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STUDIO IDROGEOTECNICO associato Adriano Ghezzi fondatore - 1964 ___________ dott. geol. Efrem Ghezzi dott. geol. Pietro Breviglieri dott. ing. Giovanna Sguera sede: Bastioni di Porta Volta 7 – 20121 Milano tel. 02/6597857 fax 6551040 C.F. e P.Iva 11419660151 Comune di LONATE POZZOLO (VARESE) STUDIO DI CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E GEOTECNICA A SUPPORTO DEL PIANO CIMITERIALE COMUNALE AI SENSI DELLA L.R. 30 DICEMBRE 2009 N. 33 E DEL REGOLAMENTO REGIONALE N. 6 DEL 9 NOVEMBRE 2004 E S.M.I. Sommario 1. PREMESSA ................................................................................................3 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO ............................................................................................4 2.1 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA........................................................................ 4 2.2 UNITÀ IDROGEOLOGICHE DI SOTTOSUOLO......................................................... 5 2.3 PIEZOMETRIA DELLACQUIFERO SUPERIORE E RELATIVE ESCURSIONI ........................ 7 2.4 VULNERABILITÀ INTRINSECA DEGLI ACQUIFERI ................................................. 10 3. STATO DEI LUOGHI E CARATTERISTICHE DELLE AREE DI AMPLIAMENTO CIMITERIALE ...................................................................... 12 4. INDAGINI GEOGNOSTICHE E CARATTERIZZAZIONE LITOTECNICA DEI TERRENI ....................................................................................................... 14 4.1. METODOLOGIA DI LAVORO E SPECIFICA DELLE INDAGINI ..................................... 14 4.2. PERMEABILITÀ DEI TERRENI ......................................................................... 15 4.3. GESTIONE DELLE ACQUE IN FASE DI REALIZZAZIONE E DI FUNZIONAMENTO ............. 17 COMUNE DI LONATE POZZOLO (VA) 1 VA3398RL.DOC

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dott. geol. Efrem Ghezzi dott. geol. Pietro Breviglieri dott. ing. Giovanna Sguera

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Comune di

LONATE POZZOLO (VARESE)

STUDIO DI CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA,

IDROGEOLOGICA E GEOTECNICA A SUPPORTO DEL PIANO CIMITERIALE COMUNALE AI SENSI DELLA

L.R. 30 DICEMBRE 2009 N. 33 E DEL REGOLAMENTO REGIONALE N. 6 DEL 9 NOVEMBRE 2004 E S.M.I.

Sommario

1. PREMESSA ................................................................................................3 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO ............................................................................................4

2.1 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA........................................................................ 4 2.2 UNITÀ IDROGEOLOGICHE DI SOTTOSUOLO......................................................... 5 2.3 PIEZOMETRIA DELL’ACQUIFERO SUPERIORE E RELATIVE ESCURSIONI ........................ 7 2.4 VULNERABILITÀ INTRINSECA DEGLI ACQUIFERI ................................................. 10

3. STATO DEI LUOGHI E CARATTERISTICHE DELLE AREE DI AMPLIAMENTO CIMITERIALE ...................................................................... 12 4. INDAGINI GEOGNOSTICHE E CARATTERIZZAZIONE LITOTECNICA DEI TERRENI ....................................................................................................... 14

4.1. METODOLOGIA DI LAVORO E SPECIFICA DELLE INDAGINI ..................................... 14 4.2. PERMEABILITÀ DEI TERRENI ......................................................................... 15 4.3. GESTIONE DELLE ACQUE IN FASE DI REALIZZAZIONE E DI FUNZIONAMENTO ............. 17

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5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE........................................................... 17 Tavole

1 Inquadramento idrogeologico – scala 1:10.000 2 Sezioni idrogeologiche – scala 1:25.000

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1. PREMESSA

L’Amministrazione Comunale di Lonate Pozzolo (VA), ai sensi dell’art. 75 comma 2 della l.r. 30 dicembre 2009 n. 33 “Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità” e dell’art. 6 comma 1 del Regolamento Regionale 9 novembre 2004 n. 6 “Regolamento in materia di attività funebri e cimiteriali” e s.m.i., ha promosso la redazione di uno studio per il Piano regolatore Cimiteriale, nel quale è stata valutata la necessità di prevedere l’ampliamento dei cimiteri esistenti (Lonate, Tornavento e S.Antonino) per soddisfare il fabbisogno di sepolture stimato per i prossimi venti anni. Lo studio contiene anche la proposta di riduzione delle fasce di rispetto. Come previsto dal Regolamento Regionale 9 novembre 2004 n. 6, così come modificato dal Regolamento Regionale n. 1 del 6/02/2007, il Piano Cimiteriale deve essere supportato da uno studio di compatibilità geologica per la caratterizzazione dei terreni che dovrebbero essere interessati dalle opere di ampliamento. Pertanto, su incarico dell’Amministrazione Comunale, lo Scrivente Studio Idrogeotecnico ha effettuato un’indagine geognostica per la caratterizzazione di tali terreni. In particolare, la presente relazione contiene: • l’inquadramento geologico ed idrogeologico del territorio in esame, con particolare

riferimento alla classificazione delle strutture idrogeologiche, della relativa vulnerabilità e alla soggiacenza della falda;

• la caratterizzazione litologica dei terreni nelle aree di previsto ampliamento cimiteriale, definita tramite indagini dirette in sito (assaggi con escavatore per descrizione litologica e campionamento dei terreni) e prelievo di campioni per analisi granulometriche;

• valutazioni in ordine alla permeabilità dei terreni superficiali e di idoneità all’inumazione a terra;

• indicazioni per la gestione delle acque meteoriche nel sito di ampliamento.

