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Valutazione Rischio biologico e Rischio da stress 16 aprile 2009 Dott.ssa F.M.Pelosi ASL Napoli 2 NORD

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Valutazione Rischio biologico e

Rischio da stress

16 aprile 2009Dott.ssa F.M.PelosiASL Napoli 2 NORD

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Definizione Rischio Biologico

esposizione agli agenti biologici negli ambienti di vita e di lavoro

Definizione di Agente BiologicoSi definisce Agente Biologico qualsiasi

microrganismo (batteri, virus, parassiti etc) in grado di determinare l’insorgenza di una malattia nell’uomo

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Articolo 267 - DefinizioniArticolo 267 - Definizioni

agente biologico: qualsiasi microrganismo agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; intossicazioni; microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari

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Caratteristiche di pericolosità degli agenti biologici

Infettività:Infettività: capacità di un microrganismo di capacità di un microrganismo di resistere alle difese dell’ospite e di resistere alle difese dell’ospite e di replicarsi in esso replicarsi in esso

Patogenicità:Patogenicità: capacità di produrre malattia a capacità di produrre malattia a seguito di infezioneseguito di infezione

Trasmissibilità:Trasmissibilità: capacità di un microrganismo capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto di essere trasmesso da un soggetto portatore ad un soggetto non infettoportatore ad un soggetto non infetto

Neutralizzabilità:Neutralizzabilità: disponibilità di efficaci disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la cura malattia o terapeutiche per la cura ( VACCINAZIONE)( VACCINAZIONE)

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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICIGruppo 1: agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;Gruppo 2: agente che può causare malattie negli uomini e costituire rischio per i lavoratori; di solito non si propaga in comunità ed è aggredibile con efficaci misure profilattiche e terapeutiche;Gruppo 3: agente che può causare malattie gravi e, pertanto, costituisce rischio per i lavoratori; può propagarsi in comunità, ma è aggredibile con efficaci misure profilattiche e terapeutiche;Gruppo 4: agente che può causare malattie gravi e, pertanto, costituisce grave rischio per i lavoratori; è ad elevato rischio di propagarsi in comunità, non è aggredibile con efficaci misure profilattiche e terapeutiche.

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L' ALLEGATO XVLI riporta l'elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4.

Articolo 266 - Campo di applicazioneLe norme del presente titolo si applicano a tutte le

attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici

TITOLO X – ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICICAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI

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L' ALLEGATO XVLI riporta l'elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4.

Articolo 266 - Campo di applicazione  Le norme del presente titolo si applicano a tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologiciNelle attività, quali quelle riportate a titolo esemplificativo nell' ALLEGATO XLIV, che, pur non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici, possono implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi, il datore di lavoro può prescindere dall'applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 273, 274, commi 1 e 2, 275, comma 3, e 279, qualora i risultati della valutazione dimostrano che l'attuazione di tali misure non è necessaria.

TITOLO X – ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICICAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI

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Trasmissione dall’ambiente

L’ambiente di lavoro come altri ambienti di vita può consentire la sopravvivenza di alcuni microrganismi caratterizzati da particolari forme di vita quelli che sopravvivono più frequentemente al freddo, alla mancanza di umidità e di nutrimento sono le spore e alcuni tipi di funghi

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TETANO

ag. Biol: Clostridium tetani (in forma di spora e/o a trasmissione diretta del batterio)Le spore penetrano nell’organismo attraverso ferite contaminate da terriccio, polveri e/o da feci animaliPrevenzione: vaccinazione obbligatoria

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Sorgenti di Infezione di Aspergillosi

SuoloAria; spore possono essere inalateAcqua CiboCompost e vegetazione in decomposizioneMateriali ignifughiMaterassi, cusciniSistemi di ventilazione ed aria condizionata

Spore di Aspergillus

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Aspergillus as a pathogen in man-

Soggetti a rischio immunodepressi:.

