appunti: storia e letteratura del medioevo scandinavo

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1 Storia e letteratura della Scandinavia dagli albori al medioevo islandese 1.1 Le origini della civiltà nordica I segni e le tracce lasciati dalle popolazioni della zona ci fanno intuire il fulcro della cultura germanica comune, la cosiddetta cerchia nordica, che comprendeva la Germania del nord, la Danimarca, e la parte meridionale di Svezia e Norvegia. Le affinità tra i reperti archeologici di quest'area testimoniano una cultura comune sviluppatasi tra il 3000 e il 2000 a.C. Tra le popolazioni locali vigeva il matriarcato, che dava una posizione privilegiata alla donna nella struttura sociale. Non essendo ancora evidente il nesso tra rapporto sessuale e gravidanza, ed essendo le donne responsabili della nascita di nuovi esseri umani, si attribuiva ad esse un'importanza elevata, fatto che si intuisce da certi manufatti e dalla frequenza con cui appaiono figure femminili importanti. Secondo un’interpretazione di certi elementi propri della mitologia nordica, questa società matriarcale, probabilmente pre-indoeuropea, avrebbe subìto un’invasione da parte di un'altra popolazione, di origine indoeuropea, che ha poi finito per sommergerla. La società matriarcale è stata denominata “popolo delle ceramiche”, mentre quella patriarcale “popolo delle asce da combattimento”. Nomi che lasciano chiaramente intuire la differenza sostanziale tra queste due culture. Nell'età del bronzo nordica (1700/500 a.C.) troviamo le prime testimonianze attive lasciateci dalle antiche genti scandinave. Delle epoche precedenti sono stati rinvenuti sostanzialmente manufatti, ma da questo momento storico iniziano a comparire immagini, come dischi solari e svastiche, perché la religione si sviluppa in riferimento agli elementi naturali, ma si trovano anche figure sessuali e orme, che sembrano significare una volontà di indicare e affermare la propria identità. Nella stessa mitologia si trovano elementi che riflettono la fusione dei due modelli di società (matriarcale e patriarcale). La società patriarcale è riconducibile al gruppo degli dei Asi (Æsir), quella matriarcale si riflette nel gruppo degli dei Vani (Vanir). Njörðr, che nella mitologia norrena è padre di Freyja, era in origine ciò che le testimonianze più antiche chiamavano "la madre terra". Perfino lo storico latino Tacito testimonia l'avvenuto cambiamento di sesso della dea, citando il culto della dea Nerthus, figura femminile divenuta poi maschile a seguito dello scontro tra culture. Freyr è una divinità maschile del gruppo degli Asi, che nasce ben dopo Freyja, della stirpe dei vani, quasi come contraltare ad essa. Un’interpretazione vuole che la creazione di un corrispettivo maschile alla vecchia divinità propria della società matriarcale

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Storia e letteratura della Scandinavia dagli albori al medioevo islandese

1.1 Le origini della civiltà nordica

I segni e le tracce lasciatidalle popolazioni della zona ci fannointuire il fulcro della culturagermanica comune, lacosiddetta cerchia nordica, checomprendeva la Germania del nord, laDanimarca, e la parte meridionale diSvezia e Norvegia. Le affinità tra ireperti archeologici di quest'areatestimoniano una cultura comunesviluppatasi tra il 3000 e il 2000a.C. Tra le popolazioni locali vigevail matriarcato, che dava unaposizione privilegiata alla donnanella struttura sociale. Non essendoancora evidente il nesso tra rapportosessuale e gravidanza, ed essendo ledonne responsabili della nascita dinuovi esseri umani, si attribuiva adesse un'importanza elevata, fatto chesi intuisce da certi manufatti edalla frequenza con cui appaionofigure femminili importanti. Secondo un’interpretazione dicerti elementi propri della mitologianordica, questa società matriarcale,probabilmente pre-indoeuropea,avrebbe subìto un’invasione da partedi un'altra popolazione, di origineindoeuropea, che ha poi finito persommergerla. La società matriarcale èstata denominata “popolo delleceramiche”, mentre quella patriarcale

“popolo delle asce da combattimento”.Nomi che lasciano chiaramente intuirela differenza sostanziale tra questedue culture. Nell'età del bronzo nordica(1700/500 a.C.) troviamo le primetestimonianze attive lasciateci dalleantiche genti scandinave. Delleepoche precedenti sono statirinvenuti sostanzialmente manufatti,ma da questo momento storico inizianoa comparire immagini, come dischisolari e svastiche, perché lareligione si sviluppa in riferimentoagli elementi naturali, ma si trovanoanche figure sessuali e orme, chesembrano significare una volontà diindicare e affermare la propriaidentità. Nella stessa mitologia sitrovano elementi che riflettono lafusione dei due modelli di società(matriarcale e patriarcale). Lasocietà patriarcale è riconducibileal gruppo degli dei Asi (Æsir), quellamatriarcale si riflette nel gruppodegli dei Vani (Vanir). Njörðr, chenella mitologia norrena è padredi Freyja, era in origine ciò che letestimonianze più antiche chiamavano"la madre terra". Perfino lo storicolatino Tacito testimonia l'avvenutocambiamento di sesso della dea,citando il culto della dea Nerthus,figura femminile divenuta poimaschile a seguito dello scontro traculture.Freyr è una divinità maschile delgruppo degli Asi, che nasce ben dopoFreyja, della stirpe dei vani, quasicome contraltare ad essa.Un’interpretazione vuole che lacreazione di un corrispettivomaschile alla vecchia divinitàpropria della società matriarcale

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fosse dettata dal bisogno dibilanciare la forza di questa figurafemminile. La Magia, elementoimportantissimo nella culturanordica, era una parola femminile,essendo la magia ritenuta propriadella donna. La società matriarcaleera inoltre più pacifica, difattinella mitologia gli dei Vani indiconoun'assemblea a seguito dell'attaccolanciato dagli Asi. Il concetto diassemblea e riunione rivestiva unruolo fondamentale in questa cultura. I nomi degli dei verrannoutilizzati poi per nominare i giorni,ricalcando il modello latino:

Tyrsdag(Ingl.Tuesday)..................Tyr

Martedì

Onsdag(Ingl. Wednesday)............Odino

Mercoledì

Torsdag(Ingl. Thursday).................Thor

Giovedì

Fredag(Ingl. Fryday).....................Freyja

Venerdì

La Scandinavia è collocata allaperiferia d'Europa, per cui è statameno soggetta ad innovazioniculturali, infatti le testimonianzepagane del primo millennio sono benpiù numerose di quelle cristiane. Icambiamenti culturali, di norma,avvengono a seguito di innovazioni

tecnologiche: l'uomo scandinavoall'inizio è passivo, raccoglie ciòche trova, caccia...poi però impara acontrollare la natura, ed è in quelmomento che avviene la rivoluzioneagricola. Questa porta l'uomo adiventare stanziale, ed è qui chenasce un nuovo modello di società,con valori ben precisi e particolari.Tale società è detta, nel gergo dellediscipline storiche, sippe (termineassociabile alla parola celtica clan“progenie”, indicante una sorta difamiglia allargata discendente da unantenato comune). L'individuo ha un ruolo precisoall'interno della sippe, e questa, dirimando, gli offre protezione da unmondo esterno ostile e pericoloso. Ilsingolo non può sopravvivere se nonall'interno della propria sippe. In untale contesto nascono valori cheinfluiscono poi sulla vita sociale:

Vendetta: Se un membro delproprio gruppo vieneassassinato, a propria volta sideve uccidere un membro dellasippe a cui appartienel'assassino. Non è importanteche sia l'assassino stesso adessere ucciso, perché si devecolpire la sippe, non ilsingolo, che rivesteun'importanza secondaria inquesta struttura sociale,perché l'identitàindividuo/gruppo èindissolubile.

Destino: il ruolodell'individuo e i suoi compitisono invariabilmente stabiliti,così come il fatto che la sippedi appartenenza sia il miglioredei luoghi possibili per i

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propri membri. Dentro di essavi è sicurezza, all'esterno viè il pericolo.

Fortuna: è la forza beneficadella sippe, perché da essa hol'aiuto concreto per superarele difficoltà. Nella sipperisiede un'energia benefica,che alcuni individuiconcentrano in sé stessi piùdegli altri, rendendole adattea rivestire ruoli diprivilegio, in virtù dei lorotalenti e dell'utilità che daquesti deriva per l'interasippe.

Progressivamente la società sistruttura, ma inizialmente la sceltadel capo avviene secondo le esigenze,e in ricerca del bene della sippestessa, se un capo si rivela nonadatto viene sostituito, e questomodo di gestire la leadership verràpreservato a lungo nella societàscandinava. Perfino nell’Ottocento,dopo le guerre Napoleoniche, lanobiltà svedese sostituirà il propriomonarca con il generale franceseBernadotte, che è capostipite dellacasata reale odierna. Nella sippe si viveva in capanne,le città non esistevano in quellarealtà nordica. Gli storici latinierano sorpresi dalle dimensioniridotte delle comunità, che eranodovute alla chiusura di queste. Lecittà si sviluppano in zone discambio, in mercati, e una societànon interessata agli scambi, chetrova la sua ragione in sé stessa nonpuò sviluppare città. Il recinto è un elementoimportantissimo. Circonda le capannee delimita l'area protetta dellasippe. Esso ricorre anche nella

mitologia: il mondo degli uomini èdenominato Miðgarðr, ovvero recintodi mezzo (a volte tradotto con iltermine più evocativo “terra dimezzo”). Il regno degli dei Asi èdetto Ásgarðr, “recinto degli Asi”,mentre il mondo esterno, popolatodalle creature ostili agli uomini eagli dei, i giganti, è detto Útgarðr,“recinto esterno”. La visione del mondo che viene asvilupparsi è magica, permeata da untimore reverenziale per ciò che sitrova all’esterno del recinto, eporta ad attribuire sacralità a certiluoghi, come rocce, cascate etc.Alcuni luoghi costituivano l'accessoad altri mondi, e il passaggio potevaavvenire seguendo determinati riti.Anche il legame con i morti èparticolare, i morti potevano essereseppelliti accanto al focolare,perché assumevano la funzione didivinità tutelari, secondo un modelloprobabilmente già indoeuropeo e chetroviamo anche nella Roma antica. Tra gli Asi vi è una figura cheprotegge la comunità, il dio Thor,opposto ad Odino, diodell'individualità. Il culto di Thorsi trova principalmente in Islanda,perché lì si è concentrato il sensodi appartenenza al gruppo cheancor'oggi determina il forteorgoglio nazionale. In una comunità in cui siidentifica una forza magica, come lasippe, il ruolo del capo non èpolitico, ma esistenziale. Esso vienedesignato da un’assemblea dellacomunità per le sue caratteristiche,per le sue abilità. Esistonoaddirittura testimonianze di re fatti a pezzi e le cui membra sonostate poi conservate per i loro

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presunti poteri magici. Quando ilmodello monarchico dell'Europameridionale inizia a diffondersi, ire nordici faticano ad imporsi,proprio per la forte cultura basatasulle assemblee piuttosto che sullapresenza di un forte potere centrale.

1.2 Età del ferro (500 a.C. - 800 d.C) eL'innovazione tecnologica del ferro èinteressante perché la parola nordicaper ferro è di origine celtica, ilche testimonia il primato dei popoliceltici e la loro responsabilitànella diffusione di questa nuovatecnologia.L'età del ferro può essereulteriormente divisa in due periodi.:

Età del ferro celtica opreromana, dal 500 a.C. Finoall'anno 0.

Età del ferro romana, dall'anno0 fino al 400.

Nel periodo romano, tra romani egermani avvengono degli scambicommerciali, il che porta allanascita delle prime città nordiche.Si costruiscono villaggi piùorganizzati e articolati e si iniziaa diffondere la fortificazione. Uno sguardo alle sepolture esalta all'occhio che le tombe piùantiche, risalenti a prima del sestosecolo, non presentano differenze, ilche testimonia una visionedemocratica della morte: davanti adessa tutti gli uomini sono uguali. Letombe più recenti invece iniziano adifferenziarsi: alcune sono piùcurate di altre, e questo testimoniaun cambiamento forte a livellosociale. Le tombe dei guerrieriindicano il diffondersi di unamentalità che porterà alla

costituzione di una vera e propriaaristocrazia guerriera. Il guerrierorivestirà un ruolo fondamentale perlo sviluppo socio-culturale nordico,perché esso è sì un combattente, maanche un viaggiatore: per combatteresi sposta, e viene a contatto consocietà e modelli culturali diversi,importando idee nuove dalle realtàcon cui si confronta. Vendel è illuogo di uno scavo archeologico inSvezia, e dà il nome ad un periodostorico in cui si collocano leinvasioni barbariche. In questoperiodo, detto appunto età di Vendel(550-800) troviamo una culturaguerriera e un credo religioso paganoche giustifica il potere politico. Sidiffonde anche l'iconografia, ovverola rappresentazione delle divinità. Nell'età delle migrazioni siassiste a grandi spostamenti dipopoli: Goti (che hanno lasciato ilsegno in luoghi come l’isola diGotland, la città di Göteborg, o leampie regioni svedesi delVästergötland e Östergötland),Longobardi (che secondo l’HistoriaLangobardorum di Paolo Diaconosarebbero di provenienza scandinava),Cimbri, Eruli... Angli, sassoni e Juticolonizzarono la Gran Bretagna nellametà del primo millennio, echiamarono i loro domini“Inghilterra”. L’invasione dei danesiqualche secolo più tardi, portò alcontatto di due idiomi, l’ingleseantico e il danese, alloraparzialmente intelligibili, e diedeil via al processo di evoluzionedell'inglese dall’anglosassone,influenzando notevolmente anche illessico:

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-by è un suffisso comune amolti toponimi inglesi, e iltermine significatutt'ora città in danese enorvegese, così come

-thorpe, che significavillaggio o fattoria.