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2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO

2.1 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA

L’area di indagine è ubicata nel contesto morfologico dell’Alta Pianura Lombarda caratterizzata da morfologie legate a deposizione fluvioglaciale e fluviale di età quaternaria. In particolare, le tre aree di ampliamento cimiteriale di Lonate, Tornavento e Sant’Antonino, sono situate rispettivamente nella porzione centro settentrionale, centro occidentale e sud orientale del territorio comunale. La quota topografica è compresa tra 195 e 212 m s.l.m.. Nell'assetto morfologico del territorio spicca per importanza la piana alluvionale del fiume Ticino, racchiusa entro una valle profondamente incassata, i cui fianchi sono costituiti da scarpate acclivi con dislivelli compresi tra 60 e 40 m decrescenti verso S. Ai margini della valle del fiume Ticino, l’intero territorio è caratterizzato dalla presenza di estese piane fluvioglaciali separate e ben distinte dalla presenza del grande terrazzo di Cardano al Campo, di forma grossomodo triangolare e allungata verso S. La piana più rilevata e visibile a W dell’abitato di Lonate Pozzolo, è quella costituita dai depositi più antichi presenti nella zona. Con un dislivello di circa 10 m si sviluppa, circondando la piana antica, la piana più recente, la quale costituisce la maggior parte del territorio comunale sino alla scarpata in prossimità del Fiume Ticino. Questa piana, attualmente, viene denominata come Brughiera di Casorate - Malpensa. In questa sono presenti numerose cave che la incidono fino a 30 - 40 m dal piano campagna. Il reticolo idrografico del territorio è costituito principalmente dal fiume Ticino, dal torrente Arno e da una fitta rete di canali irrigui/industriali. Nelle aree di insediamento dei cimiteri e nelle zone limitrofe sono presenti in affioramento le seguenti unità geolitologiche, descritte dalla più antica alla più recente: Alloformazione di Golasecca (Pleistocene medio. Corrisponde al Riss pro parte degli autori precedenti) L’alloformazione è costituita da depositi fluvioglaciali con un profilo di alterazione evoluto, spesso circa 5 m e con un colore della matrice variabile tra le pagine 10YR e 7.5YR delle Munsell Soil Color Charts. In genere il 50% dei clasti è alterato. Da un punto di vista litologico, i depositi fluvioglaciali sono costituiti da ghiaie e sabbie a stratificazione incrociata planare che definisce delle barre linguoidi immergenti verso Sud - Est, in ambiente fluviale braided. Possono essere presenti, anche se non visibili in affioramento nel territorio comunale, due coltri loessiche: una inferiore, con spessori di 70 cm, di colore rossiccio e una superiore, con spessori di 100 - 150 cm, di colore bruno scuro.

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Allogruppo di Besnate (Pleistocene medio - Pleistocene superiore. Corrisponde al Riss degli autori precedenti) Sono state distinte nell’ambito dell’allogruppo due unità differenti sia per età sia per composizione litologica, ben visibile in una cava sita a Sud dell’abitato di Lonate Pozzolo. Il limite tra queste due unità è, però, di difficile posizionamento per mancanza di affioramenti che possano aiutare nella loro distinzione nel territorio comunale. - UNITA’ DI MORNAGO L’unità è costituita da depositi fluvioglaciali con profilo di alterazione poco evoluto, con spessore di circa 2.5 m, e con colore della matrice rientrante nella pagina 10YR delle Munsell Soil Color Charts. L’alterazione, in genere, è limitata al 30 - 50% dei clasti con litotipi calcarei decarbonatati e litotipi cristallini parzialmente arenizzati (per almeno 1 cm di spessore). E’ sempre presente una copertura loessica di colore 10YR. Da un punto di vista litologico, i depositi fluvioglaciali sono costituiti da ghiaie da medie a grossolane e sabbie stratificate o con laminazione a festoni (tipiche di un corso d’acqua braided), sabbie e ghiaie a laminazione incrociata a grande scala. - UNITA’ DI SUMIRAGO L’unità è costituita da depositi fluvioglaciali con profilo di alterazione relativamente poco evoluto, di spessore compreso tra 3.5 m e 4.5 m, e con colore della matrice rientrante nella pagina 10YR delle Munsell Soil Color Charts. L’alterazione, in genere, è limitata al 30 - 50% dei clasti con litotipi calcarei decarbonatati e litotipi cristallini parzialmente arenizzati (per almeno 1 cm di spessore). E’ sempre presente una copertura loessica di colore 10YR. Da un punto di vista litologico, i depositi fluvioglaciali sono costituiti da ghiaie stratificate a supporto di clasti o a supporto di matrice sabbiosa, da sabbie grossolane pulite a stratificazione pianoparallela orizzontale o incrociata e da limi a laminazione pianoparallela.