Immunodepressione Ipereattività immune

Aspergillosi acuta invasiva

Aspergilloma

Aspergillosi allergicaSinusite allergica

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FONTI DI INFEZIONI DA LEGIONELLATorri di raffreddamento ( condizionatori )Impianti di distribuzione dell’acqua calda :

OspedaliAlberghi

Abitazioni, impianti sportivi, ecc.Acque termali

Vasche idromassaggioFontane decorative

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rete fogniaria

Microorganismi:Cryptosporidium parvum (polmoniti);Toxoplasma gondii , Coxiella burnetii (Febbre Q) (fegato)Yersinia enterocolitica, virus epat.A, salmonella tiphi,giardia lamblia,amebe, (inf.intestinali)Leptospira ( contag. ematico) clostridium tetani ( ssnc)

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ANTROPOZOONOSI

MORSO DA RATTO ( RICKETTIOSI)PUNTURA DA INSETTO ( LEISHMANIOSI, FLEBOTOMI, POMNFI DA ZANZARA)

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Riserve di infezionePOLMONITI DA CRIPTOSPORIDIUM(PARASSITA) nel guano di uccello

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CONCLUSIONIÈ necessario:

Adeguare le procedure di lavoro rispetto al r.biologicoDotare di idonei mezzi di protezione Profilassi idonea ( camp.vaccinale per : tetano,tifo,leptospira…)Individuare misure particolari per soggetti a maggior rischio (atopici, immunodepressi ecc)Formazione e informazione adeguata

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Rischio STRESS

Classificazione dei rischi professionali

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Classificazione dei rischi professionali

RISCHI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORIRISCHI PER LA SALUTE DEI LAVORATORIASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI E STRESS LAVORO CORRELATO

Organizzazione del lavoroCompiti, funzioni e responsabilitàFormazione – Informazione - Partecipazione -

AddestramentoAddestramentoEmergenza, pronto soccorsoManutenzione e collaudiPresenza di Lavoratori provenienti da altri paesiPresenza di Lavoratori provenienti da altri paesiLavoratori autonomi; lavoratori a contratto; Lavoratori autonomi; lavoratori a contratto; appaltiLavoro notturnoTutela della donna gestante ed in puerperioTutela della donna gestante ed in puerperio Dispositivi di protezione individualeAttività in esterno

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““STRESSSTRESS””

Secondo un dizionario corrente, la parola "stress" deriva dall'inglese medio stressestresse (sofferenza, patimento), dal francese antico estresseestresse (ristrettezza), dal volgare strictiastrictia, dal latino strictusstrictus (stretto), dal participio passato del verbo latino stringere (legare, stringere).

Il termine stress fu originariamente mutuato dall’ingegneria, dove si riferisce all’azione di forze fisiche su strutture meccaniche.

Coping (risorse cognitive e comportamentali messe in gioco per controllare le domande esterne ed interne create dalla situazione stressante), risposta aspecifica a qualsiasi richiesta proveniente dall’ambiente, al fine di conseguire un adattamento.

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EUSTRESSEUSTRESS

Stress positivo.Stress positivo.Stimolo che induce l'organismo a reagire Stimolo che induce l'organismo a reagire al meglio a un evento esterno. al meglio a un evento esterno. Livello fisico Contrazione muscolareLivello energetico produzione di caloreLivello neurocomportamentale tempi di latenza, attenzione e velocità della risposta Livello psichico razionalizzazione dello stimolo, miglioramento delle performance

DISTRESSDISTRESS

stress negativo, spesso in forma cronica, che produce effetti negativi sulla psiche e sull'organismo. Superamento delle resistenze per effetto di:

Stimoli isolati, di alta intensitàStimoli reiterati

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Teoria di Seyle

TEORIA DI SEYLE TEORIA DI SEYLE

Sindrome generale di adattamento (G.A.S.), reazione biologica dell’organismo ad uno sforzo fisico intenso e prolungato.Minimo comune denominatore delle reazioni dell'organismo a (quasi) ogni tipo concepibile di esposizione, stimolo e sollecitazione, ovvero lo stereotipo, il modello generale di reazione dell'organismo ai fattori di stress di qualunque tipo.

LE FASI DELLO STRESSLE FASI DELLO STRESS

L’ ALLARME permette una rapida reazione, uno sforzo improvviso (fisico/psichico) attiva il sistema nervoso autonomo; l’organismo si allerta e si attiva per fronteggiarlo.

La RESISTENZA entra in funzione in caso di stress prolungati; se lo sforzo prosegue nel tempo, l’organismo cerca di adattarsi con una iperfunzione degli organi bersaglio (ghiandole surrenali, sistema endocrino, sistema neurovegetativo,ecc)

L’ ESAURIMENTO è la fase in cui l’organismo non è più in grado di sostenere la richiesta subendo danni irreversibili (al sistema immunitario, cardiovascolare, ecc)

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Coping

Con l’introduzione del concetto di Coping (risorse cognitive e comportamentali messe in gioco per controllare le domande esterne ed interne create dalla situazione stressante), si è arrivati alla formulazione di una teoria unificata che ricompone l’interpretazione psicofisiologica con la sua natura biologica.

