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2 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 20 Giugno 2016 BALLOTTAGGI Allarme Il Pd perde le città, eccetto Milano e Bologna, e molti capoluoghi: il 41% del premier è un ricordo, lelettorato ostile al governo si è coalizzato L avviso di sfratto a Renzi in vista del referendum Urne aperte Direzione anticipata a venerdì, la tentazione è spianare il partito Inizia la guerra nel Pd. Matteo ammette la sconfitta e prepara lo scontro con la Ditta BRUTTA NOTTATA » WANDA MARRA I ballottaggi segnano per i candidati del Pd una scon- fitta netta senza attenuanti a Torino e Roma contro le can- didate del M5S e una vittoria chiara e forte a Milano e Bo- logna contro i candidati delle Destre. Non arriva nessuno a commentare i risultati dei vertici del Pd a caldo, ma è del- le 24 e 20 una nota che parla chiaro, scritta di persona da Renzi. Primo: ammette due sconfitte pesanti. Secondo: in- dividua definitivamente co- me nemico da abbattere il Mo- vimento Cinque Stelle. BEPPE SALA a Milano non era esattamente un candidato di centrosinistra, ma di certo ne ha battuto uno di destra, Ste- fano Parisi. Poche parole, che fanno presagire giorni compli- cati. È arrivato al Nazareno a seguire lo spoglio poco dopo le 22, Matteo Renzi. Il clima è lu- gubre. Fino a che punto lo dice il fat- to che la sede del Pd è deserta. Con il segretario-pre- mier ci sono il pre- sidente (e com- missario di Ro- ma), Matteo Orfi- ni, la vice segreta- ria, Deborah Ser- racchiani (Loren- zo Guerini è stato mandato a Mila- no), insieme a Er- nesto Carbone e Alessia Rotta. Passano Emanuele Fiano e Et- tore Rosato, capogruppo dem alla Camera. In unaltra stanza cè Gianni Cuperlo a presidia- re il fortinoper la minoran- za, che per il re- sto si defila. Presenza per nulla scontata quella di Renzi al Nazareno, ma i numeri dei son- daggi Rai che gli arrivano già dal pomeriggio van- no affrontati di petto. Débacle a Roma, sconfitta a Torino, Milano sul filo. Per- dere sia Milano che Torino è uno scenario abbastanza inge- stibile, pure per il segreta- rio-premier che ha detto 6 me- si fa (e non ha mai cambiato li- nea) che si tratta di un test lo- cale. Perché non riusciamo a mettere in campo candidate così?, era sbottato durante lo spoglio del primo turno, quan- do Raggi e Appendino, le due donne a Cinque Stelle emerge- vano come le vere novità vin- centi di quella notte. Una nemesi per uno che alle Europee aveva presentato una cinquina di donne capoliste, proprio per insistere sulla gio- vinezza e la novità a prescin- dere dallesperienza, dalla consistenza. Ora sono altri che incarnano il nuovo nellimma- ginario collettivo adesso, e il premier lo sa. MA A QUESTO PUNTO, i pro- blemi sono moltissimi. Anche se alla fine prende Milano per il rotto della cuffia, Renzi sa che il segnale stavolta è arri- vato forte e chiaro. A lui, prima di tutto. E dunque, deve met- terci la faccia: per questo me- dita di far saltare la trasferta a New York, prevista nei pros- simi giorni. È evidente il dato frastagliato del voto territoria- le, dato che contiene peraltro anche alcune indicazioni na- » MARCO PALOMBI I l disastro nella Capitale, la sconfitta a Torino dopo quella, già acquisita al pri- mo turno, nella terza città dItalia (Napoli, dove vince Luigi De Magistris, sindaco violentemente anti-renzia- no). Matteo Renzi la sfanga a Milano, dove Beppe Sala su- pera a fatica Stefano Parisi, e a Bologna, in cui il sindaco u- scente Virginio Merola (Pd) non supera il 55% nonostante una sfidante debole, Lucia Borgonzoni della Lega. Brutte notizie, però, arri- vano un podovunque: men- tre andiamo in stampa, i de- mocratici perdono a Trieste e Pordenone, sono sotto a Gros- seto, a Novara, a Savona, a Brindisi, a Crotone, Olbia, Be- nevento e in molti altri dei 126 comuni al voto ieri. Matteo Renzi e il suo Partito demo- cratico, insomma, peggiora- no drammaticamente il risul- tato del 2011 (quando alla gui- da del partito cera Pier Luigi Bersani) e archiviano tra i ri- cordi i fasti del 41% alle Eu- ropee del 2014 su cui il pre- mier ha costruito il racconto del suo rapporto col Paese. SE NON SIAMO all avviso di sfratto per il governo, poco ci manca. Il Pd va in difficoltà do- vunque: laddove schiera can- didati renzianicome Sala e dove si gioca la vecchia guar- dia post-comunista comè il caso di Piero Fassino a Torino. La botta è arrivata e il premier non può consolarsi con le vit- torie, peraltro non entusia- smanti, a Varese, Ravenna, Caserta e Carbonia: il premier ha bisogno di fare qualcosa e farlo subito, anche perché questi numeri rendono assai pericoloso il cammino verso il referendum costituzionale di ottobre (mese in cui, sia detto en passant, lesecutivo deve presentare