “Pastori” di Antonio Canevarolo (Italia 2002,29’). La vita dei pastori nelle Prealpipiemontesi.

    “Nuovi parchi nel Verbano-Cusio-Ossola”di Marco Tessaro (Italia 2010, 30’).

    Interviene Marco Tessaro, regista didocumentari

    MERAVIGLIE DELLA NATURA. Sabato 19 febbraio, ore 17“Cercatore di cristalli” di Gerhard Baur

    (Germania, 1997, 43’). Un alpinistaabbandona le pareti e si dedica ai minerali.

    “Un veterinario e il suo paradiso” diGiorgio Squarzino (Italia, 1999. 53’). Unveterinario al lavoro nel Parco del Gran

    Paradiso“Il sentiero glaciologico della ValMartello” di Roberto Condotta (Italia, 2005,30’). A cura del Servizio glaciologico delCAI Alto Adige

    “2177 s.l.m.” di Ruggero Meles (Italia,2004, 50’). Persone e pareti della Grigna.

    “In un altro mondo” di Joseph Peaquin(Italia 2010, 75’). Vita di un guardaparco nelGran Paradiso.

    Interviene Roberto Condotta, regista ecomponente della Commissione cinemato-grafica del CAI

    I PROTAGONISTI. Domenica 20 febbraio, ore 17“Gary Hammings, le beatnik des cimes”

    di Jean Afanassief (Francia. 1997, 26’).L’alpinista che portò sulle Alpi lo spirito e latecnica della scuola californiana.

    “Generazioni” di Emilio Borin (Italia, 1997,23’). Interviste a Bruno Detassis, CesareMaestri e Armando Aste.

    “Karl” di Valeria Allievi (Italia, 2009, 56’). Gliamici e la moglie ricordano il gardenesescomparso sul Nanga Parbat nel 2008.

    “Il conquistatore dell’inutile” di MarcelIchac (1967 Francia 33’). Dedicato a LionelTerray.

    “Sulle tracce della salamandra” di PinoBrambilla (Italia, 2009, 54’). La storia delleminiere di amianto in Val Malenco.

    Interviene Pino Brambilla, regista di do-cumentari e presidente della Commissionecinematografica del CAI.

    Avventure di ieri e di oggi

  • Alessandro il magnificoLa Sezione Ligure Genova, nell’am-bito delle celebrazioni per i suoi130 anni, ha assegnato il “PremioStelutis – Una vita di fedeltà allamontagna” ad Alessandro Gogna, unodei suoi figli più illustri, per la cinquan-tennale attività di alpinista a livellointernazionale, scrittore e editore dimontagna. Genovese di nascita, Gognaha mosso i primi passi nell’ambito del-l’alpinismo proprio nella sezione delcapoluogo ligure, a cui, se pur da lungotempo residente a Milano, dimostra diessere ancora legato dal filo dei ricordipiù cari.

    Benché il Salone del Consiglio provin-ciale di Palazzo Spinola fosse gremito,la cerimonia del 22 novembre ha con-servato un’atmosfera intima e familiare.Merito della presenza dell’allora diretto-re della Scuola di alpinismo dellaLigure, Vittorio Pescia, che ha racconta-to divertito della prima volta da capo-cordata di quel ragazzo talentuoso, gior-naliera presenza nella sede della sezio-ne, nonché di alcuni dei più assiduicompagni di cordata degli esordi alpini-stici, tra cui Renato Avanzini, altro gran-de nome della “vecchia guardia” dell’al-pinismo ligure. Ma merito anche dellasemplicità (mi sia consentito, tuttagenovese) del personaggio, che si rac-

    conta con una spontaneità ben distantedall’eccessivo protagonismo di alcunigrandi della montagna cui il circomediatico ci ha ormai abituato.

    L’incontro è stato l’occasione perrievocare non solo un pezzo di storiadell’alpinismo genovese, che, com’ènoto, ha sfornato nomi eccellenti –impossibile non ricordare lo scomparsoGianni Calcagno, cui Gogna è stato lega-to da un profondo sodalizio umano oltreche alpinistico – bensì un pezzo di storiadell’alpinismo tout court. La proiezionedel ciclo di diapositive “Alpinismo ieri eoggi” seguita alla premiazione intrecciail resoconto delle esperienze più signifi-cative della carriera alpinistica di Gognaa quello dell’evoluzione dell’alpinismodegli ultimi quarant’anni e dell’avventodell’arrampicata sportiva.