2.2 UNITÀ IDROGEOLOGICHE DI SOTTOSUOLO

Sulla base delle caratteristiche litologiche dedotte dalle stratigrafie dei pozzi esistenti, si riconoscono nel sottosuolo varie unità idrogeologiche, distinguibili per la loro omogeneità di costituzione e di continuità orizzontale e verticale. La nomenclatura e la descrizione fanno riferimento alla classificazione degli acquiferi della Pianura Padana, elaborata in occasione della collaborazione tra Regione Lombardia e Politecnico di Milano e contenuta nello “Studio idrogeologico della Provincia di Varese”, 2005. Nel territorio di Lonate Pozzolo si riconoscono 3 unità idrogeologiche, la cui distribuzione è sintetizzata nelle sezioni idrogeologiche di Tav. 2, passanti per alcuni pozzi pubblici e privati del territorio, secondo le tracce riportate in Tav. 1. GRUPPO ACQUIFERO A Sotto gruppo a1) ghiaie grossolane e ghiaie debolmente sabbiose aventi buona permeabilità con falda libera

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E’ presente con continuità in tutta l’area di indagine con spessori variabili da 60 a 90 m. E’ costituita da depositi di ambiente fluviale caratterizzati da ghiaie grossolane e ghiaie debolmente sabbiose, localmente cementate (conglomerati) con buona permeabilità, con intercalazioni argilloso-limose, presenti sporadicamente nel territorio di Lonate Pozzolo e più frequentemente nella parte nord-occidentale dell’area di indagine, tra Cardano al Campo e Samarate. L’unità è sede dell’acquifero di tipo libero più suscettibile ad eventuali inquinamenti, tradizionalmente utilizzato dai pozzi di captazione a scopo idropotabile di vecchia realizzazione e da pozzi privati. La soggiacenza si attesta tra 20 e 60 m da p.c. GRUPPO ACQUIFERO B Sottogruppo b1) sedimenti di permeabilità media (10–3 - 10–4 m/s) e buono spessore con falda libera o semiconfinata Sottogruppo b2) sedimenti di permeabilità mediocre (minore di 10–4 m/s) e spessore inferiore ai 20 m, con falda confinata E’ caratterizzato da depositi in facies alluvionale a bassa energia e in facies lacustre che costituiscono alternanze tra ghiaie sabbiose ed argille e limi argillosi, con locale presenza di orizzonti torbosi. La permeabilità dei depositi è media (con valori di K dell’ordine di 10-3 – m/s). Coincide generalmente con il fluvioglaciale Riss Auct. Lo spessore dell’unità, nelle porzioni in cui risulta interpretabile, varia da minimi di 30 m a massimi di 80-90 m in funzione del bordo erosionale del tetto dell’unità sottostante. L’unità è sede di acquiferi intermedi di tipo semiconfinato o confinato nei livelli permeabili, la cui vulnerabilità è mitigata dalla presenza al tetto di strati argillosi arealmente continui. Non sono da escludere collegamenti ed alimentazione da parte dell’acquifero libero superiore ad alta vulnerabilità. Gli acquiferi dell’unità vengono captati singolarmente dal pozzo pubblico approfondito n. 8 di Lonate Pozzolo (filtri tra 120 e 140 m). In molti altri pozzi profondi del territorio gli acquiferi dell’unità vengono captati congiuntamente alle falde superiori e profonde delle unità idrogeologiche 3 e 1. Dall’esame delle stratigrafie dei pozzi e dall'interpretazione generale delle sezioni idrogeologiche, il tetto dell'unità individuato dalla comparsa di livelli argillosi, in corrispondenza dei pozzi pubblici significativi del territorio comunale, è posta alle seguenti profondità: pozzo 1: 72 m; pozzo 3: 74 m; pozzo 4: 82 m pozzo 5: 70 m; pozzo 6: 74 m pozzo 8: 60 m pozzo 11/7: 88 m.

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Per quanto riguarda la potenzialità degli acquiferi, i dati al collaudo del pozzo 7 di Samarate, captante falde entro l’unità, evidenziano una portata di 22 l/s con circa 14 m di abbassamento. GRUPPO ACQUIFERO C E’ composto in maggioranza da depositi prevalentemente argilloso-limosi con permeabilità mediocre (valore di K dell’ordine di 10–4 m/s), caratterizzati da limi ed argille grigio-azzurre spesso con fossili continentali, alle quali sono intercalati livelli sabbioso-ghiaiosi contenenti falde di tipo confinato di spessore inferiore a 20 m. Il gruppo C coincide generalmente con le ”Argille sotto il Ceppo” o “Argille villafranchiane” fatte corrispondere da vari Autori (es. Nordio E.,1957) con i depositi villafranchiani. I pozzi 11/5 e 11/7 di Lonate Pozzolo (Via Mulinelli) captano gli acquiferi profondi appartenenti a questa unità tra le profondità complessive di circa 207 e 253 m da p.c. I dati di portata di esercizio di tali pozzi evidenziano valori di circa 12-13 l/s. L’unità passa in profondità a depositi marini (Calabriano Auct., Formazione del Santerno secondo Agip) oltre i 250-260 m da p.c..

