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T O SCANI NEL MONDO T O SCANI Informazione per i destinatari della rivista: Ai sensi dell’art.10 della Legge n. 675/96 la informiamo: a) che i suoi dati personali vengono da noi trattati per l’invio delle pubblicazioni della Giunta regionale toscana; b) che i suddetti dati sono trattati con l’ausilio di mezzi informatici; c) che l’archivio dei suoi dati si trova presso l’Area informazione della Giunta regionale toscana; d) che rispetto al suddetto trattamento possono essere esrcitati i diritti di cui all’art.13 della leggew 675/96; e) che il titolare di tale trattamento di dati personali è la Giunta regionale toscana; f) che il responsabile del trattamento è il dirigente dell’Area informazione. TRA I CASTELLI DELLA LUNIGIANA LA MEMORIA E IL FUTURO DELLE GENTI DI TOSCANA TUTTO SULLA GIOCONDA SVELATO IL MISTERO DI MONNA LISA LO “SPIRITO” DI SAN ROSSORE CRESCE SUL TEMA DEI MUTAMENTI CLIMATICI UN MARE D’ORO PER LA TOSCANA OLIMPICA “VOCI CONTRO IL POTERE” LA FORZA DEL TEATRO PER I DIRITTI UMANI AVVENTURA IN AUSTRALIA NOVE MESI A INSEGNARE L’ITALIANO TRAGEDIA DELL’ARANDORA STAR DOPO IL LIBRO, UN FILM “BUON COMPLEANNO, MAESTRO” IN FESTA PER I 90 ANNI DI MARIO LUZI VIA AEREA - PAR AVION TASSA PAGATA - TAXE PERÇUE Ufficio P.T. Firenze numero 3 a cura dell’ufficio stampa della giunta regionale

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T O S C A N IN E L

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T O S C A N I

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TRA I CASTELLI DELLA LUNIGIANA

LA MEMORIA E IL FUTURO DELLE GENTI DI TOSCANA

TUTTO SULLA GIOCONDA

SVELATO IL MISTERO DI MONNA LISA

LO “SPIRITO” DI SAN ROSSORE CRESCE

SUL TEMA DEI MUTAMENTI CLIMATICI

UN MARE D’ORO

PER LA TOSCANA OLIMPICA

“VOCI CONTRO IL POTERE”

LA FORZA DEL TEATRO PER I DIRITTI UMANI

AVVENTURA IN AUSTRALIA

NOVE MESI A INSEGNARE L’ITALIANO

TRAGEDIA DELL’ARANDORA STAR

DOPO IL LIBRO, UN FILM

“BUON COMPLEANNO, MAESTRO”

IN FESTA PER I 90 ANNI DI MARIO LUZI

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graNdangolomemoria e futuro delle genti di Toscana

“la mia Toscana”, giovani storie dal mondo

svelati i misteri della Gioconda

ritorno al Vasari

qui tOscanacresce lo “spirito” di San Rossore

“Voci contro il potere”, teatro e diritti umani

Toscana-Usa, la lunga amicizia

in festa per i 90 annidi Mario Luzi

un mare d’oro per la Toscana olimpica

qui mOndoinsegnare l’italiano in Australia

un film sulla tragedia dell’Arandora Star

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s O m m a r i oov’è la Toscana? In Italia, fra laLiguria, l’Emilia Romagna,l’Umbria, il Lazio e il marTirreno, longitudine fra 9°40’

ovest e 12°25’ est, latitudine fra42°12’ sud e 44°28’ nord, circa. Risposta

fin troppo ovvia e perciò sbagliata. Infatti laToscana è anche nel cuore di tantissima gentesparsa in tutto il mondo. Wonderful, dicono di leiquelli di lingua inglese. Amata e conosciuta.Eppure mai abbastanza. Tant’è che il presidentedella Regione Claudio Martini e molti dei suoiassessori in questi cinque anni di legislatura hannofatto come i globetrotter, volando di qua e di là sulpianeta ad ogni angolo della Terra. Per farlaconoscere ed amare, per promuovere i suoi prodottie le sue bellezze, per intessere rapporti e relazioni,avviare collaborazioni e stringere accordi. Missionipolitiche, commerciali, economiche,istituzionali, di cooperazione, voltead attivare scambi, amicizie,intese. Eppure a qualcuno inToscana questo dinamismodel governo regionale non

piace molto ed anzi è diventatoil pretesto per una polemicapolitica rinfocolata su qualchegiornale. Il viaggio che Martini hafatto a San Francisco e a Chicago è stato quello piùbersagliato perché, fra le altre cose, ha avuto anchedegli incontri con i democratici di Kerry propriomentre l’America votava per Bush. Un’ingiustasottovalutazione, tant’è che lo stesso Ufficio dipresidenza del Consiglio dei Toscani all’estero haritenuto opportuno prendere posizionemanifestando soddisfazione “per gli incontri chesono avvenuti con i rappresentanti delleassociazioni e con le rappresentanze consolari,dando vita ad un contatto diretto, utile nonsolo per offrire risposte adeguate ai problemidelle comunità, ma anche per costruire ungioco di squadra in favore del ‘made inTuscany’”. Insomma, il cuore dellaToscana batte nel cuore di molti. Perfortuna.

Daniele Pugliese

D

perchéglobetrotter

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3g r a N d a n g o l odella Misericordia o della Pubblica Assi-stenza, per offrire il proprio aiuto ma anchevivere e capire da ‘dentro’ la società toscana.

Di cultura e di nuovo di storie, di toscani diqua e di toscani di là, si parla invece il se-condo giorno a Lusuolo. E non poteva esse-re diversamente, visto che nel castello chedomina dall’alto di una collina la piccola val-le del fiume Magra in secca – ai piedi del ca-stello il cimitero ed il minuscolo borgo al-lungato fatto di una decina di case ed una so-la via, il campanile e la porta monumentaleche è l’unica cosa che resta di un’antica cin-ta muraria - sorge il Museo regionale dell’e-migrazione: un tempo possente ‘guardiano’dei Malaspina, chiuso negli ultimi quindicianni, oggi faro della memoria. Lettere, foto-grafie ingiallite e tracce di vita si susseguonosui muri, una collezione dal grande valore di-

dattico in futuro visi-tabile anche su inter-net. All’ingresso, altripannelli su cui scor-rono i volti sorridentidei giovani nipoti diquegli emigranti. Co-me a ricordare che lastoria non finisce.

Dalla Lunigiana i to-scani – figurinai, ca-merieri, braccianti edoperai – emigraronoil secolo scorso so-prattutto in Scozia edin Francia, i lucchesi scelsero la California,l’Argentina ed il Brasile, gli elbani deciserodi trasferirsi prevalentemente in Australia.Oggi sono 116 mila secondo i registri conso-lari, 90 mila quelli iscritti all’Anagrafe dei re-sidenti all’estero. Se riuniti popolerebbero

Le storie in due giorni si rincorrono: storieantiche e storie di oggi, storie di chi è parti-to – per fame, avventura o motivi politici - e

storie di chi (a volte) è tornato. O medita ditornare. E quando al sabato nella corte delcastello di Lusuolo risuonano le note dellabanda di Pontremoli e più tardi il borgo sitrasforma in una grande tavolata all’aperto,le storie allora diventano quelle, cantate, diun menestrello locale. Alla maniera antica.

E’ la cronaca di due giorni di incontri egruppi di discussione. La cronaca della pri-ma festa dell’emigrante, che la Regione hadeciso di festeggiare da quest’anno alla finedi luglio, e della prima riunione del Forumdei giovani toscani all’estero: il primo istitui-to tra le regioni d’ Italia. Nostalgia, amarcordma anche una buona dose di praticità.

I rappresentanti dei toscani sparsi nel mon-do si sono dati appuntamento la scorsa esta-te in Lunigiana: prima a Terrarossa di Lic-ciana Nardi e poi al castello di Lusuolo, aMulazzo. Terre dure e di emigrazione que-ste al confine con la Liguria, dure come laGarfagnana o la Montagna pistoiese, dove tipuò capitare di attraversare la strada, entra-re in un bar qualsiasi e trovarti davanti a chitranquillamente parla in spagnolo con gliospiti venuti da lontano. Emigranti che sonotornati ed emigranti che partono. “Terre du-re con valli impervie e strade strette, - ag-giunge il presidente della Toscana ClaudioMartini, il secondo giorno appena arrivato aLusuolo - Difficili da vivere oggi, figuriamo-ci quaranta o cento anni fa”.

