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Celeste numero 73 - Dicembre 2013

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razie a Dio è Natale. Lo cantava qualche anno fa, con una hit che per le Feste torna a spopo-lare in radio, un gran bel gruppo britannico. E

lo dicevano ogni anno pure gli attori del tessuto commer-ciale atestino, che vedevano le festività natalizie come un importante giro di boa nel consueto saliscendi annuale. Ora invece tutto è cambiato. La concorrenza fra i centri commerciali tout court e i cosiddetti centri commerciali naturali è spietata, e ogni famiglia che sceglie gli uni o gli altri può fare la differenza. Nella bagarre si sono inseriti anche gli outlet e le “città delle compere”, che coi chiari di luna che corrono atti-rano un enorme mole di consumatori. A rimetterci è però l’intero assetto sociale delle cittadine della bassa padovana, che sulla trama commerciale hanno fondato la propria fortuna per decenni. Se a questa complicata situazione si aggiunge il fatto che molte famiglie non riescono a mettere assieme il pranzo con la cena, per non parlare delle bollette, il quadro complessivo è davvero disarmante. Il domino è molto semplice e altrettanto drammatico: le fabbriche e le aziende chiudono o mettono in cassa integrazione i dipendenti, che si ritrovano con il portafogli vuoto. La gente, quindi, taglia sulle spese e non mette piede in un negozio se non per chiedere di cambiare le monetine per il parcometro. I negozi chiudono o lasciano a casa il personale. E il volano rallenta a vista d’occhio. Quando si fermerà, tanti saluti e buonanotte al secchio. Ma per fortuna, come dicevamo prima, o grazie a Dio è Natale. E stiamo parlando – non ce ne vogliano le autorità religiose – del versante commerciale della faccenda. Le cose non vanno per niente bene, su questo non ci piove, ma se tutti gli attori sulla scena cittadina si daranno una mano allora il vento potrebbe anche cambiare. Se il Comune farà la sua parte nel proporre un centro storico tirato a lucido e qualche offerta sfiziosa per richiamare i visitatori. Se i negozianti sapranno capire il cambiamento nella mentalità della clientela. Se le tasse e i balzelli di fine anno non ci avranno lasciato solo mo-sche e rimpianti nel portamonete. E se decideremo che vogliamo mantenere in vita i centri storici della nostre cittadine, premiando le vetrine illuminate a festa che occhieggiano dagli antichi portici. Tanti se e troppi ma? Siamo d’accordo, ma almeno proviamoci. E buon Natale.

Thank God it’s Christmas

G

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4

Il progetto sperimentale sta confermando una risposta molto positiva da parte della popolazione

Visite ed esami notturni all’ospedale di Monselice

ospedale di Monselice aper-to di sera e nei fine settima-na piace alla gente – per

quanto possa essere piacevole dover-si recare in un ambulatorio per una visita o un esame – e rende contenta la direzione sanitaria dell’Ulss 17: tre mesi di sperimentazione dell’apertura “straordinaria” del plesso ospedaliero monselicense sono serviti all’azienda sanitaria a comprendere la portata dell’iniziativa, che continuerà anche in futuro senza variazioni di rilievo. Le prime novità sono arrivate, dopo sessanta giorni di test, ai primi di novembre. Dal mese scorso è infatti possibile effettuare anche di sera o nei week-end le prime visite di neurologia e di endocrinologia, e gli esami di endoscopia digestiva come le gastroscopie e le colonscopie. Queste proposte si si affiancano alle prestazioni già disponibili in

precedenza nell’ambito della sperimentazione: mammografie, ecografie, risonanze magnetiche, radiografie e TAC. Per tutti questi esami e visite specialistiche i giorni e gli orari non cambiano e vengono svolti quindi il lunedì e mercoledì dalle 20 alle 24, il sabato dalle 14 alle 18 e la domenica dalle 8.30 alle 12.30. Ma per capire quale sia il gradimento da parte degli

di Ferdinando Garavello

L’

Giovanni Pavesi, Direttore Generale, con il dott. Salvatore Barra, Direttore Sanitario, e il dott. Bortolo Perin, Direttore del Dipartimento “Immagini e Tecniche Endoscopiche” dell’ULSS 17.

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utenti bisogna andare a spulciare i dati del primo trimestre. Notturni e festivi hanno portato 218 prestazioni a settembre, con un numero identico a ottobre. Dal 31 agosto, primo giorno di sperimentazione da parte dell’Ulss 17, al 31 ottobre sono state eseguite 446 prestazioni fra visite ed esami. A novembre, però, il progetto ha preso letteralmente il volo e si è arrivati in un solo mese a quasi 400 prestazioni. «L’ampliamento dell’offerta di presta-zioni ed esami diagnostici di sera e nei week-end è maturata analizzando i riscontri ottenuti nei primi mesi di attività della sperimentazione regio-nale – conferma il direttore sanitario dell’Ulss di Este e Monselice Salvatore Barra – che evidenziano un notevole apprezzamento da parte della popo-

lazione della Bassa Padovana». «È da sottolineare, infine, che nell’amplia-mento dell’offerta di visite ed esami diagnostici la scelta dell’azienda – gli fa eco il direttore generale, Giovanni Pavesi – è ricaduta su quelle tipologie per le quali, a seguito dell’elevato numero di richieste, il rispetto dei tempi di attesa appariva più delicato, rimanendo così fedele allo spirito con cui la Regione Veneto ha avviato la sperimentazione».

TEMPI MEDI DI ATTESA PER CLASE DI PRIORITÀ

PRIORITÀ

COD. PREST. DESCRIZIONE PRESTAZIONE PERIODO B - BREVE(entro 10 gg.)

D - DIFFERENTE(entro 60 gg.)

P - PROGRAMMATA(entro 180 gg.)

88.77.5

Mese di ottobre 2013

Mese di ottobre 2012

2 gg.

8 gg.

7 gg.

36 gg.

11 gg.

181 gg.

ECOCOLORDOPPLER DEGLI ARTI INFERIORI ARTERIOSO O VENOSO.

La prestazione sostituisce cod. 88.77.2. A riposo e dopo prova fisica o farmacologica. Inclusa

valutazione degli indici qualitativi e semiquantitativi.

COD. PREST. DESCRIZIONE PRESTAZIONE PERIODO B - BREVE(entro 10 gg.)

D - DIFFERENTE(entro 60 gg.)

P - PROGRAMMATA(entro 180 gg.)

87.37.1

Mese di ottobre 2013

Mese di ottobre 2012

5 gg.

8 gg.

8 gg.

27 gg.

70 gg.

136 gg.

MAMMOGRAFIA BILATERALE(2 proiezioni)

COD. PREST. DESCRIZIONE PRESTAZIONE PERIODO B - BREVE(entro 10 gg.)

D - DIFFERENTE(entro 30 gg.)

P - PROGRAMMATA(entro 180 gg.)

89.13

Mese di ottobre 2013

Mese di ottobre 2012

10 gg.

8 gg.

22 gg.

