un’altra moneta di domenico de simone

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  • 8/9/2019 Unaltra moneta di Domenico De Simone

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    Domenico de Simone

    Unaltra moneta

    I TITAN, LA RIVOLUZIONE

    DELLA FINANZA

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    Unaltra moneta

    Sommario

    I. INTRODUZIONE .......................................................4

    II. NATURA E FUNZIONE DELLA MONETA ...........141. La moneta merce ............................................................................142. La moneta nelleconomia classica ....................................... ........ ..163. La legge di Say ...............................................................................204. La crisi del 29 e Keynes ................................................... ........ ....245. Dopo la rivoluzione keynesiana: monetarismo e liberalismo ...... ..286. Il fallimento del monetarismo ...................................................... ..30

    III. LA RICCHEZZA ....................................................351. Economia agricola ed economia industriale .......................... ........352. La questione della coscienza ..........................................................373. Produttori e consumatori ................................................................394. Dal consumatore al fruitore .............................................. ........ .....425. La ricchezza e laccumulazione monetaria ................................ ....466. Che cos la ricchezza ....................................................................547. Il lavoro e lautomazione ....................................................... ........628. Le economie alternative ................................................................ .68

    IV. IL TASSO NEGATIVO ......................................... 751. Introduzione ................................................................................. ..75

    2. Gli obiettivi del tasso negativo .......................................... ........ ....793. Filosofia del tasso negativo ............................................................834. Produzione e denaro a tempo .........................................................875. Consumo, risparmio e denaro a tempo ............................ ......... .....906. Il capitale sociale ............................................................................927. Titan, Banca del Movimento e FAZ ...................................... ........97

    V. LA BANCA DEL MOVIMENTO .......................... 1011. Premessa .......................................................................................1012. La base della BdM ................................................................ .......1023. Le emissioni di Titan .................................................... ......... ......1044. Tecnica e politica .................................................................... .....1065. Il funzionamento della BdM .......................................................108

    6. Obblighi dei soci ......................................................................... .1097. Perch aderire alla BdM? .............................................................1108. La BdM e il sistema finanziario ...................................................114

    VI. LE FAZ ............................................................... 1161. Che cos una FAZ .............................................................. ........1162. Il potere e le rivoluzioni ...............................................................1173. Democrazia, giustizia e verit ......................................................1194. Gerarchia e accumulazione .........................................................1205. Principi della FAZ ........................................................................122

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    6. NIMG, Not in my garden! ............................................... ........ ....128

    VII. APPENDICI....................................................... 1351. Cicli di produzione e denaro ........................................................1352. Cicli economici e Titan ............................................................... .1383. La natura dei Titan ...................................................................... .1424. Verit e giustizia .................................................................. ........1545. Societ senza giustizia e senza verit ...........................................1576. Parecon e il NIMG - di Adele Oliveri ..........................................159

    VIII. FREQUENTLY ASKED QUESTIONS ............1621. FAQ sui Titan .................................................................. ........ ....1622. FAQ sulla FAZ - Financial Autonomous Zone ................... ........1663. FAQ in forma di dialoghetto ........................................................169

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    I. INTRODUZIONE

    Lumanit che partecipa al Movimento la pi varia ecomposita. Operai, impiegati, studenti, contadini, cococ,autonomi, disoccupati, imprenditori di s stessi e di altri,negozianti, preti, missionari, suore, giornalisti, fotografi,professionisti, attori, eccetera, eccetera. Credo che ilmovimento riassuma in s tutto lo spaccato della societcivile, con preponderanza di alcune figure professionali, macon la presenza della maggior parte di quelle che ci possonovenire in mente.

    Che cosa hanno in comune tutte queste persone? Molte

    cose, ma con certezza possiamo dire che avversano il mododi vivere cui le costringe la societ del profitto. Che,insomma, il profitto come fine dellesistenza lavversario, ci che lega lopposizione contro questo sistema di tuttiquelli che a Genova come a Firenze, a Seattle come a NewYork, a Porto Alegre come a Praga, ci sono andati con ipiedi e di tutti quelli che ci sono andati con il cuore.

    Unaltra cosa hanno in comune queste persone: che nonvogliono un nuovo ordine.

    Il movimento comunista lottava per imporre lordinecomunista su quello capitalista. Potere contro potere, con il

    relativo corollario di potere giusto contro il potere ingiustoe sofismi aggregati a supporto di tale contrapposizione.Come la democrazia delle societ borghesi, dietro alla

    quale si nasconde il potere del denaro, o la liberazione dellemasse del socialismo reale, che nasconde il potere delleburocrazie della pianificazione.

    Il Movimento non ha un ordine da imporre e nemmenoda proporre. Ciascuno pensa al suo ordine, se ne ha voglia etempo. Certamente tutti vogliono una societ pluralista,per universale, nella quale le specificit locali ed etnichesiano tutelate e non mortificate, in cui tutti abbianoopportunit adeguate di farsi valere, senza che questosignifichi la morte di chi non ce la fa. Una societ solidale ericca di umanit.

    Ecco, fermiamoci su questo punto.Ho usato un termine, ricco di umanit, che ci riporta al

    concetto di ricchezza ed alleconomia.Una societ nuova una societ in cui la ricchezza

    lumanit e non il denaro, la solidariet e non il profitto, ilbenessere spirituale insieme con quello materiale.

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    Dico assieme, perch le due cose non sono affattocontraddittorie ed ipocrita contrapporle, cos come falsodire che il benessere spirituale possibile solo se si rinunciaa quello materiale. Perch questo ragionamento ha il falsopresupposto: che la ricchezza sia possibile solo con il

    profitto. Questo il paradigma di una societ con risorsescarse, in cui il ricco colui che ha sottratto molte risorsealla collettivit. Oggi questo paradigma divenuto falso. Cisono molte risorse, sufficienti per tutti, ed altre sononascoste e possono e debbono essere sollecitate in manieraappropriata.

    Il paradigma della scarsit ha come corollario un sistemadi accumulazione che si fonda sul profitto e sullinteresse.Pi i capitali sono scarsi maggiore il tasso di interesse cheessi richiedono perch maggiore il rischio. Lusura dellafinanza si ammanta di eticit nascondendosi dietro ilparavento dellutilit collettiva di un corretto uso di risorsescarse.

    La rapina della natura operata dal capitalismo nasceproprio nella logica del profitto e dellusura che attribuisceun valore solo a quelle cose che sono scarse e, diconseguenza, tende a far diventare tutto scarso allo scopo dipoterlo monetizzare

    Esemplare quello che sta accadendo per lacqua, cheviene sistematicamente inquinata allo scopo di renderlapreziosa e quindi assoggettabile al dominio del capitalemonetario.

    E pensare che viviamo nel pianeta azzurro, cos detto

    proprio perch ricchissimo di acqua! Noi abbiamo lacapacit di usare le risorse senza distruggere il mondo e lanatura, anzi rispettandola e valorizzandola al massimo, alcontrario di questo sistema nel quale la rapina e ladistruzione della natura sono un elemento essenziale pergenerare il profitto e alimentare lusura.

    In realt, oggi, disponiamo di risorse materiali inabbondanza, e di risorse immateriali illimitate. Un notocosmologo e fisico, Frank Tipler, sostiene che le risorse,sono illimitate sul piano fisico, nel senso che sono sempresufficienti per ciascuna unit vivente nel tempo della sua

    vita1.Con le nostre tecnologie avremmo la possibilit di

    rendere del tutto automatici processi di produzione cherendono schiavi gli uomini che ci sono addetti.

    1 Cfr. infra, sez. IV cap. 6 - il capitale sociale - pag. 97, le considerazioni diTipler sulle risorse nelluniverso. Il problema delle risorse deve essere posto suun piano culturale e non su un piano di mero conteggio di esse data unadeterminata capacit di utilizzo. Questa, infatti, dipende dalle conoscenzescientifiche che hanno una capacit di crescita almeno pari alla crescitadellespansione della vita nelluniverso.

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    Paradossalmente, poich quel lavoro rappresenta la vitadi molte persone, difendiamo un lavoro che di per s unostrumento di schiavizzazione, invece di batterci per farlo

    scomparire. E lequivoco che contenuto nel diritto allavoro, che rovescia il senso dellesistenza. Il lavorosemmai un dovere, che si risolve in ricchezza se libero.Il lavoro sotto la costrizione di non poter vivere senza, una schiavit e basta.

    Dire che la ricchezza quella che nasce dallo spiritoumano esprime un pensiero comune a molti. La cosaparadossale che questo pensiero non si coniuga, poi, concomportamenti conseguenti. La ricchezza, in questa societ, data solo dal denaro, e il denaro cresce solo sul profitto.Di conseguenza la ricchezza il profitto.

    Nellaccezione corrente in economia, si fa riferimentoper definire la ricchezza al concetto di scarsit. Un bene tanto pi prezioso in quanto scarso, ed questa la ragioneper cui loro vale molto di pi dellaria, nonostante questasia indubbiamente essenziale per vivere mentre loro deltutto superfluo.

    Ma se ci pensiamo bene, questa idea falsa. Se cosfosse, della buona musica, o letteratura o filosofia, che sonocertamente scarse, avrebbero un grande valore. Al contrarioil valore, in quei campi, dato dal profitto, poich un libroo un disco non vengono venduti in base al loro valoreeffettivo, ma in base a quello che riescono a produrre, equindi al capitale che viene investito per la loro produzione.Non quindi la scarsit che rende preziose le cose, ma ilprofitto del capitale2.

    Tutti noi proviamo un senso di profondo disagio difronte a questa considerazione, perch ci rendiamo contoche stiamo immersi nella logica del capitale ed esattamentenel punto in cui esso vuole che stiamo. Ed un disagio chesi traduce, poi, in rimozione del problema, e non nellaricerca della sua soluzione.

    Anche contestare il capitalismo funzionale alla suariproduzione. Se non ci credete, provate a pensare a quanto

    abbiano fruttato ai mass media le notizie sugli scontri equanta informazione richieda il movimento, e per loro,linformazione ricchezza. Questo non significa che nondobbiamo contestarlo, ma che lopposizione e la lottadevono assumerne forme e contenuti diversi, poich quelli

    2 Il paradigma della scarsit ha come corollario la necessit crescente di sacrificiper ovviare alle ristrettezze della scarsit. Sulla teodicea del sacrificio cfr. leilluminanti pagine di C. Gambescia,Mercato, ed. Settimo Sigillo, Roma 2002pagg. 44 e segg.

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    usuali sono stati oggettivamente inglobati nella logica dellariproduzione del capitale finanziario3.

