la grotta grava - palombara in agro di sava

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La grotta Grava – Palombara in agro di Sava Gianfranco Mele In generale, agli elementi rocciosi viene attribuito in antichità un significato sacro, per cui essi diventano spazi di culto connessi alla presenza di svariate divinità. Le grotte sono ritenute luogo di presenze ctonie oracolari, o “porte degli Inferi”. Ove siano caratterizzate poi dalla presenza di sorgenti d'acqua, questi posti sono ancora più valorizzati nella loro sacralità. 1 Nel mito di Demetra e Persefone la grotta è elemento ricorrente: il rapimento di Persefone da parte di Ade avviene nei pressi di una grotta dalla quale Ade emerge: la grotta simboleggia perciò una porta dell' oltretomba. 2 Nella vicinanza della maggior parte dei luoghi di culto dedicati a Demetra e Persefone si ritrova la presenza di una grotta che serve a ricelebrare il mito di Persefone. La grotta sacra, spesso situata nei pressi del santuario, entro l'itinerario di una via sacra, costituisce l'accesso al mondo dei morti ed è luogo di svolgimento dei misteri iniziatici. Nel culto demetriaco, la grotta è spesso anche sede di riti sacrificali animali (maialini ed altri animali). La grotta come parte integrante del luogo di culto dedicato a Demetra e Persefone la si ritrova nei pressi dei santuari greci come Eleusi e Megara, la si ritrova nei templi demetriaci in Sicilia, e anche nel tempio dedicato a Demetra nella vicina Oria, presso il monte Papalucio. 3 Questo spazio rituale ipogeo, è in genere di tipo circolare, ha una ampiezza atta a contenere un certo numero di fedeli e officianti, ed è caratterizzato da una scalinata d'accesso, da un ampio lucernario, da sedili-dormitoi ricavati dalla roccia, e, spesso, dalla presenza di un fonte centrale. La prima cosa che viene in mente considerando questi dati, è che la grotta in questione ha tutte le caratteristiche sopra descritte, e che nelle vicinanze della contrada Grava è nota e documentata la presenza di un santuario dedicato a Demetra e Kore-Persefone, precisamente in zona Agliano. La grotta Grava-Palombara di Sava si trova all'interno di un percorso cultuale che è stato rivitalizzato in più epoche , nell'ambito di un territorio che abbraccia le contrade Grava- Pasano Camarda e Agliano, tra esse collegate e poco distanti l'una dall'altra: qui hanno trovato spazio i culti dedicati a Demetra, e forse, prima dell'occupazione magno-greca, altri culti indigeni; successivamente queste aree sono state occupate da fattorie romane, e infine, dal periodo della dominazione bizantina in poi, sono state coinvolte nel culto cristiano della Madonna. 4 A poca distanza dal Santuario di Pasano, e non lontanissima da Agliano, è ubicata questa grotta, sicuramente meta di culti e frequentazione in svariate epoche. Il sito è speleologicamente censito, ma non sembra essere mai stato oggetto di studi approfonditi. Conserva degli aspetti affascinanti che, in qualche modo, parlano da sè della sua storia, o la suggeriscono. La grande grotta, è aperta verso l'alto da un grande lucernario (fig. 1) , e circondata da grandi "sedili" scavati nella roccia che potevano anche svolgere la funzione di aree di accomodamento, mentre al centro c'è una sorta di 1 v. Lippolis, Enzo MYSTERIA: ARCHEOLOGIA E CULTO DEL SANTUARIO DI DEMETRA A ELEUSI , Bruno Mondadori ed., 2006, pp. 86-88 2 Ibid. 3 Cfr. Mastronuzzi, Giovanni: IL LUOGO DI CULTO DI MONTE P APALUCIO AD ORIA, Edipuglia, 2013 4 v. Pichierri, Gaetano: LE ORIGINI DEL CULTO DI MARIA SS. DI P ASANO, NOTIZIE ANTICHE E RECENTI , Rivista Diocesana, Oria,, n.23, 1985; Mele, Gianfranco: LE ORIGINI DEL CULTO DELLA MADONNA DI P ASANO E IL MIRACOLO DEL MASSO, http://www.academia.edu/9595387/Le_origini_del_culto_della_Madonna_di_Pasano_e_il_miracolo_del_masso_itin erari_cultuali_tra_Sava_Pasano_e_dintorni_in_un_continuum_storico_da_Demetra_Ecate_Artemide_ai_Lari_e_alla _Madonna_il_riadattamento_dei_culti _ ; Mele, Gianfranco: SAVA (TA): AGLIANO MAGNO-GRECA AL CONFINE CON IL TERRITORIO MESSAPICO, http://www.academia.edu/8821392/Sava_TA_Agliano_magno- greca_al_confine_con_il_territorio_messapico

