corso di contabilità e bilancio sessione - 8

50
1 a.1 UN’IMPRESA PUO’ INVESTIRE UNA PARTE DELLE PROPRIE RISORSE IN ATTIVITA’ FINANZIARIE IN FUNZIONE DELLO SCOPO PER IL QUALE SI REALIZZA L’INVESTIMENTO, LE ATTIVITA’ FINANZIARIE SONO CLASSIFICABILI IN: LE PARTECIPAZIONI SONO INVESTIMENTI A CARATTERE DURATURO IN AZIONI O QUOTE DI SOCIETA’, EFFETTUATI PER FINI STRATEGICI. ESSE RAPPRESENTANO IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE. I TITOLI PROPRIAMENTE DETTI SONO INVESTIMENTI TEMPORANEI DI LIQUIDITA’ IN ATTIVITA’ FINANZIARIE DI VARIO GENERE (TITOLI DI STATO, OBBLIGAZIONI, AZIONI O QUOTE DI SOCIETA’) EFFETTUATI PER FINI SPECULATIVI.

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Page 1: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

1

a.1

UN’IMPRESA PUO’ INVESTIRE UNA PARTE DELLE PROPRIE RISORSE IN ATTIVITA’ FINANZIARIE

IN FUNZIONE DELLO SCOPO PER IL QUALE SI REALIZZA L’INVESTIMENTO, LE ATTIVITA’ FINANZIARIE SONO CLASSIFICABILI IN:

LE PARTECIPAZIONI SONO INVESTIMENTI A CARATTERE DURATURO IN AZIONI O QUOTE DI SOCIETA’, EFFETTUATI PER FINI STRATEGICI. ESSE RAPPRESENTANO IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE.

I TITOLI PROPRIAMENTE DETTI SONO INVESTIMENTI TEMPORANEI DI LIQUIDITA’ IN ATTIVITA’ FINANZIARIE DI VARIO GENERE (TITOLI DI STATO, OBBLIGAZIONI, AZIONI O QUOTE DI SOCIETA’) EFFETTUATI PER FINI SPECULATIVI.

Page 2: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

2

a.2

LE OPERAZIONI RELATIVE ALLE PARTECIPAZIONI SI RILEVANO IN MODO ANALOGO A QUANTO VISTO PER LE ALTRE TIPOLOGIE DI IMMOBILIZZAZIONI

L’ACQUISTO DI UNA PARTECIPAZIONE DA’ ORIGINE A:

L’ISCRIZIONE DI UN VALORE NON NUMERARIO

COMUNE A PIU’ ESERCIZI (IMMOBILIZZAZIONE

FINANZIARIA) PARI AL COSTO SOSTENUTO LA RIDUZIONE DELLE DISPONIBILITA’ LIQUIDE DELL’IMPRESA

LA VENDITA DI UNA PARTECIPAZIONE COMPORTA:

L’ELIMINAZIONE DEL VALORE CONTABILE

DELL’IMMOBILIZZAZIONE FINANZIARIA CEDUTA

LA RILEVAZIONE DI EVENTUALI PLUSVALENZE O

MINUSVALENZE (LADDOVE IL VALORE DI VENDITA

DIFFERISCA DAL VALORE CONTABILE

DELL’IMMOBILIZZAZIONE)

L’AUMENTO DELLE DISPONIBILITA’ LIQUIDE DELL’IMPRESA

Page 3: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

3

ESEMPIO: La società Alfa acquista una partecipazione per Lire 1.000

DARE ++++

DATA

AVERE −−−−

DARE +

AVERE -

Partecipazioni

a

Banca c/c

1.000

1.000

ESEMPIO: Successivamente la società Alfa vende la partecipazione per Lire 1.200.

DARE ++++

DATA

AVERE −−−−

DARE +

AVERE -

Banca c/c

a

Diversi

Partecipazioni Plusvalenze

1.200

1.000 200

Page 4: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

4

a.4

IL VALORE DI UN TITOLO AI FINI DELLA QUOTAZIONE E/O NEGOZIAZIONE PUO’ ESSERE ESPRESSO IN DIVERSI MODI:

IL CORSO SECCO RIFLETTE IL SOLO VALORE CAPITALE DEL TITOLO. GLI INTERESSI IN CORSO DI MATURAZIONE SONO CONSIDERATI SEPARATAMENTE.

IL CORSO TEL-QUEL COMPRENDE, OLTRE AL VALORE CAPITALE DEL TITOLO, GLI INTERESSI MATURATI DALLA DATA DELL’ULTIMA CEDOLA AL MOMENTO DELLA NEGOZIAZIONE.

IL CORSO EX-CEDOLA RIFLETTE IL VALORE CAPITALE DEL TITOLO AL NETTO DEGLI INTERESSI CHE MATURERANNO DAL MOMENTO DELLA NEGOZIAZIONE FINO ALLA SCADENZA DELLA CEDOLA IN CORSO (CHE RISULTA FISICAMENTE STACCATA).

Page 5: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

5

a.5

LE OPERAZIONI IN TITOLI POSSONO ESSERE RILEVATE

UTILIZZANDO ALTERNATIVAMENTE:

UN CONTO TITOLI FUNZIONANTE A “COSTI E COSTI”

UN CONTO TITOLI FUNZIONANTE A “COSTI, RICAVI E

RIMANENZE”

UNA SERIE DI CONTI MONOFASE

CIASCUNO DI TALI CONTI, A SUA VOLTA, PUO’ ESSERE

MOVIMENTATO ALTERNATIVAMENTE:

A CORSO SECCO

A CORSO TEL-QUEL

A CORSO EX-CEDOLA

PER SEMPLICITA’, IN TALE SEDE CI SI LIMITA

ALL’ANALISI DEL FUNZIONAMENTO “A CORSO

SECCO”.

