consociatio republica da althusius

25
FONDAZIONE LUIGI FIRPO CENTRO DI STUDI SUL PENSIERO POLITICO STUDI E TESTI 26 IL LESSICO DELLA POLITICA DI JOHANNES ALTHUSIUS L'arte della simbiosi santa, giusta, vantaggiosa e felice a cura di FRANCESCO INGRAVALLE e CORRADO MALANDRINO prefazione di DIETER WYDUCICEL introduzione di CORRADO MALANDRINO FIRENZE LEO S. OLSCHKI EDITORE MMV

Upload: fu-berlin

Post on 18-Jan-2023

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

FONDAZIONE LUIGI FIRPOCENTRO DI STUDI SUL PENSIERO POLITICO

STUDI E TESTI

26

IL LESSICO DELLA POLITICADI

JOHANNES ALTHUSIUSL'arte della simbiosi santa, giusta, vantaggiosa e felice

a cura diFRANCESCO INGRAVALLE e CORRADO MALANDRINO

prefazione diDIETER WYDUCICEL

introduzione diCORRADO MALANDRINO

FIRENZELEO S. OLSCHKI EDITORE

MMV

INDICE

INDICE

DIETER WYDUCKEL, Prefazione Pag. V

FRANCESCO INGRAVALLE, Avvertenza editoriale » XIII

Riconoscimenti » XV

CORRADO MALANDRINO, Introduzione — Calvinismo politico, repubblicanesimo, `sussidiarieta e lessico politico althusiano . . .» XVII

PARTE PRIMA

RICEZIONE E DISCUSSIONI CRITICHE SULLA POLITICA

FRANCESCO INGRAVALLE, La ricezione critica della Politica in Italia3

MERIO ScArroLA, Althusius e gli inizi della disciplina politica inGermania 21

GIUSEPPE Duso, PercW leggere oggi Althusius ? 39

THOMAS 0. HUEGLIN, Althusius in Question: Interpretation andRelevante 61

PARTE SECONDA

LESSICO POLITICO ALTHUSIANO

FRANCESCO INGRAVALLE, Administratio Gubernatio)

75

LucIA BIANCHIN, Censura

91

MAURO POVERO, Communicatio (COMMIltli0) 103

MARIO MIEGGE, Communicatio mutua Althusius e Calvino). .

115

ANNA MARIA LAllARINO DEL GROSSO, Concordia Harmonia)

125

CORNEL ZWIERLEIN, Consociatio

143

SAFFO TESTONI BINETri, Ephori Pag. 169

CORRADO MALANDRINO, Foedus Confoederatio) 187

LUCIA BIANCHIN, Justitia 203

DIEGO QUAGLIONI, Majestas Jura Majestatis) 215

ANNA MARIA LAllARINO DEL GROSSO, Methodus Methodice) 231

LEA CAMPOS BORALEVI, Politia Judaica 253

FRANCESCO INGRAVALLE, Populus 265

CORNEL ZWIERLEIN, Respublica Regnum, Politeia) 277

MARIA ANTONIETTA FALCHI PELLEGRINI, Summus Magistratusmonarchicus, polyarchicus) 295

CORRADO MALANDRINO, Symbiosis Symbiotike, Pactum) . . . 311

DIEGO QUAGLIONI, Tyrannis 325

ANGELO TORRE, Universitas Losaeus) 339

SALVO MASTELLONE, Utilitas Commodum) 361

Indice dei nomi » 371

Notizie sui collaboratori » 383

CORNEL ZWIERLEIN

CONSOCIATIO

1. Non c'e nessuna necessitä di provare la rilevanza `althusiana' deltermine consociatio. Se un termine althusiano e diventato comune al dilä dei limiti della ricerca piü strettamente specialistica, questo tennine econsociatio, il termine chiave e l'invenzione piü originale della opera al-thusiana. La teorizzazione della societä umana (e dello stato, perchenon esiste una chiara distinzione tra `societä' e `Stato' in Althusius) co-me insieme delle diverse consociationes — dalla piü piccola, la famiglia,fino alla piü grande, la consociatio publica universalis, che rappresenta loStato' o 1"Impero' — e la prospettiva che separa Althusius da tutti glialtri pensatori del '500 e '600. E proprio questo approccio, che lo in-duce a coniare non solo questo termine ma a interpretare la realtä so-ciale e politico-giuridica come ridistribuzione di quella consociatio uni-taria, che fa di Althusius un pensatore originale. La Politica cominciacon queste parole: «La Politica e l'arte di unire [ars consociandi] gli uo-mini tra loro [...]; pertanto l'oggetto della Politica e la consociazione » (I,ls.). La consociatio e il fatto, il fenomeno, l'elemento primo ed ultimo diuna scienza politica nel senso althusiano. L'interscambio tra definiens edefiniendum che si osserva nella definizione della politica e della consociatio secondo lo schema scolastico delle quattro cause in I, 29-31 causaefficiens, causa formalis, causa finalis, causa materialis) illustra la centralitädel termine per tutta la concezione politica di Althusius:

Causa efficiente della consociazione politica sono il consenso eil patto deicittadini che vi partecipano. Forma ne e invece la consociazione realizzata conil contributo e la partecipazione vicendevoli tramite cui gli uomini politiciinstaurano, coltivano, continuano e conservano il consorzio della vita umanaattraverso la koinonia di ci6 che e utile e necessario di questa vita sociale. Finedella politica e il godimento di una vita vantaggiosa, utile e felice e della sal-vezza comune, allo scopo di trascorrere una vita pacifica e serena in tutta re-ligiositä e onestä, di esercitare in patria la vera pietä verso Dio e la giustizia frai cittadini e all'esterno la difesa contro i nemici, e perche sempre e ovunque

— 143 —

CORNEL ZWIERLEIN

regnino la concordia e la pace. Fine della politica e anche la conservazionedella societä umana, la cui finalitä e avere una vita in cui sia possibile servireDio senza errore e in pace. Materia della politica sono i precetti relativi allapartecipazione di certi beni, opere e parti del diritto che condividiamo perla symbiosis eil comune vantaggio della vita sociale, ciascuno per la sua parte,secondo ci6 che e equo e buono.'

I termini 'politica' e `consociazione' sembrano quasi interscambiabiliquando si parla prima della causa efficiente della «consociazione politi-ca», poi della forma della consociazione che e essa stessa una «consocia-zione», mentre poi si parla del fine e della materia «della politica». Que-sto punto di partenza quasi tautologico di Althusius fa pensare ad unsociologo odiemo che pure comincia un suo libro fondamentale sullateoria della societä non con una definizione `nominalista' della sua no-zione-chiave teoretica, ma con l'affennazione quasi ontologica dell'e-sistenza `pre-data' delle unitä di cui tratterä: «Ci sono sistemi». 2 Ancheper Althusius, ci sono consociazioni, e la 'politica' non ha altro oggettoche quello. 3 Al centro dell'interesse ci sono gli uomini giä consociati,non i singoli individui e nemmeno la sola respublica, che e soltantouna consociazione piü grande.' Se questo parallelismo tra opere del'600 e del '900 circa l'elevazione di un termine centrale a chiave orga-nizzativa di un sistema di pensiero non ha nessuna importanza in sensostrettamente storico, esso potrebbe essere comunque un indizio utile aspiegare la rinnovata fortuna del termine nelle teorie federalistiche daGierke fino al `consociationalism' di oggi.5

2. Possiamo distinguere quattro tradizioni concettuali ed aspetti se-mantici che confluiscono nel termine consociatio nell'opera di Althusius:6

' Cito dalla trad. della Politica methodice digesta, a cura di C. Malandrino, F. Ingravalle eM. Povero di prossima pubblicazione. Ho omesso le citazioni althusiane delle fonti.

2 N. LUHMANN, Soziale Systeme. Grundriß einer allgemeiner? Theorie, Frankfurt/M, Suhr-kamp, 1984, p. 30.

3 La consociazione come «Grundsachverhalt» politico-sociale (cfr. TH. 0. HUEGLIN, Sozietaler Föderalismus. Die politische Theorie des Johannes Althusius, Berlin-New York, de Gruyter1991, p. 135); come «generic term of all organized social life» (In., Early Modern Concepts

for a Late Modern World. Althusius on Conttmenity and Federalism, Waterloo, Wilfried LaurierUP, 1999, p. 86).

4 G. Duso, La logica del potere. Storia concettuale come filosoJia politica, Roma-Bari, Laterza,1999, pp. 95 sgg.

5 Vd. sotto, 5.6 D. QUAGLIONI, Liniquo diritto. Regimen regis e regis nellesegesi di I Sam. 8, 11-17 e

negli `Specula principum del tardo Medioevo, in Specula Principum, a cura di A. De Benedictis,Frankfurt/M, Klostermann, 1999, pp. 209-242: 210), sottolinea l'importanza della «con-

- 144 -

CONSOCIATIO

1) la parola in se e di ascendenza ciceroniana; 2) c'e la koinonia, il con-dominio del diritto societario romano; 3) c'e la communio Christi e lacommunio sanctorum della teologia federale; 4) c'e la koinonia aristotelica.7

2.1. Anche se nel latino classico, il verbo consociare e abbastanza co-mune 8 e compare in Tacito per esempio proprio nel contesto del fa-moso `governo misto', 9 il sostantivo e abbastanza raro. Compare in Li-vio,'° nel Codex Theodosianus come sinonimo di `coniuratio'," ma so-prattutto nell'etica ciceroniana del De officiis (I, 28; I, 41; I, 44). Noncompare nel testo latino della Bibbia vulgata e solo rarissimamente nellaPatristica latina in autori poco rilevanti. 12 Anche in Tommaso d'Aqui-no, l'unico autore alto-medievale che Althusius cita nel primo capitolodella Politica, esso e raro. 13 E dunque il mondo del ciceronismo tardo-umanistico, sopratutto `calvinista' (nel senso lato del protestantesimonon luterano) quello in cui la parola comincia ad essere usata di piü inpiü nell'ambito di certi temi che vedremmo subito. `Ciceronismo'vuole dire `ramismo' in questo contesto. E con Pierre de La Ramee

fluenza di linguaggi» teologici-politici-giuridici nella prima etä modema. Cfr. sulla stessa lineaM. Sc.Arrou, Dalla virtü alla scienza. La fondazione e la trasformazione della disciplina politica nelPetä moderna, Milano, Angeli, 2003, p. 305.

7 Certi aspetti di quello che segue sono stati giä trattati in C. ZWIERLEIN, Reformierte Theorien der Vergesellschaftung: römisches Recht, föderaltheologische xonrcovia und die consociatio des Althusius, in, Jurisprudenz, politische Theorie und politische Theologie. Internationales Symposion anlässlichdes 400. Jahrestages der Erstausgabe der Politica des Althusius in Herborn, a cura di H. Schilling,D. Wyduckel, F.S. Camey, Berlin, Duncker & Humblot, 2004, pp. 191-223.

8 Cfr. per esempio Lnuo, Ab urbe condita, 1, 8, 45; II, 1, 1; VIII, 1, 4; VIII, 3, 14; XXIII, 6,44; XXIV, 4, 24; XXV, 4, 18 consociatus come sinonimo difoederatus); XXVIII, 2, 9; XXVIII,5, 25-28; XLII, 3, 29; TACITO, Annales, XIII, 23; XIV, 4 e 58; XV, 67; AMMIANO MARCELLINO,Rerum gestarum libri, XIV, 9, 1; XV, 4, 8; XV, 11, 3; XXIII, 6, 57; XXV, 5, 3; XXIX, 5, 17.

9 TACITO, Annales, IV, 33: «Nun cunctas nationes et urbes populus aut primores aut singuliregunt: delecta ex iis et consociata rei publicae forma laudari facilius quam evenire, vel si evenit,haud diutuma esse potest». Per il fascino della scienza politica rinascimentale nei confronti del`govemo misto', cfr. K. DE MATTEI, La fortuna della fortnula del :governo misto, in In., II pensieropolitico italiano nelleta della Controrifonna, Milano-Napoli, Ricciardi, 1984, pp. 112-129.

I° Lrvio, Ab urbe condita, XL, 1, 5 «Erexeratque consociatio gentis eius animum regis».

11 Cod. Theod. 14, 19, 1: «Item immineant censuales, ne singuli eorum [sc. scholarium]tales se in conventibus praebeant, quales esse debent, qui turpem inhonestamque famam, etconsociationes, quas proximas putamus esse criminibus, aestiment defugiendas».

12 C&. Patrologiae cursus completus. Series latina, a cura di J.P. Migne, Paris, 1844-1855, passim.13 T. D ' AQUINO, Summa Theologica, la qu. 31, art. 3 ad 1; la IIae qu. 30, art. 1 ad 2; Ila Ilse

qu. 25, art. 12 ad 3 «Homo diligit proximum et secundum animam et secundum corpus, ra-tione cuiusdam consociationis in beatitudine»; IIa IIae qu. 26, art. 4 resp. «Consociatio autemest ratio dilectionis secundum quamdam unionem in ordine ad Deum»; solo il verbo nel `Deregno ad regem Cypri', cap. III «Bonum autem et salus consociatae multitudinis est ut eiusunitas conservetur, quae dicitur pax, qua reniota, socialis vitae perit utilitas, quinimmo mul-titudo dissentiens sibi ipsi sit onerosa».

- 145 -

CORNEL ZWIERLEIN

(Petrus Ramus) che il metodo dell'ordine — basato sulla divisione indue dei concetti — dell'organizzazione delle scienze si diffonde in Eu-ropa (soprattutto in quella calvinista), e non c'e dubbio che Althusiuscon questa stessa organizzazione della sua Politica fa parte di questa cor-rente. De La Ramee propagandava il suo metodo dicendo che si do-vesse sostituire il metodo, il sistema, di Aristotele con quello di Cice-rone. 14 Si trattava solo di un nuovo metodo di organizzazione del sapere:il contenuto era indipendente da questa organizzazione (e poteva puressere aristotelico). Con Althusius il `ciceronismo' fa un passo avanti:anche il termine fondamentale consociatio, e non solamente l'organizza-zione del testo, e desunto da Cicerone.

Ma se verifichiamo le citazioni nel primo e fondamentale capitolo,dove Althusius tratta della definizione della consociatio si vede che eglinon e stato ii primo ad usare questo termine. La tecnica althusiana dicitazione meriterebbe una descrizione a parte, ma per il momento bastausare la metafora (anche se modernista) dell"ipertesto': se `apriamo' ci-tazione per citazione le fonti che l'autore enumera, vediamo che sottoil suo testo esiste giä una tradizione del linguaggio ciceroniano dellaconsociatio: essa si trova non solo nelle prime righe dell'opera giuridicadi Covarruvias (1512-1577, citato da Althusius in I, 33), 15 ma anche

14 Cfr. per esempio la discussione accesa intorno al 1569/70 a Heidelberg durante il viag-gio di Ramus in Germania e Svizzera; Ramus doveva succedere a Victorinus Strigel comeprofessore di filosofia all'universitä di Heidelberg. Egli ottenne un decreto dell'elettore Fe de- de-rico III (11.XII.1569 in irtü del qle, n loo Aristoe s sarebbe leere una«orationem Ciceronis

) pro

v Marcello» nelle

i leziuongi d

diel Trivium

tel et

i Quadriviu

dm.ovuta

Ci fug

ug

na resi-stenza fortissima all'intemo dell'universitä per tutto l'anno 1570, perche la tradizione dell'in-segnamento di Aristotele era secolare. (Universitätsarchiv Heidelberg, RA 661, f. 83v sgg. et112 sgg.). Cfr. W. ONG, Raums, Method, and die Decay of Dialeue. From die Art of Discoursethe Art of Reason, Cambridge/MA, Cambridge UP 1973 2; C. VASOLI, La dialettica e la rettendelrumatzesimo. `Invenzione e `Metodo nella cultura del XV e XVI secolo, Milano, Feltrinelli,1968, pp. 333-601; W. SCI-IMIDT-BIGGEMANN, Topica universalis. Eine Modellgeschidite humanistischer und barocker Wissenschaft, Hamburg, Meiner, 1983; C. S oruonm, Theoloeie und Zeitgeist.Beobachtungen zum Siegeszug der Methode des Petrus Ranms am Beginn der Moderne, «Zeitschriftfür Kirchengeschichte», CX, 1999, pp. 352-371; 77ze hüliierlee of Petrus Ramus. Studies in Sixteenth and Seventeenth Century Philosophy and Sciences, a cura di M. Feingold e altri, Basel,Schwabe, 2001.

15 D. COVARRUVIAS, Practicarum quaestionum liber intus in ID., Outilja opera, a cura di P.C.Brederodius, Frankfurt/M, Sigismund Feyerabend, 1592, tone. II, cap. I, n. 1, pp. 375sgg.: «At cum Deus ipse per naturam dederit rebus singulis facultatem se conservandi, suisqueresistendi contrariis, quantum ad incolunntatem salutis, nec homines facultatem hanc exequidispersi potuissent, instinctus eisdem adiectus est gregatim vivendi, societatemque civilemconstituendi: ut adunati aliis sufficerent, victumque facilius complures, quam singuli compa-rarent, tutiusque ab incursu ferarum & hostium degerent. Qua ratione manifestum fit, civita-tem, id est, civilem societatem, natura consistere, hominemque natura esse civile animal, eam-que consociationem causam sensim appetere»; cfr. anche — meno significativo — il linguaggio

— 146 —

CONSOCIATIO

nel Systema disciplinae politicae del teologo e filosofo calvinista di Danzi-ca, Bartholomäus Keckermann (1573-1609, citato da Althusius in I,25 16 [non ancora nell'ed. 1603]), nel commentario al Vecchio Testa-mento del teologo calvinista di Heidelberg e poi di Leiden, Francoisdu Jon (1545-1602, citato da Althusius in I, 25) ' 7 e soprattutto, moltevolte, nella Politica christiana di Lambert Daneau (ca. 1530-1595) che eimportantissima per la formazione del pensiero althusiano (e che e ci-tata da Althusius in I, 22; I, 24; I, 30).18

A parte Covarruvias, tutti costoro erano calvinisti, e dovremmodunque interrogarci sulla teoria `sociale' del calvinismo prima di Al-thusius29

2.2. Ma prima va rilevata la fonte giuridica per il concetto della consociatio: si tratta del diritto romano (bizantino) societario, soprattuttodella conununio O KOt vowia. Kownivia — utilizzato da Althusius in I, 9 e I,29 per significare la forma della consociatio — e la nozione greca utilizzata

giuridico di J. MONSINGER AB FRUNDECK, Singularium observationum Imper. Camerae Centur. VI.,ed. ARNOLDUS DE REYGER, Helmstadt, J. Lucius, 1599, cent. 6, obs. 2 (`Confoederationes &ligae an & quando iure sint permissae?'), p. 448 dove compare consociatio come sinonimodi una liga di cittä o di nobili ribelli (cit. da Althusius in VIII, 92).