    In quest’ottica la premiazione, durantela stessa serata, di tre nuove leve nelpanorama sezionale genovese che mag-giormente si sono distinte, nell’alpini-smo classico (Damiano Barabino), nellosci alpinismo (Davide Bozzo) e nell’ar-rampicata sportiva (RobertoBenvenuti), ha rappresentato il ponteideale tra passato e futuro, che chiude ilcerchio.

    Caterina MordegliaSezione Ligure Genova

    LO SCARPONE, GENNAIO 2011 - 15

    Primo piano Genova incorona Gogna

    Intervistato da Alberto Gedda, il presidente generale UmbertoMartini ha partecipato il 19 novembre a “TGR Montagne” sulsecondo canale della RAI, una trasmissione che meriterebbeuna collocazione in prima serata anziché in mattinata alle 9.10,come suggeriscono diversi soci che ci scrivono. La trasmissionecurata da Battista Gardoncini con la regia di Carlo Verganopropone mezz’ora di gite, inchieste, conversazioni per chi ama lamontagna, la sfida, per chi in montagna ci sta tutto l’anno. Vaprecisato comunque che le puntate sono disponibili on-line suhttp://montagne.blog.rai.it/ Dopo avere reso omaggio al suopredecessore Annibale Salsa “che ha attrezzato dei percorsiimportanti, sui quali proseguire”, Martini ha precisato le linee guidadel suo mandato, “soprattutto favorendo un’immagine menoconsumistica della montagna e allargando i rapporti fra lamontagna e i giovani, offrendo nuove opportunità che riguardino laconoscenza dell’ambiente e una frequentazione cosciente eresponsabile”. Negli ultimi anni, ha osservato l’intervistatore, il CAIsi è aperto molto alla cosiddetta società civile a dispetto di certesezioni un po’ polverose, che sapevano di roccia e di montagna.

    “Ciò che ci preme”, ha spiegato Martini, “è di non venireconsiderati dei nuclei di pazzi che vanno in montagna procedendo

    a ritmi insostenibili perraggiungere chissà checosa e chissà perché,ma persone coscienti .

    La montagna è unaalternativa importantesoprattuto per i giovani:non una montagna daconsumare ma unamontagna da vivere”.

    Quale la montagnadel cuore del presidente generale?

    “Sono di Bassano del Grappa”, ha concluso Martini, “una città ilcui nome contiene un riferimento alla montagna di casa, cheancora frequento nelle poche domeniche libere. Ma la miamontagna del cuore è il Catinaccio perché lassù avvenne la miascoperta della montagna con la m maiuscola. Forse moltemotivazioni sono nate proprio fra quelle rocce”.

    All’intervista a Martini è seguito nella puntata del 26 novembre unincontro con il vice presidente generale Ettore Borsetti che haparlato dell’accordo tra il Club alpino e la Regione Piemonte.

    TGR Montagne

    Raidue, va in onda il PG

    Sul trono della “Ligure”Alessandro Gogna, in primo piano, con Vittorio Pescia chediresse la Scuola di alpinismo della “Ligure” al tempo in cui ilcelebre alpinista genovese affrontò le prime scalate da capo-cordata, diventando poi un caposcuola dell’alpinismo cosiddet-to “di ricerca”, e una stella non soltanto nel firmamento dellastorica associazione genovese.

  • Capire e combattere l’attuale tenden-za dei vari legislatori che, in nomedella sicurezza, vorrebbero limitarela nostra libera frequentazione dellamontagna. Questo il principale intento del-l’incontro ospitato il 20 novembre alPalamonti di Bergamo sul tema “Alpinismooggi tra professionismo, volontariato e libe-ra frequentazione della montagna”.Organizzato congiuntamente dalle Scuole dialpinismo del CAI (CNSASA), dal ClubAlpino Accademico Italiano e dalle Guidealpine, il convegno ha rimesso a fuoco unargomento già dibattuto in precedenza alPalamonti e poche settimane prima ancheall’International Mountain Summit diBressanone (LS 12/2010) con un titolo sicu-ramente a effetto: “Liberi di rischiare?”.