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La grotta Grava – Palombara in agro di Sava

Gianfranco Mele

In generale, agli elementi rocciosi viene attribuito in antichità un significato sacro, per cui essidiventano spazi di culto connessi alla presenza di svariate divinità.Le grotte sono ritenute luogo di presenze ctonie oracolari, o “porte degli Inferi”. Ove sianocaratterizzate poi dalla presenza di sorgenti d'acqua, questi posti sono ancora più valorizzati nellaloro sacralità. 1

Nel mito di Demetra e Persefone la grotta è elemento ricorrente: il rapimento di Persefone da partedi Ade avviene nei pressi di una grotta dalla quale Ade emerge: la grotta simboleggia perciò unaporta dell' oltretomba. 2

Nella vicinanza della maggior parte dei luoghi di culto dedicati a Demetra e Persefone si ritrova lapresenza di una grotta che serve a ricelebrare il mito di Persefone. La grotta sacra, spesso situata nei pressi del santuario, entro l'itinerario di una via sacra, costituiscel'accesso al mondo dei morti ed è luogo di svolgimento dei misteri iniziatici. Nel culto demetriaco,la grotta è spesso anche sede di riti sacrificali animali (maialini ed altri animali).La grotta come parte integrante del luogo di culto dedicato a Demetra e Persefone la si ritrova neipressi dei santuari greci come Eleusi e Megara, la si ritrova nei templi demetriaci in Sicilia, e anchenel tempio dedicato a Demetra nella vicina Oria, presso il monte Papalucio. 3 Questo spazio ritualeipogeo, è in genere di tipo circolare, ha una ampiezza atta a contenere un certo numero di fedeli eofficianti, ed è caratterizzato da una scalinata d'accesso, da un ampio lucernario, da sedili-dormitoiricavati dalla roccia, e, spesso, dalla presenza di un fonte centrale.La prima cosa che viene in mente considerando questi dati, è che la grotta in questione ha tutte lecaratteristiche sopra descritte, e che nelle vicinanze della contrada Grava è nota e documentata lapresenza di un santuario dedicato a Demetra e Kore-Persefone, precisamente in zona Agliano.La grotta Grava-Palombara di Sava si trova all'interno di un percorso cultuale che è statorivitalizzato in più epoche , nell'ambito di un territorio che abbraccia le contrade Grava- Pasano –Camarda e Agliano, tra esse collegate e poco distanti l'una dall'altra: qui hanno trovato spazio iculti dedicati a Demetra, e forse, prima dell'occupazione magno-greca, altri culti indigeni;successivamente queste aree sono state occupate da fattorie romane, e infine, dal periodo delladominazione bizantina in poi, sono state coinvolte nel culto cristiano della Madonna. 4 A poca distanza dal Santuario di Pasano, e non lontanissima da Agliano, è ubicata questa grotta,sicuramente meta di culti e frequentazione in svariate epoche. Il sito è speleologicamente censito,ma non sembra essere mai stato oggetto di studi approfonditi. Conserva degli aspetti affascinantiche, in qualche modo, parlano da sè della sua storia, o la suggeriscono. La grande grotta, è apertaverso l'alto da un grande lucernario (fig. 1) , e circondata da grandi "sedili" scavati nella roccia chepotevano anche svolgere la funzione di aree di accomodamento, mentre al centro c'è una sorta di

1 v. Lippolis, Enzo MYSTERIA: ARCHEOLOGIA E CULTO DEL SANTUARIO DI DEMETRA A ELEUSI , Bruno Mondadori ed., 2006, pp. 86-88

2 Ibid.3 Cfr. Mastronuzzi, Giovanni: IL LUOGO DI CULTO DI MONTE PAPALUCIO AD ORIA, Edipuglia, 20134 v. Pichierri, Gaetano: LE ORIGINI DEL CULTO DI MARIA SS. DI PASANO, NOTIZIE ANTICHE E RECENTI, Rivista Diocesana,