18 B. KEcKERmidev, Systema Disciplinae Politicae, publicis praelectionibus Anno MDCVI. pro-positum in gymnasio dantiscano, a cura di G. Paul, Hanau, G. Antonius, 1608, lib. I, cap. 1, p. 1sg.: «Non est difficile agnoscere qualis & quam arcta connexio sit inter tres istas PhilosophiaePracticae partes, nempe inter Ethicam, Oeconomicam, & Politicam; nam ut felicitas sive bea-titudo civilis est vel Privata vel Publica, & Privata iterum vel unius hominis separatim spectata,vel paucorum hominum in una domo consociatorum; ita oportebat constitui tres partes Practi-cae Philosophiae; quarum prima doceret, quibus mediis singuli homines per se separatim spec-tati ad honestatem & alias partes civilis felicitatis dirigi possent. Altera ostenderet, quibus rne-düs illi ad felicitatem tenderent, quos unius domus societas coniunxit. Tertia denique mon-staret [!] ea niedia, per quae publicam felicitatem assequerentur illi, qui ex privatis societatibuscombinati maiores illos & publicos coetus pagorum, civitatum, provinciarum & regnorumconstituunt» — forse Keckermann utilizzava giä la prima edizione della Politica di Althusius;si tratterebbe dunque di una ripercussione.

17 F. JuNmus-E. TREMELLIUS, Testamenti Veteris Biblia sacra, sive libri canonici priscae judaconittiecdesiae a deo traditi, Latini recens ex Hebraeo facti, brevibusque Scholiis illustrati, Hanau, Wechel-Aubry-Schleichius, 16247 , pars secunda, f. 169r [titolo di testa di pagina: «Socialis vitae fruc-tus»]: nota 12 di Junius a Eadesiaste 8, prima parte («Sive fortior sit altero unus quispiam, ipsiarnbo obsistent ei:»): «i <d est > imo valentiores erunt, quo plures inter se operas consociaverint:proverbiale dictum».

18 L. Dffleau, Politices Christianae libri septem, Geneve, haered. E. VIGNON 1596, p. 9, 10,21, 22, 23, 24 etc. per l'uso di consociare / consociatio. Per l'opera di Daneau l'analisi piü im-portante e ora C. STROHM, Ethik im frühen Calvinismus. Humanistische Einflüsse, philosophische,

juristische und theologische Argumentationen sowie mentalitätsgeschichtliche Aspekte am Beispiel desCalvin-Schülers Lambertus Danaeus, Berlin-New York, de Gruyter, 1996, pp. 346-380. Cfr.Duso, Una prima esposizione del pensiero politico di Althusius: La dottrina del patto e la costituzionedel regno, «Quademi fiorentini», XXV, 1996, pp. 65-126: 76-78, con n. 20.

19 Vd. sotto, 3.

— 147 —

CORNEL ZWIERLEIN

nel diritto bizantino tanto per la communio rerum pro indiviso 20 che per lasocietas consensu contracta. Considerando che la parola xotwovia e moltodiffusa nella filosofia antica e che Althusius utilizza due volte il termineicotvoirpaia (I, 7 e VII, 3) 21 quasi come sinonimo della rete di nozioniconsociatio-communio-communicatio, 22 possiamo affermare con una certa si-curezza che la tradizione del diritto romano gioca un ruolo rilevantenel pensiero dell'autore quando conia il concetto della consociatio; so-prattutto se prendiamo in considerazione il fatto che la grafia Koivonpa-ia (e non Koworcpayia che compare in Polibio e Diodoro Siculo)23

non appare mai nella lingua greca prima del sesto secolo dopo Cristonella Paraphrasis delle Institutiones Justiniani operata dal giurista bizantinoTheophilos.24 See vero che questa piccola parola con la sua grafia spe-ciale non ebbe in se cosi grande rilievo nell'opera di Althusius, la tra-dizione semantica del diritto societario, invece ne ebbe. Prendendo cosiin considerazione il linguaggio del diritto privato romano come ele-mento di formazione del linguaggio althusiano — una cosa fatta relati-vamente poco nella ricerca 25 — si risolve per una buona parte anchel'ormai vecchia discussione se la consociatio sia una nozione propria-

20 Per la dogmatica attuale del condominio cfr. G. CASSANO-E. GUERWOHL 11 condominio,2 vol., Torino, Utet, 2004.

21 Giä in ALTHUSIUS, Disputatio politica de regno rette instituendo et administrando, a cura diScattola, «Quaderni fiorentini», XXV, 1996, pp. 23-46, thes. XI, p. 27: «Politeuma hoc con-sistit in xotwovia et xowonpgia seu communicatione rerum, operarum, et juris ejusdem».

22 Cfr. per quanto segue anche le voci Communicatio Communio) di M. POVERO e Communicatio mutua Althusius e Calvino), di M. MIEGGE, supra.

23 M. Povero precisa che non e un «Kunstwort» come scriveva F. WIEACKER, Societas.Hausgemeinschaft und Erwerbsgesellschaft. Untersuchungen zur Geschichte des römischen Gesellschaftsrechts, Weimar, Böhlau, 1936, p. 327 sg., 'na solo una grafia post-classica.

24 Institutionum Graeca Paraphrasis Theophilo Antecessori, a cura di E.C. Ferrini, Berlin,1884, p. 360. La Paraphrasis greca di Theophilos e stata pubblicata per la prima volta nel1534. Dal 1537 in poi, la parola xowonpgia comincia ad essere introdotta come congetturain Inst. Just. III, 25 pr. per il graecum che mancava nel testo medievale. Alla fine del '500,quando scrive Althusius, ogni giurista conosce la parola nel contesto del diritto societario ro-mano. Cfr. C. ZWIERLEIN, Der reformierte Erasmianer a Lasco und die Herausbildung seiner Abendmahlslehre 1544-1552, in C. STRomn, Johannes a Lasco 1499-1560). Polnischer Baron, Humanistund europäischer Reformator, Tübingen, Mohr & Siebeck, 2000, pp. 35-99: 80-87 e lo., Reformation als Rechtsreform. Bucers Hermeneutik der lex Dei und sein humanistischer Zugriff auf das rö-mische Recht, in Martin Bucer und das Recht, a cura di C. Strohm, Geneve, Droz, 2002, pp. 29-81: 77-79 per la storia delle nozioni Kolvowia e Kotvolt ogia nel contesto giuridico-teologicodel '500. Althusius conosceva anche la Paraphrasis di Theophilos, cfr. VIII, 83.

25 Per esempio Duso e stato sempre molto attento alla ricorrenza dei tormini xotvcovia eKotvorwogla, ma l'ha presa come un indizio del retaggio aristotelico di Althusius — pur rico-noscendo che il pensiero althusiano non si puö ridurre all'aristotelismo. Cfr. Duso, II governo elordine delle consociazioni: La `Politica di Althusius, in II potere. Per la storia della Jilosafia politicamoderna, a cura di Duso, Roma, Carocci, 1999, pp. 77-94: 77, 80 sg.

— 148 —

CONSOCIATIO

mente consensuale-contrattualista o un fatto organico-naturale; per-che si vede che Althusius si riferisce tanto alla communio incidens del dirittoromano quanto a una societas come obbligazione consensuale .26 Nel di-ritto romano, per esempio, quando qualcuno muore e creata ipso iureuna communio rerum del tipo ercto non cito tra gli eredi, che si potrebbe de-finire come una communio incidens speciale: non e necessario che gli erediesercitino una volontä espressa, diretta a fondare una societä, per ritrovar-si de iure in questa communio. Un caso simile si ritrova per il communitergestum, quando cioe due persone negoziano o comprano qualcosa insie-me, ritrovandosi di conseguenza in una societä comune del tipo communiter gestum, senza avere mai espresso esplicitamente la volontä di formaretale societä. Mentre gli specialisti del diritto romano antico — l'Arangio-Ruiz, il Wieacker, il Bona, il Guarino — dibattono molto circa il mo-mento in cui la differenza netta tra communio incidens e societas consensucontracta si sarebbe sviluppata completamente nell'epoca classica e su co-me le due istituzioni vadano insieme, nel diritto bizantino-greco l'ambi-guitä e ristabilita, poiche la parola xotvwvia puö designare ambedue. 27 Sela si osserva strutturalmente, la consociatio di Althusius presenta una largagamma di significati: da una parte esiste la consociatio naturalis privata propinquorum, in cui i membri sono consociati solo «ex communi fonte & ra-dice sanguinis» (III, 4) e un'espressione esplicita della volontä di conso-ciarsi da parte di un membro nato all'interno di questa consociatio non equasi supponibile logicamente, e dall'altra ci sono delle consociationes civilespropriamente dette come il collegium, in cui invece la volontä apertamen-te espressa di aderire alla consociatio sembra abbastanza ovvia. Il pactum expressum eil pactum tacitum nella definizione iniziale della consociatio sem-brano riferirsi a questa gamma di significati (I, 2).

26 Cfr. per i testi rilevanti del diritto romano Inst. III, 25, Dig. XVII, 2 e — per la communio — Inst III, 27, 3, Dig. X, 2 sg., Cod. Just. III, 37-40.

27 Cfr. A. GUARINO, Diritto privato romano, Napoli, Jovene, 19888 , p. 813 n. 88.1: «I ter-mini di socius e di societas sono, di per se, estremamente generici, e quindi passibili delle piösvariate applicazioni [...] Ciö spiega la vastissima gamma di significati delle due parole nellefonti letterarie e giuridiche (per esempio, socii sono detti spesso, come sappiamo, i partecipiad una communio); soprattutto dal momento che il greco ` KOINCOVid comincia a imporsi de-signando tanto societas che communio»; V. ARANGIO-RUIZ, `Societas re contracta e communioincidens [1934], in In., Scritti di diritto romano, vol. III, Carnerino, Jovene, 1977, pp. 27-65

(52-56). Cfr. inoltre A. Pocci, 11 contratto di societä in diritto romano classico, 2 vol. [Torino,1930-34], rist. Roma, Bretschneider, 1972; V. ARANcio-Ruz, La societä in diritto romano, Na-

poli, Jovene, 1950; F. BONA, Studi sulla societä consensuale in diritto ro lnano, Milano, Giuffre,1973; A. GUARINO, La societä in diritto romano, Napoli, Jovene, 1988; M. KASER, Das römischePrivatrecht, 2 vol., München, 1971-1975 2 , I, § 99, 133.3, 138.2 (pp. 410-412, 572-576, 590-592), II, § 241 V, 267 (pp. 272-274, 409-415); R. ZIMMERMANN, The Law of obligations. RomanFoundations of the Civilian Tradition, Oxford, University Press, 1996 2, pp. 451-477.

— 149 —

CORNEL ZWIERLEIN

2.3. Ma il diritto societario romano e bizantino, al momento dellaloro rinascita e rilettura nel '500, non bastano come fonti semantichedella consociatio althusiana. Manca soprattutto l'aspetto della normativitäverticale, che e inerente in ogni consociazione, mentre il diritto socie-tario concepisce solo una unificazione di persone, di tose e di volontäin un senso orizzontale tra privati. Per questa combinazione della nor-mativitä `verticale' con Torizzontale' la teologia federale rappresenta latradizione semantica piü importante, e che puö anche contribuire allacomprensione del carattere `calvinista' di Althusius — benche sia chiaroche la sua opera non si lascia ridurre a un trattato `teologico'.

C'e un vivo dibattito sul problema se la teologia federale sia statastoricamente importante per la formazione del pensiero politico mo-derno fino al federalismo odiemo in generale e per Althusius in parti-colare. 28 Duso, Scattola insieme con Stolleis hanno mostrato che nellaDisputatio politica de regno recte instituendo et administrando, molto proba-bilmente attribuibile ad Althusius, la nozione del pactum, tanto civilequanto religiosum, e fondamentale, mentre nella sua Politica esso nonlo e quasi per niente. 29 Questo fatto e stato una delle ragioni per cuiultimamente Horst Dreitzel ha rifutato l'accostamento della Politica allateologia federale, soprattutto quando si pensi anche soltanto alle Vindiciae contra tyrannos 3° come a un testo di questa teologia federale — il chenon e vero nel senso stretto del termine. 31 Dreitzel ha ragione, ma il suogiudizio negativo sull'importanza storica della teologia federale in asso-luto per la Politica e troppo sbrigativo.32

28 C. MALANDIUNO, Teologia federale, «11 Pensiero politico», XXXII, 1999, pp. 427-446.29 Cfr. J. ALTHUSIUS, De regno recte instituendo et administrando, edizione del testo originale con

nota bibliografica a cura di Scattola, «Quaderni fiorentini», XXV, 1996, pp. 23-46; Duso, Una primaesposizione del pensiero politico di Althusius: la dottrina del patto e la costituzione del regno, cit., pp. 64-126.

30 Per la letteratura critica su questo testo famoso e la domanda sempre dibattuta dell'au-tore cfr. ulteriormente B. NICOLLIER-DE WECK, Hubert Languet 1518-1581). Un riseau politiqucinternational de Melanchthon a Guillaume dOrange, Geneve, Droz, 1995, pp. 465-487; H. DAUSSY,Les huguenots et le roi. Le combat politiquc de Philippe Duplessis-Mornay 1572-1600), Geneve,Droz, 2002, pp. 229-258; S. TESTONI BINErn, 11 pensiero politico ugonotto. Dallo studio della storiaallidea di contratto 1572-1579), Firenze, Centro Ed. Toscano, 2002.

31 H. DREITZEL, Althusius in der Geschichte des Föderalismus, in Politische Begriffe und historisches Umfeld in der Politica methodice digesta des Johannes Althusius, a cura di E. Bonfatti, G. Duso,M. Scattola, Wiesbaden, Harrassowitz, 2002, pp. 49-112: 52-63.

32 Certamente Althusius non racconta una storia cosmologica nel senso della teologia fe-derale. 11 patto religioso ripreso dalle Vindiciae non mi sembra avere una funzione fondamen-tale per la struttura dell'opera o almeno per la nozione chiave della consociatio (cosi giustamenteD. WYDUCKEL, Einleitung, in J. ALTHUSIUS, Politik, trad. ted. di H. Janssen, a cura di Wyduckel,Berlin, Duncker & Humblot, 2003, pp. vii-xLvii: >ocxv). Soprattutto il sistema teologico-giu-ridico delle Vindiciae, dove non si parla del patto con Adamo e solo nel cap. IV della comu-nione con Cristo, non e affatto da confondere con la teologia federale in senso stretto.

— 150 —

CONSOCIATIO

Invece di partire dalla nozione del pactum o del foedus, perche oggi`federalismo' si serve di questo termine latino, credo sia piü fruttuosoper il `proto-federalismo' di Althusius — soprattutto per il termine cen-trale consociatio — partire della nozione della xotvcovia. 33 La teologia fe-derale non consiste solo nel topos fondamentale dell'esistenza di un foedus giä prelapsario tra Dio e Adamo, secondo il quale Dio e obbligato aconcedere all'uomo la vita etema nel caso che questi gli obbedisca e loveneri, ma si deve piuttosto pensare che questo topos ha il carattere diun a priori metodologico, sulla cui bare e rispetto al quale si sviluppal'intero sistema teologico. 34 Dunque, la communio cum Christo e propriouna conseguenza o quasi un effetto giuridico del foedus o della promissioDei iniziale; come nel diritto ereditario, quando un paterfamilias muore,i suoi heredes (o per vocatio ab intestato o per un legato a piü d'uno) siritrovano ipso hure in una comm un io incidens, che nel tempo arcaico e sta-to chiamato il consortium ercto non cito, cosi nel sistema della teologia fe-derale, con la promissio prima et aeterna Dei (con il suo berith o testamentum), e istituita la stessa communio cum Christo. Questo valeva gilt primadell'epoca del Nuovo Testamento, poiche la concezione del temponella teologia federale va ben al di lä di una semplice narrazione con-secutiva di patti tra Dio e gli uomini: si insiste sempre sul fatto che que-sti patti espressi, soprattutto tra Dio e Mose, o tra Dio e gli uomini at-traverso Gesü, sono sempre solo commemorazioni e conferme del pat-to iniziale. Dopo il lapsus Adami, la salvezza eterna non e possibile senon attraverso Cristo. La communio cum Christo e una conseguenzaatemporale o anche sovratemporale del patto supralapsariano della qua-le possono approfittare anche gli uomini vissuti prima di Gesü. Vedia-mo piü precisamente questo ambito teologico:

33 «Diximus autem iain antea, perinde esse, sive foedus Dei nobiscum, sive fidei iustitiam,sive vero nostram cum Christo Domino comnsunionem, mysterium circurncisionis [ma anchedel battesimo e della cena, C.Z.] esse dicamus. Nam et foederis divini nobiscum et iustitiaeitem fidei nomine itetovunuAg nobis nostra cum Christo Domino communio designatur,dum nobis per effecta sua commendatur, siquidem Dei nobiscum foedus non consistit nisiin Christo. Consistere autem in Christo non potest, nisi et illi nobiscum et nobis cum illocerta quaedam communio intercedat, quae hac sane efficiat, ut, quod in Christo defertur,nempe foedus ipsum, id ad nos etiam pertinere omnino possit». J. A LASCO, Brevis et dilucidade sacramentis ecclesiae Christi Tractatio [1552], in ID., Opera, a cura di A. Kuyper, Amsterdam-s'Gravenhage, Muller e Nijhoff, 1866, 2 vol., I, pp. 97-232: 176).

34 Per la teologia federale del cinquecento prima delle scuole inglesi e olandesi del sei-cento cfr. sopratutto J.W. BAKER, Covenant and Community in the Thought of Heinrich Bullinger,in The Covenant Connection. From Federal Theology to Modern Federalism, a cura di D.J. Elazar eJ. Kincaid, Lanham, Lexington, 2000, pp. 15-29; D.A. WEIR, 77ze Origins of the Federal Theology in Sixteenth-Century Reformation Thought, Oxford, University Press, 1990; D. VISSER, TheCovenant in Zacharias Ursinus, «The Sixteenth Century Journal», XVIII, 1987, pp. 531-544.

— 151 —

CORNEL ZWIERLEIN

La parola Kotvcovia non compare solamente nel diritto romano-bi-zantino e nella filosofia greca ma anche nel testo biblico I Cor., 10, 16).Citiamo la Vulgata:

Calicem benedictionis cui benedicimus nonne communicatio [= Kotvw-via] sanguinis Christi est? et panis quem frangimus nonne participatio[=Kotwovia] corporis Domini est? quoniam unus panis, unum corpus multisumus, omnes quidem de uno pane participamur.