2.3 PIEZOMETRIA DELL’ACQUIFERO SUPERIORE E RELATIVE ESCURSIONI

La morfologia della superficie piezometrica dell'acquifero superiore è stata ricostruita tramite i dati di soggiacenza riferiti al periodo marzo/maggio 2006, ottenuti dai dati registrati in occasione di apposita campagna di misurazione effettuata dallo Scrivente sui pozzi del territorio. I dati utilizzati, riassunti nella sottostante tabella, sono stati preliminarmente interpolati tramite l’utilizzo di software dedicato (Surfer) secondo il sistema di interpolazione dei dati (Kriging).

Comune n. Quota p.c. (m s.l.m.)

Livello statico(m)

Quota piezometrica (m s.l.m.)

Busto Arsizio 5 215.5 33.81 181.69

Busto Arsizio 23 208 36.71 171.29

Busto Arsizio 94 219.5 37.77 181.73

Busto Arsizio 10/2 236.3 34.55 201.75

Busto Arsizio 22/1 231 33.03 197.97

Busto Arsizio 25/pz1 200 35 165

Castano Primo 69 186.05 33 153.05

Castellanza 3/1 225.8 40.68 185.12

Castellanza 7 213.8 33.6 180.2

Cerro Maggiore 21/2 218.5 44.175 174.325

Cerro Maggiore 32/P13 173.57

Cerro Maggiore 32/P2 173.32

Cerro Maggiore 32/P3 171.68

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Comune n. Quota p.c. (m s.l.m.)

Livello statico(m)

Quota piezometrica (m s.l.m.)

Cerro Maggiore 32/P7 172.28

Cerro Maggiore 32/P9 174.53

Cislago 27/3 207.13 7.64 199.49

Ferno 3 210.3 40.45 169.85

Ferno 4 215.06 40.3 174.76

Gallarate 7/1 254.7 28.02 226.68

Gerenzano FG 225.7 37.35 188.35

Gorla Minore 39/2 241.93 44.1 197.83

Legnano 66 204.3 37.03 167.27

Legnano 17/2 227.1 44.28 182.82

Legnano 18/1 202.1 35.87 166.23

Legnano 46/2 202.2 25.87 176.33

Legnano 68/1 206.7 38.14 168.56

Legnano 68/10 199.5 32.05 167.45

Legnano 68/2 208 38.24 169.76

Legnano 68/3 200.5 31.81 168.69

Legnano 68/5 208 39.8 168.2

Lonate Pozzolo 1 200.53 37.53 163

Lonate Pozzolo 4 197.05 48.86 148.19

Lonate Pozzolo 6 205.55 38.97 166.58

Lonate Pozzolo 8 203.3 32.98 170.32

Lonate Pozzolo 24 193.2 39.45 153.75

Lonate Pozzolo 11/2 207.91 51.5 156.41

Lonate Pozzolo 11/3 207.96 55.5 152.46

Lonate Pozzolo 11/6 208.6 51.6 157

Lonate Pozzolo 31/2 195.5 36.76 158.74

Lonate Pozzolo 34/2 190.5 36.8 153.7

Samarate 5 223.7 47.69 176.01

Uboldo 23A 203.4 35.86 167.54 L’andamento della superficie piezometrica (Tav. 1) evidenzia l'importante azione drenante esercitata dal fiume Ticino nei confronti dell'acquifero superiore. Le quote piezometriche nel territorio in esame decrescono verso SW da 174 a 150 m s.l.m., con componenti del flusso idrico sotterraneo dirette NE-SW e gradiente idraulico medio del 4‰. La dinamica nel tempo delle variazioni della superficie piezometrica è illustrata dal grafico di Figura 2.1 ottenuto dall’unione della serie dei dati del pozzo C.A.P. 002 di Vanzaghello (Via Roma II) nel periodo 1980 - 2002 con i dati del piezometro superficiale CAP 020 pertinente al pozzo 004 (C.na La Fogna), sempre di Vanzaghello, nel periodo 1999-2010, opportunamente estrapolati sulla base del confronto tra massimi e minimi rispettivi delle due serie; tale rappresentazione evidenzia in modo

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dettagliato le oscillazioni piezometriche stagionali in tutto il periodo considerato (dal 1980 al 2010). Sono state inoltre graficizzate le rilevazioni piezometriche nel piezometro Cava F.lli Mara e nel pozzo 2 delle Cave di Lonate Pozzolo (dati acquisiti dal Comune di Lonate Pozzolo).

ANDAMENTO DELLE QUOTE PIEZOMETRICHEVanzaghello - pozzo CAP 002 - quota rif 195.12 m s.l.m.

Fonte dati:Amiacque - Milano Elaborazione dati:

Studio Idrogeotecnico - Milanovanzag2_020_va2930.grf

Anni

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Quo

ta (m

s.l.

m.)