A Licciana Nardi il castello sorge su una viatrafficata. I ragazzi, all’interno delle mura, siraccontano e discutono. C’è chi parla un ita-liano fluente e chi fa più fatica. Multimedia-lità è la prima parola d’ordine: chiedono film,cd musicali, cortometraggi e documentaristorici sull’Italia e la Toscana, ma anche fo-rum on-line, newsletter e videoconferenze.Sono voraci di informazioni. E con entusia-smo salutano dunque l’esperimento di unnotiziario Ansa disponibile sul quotidianoon-line della giunta regionale Primapaginato-scana, annunciato dall’assessore alla culturae ai rapporti con i toscani all’estero, MariellaZoppi. Un modo per conoscere, la sera dopole dieci, cosa è successo quel giorno in To-scana. Volontariato è la seconda parola d’or-dine. La proposta viene di nuovo dai ragazzi,pronti in questo caso a tornare per un po’nella terra dei loro nonni: per fare esperien-za nell’Arci, nelle Acli e nelle confraternite

tra i castelli della Lunigianala memoria e il futuro delle genti di Toscana

Spettacolo musicalenel castello di Lusuolo;in alto: giovani da tutto il mondo nel castello di Terrarossa(foto Zavanella)

due giornate ricchedi iniziative etestimonianze per il Forum dei giovani e la Festa dei toscaniall’estero

inauguratodal presidente Martiniil Museo dell’emigrazione

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scendente di quella casata, oggi tra i vicepresidenti della Coca Cola. C’è pure un ano-nimo Giovanna Matra imbarcato sul vascellodi Cook, che rivendicò la scoperta dell’Au-

stralia, o il più famoso Filippo Maz-zei da Poggio a Caiano. E poi il mis-sionario lucchese Maurizio Nencionio il conte Salis di Firenze, che fu ilprimo parlamentare australiano diorigini toscane. Una tradizione checontinua anche oggi, con parlamen-tari che siedono nelle assemblee dipiù nazioni: 349 quelli di origine ita-liana nel mondo, eletti in 27 paesi, 89nella sola Argentina.

“Il senso della giornata dei toscaninel mondo è fare dei nostri emigratigli ambasciatori di una cultura e diuna civiltà che caratterizza una terrache sa stare nel mondo – conclude ilpresidente Martini - Dove i toscani

sono stati hanno esportato il loro saper faree la loro intelligenza. Coltivare i rapporticon quelle comunità all’estero è oggi un mo-do per stare in rete con i fatti e i paesi del no-stro pianeta. Non è solo una questione affet-tiva”. E da quei paesi i giovani toscani torna-no magari per alcuni mesi per frequentareuno dei due master post-laurea in manage-ment dell’innovazione e gestione e controllodell’ambiente al S. Anna di Pisa, per fareesperienza nelle aziende toscane con le bor-se Mario Olla o imparare l’italiano. Opportu-nità a cui la Regione ha contribuito anchequest’anno stanziando 822 mila euro, di cui367 mila destinati ai giovani.

Walter Fortini

da soli una città come Pisa. Vivono inveceper la metà in Europa (53,9%) e per oltre unquarto (28%) in America Latina. Fame, moti-vi politici o semplice curiosità li hanno spinti

ai quattro angoli del mondo. “Ma non va di-menticato – ricorda l’assessore Zoppi – il tri-buto anche dei tanti toscani che durante laseconda guerra mondiale sono tornati da mi-litari per liberare queste terre”.

Le storie non mancano, dentro e fuori ilmuseo: storie illustri e storie meno illustri. Esi rincorrono pure sotto i gazebo allestiti nelpunto più alto del castello, un arcobaleno diuna trentina di gonfaloni, presenti i sindacidelle città e dei paesi e i presidenti delle pro-vince da dove tanti toscani, a più riprese, so-no partiti per il mondo. C’è chi ricorda Ales-sandro Malaspina, ufficiale della reale mari-na spagnola che scoprì dal mare la baia diSan Francisco e chi accenna ad un altro di-

Un momento dei lavori del Forum; a fianco: il taglio del nastro

del nuovo Museo (foto Zavanella)

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5TO S C A N IN E L

M O N D O

Chi emigra lo fa spesso per miseria, ma so-no molti anche i toscani che si sono affermatied hanno fatto fortuna. Sonia Taddei, bionda,occhi verdi, 35 anni, confessa di “essere statafortunata”. Suo padre Jacopo invece “se l’èmeritato – dice - ed ha lavorato molto: cometanti altri toscani, che sono gente pratica”.Quando sbarcò a Perth Jacopo aveva solo unabicicletta con cui percorreva ogni giornotrenta chilometri la mattina ed altrettanti lasera, per andare a lavorare in una fattoria.Aveva 19 anni quando partì da Tereglio inGarfagnana. Oggi ha una grossa ditta di co-struzioni edili. La nonna materna di Sonia,lucchese in Australia anche lei, già possedevainvece una grande azienda agricola. Sonia èstata la prima volta in Italia nel 1990, quandoha partecipato a “Miss Italia nel mondo”. “Ungioco”, si schermisce. Subito dopo è diventa-ta la rappresentante dei giovani toscani in Au-stralia. Ed oggi - maestra elementare, sposatacon un architetto di Varese che commercia insurf, windsurf e kitesurf - è un po’ la testi-mone dell’interesse che negli anni è cresciutoper le nostre colline. “Abbiamo iniziato a ri-scoprire l’italiano - spiega - e a cu-cinare toscano. E dopo ogni viag-gio, l’interesse aumentava ed ilgruppo cresceva”. Come altrove.Le associazioni dei giovani toscaninel mondo coinvolgono oramai piùdi 1150 ragazzi: alcuni non sononeppure toscani né italiani, incurio-siti però dalla cultura della nostra

regione. Con i toscani più grandi le personecoinvolte superano le diecimila. Nelle asso-ciazioni c’è anche chi si innamora, qualcunoaddirittura si sposa. (wf)

“la miaToscana”,giovani storie dal mondo

C’è chi ha nelle vene sangue toscano e giap-ponese e vive in Brasile, chi è stata Miss Ita-lia in Australia e della Toscana si è letteral-mente innamorata, tanto da tornarci almenouna volta all’anno dal 1990. Senza però ab-bandonare l’immensa isola-continente, dove“la vita costa la metà”. C’è chi chi infine hascelto di mollare tutto ed accettare un postoda operaia in un’azienda di circuiti elettronici,pur di abitare nella nostra regione. Curiose“connections”, direbbero i toscani d’America.Storie di toscani nel mondo raccolte nel corti-le e nelle stanze del Castello di Terrarossa, inun caldo giorno di fine luglio.

Vittoria Zanetti, uruguayana, ha deciso ditornare a vivere in Toscana. Mora, vent’anni,nata e cresciuta a Montevideo, da febbraioabita a Pontremoli, non troppo distante dalborgo di Arzengio da dove nonno Guglielmoera partito per il Sud America. Per inseguireil suo sogno ha mollato tutto, compreso ilcorso di scienza della comunicazione che sta-va seguendo all’università e che forse ripren-derà quest’anno. “Ho coronato un sogno cheavevo fin da piccola”, racconta in un italianooramai fluido. Era venuta l’anno scorso a Via-reggio per la conferenza mondiale dei giova-ni toscani. I parenti di Pontremoli le hannotrovato casa e lavoro. Ha accettato un postoda operaia. Ma la sua è quasi un’eccezione.In pochi pensano infatti di abbandonare ungiorno il paese dove oggi vivono, viste anchele prospettive, generalmente buone, di lavo-ro. Avidi semmai di saperne di più sulla To-scana, di stage e borse di studio, orgogliosidi ostentare le proprie radici e di essere “ita-lo-qualcosa”.