Oria,, n.23, 1985; Mele, Gianfranco: LE ORIGINI DEL CULTO DELLA MADONNA DI PASANO E IL MIRACOLO DEL MASSO, http://www.academia.edu/9595387/Le_origini_del_culto_della_Madonna_di_Pasano_e_il_miracolo_del_masso_itinerari_cultuali_tra_Sava_Pasano_e_dintorni_in_un_continuum_storico_da_Demetra_Ecate_Artemide_ai_Lari_e_alla_Madonna_il_riadattamento_dei_culti_ ; Mele, Gianfranco: SAVA (TA): AGLIANO MAGNO-GRECA AL CONFINE CON IL TERRITORIO MESSAPICO, http://www.academia.edu/8821392/Sava_TA_Agliano_magno-greca_al_confine_con_il_territorio_messapico

incavatura che suggerisce la presenza di un fonte. La caratteristica ipogea, la forma circolare,l'accesso tramite scalinata e le dimensioni, il lucernario e numerose altre caratteristiche,suggerisconono una ulteriore analogia: la somiglianza del sito con il Fonte Pliniano di Manduria5 èveramente notevole, e, come noto, lo stesso "Scegnu" di Manduria è stato individuato da molticome un luogo dedicato a divinità e culti ctoni e delle acque: in questo caso, inoltre, si è fattoderivare da "Genius" (Genius Loci) lo stesso termine "Scegnu".Cercando tra i testi degli storici locali non ho trovato considerevoli cenni a questo sito, eccetto cheuna sommaria descrizione fornita da Giglio Caraccio (nella quale tuttavia sono inseriti elementi diun certo interesse) e una riproduzione di una tela del pittore Giuseppe Pichierri inserita nel libropostumo di Gaetano Pichierri "Omaggio a Sava". In questa tela, del 1974, il pittore riproducefedelmente la zona centrale della grotta e si può intravedere l'imboccatura del fonte, oggiparzialmente ricoperta (fig. 2) .

Fig. 1 Grotta "Grava", lucernario

5 La somiglianza tra i due luoghi è persino nelle dimensioni: una descrizione del cosiddetto Fonte Pliniano riportaquanto segue: “E' una grande caverna naturale di 18 metri di diametro e 8 metri di altezza, accessibile da una largascala a due rampe, con 20 gradini, scavata nella roccia anticamente. Nel sommo della volta si apre un grandelucernario quadrato, parzialmente costituito da grandi blocchi posti in opera nel periodo messapico”. Forma,caratteristiche e dimensioni della Grotta Grava sono pressochè identiche, con uno scostamento di circa un paio dimetri in meno sia per il diametro che per l'altezza della grotta “Grava”. La descrizione summenzionata del FontePliniano, insieme ad altre info, è consultabile all'indirizzo: http://www.parcoarcheologico-manduria.it/documenti/a-descrizione-scegnu.php?menudocumenti=menudocumenti

Fig. 2 – Grotta Grava – ricostruzione su tela di Giuseppe Pichierri (1974) – immagine trattada “Omaggio a Sava” di Gaetano Pichierri

Sugli scalini tufacei che consentono di scendere, dal piano, attraverso un suggestivo corridoio (fig.3, 4), nel profondo della grotta, numerose croci segni di cristianizzazione del sito e difrequentazione dei luoghi (fig. 5). Probabilmente, vi è stato un utilizzo cultuale di questo sito che dal Neolitico attraversa l'epocamagno-greca, quella romana, e quella bizantina. Dalla Dea Madre, quindi, a Pan, a Demetra eDioniso (le grotte erano luoghi sacri a questo tipo di divinità), sino ad arrivare alla cristianità e allacontemporanea presenza-persistenza di culti "profani", retaggio e rimaneggiamento delle antichetradizioni pagane stesse (luogo d'appuntamenti sabbatici e rituali di "malombre" e "masciari"). 6

6 al proposito è degno di menzione il fatto che in una mia visita recente al sito, in compagnia di gente di Sava, uno dicostoro accennava a racconti, tramandati da anziani parenti, in merito a riunioni di "streghe" nella Grotta Palombara. Latradizione "magico-stregonesca" è rimasta, difatti, viva nelle nostre contrade e nella locale cultura popolare sino aiprimi del '900, e per alcuni suoi aspetti anche oltre.