34 gg.

88 gg.

119 gg.

PRIMA VISITA NEUROLOGICA(NEUROCHIRURGICA)

Incluso: eventuale fundus oculie Minimental test (MMSE)

COD. PREST. DESCRIZIONE PRESTAZIONE PERIODO B - BREVE(entro 10 gg.)

D - DIFFERENTE(entro 30 gg.)

P - PROGRAMMATA(entro 180 gg.)

89.7A.8

Mese di ottobre 2013

Mese di ottobre 2012

5 gg.

15 gg.

18 gg.

38 gg.

135 gg.

204 gg.

PRIMA VISITA ENDOCRINOLOGICAIncluso: eventuale stesura del piano

nutrizionale ed eventuale applicazione di microinfusore

sottocute.

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6

Una rete di sicurezza per i cittadini nelle più diverse situazioni criticità: anche nella bassa padovana sono di assoluto rilievo i numeri che descrivono l’attività del Suem 118, il servizio di urgenza-emergenza attivo in modo coordinato in tutta la regione Veneto. Ogni anno infatti gli interventi sono circa 12 mila. Nel 2012 sono stati 11.852, 11.738 l’anno prima e 6.071 nei soli primi mesi di quest’anno. Le ambulanze impiegate sono sei, due delle quali sono dislocate presso l’ospedale di Monselice, due presso l’ospedale di Este, una presso il punto di primo intervento di Montagnana, una presso l’Ospedale di Conselve. Oltre il 66 per cento delle uscite avviene proprio da Este e Monselice, dove i numeri sono mol-to simili, mentre la quota rimanente è spartita tra il punto di primo intervento di Montagnana e il punto ambulanza di Conselve.

Il servizioIl servizio è coordinato dalla Centrale Operativa Pro-vinciale del Suem 118, mentre il personale medico e infermieristico impiegato è quello del Pronto Soccorso dell’Ulss 17. In particolare gli interventi di soccorso in ambulanza prevedono, oltre agli autisti soccorritori, l’impiego ogni giorno di sei infermieri, affiancati per i codici rossi da tre medici esperti in emergenza urgenza. Tra i moltissimi interventi effettuati, le ambulanze in servizio nell’area compresa fra i colli Euganei e l’Adige hanno prestato soccorso a 135 pazienti con dolore toracico nel 2012 e questo numero è in crescita: con la stessa patologia sono stati 103 i pazienti assistiti nei primi 9 mesi del 2013 che hanno beneficiato di un trattamento tempe-stivo grazie alla rete regionale per l’infarto miocardico. A questo riguardo, un ruolo importante ha anche la presenza a Este del Servizio di Emodinamica: già nel 2012 all’ospedale estense sono state eseguite ventotto angioplastiche primarie per infarto miocardico acuto e

Suem 118: ogni anno 12 mila interventi

nella bassa padovana.

Sei le ambulanze disponibili nel territorio. Vincente l’integrazione con l’Emodinamica di Este: in aumento

le angioplastiche primarie salva-vita.

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tale attività si conferma in aumento. Trentatré casi sono stati registrati nei primi 9 mesi del 2013. Un caso emblematico, a questo proposito, ha riguardato proprio un infermiere in pensione ex dipendente dell’Ulss 17 colpito a novembre da un infarto acuto del miocardio: in pochi mi-nuti è stato soccorso in ambulanza dal sistema 118 e in tempi rapidissimi è stato ricanalizzato con angioplastica e tre stent coronarici proprio all’ospedale di Este. Questa prontezza di intervento ha consentito di evita-re al paziente danni significativi cardiologici residui, consentendo così una rapida e piena riabilitazione. Un caso emblematico della qualità dell’assistenza su cui possono contare ogni giorni i cittadini del territorio.

L’analisi«Questi dati - sottolinea il dottor Nicola Annunziata, direttore dell’unità operativa complessa di Pronto Soc-corso - dimostrano quanto intensa sia l’attività svolta ogni giorno per l’assistenza ai cittadini in situazioni di emergenza. Allo stesso tempo, dovrebbero far capire l’importanza di non abusare di questa risorsa con chiamate inappro-

Dottor Nicola Annunziata

priate, per le quali tra l’altro è previsto il pagamento del ticket. Il sistema 118 è di importanza strategica nella risposta alle reali emergenze ed è grazie ad esso che patologie acute importanti possono avere una risposta tempestiva. Se pensiamo, per esempio, a situazioni gravi come l’infarto acuto del miocardio, oggi il trattamento è pra-ticamente immediato con recupero funzionale quasi sempre ottimale».

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Arriva la nuova Padana Inferiore

La nuova strada regionale 10 collegherà le strade statali Adriatica e Transpolesana, correndo parallela a sud della vecchia Padana inferiore. La concessione prevede la progettazione e realizzazione della tratta in nuova sede tra Car-ceri, in provincia di Padova e Legnago, in provincia di Verona, con gestione dei complessivi 41 chilometri d’asfalto. Nel tratto da completare la nuova sr10 si estende nella provincia di Padova per circa 18 chilometri e nel veronese per 5 chilometri. Avrà un’unica carreggiata larga 10 metri e mezzo, con due corsie da 3,75 metri, una per senso di marcia. Oltre alle banchine laterali da un metro e mezzo. La nuova strada sarà priva di intersezioni a raso con la viabilità esi-stente, alla quale sarà raccordata prevalentemente con rotatorie su livelli sfalsati. Nel veronese, i tratti già realizzati riguardano la bretella di collegamento dalla rotatoria “Legnago Nord S.S. 434”, di circa 4 chilometri comprensivi dei raccordi con la sp44 e con la sp44b, per la quale sono previste opere di adeguamento la manutenzione e la gestione economica. Nella lista figura poi la variante di San Vito, di circa due chilometri e mezzo, per la quale si richiede la costruzione degli svincoli su livelli sfalsati con relative rampe e viadotti, l’adeguamento della segnaletica, la manu-tenzione e la gestione economica.La progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione sono invece previste per il tratto veronese da San Vito di Legnago al confine della Provincia di Padova, di circa 5 chilometri, con lo svincolo di Minerbe, il cavalcavia di via Nu-

Dopo quarant’anni di attese e false promesse finalmente qualcosa si muove sul versante del completamento

della variante alla strada regionale 10.