    Dobbiamo, allora, riflettere su che cosa possa davverorompere questo circolo perverso, che si impadronisce dellenostre stesse vite fino a renderle strumenti per la creazione

    di denaro e di profitto. Abbiamo la possibilit di creareuna societ fuori dalla logica del profitto, e di farla subito.Ci sono i numeri, le risorse, la fantasia, le capacit.Facciamola.

    Lidea quella di costruire, tra noi, un sistema direlazioni che siano estranee al profitto, pur consentendo achi le fa, di trarre un utile da queste relazioni. Credo chechiunque svolga una prestazione debba ricavarne un utile, ilche non significa che questo utile debba necessariamenteessere un profitto. Infatti, la remunerazione di unattivit cosa diversa dal profitto, che attiene alla valorizzazione delcapitale e non delle risorse umane. Dobbiamo, quindi,impedire che avvenga quel corto circuito che identificacapitale monetario con i valori umani, fino al punto incui questi sono subordinati a quello.

    Dobbiamo dichiarare e dimostrare che lidentit di valoriumani e valori monetari falsa ed in s uno strumento dipotere.

    Come dicevo, ci sono risorse umane in quantit. Ci sonoanche risorse materiali a sufficienza, e ormai da oltre diecianni. Insomma, non necessario che qualcuno muoia difame affinch altri possano vivere, cos come non necessario che molti facciano un lavoro massacrante e

    alienante affinch pochi possano pensare.Daltra parte lo scambio alla base della logica del

    profitto. Come ho dimostrato nel mio libro Dove andr afinire leconomia dei ricchi, allo scambio si stannosovrapponendo logiche di relazioni completamente diverse,nelle quali anche la valutazione dellapporto di ciascuno del tutto superflua, cos come sono insensati i pagamenti indenaro.Come dice Serge Latouche, Non si tratta dunque, dibandire i mercati o di escluderli, ma di limitare il mercatolottando contro levidenza del suo spirito. E quindi in

    questo processo di liberazione delle mondialitdalleconomicismo, (dis-economicizzazione dellemondialit) che un progetto di economia alternativa

    plurale e solidale pu acquistare senso e consistenza e nonessere soltanto un alibi, unutopia, o, addirittura, ungiochetto per ingenui. Non ci si ritrover pi allora di

    3 Cfr. sul punto, ma anche come riferimento generale allispirazione di tutoquesto libro, R. Vaneigem, Trattato del saper vivere ad uso delle giovanigenerazioni, Malatempora, Roma, 1999

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    fronte ad un tentativo di bricolage di formule astratte(mercato, ridistribuzione, reciprocit), ma ad una praticaben contestualizzata di rifondazione4.

    Dobbiamo quindi realizzare lutopia di una societche si fonda sulla vera ricchezza, che quella che nascedagli uomini.

    Si tratta di unutopia concreta, reale immediata. Senza isogni, gli uomini sono gi morti. Ma vivere nel sogno,dimenticando la realt, anche peggio. Se abbiamo unsogno dobbiamo viverlo fino in fondo, renderlo reale,subito. Solo cos possiamo sollecitare le forze che sonoattorno ed insieme a quel sogno.

    Non abbiamo bisogno dellutopia del futuro, perchcome diceva Keynes, a lungo termine saremo tutti gi

    morti. Non vogliamo nemmeno lutopia del passato, quelladei morti che ritornano in forma di sogno splendente,nascondendo la miseria del loro e del nostro presente. Nondobbiamo negare la miseria del nostro presente,proiettandoci in un mondo fantastico che vive nel passato onel futuro. Lutopia oggi, subito.

    Dobbiamo essere realisti e fare limpossibile. Questafrase entusiasm Marcuse che la lesse su un muro dellaSorbona nel 68, ma al posto di fare cera scritto chiedere.Noi non dobbiamo chiedere niente a nessuno, dobbiamofare il nostro mondo, a partire da noi stessi. In noi racchiuso tutto luniverso, e se cos, perch non realizzarelutopia?

    Nel mondo virtuale abbiamo uninfinit di risorse: siti di

    informazione, di musica, di letteratura, di teatro, disoftware, eccetera. La maggior parte di queste risorse sonosottopagate o spesso non sono pagate affatto, e quindi laloro possibilit di crescita limitata dalla presenza di siti edi aziende che dispongono invece, di ben altri mezzi.

    In che cosa consistono questi mezzi? Nel denaro e nellealtre risorse finanziarie di cui le banche ed i grandi gruppidispongono e che vengono messi a disposizione di chi si

    muove entro una logica di profitto. Attenzione, non hoscritto di sviluppo, ma di profitto che profondamentediverso, poich esso attiene allo sviluppo del capitale, nondella societ n, tanto meno delle risorse umane.

    Noi dobbiamo creare una logica di sviluppo senzaprofitto, di creazione di ricchezza senza sfruttamento, divalorizzazione della vita e non del denaro. Questo ilpunto decisivo.

    4 Serge Latouche,Il ritorno del dono,

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    Facciamo un esempio.Si parla dellinformazione indipendente, ma per farla ci

    vogliono risorse finanziarie e certamente, nessuno nelmovimento dispone delle somme per fare una televisioneindipendente. Neppure troverete mai una banca disposta a

    dare ad un gruppo legato al movimento le somme necessarieper farlo. E non tanto per ragioni ideologiche, masemplicemente perch nessuno in grado di aggregare lerisorse necessarie per garantire i profitti che il mondofinanziario esige per iniziative di questo genere.

    Daltra parte, se ci si muove fuori di una logica diprofitto insensato garantire dei profitti, cos come se ci simuove in una logica non violenta insensato comprare learmi. E se qualcuno finanzia queste iniziative vuol dire cheda qualche parte il profitto lo tira fuori, altrimenti non lofarebbe. Per questa ragione diffido sempre di iniziativeapparentemente animate dalle migliori intenzioni che pernon escono dalla logica ferrea di questo sistema. Lo stessodiscorso vale per la politica. Non sono gli uomini cattivi cherendono il potere cattivo, ma il potere che fa gli uominicattivi, e credo che la storia ce ne abbia dato esempi asufficienza.

    Pensate alle T.A.Z.5, le zone di autonomia dal poterepolitico di cui Akim Bey ci ha reso una accurata descrizionenel suo splendido libro. Dobbiamo costruire una T.A.Z.dal potere finanziario, una zona autonoma, ma nontemporanea, che consenta a chiunque lo voglia, di usciredalla logica del capitale e del profitto. La chiameremo

    FAZ, Financial Autonomous Zone, ovvero Zona diAutonomia Finanziaria.

    Nel movimento, come dicevo prima, ci sono risorseumane e materiali pi che sufficienti per trasformare inrealt quello che appare un sogno. Cosa possiamo fare perrealizzarlo?

    Partiamo dalle cose semplici e gi note. Ci sono lebanche del tempo ed altre organizzazioni no-profit, i cuimembri si scambiano prestazioni senza ricavare un profitto.Posso scambiare unora di lezioni di musica con unora digiardinaggio o unora di baby sitting. Le banche del tempo

    sono molto diffuse nel mondo, un po meno in Italia, anziquasi per niente, e sono certamente unistituzione lodevole.In Argentina, ad esempio, con strumenti del genere alcunimilioni di persone riescono a sbarcare il lunario, poichdedicano tutto il proprio tempo a rendere questi servigiricevendo dagli altri servizi in proporzione.

    Il problema, per, di far uscire la logica del profittodalla nostra vita. Perch anche se la rifiutiamo, anche se

    5 Hakim Bey, T.A.Z, Nautilus Editore, Mi,

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    pensiamo di starne fuori, essa sempre presente ogni voltache dobbiamo fare un gesto banale come quello di andare albar a prendere un cappuccino, o quello un po pi

    impegnativo di andare a comprare una casa ounautomobile. E vero che molte banche del tempoemettono una specie di denaro, che altro non che ununitdi misura delle ore prestate e serve a dimostrare che si effettuata effettivamente la prestazione indicata nelcertificato (altrimenti lo scambio deve necessariamenteessere limitato tra quelli che si conoscono e che hannoeffettuato reciprocamente le prestazioni). Per anche questeforme monetarie alternative hanno dei limiti. In generescarseggiano, e quando sono emesse non si conoscono icriteri di emissione n di distribuzione. Ma il limite

    peggiore che esse non sono convertibili, e quindi sonodestinate comunque ad una circolazione limitata tra quelliche offrono prestazioni e solo per quelle prestazioni.Insomma, non ci si pu comperare casa e nemmeno ilcappuccino al bar, e soprattutto non ci si possono pagare laluce, il telefono, lenergia e le tasse. Per fare queste coseoccorrono i soldi, cos come pure per fare una televisioneindipendente o un sito di informazione che sia in grado difare concorrenza ad un network di medie dimensioni.

    I soldi li fanno le banche che te li danno solo se tiindebiti, e se ti indebiti caschi necessariamente nella logicadel profitto, altrimenti non potrai mai restituire il tuo debito.In realt non ci riesci lo stesso, ma se paghi gli interessi ecresci con il fatturato, le banche ti creano altro denaroindebitandoti ulteriormente cos che il loro profitto possacrescere (non dobbiamo dimenticare che le banche hannobisogno per fare soldi di qualcuno che si assuma il debito).Le conseguenze sono quelle che vediamo oggi: tutte leaziende sono oberate di debiti e ogni tanto qualcuna che nonce la fa a ripagare il suo debito viene eliminata. Al suoposto sono pronti in mille ad assumersi quei debiti e tentarelavventura.

    Leconomia cresce solo con il debito, che poi il modo

    del potere finanziario di creare il denaro.Quello che interessa alle banche non che il debito sia

    restituito, poich esse sanno benissimo che in molti nonpotranno farlo, ma che si viva nella logica del profitto edella riproduzione del capitale. Alle banche interessalanima degli uomini, esse vogliono indurre comportamentiche presuppongano la logica del profitto. Solo cos possonoperpetuare il loro potere.

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    Per, cosa ci dimostra lesistenza delle Banche delTempo e delle monete alternative? Ci dimostra che possibile fare a meno del loro denaro per vivere. Che possibile lavorare, creare, muoversi in una logica diversa daquella del potere del denaro e del profitto. La vera ragione

    per cui queste istituzioni alternative non decollano, datadal fatto che esse si tengono ai margini, indecise tralalternativa vera ed il mondo tradizionale.

    Se non si rovescia la logica del Capitale impossibilefarne a meno. Una Banca deve comportarsi con la logicadella banca tradizionale, altrimenti destinata al fallimento,cos come unimpresa deve comportarsi secondo i criteripropri dellimpresa, altrimenti anchessa destinata achiudere.