Page 6: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

6

AL MOMENTO DELL’ACQUISTO IL CONTO TITOLI

E’ MOVIMENTATO IN DARE PER UN IMPORTO PARI

AL CORSO SECCO DEI TITOLI ACQUISITI

AL MOMENTO DELLA VENDITA IL CONTO TITOLI E’

MOVIMENTATO IN AVERE PER UN IMPORTO PARI

AL CORSO SECCO DI ACQUISTO DEI TITOLI CEDUTI

LA DIFFERENZA TRA CORSO SECCO DI ACQUISTO E

CORSO SECCO DI VENDITA E’ RILEVATA IN UN

CONTO SEPARATO (AD ES. “UTILE/PERDITA SU

NEGOZIAZIONE TITOLI” O “PLUSVALORE SU

TITOLI”)

IL FUNZIONAMENTO DEL CONTO TITOLI “A

COSTI E COSTI” E’ ANALOGO A QUELLO DEI

CONTI ACCESI ALLE IMMOBILIZZAZIONI

TECNICHE

IL SALDO DEL CONTO TITOLI A FINE ESERCIZIO

CONFLUISCE NELLO STATO PATRIMONIALE

Page 7: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

7

ESEMPIO: La società Alfa acquista obbligazioni per un valore nominale complessivo di lire 100.000. La quotazione a corso secco è pari a lire 98.000. Gli interessi in corso di maturazione dalla data dell’ultima cedola ammontano a lire 3.000.

DARE ++++

DATA

AVERE −−−−

DARE +

AVERE -

Diversi

Titoli Cedola in maturazione

a

Banca c/c

98.000 3.000

101.000

VALORE NON NUMERARIO

(VARIAZ. DI ESERCIZIO)

ESEMPIO: Successivamente la società Alfa vende le obbligazioni in precedenza acquistate. Al momento della vendita la quotazione a corso secco è pari a lire 99.000. Gli interessi in corso di maturazione dalla data dell’ultima cedola ammontano a lire 2.500.

DARE ++++

DATA

AVERE −−−−

DARE +

AVERE -

Banca c/c

a

Diversi

Titoli Utile su negoziaz. titoli Interessi attivi su titoli

101.500

98.000 1.000 2.500

Page 8: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

8

IL FUNZIONAMENTO DEL CONTO TITOLI A “COSTI, RICAVI E RIMANENZE” (A CORSO SECCO) PREVEDE:

LA RILEVAZIONE IN DARE DEL VALORE (CORSO

SECCO) DELLE RIMANENZE INIZIALI DI TITOLI

LA RILEVAZIONE IN DARE DEL CORSO SECCO

D’ACQUISTO DEI TITOLI ACQUISITI DURANTE

L’ESERCIZIO

LA RILEVAZIONE IN AVERE DEL CORSO SECCO DI

VENDITA DEI TITOLI CEDUTI DURANTE

L’ESERCIZIO

LA RILEVAZIONE IN AVERE DEL VALORE (CORSO

SECCO) DELLE RIMANENZE FINALI DI TITOLI

IL SALDO DEL CONTO TITOLI SINTETIZZA IL TOTALE

DEGLI UTILI E DELLE PERDITE REALIZZATE DALLA

NEGOZIAZIONE DEI TITOLI. ESSO CONFLUISCE NEL

CONTO ECONOMICO.

Page 9: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

9

LA RILEVAZIONE DELLE OPERAZIONI IN TITOLI

PUO’ ESSERE EFFETTUATA ANCHE TRAMITE

L’UTILIZZO DI UNA SERIE DI CONTI MONOFASE

ACCESI ALLE VARIAZIONI DI ESERCIZIO, QUALI:

TITOLI C/RIMANENZE INIZIALI

TITOLI C/ACQUISTI

TITOLI C/VENDITE

TITOLI C/RIMANENZE FINALI

IL SALDO DI CIASCUNO DI TALI CONTI, A FINE

ESERCIZIO, CONFLUISCE NEL CONTO

ECONOMICO.

Page 10: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

10

SESSIONE 8

NELL’AMBITO DEL SUCCEDERSI DI SOTTOPROCESSI IN CUI ORDINATAMENTE SI SVOLGE LA COMPOSIZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO, LA PRESENTE SESSIONE SI OCCUPA DELLE

RETTIFICHE DI FINE ESERCIZIO

(determinanti storni e integrazioni di valori)

TEMPO

1) APERTURA DELL’ESERCIZIO

2) RILEVAZIONI D’ESERCIZIO

3 VALUTAZIONI DI BILANCIO

4) RETTIFICHE DI

FINE ESERCIZIO 5) CHIUSURA

DELL’ESERCIZIO 6) SINTESI LOGICO-

AZIENDALE DELL’ESERCIZIO (CONTO ECONO-MICO E STATO PATRIMONIALE)

7) REDAZIONE DEL BILANCIO LEGALE

PERIODO AMMINISTRATIVO

• START UP DEI VALORI

• RACCOLTA, CLASSIFICAZIONE E REGISTRAZIONE SISTEMATICA DEI VALORI SORTI NEL PERIODO AMMINISTRATIVO

• STORNI E IN-TEGRAZIONI DI VALORI

• RIASSUNZIONI E SINTESI DEI VALORI

• NUOVO START UP DEI VALORI

8.1

Page 11: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

11

1. Ai fini della conoscenza del divenire della produzione economica d’impresa, quale essa si presenta al termine di un dato periodo amministrativo, è necessario soddisfare il principio di competenza economica.

2. Le rettifiche di fine esercizio (storni e integrazioni dei valori) costituiscono un sottoprocesso logicamente e temporalmente successivo rispetto alle rilevazioni di esercizio; le rettifiche in parola sono conseguenti ad un sottoprocesso valutativo nel quale è verificata la rispondenza al principio di competenza dei valori rilevati nell’esercizio.

