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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 8 N. 77 - DICEMBRE 2015 GESÙ, IL VOLTO DELLA MISERICORDIA Tra le storie, si potrebbe distinguerne di due tipi: quelle fatte dai potenti e le altre fatte dagli umili. Le prime sono storie che ci incap- sulano, ci gettano dentro eventi più grandi di noi e ci sopraffanno; ci violentano con la forza, con la ricchezza, col dominio di ideologie sub- dole e noi lì diventiamo come delle pedine, numeri per le statistiche. Qui, chi non ha voce non ha posto; chi non affolla i pubblici scenari della cronaca, dei video, dei nuovi media non ha posto. Ci sono, però, altre storie che sono fatte dagli umili, da quelli che quotidiana- mente si rimboccano le maniche e iniziano il loro lavoro e queste, benché senza clamore, hanno la capacità di essere storie salvifiche. Sono le sole storie che gli occhi di Gesù ri- conoscono. Ed è quando Egli dice: «Avevo fame e sete e mi avete ristorato; ero nel bisogno e vi siete presi cura di me» (cfr. Mt 25,31-46). Sono le storie sconosciute che sono recuperate dallo sguardo di Gesù e che alla fine valgono. La storia che comincia col Natale è il fondamento di tutte queste storie tolte dall’oblio e riscattate. La storia che com- incia a Natale è storia di salvezza. Maria, la madre di Gesù, così la canta: «Ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati ricor- dandosi della sua misericordia». Con il Na- tale, la storia della misericordia di Dio, che è una storia eterna (eterna è la sua misericor- dia Sal 136), giunge a una svolta. La miseri- cordia di Dio non è più soltanto una Sua opera, per quanto grande e magnifica. Da Na- tale la misericordia di Dio ha un volto. È Gesù: Misericordiae Vultus. La misericordia di Dio è ormai una persona. In questo Anno Santo ap- pena iniziato sentiamoci chiamati a realizzare la storia degli umili, dei poveri, dei piccoli. Sant’Ambrogio dice che «Solidale con Cristo è l’uomo che consola con sentimenti di parteci- pazione al dolore chi è nel pianto; l’uomo che non rifiuta i suoi servizi a chi si trova impedi- to; l’uomo che sta al capezzale dell’ammalato, non per tendere la rete che cattura l’eredità, ma per alleviare il dolore della malattia con un’assistenza premurosa e con una parola af- fettuosa; l’uomo che dà da vestire ai nudi, che dà ristoro agli affamati. In questi poveri – con- clude – spesso c’è Cristo». X Marcello Semeraro, vescovo appuntementi 12 festa dei popoli 2 milleflash 4 laudato si5 la tradizione dei presepi 6 concerto di natale 7 giubileo della misericordia 8 lavoro e misericordia 9 speciale gmg 10 le app per il giubileo 11

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Page 1: Diocesi Suburbicaria di Albano - GESÙ, IL VOLTO DELLA ......MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO •ANNO 8 N. 77 - DICEMBRE 2015 GESÙ, IL VOLTO DELLA MISERICORDIA

MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 8 N. 77 - DICEMBRE 2015

GESÙ, IL VOLTO DELLA MISERICORDIATra le storie, si potrebbe distinguerne di duetipi: quelle fatte dai potenti e le altre fattedagli umili. Le prime sono storie che ci incap-sulano, ci gettano dentro eventi più grandi dinoi e ci sopraffanno; ci violentano con la forza,con la ricchezza, col dominio di ideologie sub-dole e noi lì diventiamo come delle pedine,numeri per le statistiche. Qui, chi non ha vocenon ha posto; chi non affolla i pubblici scenaridella cronaca, dei video, dei nuovi media nonha posto. Ci sono, però, altre storie che sonofatte dagli umili, da quelli che quotidiana-mente si rimboccano le maniche e iniziano illoro lavoro e queste, benché senza clamore,hanno la capacità di essere storie salvifiche.Sono le sole storie che gli occhi di Gesù ri-conoscono. Ed è quando Egli dice: «Avevofame e sete e mi avete ristorato; ero nelbisogno e vi siete presi cura di me» (cfr. Mt25,31-46). Sono le storie sconosciute chesono recuperate dallo sguardo di Gesù e chealla fine valgono. La storia che comincia colNatale è il fondamento di tutte queste storietolte dall’oblio e riscattate. La storia che com-incia a Natale è storia di salvezza. Maria, la

madre di Gesù, così la canta: «Ha innalzato gliumili; ha ricolmato di beni gli affamati ricor-dandosi della sua misericordia». Con il Na-tale, la storia della misericordia di Dio, che èuna storia eterna (eterna è la sua misericor-dia Sal 136), giunge a una svolta. La miseri-cordia di Dio non è più soltanto una Suaopera, per quanto grande e magnifica. Da Na-tale la misericordia di Dio ha un volto. È Gesù:Misericordiae Vultus. La misericordia di Dio èormai una persona. In questo Anno Santo ap-pena iniziato sentiamoci chiamati a realizzarela storia degli umili, dei poveri, dei piccoli.Sant’Ambrogio dice che «Solidale con Cristo èl’uomo che consola con sentimenti di parteci-pazione al dolore chi è nel pianto; l’uomo chenon rifiuta i suoi servizi a chi si trova impedi-to; l’uomo che sta al capezzale dell’ammalato,non per tendere la rete che cattura l’eredità,ma per alleviare il dolore della malattia conun’assistenza premurosa e con una parola af-fettuosa; l’uomo che dà da vestire ai nudi, chedà ristoro agli affamati. In questi poveri – con-clude – spesso c’è Cristo».

X Marcello Semeraro, vescovoappuntementi 12

festa dei popoli 2

milleflash 4

laudato si’ 5

la tradizione dei presepi 6

concerto di natale 7

giubileo della misericordia 8

lavoro e misericordia 9

speciale gmg 10

le app per il giubileo 11

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Cuba, Fran-cia, Costad’Avor io ,

Italia, Nigeria,Albania, Cile,Capo Verde:questa la prove-nienza dei 18catecumeni chesi stanno prepa-rando a riceverei sacramenti diiniziazione cri-

stiana. Alcuni li riceveranno a Pasqua 2016, altri hanno anco-ra davanti a sé un percorso di circa un anno e mezzo. Tutti sisono incontrati presso la parrocchia san Giovanni Battista inCampoleone la prima domenica di Avvento, per condividere lestorie personali, insieme alle proprie famiglie, agli accompa-gnatori, ai padrini, ad alcuni parroci e all’équipe del Serviziodiocesano per il catecumenato. È stato un momento di gran-de festa, durante il quale Diana e Sonia, battezzate rispettiva-mente un anno e due anni fa, hanno dato testimonianza dellapropria vita con Gesù e dell’impegno in parrocchia. Una testi-monianza che ha messo in luce la grande gioia e pace che siprovano vivendo da cristiani. Il 10 gennaio prossimo, dieci diloro incontreranno il vescovo, per poi celebrare il Rito di ele-zione la prima domenica di Quaresima in Cattedrale. Poi, du-rante le domeniche di Quaresima, nella propria parrocchia,ciascuno celebrerà gli scrutini e, dopo aver ricevuto i tre sa-cramenti dell’Iniziazione cristiana, i neofiti (nuovi nati) cele-breranno il Rito della restituzione della veste bianca la dome-nica successiva e per almeno un anno continueranno il per-corso di accompagnamento.

