11 ottobre 1962 - 11 ottobre 2012 50 anni dal concilio ... · di apertura del concilio vaticano ii....

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Ottobre 2012 Anno XXX n. 7 www.basilicasantambrogio.it - [email protected] - C.C.P. 26958207 continua a pag. 2 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II 11 OTTOBRE 1962 - 11 OTTOBRE 2012 In concomitanza con il 50° anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II, l’11 ottobre ini- zierà l’Anno della Fede e si aprirà il Sinodo sul- l’Evangelizzazione. Il Sinodo in particolare affronterà il tema della tra- smissione della fede e dell’annuncio del vangelo in un mondo che cambia rapidamente, come il nostro. La Chiesa non può non continuare a trasmettere la fede: perché questo è il compito assegnatole dal Cristo Risorto. La Chiesa annuncia Cristo a tutti gli uomini, in tutti i tempi: il vangelo è per gli uomini di tutti i tempi, dunque anche per noi. La trasmissione della fede da una generazione all’altra però esige che chi riceve l’annuncio cristia- no lo ascolti e lo faccia suo, non semplicemente ripetendo quanto ascoltato, ma ricomponendolo e reinterpretandolo: è questo in estrema sintesi il grande insegnamento del Concilio Vaticano II. C’è, se così si può dire, una sorta di “reinven- tarsi” del cristianesimo ad ogni generazione, pur nel legame di fedeltà al deposito ricevuto. In occasione del Sinodo, la Chiesa di tutto il mondo si interrogherà in particolare sulle modalità della cosiddetta “nuova evangelizzazione”. Suggerisco tre prospettive dalle quali partire per comprendere il lavoro del Sinodo. • Partire dalle coscienze più che dalle strutture. La fede sembra doversi preparare ad un futuro nel quale non ci saranno molte strutture a sostenerla - dal costume alle leggi… - e dovrà pertanto radicarsi nella coscienza del credente: chi desidera essere cristiano deve scegliere di esserlo. Non si è cristiani perché si è nati in una famiglia cristiana, ma perché - pur essendo eredi di un passato cristiano - si deci- de di aderire a Cristo personalmente, e di accoglier- ne e testimoniare l’annuncio. • La testimonianza dei laici non è di serie B… anzi! Come ai tempi della chiesa delle origini: la testimo- nianza coinvolge tutti, senza distinzioni, non solo il clero. E questa osservazione non è imposta dal calo numerico sei sacerdoti e dei religiosi, ma è il frutto L’episcopato dei cinque continenti sfila in piazza san Pietro nel giorno di apertura del Concilio Vaticano II. Vi presero parte 2500 padri conciliari tra cardinali, patriarchi, vescovi e superiori degli ordini religiosi provenienti da tutto il mondo. Al Concilio parteciparono, per la prima volta e in qualità di osservatori, anche esponenti delle chiese ortodosse e riformate.

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Page 1: 11 OTTOBRE 1962 - 11 OTTOBRE 2012 50 ANNI DAL CONCILIO ... · di apertura del Concilio Vaticano II. Vi presero parte 2500 padri conciliari tra cardinali, patriarchi, vescovi e superiori

Ottobre 2012 Anno XXX n. 7

www.basilicasantambrogio.it - [email protected] - C.C.P. 26958207

continua a pag. 2

50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II11 OTTOBRE 1962 - 11 OTTOBRE 2012

In concomitanza con il 50° anniversario delConcilio Ecumenico Vaticano II, l’11 ottobre ini-zierà l’Anno della Fede e si aprirà il Sinodo sul-l’Evangelizzazione.

Il Sinodo in particolare affronterà il tema della tra-smissione della fede e dell’annuncio del vangelo inun mondo che cambia rapidamente, come ilnostro.

La Chiesa non può non continuare a trasmettere lafede: perché questo è il compito assegnatole dalCristo Risorto. La Chiesa annuncia Cristo a tutti gliuomini, in tutti i tempi: il vangelo è per gli uomini ditutti i tempi, dunque anche per noi.

