spazio scenico n.2

4

Upload: fulvio-mandorino

Post on 17-Mar-2016

219 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Palagiano ViaMatera 79 , Teatro Wojtyla

TRANSCRIPT

Page 1: Spazio Scenico N.2

SPAZIO SCENICO

Non è solo la storia di un aborto. È la storia di una donna in una società domi-nata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili: uno sguardo predatorio che si avvinghia, violenta e offende; un atteg-giamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilità. L’aborto ne è solo una delle tante conseguenze. Ma ne è la conseguenza più estrema. La protagonista racconta l’universo femminile di un paese del meridione. Schiacciata da una società costruita da uomini con regole che non le concedo-no appigli, e che ancora oggi nel suo

profondo stenta a cambiare, soprattutto negli atteggiamenti maschili, racconta il suo calvario in un sud arretrato e oppri-mente. E lo fa nei toni ironici, realistici e visionari insieme, propri di certe donne del sud.Non mancano momenti sarcastici e iro-nici come quando gli uomini geometri misurano il corpo femminile come se al posto degli occhi avessero il metro. O come quando il paese si trasforma in una immensa chiesa a cielo aperto per scon-giurare le gravidanze. Né quelli commoventi legati alla decimazione del “coro” delle donne. Ma quando la protagonista chiude il cer-chio col racconto del calvario della nipote, il sarcasmo e la commozione la-sciano il posto a una profonda amarezza, mettendoci davanti alla dura e ambigua realtà dei nostri giorni.

musiche composte ed eseguite dal vivo da Gian-franco De Francodisegno luci Dario De Lucaorganizzazione e distribuzione Settimio Pisanoproduzione Scena Verticalecon il sostegno di MIBAC Regione Calabria

Ai ragazzi di LUCE&SALE...bravi!!!

Dopo una lunghissima giornata di lavoro, stanco, carico di sonno, mi ritrovo a dover con-dividere con voi un pensiero, un commento a quello che oggi io, i miei colleghi e la mia pro-duzione ha vissuto. Mi ritrovo in tournée con lo spettacolo Una volta nella vita e siamo in Puglia, esattamente in un paese di poco più di 16.000 anime, Palagiano in provincia di Ta-ranto. Qui da settimane ci aspettano...come ci aspettano? Si nel senso che siamo inseriti nel cartellone della prima sta-gione teatrale di un nuovo teatro. Fin qui tutto normale, la cosa che invece mi stupisce è come siamo accolti. In quasi 20 anni di carriere, nei miei lunghi viaggi e in tantissimi

teatri visitati, non mi era mai successo di essere accolto come una vera star! La gentilezza, la disponibilità, l'educazione, l'ospitalità con cui ci trattano per 24 ore ha del magnifico. Per un momento ci sentiamo come deidei veri divi. Il merito va ad un gruppo di giovani, ma anche meno giovani, ragazzi di una as-sociazione del luogo, LUCE&SALE, che tramite la loro passione, il loro amore, la loro voglia di fare e dare al loro piccolo paese si fanno in quattro per far vivere la magia del teatro e dela cultura. Oltre 50 persone hanno lavorato per rendere il piccolo teatro ultra accogliente, chi lava, chi pulisce i giardini fuori, chi si occupa della bigliet-teria, della parte tecnica, del foyer, delle maschere di sala, chi ha lavorato alla ristruttura-zione del piccolo stabile ... in-somma tutti fanno tutto e lo fanno con il sorriso sulle labbra,

senza mai alzare la voce, senza rimproverarsi a vicenda, tutti hanno un grande rispetto per tutti e soprattutto per le compa-gnie teatrali che ospitano. Questi ragazzi, capitanati da Domiziano, da Antonio e tutti gligli altri di cui non ricordo il nome, e mi scuso per questo, meritano tutta la mia stima, il mio affetto e il mio incoraggia-mento ad andare avanti, questa è la parte d'Italia che questo paese merita!Grazie anche per avermi dato la possibilità di tenere una sorta di lezione nel loro laboratorio tea-trale, a me far fare una lezione di teatro??? Io che non sarei nemmeno capace d'insegnare a me stesso. Un laboratorio che nonnon ha la pretesa di far nascere nuovi talenti delle scene ma che

rinunisce quasi 40 persone di generazioni diverse tra loro sia d'età che di estrazione sociale e culturale, capitanati dai loro in-segnanti, due giovani attori Va-lentina Rota e Filippo Carrozzo che con passione e gentilezza curano il labortorio.Un'organizzazione degna di un teatro enorme, impeccabile in tutto e per tutto...Bravi ragazzi, grazie davvero di cuore...queste sono le cose che mi fanno ancora credere in quello che faccio, in un mestiere che da il piùpiù delle volte amarezze, ma che ti fa anche scoprire questa parte meravigliosa che annulla tutto il resto.Continuate così