Oltre a questa importante invasione,l'Inghilterra fu anche teatro dellaprima incursione vichingadocumentata, alla fine dell’ottavosecolo. Gran parte degli eventitramandati nelle saghe islandesinasce nel periodo delle migrazioni.In questo contesto è importantemenzionare l' età merovingia, cheprende il nome da una stirpe realedel regno dei Franchi, responsabilidell'introduzione del modello digoverno feudale, che verrà introdottoanche in Scandinavia. Sempre inquesto periodo si iniziano a produrrele prime fonti letterarie. Compaionodinastie e capi politici che sannogestire le risorse del territorio eche creano veri e propri centri dipotere. Il mondo scandinavoassomiglia sempre più al centrodell'Europa. I re in questo periodo eranocapi politici che si appoggiavano alpotere militare. Esistono i notabili,sorta di rappresentanti che gesticonoun certo potere locale per conto delsovrano. I primi centri cittadinisono quelli di Ribe nello Jutland eHelgö, sul sito dove poi sorgeràStoccolma. Testimonianze di questa fase letroviamo nelle cosiddette pietre diGotland, che vengono incise in unlungo periodo che va dal V secolo alXII. Nei simboli incisi abbiamotestimonianze del patrimoniomitologico: nelle incisioni più

antiche troviamo forme primitive,come cerchi e dischi solari, poiiniziano a comparire delleimbarcazioni, e infine troviamo leprime iconografie cristiane. Lepietre vengono poste in luoghi dipassaggio importanti per la comunità.Nasce anche una classe di ricchicontadini e poi anche dicommercianti. L'evoluzione dellasfera religiosa si muove dunque dipari passo con quella sociale. Lasocietà stanziale muta e diventa unasocietà in movimento.

La nuova società può essere descrittada queste due caratteristichefondamentali:

Ideale guerriero Interesse mercantile

Che costituiranno i pilastri dellasocietà vichinga.

1.2.1I VichinghiDa un punto di vista tecnologico iVichinghi si collocano nell'età delferro, ma il loro capitolo è cosìparticolare da meritare untrattamento a parte. Esso occupa unospazio tra IX e XI sec. (800 – 1050approssimativamente). Come data iniziale dell'eravichinga si indica il 793, data dellaprima incursione vichingadocumentata, che ebbe come oggettol'abbazia inglese di Lindisfarne,mentre come data della sua fine èconvenzionalmente fissata al 1066,anno in cui ebbe luogo la battagliadi Hastings, per cui le mireespansionistiche scandinave in terrainglese vennero fermatedall’insediamento dei re franco-normanni.

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Il termine Vichingo deriverebbeda vik (baia), definizione per laquale il vichingo sarebbe “l'uomodella baia” (-ing è affine ai suffisiusati per le dinastie medievali,vedi “Merovingi, Carolingi, Capetingietc...”), etimologia che testimonierebbeil carattere marinaro di questasocietà. Nonostante l'immagine nellacultura popolare, i vichinghi nonportavano elmi cornuti e non erano unpopolo. La loro crudeltà ètestimoniata da moltissime fonti,così come la loro abilità commercialee diplomatica. L'essere vichingo erauno stile di vita proprio di chi siribellava alla chiusura tipica dellasocietà di allora, fondata sul nucleodella sippe. I vichinghi siribellarono alla preponderanza delgruppo sul singolo, volevano usciredal recinto e vedere cosa si trovavaal di fuori di esso. Evasero dallachiusura, ma facendolo da solisarebbero morti, ricorsero dunqueall’organizzazione in gruppi o bande. I vichinghi venivano da societàcon fortissimi legami di sangue, chesi ritrovarono quindi a doversostituire, recuperando una certaritualità. Il legame di sangue vienerimpiazzato dal giuramento di sangue,volto a stabilire un profondo legame,forte tanto quanto (se non più fortedi) quello tra membri della sippe.La nascita a una nuova vita nellabanda vichinga viene simboleggiataattraverso il passaggio sotto unazolla di terra sollevata da unalancia. E' evidente quindi il bisognodi ritualità antiche nonostante iforti cambiamenti sociali. Ivichinghi vogliono abbandonare la

chiusura della sippe, ma non possonofarlo da soli, creano dunque questiriti in modo da istituire un legamedi sangue con qualcuno che non è unfamiliare.Questa scelta di muoversi fatta daivichinghi avrà ricaduteimportantissime sulla storia dellaScandinavia. Conseguenze tra le piùimportanti sono:

L'avvento della monarchia. Cristianizzazione (I vichinghi

inizialmente si rivolgevano adOdino, ma adottarono ilcristianesimo come mezzopolitico, il quale soverchieràgli elementi religiosi pagani,seppur modellandosi su diessi).

Nascita delle nazioni nordiche,che non sarà un processopacifico ma verrà fortementeosteggiato. Svezia, Norvegia eDanimarca nascono comemonarchie, mentre l'Islandanasce come una repubblica(differenza che persistetutt'ora)

L' Islanda è stata colonizzatadai norvegesi nel 874. Re Haraldrhárfagri “bellachioma” (850-933)voleva riunire i poteri localicreando una monarchia solida sulmodello degli altri Paesi europei,politica che molti norvegesi sirifiutano di accettare. Essimigrarono dunque a ovest, dovetrovarono terre non ancora occupate,colonizzando le Fær Øer e poil’Islanda, dove poterono ri-fondarela loro società ideale. Il processo di colonizzazionedell’Islanda si colloca tra l'870 e

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il 930. Proprio in Islanda i colonifondarono una sorta di repubblica, ein effetti l'Islanda può essereconsiderata la più antica tra lerepubbliche moderne. Essiistituiscono un'assemblea cheraccoglie rappresentanti di tutte lefamiglie, l' Alþingi (Cosa di tutti,cosa pubblica). Il modello di amministrazionepubblica minacciato in patria vieneripristinato in Islanda, che diventacosì una comunità relativamentedemocratica. Questo processo è messoa punto e resiste fino al XIIIsecolo, quando tra il 1262 e il 1264l'Islanda cade sotto il dominionorvegese, perdendo l'autonomia chenon riconquisterà fino alla secondaguerra mondiale, passando per unlungo periodo di dominazione danese. Nella fase precedente alladominazione norvegese, che iniziò nel1262, l'Islanda era stata la culladella letteratura scandinava. Essafiorì in una fase che arrivò fino al1300 e poi iniziò un progressivodeclino, dovuto alla perdita diautonomia e alle limitazioni dinatura economica e commerciale chetale perdita comportava, dal quale sirialzò solo nel 1700 conl'illuminismo, a cui seguì nel 1800,con il movimento romantico, unagrande rinascita culturale.

Sorte di “germi” di mentalitàvichinga erano apparsi già moltoprima dell'era vichinga stessa.Tacito, nell'opera Germania (38 d.C.)parlando dei suiones (forse glisvedesi), cita alcune bande chechiama comitati. Questi gruppi di 10/15persone, erano soliti scegliere uncapo carismatico e darsi a scorrerie,

il tutto circa sette secoli primadell'era vichinga. Questa visionedella banda diventerà radicata nellacultura nordica, infatti, in alcuneoccasioni, perfino Cristo e i suoiapostoli vennero descritti come uncapo e la sua banda. Tacito ciinforma anche della possibilità cheil capo venisse deposto qualora sifosse rivelato non idoneo, e questosarà vero anche per i vichinghi. I vichinghi vogliono scegliereil loro destino, ma il destino nellacultura nordica è qualcosa cheincombe su tutti, siano essi uomini odei, e da esso non si può fuggire.Gli dei, per esempio, sanno chearriverà il momento dello scontrofinale, e la loro caduta (Ragnarok =fato degli dei), e possono rimandarloma non fuggirvi definitivamente. Ivichinghi sono dunque più liberi mamai assolutamente liberi. La ribellione generazionale cheha portato alla nascita dei gruppi divichinghi è comune a molte epoche, macon essi si associa ancheall'ingresso di idee nuove. Questeidee si traducono in valori benprecisi, e i valori dei vichinghierano:

Coraggio Fedeltà Abilità guerriera Individualismo

I vichinghi si possono dividerein gruppi a seconda della loroprovenienza geografica, avremo quindivichinghi norvegesi, danesi e svedesi. I norvegesi hanno il meritostorico di essersi mossi ad ovest.Dopo secoli turbolenti i rapporti traNorvegia ed Islanda si sono pacati.

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La colonizzazione dell'Islanda edella Groenlandia era avvenuta aitempi dei vichinghi, che avevanoinoltre raggiunto le coste

settentrionali dell'America, chechiamarono Vinland (terra del vino).Il nuovo continente sembra esserestato

scoperta per caso: Nella saga diEirik il rosso si parla di unadeviazione dalle rotte e unnaufragio, che avrebbe portatoall'avvistamento delle costecanadesi. La successivacolonizzazione portò alla creazionedi insediamenti che mantennerorapporti commerciali con lamadrepatria. I vichinghi danesi, inveceebbero un rapporto privilegiato conl'Inghilterra, influenzarono molto,infatti, la lingua inglese. Essiinvasero le diverse regionidell'Inghilterra del Nord (Mercia,Northumbria), sostanzialmente nel IXsecolo, scontrandosi con i capilocali. Una vasta areadell'Inghilterra cadde sotto ladominazione danese, il Danelagu (=legge danese, quindi “zona postasotto la giurisdizione danese”). Lacapitale del Danelagu era York, che idanesi chiamavano Jorvík. In questocontesto, nel 1017 troviamo re Canuto(itlianizzazione di Knut) il grande,figlio di Svein Barbaforcuta, chestabilisce un grande impero nel maredel nord, comprendente Inghilterra,Scozia, Irlanda, Danimarca e partedella Norvegia. Un impero effimero,che finirà per disgregarsi alla mortedel monarca. Nel 911, l'allora re di Franciaaveva concesso un ducato ad un taleRollone, invasore vichingo, in cambiodel riconoscimento della suaautorità. Con questo evento ebbeinizio la lunga vicenda Europea deinormanni e della Normandia. Questi

normanni, in seguito, sifrancesizzarono, e con l'invasionedell'Inghilterra importaronomoltissimi prestiti francesi nellalingua inglese. Nel 1066 l'Inghilterra fu un campo dibattaglia tra danesi, norvegesi,normanni e anglo-sassoni. Nel 1066terminò il debole dominio norvegesequando Harald di duro consiglio vennesconfitto dall'anglo-sassone AroldoII, che venne però a sua voltasconfitto, poco dopo, dal normannoGuglielmo il conquistatorenella battaglia di Hastings. Questabattaglia segna l'inizio del dominionormanno in Inghilterra. Tuttavia inormanni, all'epoca, non erano piùnordici, perché francesizzati, dunquel’influenza scandinavasull’Inghilterra viene a cadere, equesta data viene convenzionalmenteusata per indicare la fine dell'eravichinga. I vichinghi svedesi sispostarono ad est: la Russia prendeil nome dal termine usato dallepopolazioni locali per descrivere ipirati svedesi, dettianche Vareghi o Variaghi, termine chederiva dal nome di una dea, Var,incaricata di presiedere i giuramentie garantire che fossero rispettati.Essi fondano le più grandi cittàrusse, nate a seguito dello sviluppodei loro commerci. Questi piratiattraversarono la Russia trascinandole loro stesse navi su tronchiladdove non ci fossero stati corsid'acqua navigabili, e così facendogiunsero fino a Costantinopoli, e poi

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addirittura a Baghdad. Abbiamo fontiarabe che testimoniano la presenzadei Vareghi, come il resoconto di IbnFadhlan, messo arabo che documentògli usi dei vichinghi viaggiando conloro nel nord. Da questo resoconto èstato tratto il film “Il tredicesimoguerriero”.

Le cause del tramonto dell’etàvichinga furono molteplici. Di grandeimportanza pare essere stato l’ormaiconsolidato processo di progressivacristianizzazione delle gentinordiche. Atti di brutalità,saccheggi e sacrilegi iniziarono anon essere più parte integrante dellavita delle gente scandinavecristianizzate. Inoltre, l’attenzionesempre maggiore data alconsolidamento e all’accentramento

del potere monarchico e dello statoportò ad un declino del ruolopreponderante che le spedizioni e leincursioni vichinghe avevano avuto.In quel nuovo frangente, la lotta peril potere e il prestigio sicombatteva soprattutto con lapolitica, al pari degli regnieuropei. Bisogna ricordare che legenti nordiche di età vichinga nonpossedevano un senso di appartenenzaad un’entità nazionale. In altreparole, non si sentivano “popolo”, ele grandi migrazioni e i continuispostamenti erano favoriti dallamancanza di attaccamento ad unapatria. Nascendo però il mitonazionale nel cuore del medioevo,nasce anche il senso di appartenenzaad una nazione geograficamente bendelimitata.

