slides "donne migranti. benessere e malessere: stati a confronto"
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Oggetto dell’odio nemicoe
Soggetto di dominio
Stati a confronto
Benessere Malessere
Stare qua Stare là
La “doppia assenza”(A. Sayad, 1999)
I traumi “dentro” e “fuori”
Sovraesposizione dell’apparenzaBenessere:stato armonico di salutefisica, psichica e mentale
Traumi psicologici
Stigmatizzazione
Partire dalle definizioni
Malessere:Indisposizione fisica di naturaimprecisabile; stato indefinibiledi inquietudine, turbamento,scontento
“Ogni studio dei fenomeni migratori che dimentichi le condizioni d’origine degli immigrati si condanna ad offrire del fenomeno migratorio solo una visione nel contempo parziale ed etnocentrica: da una parte, come se la sua esistenza cominciasse nel momento in cui arriva… è l’immigrante – e lui solo – e non l’emigrante a essere preso in considerazione; dall’altra parte, la problematica esplicita ed implicita, è sempre quella dell’adattamento alla società di accoglienza.” Abdelmadek Sayad “La doppia assenza” (1999)
Benessere o Malessere:
Qual è il problema?
Fattori soggettivi
Fattori oggettiviCapacità diresilienza
Capitale umanoForte sensoidentitario
Esperienze pregresseAutodeterminazione
Fattori che favorisconouna reazione positiva alle
avversità
Sovraesposizione dell’apparenzaIllness (aspetto simbolico)
Disease (aspetto clinico)
Sickness (aspetto esperienzale)
Tripartizione terminologica di “malattia”
“Il ruolo dell’antropologo medico è quello di occuparsi della narratività. E’ uno che testimonia e racconta quello che succede nei contesti ospedalieri o nella relazioni con i medici. Oppure è qualcuno che si occupa di ascoltare le narrazioni dei pazienti di origine straniera. Proprio perché l’ascolto della storia dei vissuti è la prima cosa che serve per conoscere il paziente e, al contempo, il suo poterla raccontare ha già una dimensione terapeutica.”
Francesco Spagna Docente di Antropologia culturale
Università degli Studi di Padova
L’importanza di occuparsidella narratività
Fattori oggettivi Fattori soggettivi (età, provenienza geoculturale, capitale umano)
Tipologia della migrazione Grado di conoscenza della lingua autoctona Grado di separatezza in/out Non condivisione del progetto migratorio del partner
Difficoltà di interpretare i nuovi modelli culturali e normativi
Incapacità di accettare il cambiamento di status Difficoltà a ricomporre la propria identità personale e sociale
Fattori che incidonosulla difficoltà di
adattamentoalla nuova realtà
ospitante
Assunzione di maggiori capacità decisionali Responsabilità individuale (per sé e per i propri figli) nel suo rapporto con il mondo
Combinare un nuovo modo di essere e di fare con l’immagine di sé che la tradizione esige e richiede
Cambiamento del ruolo all’interno della coppia e della famiglia
Capacità di negoziazione e fronteggiamento delle ambivalenze e delle giustapposizioni
Restituzione di senso ai gesti, ai riti, e reinterpretazione di tradizioni e norme
Oneri e onoridella donna immigrata
Dalla sindrome di Ulisse…Mal di testaEmicraniaDolori addominali o al toraceInappetenzaAsteniaAttacchi di panicoIrritabilitàPiantoInsonniaDepressionePropositi suicidi
Stati di malessere psicofisico
propri dei soggetti migranti (1)
Stati di malessere psicofisico
propri dei soggetti migranti (2)… alla sindrome
“Italia”Colpisce i migranti di ritorno (specie le donne dell’Est Europa)
Complesso di malattie mentali invalidantiManie di persecuzioneIllusioni di subire maltrattamentiAutoisolamentoOssessioniPaura delle forze dell’ordine
“La repubblica tutela la salute comefondamentale diritto dell’individuo e interesse
della collettività, e garantisce cure gratuiteagli indigenti.”Art. 32 della Costituzione italiana
Salute diseguale
Fattori psicosociali:difficoltà di adattamentomancanza di reti di supporto
Fattori materiali:scarse risorse economichesegregazione lavorativamancanza di alloggio/documenti
Determinanti sociali della disuguaglianze
nella salute
Fattori culturali:il corpo “nascosto”resistenza vs medicalizzazione e cura
Sovraesposizione dell’apparenzaMaternità transnazionale
Maternità procrastinata
Interruzione volontaria della gravidanza (IVG)
La maternità negata
La forte componente femminile nei flussi migratori condiziona
l’accesso ai servizi sociali, sanitari, lavorativi ed educativi e le
risposte all’utenza messe in campo dagli enti pubblici e del
privato sociale.