Fig. 3: Grotta "Grava", ingresso

Fig.4: grotta, scalinata

Fig. 5: Grotta "Grava", uno degli scalini con croci incise

Si è già detto della somiglianza della grotta Grava con il ben più noto “Scegnu”, il Fonte Pliniano diManduria: ma un'altra analogia con il Fonte Pliniano è in una leggenda che accomuna i due siti. Lelocali leggende popolari tramandano il racconto dell'esistenza di una grotta che serbava il “tesorodella chioccia con i pulcini d'oro” nei pressi di Pasano (mito ricorrente in molti luoghi ipogeid'Italia) e che è, pertanto, da individuare nella grotta in esame. Analoga leggenda, la si ritrova per ilFonte mandurino. 7 Stranamente, ribadisco, negli studi storici locali ritroviamo deboli e fugaci accenni alla presenza diquesta grotta nell'area Pasano-Agliano, e non risultano affatto citazioni negli studi concernentil'archeologia dei luoghi: pertanto, è omessa ogni connessione con i culti perpetratisi in questelocalità e/o con i possibili antichi utilizzi della grotta. Il Coco accenna alla presenza di cavitàsotterranee nelle quali avrebbero potuto rifugiarsi i monaci basiliani (che ebbero, secondo le suericostruzioni, dimora proprio in zona Pasano), e, inoltre, alla conservazione dell'effigie bizantinadella Madonna di Pasano in una non meglio localizzata “cisterna” presente nell'area, senza altrospecificare. 8 Il Caraccio ne offre una descrizione particolareggiata e degna di menzione e attenzioniper una serie di elementi, 9 senza tuttavia compiere lo sforzo di andare a ritroso nel tempo perindividuare possibili utilizzi in era pre-cristiana, e, perciò, sottovalutando l'importanza del sito,difatti lo sforzo dello scrittore locale sembra teso unicamente a determinare la valenza del sito da unpunto di vista geologico. 10 Osservando la foto n. 6 è possibile farsi un'idea visiva delle dimensioni e di alcune ulterioricaratteristiche della grotta: è ripresa una parte dell'antro di forma circolare e già questa piccola partedell'ipogeo riesce a contenere i 12 visitatori immortalati nella foto. Si intravede in alto il lucernario. Fanno parte della vegetazione interna una serie di piante caratteristiche delle zone umide, tra cui lafelce cosiddetta “Lingua di cervo” (Phyllitis scolopendrium, una varietà ormai abbastanza rara allostato spontaneo – v. fig. 7), e la delicata felce Capelvenere (Adiantum capillus-veneris), che nellamitologia è una pianta legata alle Ninfe delle acque. L'auspicio è che questo suggestivo sito, del tutto trascurato ma per fortuna ancora, allo stato, integro

7 La leggenda della “chioccia con i pulcini d'oro” relativa al Fonte Pliniano la si può leggere al presente link:http://www.mandurianet.it/p-leggende/leggende.php?pagina=chiocciaecervarezza Una curiosità è data dal fatto chela leggenda manduriana, oltre a ricalcare quella della “grotta di Pasano”, ne ricalca un'altra relativa ad un secondoipogeo savese, sito in contrada Scerza: in quest'ultimo sito la variante è che il tesoro è rappresentato non dalla“chioccia” ma da una campana d'oro, ma un elemento identico è nel fatto che per ritrovare il tesoro si sarebbedovuto sacrificare un neonato. Di questa località (Scerza), delle sue caratteristiche e della annessa leggenda siparlerà ampiamente in un prossimo articolo.

8 Coco, Primaldo: I GOTI I LONGOBARDI E I SARACENI NEL TARENTINO, in “Cenni storici di Sava”, Stab. Tipografico Giurdignao, LE, 1915, ristampa a cura di Marzo Editore, 1984, pp. 20-21

9 Caraccio, Giglio: IL SOTTOSUOLO ED IL SUOLO SAVESE, in: Sava, cronistoria della cittadina ionica per i suoi seicento anni, Schena Editore, Fasano, 1987, pp. 281-82