Sulla maglietta che indossa Karla Cheli Ka-nasawa - toscana di San Paolo con babbogiapponese da cui ha preso soprattutto il ta-glio degli occhi - non a caso c’è una panteracon due cuccioli, sullo sfondo un tricolore. E’il simbolo che i giovani toscani della città bra-siliana hanno scelto per la loro associazione,omaggio alla città d’origine che è Lucca. Or-ganizzano corsi di artigianato e di lingua, mafanno anche volontariato negli orfanotrofidella città. Karla lavora nell’ufficio marketingdella General Elettrics, nonno Umberto erapartito da Gallicano. Lui era meccanico, la fi-glia, Umberta, è diventata invece insegnantedi portoghese e preside di una scuola. E inBrasile ha conosciuto Fuzio, giapponese, po-liziotto e suo futuro marito. Karla si sente to-scana, ma tornerà a San Paolo. Come Maria-no Giuntini, che invece non abbandoneràl’Argentina. Venticinquenne studente di ar-chitettura di Rosario, ha vinto una borsa distudio in Toscana. Qui si trova a suo agio, mala sua casa è il Sud America. Dove magaritornerà culturalmente arricchito.

Sonia Taddeie, a fianco, Karla Cheli Kanasawa

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Il sorriso resta sempre quello: enigmatico,ambiguo e anche un po’ beffardo. Ma daqualche mese la Gioconda è un po’ meno mi-steriosa. A diradare il mistero intorno alladonna che avrebbe fatto da modella a Leo-

nardo, ha contribuito uno studioso fiorenti-no, Giuseppe Pallanti, autore del libro Mon-na Lisa, mulier ingenua, pubblicato nel giu-gno scorso per i tipi della casa editrice fio-rentina Polistampa.

Insegnante fiorentino appassionato di ri-cerche storiche, Pallanti ha condotto la suaricerca per quattro anni: all’Archivio di Sta-to, degl’Innocenti, dell’Opera del Duomo.Quando e come è scoccata la scintilla tra lostudioso e Monna Lisa? “Ci sono stati duefatti decisivi – racconta lui – Il primo: nelcorso di una ricerca sui poderi del Chianti,incontrai per la prima volta il padre di LisaGherardini, Anton Maria, proprietario di un

podere. Il secondo: un mattino d’invernoFranca, la custode della scuola in cui inse-gno, sbottò nel suo napoletano colorito: Pro-fesso’, non ne posso più di questo squallore!Mi piglia la depressione qua dentro. Doma-

ni ci penso io. La mattina dopo tornò con unlibro illustrato su Leonardo, ritagliò i varicapolavori e li sistemò sulle pareti del corri-doio, che, grazie a lei, cambiò aspetto. Così,per un paio d’anni, uscendo da una delle mieclassi, i miei occhi incontravano lo sguardodella Gioconda. Certe volte mi ci incantavodavanti. Tanto che un giorno le mie studen-tesse mi richiamarono bruscamente allarealtà: Prof, ma che fa lì davanti a quelladonna? Fosse almeno bella! – Non vi piace?,chiesi io, e loro in coro: Nemmeno un po’.Così è nata la curiosità di ricostruire la vitadi questa donna. Ed è quello che ho fatto”.

Pallanti racconta come ha lavorato: “Ho ri-cercato a lungo, e alla fine ho rac-colto una documentazione che haconsentito di ricostruire la vita diLisa, come moglie e come madre;le attività imprenditoriali del mari-to; le vicende che portarono al loromatrimonio, dopo la prematurascomparsa della prima moglie diFrancesco Del Giocondo; la nasci-ta dei loro numerosi figli. Ho con-sultato fonti notarili: per il matri-monio, il testamento del marito.Fonti battesimali: l’archivio dell’O-pera del Duomo. Fonti catastali.Due registri commerciali, all’archi-vio degl’Innocenti. Tra i documen-ti più significativi, voglio ricordareil testamento di Francesco, scrittoun anno prima della sua morte, dacui traspare il suo amore per“monna Lisa, sua diletta sposa”, ein cui la moglie viene definita “mu-lier ingenua”, appellativo che ho ri-preso nel titolo del mio libro”. Laricerca è iniziata nel ’99, “ma hocominciato a scrivere solo quattroanni dopo, quando, lavorando ingiardino, mi sono dato una zappatasu un piede. Costretto a casa perun mese, con il gesso, mi sonomesso a scrivere”.

E cosa ha scoperto? “Io non hoscoperto nulla – si schermisce – Ilmerito della ricerca d’archivio èstato quello di dare credibilità al

tutto sulla Gioconda svelati i misteri sull’identità di Monna Lisa

una ricercadello studioso

fiorentinoGiuseppe Pallantiricostruisce la vita

della più famosa“modella” di

Leonardo

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7TO S C A N IN E L

M O N D O

discussa egemonia economico-finanziaria.Nel XV secolo, Firenze è una città ricca, at-traversata da movimenti culturali e artisticidi risonanza internazionale. Fra la fine delQuattrocento e l’inizio del Cinquecento si hal’epilogo di quella stagione straordinariache fu il Rinascimento fiorentino, e proprioin questo arco di tempo si svolgono le vi-cende umane e professionali di Lisa, Fran-cesco e Leonardo. Se loro tre sono i perso-naggi principali, Firenze è lo scenario in cuiessi si muovono e dal quale non si può pre-scindere per inquadrare e comprendere laloro storia”.

Il suo saggio ha ricevuto anche i compli-menti dell’accademico medievalista france-se Jacques Le Goff. Sarà contento… “Sì,molto. Le Goff parla di ‘eccellente biografiascientifica’. Ha apprezzato molto il lavorodella ricerca. Gliel’ho mandato, l’ha letto inun fine settimana e il lunedì mi ha scritto”.

Lucia Zambelli

Vasari, di confermare lasua tesi. Ci sono tregrossi indizi che avvalo-rano la tesi del Vasari. Ilprimo è la sicura amici-zia e frequentazione delpadre di Leonardo, SerPiero, famoso notaio,con i Del Giocondo. E’del 1497 un atto di com-promesso tra i frati dellaSantissima Annunziata ei fratelli del Giocondo,scritto da Ser Piero. Edè risaputo che più volteil padre si era dato da fa-re per procurare lavorial figlio, rientrato allorada Milano dopo la mortedi Lodovico il Moro. Ilsecondo è che quandonelle Vite il Vasari parladei Del Giocondo (e ne parla due volte) èsempre ben informato. I Del Giocondo li co-nosceva bene, non ne parla per sentito dire.Il terzo: nella prima edizione delle Vite il Va-sari dedica poche pagine a Leonardo; nellaseconda edizione, dice che ha revisionatotutta la prima edizione, e fa qualche piccolacorrezione anche a proposito di Leonardo.Ma della pagina sulla Gioconda, non toccauna virgola. Tutti elementi che a mio avvisodimostrano che quest’uomo è credibile. Letestimonianze e i documenti raccolti sem-brano chiarire molti dubbi, e alla fine è diffi-cile non schierarsi con i sostenitori del Va-sari e della tesi a favore di Monna Lisa”.

I documenti danno vita e voce ai personag-gi. “I protagonisti di questa storia – spiegaPallanti – sono Lisa, Francesco e Leonardo,e l’ambiente in cui vivono è quello di unacittà che conserva ancora, sia pure in tonominore, la vitalità e il dinamismo di un tem-po, quando godeva in tutta Europa di un’in-

L’atto di battesimo di Lisa Gherardini conservato nell’archivio di S. Maria del Fiore (foto Patricio Estay/Nazca Pictures);in basso: la “Gioconda”. Nella pagina accanto: Pallantitra le copie del suo libro (foto Patricio Estay/Nazca Pictures)

Che la modella del dipinto di Leonardo fosse Monna Lisa, cioè LisaGherardini, nata a Firenze nel 1479 da una famiglia nobile delChianti, proprietaria di alcuni poderi tra Greve e Castellina, loscrisse il Vasari nelle sue Vite (1550), affermando che “Monna Li-sa era bellissima” e aveva “un ghigno tanto piacevole che era cosapiù divina che umana”. Ma già pochi anni dopo la morte di Leo-nardo (1519) l’appellativo Gioconda veniva usato abitualmente aproposito del ritratto: Lisa Gherardini era sposata col ricco setaioloFrancesco del Giocondo. E per molti secoli l’identità della Giocondanon fu messa in discussione.A riaprire il dibattito fu il furto del dipinto, avvenuto nel 1911 alLouvre ad opera di un giovane imbianchino italiano, Vincenzo Pe-ruggia, e il suo avventuroso ritrovamento, due anni dopo, a Fi-renze, nell’albergo di via Panzani che ora si chiama, appunto, Ho-

tel Gioconda. Subito dopo ilritrovamento, il quadro fuanche esposto per alcunigiorni agli Uf fizi, richiaman-do un gran numero di visita-tori. In quell’occasione, furo-no in molti a mettere in dub-bio l’identità della Gioconda(tra questi, anche BenedettoCroce) e ad avanzare le ipo-tesi più diverse: che si trat-tasse, per esempio, di Isabella D’Este, o dell’amante di Giuliano de’Medici a Roma. O che fosse addirittura un audace autoritratto alfemminile di Leonardo.La ricerca di Giuseppe Pallanti, suffragata da numerosi documentid’archivio, tra i quali il testamento di Francesco Del Giocondo, con-ferma ora la tesi del Vasari. (lz)

ritorno al Vasari

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q u i t O s c a n a 8

problema che l’umanità abbia mai dovuto af-frontare”.