3. La presente sessione, unitamente alla sessione successiva, si propone di investigare intorno alle rilevazioni contabili riferite alle rettifiche di fine esercizio astraendo, per quanto possibile, dalle problematiche di carattere valutativo. I fondamenti del processo di valutazione e le sue applicazioni alle classi di valori dell’attivo e del passivo costituiranno infatti oggetto di successive sessioni.

8.2

Page 12: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

12

Che cosa sono le

8.3

Page 13: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

13

• La corretta determinazione del reddito di esercizio e del connesso capitale di funzionamento impone – in aderenza con il postulato della competenza economica - di comporre in un’unità d’insieme sia le correlazioni tra costi e ricavi inseriti in cicli economici avviati e conclusi nel periodo amministrativo di riferimento per l’esercizio, sia le correlazioni rinvenibili in cicli economici in corso di svolgimento all’inizio e alla fine del periodo stesso.

• Il processo di composizione riferibile a queste ultime correlazioni conduce all’affermazione di valori non numerari di varia specie, del genere “rimanenze di esercizio”, la cui determinazione è soggetta ad un processo valutativo.

• Tra i valori emergenti dal processo di composizione delle correlazioni tra costi e ricavi inseriti in cicli economici non conclusi alla data di riferimento del bilancio, è possibile noverare le giacenze di magazzino, i fondi spese future, i fondi rischi, i ratei, i risconti, e così via.

Nei lucidi che seguono è approfondita la tecnica di rilevazione delle rettifiche di fine esercizio funzionale alla conveniente composizione delle correlazioni in esame nelle tavole di sintesi, trascurando le problematiche connesse al processo valutativo, circa il quale si rinvia a sessioni successive.

8.3.a

Page 14: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

14

Le rettifiche di fine esercizio si distinguono in:

• Sono rettifiche di integrazione quelle che determinano un aumento del valore di componenti reddituali (positive o negative) rilevate in corso di esercizio.

• Sono rettifiche di storno quelle che determinano una diminuzione del valore di componenti reddituali (positive o negative) rilevate in corso di esercizio.

8.4

Page 15: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

15

• Le rettifiche possono essere operate secondo due modalità, originandosi pertanto:

• Mediante il procedimento diretto di rettifica le integrazioni e gli storni sono operati rettificando direttamente i conti accesi alle componenti positive e negative di reddito il cui valore deve essere, rispettivamente, aumentato o diminuito.

• Mediante il procedimento indiretto di rettifica le integrazioni e gli storni sono operati utilizzando nuovi conti che rettificano indirettamente i conti accesi alle componenti positive e negative di reddito il cui valore deve essere, rispettivamente, aumentato o diminuito.

E’ raccomandata l’adozione della modalità di rettifica diretta.

8.5.

Page 16: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

16

• Nel corso dell’esercizio 1999 è stato sostenuto (anticipatamente) un costo per affitti passivi pari a L. 100, di cui solo L. 25 sono di competenza dell’esercizio in chiusura mentre le restanti L. 75 sono relative all’esercizio futuro e pertanto devono essere stornate. Prima di procedere alla rettifica di storno, il conto economico si presenta come segue:

Conto Economico al 31.12.99

Affitti passivi 100

• La rettifica, per un valore pari a L. 75, viene operata direttamente nel conto “affitti passivi”; ne risulterà il seguente conto economico:

Conto Economico al 31.12.99

Affitti passivi 25

• La rettifica, sempre per un valore pari a L. 75, viene operata mediante l’utilizzo di un nuovo conto, iscritto nella sezione opposta rispetto a quella che accoglie il conto “affitti passivi”, avente una opportuna denominazione che consenta di individuare che trattasi di conto che rettifica, indirettamente, il conto “affitti passivi”; ne risulterà il seguente conto economico:

Conto Economico al 31.12.99

Affitti passivi 100 Storno di affitti passivi

75

Quest’ultima modalità, ad evidenza, comporta un “appesantimento” del contenuto del Conto Economico senza apportare significativi benefici informativi: è per tale motivo che le è preferita la modalità di rettifica diretta.

8.5.a

Page 17: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

17

RETTIFICHE APPROFONDITE NELLA LEZIONE 8

• Risconti attivi

• Risconti passivi

• Ratei attivi

• Ratei passivi

• Giacenze di magazzino

• Fatture da emettere

• Fatture da ricevere RETTIFICHE APPROFONDITE NELLA LEZIONE 9

• Ammortamenti

• Capitalizzazione di costi

• Accantonamenti ai fondi spese future • Fondo manutenzione ciclica

• Fondo garanzia prodotti

• Accantonamenti ai fondi rischi • Fondo svalutazione crediti

• Fondo oscillazione cambi

• Altre operazioni di fine esercizio • Trattamento di fine rapporto

• Imposte

8.6

Page 18: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

18

Page 19: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

19

• DEFINIZIONE: i risconti attivi sono valori comuni a due o più esercizi che esprimono quote parte di costi, rilevati integralmente nell’esercizio in corso o in precedenti esercizi, rinviate per competenza ad uno o più esercizi successivi. Perché si possa parlare di risconti è necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica dei fattori produttivi.

8.7

Page 20: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

20

01.12.99 31.12.99 31.03.00

Parte da rinviare mediante rettifica di storno

Parte di competenza dell’esercizio in chiusura

8.8

Rilevazione

Page 21: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

21

• In data 01.12.99 è stato pagato un premio assicurativo di L. 400 per la copertura di un rischio fino al 31.03.2000. Il costo sostenuto si riferisce a un arco temporale di 4 mesi a cavallo della chiusura dell’esercizio, precisamente 1 mese riferibile all’esercizio in chiusura e 3 mesi al successivo. In applicazione del principio di competenza, occorre stornare parte del costo sostenuto (per la quota corrispondente a 3 mesi) e rinviarlo all’esercizio successivo.