D opo quarant’anni di pro-messe non mantenute, at-tese, delusioni e annuncia

clamorosi, finalmente ci siamo: la variante alla Padana inferiore verrà completata.Lo ha annunciato qualche giorno fa la Regione, che ha chiuso le proce-dure legate al bando per la proget-tazione e la costruzione del tratto fra Ospedaletto Euganeo e Legnago. La concessione della nuova stra-da regionale è stata aggiudicata al raggruppamento temporaneo

d’impresa formato dalle Costru-zioni Giuseppe Maltauro S.p.A. di Vicenza, che farà da capogruppo, la Nuova CO.ED.MAR. S.r.l. di Chioggia e l’Intercantieri Vittadello S.p.A. di Limena. L’aggiudicazione è andata all’offerta economicamente più vantaggiosa, che prevede tra l’altro l’estensione dell’esenzione da pedaggio per i re-sidenti lungo l’intera tratta per due anni, una durata della concessione di 38 anni e tempi complessivi di costruzione di 48 mesi. Sul versan-

te dell’estensione dell’esenzione del pedaggio per gli abitanti della bassa è nato un fronte, formato dai sindaci del territorio, che chiederà al governo veneto di fare in modo che i residenti non debbano pagare nep-pure un euro per utilizzare la strada. La concessione comprende la pro-gettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione della tratta in nuova sede, Palugana e San Vito di Legnago, in provincia di Verona, oltre all’ammodernamento delle due tratte già esistenti.

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volea, il viadotto sulla linea ferroviaria Mantova - Mon-selice, il sottopasso sulla sp41 ed il ponte sul fiume Fratta. Nel padovano verrà realizzato un nuovo tratto di circa 18 chilometri, dal confine provinciale fino a Carceri e Ospedaletto, comprensivo dello svincolo di Montagnana ovest/Bevilacqua e relativa viabilità di collegamento. Saranno costruiti inoltre i cavalcavia di via San Salvaro, di via Bassa Tavella, di via Bassa Bertagna, lo svincolo di Montagnana Sud, il cavalca-via per la sp102, quello di via Cà Manin, lo svincolo di Montagnana Est, il cavalcavia di via Vampadore , il viadotto sulla sp32 a Megliadino San Fidenzio, lo svincolo di Megliadino San Vitale e Megliadino San Fidenzio, il viadotto sulla autostrada A31, lo svincolo di Santa Margherita d’Adige, il viadotto su via Lunga, quello sulla sp76 a Bresega, lo svincolo di Ponso/Ospedaletto, il cavalcavia di via Malacarne e il nuovo svincolo di Carceri/Este Ovest. Il tratto esistente ad est, da Carceri a Monselice, di circa 10 chilometri, sarà infine oggetto di adeguamenti.

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L’aggiudicazione della variante alla Padana inferiore rappresenta una spinta al recupero del gap infra-strutturale della bassa padovana: a dirlo è il presidente della Regione, Luca Zaia, che nei giorni scorsi ha commentato positivamente la con-clusione della complicata opera amministrativa legata all’avvio dei lavori.«Stiamo parlando di zone dove l’in-sufficienza della rete viaria pesa da quasi mezzo secolo – ha ricordato Zaia – soprattutto nel padovano, con le inevitabili conseguenze sul-la sicurezza e sulla competitività dell’economia, già provata da una

fiscalità che è ormai ai vertici plane-tari. Quindi avanti con il programma già disegnato di miglioramento in-frastrutturale, in un’ottica di inter-modalità che non ci deve vedere in-dietro neppure sul versante dell’Alta Capacità ferroviaria». Ora resta però da sciogliere il nodo sull’esenzione del pagamento del pedaggio da par-te dei residenti: i sindaci dell’area su cui insiste la nuova sr10 hanno chiesto al governo veneto di esten-dere la gratuità, prevista per soli due anni nel capitolato di gara, mol-to più a lungo. E di fare in modo che chi debba utilizzare la strada per andare al nuovo ospedale unico per

Zaia: bene la nuova Padana inferiore, ma i sindaci vogliono l’estensione della gratuità per tutti i residenti.

Luca Zaia, presidente della Regione.

acuti di Schiavonia non debba paga-re neppure un centesimo.

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Un pittore estense che varca il tempo

ste rende omaggio ad un artista che ha mosso i primi passi fra i dipinti all’interno del duomo di santa Tecla e le lastre di trachite della piazza

Maggiore, con una mostra che ha raccolto oltre un cen-tinaio delle sue opere. Si tratta di Lino Dinetto, atestino verace, verrebbe da dire, che ha appreso, come lui stesso conferma, i primi rudimenti della sua arte pittorica nella sua città natale, nel momento in cui tutta Italia iniziava ad uscire dal periodo difficile della guerra e della miseria. Forse proprio i panorami del centro cittadino e dei vicini Colli Euganei hanno dato all’artista l’ispirazione per la ricca produzione pittorica, che lo ha portato ad essere una dei grandi protagonisti del colorismo veneto. Este lo ha ricordato doverosamente, dopo qualche anno di silenzio, con una mostra fra tre sedi, la Sala delle colon-ne adiacente al Museo Nazionale Atestino, la Pescheria Vecchia e la sede del centro culturale “La Medusa”, dove hanno trovato spazio appunto un centinaio di opere, che spaziano dalla produzione più recente dell’artista sino ai lavori che ricordano, non a caso, proprio la sua città ritratta negli angoli più noti, come il ponte di san Fran-cesco o piazza Maggiore, ma pure attraverso gli scorci meno conosciuti, che Dinetto ha mantenuto freschi nella propria memoria. Un omaggio quindi doveroso per un artista che ha saputo dare importanza proprio alla città, con una esposizione che non a caso è stata intitolata “Forma e bellezza”, per richiamare i dati della pittura del maestro e l’intrinseca attenzione che viene data proprio ad un sentimento a volte meno sentito ma che Dinetto ha forse respirato nella sua Este. “Sono stato battezzato davanti la pala del Tiepolo – di-chiara l’artista, ricordando con fierezza la sua origine e la sua fortuna, mentre dichiara pure di muoversi con-trocorrente – non guardo alla moda, la mia pittura e la ricerca della bellezza, ed Este è soprattutto bella, quanto Venezia. Anzi, è la più bella città del mondo”. La mostra dedicata a Lino Dinetto ha segnato pure il primo impegno del centro culturale “La Medusa” dopo la scomparsa di Turi Fedele. “Dinetto costituisce un patrimonio artistico dell’intera

città, la sua presenza ad Este travalica l’arte e sconfina nell’affetto sottratto all’oblio che sempre più coinvolge fatti, persone, accadimenti anche recenti – dichiarano gli organizzatori – nessun pittore prima, aveva dedicato un così ampio numero di quadri di gradi valore a questa città trasfigurata e sospesa in un confronto singolare fra songo e bellezza”.Lino Dinetto ha conseguito fama e prestigio come artista sia in Italia che all’estero, ricevendo numerosi riconosci-menti. Da ricordare, fra l’altro, le tre tele dedicate a santa Chiara nella cappella omonima all’intero della Basilica di sant’Antonio a Padova.

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Lino Dinetto torna a casa con una mostra personale che consolida il legame fra artista e la sua città.