I due giorni del dibattito, però, non si sono sno-dati sotto il segno di un pessimismo generalizza-

to, ma piuttosto sotto quello di una consapevo-lezza che sa di doversi tradurre in azione. Comeha spiegato Al Gore, l’ex vicepresidente statuni-tense: “I ghiacciai non rispondono alle ideologie,semplicemente si sciolgono se aumenta la tem-peratura. E la temperatura sta aumentando peri-colosamente, questo è indiscutibile. L’unica di-scussione è se ci dobbiamo preoccupare oppureno. La terra è malata, ma le soluzioni ci sono”.

Già, le soluzioni. Se il baratro è davanti a noinon è detto che gli si debba correre incontro. Alcontrario, ci sono scelte concrete che possono edebbono essere fatte, a livello di governi comedi semplici cittadini. Di molte di esse si è parlatoal meeting. Si è discusso di industrie in grado dicontenere le loro emissioni di anidride carboni-ca e di agricoltura senza prodotti chimici; di fon-ti di energia “pulita” come il sole e il vento e diuna mobilità non più imperniata esclusivamentesulle quattro ruote e i suoi veleni.

Su questo cammino la Toscana farà una parteimportante, convinta, come ha spiegato il presi-dente Claudio Martini, che questa sia la chiaveper un mondo migliore, in tutti i sensi: “Anche lagestione dell’ambiente, infatti, può essere unostrumento di pace. Il legame c’è ed è molto stret-to”.

Per Romano Prodi, intervenuto come presi-dente della Commissione Ue, la Toscana può di-ventare “la coscienza critica di una nazione sullequestioni ambientali, così come la California pergli Stati Uniti”. E proprio dalla Toscana, dal suopresidente, è partita una significativa proposta,l’allargamento del cosiddetto mercato europeodelle emissioni, un progetto che potrà consenti-re di andare oltre gli obiettivi del Protocollo diKyoto, cioè dell’accordo internazionale sulla ri-duzione dei gas serra.

E a proposito di quest’ultimo. Se finora è statosolo una generosa dichiarazione di intenti, a di-stanza di pochi mesi da San Rossore non è piùcosì. La firma della Russia ha consentito di rag-giungere il numero minimo necessario per dar-gli piena efficacia, con tanto di impegni vinco-lanti e relative sanzioni. Tra i grandi, solo gli Sta-ti Uniti dell’amministrazione Bush non vi hannoancora aderito.

Una bella notizia, in perfetta sintonia con lo spi-rito di San Rossore, perché di fronte ai disastridel mondo richiama gli orizzonti della responsa-bilità e dell’impegno.

Paolo Ciampi

Che sia una delle pochissime occasioni al mon-do, forse l’unica, in grado di riunire insieme po-litici e scienziati, istituzioni e movimenti, im-prenditori e religiosi, fautori e contestatori della

globalizzazione, si sapeva. Che questi due giornidi confronto e proposta sotto un enorme tendo-ne, nel mezzo di uno degli angoli più belli e sel-vaggi della Toscana, siano ormai un appunta-mento fisso dell’estate per quanti guardano adun mondo diverso, anche questo si sapeva. Peròmai come quest’anno il meeting internazionaledi San Rossore ha impressionato per la rilevanzae attualità delle questioni trattate e per la con-cretezza delle soluzioni proposte.

Da brivido il tema proposto: i cambiamenti cli-matici. Solo apparentemente una questione daspecialisti. Non è facile, certo, spiegare cosasiano le emissioni di gas serra, e come influen-

zino il nostro pianeta, però tutto questo chiamain causa l’uso e l’abuso delle automobili, il mo-do con cui riscaldiamo le nostre case, gli spre-chi di cui tutti, consapevoli o meno, ci rendiamoresponsabili. Ed è per questo che la questionesi è imposta all’attenzione dell’opinione pubbli-ca mondiale dopo alcuni anni in cui il tempo èsembrato impazzito, sempre più secco e allostesso tempo sempre più scosso da inondazio-ni ed uragani.

Il meeting di San Rossore si è aperto con le im-magini inquietanti di The day after tomorrow, ilfilm che racconta, a colpi di effetti speciali hol-lywoodiani, le catastrofi che ci potrebbe riserva-re il futuro se il mondo non riuscirà a cambiarerotta. ”Ogni nuovo rapporto scientifico ci confer-ma in quello che già dovremmo sapere – ha spie-gato Edward Goldsmith, fondatore di The Eco-logist – Questo è di gran lunga il più irrisolto

lo “spirito” di San Rossore crescesul tema dei cambiamenti climatici

Il presidente Martinicon Al Gore e Romano Prodi,

ospiti al meeting 2004

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Sul palco, Piera Degli Esposti, Anna Bonaiuto,Alessandro Haber, Andrea Giordana, e tanti al-tri. Attori, ma non solo (ci sono per esempio an-che le cantanti Ornella Vanoni e Fiorella Man-noia, il fotografo Oliviero Toscani), che ‘presta-no’ i loro volti e le loro voci a Desmond Tutu,Vaclav Havel, Rigoberta Menchù, Elie Wiesel,il Dalai Lama, e tanti altri: uomini e donne – no-ti, ma anche sconosciuti – che negli anni hannolevato alta la loro voce in difesa dei diritti uma-ni, che non hanno avuto paura di denunciare elottare contro prepotenze, sopraffazioni, abusi,persecuzioni fisiche e morali. “Voci contro il po-tere. Voci oltre il buio”, appunto: questo il titolodello spettacolo che, con la direzione artistica ele musiche inedite di Lucio Dalla, è andato inscena il 24 settembre al Saschall di Firenze, ter-za tappa italiana di un tour che nei giorni pre-cedenti aveva toccato Mantova e Roma.

L’opera teatrale fa parte di un grande proget-to culturale sui diritti umani, “Speak truth topower”, portato avanti da Kerry Kennedy, figliadi Robert, in vari paesi del mondo, per coinvol-gere, appassionare e ispirare le coscienze nellalotta per i diritti umani e sensibilizzare l’opinio-ne pubblica sugli abusi in atto nel mondo. Oltreallo spettacolo, il progetto comprende un libro,scritto da Kerry Kennedy e curato da Nan Ri-chardson, che raccoglie le interviste a 51 uo-mini e donne (da cui il drammaturgo ArielDorfman ha tratto i testi per lo spettacolo) checon il loro coraggio quotidiano difendono i di-ritti umani in molti paesi del mondo; e una mo-stra fotografica, con gli scatti del premio Pulit-zer Eddie Adams.

Tutte le iniziative del progetto che si sonosvolte in Italia sono state co-prodotte da Regio-ne Toscana, Comune di Roma e Comune di

Mantova. “Questo progetto – ha spiegato il pre-sidente della Regione Toscana Claudio Martiniin occasione della presentazione in Campido-glio – si colloca in maniera molto coerente nel fi-lone delle iniziative già da tempo intraprese. E’giusto che anche le istituzioni locali lavorino sultema dei diritti umani”. E Mariella Zoppi, asses-sore alla cultura della Regione, presentando lospettacolo assieme a Kerry Kennedy dal palcodel Saschall: “La Regione non poteva non aderi-re e supportare questa iniziativa che si inseriscenel grande solco delle iniziativeper la convivenza pacifica, lacomprensione e la collaborazio-ne fra tutti i popoli. Vogliamo es-sere al fianco di quanti in ogniparte del globo portano il lorocontributo alla costruzione di unmondo che rifiuta la violenza”.

Kerry Kennedy ha iniziato alavorare nel campo dei dirittiumani nel 1981, quando investi-gava sugli abusi commessi dal-l’immigrazione degli Stati Unitinei confronti dei rifugiati di ElSalvador. Da quel momento, hadedicato la sua vita alla lotta perla giustizia, alla promozione e al-la protezione dei diritti umani.E’ membro di circa 40 delega-zioni per i diritti umani presentiin più di 30 paesi.