Vanzaghello CAP 002Vanzaghello piezometro CAP 020 - q.rif. 190.90 m s.l.m.quota piezometrica estrapolata (serie di riferimento: piezometro CAP 020)Piezometro Cava F.lli MaraPozzo 2 Cave di Lonate Pozzolo

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9680 9781 9882 9983 0084 0185 0286 0387 0488 0589 0690 0791 0892 0993 1094 1195

Figura 2.1 – Andamento delle quote piezometriche – Vanzaghello CAP 002

Durante il periodo investigato (1980÷2010) si registra un massimo piezometrico relativo all'anno 1980 che ha interessato l’intera pianura milanese fin dal 1978 e causato dalle abbondanti precipitazioni del 1976-1977. Dopo il 1980 si registra una generale tendenza all'abbassamento delle quote piezometriche che evidenzia l’instaurarsi di un periodo di magra che ha avuto il suo apice nel mese di maggio 1992, in cui la falda raggiunge i 31.8 m di profondità, con approfondimento piezometrico rispetto al 1980 pari a circa 8 m. Dalla seconda metà del 1992, a seguito di un moderato aumento delle precipitazioni medie, si assiste ad un sensibile recupero delle quote piezometriche medie; l’andamento successivo evidenzia un moderato decremento delle quote piezometriche tra il 1997 e il giugno 2000 (circa 2 m), seguito dal picco piezometrico relativo del maggio/giugno 2001. La serie di misure successive nel piezometro 020 evidenzia una iniziale decrescita fino al maggio 2002, seguita poi da un trend medio di stabilità fino

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alla prima metà del 2006. Le rilevazioni relative al periodo successivo evidenziano, a partire dalla seconda metà del 2006 fino alla prima metà del 2008, un nuovo abbassamento dei livelli di falda, dovuto alle scarse precipitazioni che hanno caratterizzato il regime pluviometrico più recente. Le misure successive (disponibili fino a dicembre 2010) mostrano un trend in risalita di circa 5 m rispetto al minimo relativo sopradescritto, in relazione ad un aumento della piovosità.

2.4 VULNERABILITÀ INTRINSECA DEGLI ACQUIFERI

Nella definizione del grado di vulnerabilità intrinseca (Tav. 1), riferito ad una scala comprendente sei termini (estremamente elevata, alta, media, bassa, molto bassa), è stato utilizzato il Metodo della “Legenda unificata per le carte della vulnerabilità all’inquinamento dei corpi idrici sotterranei”, messo a punto da Civita M. (1990) nell'ambito del progetto VAZAR (Vulnerabilità degli acquiferi ad alto rischio) del CNR. Ad esso sono state applicate alcune modifiche per adattarlo alla situazione locale. La vulnerabilità intrinseca di un acquifero esprime la facilità con cui un inquinante generico idroveicolato, disperso sul suolo o nei primi strati del sottosuolo, può raggiungere la sottostante falda e contaminarla. Essa viene definita principalmente in base alle caratteristiche ed allo spessore dei terreni attraversati dalle acque di infiltrazione (e quindi dagli eventuali inquinanti idroveicolati) prima di raggiungere la falda acquifera, nonché dalle caratteristiche della zona satura. Essa dipende sostanzialmente dai seguenti fattori che, per il territorio di Lonate Pozzolo, sono così definiti:

1) caratteristiche di permeabilità dell'unità acquifera e modalità di circolazione delle acque sotterranee in falda: l'acquifero più superficiale, a cui si riferisce la tavola, è comune a tutta l'area ed è da considerarsi complessivamente omogeneo. Esso è costituito da ghiaie e sabbie e possiede quindi un'elevata permeabilità interstiziale.

Nell'acquifero libero sono scarsi o assenti gli elementi litologici (argille, torbe) in grado di attenuare eventuali fenomeni di inquinamento delle acque sotterranee, ad eccezione delle sequenze sommitali (suoli) in prossimità della superficie topografica.

2) soggiacenza della falda: i valori di soggiacenza sono stati suddivisi in due classi: <30 m in corrispondenza del fondovalle del F. Ticino e > 30 m nell’area dei terrazzi (Allogruppo di Besnate, Alloformazione di Golasecca).

3) caratteristiche litologiche e di permeabilità del non saturo: la protezione della falda è condizionata dallo spessore e dalla permeabilità dei terreni soprafalda e dalla presenza di suoli e livelli argillosi in superficie. Nel caso in esame la parte inferiore della zona non satura è caratterizzata da depositi ghiaiosi e sabbiosi che non offrono garanzie di protezione a causa dell’elevata permeabilità, mentre la parte superiore è rappresentata dalle unità quaternarie in affioramento caratterizzate da diverso spessore e tipologia di sequenze sommitali fini, che rappresentano i livelli più importanti di protezione della falda.