    Allora, o rovesciamo la logica del Capitale, oppureBanca Etica, finanza Etica, imprese no-profit, resterannodelle belle aspirazioni prive per di concretezza e disostanza. E prima o poi dovranno piegarsi alla logica delcapitalismo e diventare simili alle altre imprese o banche ofinanziarie, come antiche e recenti esperienze ci hannodimostrato6.

    Insomma dobbiamo uscire dalla logica del profitto.Ma come?

    In questo libro tenteremo una risposta, senza la pretesache questa sia completa n definitiva, ma solounindicazione di una via da percorrere, durante la quale siincontreranno molti ostacoli, molti nemici, molti dubbi,come sempre accade quando si intraprende una strada

    nuova.Ma credo che questa strada sia lunica possibile, e che

    essa sia in qualche misura necessaria anche per lo stessocapitalismo e per gli uomini e le classi che lo sostengono.Sar quindi necessario fare molta attenzione a che ilprogetto di costruire una nuova societ non sia stravolto einquinato dal riemergere di vecchie logiche, poich ci chedeve essere chiaro, che la risposta passa per unrovesciamento della logica con cui abbiamo costruito ilmondo, e per la ricerca di un nuovo pensiero.

    Con il sogno di dare una risposta a questa domanda,

    milioni di esseri umani, in passato, hanno lottato, si sono

    6 I Monti di Piet, cui il popolino e non solo si rivolge per ottenere piccoliprestiti, nacquero nel XIV secolo su iniziativa dei Francescani per combatterelusura, allora particolarmente diffusa per via della profonda crisi economica diquel tempo. Il primo Monte di Piet fu istituito dal Beato Bernardino da Feltreed ebbe certamente il merito di calmierare gli interessi sul mercato, poichinizialmente essi non prendevano interessi sui prestiti. Successivamente furonocostretti a riscuotere un interesse, sia pure modesto (nellordine tra il 2 e il 5%)per coprire le proprie spese. Infine, con il corso dei secoli, il tasso da essirichiesto divenne simile a quello praticato dalle banche di credito ordinario senon peggiore.

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    sacrificati, hanno sognato, discusso, distrutto e costruito,senza arrivare, in concreto, ad una soluzione definitiva. Maci hanno trasmesso un bagaglio enorme di informazioni, di

    idee, di piani, giusti e sbagliati, che oggi ci consente diformulare un nuovo progetto.

    Il loro sacrificio non stato certo vano, e la loro lotta ciha insegnato che non dobbiamo mai perdere la speranza dicambiare il mondo e renderlo migliore. E questo per noisignifica in concreto eliminare la miseria e la sopraffazione,linquinamento dellaria, della terra e delle coscienze e lacrudelt, la violenza, la brutalit delle guerre.

    In altre parole, eliminare ilpotere, che la fonte dellaviolenza, della disuguaglianza, della sopraffazione, dellaguerra.

    E non dobbiamo fare una societ pi povera, ma una piricca in senso spirituale e materiale, altrimenti avremmofallito nel nostro compito e tradito i sogni e le aspirazioni diquegli uomini e di tutti coloro che oggi si battono percambiare il mondo.

    Il libro inizia con una sezione dedicata allanalisi dellamoneta e della sua funzione7, e prosegue con unaltrasezione che tratta della produzione e del consumo fino aduna nuova definizione della ricchezza. Le altre tre sezionisono dedicate alla spiegazione di che cos il tasso negativoe come esso possa essere utilizzato attraverso i Titan, chesono una specie di denaro delle FAZ, alla La Banca delMovimento che la struttura che dovr gestire i Titan, e laFAZ , come abbiamo visto, ci che vogliamo costruire. Inappendice ho messo alcuni capitoli relativi a questionifilosofiche o tecniche che risultavano pesanti e inopportuniallinterno del testo, ma che rivestono grande importanzaper comprendere il senso di questa proposta e la suaeffettiva portata innovativa. Sempre in appendice trovate unbreve saggio sulla questione dellinceneritore di cui alcapitolo 6 della sezione VI. Il saggio espone il modo di

    7

    Il Capitale inizia con la sezione Merce e Denaro, in cui Marx analizzadapprima la merce come valore, poi nel processo di scambio, e infine nella suaforma di denaro. Non questa la sede per una critica allanalisi di Marx dellamoneta, ma per dare unidea di come sia differente la situazione di oggi daquella di allora, riporto dal Capitale questo brano: Qui si tratta solo dellacarta moneta statale a corso forzoso. Essa nasce direttamente dallacircolazione metallica. La moneta di credito sottoposta invece a rapporti cheancora ci sono completamente sconosciuti, dal punto di vista della circolazionesemplice delle merci. Notiamo tuttavia, di passaggio, che come la carta monetavera e propria sorge dalla funzione del denaro come mezzo di circolazione, lamoneta di credito ha la sua radice naturale nella funzione del denaro comemezzo di pagamento. (K. Marx, Il Capitale, ed. Riuniti, Roma, 1974, Libro I,pag. 159).

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    affrontare la questione dal punto di vista della Parecon8,leconomia partecipativa ideata da Albert ed Hanhel ed stato scritto da Adele Oliveri, economista, traduttrice deitesti di Albert in Italia ed esperta di Parecon, cui va il mioringraziamento per la preziosa collaborazione e le brillanti

    soluzioni per questa ed altre sezioni del libro.Lidea quella di indicare attraverso un esempioconcreto come una questione cos delicata possa essereaffrontata in uneconomia partecipativa, e sotto questoaspetto il progetto di costruire una FAZ ha molti punti dicontatto con laParecon di Albert ed Hanhel.

    Infine, nelle FAQ (Frequently Asked Questions, ovverole domande pi comuni ai dubbi che possono venireleggendo il progetto) trovate le risposte semplici e pratichealle domande e ai dubbi che possono porre tutti coloro chevogliono aderire alla FAZ.

    8 Cfr. infra, sezione III cap. 7.

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    II. NATURA E FUNZIONE DELLA MONETA

    1. La moneta merce

    La moneta ha sempre svolto una funzione di mezzo discambio. Per millenni essa stata legata ad una merce, omeglio, era essa stessa rappresentata da una merce diparticolare pregio o valore presso il popolo che laccettavacomunemente.

    In altri termini, la moneta anticamente era unintermediario pi o meno sofisticato del baratto. Tutte le

    merci venivano rapportate al prezzo del bene che fungevada moneta, fosse esso loro, largento, il rame, il tabacco oil sale.

    Come spesso tuttora accade, qualche commerciantebarava sul peso o sulla qualit del bene usato come moneta,cos come, allo stesso modo, qualche commerciante baravasul valore effettivo delle merci oggetto del baratto. Maquesto non aveva alcuna influenza sullinflazione, semmaine aveva sulle tasche dei cittadini raggirati dalcommerciante truffatore.

    Allo stesso modo dei commercianti, anche gli Stati

    baravano sul prezzo delle monete: il fatto che venisseroridotte le quantit di metallo nelle monete, non aveva altrosignificato che un gioco da bari fatto per lo pi in posizionedominante, dato che per la maggioranza dei sudditi, non eracerto agevole verificare il peso effettivo e la qualit delconio.

    Che questo portasse ad un aumento del prezzo nominaledei beni era una ovvia conseguenza, poich i commerciantisi accorgevano della diminuzione di valore della moneta esi adeguavano aumentando i prezzi nominali, cos daottenere la stessa quantit di metallo prezioso (o una

    maggiore se erano furbi).Ma attraverso quel trucchetto, nello Stato circolava pi

    denaro e quindi si verificava una certa ripresa economica,finch leffetto non si esauriva ed il sistema non sistabilizzava ad un livello di prezzi pi elevato. Era alloranecessario un ulteriore intervento di limatura del metalloallo scopo di creare una nuova eccedenza della moneta

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    necessaria per mandare avanti quel tipo di sistemaeconomico9.

    Linflazione che ne derivava, non era molto diversa daquella attuale, anche se oggi il sistema di riferimento per leemissioni monetarie completamente diverso.

    In altri termini, rispetto al prezzo effettivo delloro, o delmetallo usato come moneta, i prezzi non salivano affatto,poich essi erano rapportati alla effettiva quantit di metallocontenuta nella moneta.

    Di conseguenza, se quella quantit di metallo siriduceva, erano necessarie pi monete per ottenerla, equindi il prezzo nominale del bene saliva. Allo stesso modoil prezzo saliva se per qualche ragione aumentavaconsiderevolmente la quantit di metallo prezioso posta abase della moneta10.

    Un altro genere di inflazione quello che si verificatoin alcuni periodi storici per effetto di emissioni di monetacartacea senza alcun corrispettivo in metallo. In generequeste emissioni avvenivano per sopperire alla carenza dimetallo da moneta in momenti di particolare necessit o diassenza di un governo centrale, come per esempio durantela rivoluzione americana o quella francese, che furonofinanziate stampando notevoli quantit di banconote senzache vi fosse n oro n altri metalli preziosi n, tanto meno,attivit economiche a giustificare le emissioni.

    La guerra unattivit che crea ricchezza solo per ilvincitore, ma una ricchezza illusoria poich le distruzioniche essa comporta sono di gran lunga maggiori delle

    ricchezze che il vincitore riesce ad arraffare11.A maggior ragione, la guerra civile porta a distruzioni di

    ricchezza e soprattutto dellapparato produttivo, con laconseguenza che dopo ogni guerra la massa di moneta

    9 Nellantica Roma la limatura delle monete era pratica corrente di tutti gliimperatori, perennemente a corto di metallo per mantenere la strutturadellimpero. Laureus, la moneta doro di Augusto, che conteneva 7,80 grammodi oro, tre secoli dopo sotto Costantino che riprese una coniazionequalitativamente accettabile, era per ridotto a 4,55 grammi., e il dinaro che eradargento al 75% allepoca di Augusto, a quella di Aureliano conteneva il 95%di rame e successivamente il suo contenuto dargento scese fino al 2%. Di fattoil sistema monetario romano era fondato sul rame travestito da una minutissima

    patina dargento.10 Ad esempio nella Spagna di Filippo II in cui afflu una quantit eccessiva dioro dalle colonie americane che fece ridurre il prezzo delloro in tutta Europama soprattutto in Spagna, generando un aumento dei prezzi.11 Nellantichit le cose andavano differentemente, poich la maggior ricchezzache derivava dalla guerra era data dagli esseri umani catturati e fatti schiavi, piche dalloro e dallargento che veniva ritrovato nelle citt distrutte o dai tributiche popolazioni spesso ridotte alla fame fossero in grado di versare al vincitore.Alessandro Magno finanzi la spedizione in Persia distruggendo Tebe evendendo come schiavi i suoi trentamila abitanti, e Giulio Cesare vers nellecasse dellerario e nelle proprie molto di pi dalla vendita degli schiavi che dalresto del bottino e dai tributi che la Gallia vers a Roma nei dieci annisuccessivi alla conquista.