Cosi dopo il momento `erasmiano', dal 1516 in poi, quando la letturadel testo greco del Nuovo Testamento faceva parte del processo delleRiforme in Europa e della differenziazione tra le grande confessionicristiane, il termine diventava oggetto di moltissime discussioni: I

Cor. 10, 16 era uno dei luoghi centrali per la discussione sulla `cenadomenicale', discussione asperrima tra le confessioni. 35 Nel lato `uma-nista' della Riforma, soprattutto all'interno nella teologia federale na-scente tra i riformati di ascendenza `svizzera' (non nel senso topogra-fico, ma teologico) — Bullinger, Lasco, poi i teologi di Heidelberg,Herborn, Leiden ecc., Pierre Bouquin, Thomas Erastus, Caspar Ole-vian, Zacharias Ursinus, Franwis du Jon — in questa discussione sullacena domenicale i termini Kolvwvia, communio e anche — giä dal1560 in poi — consociatio, appartengono a una dogmatica specifica ene formano quasi il cuore: e il termine che indica la ecclesia universalische e isomorfa con il regnum Christi, che non esiste solo al di lä di que-sto mondo (come nel luteranesimo, con la differenza netta tra regnummundi / regnum Dei o Christi), ma che `comincia giä in questo mondo'.Gli eletti di Dio (i sancti) riuniti come fedeli nella ecclesia (non nellachiesa particolare, ma in quella universale) sono orizzontalmente con-giunti tra di loro sotto la verticale governativa del rex Christus con cuisono anche congiunti e coagmentati. Lasco, riformatore di Emden, so-pratutto nella Brevis et dilucida de sacramentis ecclesiae Christi Tractatio(1552, scritta durante l'esilio in Inghilterra, seguendo qualche stimolodi Erasmo e di Bucer), esprime querte congiunzioni orizzontali e ver-ticali nel linguaggio del diritto romano societario: i fedeli hanno uncondominio con Cristo, nel quale l'uomo e il Salvatore danno ognunola sua parte. L'uomo dä il suo corpo umano prelapsario, Cristo a al-

35 Cfr., tra i molti studi specifici, W. KÖHLER, Zwingli und Luther: Ihr Streit über das Abendmahl nach seinen politischen und religiösen Beziehungen, 2 vol., Leipzig-Gütersloh, GütersloherVerlagshaus, 1924-1953; E. BIZER, Studien zur Geschichte des Abendmahlsstreits im 16. Jahrhundert, Darmstadt, Wiss. Buchgesellschaft, 1972 3; T. KAUFMANN, Die Abendmahlstheologie derStraßburger Reformatoren bis 1528, Tübingen, Mohr & Siebeck, 1992.

— 152 —

CONSOCIATIO

l'uomo la sua opera salvatrice. 36 A parte la sistematizzazione e metodiz-zazione della nozione, si potrebbe dire che questa e semplicemente lateologia comune cristiana della ecclesia universalis dalla teologia patristicafino ad oggi, esente da apporti specifici del calvinismo o ancora di unatradizione precisa anmemo del calvinismo. Anche la teologia cattolicae quella luterana conoscono un locus della ecclesia universalis. Ma l'accentoli e posto sempre sul fatto che la chiesa universale e invisibilis e che lachiesa visibilis e impura. La chiesa attuale e visibile in questo mondo el'istituzione gerarchica dal papa fino a tutti i Per i luterani, la chiesaattuale e visibile come riunione dei cristiani esterni äußere Christen), esempre una cosa del regnum mundi. Solo il cristiano nel suo intimoder innere Christ) potrebbe essere un membro della chiesa universale.Le chiese particolari sono dunque disperse su questo mondo come isti-tuzioni ausiliarie dei cristiani (potenziali) e a priori c'e tra di loro solo unlegame 'spirituale', che non potrebbe essere mai nello stesso momentoun legame `politico'. 37 Per i calvinisti (soprattutto nell'ambito della teo-logia federale), la differenza tra regnum mundi e regnum Christi non e as-soluta, ma solo graduale. In Bucer (che non si pu6 definire come teo-logo federale, poiche e vicino per la sua ecclesiologia alla concezione delregnum Christi) 38 in un testo del 1551, scritto sempre durante l'esilio inInghilterra, c'e un equivoco quasi totale tra la consociatio cum Christo, lecclesia eil regnum Christi:

Quod Ecclesia Christi non sit, nisi eorum, qui in corpus Christi sint con-

sociati & coagmentati, manifestum est cum ex alijs multis, tunt ex his locis:Amen, Amen dito vobis: Nisi quis de integro fuerit natus ex aqua & spiritu,non potest ingredi regnum Dei. At regnum Dei, Christi Ecclesia est.39

36 LASCO, Brevis et dilucida tractatio, pp. 148-152, ma cfr. piü dettagliatamente ZWIERLEIN,Die reformierte Erasmianer a Lasco, cit., pp. 71-87.

37 Se compiamo per un momento un'astrazione teologica dalla gerarchia de facto all'in-terno ahnend di ogni chiesa territoriale.

38 Per la quale cfr. A. GÄUMANN, Reich Christi und Obrigkeit. Eine Studie zum reformatorischenDenken und Handeln Martin Bucers, Bem et al., P. Lang, 2001. Cfr. anche M.A. ÜALCHI PELLE-

GRINI, Modelli politici e contesti storici: la Respublica Israelis in Martin Bucer, in L. CAMPOS BORALEVI,D. QUAGLIONI (a cura di), Politeia biblica,Pensiero Politico», XXXV, 2002, pp. 369-381.

39 M. BUCER, Libellus vere aureus de vi et usu sacri ministerii CUM in geriere tunt de singulis partibuseins, nunquam antehac typis impressis, ed. 1. Tremellio, Basileia, Pietro Pema, 1562, p. 16. 11 De viet usu faceva parte degli ultimi testi scritti da Bucer nel 1551 prima della sua morte a Cam-bridge. E la prima pubblicazione preparata a Heidelberg del suo collega di Cambridge, Tremel-lio, ritomato sul continente (dat. 18.1X.1561). Egli pubblicb il De vi et usu anche in una edi-zione piü ampia di questi testi lasciati da Bucer: M. BUCER, Praelectiones doctissimae in epistolaniD<omini> P < auli> ad Ephesios, [...] habitae Cantabrigiae in Anglia, Anno M D.L. & LI.Ex ore praelegentis collectae, & nunc primum in lucem editae, diligentia Immanuelis Tremelij

— 153 —

CORNEL ZWIERLEIN

Le metafore di Eph. 4, 16 dell'essere connexum e compactum (o coagmentatum e compingatum nella traduzione erasmiana) 4° con Cristo nella communio o Kotvaivia sono parafrasate piü volte da Bucer con il termine consociatio. 41 anche nell'ecclesiologia calvinista, la differenza tra eccle

Theologiae doctoris, & eiusdem professoris in Acadentia Heydelbergensi, Basileia, PietroPema, 1562, pp. 108-162: 111-129), poi ripresa in M. BUCER, Scripta Anglicana fere ornnia,ed. C. Hubert, Basileia, Pietro Perna, 1577, pp. 553-610. Cfr. L. PERINI, La vita e i tempi di PietroPerna, Roma, Ed. di Storia e Letteratura, 2002, Catalogo editoriale di Pema, n. 67, 68, 268.

4° ERASMO, Novum Instrumentuni [prima ed. 1516], In., Opera orrinia, a cura di J. Clericus,Leiden, 1705, Hildesheim, Olms, 1962, t. VI, col. 847.

41 Citiamo estesamente per fare capire come ii linguaggio `consocietario' e della consensioentra tanto nell'ecclesiologia che nella visione teologico-politica della societä civile: «Planumergo iam factum est, quicunque vera membra Christi sunt, eos in corpus domini consociari re-generatione, hoc est, totius hominis ad imaginem dei atque naturae divinae consortium, perSpiritus sancti renovationem: quae in adultis absquc tide non est, & fide iustificante. Nuncvideamus & de ipsa consociationis ratione, qua necesse est, membra Christi inter se copulari,& coniungi. Haec ratio quam explicatissime perscripta est Ephesijs quarto [Eph, 4, 16], hisverbis g oü idiv tö crio'uct cruvaptioXoyotiuevov Kai o-uußtKäucvov rtäai tg kruxopit-yiag &c. Haec Spiritus sancti verba probe pensitemus. Clare enim his dicitur, & quid Ecclesiasit, & quod proprium opus Ecclesiae, cum universae, tunt singulorum membrorum eius.Unde perspicue quoque cemitur, qui possint in Ecclesiae membris nominari, qui minus.'Ex quo' inquit, 'omne corpus coaptatum & coagmentatum, &c.' Ex Christo itaque dominoesse oportet, id est, renatos, quicunque sint de Ecclesia Christi in veritate. Ex ipso enim ne-cesse est, totum corpus, ideo & quodlibet membrum, in hoc corpus eius coagmentari. Id verofacit, suum donando spiritum regenerationis. Eo ergo qui carent, sicut eius non sunt, nec exeo sunt, ita ab ipso non coaptantur, & compinguntur in suurn corpus, hoc est, quarr aptissime,& confirmatissime, ut cum Christo capite, ita & inter se coniungi, uniri, atque constringi. Etquornodo non coaptarentur cum decentissime atque convenientissime, tum etiam confirma-tissime & tenacissime, qui consociantur, & in unum compinguntur ex ipso filio Dei? Videmussiquidem ex tota mundi machina, quam ille cunctas creaturas suas inter se & suavissime & so-lidissime constrinxit, atque efficit, ut singulae alijs sint suae bonitatis, & beneficentiae instru-menta, ac velut canales. Ecclesia vero Christi est eius corpus & ipsius, omnia in om-nibus implentis, id est, perficientis. Causa cuius etiam deus caeteras mundi partes sic munificecondidit, servat, & ornat. Necesse est igitur, ut qui vere in hoc corpus Christi coaptantur, &compinguntur, iungantur inter se, coadunentur, atque constringantur, & summa suavissima-que ingeniorum, & voluntatum consensione, & tenacissima quoque, atque ex promptissima of-ficiorum communicatione. 'Per onmein deinde', inquit, luncturarn'. Iuncturae hae, quibusmembra Christi cum ipso, & inter se iungi necesse est, atque cohaerere, sunt commissuraeomnes illae, quibus ad certas officiorum commutationes, a domino committuntur, & consociantur. Prima vero iunctura, ex qua reliquae omnes sanctificantur, & est ipsa societas fidei,& communio Christi, qua quisque Christianorunt alteri, ut membrum membro, cohaeretin domino, & subservit, ad provehendam vitam Christi, docendo, monendo, preces commu-nicando, cunctisque officijs reliquis charitatis, qua quisque alterum complecti debet, & deine-ren. Ex hac existit primum omnium coniunctio illa religionis, qua quisque certo coetui sanc-torum, ut parochiae, inseritur, & certo ecclesiae ministerio adiungitur. Vocetur haec iunctura,Religionis propria.

Hanc sequitur iunctura ciuitatis, & reipublicae, mox & domestica, quae tres continet in sesocietates: Mariti & uxoris sanctum coniugium: parenturn cum liberis, & liberorum cum pa-rentibus: & heri heraeque cum familia: & familiae, cum hero hera: coniunctio inter se co-gnatorum, affinium, vicinorum atque omnium, quos in hoc iungit dominus, ut alius ab alio

— 154 —

CONSOCIATIO

sia vera dei cristiani e ecclesia impura dell'assemblea reale, dove si trovanoanche falsi cristiani, simulatori etc., e molto importante. 42 La disciplinaecclesiastica, esercitata soprattutto dal presbiterio (nella sua forma spe-cifica per ogni territorio e ogni chiesa differente), allo scopo di correg-gere i falsi membri. A questo punto compare il tema molto discussonella storia sociale del processo di disciplinamento sociale nell'ambitoconfessionale. 43 Ma la specificitä di questo lato del `calvinismo' sembraessere che dopo la discussione del topos della differenza tra membri purie membri falsi della chiesa, che corrisponde alla differenza tra chiesa vi-sibile e invisibile, spesso l'identificazione dell'ordine sociale con la stessacommunio procede senza piü toccare il problema della `visibilitä' dellachiesa universale. In Bucer (nel testo citato), la iunctura prima della communio cum Christo e la religione stessa. Ma la iunctura ciuitatis, & reipublicae, mox & domestica, delle quali Bucer suddivide la domestica in tres societates (matrimonio, genitori-figli, oikos) come piü tardi faranno Da-

adiuvetur, cum doctrina, & adhortatione pietatis, tum alijs quoque officijs, quibuscunque ho-mines se mutuo iuvare possunt, in rebus quibusvis, pertinentibus vel ad animam, vel ad cor-pus, & publice & privatim. Non enim hominum naturam, auf naturae officia mutat Christus,sed suae restituit naturam integritati, & dignitati, ad quam condita est, eiusque omnia officia,quae illi ex divina constitutione congruunt, reparat & sanctificat, ut coniuges se tales sibi mu-tuo praestent, quales Deus ab initio requirit, sic parentes liberis, sic liberi parentibus, sic heri &herae familiae, & familia hero & herae: sic cognati, affines, vicini, & quamvis ob causam, sibiinvicem ad officiorum communicationes, occurrentes: sic Reipublicae gubernatores subditis,sic subditi erga Rempublicam administrantes, sic omnium artium doctores ad discipulos, sicdiscipuli ad praeceptores.

Ad quid consociat autem deus ita homines inter se, per has tarn variarum facultatum, &muneris suorum iuncturas, & commissuras? luncturas vocat %ubministrationis'

Cuius autem rei? Quid possunt membra in Christo sibi invicem subministrare? Ea certeomnia, quibus augetur & aedificatur Christi corpus. Augetur autem, & aedificatur, dum quo-tidie aliqui nascuntur ecclesiae, & renascuntur, vereque incorporantur: & qui ei iam sunt nati,renati, incorporati, in vita Dei proficiunt [...]» (BUCER, Libellus, pp. 21-26). Per l'ecclesiologiadi Bucer cfr. G. HAMMANN, Entre la secte et la citd : le projet dEglise du Riformateur Martin Bucer1491-1551), Geneve, Labor et Fides, 1984 (trad. ted. Martin Bucer: 1491-1551; zwischenVolkskirche und Bekenntnisgemeinschaft, Mainz, Zabem, 1989).

42 Cfr. PHILIPPE DU PLESSIS MORNAY, Traicte de !eglise, auquel sont disputes les principalles questions, qui ont estc; ‚neues sus ce point en nostre temps, Londres, Thomas Vautrollier, 1578, passim.

43 Cfr. per questo argomento, tra motte altre pubblicazioni, H. SCHILLING, Rei-ormierte Kirchenzucht als Sozialdisziplinierung? — Die Tätigkeit des Emder Presbyteriums in den Jahren 15571562 Mit vergleichenden Betrachtungen über die Kirchenräte in Groningen und Leiden sowie mit einemAusblick ins 17. Jahrhundert), in Niederlande und Nordwestdeutschland, a cura di W. Ehbrecht eH. Schilling, Köln-Wien, Böhlau, 1983, pp. 261-327; Kirchenzucht und Sozialdisziplinierung imfrühneuzeitlichen Europa, a cura.di H. Schilling, Berlin, Duncker & Humblot, 1994; prospettivaun poco differente: H.R. SCHMIDT, Gemeinde und Sittenzucht im protestantischen Europa der Frühen Neuzeit, in Theorien kommunaler Ordnung in Europa, a cura di P. Blickle, E. Müller-Luck-ner, München, Oldenbourg, 1996, pp. 181-214; In., Das Abendmahl als soziales Sakrament, inTraverse 9 (2002/2), pp. 79-93.

— 155 —

CORNEL ZWIERLEIN

neau e Althusius con i livelli differenti di consociationes, e solo la subministratio alla stessa comunione con Cristo. Tutto il lavoro di ogni mem-bro della societä e subordinato allo scopo generale dell'intero corpocristiano di difendere e accrescere se stesso. Esso si accresce incorporan-do altri membri nel corpo della consociatio. Tutto questo s'intende per leopere e le azioni di tutta la societä civile (cristiana) in questo mondo.interessante notare, a questo punto, che anche l'azione di guerra di uncerto Landgraf Philipp, che prende nel 1542 la cittä di Braunschweig, esussunta da Bucer sotto l'idea dell"accrescimento del regno di Cristo'.Al limite, una guerra difensiva (della communio contro il mondo del-l'Anticristo — che si converte facilmente in una guerra espansionisticanella realtä) e un'azione che subministrat allo scopo e all'essere di questacommunio.44 Anche se in queste concezioni c'e una separazione chiara dicompiti e funzioni secolari ed ecclesiastiche, non e tale quale si trovanel luteranesimo. In un certo modo, la separazione di funzioni socialie interna alla communio, mentre la separazione piü netta tra regnum mundie regnum Christi nel luteranesimo (`ortodosso' — se esiste una `ortodos-sia') fa si che una identificazione (anche solo approssimativa) del regnumChristi con la societä su questo mondo non sembri possibile. La sepa-razione delle funzioni (degli status ecclesiastici, politici, economici) del-la societä nel regnum mundi sembra essere nel luteranesimo piuttosto uncoordinamento, nel `calvinismo' piuttosto una subordinazione diretta(non messa in discussione dalla differenza fra regnum mundi e regnumChristi) di tutte le azioni e funzioni sotto il caput Christus e lo scopo co-mune della comunione. Certo, queste sono generalizzazioni, e nel det-taglio la differenza tra luterani e calvinisti puö sembrare poco chiara,48ma una teoria della consociatio quasi come desacralizzazione della communio cum Christo e come base di una teoria etica e politica era poco svi-luppata all'interno del luteranesimo (dove riscontriamo piuttosto unpensiero che parte dal potere governativo `pre-dato' del magistrato, so-

44 M. LENZ, Briefwechsel Landgraf Philipp's des Großmüdeen von Hessen mit Bucer [Leipzig,1880-1891], rist. Osnabrück, Zeller, 1965, vol. II, p. 83; GÄUMANN, Reich Christi, cit., p. 162.

45 Soprattutto le prime riflessioni di Lutero sulla chiesa sembrano piuttosto il fondamentocomune del protestantesimo intero, nia le differenziazioni posteriori non vanno sottovalutate.Cfr. P. ALTHAUS, Communio sanctorum: die Gemeinde im lutherischen Kirchengedanken. Vol. 1: Lu-ther, München, Kaiser, 1929 (i volumi ulteriori non sono usciti); K. HAMMANN, Ecclesia spintualis: Luthers Kirchenverständnis in den Kontroversen mit Au'ustin von Alveldt und Ambrosius Ca-tharinus, Göttingen, Vandenhoeck & Rupprecht, 1989; J. LuTz, Unio und Communio: zumVerhältnis von Redttfertigungslehre und Kirchenverständnis bei Martin Luther; eine Untersuchung zuekklesiologisch relevanten Texten der Jahre 1519-1528, Göttingen, Vandenhoeck & Rupprecht,1990; B. LOHSE, Luthers Theologie in ihrer historischen Entwicklung und in ihrem systematischen Zu-sammenhang, Göttingen, Vandenhoeck & Rupprecht, 1995, pp. 294-316.

