solidarieta’ di parma novecento ma non sono – parte quarta filequeste persone sono senza cuore,...
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SOLIDARIETA’ DI PARMA
In questo mese Parma è stata colpita duramente da
avvenimenti agghiaccianti: fatti che mai nessuno si sarebbe
aspettato e che mai nessuno dovrebbe scordare. Questi
avvenimenti hanno segnato tutta la città in maniera molto
forte; ai funerali delle vittime erano presenti migliaia di
persone che di sicuro non conoscevano personalmente le
famiglie, ma si sono sentiti spinti da qualcosa ognuno con
la propria motivazione, chi per solidarietà, chi per fede, chi
per dire basta alla VIOLENZA.
Con questo gesto la città di Parma non ha restituito quello
che è stato strappato ma di sicuro avrà dato un sostegno
morale, un supporto alle famiglie ancora straziate dal
dolore. Sono però accaduti fatti che non dovevano
succedere: sono stati fondati siti internet a scopo di lucro,
all’insaputa dei genitori del piccolo Tommy. In queste
occasioni c’è sempre quello che si crede più furbo, quello
che scherza con i sentimenti. Queste persone sono senza
cuore, persone ai quali questi avvenimenti non fanno ne
caldo ne freddo, persone che andrebbero giudicate con lo
stesso metro degli assassini. Come molti giornali nazionali
anche noi avremmo voluto pubblicare un numero extra
riferito al ritorno a casa del piccolo Tommaso, invece
abbiamo pubblicato un numero nel quale si parlava di un
duplice omicidio, e del ritrovamento di un corpo di un
bambino ucciso barbaramente. Questo è il mondo in cui
viviamo, un mondo pieno di ingiustizie, nel quale non si
può uscire di casa tranquilli e l’unica cosa da fare è sperare
che dopo la morte ci sia un posto migliore. Maio
Anno I – Numero 4 – Mensile allegato al foglio “In Cammino” - Aprile 2006 –
Realizzato dal gruppo giovani di Langhirano (terza, quarta, quinta superiore) – E-mail: [email protected]
DALLA REDAZIONE . . .
Esiste uno stile di vita cristiano? Nei giorni scorsi abbiamo vissuto la bella esperienza di un’uscita/ritiro con alcuni
ragazzi del gruppo giovani a Marina di Massa. Sono stati tanti i momenti belli che abbiamo vissuto insieme. Momenti
fatti di preghiera, di svago, di riflessione e di relax. A caldo, appena rientrati a casa, ci sentiamo di fare alcune
riflessioni. Uno stile di vita cristiano esiste, eccome. Spesso è difficile viverlo a fondo ma esiste. Nulla di nuovo direte
voi. La cosa forse nuova (nuova perché in fondo non ne parla mai nessuno) è che questo “stile” non deve essere
vissuto soltanto a casa propria o nella propria parrocchia ma ovunque. Mettere al centro della domenica l’Eucaristia e
al centro di ogni giorno Gesù Cristo non ci impedisce di divertirci e di assaporare con gioia e giubilo i momenti della
vita. Anche i momenti più semplici ed apparentemente “inutili” diventano preziosi ed irripetibili se vissuti come un
dono di Dio. Un dono che ci permette di ammirarLo nelle meraviglie del Creato, nel mare come nei monti, nei fiori
come nel tramonto del sole. E da qui nasce il nostro invito a riscoprire questo stile di vita ovunque ci troviamo ed in
qualunque momento. Quello stile fatto di Gesù presente e vivo in ogni cosa che ci circonda. Basta aguzzare la vista
per poterlo scorgere. Così non saremo solo noi e i nostri amici, ma noi, i nostri amici e Gesù. E in una società dove a
fare la differenza è l’importanza dell’ospite, beh, inutile dirlo, sarà un autentico trionfo! Mirco e Laura
Novecento ma non sono – parte quarta
Voi sapete cosa significa il mio nome
(cattedrale)? E sapete anche che c'é una bella
differenza fra duomo e cattedrale? No? Bè
adesso ve lo spiego subito: la parola Cattedrale
come voi tutti potete dedurre deriva dalla parola
cattedra, ovvero “luogo nel quale il Vescovo
(oggigiorno monsignor Silvio Cesare Bonicelli)
presiede una cerimonia episcopale, presieduta
direttamente da lui o da chiunque venga
nominato da lui (solitamente in assenza del
Vescovo celebra il Vicario Generale).