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    cartacea esistente notevolmente maggiore di quanto sianecessario per il livello degli scambi nel sistemaeconomico.

    2. La moneta nelleconomia classica

    Gli economisti classici ritenevano che ogni mercepotesse fungere da moneta e che nel mercato le personescambiassero ciascuna il prodotto del proprio lavoro. Lamoneta svolgeva una mera funzione di intermediario per icalcoli, ma erano irrilevanti sia la qualit che la quantitdella moneta. In altri termini, se i beni sono calcolati in

    termini di oro o di sale o di tabacco non cambia la natura discambio che attraverso il calcolo pu essere effettuata.Di conseguenza, la moneta non entrava nellanalisi

    delleconomia classica, e gli studi del ciclo economico nontenevano in alcun conto degli effetti della moneta cartacea edel debito sul suo verificarsi.

    In uneconomia in cui gli scambi sono pochi e sporadici,e in cui qualsiasi bene pu fungere da moneta, con unmaggiore o minore premio di liquidit12, in effetti, la naturadella moneta ben poco significativa rispetto ai processieconomici.

    Per millenni, la grande maggioranza della popolazioneha creato un prodotto complessivo a malapena sufficienteper mantenere in vita s stessa e in condizioni di ricchezzaqualche privilegiato dal potere o dal culto.

    In altri termini, fino alla met del secolo scorso, buonaparte della popolazione produttiva era impegnata inagricoltura, e i contadini usavano il denaro solo qualchevolta lanno per acquistare beni che non erano in grado diprodurre direttamente.

    E chiaro che in uneconomia siffatta, qualunque benepu essere usato come moneta.

    Il salario degli operai prende il nome dal fatto che ilpagamento era effettuato con il sale, spezia relativamentepreziosa ed essenziale in cucina e per la conservazione deicibi, e molti contadini barattavano i prodotti dei propri

    12 Il premio di liquidit definito l'ammontare che la gente disposta apagare (in termini di quel bene) per la comodit e sicurezza potenziale data dalpotere di disponibilit di un bene, chiamato premio di liquidit". J. M.Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta , UTET,Torino, 1971, pag. 390

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    campi con le merci che acquistavano al mercato senzanecessit di alcun intermediario.

    Era quindi ragionevole che leconomia classica ritenessela moneta del tutto ininfluente nel ciclo economico. Eraanche altrettanto ragionevole il dibattito che allora si

    svolgeva tra gli economisti a proposito della effettivaproduttivit dei beni.I fisiocratici sostenevano che la ricchezza fosse creata

    dalla terra, gli economisti ortodossi dal capitale, quellieterodossi dal lavoro. Tutti erano alla ricerca delplusvalore, ovvero di quel prodotto in pi che consentivaal sistema economico di crescere ed alla gente (in verit,allora, solo ad alcune persone) di arricchirsi.

    Nessuno dubitava dellesistenza del valore intrinsecoalle cose, e scoprirlo avrebbe significato trovare la chiaveper comprendere i fenomeni delleconomia nella loroessenza.

    Questo avrebbe comportato notevoli conseguenzepratiche, la prima di esse che, conoscendo i valori deiprodotti, sarebbe stato possibile determinare i prezzi senzatema di errore. E questo era il sogno di ogni capitalista deitempi di Adam Smith.

    Insomma, quello che veniva in effetti scambiato era, pergli economisti classici, il valore intrinseco a tutte le coseprodotte dalluomo o dalla natura, ed i prezzi non ne eranoche unovvia conseguenza.

    Per questa ragione, la moneta non aveva alcunaimportanza nella teoria economica. Anche la merce-moneta

    aveva un proprio valore, che si poneva nei confronti deivalori delle altre merci secondo relazioni determinate daquel quid che la teoria del valore intendeva scoprire.

    Keynes inferse un duro colpo a questa ideadelleconomia. Nel frattempo, infatti, le cose eranocambiate notevolmente, il livello degli scambi si eramoltiplicato, un gran numero di persone aveva abbandonatola vita dei campi per riversarsi nelle grandi citt dovetrovava un lavoro in fabbrica e condizioni di vita meno dureche in campagna.

    Soprattutto, era stata introdotta nel sistema la moneta

    cartacea che aveva radicalmente cambiato la natura stessadel denaro.

    Se prima della sua introduzione, infatti, una monetadoro era una merce come le altre, la moneta cartaceamoltiplica il valore di quella moneta doro, senza percreare alcuna ricchezza se non nelle mani dei banchieri edei signori della finanza.

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    Sul meccanismo di creazione di denaro da parte delsistema bancario, ho parlato diffusamente in altre mie operealle quali rimando per una trattazione completa13.

    Ricordo soltanto, che il numero virtuale di quellemonete, con lintroduzione delle banconote, si moltiplicato in funzione inversa al tasso di riserva adottatodalle banche. Tutti quelli che lavoravano, versavano inbanca il frutto del proprio lavoro, in metallo o in banconoterappresentative di metallo e in teoria convertibili in esso inqualunque momento. Quelle banconote rappresentavano,per, allora, solo una frazione sempre pi piccola delmetallo detenuto dalle Banche, indipendentemente dal fattoche le banche tenessero o meno un comportamentotruffaldino, il che, tra laltro, capitava anche abbastanza di

    frequente.Questo denaro cartaceo era giustificato dalla circolazionestessa della moneta e in teoria, in caso di arresto orallentamento del sistema, tutte le banconote avrebberotrovato il loro pagamento in metallo o nei beni che avevanocontribuito a creare.

    In pratica le cose andavano in maniera affatto diversa,poich era sufficiente un affare andato a male o anche unavoce maligna sulle difficolt della banca emittente, perscatenare il panico tra i depositanti ed il ritiro immediatodei depositi. E poich le monete metalliche erano solo unafrazione delle banconote emesse dalle banche e non cera iltempo per realizzare i beni creati dalle banconote, in generead una crisi di panico seguiva il fallimento della banca14.

    13 Cfr. D. de Simone, Un Milione al mese a tutti: subito! Malatempora, Roma,199914 Mr. Banks, il padre dei bambini cui Mary Poppins faceva da baby sitter, eraun austero funzionario della Banca Dawes di Credito, Risparmio e Sicurt.Insomma una tipica banca ottocentesca, dove tutti indossano il tight e le ghette,portano la bombetta, l'ombrello e il garofano all'occhiello. La crisi di panico siscatena, quando il piccolo Michael cerca di farsi restituire dal vecchio Dawes idue penny con cui voleva comprare il miglio per i piccioni, e che invece ilbanchiere vuole usare per fargli aprire un conto corrente. Non c' argomentoche riesca a convincere il bambino. Nel suo animo sono entrate bene le parole

    di Mary Poppins che l'aveva incitato a donare di cuore. Le sue grida sonosentite da due clienti della Banca che, preoccupatissime, si affannano a ritiraretutti i propri depositi. Anche gli altri clienti dentro l'edificio, vista la reazionedelle due correntiste si affrettano agli sportelli per ritirare tutto il propriodenaro. E' il panico, scatenato apparentemente senza alcuna ragione, da unavoce, da uno sguardo preoccupato, da un passo affrettato.Per convincere ilbambino il vecchio Dawes aveva usato tutti gli argomenti della cupidigia: "Condue miseri penny sarai proprietario di terreni in America, di navi, di fabbriche,di palazzi. Il tuo capitale raddoppier di anno in anno e tu diventerai ricco!".Nulla riesce a smuovere Michael dal suo proposito di usare i suoi due pennyseguendo il suo cuore, ormai ricco di amore e di generosit. Il discorso diDawes sul raddoppio del capitale , per, il centro della truffa delle banche, ilmiraggio agitato dinanzi agli occhi della gente per indurla a lavorare

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    Quando negli anni Trenta, fu istituito il divieto diconversione delle banconote in metallo, le banche noncessarono di creare denaro, nonostante tale funzione fossestata nominalmente assunta dallo Stato.

    Cos come avveniva prima del divieto di conversione,

    anche successivamente il meccanismo di creazione deldenaro pass attraverso il debito.In altri termini, le banche si sono arrogate il diritto

    esclusivo di prestare denaro che esse stesse creanofondandolo sul lavoro della nazione. E lo prestano non soloalle imprese, ma anche alle famiglie ed allo Stato, cheparadossalmente gli ha conferito in nostro nome, il diritto dicreare il denaro che ad esso Stato serve per mandare avantiil sistema.

    In pratica il meccanismo questo.Per creare denaro una banca lo deve prestare a qualcuno.

    Assume tutte le garanzie del caso, e poi annota il debito neiproprio libri contabili. La copertura di questo debito datanominalmente dalla riserva obbligatoria e dai prestiti che labanca a sua volta riceve dalla Banca centrale di emissione.In realt, dato che la riserva attualmente del tre per centosui depositi, le banche creano il denaro che prestano, e che giustificato proprio dalla ricchezza che viene prodotta dacoloro che ricevono il prestito.

    Le banconote emesse dalla Banca centrale,rappresentano oltre un trentesimo del totale dei depositi abreve e a medio termine, e questi sono indubbiamentedenaro. Alla stessa stregua dobbiamo considerare i titoli del

    debito pubblico, che sono appunto denaro anchessi, e chesommati ai depositi, portano la massa monetaria a oltresettanta volte il totale delle banconote emesse e checircolano nel paese.

    Keynes si fermava qui, nel calcolare la massa monetaria.Direi che per dobbiamo aggiungere sia le azioni dellesociet quotate in borsa, sia i prodotti finanziari emessi ingran quantit, soprattutto negli ultimi venti anni, da partedel sistema bancario e di operatori finanziari privati.

    Allo stesso modo, dobbiamo considerare come parteintegrante della massa monetaria i titoli di debito a breve e

    medio termine emessi dai privati, sia sotto forma di prestitiobbligazionari sia sotto forma di cambiali o altri titoli dicredito.