La trasmissione della fede da una generazioneall’altra però esige che chi riceve l’annuncio cristia-no lo ascolti e lo faccia suo, non semplicementeripetendo quanto ascoltato, ma ricomponendolo ereinterpretandolo: è questo in estrema sintesi ilgrande insegnamento del Concilio Vaticano II.

C’è, se così si può dire, una sorta di “reinven-tarsi” del cristianesimo ad ogni generazione,pur nel legame di fedeltà al deposito ricevuto.

In occasione del Sinodo, la Chiesa di tutto il mondosi interrogherà in particolare sulle modalità dellacosiddetta “nuova evangelizzazione”. Suggerisco treprospettive dalle quali partire per comprendere illavoro del Sinodo.

• Partire dalle coscienze più che dalle strutture.

La fede sembra doversi preparare ad un futuro nelquale non ci saranno molte strutture a sostenerla -dal costume alle leggi… - e dovrà pertanto radicarsi

nella coscienza del credente: chi desidera esserecristiano deve scegliere di esserlo. Non si è cristianiperché si è nati in una famiglia cristiana, ma perché- pur essendo eredi di un passato cristiano - si deci-de di aderire a Cristo personalmente, e di accoglier-ne e testimoniare l’annuncio.

• La testimonianza dei laici non è di serie B…anzi!

Come ai tempi della chiesa delle origini: la testimo-nianza coinvolge tutti, senza distinzioni, non solo ilclero. E questa osservazione non è imposta dal calonumerico sei sacerdoti e dei religiosi, ma è il frutto

L’episcopato dei cinque continenti sfila in piazza san Pietro nel giornodi apertura del Concilio Vaticano II. Vi presero parte 2500 padri conciliari tra cardinali, patriarchi, vescovi e superiori degli ordini religiosi provenienti da tutto il mondo. Al Concilio parteciparono,

per la prima volta e in qualità di osservatori, anche esponenti delle chiese ortodosse e riformate.

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segue da pag. 1

di un’autentica visione evangelica della storia. Tutti,clero e laici, nella differenza dei loro compiti collabo-rativi, sono invitati a testimoniare la fede del vangelonella vita quotidiana, con le loro scelte, il loro stile divita. Chiare e coraggiose le parole pronunciate aquesto riguardo dal cardinale Angelo Bagnascodurante una seduta della Conferenza EpiscopaleItaliana nel marzo del 2012: “Quello che conta difronte al mondo è la qualità umana di chi si dicecredente. Conta l’esercizio ripetuto di determinatescelte, la rifinitura delle stesse, fino a quando, ad uncerto momento, diventeranno abitudine personale,disposizioni stabili, qualità o virtù che dir si voglia”.

• Avere il coraggio di passare dal tempio allavita, dal tempio alla casa

Andare in chiesa o, al contrario non andare in chie-sa, è equivalso per molto tempo all’essere o nonessere cristiani. Ma è giunto il momento di chiarirequesto passaggio. Non bisogna rinunciare al tem-pio, perché partecipare alla messa domenicale è il“livello di guardia” per il cristiano (senza la messadomenicale l’appartenenza alla chiesa è poco con-sistente) ma riconoscendo la chiesa come casacomune che prepara alla vita e non che separa daessa. Dobbiamo riscoprire la parrocchia come luogoeducativo per ogni età della vita: l’ascolto del van-gleo, la forza dei sacramenti nei quali Dio agisce, iltempo della preghiera, il silenzio, l’esperienza fatico-sa ma formativa della comunità... tutto ci spinge adandare nel mondo portando la “speranza che ciabita” e non a chiuderci in un recinto dove tutto cisembra sotto controllo.

