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Page 1: Ansa avviso di sfratto a Renzi in vista del referendum...no Pisapia e Letizia Moratti del 2011, aveva votato il 67% abbondante degli elettori; sta-volta si è non si è arrivati al

2 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 20 Giugno 2016

BA L L OT TAG GI

Allarme Il Pd perde le città,eccetto Milano e Bologna,e molti capoluoghi: il 41%del premier è un ricordo,l’elettorato ostileal governo si è coalizzato

L’avviso di sfratto a Renzi

in vista del referendum

Urne aperte Direzione anticipata a venerdì, la tentazione è “s p i a n a re ” il partito

Inizia la guerra nel Pd. Matteo ammettela sconfitta e prepara lo scontro con la “Ditt a”

BRUTTA NOTTATA

» WANDA MARRA

Iballottaggi segnano per icandidati del Pd una scon-

fitta netta senza attenuanti aTorino e Roma contro le can-didate del M5S e una vittoriachiara e forte a Milano e Bo-logna contro i candidati delleDestre”. Non arriva nessuno acommentare i risultati deivertici del Pd a caldo, ma è del-le 24 e 20 una nota che parlachiaro, scritta di persona daRenzi. Primo: ammette duesconfitte pesanti. Secondo: in-dividua definitivamente co-me nemico da abbattere il Mo-vimento Cinque Stelle.

BEPPE SALA a Milano non eraesattamente un candidato dicentrosinistra, ma di certo neha battuto uno di destra, Ste-

fano Parisi. Poche parole, chefanno presagire giorni compli-cati. È arrivato al Nazareno aseguire lo spoglio poco dopo le22, Matteo Renzi. Il clima è lu-gubre. Fino a chepunto lo dice il fat-to che la sede delPd è deserta. Conil segretario-pre-mier ci sono il pre-sidente (e com-missario di Ro-ma), Matteo Orfi-ni, la vice segreta-ria, Deborah Ser-racchiani (Loren-zo Guerini è statomandato a Mila-no), insieme a Er-

nesto Carbone e Alessia Rotta.Passano Emanuele Fiano e Et-tore Rosato, capogruppo demalla Camera. In un’altra stanzac’è Gianni Cuperlo a presidia-

re “il fortino”

per la minoran-za, che per il re-sto si defila.

P r es e n z a pernulla scontataquella di Renzial Nazareno, mai numeri dei son-daggi Rai che gliarrivano già dalpomeriggio van-no affrontati dipetto. Débacle aRoma, sconfitta

a Torino, Milano sul filo. Per-dere sia Milano che Torino èuno scenario abbastanza inge-stibile, pure per il segreta-rio-premier che ha detto 6 me-si fa (e non ha mai cambiato li-nea) che si tratta di un test lo-cale. “Perché non riusciamo amettere in campo candidatecosì?”, era sbottato durante lospoglio del primo turno, quan-do Raggi e Appendino, le duedonne a Cinque Stelle emerge-vano come le vere novità vin-centi di quella notte.

Una nemesi per uno che alleEuropee aveva presentato unacinquina di donne capoliste,proprio per insistere sulla gio-vinezza e la novità a prescin-

dere dall’esperienza, dallaconsistenza. Ora sono altri cheincarnano il nuovo nell’imma -ginario collettivo adesso, e ilpremier lo sa.

MA A QUESTO PUNTO, i pro-blemi sono moltissimi. Anchese alla fine prende Milano peril rotto della cuffia, Renzi sache il segnale stavolta è arri-vato forte e chiaro. A lui, primadi tutto. E dunque, deve met-terci la faccia: per questo me-dita di far saltare la trasferta aNew York, prevista nei pros-simi giorni. “È evidente il datofrastagliato del voto territoria-le, dato che contiene peraltroanche alcune indicazioni na-

» MARCO PALOMBI

Il disastro nella Capitale, lasconfitta a Torino dopoquella, già acquisita al pri-mo turno, nella terza città

d’Italia (Napoli, dove vinceLuigi De Magistris, sindacoviolentemente anti-renzia-no). Matteo Renzi la sfanga aMilano, dove Beppe Sala su-pera a fatica Stefano Parisi, e aBologna, in cui il sindaco u-scente Virginio Merola (Pd)non supera il 55% nonostanteuna sfidante debole, LuciaBorgonzoni della Lega.

Brutte notizie, però, arri-vano un po’ dovunque: men-tre andiamo in stampa, i de-mocratici perdono a Trieste ePordenone, sono sotto a Gros-seto, a Novara, a Savona, aBrindisi, a Crotone, Olbia, Be-nevento e in molti altri dei 126comuni al voto ieri. MatteoRenzi e il suo Partito demo-cratico, insomma, peggiora-no drammaticamente il risul-tato del 2011 (quando alla gui-da del partito c’era Pier LuigiBersani) e archiviano tra i ri-cordi i fasti del 41% alle Eu-ropee del 2014 su cui il pre-mier ha costruito il raccontodel suo rapporto col Paese.

SE NON SIAMO a ll ’avviso disfratto per il governo, poco cimanca. Il Pd va in difficoltà do-vunque: laddove schiera can-didati “renziani” come Sala edove si gioca la vecchia guar-dia post-comunista com’è ilcaso di Piero Fassino a Torino.La botta è arrivata e il premiernon può consolarsi con le vit-torie, peraltro non entusia-smanti, a Varese, Ravenna,Caserta e Carbonia: il premierha bisogno di fare qualcosa efarlo subito, anche perchéquesti numeri rendono assaipericoloso il cammino verso ilreferendum costituzionale diottobre (mese in cui, sia dettoen passant, l’esecutivo devepresentare una manovra fi-nanziaria parecchio comples-sa e onerosa).