    Un atto doveroso l’incontro di Bergamo,coordinato da Teresio Valsesia, lo è statocertamente in vista della nuova stagioneinvernale che nel week end successivo hafatto subito temere il replicarsi dello stillici-dio di sciagure dell’inverno 2009/2010.Cinque sono stati nella sola giornata del 27novembre i morti sotto le slavine alMortirolo e nel Reggiano. Due tragedie, unfilo rosso: nessuno degli escursionisti,muniti di racchette da neve, aveva con sel’Artva o un dispositivo Gps. E anche uninvito a riflettere - come ha messo in evi-denza al simposio di Bergamo MaurizioDalla Libera, presidente della Commissionecentrale delle scuole di alpinismo, sci alpi-nismo e arrampicata libera - sul fatto che“gli attuali modelli di comportamento ten-dono purtroppo a banalizzare e a trasforma-re in fatti ordinari attività alpinistiche cherichiedono invece anni di frequentazione,preparazione ed esperienza”.

    Sui modelli di comportamento di chi va inmontagna molto si è discusso al Palamonti.Enrico Baccanti, vice presidente dell’AGAI,nel sollecitare un riordino nel settore dell’ac-compagnamento professionale ha fatto rife-rimento al moltiplicarsi delle offerte e all’at-teggiamento degli utenti alla ricerca di nuoveemozioni in un clima d’improvvisazione e di“mordi e fuggi”. “La vera sicurezza non puòessere quella garantita dai regolamenti, madev’essere intrinseca nella preparazione del-l’alpinista”, ha osservato Giacomo Stefani,presidente dell’Accademico.

    E mentre l’onorevole Emilio Quartiani,presidente del Gruppo dei parlamentariamici della montagna, ha esposto la propo-sta di riordino delle professioni del turismomontano di cui è primo firmatario insiemecon Manuela Di Centa, l’avvocato CarloBonardi, accademico e istruttore nazionaledi sci alpinismo, ha posto l’accento sull’esi-genza di maggior chiarezza nel definire gliambiti del volontariato: che esige comun-que, per essere davvero tale, una finalizza-zione altruistica e solidaristica. A sua voltaErminio Sertorelli, alla guida del Collegionazionale delle guide alpine (del cui diretti-vo fa parte il presidente generale del CAI),ha messo in evidenza la grande collabora-zione in atto tra le 1037 guide in attività e illoro ruolo nel qualificare l’offerta turisticain montagna.

    A fronte di una palese unità d’intenti che èin contrasto, secondo il past presidentegenerale del CAI Roberto De Martin, con ilpericolo di un’eccessiva parcellizzazionenelle competenze, stanno, a quanto si è

    appreso a Bergamo, una certa insensibilitàdei politici emersa dalle parole dell’onore-vole Quartiani e l’ignoranza dimostrata nelleredazioni dei giornali cosiddetti generalistiverso i quali ha usato parole sferzantiFranco Brevini, collaboratore del Corrieredella sera.

    Per ovviare a questi non lievi inconvenien-ti i partecipanti al convegno hanno accetta-to all’unanimità la proposta avanzata daDalla Libera: costituire un gruppo di lavorodel CAI allargato a enti significativi che ope-rano in montagna e che preveda anche lapartecipazione di un esperto di comunica-zione e di un referente del gruppo parla-mentare Amici della montagna.

    “Compito del gruppo”, ha spiegato DallaLibera, “è confrontarsi con i referenti politi-ci con lo scopo di raggiungere alcuni obiet-tivi: valutare le normative e relativi provve-dimenti addottati nei paesi alpini a noi con-finanti, analizzare i dati sugli incidenti evalutare il numero di praticanti, conservareil principio della libertà d’accesso alla mon-tagna senza norme di legge che regolano icomportamenti e senza obbligo di patentiper chi frequenta le aree non controllate,elaborare un progetto di educazione plu-riennale da applicare nelle scuole, elaborareuna campagna informativa adeguata per lagrande collettività”.

    R.S.

    16 - LO SCARPONE, GENNAIO 2011

    Convegni Professionismo e volontariato al Palamonti

    Battesimo per il gruppo dilavoro. In gioco la libertà diandare in montagna senzanorme di legge che regolino icomportamenti

    Un momento dell’incontro al Palamonti diBergamo: da sinistra il presidente Paolo Valoti, ilmoderatore Teresio Valsesia e l’onorevole EmilioQuartiani.