Il soggetto non solo reagisce ma INTERAGISCEINTERAGISCE a

FATTORI AMBIENTALIFATTORI AMBIENTALI

FATTORI AMBIENTALIFATTORI AMBIENTALI FATTORI AMBIENTALIFATTORI AMBIENTALI

FATTORI AMBIENTALIFATTORI AMBIENTALI

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• STRESS ACUTO: gli eventi stressanti si presentano in modo acuto e la risposta dell’organismo si attiva e si esaurisce in poco tempo

STRESS CRONICO: gli eventi stressanti si protraggono per un tempo abbastanza rilevante e la risposta dell’organismo deve essere mantenuta per tutto questo tempo

Stimoli qualitativamente diversi possono indurre la medesima reazione psico-biologicaStimoli di eguale intensità non necessariamente inducono reazioni di uguale intensità in individui differentiL’eziologia della reazione di stress non è mai unifattoriale ma multifattoriale, presupponendo almeno l’interazione tra stimoli e condizionamento soggettivoLo stesso livello di stress indotto dal medesimo stimolo può essere associato a differenti tipi di reazione ed eventualmente a differenti disordini o “lesioni” nei vari sistemi dell’organismo.

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Le cause più frequenti di STRESSA. eventi grandi e piccoli legati

all’AMBIENTE ESTERNO

B. eventi e situazioni legate all’AMBIENTE DI LAVORO

C. stili di vita, atteggiamenti riconducibili al CARATTERE

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Stress lavoro-correlato

"Lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influire negativamente

sulle condizioni di salute e provocare persino infortuni" (NIOSH, 1999)

Elementi fondamentali- Le condizioni emotive dell'ambiente in cui si lavora- La sussistenza di un clima organizzativo che stimoli la creatività e l'apprendimento- L'ergonomia - La sicurezza degli ambienti di lavoro

I rischi alla base dello stress da lavoro vanno strettamente correlati ad aspetti di progettazione,di organizzazione e di gestione del lavoro,

nonché ai rispettivi contesti ambientali.

I rischi alla base dello stress da lavoro vanno strettamente correlati ad aspetti di progettazione,di organizzazione e di gestione del lavoro,

nonché ai rispettivi contesti ambientali.

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Valutazione dei rischiValutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza

art. 2 D.Lgs. 81/08

Occorre chiedersi:• Cosa provoca il danno, il disagio, il malessere?• È possibile eliminare le cause?• Si può agire con misure preventive e/o di protezione al fine di arginare il “problema”?

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ELEMENTI SOGGETTIVI

Percezione del lavoratoreRisultati dei questionari somatiformi forniti dal medico competente

Lo stress è uno stato psicologico difficile da misurare, può essere provocato anche da fattori esterni al lavoro.

Valutazione del rischio stress lavoro correlato

ELEMENTI OBIETTIVI

Dati statistici aziendaliOrganizzazione dei compiti lavorativi e delle condizioni di lavoroModalità di comunicazione internaAspetti specifici correlati alla sicurezzaDati biostatistici redatti dal medico competente

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È indispensabile in una azienda complessa individuare preliminarmente le aree lavorative omogenee in riferimento a “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari”.

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Figure coinvolte nella valutazione del rischio stress lavoro correlato

DATORE RSPP MC RLS Esperti, anche esterni

OBBLIGHI: art. 28 D.Lgs 81/2008 art. 41 D.Lgs 81/2008

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Dati statistici aziendali – Indicatori di disagio

Infortuni : numero totale, analisi degli infortuni ripetuti (per accadimento e soggetti coinvolti)Assenze per malattieDenunzia di malattie professionaliTurn overAssenteismoRitardi in entrata rispetto al normale orario di lavoroRichieste di trasferimentoLamenteleIncertezza in ordine alle prestazioni richiesteEcc.

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Dati statistici aziendali – Indicatori di fattori di rischio

Lavoro notturnoLavoro a turniLavoro in isolamentoLavoro ripetitivoLavoro con elevati ritmi di lavoroRotazione dei lavoratori su più postazioni di lavoro/compiti/mansioniPrestazione abituale di lavoro straordinarioAssenza di pause di lavoro chiaramente prestabiliteTrasferte di più giorni senza rientro al domicilio e ripetute richieste di trasferte di breve durata non previsteLivelli di elevata vigilanza da mantenereLivello di responsabilità nei confronti di terziAttività di emergenza/urgenzaAttività assistenziali con persone non collaboranti, ad alta patologia o terminaliInfortuni: numero totale, analisi degli infortuni ripetuti (per accadimento e soggetti coinvolti)Carichi di lavoroMancata corrispondenza tra competenze e requisiti professionali richiestiEcc.

