bussoleno medievale - comune di bussoleno (to) · castello degli allais, castel borello)...

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Bussoleno Medievale N ell’àmbito del medioevo valsusino Bus- soleno costituisce una delle più impor- tanti comunità di valle, ma con alcune caratteristiche peculiari: non è sede di un insediamento monastico e canonicale per la vita comune di monaci o di chierici lungo la via francigena; non è sede di una fortezza comitale riconducibile al primo incastellamento di età arduinica che for- nirà la base distrettuale per il radicamento delle principali castellanie tardomedievali (secolo XII) su cui si appoggiarono i conti di Moriana-Savoia nel corso della loro espansione verso Torino. Tutte queste com- ponenti, caratteristiche del medioevo valsu- sino, opereranno in Bussoleno ma non vi avranno un centro di affermazione esclusi- vo. La signoria locale, invece, su base con- sortile o in autonomo collegamento con le principali famiglie della valle darà vita ad alcune fortificazioni minori (il cosiddetto castello degli Allais, Castel Borello) ricono- sciute in feudo gentile, antico e paterno dai vassalli verso il conte di Savoia nei contratti del feudalesimo politico del secolo XIV. La dominazione sabauda si assesta in que- gli anni in una serie di infeudazioni e retroinfeudazioni della giurisdizione comi- tale a famiglie legate alla clientela dei Savoia: i de Aprili, i Cavaliere di Ciriè, i Ferrandi, i Bertrandi, i Bartolomei, i de Bardonisca. Nel Trecento il consortile bus- solenese si presenta particolarmente articolato: nel 1344 i de Aprili ricevono a loro volta l’omaggio dai Ferrandi e dai de Bardonisca, i Bartolomei hanno invece acquisito l’omaggio dei de Canusco. I de Aprili sono altresì legati da rapporti vassallatici con gli abati di S. Giusto. Nel territorio meridionale si segnala anco- ra la denominazione toponimico-parentale dei Borello-San Giorio cui si deve la costruzione del duecentesco Castel Borello, autonoma signoria non coordinata al con- sortile bussolenese. Occorre ancora consi- derare il particolare status delle terre nor- doccidentali dell’attuale territorio comuna- le: Foresto - il cui inserimento nel comune di Bussoleno risale solo al 1928 - fu una villa dipendente da Susa e di signoria prima dei de Aprili, quindi del monastero di S. Giusto di Susa, di cui costituiva una delle più importanti prepositure dipenden- ti. Foresto con la montana borgata di Falce- magna passò definitivamente nel 1307 sotto il controllo del monastero segusino che in quell’anno permutò numerose terre e ville rurali con il conte sabaudo cedendo l’importante dipendenza oltremontana di Saint-Yppolite-d’Aix. Nel suo assetto medievale il territorio del comune produsse precocemente delle carte di confinazione con le comunità con- termini: il più antico è l’atto del notaio Corrado del 6 agosto 1212 con cui il notaio palatino su mandato di Tommaso I ha steso una carta confinationis tra gli uomini di Bussoleno e San Giorio che assu- mono come termine confinario la monu- mentale sagoma del masso erratico di Pe- tra Gorf. Altro instrumento non pervenuto- ci ma spesso citato nelle confinazioni è la transazione del 6 aprile 1200, rogata dal notaio palatino Guglielmo, con cui l’abate Pietro di S. Giusto di Susa permuta alcuni beni con i de Aprili in Bussoleno. I confini con Mattie furono definiti da un arbitrato del 1304 che assumeva come riferimento confinario la vasta tenuta allodiale del Feudo Arnaudo, mentre i confini con Chia- nocco furono regolati dall’arbitrato del- l’abate di S. Michele della Chiusa, Rodolfo di Montbel, del 1337. I confini con Susa sono attestati sulle terre abbaziali di Fore- sto e Mompantero e, sull’opposta sponda