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1.3 Le Rune

L’interpretazione sull’origine dellerune (in proto-nordico , ᚱᚢᚾᛟ runo) èpiuttosto controversa. Secondoun’interpretazione esse sarebberonate come serie di simboli per scopimagici, ma questa visione apparecontraddetta dal fatto che le piùantiche testimonianze di incisioniruniche consistono in semplici“firme” che i possessori o creatoriincidevano sugli oggetti. Tuttavia,il fatto che queste incisioni siritrovino soprattutto su armi eamuleti, fa pensare che probabilmentel’incisione del nome avesse qualchefunzione magica, di impressione di unqualche potere personalenell’oggetto. La scrittura runica prevedel’incisione, e scrivendo le rune sivuole lasciare un segno, incidendonon soltanto il supporto materiale,ma anche incidendo concretamentesulla realtà, liberando forzepositive, o lanciando maledizioni. Inizialmente pare dunque che lerune fossero essenzialmente legate adazioni di magia, sia benefiche siamalefiche, e costituiscono la primatestimonianza scritta della culturanordica, tra il I e il III secolod.C. e il loro uso si protraegrossomodo fino al XIV secolo. Essevennero usate per praticamente tuttele lingue germaniche, sebbene lamaggioranza dei reperti rinvenutipunti ad una loro diffusione ben piùcapillare in Scandinavia. La linguain cui sono scritte è la fase piùantica del norreno, da cui disceserole lingue scandinave moderne.

La scrittura solitamente sisviluppa per motivi religiosi oeconomici (ricordare una preghiera,registrare entrate e uscite eproventi di rapporti commerciali,etc.) e la letteratura si sviluppasempre solo in un secondo momento. Leepigrafi runiche, dunque, non sonouna vera e propria testimonianzaletteraria, quanto dei primi esempidi cultura scritta. Per le antiche popolazioniscandinave le rune costituivano unelemento elitario, appannaggio dipochi. Il termine rún è un terminenorreno traducibile con segreto,bisbigliare, sussurrare... infatti il lorosignificato andava mantenuto segreto,perché cadendo in mani sbagliateavrebbero costituito un pericolo. Le ritroviamo in riti religiosi,non solo in Scandinavia ma anche inPolonia e altre zone, ma il luogoprincipale di utilizzo è, come giàaccennato, proprio la Scandinavia.Nonostante questo, esse non sono unacreazione originale, sembrano esserelegate a qualche alfabeto nord-Italico, a sua volta ricalcato suquello etrusco, e utilizzato nellealpi orientali. Il declino delle runefu dovuto alla diffusionedell'alfabeto latino, in concomitanzacon la diffusione del cristianesimo.

Una famose espressione, checompare in molte incisioni è Ek erilaR,che tradizionalmente viene tradottacome “io erulo/mago”, ovvero “io sousare le rune”. Essa si riferirebbedunque al maestro di rune, e siricollega agli Eruli, popolazionegermanica che fu probabilmenteresponsabile della diffusione dellerune in area nordica, ma che comunque

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fu famosa per la conoscenza diqueste. Uno studio più recente hamostrato la connessione della parolaerilaR alle parole Jarl(linguenordiche), o Earl(inglese), che oggisignifica “conte”, e che indicavaprobabilmente un guerriero o unapersona di rango elevato. Non è peròda escludere l’ipotesi che proprio invirtù del rango elevato, questefigure avessero accesso all’uso dellerune.

Con le rune abbiamo il principiodell' affermazione della conoscenza.Nella cultura scandinava era ungrosso privilegio il saper scrivere.Su uno dei leoni di san Marco sitrova incisa l’espressione ek unvodir.vo rappresenta la radice verbale edindica rabbia/euforia, ma è anchealla base del nome Wodan (Odino) eindicherebbe uno stato di euforiasciamanica; un significa “non”, comenell'inglese moderno. Il significatosarebbe dunque “io non cadonell'euforia sciamanica”.Sottintendendo che l'incisore era unuomo che conosceva le rune e sapevausarle senza rischiare di veniresopraffatto dal loro potere.

Alcuni esempi di rune:

Týr  (germanico *Tiwaz) “dio dellaguerra”, simboleggia la giustizia. 

Thorn (germanico *Þurisaz,), “ilgigante” indicava una maledizionelanciata ad una persona. Ripetendolaaumentava di efficacia.

Fé (parola imparentata col latinopecus, “bestiame”, vedi anchel'inglese fee, “tassa”), indicava ilpatrimonio, che all'epoca erarappresentato dal bestiame posseduto,un parallelo col latino "pecus", cheè passato ad indicare il denaro,"pecunia". Significava un augurio diprosperità.

Le rune assumono una valenzaparticolare perché al nord la culturaorale si è protratta più a lungo. Leleggi, ad esempio, non venivanoscritte, ma memorizzate da una figuradetta "uomo delle leggi", che venivainterpellato in caso di bisogno, eche poteva passare questa "carica" aisuoi discendenti. Le rune sono laprimissima testimonianza scritta e sicollocano su un lasso di tempo dicirca un migliaio di anni. Leevoluzioni dell'alfabeto runico sonotestimoniate dalle cosiddette pietreruniche, presenti in modo particolarein Svezia e Danimarca.

Björketorp è il luogo diritrovamento di una pietra runicaimportante, che riporta un'iscrizionedel settimo secolo dopocristo: "Profezia di male! La serie di runeluminose io nascosi qui, le rune di potenzamagica. Con comportamento perverso, senzapace, fuori sia, e di una morte maligna, chidistrugge questo monumento"

Si tratta chiaramente di unamaledizione riferita a colui il qualedovesse distruggere la pietra. C’èanche l'affermazione dell'identitàdell’autore (“io”) e della potenzamagica di queste rune.Altri termini degni di nota sono:

Perversione: terminenormalmente associato allamagia, ed in modo particolare

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ad un uso negativo di questa.Chi non era in grado di usarlaveniva corrotto da essa.

Fuori: si riferisceall'allontanamento dallacomunità, cosa che significavamorte certa per l'individuo,senza la sicurezza che la sippepoteva garantire.

Un'altra pietra importante èquella di Gripsholm (XI secolo), asud della Svezia: "Tola fece innalzarequesta pietra a suo figlio Harald, fratello diIngvar. Da veri uomini andarono lontano perl'oro. In oriente diedero cibo all'aquila." Questa pietra è cronachistica(sebbene la vicenda potrebbe esserefrutto di invenzione) e celebrapersonaggi di cui ci vengono fornitii nomi. La caratteristica importantee nuova è la presenza di individui.Essi vengono qui celebrati per laloro ricerca dell'oro. Ci troviamoalla fine dell'epoca vichinga e l'oroin quest'epoca si ottiene con ilsaccheggio. Diedero ciboall'aquila potrebbe significare sia cheabbiano lasciato una scia di cadaverial loro passaggio, sia che sarebberomorti essi stessi in battaglia. Nel 985 venne scolpita la famosapietra di Jelling, nello Jutland: "ReHarald fece questo monumento in memoria diGorm, suo padre, e di Thyry, sua madre.

Quell'Harald che conquistò tutta la Danimarca efece cristiani i danesi" Si parla di re, un concettostraniero, un modello di capo nuovoper la Danimarca. Il citare propriola Danimarca, poi, ci fa capire chele nazioni stavano nascendo a seguitodell’ accentramento del potere delre, cosa che si sviluppò di paripasso con la diffusione delcristianesimo, che veniva usata comestrumento politico. Questa pietrareca anche la più antica immagine diCristo del nord Europa. Abbiamo un'altra importantetestimonianza nei corni di Gallehus (Vsec. Danimarca), dove troviamol'affermazione dell'identitàdell'autore: "Io Levagastir, figlio di Hort, feciil corno".  Assistiamo dunque adun'evoluzione dal contenuto magico aquello celebrativo e cronachistico,che è avvenuto col passaggio dellasocietà da un modello chiuso efortemente legato al concetto digruppo, ad un maggiore individualismotipico di una società guerriera.Sulle pietre runiche si trovano anchesimboli legati alla divinità, come lacroce del dio Thor, che viene postacome augurio di fecondità. Questacroce si evolverà in seguito, e sisovrapporrà facilmente, alla crocecristiana.

Fuþark antico (secoli II-VIII), iscrizioni in proto-norreno/proto-nordico

Fuþark è il nome utilizzato perindicare le serie alfabeticheruniche. Così come la parola“alfabeto” deriva dai nomi delleprime due lettere ( A alfa e B beta),

la parola fuþark è l’accostamento deisuoni delle prime sei lettere di talealfabeto. Questo alfabeto consta diventiquattro lettere raggruppate inserie da otto, ed è assai preciso,presentando una corrispondenzaunivoca tra suono e simbolo. In altre

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parole, a ogni lettera corrispondesempre il medesimo suono. Per ciascuna lettera è statoricostruito il possibile nomeprotogermanico, basandosi sui nomiattribuiti loro nelle epochesuccessive in poemi runici. Tali nomivenivano attribuiti prendendo paroleche iniziassero con il suono che lalettera rappresentava, come si puònotare dalla lista qui sotto. Ci sonosolo due eccezioni: “ ” /ŋ/ eᛜ ᛝ

“ ” /z/ che rappresentano suoni iᛉ

quali non comparivano mai all’iniziodi parola, ma sono comunque inclusinel nome della lettera. Curiosamente, dal momento che iloro nomi erano parole a tutti glieffetti, spesso capita di incontraresolamente una lettera in luogo dellaparola che le dà il nome: la runa ᛗrappresenta la lettera /m/ e il suonome è *mannaz che significa "uomo";anziché scrivere per esteso ( ) ,ᛗᚨᚾ ᚾ ᚨᛉ

spesso gli incisori si limitavano ascrivere .ᛗ

Non è raro imbattersi inincisioni che riportano l’interasequenza alfabetica, e il più anticoper questa serie è stato ritrovato inSvezia e risale al 400 d.C.La serie alfabetica per il fuþąrkantico è la seguente:

f /f/ *fehu "patrimonio, ᚠ

bestiame" u /u(ː)/ ?*ūruzᚢ "bovino" (o

*ûram "corso d’acqua"?) þ /θ/, /ð/ ?*þurisaz "Thor, ᚦ

gigante" a /a(ː)/ *ansuzᚨ "uno degli Æsir (dei Asi)" r /r/ *raidō "cavalcata/viaggio"ᚱ

k (c) /k/ ?*kaunan "ulcera"? (o ᚲ

*kenaz "torcia"?) g /ɡ/ᚷ *gebō "dono" w /w/ᚹ *wunjō "goia"

h /h/ *hagalaz "grandine" ᚺ ᚻ

n /n/ᚾ *naudiz "bisogno" i /i(ː)/ᛁ *īsaz "ghiaccio" j /j/ *jēra- "anno"ᛃ

ï (æ)/æː/(?) *ī(h)waz/*ei(h)waz ᛇ

"tasso" p /p/ᛈ ?*perþ- significato sconosciuto z /z/ᛉ ?*algiz forse "alce". s /s/ᛊ *sōwilō "Sole"

t /t/ᛏ *tīwaz/*teiwazvv "Tyr (dio)" b /b/ᛒ *berkanan "betulla" e /e(ː)/ᛖ *ehwaz "cavallo" m /m/ᛗ *mannaz "uomo" l /l/ᛚ *laguz "lago” ŋ /ŋ/ᛜ ᛝ *ingwaz " Ingwaz (dio)" o /o(ː)/ᛟ *ōþila-/*ōþala-

"eredità" d /d/ᛞ *dagaz "giorno"

Fuþąrk recente (secoli IX-XI), iscrizioni in norreno/antico nordicoSviluppatosi come semplificazionedell’alfabeto antico, non mostral’opposizione tra occlusive sorde/p;t;k/ e sonore /b;d;g/. Inoltre, eciò crea ostacoli significativiall’interpretazione dei runologi,sappiamo che nella fase norrena ilnumero di vocali aumentaconsiderevolmente rispetto alla faseproto-norrena, a causa di diversifenomeni di fonetica combinatoriaintervenuti nel corso dei secoli, e

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distribuiti in modo non uniformenelle varie aree dialettali. A questoaumento significativo dei suoni delparlato, non è però seguito unaumento dei simboli. Lasemplificazione dello scritto, purcreando un sistema assai menotrasparente e immediato di quelloantico, non creava eccessivi problemidi interpretazione perché lapronuncia delle vocali poteva esserededotta dal contesto. Un problema affine si avrà conl’introduzione dell’alfabeto latino:là dove alcuni scribi medievalicercarono una precisione quasiscientifica, in senso anacronistico,per la rappresentazione dei suonidell’islandese, altri autoripreferirono accontentarsi dellevocali latine, usandole a capriccio elasciando all’intelligenza dellettore il compito di indovinarnel’esatta pronuncia. Questo

procedimento non è troppo“macchinoso” per un madrelingua, cheindividua le pronunce praticamenteper istinto, ma pone numerosiproblemi per l’interpretazione aposteriori: spesso non è chiaro seuna lettere è stata usatavolontariamente per rappresentare unsuono preciso e dunque indicaun’interessante variante (magaridialettale), se è usatacoscientemente al posto diqualcos’altro per carenza di simboli,o se è un semplice errore.

La serie alfabetica per il fuþąrkrecente è la seguente:

ᚠᚢᚦᚬᚱᚴ ᚼᚾᛁᛅᛋ ᛏᛒᛘᛚᛦf u þ ą r k h n i a s t b m l ʀ

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2. Nascita delle letterature nordiche

Il panorama da cui la letteraturanordica attinge è la mitologia. Trale popolazioni scandinave, a causadella carenza di luce, era moltosviluppato il culto del sole. Moltefeste cristiane si sono poisovrapposte al substrato paganotraducendosi in festività cherimangono tutt'ora, come la festa diSanta Lucia, collocata nel giorno piùcorto dell'anno. Anche lo stessonatale, detto Jul, è sovrapposto aduna festa pagana, e ai suoi antipoditroviamo la festa di mezza estate,collocata nei giorni attorno alsolstizio d'estate.