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Dati statistici aziendali – Indicatori di supporto positivoFormazioneFlessibilità dell’orario di lavoroProcedure operative condivise ed aggiornateRiunioni periodiche di repartoFeed-back dato ai lavoratoriCarico di lavoro valutato rispetto alla tipologia di lavoratori (età, genere,ecc.)Criteri di incentivazione e/o sistemi premianti chiari e definitiStrategia di wellness e strategie di copingPresenza di asilo nido e/o ludoteca aziendaleBar e/o mensa aziendali fruibili anche in orario notturnoPossibilità di interazione sociale nello svolgimento della mansione in isolamento Ecc.

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Dati statistici aziendali – Indicatori sociali

PendolarismoMultietnicitàTipologia di contrattoIncertezza in ordine alle prospettive di impiego o ai possibili cambiamentiCassa integrazioneEcc.

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Intervista strutturata/semistrutturata

Individuare i conoscitori esperti della realtà lavorativa “testimoni privilegiati” successivamente esplicitati nel DVRS con nome, cognome e ruolo:

- dirigente realmente investito di poteri gestionali ed organizzativi

- responsabile del processo lavorativo- RLS- lavoratore esperto/anziano- medico competente- RSPP o ASPP qualora la valutazione venga effettuata da

consulenti esterni

Utilizzare questionari validati e/o presenti in letteratura orientati alla rilevazione di dati inerenti la struttura aziendale, l’organigramma e la gerarchia aziendale, l’organizzazione dei compiti lavorativi, aspetti sociali del lavoro, clima organizzativo, rischi per la salute e la sicurezza.

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ACCORDO EUROPEO 2004SINDACATI-CONFINDUSTRIA-ARTIGIANATO-PUBBLICO IMPIEGO

AZIONE COMUNE (DATORI-LAVORATORI)

INTERESSA TUTTE LE REALTA’ LAVORATIVE E TUTTI I LAVORATORI

ESAMINARE IL PROBLEMA VUOL DIRE: - maggiore efficienza aziendale - miglioramento delle condizione di salute

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OGGETTO/SCOPO

MIGLIORARE LA CONSAPEVOLEZZA

MIGLIORARE LA CONSAPEVOLEZZA

MIGLIORARE LA COMPRENSIONEMIGLIORARE LA COMPRENSIONE

NON COLPEVOLIZZARE L’INDIVIDUO

“STRESSATO”

NON COLPEVOLIZZARE L’INDIVIDUO

“STRESSATO”

ATTIRARE L’ATTENZIONE SUI SINTOMI AZIENDALI E

INDIVIDUALI DELLO STRESS

ATTIRARE L’ATTENZIONE SUI SINTOMI AZIENDALI E

INDIVIDUALI DELLO STRESS

DELLO STRESSDELLO STRESS

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FINALITA’

INDIVIDUARE LE CAUSE

PREVENIRE GLI EFFETTI

CONOSCERE L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

(RUOLI, COMPETENZE, SUPPORTO)

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VALUTAZIONE DEL RISCHIO

IDENTIFICAZIONE FATTORI DI

RISCHIO

IDENTIFICAZIONE DEGLI ESPOSTI

VALUTAZIONE E STIMA DEL

RISCHIO

IDENTIFICAZIONE MISURE

PREVENTIVE

INDIVIDUAZIONE “STRESSATI”

CONTROLLO/SORVEGLIANZA SANITARIA

GESTIONE DEL RISCHIO

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Equità, sensibilità sociale e sentimento di imparzialità (indaga le percezioni sulle politiche retributive e di carriera, e i vissuti relativi ai sentimenti di giustizia, all'interno dell'azienda) - Reward

Chiarezza dei ruoli e dei compiti (misura la consapevolezza dei propri ambiti di discrezionalità e responsabilità, dei rapporti gerarchici, ecc.) - Job description

Organizzazione del lavoro (valuta le percezioni relative alla sensazione di autonomia nello svolgimento del proprio lavoro) - Autonomia

Relazioni e comunicazioni con i superiori (analizza le percezioni relative allo stile di comando dei superiori) - Leadership