Barbara Zadra

Con grande gioia e am-biente festivo, proprio delpopolo latinoamericano,

sabato 12 dicembre, nella par-rocchia La Resurrezione adAprilia, è stata celebrata la fe-sta della Madonna di Guadalu-pe, patrona del Messico ed Im-peratrice dell’America. Alle 18la Messa è stata concelebratada un buon numero di sacerdo-ti e con la partecipazione dellacomunità parrocchiale, e degliamici – tra gli altri – di Messi-

co, Capo Verde, Venezuela, Perù, Argentina, Colombia, Bra-sile. Al termine della celebrazione, l’immagine della Vergineè stata portata nel salone parrocchiale, dove si è svolto un

bel momento di convivialità, con musica animata dai sacer-doti latinoamericani e un gruppo di Capo Verde, stand ga-stronomico con prodotti tipici di varie nazioni e una piccolamostra sulla cultura latina. L’idea è nata da don GabrieleD’Annibale, direttore dalla Caritas diocesana, che dall’annoscorso ha fatto partire diversi incontri con dei gruppi migran-tes presenti sul territorio: un’esperienza molto apprezzatasia da parte della comunità italiana che dai diversi gruppi deimigranti. L’obiettivo è far si che ci sia una maggiore integra-zione per avere l’opportunità di stare insieme, parlare lastessa lingua e creare comunità. Attualmente, il gruppo deiportoghesi si incontra per la Messa il primo sabato di ognimese alle 19.15 nella parrocchia San Giovanni Battista aCampoleone e il gruppo ispano l’ultima domenica del mesealle 18 nella parrocchia la Resurrezione ad Aprilia.

Fernando LopezResponsabile Migrantes

dalla diocesi2

Grembo di gio-ie e di prove,la famiglia è

la prima e fonda-mentale “scuola diumanità”. Tale con-vinzione ha per-messo alla comu-nità del Santuariodi Galloro di esserepresente sul terri-torio con un’inizia-tiva rivolta alle famiglie, in sintonia con il cammino di pa-storale familiare dell’Ufficio diocesano della famiglia, perriscoprire nel tempo di Avvento la domenica e proporre lariflessione su tematiche di spiritualità. La riflessione,proposta da monsignor Carlino Panzeri, ha legato il vis-suto familiare e i quattro principi espressi nel testo dellaEvangelii Gaudium, che orientano lo sviluppo della vitafamiliare: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevalesul conflitto, la realtà è più importante dell’idea e il tuttoè superiore alla parte. Ciò che accomuna la famiglia inogni loro modo di porsi di fronte alla presenza di Dio è lasua fragilità, il suo essere delicata, il suo essere ricchez-za e diversità, il suo essere scrigno di energie affettive.«Questa fragilità – spiega don Andrea de Matteis, parro-co di Santa Maria di Galloro – mette in movimento, per-ché fa sentire il desiderio profondo di un amore che su-peri i limiti umani e si riempia di divino. Tali principi han-no trovato eco nel Convegno della Chiesa italiana a Firen-ze: umiltà, disinteresse, beatitudine. Scelte che, anche inchiave familiare, diventano percorsi interiori irrinunciabi-li per tessere reti di verità tra le persone». 

Rita Melfi

AVVENTO CON LE FAMIGLIELa coppia e la famiglia nella gioia del Vangelo

IL CAMMINO DEI CATECUMENIAl via gli incontri diocesani

LA FESTA DEI POPOLIA Montarelli un bagno di folla per la Madonna di Guadalupe

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a cura di GIOVANNI SALSANO

La reliquia di Santa Maria Goretti nella parrocchia di NettunoNel corso del Giubileo stra-ordinario della misericor-dia, la comunità parroc-chiale di Santa BarbaraVergine e Martire, a Nettu-no, guidata dal parroco donLuca De Donatis, custodiràuna reliquia di Santa MariaGoretti, compatrona dellacittà e della Diocesi: la ve-ste con cui venne ricoperto

il corpo della Santa bambina, dal giorno della beatificazio-ne (27 aprile 1947) al giorno precedente la sua canonizza-zione, avvenuta in San Pietro il 24 giugno 1950. La prezio-sa reliquia è stata concessa alla parrocchia dalla Casa mu-seo di San Giovanni XXIII di Sotto il Monte, in provincia diBergamo, il paese natale di papa Roncalli.

Giornata mondiale della pace e “Capodanno alternativo”È stato pubblicato il messaggio di papa Francesco per la 49a

Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio,sul tema “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. Nel testo,il Papa ha sottolineato come ci siano segnali di speranza delfatto che l’uomo possa “superare il male e non abbandonar-si alla rassegnazione e all’indifferenza”. «Dio non è indiffe-rente – scrive Francesco – A Dio importa dell’umanità, Dionon l’abbandona. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gliuomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo».Sul tema della “Giornata” è incentrata anche la preghieradel “Capodanno alternativo”, in programma il 31 dicembrealle 22,30 presso le Sorelle Clarisse di Albano.

Il nuovo consiglio presbiteraleSi è svolta giovedì 17 dicembre, nel seminario vescovile diAlbano, la prima riunione del nuovo Consiglio presbiteralediocesano, nominato dal vescovo Marcello Semeraro, chene detiene la presidenza, con decreto dello scorso 10 no-vembre. Il rinnovato Consiglio resterà in carica per il quin-quennio 2015-2020, per coadiuvare il vescovo nel governodella diocesi, a norma del diritto, affinché sia promosso ilbene pastorale dell’intera comunità ecclesiale. Ne fannoparte, oltre a monsignor Semeraro, altri ventinove sacer-doti che, in rappresentanza del presbiterio, agiscono comesenato del vescovo, esprimendo la comunione gerarchicacon il vescovo e la fraternità sacramentale tra i presbiteri.

Tornano le suore della Mater Dei ad ArdeaDopo 14 anni, una nuovacomunità delle suoredell’Opera Mater Dei ètornata a risiedere adArdea, nella parrocchiadi San Pietro apostolo.Nel 2001, le religioseavevano lasciato la cittàdopo una presenza inin-

terrotta iniziata nel 1950 e che aveva visto le signorine farcrescere i ragazzi che andavano a scuola in centro e poinelle attività educative collaterali alla vita parrocchiale. Avivere ad Ardea sono ora suor Lourdes (che è la superioragenerale della congregazione), suor Fausta (che torna do-po 15 anni e che è stata accolta con particolare commozio-ne), suor Justine e suor Giuseppina. L’opera Mater Dei èparticolarmente legata ad Ardea, dove è vissuta suor Ma-ria Bordoni, fondatrice della Congregazione.300 anni di fondazione delle suore del Santissimo Sacramento

Il 4 dicembre, la comunità diSanta Maria maggiore, a La-nuvio, ha celebrato i 300 annidella fondazione della con-gregazione delle Religiosedel Santissimo Sacramento –presente in città da 127 anni

– mettendo in scena un recital spirituale presso il teatroDon Bosco, a cura del gruppo teatrale della parrocchia. Siè trattato di un viaggio nell’anima e nelle vicende umane diPierre Vigne, sacerdote missionario e apostolo dell’amoreeucaristico, beatificato da San Giovanni Paolo II, il 3 ottobre2004. A Lanuvio, le suore sono impegnate a servizio dell’in-fanzia, con la scuola materna, e a servizio dei fratelli, conla catechesi, la pastorale parrocchiale, l’animazione litur-gica e la comunione ai malati.