Le difficoltà nell’accesso delle donne immigrate ai servizi
territoriali sono principalmente dovute a:
Tempi lunghi di apprendimento della lingua italiana e di socializzazione nel contesto di immigrazione
Difficoltà di accesso al mercato del lavoro Solitudine e isolamento Scarsa autonomia di spostamento sul territorio Mancanza di conoscenza dei servizi disponibili sul
territorio
L‘accesso ai servizi
Puntare sul benessere della donna
La donna non solo svolge un ruolo centrale di produzione e riproduzione sociale, ma in molti casi si trova a essere l’unico care giver all’interno della famiglia: il suo benessere psicofisico comporta delle ricadute positive non solo sui propri figli e congiunti, ma sull’intera comunità migrante.
Formazione degli operatori socio-sanitari, dei mediatori interculturalie di altre figure professionali di supporto
Rfiutate dalla famiglia e dallacomunità
Buone pratiche di promozionee miglioramento della
“salute globale”
Costruzione e rafforzamentodi reti tra i diversi attori delpubblico e del privato sociale
Incontri mirati con singolidonne, piccoli gruppi ecomunità di immigrati
Strategie per il raggiungimentostrategico del target selezionato
Comunicazione multilinguistica
Formazione a cascata di donneImmigrate da inserire nell’équipe
Attività di counseling all’interno deiconsultori e nei punti nascita degliospedali
L’approccio con l’utente/paziente
1. Riconoscere l’umanità e la legittimità della diversità e di visioni e punti di vista “altri”
2. Mettersi in una condizione di ascolto “attivo” e partecipativo senza giudicare
3. Saper cogliere le vulnerabilità, interpretare i silenzi, le lacrime, i non detti e le frasi a metà
4. Saper consigliare lasciando alla donna la propria autonomia di scelta 5. Guidare la donna affinché sia lei stessa a intravedere le soluzioni più
adeguate per lei 6. Dare informazioni corrette e accertarsi che queste siano state
correttamente comprese 7. Non aver fretta di “incasellare”. darsi il tempo per (ri)conoscere i
propri errori valutativi 8. Lavorare in équipe per un approccio olistico e multidisciplinare 9. Trovare il tempo per una formazione specifica competente, costante e
continuativa 10. Avere sempre la percezione di fare del proprio meglio e accettare il
limite che nessuno èonnipotente
AVO Associazione Volontari Ospedalieri Padova, “Donne migranti e maternità. Atti del Convegno Avo Padova, 14 marzo 2013”, Tecnicamista Studio, Montegrotto Terme, settembre 2013).
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Kleinman, Arthur (1998), “The Illness Narratives: Suffering, Healing and the Human Condition”, Basic
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Serrano, Edgar J., “Sindrome d’Ulisse: La salute mentale degli immigrati e la latitanza delle istituzioni
pubbliche”, articolo online su www.academia.edu/3529478/La_sindrome_dUlisse(ultimo accesso: 23giugno 2015).
Spagna, Francesco (2014), “Antropologia medica ed Etnopsichiatria: metodologie e impegno civile” in“Riflessioni di etnopsicologia”, Rivista di Psicodinamica criminale, Anno VII n. 4 dicembre 2014.
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Tognetti Bordogna, Mara (a c. d.) (2007), “Arrivare non basta. Complessità e fatica della migrazione”,
FrancoAngeli, Milano.
Bibliografia