CONSOCIATIO

prattutto del monarca, come per Arnisaeus) e molto di piü nel calvini-smo. Non senza ragione Werner Elert — un autore altrettanto noto peril suo approccio völkisch alla storia della teologia molto discutibile — ve-deva nella frase di Melantone (che nella visione di Elert era per moltiaspetti il responsabile dell'inizio della trascuranza della teologia luteranapura ed era colui che apriva la porta alla Überfremdung calvinista) «VultDeus esse consociationein» 46 un punto di partenza per concepire la so-cietä significativamente differente da quello di Lutero, compendiatonella frase «Vult Deus esse discrimina ordinum». In Lutero, l'istituzionee l'autonomia degli `ordini' era sistematicamente e logicamente ante-riore alla fondazione della societä. 47 In Melantone, in alcuniluterani 'eterodossi' e nei calvinisti era piuttosto il contrario: il momen-to associativo era il primo, e i fondamenti della societä e della chiesanon erano concepiti molto diversamente. La contrapposizione puä es-sere troppo rigida, ma tendenzialmente essa mi sembra valida. Bucerpoteva scrivere un trattato De regno Christi (1551), che era un progettodi riforma integrale dell'Inghilterra. 48 L'Inghilterra cristiana con il suore, le sue istituzioni secolari ed ecclesiastiche come parte della communiocum Christo puö diventare il regnum Christi stesso.49 La communio —

46 F. MELANTONE, Postillae, a cura di C. Pezel [prima ed. posturna 1594], Corpus refonnatorum, acura di C.G. Bretschneider e H.E. Bindseil, vol. XXV (Braunschweig, Schwetschke, 1856; nov.ed. New York-London, Johnson, 1963), col. 148-167 (predica in Luca 1), col. 152 sg.: «1.1 Re-citantur autern ista, quia Deus vult extare testimonia de suis patefactionibus in Ecclesia, vult con-

sociatam esse Ecclesiam, ut dicitur in Psalmo: `Hierusalem aedificatur ut civitas, cuius participatio inid ipsum' [Ps. 121, 3]: was ist geredt? id est, quae est consociata in id ipsum; hoc est, simul. Deus vultesse consociationem. 'Non deserite congregationem vestram' inquit Epistola ad Hebraeos Hebr. 10,25 — cit. imprecisaj. Scitis, quod tune. floreant Respublicae, quando est consensus in rebus bonis,ut Plato inquit: rtiw vOwav iköflecn. i vtaüta ßkactv, öiro) CrOVT(11 oi TCOXiTalpfiXt.TICL ayLt-Ooi, MIT CtUriXot(pikot — `Finis legum nostrarum est, ut cives sint honesti, et sint inter se concordes'[PLATONE, Legei, 743 c. 5]. Non potest enim esse diutuma concordia, ubi non est iustitia. Et ubiest discordia necesse est alteram partem esse iniustam. Romanum imperium floruit tempore Au-gusti post victum Antonium; quia tunt fuit tale, ut esset concors et iustum imperium. Sie oralChristus etiam pro Ecclesia: 'Pater, fac ut UnW11 sint in nobis' [Gio. 17, 21]: petit, ut sanctifice-mur in verbo, et ut consociati simus in Deo. Ita hic videtis esse consociatiotzent Zachariae, Mariae,Elizabeth, Simeonis et aliorum, quibus est patefactum hoc miraculum concepti fihi Dei».

47 WA 44, 440, 25; WA 49, 613, 1 sgg.; WA 31 I, 399, 26 sgg.; W. ELERT, Morphologie desLtaltertums, vol. 2: Soziallehren und Sozialwirkungen des Luthertunts, München, C.H. Beck,1953 2 , p. 51. Cfr. tutto il capitolo pp. 49-65 et per l'impatto sociale della dottrina luteranadei tre ordini L. ScrioRN-ScHü-rre, Die Drei-Stände-Lehre im reformatorischen Umbruch, in Diefrühe Reformation in Deutschland als Umbruch, a cura di B. S.E. Buckwalter, Gütersloh,Gütersloher Verlagshaus, 1998, pp. 435-461 e in altre pubblicazioni.

48 M. BUCER, De regno Christi, a cura di F. Wendel, Gütersloh, Bertelsmann, 1954(= Opera latina, 15, 1).

49 Certo, Bucer comincia enumerando le differenze e quello che hanno in comune il re-gnum mundi eil regnum coelorton (ivi, I, 2, pp. 6-20), ma per tutto il trattato alla Eine il punto dipartenza e ridentitä parziale dei regni.

— 156 — — 157 —14

CORNEL ZWIERLEIN

Kotvwvia – consociatio diviene dunque sempre piü la nozione centraleper una teoria calvinista della societä che parte della cena domenicale.La communio cum Christo e eterna. E, nella teologia federale, essagiä una conseguenza del patto supralapsariano tra Dio e Adamo, nelquale Dio promette la salvezza di Adamo. Nella cena domenicale dellateologia di Zwingli, Bullinger, Lasco, Bouquin, Erastus, Olevian e an-che di Martyr, Tremellio, Ursinus, Zanchi etc. (con delle differenze neldettaglio), 5° la cerimonia stessa e solo una commemorazione del fatto diessere gia nella communio cum Christo. Non e una creazione momentaneadella comunione o un momento di `mediazione' attraverso la frontierachiusa tra regnum mundi e regnum Christi, perche la communio e un'unitäche trascende questa divisione, e l'uomo incorporato nel corpo di Cri-sto fa parte solo di un processo di perfezione che si sviluppa tra l'una el'altra vita. La presenza reale di Cristo nella cerimonia della cena non 8necessaria ne in ne sub vel cum patze, perche la communio e un fatto spi-rituale che ha il suo inizio ben prima della nascita di ogni fedele parti-colare in questo mondo. E importante notare che, a questo livello, lateologia `ortodossa' del calvinismo e la teologia federale non differivanomolto: se mancava nella ortodossia la centralitä della narrazione cosmo-logica del patto (ed era piü importante il decreto unilaterale di Dio),l'effetto di questa causa prima differente (patto o decreto) era la stessacommunio. Anche nel dettaglio e stato mostrato che Theodore de Bezestesso accoglie piü la visione buceriana della communio e meno quella diCalvino. 5 ' Su questo punto, i fedeli dei Paesi Bassi, di Francia, di Emden,Herborn, Heidelberg, Ginevra, Zurigo e delle regioni `calviniste' dell'Estpotevano capirsi senza `problemi di comunicazione' (a parte le interpre-tazioni specifiche piü `commemoraliste' o piü `spiritualiste' della cenadomenicale). Se si scrive dunque una – una teoria sul fatto so-cio-politico nel senso pre- o protomoderno – dal punto di vista di uncristiano calvinista di questa tradizione, si scrive senza parlare esplicita-mente della cosmologia teologica che sta dietro al fatto sociale analizzato.Ma rimane sempre un legame con questa visione, perche la societä orga-nizzata e da organizzare avrä sempre, quasi sottintesa, una tale concezionecristiana che sta sotto il governo del caput Christus, anche se il teorico po-litico non parla in primo luogo di Cristo e dell'opera creatrice divina, masolo del livello umano. Ma la forza congiuntiva (la iunctura) che unisce gli

5° Cfr. per altre citazioni che mostrano la genealogia terminologica della consociatio,ZWEERLEIN: Reformierte Theorien der Vergesellschaftung, cit., pp. 214 sgg.

51 T. MARUYAMA, The Ecclesiology of Theodore Beza. The Reform of the True Church, Geneve,Droz, 1978, pp. 20-25 e passim.

— 158 —

CONSOCIRTIO

uomini nella communio anche in questo mondo alla fine non puö non de-rivare dall'opera divina. Al di fuori di questa societä che si pull descrivere,ci sarebbe solo la societä dell'Anticristo, che non ha bisogno di una teoriaorganizzativa (mentre nel luteranesimo il regnum mundi non ha per se unlegame Ininterrotto' con il cielo nell'ordine politico, se non l'atto istitu-tore stesso di quell'ordine, Rom. 13, 1). E per questo che la verticale dellalegge simbiotica' divina e inclusa a priori da Althusius in ogni tipo di consociatio. Anche una 'Politica' luterana vorrebbe e potrebbe sempre esigereun governo cristiano. Ma sarebbe sempre possibile che la chiesa partico-lare visibile si trovi in un regno non cristiano, pagano, tipico per questoregnum mundi, che non sarebbe neanche da identificare immediatamentecon il regno dell'Anticristo. Quindi non ci sarebbe, dall'altro lato, unaidentificazione tra regnum Christi e governo politico.

2.4. Non va dimenticata la tradizione aristotelica 52 (1251 a 1). Giä laquinta parola della Politica di Aristotele e icotvcovia. Nella creazione del-la nozione consociatio sicuramente confluisce anche il linguaggio aristo-telico. E soprattutto importante l'idea che gli uomini non sono uguali eche sociale' e un effetto cumulativo dell'incapacitä di ognuno di so-pravvivere per se stesso (I, 4). Credo per6 che la domanda se Althusiussia stato un pensatore aristotelico o no, posta cosi in astratto, risulti er-ronea. 53 Non si puö quasi immaginare un pensatore europeo nella pri-ma etä moderna che non sia in certo modo `aristotelico'. Anche un pla-tonico usava sempre i testi aristotelici e la stessa cosa vale anche per i`ciceronisti'. Se gli autori si denominavano qualche volta (sopratuttoin un modo polemico) tra di loro `aristotelici' o `platonici', ciö puö es-sere indicativo di un certo carattere dell'opera – ma qualche volta non edi molto aiuto (`platonico' poteva essere la denominazione per unchiavelliano' a Roma nel 1600, ma un `machiavelliano' poteva ancheusare soltanto testi aristotelici e viceversa). Il nostro compito e piuttostovedere e misurare la parte delle diverse tradizioni nella concezione to-tale di un autore – tranne, certo, i testi aristotelici, soprattutto nella tra-duzione di Leonardo Bruni.54

3. La quantitä stessa delle ricorrenze del termine e certo grandissi-ma, essendo essa la nozione chiave dell'opera. Importa solo dire che

52 Politica, 1251 a 1.53 P.-L. WEINACHT, Althusius — ein Aristoteliker? über Funktionen praktischer Philosophie im

politischen Calvinismus, in Politische Theorie des Johannes Althusius, a cura di K.-W. Dahm,W. Krawietz e D. Wyduckel, Berlin, Duncker & Humblot, 1988, pp. 443-463.

54 Vd. 4, infra.

— 159 —

CORNEL ZWIERLEIN

dopo i primi capitoli (I-VIII), dove viene esposto il sistema strutturaledell'opera e la sequenza dei livelli distinti di consociazione, nel tratta-mento della consociatio universalis publico c'e una certa diminuzione d'im-portanza nell'impiego del termine: le nozioni di respublica 55 e di regnumricorrono piü spesso senza che consociatio perda il suo Status di nozionechiave. Consociatio si configura piü come la struttura generale sottintesa,perche l'autore (e il suo lettore) sono adesso 'clentro' la consociatio piügrande e piü complessa, dove si trattano i problemi specifici delle tasse,dei privilegi, delle istituzioni `costituzionali' (efori, sommo magistrato)etc., ma il termine ricorre spesso nelle forme verbale e aggettive consociandus, consociatus...), che mantengono presente il quadro strutturaledella consociatio. D'altra parte non si puö negare che c'e una certanon-consequenzialitä nei capitoli ulteriori dell'opera, quando si parlasempre della relazione diretta summus meistratus — subditi, mentre i li-velli delle consociazioni interrnedie con i loro diritti e prerogative sem-brano un po' dimenticati o nascosti.

4. Se guardiamo le tradizioni differenti che abbiamo distinto sopranel paragrafo 2, si deve costatare in primo luogo che Althusius non scri-ve un trattato teologico sulla communio cum Christo, ne un trattato giu-ridico sul diritto societario. Invece nella sua nuova nozione della consociatio confluiscono:

— il ciceronismo (sopra, 2.1.), per quanto riguarda la parola stessae soprattutto per quanto riguarda l'operazione intellettuale di scorpora-re, per cosi dire, il denominatore comune di tutte le altre strutture po-litico-giuridiche e della socializzazione. Questa operazione e `ciceroni-sta' nel senso del metodo ramista, perche in questo modo si puö passareda un livello della stessa unitä all'altro, dividendo sempre in due sotto-specie.

— il diritto societario romano (sopra, 2.2.), soprattutto per dareuna struttura piü formale alla nuova unitä. Le nozioni della `comunica-zione' dei soci all'interno della societä (o della gestione del condomi-nio), della condivisione di `opere', `beni o tose' etc. sono propri delcampo semantico del diritto romano-bizantino societario. Ricorrendoa denominazioni diverse (xotwovia, xotvortpgia, communicatio, communio, consociatio), che si usano talvolta quasi come sinonimi, talaltra piut-tosto in una relazione piü chiaramente gerarchica o funzionalmente su-bordinata, Althusius fa capire che il significato di questi nomi non e

5 Vd. infra, voce Respublica di C. ZWIERLEIN.

— 160 —

CONSOCIATIO

completamente fisso e chiaramente distinto in ogni paragrafo dell'opera.L'uso del termine greco xotvotvia come causa formalis della consociazio-ne include anche la larga gamma significativa del diritto societario roma-no dalla communio incidens — dove non e necessaria nessuna espressione divolontä da parte dei membri del `condominio' — fino al formale contractus societatis — che si basa su atti volontari espressi e reciproci. Questa lar-ga gamma si ritrova nella differenza tra una consociatio simplex privata naturalis necessaria propinquorum da una parte, dove l'uomo si trova comemembro senza mai avere esercitato una volontä, solo ex communi fonte& radice sanguinis (III, 4), e le consociationes simplices privatae civiles spontaneae (trattate nel cap. IV) dall'altra, che si formano effettivamente sullabase del consenso espresso e discusso dai partecipanti. Il pactum expressume il pactum tacitum nella definizione iniziale della consociatio sembrano ri-ferirsi a questa gamma di significati (I, 2). Generalmente l'avvicinamentodella consociatio al campo semantico giuridico dä alla consociatio in gene-rale (e non solo alluniversitas) un carattere costitutivo-corporativo, quasisulla strada dell'identificazione con una persona giuridica, rimanendopur sempre anche un'unitä `ontologica', sociale, pregiuridica.

— la teologia della xotwnvia (sopra, 2.3.), che, dopo la metä delCinquecento, era giä penetrata dalla semantica giuridica. E importantenotare — per non provocare fraintendimenti — che la xotvcovia o anche laconsociatio teologica di Bucer, Lasco, Bouquin etc. non sono identiche allaconsociatio politica di Althusius. L'una e un theologoumenon per descrivereda una prospettiva teologica la comunione del genere umano con Cri-sto e nello stesso tempo la causa prima della societä umana; l'altro e untermine per descrivere dalla prospettiva di una scienza politica proto-moderna nascente l'unitä primaria del sociale. L'originaliti del pensieroalthusiano nel concepire la societä dal basso verso l'alto (e non vicever-sa, cominciando dal magistrato supremo ordinato da Dio) non sarebbepossibile senza questa unitä. E questa e possibile solo nell'orizzonte diuna tale teologia: l'inclusione a priori dello jus symbioticum come lex consociationis I, 10 sgg.) in ogni consociazione come componente integrale diquesta unitä fa riemergere la combinazione della verticale govemativacon l'orizzontale consensuale come struttura astratta della consociazio-ne, com'era il caso della xotwovia teologica. Anche se l'analisi della leg-ge compare solo a proposito della consociatio universalis publica XXI, 16-41; XXII), le rispettive spiegazioni di Althusius si applicano invece aogni consociazione su ogni livello della societä, dello Stato. Govemaree amministrare non e altro che eseguire la legge, e la legge e la volontädi Dio; ma la legge e anche la regula vivendi per ogni suddito e quindisempre presente (XXI, 15-17). La verticale govemativa tra Dio e gli

— 161 —

CORNEL ZWIERLEIN

uomini passa attraverso questa legge quasi senza interruzione. Dove esi-stono o dove si formano consociazioni, c'e sempre la legge di Dio in-clusa come mezzo di comunicazione con l'eterno – senza che l'uomodebba o possa espressamente includerla (o meno) in modo volontario.Solo cosi – perche e giä di per se un'unitä diretta dalla legge di Dio –ogni consociazione gode della sua relativa autonomia primaria (l'aütäp-KEICL di I, 7 e 10), che gli dä la competenza per cedere diritti ai livellipiü alti nello stato, nella societä (principio della sussidiarietä). 56 Solo cosila consociazione puö servire come unitä di base `monadica' dell'interomodello socio-statale di Althusius (monadica solo nel senso della auto-nomia relativa di partenza, perche, certo, ogni consociazione ha biso-gno di consociarsi ulteriormente).57

– la tradizione politica aristotelica della Koivcovia, soprattutto perl'a priori secondo il quale l'uomo da solo non e «CtlCÜPKTK» (1, 3 sg.) maha bisogno di aggregarsi: 58 «La socialitä e per l'uomo un dato naturale,un presupposto della sua essenza». 59 Partendo da questo punto e giustosottolineare la differenza tra il federalismo moderno, basato sul concet-to volontarista del patto reciproco, eil concetto pre- o protomodernodi Althusius. 60 Ma forse e anche importante notare come questo aristo-telismo e mescolato strettamente con il ciceronismo (la metafora del-l'armonia musicale tra reggenti e sudditi) 61 e con il linguaggio teologicoe giuridico (la larga gamma tra pactum tacitum e pactum expressum), e co-

56 Cfr. C. MALANDIUNO, La `sussidiarietä' nella e nella prassi antiassolutista di J. Al-thusius a Emden, «II pensiero politico», XXXIV, 2001, pp. 41-58.

32 Una buona sintesi per la relazione tra ius symbioticum e consociazioni si trova in SC.AT-TOIA, Subsidiarität und gerechte Ordnung in der politischen Lehre des Johannes Althusius, in Subsidia-rität als rechtliches und politisches Ordnungsprinzip in Kirche, Staat und Gesellschaft. Genese, Geltungs-grundlagen und perspektiven an der Schwelle des dritten Jahrtausends, a cura di P. Blickte, T.O. Hueg-lin, D. Wyduckel, Berlin, Duncker & Humblot, 2002, pp. 337-369: 351-363.

88 Cfr. AEJSTOTELE, Politica, 1253 a 7-10. Per la nozione aristotelica cfr. per esempioP. WEBER-SCHÄFER, Community und koinonia. Versuch einer Begriffsklärung, in Politik und Politeia.Formen und Probleme politischer Ordnung. Festgabe für Jürgen Gebhardt zum 65. Geburtstag, a curadi W. Leidhold, Würzburg, Königshausen & Neumann, 2000, pp. 619-629.

39 ScATrout, Dalla virtü alla scienza, cit., pp. 292-295: 293.60 Duso, Althusius. Pensatore per una societä postmoderna?, «Filosofia politica», 1990,

pp. 163-175; ID., Sulla genesi del moderno concetto di societä: la consociatio' di Althusius e la 'socia-litas' di Piffendoff «Filosofia politica», 1996, pp. 5-31; ID., Una prima esposizione, cit.; ID., Il go-verno e l'ordine delle consociazioni, cit.; In., Mandatskontrakt, Konsoziation und Pluralismus in derpolitischen Theorie des Althusius, in Konsens und Konsoziation, a cura di Duso, Krawietz, Wyduc-kel, cit., pp. 65-81; ID., Herrschaft als gubernatio' in der politischen Lehre des Johannes Althusius, inPolitische Begriffe, a cura di Bonfatti, Duso, Scattola, cit., pp. 13-33: 19. Cfr. L. CALDEIUNI, La

di Althusius. Tra rappresentanza e diritto di resistenza, Milano, Angeli, 1995, pp. 59-70.61 Ivi, p. 295 sg., n. 265.