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Il grado di vulnerabilità di ciascuna area è quindi condizionato dalla presenza, in affioramento o nel sottosuolo delle unità stratigrafiche riconosciute nel rilevamento dei depositi quaternari di superficie, con la taratura basata sui dati stratigrafici dei pozzi presenti nell’area. In particolare la presenza di coperture a bassa permeabilità è rilevabile in corrispondenza dei depositi dell’Alloformazione di Golasecca, cui è stato assegnato grado di vulnerabilità basso. Ai depositi alluvionali e fluvioglaciali appartenenti alle unità prive di coperture superficiali (Unità post-glaciale) è stato assegnato grado di vulnerabilità estremamente elevato; ai depositi poco alterati o mediamente alterati con coperture superficiali generalmente ridotte (Allogruppo di Besnate) si sono attribuiti gradi di vulnerabilità elevato/alto.

4. presenza di corpi idrici superficiali: in caso di presenza di corsi d'acqua sospesi rispetto alla superficie piezometrica, vi è la possibilità di ingressione diretta in falda di acque superficiali in ragione del loro ruolo di alimentazione.

La sintesi delle informazioni raccolte ha permesso la delimitazione di 5 aree omogenee contraddistinte da un differente grado di vulnerabilità intrinseca (da estremamente elevato a basso), le cui caratteristiche sono riportate nella legenda di Tav. 1 e di seguito descritte.

In sintesi: Area di affioramento dell'Alloformazione di Golasecca – terrazzo sopraelevato: acquifero libero in materiale alluvionale, protetto superficialmente da depositi fluvioglaciali profondamente alterati, con soggiacenza superiore a 30 m, protetto da sequenze sommitali limoso-argillose di spessore fino a 2-3 m. Grado di vulnerabilità: basso;

Area di affioramento dell'Unità di Sumirago – terrazzo inferiore (settore orientale): acquifero libero in materiale alluvionale protetto superficialmente da depositi fluvioglaciali mediamente alterati, con soggiacenza superiore a 30 m. Grado di vulnerabilità: alto;

Area di affioramento dell'Unità di Mornago – terrazzo inferiore (settore occidentale): acquifero libero in materiale alluvionale protetto superficialmente da depositi fluvioglaciali debolmente alterati, con soggiacenza superiore a 30 m. Grado di vulnerabilità: elevato;

Area di affioramento dell'Unità di Postglaciale/ Unità di Cantù - valle F. Ticino: acquifero libero in materiale alluvionale privo di copertura superficiale in corrispondenza di depositi fluviali, di versante e fluvioglaciali, con soggiacenza < 30 m. Grado di vulnerabilità: estremamente elevato.

Area di affioramento dei depositi lacustri dell’Unità Postglaciale – area di spaglio del T. Arno: Acquifero di tipo libero in materiale alluvionale protetto superficialmente da depositi limoso argillosi (Unità Postglaciale); soggiacenza > 30 m. Grado di vulnerabilità: alto.

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3. STATO DEI LUOGHI E CARATTERISTICHE DELLE AREE DI AMPLIAMENTO CIMITERIALE

Complesso cimiteriale di Lonate Il complesso cimiteriale di Lonate è ubicato nella porzione centro settentrionale del territorio comunale (Tav. 1), al margine occidentale del centro abitato, tra le vie Leonardo Da Vinci, Bassano del Grappa, Delle Camane e Viale Rimembranze, ad una quota topografica di 212 m s.l.m. Il cimitero è attualmente costituito da una parte originaria e da una di più recente edificazione, per una superficie totale di circa 23.000 m2. La parte originaria si trova al termine di viale Rimembranze, con la presenza delle tombe di più antica data e delle cappelle gentilizie e tombe di famiglia esistenti. La parte nuova si è sviluppata a sud della precedente con la presenza di tombe, colombari con loculi e ossari, oltre a strutture generali di servizio. In corrispondenza dell’ingresso è presente un ampio parcheggio, mentre a monte di Viale Rimembranze è situata l’area a verde del Monumento ai Caduti. L’area di possibile ampliamento si colloca a monte del cimitero esistente, tra le vie Leonardo da Vinci e Mulinelli. Essa è caratterizzata dalla presenza di ambiti non edificati, adibiti a prato, orti e seminativi. Complesso cimiteriale di Tornavento Il complesso cimiteriale di Tornavento è costituito da un unico corpo dalla forma grossomodo rettangolare, di superficie pari a circa 1.860 m2. Esso si colloca nel settore più occidentale del territorio comunale (Tav. 1), in località Tornavento, in prossimità della valle del fiume Ticino, tra le vie Pirandello e Quasimodo, ad una quota di circa 196 m s.l.m.. A monte della Via Pirandello sono presenti edifici residenziali, mentre ad est del cimitero, lungo via Pirandello è presente un fabbricato produttivo (deposito di autoveicoli). Le aree immediatamente circostanti il cimitero sono sistemate a verde (prato e bosco). Davanti all’ingresso è situato il Monumento ai Caduti. A nord del cimitero è presente il pozzo idropotabile n. 4 – Via Goldoni a servizio dell’acquedotto comunale, la cui zona di rispetto di 200m di raggio risulta esterna all’area di possibile ampliamento. L’area di possibile ampliamento si trova lungo il lato est del cimitero esistente, attualmente occupata da un prato, che nella parte sud orientale è sostituito da un’area alberata. Complesso cimiteriale di Sant’Antonino Il complesso cimiteriale di Sant’Antonino è ubicato nel settore sud orientale del territorio comunale (Tav. 1), lungo Via Montello, immediatamente a monte

