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Sotto L’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana
Con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
Con il Patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Washington D.C.
Con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura
Con il Patronato della Regione Lombardia
Con il Patrocinio di
ClaudioCipriani
“IL CINEMA DIPINTO” FLANGINI & MINNELLI
“The Painted Cinema” works from the movie “Lust for life”, 1955.
WASHINGTON DC
EMBASSY OF ITALY AUDITORIUM
March 15th April 15th, 2012
3000 Whitehaven Street, N.W.Washington, DC 20008Tel.: (202) 612-4400 - Fax: (202) 518-2154
COLOSSEUM ART ROMA www.Colosseumart.com
Communication and mediaElisabetta Bernardinicinemadipinto.over-blog.com www.giuseppeflangini.com
Le creazioni sono realizzate in ceramica,
materiale che l’artista ama molto perché
consente di impegnare anche la terza
dimensione che simbolicamente aggiunge
concretezza al pensiero.
Claudio Cipriani nasce a Taranto, città di mare
del sud Italia in cui la presenza della ceramica
è antichissima, in particolare per la prossimità
con un paese della provincia, Grottaglie,
famoso per il quartiere delle ceramiche e
frequentato spessissimo dall’artista. L’esperienza
adoloscenziale di Cipriani non può non risentire
anche del carattere industriale della città. Fra i
ricordi più vivi sono le immagini cupe, malate,
fuori posto e incisive dello skyline della città
come appare dalle finestre dell’appartamento
in cui vive con la famiglia fino a quando non si
trasferisce a Milano dopo il conseguimento della
laurea in economia. Un orizzonte frastagliato
dalle ciminiere della ex Italsider, il gigantesco
impianto siderurgico che sarebbe dovuto sorgere
a trenta chilometri dalla città e che invece
confina con le sue case.
Fig. 5
His creations are made of ceramic, a material
that the artist highly values because it
allows using the third dimension and thus
symbolically adding concreteness to
thought..
Claudio Cipriani was born in Taranto, a city near
the sea in the south of Italy where ceramics
have been present as far back as the times
of the ancient Romans due to its proximity
to Grottaglie, a town famous for its ceramics
district and visited frequently by the artist.
During his adolescence Cipriani could not avoid
being influenced by the industrial character
of his hometown. His most vivid memories
are images of the gloomy, insalubrious, harsh
skyline as it appeared from the windows of his
family’s apartment. Up until he relocated to
Milan after obtaining a degree in Economics,
Cipriani would look out at the jagged horizon
dotted with smokestacks of the Italsider steel
factory, a gigantic facility that should have been
built some thirty kilometers away but instead
was standing adjacent to residential
neighborhoods.
WWW.KERECO.IT
La ricerca di Cipriani fa continuamente perno sull’indagine della condizione dell’essere e sulla necessità del riscatto, a prescindere dalla fattibilità, perché nella gran parte dei casi questa trasformerebbe facilmente la speranza in frustrazione. É quindi l’alimentazione del sogno che mantiene viva la condizione dell’essere e perché questa si trasformi in “qualità dell’essere” manca solo la consapevolezza su cui è necessario impegnarsi.
Questa riflessione è all’origine della “Tazza da pensare”©, tazze che rendono impossibile o difficile bere obbligando così l’interlocutore a riflettere su cosa saremmo se non fosse possibile bere, una costruzione artificiosa e visionaria per creare uno stato di precarietà che obblighi a restituire valore a ciò che si considera (illusoriamente) scontato, perché ci si interroghi su tutte le altre ricchezze “scontate” o vissute distrattamente come il gusto, la vista, l’olfatto… i sensi e, più in generale, la percezione di sé e del mondo in cui si vive (fig. 4).
Cipriani’s work revolves around the study of the condition of being and on the need for redemption, regardless of whether or not this is achievable because in most cases this would easily transform hope into frustration. Therefore, nurturing one’s dreams keeps alive the condition of being, and in order for this to be transformed into “quality of being” the only thing missing is awareness, which we all need to strive for.
This thought gave origin to “Mug for thinking”©, mugs that make drinking impossible or difficult, forcing us to meditate on what we would be if we could not drink. The clever and visionary design creates a state of uncertainty that impels us to value that which we have taken for granted (in our delusional state), so that we ponder over all the other natural riches that are taken for granted or experienced without the slightest thought such as taste, vision, smell … the senses, and more in general, perception of oneself and the world in which we live (fig. 4).
English Translation by Marinelle Maynard
Fig. 2 Fig. 4
Fig. 1
Fig. 3
Sono probabilmente queste le ragioni per cui la ceramica non è sola a rappresentare la visione di Claudio Cipriani ma si combina con altre materie come l’acciaio o il ferro che avvicinano concettualmente all’idea del lavoro e della sofferenza e rappresentano efficacemente l’imbarazzo della necessità di sopravvivere con la durezza del sistema di cui si è ingranaggio senza importanza.L’analisi della dualità fra sofferenza/stanchezza e l’irrimediabile necessità di nutrire il proprio istinto di sopravvivenza trasforma le esistenze in realtà grottesche, artefatte, violentate dall’acciaio (fig. 1), segnate da cicatrici che ricompongono la struttura minandone la funzione (fig. 2), umiliando il libero arbitrio in una riduzione della capacità di critica e quindi della consapevolezza dell’essere tradotto in rapporti schizofrenici con il cibo, che servono solo ad alimentare l’illusione di benessere quando sono in realtà solo vie di fuga verso il baratro (fig. 3).
Sono temi che si richiamano sia al pensiero di Flangini sia a episodi pregnanti della vita di Van Gogh: la sofferenza e il disagio del vivere temperati, a volte invece acuiti, dall’amore per l’arte. Oppure a motivi più strettamente vangoghiani quali il desiderio di immolarsi per gli altri, gli umili, i sofferenti, gli ultimi, combinando l’ansia mistica con il fervore ostinato per il lavoro. (Fig. 5)
Most likely these are the reasons why ceramic is not the only material that represents Claudio Cipriani’s vision, for it is combined with other materials such as steel or iron, which are conceptually closer to the idea of labor and ordeal, effectively rendering the idea of one’s predicament of having to survive within the harshness and workings of a system where the individual is insignificant. A study of the duality between suffering/fatigue and the unavoidable need to follow one’s survival instinct transforms existence into a reality that is grotesque, artificial, violated by steel (fig. 1), scarred from reconstruction, and consequently a function that has been undermined (fig. 2), subduing free will into a reduced ability to reason and to know oneself, which is transformed into schizophrenic relationships with food for the sole purpose of maintaining the illusion of well-being when in reality onlya means of escape leading towards a precipice (fig.3).
These are themes inspired by both Flangini’s way of thinking and remarkable episodes of Van Gogh’s life: suffering and discomfort in life tempered, though at times intensified, by the love of art. In addition, themes strictly relating to Van Gogh such as the desire to sacrifice oneself for others, for the humble, the suffering and the least-considered, combining spiritual anxiety withobstinate fervor for work. (Fig. 5)
La mostra propone una significativa selezione
di opere di Claudio Cipriani, un giovane artista
milanese che, suggestionato dalla pittura di
Flangini, ha realizzato, appositamente per
l’evento, lavori ispirati al tema del lavoro in
fabbrica, del disagio esistenziale, del doppio
e della maschera.
This exhibition showcases a noteworthy selection
of artworks by Claudio Cipriani, a young Milanese
artist who, influenced by Flangini’s paintings, has
specifically created for this event objects inspired
by the subject of laboring in factories, existential
hardship, dualism and the mask.