Marco Cavallaro

Stasera a teatro: LA BORTO di e con Saverio La RuinaPREMIO UBU 2010 “MIGLIOR TESTO TEATRALE”

Si ringrazia per la collaborazione:BED&BREAKFAST FIORI D’ARANCIOPalagiano Via Matera 79

Page 2: Spazio Scenico N.2

La forza del cambiamento

Paolo Briguglia: l’uomo che non ti aspettiL’ATTORE DEL GRANDE MONOLOGO RIVELA IL SUO VOLTO UMANO

Difficilmente riconosci il momento che dà avvio al cambiamento nell'esatto istante in cui lo stai vivendo.E' un processo lento, a volte dolce, eppure sconvolgente nella sua piena manifestazio-ne. C'è chi lo accoglie senza remore, vi si affida solo incrociando le dita ; c'è quello timoroso che continua a guardarsi alle spalle chieden-dosi se forse non sia meglio rimaner fermi lì senza lasciarsi coinvolgere in qualcosa di incerto ; e c'è addirittura colui che ostinata-mente gli volta le spalle non immaginando che probabilmente così facendo si arreca li-beramente un danno maggiore.

La potenza del cambiamento è in grado di terrorizzare anche il più spavaldo, ma spa-venta fino a quando non si comprende la maniera di addomesticarlo. Lui si presenta come sfida allettante, suona ipnotiche melodie perchè tu decida di ac-compagnarlo in quel suo percorso.Non ingannarlo e lui non ingannerà te, sii suo amico e condividerà lo spartito della sua musica, fidati senza più riserve e ti chiederà di comporre nuove battute insie-me a lui.Questa, una piccola premessa, per giunge-re ad un punto ben preciso.Seppur la mia presenza in Luce&Sale

abbia memoria breve, seguo le vicende di questa grande famiglia da lontano, con passione e affetto, quasi sin dai suoi primi passi.CredoCredo sia la prova di come la voglia genui-na di crescere, di far bene e concretamente abbia dato negli anni la possibilità di la-sciarsi travolgere benevolmente dalle op-portunità di cambiamento.Una nuova melodia sta suonando, con lo spirito di sempre L&S intraprende ancora nuove avventure.

Giuliana Caputo

“Antonio, sono Paolo, sono arri-vato, voi dove siete?”…Ho riconosciuto la sua sagoma da lontano, gli altri li conoscevo tutti perciò quell’unica sagomasconosciuta in pieno sole doveva essere la sua. Ho pensato “com’è magro, sembra un ragazzino”.MiMi ha dato la mano : “molto pia-cere”… la sua stretta era decisa e quel “molto” volutamente enfa-tico, sembrava volesse dire “non pensavo di trovarmi così bene con degli sconosciuti”. Già, degli sconosciuti … questo eravamo per lui … e questo era lui per noi. Allora come si spiega che fin da subito c’è stato qualco-sa di magico, che ci ha fatto supe-rare quell’invisibile barriera di formalità e buone maniere sempre un po’ forzate? Forse la sua aria da ragazzino trentaset-tenne, forse la nostra naturale e meridionale abitudine di allarga-re la famiglia a chi arriva da lon-tano. Eppure non è stato solo questo … doveva arrivare Paolo Briguglia ed è arrivato Paolo.Dopo averlo accolto al suo arrivo da Roma Domiziano ha scritto : “è sceso l’uomo prima dell’attore”; ed è proprio questo il punto: mentre lui parlava non riuscivo a vedere il grande attore, , quello famoso de I cento passipassi, de La meglio gioventù, quello che ha lavorato con Tor-natore, quello che il grande pub-blico ha conosciuto con Basili-cata coast to coast; mentre lui parlava eravamo in compagnia