C’è un termine ce si incontraspesso nella cultura nordica, e inparticolare nella mitologia:garðr (oggi gård), può esseretradotto come giardino, ma nel casodi nomi come MIÐGARÐR, che vedremofra poco, è più corretto usare iltermine recinto, esso indicaessenzialmente una porzione di spazioracchiusa e delimitata. Kierkegård,ad esempio, significa “recinzionedella chiesa”, dunque “cimitero”.Anche il nome città è legato allademarcazione di un confine, -tuna eraun suffisso che indicava uno spaziodelimitato, e si è evoluto nellaparola tedesca zaun enell'inglese town. Il termine garðrrichiama da vicino la sippe, e l’ideadello spazio della comunità comequalcosa di ben delimitato eracchiuso.

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Secondo la cosmogonia nordica,l’universo fu creato nel Ginnungagap,o abisso cosmico, dall’avvicinarsidel gelo del Niflheim (terra dellenebbie) e del fuoco di Múspellsheim(terra delle fiamme), da cui nacqueroYmir, il gigante primordiale, e laVacca cosmica Auðhumla, che nutrìYmir e leccò, per nutrirsi, dellerocce ghiacciate che sapevano disale, facendone uscire, nel giro ditre giorni, una figura umana, Búri(colui che genera), che generò Borr(il gernerato), il quale si unì conuna gigantessa, generò alcuni deglidei, tra cui Odino. Ymir era saggio,ma anche malvagio, e i figli di Borrlo uccisero, forgiando il mondo colsuo corpo: dalla carne fecero laterra, che chiamarono Miðgarðr, orecinto/terra di mezzo, il suo sanguedivenne fiumi e laghi, mentre le ossavennero usate per le montagne. Daidenti ricavarono pietre, dai capelligli alberi, e dal cervello le nuvole.Le scintille del fuoco di Múspellsheimvennero usate per creare la luce e lestelle. Dalle larve nella carne delgigante nacque la stirpe degli gnomi,da cui discesero i nani e gli elfi.Gli dèi presero poi il suo immensocranio e lo posero nel Ginnungagap,sostenuto da quattro nani i cui nomisono Norðri, Suðri, Austri e Vestri, nomida cui derivano i punti cardinalimoderni (i nomi di matrice latinasono “settentrione, meridione,oriente ed occidente”).

I mondi creati dopo l’uccisionedel gigante sono nove e sono sorrettidal frassino cosmico Yggdrasill,secondo una modalità difficilmenterappresentabile in uno schemacoerente, in quanto le diverserappresentazioni e descrizionimitologiche appaiono spessoincongruenti. Il nome del frassinosignificherebbe “La forca di Ygg”,(uno dei tanti nomi di Odino), inriferimento al mito secondo cui ildio si sarebbe impiccato al frassino,e rimanendovi appeso per nove giornie nove notti, avrebbe appreso ilsegreto delle rune.

I mondi sorretti dal frassino sono:1. Muspellsheimr: Mondo di Muspell

(la 'fiamma')2. Alfheimr: Mondo dei Ljósálfr

(gli 'Elfi della luce')3. Vanaheimr: Mondo dei Vanir, gli

Dei della fertilità

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4. Goðheimr: Mondo degli Dei Æsir,in cui si trova Ásgarðr, ilrecinto degli uomini

5. Manheimr: Mondo dei Maðr('uomini') anche detto Miðgarðr

6. Jǫtunheimr: Mondo dei giganti7. Svartálfaheimr: Mondo degli

Svartálfar (gli 'Elfi oscuri',oppure Dvergar cioè 'nani')

8. Helheimr: Mondo di Hel (regnoinfernale)

9. Niflheimr: Mondo di Nifl (la'nebbia' artica ghiacciata)

Un gigante si trova nei cieli informa di aquila e il suo battitod’ali genera i venti. Un’altra aquilasi trova sulla sommità dell’albero,mentre un serpente malefico, Níðhöggr,ne insidia le radici. Lo scoiattoloRatatoskr corre incessantemente su egiù per il tronco, riportandocalunnie e male parole tra le duebestie, per mantenere vivol’antagonismo tra terra e cielo, benee male che costituisce una sorta diequilibrio nel cosmo. Il Sole e laluna, invece, si trovano su deicarri perennemente inseguiti da lupifamelici lungo la volta del cielo.Bifröst (l’arcobaleno), invece, è unponte tra Ásgarðr e Miðgarðr, la cuiparte rossa sarebbe infuocata, perimpedire ai giganti della brina diattraversarlo. Esso verrà infranto almomento dell’apocalisse quando ifigli di Muspell cercheranno ditrapassarlo per attaccare la terradegli dei. L aterra degli uomini ècircondata dall’oceano, al confinedel quale si trova un lungo serpenteche si morde la coda, figlio di Lokie di una gigantessa, Jörmundgandr,che verrà ucciso da Thor, il quale

morirà poco dopo avvelenato, nellabattaglia finale.

Nel pantheon nordico esiste unacontrapposizione tra due gruppidistinti di divinità, che secondoun’interpretazione rispecchierebberodue culture che in una fasepreistorica si sarebbero scontrate efuse:

Dei Vani Dei Asi

Pacifici/SocietàMatriarcale

Invasori/Societàpatriarcale

Le fonti che ci parlano dei Vanisono piuttosto scarse, ed anche illoro numero è ridotto rispetto aquello degli Asi, questo fa pensareche la loro presenza sia solo latraccia di una mitologia precedenteche è stata poi soppiantata. Tra diloro troviamo Njörðr, Freyja e Freyr.

Abbiamo accennato nella parteprecedente come Njörðr fosseanticamente la madre terra, e come ilsuo cambio di sesso fosse avvenutoquale conseguenza del conflittoculturale nato dopo l’arrivo dellasocietà guerriera indoeuropea. Nellasua forma più recente e maschile,viene associato all’attività dellapesca.

Freyja è una dea associata allamagia, alla bellezza, alla fecondità,ma anche alla lussuria. E' colpevoledi aver giaciuto con il fratello,cosa che secondo le fonti mitologicheera accettabile nella culturamatriarcale, ma era assolutamentedeprecabile in quella patriarcale. La

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magia a cui Freyja è associata venivaconsiderata una cosa perversa, eveniva dunque associata alla donna eall'omosessuale. La magia era vistacome prerogativa femminile, e ancheil destino stesso, poi, viene adassumere un'identità femminile: leDísir sono entità femminilicorrispondenti alle anime delle donnedefunte. Sono numi tutelari che seinvocati proteggono la comunità, mauna loro apparizione improvvisasignifica anche presagio di morte. Un’altra caratteristicaimportante che distingue gli dèi Asidai Vani, e che i Vani sonorappresentati come gruppo, mentre gliAsi, sebbene spesso si alleino, sonopresentati come individui. 

Freyr nasce come contraltare aFreyja, si delinea come un suo alter-ego maschile, ed è legatoall'attività contadina. Si può notarecome le divinità del gruppo dei Vanisiano associate ad attività disostentamento della comunità, nellospecifico agricoltura e pesca.

La scelta delle divinità daadorare era prerogativadell'individuo, e poteva essere unascelta dovuta alla tradizione dellafamiglia e del gruppo, alle esigenzedel momento o ad una sceltapersonale. Non venivano adorati tuttigli dèi in egual modo da ognipersona; infatti abbiamo esempiconcreti della concorrenza tradivinità, Hrafnkell Freysgodi (sacerdotedi Freyr), personaggio di una saga,aveva chiamato il suo cavallo Freyfaxi(criniera di Freyr), e minacciava dimorte chiunque osasse cavalcarlo.Vlíga-Clúmp, altro personaggio, devoto

inizialmente a Freyr, vieneconvertito dal nonno al culto diOdino, cosa che causa incidenti. La rivalità tra dei èinizialmente interna, ovvero avvienetra divinità appartenenti, comunque,al pantheon nordico. Poi però, conl'avvento del cristianesimo sirivolgerà anche all'esterno, conCristo in diretta competizione congli dei locali. Il contrasto principale,comunque, in epoca pre-cristiana, eraquello tra Thor e Odino. Anche daitoponimi possiamo ricavareinformazioni che ci rimandano aquesta rivalità: l'Islanda,tradizionalmente legata al dio Thorprotettore della comunità, abbonda diluoghi il cui nome è legato a taledio.

Odino è arrivato più tardi nelgruppo degli Asi, ed è possibile chesia stato importato dagli Eruli,presentando notevoli influssi dellamentalità sud-europea, piùindividualistica. Abbiamo dunque, dauna parte, gli dei della comunità,dall'altra quellidell'individualismo. Il dio Odino èassociato a numerose cose, come lamagia, insegnatale da Freyja, e lapoesia. Snorri ci racconta il modo incui Odino è riuscito ad ottenere lapoesia. Essa era custodita presso igiganti, Odino giace con unagigantessa e nottetempo rubal'idromele (la poesia) e fuggetrasformato in aquila. Durante ilvolo però, inseguito, si trova arigurgitare parte di quell'idromele,che si sparge nel mondo degli uomini.Da questo mito possiamo capire chealla poesia era attribuita, dunque,

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un'origine divina. Inoltre, il suospargimento non avviene in modouniforme: alcuni individui ne vengonoinvestiti più di altri, mentre alcuninon ne sono toccati del tutto. La poesia è la forma dicomunicazione che le cultureguerriere privilegiano. I popoliguerrieri necessitano di spostarsi, eil carico deve essere leggero, ma nonsolamente in senso materiale. Ancheil carico culturale deve possederecaratteristiche di “leggerezza” efacilità di conservazione. La poesiasi presta bene a questo: è piùsemplice da memorizzare e piùdifficile da dimenticare.La prosa in lingua locale per latrascrizione di materiale autoctono,la troviamo, infatti, solamente inIslanda, la cui comunità erastanziale. Essa avviene comunque inun periodo più tardo, dopo l’annomille, quando l’età vichinga eraormai al crepuscolo. Odino è anche il dio deimercanti, perché una delle grandinovità dell'era vichinga consistevaappunto nei rapporti commerciali.Diventa anche dio dellecomunicazioni, che avvenivano trauomini e dei e tra vivi e morti, eper questo è associato a Mercurio.. Il premio a cui ambivano iguerrieri, una volta morti inbattaglia era quello di poterrisiedere nella Valhalla (sala deglieletti). Per i Vichinghi la morte inbattaglia era gloriosa. Chi nonmoriva in battaglia finiva nel mondodi Hel (vedi l'inglese moderno Hell =inferno), un aldilà tetro e triste,assimilabile a quello greco. Odino però non aspetta che iguerrieri muoiano muoia: è lui stesso

a scegliere gli eletti, che vengonopresi e trasportati dalle Valkirie (=coloro che scelgono gli eletti; Kirieè legato all'inglese chose). Freyjaha diritto ad una metà di questipoiché ha insegnato la magia adOdino. Ovviamente Odino è anche diodelle rune, ma non per qualche suaqualità innata. Diventa dio dellerune a seguito di una sua azione. Nelcaso delle rune ha dovuto commettereun sacrificio: impiccarsi all'alberocosmico e rimanervi appeso per novegiorni, così da estrarre le rune unaad una.Ha anche fatto visita algigante Mimyr, al quale ha lasciatoun occhio in cambio di una bevutaalla fonte della conoscenza. E'dunque non soltanto un dio di guerra,ma presenta un versanteintellettuale.Odino si accompagna sempre a duecorvi: Huginn e Muninn (Pensiero eMemoria).E' anche mutevole, proteiforme (daproteo = che può assumere qualsiasiforma) così da potersi confondere.Per questa sua virtù viene spessoraffigurato con una mantelloIl culto di Odino porta anche allanascita di numerose bande fanaticheche vogliono esaltare la lorovirilità, come i famosi Berserker (Lecamicie d'orso). Il fatto che uniscacaratteristiche di guerriero, maanche di sapiente, poeta eindividualista, lo rende dunque ildio prediletto dai vichinghi, che siriconoscevano in questi elementi.

Thor è spesso raffigurato vicinoal focolare, magari sporco di cenere.Rappresenta una relazione con gli

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spiriti dei defunti. E' dio deltuono, essendo questo associato allapioggia, che porta fecondità allaterra.Con Thor vediamo il passaggiodall'adorazione diretta deglielementi naturali alla loropersonificazione.Il martello di Thor, Mjöllnir(Sbriciolatore), rappresenta laforza. In un mito, questo martello,viene sottratto a Thor dai giganti,che chiedono un ingente riscatto:Freyja, il Sole e la Luna. Lo scambionon è equo e a questo puntointerviene Loki, che consiglia a Thordi vestirsi da donna, sposare ungigante e riprendere possesso delmartello. Sebbene Thor non accettisubito l'idea di buon grado, allafine si reca travestito nel mondo deigiganti per portare a termine ilpiano. Durante la cerimonia nuzialeil martello viene posto sul grembo diThor travestito da sposa, che loafferra, fa strage dei giganti efugge.