DINETTO

FORMA eBELLEZZA

19 ottobre - 17 novembre 2013 Museo NazioNale atestiNo Sala delle Colonne Pescheria Vecchia la Medusa Via Garibaldi, 23 orario di apertura: Giorni feriali: dalle 15.30 alle 19.00 Giorni festivi: dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00 La visita delle scuole può essere richiesta tramite prenotazione telefonica al 335 8368237

incontri con l’artista: Museo NazioNale atestiNo sabato 26 ottobre ore 16.00 domenica 17 novembre ore 16.00 Comune di Este

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Cambio della guardia per una parrocchia che ha rap-presentato, e lo è certamente ancora oggi, un punto di riferimento per il territorio della Bassa padovana e non solamente dell’Estense. Alla guida della comunità di santa Tecla a Este è giunto, dalla fine del mese di ottobre, don Franco Rimano, che ha sostituito monsignor Luciano Carraro. Un sacerdote di certo giovane nell’età – non ha superato ancora la soglia dei 50 anni - che vanta però già diversi incarichi all’interno della diocesi di Padova. Parten-do dall’inizio, il nuovo arciprete è diventato sacerdote nel 1991, dopo di che è stato per qualche anno cooperatore a Camponogara, una delle numerose parrocchie situate all’interno dei confini della diocesi di Padova ma incluse, da punto di vista amministrativo, nella provincia di Venezia. In seguito è passato, pure con l’incarico di cooperatore, in un’area ben diversa, e cioè nella parrocchia di san Carlo a Padova, nella zona del palasport san Lazzaro, una delle comunità più numerose fra le oltre 450 sparse nel terri-torio diocesano. Dopo di ciò ha diretto, come assistente diocesano, il settore dei ragazzi dell’Azione Cattolica e gli stessi educatori del settore. L’ultimo incarico è stato quello di parroco a Cristo Re in Padova. Dopo otto anni trascorsi in quella realtà, è giunto il trasferimento a Este, dove don Rimano si trova a guidare una comunità parrocchiale che a livello sia storico che at-tuale costituisce quasi un unicum, proprio per l’attenzione

non solo strettamente pastorale che i parroci hanno saputo manifestare nel tempo. Difficile dire, a distanza di poco più di un mese dalla pre-senza del nuovo pastore, se vi saranno dei cambiamenti significativi per il funzionamento della stessa parrocchia, ma di certo il cambio di guardia rappresenta un segnale non indifferente. Lo stesso sacerdote ammette di trovarsi in un luogo ricco di storia e iniziative, che connota anco-ra di più il passaggio con la realtà precedente dove ha prestato servizio. “Il primo segnale che credo si possa registrare è quello di un ambiente molto cordiale – ci ha confermato don Rimano – dove la gente riconosce il prete per strada e lo saluta con cordialità. Di certo è anche una responsabilità il trovarsi in un ambiente così ricco di storia e di iniziative sociali, che hanno caratterizzato i cattolici a Este nei tempi passati. Basti pensare alle diverse realtà che sono nate qui attorno a noi – nei pressi della canonica del duomo – anche grazie all’apporto delle Sorelle della Misericordia, religiose che hanno rappresentato molto per la parrocchia e la città”. Accanto alle iniziative sociali un’altra della caratterizza-zioni, all’ombra del campanile di santa Tecla, è quella del Patronato, la versione veneta dell’oratorio creato da san Giovanni Bosco, sorto oltre un secolo fa, sotto la denomi-nazione del Santissimo Redentore, che per le attività che contiene rappresenta un unicum. Quindi un altro ambito di lavoro sicuramente non semplice, non fosse altro che la realtà educativa vive le difficoltà e le contraddizioni della nostra epoca dove molti stimoli vengono consumati in breve tempo. “Di certo si tratta di una realtà molto importante, che richiede a tutti un impegno molto forte, – prosegue don Franco – per proseguire in quello che si è riusciti a realizzare. Restando nell’ambiente più stretta-mente parrocchiale, si nota inoltre la crisi che morde, sia ad Este come in altri ambienti, e questo certamente ci deve interrogare profondamente sulle scelte da compiere”. Come appena detto, un’altra delle situazioni che attende al varco, per così dire, il nuovo arciprete, sono i cambiamenti nella presenza e nella frequenza dei fedeli alla messa domenicale, oltre che la partecipazione in genere alla vita

Este saluta monsignor Luciano Carraro e accoglie don Franco Rimano, arrivato a fine ottobre.

Nuovo parroco per Santa Tecla a Este

di Michele Santi

Don Franco Rimano

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parrocchiale. Accanto a questo non mancano i segnali per continuare nella scelta di una collaborazione sempre più unitaria fra le diverse realtà parrocchiali nel territorio cittadino, pur tenendo in considerazione le peculiarità che sono presenti a Este. “Possiamo dire che si intuisce la ne-cessità di pensarsi in maniera più unitaria, specialmente di fronte al fatto che abbiamo una realtà di cinque parrocchie che gravitano nel comune di Este, e che per alcuni aspetti della vita pastorale potrebbero ragionare assieme, anche in sintonia con le istituzioni, specialmente di fronte a scelte che sono indirizzate alla persona”.Un aspetto, questo, della possibilità di unire le forze, do-vuta anche alla necessità contingente della diminuzione di risorse a livello di sacerdoti, senza dimenticare che in particolare Este è abbastanza lontana dal centro della diocesi patavina. Altro aspetto che si pone sul piatto è quello dell’iniziazione cristiana, una della nuove scelte proposte nell’ambito cristiano per ridare importanza alla fede ed alla parteci-pazione dei laici. Su questo ambito don Rimano sembra essere molto più deciso, forse anche per l’esperienza già maturata in altri ambiti: “Di sicuro si punta sui ragazzi e sulle famiglie, dal battesimo sino ai 14 anni. Un’età che a mio avviso forse non basta, in quanto credo sia necessario proporre un cammino che passa attraverso l’iniziazione

cristiana più avanti, sino a quando una persona compie delle scelte convinte. Accanto a questo è necessario pure coinvolgere i genitori nelle occasioni e negli appuntamenti di iniziazione cristiana”. Un cammino quindi che per certi aspetti prosegue il percorso già compiuto, alla luce soprattutto di una tradi-zione di attenzione alla fede cristiana che è presente a Este, all’interno della quale è forse necessario porre una capacità nuova di considerare la fede come qualcosa di vitale per l’oggi.

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Grassa! È così che ti amo.