    Per loro natura, infatti, essi non sono affatto diversi daititoli di debito emessi dalle banche, a parte la maggiore(apparente) solidit di queste ultime. E inoltre, i titoli di

    duramente e risparmiare con la promessa di una felicit che non arriver mai.E la crisi di panico trova, in questa scena, la propria ragione profonda. Da D.de Simone, Un Milione al mese a tutti: subito! Op. cit. pag. 66

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    debito tra privati sono regolarmente usati come mezzi dipagamento, com ben noto a tutti coloro che abbiano avutoa che fare con unattivit commerciale o di produzione15.

    Se questo il meccanismo di creazione di denaro, non visembra almeno strano che allopinione pubblica il debitosia rappresentato come una minaccia per leconomia? E chesi faccia continuamente ricorso alla necessit di faresacrifici per evitare che questo debito esploda mettendo incrisi leconomia nazionale e quella di tutto il resto delmondo?

    Sappiamo tutti, per esperienza diretta, quanto il denarosia necessario per vivere in questa societ. Ora sappiamoanche che esso viene creato solo sul debito. Generare iltimore del debito nella gente come prospettargli

    limpossibilit di vivere.Dobbiamo comprendere le ragioni di tutto ci.

    3. La legge di Say

    Se ritorniamo al pensiero economico classico, lidea chequalunque mezzo potesse fungere da moneta comportavache ogni produzione trovasse alla fine la propriacollocazione. Un economista francese, Jean-Baptiste Say, la

    espresse in una legge che prese il suo nome e che domin ilpensiero economico per oltre un centinaio di anni,nonostante levidenza dicesse da tempo il contrario. Keynesne dimostr linfondatezza anzi direi la sopravvenutainfondatezza, negli anni Trenta, ma occorsero ancoraparecchi anni prima che gli economisti ne prendesseroatto16.

    La legge di Say dice in pratica che ogni offerta crea lapropria domanda, e se ci pensate la cosa di immediata

    15 La definizione classica di moneta si riferisce alla sua immediata spendibilit(potere liberatorio legale) e quindi alla sua generale accettazione in quanto

    mezzo di pagamento. Sotto questo profilo, quindi, il credito nei confronti di unabanca generalmente considerato moneta (moneta bancaria) e allo stesso modoil credito nei confronti dello Stato sotto forma di Titoli del Debito Pubblico.Non sono fatti rientrare nella moneta le altre obbligazioni n gli altri strumentifinanziari emessi da privati o da banche a causa del rischio di insolvenza.Laleatoriet di questa considerazione resa evidente da quanto recentementeaccaduto in Argentina, dove i Titoli di Stato, le banconote e la moneta bancariaha dimostrato che il rischio di insolvenza esiste per tutti gli strumenti finanziari.Tutta la moneta , di fatto, un credito e la distinzione fatta da Keynes nel suoTrattato (pag. 327, nota a), si rivela essere una pura convenzione.16 Ancora nel 1947, un anno dopo la morte di Keynes, dichiararsi Keynesiani adHarward comportava lespulsione dalluniversit pi prestigiosa degli StatiUniti.

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    evidenza, se ogni merce pu fungere da moneta. In taleguisa, infatti, creando una merce si crea anche la monetache nel gioco degli scambi servir a stimolare la domandadi quei beni che sono stati prodotti.

    Laltra conseguenza della legge di Say, che il sistema

    economico tende verso lequilibrio. Pure se occorre deltempo affinch tutti i fattori della produzione sianoremunerati opportunamente ed ogni merce possa trovare lapropria collocazione, la tendenza naturale del sistemaeconomico che alla fine tutti troveranno soddisfazione.

    In fondo la politica del laisser faire nasce sulla scortadi queste considerazioni. Si tratter, semmai, per lo Stato eper i produttori di organizzarsi affinch le cose si sisteminonel pi breve tempo possibile, e in questo senso le azionidelle organizzazioni sindacali e dello Stato sono viste comeuno strumento che accelera la naturale tendenza del sistemaallequilibrio, ma per gli economisti classici il mercato,come essi chiamavano il complesso delle relazionieconomiche piuttosto che semplicemente il luogo doveavvenivano gli scambi, capace di regolarsi da s.

    Keynes dimostr che questa naturale tendenza delmercato a regolarsi da s solo un caso dovuto a condizioniparticolari, mentre nella normalit il mercato, abbandonatoa s stesso, tende non allequilibrio bens a determinaredisoccupazione e miseria economica.

    Le conclusioni cui pervenne Keynes non erano moltodissimili a quelle cui era pervenuto Marx molti anni prima,

    pure se il filosofo di Treviri vi era arrivato sulla scorta diconsiderazioni affatto diverse.

    Sembra strano che la legge di Say possa essere valida inun sistema dove si svolge un numero relativamente ridottodi scambi, e non esserlo pi se gli scambi aumentano inmaniera considerevole. Infatti, un maggior numero discambi comporta che un numero crescente di merci ingrado di fungere da moneta, e quindi gli scambi dovrebberointensificarsi invece che ridursi. Se per pensiamo per unmomento a quello che avviene in una nostra qualunquegiornata, ci appare evidente che, senza il denaro, gli scambi

    che oggi effettuiamo non sarebbero possibili. In una societcome la nostra, in cui le categorie di merci sono decine senon centinaia di migliaia, assolutamente necessario che lemisurazioni delle merci siano assolutamente precise, equesta precisione non ottenibile in termini di merci, masolo in termini di denaro.

    Ciascuno di noi, in una giornata, effettua svariateoperazioni con il denaro, e alcune persone ne effettuanodecine o centinaia. Provate ad immaginare cosa accadrebbe

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    alla cassa di un qualunque supermercato se in pagamentovenissero accettate tutte le merci, in base ad una tabella chestabilisse i valori di scambio reciproci. A prescindere, poi,

    dalleffetto esilarante che produrrebbe il tentativo di unlavoratore dei servizi di piazzare il proprio prodotto incambio della spesa al supermercato.

    Che cosa ci fa la cassiera di un supermercato con ilprogetto di un architetto o i consigli di un avvocato, e,soprattutto, come li valuta? E se pensiamo che oggi, iservizi rappresentano oltre il settanta per cento del totale delprodotto interno di un qualsiasi paese occidentale, cirendiamo conto della impossibilit di poter consideraredenaro ogni tipo di merce prodotta.

    Un tempo, invece, quando gli scambi erano per ciascuno

    in numero irrisorio ogni anno, e le tipologie di merce eranopoche decine o centinaia, era relativamente semplicevalutare una mucca in termini di pecore o uova o grano.Anche allora era necessario, per chi voleva comprare unamucca e non disponeva di denaro se non nella forma dipecore del gregge, trovare il mercante disposto a quelloscambio, o meglio il pastore interessato a diversificare ipropri investimenti in ruminanti, il che non era affattosemplice.

    Questa considerazione introduce il concetto di utilitmarginale, nel senso che presupposto di ogni scambio chesi trovino almeno due persone che abbiano interesse a farloe che trovino sufficiente soddisfazione dallo scambio coscome viene proposto.

    Se una mucca vale quattro pecore, e la mia necessit quella di aumentare il gregge proprio di quattro pecore, nonvender due mucche, ma soltanto una. Il pastore potrpiazzare da me solo quattro delle venti pecore che intendevendere per comprare le cinque mucche di cui ha bisogno.

    Insomma, si fa prima e si corrono meno rischi a venderele pecore ad un intermediario, ricavare oro o altra moneta, eandare a comprare le pecore che si desiderava ottenere.

    Daltra parte, se le pecore circolano con una qualche

    lentezza, le monete possono circolare con velocit crescentee servire un numero crescente di scambi17. La stessa

    17 Questo ragionamento che viene presentato come una caratteristica esclusivadel denaro, in realt vale per ogni tipo di merce che funga, in un caso specificoda denaro. Un gregge di pecore, o un sacchetto di sale, pu cambiareproprietario nello stesso giorno pi volte ed essere utilizzato come base divalutazione degli scambi al pari delloro, del sale o delle mucche. Per quanto siadifficoltoso valutare il grano in termini di pecore o mucche, questo nondimenonon impossibile. Questa considerazione rafforza la validit della legge di Sayin un sistema con pochi scambi.

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    quantit di moneta che pu effettuare, poniamo, dieciscambi in una giornata, se la velocit di circolazioneraddoppia ne pu effettuare venti, e se decuplica, arriver acento. Questo fenomeno non infrequente in un mercatovivace, dove molti operatori intervengono per acquistare e

    vendere nella stessa giornata pi volte le stesse merci sedalle operazioni che effettuano ricavano un guadagno18.La stessa operazione, per, poteva essere effettuata

    anche con il sale o con il tabacco, mentre sarebbe pidifficile concretizzarla utilizzando come moneta le pecore.La moneta, ha quindi un elevato (il pi elevato) premio diliquidit, mentre le pecore lhanno estremamente scarso.

    La legge di Say ha altre conseguenze. La prima chenon esiste la disoccupazione involontaria, poich se ogniofferta trova la sua domanda, anche lofferta di lavorotrover prima o poi collocazione. Secondo gli economisti,infatti, il lavoro una merce come unaltra (ma guai a dirloai lavoratori, potrebbero prenderla a male). Il fatto cheunidea cos ripugnante sia tranquillamente accettata da tuttigli economisti, indice della profondit alla quale arrivatoil concetto di accumulazione monetaria nella logicaeconomica.

    Insomma, applicando la legge di Say, il sistema tendenaturalmente verso la piena occupazione dove tutti i fattoridella produzione trovano piena soddisfazione. Ovviamente,occorrer del tempo affinch questo avvenga, sia perchnon facile trovare lallocazione giusta, sia per il fatto chec una discrasia tra il tempo in cui si forma lofferta di

    lavoro e quello in cui questa offerta viene soddisfatta dalladomanda, poich tale domanda necessita di investimenti.

    Per, a parte questa sfasatura temporale, cui si pu porrerimedio con sostegni temporanei ai disoccupati, secondoquesta impostazione, chi vuole una occupazione remunerataalla fine riuscir a trovarla.

    Questa ipotesi, che Keynes dimostr essere del tuttofalsa, alla base delle politiche di sussidio temporaneo aidisoccupati, ed al pregiudizio corrente nei loro confronti,che vede la disoccupazione come sostanzialmente fondatasulla mancanza o su una scarsa volont di lavorare.