I proventi dell’intero progettosono stati devoluti al Robert F. Kennedy Me-morial Center for Human Rights, di cui KerryKennedy è fondatrice, per sostenere il lavorodei difensori dei diritti umani in tutto il mondo.

Lucia Zambelli

“Voci controil potere”, la forza delteatro per idiritti umani

Toscana-Usala lungaamicizia

saggi sulle relazioni economiche, culturali esociali dall’Ottocento ad oggi. Tra i numerosicontributi, quelli del presidente della RegioneToscana, Claudio Martini, del console gene-rale degli Stati Uniti a Firenze, WilliamMcIlhenny, degli storici Ennio di Nolfo e Giu-seppe Mammarella, dell’anglista Guido Fink,dello storico del cinema Sandro Bernardi e al-tri ancora. Non solo gli scambi commerciali,ma anche il rapporto tra i toscani e gli statu-nitensi e tra questi ultimi e il territorio tosca-no sono fra i temi dei saggi del libro. E’ statadedicata attenzione anche alla storia dell’emi-grazione dei toscani negli Usa, fenomeno dif-fuso soprattutto in Lucchesia. Si tratta insom-ma di un contributo di grande ricchezza, cherappresenta anche un messaggio per le gene-razioni future, un invito a rafforzare e conser-vare un patrimonio comune di valori culturali,sociali e di amicizia. (lb)

A partire dai navigatori Giovanni da Verraz-zano e Amerigo Vespucci, dal ruolo svolto daFilippo Mazzei nella guerra d’Indipendenza enell’elaborazione della Costituzione america-na, i contatti tra la Toscana e gli Stati Uniti so-no stati numerosi e significativi in tutti i setto-ri. Le relazioni si sono intensificate nel corsodegli ultimi due secoli. In particolare, dal se-condo dopoguerra la Toscana non è più solouna tappa nell’European Tour dei viaggiatoriamericani, ma diventa il luogo dove stabilirsie creare delle attività. Dall’economia all’arte,dalla moda al vino si è creato un rapporto dav-vero speciale, comprovato anche dalla pre-senza di oltre trenta università statunitensisparse su tutto il territorio regionale.

La testimonianza di questa lunga amicizia sitrova ora in un volume, Toscana - Stati Unitid’America: uno speciale rapporto culturale esociale, che contiene un’ampia selezione di

Kerry Kennedy, figlia di Robert, animatrice del progetto

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nascere anche qualcosa di più positivamenteorientato verso il rinnovamento”. Il percorsopoetico continua con Su fondamenti invisibili(1971), Al fuoco della controversia (1978), Per

il battesimo dei nostri frammenti (1985), Frasie incisi di un canto salutare (1990), Viaggioterrestre e celeste di Simone Martini (1994),Sotto specie umana (1999), fino all’ultimo Dot-trina dell’estremo principiante (2004). Il prin-cipiante estremo è poetico per eccellenza: ini-zia per sempre, è nuovo ogni volta, non esau-risce il percorso, non si ferma in contempla-zione da un approdo sicuro; così i vent’anni sisaldano ai novanta, come testimonia il volumedei Meridiani Mondadori, curato da StefanoVerdino nel 1998: le raccolte edite fino a quelmomento si dividono in tre sezioni (Il giusto

della vita, checomprende i pri-mi sei libri; Nel-l’opera del mon-do, che indica isuccessivi quat-tro; Frasi nellaluce nascente,che raccoglie lepoesie del Luzianziano). Il suoitinerario umanoe letterario pas-sa dalla voce sin-gola alla coralitàtramite molti te-sti teatrali, daIpazia (1971-1978) a Coraledella città di Pa-lermo per SantaRosalia (1989),sino a Il fiore deldolore (2003, sul-l’assassinio di

don Pino Puglisi). Il 20 ottobre la Toscana ha celebrato il no-

vantesimo compleanno del suo poeta con unconvegno in Palazzo Vecchio a Firenze, “Nuo-vo nato al mondo: il poema di Mario Luzi” , econ una doppia cerimonia ufficiale, al Teatrodella Compagnia e in Palazzo Panciatichi. Daquello stesso giorno una sua poesia, “Ab infe-ris”, simboleggia, nelle stanze del Consiglioregionale, la Festa della Toscana, che si cele-bra ogni anno il 30 novembre, anniversariodell’abolizione della pena di morte decretatanel 1786, per la prima volta al mondo, dal go-verno granducale.

Claudia De Venuto

q u i t O s c a n aCarlo Azeglio Ciampi, toscano eccellente e

presidente della Repubblica, ha nominato Ma-rio Luzi senatore a vita il 14 ottobre, pochigiorni prima del novantesimo compleanno

del poeta. Un riconoscimento “per aver illu-strato la patria con altissimi meriti nel campoartistico e letterario”. Nei suoi settant’anni diattività poetica Luzi ha attraversato le corren-ti, le mode, le sperimentazioni letterarie delNovecento come se guadasse un fiume, im-mergendovisi senza lasciarsene imbrigliare:“La poesia per me è la vita al quadrato. Sonogli eventi, i fenomeni del vivente che assumo-no intensità e significazione e si rivelano finoin fondo nel loro valore. Questa condizione èla poesia”. Visto che la coscienza umana li co-glie, sia il magma sia la metamorfosi della

realtà sono ugualmente dicibili, e così succe-de, quindi, sin dalla prima raccolta di versi, Labarca (1935), cui seguono raccolte la cui spe-rimentazione può essere ascritta all’ermeti-smo fiorentino, con Parronchi e Bigongiari:Avvento notturno (1940), Quaderno gotico(1947), Onore del vero (1957). Ma con Nelmagma (1963), che fin dal titolo vuole testi-moniare l’immersione nella complessità piùdura e nella metamorfosi, Luzi drammatizzala lingua tramite testi quasi in prosa, dialoghidi stampo eliotiano, a descrivere il caos e ilsuo calore violento: “Prima io lo chiamavomagmatico, poi caotico; però conservo la te-nace convinzione che dalla confusione possa

“buon compleanno, maestro”in festa per i 90 anni di Mario Luzi

Una grande torta e novantacandeline per gli auguri a

Luzi in Consiglio regionale.Con lui, i presidenti Martini

e Nencini e i bambini dellescuole fiorentine

un ruolo straordinarionella vita culturale e civile del Paese

che il presidente dellaRepubblica Ciampi

ha onorato con la nomina

a senatore a vita

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il sogno di ogni sportivo, spero di ripetermianche tra quattro anni”. La felice sfida Pisa-Li-vorno è poi proseguita con il doppio bronzo,nel canottaggio, di Luca Agamennoni, livor-

nese, e di Lorenzo Bertini, originario di Pon-tedera, in provincia di Pisa.

Una delle medaglie più belle è stata quelladel fiorentino Andrea Benelli, oro a 44 anninel tiro a volo specialità skeet. La sua corsadopo il trionfo resterà nell’album dei ricordidello sport italiano. “L’oro olimpico ? Un mo-mento unico per un atleta. Andare avanti?Non lo so, la strada per arrivare a Pechino èmolto lunga”. Straordinaria è stata la meda-glia di bronzo di Juri Chechi, l’ennesima delginnasta pratese. “Per me è arrivato il mo-mento di dire basta. Chiudo con un bronzoche per me vale come una medaglia d’oro esoprattutto nel modo che desideravo, conun’altra medaglia olimpica al collo”. Piccoladelusione per la grossetana Alessandra Sensi-ni, che nella vela non è riuscita a confermarel’oro di Sydney. “Peccato, proprio nell’ultimaregata le condizioni meteo non erano quelle ame più congeniali. Pechino? Mi sembra lonta-

nissima, vedremo”. Elena Gigli, l’atleta tosca-na più giovane ad Atene, è tornata a casa conun oro pesantissimo, quello conquistato dal‘Setterosa’ nella pallanuoto. Altra grande sod-disfazione dal basket: un argento inatteso perMassimo Bulleri, l’unico giocatore toscanodella selezione guidata da Carlo Recalcati.Bronzo infine anche per Andrea Barzagli, Si-mone Del Nero e Giorgio Chiellini nel calcio,grazie alla vittoria dell’Italia contro l’Iraq.