Un giorno venne a tro-varmi un ragazzo, con dei bei lineamenti. Iniziò a raccontarmi come il rapporto con la sua fidanzata stes-se drammaticamente incrinandosi e non sa-peva il perché; sentiva solo che dipendeva da lui, e questo lo addo-lorava profondamente. Mi disse come fosse sempre stato attratto da ragazze molto gras-se e le storie che aveva avuto erano state esclusivamente con donne di questo tipo; le magre, o quelle con corporatura normale, non lo interessavano assolutamente. Sembrava che questa caratteristica, l’essere grasse o ancor meglio obese, predominasse su tutto. I problemi infatti sorgeva-no se queste cominciavano a dimagrire, con la motivazione di essere più belle e più in forma; infatti la sua fidanzata, che ovviamente era grassa e che lui amava tantissimo, aveva da poco iniziato una dieta; così mentre a lui si spezzava il cuore vedere i suoi chili svanire, in lei cresceva un’immensa felicità: perdeva peso, si sentiva molto meglio e si percepiva anche più bella. Di conseguenza lui aveva cominciato ad essere sempre più triste e depresso; ogni volta che la vedeva perdeva entusiasmo, sentiva di non avere argomenti di conversazione, anche se in una parte di lui sentiva conservato l’amore per lei. Temeva pro-fondamente che la loro storia potesse finire, che quel sentimento che li univa non li potesse salvare. Gli chiesi allora di raccontarmi se qualcuno della sua famiglia o del suo passato fosse stato grasso, e che rapporto avesse vissuto con questa persona. I suoi occhi ebbero un guizzo e cominciò a raccontarmi come, fin da picci-no, fosse stato praticamente allevato dalla nonna, in

di Mariagrazia Parigi

quanto i suoi genitori, avendo un negozio di alimentari, dovevano la-vorare continuamente. Era sempre stata molto grassa, molto buona e molto intelligente, e si erano voluti un gran bene, fino a quando improvvisamente era scomparsa dalla sua vita; così, dall’oggi al domani, svanita.La spiegazione data dai suoi genitori era stata quella che la nonna ave-

va dovuto andare in un paese lontano; e a lui questa cosa non era mai andata giù: con tutto il bene che gli voleva, andare via così senza neanche salutarlo, Dio, che dolore una sofferenza così non l’aveva mai provata. Poi, quando fu più grandicello, gli spiegarono ch’era morta improvvisamente, d’infarto, e che in realtà non era mai andata in un paese lontano. Ma lì, a quella notizia, non aveva provato proprio nulla. Allora gli dissi che probabilmente per tanti anni era stato arrabbiato, prima con questa nonna che l’aveva abbandonato così stranamente, e poi, saputa la verità, con i genitori che l’avevano ingannato su quel fatto; adesso invece aveva l’opportunità di riappropriarsi dell’amore per la nonna, un amore che non era mai venuto meno; in più, ora, con gli occhi da adulto, poteva comprendere che i suoi genitori avevano taciuto quella triste verità, nel tentativo di evitargli tanta sofferenza. Iniziò a piangere, e pianse tutte le lacrime che il bambino di un tempo aveva conservato per quella buona e grassa nonna. E mi parlò di lei, tante volte, fino ad esaurire le parole. Attualmente il rapporto con la sua ragazza è tornato quello di un tempo, nonostante lei continui la sua dieta; comunque, in fondo ai suoi sogni, c’è sempre una don-na grassa e buona, che lo aspetta, e non lo lascia mai.

Una storia vera di amore, rimpianto e obesità.

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Ritorna con puntualità la stagione di prosa del Teatro dei Filodrammatici ad Este, giunta alla 34esima edizione.

Appuntamento che per quest’anno si sdoppia, per il festival regionale dedicato ad Enzo Duse, mentre rimangono in cartellone altre proposte che mettono in scena lavori di altri autori, sempre

all’insegna della diversa e ricca comicità del teatro veneto.

A 50 anni dalla morte la compagnia Città di Este rende omaggio ad un autore che le ha permesso di sviluppare un repertorio nel quale prosegue la verve comica ai giorni nostri, rappresentando i vizi di un’umanità meno lontana da noi ma che sa essere maschera per un teatro che sa divertire ma anche lasciare allo spettatore attento qualche interrogativo.Un festival, quello dedicato ad Enzo Duse, che ha si presenta a carattere regionale, grazie anche al coinvolgimento di ben sei compagnie teatrali, che mettono in scena sei allestimenti diversi, distribuiti in 21 date divise in sette spazi teatrali di alternatane località. L’inizio è fissato per la serata di inaugurazione che si svolgerà presso il teatro sociale di Rovigo, sabato 14 dicembre, con il lavoro “Maddalena occhi di menta”, messo in scena dalla compagnia Teatro Insieme di Sar-zano, con la partecipazione dell’orchestra giovanile del conservatorio “F. Venezze” di Rovigo. Una produzione, quella di Enzo Duse, che spazia dall’ambito dialettale sino a quello in lingua italiana, senza dimenticare la capacità pure di sapersi muovere su diversi registri di ispirazione, dal vivace realismo alla profondità di alcuni testi drammatici. Il suo repertorio è stato mantenuto vivo in questi anni proprio grazie alla

Bella stagione…con i filodrammatici

volontà del teatro amatoriale, sfug-gendo al rischio di altri autori che non vengono presi in considerazione dal mondo teatrale di tipo professioni-stico sia per l’utilizzo del dialetto sia per la complessità data dal numero dei personaggi da mettere in scena. Il suo indubbio valore è infatti testi-moniato proprio dalla scelta di varie compagnie di mettere in scena le sue commedie, che in questa occasione potranno essere ammirate. Oltre a poter gustare alcuni dei lavori di Duse, è da segnalare che l’Accade-mia Minelliana di Rovigo si occuperà della riedizione delle sue “Commedie Venete”. Dopo l’appuntamento rodigino, il fe-stival si sposterà ad Este, con quattro appuntamenti, dal 15 dicembre al 26 gennaio, per proseguire poi con Villadose, al teatro Duomo ancora nel capoluogo polesano, da dove si sposterà al comunale “Quirino De Giorgio” di Vigonza, per tornare al di là dell’Adige al castello estense di Arquà Polesine dalla metà di giugno sino al 5 luglio. Duse, rodigino nato a Villadose, entrò nel mondo del teatro dopo un inizio come giornalista. I suoi primi riscontri sul palcoscenico si hanno prima del secondo conflitto mondia-le, con diversi testi in italiano, a cui

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si unisce anche una produzione come sceneggiatore cinematografico.Il suo esordio nel teatro veneto si ha con il lavoro “Virgo-la”, del 1942, a cui fa seguito “Quel sì famoso”, anche se nel 1958, alcuni anni prima della dipartita, rinuncia a scrivere in dialetto. Il suo influsso permane anche nel mondo delle rappresentazioni in lingua italiana, dove il suo influsso si riscontra presso diverse formazioni importanti, come Bragaglia, Benassi e Macario.Il festival a lui dedicato segna un importante momento che si unisce alla riapertura del teatro dei Filodram-matici ad Este dopo gli ingenti lavori di ristrutturazione fatti eseguire dall’amministrazione comunale di Este.