• In particolare le famiglie devono riscoprire lacasa come luogo fondativo dell’essere cristiani,come prima aula di catechesi per i figli. E’ in casache i genitori motivano e testimoniano ai figli il lorodirsi credenti adulti. E’ in casa che la fede si con-fronta con la vita quotidiana… a tavola, in camerettadurante lo studio, di fronte a qualche pagina dram-matica di stor ia: “Mamma, hai letto quellanotizia?Ma allora a cosa serve andare a Messa?Papà, perché se Dio è buono permette che accada-no le guerre?”…

• I due luoghi di verifica della fede sono “le pre-ghiere e la carità”

Ce lo ha ricordato recentemente la parabola delBuon Samaritano (Luca 10, 25): è con il nostroprossimo che dimostriamo chi siamo. Con il nostroprossimo, con chi ci sta vicino, con chi condivide

con noi il cammino della vita quotidiana, con ogniuomo che vive in questo tempo, con noi. Così diceanche il proemio della “Gaudium et Spes”, uno deifrutti più nitidi del Concilio Vaticano II: “Le gioie e lesperanze, le tristezze e le angosce degli uominid’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro chesoffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristez-ze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi èdi genuinamente umano che non trovi eco nel lorocuore. La comunità dei cristiani, infatti, è compostadi uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono gui-dati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio versoil regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggiodi salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunitàdei cristiani si sente realmente e intimamente soli-dale con il genere umano e con la sua storia”.

+ Erminio De Scalzi

IL DISCORSO ALLA LUNA...“Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia èuna sola, ma riassume tutte le voci delmondo; e qui di fatto il mondo è rappresenta-to. Si direbbe che persino la luna si è affret-tata stasera… Osservatela in alto, a guardarequesto spettacolo… Noi chiudiamo una gran-de giornata di pace… Sì, di pace: Gloria aDio, e pace agli uomini di buona volontà. Lamia persona conta niente: è un fratello cheparla a voi, un fratello divenuto padre pervolontà di Nostro Signore… Continuiamo dun-que a volerci bene, a volerci bene così; guar-dandoci così nell’incontro: cogliere quello checi unisce, lasciar da parte, se c’è, qualchecosa che ci può tenere un po’ in difficoltà…Tornando a casa, troverete i bambini. Dateloro una carezza e dite: «Questa è la carezzadel Papa». Troverete forse qualche lacrima daasciugare. Abbiate per chi soffre una paroladi conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa ècon i suoi figli specie nelle ore della mestiziae dell’amarezza… E poi tutti insieme ci ani-miamo: cantando, sospirando, piangendo, masempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiutae che ci ascolta, continuiamo a riprendere ilnostro cammino”

Giovanni XXIII, ai pellegrini in piazza san Pie-tro la sera dell’inizio del Concilio, 11 ottobre1962.

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uando Giovanni XXIII fu elettoPontefice, il grande patriarca orto-dosso Athenagora ebbe a direcon intuizione profetica “Venneun uomo mandato da Dio e il suonome era Giovanni” (Giov. 1,6);

“è apparsa la bontà e l’umanità del nostroDio” (Tito 3,4).

Era incominciata per la Chiesa (e per ilmondo) una nuova primavera, una nuovaPentecoste.

Mons. Loris Capovilla, suo Segretario, dissedi lui: “Papa Giovanni ha dato al mondo l’evi-denza che la Chiesa era ancora viva, non perle parole che disse o i grandi gesti che hacompiuto, ma semplicemente perché c’eracon la sua presenza, come fa il sole, chesorge, tramonta, ti fa esultare il cuore”. Unostudioso contemporaneo ha scritto unabiografia di questo Pontefice, con il titolo:“Un Cristiano diventato Papa”. Cioè unuomo pienamente evangelico, una iconavivente del Vangelo, il Vangelo fatto persona.Vedendolo si sentiva il profumo del Vangelo:la semplicità e l’umiltà, la mitezza e la dolcez-za, la misericordia e la perfetta letizia, l’aper-tura di cuore con tutti, l’affidamento totaledella vita all’amore di Dio.

Mi è molto caro Papa Giovanni (il Papa delmio cuore) perché è molto simile al mio caroS. Gregorio Magno: “Se vogliamo trovare unPapa paragonabile a Papa Giovanni dobbia-mo ritornare a S. Gregorio Magno” (HansKung).