una manovra fi- nanziaria parecchio comples- sa e onerosa). Quello di ieri è infatti assai più di un campanello dallar- me in vista del voto sulla co- siddetta riforma Boschi,a cui Renzi ha legato la sua so- pravvivenza politica: loppo- sizione allex sindaco di Firen- ze pare essersi saldata lungo tutta la Penisola (a non contare il drammatico record perden- te nei ballottaggi contro i gril- lini, pessimo presagio in vista di quello prossimo venturo a livello nazionale contenuto nel cosiddetto Italicum). Si tratta di unovvietà per chi ha già guardato con occhi obiettivi i risultati del primo turno (Pd + liste civiche hanno perso 150 - 200mila voti reali rispetto al 2011) e confermati dai sondaggi di ieri. Quelli dif- fusi nella serata su La7 da Fa- brizio Masia (Emg), ad esem- pio, certificavano che il M5s in un eventuale ballottaggio na- zionale batterebbe sia il Parti- to democratico che una lista di centrodestra (questa più age- volmente) e pure che il trend verso il referendum costitu- zionale vede ormai appaiati i Sì e i No, che nelle stesse rile- vazioni nelle settimane prece- denti vedevano in vantaggio i favorevoli. Ora Renzi dovrà inventarsi qualcosa: la prima, dicono fonti del Nazareno, la sede del Pd nella quale il pre- sidente del Consiglio ha segui- to lo spoglio ieri notte, sarà ammettere la sconfitta. Dopo il primo turno, lo ha fatto solo a giorni alterni. NON BISOGNAmai stiracchia- re troppo il risultato delle ele- zioni locali in chiave naziona- le, eppure il segnale non è da sottovalutare: ieri erano 8,6 milioni gli elettori chiamati al voto per i ballottaggi in 126 Co- muni (6 capoluoghi di regione, 14 di provincia). Alle urne, in realtà, si è presentata circa la metà degli aventi diritto con un calo di una decina di punti percentuali sia rispetto al pri- mo turno che rispetto ai bal- lottaggi di cinque anni fa. A Napoli, per dire, cè stato un vero e proprio tracollo dellaf- fluenza: ha votato solo il 35,9% degli elettori (cinque anni fa laffluenza era stata al 50%). Forse il dato è influenzato dai sondaggi della vigilia, che da- vano già per strafavorito De Magistris, ma non è comun- que un bel segnale per lex ma- gistrato che punta a creare un movimento civico nazionale. COLPISCE, ANCORA, la scarsa affluenza soprattutto nei grandi comuni del Nord: a Mi- lano, al ballottaggio tra Giulia- no Pisapia e Letizia Moratti del 2011, aveva votato il 67% abbondante degli elettori; sta- volta si è non si è arrivati al 52%. Stesso discorso per To- rino (54%) e Bologna (53%): anche qui il segnale non è po- sitivo né per chi ha perso (que- ste astensioni sono in larga parte punitivedel centro-si- nistra), né per chi ha vinto col consenso di una minoranza delle città. Il Partito della Nazionedi Matteo Renzi (nel senso del modello di coalizione che guarda a destra escludendo le liste di sinistra anche non ra- dicale) pare, insomma, mori- bondo, ma non si vede ancora chi possa sfidarlo: troppo frammentario il consenso 5 Stelle, in cerca dautore il cen- trodestra post-berlusconia- no. © RIPRODUZIONE RISERVATA Palazzo Chigi in allarme Per Matteo Renzi, segreta- rio del Pd, si annuncia una sconfitta sulla quale riflettere in vista del re- ferendum Ansa Festa nella notte I sostenitori dei 5 Stelle fanno festa a Roma e Torino Ansa Aria lugubre Il segretario aspetta i risultati in un Nazareno deserto, nel terrore di perdere quasi tutto 50% L affluenza: 10 punti in meno sul 2011; tracollo a Napoli (36%) I SONDAGGI Alle politiche solo un punto tra Pd e M5S Il No vicinissimo al Sì q SONO GLI ULTIMI SONDAGGI , fatti proprio nelle ore che hanno pre- ceduto i ballottaggi di ieri. Li ha diffusi ieri sera su La7 Enrico Mentana durante lo spe- ciale elettorale e danno poco più di un punto di distanza tra il Partito Democratico e i Cin- que Stelle. Il Pd, infatti, arriva al 31,4 per cen- to, mentre lM5S è poco più sotto, al 29,1 per cento. Seguono gli altri partiti: la Lega al 13,4 per cento, Forza Italia all11,7 per cento, Fra- telli dItalia al 4,5 per cento, la Sinistra al 3,9, lNcd al 3,1 per cento. Lo scenario cambia nel caso in cui il centrodestra si coalizzi in ununica lista. In quel caso la distanza tra Pd e Cinque Stelle resta più o meno la stessa (Pd al 31,3 per cento, Movimento 5 Stelle al 30,3 per cento) mentre il centrodestra ar- riva molto vicino, con il 28, 3 per cento. Ai ballottaggi (previsti dalla nuova legge elet- torale, lItalicum) il Pd vince contro il cen- trodestra mentre i Cinque Stelle vincono sia contro il Pd che contro il centrodestra. Infine, il referendum costituzionale di otto- bre: ad oggi il Sì viene dato al 28,6 per cento, molto vicino al No, che sarebbe al 27,2 per cento. Resta comunque ancora alta la per- centuale degli indecisi: 44,2 per cento.