Tyr è stato associato a Marte.E' raffigurato con una sola mano acausa di un episodio avvenuto con illupo cosmico, figlio di Loki, Fenrir.Questi, per la sua pericolosità, èstato più volte incatenato, semprecon catene più robuste, ed è semprestato ben felice di dimostrare la suaforza liberandosi. Gli dei cercanoallora soccorso dai nani, i qualiforgiano una catena sottile come unfilo, ma incredibilmente resistente ecomposta da elementi sottrattidefinitivamente al mondo naturale: ilrespiro di un pesce, barba di donna,rumore del passo del gatto e latted'uccello. Fenrir a vedere una catena

così sottile si fa sospettoso e temeun inganno. Accetta allora di farsilegare (così da poter dimostrareancora la sua forza liberandosi)soltanto se un dio pone una mano trale sue fauci in garanzia. Tyr, benconscio del prezzo che si trova apagare, si sacrifica e pone la suamano nella bocca del lupo, perdendolauna volta che questi si trova legato.Questo mito è il riflesso delsacrificio che segue al mantenimentodel diritto, necessario per lapacifica convivenza.

Baldr è figlio di Odino. Lecaratteristiche per cui è famoso sonola bellezza e la bontà. Tutti gli deigli sono amici e lo amano, eccettouno: Loki, il quale è invidioso delleattenzioni e dei complimenti rivoltia Baldr. Nel Lokasenna, poema chetroviamo nella raccolta dell’Eddapoetica, troviamo Loki che nel corsodi un banchetto arriva addirittura adinsultare tutti gli dei uno per uno,tirando fuori dei cosiddetti“scheletri nell'armadio” di ognuno diessi. Non sono offese gratuite, sonoinsulti raffinati stilisticamente,che costituiscono un vero e proprioesercizio di scrittura. In un altraoccasione Loki, sapendo che tutti glielementi dell'universo hanno giuratodi non arrecare danno a Baldr,eccetto il vischio, mette in mano adun cieco un rametto della pianta. Ilcieco inavvertitamente punge Baldr,il quale muore e si ritrova nel regnodi Hel. La regina di Hel accetta larichiesta degli dei di rimandarloindietro, ma solo a condizione chetutti gli esseri della terra pianganoper lui. Effettivamente si mettonotutti a piangere, tranne una

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gigantessa, che probabilmente è Lokitravestito. Baldr è dunque destinatoa rimanere in Hel fino alla fine deltempo, quando potrà tornare indietro.Questo evento è associabile allaresurrezione di cristo.

Heimdallr siede, invece, aiconfini di spazio e tempo esorveglia. È una sorta di guardianodegli dei e dei nove mondi. Quandoverrà il momento del Ragnarokannuncerà con uno squillo di trombal'avvento della fine. Ha dei sensimolto sviluppati, può infatti sentireil rumore dell'erba e della lana checrescono, e riesce dunque anche asentire lo scorrere del tempo. Gliuomini non possono farlo perché sonodentro il tempo, mentre Heimdallar sitrova al suo confine.

Loki può essere considerato unasorta di Lucifero nordico. E' tra leforze del male ma raccoglie in sé siaenergie distruttiva sia energiacreatrice. Agisce dunque sia nel benesia nel male. Il nome Loki derivaforse da Logi, ovvero la fiamma,elemento ambivalente che scalda, mapuò bruciare ed essere distruttivo.Non abbiamo testimonianza di alcunculto di Loki, non si trovano tempi osantuari dedicati a lui. Ci èrappresentato come ragno, asimboleggiare la sua abilità neltessere trame che aiutano odanneggiano gli dei.

La mitologia è dunque il patrimonioculturale da cui attinge laletteratura scandinava antica.

I due eventi scatenanti che danno unforte impeto all’elaborazione dellacultura nordica sono:

La colonizzazione dell'Islanda 

L'avvento del cristianesimo

A questo punto è necessario chiarirealcuni concetti:

Norreno: è la fase antica dellelingue nordiche. Può esserechiamato anche anticoislandese, in quanto le fontiscritte pervenuteci provengonosostanzialmente dall'Islanda; èperò una lingua letterariasovra-regionale. La letteraturascandinava delle origini (XI-XIV sec.) è scritta utilizzandoquesta lingua. In questoperiodo di utilizzo delnorreno, la letteraturatestimonia fatti e racconti deisecoli precedenti.

Medioevo: il medioevo come lointendiamo normalmente èsegnato, nel suo inizio e nellasua fine, dalla cadutadell'impero romano d'occidente(476 d.C.) e dallla scopertadell'America (1492 d.C.).Considerando però altri campi,come quello scientifico, ilmedioevo si conclude solo conGalileo, in ambito filosofico,invece, si conclude conl'avvento dell'illuminismo. Perquanto riguarda la Scandinavia,a causa del ritardo culturaledovuto all'isolamento, parliamodi medioevo islandeseriferendoci a un periodo che vadal 874 (data dellacolonizzazione dell'isola) alla

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conquista norvegese nel 1262.Con l'affermarsi delcristianesimo, dopo il periodovichingo, si comincia atrascrivere il patrimonio dimiti e leggende fino ad alloratramandato oralmente.

Sincretismo: caratteristicasaliente del panorama nordico.Il sincretismo avviene quando

culture diverse si integrano efondono dando origine asoluzioni nuove. In Scandinaviaè avvenuta, ovviamente, lafusione delle culture pagana ecristiana, che ha un riflessonei testi, dai quali emergonosia elementi pagani siaelementi cristiani, entrambimolto vivi.

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3. Generi nella letteratura del medioevo islandeseQuesta letteratura può essereconsiderata a buon diritto come lapiù ricca del medioevo europeo.Considerando il suo fiorire in uncontesto ambientale isolato, ostile eai confini del mondo conosciuto aglieuropei, l’imponenza, la ricchezza e,per certi versi, l’innovazione che lacontraddistinguono, essa ha davverodel miracoloso. Non è soltantostupefacente la quantità di testiprodotti nell’Islanda medievale, afronte di una popolazione di pochedecine di migliaia di anime, ma sonosoprattutto la qualità e lo spessoredi molti lavori a catturarel’attenzione. Uno dei tratti piùstupefacenti, inoltre, risiede nelfatto che sebbene anche in Islandafosse presente un clero istruitosecondo i crismi dell’epoca, e dunqueversato nel latino, la maggior partedei testi furono stesi nel vernacololocale, ovvero la koinè sovra-regionale del norreno, che venivautilizzata anche in Norvegia. Abbiamo addirittura un brevetesto, chiamato dagli studiosi Primotrattato grammaticale, per il suo essereprimo di una serie di tre trattatellilinguistici, che anticipa un concettoproprio della linguistica moderna: lecoppie minime, ovvero serie di paroleche si differenziano nel significatoper via di un solo suono, come puòessere in italiano “pazzo, pezzo,pizzo, pozzo e puzzo”. L’autore deltrattato si pone il compito di

suggerire una grafia standardadeguata a rappresentare i suonidella lingua islandese, lamentandol’inadeguatezza dell’alfabeto latino,che comprende solo cinque simbolivocalici, laddove l’islandesedell’epoca possedeva almeno sedicisuoni vocalici. Gli scribi dell’epocausavano spesso le lettere latine acapriccio e lasciavano al lettore ilcompito di indovinare il suono esattobasandosi sulla conoscenza dellalingua parlata. L’autore del primotrattato grammaticale si oppone aquesto andazzo e dimostra connumerosi esempi tutte le casisticheper cui la lingua parlata distinguetra significati attraverso diversevocali. Il metodo, molto rigoroso ericco di buon senso, è altrettantosorprendente, così come il fatto chequesto trattato è stato redatto inantico islandese, nonostante i lavorimedievali di questo genere fosseronormalmente in latino.

I generi della letteratura nordicaantica sono:

Edda Poesia Scaldica Saga

Esiste una figura che accomuna tuttee tre le forme: Snorri Sturluson, cheattinge all'Edda Poetica, percomporre la sua Edda in prosa, che èun manuale di poesia scaldica, e chescrive anche delle saghe.

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3.1 L’EddaIl primo genere letterario di cui cioccupiamo è l' Edda. Sotto questonome troviamo due lavori bendistinti:

Edda poetica , o Edda antica oEdda di Sæmundr.

Edda in prosa , o Edda recente,o Edda di Snorri..

L'Edda recente, a dispetto del nome,è stata scoperta e conosciuta prima.Fu composta in un periodo che va dal1220 al 1225, dall'irlandese SnorriSturluson (1179-1241), il quale fariferimento, nel testo, a vicendemitologiche che all'epoca dovevanoessere famose. Tuttavia, non si era aconoscenza delle fonti a cui attinseSnorri, finché non venne scoperto,nel 1643 in Islanda, un manoscrittochiamato poi Codex regius, checomprendeva numerosi testi poeticicitati da Snorri. Per questo motivoil manoscritto venne denominato Eddapoetica, ricalcando il titolo dato daSnorri al suo lavoro. Non si conosce il compilatoredell'Edda poetica, e probabilmentealle sue spalle vi erano più autori.Nonostante questo l'opera venneconvenzionalmente attribuita aSæmundr il saggio, autore e sacerdoteislandese vissuto nell’undicesimosecolo.L'origine del termine Edda, usato daSnorri, non è affatto chiara. Vienefatta risalire a tre diversi terminiche costituiscono una possibileinterpretazione:

ava: antenata, a sottolineareil pescaggio che Snorri fa nelpatrimonio mitologico.

óðr: poesia, l'Edda in prosa èinfatti un manuale di poesiascaldica.

oddi: toponimo del luogo in cuicrebbe Snorri, questa ipotesi èora rifiutata.

Oggi è largamente accettatal’ipotesi per cui Edda sarebbe unneologismo originato dal verbo latinoedo (io compongo), per analogia conla parola islandese kredda (dogma),che pure è derivata dal latino credo.Significherebbe dunque “Composizione(poetica)”, in riferimento al fattoche si offre come un manuale per lostudio delle tecniche di poesiascaldica.

3.1.1 L’Edda poeticaL' Edda poetica è strutturata comeuna raccolta di carmi, nel numero diventinove, sebbene la loro forteeterogeneità nello stile e nei temi,sono stati riordinati dal compilatoredel manoscritto secondo un ordine peril quale abbiamo:

Carmi degli dei  (10) Carmi degli eroi  (19)

Questa distinzione, che si riferisceai protagonisti, non è assolutamentenetta; infatti spesso i confini traumano e divino sono sfumati, per cuiavremo dei con caratteristiche moltoumane nel gruppo di carmi degli dei evicende divine nei carmi degli eroi.

Nella cultura nordica laconoscenza acquista anche laconnotazione di “arma”. Non èsoltanto un valore e una virtù, mapuò essere usata come si userebbe unaqualsiasi arma in senso stretto. Perquesto motivo si origina il concettodi certame sapienziale (dal latino:

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certame “duello”; quindi duello diconoscenza). Questo tema ricorre spesso nei carmi;in uno di essi, ad esempio, Odino sitrova a duellare con un gigante. Ilgigante conosce praticamente tutto,ma Odino gioca sporco e gli chiedecosa avesse pensato all'inizio delduello. Il gigante ovviamente non puòsaperlo, perde il duello e vieneucciso. I titoli di questi dialoghiterminano con il suffisso -mál (nellelingue scandinave moderne målsignifica “lingua”), e nel contestodell’Edda poetica viene tradotto come“discorso”. Esso segue il nome delprotagonista del soggetto deldiscorso che viene posto al casogenitivo; ad esempio abbiamol’Alvíssmál, “discorso di Alvis”, incui il nano che porta tale nome sitrova a sostenere un certamesapienziale col dio Thor, per poterottenere la mano di una figlia deldio. Il nano, come di consueto per imembri della sua stirpe, conosce ognicosa, ma Thor lo sottopone ad unalunga serie di domande al fine ditrattenerlo fino alle luci dell'alba.Thor però gioca sporco, non potendoavere la meglio sul nano: gli chiededi dirgli quale fosse il suo pensieroal principio della sfida sapienziale.Il nano si accorge di essere statoingannato e tuttavia accetta lasconfitta. Poco dopo il sorge il solee lui muore, venendo tramutato inpietra. Il contenuto di questodialogo non è solamente un esamefatto al nano, ma anche unacelebrazione della varietà dei mondie della creatività del linguaggio. Hadunque un valore metapoetico (lapoesia che riflette su sé stessa).

Hávamál (dialogo eccelso): Odinoparla per massime di saggezza, etrasmette l'intenzione di ispirarearmonia tra gli uomini. L'uomo deveessere felicità per sé stesso. Inquesto testo si trova anche unriferimento all'episodio in cui Odinosi impicca all'albero cosmicoYggdrasill, frassino che è una speciedi pilastro che regge i nove mondi.Sotto di esso si radunano le norne,entità assimilabili alle parche.Yggdrasill mostra già i segni dellafutura rovina e dell'imminenteapocalisse (Ragnarok). Questo rimandaad uno degli aspetti fondamentalidella mitologia nordica: laprecarietà dell'universo.

I diciannove carmi degli eroisono suddivisi in 1+3 e i successivi15. Il primo è dedicato alla figuradel fabbro Völundr, divino eassociabile a Vulcano, che realizzacoppe con i teschi di personaggiimportanti. Questo non è visto comeun aspetto brutale: nella mitologianordica il cranio è simbolo dellavolta celeste, ed è la sededell'intelligenza. I tre carmi successivi ruotanoattorno alla figura di Helgi, etrattano di prove virili. Helgi è untermine che significa “il santo, ilconsacrato”. Helgi è la figuraconsacrata che precede la venuta diSigurðr, l’eroe nordico pereccellenza, alla cui nascita avrebbeassistito tutto il mondo. I restantiquindici carmi si snodano infattiproprio sulla vicenda di Sigurðr oSigfrido nella tradizione tedesca,che non è altro che la versionenordica della storia dei Nibelunghi.