Il Concilio: la grazia più grande del XXsecolo

L’idea di un Concilio gli nacque nel cuoreall’improvviso, come frutto di una ispirazionedello Spirito: “quel primo fiorire nel mio cuoresulle mie labbra della semplice parola “Con-cilio Ecumenico”. Fu un tocco inatteso, unosprazzo di superiore luce, una diffusa soavità

sui volti e negli occhi: “un fiore di anticipataprimavera”.Si incominciò a respirare nella Chiesa un’ariadiversa, soprattutto un desiderio ardente dirinnovamento o “aggiornamento”. Per farequesto decise di “abitare il presente” (amaregli uomini del nostro tempo), “senza dimenti-care il passato” (la fedeltà radicale al Vange-lo), “sognare il futuro”, annunciando le veritàimmutabili della fede con un linguaggionuovo, accessibile all’uomo moderno. Soprat-tutto incominciò una stagione di grande aper-tura, di dialogo con tutti.

Diceva: “la Chiesa preferisce usare la medici-na della misericordia piuttosto che la severità,che porta alla condanna”. Comunque, dopoil Concilio, la Chiesa non era più quella diprima.

Il segreto della sua vita

Brillavano in lui le virtù del Buon Pastore,continuamente ricordate e vissute da S. Gre-gorio Magno: la soavità, la giocondità, l’u-miltà. Diceva: “la mia persona non contaniente: è un fratello che parla a voi, un fratel-lo diventato padre per la volontà di nostroSignore”.Un giorno disse: “Questo è il grandemistero della mia vita. Non cercate altra spie-gazione. Ho sempre ripetuto: “voluntas Dei,pax nostra”: “nella tua volontà è la mia pace”.

Il Signore doni alla Sua Chiesa un altroPapa Giovanni, che realizzi il sogno auda-ce del compianto Card. M. Martini: “Ioconsiglio al Papa e ai Vescovi di cercareper i posti direzionali nella Chiesa, 12 per-sone un po’ fuori dalle righe: riappariràcosì la brace che è sotto la cenere”.

Sarebbe il modo migliore per celebrare il 50°anniversario dell’apertura del Concilio Vatica-no II.

don Giovanni

Il Pontefice che ha voluto il Concilio: un uomo mandato da Dio

PAPA GIOVANNI XXIII

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Il Concilio ha dato alla Liturgia ilprimo posto. Infatti la prima costitu-zione ad essere pubblicata (4dicembre 1963) è stata la “Sacro-santum Concilium”, sulla sacraliturgia: nessun concilio l’aveva maifatto prima. E’ il segno di una gerar-chia dei valori, è l’affermazione del pri-mato di Dio e della sua grazia cheviene a noi attraverso i Sacramenti.Ricordo l’entusiasmo con cui, nell’Av-vento del 1964, si è iniziata l’attuazio-ne della riforma liturgica e la piacevolefatica di presentarla alla Comunità par-rocchiale. Dopo alcuni anni, però, èsubentrata una fase di assuefazione emolte comunità si sono mosse secon-do il criterio del minimo sforzo. Nonsono neppure mancati elementi di ten-sione che hanno visto affrontarsi dueconcezioni di Liturgia: una conservatri-ce e l’altra progressista. Per alcuni laLiturgia era un tutto perfetto, statico,intangibile e la riforma liturgica avreb-be generato solo caos: questo timore ha datoadito alla nostalgia per il passato. Altri, invece, sidichiaravano delusi dalla riforma, perché la giudi-cavano troppo timida, poco in contatto con l’uomodi oggi, non corrispondente al principio dellaCostituzione (n. 21) che prevede testi e riti facil-mente comprensibili, capaci di portare il popolocristiano a una partecipazione piena, attiva ecomunitaria. Da qui la spinta di alcuni che pur-troppo sono andati verso una creatività che hasorpassato i limiti previsti dalle norme liturgiche.

In realtà la Costituzione sulla liturgia contienevalori positivi e possibilità concrete non semprevalorizzate nel giusto modo. Infatti una riletturadel documento, con l’ermeneutica della continuitàsuggerita da Benedetto XVI, ci permetterà diapprezzarne l’attualità e il notevole camminofatto, sia pure con le inevitabili lacune. Ne richia-mo qui alcuni punti fondamentali.