del fiume, ricalcano i confini della tenuta di S. Petronilla. Tutta l’area bussolenese è un’area di anti- chi insediamenti come si vorrebbe far deri- vare dallo stesso toponimo del Comune, secondo l’interpretazione più diffusa tra gli studiosi. Esso compare, infatti, nella forma Buceleti nel diploma dell’imperatore Ottone III a favore del marchese di Torino Olderico Manfredi nel 1001. Si è così pensato a una derivazione dal prediale gallo-romano Bus- sullus attestato nell’iscrizione di Les- Escoyères-en-Queyras e in altre epigrafi val- susine, soprattutto fidandosi della tradizio- ne più tarda della località nelle forme Boceleni, Boçeleni, Bozeleni/Bozoleni. La tradizione più antica lascerebbe invece spazio a un fitonimo con derivazione dalla pianta del bosso. Quest’ultima è comunque l’etimologia (o la paretimologia) più popo- lare e diffusa, tanto che il bosso è assunto nel linguaggio figurato dello stemma e del gonfalone del comune. L’attuale capoluogo di Bussoleno si trova distribuito sulle due sponde di Dora lungo la via francigena che era qui servita da uno dei pochi ponti in pietra della val di Susa medievale. La menzione nelle carte tardomedievali della località ad Bocelenum vetus, attuale Bussoleno Vecchio presso il conoide del rio Pissaglio verso i confini con San Giorio, fa ritenere che l’originaria gia- citura dell’insediamento fosse appunto altra. L’abbandono della primitiva località sembra comunque essere piuttosto risalente se si considera la massiccia struttura roma- nica del campanile dell’Assunta, ascritta al maturo secolo XI in età adelaidina, e di conseguenza la sicura attestazione arduini- ca della località in cui era già attivo il nuovo insediamento di ponte che costitui- sce l’attuale centro storico. In età romana il territorio bussolenese ha restituito non pochi reperti di strutture insediative quali villae rustiche in località S. Lorenzo e centri di culto (compitum) epicorici alle dee Matrone nella frazione Foresto. Si afferma in età romana una ten- denza all’insediamento sparso che prose- gue in età medievale su entrambe le spon- de del fiume, mentre il capoluogo a partire almeno dal secolo XI assume la struttura a ponte che ancor oggi caratterizza il centro storico. L’insediamento sparso è denuncia- to dai numerosi tituli di chiese dipendenti dalla pieve di S. Maria Maggiore che si tro- vano sull’attuale territorio di Bussoleno secondo la bolla cunibertina di S. Lorenzo d’Oulx. Oltre alla chiesa di S. Maria nel capoluogo e alla prepositura di S. Giovanni a Foresto, abbiamo una serie di edifici oggi scomparsi - o ricostruiti mantenendo sem- plicemente il ricordo dell’intitolazione medievale ma non il sito - e largamente attestati in età tardomedievale: la chiesa di S. Lorenzo sui confini con Chianocco, S. Pietro d’Olesia verso la strada delle Grange e Foresto, la chiesa di S. Basilio - protettore della comunità, che non festeg- giava nel medioevo l’intitolazione liturgica dell’Assunta - nell’omonima località presso le cave di pietra da taglio sul versante meridionale e, da ultimo, la chiesa di S. Petronilla sui confini con Susa in sponda destra della Dora Riparia. Di queste sei chiese almeno tre esercitarono giurisdizio- ne parrocchiale: l’Assunta, il S. Giovanni in Foresto e S. Lorenzo che compare ancora nel cattedratico del 1386. Tutte risultano aver svolto funzione cimiteriale. Anni ‘30. Il campanile romanico della vecchia chiesa di Foresto Anni ‘30. Bussoleno: Castello Borello Veduta aerea di Bussoleno ripresa nell’anno 1939 Provincia di Torino, Assessorato alla Cultura • Associazione “Centro Storico” • Comune di Bussoleno Testi di Luca Patria • Materiale illustrativo Centro Studi V. Bellone • Fotografie attuali studio Commisso