Federico Taverniti

un mare d’oroper la Toscana olimpica

Sono passate già tante settimane, ma le urladi gioia, le capriole e gli abbracci degli azzur-ri ad Atene 2004 sono ancora negli occhi ditutti. Una spedizione fantastica per la Tosca-na, che grazie ai propri atleti è riuscita a por-tare a casa 16 medaglie: 7 in più rispetto aSydney, 6 rispetto ad Atlanta e ben 12 rispettoa Barcellona. Un risultato straordinario, checolloca virtualmente la Toscana al sedicesimoposto nel medagliere generale, davanti a pae-si come Argentina, Brasile e Olanda. Sei gliori: Aldo Montano (scherma), Paolo Bettini(ciclismo), Andrea Benelli (tiro a volo), ElenaGigli (pallanuoto), Salvatore Sanzo (scher-ma), Simone Vanni (scherma); 3 gli argenti:Aldo Montano (scherma), Salvatore Sanzo(scherma) e Massimo Bulleri (pallacanestro);7 i bronzi: Jury Chechi (ginnastica), Alessan-dra Sensini (vela), Lorenzo Bertini (canottag-gio), Luca Agamennoni (canottaggio) AndreaBarzagli, Simone Del Nero e Giorgio Chielli-ni (calcio).

Il ‘via’ alla straordinaria girandola di meda-glie è arrivato in apertura di Olimpiadi, quelsabato 14 agosto che Paolo Bettini, due volteprimo nella coppa del mondo di ciclismo, nondimenticherà molto facilmente. “Il successodi Atene mi ha dato una soddisfazione im-mensa. Ho aperto io con l’oro, ha chiusoMaurizio Baldini con un altro oro, nella mara-tona. Una trasferta daricordare quella dell’I-talia ad Atene”. E sem-pre nello stesso giornoè arrivato il secondooro toscano, con AldoMontano che nellasciabola individuale haconfermato la tradizio-ne di una famiglia chedalle Olimpiadi di Ber-lino del 1936 ha portatoa casa 11 medaglie. L’a-tleta livornese, che hapoi vinto l’argento nelconcorso a squadre, haaperto il personale‘derby’ con gli atleti pi-sani. “Basta con la sto-ria del dualismo Pisa-Livorno. Alla fine ab-biamo festeggiato tutti insieme e speriamo dipoterlo fare molte altre volte!”. Quindi è statala volta di Pisa, appunto, sempre nella scher-ma. Salvatore Sanzo nel fioretto individuale siè fermato all’argento ma si è poi rifatto qual-che giorno dopo conquistando l’oro a squa-dre insieme al concittadino Simone Vanni.“Tra me e Aldo – ha detto Sanzo - c’è semprestata una grandissima amicizia. Vincere lamedaglia d’oro è stata un’emozione grandissi-ma, difficile da spiegare. Un oro e un argento,

TO S C A N IN E L

M O N D O

Le medaglie toscane di Atene 2004 festeggiate in Consiglio regionale

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q u i m O n d o 12

denti che per gli insegnanti, che possono cosìmettere alla prova la loro effettiva conoscenzadell’italiano. Inoltre portiamo l’esperienza di-retta di chi è nato e vissuto in un paese cosìlontano e culturalmente diverso”. “Qui a Mel-bourne – prosegue Elena – esiste una grossacomunità italiana. Molti studenti hanno unbackground italiano, hanno almeno un geni-tore o un nonno di origini italiane e parentiche vivono in Italia. Sono loro i più interessa-ti all’apprendimento della nostra lingua, per-ché talvolta la sentono parlare anche a casa,ma anche gli altri dimostrano curiosità, so-prattutto per la storia del nostro paese, per ilcalcio e per il cibo italiano”.

Ma la scoperta è reciproca. Per i cinque bor-sisti l’Australia si è rivelata un continente tut-to da scoprire. “ Melbourne – aggiunge Ren-zo Cioni - non ti rapisce subito, ma si lasciascoprire a poco a poco ed è multietnica come

poche altre. Quando orga-nizziamo delle feste, abbia-mo modo d’incontrare per-sone che provengono datutto il mondo. Nonostantela distanza geografica,l’Australia ha moltissimi le-gami con l’Italia e l’amoreche parecchi australianinutrono per il Bel Paese èautentico, a tratti commo-vente, anche se altre voltebisogna fare i conti con an-tipatici stereotipi”. Ad in-cantare i ragazzi sono an-che i paesaggi, “di una bel-lezza sconvolgente e diuna varietà unica al mon-do”, come dice Renzo. “E’sublime – spiega - trovarsidi fronte alle distese scon-finate dell’ Outback, ai mil-

le colori della grande barriera corallina, alverde intenso della foresta tropicale più anti-ca del pianeta. Tutto questo cambia il tuo mo-do di vedere le cose e concepire le distanze”.L’esperienza, per i cinque borsisti, volge altermine, ma il bilancio che i ragazzi traccianoè senza dubbio positivo. “Avevo voglia di uncambiamento nella mia vita – dice ancora Ele-na – e sono contenta di aver avuto l’opportu-nità di vivere un periodo mediamente lungoin Australia, così da sperimentare non da turi-sta ma direttamente, nella vita di tutti i giorni,come si vive dall’altra parte del mondo”. “E’una gioia – conclude Renzo - essere qui. Allafine di questo periodo potremmo dire di esse-re anche un po’ australiani. Sono felice di es-sere italiano e toscano: toscani nel mondo, cit-tadini del mondo”.

Beatrice Turchini – Pamela Pucci

In 27 hanno fatto domanda. Solo cinque so-no riusciti a partire. Valigie in mano, hannovolato per una giornata e sono arrivati in Au-stralia, a Melbourne, dove oggi lavorano co-

me ‘assistenti di lingua italiana’ in alcunescuole del Victoria, aiutando i docenti del po-sto ad insegnare la nostra lingua ai giovani au-straliani.

“Traslocare dall’altra parte del mondo – diceRenzo Cioni, uno dei cinque vincitori dellaborsa di studio promossa dalla Regione To-scana e dal Coasit, Comitato di assistenza agliitaliani, un ente morale che opera a Melbour-ne da oltre 30 anni – non è uno scherzo. Pro-babilmente la ragione che mi ha spinto a par-

tire è stata la mia inguaribile curiosità, il biso-gno di conoscere e confrontarsi con culturenuove, di mettersi in discussione. L’annoscorso mi sono laureato discutendo una tesisul paesaggio toscano nel cinema, poi ho pen-sato che i mesi successivi alla laurea fosseroil momento migliore per tentare questastraordinaria avventura”.

L’avventura di Renzo e dei suoi compagni èiniziata nell’aprile scorso e si concluderà agennaio. Nove mesi da insegnanti, a lavorarenelle scuole dove si recano ogni giorno anchei figli ed i nipoti degli emigrati toscani. “Lavo-ro – spiega Elena Borselli, anche lei ‘borsista’trapiantata attualmente in Australia - come as-sistente per l’insegnamento dell’italiano inuna scuola elementare ed in una superiore.Penso che qui il nostro ruolo di insegnantimadrelingua sia importante sia per gli stu-

avventura in Australianove mesi a insegnare l’italiano

I cinque vincitoridella borsa di studio

RegioneToscana-Coasit:da sinistra a destra,

Fulvia Galigani, Sarah Bulli,Elena Boselli, Giulia Bianchi

e Renzo Cioni

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borse Olla edizione2004 al via

alle autorità locali. Eppure alla dichiarazionedi guerra dell’Italia vengono immediatamenteconsiderati possibili cospiratori e imbarcatisull’Arandora per essere trasferiti nei campi

di prigionia del Canada. La nave salpò da Li-verpool senza le insegne della Croce Rossa,previste per il trasporto di prigionieri, e, co-me era già successo spesso in quelle settima-

ne, la marina tedesca silurò la nave. La stam-pa inglese sminuì l’episodio e tutta la docu-mentazione fu secretata dal governo inglesein parte fino al 2010 e in parte fino al 2017.