• PRIMA DELLA RILEVAZIONE DEL RISCONTO ATTIVO Le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99

Assicurazioni 400

IL PROBLEMA. Il conto economico dell’esercizio 1999 è gravato da un onere per assicurazioni superiore rispetto alla quota di competenza; considerando infatti il tempo di utilizzazione economica del fattore produttivo in questione, all’esercizio 1999 deve essere imputata una quota pari a ¼ del costo complessivamente sostenuto, mentre i restanti ¾ sono da attribuire all’esercizio 2000. L’OBIETTIVO. Stornare di L. 300 l’importo rilevato nel conto “Assicurazioni”, che deve diminuire da L. 400 a L. 100; al tempo stesso far sì che al conto economico dell’esercizio successivo siano attribuite per competenza quelle stesse L. 300 oggetto di storno dal conto economico dell’esercizio in corso. LA SOLUZIONE. Rilevare un risconto attivo, ossia rinviare al futuro la quota pari a ¾ del costo originariamente sostenuto (e integralmente rilevato all’atto del sostenimento) che non è di competenza dell’esercizio in chiusura.

• IN CHIUSURA DI ESERCIZIO Si rileva nello Stato Patrimoniale (dare, +) un valore non numerario comune a due esercizi denominato “Risconti attivi” e in Conto Economico (avere, -) un componente positivo di reddito (più propriamente, lo storno di un componente negativo) denominato “Assicurazioni”.

8.8.a

Page 22: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

22

Risconti attivi (SP) a Assicurazioni (CE) 300 300

Ad evidenza trattasi di una rettifica di storno. Dopo tale rilevazione le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99

Assicurazioni 100 Risconti attivi 300

• NEL NUOVO ESERCIZIO Dopo avere proceduto alla riapertura dei conti, si attribuisce al nuovo esercizio la quota dell’onere di competenza, pari al saldo del conto risconti attivi. Si effettua pertanto la seguente rilevazione contabile:

Assicurazioni (CE) a Risconti attivi iniziali (SP) 300 300

Dopo tale rilevazione il conto economico, per quanto qui interessa, si presenta nel modo seguente:

Conto Economico 01.01.00

Assicurazioni 300

CURIOSITA’: i risconti sono talora definiti “veicoli contabili”, perché consentono di “trasportare” componenti di reddito tra i diversi esercizi. CASISTICA: alcune classi di valori, accogliendo costi sostenuti anticipatamente rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi, sono frequentemente oggetto di rettifiche di storno mediante la rilevazione di risconti attivi; si tratta in particolare degli affitti passivi e dei premi assicurativi. E’ altresì oggetto di rettifica mediante l’utilizzo della tecnica del risconto il disaggio di emissione. N.B.: i risconti possono riferirsi ad accadimenti a cavallo di più di 2 esercizi.

8.8.b

Page 23: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

23

Il risconto evoca una rilevazione anticipata rispetto alla competenza economica;

il risconto è attivo se sono rinviati al futuro dei costi;

il valore del risconto fa riferimento al periodo di tempo che deve ancora decorrere alla chiusura dell’esercizio.

8.9

Page 24: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

24

• DEFINIZIONE: i risconti passivi sono valori comuni a due o più esercizi che esprimono quote parte di ricavi, rilevati integralmente nell’esercizio in corso o in precedenti esercizi, rinviate per competenza ad uno o più esercizi successivi. Perché si possa parlare di risconti è necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica dei fattori produttivi.

8.10

Page 25: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

25

• In data 01.11.99 è stato incassato un affitto attivo di L. 600 a valere per il trimestre 01.11.1999 – 31.01.2000. Il ricavo conseguito si riferisce ad un periodo di 3 mesi a cavallo della chiusura dell’esercizio, precisamente 2 mesi pertinenti all’esercizio in chiusura e 1 mese all’esercizio successivo. In applicazione del principio di competenza occorre stornare parte del ricavo conseguito (per la quota corrispondente a 1 mese) e rinviarlo all’esercizio successivo.

• PRIMA DELLA RILEVAZIONE DEL RISCONTO PASSIVO Le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99

Affitti attivi 600

IL PROBLEMA. Il conto economico dell’esercizio 1999 beneficia di un provento per affitti attivi superiore rispetto alla quota di competenza; considerando infatti il tempo di utilizzazione economica del fattore produttivo in questione, all’esercizio 1999 deve essere imputata una quota pari a 2/3 del ricavo complessivamente conseguito, mentre il restante 1/3 è da attribuire all’esercizio 2000. L’OBIETTIVO. Stornare di L. 200 l’importo rilevato nel conto “affitti attivi”, che deve diminuire da L. 600 a L. 400; al tempo stesso far sì che al conto economico dell’esercizio successivo siano attribuite per competenza quelle stesse L. 200 oggetto di storno dal conto economico dell’esercizio in corso. LA SOLUZIONE. Rilevare un risconto passivo, ossia rinviare al futuro la quota pari a 1/3 del ricavo originariamente conseguito (e integralmente rilevato all’atto del conseguimento) che non è di competenza dell’esercizio in chiusura.