In cattedrale la veglia per l’unita dei cristianiÈ in calendario lunedì 18 gennaio alle 20,30, nella cattedra-le di San Pancrazio martire, ad Albano, la Veglia diocesanaper l’apertura della Settimana di preghiera per l’unità deicristiani, che la Chiesa celebra dal 18 al 25 gennaio di ognianno. La celebrazione sarà curata dall’ufficio diocesanoper l’Ecumenismo, diretto da don Francesco Angelucci. Iltema proposto per la Giornata 2016 dal Pontificio Consiglioper la promozione dell’unità dei cristiani è “Chiamati perannunziare a tutti le opere meravigliose di Dio” (cfr 1 Pie-tro  2, 9). La data tradizionale per la celebrazione della“Settimana” è stata proposta nel 1908 da padre Paul Watt-son, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pie-tro e quella della conversione di san Paolo.

milleflash4

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speciale laudato si’ 5

Obiettivo di questo articolo èincuriosire, fare in modo chealla fine della lettura i mi-

gliori lettori di Millestrade legganol’enciclica Laudato si’ – entro levacanze di Natale – arrivando adesclamare: «La Laudato si’ è unameraviglia!» e si incammininoverso quella «cultura della curache impregni tutta la società»(Francesco, Laudato sì, 231).Mi aiutano in questa sfida alcunesuggestioni di Monsignor Semera-ro che, su invito dell’Ufficio per laPastorale sociale guidato da RitaLeli, ha introdotto l’enciclica alladiocesi in due incontri tenutisi adAnzio, presso la fattoria Riparo (28

novembre) e Pavona, nella parrocchia San Giuseppe (5 dicem-bre). Papa Francesco scrive un documento rivolto a tutti gli uo-mini di buona volontà per invitarli a concorrere nell’abitare inmodo nuovo, responsabile e creativo la nostra casa comune: laTerra. Il Papa si rivolge a tutti perché la casa è di tutti e perchétutti sono protagonisti nel modo di abitarla. Tutti sono legati aquella rete invisibile di interconnessioni che il mondo attualepresenta e che è la nuova realtà – a volte non adeguatamentedefinita come “globalizzata” – in cui viviamo: «Si può dire che og-gi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamen-to d’epoca» (Francesco, Discorso alConvegno di Firenze). Proprio per-ché riguarda tutti, ciascuno èchiamato a fare la sua parte. Ed èqui che la meraviglia dell’enciclicadiventa esplicita. Il Papa scorre ve-locemente i drammi e le piaghe cheaffliggono la nostra casa comune,ma immediatamente – capitolosecondo – scrive del “Vangelo dellaCreazione” e lo fa senza la paura diessere considerato di destra o disinistra, progressista o conserva-tore, ecologista o new-age. Lo facon naturalezza e con forza. «Seteniamo conto della complessitàdella crisi ecologica e delle suemolteplici cause, dovremmo ri-conoscere che le soluzioni non pos-sono venire da un unico modo di in-terpretare e trasformare la realtà. Ènecessario ricorrere anche alle di-verse ricchezze culturali dei popoli,all’arte e alla poesia, alla vita interi-ore e alla spiritualità» (63). La crisiecologica è crisi di umanità: dovec’è sfruttamento e disprezzo dellanatura, c’è sempre sfruttamento e

disprezzo dell’uomo, eviceversa. Essa ha unaradice umana ed è soloattraverso l’impegno diciascun essere umanoche si possono rimar-ginare queste ferite.Serve uscire dalla “scat-ola” che ci impedisce divedere nuovi e diversimodi di stare insiemesulla terra, serve un’ecologia integrale dove ogni donna e uomo,creature fra le creature, gustano la bellezza della vita e si fannocarico di tutelarla in tutte le sue forme per lasciarla e trasmet-terla alle generazioni future. «La gravità della crisi ecologica es-ige da noi tutti di pensare al bene comune e di andare avanti sul-la via del dialogo che richiede pazienza, ascesi e generosità, ri-cordando sempre che la realtà è superiore all’idea» (201).Francesco dice con forza: è da qui che si comincia! Ne fa ques-tione umana, politica, sociale, di fede: «(La conversione ecologi-ca) implica pure l’amorevole consapevolezza di non essere sep-arati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri del-l’universo una stupenda comunione universale. Per il credente,il mondo non si contempla dal di fuori, ma dal di dentro, ri-conoscendo i legami con i quali il Padre ci ha unito a tutti gli es-seri» (220). Ne fa questione di prassi: «Questa stessa gratuità ciporta ad amare e accettare il vento, il sole e le nubi, benché nonsi sottomettano al nostro controllo. Per questo possiamo parlare

di fraternità universale» (228) edesalta il ruolo di ciascuno citandosanta Teresa di Lisieux, colei cheparlò di piccola via alla santità, unavia fatta di piccoli e semplici gestiquotidiani. Come dire: la piccola viadell’amore è la prima via verso lacura del creato e dell’umanità feri-ta e «Un’ecologia integrale è fattaanche di semplici gesti quotidianinei quali spezziamo la logica dellaviolenza, dello sfruttamento, dell’e-goismo» (230). Mira in altoFrancesco: «Alla fine ci incontrere-mo faccia a faccia con l’infinitabellezza di Dio (…) Gesù ci dice – Ec-co, io faccio nuove tutte le cose –. Lavita eterna sarà una meravigliacondivisa, dove ogni creatura, lumi-nosamente trasformata, occuperà ilsuo posto e avrà qualcosa da offrireai poveri definitivamente liberati.Nell’attesa, ci uniamo per farci cari-co di questa casa che ci è stata affi-data, sapendo che ciò che di buonovi è in essa verrà assunto nella fes-ta del cielo» (243-244).

Gianmarco Machiorlatti

LAUDATO SI’: UNA MERAVIGLIAA tutti gli uomini di buona volontà per un’ecologia integrale

LE ENCICLICHE SOCIALI

Una Enciclica è una lettera pastorale che il Papa inviaalla Chiesa universale. Può trattare argomenti di fede,di carattere dottrinale o di prassi. Una Enciclica socia-le è indirizzata a tutti i fedeli del mondo e – come il ca-so della Laudato si’ – a tutti gli uomini di buona volon-tà. Essa tratta di argomenti di carattere “sociale” cheinvestono cioè il convivere umano e l’ambiente dove sisviluppa e si realizza a tutti i livelli la persona umana.Sebbene già in alcune delle lettere e esortazioni pa-pali dei primi secoli del cristianesimo vi si riconosca-no tratti di indicazioni, esortazioni, suggerimenti di ti-po “pratico-relazionale”, si parla di Dottrina Sociale apartire dall’enciclica “Rerum Novarum” (1891) di Pa-pa Leone XIII. Le grandi sfide dell’industrializzazionee della massificazione, la questione operaia, il dram-ma dei profondi cambiamenti, la sfida dell’adattare inuovi modelli di lavoro e di imprenditoria allo schemavaloriale e all’idea di “uomo” che si deducono dai van-geli e dalla tradizione, spinsero il Pontefice a scrivereuna lettera pastorale che coniugasse vita di fede,prassi individuale e sociale. Da allora molti papi han-no affrontato argomenti di carattere sociale con enci-cliche che hanno segnato in modo importante il cam-mino della Chiesa nel mondo.