Erroneamente sento molta gente che mi presenta
con il nome di Duomo, (dal latino domus) ovvero
casa, e da qui si può dedurre che il Duomo non
ha la mia stessa importanza in quanto casa del
Vescovo. Ho accolto e ordinato migliaia di
giovani diaconi, diventati poi efficienti portatori
della parola del Signore ma negli ultimi anni
purtroppo ho notato che sempre meno giovani
scelgono di seguire la via della vocazione, una
strada senza dubbio impegnativa ma che regala
numerosi momenti di gioia e soddisfazione. Per
questo la prossima volta vorrei parlare un pò dei
giovani e delle scelte che prenderanno in futuro".
...alla prossima puntata...Luca M. e Serena
Le “Figlie della Croce” in redazione
Lunedì 20
marzo
durante il
nostro
abituale
incontro
abbiamo
ricevuto la
visita di tre
Figlie della Croce: Suor Carla Maria, Suor Anna
Maria e Suor Beniamina Mariani autrice del libro
“Maria Laura Mainetti, La Suora di
Chiavenna”. Durante la serata ci é stato presentato il terzo
incontro europeo giovani che si terrà dal 29 luglio al
5 agosto e che vedrà coinvolti tantissimi giovani
provenienti da Italia, Spagna e Francia. “Và! Un
altro mondo é possibile!”, questo è il tema
portante. Il pellegrinaggio partirà da Chiavenna,
luogo del martirio di Suor Maria Laura e arriverà
fino a Roma dove troverà, nell’udienza con il Santo
Padre e nella visita alla comunità di S. Egidio, due
dei momenti sicuramente più intensi. Un incontro
per prendere coscienza del fatto che il sogno di un
mondo nuovo e migliore è possibile e realizzabile
se ciascuno di noi si sente impegnato in questa
missione. D’altronde, come ci ha ricordato suor
Beniamina, “goccia dopo goccia si costruisce un
fiume”. Al termine della presentazione
dell’iniziativa é stato inevitabile parlare di suor
Maria Laura. Dalle parole commosse di suor
Beniamina é emersa con chiarezza la disponibilità
di Suor Maria Laura verso gli altri e la delicatezza
con cui riusciva ad essere vicina alle persone. Una
delicatezza che mai poneva l’altro in una posizione
di inferiorità ma che piuttosto era in grado di farlo
sentire profondamente amato. Il suo punto debole
erano indubbiamente i giovani, proprio quei giovani
dai quali è stata tradita e brutalmente uccisa.
Desiderava aiutarli affinché potessero sentirsi liberi
dalle strumentalizzazioni alle quali quotidianamente
la società ci sottopone. Una figura semplice, umile,
con un profondo amore per la vita, che aveva fatto
della preghiera e del perdono i punti cardine della
sua esistenza costruita su questo motto: “Tu devi
fare qualcosa di bello per gli altri”. Nel gesto
estremo del perdono dei suoi assassini si è
manifestata tutta la straordinarietà di una donna
apparentemente semplice e normale. In quel gesto,
che ricorda ed imita il perdono di Gesù sulla Croce,
la straordinaria forza dell’amore esplode
riempiendo di una luce divina la nostra vita. Mentre
ci raccontava in dettaglio gli ultimi momenti della
sua vita, a stento suor Beniamina è riuscita a
trattenere la commozione, ma la cosa più bella, è
che nelle sue parole non c’era rabbia e rancore ma
quasi una gioia grande per aver potuto conoscere
una figura così speciale (ricordiamo che a giugno
verrà proclamata martire). Inevitabile è anche stata
la domanda sul come perdonare le tre ragazze che
hanno ucciso. “Il male più grosso lo hanno fatto
alle loro vite, hanno rovinato completamente le loro
esistenze” ci ha detto con molta pietà verso di loro.