Linda Beoni

Il libro della studiosa fiorentina Maria SerenaBalestracci Arandora Star, una tragedia di-menticata è diventato un film-documentariograzie all’emittente lucchese Noi Tv e alla Fon-dazione Paolo Cresci per la storia dell’emigra-zione italiana. Partendo dai precisi riferimentistorici forniti dall’autrice, i drammatici avveni-menti che portarono nel 1940 al siluramentoda parte dei tedeschi della nave inglese e allamorte di 800 persone, 446 delle quali italiane,sono ricostruiti attraverso il racconto di un nar-ratore, interpretato dall’attore Eros Pagni.L’affondamento è stato ricostruito al computera causa della totale assenza di materiale videostorico sull’episodio e, mixando filmati storicidell’istituto Luce, alcune ambientazioni e ani-mazioni sono state “invecchiate”.

Il film ha una durata di quaranta minuti econtiene, tra l’altro, diciotto testimonianzeraccolte in Italia, Inghilterra e Scozia. Il sog-getto, le interviste e i riferimenti storici sonoa cura di Maria Serena Balestracci, il testo e lasceneggiatura sono di Elisabetta Matini. Allarealizzazione del progetto hanno contribuitola Provincia di Lucca e la Fondazione Cassa dirisparmio di Lucca, con il patrocinio del Mini-stero degli Italiani nel mondo.

Alla presentazione del film, nel settembrescorso, ha partecipato anche uno degli ulti-mi sopravvissuti alla tragedia, Rando Ber-toia, 84 anni, residente a Glasgow. Bertoiaha raccontato i drammatici momenti del-l’affondamento lasciando un interrogativoaperto per i responsabili della strage: “A co-sa sono servite tutte quelle sofferenze, quel-le tribolazioni? Noi eravamo semplici cittadi-ni, prigionieri civili”.

La breccia aperta dalla ricerca della Bale-stracci nel muro di silenzio che per decenniha circondato la drammatica vicenda dell’A-randora Star si allarga dunque sempre di più.Sul transatlantico si trovavano 1200 prigionie-ri italiani e tedeschi. Quasi tutti gli italiani abordo vivevano in Gran Bretagna da tempo etra di loro c’erano numerosi antifascisti, noti

formarsi in settori come l’informatica, l’orga-nizzazione turistica, i servizi alle persone.

Degli otto borsisti brasiliani, sei – Claudia Ar-cibelli Dimampera, Paula Colpo, Ruas DaltonBertini, Silvia Fonseca Longhi, Lucas Lombar-di Jatoba De Almeida e Melissa Luchini – sonodi San Paolo; uno – Gustavo DeOliveira Bortoli – viene da PortoAlegre e l’ultima – Danielle Fa-villa Mendonca – è originaria diCampinas. La vincitrice argenti-na è Ana Ines Castelli Biancala-na e viene dalla città di La Plata.

Quest’anno l’hanno fatta da padrone i suda-mericani. Tutti e nove i vincitori dell’edizione2004 delle borse di formazione professionale“Mario Olla” provengono infatti dall’AmericaLatina. Per un periodo di tempo che varia dagliottanta ai novanta giorni, otto fra ragazze e ra-gazzi brasiliani e una ragazza argentina lavore-ranno in laboratori e aziende della regione, do-ve potranno impadronirsi di tecniche e segretidei mestieri della tradizione toscana - dalla la-vorazione artistica del marmo al restauro ar-chitettonico, dalle produzioni di pelletteria,borse e accessori alla ristorazione – ma anche

TO S C A N IN E L

M O N D O

la tragedia dell’Arandora Stardopo il libro, un film

Il transatlantico inglese nel porto di Southampton, quando la nave era una delle ammiraglie della Blue Star Line

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a t l A n t e 14

Una firma che consolida l’impegno della Tosca-na nel campo della cooperazione internazionale afavore dello sviluppo locale e favorisce lo scambiodi esperienze in materia di cooperazione decen-trata. Questo il significato della Dichiarazione diintenti tra Regione Toscana e Agenzia delle Na-zioni Unite per lo sviluppo (Undp), siglata dal pre-sidente Claudio Martini e da Bruce Jenks, che al-l’Undp dirige l’Ufficio per le risorse e le partner-ship strategiche. Nell’incontro che ha precedutola firma, Martini ha ricordato come l’iniziativa fac-cia seguito alla visita da lui effettuata negli Usa

nel 2003 e agli incontri avuti in quell’occasionecon le Agenzie dell’Onu. “Questo accordo – hasottolineato Martini – rafforza la pluriennale col-laborazione della Toscana con l’Undp, con cui ab-biamo un’intesa per cinque progetti in Angola,Paesi del Maghreb, Albania, ex Jugoslavia e Cu-ba. Per il futuro punteremo a rafforzare l’impegnonell’area mediterranea e in quella balcanica”.

Martini e Jenks hanno detto di “trovarsi esatta-mente sulla stessa linea di pensiero” affermando divolere un maggiore coinvolgimento delle altre re-gioni europee nella cooperazione internazionale:in questa direzione un prezioso contributo potràessere dato da Martini in qualità di presidente del-la Conferenza delle regioni marittime.

I programmi dell’Undp stanno contribuendo aporre le premesse per la creazione nei Paesi in viadi sviluppo di assemblee legislative e autorità giu-diziarie funzionanti, di una gestione etica ed effi-ciente del settore pubblico e privato dell’economia,di governi locali forti e infine del rispetto per le li-bertà civili. L’Undp invita inoltre le organizzazioniinternazionali, compresa quella del commercio, aispirarsi ai principi sanciti dai trattati sui dirittiumani nei processi decisionali, per creare un siste-ma economico globale più equo e rispettoso dei di-ritti umani e dell’ambiente.

Sostenere il processo di pace nel Sahara occi-dentale; sensibilizzare la comunità internazionalealla causa del popolo Saharawi; sviluppare un pro-gramma d’interventi e di aiuti per queste popola-zioni del deserto nei settori della sanità, dell’istru-

COOPERAZIONEINTERNAZIONALECRESCE L’INTESACON L’ONU

AIUTI E SOLIDARIETÀAL POPOLO SAHARAWI

NUOVO ACCORDOCON IL BRASILE

zione, del lavoro. Sono questi i punti qualificantidel programma di collaborazione fra la Toscana eil governo del popolo Saharawi firmato dal presi-dente Claudio Martini, dal rappresentante in Italiadel governo Saharawi, Omar Mih, e dagli espo-nenti di numerosi enti locali toscani coinvolti.

Il sostegno ad iniziative di aiuto e solidarietà alpopolo Saharawi da parte della Regione Toscanadura ormai da quindici anni. Il nuovo accordo siinserisce nel solco di una lunga tradizione di ami-cizia che coinvolge tutta la comunità regionale,basti pensare che ben 9 province toscane e 134comuni sono gemellati con province e villaggi deldeserto. Sono tantissimi i modi in cui, nel corsodegli anni, si è concretizzata questa rete di ami-cizie: dall’accoglienza estiva dei bambini delSaharawi (ne sono stati accolti 2.500), alle inizia-tive di adozione a distanza (siamo quasi a quota600), dall’invio di generi alimentari e materiali sa-nitari attraverso carovane della solidarietà al varodi progetti in loco, per esempio, per costruirecondotti di acqua e un nuovo pozzo.

Il programma sottoscritto prevede, tra le altre ini-ziative, la conclusione dei lavori di ristrutturazionedella scuola ‘12 ottobre’ (la scuola, che si trova neldeserto, ospita 3.500 alunni tra gli 11 e i 14 anni), ilvaro di interventi sanitari concordati con il Mini-stero della sanità per la cura in Toscana di bambi-ni affetti da gravi patologie e la formazione dei me-dici Saharawi sulle principali malattie che colpisco-no i bambini. Inoltre, è previsto un percorso di so-stegno all’imprenditoria femminile attraverso corsidi formazione e invio di materie prime.

Accanto a tutte le iniziative di solidarietà resta ilfilo di un comune impegno per promuovere il pro-cesso di autodeterminazione del popolo Saharawie quindi favorire il piano di pace.

Si intensifica la collaborazione tra Toscana e Bra-sile. Lo ha sancito a Roma un accordo, che avrà ladurata di 3 anni, al quale hanno aderito anche Mar-che e Umbria e che prevede la realizzazione di va-

ri progetti nel cam-po della formazio-ne, dello sviluppoeconomico locale,delle politiche so-ciali e della cultura.Lo stanziamento èdi 1 milione di eu-ro: metà da partedelle Regioni italia-ne e l’altra metà daparte del governobrasiliano.