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dalla mangiatoia alle case6

“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditan-dole nel suo cuore” (Lc 2, 19).

«Nel silenzio enella notteguardo Ge-

sù, Giuseppe, i pastori.Ricordo le parole ascol-tate, i gesti compiuti, lecircostanze che ci han-no condotti in questagrotta, le scelte fatte in-sieme con Giuseppe.Che senso ha questa al-ternanza di luce e buio,consolazioni e desola-zioni, gioie e dolori? Gabriele mi aveva an-nunciato che sarei di-ventata madre del figlio

di Dio. Eppure quanto dolore, quanta sospensione nell’attesache Giuseppe, il mio promesso sposo, maturasse con l’aiutodello Spirito la decisione di prendermi come sua sposa. Ave-vo pregato per lui, ma nulla era scontato. Elisabetta, spinta da Giovanni nel suo grembo, aveva rico-nosciuto in me la “madre del mio Signore” e lo Spirito mi

aveva inondato il cuore tanto da contemplare il mio postonel disegno di Dio. Che bello il matrimonio con Giuseppe e il mettere su casacon lui, cominciare a vivere insieme, condividere spazi etempi, la preghiera, prenderci cura l’uno dell’altra. Nonsempre facile, siamo così diversi, ma ogni volta un’occasio-ne per amarci di più. I pastori ci riportano le parole dell’Angelo: ha detto che Ge-sù è “gioia per tutto il popolo”. Eppure quanta fatica e quan-ta incertezza nel viaggio verso Betlemme, la delusione dinon trovare posto, l’amarezza di far nascere nostro figlio inquesta grotta, vedere lo sconforto di Giuseppe nel sentirsiabbandonato dalla sua gente, dare alla luce Gesù, il messia,il salvatore, l’atteso, qui, senza che nessuno sappia niente. C’è qualcosa che non torna. C’è una contraddizione tra ciòche dicono questi pastori e la realtà delle cose. Quale gioia?E dove sta tutto il popolo?Sì, sono felice che Gesù sia nato e che stia bene. Giuseppeha gli occhi che brillano. Ma perché è avvenuto tutto in que-sto modo? Che cosa sta dicendo Dio? Non capisco. Nel miocuore, però, sono sicura di Lui. Dio sa. E quando vorrà mispiegherà ogni cosa.E poi, la domanda più grande: Gesù è mio figlio, ma è anchefiglio di Dio. È Dio Altissimo e mi assomiglia come nessu-n’altro. Giuseppe, appena l’ha visto, me l’ha detto subito: tiassomiglia. Osservando di nuovo Gesù con attenzione sono

DI NOTTE, SULLA SOGLIA

LA TRADIZIONE DEL PRESEPEUna rappresentazione per portare la natività nelle case e nel cuore dell’uomo

Èil simbolo del Natale cristia-no. Curato nei minimi detta-gli, dagli abiti dei personaggi

agli utensili da lavoro, dai coloridella natura alle case, il presepe ri-costruisce l’epoca che ha accoltoCristo nella capanna, rievocandoatmosfere magiche ed emozionisenza tempo. Con le statuine o vi-vente, diventa un’opera d’arte daesporre nelle chiese, nei musei,per strada. Anche quest’anno sono diverse le mostre neiCastelli Romani. Ecco le principali.“Albano… in presepe” è la mostra di presepi artistici che dal5 dicembre al 6 gennaio va in scena presso il Museo Civico diVilla Ferrajoli e il Museo della Seconda Legione Partica. Basta spostarsi di pochi chilometri ed ecco il presepe artisti-co della Pro Loco di Cecchina, realizzato dai volontari in piaz-za XXV Aprile. Tema di quest’anno quello dell’accoglienza edella pace. Simbolo è il mare, attraversato da migliaia di di-sperati, molti dei quali vi hanno perso la vita nel tentativo ditrovarne una migliore in Italia. La scenografia mette insiemealcuni dei paesaggi più rappresentativi delle nostre regioni. Icaratteristici mercatini natalizi abbelliscono la passeggiatadi via Veneto a Frascati. Tra le varie iniziative il presepe viven-

te e un concorso indetto dal comuneper i presepi realizzati dalle scuoleelementari e medie. A Rocca di Papa,accanto alla tradizione stella cometaaccesa sulla Fortezza degli Annibaldi,spicca la Strada dei Presepi in via del-la Cava: associazioni e cittadini hannoadottato locali nel centro storico perrealizzare presepi, in mostra fino algiorno della befana. A Pomezia il 27 dicembre in piazza In-

dipendenza sarà allestito il presepe vivente realizzato da as-sociazioni varie. Il 12 dicembre è stato inaugurato quello acura del Comitato di Quartiere Nuova Lavinium, visibile finoal 10 gennaio presso la sede.Spostiamoci infine verso il mare. Clou del programma delNatale ardeatino è “il presepe nella tradizione popolare nellitorale sud di Roma”, organizzato dalla Pro Loco di Tor SanLorenzo, un concorso cui partecipano scuole, associazioni ecittadini del litorale. Domenica 13 dicembre, infine, è statoaperto al pubblico il presepe realizzato dal Maestro GinoMonteleone e organizzato dall’associazione Stile Libero, visi-tabile tutti i pomeriggi fino al 6 gennaio presso la sala consi-liare Sandro Pertini di Ardea.

Francesco Minardi

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l’arte della musica in cattedrale 7

Nel periodo che precede il Natale, teatri, chiese, scuole,piazze si popolano di voci che raccontano la bella notiziadella nascita del Bambino di Betlemme che, dopo duemilaanni, ancora custodisce intatta la sua forza di mite infante,atteso e amato. Quest’anno, al variegato coro di strenne na-talizie, si è aggiunto “Natale InCanto”, il concerto di coridella tradizione cattolica e ortodossa che, sabato 19 dicem-bre nella bellissima cornice della cattedrale di san Pancra-zio, hanno modulato accordi e cuori sul passo dell’amiciziae della fraternità. Diversi titoli, diverse interpretazioni, perraccontare l’incanto del Natale. Dalla polifonia latina, allasuggestione mistica della musica bizantina, alla polifoniamaschile ortodossa, alla gradevolezza dell’organo, tutti conil desiderio di comunicare sapori e melodie di terre amate:famiglie mai dimenticate. Tra gli amici che in quella seratadi freddo invernale hanno scelto di esserci, il vescovo dellanostra diocesi suburbicaria di Albano, Marcello Semeraro eil Vescovo degli Ortodossi Romeni d’Italia, Siluan. La loropresenza è stata per tutti «segno» di pastori che insiemeconducono il cammino della multiformità fraterna versosempre nuovi orizzonti. Il ricordo sempre vivo delle radicilontane, la concretezza di sacrifici sopportati per amoredella sete che la vita ha di se stessa nella benedizione dei fi-gli, sono state come «voci» di incoraggiamento e di affetto

consegnate dainostri vescovi al-l’Infante, per con-tinuare a esserein mezzo a noi,Parola viva e pro-vocante. Alla ma-nifestazione, or-ganizzata dalladiocesi albanen-se e dalla diocesiortodossa romena d’Italia, hanno preso parte il gruppo co-rale bizantino San Dionigi il Piccolo, diretto dal Maestro pa-dre Marian Janu, il gruppo corale polifonico ortodosso SanRomano il Melode, diretto dal Maestro padre Gavril Popa ela corale polifonica Città di Ciampino, diretta dal MaestroMario Lupi. Ai vescovi, agli amici del pubblico, al maestroIlaria d’Antonio, al maestro padre Gavril Popa e al gruppocorale polifonico ortodosso, al maestro padre Marian e algruppo corale bizantino, al coro polifonico di Ciampino e almaestro Mario Lupi, e a tutti coloro che hanno reso possibi-le e desiderabile ritrovarci InCanto: Buon Natale. Nella gio-ia della famiglia. Verso nuovi incontri.