di una persona senza fronzoli, senza smanie di grandezza. I suoi discorsi? Ci ha parlato della sua piccola Carla e della sorellina in arrivo, della sua compagna che ha messo in stand by il suo lavoro per dedicarsi alle figlie, delle sue giornategiornate intense. Siamo passati insieme davanti alla scuola ele-mentare e lui “ma guarda un po’, da quando sono padre adesso guardo le scuole, come si presen-tano, come sono tenute, saranno sicure?”. Ci ha definiti fortunati: per noi che abitiamo in un picco-lo paese è più facile coltivare i rapporti, in un quarto d’ora pos-siamo essere a casa di un amico e passare insieme la serata; a Roma per arrivare da un amico ci metti almeno tre quarti d’ora, quando arrivi a casa sua tua figlia si ad-dormenta e, poverina, la metti sul divano, finchè arrivi a casa tua si fa l’una di notte e sballi tutti gli orari della piccolina … così decidi di passarlo in casa il sabato sera, ti guardi un film e te ne stai tranquillo con la tua fami-glia. “Mamma mia … da quando

siamo genitori la nostra vita è completamente cambiata”. E più lui parlavapiù eravamo rapiti, rapiti da cosa? Può essere definito in tanti modi: innanzi-tutto un grande carisma, il cari-sma delle persone speciali, che lasciano un segno dentro di te; poi la semplicità dell’amico che incontri al bar e che ti chiede “come va?”; ancora una speciale umiltà, quella di chi ha ottenuto il successo con la gavetta e non se l’è dimenticata. E la sua curio-sità? [...].Gli ho chiesto: “quanto si passano le tue bimbe?” e lui : “come i vostri, due anni quasi”. Solo che lui i mie figli non li aveva visti, ne aveva chiesto no-tizia ad Antonio, mio marito, e si ricordava addirittura la loro differenza di età … spesso dopo mezz’ora che parlo con una per-sona le chiedo “scusa, come hai detto che ti chiami?” E’ stato naturale darsi del tu fin dal primo momento, per noi di L&S era Paolo Briguglia il gio-vedì sera ed è diventato Paolo il venerdì mattina.

È stato così semplice e naturale relazionarsi con lui che quasi passava in secondo piano l’esibizione, noi ci trovavamo con una persona talmente nor-male che diventava facile dimen-ticare la grandezza della sua arte. Poi è salito sul palco, si è fatto il silenzio e l’uomo è tornato attore … e che attore. Subito dopo lo spettacolo era esausto, si è seduto al banco della regia “adesso ci mangiamo unacosa belli tranquilli tra di noi”… “tra di noi”, per un giorno Paolo Briguglia è stato UNO DI NOI e NOI di L&S gli saremo sempre grati della grande lezione che ci ha dato: nei tempi in cui gli sco-nosciuti del Grande Fratello pre-tendono di entrare nei locali vip con la frase “ma lei ha capito chi sono io?” un grande attore è en-trato in punta di piedi nel nostro piccolo mondo e l’ha incantato. Grazie Paolo.

Michela Maniglia

Page 3: Spazio Scenico N.2

“Un popolo senza teatro è un popolo morto”. E in un battito d’ali la citazione di un drammaturgo spagnolo si concretizza, in un borgo di provincia che per troppo tempo si è privato di un diritto fondamen-tale, il “diritto all’ Arte”, in una delle sue forme più antiche, quella teatrale. E il popolopopolo di questo borgo ha giocato perfet-tamente le sue carte vincenti, permetten-do la propria rinascita, riemergendo da quello stato catalettico in cui giaceva da troppo tempo, forse da sempre. Nessuna retorica. . Tutto è stato già detto, già vis-suto. Ma quel che rimarrà per sempre presso nella memoria è l’indimenticabile emozione avvertita oltrepassando le tende rosso porpora di un teatro gremito di gente trepidante, in attesa dello spetta-colo inaugurale della prima (prestigiosa) rassegna. L’elegante accoglienza ricevu-ta all’ingresso, l’inebriante profumo che sprigiona il legno ancora nuovo, le luci soffuse, un palco illuminato che attende impaziente il suo primo ospite.

Il tutto pervaso dalla vibrante tensione dei veri protagonisti della serata, che dal botte-ghino, da dietro le quinte o dal fondo della sala, si adoperano affinchè tutto risulti per-fetto. Gli stessi protagonisti che hanno reso possibile, grazie al proprio coraggio, e ad un pizzico di sana follia, la realizzazione di questo grande sogno. Partiti dal nulla, un po’ per gioco, un po’ per sfida, un po’ per la

voglia di rivendicare quell’irrevocabile diritto all’arte, al teatro. Un sincero ringraziamento alle vere colonne portanti di Luce&Sale, perché, tra tutti gli spettacoli, il più emozionan-te è vedervi lavorare, mossi da profonda passio-ne, assoluta dedizione, costanza, e non senza sacrifici, affinchè un misero teatrino di campagna diventi lo scenario della rinascita culturale di un intero paese.