— 162 —

CONSOCIATIO

me il `presupposto' esistenziale della natura umana rinvii alla creazionedivina.

Queste quattro tradizioni semantiche di diverse discipline (Cicero-ne nel senso ramista, artes liberales, logica, teologia, giurisprudenza, filo-sofia politica) confluiscono nel termine althusiano consociatio. Althusiusne fa un insieme nuovo, una chiave interpretativa dello Stato e dellasocietä intera. Il nuovo amalgama gli serve per la «spersonalizzazionedel potere» eil suo trasferimento verso l'unitä astratta della consociatio,che L. Bianchin ha giustamente identificato nella sua opera.62

5. Non esiste un vero e proprio studio sulla fortuna di Althusiusnella prima etä moderna. N. Runeby ha dato qualche indicazione sullasua fortuna in Svezia. 63 Seguendo la `Bibliographia althusiana' di Wy-duckel, 64 G. Menk ha provato a enumerare alcune opere che nel Sei-cento riprendono ancora per un certo tempo la concezione althusiana eche testimoniano della sua presenza nelle istituzioni accademiche neiterritori tedeschi calvinisti e sopratutto nei Paesi Bassi (Herborn, Lei-den, Groningen etc. – Philipp Heinrich Hoen, Johann Heinrich Al-sted, Gisbert Voetius, Matthias Pasor e alcuni scrittori dello jus publicumimperiale Reichspublizistik), e gli `anti-althusiani' Hermann Conring,Peter Gartzius). 65 Troviano anche qualche citazione di Althusius neidocumenti dei conflitti tra gli stati territoriali Stände) eil principe (laLandgräfin di Assia) a metä Seicento (citati da R. v. Friedeburg). 66 Lostesso Friedeburg ha anche scritto sulla ricezione di Althusius in Inghil-

62 L. BIANCHIN, Politica e scrittura in Althusius. Il diritto regale nell'interpretazione di I Sam. 8,11-18 e Deut. 17, 14-20, in CAMPOS BoRALEvi - QUAGLIONI (a cura di), Politeia biblica, cit.,pp. 409-430: 410.

63 Cfr. N. RUNEBY, Monarchia mixta. Marktfärdelningsdebatt i Sverige under den tidigare stor-maktstiden, Stockholm, Norstedt, 1962, pp. 18 sgg., 450 sgg. e passim.

64 Cfr. Althusius-Bibliographie: Bibliographie zur politischen Ideengeschichte und Staatslehre, zumStaatsrecht und zur Verfassungsgeschichte des 16. bis 18. Jahrhunderts, a cura di H.U. Scupin,U. Scheuner e elaborata da D. Wyduckel, 2 voll., Berlin, Duncker & Humblot, 1973.

65 Cfr. G. MENK, Johannes Althusius und die Reichsstaatsrechtslehre. Ein Beitrag zur Wirkungder Althusianischen Staatstheorie, in Politische Theorie des Johannes Althusius, a cura di Dahm, Kra-wiez e Wyduckel, cit., pp. 255-300.

66 Cfr. R. V. FRIEDEBURG, Widerstandsrecht und Landespatriotismus. Territorialstaatsbildung undPatriotenpflichten in den Auseinandersetzungen der niederhessischen Stände mit Landgräfin Amelie Eli-sabeth und Landgraf Wilhelm VE von Hessen-Kassel 1647-1653, in Wissen, Gewissen und Wissen-schaft im Widerstandsrecht (16.-18. Jh.), a cura di A. De Benedictis e K.-H. Lingens, Frankfurt/M,Klostermann, 2003, pp. 267-326 e ID., Widerstandsrecht, Untertanen und Vaterlandsliebe: Die 'Po-litica' des Johannes Althusius von 1614 und ihre Rezeption in einem ständisch-fürstlichen Konflikt(1647-1652), in Jurisprudenz, Politische Theorie und Politische Theologie, a cura di Camey, Schil-ling, Wyduckel, cit., pp. 261-283: 277-281.

— 163 —

CORNEL ZWIERLEIN

terra e in Scozia nel Seicento. 67 Non si puö decidere in base a questistudi se la `tradizione althusiana' si realizzi soltanto per quanto riguardaqualche elemento (la costruzione degli `efori', il diritto di resistenza, ladiscussione sulla sovranitä) o anche attraverso una tradizione della stessanozione fondamentale di consociatio. Nella sua forma desacralizzata al-thusiana, essa non sembra avere conosciuto una grande diffusione. Pe-rö, nella sua descrizione storica della confederazione delle cittä anseati-che, il segretario e sindaco della cittä di Magdeburg, Johann AngeliusWerdenhagen, la usa. 68 V. Conti intitolava il suo bel libro sulla tradi-zione repubblicana nei Paesi Bassi Consociatio civitatum, ma nei branidei testi della stamperia elzeviriana da lui citati non compare mai il ter-mine tout tourt — tranne che nella Politica di Althusius. 69 Sembra dunquecerto che la `congiuntura' del termine nel linguaggio politico-giuridi-co-(teologico) dell'epoca diviene piü grande dopo Althusius, ma rima-ne forse sempre su un livello di sinonimo piuttosto impreciso di confoederatio, foedus, ecc., o sulla linea del linguaggio teologico-giuridico, co-me e stato mostrato prima di Althusius da Melantone, Bucer, Daneau,Ursinus.

Come per l'opera integrale di Althusius, sembra soprattutto la risco-perta di Gierke a rinnovare l'interesse anche per il termine fondamen-tale della consociatio. Gierke lo identifica con la sua Genossenschaft, la no-zione a metä strada tra invenzione normativa per il suo progetto socia-lista novecentesco di riforma del diritto tedesco Gildensozialismus), ericerca storica propriamente detta. 7° L'interpretazione gierkiana soffre

67 Vd. inoltre R. v. FRIEDEBURG, Self-defence and religious strife in early modern Europe,Aldershot, Ashgate, 2002.

68 J.A. WERDENHAGEN, De civitatum Hanseaticanim antiquo celeberrimoque foedere, eius consociatione, articulis et Jimdamentali constitutione tractatus specialis pars posterior alias respectu antecedentiumquarta, = J.A. WERDENHAGEN, De rebus publicis Hanseatiris tractatus cum urbium earum iconismis,descriptionibus, tabulis geographicis et nauticis nec non inductione generali Rom. Imper. Germ. noviterauctus et revisus, Frankfurt/M, Merian, 1641, pars 4/1 (prima edizione Leiden, 1630). Per Wer-denhagen cfr. A. VOIGT, über die Politica generalis des Johann Angelius von Werdenhagen Amsterdam 1632), Erlangen, Univ.-Bund, 1965; R. CRAHAY, Dalla `Rtpublique di Jean Bodin alla`Synopsis di Johann Angelius Werdenhagen 1635). Un rinnovamento dei concetti religiosi e politici,'Rivista storica italiana», CIV, 1992, pp. 629-677; V. Conrn, Consociatio civitatum. Le repubbliehe nei testi elzeviriani 1625-1649), Firenze, Centro Editortale Toscano, 1997, pp. 121-146;prossimamente D. QUAGLIONI, Prerogative e limiti del potere nellEuropa dei principi: la Synopsisdi Johann Angelius Werdenhagen 1635 e 1645), in La societd dei principi, a cura di C. Dipper,M. Rosa, Bologna, 11 Mulino, 2004. Per la sua concezione teologica cfr. A. BRENDECKE,M. FRIEDRICH, Reformationsjubiläum als Kritik. Das wahre Christentum in Johann Angelios Werdenhagens acht Helmstedter Reden von 1617, «Rottenburger Jahrbuch für Kirchengeschichte»,XX, 2001, pp. 91-105.

69 Comn, consociatio civitatum, cit.70 0. VON GIERKE, Das deutsche Genossenschaftsrecht, 4 vol. [prima ed. 1868-19131, nuova

— 164 —

CONSOCIATIO

sopratutto dell'interpretazione troppo modernista-novecentesca e del-l'invenzione di un `contratto sociale' Gesellschaftsvertrag) pre-rous-seauiano, che egli vede nella consociatio di Althusius. Questa interpreta-zione e stata molto influente. Troeltsch per esempio segue Gierke e silegge a proposito di Althusius che la sua opera costruirebbe «la societädella libertä e l'uguaglianza degli individui», mentre Althusius s'interes-sa assai poco degli individui, della loro libertä e soprattutto sottolineadalla prima pagina fino all'ultima la disuguaglianza delle persone. 7 ' Lafamosa opera Gemeinschaft und Gesellschaft di Ferdinand Tönnies none ispirata direttamente da Althusius ed e stata scritta piuttosto in unacerta contrapposizione al pensiero gierkiano, ma l'interesse (anche seesito di una mitizzazione) per la `comunitä' premoderna e comunqueinserito in una genealogia indiretta connessa con il progetto di Gierke.Althusius stesso, certo, non conosceva ne una differenza chiara tra ` sta-

to' e `societä', ne tra `comunitä' e `societä'; tutto consisteva di conso-ciazioni. 72 E stato sopratutto C.J. Friedrich a dare una prima valutazio-ne meno Ideologica' e piü storica del pensiero althusiano, nell'introdu-zione alla sua edizione parziale della Politica nel 1932. 73 Egli sottolineacontro Gierke che, soprattutto per la nozione della consociatio, Althusiusnon dovrebbe essere interpretato come un autore giuridico o giusnatu-ralista, ma che la sua importanza starebbe nella chiara distinzione tra laiurisprudentia e la politica e che la consociazione servirebbe cosi comenozione fondamentale per una disciplina piuttosto empirica dell'analisidel sociale e del potere. 74 Come piü tardi Duso, anche Friedrich sotto-lineava lo stato pre- o non-volontarista del pensiero althusiano; la con-sociazione non avrebbe niente a fare con il contrat social di Rousseau.

La ricerca interpretativa e storica su Althusius continuö dopo laguerra negli anni Sessanta, ma solo a opera di pochi ricercatori, spessolegati alla sfera culturale calvinista. 78 Se con Friedrich e i ricercatori

ed. Darmstadt, Wiss. Buchgesellschaft, 1954); ID., Johannes Althusius und die Entwicklung dernaturrechtlichen Staatstheorien. Zugleich ein Beitrag zur Rechtssystematik [1880], Aalen, Scientia,1981 7 ; cfr. M. PETERS, Johannes Althusius 1557/63-1638) aus der Sicht Otto v. Gierkes1841-1921), in Politische Begriffe und historisches Umfeld, a cura di Bonfatti, Duso, Scattola,cit., pp. 331-361.

E. TROELTSCH, Die Soziallehren der christilichen Kirchen und Gruppen, Tübingen, Mohr& Siebeck, 1912 (1994), vol. 2, p. 696.

72 F. TÖNNIES, Gemeinschaft und Gesellschaft. Grundbegriffe der reinen Soziologie, Darmstadt,Wiss. Buchgesellschaft, 1988 [prima ed. 18871.

73 C.J. FRIEDRICH, huroductory Remarks, in J. ALTHUSIUS, Politica methodice digesta, Cam-bridge, Havard UP, 1932, pp. XV-G300CDC.

74 Ivi, pp. LXVII-LXXV.

75 H.W. ANTHOLZ, Die politische Wirksamkeit des Johannes Althusius in Emden, Diss. phil.,

— 165 —

CORNEL ZWIERLEIN

olandesi Althusius era entrato nella discussione anglo-sassone, nella pa-tria di Bodin le pagine a lui dedicate da Mesnard sono rimaste quasisenza seguito — forse la tradizione classica dello stato accentrato comeevidente punto di partenza in Francia non rendeva molto utile la teoriaalthusiana. 76 L'interesse rinacque dopo il 1988, 350° anniversario del-l'autore, con diversi convegni, spesso organizzati da Wyducke1. 77 Ap-parvero allora le monografie di Hueglin e di Calderini, 78 i diversi studidi Duso e di Scattola. Nel 1997 un convegno venne dedicato proprio a`consenso e consociazione', 79 ma sono anche da ricordare l'articolo diBlickle sulla nozione che lo interpretava come `riflesso' o `elaborazioneteoretica' della prassi comunalista dell'epoca antecedente, 8° e l'articolodi Dreitzel che rifiutava l'importanza della teologia federale per l'operadi Althusius in generale e per la nozione di consociatio in particolare.8'

A parte questi convegni propriamente dedicati ad Althusius, per lafortuna della nozione della consociatio stessa e anche importante notareche nel dopo-guerra (esattamente nel 1967) nasceva la teoria della`consociational democracy' di Arend Lijphart e Gerhard Lehmbruch.I due prendevano il termine da Althusius, 82 ma non lo citavano quasimai neue discussioni. La nozione era stata svincolata da suo autore.Inoltre, la teoria della `consociational democracy' non era connessain linea diretta con il pensiero althusiano: si trattava di una teoria cheserviva a descrivere ordini politici e costituzionali democratici all'inter-no della comparazione tra diversi tipi di democrazie. All'inizio essa siapplicava a paesi come la Svizzera, i Paesi Bassi, il Belgio, il Sud Africa

Köln, 1954; P.J. WINTERS, Die Politik des Johannes Althusius und ihre zeitgenössischen Quellen,Freiburg i.Br., Rombach, 1963; H. JANSSEN, Die Bibel als Grundlage der politischen Theorie desJohannes Althusius, Diss. theol., Münster, 1990.

P. MESNARD, Lessor de la philosophie politique au XVI`Paris, J. Vrin, 1969,pp. 567-617; per la discussione della `consociatio symbiotica' vd. ivi, pp. 577-581.

n Politische Theorie des Johannes Althusius, a cura di Dahin, Krawietz, Wyduckel, cit.78 HUEGLIN, Sozialer Föderalismus, cit.; L. CALDERINI, La Politica di Althusius tra rappresen

tanza e diritto di resistenza, Milano, Angeli, 1996.79 Konsens und Konsoziation in der politischen Theorie des frühen Föderalismus, a cura di Duso,

Krawietz, Wyduckel, Duncker & Humblot, 1997; Politische Beere , und historisches Umfeld, a cura di Bonfatti, Duso, Scattola, cit.

80 BUCKLE, Die `consociatio bei Johannes Althusius als Verarbeitung kommunaler E rfahrung, inSubsidiarität als rechtliches und politisches Ordnungsprinzip in Kirche, Staat und Gesellschaft. Genese,Geltungsgrundlagen und Perspektiven an der Schwelle des dritten Jahrtausends, a cura di Blickle,Hüglin, Wyduckel, Berlin, Duncker & Humblot, 2002, pp. 215-236.

81 DREITZEL, Althusius in der Geschichte des Föderalismus, cit. Criticato in ZWIERLEIN, Reformierte Theorien der Gesellschaften, cit.

82 Cfr. HUEGLIN, Early modern concepts, cit., p. 16, n. 4.

— 166 —

CONSOCIATIO

e altri, dove una societä culturalmente molto disomogenea e divisa erastatalmente unita in una democrazia con forti elementi di federalismoall'interno (privilegi di minoranze, autonomia amministrativa, sotto• aspetti per certi gruppi o regioni) e con un grande consensus delleelites che, trasversalmente alle barriere culturali o etniche, formavanol'unitä del corpo statale democratico. Questo tipo di democrazia s'in-tendeva come contro-modello del tipo `Westminster' dove — sulla basepresupposta di una societä abbastanza omogenea — la maggioranza vin-cente alle elezioni governa senza powersharing. Il modello e ridiventatofamoso e importante dal 1989 in poi, perche si applica meglio del mo-dello 'Westminster' agli stati nuovamente democratizzati nella ex-Yu-goslavia e in altre regioni del mondo. 83 Tale teoria condivide con ilpensiero althusiano le idee della combinazione tra sussidiarietä e communicatio consensuale all'interno del corpo statale, ma il problema di par-tenza della teoria della democrazia consociale — la relazione maggioran-za — minoranza — non e cosi presente in Althusius. Per& l'interpreta-zione dell'Unione Europea come un'unitä costituzionale-politica `con-sociale' in questa linea piü o meno althusiana sembra convincente.84

Questa discussione, come anche quella sul `neocorporativismo' e sul`comunitarismo', sulla civil society, sulla `democrazia cosmopolitica' e lediverse forme del pensiero federalista che non si enumerano qui perchemeno legate alla nozione di consociatio, 85 sono strettamente legate con la

83 Cfr. A. LIJPI-IART, Consociational Democracy, «World Politics», XXI, 1969, pp. 207-225;G. LEHMBRUCH, A Noncompetitive Pattern of Conflict Management in Liberal Democracies: The Gaseof Switzerland, Austria, and Lebanan, in Consociational Democracy: Political Accomodation in Segmeritcd Societies, a cura di K. MacRae, Toronto, McClelland and Stewart, 1974; A. LIJPHART,Power-Sharing in South-Africa, Berkeley, UCLA 1985 (= Policy Papers in International Affairs24); Institutional desi:en in neu, democracies. Eastern Europe and Latin America, a cura di A. Lijphart,Carlos H. Waisman, Boulder-Oxford, Westview, 1996; J. STEINER, European Democracies, NewYork et al., Longman, 1997 4, pp. 268-313; R.B. ANDEWEG, Consociational Democracy, «AnnualReview of Political Science», III, 2000, pp. 509-536; Northern Ireland and the Divided World.The Northern Ireland Conflict and the Good Friday Agreement in Comparative Perspective, a cura diJ. McGarry, Oxford, UP, 2001 (`consociationalism' serve come chiave interpretativa); A. 1.4-PHART, The Evolution of Consociational Theory and Consociational Practices, «Acta politica»,XXXVII, 2002, pp. 12-20.

84 M J. GABEL, The Endurance of Supranational Govcrnance. A Consociational Interpretation ofthe European Union, «Comparative Politics», XXX, 1998, pp. 463-475; M.G. SCHMIDT, TheConsociational State. Hypothesis Regarding die Political Structure and the Potential_for Democratizationof the European Union, «Acta politica», XXXVII, 2002, pp. 213-227. Cfr. anche HUEGLIN, Earl),modern concepts, cit., pp. 210-212.

85 Cfr. HUEGLIN, Early modern concepts, cit., pp. 212-219 per una discussione sulleties» di queste discussioni e teorie con il pensiero althusiano. Cfr. anche C. MALANDRINO, Sovranitä nazionale e pensiero critim federalista. DallEuropa degli stati allunione federalt possibilc,«Quaderni fiorentini», X)0(.1, 2002, pp. 169-244: 236-244.