    Laltra conseguenza che tutto il prodotto che non vieneconsumato viene risparmiato, e poich la produzione tendea crescere continuamente - per effetto dellaumento di

    18 Questo esattamente quello che avviene nelle borse che sono un mercato nelquale si scambiano merci in una forma particolare, data dal titolorappresentativo di quelle merci. La borsa di Chicago, tempio mondiale delloscambio di merci, vede quotidianamente furiose trattative nelle quali la stessapartita, poniamo, di alluminio, viene scambiata decine di volte mediante i titoliche ne rappresentano i diritti di propriet. Spesso questi scambi riguardanopartite di merci in viaggio verso un porto e lacquirente finale andr a ritirarleallarrivo.

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    produttivit, per lintroduzione delle macchine, perlaumento della popolazione -, anche il risparmio tende adaumentare, soprattutto quando i bisogni principali della

    popolazione sono stati soddisfatti dalla produzione.Questo comporta che per indurre i risparmiatori ad

    investire, necessaria una politica di tassi di interesse che liinducano a correre il rischio di prendere i propri soldi dasotto il mattone e portarli in banca per rimetterli incircolazione.

    4. La crisi del 29 e Keynes

    In base a questa ipotesi, negli anni Trenta, subito dopo lacrisi del 29, gli economisti se la presero con gliaccaparratori di oro ed altri preziosi che accusarono diessere la causa della crisi economica.

    In quel clima, il provvedimento che vietava il possessodelloro ai privati, e che aveva tuttaltro scopo, fu accolto

    come una giusta misura per fare ripartire leconomia.Keynes ci ironizz sopra spiegando la sua idea dellaspesa in deficit pubblico con lesempio della scoperta di untesoro che era stato dapprima opportunamente nascostodagli stessi che poi lo ritrovavano19.

    Secondo questa ipotesi fondata sulla legge di Say, iltasso di interesse tendenziale dovrebbe aumentare. Infatti,se con la crescita della produzione aumenta il risparmiopoich si riduce la propensione al consumo dellapopolazione, per convincere la gente a rischiare i propridenari necessario un tasso dinteresse crescente.

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    Keynes sostenne che per ripristinare un clima di fiducia tra i cittadini e glioperatori economici lo Stato potesse sotterrare in terreni abbandonati bottigliecontenenti biglietti di banca e poi mettere allasta il diritto di scavare nei terreni,paragonando questa attivit allo scavare buche nel terreno per andare a cercareoro che egli giudica unattivit non meno improduttiva. La possibilit di trovareil tesoro nascosto avrebbe creato unondata di entusiasmo, e la suariscoperta dopo lo scavo avrebbe fatto circolare di nuovo moneta creando unclima di fiducia e di ottimismo. J. M. Keynes, Teoria generaledell'occupazione, dell'interesse e della moneta, op. cit. pagg. 288-290. Keynes,per la verit addebitava la necessit di utilizzare questo tipo di trucchi allanefasta influenza della politica sulla forma mentis della gente. Questeconsiderazioni di Keynes ci saranno utili per definire la ricchezza. Cfr. infra,sez. II cap. 5.

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    Sulla scorta di questa folle considerazione, la BancaCentrale americana adott la sua politica monetaria dopo lacrisi del 29.

    Inizialmente ridusse il tasso di sconto che pass dal 6%di prima della crisi all1,50% del 1932. C una sinistra

    coincidenza con quanto avvenuto dopo la caduta delleborse nellaprile del 2000. Allincirca nello stesso lasso ditempo di allora, la FED ha ridotto il tasso di sconto dal6,5% all1,50%.

    Anche allora accadde ben poco. La gente non aveva isoldi per mangiare e nessuno era in grado di andare inbanca per chiedere un prestito.

    Ovviamente, se non ripartiva la domanda, nemmeno leimprese erano in grado di chiedere prestiti, nonostante itassi di interesse favorevoli, poich dovevano primasmaltire i magazzini pieni di merci invendute e chemarcivano l dentro.

    Visto che il taglio dei tassi non dava alcun effettoragionevole, gli economisti provarono con linflazionecercando in questo modo di ottenere uninversione ditendenza nel meccanismo finanziario aggredito dalladeflazione.

    Che cosa era successo? La mancanza di domandainduceva i produttori ad abbassare i prezzi delle merci, edovviamente dovevano anche ridurre i salari ed il personaleper sostenere i costi. La riduzione dei salari e del personale,incideva per sulla domanda complessiva facendolascemare, ed il sistema scivolava sempre pi in basso verso

    prezzi al di sotto dei costi, questi che inseguivano i prezzi alribasso e un numero crescente di disoccupati disperati.

    Gli effetti della deflazione furono particolarmentedevastanti nel settore agricolo, ed indussero una massaenorme di persone ad abbandonare le campagne e rifugiarsiin citt alla disperata ricerca di unoccupazione qualsiasi.

    Gli economisti pi influenti di allora, Schumpeter eRobbins, predicavano che non si poteva fare nulla contro lacrisi se non aspettare che passasse.

    Per leconomia classica la depressione non era un malecurabile, anzi non era proprio contemplata dalla teoria.

    Schumpeter sostenne che ogni intervento volto ad alleviaregli effetti della crisi si sarebbe risolto in un aggravamentoed allungamento della stessa. Se gli economisti di allora liconsiderarono praticamente ininfluenti, gli imprenditoripresero invece di mira i programmi di assistenza e diprevidenza che il New Deal di Roosevelt aveva iniziato con

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    il Social Security Act, sostenendo che essi avrebberominato irrimediabilmente letica del lavoro20.

    Un economista, indubbiamente geniale, ingaggiato in un

    brain trust organizzato dai repubblicani del RepublicanNational Committee, Thomas Nixon Carter di Harward,sostenne pubblicamente la necessit di sterilizzare i poveridAmerica per ridurre la povert. Egli sosteneva che eranopoveri coloro che godevano di un reddito inferiore ai 1.800dollari allanno21.

    Vista linefficacia delle manovre sul tasso di sconto, glieconomisti pensarono che si dovesse intervenire sulla basemonetaria, che allora era loro, per far circolare pi moneta.

    Dopo il divieto di tesaurizzazione stabilito nel 1932 daRoosevelt nei primi tempi del suo mandato, ed il divieto di

    conversione delle banconote in oro, il governo americanopens che per sostenere i prezzi potesse essere utile unastrana manovra sul prezzo delloro.

    George Warren, un economista studioso dellandamentodei prezzi in agricoltura, fece notare che i prezzi deiprodotti agricoli seguivano landamento del prezzo dellorocosa che, come nota Galbraith, non del tutto sorprendente.

    Certamente sorprendente lidea che la correlazionefunzioni anche allinverso: aumentando il prezzo dellorosarebbero aumentati anche i prezzi dei prodotti agricoli.Lidea fu presa sul serio dal governo Roosevelt che ide unprogramma di acquisto a prezzi crescenti delloro ancora incircolazione nel paese. Il Ministero del Tesoro fece lievitareil prezzo delloro nel cambio con i dollari, portandolo inpochi mesi quasi a raddoppiare22.

    La manovra ebbe limitatissimi effetti solo sulleesportazioni americane, poich il dollaro pi a buonmercato rendeva le merci americane pi appetibili. Ma ilproblema della crisi era la domanda interna e non quellaestera, che gi soffriva per conto suo dei problemi cheavrebbero portato poi alla seconda guerra mondiale.

    La domanda rimase debole e, nonostante le promesseelettorali e le previsioni che annunciavano anno dopo anno

    una forte e stabile ripresa delleconomia, le cose andavanosempre peggio. Nel 1937, dopo una breve ed effimera

    20 Arthur M. Schelsinger Jr. scrisse: Con lassicurazione contro ladisoccupazione nessuno avrebbe lavorato; con lassicurazione di vecchiaia e direversibilit nessuno avrebbe risparmiato; ne sarebbe risultato un declinomorale, una bancarotta finanziaria ed il collasso dello Stato, in J. K.Galbraith, Storia delleconomia, Rizzoli, Mi, 1988, pag. 242.21 in J. K. Galbraith, Storia delleconomia, op. cit. pag. 21922 Lesecuzione del Programma Warren, port il prezzo delloro da 0,66 dollariper grammo del 1933 a 1,12 dollari nel gennaio del 1934 (Galbraith, Storiadelleconomia, op. cit. pag. 226).

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    risalita, i prezzi ricominciarono a scendere con decisione.Keynes comprese che se la Banca centrale pu

    controllare linflazione rialzando i tassi, non pu certamentefare altrettanto con la deflazione abbassandoli.

    Galbraith usa in proposito unimmagine efficacissima. Si

    pu spostare verso di s qualcosa tirando un filo, ma non lasi pu allontanare spingendo il filo.Insomma, per far ripartire la domanda era necessario che

    qualcuno spendesse dei soldi e solo lo Stato aveva lacapacit di indebitarsi e creare in questo modo moneta perfar ripartire le attivit economiche. Keynes cerc diconvincere le autorit politiche ad adottare la sua ricetta.Polemizz con Churchill, si incontr con Roosevelt, ma nonriusc a convincerli della bont delle proprie tesi.

    La cosa pi strana che dopo la recessione del 1937, gliamericani adottarono proprio la politica di deficit pubblicodi cui Keynes proclamava la necessit, e che altrettantoaveva fatto Hitler non appena salito al potere, riuscendo aportare la Germania fuori dalla gravissima crisi economicain cui versava dal dopoguerra. Agli occhi dei suoicontemporanei, le tesi di Keynes sembravano unagiustificazione intellettuale della dolorosa necessit di unapolitica finanziaria folle, come quella di spendere di pi diquello che lo Stato incassava, che non lo strumento peruscire effettivamente dalla crisi. Follia che era meglionascondere facendo finta di nulla in attesa che il mercatorimettesse da solo le cose a posto.

    Gli economisti che analizzavano lo stato delleconomia

    tedesca sul finire degli anni Trenta, ne preconizzavanolimminente disastro economico, per limpossibilit disostenere finanziariamente le spese pubbliche in deficit checostituivano lossatura della politica economica nazista.

    E quando scoppi la guerra molti predissero che essasarebbe durata pochi mesi poich non esistevano le risorseeconomiche sufficienti a sostenere uno sforzo di maggioredurata.

    Secondo Keynes, non affatto detto che tutto ilrisparmio debba essere investito, poich ci sono situazioni

    in cui la gente preferisce tesaurizzare il proprio risparmio senon ha fiducia nellandamento delleconomia, e quindi nonnecessariamente dal risparmio si genereranno nuoviinvestimenti.