1. La Liturgia è composta di una parte immuta-bile nei suoi contenuti, perché di istituzionedivina, e di parti suscettibili di cambiamento.La forma della Liturgia e le sue espressioni pos-sono (e devono) variare nel corso dei tempi, perrendere il contenuto della Fede più comprensibi-le al popolo di Dio. Sono queste le parti che la

Costituzione liturgica ha rinnovato, aprendolealle esigenze del nostro tempo, ma mantenen-dole nell’alveo della Tradizione.

Per capire la Liturgia occorre mettere al centroGesù Cristo. E’ Lui, infatti, il “ segno dell’in-contro con Dio”. Da Lui, “ dal costato di Cri-sto, dormiente sulla croce, è scaturito ilmirabile sacramento di tutta la Chiesa”(n.3). I gesti che la Chiesa compie sono gestiumani che incarnano però una azione perso-nale di Cristo. Tutti i sacramenti sono azionepersonale di Cristo, che si incarna in un gestoecclesiale. S. Leone Magno afferma: “Ciò chedi meraviglioso era nel Cristo è passato neisacramenti della Chiesa”.

2. La riforma liturgica ha ricuperato la dimen-sione ecclesiale-comunitaria. La Costituzio-ne, infatti, afferma che la celebrazione dellaMessa è azione di Cristo e del popolo di Dio,gerarchicamente ordinato, e costituisce il cen-tro di tutta la vita cristiana, sia per la Chiesauniversale, che per quella locale e per i singolifedeli. Attorno all’Altare c’è il popolo di Dioconvocato dalla Sua Parola; e la Chiesa non èmai così Chiesa come quando si raduna percelebrare i misteri del Signore. La Liturgia,infatti, “è il culmine verso cui tende l’azione

Testimoniare nella vita ciò che celebriamo nella Liturgia

LA “SACROSANCTUM CONCIULIUM”, 50 ANNI DOPO

La morte di papa Giovanni XXIII (3 giugno del 1963) spinse molti, vista la ritrosia di alcuni vescovi conservatori nel continuare le discussioni, a ritenereopportuno di sospenderne i lavori. Questa ipotesi venne meno con l’elezione al

soglio pontificio dell’arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini (papa Paolo VI), il quale nel suo primo messaggio del 22 giugno 1963 parlò dellacontinuazione del concilio come dell’«opera principale» e della «parte preminen-

te» del suo pontificato, facendo così proprio la volontà del predecessore.

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della Chiesa e, insieme,la fonte da cui pro-mana tutta la sua virtù” (n.10).

3. Un richiamo sempre attuale, su cuiinsiste la costituzione, è la necessità delledisposizioni personali, perché l’azione litur-gica ottenga piena efficacia: tutti devonoprendere parte alla Liturgia in modo con-sapevole e attivo. Per questo è stato intro-dotto l’italiano nella Liturgia. Non inerti spetta-tori, ma partecipazione fatta di comprensioneintima di qualcosa che parte dal cuore. Peravere una assemblea celebrante e vincerel’assuefazione occorre dare urgente priorità aduna permanente formazione liturgica a tutti ilivelli. Bisogna portare la Liturgia al popolo, maanche portare il popolo alla Liturgia. L’assem-blea che par tecipa deveimparare ad assimilare la ric-chezza di fede che si espri-me nei testi liturgici. Si trattadi cogliere lo “ Spirito dellaLiturgia”, secondo la feliceespressione di RomanoGuardini. Occorre una for-mazione biblica per coglierela ricchezza del nuovo lezio-nario, e una formazione allapreghiera, che, secondoMartimort,”non consiste nel-l’esprimersi, ma nella con-templazione, e trova la suasincerità, non nel dire ciòche si pensa, ma nel pensa-re e nel fare ciò che si dicenella preghiera”. La nostramente, insegna la regolabenedettina, deve essereall’unisono con la nostravoce.