— 167 —

CORNEL ZWIERLEIN

percezione 'post-' o `tardo-moderna' del mondo e degli stati: se Althu-sius gode qui di una nuova fortuna come riferimento storico 'classico',ciö e dovuto forse alla impressione iniziale che la sua Politica suggerisce,cioe propriamente la non chiara divisione tra societä e stato, eil fattoche la teoria althusiana si fonda su una nozione base — l'associarsi social-mente, politicamente e giuridicamente nello stesso tempo — impressioneche puö essere fonte di maggiore ispirazione rispetto ai 'vecchi' classicicome Bodin, Hobbes e anche Rousseau, che partono sempre dalle unitädello stato e del governo da un lato e dell'individuo (libero' e `uguale',suddito o `rappresentato') dall'altro. Visto alla luce della storia filologicae concettuale della nozione, questo riferimento ad Althusius rimanespesso abbastanza astratto. Althusius non pensava a consociationes tra di-versi gruppi etnici o culturali; la lex symbiotica che reggeva ogni conso-ciazione era comune per tutti; era una legge chiaramente cristiana e cal-vinista. 11 mescolarsi di 'religione' e 'politica' — e precisamente di una re-ligione e della politica — mi sembra in Althusius piü forte di quantomolti autori che vi si ispirano oggi per costruire teorie postmoderne del-la societä siano forse disposti ad accettare; spesso e proprio la diversitädella religione (mescolata con altre componenti etniche e culturali) a ri-vestire il problema fondamentale per le nuove democrazie nell'etä dellaglobalizzazione. Che cosa sarebbe dunque la lex simbiotica, che dovrebbeessere valida per tutti in una societä di consociazioni oggi? I diritti co-stituzionali dell'uomo? Anche queste sono creazioni dell'Ovest e la loro`partecipazione universale' sarebbe sempre causa di conffitti. Un certo`universalismo invadente', che si oppone a una aggregazione neutraledi gruppi particolari rimane dunque inscritto nella teoria althusiana enella nozione chiave di consociatio — proprio perche la consociazionepiü grande (la respublica) e quella piü piccola condividono alla fine la stessa normativitä etica del pensiero althusiano.86

86 Ringrazio F. Ingravalle e M. Povero per la correzione dell'italiano.

— 168 —

CORNEL ZWIERLEIN

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

1. Ci si potrebbe chiedere se respublica, regnum e anche politeia sonoveramente termini althusiani e se vale la pena di trattarli in un lessicoalthusiano. Certo sono tennini usati in tutta la letteratura giuridica e po-litica prima e dopo di lui, e non sono nozioni cosi originali come la consociatio o la symbiosis sociale. Ma anche i termini respublica e regnum sonofrequentissimi in Althusius, e dunque si tratterebbe di capire come luireinterpreta queste nozioni. Nel contesto della storiografia attuale unprimo impulso sarebbe forse quello di mettere Althusius nella tradizionedel `repubblicanesimo' (dell'Occidente o dell'Ovest atlantico?), cheQuentin Skinner e John G.A. Pocock — seguendo il filo concettuale de-gli emigranti tedeschi dell'epoca nazista, Hans Baron e Felix Gilben —hanno stabilito come un paradigma di cui si discute la validitä per varitemi e sui vari livelli della ricerca. Ci si puö chiedere se questo filo (so-prattutto quello di Pocock) sia corretto senza prendere in considerazio-ne la tradizione europea politico-giuridico-teologica dal Cinque al Set-tecento. Si possono ignorare quasi tutti gli sviluppi in Europa a partiredalla Firenze del 1500 e poi dall'Inghilterra? E corretta l'opposizione to-tale di un repubblicanesimo del cittadino attivo, partecipante all'attivitädello Stato, a un liberalisino straussiano con un cittadino disinteressatoallo Stato? Se queste sono le grandi domande, nate dall'interesse perla discussione e l'autodefinizione della politica del presente, resta co-munque fermo il fatto che una ricerca storica effettuata sulle nozioni respublica (sulla quale ci concentriamo un poco di piü), regnum, politeia inAlthusius deve essere cosciente di questo quadro interpretativo.'

J.G.A. Pococx, The Machiavellian Moment. Florentine Republican 77zought and die Atlantic Re-publican Tradition, Princeton, University Press, 1975; Q. SKINNER, The Foundations of Modern Po-litical Timet, 2 vol., Cambridge, Cambridge UP, 1978; M. VAN GELDEBEN-Q. SKINNER (a curadi), Republicanism. A Shared European Heritage, 2 voll., Cambndge, University Press, 2002. Della

— 277 —

CORNEL ZWIERLEIN

Nel primo capitolo della Politica 1, 7), Althusius cita il De republica2di Cicerone con la famosa definizione «il popolo e l'aggregazione co-stituitasi in societä grazie al consenso fondato sul diritto e alla condivi-sione di ciö che e utile». 3 Nel testo di Cicerone, il passaggio e piü lun-go, si tratta della definizione della repubblica stessa: «Est igitur, inquitAfricanus, res publica res populi, populus autem non omnis hominumcoetus quoquo modo congregatus, sed — e adesso segue la frase giä ci-tata — coetus multitudinis iuris consensu et utilitatis communione socia-tus». 4 Althusius cita questa parte sul popolo nella definizione della respublica come res populi, in un luogo dove tratta invece del funzionamentodella consociatio stessa, la mutua partecipazione di cose, opere e diritticomuni che costituisce e conserva la vita sociale. In ogni modo, dob-biamo intendere la respublica althusiana — come la consociatio — come untermine di radice (almeno anche) ciceroniana. Ii ciceronismo calvinistadi Althusius rimane presente.5

letteratura critica (critica anche verso il paradigma binario dell'intetpretazione del Repubblica-nesimo e di Machiavelli secondo Strauss o secondo Pocock) ormai abbondante cito solo pochiesempi, incentrati spesso su Machiavelli stesso: V.B. SULLIVAN, Machiavellis momentarg `Machiavellian moment: a reconsideration of Pococks treatment of the Discourses, «Political Theory», XX, 2,1992, pp. 309-318; C. NADON, Aristotle and the Republican Paradigm: a reconsideration of PococksMachiavellian Moment, «Review of Politics», LVIII, 4, 1996, pp. 677-698; M. GAIILE-NIKODIMOV,Machiavel au prisme du `moment machiavölien, in G. Snz-M. SENELLART (a cura di), Lenjeu Machiavel, Paris, PUF, 2001, pp. 231-239; T. MINISSIER, Quest-ce que la vertu röpublicaine? Quelques remarques sur linterpritation de Machiavel dans `Le Moment machiavaien, ibid., pp. 241-254; piü filo-sofico che storico SFEZ, Machiavel, Le Prince sans qualitis, Paris, Kime, 1998; SFEZ, Machiavel, lapolitique du moindre mal, Paris, PUF, 1999 e le pubblicazioni ulteriori di Sfez; T. BERNS, Violencede la loi ä la Renaissance. Longinaire du politique chez Machiavel et Montaigne, Paris, 2000, pp. 17-21;una lettura densa MINISSEER, Machiavel, la politique et lhistoire: enjeu philosophiques, Paris, PUF,2001; molto lucido M.E. VATTER, Between Form and Event: Machiavellis Theory of Political Freedom, Dordrecht u.a., 2000, pp. 1-23; F. FROSINI, Contingenza e veritä della politica. Due studi suMachiavelli, Roma, 2001, p. 19; SULUVAN, Machiavelli, Hobbes, and the Formation of a Liberal Republicanism in England, Cambridge, UP, 2003 (una revisione, sempre concentrata sullInghiltern,che non segue piü l'opposizione stretta tra liberalismo e repubblicanesimo). Per la critica menofilosofico-politica, ma risultante da un confronto con altre tradizioni storiche, cfr. gli autori citatisotto, n. 23 e 36; per uno Studio della scienza politica nascente e la sua importanza per la per-cezione govemativa e i processi di presa di decisione negli `stati nuovi' assolutisti, seguendo unaletteratura del primo machiavellismo tra 1520 e 1560 e mettendo I'accento sulla nascita di unnuovo metodo, meno di nuove e per un confronto con la situazione tedesca contem-

Jporanea, si rinvia a C. ZWIERLEIN, Discorso und Lex Dei. Die Entstehung neuer Denkrahmen im 16.ahrhundert und die Wahrnehmung der französischen Religionskriege in Italien und Deutschland, 15591600, Göttingen, Vandenhoeck & Rupprecht (in corso di stampa, 2005).

2 CICERONE, De republica, I, 25 (i.e. I, 39).3 «Populum esse coetum juns consensu & utilitatis communione consociation», seguo la traduzione

in corso di effettuazione a cura di C. Malandrino-F. Ingravalle-M. Povero.Si vede che fl termine consociare era cosi importante per Althusius da fargli alterare un

poco il testo ciceroniano, cfr. il lemma Consociatio in questo lessico.5 La conseguenza del riferimento effettuato da Althusius alla definizione ciceroniana e

— 278 —

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

2. Il palinsesto del De republica di Cicerone, come e noto, sart tro-vato da Angelo Mai e pubblicato solo nel 1822, non era conosciutoall'epoca di Althusius. Ma il passo ciceroniano e stato trasmesso da Ago-stino nella Civitas Dei. Sicuramente Althusius conosceva l'opera di Ago-stino, ma sembra piü probabile che la fonte piü diretta e complessiva perla sua concezione ciceroniana del popolo e della respublica siano piutto-sto i Politices christianae libri septem di Lambert Daneau, per il quale e fon-damentale adesso il libro di Christoph Strohm. 6 Althusius sembra segui-re molto nei primi paragrafi del suo libro Daneau (per esempio Politica I,5 = Daneau, Politices christianae, I, 1, pp. 7 sgg.); Daneau fonda la suadefinizione di respublica, che tratta come sinonimo di politeia, sulla stessacitazione di Cicerone trasmessa da Agostino. Daneau la parafrasa:«Dunque Civilis Politia in generale e il bios dimou, cioe la vitae ratio,che tutto il popolo segue». 7 Troviamo dunque gilt esistente in Daneau,benche appena accennato, il filo di una teoria politica `ciceronista' cal-vinista. Perö sarebbe utile chiarire che cosa significa `calvinista' in questocontesto — una domanda che dovremo affrontare piü tardi.

Ciö che interessa Althusius e la differenza che fa Cicerone tra multitudo e plebs da una parte e dall'altra populus, che e giä un'unitä con-giunta dallo scopo di un'utile comune e di un diritto comune. Lo diceespressamente nel quinto capitolo (V, 4) con parole ancora una voltaabbastanza ciceroniane: «Homines congregati sine iure symbiotico, suntturba, coetus, multitudo, congregatio, populus, gens». Lui non trattadella plebe, ma del popolo, e nella definizione del popolo, lo ius symbioticum e sempre incluso indissolubilmente. La stessa definizione cice-roniana ritorna in IX, 4 quando Althusius si concentra piü esplicita-mente sul concetto della respublica o piuttosto sulla consociatio universalis

che non si puh trattare di respublica - regmlm - politela senza trattare in una certa misura delpopulus. Ma si veda per questo termine il lemma di F. INGRAVALLE, supra.

6 Cfr. STRoffm, Ethik im frühen Calvinismus. Humanistische Einflüsse, philosophische, juristischeund theologische Argumentätionen sowie rnentalitätsgeschichtliche Aspekte am Beispiel des Calvin-Schülers Lambertus Danaeus, Berlin-New York, de Gruyter, 1996, pp. 346-380.

7 «Ergo quid illa Politia seu Respublica sit, utque definienda, aliunde investigemus.M. Tullius Cicero (ut de nomine Latino disserens ab optimis linguae Latinae autoribus ordiar)Rempubl. ac proinde Politiam sic olim descripsit lib. 3. de Republ. quemadmodum Augu-stinus qui eos libros habuit, legitque, tradit lib. 2. de Civitate Dei cap. 21. Respublica est respopuli. Popuhus autem est non omnis coetus multitudinis, sed coetus iuris consensu, et utilitatis communione sociatus: adeo ut Civilis Politia in universum sit Diog Sn i.tou [cfr. ARISTOTELE, Politica,1295a], id est, vitae ratio, quarr universus populus sequitur, quemadmodum in libro de TribusPolitiis Plutarchus scripsit superiorem illam M. Tullij Definitionem, Kath rcö&i» (L. DANEAU,

Politices Christianae libri septem, Geneve, haered. E. Vignon, 1596, p. 11). Si vede che la para-frasi daneana molto libera dell'aristotelico piog öljpou che riguardava la polis, prefigura quellaancora piü libera di Althusius a I, 7.

— 279 —

CORNEL ZWIERLEIN

publica major. Secondo lui, questa universalis consociatio e sinonimo di po-litia, imperium, regnum, respublica e anche di popolo che, ancora sull'ecociceroniano, e congiunto e raccolto in un corpo con il consenso dimolte consociationes e corpora speciali sotto un diritto. 8 Althusius rifiuta l'i-dea che regnum sarebbe solo il nome per uno Stato governato da un re edunque rifiuta anche l'idea della repubblica nel senso stretto di un go-verno libero o democratico, perche anche il regnum sarebbe la proprietadel popolo (IX, 4). Di conseguenza, il somino magistrato sarä poi(XXXIX) anche il nome per tutte le species di govemo, il monarca,il regime aristocratico o al limite democratico.

Seguire Cicerone vuole dire non seguire Agostino e non seguire Ari-stotele. Agostino aveva citato i passi del De republica di Cicerone pertrarre poi nel libro XIX, 24 della Civitas Dei la conseguenza che l'im-pero romano, e forse nessuno Stato a questo mondo fino al suo tempo,e stato e potrebbe essere una respublica second() questa definizione, per-che nessuno Stato risponderebbe all'esigenza ciceroniana del manteni-mento della giustizia. 11 suo argomento e che nessuno Stato darebbe aDio quello che gli appartiene, cioe l'uomo. Per evitare la conseguenzaassurda che una respublica non esista, Agostino definisce di nuovo il po-polo senza la condizione del iuris consensus: «Populus est coetus multi-tudinis rationalis rerum quas diligit concordi communione sociatus»(XIX, 24, 2). Agostino pull sussumere solo sotto questa definizionel'impero romano della sua epoca; la causa e che la semantica della giu-stizia e da lui cristianizzata. La soluzione di Agostino e la stretta diffe-renza tra civitas terrena e civitas Dei. Il cristiano dovrebbe appartenere allacivitas Dei, ma questa non esiste su questo mondo. Dunque deve usarela pace della civitas terrena, al limite 'la pace di Babilonia', per sopravvi-vere e per sfruttare cosi la possibilitä di servire Dio come uomo quantopuh nella condizione di un mondo e di uno Stato non cristiano.9

La tradizione abbastanza recente dell'aristotelismo umanistico, daLeonardo Bruni in poi, non sembra cosi fondamentale per la definizione eil concetto di repubblica in Althusius: Bruni aveva identificato la noXitgiadi Aristotele 10 con la respublica," una identificazione usata solo poco da Al-

8 Usa perö populus nel senso di plebs nel cap. )0(111.9 Per il cambio del concetto della respublica da Cicerone a Agostino cfr. W. SUERBAUM, Vom

antiken zum frühmittelalterlichen Staatsbegriff. Über Verwendung und Bedeutung von res publica, regnutn,imperium und Status von Cicero bis Jordans, 2a ed., Münster, Aschendorn, 1976, pp. 1-220.

to ARISTOTELE, Politica III, 6, 1278 b 8-9.L. BRUNI, Aristotelis libri politicorum, in ARISTOTELES, Opera cum Averrois commentariis, 10

vol. (Venezia 1562-1574), rist. Frankfurt, Minerva, 1962, vol. 3, f. 249A. Cfr. W. MAGER,Republik, in Geschichtliche Grundbegriffe. Historisches Lexikon zur politisch-sozialen Sprache in

— 280 —

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

thusius in enumerazioni di sinonimi (IX, 3) mentre sottolinea la polisemia(le tre nozioni) di noktraa nominata da Plutarco in I, 5, e intanto si di-stacca espressamente per il concetto di respublica da Aristotele (IX, 4). Nel-l'aristotelismo del Quattrocento, questa identificazione serviva invece an-che per separare la respublica dalla civitas, una divisione che poteva esseresfruttata al meglio da teorie piuttosto `monarchiche' che da quelle che fa-vorivano una ripartizione plurale o limitata del potere del govemo.

Se la teologia agostiniana sarä fondamentale per tutti i protestanti,solo nella linea luterana (meno in quella calvinista, e soprattutto menoin quella zwingliana della teologia federale) sarä rielaborata nella distin-zione almeno idealmente presente tra i regni di Cristo e del mondo e,soprattutto (per questo mondo), tra i tre regimi nelle azioni umane,regime politico, ecclesiastico ed economico, come l'ordine eil puntodi partenza fondamentale prima di tutto.' 2 Anche nel lato riforrnato cal-vinistico-zwingliano esiste, certo, la divisione in ordini o regimi, magioca sempre un ruolo meno preponderante. Per la concezione diuna scienza politica, queste differenze hanno conseguenze: una politicascritta nella cultura luterana tenderä sempre a esibire chiaramente l'in-dipendenza di un regime dall'altro — un'indipendenza che perö puö es-sere il punto di partenza appunto per una critica viva di una sfera versol'altra. Una tale teoria politica emblematica e quella di Amisaeus, che,conseguentemente, critica severamente Althusius e anche Keckermannper la loro confusione tra civitas e respublica che risale all'accettazioneprecitata della nozione ciceroniana.13

Deutschland, a cura di 0. Brunner, W. Conze, R. Koselleck, vol. 5, Stuttgart, Klett-Cotta

1984, pp. 549-651 e 565-571.

12 Questa e la tesi sempre sottolineata da Luise Schorn-Schütte, ultimainente in SGHORN-

ScHüTTE, Obrigkeitskritik und Widerstandsrecht. Die politica christiana als Legitimitätsgrundlage, in

In. (a cura di), Aspekte der politischen Kommunikation im Europa des 16. und 17. Jahrhunderts,München, Oldenbourg, 2004, pp. 195-232.

13 Cfr. DikErrzEL, Protestantischer Aristotelismus, cit., pp. 336-364; M. V. GELDEREN, Republika

nismus in Europa. Deutsch-Niederländische Perspektiven 1580-1650, in SCHOR_N-SCHÜTTE (a cura di),

Aspekte, cit., pp. 283-309: 301. Se aristotelismo e ciceronismo siano congiunti nella cultura fio-rentina del Quattrocento (per il ciceronismo, soprattutto sul De officiis cfr. C. VAROTTI, Gloria e

ambizione politica nel Rinaschnento. Da Petrarca a Machiavelli, Milano, Mondadori, 1998; una con-cezione di una divisione piü stretta tra 'etica' e 'politica' nella Firenze giä del Quattrocento

esphil-1e FUBINI, Politica e rnorale in Machiavelli. Una questione esaurita?, in Cultura e scrittura di Ma

düavelli, Roma, Salemo, 1998, pp. 117-143); la traduzione di Bruni di nokitEia con respublica e la

nozione della respublica come res populi possono essere usate anche insieme nel Quattrocento (eanche dopo) per esprimere un concetto di `cittä-stato libera' in un senso antitirannico (cfr.