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Bussoleno MedievaleNell’àmbito del medioevo valsusino Bus-

soleno costituisce una delle più impor-tanti comunità di valle, ma con alcunecaratteristiche peculiari: non è sede di uninsediamento monastico e canonicale perla vita comune di monaci o di chiericilungo la via francigena; non è sede di unafortezza comitale riconducibile al primoincastellamento di età arduinica che for-nirà la base distrettuale per il radicamentodelle principali castellanie tardomedievali(secolo XII) su cui si appoggiarono i contidi Moriana-Savoia nel corso della loroespansione verso Torino. Tutte queste com-ponenti, caratteristiche del medioevo valsu-sino, opereranno in Bussoleno ma non viavranno un centro di affermazione esclusi-vo. La signoria locale, invece, su base con-sortile o in autonomo collegamento con leprincipali famiglie della valle darà vita adalcune fortificazioni minori (il cosiddettocastello degli Allais, Castel Borello) ricono-sciute in feudo gentile, antico e paterno daivassalli verso il conte di Savoia nei contrattidel feudalesimo politico del secolo XIV.La dominazione sabauda si assesta in que-gli anni in una serie di infeudazioni eretroinfeudazioni della giurisdizione comi-tale a famiglie legate alla clientela deiSavoia: i de Aprili, i Cavaliere di Ciriè, iFerrandi, i Bertrandi, i Bartolomei, i deBardonisca. Nel Trecento il consortile bus-solenese si presenta particolarmentearticolato: nel 1344 i de Aprili ricevono aloro volta l’omaggio dai Ferrandi e dai deBardonisca, i Bartolomei hanno inveceacquisito l’omaggio dei de Canusco.I de Aprili sono altresì legati da rapportivassallatici con gli abati di S. Giusto.Nel territorio meridionale si segnala anco-ra la denominazione toponimico-parentaledei Borello-San Giorio cui si deve lacostruzione del duecentesco Castel Borello,autonoma signoria non coordinata al con-sortile bussolenese. Occorre ancora consi-derare il particolare status delle terre nor-doccidentali dell’attuale territorio comuna-le: Foresto - il cui inserimento nel comunedi Bussoleno risale solo al 1928 - fu unavilla dipendente da Susa e di signoriaprima dei de Aprili, quindi del monasterodi S. Giusto di Susa, di cui costituiva unadelle più importanti prepositure dipenden-ti. Foresto con la montana borgata di Falce-magna passò definitivamente nel 1307sotto il controllo del monastero segusinoche in quell’anno permutò numerose terre

e ville rurali con il conte sabaudo cedendol’importante dipendenza oltremontana diSaint-Yppolite-d’Aix. Nel suo assetto medievale il territorio delcomune produsse precocemente dellecarte di confinazione con le comunità con-termini: il più antico è l’atto del notaioCorrado del 6 agosto 1212 con cui ilnotaio palatino su mandato di Tommaso Iha steso una carta confinationis tra gliuomini di Bussoleno e San Giorio che assu-mono come termine confinario la monu-mentale sagoma del masso erratico di Pe-tra Gorf. Altro instrumento non pervenuto-ci ma spesso citato nelle confinazioni è latransazione del 6 aprile 1200, rogata dalnotaio palatino Guglielmo, con cui l’abatePietro di S. Giusto di Susa permuta alcunibeni con i de Aprili in Bussoleno. I confinicon Mattie furono definiti da un arbitrato

del 1304 che assumeva come riferimentoconfinario la vasta tenuta allodiale delFeudo Arnaudo, mentre i confini con Chia-nocco furono regolati dall’arbitrato del-l’abate di S. Michele della Chiusa, Rodolfodi Montbel, del 1337. I confini con Susasono attestati sulle terre abbaziali di Fore-sto e Mompantero e, sull’opposta spondadel fiume, ricalcano i confini della tenutadi S. Petronilla. Tutta l’area bussolenese è un’area di anti-chi insediamenti come si vorrebbe far deri-vare dallo stesso toponimo del Comune,secondo l’interpretazione più diffusa tra glistudiosi.Esso compare, infatti, nella forma Buceletinel diploma dell’imperatore Ottone III a