Ciò che più mi colpisce piace-volmente della SacrosantumConcilium, e che può esserel’indicazione di una pericolosalacuna di oggi, è la sottolineatu-ra dell’aspetto misterico dellaLiturgia. La par tecipazioneattiva non deve far dimenticareche la liturgia è congiuntamen-te “umana e divina, visibile,ma dotata di realtà invisibili”(n.2). Una autentica celebrazio-ne deve offrire la possibilità divivere il senso del divino, ilsenso del mistero: un misteropregato, contemplato, vissuto.Deve essere una celebrazioneche faccia percepire al suo

centro la divina presenza del Risorto, come nellasinagoga di Nazaret: “gli occhi di tutti erano fissisu di Lui” (Lc. 4,20). Il rischio di una Liturgia alie-nante, costantemente combattuto dai Profeti nel-l’AnticoTestamento, è sempre presente anchenell’oggi della Chiesa. Alienante è quella Liturgiache si ferma alla ritualità senza trasformarsi nellavita. Da qui la costante attenzione ad unacelebrazione che coinvolga la nostra vita e cispinga a compiere con le opere quanto cele-briamo nel sacramento. Testimoniare nella vitaciò che celebriamo nella Liturgia: è questo il fruttomigliore che possiamo offrire alla Chiesa e almondo, ricordando l’insegnamento della “Sacro-sanctum Concilium”.

don Biagio

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Festa dell·oratorio2012

Giovedì 27 abbiamo iniziato ufficialmente le attivitàsportive del nostro oratorio: dopo la S. Messa con ivecchi assistenti, cena in oratorio e dono del

fischietto agli allenatori! Domenica 30 , riscaldati daun bellissimo sole, abbiamo vissuto la S. Messa, i giochi di animazione, il pranzo e la preghiera! Siamostati una sola grande famiglia!

Fotocronaca

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CALENDARIO OTTOBRE 2012DOMENICA 7 OTTOBRERiprende la santa messa capitolare in canto ambrosiano e in lingua latina delle ore11.00. L’accompagnamento musicale è a cura della “Cappella Musicale Ambrosiana”.Ogni domenica, alle ore 17.00, in Basilica, Vespro in canto, Adorazione e BenedizioneEucaristica.

GIOVEDI’ 11Dalle ore 18.30 alle 19.30: Primo incontro di formazione per le catechiste. Ore 20.45, in Basil ica, celebrazione a 50 anni dal Concil io Vaticano II. Presiede il vicario generale della Diocesi, mons. Mario Delpini.

SABATO 13Alle ore 15.30, in Basilica: celebrazione diocesana del “mandato” ai Catechisti.

DOMENICA 21 – DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANOOre 10.00, santa messa e domenica insieme per la Quarta elementare.

DOMENICA 28 – DEDICAZIONE DELLA BASILICA AMBROSIANAOre 10.00, santa messa e domenica insieme per la Quinta elementare. Alle ore 15.30: in oratorio castagnata per tutti.

XXII EDIZIONE DELLA

MOSTRA MERCATO DELL’ANTIQUARIATOORATORIO DELLA PASSIONE

Piazza sant’Ambrogio 23/a (a sinistra della Basilica)

da Sabato 13 a Domenica 28 ottobreda Lunedì a Venerdì: ore 15.30 – 19.00

Sabato e Domenica: 10.00 – 13.00 e 15.30 – 19.00

Il ricavato sarà devoluto a sostegno delle attività caritative della Parrocchia.

Per chi desidera informazioni per la consegna di mobili o oggetti antichi:02.8057310 oppure 338.9321601

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ORARI SS. MESSE

Prefestive: S. Nicolao: ore 17.30Basilica: ore 18.30

Festive: Basilica: ore 8.00 - 10.0011.00 (Capitolare in lingua latina)12.15 - 18.00 - 19.00

17.00 Vespri

Feriali: Basilica: ore 8.00 - 9.00 - 18.30(la messa delle 8.00 è sospesa il sabato)

ORARI SS. CONFESSIONITutti i giorni dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 17.30 alle 19.00

INDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO DEI SACERDOTIMons. ERMINIO DE SCALZI, Abate ParrocoPiazza S. Ambrogio, 15 Tel. 02.863866

[email protected]

Mons. BIAGIO PIZZI, Arciprete Piazza S. Ambrogio, 15Tel. 02.86451300 [email protected]