Franco Ponchia

NATALE IN CANTOConclusa la prima edizione, il vescovo invita a replicare

DI NOTTE, SULLA SOGLIArimasta senza parole. Poi ho alzato gli occhi verso Giuseppee l’ho guardato con infinita tenerezza, con il sorriso più bel-lo. Com’è possibile? È carne della mia carne, ma è Dio! Checosa posso dirgli? Gesù, figlio mio, Dio mio? Forse no. Ba-sterà una parola sola: Gesù. Con un nome solo chiamo miofiglio e il mio Dio. Dio si è fatto mio figlio e mi ha fatto suamadre. Non riesco a parlarne con Giuseppe, ora. Lo guardoe lui mi guarda come solo lui sa fare. Capisce che sto riflet-tendo e mi rimane accanto in attesa. So che anche lui medi-ta nel suo cuore quello che viviamo. Ci sarà tempo per par-larne. So che anche lui si fida di Dio. Mi sento come sulla soglia di una porta. Dopo un lungo viag-gio, sono arrivata a questo momento tanto atteso, ma sonosorpresa. La porta è aperta e aldilà tutto è pronto per me. Pe-rò sto ferma nell’attimo prima di entrare. Avverto tutta la ten-sione racchiusa in quell’ultimo passo carico di eternità, den-tro l’eco di una voce: “vieni, entra, ti aspettavo”. Sulla sogliasento emergere i desideri più belli e le paure più profonde. Ese non è qua? E se non nasce? E se qualcosa va male? Comeil mio corpo, quando stavo per dare alla luce Gesù. Quella for-za che mi spinge a varcare la soglia della paura, che spinge lavita a uscire fuori da dove nasce? Non lo so se è così, ma cre-do che la spinta nasca da quella vita che ho sentito dentro pernove mesi pur non vedendola e non conoscendola nelle sueforme e nei suoi colori.E sulla soglia resto in attesa di questa spinta della vita che è

in me e non mi ap-partiene, che è inme e che vuole na-scere e chiede solodi essere accompa-gnata a uscire fuori,di venire alla luce,come l’evento piùnaturale della crea-zione, come l’amore.Mentre guardo Gesùe Giuseppe, mi sen-to uno spazio apertodove l’Amore è pas-sato senza fermarsi,è entrato ed è uscitocome ha voluto,quando ha voluto, findove ha voluto. Nonci sono limiti, non ci sono barriere, non ci sono passaggi ob-bligati. L’Amore sta facendo la sua strada con noi e noi possia-mo solo essere suoi in quell’istante, in quell’abbraccio, in queltempo che resta in eterno. Non lo avevo mai sentito così. E leparole non lo sanno più dire, perché ormai sono diventatequesta carne, questo figlio mio».

Paolo Monaco

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speciale anno santo8

Il Giubileo straordinario della Mise-ricordia, inaugurato nella diocesidi Albano dal vescovo Marcello Se-

meraro il 13 dicembre, con l’aperturadella Porta Santa della Cattedrale,sarà per la Chiesa albanense un mo-mento straordinario di grazia e di rin-novamento spirituale, un’occasioneper essere trasformata dalla divinamisericordia e per diventare essastessa testimone di misericordia.

«Segno peculiare nell’Anno Santo – ha scritto il vescovo nelsuo decreto per il Giubileo – è il pellegrinaggio, icona delcammino che ogni persona compie nella sua esistenza. An-che il cammino orante e possibilmente a piedi verso la Catte-drale e altri segni e santuari diocesani sia per tutti come uncercare il volto del Dio della Misericordia». A tutta la Chiesadi Albano, poi, in questo tempo giubilare sono proposti i se-guenti pellegrinaggi: in Terra Santa (22 – 30 giugno 2016), adlimina apostolorum con l’udienza di papa Francesco; a Roma,il 22 ottobre; e al santuario dell’Amore Misericordioso in Col-levalenza, il 20 febbraio. L’Anno Santo nella diocesi albanen-se si chiuderà il 13 novembre e sarà questa l’unica celebra-zione eucaristica di chiusura: «Nel corso della quale – è scrit-

to ancora nel decreto del vescovo – avremo anzitutto senti-menti di gratitudine e di ringraziamento verso la SantissimaTrinità per averci concesso questo tempo straordinario di gra-zia». Quella della Cattedrale, inoltre, sarà per tutta la Chiesadi Albano l’unica Porta della Misericordia. Volendo, poi, valo-rizzare nel territorio diocesano alcuni segni speciali della Mi-sericordia di Dio, monsignor Semeraro ha disposto che altriluoghi siano meta di pellegrini e spazio dove sperimentarel’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza: il san-tuario «della Rotonda» in Albano Laziale, dedicato a MariaMadre di Misericordia e la tenda del perdono in Nettuno, luo-go della morte di Santa Maria Goret-ti, presso la parrocchia di Santa Bar-bara. A questi due luoghi, per una piùagevole celebrazione del sacramen-to della riconciliazione e penitenzasono collegati come penitenzierie ilsantuario di San Gaspare del Bufaloin Albano Laziale, curato dai Missio-nari del Preziosissimo Sangue e ilsantuario di Santa Maria delle Graziee Santa Maria Goretti, in Nettuno,curato dai padri Passionisti.