• IN CHIUSURA DI ESERCIZIO Si rileva in Conto Economico (dare, +) un componente negativo di reddito (più propriamente, lo storno di un componente positivo) denominato “Affitti attivi” e nello Stato Patrimoniale (avere, -) un valore non numerario comune a due esercizi denominato “Risconti passivi”

8.10.a

Page 26: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

26

Affitti attivi (CE) a Risconti passivi (SP) 200 200

Ad evidenza trattasi di una rettifica di storno. Dopo tale rilevazione le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99

Affitti attivi 400 Risconti pass. 200

• NEL NUOVO ESERCIZIO Dopo avere proceduto alla riapertura dei conti, si attribuisce al nuovo esercizio la quota di competenza del ricavo, pari al saldo del conto risconti passivi. Si effettua pertanto la seguente rilevazione contabile:

Risconti passivi iniziali (SP) a Affitti attivi 200 200

Dopo tale rilevazione il conto economico, per quanto qui interessa, si presenta nel modo seguente:

Conto Economico 01.01.00

Affitti attivi 200

CASISTICA: alcune classi di valori, accogliendo ricavi conseguiti anticipatamente rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi sottostanti, sono frequentemente oggetto di rettifiche di storno mediante la rilevazione di risconti passivi; si tratta in particolare degli affitti attivi. E’ altresì oggetto di rettifica mediante l’utilizzo della tecnica del risconto l’aggio di emissione.

8.10.b

Page 27: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

27

Il risconto evoca una rilevazione anticipata rispetto alla competenza economica; il risconto è passivo se sono rinviati al futuro dei ricavi;

il valore del risconto fa riferimento al periodo di tempo che deve ancora decorrere alla chiusura dell’esercizio.

8.11

Page 28: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

28

• DEFINIZIONE: i ratei attivi sono valori comuni a due o più esercizi che esprimono quota parte di ricavi, da rilevare integralmente in successivi esercizi, che per competenza devono essere attribuiti all’esercizio in chiusura. Perché si possa parlare di ratei è necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica dei fattori produttivi.

8.12

Page 29: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

29

Page 30: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

30

01.11.99 31.12.99 30.04.00

Parte da attribuire all’esercizio in chiusura mediante rettifica di integrazione

8.13

Rilevazione

Parte di competenza del futuro esercizio

Page 31: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

31

• In data 30.04.2000 sarà percepito un interesse attivo di L. 600 a fronte della titolarità di obbligazioni per il periodo 01.11.1999 – 30.04.2000. Il ricavo che sarà conseguito nel 2000 si riferisce a un periodo di 6 mesi a cavallo della chiusura dell’esercizio, precisamente 2 mesi di pertinenza dell’esercizio in chiusura e 4 mesi dell’esercizio successivo. In applicazione del principio di competenza, occorre integrare i ricavi conseguiti nell’esercizio con la quota parte di interessi attivi riferibili all’esercizio in chiusura (corrispondente a 2 mesi).

• PRIMA DELLA RILEVAZIONE DEL RATEO ATTIVO Le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99

• IL PROBLEMA. Nel conto economico dell’esercizio 1999 non figura la quota di competenza degli interessi attivi.

• L’OBIETTIVO. Integrare il conto economico dell’esercizio 1999 con una quota pari a 2/6 del provento che sarà conseguito nell’esercizio successivo.

• LA SOLUZIONE. Rilevare un rateo attivo, ossia imputare all’esercizio in chiusura la quota di competenza pari a 2/6 del ricavo che sarà integralmente rilevato il 30.04.2000.

• IN CHIUSURA DI ESERCIZIO Si rileva nello Stato Patrimoniale (dare, +) il “Rateo attivo” e in Conto Economico (avere, -) si integra il conto “Interessi attivi”.

Ratei attivi (SP) a Interessi attivi (CE) 200 200

Si tratta di una rettifica di integrazione. Dopo tale rilevazione le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

8.13.a

Page 32: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

32

Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99 Interessi attivi 200 Ratei attivi 200

• NEL NUOVO ESERCIZIO Dopo avere proceduto alla riapertura dei conti, occorre rilevare la quota del provento che è già stata attribuita per competenza all’esercizio precedente. Si effettua pertanto la seguente rilevazione contabile:

Interessi attivi (CE) a Ratei attivi iniziali (SP) 200 200

Dopo tale rilevazione il conto economico, per quanto qui interessa, si presenta nel modo seguente:

Conto Economico 01.01.00

Interessi attivi 200

In data 30.04.00, alla rilevazione degli interessi attivi per L. 600, il conto economico evidenzierà un saldo del conto “Interessi attivi” di L. 400, pari alla quota parte di interessi di competenza dell’esercizio 2000:

Conto Economico 30.04.00

Interessi attivi 400

CURIOSITA’: i ratei sono talora definiti “veicoli contabili”, perché consentono di “trasportare” componenti di reddito da un esercizio ad altri. CASISTICA: alcune classi di valori, accogliendo ricavi conseguiti posticipatamente rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi, sono frequentemente oggetto di rettifiche di integrazione mediante la rilevazione di ratei attivi; si tratta in particolare degli interessi attivi.

8.13.b

Page 33: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

33

il rateo evoca accadimenti numerari posticipati rispetto alla competenza economica;

il rateo è attivo se riguarda dei componenti positivi di reddito;

il valore del rateo fa riferimento al periodo di tempo che è già decorso alla data di bilancio.

8.14

Page 34: Corso di contabilità e bilancio SESSIONE - 8

34

• DEFINIZIONE: i ratei passivi sono valori comuni a due o più esercizi che esprimono quota parte di costi, da rilevare integralmente in successivi esercizi, che per competenza devono essere attribuiti all’esercizio in chiusura. Perché si possa parlare di ratei è necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica dei fattori produttivi.

8.15

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35

• In data 31.05.2000 saranno pagati interessi passivi di L. 600 relativi alla emissione di un prestito obbligazionario i cui interessi maturano ogni 31.05 e 30.11. Il costo che sarà sostenuto nel 2000 si riferisce a un periodo di 6 mesi a cavallo della chiusura dell’esercizio, precisamente 1 mese di pertinenza dell’esercizio in chiusura e 5 mesi dell’esercizio successivo. In applicazione del principio di competenza, occorre integrare i costi sostenuti nell’esercizio con la quota parte di interessi passivi riferibili all’esercizio in chiusura (corrispondente a 1 mese).