“La cosa che maggiormente mi rattrista è vedere
che nessuno cerca di aiutarle a comprendere a
fondo il male che hanno commesso. Tutti cercano di
metterle in una campana di vetro giustificando il
loro gesto con la mancanza di una famiglia solida
alle spalle. In questo modo non si fa altro che
uccidere nuovamente suor Maria Laura. Tutti
siamo recuperabili. Ma dobbiamo incontrare sul
nostro cammino persone che ci aiutano a
comprendere i nostri errori e che ci portano verso
un profondo ed autentico pentimento”. Ma perché
ha scritto questo libro? “All’inizio pensavamo fosse
semplicemente una di noi, tante suore dovrebbero
essere sante. Alcune vivevano in America Latina,
Africa ed in altri luoghi di missione ma il nostro
Vescovo ci ha chiesto di scrivere qualcosa su di lei;
davanti alle iniziali perplessità dei nostri superiori
ha risposto che è un dono fatto alla Chiesa e non è
giusto impossessarsene. E a questo punto mi sono
sentita in dovere di farlo e così ho raccolto un pò di
materiale e ho presentato il tutto al Vescovo. Forse
il Signore ha voluto questo libro affinché la figura
di suor Maria Laura potesse essere conosciuta”.
Prima di salutarci davanti ad un pezzo di torta, le
abbiamo chiesto cosa pensa del nostro giornalino.
“Felicissima che ci sia” ha detto. “I giovani hanno
tantissime cose da dire e questo é un modo per loro
per essere protagonisti e porsi in primo piano
nell’annuncio della fede”. Un grazie di cuore a
Suor Carla Maria, Suor Anna Maria e Suor
Beniamina per la bella serata trascorsa insieme.
Vi ricordiamo che per informazioni circa il terzo incontro europeo giovani
potete contattare suor Angela in parrocchia.
Non dimenticate
l’iniziativa VIA LIBERA,
lo spazio riservato a voi
lettori con il quale potete
esprimere un vostro
pensiero, salutare, parlare
liberamente. La cassetta in
Chiesa a Langhirano è a
disposizione di tutti.
TRA SOLE, MARE E FEDE
Sabato 22 Aprile….. partenza prevista per le 16.00…...ma
come sempre siamo partiti con mezz’ora di ritardo sulla
tabella di marcia. Nonostante un traffico pazzesco siamo
arrivati con successo all’albergo dove eravamo alloggiati,
accompagnati durante il viaggio dalla musica dei Beach
Boys (roba da film). Ad accoglierci niente meno che S.E.
Mons. Eugenio Binini, Vescovo di Massa che ha cenato
con noi e che nella
foto a sinistra potete
ammirare con alcune
copie del “Divieto di
Sosta” in mano. Il
dopo cena lo abbiamo
trascorso sul
lungomare ma con il
coprifuoco, avevamo
infatti ordine dalle
suore che gestivano
l’albergo di rientrare
non più tardi delle ore
23.00, altrimenti
avremmo dormito
fuori al fresco (in
spiaggia); dalla
riunione prima del congedo nelle camere abbiamo appreso
da Laura e Mirco che il giorno seguente ci avrebbe
aspettato una giornata di profonda riflessione
spiritualmente significativa. La domenica ci siamo recati in
Duomo a Marina di Massa per partecipare alla Santa
Messa domenicale. Nel pomeriggio ci siamo messi in
viaggio verso Filetto
per raggiungere don
Luka, un amico, futuro
sacerdote a settembre, e
per trascorrere con lui
un pomeriggio diverso
dal solito.
L’accoglienza è stata
molto amichevole e
abbiamo avuto modo di
conoscerlo parlando con
lui degli argomenti più
svariati ma tutti di
grande entità; Luka ci
ha parlato della sua
esperienza particolare di
fede, ovvero quella di una persona che viveva la sua vita
senza che l’essere cristiano lo toccasse minimamente.