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dell’impianto di depurazione di Sant’Antonino Ticino del Consorzio di Tutela Arno Rile e Tenore, ad una quota di circa 196 m s.l.m.. Il cimitero attualmente occupa una superficie di circa 6.700 m2. E’ dotato di due ingressi principali nel lato settentrionale, a ridosso del parcheggio. La porzione meridionale è stata oggetto di ampliamento e ospita due grosse strutture a colombari ed una cappella. A breve inizieranno i lavori per l’ampliamento del lato sud occidentale. L’ulteriore futuro ampliamento interesserebbe tutto il lato ovest del cimitero, in un’area attualmente occupata da un prato (a nord) e da un bosco (a sud).

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4. INDAGINI GEOGNOSTICHE E CARATTERIZZAZIONE LITOTECNICA DEI TERRENI

Al fine di ottenere i parametri necessari per la caratterizzazione geotecnica e litologica dei terreni interessati dalle opere in progetto è stata condotta una specifica campagna di indagini in sito, consistenti in n. 6 assaggi con escavatore a partire dal piano campagna e campionamento dei terreni esplorati per analisi di laboratorio.

4.1. METODOLOGIA DI LAVORO E SPECIFICA DELLE INDAGINI

Per la caratterizzazione litologica dei terreni, sono stati eseguiti mediante escavatore a cucchiaio rovescio n. 6 assaggi esplorativi, denominati AS1÷AS6, che hanno raggiunto la profondità massima di quasi 3 m da p.c.. L’ubicazione di tutti i punti di indagine, contrassegnati con i relativi numeri d’ordine, è riportata nelle schede descrittive di ciascun assaggio, unitamente alla rappresentazione schematica della stratigrafia dei terreni attraversati e alle curve granulometriche dei campioni di terreno prelevati. Per ciascuno scavo, infatti, sono stati prelevati alle profondità comprese tra 1.10 e 2.00 m dal p.c., n. 6 campioni rappresentativi al fine di caratterizzare la granulometria del materiale mediante determinazioni granulometriche di laboratorio e valutare indirettamente i valori di permeabilità dei terreni. Alla data di esecuzione dei sondaggi (10 aprile 2013), i terreni attraversati negli scavi hanno presentato evidenze di umidità da ricondursi al periodo di abbondanti precipitazioni che hanno interessato il territorio. Non si è riscontrata la presenza di venute d’acqua o falde sospese fino alla profondità di scavo. Di seguito si riportano le schede descrittive di ciascun punto d’indagine.

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COMMITTENTE CANTIEREVERBALE di ACCETTAZIONE

Sondaggio AS Campione 6 Fustella tipoDiametro interno cm

Profondità Lunghezza cm

60 mesh 0,250 3,944

10 mesh 2,000 54,584

SA

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18 mesh 1,000 34,45840 mesh 0,420 9,550

3/8 inch 9,510 88,0254 mesh 4,750 69,016

3 inch 76,200 100,000

GH

IAIA1,5 inch 38,100 100,000

3/4 inch 19,000 99,141

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Quantità di materiale analizzato g: 1580,34

Vaglio ASTM N° Diametro Granuli mm % Cumulativa pass ante

COMUNE DI LONATE POZZOLO CIMITERO DI SANT'ANTONINO07-16/04/2013 DATA APERTURA 16/04/2013

DATA INIZIO PROVA 16/04/2013 DATA FINE PROVA 19/04/2013

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20133 MILANO - via Pinturicchio n° 5 - Tel 02294068 30 - 335254945 - Fax 0289058786

DESCRIZIONE CAMPIONE RIMANEGGIATONormativa di riferimento per l'esecuzione della prova: ASTM D 0422/63-07

SPERIMENTATORE DIRETTORE

Pagina 2 di 2sede sociale: Milano via pinturicchio 5, Trib. Di Milano Reg Soc n°308815 Vol 7758 Fasc. 15-Part. IVA 10126990158 - Cod Fisc 00824020333 - C.C.I.A.A. MI 1348230

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200 mesh 0,075 1,610

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4.2. PERMEABILITÀ DEI TERRENI

In accordo con quanto previsto dalla normativa vigente (Capo X art. 57 del D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285, art. 15 e Allegato 1 del R.R. 9 novembre 2004 n. 6), un idoneo grado di porosità e un adatto parametro di permeabilità dei terreni all’aria e all’acqua sono essenziali per l’instaurarsi dei naturali processi di decomposizione nella zona destinata direttamente all’inumazione. Per una stima qualitativa della permeabilità dei terreni presenti nelle aree di ampliamento cimiteriale attraversati durante gli assaggi con escavatore, sono state utilizzate le caratteristiche litologiche degli stessi, come riconosciute e determinate tramite le analisi granulometriche. La permeabilità può essere, infatti, correlata alla natura litologica dei terreni sulla base di grafici (Figura 4.1) e tabelle empiriche pubblicate dalla letteratura tecnica, dalle quali sono tratti gli schemi sotto riportati.