T. MAISSEN, Genf und Zürich von 1584 bis 1792 — eine Allianz von Republiken? in W. KAISER-C. SE-

BER-LEHMANN-C. WINDLER, Eidgenössische Grenzfälle: Mülhausen und Genf Ett urarge de la Confö

diration: Mulhouse et Geneve, Basel, Schwabe, 2001, pp. 295-330: 301), la separazione e opposi-

zione di questi concetti intorno al 1600 espressa in Arnisaeus e in Althusius e un passo importante.

— 281 —

CORNEL ZWIERLEIN

Se non lo e la nuova tradizione aretina, a prima vista si potrebbegiudicare che e piuttosto il concetto corporativo medievale che rimanepresente in Althusius.' 4 Certo, soprattutto la concezione della universitasdei postglossatori e la sua confusione con la nozione della res publica eper molti aspetti piü vicina al pensiero di Althusius che non l'aristote-lismo (almeno nella sua ricezione del XVI secolo — si potrebbe anchedire che la concezione di Althusius e piü vicina all'aristotelismo origi-nario).' 5 Le universitates come personae publicae che godono di una certaautarchia (l'Imperio romano, Roma stessa, la respublica cuiuslibet civitatiso anche cuiuslibet municiph) sono respublicae secondo Bartolus e Baldus.16Ma a partire dal fatto ovvio che Althusius riserva il termine universitassolo alla cittä Politica, V),' 7 che per quella cittä non usa il termine direspublica (ma civitas), e che lui stesso riconosce con una acuta precisionee un certo rigore filologico la polisemia del termine nel testo del Corpusiuris civilis, che mostra la sua distanza umanistica nel senso nuovo delmos gallicus dal testo giuridico, 15 il sistema delle consociazioni successivenon e un sistema di personae publicae nel senso giuridico, ma rimanesempre una mistura indissolubile tra fatti sociali e corpi giuridici.

Ne l'aristotelismo solo, ne la giurisprudenza sola nel senso del mositalicus (quella del mos gallicus si riferisce piuttosto al metodo storico,che alla giurisprudenza stessa) bastano come fonti della concezione diAlthusius. La scelta della definizione ciceroniana invece colloca Althu-sius nella tradizione della politica christiana da Vermigli fino ai monarco-machi francesi. Mentre il De regno Christi di Bucer non sembra averelasciato una grande traccia — stranamente, visto la genealogia discorsivastessa, nella quale Bucer era molto importante tanto per Calvino quan-to per il suo collega dell'esilio inglese, Vermigli —, 19 la tradizione esege-

14 Questa sarebbe la conclusione secondo la sistematizzazione di MAGER, Republik, cit.,pp. 559-563. Cfr. anche MAGER, Res publica chez les juristes, tWologietins et philosophes d la findu Moyen Age, in THologie et droit dans la science politique de lEtat nwderne, Roma, Ecole fr:in-aise de Rome, 1991, pp. 229-239. E. Gojosso, Le wncept de Ripublique en France XVf

Aix-en-Provence, Presses Universitaires d'Aix-Marseille, 1998, 31-34, segueMager per questa epoca.

15 COSI DREITZEL, Protestantischer Aristotelismus und Absoluter Staat. Die Politica des HenningArnisaeus ca. 1575-1636), Wiesbaden, Franz Steiner, 1970, p. 146.

' 6 MAGER, Republik, cit., p. 561.17 Qui, certo, seguendo il trattato di Losaeus, che riassume fedelmente la teoria del mos

italicus; cfr. il lemma Universitas di A. ToRRE, infra.18 Cfr. l'enumerazione dei diversi significati in IX, 4.19 11 tennine respublica non gioca nessun molo nel De regno Christi di Bucer, cfr. M. Bu-

CER, De regno Christi, a cura di F. Wendel (= Opera latina 15), Gütersloh, Bertelsmann, 1955.In Althusius altrettanto, il regnum Christi non occorre quasi mai (ma in IX, 33). Una tratta-

- 282 —

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

tica calvinista (sopratutto del libro dei Giudici) che trova nel Vermigliuno dei piü importanti rappresentanti del Cinquecento aveva giä as-sunta quella combinazione della nozione ciceroniana di respublica senzatenere molto conto dell'aristotelismo. 2° L'elaborazione della respublicacome res populi, soprattutto attraverso la mediazione del populus identi-ficando i magistrati inferiores (o in Althusius: gli efori) con quella maior etsanior pars che rappresenta il populus verso e contro la summa potestas (ilre), aveva trovato, dopo la premessa di Bucer, la sua espressione piü im-portante nei monarcomachi francesi — tanto dai calvinisti quanto daicattolici.21

questo un punto su cui la recente critica nella ricerca olandese eitaliana ha sottolineato l'importanza della respublica o politeia biblica: se iteologi avevano sempre avvertito di non dimenticare la massa delle ci-tazioni bibliche nell'opera di Althusius, 22 piü sistematicamente ricorda-no Kossniann, Ligotha, Conti, Campos Boralevi e Quaglioni che nelpassaggio tra la Firenze di Machiavelli e 1'Inghilterra di Hobbes, si do-

zione delle respublicae di Bucer si trova invece nel commento alla lettera ai Romani, cfr. laquaestio 'An potestas quae gladium gestat in terra omnium suprema sit, cui quicunque hic vi-tam degunt subiecti esse debeant' inserita in M. BUCER, Metaphrasis et enarratio in epist. D. PauliApostoli ad Romanos [...1, Straßburg, 1536, ristampata Basel, Pema, 1562, pp. 564-576 (estrattodato in appendice in ZWIERLEIN, La loi de Dien et lobligation ä la defense de Florence ä Magdeburg,1494-1550, in P.-A. MELLET (a cura di), INologie et politique: les monarchomaques. Actes du colloque au Centre dEtudes SupCrieures de la Renaissance, Geneve, Droz, 2005 [in corso di stampa]).Bucer li usa piuttosto distintamente respublica e politeia (come forma del governo). Respublica eall'inizio del passo sinonimo di regnum, poi anche tutte le civitates che possiedono la possanza

govemativa dellimperium merum sono respublicae. Bucer riformula qui in un certo senso piut-tosto il repubblicanesimo corporativo del medioevo. In lui, l'innovazione consiste nella siste-matizzazione della poliarchia e della combinazione di quella con la cosmologia teologica. Cfr.M.A. FALCHI PELLEGRINI, Tra teologia politica e ideologia: le libere cittä imperiali in Martin Bucer, in

V. Conrn (a cura di), Le ideologie della cittii europea dallUnianesinio al Romanticisnio, Firenze,

Olschki, 1993, pp. 149-162 e In., Modelli politici e contesti storici: La Respublica Israelis in MartinBucer, in L. CAMPOS BORALEV1-D. QUAGLIONI (a cura di), Politeia biblica, Firenze, Olschki, 2002(«II Pensiero Politico», 35, 3, 2002), pp. 369-381; A. GÄUMANN, Reich Christi und Obrigkeit.Reformatorisches Denken und Handeln bei Martin Bucer, Frankfurt/M et al., Peter Lang, 2001;

C. STROHM (a cura di), Martin Bucer und das Recht, Geneve, Droz, 2002.

Cfr. G.O. BRAV1, Über die intellektuellen Wurzeln des Republikanismus von Peter MartyrVerniigli, in E. CAMPT (a cura di), Peter Martyr Vermigli — Petrus Martyr Vennigli. Humanism, Republicanism, Reformation, Geneve, Droz, 2002, pp. 119-141: 132 sgg.) per i In librum ludicuin

commentarii (1561).

21 Cfr. per la nozione della respublica nei monarcomachi Gojosso, Le concept, cit., pp. 110-132: 118, 132; per i monarcomachi cfr. ultimainente S. TESTONIBINErn, II pensiero politico ugonotto. Dallo studio della storia allidea di contratto 1572-1579), Firenze, Centro Ed. Toscano,2002 e la tesi di dottorato discussa nel dicernbre 2004 da MELLET, Passe et present chez les Monarchomnaques protestants de langue fralifflise vers 1560-vers 1600, Tours, Centre d'Etudes Supe-

rteures de la Renaissance.

22 Cfr. H. JANSSEN, Die Bibel als Grundlage der politischen Theorie des Johannes Althusius, Diss.

phil. Münster 1990, soprattutto pp. 47-54.

— 283 —

CORNEL ZWIERLEIN

vrebbe trovare un luogo per il 'repubblicanesimo' calvinista intomo al1600 che si fonda meno sulla tradizione machiavelliana che su un'estra-polazione di concetti dal materiale biblico, mettendo l'accento sulladomanda se il concetto calvinista non sia proprio la ricerca e l'istituzio-ne di una ricostruita Respublica Hebraeorum. 23 Senza dubbio e evidenteche la Sacra Scrittura e sempre la prima fonte di Althusius per estrarneconcetti ed esempi. Ed e vero che i libri del Vecchio Testamento sultempo dei Giudici e sui re ebrei predominano, perche Althusius giudi-ca che «nullam ab initio mundi politiam sapientius & perfectius Judaeo-rum politia, constitutam» Praef ad Frisiae Ordines). Invece di scrivereuna Utopia come Platone o Tommaso Moro, Althusius vuole descri-vere e prescrivere uno Stato realizzabile secondo modelli storici giä unavolta realizzati, come quella politia Judaica a Deo constituta, XXXVIII,123. Per6 non si devono dimenticare gli altri esempi storici che Althu-sius utilizza. Si vuole servire di exempla politiarum optintantm, prima ditutto di quella Judaicae a Deo constitutae. E l'ermeneutica storico-indut-tiva che utilizzava giä Bucer per selezionare le migliori leggi per costi-tuire un ordine in conformitä con la legge di Dio. Le norme scelte sonospesso norme bibliche, norme dell'epoca ebraica; ma anche norme deldiritto romano emanate sotto gli imperatori pii. 24 Cosi, Althusius faparte o si serve del movimento quattro-cinquecentesco delle ricerchestorico-comparative sulle costituzioni degli Stati e degli imperi antichie moderni; un lavoro che Aristotele aveva intrapreso nel suo tempo,ma di cui non erano rimasti i libri, a parte la sua Respublica Atheniensiume la Respublica Lacedaemoniorum (forse di Senofonte). Althusius usa inquesto senso comparativo il De magistratibus et republica Venetorum diContarini, il De republica Lacedaemoniorum di Niels Krag, la 'Republica'di Giannotti (Venezia), i libri di Charles Dumoulin sulla Francia, quellidi Carlo Sigonio (Italia, Roma, Atene) e di Simler (Svizzera), di Tho-

23 Cfr. E.H. KOSSMANN, Dutch Republicanism, in lb., Politieke theorie en geschiedenis. Ver-spreide opstellen en voordrachten, Amsterdam, 1987, pp. 211-233; C. LIGOTHA, L'kstoire nfondementtheologique: la Republique des Hibreux, in L'Fcriture Sainte au temps de Spinoza et dans le systeme spitz°.ziste, Paris, 1992, pp. 149-167; L. CA/VIPOS BORALEVL Per una storia della `Respublica Hebraeorum'come modello politico, in V.I. COMPARATO-E. Pn, Dalle 'Repubbliche' elzeviriane alle ideologie del'900. Studi di storia delle idee in eth modertla e contemporanea, Firenze, Olschki, 1997,pp. 17-33; Goren, Cotzsociatio eivitatunt, cit.; CA/vIPOS BORALEVI-QUAGLIONI, Politeia biblica,cit.; L. CAMPOS BoRALEvi, Classical Foundational Myths of European Republicanism: 711e Jeu'ishCommonwealth, in VAN GELDEREN-SKINNER, Republicanism, vol. 2, cit., pp. 247-261. DiL. Campos Boralevi cfr. la voce Politia judaica, supra.

24 Cfr. C. ZWIERLEIN, Reformation als Rechtsreform. Bucers Hermeneutik der lex Dei und seinhumanistischer Zugriff auf das römische Recht, in C. STROHM (a cura di), Martin Bucer und das Recht,cit., pp. 29-81.

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

mas Smith (Inghilterra) e usa anche alcune opere storiche piuttosto perle informazioni sulla costituzione dei paesi, come la storia delle guerreolandesi di Emanuel van Meteren.

La ricerca e l'uso degli exempla politiarum optimarum ha come scopouna respublica stabile, costante, con Brande durata — una preoccupazioneche Althusius divide con tutti gli scrittori politici del Cinque e Seicen-to, da Machiavelli a Bodin, da Pierre Gregoire a Lipsius, ecc. Questa'temporalizzazione' della nozione della respublica trova la sua espressionechiara nelle tavole cronologiche per la durata delle dinastie e dei regninella storia, che sono pubblicate in piü riprese durante il Cinquecento.Un compilatore pure comparatista di queste tavole e Theodor Zwin-ger, che ne fornisce nel cap. 2 del vol. 28 del Theatrum humanae vitae,abbastanza spesso citato da Althusius (III, 33; IV, 27; IV, 30; V, 44; VI,10; VI, 17; VI, 39; VII, 26 ecc.): una sinossi dei risultati di una ricercastorico-empirica di circa 100 anni solle politiae. 25 Anche se Althusius usaper la sua Politica solo in parte i libri che usava a sua volta Zwinger,sembra utile dare un elenco degli imperi e regni storici e contempora-nei e delle fonti storiografiche che si trovano in Zwinger, essendo il suoTheatrum una delle prime proto-enciclopedie che comprende quasi tut-to sapere' del suo tempo:

Hebraeorum imperiumChaldaeorum imperiumBabyloniorum, Persarum, GraecorumMonarchiaRomanorum Monarchia (Reges econsules)

Romanorum imperatoresTroiani regesTyriorum regesReges LydorumPonti et Bospori regesPergameni regesReges Graecarum (Sicyoniorum,Argivorum, Mycenarum, Thebanorum,Corinthiorum, Reges Messeniae,Atheniensium, Lacedaimoniorum)

25 T. ZWINGER, Theatrum humanae vitae Theodori Zuingeri Bas. [...], Basileae per EusebiumEpiscopium, 1586, vol. 28 (De Vita Hominis Politica'), lib. 2 (`Politiam secundum causasexaminat'), pp. 4231-4303: 4205-4303 per i `Magistratus Chronologice considerati, quo adOrdinern & Seriem successionis').

G. MercatorEusebius, G. Mercator, Io. FunckMercator, Funck

Glarean, Carlo Sigonio, Haloander,Onufrio Panvinio, AntoniusContius

AventinIosephus, G. MercatorIo. Funck, G. MercatorReinerus ReinecciusStrabonPausanias, G. Mercator, Io. Funck,Carlo Sigonio

— 284 — 22 — 285 —

CORNEL ZWIERLEIN

Latinorum regesGermanorum regesGothorum et Sveonum, sive SvecoruregesDanorum regesNorvagiorum regesPersarum post christumParthorum regesHierosolymitani regesArabum, Saracenorum Amirae siveregesTurcorum reges

Tartarum regesVandalorum reges in HispaniaItaliae principes post Christum(Gothorum, Graecorum,Longobardorum reges, Francorum,Italicorum, Venetorum, Neapolitaniet Siculi principes)Imperatores Franci et GermaniFrancorum reges in GalliaHispaniae reges (Asturum et legioniset castellae reges, Navarrae &Aragonum reges, PortugalliaePannoniae reges varii)Hunnorum, Hungariae principesPolonorum regesBoemorum principes

Britannorum reges (AnglorumSaxonum, Scotorum reges)

Per questi imperi, repubbliche e regni, Zwinger annota sempre, supiü di 100 fogli di tavole, le liste cronologiche dei re, e la durata di tuttolo Stato rispettivo nella storia del mondo, servendosi della letteraturacronologica e storiografica. 26 Come spesse volte succedeva in quest'epo-

26 A parte gli autori antichi sono queste le opere citate: G. MERCATOR, Chronologia, hoc esttemporum demonstratio exactissima, ab initio mundi usque ad annum Domini M.D.LXVIII, Colonia,haered. Arnoldi Birckmanni, 1569; J. FuNck, Chronologia: hoc est omnium temporum et annorumab initio mundi computatio; usque ad a. 1553, Basilea, Oporinus, 1554; H. GLAREArt, Chronologiasive Temporum Supputatio in XI. Dionysii Halicarnassei Libros Antiquitatum Romanorum ab Troiacapta ad trecentesimum duodecimum ab Urbe Condita annum [A, in DIONYSEUS ALEXANDROS HArt-

— 286 —

R_ESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

ca, la denominazione personale reges non nasconde che si fa piuttosto ri-ferimento allo stato, all'entitä transpersonale dell'impero e del governo.

Althusius non cita le cifre di queste liste cronologiche, 27 ma vistoquante volte cita questo capitolo di Zwinger, si pu6 dedurre un certomodo di percezione delle respublicae come entitä di una certa durata,che e anche un fattore importante della comparazione. Le cifre di du-rata delle tavole di Zwinger sono quasi una componente semantica na-scosta dietro i nomi di un regno o di una repubblica storica che Althu-sius nomina in una serie di comparazioni; una componente che dicequalcosa sul successo di questo Stato Politica, IX, 4; IX, 6; XVII, 28;XVIII, 53; XIX, 89; XXXI, 3 etc.). Per esempio, Venezia e la migliore

CARNASSENSIS, Antiquitatum sive originum Romanarum libri X. [...], Basilea, Froben & Episcopius

1549; lo., Chronologia sive temporunt supputatio in omnon romanam historiarn [...], in T. Lrvius,

Decades tres cum dimidia, Basilea, Froben, 1535; C. SIGONIO, De antiquo iure civium romanorvm,Italiae, provinciarvm, ac romanae iurisprudentiae ivdiciis, libri XI [...], Hanoviae, Typis Wechelianisapud Claudium Mamium heredes loan. Aubrii, 1609; per la lista di consoli di Haloander

(1530) cfr. ZWLERLEIN, Reformation als Rechtsreform, pp. 54-61 e 68; 0. PArtvirrio, Commentariorum in fastos consulares appendix, Venezia, Valgrisius, 1558; la compilazione dei fastes consulares di

Antoine Leconte e inclusa nella sua edizione del Codex lustiniani (1571); I. AVENTINUS, Annalium Boiorum libri VII, Basilea, Pema, 1580 (c'erano edizioni, anche in lingua tedesca, con 'Ta-feln' cronologiche); R. REINECK, Familiae regum Ponticorum et Bosporanorum [...], Lipsia,

Rhamba, 1570; C. SIGONIO, De republica Atheniensium libri IV, Venezia, Valgrisius, 1565;

G. NANNI (A. di Viterbo), Berosi sacerdotis Chaldaici, Antiquitatum Italiae ac totius orbis libri quinque [...], Anversa, I. Steelsius, 1552 (prima ed. 1498); I. MAGNUS, Gothorum Sueonumque Historia, ex probatis antiquorum monvmentis collecta [...], Basileae, Isengrin, 1558; A. KRANTZ, Chronicaregnorum aquilonarium Daniae, Suetiae, Norvagiae, Argentorati, Schottus, 1548; M.A.C. SABELLI-

CUS, Rhapsodiae historiarum ab orbe condito ad annum Christi 1504 [divise in `Enneadesi Paris,

1509; G. CEDRENUS, Annales sive historiae ab exordio mundi ad Isaacium Commenum usque compendium, Basilea, Oporinus & Episcopus, 1566; W. DRECHSLER, De Saracenis et Turcis chronicon,Argentorati, I. lucundus 1550; J. BODIN, Methodus, ad facilem historiarvm cognitionem, Paris,

M. Iuuenes, 1566; P. Historiarum sui temporis [...] Accessit regum Turcicarum commentanus,Lyon, haer. S. Gryphius, 1561; HAYTHONUS ARMENIOS [Het'owm Patmic], Historia orientalis,Helmstadt, Lucius, 1585; SIGONIO, Historiae historiarum de regno Italiae libri 15, Venezia, J. Zi-

lettus, 1574; P. MARCELLUS, De vitis principum et gestis Venetorum liber, Venezia, 1554; P. CoL-

LENUCCIO, Historiae Neapolitanae [...], Basilea, Pema, 1572; M. Rica, De regibus Francorum lib.III, Basilea, Froben, 1517; P. EMILI, De rebus gestis francorum libri X, Paris, A. Parvus, 1548;

J. NAUCLER, Memorabilium otnnis aetatis et omnium gentium chronici cornmentarii [...], Tübingen,

1516; RODERICUS SANCTIUS, Compendiosa historia hispanica, s.l. [Roma], U. Han, c. 1470; Ro-

DERICUS XIMENIUS DE RADA, Rerum in Hispania gestarum Chronicon libri X, Granada, 1545;

A. BAICSCHAY, Chronologia de regibus Hungaricis, Cracovia, Siebeneicher, 1567; M. CROMER,

De Ongine et rebus gestis polonorum libri XXX, Basilea, Oporin, 1568; A. GWAGNIN, SarmatiaeEuropeae descriptio, [...1 item genealogia regum polonorum, Spira, Albin, 1581; E.S. PICCOLOMINI,

De Bolzemorum, et ex his imperatorum aliquot )eine ac gestis [...] historia, Basilea, Pema, 1575;

J. SKALA DUBRAVIUS, Historia Boiemica, Basilea, Pema, 1575; H. Botrinus, Scotorum Historiaea prima gentis origine [A, Paris, Dupuys, 1575.