Giorno dopo giorno, attraverso un grande impegno, è
riuscito a riavvicinarsi al Signore, scegliendo poi di
seguirlo e dedicare tutta la sua vita a Lui.
Dopo questa grande testimonianza di fede abbiamo capito
che non è mai troppo tardi per aprire la porta a Cristo che
spesso lasciamo fuori a bussare tanto tempo. A seguire
abbiamo vissuto un forte momento di Adorazione
Eucaristica terminato poi con la recita dei Vespri cantati. E
per finire la serata tutti in pizzeria...don Luka compreso! Il
giorno seguente, ovviamente dopo aver detto lodi in riva al
mare, abbiamo vagato per Marina di Massa a bordo di quei
trabiccoli che sembrano bici a quattro ruote rischiando la
vita innumerevoli volte. Il pomeriggio, dopo una
validissima pennichella, lo abbiamo trascorso in spiaggia a
prendere il sole e
a fare il bagno in
un’acqua che dire
che era gelida è
dir poco... però
noi baldi
giovani…!!!
Abbiamo anche
giocato un po’ a
rugby, ma la
partita è
praticamente terminata quando il Barbie tentando di
placcare il sottoscritto si è schiantato contro gli scogli ma
niente di che… Purtroppo siamo giunti all’ultimo giorno di
questa bell’avventura e da buoni turisti abbiamo pensato di
trascorrerlo alle cave di marmo di Carrara, dove siamo
rimasti ammaliati da tanta grandezza, ma anche da tanto
peso (pensate che 1 m³ di marmo pesa 1.2 t). Abbiamo poi
fatto il grosso errore di metterci in viaggio, così siamo
incappati in un traffico atomico che ci ha permesso di
metterci il doppio del tempo…mò lasia fare là.
Noi ragazzi (Barbie, Bezzo, Devo, Fabio, Luca e Nelli) che
abbiamo partecipato all’uscita dobbiamo ringraziare i
nostri fantastici educatori che ci hanno permesso di vivere
questa bellissima esperienza, perciò un GRAZIE DI
CUORE a coloro che ci hanno dato la possibilità di vivere
alcuni giorni al mare con quel qualcosa in più ... Gesù
Cristo, che abbiamo potuto incontrare attraverso la
preghiera e in modo ancora più forte in Luka che ha
lasciato tutto per seguirlo senza vergognarsene, cosa che a
noi purtroppo accade spesso.
Nelly
Rebus (9-3-6-2-3)
QUINTO, SESTO E SETTIMO CAPITOLO DEGLI ATTI
Il quinto capitolo degli Atti inizia con Ananìa e sua moglie Saffìra che vendono un podere, ma anziché dar l’intero ricavato agli Apostoli come avevano promesso, decidono segretamente di tenersene una parte. Pietro sa la verità, e dopo averli rimproverati per aver mentito, non tanto agli uomini, quanto a Dio, i due muoiono ai suoi piedi. Crediamo che la causa della loro morte sia il puro egoismo, dettato dalla menzogna. Pietro stesso disse loro: <<Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione?>>; perciò che motivo avevano per mentire? Avrebbero potuto dirlo chiaramente, non erano obbligati a donare tutto. Invece hanno preferito “farsi belli e buoni” davanti alla gente nascondendo la verità. Sì ma, a chi? Non certo a Dio, perché <<il Padre tuo vede nel segreto>> [Mt 6,4]. Il problema è che l’ipocrisia è uno dei mali che colpisce sempre di più anche la nostra società, perché l’importante oggi è apparire non tanto essere. A questo proposito, tornano alla mente altre parole di Gesù quando, rivolgendosi ai discepoli li esorta a non cercare la gloria degli uomini ma quella di Dio: <<Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.