La firma dell’intesa era stata preceduta, a Firen-ze, da un incontro del presidente Martini con il ca-po di Gabinetto del governo Lula, Gilberto Car-valho, nel corso del quale era stato ribadito il fer-mo proposito da parte della Toscana a proseguirela collaborazione con lo stato sudamericano.

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i N t e r n e tLettere

Libri L’esperienza dell’emigrazione vista attra-verso i racconti dei discendenti di italianiche hanno cercato fortuna e opportunità inArgentina. E’ questo il senso di Somos me-moria, un’antologia che raccoglie scritti didodici autori di origine italiana – tra loro an-che Maximiliano Mariotti, nato a Viareggio epartito per il Sud America nel 1947 – segna-lata a ‘Toscani nel mondo’ da Maria ElisaMaggi, del Gruppo giovanile ‘Las Panteras’di Cordoba.

Nei loro racconti sono riportate le vicende

dei padri, delle madri o dei nonni che arriva-rono a Cordoba e ne divennero parte senzamai dimenticare le proprie radici. Per neces-sità o per spirito d’avventura, molte personehanno lasciato la propria terra, vivendo la sof-ferenza dello sradicamento, il disagio nell’ar-rivare in un posto sconosciuto. I dodici scrit-tori di Somos memoria hanno fatto riviverequei sentimenti, le speranze che i loro paren-ti riponevano nell’Argentina e che attraversoloro diventeranno spunto di riflessione pertutti coloro che li leggeranno. (lb)

La Fondazione Obra Padre Mario organizzatutti gli anni una cena di beneficenza dell’O-pera che lasciò Padre Mario per la popolazio-ne più bisognosa.

Lunedì 13 settembre ha avuto luogo questainiziativa, alla quale hanno partecipano di-plomatici, artisti, rappresentanti della cultu-ra, della politica, del volontariato, tutta genteche in qualche modo vuole sostenere questastraordinaria Obra. Durante la cena pressol’Hotel Hilton di Buenos Aires, le autoritàdell’Obra, rappresentate dalla signora PerlaGallardo in Garavelli, hanno premiato con ilpremio “Le mani solidali” le persone che me-glio rappresentano l’ aiuto e la solidarietà ri-cevuta dall’Opera.

Varie persone sono state premiate, tra lequali anche io. Non è mia abitudine parlaredei ringraziamenti che ricevo, perché credoche la solidarietà sia un obbligo per ogni es-sere umano, così come raggiungere l’obietti-vo è il miglior premio che si possa ricevere.

Però questo riconoscimento voglio condivi-derlo con tutti voi, perché è anche vostro. An-zi tutto voglio dedicarlo alla memoria di miomarito, che assieme a me ha sempre svolto at-

tività di solidarietà, e ai miei tre figli che sem-pre mi sono stati vicini in questa missione.Voglio anche dedicarlo a Lamberto Tozzi, aRiccardo Rastelli, a Lido Scarpetti e a sua mo-glie Daniela, a Luigi Moscardini, a VanninoChiti, a Antonio Caminati, a Delio Chiti e allasua associazione, al dottor Berti, alla signoraAlba Spampani, al presidente Claudio Marti-ni, all’assessore Mariella Zoppi, a LorenzoMurgia, a Fabrizio Pizzanelli. E a tutti i fun-zionari della Consulta che in qualche modohanno saputo interpretare l´obiettivo e le ne-cessità di quest’Obra.

Chiedo scusa se mi sono dimenticata di qual-cuno. Sono fiduciosa che Padre Mario da quelposto speciale dove si trova si senta soddisfat-to della solidarietà toscana. Grazie a tutti voi.

Valeria Bonilauri, Buenos Aires, Argentina

Grazie a lei, signora Valeria, per il suo impe-gno e la sua passione, che tante volte ha testi-moniato anche dalle colonne di ‘Toscani nelmondo’. E grazie anche per averci ricordato,ancora una volta, la straordinaria esperienzadell’Obra di Padre Mario.

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I volti e il lavoro: degli operaitessili di Prato e dei cavatori diCarrara, dei produttori di vinodelle campagne toscane e dei por-tuali di Livorno. Li ha racconta-ti a San Paolo una bella mostrache ha raccolto 83 scatti origina-li in bianco e nero di due giovanifotografi toscani, Alessandro Puc-cinelli e Michele Tabucchi. L’e-sposizione è stata realizzata dal-l’Istituto italiano di cultura dellacittà brasiliana, diretto dal pro-fessor Guido Clemente, con lacollaborazione del Circolo tosca-no di San Paolo. L’iniziativa hapotuto contare anche sul contri-buto dell’Associazione toscana diRiacho Grande di San Bernardodo Campo e dell’Unione viticulto-ri artigianali.

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c a R t e l l o n e

TO S C A N IN E L

M O N D O

Ha 500 anni, ma non li dimostra. Alto, bello,muscoloso, decisamente atletico, alla sua vene-randa età fa ancora impazzire ragazze e attem-pate signore che, da febbraio a dicembre, fannoore di coda per ammirarlo. Lo scorso settembreFirenze lo ha festeggiato. Un compleanno cosìnon era proprio possibile farlo passare sotto si-lenzio. Per chi non l’avesse capito il festeggiato è

il David, la scultura di Michelangelo che un tem-po troneggiava sull’arengario di Palazzo Vecchio- dove era stato sistemato l’8 settembre 1504 acelebrare la libertà ritrovata della repubblica fio-rentina - ma che, da oltre un secolo, è custoditonella tribuna allestita all’interno della galleriadell’Accademia. E lui, come si addice ad ogni fe-steggiato, si è fatto bello per l’occasione, sfode-rando un look decisamente smagliante. Sì, per-ché in previsione del prestigioso genetliaco, laSoprintendenza ai beni artistici aveva commis-sionato un accurato lavoro di ripulitura della sta-tua. Un restauro soft, praticamente un maquilla-

ge che non ha mancato, come spesso succedenel capoluogo toscano, di suscitare polemiche edissensi fra esperti. Da un lato i fautori della ri-pulitura “a secco”, a base di gomme, pennelli,pelli di daino, dall’altro quelli, che alla fine hannoavuto la meglio, dell’impacco di acqua distillata.Polemiche a parte, a forza di impacchi il David siè presentato all’appuntamento ben in forma. Edeccolo pronto per i flash dei fotografi e per le te-lecamere, ancora una volta all’altezza di una fa-ma che, anche senza bisogno del compleanno,lo vede star indiscussa di tutto quanto contribui-sce a costruire l’immaginario artistico - e non so-lo - della nostra regione. Certo, anche il Davidcome tutte le star è incappato in qualche inci-

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Vallina - Bagno a Ripoli (Fi)

dente di percorso che lo ha visto protagonista,suo malgrado, di gadget dallo stile a dir poco di-scutibile. Ma T-shirt, grembiuli da cucina, sta-tuette e calendari, se hanno contribuito alla suanotorietà, non ne hanno affuscato la bellezza.Così, la magia dell’incontro con questa possentefigura marmorea, oltre quattro metri di candidomarmo di Carrara, resta intatta a dispetto del-

l’aggressivo merchandising. Depurato dalla paccottiglia resta lui, a gi-

ganteggiare nel vuoto creatogli attorno ad ar-te, leggero e agile nemmeno fosse un colossodi cotante proporzioni. Dopo 500 anni, il Da-vid è più che mai un capolavoro che incantamigliaia di turisti venuti ad ammirarlo, fosseanche per un blitz di qualche ora, pratica-mente da tutto il mondo.

Celebrarlo era un obbligo per Firenze, che locommissionò a un giovanissimo Michelangelonel 1501. L’opera fu terminata nel 1504 e collo-cata in piazza della Signoria di fronte a una com-

missione di artisti e poi all’intera cittadinanza. Le celebrazioni, tra settembre e novembre,

comprendono convegni, mostre, riflessionisull’arte di ieri e di oggi. Anzi, soprattutto suquella di oggi, perché l’idea che anima gli or-ganizzatori è proprio quella di spingere Firen-ze e la Toscana a guardare avanti, a non indu-giare sugli allori rinascimentali. Non a caso, ilculmine dei festeggiamenti è la mostra che ve-de, ai piedi della scultura michelangiolesca,opere di scultori come Kounellis, Fabro, Base-litz, Morris. In fondo, a pensarci bene, anche ilDavid, ai tempi di Michelangelo, era arte con-temporanea.

Barbara Cremoncini

i primi 500 anni del David

n° 3ottobre 2004