I giorni scorrono veloci e l'adrenalina co-mincia a farsi sentire. Come ogni viaggio che si rispetti anche questo ci ha visti par-tire da molto lontano.Comincia con la condivisione di un desi-derio concepito nella bambagia delle passioni comuni. Una proposta che di-venta entusiasmo per tutti.Ed è così che la Compagnia del Teatro Palagianese è pronta a raccontarvi la storia che "un irlandese un po' estroso e controcorrente" ha donato ai posteri per mezzo del suo talento.L'L' importanza di chiamarsi Ernesto, por-tata per la prima volta in scena nella Londra del 1895, grazie all'abilità del suo autore Oscar Wilde mette alla mercè la

società dell'epoca esasperando i suoi tratti caratteristici sino a rendere evidente i nu-merosi paradossi in cui incorreva.Il nostro adattamento, gentilmente presta-to dalla sua autrice Nella Abruzzese, rimane fedele alle atmosfere vittoriane che con un pizzico di riverenza provere-mo a riproporre al nostro pubblico.Dagli abiti, agli arredi di scena, dai movi-menti sul palco al trucco ogni particolare ci permetterà di compiere un balzo nel tempo.Sulla trama non vogliamo anticiparvi nulla, speriamo di potervi stupire avendo-vi tutti a teatro il 20 e 21 aprile prossimo.A presto caro pubblico.

LA NUOVA AVVENTURA DELLA COMPAGNIA DEL TEATRO PALAGIANESE

Un teatro per non morire

Rossana Tamburrano

Si ringranzia per la collaborazione:PASTICCERIA ANGELO RESTACastellaneta, Via Roma 84

Page 4: Spazio Scenico N.2

Quando ero piccolo, di sera, la dinamo della mia bicicletta trasformava il mio sforzo in energia e accendevale strade di una luce tremolante. Era più duro pedalare con l’attrito, certo, sudavo di più!

Però voleva anche dire che potevo osservare quelle stesse cose viste di giorno prendere un’altra prospettiva. Più fantastica, più … teatrale. Potevo finalmente non solo essere scrutato ma scrutare.

Era un po’ come mettere le cose in pari: la mia rivincita serale di dare la veste che più mi piaceva alla suprema-zia delle cose del giorno.

Più pedalavo forte e più la luce diventava intensa ripagando il mio sudore.Ma a volte ho deciso in alcune strade di staccare dalla ruota quella macchinetta magica che dava forma alla fantasia, come per sovvertire il corso degli eventi, come se volessi aggiungere un pizzico di realtà a quello che stavo creando.

Ed è successo …

E’ successo che una sera, dopo tanti anni, sono stato inconsapevole preda di quello stesso delirio.UnaUna catapulta spazio tempo che mi ha messo davanti agli occhi un pezzo di muro ed in mano una dinamo, proprio la dinamo, di quella mia bicicletta, che dava un altro senso alle cose del giorno regalando loro un’anima.

Ho provato a staccarla dalla ruota per vedere l’effetto che faceva, come per sovvertire il corso degli eventi, come se volessi aggiungere un pizzico di realtà a quello che stavo osservando, ma mi sono accorto che non cambiava poi tanto il senso.

LeLe anime di quel luogo erano finalmente venute fuori allo scoperto, il luogo stesso era tornato a prendere vita e a regalarne di altra.Come se per troppo tempo avesse covato il desiderio di ricambiare la morte ricevuta tante volte insieme alle bestie con l’amore.

Un ventre di vita che tornava a respirare, un ventre molle come quello di una madre, che sa di miele e di acco-glienza, che sa solo dare amore.

Ed è successo …

E ho scoperto che il volo della vita è a cavallo di una bicicletta che accende la notte, che fai fatica a pedalarema che ti investe della vita che sa trovare.

Danilo Ruffino

I nostri contattiBlog : www.luceesale.itPagina facebook: Ass.ne socio culturale Luce&SaleContatto telefonico: 3290752670Mail: [email protected] [email protected]

Sette personaggi femminili diversi ma accomunati dallo stesso bisogno e dalla mede-sima “urgenza” di parlare, di spogliare il loro animo con coraggio, affrontano questo percorso articolato. Brillanti, pungenti, ironiche, illuse, sensuali e spesso vanitose, non sempre pienamente conspevoli del potere che le rende irresistibili. In una sola parola: Donne.

Venerdì 13 Aprile ICONE di e con Ketty Volpe