• PRIMA DELLA RILEVAZIONE DEL RATEO PASSIVO Le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99

• IL PROBLEMA. Nel conto economico dell’esercizio 1999 non figura la quota di competenza degli interessi passivi.

• L’OBIETTIVO. Integrare il conto economico dell’esercizio 1999 con una quota pari a 1/6 dell’onere che sarà sostenuto nell’esercizio successivo.

• LA SOLUZIONE. Rilevare un rateo passivo, ossia imputare all’esercizio in chiusura la quota di competenza pari a 1/6 del costo che sarà integralmente rilevato il 31.05.2000.

• IN CHIUSURA DI ESERCIZIO Si rileva in Conto Economico (dare, +) il componente negativo di reddito alla voce “Interessi passivi” e nello Stato Patrimoniale (avere, -) si rileva il “Rateo passivo”.

Interessi passivi (CE) a Ratei passivi (SP) 100 100

Si tratta di una rettifica di integrazione. Dopo tale rilevazione le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

8.15.a

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Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99 Interessi pass. 100 Ratei passivi 100

• NEL NUOVO ESERCIZIO Dopo avere proceduto alla riapertura dei conti, occorre rilevare la quota dell’onere che è già stata attribuita per competenza all’esercizio precedente. Si effettua pertanto la seguente rilevazione contabile:

Ratei passivi iniziali (SP) a Interessi passivi (CE) 100 100

Dopo tale rilevazione il conto economico, per quanto qui interessa, si presenta nel modo seguente:

Conto Economico 01.01.00

Interessi pass. 100

In data 31.05.00, alla rilevazione degli interessi passivi per L. 600, il conto economico evidenzierà un saldo del conto “Interessi passivi” di L. 500, pari alla quota parte di interessi di competenza dell’esercizio 2000:

Conto Economico 31.05.00

Interessi pass. 500

CASISTICA: alcune classi di valori, accogliendo costi conseguiti posticipatamente rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi, sono frequentemente oggetto di rettifiche di integrazione mediante la rilevazione di ratei passivi; si tratta in particolare degli interessi passivi.

8.15.b

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il rateo evoca accadimenti numerari posticipati rispetto alla competenza economica;

il rateo è passivo se riguarda dei componenti negativi di reddito;

il valore del rateo fa riferimento al periodo di tempo che è già decorso alla data di bilancio.

8.16

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DEFINIZIONE: le giacenze di magazzino, quali rimanenze d'esercizio, sono valori non numerari formalmente comuni a due esercizi che richiamano l'esistenza di beni di proprietà destinati alla trasformazione tecnico-produttiva o alla vendita nell'ambito di processi e combinazioni di processi che si sviluppano in cicli strettamente intrecciati e temporalmente collocati a cavallo di due periodi amministrativi.

8.17

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39

Sono oggetto di valutazione tutti e solo i beni di proprietà, indipendentemente dalla loro ubicazione; sono ad esempio considerati nel valore del "magazzino" i beni di proprietà giacenti presso depositi di terzi in quanto trasmessi in conto lavorazione, mentre non sono compresi i beni altrui pervenuti nel magazzino in conto deposito.

Dal punto di vista qualitativo le rimanenze possono riferirsi a beni destinati alla trasformazione fisico-tecnica (materie prime, materie sussidiarie, semilavorati, e così via) ovvero alla vendita (prodotti finiti e merci); la caratteristica che le contraddistingue è quella di partecipare una sola volta al processo produttivo.

Il ciclo di svolgimento a cavallo di due periodi amministrativi è la circostanza che rende necessaria la rettifica di fine esercizio: qualora il ciclo reddituale (ossia il ciclo che ha come termini iniziale e finale rispettivamente il sostenimento del costo di acquisto ed il conseguimento del correlato ricavo di vendita) trovasse compimento prima della data di riferimento del bilancio, quest'ultimo non rileverebbe giacenze di magazzino.

Sono valori non numerari in quanto riferiti a condizioni produttive non monetarie, cioè diverse sia dalla moneta - intesa come mezzo di regolamento dello scambio monetario - che dai mezzi temporaneamente sostitutivi della stessa. Ne costituiscono esempio, nelle imprese industriali e commerciali, le materie prime, le materie sussidiarie, i materiali di consumo, i semilavorati d’acquisto e di produzione, i prodotti in corso di lavorazione, i prodotti finiti e le merci.

Sono valori formalmente comuni a due esercizi poiché nell'importo calcolato al termine di un periodo amministrativo concorrono alla determinazione dei risultati di due esercizi consecutivi. Le rimanenze finali di esercizio sono componenti positivi di reddito e di patrimonio dell'esercizio in chiusura e, sotto la denominazione di rimanenze iniziali, divengono componenti negativi di reddito dell'esercizio successivo.

8.17.a

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Nei bilanci delle imprese industriali e commerciali assumono particolare rilievo le correlazioni avvincenti tra costi sostenuti nell’esercizio in chiusura e costi e ricavi da sostenere e conseguire nel futuro esercizio, originanti valori della specie “giacenze di magazzino”; talora, nelle imprese industriali, possono altresì rinvenirsi giacenze di beni non già prodotti in relazione a vendite auspicate, bensì realizzati conformemente a specifiche richieste della clientela.

L’identificazione, la quantificazione e la valorizzazione delle rimanenze di ma-gazzino, nonché delle rimanenze di lavori in corso su ordinazione, si riconnettono all’esigenza di non trascurare correlazioni delle specie più sopra indicate nella costruzione delle sintesi di esercizio del sistema dei valori d’impresa.