Valori orientativi del coefficiente di permeabilità (K) nei diversi terreni (R. Lancellotta, 1987)

TIPO DI TERRENO K (m/s)

Ghiaia pulita 10-2 ÷ 1

Sabbia pulita, sabbia e ghiaia 10-5 ÷ 10-2

Sabbia molto fine 10-6 ÷ 10-4

Limo 10-8 ÷ 10-6

Argilla omogenea al di sotto della falda < 10-9

Argilla sovraconsolidata fessurata 10-8 ÷ 10-4

Roccia non fessurata 10-12 ÷ 10-10

Permeabilità K (cm/s) Litologia Classificazione

dei terreni Drenaggio delle

acque meteoriche

Alta 10-1 Ghiaie grossolane e ciottoli senza matrice fine

Permeabili Buono

Media 10-1 - 10-3 Sabbie, sabbie e ghiaie Permeabili Discreto

Bassa 10-3 - 10-7 Sabbie fini, limi, limi sabbioso argillosi Semi-permeabili Difficoltoso

Molto bassa 10-7 - 10-9 Limi argillosi e argille Praticamente impermeabili

Praticamente impossibile

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dott. geol. Efrem Ghezzi dott. geol. Pietro Breviglieri dott. ing. Giovanna Sguera

sede: Bastioni di Porta Volta 7 – 20121 Milano tel. 02/6597857 fax 6551040

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Figura 4.1 – Correlazione tra il coefficiente di permeabilità K, la densità relativa Dr e il

Coefficiente di Uniformità U Per quanto riguarda i tre cimiteri di Lonate Pozzolo, nella seguente tabella si riportano i valori di permeabilità stimati per i diversi campioni di terreno.

Cimitero Campione Profondità

(m da p.c.)

Litologia analisi granulometrica

Permeabilità K stimata

(m/s)

AS1 1,7 Ghiaia sabbiosa, limosa argillosa 10-4 ÷ 10-3

Lonate AS2 1,50 Limo argilloso di bassa

plasticità 10-8 ÷ 10-7

AS3 1,50 Ghiaia pulita con

granulometria poco assortita, con sabbia

10-3 ÷ 10-2 Tornavento

AS4 1,10 Sabbia con ghiaia limosa argillosa 10-4 ÷ 10-3

AS5 2,00 Sabbia pulita con

granulometria poco assortita, con ghiaia

10-3

Sant’Antonino

AS6 1,60 Sabbia pulita con

granulometria poco assortita, con ghiaia

10-3

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Alle profondità di progetto (profondità di inumazione tra –1.50 e -2.00 m da p.c.), le stratigrafie indicano una composizione granulometrica variabile nei diversi punti di indagine, passando da ghiaie a supporto di matrice sabbiosa limosa a sabbie limose e a limi argillosi, che permette di stimare mediamente un valore del coefficiente di permeabilità K compreso tra 10-4 e 10-6 m/s.

4.3. GESTIONE DELLE ACQUE IN FASE DI REALIZZAZIONE E DI FUNZIONAMENTO

Essendo in presenza di aree vulnerabili per la tutela delle acque di falda (ad esclusione del cimitero di Lonate che insiste su depositi appartenenti all’Alloformazione di Golasecca, a bassa vulnerabilità), si ritiene opportuno ricordare le verifiche da effettuarsi per una modalità di gestione delle acque, che minimizzi ogni possibile impatto negativo sulle acque sotterranee, nel rispetto del D.Lgs n. 152/06, della L.R. 12 dicembre 2003 n. 26, dei relativi Regolamenti Regionali attuativi e del PTUA. Le verifiche e gli interventi da effettuarsi saranno legate al: collettamento alla pubblica fognatura delle acque nere e verifica dell’efficienza della rete stessa; realizzazione ed efficiente mantenimento della rete di raccolta e smaltimento delle acque bianche, con il collettamento e l’allontanamento delle acque mateoriche di raccolta dalle superfici impermeabilizzate.

5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Sulla base delle caratteristiche morfologiche, litologiche e idrogeologiche delle aree in esame, lo studio ha messo in evidenza: - che il materiale presente, costituente il primo sottosuolo, risulta idoneo per l’uso

previsto, in quanto la frazione argillosa è comunque generalmente contenuta. Potrebbe essere utile valutare la rimozione dell’orizzonte limoso argilloso a ridotta permeabilità rinvenuto nell’assaggio AS2;

- è sostanzialmente assente ogni interferenza con le acque di falda superficiale e bassa è la vulnerabilità locale degli acquiferi (profondi), in quanto il cimitero è ubicato in una zona dove non è stata rilevata la presenza dell’acquifero superficiale e le falde presenti sono localizzate a profondità superiori ai 30 m, come rilevato nel corso delle misure piezometriche effettuate e confermato dalle prove di collaudo dei pozzi idropotabili; ciò garantisce inoltre la sicurezza delle inumazioni esistenti.

Il tecnico incaricato Dott. Geol. Efrem Ghezzi

Studio Idrogeotecnico Associato