Dove gustare il festivalAd Este l’appuntamento con il festival per Enzo Duse ini-zia sabato 14 dicembre, alle 21.15, con replica il giorno seguente alle 17.15, con il lavoro “Nudo alla meta”, per la regia di Stefano Baccini. Si tratta di una commedia che l’autore fece debuttare nel 1952, per poi riprendere il testo in seguito, dopo un decennio, con il titolo “Una famiglia in prosa”, dove si intuisce al meglio i team dell’onestà derisa.Si continua, dopo il periodo natalizio con “Cocktail al circo”, dove l’autore mette insieme i motivi della drammaturgia degli anni ’50 con il gioco delle parti caro alla commedia francese d’anteguerra. L’allestimento è quello della Compagnia Proposta Teatro Collettivo di Arquà Polesine, con appuntamento per dome-nica 12 gennaio alle ore 16.30.Domenica 19 gennaio alle 16.30, è la volta di “Maddalena occhi di menta”, ambientata nella Parigi di inizi del ‘900, nella proposta della Compagnia Teatro Insieme di Sarzano. Ritorna un classico del repertorio di Enzo Duse domenica 26 gennaio, alle 16.30, e cioè “Quel sì famoso”, nell’inter-pretazione della Compagnia Teatro Veneto “Città di Este”, per la regia di Stefano Baccini, con un’occasione di omag-gio speciale ai due decani della Compagnia, Antonietta Cavazzini Bortoloni e Toni Borile.Concluso il festival, il cartellone continua a proporre lavori diversi, a partire da “Non tutti i ladri vengono per nuocere” e “I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano” di Dario Fo, per la regia di Gianni Rossi e l’interpretazione della Compagnia TrentAmicidell’Arte di Saonara. Appuntamento per domenica 2 febbraio alle 16.30.Dal genere del grande affabulatore e autore di numerosi testi al teatro in salsa veneta di Eugenio Palmieri, con il lavoro “I lazzaroni”, nella proposta della compagnia Vitto-riese del Teatro veneto, in programma per domenica 16 febbraio alle 16.30.Due settimane di stacco per gustare invece “I ciassetti del carneval”, un classico goldoniano messo in scena nell’allestimento della locale “Città di Este”. L’appuntamento è per domenica 2 marzo alle ore 17.15.Domenica 16 marzo alle 17.15 oltre allo spettacolo che dà inizio all’anno del centenario della Compagnia “Città di Este” vi sarà la presentazione della mostra foto-docu-mentaria sui 100 anni del gruppo.

Gli spettacoli di Este, inseriti nel festival regionale in onore di Enzo Duse, si svolgono presso la sede del teatro dei Filodrammatici, in Calle della Musica a Este. Per il festival regionale, da dicembre 2013 a gennaio 2014, biglietto unico a 6 euro di costo. Per gli spettacoli successivi, da febbraio a marzo 2014, biglietto intero per spettacolo a 8.50 euro, con ridotto a 7 per i giovani sino ai 29 anni e per chi ha superato i 65 anni. Prevendita presso al cartolibreria Trevisan a Este, tel. 0429/2451. Info presso la Pro Loco di Este, 0426 3635, o sul sito www.teatrovenetoeste.it, info@ teatrovenetoeste.it. Il botteghino del teatro apre un’ora prima degli spettacoli. Info 0429 51551 - 348 7221972.

“Quel sì famoso”, Antonietta Cavazzini Bortoloni e Toni Borile.

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Dall’Università della pizza al lievito madre

In gioco tra i fornelli alla ricerca del meglio del gusto

Per 6 personeIngredienti per la mousse: 250 gr. latte, 250 gr. panna da montare, 3 tuorli, 70 gr. zucchero 70, 1 bacca di vaniglia, 1 stecca di cannella, cannella in polvere q.b.Ingredienti per le pere al vino rosso: 6 pere Martin Sec poco mature, 150 gr. zucchero, 4 bicchieri di vino rosso, 2 stecche di cannella.

Scaldate il latte con la bacca di vaniglia e la stecca di can-nella. In una casseruola, battete i tuorli con lo zucchero poi versatevi a filo il latte caldo con gli aromi, senza smettere mai di mescolare. Ponete al fuoco e, sempre mescolando e a fiamma bassa, portate la crema al punto di ebollizio-ne ma senza far prendere il bollore perché, altrimenti,

Mousse alla cannella con pere al vino rosso

Non chiamatela “solo” pizza, per carità.Detto francamente: che ci vuole a fare una pizza, visto che è il piatto più copiato in tutto il mondo? Posso assi-curare che, preso in un’altra ottica, è un lavoro di studio e ricerca continua per chi vuole proporre ai propri clienti una pizza sempre più digeribile e salutare sotto il profilo nutrizionale. Questo aspetto l’ho capito bene al

rispettare tutti i principi nutritivi dei vari ingredienti: le verdure, piuttosto che un gambero o la mozzarella di bufala, hanno tempi e metodi di cottura completamente differenti dal semplice disco di pasta che viene cotto nel forno a 300 gradi. Un’altra persona molto importante nel mio percorso professionale è l’amico e maestro Rolando Morandin, che mi ha trasmesso la sua immensa pas-sione e conoscenza del lievito madre che con grande generosità me ne ha donato un pezzo. Dopo qualche anno di studio e ricerca nel mondo del lie-vito madre da un anno lo utilizzo nel mio impasto per sfornare un pizza molto più digeribile, con fragranze e profumi che si erano ormai persi nel tempo.

di Alberto Morello, pizzaiolo al Gigi Pipa di Este,

inserito quest’anno nella guida Pizzerie d’Italia del Gambero rosso.

Molino Quaglia di Vighizzolo, dove ho frequentato i tre livelli dell’Uni-versità della pizza e dove tutt’ora partecipo a qualche corso. Oltre alle pizze tradizionali, dove si utilizzano farine macinate a pietra e ingredienti di prima scelta, da un paio d’anni abbiamo creato la Pizza a Degusta-zione, utilizzando per le farcitura solo ingredienti freschi e di stagione, che vengono cotti a parte per cercare di

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Ingredienti per l’impasto: 1 kg farina tipo 1 macinata a pietra, 300 gr. acqua a 28°C, 270 gr. latte a temperatura ambiente, 20 gr. lievito di birra, 25 gr. sale, 30 gr. olio extra vergine di oliva.Per la farcitura: 2/3 cespi radicchio di Treviso, 200 gr. ceci, 1 scamorza di bufala aff., 2 fettine di speck.

Prendete la farina aggiungete il lievito e a poco a poco versate l’acqua e il latte. Quando l’impasto comincia a formarsi aggiungete il sale e verso la fine incorporate l’olio. Lasciate riposare l’impasto per 40 minuti e succes-sivamente con l’ausilio del mattarello stendete l’impasto

Focaccia morbida con radicchio di Treviso, scamorza di bufala affumicata, vellutata di ceci e speck trentino

impazzisce. Filtratela immediatamente per eliminare gli aromi, quindi lasciatela raffreddare. Incorporate allora al composto la panna, montata e aromatizzata con cannella in polvere. Dividete il composto in 6 stampini e lasciate raffreddare e rassodare in frigorifero. Lavate e pelate le pere lasciando il picciolo, mettetele in una casseruola con lo zucchero, vino rosso e la cannella. Lasciate cuocere le pere molto lentamente fino a quando saranno diventate tenere. Travasatele in una ciotola e ridu-cete la salsa a fuoco basso fino a quando non assumerà la densità desiderata. Per assicurarvi che le pere siano ben cotte basterà punzecchiarle con uno stecchino.Composizione del piatto: sformare la mousse dallo stampi-no e adagiarla nel piatto, accanto disporre le pere tagliate a ventaglio e versarvi con l’ausilio di un cucchiaio la salsa al vino rosso precedentemente raffreddata. Guarnire il piatto con menta fresca e stecche di cannella.