27 Per l'introduzione della forma della tavola-tabella come ordine del sapere nella storio-grafia dell'epoca moderna cfr. • A. BRENDECKE, Synopse, Segment und Vergleich. Zum Leistungsvermögen tabellarischer Geschichtsdarstellungen der Frühen Neuzeit, eStoria della Storiografia», XXXIX,

2001, pp. 75-85.

— 287 —

Glarean, G. MercatorAventin, Berosus

m Io. Magnus Gothus

Io. Magnus, lo. FunckSaxonus, A. KrantzSabellico, Io. Funck, G. MercatorBodin, Methodus; Sabellico

Cedrenus, Io. Funck, G. Mercator

Io. Funck, G. Mercator, Drechsler,GiovioHaytonus Armenus, SabellicoIo. FunckG. Mercator, Sigonio, PetrusMarcellus, Sabellico, PandolfoCollenuccio, Michaele Ritius,

P. Emiliolo. Funck; Naucler; RodericusSantius, Rodericus Toletanus;Io. Magnus; A. Crantz

Abraham BakschayMartin Cromer, Alex. GuagninusEnea Silvio Piccolomini; MartinCromer; Io. Funck; lo. DubrauiusEusebius, Polydorus Vergilius,H. Boethius

CORNEL ZWIERLEIN

repubblica, non per le sue istituzioni, ma per la popolazione e potenzamediocre, che garantisce una durata lunga (IX, 10 sgg.). L'investigazio-ne dei regni e delle repubbliche storiche non si limita dunque al solomodello ebraico, ma s'inscrive in un'operazione comparativa piü larga,che riconosce il fattore funzionale del successo effettivo di una formad'impero a partire dalla normativitä etica (ovvero, un modello sarebbeil migliore perche e stato istituito da Dio). Gli optima exempla sono nonsolo esempi eticamente ottimi, ma che funzionavano ottimamente nellastoria. Certo perö, esiste una gerarchia di dignitä tra gli esempi storici,e il modello biblico e posto molte volte sul primo rango.

Le fonti e le tradizioni di cui si serve Althusius sono, come sempre,anche per le nozioni di respublica, regnum e politia il diritto romano, lafilosofia politica — con la preferenza di Cicerone ad Aristotele — e la tra-dizione recente `proto-statistica' delle descrizioni di costituzioni e regnistorici e attuali. La teologia non prefigura tanto il concetto di respublicadi Althusius, anche se, come per il concetto basale della consociatio, la lexsymbiotica ne e inscritta: la legge di Dio, nel senso calvinista, riempie in-vece la domanda etica e normativa che la nozione della respublica ha inCicerone e nel ciceronismo, e che non ha quella agostiniano-luterana.

3. Per la frequenza della nozione, basti dire che ricorre moltissimo,non ha senso contare la frequenza esattamente. Certo, respublica e regnum ricorrono piü spesso dopo il capitolo VIII, perche nei capitolida IX a XXXVIII si tratta sempre della consociatio universalis publicamaior, che e la respublica e anche il regnum secondo la concezione di Al-thusius (IX, 1-3).

Questa identificazione di regnum e respublica, che Althusius preferisceespressamente ad altre concezioni, seguendo il suo concetto ciceronia-no e provandola con la polisemia del termine nei testi del diritto roma-no (IX, 4),28 mostra che il sindaco di Emden vuole teorizzare, sotto ilnome di respublica, il nuovo fenomeno dello Stato territoriale della pri-ma epoca modema. Se, dall'altra parte, e ovvio che ritroviamo la strut-tura dell'Impero germanico o anche il modello degli Stati olandesiinseriti nella sua analisi della consociatio universalis publica maior, e se re-trospettivamente almeno l'esempio dell'Impero germanico non sembrail migliore perche nella storiografia odierna l'Impero normalmente none trattato come uno Stato territoriale' nel senso dell'assolutismo, non-

28 E anche importante notare che almeno per il tennine respublica, non e la Bibbiaprimo testo di riferimento, ma e il Corpus iuris.

— 288 —

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

dimeno la respublica eil regnum di Althusius comprendono semantica-mente questa larga gamma di nozioni: da una parte e chiaramenteuno Stato con un territorio ben definito (IX, 14: «Territorium regnihic est [...]»), dall'altra, la struttura corporativa nel senso precisamentealthusiano di una corporazione di consociationes si sovrappone a questaterritorialitä. «Membri» del regno sono solo le consociationes mistae publicae dalla civitas in poi, non gli uomini singoli e neanche le famiglie o icollegi (IX, 5). Non e il modello dello Stato `assoluto' che confronta ilmonarca con il suddito. A questo punto si vede una delle piü impor-tanti differenze tra la nozione althusiana e quella bodiniana della .R.publique, nella quale sono les mesnages (le famiglie) gli elementi immedia-tamente costituenti dello stato. E questo il punto di partenza per il `fe-deralismo' e per i concetti della `sussidarietä' che sono presenti nell'o-pera di Althusius. Cosi, una diretta linea di govemo esisterebbe trasummus magistratus e i `sudditi', solo nella misura in cui i membri dellarespublica si sono consensualmente, e secondo un diritto ius maiestatis),messi sub uno capite (IX, 12). La sovranitä (sotto il nome della summapotestas, non della maiestas come era tipico per altri scrittori politici ri-formati) 29 viene cosi attribuita alla respublica stessa, non alla persona delsummus magistratus (discussione espressamente contro Bodin IX, 18-27). 3° Grazie a queste costruzioni di base, ritroviamo in Althusius questasistematizzazione dei limiti del potere (gli efori che sorvegliano affincheil summus magistratus segue bene il diritto stabilito; 31 diritto positivo diresistenza nel caso della tirannia), per la quale l'autore e stato ritenutoda Barclay, inoltre, un monarcomaco.

4. Riprendiamo a questo punto la domanda sulla scelta della defi-nizione ciceroniana e la combiniamo con la domanda sull"elementoteologico' nel testo althusiano: come abbiamo giä accennato, la sceltadi riferirsi a Cicerone per la nozione di respublica per Althusius e per altripotrebbe essere letta in un certo modo come una scelta anti-luterana.Wyduckel ha giustamente ricordato 32 che Althusius non cita mai Lute-ro e solo rarissimamente delle opere teologiche, politiche o anche giu-

29 Cfr. M. ScArrout, Dalla virtä alla scienza. La fondazione e la trasformazione della disciplinapolitica nelletä moderna, Milano, Angeli, 2003, pp. 242-300.

30 «Spersonalizzazione del potere», L. BIANCHIN, Politica e scrittura in Althusius. I! diritto regale nellinterpretazione di I Sam. 8, 11-18 e Deut. 17, 14-20, in CAMPOS BoRALEvi-QuAcuoNi,Politeia biblica, cit., pp. 409-430: 410).

31 Sugli efori cfr. la voce Ephori di S. TESTONI BiNErn, supra.

32 Cfr. D. WYDUCKEL, Einleitung, in J. ALTHUSIUS, Politik, trad. H. Janssen, a cura di D.Wy-duckel, Berlin, Duncker & Humblot, 2003, pp. vn-xLvii:

— 289 —

CORNEL ZWIERLEIN

ridiche dell'ortodossia luterana. Althusius e invece per molte cose in ac-cordo con il cattolico Pierre Gregoire – ma e un cattolico (ex-)leghista;anche nella teoria di Gregoire la sfera politica non gode di una taleesenzione di esigenze e pretese normative dal lato `divino' su questomondo – anche se, certo, l'ecclesiologia papale intromessa nell'operadi Gregoire non e quella di Althusius. Ma per la sottomissione piüespressa della politica ad una normativitä etica, le teorie che vengonoda culture calviniste e cattoliche sembrano piü vicine, mentre la teoriapolitica luterana' sembra, per questo, un poco piü vicina a quella diBodin.

Althusius non scrive una politica teocratica o molto pronunciata-mente teologica. Ma le strutture scelte tradiscono le fonti extra-politi-che e dunque anche teologiche. Se lo ius symbioticum e inerente a tuttala consociatio e se il popolo e tale solo quando c'e una partecipazionemutua del diritto e della giustizia (secondo la definizione di Cicerone),siamo ancora una volta di fronte a una teoria che funziona solo con unaantropologia calvinista (e piuttosto tipica della teologia federale), nonluterana. 33 L'antropologia negativa del luteranesimo certo, comunea tutto il protestantesimo. Dopo la caduta dell'uomo e la sua espulsionedal paradiso, l'uomo ha perso la forza di essere individualmente buono.Sola gratia, sola fade. Ma nel calvinismo e soprattutto nella teologia fede-rale, la concentrazione sulla pre-storia di Adamo, sul suo essere e sulsuo stato nel paradiso, sulla sua relazione supralapsariana con Dio Gam-bia questa antropologia, perche la caduta non ha estinto del tutto il ca-rattere di questa relazione uomo/Dio. Nonostante questo, l'uomo puösempre in questo mondo conoscere la legge di Dio – certo in un modooscurato, non chiaro; ma la possibilitä del regnum Dei su questo mondo,non nella sua interezza, ma in una certa quantitä, esiste. Se e percheesiste un accesso alla legge di Dio, alla conoscenza del giusto, possiamoricorrere a Cicerone per definire il popolo e la res populi, la respublica. Seuna tale conoscenza e percepibilitä della giustizia non esiste nell'uomo,sarä difficile prendere la definizione ciceroniana come punto di parten-za. Nel luteranesimo, almeno approssilnativamente, non c'e possibilitädi accesso diretto alla lex Dei e dunque non esiste l'esigenza di una respopuli, dove il populus e un'aggregazione di uomini obbedienti alla giu-stizia nel senso vero della lex Dei (per Althusius: lex symbiotica). Bastal'obbedienza esterna e funzionale alla lex humana, anche se fosse fattada un tiranno. In Althusius, certo, ognuno deve anche obbedire, ma

33 Su ciö cfr. la voce Symbiosis di C. MALANDRINO, infra.

— 290 —

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

solo perche chi governa esegue la vera giustizia, lo ius symbioticum o an-che lo ius symbioticum universale che e il politeuma. E interessante una suariflessione sulla domanda famosa, se il magistrato sia lege solutus. Althu-sius dice di no (IX, 21), perche non e possibile che la legge – e anche lalegge civile – non abbia qualcosa di divino in se. Se non e questo il ca-so, non sarebbe una legge. Ma se la legge civile, data dal magistrato, econforme alla legge divina, il magistrato non puö essere assoluto rispet-to alla legge di cui e solo digna vox. 34 Ancora una volta si vede dunquel'importanza di questa partecipazione della giustizia e della lex nella consociatio e nella res publica come res populi ciceroniana.

La finalizzazione delle fonti usate da Althusius per formare la suaconcezione di respublica, di regnum e della forma o costituzione di questi(la politela) va dunque nella linea giä esposta per la consociatio. Questavolta non e una nozione `nuova' o nuovamente coniata da Althusius,ma sono termini usati in molte tradizioni semantiche differenti, di cuilui seleziona quella che va meglio insieme ad una cosmologia calvinista– anche se questa cosmologia non fa parte integrale del suo sistema po-litica; ma e il quadro concettuale che limita, esige e provoca le sceltesemantiche e sistematiche.

5. Gojosso sintetizzava per la Francia dopo la fine delle guerre re-ligiose francesi che «apres avoir occupe la scene politique pendant deuxdecennies, la res publica – res populi va connaitre une longue eclipse. Elles'efface pour pres de deux siecles devant la figure 'formidable' du sou-verain». 35 Se questa visione e corretta, essa vale solo per l idxagone, per-che giustamente nello stesso tempo dell'ascesa dello Stato sempre piücentralistico francese `bodiniano', che eravamo abituati prima di Hens-hall a chiamare `assoluto' e che non lasciava piü spazio a una concezio-ne del primato del popolo sul reggente, cresce e si precisa il concettorepubblicano di un certo `proto-repubblicanesimo'. Di questo i PaesiBassi e la Svizzera sono i primi esponenti. 36 La fortuna (certo, ristretta)

34 Cfr. le riflessioni in merito di D. QUAGLIONI, Majestas, supra e Tyrannis, infra.

35 Cfr. Gojosso, Le concept, cit., p. 132.

36 Cfr. T. MAISSEN, Eine `absolute, independente, souveraine und zugleich auch neutrale Republic. Die Genese eines republikanischen Selbstverständnisses in der Schweiz des 17. Jahrhunderts, inM. BÖHLER-E. HOFMANN-P.H. REILL-S. ZURBUCHEN (a cura di), Republikanische Tugend. Aussbildung eines Schweizer Nationalbewusstseins und Erziehung eines neuen Bürgers, Geneve, Slat-kine, 2000, pp. 129-150 e, di prossima pubblicazione, l'intera Habilitationsschrift di THOMAS

MAISSEN, Die Geburt der Republic. Staatsverständnis und Repräsentation in der frühneuzeitlichenEidgenossenschaft (Göttingen, Vandenhoeck & Rupprecht, 2005); cfr. MAISSEN, 'Par un purmotief de religion et en qualiti de Republicain — Der außenpolitische Republikanismus der Niederlande

— 291 —

CORNEL ZWIERLEIN

dell'opera althusiana nei Paesi Bassi, 37 nella Scozia 38 e in qualche partedella Germania, sembra mostrare come la Politica fosse recepita come laprima teoria sistematica che ben si adattava alla concezione statale diqueste regioni. Ma Althusius non formulava giä una teoria della `re-pubblica moderna' sotto la condizione di una separazione chiara tra so-cietä e Stato, e come una forma dello Stato e del governo opposta auna monarchia, come sarä il concetto repubblicano del Sette-Ottocen-to. Secondo Maissen, questa nuova concezione della `Repubblica' so-vrana non nacque prima del 1650, e anche a questo punto era soloall'inizio del suo sviluppo. In ogni caso, non si potrebbe giudicare e ve-rificare precisamente se la concezione della respublica, del regnum o dellapolitela sono stati influenti negli sviluppi posteriori, perche la scelta ci-ceroniana non e per se stessa un indicatore sicuro: Althusius era perquesto solo un esponente di un discorso a piü voci. D'altra parte, si po-trebbe sempre dire quando si identifica un sicuro riferimento a un passoalthusiano, a un'istituzione come gli efori, che e recepito anche il suoconcetto della respublica, almeno parzialmente, perche alla fine tutte leistituzioni, tutte le leggi, tutte la particolaritä che lui descrive (o prescri-ve) nella Politica comportano elementi semantici della sua respublica, cherimane la denominazione per l'insieme dello Stato. Ma in questo senso,la domanda sulla `fortuna' della nozione del termine althusiano respublica si confonde con la fortuna dell'opera intera.

Althusius era un repubblicano? 0 anche un `repubblicanista'? Nelsenso protomoderno si, intorno al 1600 forse un'opera politica sistema-tica di questa dimensione non meritava piü questo epiteto. Per questadomanda rimane parzialmente valida I'opposizione Bodin — Althusius(o Arnisaeus — Althusius), come avevano giä notato i contemporanei.Se guardato con occhiali moderni questo repubblicanesimo (semprecon un summus magistratus indispensabile) non sembra abbastanza svi-luppato, per degli occhiali 'post-moderni' almeno certi elementi dellasua respublica strutturalmente corporativa e federale potrebbero sembra-re piü adeguati a certe situazioni politiche attuali che rispetto alla tra-dizione rousseauiana: se sono solo consociationes publicae, che sono mem-

und seine Aufnahme in der Eidgenossenschaft ca. 1670-1710), in SciioRN-SCHÜTTE, Aspekte, cit.,pp. 233-282.

87 Cfr. Cor.m, Consociatio civitatum, ma il libro di Conti non tratta una storia della fortunivera e propria di Althusius, ma del `repubblicanesimo' intero nei Paesi Bassi.

38 Cfr. le publicazioni di R. v. Friedeburg, ultimamente V. FRIEDEBURG, Vom ständischenWiderstandsrecht zum modernen Naturrecht. Die Politica des Johannes Althusius in ihrem deutschenKontext und ihre schottische Rezeption, in SCHOR/9-SCHÜTTE, Aspekte, cit., pp. 149-194.

— 292 —

RESPUBLICA (REGNUM, POLITEIA)

bri della respublica, potrebbero essere interpretati oggi tanto come stati,quanto come entitä non statali, e tutto senza la pretesa o il preconcettoche esista prima di tutto una societä omogenea di persone uguali, per-che le persone non sono loro stesse `membri' costituenti. Ma rimaneproblema dello ius symbioticum che dovrebbe essere per tutti lo stesso.39

39 Per alcune osservazioni cfr. la sezione 5 della voce Consociatio, infra. Ringrazio F. In-gravalle e M. Povero per la correzione dell'italiano.

— 293 —