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In essa si parla di una maledizionelegata all'oro, dei crimini compiutidall'uomo per ottenerlo, e deidelitti fra consanguinei. Gli eventidi questi carmi sono anche narratinell’opera in prosa chiamata Vǫlsungasaga “Saga dei Volsunghi”. Ilfondamento storico della vicenda sitrova in eventi risalenti all'epocadelle migrazioni, in particolare lastrage dei Burgundi, che sono statisterminati dagli Unni di Attila. Per ciò che riguarda lo stile,ritroviamo una certa schematicità,tipica dei componimenti germanicimedievali, inizialmente concepiti perla trasmissione orale, e il metro nonè rigido o rigoroso, si trattainfatti di una raccolta frammentaria,anche perché è una raccolta di carmidifferenti. In merito ai contenuti, bisognamettere in evidenza il concetto dieroismo, che nella mentalità nordicanon consiste tanto nel compiereazioni teatrali e degne di nota,quanto piuttosto nell'andare incontroal proprio destino. Eroe è colui checombatte sapendo di finire male, manon per questo perde coraggio.

***È interessante fornire la fabuladella vicenda di Sigurðl’ammazzadraghi:

Il re Nano Hreidmar ha tre figli:Fafnir, Otr, e Reginn. Nel dialogo diReginn abbiamo questo nano cheracconta a Sigurð come è nata lamaledizione legata all'oro, el'incontro tra Loki e il nano Andvaria cui Loki sottrae l'anello magico,che troviamo anche nell’Edda diSnorri e che costituisce l’antefattoalla saga dei Volsunghi:

Odino, Hoenir e Loki, sono inviaggio e vedendo una lontracatturare un salmone in un corsod’acqua, Loki scaglia una pietra euccide la lontra, che viene poiscuoiata e portata via assieme alsalmone. I tre giungono alla casa delnano Hreidmar, chiedendogliospitalità per la notte, eaggiungendo che hanno provviste asufficienza. Il nano si accorge chela pelle che trasportano è quella delfiglio Otr (parola norrena chesignifica “lontra”, vedi l’ingleseotter) e minaccia i due chiedendo unriscatto. Mentre Odino e Hoenir sonotenuti in ostaggio, Loki deve recarsia trovare abbastanza oro da poterricoprire la pelle di Otr. Giuntoalla cascata del nano Andvari,cattura questo, che nuotava nellapozza in forma di pesce. Perrisparmiargli la vita, Loki chiede iltesoro del nano, che accetta di buongrado, chiedendo però di poter tenerealmeno il suo anello magico, con ilquale potrà far ricrescere il suotesoro. Loki malignamente rifiuta eil nano scaglia una maledizione sultesoro e sull’anello, per cui lamorte sarebbe sopraggiunta perchiunque se ne dovesse impossessare.Loki è ben felice di confermarequesta maledizione e di lasciare iltesoro e l’anello maledetto al nanoHreidmarr, che verrà poi ucciso daifigli, decisi a mettere le manisull’oro. Fafnir, però, se neimpossessa e si nasconde in unacaverna prendendo le sembianze di undrago. Völsung è un re, e padre diSigmund, che sarà padre di Sigurð.Sigmund è un grande guerriero eriporta molti successi in battaglia,

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anche grazie alla spada di Grimnir,dono di Odino, ma viene chiamato daldio , il quale manda la spada infrantumi durante una battaglia e glicausa gravi ferite. In punto dimorte, Sigmund profetizza alla mogliel’imminente nascitadell’ammazzadraghi dal ventre di lei,e le raccomanda di preservare iframmenti della spada di Grimnir. Alla sua nascita, Sigurð èmandato dal nano Reginn per essereallevato come suo figlio adottivo. Ilmotivo per cui Reginn accetta ilfuturo ammazzadraghi quale figlioadottivo è perché si aspetta cheSigurð uccida il fratello Fafnir,così da poter mettere le mani sultesoro. Per persuadere l’eroe aduccidere il drago, Reginn sostiene didesiderare solo la vendetta perl’uccisione del padre, e non diessere mosso dalla brama per l’oro. Per compiere l’impresa, Sigurðreclama i frammenti della spada diGrimnir dalla madre, che il nanoReginn forgia in una nuova spada chechiama Gram. Sigurð riesce aduccidere il drago Fafnir uscito dallasua tana per abbeverarsi, e vieneinvestito da fiotti di sangue che glifortificano la carne. Prima dimorire, la bestia mette in guardial’ammazzadraghi sulla maledizione chegrava sul tesoro, ma egli non gli dàtroppa importanza. Sigurð arrostisce poi il cuoredel drago per mangiarlo, e una voltaingoiato riesce a capire illinguaggio degli uccelli, che lomettono in guardia sull’avvicinarsidi Reginn che è intenzionato aducciderlo. Sentendo il nanoavvicinarsi, Sigurð sguaina Gram e louccide.

Nel suo viaggiare, l’eroeapprende dagli uccelli dellabellissima valchiria Brynhild,prigioniera di Odino, e la raggiungein Islanda, dove la trova in uncerchio di fuoco, prigioniera di unsonno incantato. Sigurð la svegliaallungando la spada e rompendolel’armatura. Brynhild gli rivela diessere stata condannata da Odino asposare un mortale, e lei,nell’impeto, aveva fatto voto di nonsposare altri se non l’ammazzadraghi,la cui venuta era stata profetizzatadalla veggente di Ásgarð. I duedecidono di fidanzarsi, ma Brynhildnon sposerà Sigurð finché questi nonsarà diventato re. Egli parte, e si dirige verso leterre dei Niflunghi, dove vieneaccolto come eroe dalla famiglia delre. La principessa Gudrun, in questaoccasione se ne innamora. Sigurð,nella sua lunga permanenza tra iNiflunghi, combatterà numerosebattaglie al loro fianco, portandogrande gloria, ma continua tuttavia apensare al regno perduto di suo padree vi ritorna in nave, solo pertrovarvi Odino, il quale lo informache non c’è futuro per l’eroe nellaterra dei Volsunghi. L’ammazzadraghi fa ritorno allacorte dei Niflunghi, e la regineGrimhild spinge perché i suoi figliformalizzino con lui un’alleanza disangue dandogli in sposa laprincipessa Gudrun. Sigurð rifiuta,avendo nel cuore la valchiriaBrynhild, ma la regina gli sobillauna pozione d’amore, ed egli finisceper sposare felicemente Gudrun. Le notizie su Brynhildraggiungono le orecchie di Grimhildche si mette in testa di far sposare

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il proprio figlio Gunnar, futuro re,con la valchiria. Non potendo Gunnarpassare attraverso il fuoco checirconda Brynhild, Sigurð ne assumele sembianze grazie ad un incantodella regina, e persuade la valchiriadi essere l’eroe, e di avere un regnodi cui farla regina. I due, quellanotte, dormono insieme, senza chenulla accada tra di loro, con laspada posta nel mezzo del letto. Durante la festa nuziale,Brynhild nota Sigurð nelle sue veresembianze e se ne ricorda,accorgendosi dunque di essere stataingannata. A seguito di una caccia alcervo, Gudrun e Brynhild sostano perun bagno nel Reno e iniziano alitigare su chi delle due abbia unmarito migliore. Gudrun vanta di aversposato l’ammazzadraghi, ma Brynhildle ricorda che suo marito è passatoattraverso il fuoco e i fulmini perraggiungerla. Gudrun, con disprezzo,le rivela che quell’uomo era sempreSigurð con le sembianze di Gunnar,così che Brynhild, furibonda lanciauna maledizione. Chiama il maritocodardo e lo incita ad uccidere ilcognato, sostenendo che egli l’avevasedotta dopo aver attraversato ilfuoco. Gunnar cerca il fratello Högnie riferendogli le parole di Brynhild,dichiara che Sigurð deve essereucciso. Högni gli suggerisce dilasciar perdere, in quanto Brynhildstarebbe mentendo mossa da gelosia.Ma Gunnar aggiunge che uccidendol’ammazzadraghi diventerebberosignori incontrastati del regno, emetterebbero le mani sul tesoro deldrago. I due decidono allora dipersuadere il fratellastro Gotthorm a

uccidere Sigurð, promettendogli unaparte del tesoro. L’ammazzadraghiviene ucciso nel sonno, e Brynhild,non paga, maledice i Niflunghi peraver ucciso un loro parente, riveladi aver mentito e lascia Gunnar persempre. Muore in un’incidente,cadendo sulla propria spada. La vicenda poi continua conGudrun che viene data in sposa adAttila, e con questi che desideraimpossessarsi dell’oro, solo perscoprire da Gunnar che esso è statogettato nel Reno alla morte diSigurð. Attila uccide Gunnar e vieneper questo maledetto da Gudrun.Morirà in un incendio del suopalazzo.

3.1.2 L’Edda di SnorriSnorri è il più importante autore delmedioevo islandese. Il suo nomepotrebbe essere un soprannome(Snerril vuol dire “vivace”). E'islandese, però appartiene a quellegenerazioni di islandesi che erano inbuoni rapporti con la Norvegia.Visita la corte di re Håkon Håkonson,perché è un uomo politico e undiplomatico, accolto a corte per lesue capacità, così da poter svolgeremissioni diplomatiche. Viene accolto non solo da reHåkon, ma anchedallo JarlSkule. Sotto laprotezione delre può dedicarsiallaletteratura. Adun certomomento, però,sorge undissidio tra reHåkon e lo Jarl.

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Snorri commette l'errore dimanifestare la sua preferenza perquest'ultimo e la cosa gli vale unacondanna a morte. Ritornato inIslanda viene raggiunto ed ucciso.Tuttavia, con il suo lavoro didiplomatico è riuscito a ritardare laconquista norvegese che avvenne circavent'anni dopo la sua morte. Snorri scrive la sua Edda comeun manuale di poesia scaldica (opoesia di corte dell'era vichinga eoltre, che si sviluppa in un periodocompreso tra IX e XIV sec.). Nellacorte, il re, ha i suoi guerrieri efunzionari di fiducia, ma anche isuoi poeti di fiducia, ed essivengono ricompensati per i loroversi encomiastici, nello stesso modoin cui premia i guerrieri per le loroimprese. Il poeta che si distingue inquesto ottiene la possibilità divivere a corte, e una ricompensa. Loscaldo deve, però, conquistarsi lafiducia del re e mantenerla. Questotipo di poesia nasce in Norvegia masi sviluppa soprattutto in Islanda. Corti e re cercano dicircondarsi di poeti che li elogino.Harald Bellachiona era uno di questire. La sua importanza risiede nelfatto che egli fu il primo monarca atentare un’unificazione politicadella Norvegia, ed è sotto il suoregno che, secondo l’Íslendingabók,testo storico che documenta le primefasi della storia islandese, iniziòla colonizzazione dell’Islanda.L'appellativo di Bellachioma glivenne attribuito perché la sua amatagli aveva posto, come condizione perle nozze, di diventare re dellaNorvegia, cosa che riuscìeffettivamente a compiereconquistando e unificando i piccoli

regni in cui la nazione era divisa.Durante la conquista aveva fatto votodi non curarsi i capelli se non unavolta portato a termine il suocompito. Una volta divenuto re dellaNorvegia la sua chioma vienefinalmente curata tanto da valerglil'appellativo con il quale èricordato.

L'abilità dei poeti scaldicirisiede nella loro abilitàd'improvvisare; la quale richiedenecessariamente le seguenti doti:

Ricchezza di Lessico Conoscenza profonda

della mitologia Conoscenza della storia Abilità nell'utilizzo

delle figure retoriche Competenza nell'uso

della metrica.