Ricetta a cura di Stefano Pavan

e ponetelo in una teglia foderata con carta forno. Lasciare lievitare in un posto caldo per circa 3 o 4 ore fino a quando l’impasto raddoppierà il suo volume. Cuocete nel forno preriscaldato a 200° C., negli ultimi 5 minuti guarnite con la mozzarella e ultimate la cottura.Vellutata di ceci: dopo aver posto i ceci per almeno una not-te a bagno, scolateli e versateli in una pentola con acqua in ebollizione. Nel frattempo preparate un fondo di cipolla, carote, sedano e del brodo. Una volta cotti i ceci scolateli e in una casseruola fate soffriggere il fondo preparato in precedenza, aggiungete i ceci e allungate a poco a poco con il brodo. Per chi volesse può aggiungere anche una patata lessa. Fate cuocere per una quindicina di minuti facendo asciugare il brodo. Passate il tutto con il mixer ad immersione e in base ai vostri gusti rendete la vellutata più o meno grumosa. Per aggiustare la consistenza allungate con il brodo. Prendete il radicchio di Treviso, lavatelo e privatelo del gambo. Tagliatelo a piacere e ponetelo in una teglia da forno, conditelo con sale, pepe e olio e scottatelo in forno. Prendete un paio di fettine di speck trentino dello spessore di 3 o 4 millimetri e tagliatele a julienne. Per ultimo affettate la scamorza di bufala affumicata.Composizione della focaccia: estratta la pizza dal forno adagiate la scamorza di bufala affumicata, il radicchio di Treviso (precedentemente riscaldato se era stato cotto prima di infornare la focaccia), qualche cucchiaio di vel-lutata di ceci (meglio se la consistenza della vellutata è un po’ asciutta cosi da riporla in una sac à poche con il beccuccio per decorare la focaccia o lo spicchio), lo speck Trentino e un filo d’olio.

Ricetta a cura di Alberto Morello

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24 Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trame.A cura di Chiara Scavazza

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Come un fiore ribelleSeattle. È l’alba e il piccolo William è da cinque anni che non ascolta la voce di sua madre, da quando è entrato nell’orfanotrofio e la disciplina ha preso il posto delle carezze. E l’odio è diventato la regola. Perché William è diverso da tutti gli altri, è cinese. Però oggi, nel giorno fissato per il compleanno di tutti i bambini dell’istituto, William vuole sapere cosa è successo a sua madre. Lui sa che è viva. E c’è solo una persona con cui confidarsi: Charlotte. Lei è l’unica a credergli e insieme fuggono dall’orfanotrofio per cercarla. Ma ad aspettarli c’è il mondo oscuro e violento delle strade di Seattle nei primi anni Trenta. (“Come un fiore ribelle” di Jamie Ford, Garzanti, pagg. 347, euro 16,40)

L’analfabeta che sapeva contareIl 10 giugno 2007, il re e il primo ministro della Svezia scompaiono durante un ricevimento ufficiale al castello reale. Sembra non si sentissero bene, ma la verità è diversa, e la storia più complicata. Tutto ha inizio a Soweto, dove vive Nombeko, una ragazzina che non sa leggere e scrivere, ma che è molto curiosa e ha un’innata abilità con i numeri e le equazioni più complesse. Un piccolo genio che si trova catapultata dai sobborghi di Johannesburg nel cuore di un intrigo mondiale, nel centro del mondo, a stretto e pericolo contatto con il re di Svezia e il suo primo ministro. Eccentrici personaggi la accompagnano nel suo viaggio.(“L’analfabeta che sapeva contare” di Jonas Jonasson, Bompiani, pagg. 482, euro 19,00)

Le vite impossibili di Greta Wells1985. Dopo la morte del fratello gemello Felix e la fine della relazione con il compagno Na-than, Greta Wells inizia un trattamento psichiatrico. Ma la cura ha effetti collaterali e Greta si ritrova trasportata nelle vite che avrebbe potuto vivere se fosse nata in epoche diverse. Nel 1918, in cui è un’adultera bohémienne e nel 1941, dove si scopre madre e moglie de-vota. Tutte le tre vite sono però segnate da tensioni famigliari, perdite e scelte difficili. Così la Greta del 1985 scopre che le sue alias sono imprevedibili, come lo è anche lei. Mentre la cura volge al termine e dovrà scegliere quale se stessa essere, che tempo e vita abitare. (“Le vite impossibili di Greta Wells” di Andrew Sean Greer, Bompiani, pagg. 292, euro 18,00)

Bussole in cerca di sorrisi perdutiÈ arrivato il momento per Ekaits di mantenere la promessa fatta a sua madre vent’anni prima: tornare alla casa in cui ha vissuto la sua infanzia per prendersi cura del padre malato. Farlo gli farà rivivere un passato che credeva dimenticato, ma che ha bisogno di riconoscere per affrontare il futuro. Ed ecco l’amore, quello vero, la famiglia, la vendetta, le seconde opportunità.(“Bussole in cerca di sorrisi perduti” di Albert Espinosa, Salani, pagg. 208, euro 13,50)

Il cuore selvatico del gineproUna bambina nasce in una notte di riti e credenze antiche in cui la paura ha la forma della superstizione. Questa bambina ha una colpa non sua che la segnerà come un marchio indelebile per tutta la vita: essere la settima figlia di sette figlie e per questo è maledetta. E nel piccolo paese dove è nata, in Sardegna, le bambine maledette si chiamano cogas, che significa strega. Così la famiglia decide di abbandonarla ma Lucia, la primogenita, la salva riportandola a casa e la chiama Ianetta. Ma il suo destino è già scritto. Giorno dopo giorno, sarà emarginata, odiata, reietta. Da tutti, tranne che da Lucia. È lei l’unica a non averne paura. (“Il cuore selvatico del ginepro” di Vanessa Roggeri, Garzanti, pagg. 215, euro 14,90)

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Il mio amico AsdrubaleMarco è un bambino modello e Mirka una bambina che parla con gli alberi. Perlomeno con uno: si chiama Asdrubale, sta nel parco vicino alla scuola, e non chiede di meglio che inse-gnare a Marco ad arrampicarsi tra i suoi rami, dove il sodalizio tra i due bambini germoglierà e crescerà. Ma per quanto ancora Asdrubale potrà restare a vegliare su di loro? Una grande città è piena di pericoli. (Età di lettura: da 9 anni)(“Il mio amico Asdrubale” di Gainni Biondillo, Guanda, pagg. 103, euro 10,00)