Tralasciando le correlazioni in parola, infatti, il reddito di esercizio si comporrebbe dei costi e dei ricavi relativi ai cicli economici avviati e conclusi nell’esercizio, nonché dei costi di inizio e/o continuazione di processo sostenuti nell’esercizio inseribili in cicli aperti alla fine dell’esercizio e, ancora, dei costi di completamento e commercializzazione e dei ricavi relativi ai cicli iniziati nel precedente esercizio - o prima ancora - e conclusi nell’esercizio. Secondo tale prospettiva, cioè non inserendo i valori delle rimanenze di esercizio iniziali e finali, parte dei costi e parte dei ricavi accolti nelle sintesi risulterebbero avulsi da stringenti correlazioni.

La immissione dei valori delle rimanenze consente, per contro, di addivenire ad una congrua contrapposizione tra i ricavi conseguiti nell’esercizio ed i costi ad essi inerenti, indipendentemente dal momento della loro manifestazione numeraria.

8.17.b

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L'esigenza di calcolare risultati economici della gestione riferiti a brevi periodi di tempo conduce, anche con l'uso di "ipotesi-finzione", alla configurazione delle operazioni d'impresa per "esercizi". Nell'ambito di ciascun esercizio i valori di "costo" e di "ricavo", originati dalle accennate operazioni, appaiono avvinti da rilevanti reciproche relazioni. La rilevazione dei valori delle rimanenze, unitamente agli altri valori di un dato esercizio, concorre pertanto alla determinazione dei risultati reddituali dello stesso.

Nel profilo della correlazione costi-ricavi d'esercizio i costi di acquisto (e di trasformazione) sostenuti per l'ottenimento dei beni che giacciono a magazzino alla data di riferimento del bilancio non hanno per definizione trovato il naturale sbocco nei ricavi di vendita. Determinare il valore delle rimanenze d'esercizio concettualmente significa, allora, calcolare un componente positivo di reddito destinato a confrontarsi nel conto economico con i valori dei costi di acquisto (e di eventuale trasformazione) dei beni giacenti.

E' ovvio che se il valore attribuito alle rimanenze coincide con la somma dei costi accumulati per il loro ottenimento, l'iscrizione nel conto economico del componente positivo di reddito che le rappresenta può essere interpretata come mezzo tecnico idoneo a "sospendere" quei costi dalla formazione del risultato dell'esercizio in considerazione ed a rinviarne l'effetto all'esercizio in cui i ricavi di vendita saranno effettivamente conseguiti.

Per tal modo, quindi, con la valorizzazione al "costo" delle rimanenze d'esercizio l'intero risultato della combinazione acquisto-produzione-vendita svolta a cavallo di due periodi amministrativi è in fatto attribuito all'esercizio nel quale i beni saranno compravenduti e la relativa proprietà trasferita al "cliente".

8.17.c

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• Nel corso dell’esercizio un’azienda commerciale ha acquistato 100 unità di merce al prezzo unitario di L. 1000 e ne ha rivenduto 80 unità al prezzo unitario di L. 1200. Nell’esercizio in chiusura permangono pertanto in magazzino 20 unità di merce che si prevede di commercializzare nel futuro esercizio. Nel rispetto del principio di competenza, al fine di correlare i ricavi realizzati con tutti e solo i costi sostenuti con riferimento a tali fattori, occorre procedere al rinvio al futuro esercizio dei costi sostenuti per i quali non sono ancora stati realizzati i correlati ricavi.

• PRIMA DELLA RILEVAZIONE DELLA CAPITALIZZAZIONE Le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente (valori in L./000):

Conto Economico 31.12.99

Acquisti 100 Vendite 96

IL PROBLEMA. Il conto economico dell’esercizio 1999, nel quale sono confrontati costi e ricavi senza soddisfare il principio di competenza economica, fornisce una errata rappresentazione del divenire della produzione economica d’impresa. Risultano infatti imputati costi sostenuti per acquisti che non si correlano con i ricavi conseguiti nel medesimo esercizio. L’OBIETTIVO. Trasferire dal conto economico allo stato patrimoniale i costi sostenuti per le merci che non sono state vendute, ossia imputare al sottosistema del capitale di funzionamento i costi giudicati di competenza del futuro esercizio. LA SOLUZIONE. Rilevare le giacenze di magazzino, valorizzate al costo sostenuto per la loro acquisizione (l’ipotesi semplificatrice della valutazione al costo sarà oggetto di apprezzamento critico in successive sessioni).

• IN CHIUSURA DI ESERCIZIO Si rileva in Stato Patrimoniale (dare, +) un valore non numerario denominato “Magazzino” e nel Conto Economico (avere, -) un

8.17.d

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componente positivo di reddito (più propriamente storno di componente negativo) denominato “Rimanenze finali”. Magazzino (SP) a Rimanenze finali (CE) 20 20

Trattasi di una rettifica di storno. Dopo tale rilevazione le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99

Acquisti 100 Vendite 96 Magazzino 20

Rim. finali 20

Se ne deduce che le vendite pari a L. 96 si correlano a consumi (acquisti – rimanenze finali) pari a 80.

• NELL’ESERCIZIO SUCCESSIVO Nell’esercizio successivo, dopo la riapertura dei conti, si procederà ad attribuire al conto economico le rimanenze finali del precedente esercizio (divenute rimanenze iniziali del nuovo esercizio), così da renderne possibile il confronto con i ricavi che saranno conseguiti nel periodo stesso. Dopo tale operazione, le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 01.01.00 Stato Patrimoniale 01.01.00

Rim. iniziali 20

CASISTICA: al termine dell’esercizio devono essere rilevate le giacenze di magazzino di tutti i beni di proprietà dell’azienda, indipendentemente dalla loro ubicazione.

8.17.e

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Nella rilevazione delle giacenze di magazzino, poiché si opera una rettifica di storno di un costo, il Conto Economico è movimentato nella sezione avere (-).