La poesia scaldica ècompletamente diversa da quelladell'Edda poetica: è infattirigorosamente ordinata, esistonometri diversi per situazioni diverse.Inoltre, nel caso dell'Edda poetica,avevamo un compilatore, nella poesiascaldica troviamo un vero e proprioautore, lo Scaldo. L'obiettivo centrale, nellamaggioranza dei testi scaldici è laglorificazione del signore, ognivolta in modo diverso e utilizzandoun linguaggio fortemente ricercato.Si tratta di una poesia d'élite, perun gruppo ristretto di persone checondividono determinate conoscenze,soprattutto della tradizionemitologica. La chiusura di questapoesia ne ha fatto però la piùoriginale forma letteraria dellaScandinavia antica. Possiamo

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apprezzare la fine complessitàteorica che giace dietro ilcomponimento scaldico grazie allavoro di Snorri. Egli infatticoncepì, come già accennato, lasua Edda quale manuale per scaldi.Essa è divisa in tre parti:

La prima sezione, che segue unbreve prologo, èintitolata Gylfaginning (l'inganno diGylfy, che viene ingannato da Odino).Essa è dedicata alla mitologia, laquale fa sempre da contorno aicomponimenti scaldici, e che è quiesposta sotto forma di racconto: ilre svedese Gylfi vuole recarsi dagliAsi, si mette in viaggio e si ritrovastranamente in una stanza immensa (laValhalla) alla presenza di tre re(L’Alto, L’Altrettanto alto e ilTerzo) in una modalità che ricorda latrinità, e che altri non sono se nonOdino sotto mentite spoglie. Sebbeneil contenuto prettamente pagano, nondobbiamo dimenticare che Snorriscrive due secoli dopo lacristianizzazione dell’Islanda. Egliè un autore cristiano, ma latradizione pagana rimane per certiversi viva, e viene rielaborata eadattata producendo un interessantesincretismo.  La secondaparte, Skáldskaparmál (Il linguaggiopoetico/Discorso sulla poesia) è piùtecnica. In questa parte Snorrispiega le ragioni storico-mitologicheche giustificano l’uso dellametafora, figura retorica principalee fondamentale nella poesia nordica.Essa è però una metafora particolare:la kenning (pl. kenningar.). Unametafora complessa che può essererealizzata da input differenti. Il

suo uso non è esattamente libero, o adiscrezione dell’autore, siconcretizza invece in espressioniricorrenti, molto spesso intricate ocontorte, che devono essereconosciute e padroneggiate sia dalloscaldo sia dal pubblico. Possiamodividere queste metafore in duegruppi:

Kenningar logiche: L'albero della battaglia = il soldato Il destriero dell'onda = la nave La rugiada delle ferite = il sangue La fiamma delle onde = l'oro La pelle della casa della balena = il

ghiaccio La terra del fuoco delle onde = la

donna (perché si copre d'oro) Il lampo della battaglia = la spada che

luccica

Kenningar mitologiche: Il distruttore dell'oro distribuì la chioma

di Sif = “il capo vichingodistribuì l'oro”. Ilriferimento è al capo vichingoche nello spartire i bottinispesso si trovava a doverrompere i gioielli permantenere l’equità. La chiomadi Sif, invece, compare in unmito nel quale Loki tagliò icapelli a Sif, moglie di Thor,e per rimediare si fa forgiareuna nuova chioma dai nani,fatta d'oro, che ricresce unavolta tagliata.

Il seme di Kraki = “le monete”. Krakiera un re danese che, in unepisodio, viene inseguito e perdistrarre i nemici abbandonadelle monete d'oro lungo lastrada.

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La gioia di Huginn = “i cadaveri”.Huginn è uno dei due corvi diOdino.

La terza parte dell’Edda,denominata Háttatal, consiste nellaenumerazione dei metri poetici. Sitratta di un lungo componimentodedicato alla celebrazione del re incui ogni verso esemplifica un metrodiverso. Snorri ne elenca cento, ilche rende bene l'idea dellacomplessità di questa tecnicapoetica. Questa sezione èestremamente tecnica, e difficilmentestimola l’interesse del lettore nonspecialista, ragion per cui vienesolitamente esclusa dalle edizioniindirizzate ad un pubblico più vastoed eterogeneo, come nel caso diquella italiana edita da Adelphi. Iversi presentati da Snorri in questaparte sono generalmente costruiti sulnumero di sillabe, sulleallitterazioni e le assonanze. Lerime sono presenti, ma seguono unoschema diverso da quello a cui siamoabituati, e giocano comunque un ruolopiuttosto marginale.

3.1.3 Scaldi famosi Uno scaldo famoso fu GunnlaugOrmstunga (983-1008), protagonista diun’omonima saga. Il suo soprannomesignifica letteralmente “lingua diserpente”, perché specializzato inversi d'infamia e d'insulto. Possiamoqui tracciare un parallelo tra poesiae rune, che erano usate sia per scopibenefici, sia per scagliaremaledizioni. Assieme alle runededicate a tale scopo, esistono deiversi per far del male, anche se inmodo più raffinato e sottile. Lingua

di serpente muore ucciso a tradimentoin duello ingaggiato con un rivale inamore. Scrisse anche poesie d'amore,cosa davvero rara per l'epoca, nellaquale la prevalenza ricadeva sulmotivo encomiastico. La poesia comela concepiamo oggi è sopratuttolirica, cioè espressione disentimento, ma la poesia scaldicaoffre una rilevanza maggiore allaguerra e all'elogio del signore. Gli scaldi erano soprattuttouomini, ma abbiamo notizie di unapoetessa, Steinunn Refsdottir (finedel secolo X), detta skàldona(poetessa appunto), protagonista diuno scontro tra religione pagana ereligione cristiana. La poetessa siprese gioco di un missionarionaufrago, dicendogli che se avessepregato Thor anziché Cristo, egliavrebbe potuto calmare la tempesta. Sigvatr Þorðarson (995-1045) fuinvece uno scaldo diplomatico, dunqueuomo politico. Venne inviato avisitare la Svezia dal re cristianonorvegese Olav il Santo (uno deiresponsabili della diffusione delcristianesimo in Norvegia), inmissione diplomatica. Scrisse uncomponimento (Austrfararvìsur, ovvero“Ballate del viaggio verso oriente),in cui si legge dell'atteggiamentotenuto nei confronti dei cristiani.Durante il viaggio questo poeta erastato a volte accolto con qualcheriserva, a volte rifiutato dafamiglie pagane, altre volte avevascoperto che si compivano riti paganidi nascosto. Questo testo ha dunqueun certo interesse storico, etestimonia la forte resistenza paganariscontrabile nella Sveziadell’epoca, in cui sacche dei vecchi

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culti sopravvissero più a lungo chenelle altre nazioni nordiche. Il più grande e più importantepoeta islandese medievale si chiamavaEgill Skallagrìmsson (910-990). A luiè dedicata una saga. Egli non èsoltanto un semplice poeta: è ancheun uomo estremamente violento.Destina versi maledicenti alla reginadi Norvegia, a causa del suo odiosmodato verso questa nazione. Tra lealtre cose ha scritto, anticipandocon la sua modernità la poesiasuccessiva, lo Höfuðlausnir, ovvero “Laperdita della testa”. Sfortunatamentesi ritrova naufrago in Inghilterra,in un territorio dominato da Erikascia insanguinata, parente del re diNorvegia, che lo imprigiona conl'intento di ucciderlo. In prigionegli viene suggerito di scrivere un

componimento in elogio del re, cosache accetta di fare, dando alla luceil lavoro più raffinato della poesiascaldica, “La perdita della testa”appunto, ottenendo il duplice scopodi elogiare il re, ma anche la poesiastessa e il suo autore. Questo rendebene l'idea dell'importanza di talearte, che poteva ben valere unriscatto. Scrisse anche Sonatorrek,la perdita dei figli o la vendettaimpossibile per i figli. Uno deifigli di Egill era morto di malattiae l'altro in mare, così che il poetasi trovava senza eredi. Una dellefiglie gli suggerisce di scrivere persfogarsi, e lui scrive una lirica,che ha come argomento il dolore perla perdita dei figli, e la perdita difiducia negli dei.

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4. Le Saghe

Le saghe sono opere scritte in prosa.La parola saga è legata al verboinglese “to say” (dire), ilsignificato sarebbe dunque “ciò che èdetto/che si racconta”. Per noi “saga” è un terminetecnico, mentre etimologicamentesignifica semplicemente racconto. Inislandese moderno indica sia lastoria intesa come disciplinastorica, sia la storia intesa comefiction, in una modalità analogaall’italiano. Le saghe pervenutecifurono tutte composte in Islanda, esono dei racconti in prosa che sirifanno al patrimonio antico. Leprincipali saghe islandesi(Íslendingasögur) si rifanno a fontistoriche. Il “Libro della presa dellaterra” (Làndnàmabok) consiste, adesempio, in una elaborazioneletteraria della conquistadell'Islanda. Lo sfondo è quello deirapporti con la Norvegia. Le vicendecoinvolgono centinaia di personaggi,ma il protagonista si può dire chesia l'intera popolazione islandese,sebbene le vicende dei personaggi sisviluppino non solo in Islanda manell'intera area scandinava.

La saga può essere associata,per certi versi, al romanzo moderno(altro aspetto stupefacente dellacultura medievale islandese, datoche la prosa moderna si svilupperà inInghilterra solo quattro secoli piùtardi, nel Seicento), essa consistein una narrazione che utilizza unlinguaggio oggettivo, i personaggisono presentati essenzialmente da unpunto di vista esterno, descrivendociò che dicono o fanno. Non ci sonopunti di vista del narratore o deipersonaggi stessi. Lo stile stesso èpiuttosto asciutto, quasicronachistico, ma l’abbondante usodei dialoghi e del discorso diretto(aspetto che un’altra volta mostral’eccezionalità di queste opere nelpanorama europeo medievale)sopperisce alla mancanza dielaborazioni narratoriali, per fareemergere la drammaticità dellesituazioni e delle vicende checolpiscono i personaggi. Molte dellesaghe si presentano come prosimetri,ovvero uniscono alla narrazione inprosa anche delle parti poetiche. Lasaga di Egill ne è un esempio:essendo lui poeta, in molti punti,spesso solenni, ricorre l’espressione“e allora Egill enunciò questi versi:”, seguitada alcune righe di poesia scaldica,più o meno numerose. Anche nel caso di questo genereletterario avviene una contaminazionedal sud dell'Europa, soprattutto inmerito ai temi. I ciclicavallereschi, ad esempio, verrannoimportati ed elaborati in saghe.

Abbiamo saghe di natura diversa: Saghe del tempo antico,

(Fornaldarsögur) che parlano di

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avvenimenti risalenti all'epocache precedette lacolonizzazione dell'Islanda.

Le saghe dei re (Konungasögur),incentrate sulla vita deimonarchi.

Le saghe deivescovi (Biskupasögur), tra lequali ve n'è una anche su sant'Ambrogio. Le storie dei santigiungono nel Nord e vengonoinserite nelle saghe in unintreccio di storie pagane ecristiane.

Saghe dei cavalieri(Riddarasögur), che comprendonotraduzioni delle chansons degeste, e opere originali che nericalcano lo stile.

Saghe della contemporaneità(Samtíðasögur), che trattano dieventi contemporanei al periododella loro stesura.

Tra i vari personaggi delle saghe siannoverano anche Carlomagno e Parsifal, personaggi tipici deicicli cavallereschi meridionali, edesiste anche una saga sulla vita diS. Ambrogio.

*** Snorri è il punto d'unione deitre generi che abbiamo affrontato:egli non solo è autore dell’Edda, incui mostra gli artifici della poesiascaldica, ma è anche autore di unaraccolta di saghe dei re norvegesi.L'opera, a cui l’autore non attribuìun titolo in particolare, vienedenominata sia col nome generico“Saghe dei re” (Kongesagaer, innorvegese moderno), sia con il nomeHeimskringla (il circolo del mondo),che è tratto dalle prime parole deltesto. Snorri pensa infatti di

glorificare il re norvegesecelebrandone la stirpe, risalendoindietro nel passato fino a giungereall'origine del mondo. In effettiSnorri si rifà ad un'antica origine,attingendo quindi dal patrimoniomitologico. Il suo punto di partenza,è l’Asia, nella quale sarebberovissuti gli Asi (i due termini nonsono etimologicamente correlati, mavengono accostati da Snorri per viadella loro somiglianza), che lalasciarono, guidati da Odino, perinsediarsi nel Nord. Nella prefazionedell’Edda poetica, Snorri si spinseaddirittura a sostenere che lafortezza di Ásgarðr altro non sarebbeche la città di Troia, nella stessamodalità in cui Virgilio, più di unmillennio prima, fece risalire lastirpe dei fondatori di Roma all’eroetroiano Enea. Generazione dopogenerazione, la narrazione giungefino al tempo in cui visse l’autore.Il discorso è dunque incentratosull'origine divina delle stirpiregali, ritroviamo perciò il concettodi evemerismo, secondo il quale glidei sarebbero soltanto personaggistorici divinizzati dai posteri(Odino viene presentato come eroe poidivinizzato, ma rimane pur sempre unadivinità nella tradizione).

*** Anche le notizie che abbiamosugli scaldi e le loro vite sonoprese da alcune saghe che li vedonocome protagonisti. Le poesiescaldiche stesse contengono spesso evolentieri informazioni storiche,perché furono scritte con l'intentodi esaltare il signore per le sueimprese compiute, citandole edescrivendole. Sebbene le descrizioni

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non siano necessariamente obiettive,a loro modo costituiscono unimportante documento storico. Sempre nelle saghe, abbiamodetto, notiamo una contaminazione ditematiche appartenenti al generecavalleresco dell'Europa meridionale.Le Íslendingasögur hanno come tema lacolonizzazione dell'Islanda e la suaconquista da parte della Norvegia.Il Landnamabók ele Íslendingasögur presentano difettitipici dei testi storici medievali,come la carenza di un rigorescientifico in senso moderno, ma sonocomunque relativamente attendibili.In questi testi si parla di tutta laScandinavia, ma in prevalenza ilcampo d'azione delle vicende èl'Islanda. L'esempio migliore di saga èl' Heimskringla di Snorri, di cuiabbiamo già parlato. L’opera fucomposta con l'obiettivo diglorificare il signore alla cui cortel'autore lavorava (HåkonHåkonsson). Snorri imposta latrattazione come un intreccio diverità storica e leggenda. Laglorificazione del signore avvienedimostrandone la nobiltà delleorigini. Snorri parte dai tempidell'imperatore Augusto, raccontandoche in Asia esisteva una fortezzaabitata dal popolo degli Asi(alludendo alla città di Troia), iquali, guidati dal condottiero Odino,si spostarono a Nord, dividendosi iterritori. A Skjöldr toccò laDanimarca, a Freyr la Svezia. Manmano che la narrazione si snoda, laleggenda va sfumando nella storia. Lacasa reale di Norvegia viene poipresentata come un ramo di quelladella Svezia.