Don UMBERTO OLTOLINI Piazza S. Ambrogio, 15Tel. 02.72010716 [email protected]

Mons. GIOVANNI MARCANDALLI Piazza S. Ambrogio, 21Tel. 02.72095730 [email protected]

Mons. ANTONIO PAGANINI Via Lanzone, 13 Tel. 02.86451948

Don LUCA CIVARDI P.za S. Ambrogio, 25Tel. 02.8057842 [email protected]

Diac. JACOPO DE VECCHI Piazza S. Ambrogio, 15Tel. 3381976184 [email protected]

8 UNA VOCE dalle due torri

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T Project società di ingegneria srlARCHITETTURA - INGEGNERIACERTIFICAZIONI ENERGETICHEVia Ugo Foscolo, 4 - 20121 Milano

Tel. 02 87392096 - Fax 02 87302099www.tproject.it [email protected]

La Cappella Musicale della Basilica di S.Ambrogio diretta dal M° Giovanni Scompa-rin ha ottenuto la Benemerenza Civica delcomune di Milano. La commissione riunita-si nei giorni scorsi ha decretato all’unani-mità per alti meriti culturali e artistici ilriconoscimento ai cantori ambrosiani, inmerito alla attività svolta presso la Basilicadi Sant’Ambrogio con il canto ambrosiano,la più antica testimonianza culturale occi-dentale. Dopo il riconoscimento ottenutopresso l’Università di Harvard di Boston(U.S.A.) e l’esecuzione del Vespro di SantaCecilia a Roma, su invito del Vaticano, orasi aggiunge un altro prestigioso riconosci-mento al coro della Basilica di S. Ambrogioche è alla costante ricerca di nuove voci dainserire nell’organico.La cerimonia ufficiale per la consegnaavverrà domenica 7 dicembre alle ore 10.30,proprio in coincidenza con la festività delsanto patrono di Milano, presso il TeatroDal Verme, via San Giovanni sul Muro aMilano alla presenza del Sindaco Moratti,del presidente del consiglio comunale, deicapigruppo politici, dei rappresentanti dellaProvincia e della Regione. La cerimonia èaperta al pubblico.Sabato 13 dicembre alle ore 17.00 in colla-borazione con il FAI (Fondo per l’AmbienteItaliano) saranno eseguiti i Primi Vespri diSanta Lucia nella versione medievale, con lapresenza dei Solisti della Cappella MusicaleAmbrosiana.Per informazioni: [email protected]

UN DOVEROSO RINGRAZIAMENTO

La Comunità parrocchiale di

S. Ambrogio in Milanoringrazia la

FONDAZIONECARIPLO

che ha elargito un importante contributo

per il restauro del pavimento della Basilica

CIVICA BENEMERENZA AI

CANTORI AMBROSIANI

S. AMBROGIO dicembre 2008 03-12-2008 12:359 Pagina 8

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Di Vezzosi Flavio GiuseppeSede amministrativa:

P.zza Salvatore Farina, 18/10 - 20125 MilanoTel. 02 60781512 - Fax 02 69004651 - cell. 338 7984536

Sede Operativa: Via Alberto Nota, 43 – 20126 Milano

ANAGRAFE PARROCCHIALESETTEMBRE 2012

Hanno ricevuto il Santo BattesimoTerenzi Olivia, Mottola Antonio Francesco, ContessiniAvesani Niccolò, Ghidini Matilde Maria, Slocovich MariaSofia, Marcacci Valentina, Cardano Nina Camilla, Bulgari-ni Elci Giacomo, Pazzini Guglielmo.

Hanno celebrato il MatrimonioFarina Francesco & Uzzo Rossella, Cannata Stefano &Bertoli Benedetta, Tundo Fabrizio & Majocchi Benedetta,Toffolo Roberto & Nosengo Ilaria, De Rossi Nicola & BanfiValeria, Monti Filippo & Colombo Alessia, Samek LodoviciGiacomo & Papi Agnese, Caniato Marco & Lupo Sarah,Fusi Matteo & Rodighiero Elena, Conforti Davide & Man-tovani Irene.

Due letture nell’annodella fede