Poiché il costo stornato deve intendersi quale risorsa produttiva attiva (parte del capitale investito) a disposizione dell’azienda nel futuro esercizio, lo Stato Patrimoniale è movimentato nella sezione dare (+).

8.18

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45

• DEFINIZIONE: le fatture da ricevere esprimono valori presunti relativi a beni o servizi ricevuti e non ancora fatturati.

Conseguentemente, in ossequio al principio di competenza economica, è necessario rilevare:

� Acquisti per fatture da ricevere

� Debiti per fatture da ricevere

8.19

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• In prossimità della chiusura dell’esercizio l’azienda riceve dai fornitori materie prime per un valore di L. 100 accompagnate da regolare documento di trasporto. Alla fine dell’esercizio le materie acquistate sono giacenti a magazzino e la fattura di acquisto non è ancora pervenuta. Poiché la fattura d’acquisto non è stata ricevuta, il costo di acquisto non è mai stato rilevato contabilmente.

• PRIMA DELLA RILEVAZIONE DELLA FATTURA DA RICEVERE Le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99

Rim. finali 100 Magazzino 100

IL PROBLEMA. Nel conto economico dell’esercizio 1999 sono stati stornati, mediante la rilevazione delle giacenze di magazzino, dei costi mai rilevati. LA SOLUZIONE. Rilevare il costo di acquisto dei beni giacenti, in quanto di competenza dell’esercizio in chiusura; in assenza di fattura occorre procedere alla stima di tale valore.

• IN CHIUSURA DI ESERCIZIO Occorre rilevare in Conto Economico (dare, +) un componente negativo presunto di reddito denominato “Acquisti per fatture da ricevere”, e nello Stato Patrimoniale (avere, -) un valore numerario presunto passivo “Debiti per fatture da ricevere”. Si ritiene preferibile non utilizzare il conto “Acquisti” per non farvi confluire sia quantità economiche certe che determinazioni stimate. Trattandosi di una registrazione che non è alimentata da una fattura, non deve essere rilevata l’IVA. Acquisti per ft. da ric. (CE) a Debiti per ft. da ricev. (SP) 100 100

Ad evidenza trattasi di una rettifica di integrazione. Dopo tale rilevazione le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

8.19.a

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Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99 Acquisti per ft. da ricevere

100 Rimanenze finali

100 Magazzino 100 Debiti per ft. da ricevere

100

• NEL NUOVO ESERCIZIO Al ricevimento della fattura di acquisto da parte del fornitore, occorre rilevare la permutazione numeraria e l’IVA a credito.

# a Fornitori (SP) 120 Debiti per ft. da ricev. (SP) 100 Erario c/IVA (SP) 20

Qualora l’importo della fattura di acquisto non fosse stato correttamente stimato, nel nuovo esercizio occorre rilevare un componente straordinario negativo (o positivo) di reddito. Si supponga ad esempio che la fattura sia pervenuta per L. 110 + IVA.

# a Fornitori (SP) 132

Debiti per ft. da ricev. (SP) 100 Erario c/IVA (SP) 22 Sopravv. passive (CE) 10

8.19.b

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• DEFINIZIONE: le fatture da emettere esprimono valori “presunti” relativi a merci spedite o a servizi prestati e non ancora fatturati.

Conseguentemente, in ossequio al principio di competenza economica, è necessario rilevare:

� Vendite per fatture da emettere

� Crediti per fatture da emettere

Trattandosi di cessioni di beni o prestazioni di servizi operate dall’azienda, si può ritenere che la stima del valore costituisca una approssimazione pressoché perfetta della quantità economica che si formerà nel futuro esercizio.

Per effetto delle disposizioni in materia di IVA, è assai poco probabile che alla chiusura dell’esercizio le merci consegnate siano ancora in attesa di fatturazione.

8.20

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• In prossimità della chiusura dell’esercizio l’azienda spedisce ai clienti materie prime per un valore di L. 200 accompagnate da regolare documento di trasporto; alla fine dell’esercizio la fattura di vendita non è ancora stata emessa. A fronte del costo sostenuto per l’acquisto delle materie in questione, pari a L. 150, il conto economico non evidenzia né un ricavo di vendita né le giacenze di magazzino.

• PRIMA DELLA RILEVAZIONE DELLA FATTURA DA EMETTERE Le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si presentano nel modo seguente:

Conto Economico 31.12.99

Acquisti 150

IL PROBLEMA. Il conto economico accoglie costi che non si correlano ai ricavi di vendita già realizzati. LA SOLUZIONE. Rilevare il ricavo di vendita di competenza dell’esercizio in chiusura.

• IN CHIUSURA DI ESERCIZIO Occorre rilevare nello Stato Patrimoniale (dare, +) un valore numerario presunto attivo “Crediti per fatture da emettere” e in Conto Economico (avere, -) un componente positivo “presunto” di reddito denominato “Vendite per fatture da emettere”. Anche in questo caso pare preferibile non alimentare direttamente il conto “Vendite” per non farvi confluire sia quantità economiche certe che determinazioni stimate. Trattandosi di una registrazione che non è alimentata da una fattura, non deve essere rilevata l’IVA. Crediti per ft. da em. (SP) a Vendite per ft. da em. (CE) 200 200

Ad evidenza trattasi di una rettifica di integrazione. Dopo tale rilevazione le tavole di sintesi, per quanto qui interessa, si

8.20.a

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presentano nel modo seguente: Conto Economico 31.12.99 Stato Patrimoniale 31.12.99

Acquisti 150 Vendite per ft. da emettere

200 Crediti per ft. da emettere

200

• NEL NUOVO ESERCIZIO All’emissione della fattura di vendita, occorre rilevare la permutazione numeraria e l’IVA a debito. Clienti (SP) a # 240 a Cred. per ft. da emett. (SP) 200 a Erario c/IVA (SP) 40

8.20.b