10 Questo il testo del Caraccio presente nel libro citato nella precedente nota: “In contrada Grava, a circa un chilometroe mezzo dal Santuario della Madonna di Pasano andando verso Lizzano, sulla destra in prossimità di una vecchiacolombaia, c'è una specie di grave (denominazione prettamente pugliese per indicare fenomeni del sottosuolo conriferimento a cavità in terreni rocciosi) che non presenta comunque particolarità di rilievo dal punto di vista geologicoma che con molta probabilità dà il nome all'omonima contrada. A questa cavità si accede mediante scalini ed è di formarotonda con un diametro di circa m. 15, un'altezza di m. 6 e con un'apertura superiore a lucernario. Non presentaconcrezioni né di stalattiti né di stalagmiti, non si notano altri fenomeni carsici di rilievo, è tufacea, e lungo le pareti nonvi sono altre concrezioni particolari. Si nota come una specie di muschio verde e grigio, talvolta scuro, e sul fondo terravi sono anche muschio e pianticelle di bassa vegetazione ed edera.C'è addirittura chi afferma che non è neanche una cavità naturale ma artificiale. Vi si nota infatti come una simmetria discavo troppo evidente nella circonferenza perimetrale superiore della stessa, come mangiatoie, e quasi di fronte sulladestra scendendo si nota uno scavo a semicerchio scavato che corrisponde in superficie ad un boccale di pozzo e trovaquindi così valore la tesi di chi dice che serviva in tempi più lontani da pozzo per la raccolta di acque e chi asserisceinvece che serviva, essendo abbastanza ben mimetizzato, per nascondere il bestiame che veniva rubato e che perciòdifficilmente poteva essere ritrovato o recuperato. Comunque sta il fatto che nel raggio di 10 metri da questa cavità cisono tre pozzi con abbeveratoi all'antica e a 20 metri da quanto descritto c'è la Masseria della Grava e quindi èsupponibile che uscendo al pascolo e al rientro i vari animali venivano abbeverati qui”.

nella sua bellezza e nel suo antico aspetto, venga fatto oggetto delle dovute attenzioni a livellostorico, archeologico e paesaggistico, e venga pertanto valorizzato, studiato e preservato. Il dipinto di Giuseppe Pichierri (fig.2) ci rivela che dal 1974 ad oggi il sito si è conservato nellostesso aspetto di 40 anni fa, che a sua volta deve essere molto somigliante all'originale. Un'opera dipreservazione dovrebbe non intaccare nulla dell'assetto naturale e primordiale, avendo cura dilasciare intatta anche la vegetazione del luogo, la cui presenza era sacra agli antichi e parteintegrante sia dell'aspetto estetico che del culto. L'Edera ad esempio è pianta sacra a Dioniso e lastessa Persefone ne appare adornata in alcune raffigurazioni, così come ne sono adornate le Ninfe ecoloro che partecipano ai riti sacri. La grotta Grava-Palombara è caratterizzata anche dalla presenzadel Caprifico (o fico selvatico), esattamente come nel Plutonion di Eleusi (la grotta di Ade): alberosacro, fu donato da Demetra a tutto il genere umano, e la sua importanza è simboleggiata anche inun racconto di Pausania: Phytalos, antenato di una stirpe sacerdotale, accolse Demetra nella suacasa ad Eleusi, e la Dea, in segno di riconoscenza, gli donò il fico che rese onori immortali a lui ealla sua stirpe. La stessa Via Sacra di Eleusi è detta via dei fichi sacri. Il fico è sacro anche adHermes e a Dioniso. 11

Fig. 6 – interno grotta Grava-Palombara, foto S. Mangione

11 Hellenismo, XXXIV FLORA SACRA DI ELEUSI: IL FICO http://www.academia.edu/13075089/Rivista_Hellenismo_-_XXXIV

fig. 7 esemplare di Phyllitis scolopendrium nella grotta Grava

Riassumendo, la grotta Grava-Palombara ha tutte le caratteristiche per poter essere stata utilizzata inantichità come un importante luogo sacro; la vicinanza con Pasano, Agliano ed altre contraderivestite di presenze antiche, dagli insediamenti indigeni allo sbarco delle prime colonie cretesi12

fino all'occupazione magno-greca, rinforza questa ipotesi. Come per altri siti analoghi, la grottasembra far parte di quella “via sacra” tipica dei luoghi di culto dedicati a Demetra e Kore che inquesto caso attraverserebbe i dintorni delle contrade Pasano e Grava per protrarsi fino ad Agliano.Caratterizzata da utilizzi fin dalle prime presenze umane in loco, sarebbe stata utilizzata comeimportante spazio sacro in epoca magno-greca e, verosimilmente, anche nella successiva epocadella colonizzazione romana: difatti, i misteri eleusini e più in generale il culto di Demetra-Cereregodettero di grande rispetto ed attenzioni nell'ambito della cultura e della religiosità romana.

Fig. 8 particolare dell'interno della grotta (si intravedono la scalinata di accesso e la vegetazione – foto ReteCivica di Tutela del Territorio)

12 Cfr. Pichierri, Gaetano: I CONFINI ORIENTALI DELLA TARANTO GRECO-ROMANA, in: “Gaetano Pichierri, Omaggio a Sava”, a cura di V. Musardo Talò, Del Grifo Ed, Lecce, 1994, pp. 231-256

foto 9 – interno grotta, altro particolare