favore del marchese di Torino OldericoManfredi nel 1001. Si è così pensato a unaderivazione dal prediale gallo-romano Bus-sullus attestato nell’iscrizione di Les-Escoyères-en-Queyras e in altre epigrafi val-susine, soprattutto fidandosi della tradizio-ne più tarda della località nelle formeBoceleni, Boçeleni, Bozeleni/Bozoleni.La tradizione più antica lascerebbe invecespazio a un fitonimo con derivazione dallapianta del bosso. Quest’ultima è comunquel’etimologia (o la paretimologia) più popo-lare e diffusa, tanto che il bosso è assuntonel linguaggio figurato dello stemma e delgonfalone del comune. L’attuale capoluogo di Bussoleno si trovadistribuito sulle due sponde di Dora lungo

la via francigena che era qui servita dauno dei pochi ponti in pietra della val diSusa medievale. La menzione nelle cartetardomedievali della località ad Bocelenumvetus, attuale Bussoleno Vecchio presso ilconoide del rio Pissaglio verso i confini conSan Giorio, fa ritenere che l’originaria gia-citura dell’insediamento fosse appuntoaltra. L’abbandono della primitiva localitàsembra comunque essere piuttosto risalentese si considera la massiccia struttura roma-nica del campanile dell’Assunta, ascritta almaturo secolo XI in età adelaidina, e diconseguenza la sicura attestazione arduini-ca della località in cui era già attivo ilnuovo insediamento di ponte che costitui-sce l’attuale centro storico.In età romana il territorio bussolenese harestituito non pochi reperti di struttureinsediative quali villae rustiche in localitàS. Lorenzo e centri di culto (compitum)epicorici alle dee Matrone nella frazioneForesto. Si afferma in età romana una ten-denza all’insediamento sparso che prose-gue in età medievale su entrambe le spon-de del fiume, mentre il capoluogo a partirealmeno dal secolo XI assume la struttura aponte che ancor oggi caratterizza il centrostorico. L’insediamento sparso è denuncia-to dai numerosi tituli di chiese dipendentidalla pieve di S. Maria Maggiore che si tro-vano sull’attuale territorio di Bussolenosecondo la bolla cunibertina di S. Lorenzod’Oulx. Oltre alla chiesa di S. Maria nelcapoluogo e alla prepositura di S. Giovannia Foresto, abbiamo una serie di edifici oggiscomparsi - o ricostruiti mantenendo sem-plicemente il ricordo dell’intitolazionemedievale ma non il sito - e largamenteattestati in età tardomedievale: la chiesa diS. Lorenzo sui confini con Chianocco,S. Pietro d’Olesia verso la strada delleGrange e Foresto, la chiesa di S. Basilio -protettore della comunità, che non festeg-giava nel medioevo l’intitolazione liturgicadell’Assunta - nell’omonima località pressole cave di pietra da taglio sul versantemeridionale e, da ultimo, la chiesa di S.Petronilla sui confini con Susa in spondadestra della Dora Riparia. Di queste seichiese almeno tre esercitarono giurisdizio-ne parrocchiale: l’Assunta, il S. Giovanni inForesto e S. Lorenzo che compare ancoranel cattedratico del 1386. Tutte risultanoaver svolto funzione cimiteriale.

Anni ‘30. Il campanile romanico della vecchia chiesa di Foresto

Anni ‘30. Bussoleno: Castello Borello

Veduta aerea di Bussoleno ripresa nell’anno 1939

Provincia di Torino, Assessorato alla Cultura • Associazione “Centro Storico” • Comune di Bussoleno Testi di Luca Patria • Materiale illustrativo Centro Studi V. Bellone • Fotografie attuali studio Commisso