>> [Mt 6,1]. Gli Apostoli vengono poi arrestati e liberati la stessa notte da un angelo del Signore. Ritrovati nel tempio a insegnare vengono riportati davanti al sinedrio. Le parole di Pietro in risposta alle incriminazioni del sommo sacerdote suscitano in un fariseo stimato da tutto il popolo, qualcosa di divino tanto che ammonisce gli accusatori di non condannarli a morte per non rischiare di <<trovarsi a combattere contro Dio>>, così vengono rimessi in libertà. Il numero di discepoli aumentava ogni giorno e per non trascurare l’insegnamento della Parola di Dio, il servizio di distribuzione delle mense veniva messo sempre più in secondo piano. Allora i dodici decidono di far eleggere dalla gente <<sette uomini di buona reputazione pieni di Spirito e di saggezza>> ai quali affidare questo compito. Tra i prescelti compare Stefano, il primo martire della Chiesa Cristiana. Quali avvenimenti possono essere visti parallelamente e quali vissuti e/o compiuti da Gesù? Il popolo lo trascina al sinedrio accusandolo di bestemmie contro Dio presentando falsi testimoni <<Tutti coloro che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui videro il suo volto come quello di un angelo>>; similmente al volto di Gesù trasfigurato, anche i membri del sinedrio assistono alla trasfigurazione di Stefano che vede la gloria di Dio. A differenza di Gesù, Stefano fa un lungo discorso al processo pur non dicendo niente per difendersi; riassume la storia d’Israele tratta dal libro della Genesi affiancando alla figura di Mosè quella di Cristo, entrambi salvatori del popolo ebraico. Stefano viene lapidato ferocemente e tra i
persecutori compare un giovane chiamato Saulo nientemeno che il futuro San Paolo. E’ proprio ora, negli ultimi istanti di Stefano, che si può notare come la Passione sia simile a quella di Gesù: <<E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: “Signore Gesù accogli il mio spirito”. Poi piegò le ginocchia e gridò forte: “Signore, non imputar loro questo peccato”. Detto questo, morì>>.
Michela, Francesco, Serena
DISTRUTTORI DI FAMIGLIE TRADIZIONALI
In questi giorni si sente parlare spesso di “PACS”, le
unioni di fatto tra coppie omosessuali. Per affrontare
questo problema abbiamo cercato sull’enciclopedia la
definizione di famiglia trovando scritto: speciale
rapporto per cui una persona è legata a un'altra da
vincoli di paternità, maternità, filiazione, vincolo
matrimoniale, parentela naturale e civile e affinità.
Com’è quindi possibile che le coppie omosessuali
possano essere considerate come una vera famiglia?
Sinceramente non riusciamo a capire: nella famiglia i
genitori (un padre e una madre), dovrebbero essere
fondamentali per trasmettere ai figli i giusti valori. Da
queste parole si riesce a capire che per noi le coppie
omosessuali non devono avere tutti i diritti che
richiedono. Con i Pacs, si cercano di distruggere le
radici occidentali, cristiane e cattoliche per cercare una
cultura che non ci appartiene. Speriamo di non assistere
all’ennesimo patetico sciopero della fame come quelli
fatti a favore del divorzio e dell’aborto. Una volta
ottenuti i matrimoni omosessuali, il passo successivo
sarà sicuramente quello di permettere alle “nuove”
coppie le adozioni, e noi non vogliamo che dei poveri
bambini vengano traviati fin da piccoli trovandosi a
vivere con due papà o due mamme. Cosa direbbero
quando a scuola la maestra chiede che lavoro fanno la
loro mamma e il loro papà? Se ti succedesse qualcosa e
i tuoi figli fossero adottati da una coppia omosessuale
come ti sentiresti? Cosa ti dice la coscienza? Noi
crediamo nella famiglia formata da una mamma e un
papà, così come Dio ha voluto. Si da il caso che
qualcuno di molto importante abbia detto che l’uomo e
la donna sono fatti a immagine e somiglianza di Dio,
non l’uomo e l’uomo e neanche la donna e la donna.
Approvare i Pacs sarebbe come remare contro quelli
che sono i cardini della vita umana, non solo del
cristianesimo. I Pacs sono un’aberrazione, una struttura
che mira a distruggere la famiglia tradizionale. Se tu
crei il Pacs e quindi attacchi la famiglia rinvigorisci
quel processo già in atto di distruzione della società.
L. & L.