    Se non aumenta la domanda, e peggio ancora se questadiminuisce, allora le imprese dovranno ridurre laproduzione e licenziare gli operai, e questo generer unaulteriore contrazione dei consumi finch il sistema non siassester su un livello di equilibrio che comprende una

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    disoccupazione che pu anche essere elevata. Ci che lofar muovere saranno nuovi investimenti, ma questi nonpotranno venire dal risparmio privato che, appunto,

    tesaurizzato a causa della crisi.Insomma Keynes dimostr che il sistema economico

    lasciato a s stesso, non tende affatto allequilibrio dellapiena occupazione, ma che al contrario, esso si pu benequilibrare in una situazione di depressione, con un livellodi consumo e di produzione bassi ed un alto livello didisoccupazione.

    Lidea che il risparmio sia reddito non consumato e cheesso debba salire necessariamente se cresce leconomia, comunque ancora presente nella testa di molti economisticome in fondo, lo era anche nella testa di Keynes.

    Sulla scorta di questa idea, sufficiente che riparta unprocesso di crescita del PIL per ottenere nuovo risparmio,nuovi investimenti ed innescare un nuovo circuito virtuoso.

    Perci la cura proposta da Keynes fu quella che lo Statodovesse intervenire facendo debiti pur di immettere nelsistema la liquidit necessaria per nuovi investimenti e percreare un clima di fiducia che inducesse i risparmiatori adabbandonare la propria reticenza allimpiego dei capitalitesaurizzati.

    Per questa ragione, tutte le politiche monetarie tendonoad effettuare iniezioni di liquidit nel sistema sufficienti acreare nuovi investimenti che possano generare nuovorisparmio.

    5. Dopo la rivoluzione keynesiana: monetarismoe liberalismo

    La rivoluzione keynesiana, cos come venne chiamato ilcomplesso di interventi proposti da Keynes e dai suoisostenitori, si impose subito dopo la fine della seconda

    guerra mondiale, e gener una corrente di pensiero cherestituiva allo Stato il ruolo di regolatore del mercato edellandamento delleconomia.

    Seguirono oltre ventanni di ininterrotta crescita nelleeconomie di tutto il mondo, finch con linizio degli annisettanta non apparve lo spettro dellinflazione a dimostrareche nel modello ideato dai keynesiani cerano alcuneincongruenze che ne limitavano lefficacia e la validit.

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    Daltra parte Keynes si era occupato essenzialmentedella grande depressione del 29 ed il suo Teoria Generaleparla prevalentemente dei problemi di quel periodo. Allorail problema principale per la finanza era la deflazione e noncerto linflazione, e la cosa urgente da fare sembrava

    proprio quella di far ripartire leconomia a tutti i costi.Come ho gi detto, Keynes giustific in terminiscientifici quellindebitamento dello Stato che durante lacrisi fu preso per una dura necessit politica anche se dalleconseguenze gravide di incognite.

    Allinflazione pose rimedio il monetarismo di Friedmane della scuola di Chicago che mand in soffitta ilkeynesismo.

    Friedman dimostr che lofferta di moneta aveva unapropria autonoma funzione allinterno del sistema mentre lateoria economica non la considerava affatto, in questoriecheggiando in qualche modo la legge di Say. Per frenarei prezzi era necessario quindi, ridurre lofferta di moneta, epoich questa dipendeva dal sistema bancario, la Bancacentrale avrebbe dovuto rialzare i tassi di interesse in mododa indurre gli imprenditori a rinunciare ad ulterioriinvestimenti sul debito.

    And cos, e leffetto collaterale fu che molte aziendefallirono perch non pi in grado di fare fronte ai propridebiti contratti in un periodo in cui i tassi erano molto pibassi, e che altre furono costrette a licenziare parte deipropri dipendenti per evitare a loro volta la chiusura.

    In questa situazione, le rivendicazioni salariali subirono

    un duro colpo e in molti casi i salari furono ridotti,inducendo il sistema ad uno stato di equilibrio condisoccupazione alta e domanda bassa, ma la moneta fu salvae linflazione venne domata.

    Ovviamente, per fare fronte anche allaumento di onerifinanziari derivante dal repentino aumento dei tassi diinteresse, gli Stati dovettero aumentare le tasse e questoprodusse nuova depressione nel sistema.

    Alla fine, per, la grande massa monetaria che derivavadalla speculazione finanziaria, non appena i tassi diinteresse cominciarono a calare, si rivers sulle borse e in

    parte sulleconomia reale dando vita al boom finanziariodegli anni ottanta.

    Il resto storia dei nostri giorni. Gli investitori fuggonospaventati, abbandonando gli investimenti, non appena caria di crisi, e vi rientrano in massa quando tira aria dispeculazione. Questo comportamento produce momenti dieuforia collettiva alternati a momenti sempre pi lunghi dipanico e depressione economica.

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    I capitali invadono un paese, inondandolo di liquidit perun mezzo punto in pi di interessi che esso offre, e incurantidel rischio che linvestimento comporta, poich in realt

    questo rischio non affatto considerato.Allinvestitore finanziario, interessa la misura della

    rendita e non la qualit dellinvestimento.Al primo segnale di crisi, reale o immaginaria che sia, se

    ne vanno come una mandria di bufali impazzita,travolgendo tutto quello che incontrano sul loro cammino.

    E la storia recente delle crisi nel Centro America, neipaesi del Sud Est Asiatico, in Russia e in Sud America. Traalti e bassi sempre pi profondamente marcati, il sistema andato avanti fino ad oggi, continuando a creare moneta nelsistema finanziario e continuando ad arricchire i pochi ai

    danni dei pi. Il divario tra paesi ricchi e paesi poveri si moltiplicato, e nazioni un tempo considerate ricche sonoprecipitate ai livelli di reddito che avevano prima dellaseconda guerra mondiale. Allinterno dei paesi ricchi, sempre pi evidente il divario tra ricchi e poveri, e tra ipoveri si annoverano fasce sempre pi ampie della classemedia. La povert, poi, sta di nuovo assumendo i connotatiche aveva durante lottocento o i primi decenni delnovecento: comporta lassoluta privazione di tutto,compresi i mezzi di pura sussistenza, cosa assolutamenteintollerabile con labbondanza di mezzi e di risorse di cui dotata la societ industriale moderna23.

    6. Il fallimento del monetarismo

    23 Nel mondo moderno esistono materie prime a sufficienza, lavoro, impianti,mano dopera qualificata, nozioni scientifiche e tecnologiche adeguate e, ingenerale, ricchezze sufficienti ad alimentare - anzi, a sovralimentare i suoiabitanti. E nondimeno, in detto mondo moderno, si rinnovano puntualmente,

    periodicamente, crisi economiche e disoccupazione operaia con il suocorollario: la fame. La scienza economica ufficiale giustifica questa alternanzadi fasi di prosperit e di recessione, biascicando di benessere fittizio ed eccessodella produzione ed approdando alla stupefacente conclusione che sia logico enaturale veder gente ciondolare di fame e miseria accanto a magazzinistraripanti di ogni mercanzia. Personalmente sono arrivato alla conclusioneche la cosiddetta scienza economica contemporanea costituisca [..] un bluffpiramidale, che per quasi nessuno osa denunciare per il timore di passare perincompetente, disinformato, retrogrado, eccetera agli occhi della massaconformista e genuflessa in adorazione delle idee codificate. Quali che sianoinfatti le possibili obiezioni, innaturale e quindi impossibile che la gentecrepi di fame per aver prodotto troppi beni di consumo. Joaquin Bochaca,LaFinanza e il Potere, Roma 1979

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    Nonostante la produzione del mondo sia stata insostanziale crescita, il tenore di vita medio dellepopolazioni rimasto stabile se non si ridotto negli ultimidieci anni. Il risparmio, un tempo motore delleconomiapoich determinante per gli investimenti, si ridotto se non

    azzerato per effetto delle difficolt crescenti delle famiglie afare fronte con i propri redditi alle spese correnti.Anche in altri periodi della storia del capitalismo

    moderno ci sono stati momenti in cui il risparmio non siriusciva a creare, periodi in cui la crescita ristagnava o eranegativa. Nei periodi in cui la produzione nazionalecresceva, invece, corrispondeva anche una crescita delrisparmio e questo confortava le teorie di allora.

    Invece, da circa un decennio, in tutto il mondooccidentale assistiamo ad una caduta del risparmio unita aduna caduta dei redditi, nonostante il prodotto nazionalecontinui a salire.

    Per la verit, in alcuni paesi fortemente industrializzati,come il Giappone ad esempio, la crescita del sistema damolti anni sembra essersi arenata poich oscilla tra momentidi stagnazione ed altri di lieve recessione.

    In Europa e negli Stati Uniti, invece, i dati statisticidanno una complessiva crescita del PIL, decisamente pimarcata nel continente americano, e allo stesso tempo unagrave crisi della formazione del risparmio.

    Negli USA, il risparmio da anni diventato negativo,nonostante tassi di crescita che per effetto della neweconomy hanno superato il tasso del 6% allanno, mentre in

    Europa il risparmio si di molto ridimensionato fino araggiungere la crescita zero in alcuni paesi.

    Che cosa successo? Gli occidentali sono diventatiimprovvisamente scialacquatori, e dopo aver ottenuto lasicurezza alimentare spendono tutto quello che guadagnanoin consumi?

    Questa non sembra essere la risposta corretta, poich ineffetti anche la domanda di beni di consumo ristagna ocresce in misura ridotta da molti anni. Oltretutto, notorioche le famiglie dal principio degli anni novanta hanno vistoridurre il proprio reddito ed hanno difficolt crescenti a

    sostenere il peso delle spese correnti. Nello stesso periodole famiglie povere sono aumentate e quella che sembravauna societ opulenta per tutti (e oggettivamente lo ancorarispetto al tenore di vita medio del XIX secolo), diventataestremamente opulenta solo per pochi.

    Altro dato noto, che larghe fasce di classe media stannoscivolando verso il basso in condizioni di crescentedifficolt.

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    Le difficolt della domanda di beni di consumo,ovviamente si riflettono sulla domanda di beni strumentali ele politiche fiscali adottate in occidente non sembrano avere

    alcuna efficacia.Politiche diversissime tra di loro se, mentre in Europa si

    aumentavano in maniera sostanziosa le imposte e sispingeva la gente a fare sacrifici, negli USA stata adottatala politica opposta di ridurre le imposte e liberalizzare il pipossibile il sistema economico.

    Ebbene, sia in Europa che negli USA, con una certasfasatura temporale dovuta alle differenti condizionieconomiche e politiche dei due continenti, leconomia hadapprima rallentato e poi, con linizio del nuovo millennio, entrata in una crisi di grave portata e dallesito

    assolutamente incerto, sia per il profilo economico che perquello politico.Questa situazione non si riesce ad affrontare

    efficacemente con i tradizionali strumenti di interventoelaborati dal pensiero e dalla pratica economica efinanziaria dopo Keynes. La sensazione sempre pi diffusa che gli strumenti di intervento abbiano del tutto perduto laloro capacit di incidere sulleconomia.