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2 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 20 Giugno 2016

BA L L OT TAG GI

Allarme Il Pd perde le città,eccetto Milano e Bologna,e molti capoluoghi: il 41%del premier è un ricordo,l’elettorato ostileal governo si è coalizzato

L’avviso di sfratto a Renzi

in vista del referendum

Urne aperte Direzione anticipata a venerdì, la tentazione è “s p i a n a re ” il partito

Inizia la guerra nel Pd. Matteo ammettela sconfitta e prepara lo scontro con la “Ditt a”

BRUTTA NOTTATA

» WANDA MARRA

Iballottaggi segnano per icandidati del Pd una scon-

fitta netta senza attenuanti aTorino e Roma contro le can-didate del M5S e una vittoriachiara e forte a Milano e Bo-logna contro i candidati delleDestre”. Non arriva nessuno acommentare i risultati deivertici del Pd a caldo, ma è del-le 24 e 20 una nota che parlachiaro, scritta di persona daRenzi. Primo: ammette duesconfitte pesanti. Secondo: in-dividua definitivamente co-me nemico da abbattere il Mo-vimento Cinque Stelle.

BEPPE SALA a Milano non eraesattamente un candidato dicentrosinistra, ma di certo neha battuto uno di destra, Ste-

fano Parisi. Poche parole, chefanno presagire giorni compli-cati. È arrivato al Nazareno aseguire lo spoglio poco dopo le22, Matteo Renzi. Il clima è lu-gubre. Fino a chepunto lo dice il fat-to che la sede delPd è deserta. Conil segretario-pre-mier ci sono il pre-sidente (e com-missario di Ro-ma), Matteo Orfi-ni, la vice segreta-ria, Deborah Ser-racchiani (Loren-zo Guerini è statomandato a Mila-no), insieme a Er-

nesto Carbone e Alessia Rotta.Passano Emanuele Fiano e Et-tore Rosato, capogruppo demalla Camera. In un’altra stanzac’è Gianni Cuperlo a presidia-

re “il fortino”

per la minoran-za, che per il re-sto si defila.