Immagine dell'organizzazione e declinazione operativa degli orientamenti strategici (valuta le

percezioni relative alla coerenza fra efficacia del funzionamento aziendale e declinazione operativa degli obiettivi) - Coerenza/Fairness

STRUMENTI: M_DOQ10 - 1 (clima organizzativo)

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Coinvolgimento nel lavoro e nell'organizzazione (analizza le percezioni e i vissuti relativi all'investimento emozionale sul lavoro) - Job involvement

Coesione di gruppo (indaga il clima relazionale all'interno del gruppo) - Team

Disponibilità e chiarezza nella diffusione delle informazioni (valuta le percezioni relative alla diffusione dell'informazione) - Comunicazione

Vitalità organizzativa e propensione/incentivazione dell'innovazione (indaga le percezioni in merito al dinamismo dell'azienda) - Innovatività

Apertura al progresso sociale e personale ed ai bisogni sociali e personali (indaga le percezioni circa quanto l'azienda fa per favorire il progresso personale e lo sviluppo organizzativo) - Dinamismo/Sviluppo

STRUMENTI: M_DOQ10 - 2

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1. Soddisfazione lavorativa (per la carriera, per il tipo di lavoro, per la struttura organizzativa, per i processi interni all’organizzazione, per le relazioni interpersonali

2. Attuale stato di salute (sia psicologica, sia fisica)

3. Abitudini comportamentali per la valutazione della componente comportamentale di “TIPO A” (atteggiamento verso la vita, stile comportamentale, ambizione)

4. Interpretazione degli eventi: locus of control

5. Fonti di pressione nel lavoro (fattori intrinseci al lavoro, ruolo manageriale, carriera e riuscita, clima e struttura organizzativa, interfaccia casa-lavoro)

6. Modo di affrontare lo stress: strategie di coping (supporto sociale, orientamento al compito, logica, relazione casa-lavoro, tempo, coinvolgimento)

STRUMENTI: OSI SOGGETTIVITA’

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Dal questionario OSI è possibile identificare i soggetti che lamentano

condizioni di stress lavorativo:

Punteggio nelle “fonti di stress” > 8che condiziona l’attribuzione di un

fattore K correttivo del valore R precedentemente calcolato,

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A. Negli ultimi 6 mesi ha avuto molti fastidi a causa di uno dei seguenti problemi?

INDICHI ACCANTO AD OGNI DISTURBO SE LO HA AVUTO, QUANTE VOLTE, PER QUANTO TEMPO Quante volte? Quanto dura in

media?

 

1. Mal di testa SI NO __________ _______________

2. Sentire il cuore battere forte nel petto SI NO __________ _______________

3. Fastidio, languore o disagio allo stomaco SI NO __________ _______________

4. Eccessiva aria o gonfiore all’addome SI NO __________ _______________

5. Mal di schiena SI NO __________ _______________

6. Vertigini SI NO __________ _______________

7. Senso di pesantezza o di leggerezza della testa SI NO __________ _______________

8. Bocca secca SI NO __________ _______________

9. Sentirsi sempre stanco SI NO __________ _______________

10. Dolore alle braccia o alle gambe SI NO __________ _______________

11. Difficoltà a dormire SI NO __________ _______________

12. Sensazioni spiacevoli di insensibilità o formicolio SI NO __________ _______________

13. Stato di agitazione SI NO __________ _______________

14. Incubi SI NO __________ _______________

15. Sentirsi particolarmente irritabile/nervoso SI NO __________ _______________

16. Difficoltà a concentrarsi SI NO __________ _______________

17. Difficoltà a relazionarsi con gli altri SI NO __________ _______________

18. Mancanza di iniziativa, apatia SI NO __________ _______________

19. Sentirsi particolarmente triste SI NO __________ _______________

20. Cambiamento nelle abitudini alimentari SI NO __________ _______________

21. Difficoltà di memoria SI NO __________ _______________ 22. Insicurezza, paura di fallire SI NO __________ _______________

STRUMENTI: disturbi somatiformi

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Monitoraggio periodico del processo e delle variazioni del clima organizzativoAnalisi periodica dei dati statistici e degli eventi sentinellaAttivazione delle strategie di wellness più confacenti ai dati oggettivi, alle esigenze aziendali e alle richieste dei lavoratoriIndividuazione del destinatario della tenuta dei dati sensibili ai fini della definizione dell’organizzazione del lavoro

“Attenzione” alla divulgazione di linee di indirizzo e buone prassi migliorative della gestione del rischio stress lavoro correlato.

CONCLUSIONI