Si fa presto a dire AtlanticoL’ispettore Stucky in sella alla sua Morini percorre la costa croata. Lungo la strada incontra Ajda e mentre la aspetta in un campeggio un delitto irrompe nella vacanza. La corda appesa alla trave delle docce è incrostata di sabbia, di salsedine. Ante Latinski, il commissario inca-ricato delle indagini, non lo vuole tra i piedi, questo poliziotto italiano. Il morto è un Boscolo, però, e aveva la parlata di Chioggia. Com’è finito a farsi impiccare lì? Stucky non ce la fa a tirarsi indietro, senza distintivo, è più facile tuffarsi anima e corpo in questa storia di pesca abusiva, documenti che scottano e tradimenti.(“Si fa presto a dire Atlantico” di Fulvio Ervas, Marcos Y Marcos, pagg. 325, euro 17,00)

AcquaneraSono trascorsi dieci anni da quando Fortuna è tornata a casa l’ultima volta a Roccachiara, il suo paesino a precipizio su un lago. Fortuna pensava di aver lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita. A richiamarla a casa è un ritrovamento che potrebbe spiegare l’improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla è la forza invisibile che ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. (“Acquanera” di Valentina D’Urbano, Longanesi, pagg.357, euro 14,90)

Blues di mezz’autunnoLorenzo La Marca, lo svagato detective dei gialli di Santo Piazzese, si trova a Erice, a un wor-kshop. Qui incontra l’amico dei primi anni di Biologia, Rizzitano. La rievocazione inevitabile s’impunta sull’isola della Spada dei Turchi. Qui l’ironia e il parlare per allusione si modula al tono del ricordo. La mente torna agli inizi di La Marca, il ritratto del personaggio da giovane. Quando era studente il suo professore lo imbarcava su un peschereccio e qui s’era invaghito di un’isola della costa siciliana, la Spada abitata da “gli stravaganti”. (“Blues di mezz’autunno” di Santo Piazzese, Sellerio, pagg. 161, euro 12,00)

La regina scalza1748. Una donna cammina per le strade di Siviglia, una ex schiava che non ha più un padro-ne né casa. Incontra Milagros Carmona, una giovane gitana nelle cui vene scorre il sangue della ribellione. Le due donne stringono un’amicizia sincera. Milagros confessa il suo amore per l’arrogante Pedro Garcìa, dal quale la separano antichi odi mentre Caridad si sforza di nascondere il sentimento che prova nei confronti del nonno di Milagros, un uomo rude dai principi ferrei quando si tratta di difendere la sua famiglia gitana. Le loro strade si separano, ma il destino vorrà farle incontrare di nuovo a Madrid.(“La regina scalza” di Ildefonso Falcones, Longanesi, pagg. 698, euro 19,90)

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28 Piccoli accorgimenti per affrontare il freddo Visto che la maggior parte dei nostri cani passa molte ore in luoghi riscaldati è opportuno esporli in modo graduale alle basse temperature perché la termoregolazione non è immediata. È sconsigliato lasciare al freddo intenso o sulla neve cani con problemi cardiaci o dolori articolari cronici e cani di razze piccole con zampe corte non in grado di mantenere la temperatura corporea a livelli adeguati. Se il freddo è intenso con temperature al di sotto dello zero, è meglio limitare i periodi in cui il cane resta all’esterno: anche se non mostra di essere a disagio periodi troppo lunghi accrescono il pericolo di malattie gastroenteriche oltre che respiratorie, da non sottovalutare inoltre i dolori artrosici. Allora meglio alternare periodi al caldo a quelli all’esterno per ripristinare la temperatura interna. Se il cane ha pelo raso è preferibile usare un cappottino e all’esterno farlo sdraiare su un tappetino impermeabile. Se il cane trascorre molte ore all’aperto è necessario ar-ricchire di grassi e di proteine la sua dieta, si utilizzi ali-

menti commerciali formulati in modo più ricco, e magari aggiungendo un goccio d’olio di oliva al pasto, quello che utilizziamo per condire i nostri cibi. Sempre d’inverno si vedono cani che durante la passeggiata tengono sollevata una delle zampe alternativamente, soprattutto in presenza di neve e ghiaccio: infatti il ghiaccio e il sale, talvolta pre-sente sulle strade per evitare la formazione del ghiaccio, causano piccole lacerazioni dei polpastrelli molto dolorose e fastidiose. In questo caso ricorrere a creme particolar-mente grasse da applicare prima di portarlo fuori, che prevengono le lacerazioni. È buona abitudine al rientro pulire le zampe prima che si lecchi da solo evitando così che ingerisca sostanze rimaste appiccicate.

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GiulianoTaglia piccola, buongustaio, attende una famiglia amorevole: lui è simpa-ticissimo, sterilizzato, in ordine con chip e vaccini.Info: Ilaria 338 3810183.

Asia & CesiraPintcherine microscopi-che, adulte, madre e figlia inseparabili. Gli eredi si sono tenuti la casa e i soldi ma le due amate cagnoline del loro congiunto erano un impegno troppo grande, ben 4 kg in due! Sterilizzate, sane, in regola con chip e vaccini, si affi-dano solo ed esclusivamente in coppia; sono in stallo a Portogruaro ma per una buona adozione le portiamo dovunque. Info Patrizia 328 6496784.

BeaCuccioletta di un anno, taglia piccina (7 kg) con le gambe lunghe, è un giocat-tolo che ha stufato i bambini e quindi è una presenza superflua: eppure è educata e bravissima con tutti! Sterilizzata, in ordine con chip e vaccini, si trova a Portogruaro ma la portiamo dovunque ci sia una famiglia amorevole per lei. Info Patrizia 328 6496784.

PippoPintcherino dolce e giocoso, piccolino simpaticamente cicciottello, 6 anni, sterilizzato, sano, in regola con chip e vaccini. Ama la compagnia e giocare con gli altri cani, non va d’accordo con i gatti e ha paura dei bambini picco-lissimi. Perfetto in appartamento e al guinzaglio, ama viaggiare in macchina ed è educato a stare dovunque lo si porti. In stallo a Urbana. Info Raffaella sms 347 3076496.

NapoleoneCucciolo di un anno, taglia media, 18 kg di gambe lunghe e simpatia, sterilizzato, in or-dine con chip e vaccini, giocosissimo, va d’accordo con tutti gli altri cani e non è dominante; bravo al guinzaglio, molto affettuoso e particolarmente intelligente, pronto a imparare. In stallo a Urbana. Info Raffaella sms 347 3076496.

Tintin È il classico meticcio. Né grande, né piccolo, né anzianissimo, né giova-ne. Molte sono le adozioni del cuore di super anziani che cercano gli ulti-mi mesi di serenità. Tintin è l’ultimo rimasto in canile di un gruppo di 6 cani sequestrati da una brutta si-tuazione. Tintin ha visto, uno a uno, i suoi compagni di vita andare via. Ora è solo, triste: piange nello stes-so spazio che condivideva con altri. Adottalo! Adesso che ti corre incon-tro e ti fa le feste, adesso che cerca le tue carezze e ti fa sentire impor-tante. Ora è il momento di salvare la sua vita! Sverminato, vaccinato, pre-vio controllo preaffido. Info Ilaria 338 3810183.

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