P r es e n z a pernulla scontataquella di Renzial Nazareno, mai numeri dei son-daggi Rai che gliarrivano già dalpomeriggio van-no affrontati dipetto. Débacle aRoma, sconfitta

a Torino, Milano sul filo. Per-dere sia Milano che Torino èuno scenario abbastanza inge-stibile, pure per il segreta-rio-premier che ha detto 6 me-si fa (e non ha mai cambiato li-nea) che si tratta di un test lo-cale. “Perché non riusciamo amettere in campo candidatecosì?”, era sbottato durante lospoglio del primo turno, quan-do Raggi e Appendino, le duedonne a Cinque Stelle emerge-vano come le vere novità vin-centi di quella notte.

Una nemesi per uno che alleEuropee aveva presentato unacinquina di donne capoliste,proprio per insistere sulla gio-vinezza e la novità a prescin-

dere dall’esperienza, dallaconsistenza. Ora sono altri cheincarnano il nuovo nell’imma -ginario collettivo adesso, e ilpremier lo sa.

MA A QUESTO PUNTO, i pro-blemi sono moltissimi. Anchese alla fine prende Milano peril rotto della cuffia, Renzi sache il segnale stavolta è arri-vato forte e chiaro. A lui, primadi tutto. E dunque, deve met-terci la faccia: per questo me-dita di far saltare la trasferta aNew York, prevista nei pros-simi giorni. “È evidente il datofrastagliato del voto territoria-le, dato che contiene peraltroanche alcune indicazioni na-

» MARCO PALOMBI

Il disastro nella Capitale, lasconfitta a Torino dopoquella, già acquisita al pri-mo turno, nella terza città

d’Italia (Napoli, dove vinceLuigi De Magistris, sindacoviolentemente anti-renzia-no). Matteo Renzi la sfanga aMilano, dove Beppe Sala su-pera a fatica Stefano Parisi, e aBologna, in cui il sindaco u-scente Virginio Merola (Pd)non supera il 55% nonostanteuna sfidante debole, LuciaBorgonzoni della Lega.

Brutte notizie, però, arri-vano un po’ dovunque: men-tre andiamo in stampa, i de-mocratici perdono a Trieste ePordenone, sono sotto a Gros-seto, a Novara, a Savona, aBrindisi, a Crotone, Olbia, Be-nevento e in molti altri dei 126comuni al voto ieri. MatteoRenzi e il suo Partito demo-cratico, insomma, peggiora-no drammaticamente il risul-tato del 2011 (quando alla gui-da del partito c’era Pier LuigiBersani) e archiviano tra i ri-cordi i fasti del 41% alle Eu-ropee del 2014 su cui il pre-mier ha costruito il raccontodel suo rapporto col Paese.

SE NON SIAMO a ll ’avviso disfratto per il governo, poco cimanca. Il Pd va in difficoltà do-vunque: laddove schiera can-didati “renziani” come Sala edove si gioca la vecchia guar-dia post-comunista com’è ilcaso di Piero Fassino a Torino.La botta è arrivata e il premiernon può consolarsi con le vit-torie, peraltro non entusia-smanti, a Varese, Ravenna,Caserta e Carbonia: il premierha bisogno di fare qualcosa efarlo subito, anche perchéquesti numeri rendono assaipericoloso il cammino verso ilreferendum costituzionale diottobre (mese in cui, sia dettoen passant, l’esecutivo devepresentare una manovra fi-nanziaria parecchio comples-sa e onerosa).

Quello di ieri è infatti assaipiù di un campanello d’allar -me in vista del voto sulla co-siddetta “riforma Boschi”, acui Renzi ha legato la sua so-pravvivenza politica: l’oppo -sizione all’ex sindaco di Firen-ze pare essersi saldata lungotutta la Penisola (a non contareil drammatico record perden-te nei ballottaggi contro i gril-lini, pessimo presagio in vistadi quello prossimo venturo alivello nazionale contenutonel cosiddetto “Italicum”).

Si tratta di un’ovvietà perchi ha già guardato con occhiobiettivi i risultati del primo

turno (Pd + liste civiche hannoperso 150 - 200mila voti realirispetto al 2011) e confermatidai sondaggi di ieri. Quelli dif-fusi nella serata su La7 da Fa-brizio Masia (Emg), ad esem-pio, certificavano che il M5s inun eventuale ballottaggio na-zionale batterebbe sia il Parti-to democratico che una lista dicentrodestra (questa più age-volmente) e pure che il trendverso il referendum costitu-zionale vede ormai appaiati iSì e i No, che nelle stesse rile-vazioni nelle settimane prece-denti vedevano in vantaggio ifavorevoli. Ora Renzi dovràinventarsi qualcosa: la prima,dicono fonti del Nazareno, lasede del Pd nella quale il pre-

sidente del Consiglio ha segui-to lo spoglio ieri notte, saràammettere la sconfitta. Dopoil primo turno, lo ha fatto soloa giorni alterni.