Snorri parlerà di HaraldBellachioma, Olav il Santo e OlavTryggvason, alcuni dei re piùimportanti nella storia della nascitadella nazione norvegese. La saga, aldi là del valore letterario, è ancheuna testimonianza dei rapportipositivi che all’epoca intercorrevanotra Islanda e Norvegia, una nozionedi valore storico non trascurabile.Quest'opera verrà poi usata ogni qualvolta la Norvegia avrà bisogno diriscattarsi come nazione in sensoidentitario. In effetti viene vistacome una sorta di Epos fondantel'identità della Norvegia.

*** Le saghe sono anche una sorta didocumento antropologico, perché cipresentano i modi di vita e costumidei principali gruppi socialidell'epoca:

I contadini stanziali I vichinghi viaggiatori

Nonostante le difficoltà non ci fucontrasto tra questi due modelli divita. Anche i vichinghi potevanooccasionalmente divenire stanziali, eviceversa. Nella Egils saga Skallagrímssonar(saga di Egill Skallagrímson), ineffetti, viene presentato ilcarattere fiero e collerico delpersonaggio, che passava dei periodinella sua proprietà islandese,occupandosene e gestendola in quantofattore, ma che trascorreva lunghiperiodi per mare, viaggiandoattraverso il nord Europa. Nella suasaga si parla della rivalità tra lafamiglia e quella del re norvegese.La storia inizia con la rivalità chenasce tra il nonno di Egill e lafamiglia del re. Rivalità che viene

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istigata da rivali gelosi delsuccesso e della ricchezza dellafamiglia di Egill. Quest’ultimo sisposta verso l'Islanda, per lasciarsialle spalle gli intrighi e icomplotti che lo coinvolgono nellanatia Norvegia, ma rimane, a suo modoun vichingo. La regina di Norvegia, acausa dell’odio profondo verso Egille la sua stirpe, lo maledice,condannandolo a non trovar pace nellasua nuova terra. Egill compie cosìuna lunga serie di peregrinazioni, disaccheggi e di avventura nelle terrenord-Europee, accumulando ricchezzeed onore. La saga, seppur con il suotipico stile asciutto e quasicronachistico, non manca di offriremomenti che al lettore moderno paionoquanto mai ironici, seppurgrotteschi. La violenza tipicadell’epoca traspare costantementedalle pagine della saga, ma alcuniepisodi, nella loro assurdità,portano quasi al riso, più cheall’orrore. Proverbiale è l’episodioin cui Egill, a nove anni, perde unapartita con la palla e decide divendicarsi sul rivale che è molto piùgrande di lui. Non potendosopraffarlo con la forza fisica, sireca a prendere un’ascia, raggiungeil giovane che ha ancora la palla inmano, e gli conficca l’ascia nelcranio (!). In un altro episodio, il padredi Egill, Skallagrím, non menoturbolento del figlio, perde ilcontrollo in un gioco di lotta euccide un ragazzo sbattendolo aterra. Sta per ripetere lo stessoatto violento quando una donnapresente lo ferma e lo rimprovera percomportarsi come una bestia neiriguardi del suo stesso figlio.

Skallagrím allora prende arincorrerla per darle una lezione, maquesta si getta in mare e fugge anuoto. Lui allora afferra un macignoe glielo getta nella schiena,uccidendola. Alla sua morte,Skallagrím, si trova seduto sul bordodel letto, e viene trovato soloquando è già sopraggiunto il rigormortis, ragion per cui risultaimpossibile distenderlo pertrasportarlo attraverso la porta,essendo egli troppo massiccio.Diventa così necessario abbattere ilmuro della casa per poterlo portareall’esterno. Durante una spedizione, Egill ei suoi uomini, vengono ospitati da untizio non particolarmente ossequiosoe un po’ troppo arrogante per i gustidi Egill. Questi allora si ubriaca edivora cibo come di consueto, mainvece di recarsi all’esterno pervomitare, come veniva fattonormalmente, solleva per le spallequest’uomo antipatico, lo appoggia almuro e gli vomita in piena faccia. Sono tutti episodi, questi, chefanno trasparire una profonda umanitànei personaggi delle saghe. Seppurnel loro glorificare le gesta diantichi eroi (o antenati), esseoffrono un’immagine a tutto tondo deipersonaggi. Non si tratta di raccontifiabeschi, con personaggi piani esempre ben inquadrabili. In essiconvivono luci e ombre, e i ritrattiche emergono sono sorprendentementeattuali, nel loro dipingere pregi,difetti, tribolazioni e gioiedell’essere umano.

***La Nyáls saga è importante perchémostra il cambiamento nella morale

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nordica che avvenuto nel corso deisecoli. Si legge del passaggiodall'etica della vendetta all'eticadel perdono. E' una saga moltocruenta, e parla di una faida chedura per generazioni. I protagonistiprincipali sonoNyáll e Gunnar. Gunnar è un uomoforte e nobile e nella sua vitapresenta la doppia natura dicontadino/ vichingo. Nyáll è piùdebole e intellettuale. E' un espertodi leggi. La loro forte amiciziaviene a scontrarsi con le figuredelle loro mogli, la cui rivalitàdarà inizio alla faida. I contrasti tra mogli e parentidegenerano a tal punto che lafamiglia di Gunnar è sterminata. Allafine anche Nyáll soccombe, bruciatonella sua stessa casa. I due eroipositivi, dunque, cadono. Solo i lorodiscendenti potranno porre fine aquesta catena di morti. Il cambiamento morale necessarioa cessare la serie di vendetteavverrà con l'avvento delcristianesimo; nella saga si parladella cruenza ma nondell'individualità. L'Islanda è sipopolata da famiglie spesso inconflitto tra loro e da personalitàche spiccano, ma resta una solanazione, con un forte senso diidentità e di storia e destinocondivisi che agisce come fortecollante a livello sociale.

4.1. I vichinghi nel Nuovo Mondo

La Eiríks saga rauða (saga di Eirik ilrosso) ci è tramandata in duemanoscritti: lo Hauksbók del Trecentoe lo Skálholtsbók del Quattrocento.

Per certi dettagli linguistici estilistici, gli studiosi ritengonoche la stesura della saga risalga alDuecento. Gli eventi narrati ebberoluogo tra il finire del primomillennio e l’alba del secondo.

La saga racconta di come ilprotagonista e suo padre furonoesiliati dalla Norvegia a seguito diun omicidio. I due si stabilirono aHornstrandir, dove il padre morì eEirik si sposò. A causa di litiviolente con i vicini, venne esiliatoper tre anni, per cui si ripropose diesplorare una terra che era stataavvistata da un tale Gunnbjorn, cheera stato spinto fuori rotta nelcorso di una tempesta. Eirikraggiunse così la Groenlandia, enavigò lungo la costa per cercaretracce di insediamenti umani, ma nonne trovò. Scoprì invece un profondofiordo riparato, che sembravaoffrirsi quale luogo ideale a uninsediamento umano, e lo chiamòEiriksjord (fiordo di Eirik). Neglianni dell’esilio navigò lungo lacosta della Groenlandia e nominòdiversi luoghi, prima di fare ritornoin Islanda al sopraggiungeredell’inverno. L’estate successivatornò nella terra che avevaesplorato, e che decise di battezzareGroenlandia, perché credeva che lagente sarebbe stata invogliata astabilircisi se avesse avuto un nomeaccattivante. Sebbene la saga fornisca questaspiegazione sull’origine deltoponimo, è anche da registrare chele aree più interne dei fiordioccidentali groenlandesi, grazieanche all’influenza mitigatrice dellacorrente del golfo, appaiono

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effettivamente verdi e rigogliosonella stagione estiva, e si prestanobene al pascolo degli ovini. Gli eventi della vita di Eiriksi intrecciano, come spesso accadenelle saghe, con quelli di altripersonaggi: ricordiamo che nella sagadi Njáll ne sono stati contati circaseicento! In ogni caso, Eirik e suamoglie hanno due figli, Thorstein eLeif, entrambi molto stimati nellanuova comunità groenlandese. Leifviene addirittura inviato alla cortedel re norvegese, il quale gli chiededi svolgere attività missionaria trai coloni di Groenlandia e convertirlial Cristianesimo, cosa che Leifaccetta prontamente. Nel viaggio di ritorno vienespinto fuori rotta e giunge sullecoste di una nuova terra ricca dialberi e piante commestibiliselvatiche. Caricò quanto poté,inclusi preziosi tronchi per lacostruzione di abitazioni, che inGroenlandia erano introvabili e feceritorno tra la sua gente, che accolsela nuova fede cattolica e costruì unachiesa nei pressi della fattoria diEirik. Successivamente si fece un granparlare sulla nuova terra che Leifaveva scoperto, e fu organizzata unaspedizione, ma per il meteo avversoessa non andò a buon fine e gliuomini fecero ritorno in Groenlandia. A questo punto entra nella sagail personaggio di Thorfinn Karlsefni,islandese, che intraprende un viaggiocommerciale in Groenlandia, dove èospite di Eirik. Sentendo parlare della terrascoperta da Leif, Thorfinn decide diorganizzare una spedizione, chequesta volta va a buon fine. La prima

terra che scoprono è molto brulla ericca di volpi artiche. Vi si trovanoenormi rocce piatte, e per questo labattezzano Helluland (terra deilastroni). Gli studiosi ritengono chesi tratti dell’isola di Baffin, lapiù grande dell’arcipelago articocanadese. Discendendo la costa diHelluland incontrano una terra bassae fittamente forestata, che chiamanoMarkland (terra delle foreste). Neisecoli successivi non saranno rari iviaggi nel Markland dalla Groenlandiao addirittura dall’Islanda per ilrifornimento di legname. Spintisi ancora più a sudscesero a terra, e invitarono dueesploratori scozzesi che avevano alseguito a cercare un terrenoospitale. Essi tornarono indietrodopo tre giorni, l’uno tenendo inmano una manciata di uva (vínbær;lett. “bacche da vino) l’altro digrano selvatico. Per questa ragionela terra venne battezzata Vinland, oterra del vino.

Il dibattito accademicosull’attendibilità di questainformazione si è concentratosull’interpretazione della parolaVin-, che sebbene riportata con la ílunga nei codici, alcuni ritengonoandrebbe in realtà letta con la i

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breve, risultando così in un menoevocativo “terra del pascolo”. Per questi, il toponimo è statopoi erroneamente associato al vinodagli autori delle saghe per via dietimologizzazione popolare. Taleobiezione viene mossa a causadell’assenza di uva selvatica nellearee del nord America che gliarcheologi hanno accertato esserestate toccate dalle esplorazionivichinghe. Alcuni hanno peròipotizzato che a causa del periodocaldo medievale, la crescita dellevite fosse effettivamente possibileanche a quelle latitudini. Tuttavianon è da escludere che le bacche inquestione, sebbene non fossero,magari, l’uva propriamente detta,potessero essere usate per trarne unaqualche bevanda alcolica, così dagiustificare l’interpretazione diVinland in quanto “terra del vino”.Tale terra viene descritta nellesaghe come un posto piuttostoidilliaco, dove l’inverno non èrigido e le giornate sono più lungheanche in quella stagione. Il ritrovamento di un insediamentovichingo nei pressi di l’Anse auxMeadows, sull’isola di Terranova, aportato alcuni a identificarequest’isola come il Vinland dellasaga, ma certi dettagli, inclusi lapresenza di salmone, l’assenza dineve, le indicazioni sulla posizionedel sole nei giorni invernali e lapresenza delle ormai famose “baccheda vino”, fanno pensare ad una zonapiù a meridione, sulle costedell’odierno New England.

Le vicende dei coloni vichinghiin America si intrecciano poi conquelle dei nativi, denominatiskrælingar: i due gruppi intreccianoinizialmente rapporti commerciali,seppur permeati da una reciprocadiffidenza. A causa di un piccolo incidente,causato da un toro appartenente aiVichinghi, che spaventa terribilmentei nativi, questi fuggono per poitornare in gran numero con intentibellicosi. A causa delle difficoltàdi coabitazione con i nativi,l’insediamento sarebbe statoabbandonato. A prescindere dal racconto dellasaga, sappiamo da una cronacaislandese che nel 1347 una navegroenlandese approdò in Islanda dopoessere stata spinta fuori rotta dauna tempesta sulla via del ritornodal Markland, da cui tornava con uncarico di legname. Sebbene ciò nonprovi la presenza di insediamentinordici in America, è quantomenotestimonianza del fatto che igroenlandesi continuarono a visitare

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le coste dell’odierno Canada perl’approvvigionamento di legname. È difficile individuare un’unicacausa per l’abbandono delle colonienel nuovo mondo. Gli studiosi, ineffetti, ritengono che esso fossedovuto sì da difficoltà a condividereil territorio con i nativi, ma anchedall’effettiva difficoltà dimantenere i contatti con lamadrepatria e dal peggioramentoclimatico che seguì l’età medievale. La colonia groenlandese, dalcanto suo, sembra essersi estinta trail Trecento e il Quattrocento. Iresti umani del periodo indicano chela popolazione era malnutrita, el’erosione del suolo già di per sénon molto ricco a causa delleattività umane e della pastorizia nonben gestita hanno esasperato lecondizioni di vita dei groenlandesi.Non è da escludere che anche delleepidemie, come quella di pesteiniziata nell’Europa continentale nelTrecento, abbiano inferto il colpo digrazia ai coloni già stremati.

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