    Da un lato, la spesa pubblica fortemente ridotta inEuropa dai limiti imposti dallaccordo di Maastricht cheimpone ai paesi aderenti di raggiungere il pareggio dibilancio entro una data prefissata e comunque di tenere incostante ribasso il deficit annuale.

    Negli Stati Uniti, dopo due anni straordinari di gestionein avanzo di bilancio, a seguito di una congiunturafavorevole, che ha visto la riduzione delle spese pubblichesommarsi ad una stagione eccezionale di guadagni borsisticie di crescita delleconomia, il deficit ha ripreso a salire econ esso il debito pubblico, n questo valso a farriprendere leconomia statunitense.

    Daltra parte, sulleconomia americana grava un pesantedisavanzo della bilancia dei pagamenti alimentata anchedalla scarsa competitivit delle merci statunitensi per effetto

    della debolezza delleuro.Gli interventi sui tassi delle banche centrali europea ed

    americana, non hanno parimenti prodotto alcuni risultatotangibile. Negli USA, il Presidente della FED, AlanGreenspan, ha tagliato i tassi in rapida successioneportandoli dal 6,5% del gennaio 2000 all1,50% dellottobre2002. Nonostante ci, leconomia non solo non si ripresa,ma continua a dare segni sconfortanti agli operatorifinanziari ed economici e ad aggravare il clima di sfiducia

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    che si creato circa la ripresa delleconomia e intorno allesue istituzioni.

    Le peggiori previsioni sullandamento dei corsi borsisticisi sono realizzate nello sconforto generale, e non sembraaffatto che si sia raggiunto il fondo della discesa.

    Insomma, n gli interventi monetari, n le iniezioni diliquidit possibili per effetto della spesa pubblica in deficit,hanno portato ad alcun risultato tangibile.

    La BCE, per sostenere il deprimente corso delleuro, hatenuto i tassi ad un livello decisamente pi elevato deldollaro, e anche questo, oltre ai vincoli portati dallaccordodi Maastricht non ha favorito la ripresa delleconomiaeuropea che ogni anno viene rinviata a quello successivo,tra limbarazzo (si fa per dire) delle autorit responsabili, losconforto degli operatori economici, e lirritazionecrescente della gente comune, che comincia seriamente adubitare dellattendibilit di governi, economisti e persinodi istituzioni tradizionalmente attendibili come lISTAT.

    Leffetto pi evidente della crisi proprio quello delladebolezza cronica della domanda. Cos come nel 29, leaziende hanno i magazzini pieni, ma mancano i soldi peracquistarle, nonostante le favorevoli condizioni cui moltemerci sono offerte.

    In molti settori delleconomia di produzione si staverificando una situazione di grave deflazione, insieme aduna accelerazione dei prezzi di altri beni, in genere di benidurevoli o di investimento come gli immobili.

    Gli investimenti in borsa, dopo la sbornia speculativa

    dellinizio del secolo, hanno subito un drasticoridimensionamento in tutto il mondo che in alcuni settori haassunto la dimensione del crollo.

    Insomma chi ha i soldi se li tiene o al pi li investe inimmobili, con questo contribuendo al rallentamento dellavelocit di circolazione della moneta.

    Ogni tanto si assiste a fiammate speculative in un settoreo in un altro, ovvero da un paese allaltro, subito seguite darapidissime fughe degli investitori speculatori. Alla fuga,segue il disastro economico del settore o del paese.

    E una nuova specie di quella trappola della liquidit che

    fu lucidamente analizzata da Keynes. I soldi ci sono, manon vengono spesi e il clima di sfiducia che genera lamancanza di investimenti produce altra sfiducia ed altratesaurizzazione con conseguente aggravamento della crisi.

    Ovviamente la liquidit esistente concentrata in pochemani ed essenzialmente generata nel debito, poich lostrumento principale per la creazione di moneta nel nostrosistema appunto il debito.

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    La situazione apparentemente senza via duscita. Da unlato le autorit monetarie non possono creare troppa monetaperch questa genererebbe unondata di inflazione, e

    dallaltra senza denaro in circolazione le imprese nonpossono fare investimenti e creare nuova ricchezza. Ildenaro esistente o viene bruciato in attivit speculativeche si risolvono in una brusca caduta dei prezzi deglistrumenti finanziari (come in borsa) oppure alimenta ondateinflattive gonfiando i prezzi in determinati settoridelleconomia24. Senza gli investimenti le imprese sonocostrette a ridimensionarsi e a ridurre il personale e questoproduce una ulteriore contrazione della domanda edaggrava la crisi economica.

    24 Come nel settore immobiliare o in quello dellenergia, dove si assiste aviolenti rialzi di prezzi non giustificati dal mercato.

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    III. LA RICCHEZZA

    1. Economia agricola ed economia industriale

    Come si pu affrontare questa situazione?E evidente che gli strumenti tradizionali di intervento

    sulleconomia non sono in grado di stimolare una rispostaefficace e che se pure producono degli effetti positivi questisono temporanei e soprattutto, comportano sacrifici erinunce di gran parte della popolazione.

    Questa la conseguenza pi assurda, se pensiamo chelenorme capacit produttiva che ha sviluppato il sistemaindustriale moderno in grado di soddisfare le necessit

    essenziali di tutta la popolazione mondiale. A maggiorragione se poniamo mente alle potenzialit di ulterioresviluppo e vediamo che esso frustrato dalla mancanza dimezzi finanziari, mentre le potenzialit tecniche e umanecontinuano a crescere in maniera esponenziale.

    Mancano dunque, i mezzi finanziari mentre non mancacerto la ricchezza. Ma che cosa intendiamo per ricchezza?Che cos la produzione di ricchezza e per quale ragione lasua crescita deve essere limitata per non creare eccessivisquilibri nel sistema economico?

    Per millenni la ricchezza prodotta nel mondo rimastapressoch stabile. La produzione era essenzialmenteagricola e bastava a mala pena a soddisfare le esigenze dellapopolazione. Quando questa era in eccesso rispetto allecapacit produttive delle terre locali, arrivava una guerra ouna pestilenza o semplicemente la fame a ristabilirelequilibrio rotto dalla sovrappopolazione.

    Certo, le civilt che hanno preceduto la nostra hannocostruito molto, hanno generato grandi idee in parte riflessenei grandi monumenti che sono stati edificati per dare gloriaeterna a quelle idee, hanno lasciato opere darte e letterarie

    ineguagliabili ed intrecciato un tessuto connettivo direlazioni e di cultura nel quale affondano le nostre radici.Per, la loro economia stata per migliaia di anni un

    misto di lotta per la sopravvivenza e di rapine, con intervallipi o meno lunghi di relativa prosperit e altri periodi diduri sacrifici e cupa disperazione.

    Lidea di utilizzare per produrre mezzi e risorse diversedalla pura forza animale (schiavi, cavalli e buoi) propriadellinizio dellera industriale, nonostante gli antichi

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    conoscessero perfettamente la maniera di costruiremacchine anche complesse e le utilizzassero per scopidiversi dalla produzione.

    Molti dei principi sui quali si fondano le nostremacchine, erano noti ai matematici ed ai fisici greci eromani e, dimenticati dopo la caduta dellimpero romanoper molti secoli, furono, poi, riscoperti dal rinascimento inpoi.

    Con lindustrializzazione, lumanit ha cominciato asvincolarsi dalleconomia del bisogno ed a produrreregolarmente uneccedenza significativa rispetto a quantonecessario per soddisfare i propri bisogni immediati.

    Sono passati solo duecento anni dallinizio delfenomeno, e non strano che il nostro concetto di ricchezza

    sia ancora legato a quello che ha spinto per millennilumanit alla guerra, alla rapina e alla schiavit.Nota Galbraith25, che leconomia agricola

    essenzialmente schiavistica mentre quella industriale non lo. Lasservimento nellindustria si esprime in una forma deltutto diversa, e la relazione giuridica propria delloschiavismo non affatto adatta a quella produzione.

    Sta di fatto che la schiavit stata una realt legale finoa centocinquanta anni fa nel mondo occidentale e fino apochi anni fa in alcuni paesi dellAfrica (dove peraltro, essaviene tuttora praticata), e che solo nel secondo dopoguerra,ovvero da meno di sessantanni, lo schiavismo statoconsiderato un crimine contro lumanit. C anche daconsiderare che ancora oggi in molti paesi la schiavit vienepraticata impunemente, nonostante la dichiarazioneuniversale dei diritti delluomo e che il numero effettivodegli schiavi attualmente nel mondo si calcola tra icinquanta e i duecento milioni.

    Con questo voglio dire che non facile estirpare lideache il possesso di un uomo e delle sue qualit fisiche emorali sia una ricchezza invece che un crimine controlumanit. Il riflesso di questa antica abitudine nellatteggiamento nei confronti degli immigrati, a volte

    trattati peggio delle bestie e considerati, anche a livellolegislativo, come mere forze di lavoro che possono goderedi diritti non in quanto esseri umani ma in quanto cose

    produttive.Questa aberrazione figlia delletica del lavoro, per

    la quale luomo in tanto esiste in quanto produttore diricchezza.

    25 J.K. Galbraith, Storia delleconomia, Rizzoli, Mi, 1990

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    Luomo che consuma non ha diritto allesistenza nelmondo disegnato dalletica del lavoro. Ci sembra incontraddizione con la considerazione generalmenteaccettata nella societ del consumo, nella quale il ruolodelluomo e la sua essenza dipendono, appunto, dalla

    qualit e dalla quantit del suo consumo.Questa contraddizione spinge verso unidea delluomocome produttore-consumatore, cio come colui che deveprodurre il pi possibile e consumare il pi possibile peravere il diritto di essere considerato nella societ.

    Le due cose sono per storicamente contraddittorie,come abbiamo visto. In una societ contadina luomo cheproduce non pu essere luomo che consuma, poichaltrimenti sarebbe libero, mentre lessenza della relazionedi potere nella societ agricola la schiavit (che si perpetuata in varie forme fino ai nostri giorni, o comeschiavit legale o come servit della gleba).

    Nella societ industriale luomo non pu essere schiavoperch deve essere anche consumatore (fino a divorare sstesso come faceva lantico signore delluniverso Cronoscon i suoi figli). La modernit esige che luomo siaproduttore e consumatore allo stesso tempo, con cinegando la natura