Quello di ieri è infatti assaipiù di un campanello d’allar -me in vista del voto sulla co-siddetta “riforma Boschi”, acui Renzi ha legato la sua so-pravvivenza politica: l’oppo -sizione all’ex sindaco di Firen-ze pare essersi saldata lungotutta la Penisola (a non contareil drammatico record perden-te nei ballottaggi contro i gril-lini, pessimo presagio in vistadi quello prossimo venturo alivello nazionale contenutonel cosiddetto “Italicum”).

Si tratta di un’ovvietà perchi ha già guardato con occhiobiettivi i risultati del primo

turno (Pd + liste civiche hannoperso 150 - 200mila voti realirispetto al 2011) e confermatidai sondaggi di ieri. Quelli dif-fusi nella serata su La7 da Fa-brizio Masia (Emg), ad esem-pio, certificavano che il M5s inun eventuale ballottaggio na-zionale batterebbe sia il Parti-to democratico che una lista dicentrodestra (questa più age-volmente) e pure che il trendverso il referendum costitu-zionale vede ormai appaiati iSì e i No, che nelle stesse rile-vazioni nelle settimane prece-denti vedevano in vantaggio ifavorevoli. Ora Renzi dovràinventarsi qualcosa: la prima,dicono fonti del Nazareno, lasede del Pd nella quale il pre-

sidente del Consiglio ha segui-to lo spoglio ieri notte, saràammettere la sconfitta. Dopoil primo turno, lo ha fatto soloa giorni alterni.

NON BISOGNAmai stiracchia-re troppo il risultato delle ele-zioni locali in chiave naziona-le, eppure il segnale non è dasottovalutare: ieri erano 8,6

milioni gli elettori chiamati alvoto per i ballottaggi in 126 Co-muni (6 capoluoghi di regione,14 di provincia). Alle urne, inrealtà, si è presentata circa lametà degli aventi diritto conun calo di una decina di puntipercentuali sia rispetto al pri-mo turno che rispetto ai bal-lottaggi di cinque anni fa. ANapoli, per dire, c’è stato un

vero e proprio tracollo dell’af -fluenza: ha votato solo il 35,9%degli elettori (cinque anni fal’affluenza era stata al 50%).Forse il dato è influenzato daisondaggi della vigilia, che da-vano già per strafavorito DeMagistris, ma non è comun-que un bel segnale per l’ex ma-gistrato che punta a creare unmovimento civico nazionale.

COLPISCE, ANCORA, la scarsaaffluenza soprattutto neigrandi comuni del Nord: a Mi-lano, al ballottaggio tra Giulia-no Pisapia e Letizia Morattidel 2011, aveva votato il 67%abbondante degli elettori; sta-volta si è non si è arrivati al52%. Stesso discorso per To-

rino (54%) e Bologna (53%):anche qui il segnale non è po-sitivo né per chi ha perso (que-ste astensioni sono in largaparte “punitive”del centro-si-nistra), né per chi ha vinto colconsenso di una minoranzadelle città.

Il “Partito della Nazione”diMatteo Renzi (nel senso delmodello di coalizione cheguarda a destra escludendo leliste di sinistra anche non ra-dicale) pare, insomma, mori-bondo, ma non si vede ancorachi possa sfidarlo: troppoframmentario il consenso 5Stelle, in cerca d’autore il cen-trodestra post-berlusconia-no.

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Palazzo Chigi

in allarme

Per Matteo

Renzi, segreta-

rio del Pd, si

annuncia una

sconfitta sulla

quale riflettere

in vista del re-

ferendum Ansa

Fe st a

nella notte

I sostenitori

dei 5 Stelle

fanno festa

a Roma e

Tor i no

Ansa

Aria lugubre

Il segretario

aspetta i risultati

in un Nazareno

deserto, nel

terrore di perdere

quasi tutto

5 0%L’affluenza: 10 punti

in meno sul 2011;

tracollo a Napoli (36%)

I SONDAGGI

Alle politiche soloun punto tra Pd e M5SIl No vicinissimo al Sì

qSONO GLI ULTIMI SONDAGGI ,fatti proprio nelle ore che hanno pre-

ceduto i ballottaggi di ieri. Li ha diffusi ierisera su La7 Enrico Mentana durante lo spe-ciale elettorale e danno poco più di un puntodi distanza tra il Partito Democratico e i Cin-que Stelle. Il Pd, infatti, arriva al 31,4 per cen-to, mentre l’M5S è poco più sotto, al 29,1 percento. Seguono gli altri partiti: la Lega al 13,4

per cento, Forza Italia all’11,7 per cento, Fra-telli d’Italia al 4,5 per cento, la Sinistra al 3,9,l’Ncd al 3,1 per cento. Lo scenario cambianel caso in cui il centrodestra si coalizzi inun’unica lista. In quel caso la distanza tra Pde Cinque Stelle resta più o meno la stessa(Pd al 31,3 per cento, Movimento 5 Stelle al30,3 per cento) mentre il centrodestra ar-riva molto vicino, con il 28, 3 per cento. Ai

ballottaggi (previsti dalla nuova legge elet-torale, l’Italicum) il Pd vince contro il cen-trodestra mentre i Cinque Stelle vincono siacontro il Pd che contro il centrodestra.Infine, il referendum costituzionale di otto-bre: ad oggi il Sì viene dato al 28,6 per cento,molto vicino al No, che sarebbe al 27,2 percento. Resta comunque ancora alta la per-centuale degli indecisi: 44,2 per cento.

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