NON BISOGNAmai stiracchia-re troppo il risultato delle ele-zioni locali in chiave naziona-le, eppure il segnale non è dasottovalutare: ieri erano 8,6

milioni gli elettori chiamati alvoto per i ballottaggi in 126 Co-muni (6 capoluoghi di regione,14 di provincia). Alle urne, inrealtà, si è presentata circa lametà degli aventi diritto conun calo di una decina di puntipercentuali sia rispetto al pri-mo turno che rispetto ai bal-lottaggi di cinque anni fa. ANapoli, per dire, c’è stato un

vero e proprio tracollo dell’af -fluenza: ha votato solo il 35,9%degli elettori (cinque anni fal’affluenza era stata al 50%).Forse il dato è influenzato daisondaggi della vigilia, che da-vano già per strafavorito DeMagistris, ma non è comun-que un bel segnale per l’ex ma-gistrato che punta a creare unmovimento civico nazionale.

COLPISCE, ANCORA, la scarsaaffluenza soprattutto neigrandi comuni del Nord: a Mi-lano, al ballottaggio tra Giulia-no Pisapia e Letizia Morattidel 2011, aveva votato il 67%abbondante degli elettori; sta-volta si è non si è arrivati al52%. Stesso discorso per To-

rino (54%) e Bologna (53%):anche qui il segnale non è po-sitivo né per chi ha perso (que-ste astensioni sono in largaparte “punitive”del centro-si-nistra), né per chi ha vinto colconsenso di una minoranzadelle città.

Il “Partito della Nazione”diMatteo Renzi (nel senso delmodello di coalizione cheguarda a destra escludendo leliste di sinistra anche non ra-dicale) pare, insomma, mori-bondo, ma non si vede ancorachi possa sfidarlo: troppoframmentario il consenso 5Stelle, in cerca d’autore il cen-trodestra post-berlusconia-no.

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Palazzo Chigi

in allarme

Per Matteo

Renzi, segreta-

rio del Pd, si

annuncia una

sconfitta sulla

quale riflettere

in vista del re-

ferendum Ansa

Fe st a

nella notte

I sostenitori

dei 5 Stelle

fanno festa

a Roma e

Tor i no

Ansa

Aria lugubre

Il segretario

aspetta i risultati

in un Nazareno

deserto, nel

terrore di perdere

quasi tutto

5 0%L’affluenza: 10 punti

in meno sul 2011;

tracollo a Napoli (36%)

I SONDAGGI

Alle politiche soloun punto tra Pd e M5SIl No vicinissimo al Sì

qSONO GLI ULTIMI SONDAGGI ,fatti proprio nelle ore che hanno pre-

ceduto i ballottaggi di ieri. Li ha diffusi ierisera su La7 Enrico Mentana durante lo spe-ciale elettorale e danno poco più di un puntodi distanza tra il Partito Democratico e i Cin-que Stelle. Il Pd, infatti, arriva al 31,4 per cen-to, mentre l’M5S è poco più sotto, al 29,1 percento. Seguono gli altri partiti: la Lega al 13,4

per cento, Forza Italia all’11,7 per cento, Fra-telli d’Italia al 4,5 per cento, la Sinistra al 3,9,l’Ncd al 3,1 per cento. Lo scenario cambianel caso in cui il centrodestra si coalizzi inun’unica lista. In quel caso la distanza tra Pde Cinque Stelle resta più o meno la stessa(Pd al 31,3 per cento, Movimento 5 Stelle al30,3 per cento) mentre il centrodestra ar-riva molto vicino, con il 28, 3 per cento. Ai

ballottaggi (previsti dalla nuova legge elet-torale, l’Italicum) il Pd vince contro il cen-trodestra mentre i Cinque Stelle vincono siacontro il Pd che contro il centrodestra.Infine, il referendum costituzionale di otto-bre: ad oggi il Sì viene dato al 28,6 per cento,molto vicino al No, che sarebbe al 27,2 percento. Resta comunque ancora alta la per-centuale degli indecisi: 44,2 per cento.