Giovanni Salsano

Domenica 13 dicem-bre, al termine di unpellegrinaggio dalle

Catacombe di San Senato-re alla Cattedrale di Alba-no, il vescovo Marcello Se-meraro ha aperto la PortaSanta in San Pancrazio, av-viando il Giubileo straordi-nario della Misericordianella Chiesa di Albano. Lecelebrazioni hanno avuto inizio nelle catacombe, presso lachiesa di Santa Maria della Stella, e vi hanno preso partemigliaia di fedeli e le principali cariche politiche locali. Do-po un momento di preghiera, la processione è partita allavolta della chiesa di Santa Maria della Rotonda da cui ha poiraggiunto la Cattedrale di San Pancrazio. Qui, il vescovo Se-meraro ha proceduto all’apertura della Porta Santa con lastessa semplicità e solennità con la quale papa Francesco,pochi giorni prima, aveva spalancato la Porta Santa dellaBasilica di San Pietro. La celebrazione eucaristica, avvenu-ta all’interno della splendida cornice della Cattedrale, è sta-ta avvolta da un’atmosfera pregna di serenità e pace. «Iosono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo» (Gv10,9). Su questo vangelo si è incentrata l’omelia del vesco-

vo, che ha parlato della porta come unsimbolo. Una porta, ha sottolineato Se-meraro, è sempre qualcosa di più diquello che vediamo; può significare ac-coglienza, rifiuto, offesa, presenza o as-senza, impegno o negligenza. Ma in que-sto anno della Misericordia, Dio ci fa’ unappello, ci invita ad attraversare la Porta,a passare attraverso di Lui per perdo-narci ogni peccato e rinascere così, rin-novati nello Spirito. Poi rivolgendosi agli

amministratori presenti, monsignor Semeraro ha posto unadomanda che, oggi più che mai, ha bisogno di una concretarisposta: «C’è una dimensione politica e sociale della Mise-ricordia? Penso proprio di sì. Benedetto XVI ha scritto chel’attività economica non può risolvere tutti i problemi socia-li. È la misericordia quella che dona occhi per vedere nonsoltanto i macrobisogni, ma pure le fragilità che possonospingere uomini e donne alla disperazione». In questo tem-po storico, nel quale siamo sempre più turbati e deboli, ab-biamo bisogno di andare oltre il traffico della quotidianità,per poterci immergere in quei silenzi nei quali possiamo ri-trovare Cristo, pronto sempre ad aprirsi a noi. Inizia il tem-po del grande perdono, dell’unità, della pace.

Irene Villani

L’APPELLO DI DIO ALLA MISERICORDIAPiù di tremila i fedeli che hanno partecipato all’apertura della Porta Santa

IL DECRETO DEL GIUBILEOIn cammino verso la grazia del persono

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dal territorio 9

“Lavoro e misericordia” è il titolo delbando con il quale l’Azione Cattolicadi Albano, in collaborazione con la

Caritas Diocesana, la Pastorale Giovanile el’Ufficio diocesano per i Problemi sociali e dellavoro, metterà a disposizione del vincitore lasomma di 500 euro per incentivare la culturadella progettualità e della creatività. L’iniziati-va è rivolta a tutte le parrocchie della diocesi:associazioni, gruppi formali, gruppi informalio movimenti, che ne condividano gli obiettivi eintendano realizzare il progetto in un’ottica dicostante collaborazione con i soggetti promo-tori e con la Diocesi. L’idea è quella di volerscommettere su giovani e adulti di buona vo-lontà, che intendano essere protagonisti di unprogetto di sostegno a qualche povertà o disa-gio, di promozione e di cittadinanza attiva, dievangelizzazione o di cura e difesa del territorio. Per realizza-re queste finalità, il progetto dovrà essere attuato al di fuoridelle parrocchie, per valorizzare o sviluppare delle reti sociali efiduciarie tra comunità civile e comunità ecclesiale e per crea-re delle vere alleanze tra parrocchie, famiglie, scuola, istituzio-ni, società civile e mondo dell’impresa. Reti capaci di essere

sostegno e orientamento per persone che vi-vono situazioni di disagio economico-sociale,a causa della difficoltà di accesso al mondodel lavoro o della perdita del lavoro stesso,per promuoverne e valorizzarne le capacità ele competenze. Proprio la capacità di lavorarein rete con associazioni, enti, istituzioni ed or-ganizzazioni varie sarà uno dei requisiti di va-lutazione dei progetti, i quali saranno visiona-ti da una Commissione composta da un vica-rio del Vescovo e un membro referente diognuno dei soggetti promotori. Tutte le infor-mazioni sono pubblicate su www.diocesidial-bano.it e su www.azionecattolicaalbano.it, do-ve sono indicati anche i requisiti essenziali deiprogetti, che dovranno pervenire entro il 30aprile 2016. In un anno in cui papa Francescoha donato un Giubileo straordinario sul tema

della misericordia, è necessario investire risorse, creatività efantasia per esplorare questa strada e riscoprire la bellezzadella dimensione umana del lavoro. Ciascuno è coinvolto inquesto messaggio di gioia e speranza ed è il momento di met-tersi in gioco.

Sara Cubellotti

LAVORO E MISERICORDIAUn bando per sostenere la progettualità delle parrocchie

C’è un museo in cuinon esiste più ilcartello “Non toc-

care”. Il divieto per eccel-lenza che da secoli accom-pagna le opere d’arte non èsolo sparito, ma viene in-franto tutti i mercoledì alLavinium, il museo di Po-mezia che ha inaugurato unpercorso tattile dove i re-perti archeologici sono aportata di dita. La cosa può fare la felicità dei bambini piùcuriosi, ma può fare soprattutto la felicità di chi un’operad’arte o un reperto archeologico non l’ha mai visto. Il per-corso, infatti, nasce per loro: non vedenti e ipovedenti. L’ideaè quella di restituire la storia a tutti. Riproduzioni in scala ri-dotta, plastici ricostruttivi e didascalie in braille permettonoa chi non può vedere di entrare in contatto con la storia del-l’antica città di Lavinium. Il progetto, finanziato dalla Regio-ne Lazio per un totale di 20mila euro, è stato presentato al-l’inizio di dicembre dalla direttrice scientifica del museoGloria Galante, e dall’assistente alla comunicazione tiflodi-dattica Rosanna D’Apolito, che hanno elencato gli elementidel percorso: «Una tavola termoformata con rappresenta-

zione della statua di Minerva Tritonia; unariproduzione in scala ridotta della statuafemminile con colomba; un plastico rico-struttivo di un altare del Santuario dei Tre-dici Altari; un plastico ricostruttivo dellatomba a cassone dal tumulo trasformatoin Heroon di Enea; un video ingranditoreportatile e due guide da utilizzare in ma-niera interattiva durante la visita».Durante l’inaugurazione è intervenuta an-che la vice sindaco di Pomezia, ElisabettaSerra: «Si tratta di un progetto di grande

valore culturale e sociale – ha detto Serra – che dimostral’attenzione che il Museo Lavinium pone nei confronti del-la divulgazione del nostro patrimonio archeologico e dellaformazione culturale di ogni individuo con le sue specifici-tà. Questo percorso tattile coniuga cultura, tecnologia esociale in un progetto destinato all’intera cittadinanza, conuno sguardo particolare alle scuole del territorio». Questasezione del museo, infatti, nasce per chi ha disabilità visi-ve, ma è un’esperienza che può arricchire chiunque. Tuttii mercoledì ci sono visite didattiche e laboratori rivolti allescuole e alle famiglie. Dulcis in fundo: è gratuito, bastaprenotare.