    È noto come da tempo ilParlamento si stia occupando didisciplinare le diverse profes-sionalità che operano nel mondo dellamontagna. La proposta di legge sul“riordino delle professioni del turismomontano”, presentata il 2 febbraio 2010alla Camera dei deputati, dovrebbeessere a breve termine oggetto di untesto definitivo.

    Nella bozza della proposta si fariferimento alle “trasformazioni avvenutein questi ultimi anni nel mondo delturismo montano, che rendono urgentel’individuazione di nuove figureprofessionali”. Si propongono inoltreelenchi speciali che permettano di“riunire figure che si differenziano soloper aree di competenza, ma che sonostrettamente legate all’ambientemontano”. Infine agli attuali titolati daparte delle regioni e degli enti parco siriconoscerebbe la formazione giàacquisita e, dopo una valutazionetecnica, “si consentirebbe loro di operarecome tutti gli altri soggetti”.

    Verso nuove figureprofessionali

    Piattaforma per la sicurezza

  • Nuovi stimoli per i soci giovani del CAI, la categoria di iscrittiche nel 2010 ha registrato il maggiore incremento (4% control’1% per cento dei soci ordinari), sono stati messi a fuocodall’Alpinismo giovanile. “I giorni della lettura: passato e pre-sente dell’editoria di montagna per ragazzi” è il tema di un progettoche ha preso vita il 27 novembre in Valsessera (Biella) al convegno eaggiornamento per accompagnatori giovanili LPV. Presso il Centropolivalente di Pray, dedicato al pioniere degli impianti a fune AdolfoLora Totino, protagonisti sono stati proprio i libri di montagna perragazzi: una piccola nicchia troppo spesso ignorata anche da editoriche dalla montagna traggono alimento per arricchire i loro listini.

    La manifestazione, curata dalla Commissione e dalla Scuola LPV diAlpinismo giovanile del Club Alpino Italiano, ha toccato sotto laguida di Paolo Ceccarelli, vicepresidente della commissione, varitemi: come raccontare l’alpinismo ai ragazzi (Carlo Carlini, illustra-tore del libro di Lorenzo Revojera “L’avventura della montagna”),come comunicare la montagna con i fumetti basandosi su stereotipi(Ilario Tealdi, redattore del periodico cuneese “Montagne nostre”),Lo Scarpone e l’esperienza, nel 1992, di “Montagna primo amore”, unlibro rivolto ai ragazzi e nato proprio dalle pagine del notiziario(Roberto Serafin, redattore), la diffusione dello “Scarponcino”, unoScarpone formato baby (Luigi Geninatti, presidente del GRPiemonte). Gian Carlo Nardi, consigliere centrale e componentedella Scuola AG LPV, ha tracciato un percorso ideale attraverso libridi ieri e di oggi per parlare ai ragazzi di storia dell’alpinismo, mentrelo stesso Ceccarelli ha presentato una selezione di libri di montagnaper ragazzi.

    L’occasione è stata preziosa anche per disegnare uno scenario inrapida trasformazione. Segnali positivi sul futuro dell’editoria perragazzi vengono infatti dall’Annuario statistico dell’Istat per il 2010.

    In un quadro generale piuttosto preoccupante, in cui è sempremeno diffusa l’abitudine alla lettura di giornali e libri, a risollevare ilmorale degli editori è il boom di letture tra i ragazzi tra gli 11 e i 14anni. L’annuario parla di una netta inversione di tendenza tra i babylettori: sono infatti loro i più appassionati di libri e sono sempre dipiù. Il dato del 2010 parla del 71,3% di piccoli “divoratori” di libri con-

    tro il 64,7% dell’anno precedente. Rimane sostanzialmente stabile al15,2% la quota di lettori definiti “forti”, cioè coloro che hanno letto 12libri e più in un anno. Fin qui l’Annuario statistico italiano. Hannoragione allora gli editori più illuminati, non molti, che in questi annihanno cercato di intercettare il pubblico giovane degli appassionatidi montagna? Ri-alfabetizzare i giovani alla montagna per dare unfuturo alla montagna, secondo un concetto elaborato dal past presi-dente generale del CAI Annibale Salsa, è il compito che si è assuntoRevojera con il già citato vignettista Carlo Carlini nel bel libro“L’avventura della montagna” (L’alpinismo ra