Monia Nicoletti

LAVINIUM: UN MUSEO TATTILEIdeato per i non vedenti, una buona esperienza per tutti

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speciale10

a cura del SERVIZIO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE

CRACOVIA, SEDE DELLA CULTURA POLACCA

Situata a Sud della Polonia, Cracovia è una delle piùantiche città del paese, considerata la capi-tale della cultura polacca. Il suo centro sto-

rico è stato riconosciuto dall’Unesco  come unodei dodici più preziosi complessi architettonici delmondo. Capitale della Polonia dal 1038 al 1596, lacittà vanta oggi un notevole numero di edifici, dimonumenti storici e una vasta collezione di opered’arte. Tutto il quartiere centrale di Cracovia è cir-condato dal parco Planty che segue fedelmente iltracciato delle vecchie mura cittadine. Il cuore diquest’area è la Piazza Grande del Mercato, risalenteal 1257, dove si trova il Sukiennice, il Palazzo deitessuti, che dal Me-dioevo ad oggi conservabuona parte del suo ca-rattere originale, e lachiesa dedicata alla Vergi-ne Maria, Kusciol Mariacki.Questa è stata costruita nel XVI secolo ed è ri-conoscibile dalle due torri che ne caratte-rizzano la facciata. All’interno si può am-mirare una splendida pala d’altare li-gnea. Sempre nella piazza è presente

un altro piccolo gioiello, la Chiesa di Sant’Adalbertodi Praga, costruita nell’XI secolo, tra le più piccole eantiche di Cracovia. Sull’altare principale si troval’immagine della Vergine Maria, copia dell’icona del-la Vergine Salus Populi Romani. È l’icona che SanGiovanni Paolo II ha consegnato ai giovani e che an-cora oggi viene portata in pellegrinaggio per il mon-do intero durante le GMG. A sud del centro storico sitrova il quartiere ebraico Kazimierz, con tre magnifi-che sinagoghe rinascimentali che testimoniano ibuoni rapporti intercorsi da sempre tra polacchi edebrei. Di notevole importanza è anche il Museo di

Czartorysky che ospita la Dama con l’ermellinodi Leonardo Da Vinci.

Infine, l’Università di Ja-gellonia fondata nel

1364, vanta studenti e do-centi illustri quali Niccolò

Copernico e Karol Wojtyła,da sempre molto legato a questa città. Lì

infatti ha vissuto per 40 anni e oggi, comeallora, è un luogo ricco di spiritualità edi cultura da scoprire.

Antonella Giuffrè

Acirca 50 km da Cracovia si trova Au-schwitz, località della Polonia diven-tato il simbolo universale dei lager.

Qui, il complesso di campi di concentramen-to fu il più grande realizzato dal regime nazi-sta. Nel 1943 comprendeva tre campi principali,in cui si svolse un ruolo fondamentale nei progetti di“soluzione finale del problema ebraico”, divenendo rapi-damente il più grande ed efficiente centro di sterminio nazi-sta. I prigionieri arrivavano al campo in treni per poi esserescaricati su una banchina e portati al controllo medico in cuisi decideva se potevano continuare a vivere o se dovevano es-sere uccisi. Le famiglie venivano separate: anziani, uomini edonne in tre diverse file, bambini allontani dai loro genitori. Si stimache le SS e le forze di polizia abbiano deportato almeno un milione etrecentomila persone nel complesso di Auschwitz, tra il 1940 e il1945. Il 27 gennaio 1945, l’esercito sovietico entrò nel campo, liberan-

do circa settemila prigionieri e docu-mentando ciò che appariva agli occhiattoniti dei liberatori. Il mondo intero èoggi impegnato a mantenere viva lamemoria per non dimenticare quantoaccaduto e per evitare di ricadere in or-rori simili; noi nel nostro piccolo possia-mo domandarci «Se questo è un uo-mo» e, come diceva Albert Einstein,«Ricordiamoci che siamo uomini e di-mentichiamoci di tutto il resto».

Antonella Giuffrè

AUSCHWITZ

Il Santuario diCzęstochowa èuno dei più im-

portanti centri di cultocattolico della Polonia e

sorge a Jasna Góra, la“montagna luminosa”, checirconda la città. Qui èconservata l’icona dellaMadonna di Czstochowa,così cara al popolo polacco

da meritare il titolo di Capita-le della Corona di Polonia. In parti-colare, nel santuario viene custodito il dipinto della MadonnaNera che ha una storia complessa. La tradizione dice infattiche sia stato realizzato da San Luca su di un legno che forma-va il tavolo adoperato per la preghiera e per il cibo dalla Sa-cra Famiglia. L’evangelista lo avrebbe composto a Gerusa-lemme per tramandare l’incomparabile bellezza di Maria. Ipolacchi sono abituati a legare a questo Santuario le numero-se vicende della loro vita: i momenti lieti come quelli tristi, ledecisioni solenni, come la scelta del proprio indirizzo di vita,la vocazione religiosa oppure il matrimonio, la nascita dei fi-gli, gli esami di maturità. Essi si sono abituati a venire con iloro problemi a Jasna Gòra per confidarli alla Madre Celeste,davanti alla sua immagine miracolosa. Questa immagine è ilcuore del Santuario che attira ogni anno folle sterminate dipellegrini, dalla Polonia e da tutto il mondo.

Valerio Messina

CZESTOCHOWA

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sociale e cultura 11

1000reti social

I SOCIAL E IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIALe app a disposizione create per aiutare a vivere l’anno di grazia

Il canale televisivo dellaCei, TV2000, lancia l’app“Tv2000 Giubileo” grazie

alla quale, dallo schermo delproprio smartphone, è possi-bile seguire le dirette televi-sive degli avvenimenti piùimportanti che segnano il ca-lendario dell’Anno Santo eleggere le news legate aglieventi. Dalla sezione “Insta-giubileo” è possibile condivi-dere foto della propria espe-rienza del Giubileo della Mi-

sericordia. Non poteva mancare una sezione dedicata alVangelo del giorno, una per il Santo Rosario recitato daLourdes, fruibile in video condivisi quotidianamente dal ca-nale, e una sezione relativa all’Agenda, nella quale sono ri-portati tutti gli eventi legati al Giubileo, utile per appuntarsigli incontri da non perdere. Dall’app è diretto anche un col-legamento al “Diario di Papa Francesco”, il programma diTV2000 che segue tutti gli spostamenti del pontefice neiviaggi, nelle celebrazioni e nei grandi eventi da lui presiedu-

ti. Un’applicazione che arricchisce gratuitamente, ma concontenuti di qualità, lo zaino del pellegrino del Giubileo del-la Misericordia. “Giubileo senza barriere” è invece l’app vo-luta e sostenuta dalle principali associazioni italiane dei di-versamente abili. Da questa è possibile ricercare uno deiluoghi d’interesse, come per esempio “San Giovanni in Late-rano” per visualizzarne i contatti utili, incluso numero tele-fonico e orario di apertura e chiusura delle visite. La schedaè corredata da una valutazione compresa tra 0 e 5 stelle perindicare il grado di accessibilità a persone non vedenti o nonudenti, o con problemi di deambulazione. Seguono unascheda storico-artistica circa il punto d’interesse e unamappa che facilita la comprensione dell’ubicazione del mo-numento, ma non solo: da questa è possibile ricevere infor-mazioni utili relative ai trasporti per raggiungere il luogod’interesse, i servizi pubblici e privati, inclusi i bagni acces-sibili e la ristorazione. Per molti dei punti di interesse è pos-sibile ottenere una planimetria interna degli ambienti, e ve-rificare da questa i punti accessibili. Grazie alla mappa èpossibile organizzare una visita nella Roma del Giubileo, re-stando informati sullo stato della pavimentazione e sullapresenza o meno degli scivoli dei marciapiedi.

Chiara Ferrarelli

Il 2015 è stato unanno particolar-mente significa-

tivo per l’AMEI (As-sociazione MuseiEcclesiastici Italia-ni). Un nuovo pre-sidente, DomenicaPrimerano, e unnuovo direttivo, conuna notevole quotadi componentifemminili, sembra-no dar vita, anchenella programma-

zione del prossimo quinquennio, a una decisa svolta per ilmiglioramento della qualità dell’offerta museale e per unamaggior visibilità dei musei ecclesiastici. La situazione deimusei italiani, secondo le ultime rilevazioni ISTAT del 2011,risulta piuttosto scoraggiante e il direttivo AMEI sottolineala necessità di elaborare un piano d’azione strategico, chepossa ripensare il ruolo dei musei ecclesiastici, che, rispet-to ai musei statali e civici, occupano già una posizione su-bordinata e meno pubblicizzata. L’ipotesi è quella di lavora-re contemporaneamente su due direttrici: una interna, vol-

ta a aumentare la professionalità di chi già vi opera, l’altraesterna, mirata a promuovere le eccellenze della realtàmuseale ecclesiastica. In questo deciso spirito di cambia-mento, si inserisce una novità anche nella direzione del Mu-seo Diocesano di Albano: Roberto Libera, da tre anni allaguida del museo, è stato da poco eletto Coordinatore del-l’AMEI per la Regione Lazio, incarico che pone la stessa dio-cesi albanense in una situazione di centralità nell’attività divalorizzazione e di promozione delle realtà culturali eccle-siastiche della nostra regione. «Intendiamo promuovereuna serie di iniziative – spiega Roberto Libera – che possa-no evidenziare gli aspetti caratterizzanti del patrimonio sto-rico artistico ecclesiastico, spesso poco noti e sottostimatianche dagli enti istituzionali del territorio di appartenenza.È ormai evidente che la concezione del museo inteso comesemplice raccolta ed esposizione di beni sia ormai supera-ta: probabilmente la sfida attuale, per gli operatori musea-li, è proprio quella di saper andare oltre le vetuste visionidelle collezioni museali. Il MuDi di Albano, è, ora, anche ilpunto di raccordo di varie realtà rappresentative dei benistorico-artistici ecclesiastici del Lazio: un compito impor-tante e impegnativo, che avrà successo se sarà messa in at-to la costruzione di una rete di interessi culturali mirati al-la valorizzazione di un patrimonio immenso».

Manuel De Santis

LE NOVITÀ DELL’AMEIProspettive e attività future del Museo Diocesano di Albano

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appunti12

APPUNTAMENTI01 GENNAIOMaria Santissima Madre di Dio

• Beato Enrico di Marcy, Cardinale-Vescovo diAlbano

• 49a Giornata Mondiale della PaceIl tema scelto da papa Francesco per la Gior-nata mondiale della pace è Vinci l’indifferenzae conquista la pace.

06 GENNAIO• Epifania del Signore• Giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria • Anniversario Ordinazione episcopale dimons. Paolo Gillet

10 GENNAIOBattesimo del SignoreAlle ore 17,30 il vescovo incontra i catecumeniche si preparano per ricevere i sacramenti del-l’iniziazione cristiana.

11 GENNAIORiunione dei vicari territorialiCuria vescovile, ore 10,00.

14 GENNAIORitiro spirituale mensile del cleroSeminario vescovile, ore 9,30.

15 GENNAIORiunione dei direttori degli Uffici pastoraliCuria vescovile, ore 10,00.

16 GENNAIOSan Marcello, papa.Onomastico del vescovo MarcelloA Castel Gandolfo muore la serva di Dio MariaBordoni

17 GENNAIO27a giornata per l’approfondimento e lo svilup-po del dialogo tra ebrei e cattolici

18 GENNAIO• 102a Giornata mondiale per il migrante e ilrifugiato• Veglia di preghiera per l’unità dei cristiani

Cattedrale di San Pancrazio, ore 20,30.

18 - 25 GENNAIOSettimana di preghiera per l’unità dei cristiani

23 GENNAIORitiro spirituale dei diaconi permanentiSeminario vescovile, ore 15,30.

24 GENNAIOSan Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

25 GENNAIOConversione di san Paolo

31 GENNAIO63a Giornata dei malati di lebbra

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Alessandro Cardinale, Massimo Castellucci, Sara Cubellot-ti, Manuel De Santis, Chiara Ferrarelli, Fernando Lopez, An-tonella Giuffrè, Mirko Giustini, Francesco Macaro, Gianmar-co Machiorlatti, Rita Melfi, Valerio Messina, Francesco Mi-nardi, Paolo Monaco, Monia Nicoletti, Antonello Palozzi,Franco Ponchia, Giovanni Salsano, Irene Villani, BarbaraZadra.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

[email protected]

Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Vecchia di Grottaferrata, 400047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 22.12.2015

DISTRIBUZIONE GRATUITA

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 8, numero 77 - dicembre 2015

TRE IMMAGINI SULLA MISERICORDIAPer accompagnare la Chiesa di Albano a vivere con fede e consapevolezza il Giu-bileo straordinario della Misericordia, il vescovo Marcello Semeraro ha scritto unanuova lettera pastorale, dal titolo Prima la Misericordia. «Più che, propriamente,una Lettera pastorale – scrive monsignor Semeraro – questa che vi consegno èuna sorta di rapsodia. Con scene diverse raccolte dal Vangelo, vorrei raccontarviqualcosa sul tema della misericordia. Essa ci apre il cuore di Dio; ci apre al cuo-re di Dio; c’introduce nel cuore di Dio. La misericordia non è ciò che Dio fa, ma chiDio è». Il titolo scelto per il documento è tratto da una meditazione di Sant’Am-brogio sulle tre “parabole della misericordia”, che si trovano nel Vangelo di Luca,al capitolo 15: quella della pecora smarrita e ritrovata, della moneta perduta e re-cuperata e del figlio perduto e ritornato. «Per sant’Ambrogio – spiega il vescovodi Albano – la successione delle tre parabole non è casuale. Sono, anzi, come ununico spago a tre capi (spartum triplex): il padre, il pastore e la donna sono il Pa-dre, Cristo e la Chiesa». Scrive, infatti, Sant’Ambrogio: «Il Cristo ti porta col suocorpo, avendo preso su di sé i tuoi peccati, la Chiesa ti cerca, il Padre ti accoglie.Ti riporta a spalle come fa un pastore, viene a cercarti come fa una madre, ti rive-ste come fa un padre. Prima è la misericordia, seconda l’intercessione, terza la ri-conciliazione. Tutto corrisponde esattamente: il Redentore viene in soccorso, laChiesa intercede, il Creatore si riconcilia» (Exp. ev. sec Lucam VII). «Misericordia,intercessione – aggiunge Semeraro – riconciliazione. Prima c’è la misericordia diCristo; l’accompagna l’intercessione della Chiesa e tutto culmina nella riconcilia-zione operata dal Padre. Sembra quasi che facciano tutto Cristo, la Chiesa e il Pa-dre. Tutto come grazia. Tutto come salvezza». Il volume, edito dalla casa editricediocesana “Miter Thev”, è disponibile presso la curia diocesana (costo € 3,50 info0693268401 oppure con email [email protected]).