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SOLIDARIETA’ DI PARMA In questo mese Parma è stata colpita duramente da avvenimenti agghiaccianti: fatti che mai nessuno si sarebbe aspettato e che mai nessuno dovrebbe scordare. Questi avvenimenti hanno segnato tutta la città in maniera molto forte; ai funerali delle vittime erano presenti migliaia di persone che di sicuro non conoscevano personalmente le famiglie, ma si sono sentiti spinti da qualcosa ognuno con la propria motivazione, chi per solidarietà, chi per fede, chi per dire basta alla VIOLENZA. Con questo gesto la città di Parma non ha restituito quello che è stato strappato ma di sicuro avrà dato un sostegno morale, un supporto alle famiglie ancora straziate dal dolore. Sono però accaduti fatti che non dovevano succedere: sono stati fondati siti internet a scopo di lucro, all’insaputa dei genitori del piccolo Tommy. In queste occasioni c’è sempre quello che si crede più furbo, quello che scherza con i sentimenti. Queste persone sono senza cuore, persone ai quali questi avvenimenti non fanno ne caldo ne freddo, persone che andrebbero giudicate con lo stesso metro degli assassini. Come molti giornali nazionali anche noi avremmo voluto pubblicare un numero extra riferito al ritorno a casa del piccolo Tommaso, invece abbiamo pubblicato un numero nel quale si parlava di un duplice omicidio, e del ritrovamento di un corpo di un bambino ucciso barbaramente. Questo è il mondo in cui viviamo, un mondo pieno di ingiustizie, nel quale non si può uscire di casa tranquilli e l’unica cosa da fare è sperare che dopo la morte ci sia un posto migliore. Maio Anno I – Numero 4 – Mensile allegato al foglio “In Cammino” - Aprile 2006 – Realizzato dal gruppo giovani di Langhirano (terza, quarta, quinta superiore) – E-mail: [email protected] DALLA REDAZIONE . . . Esiste uno stile di vita cristiano? Nei giorni scorsi abbiamo vissuto la bella esperienza di un’uscita/ritiro con alcuni ragazzi del gruppo giovani a Marina di Massa. Sono stati tanti i momenti belli che abbiamo vissuto insieme. Momenti fatti di preghiera, di svago, di riflessione e di relax. A caldo, appena rientrati a casa, ci sentiamo di fare alcune riflessioni. Uno stile di vita cristiano esiste, eccome. Spesso è difficile viverlo a fondo ma esiste. Nulla di nuovo direte voi. La cosa forse nuova (nuova perché in fondo non ne parla mai nessuno) è che questo “stile” non deve essere vissuto soltanto a casa propria o nella propria parrocchia ma ovunque. Mettere al centro della domenica l’Eucaristia e al centro di ogni giorno Gesù Cristo non ci impedisce di divertirci e di assaporare con gioia e giubilo i momenti della vita. Anche i momenti più semplici ed apparentemente “inutili” diventano preziosi ed irripetibili se vissuti come un dono di Dio. Un dono che ci permette di ammirarLo nelle meraviglie del Creato, nel mare come nei monti, nei fiori come nel tramonto del sole. E da qui nasce il nostro invito a riscoprire questo stile di vita ovunque ci troviamo ed in qualunque momento. Quello stile fatto di Gesù presente e vivo in ogni cosa che ci circonda. Basta aguzzare la vista per poterlo scorgere. Così non saremo solo noi e i nostri amici, ma noi, i nostri amici e Gesù. E in una società dove a fare la differenza è l’importanza dell’ospite, beh, inutile dirlo, sarà un autentico trionfo! Mirco e Laura Novecento ma non sono – parte quarta Voi sapete cosa significa il mio nome (cattedrale)? E sapete anche che c'é una bella differenza fra duomo e cattedrale? No? Bè adesso ve lo spiego subito: la parola Cattedrale come voi tutti potete dedurre deriva dalla parola cattedra, ovvero “luogo nel quale il Vescovo (oggigiorno monsignor Silvio Cesare Bonicelli) presiede una cerimonia episcopale, presieduta direttamente da lui o da chiunque venga nominato da lui (solitamente in assenza del Vescovo celebra il Vicario Generale). Erroneamente sento molta gente che mi presenta con il nome di Duomo, (dal latino domus) ovvero casa, e da qui si può dedurre che il Duomo non ha la mia stessa importanza in quanto casa del Vescovo. Ho accolto e ordinato migliaia di giovani diaconi, diventati poi efficienti portatori della parola del Signore ma negli ultimi anni purtroppo ho notato che sempre meno giovani scelgono di seguire la via della vocazione, una strada senza dubbio impegnativa ma che regala numerosi momenti di gioia e soddisfazione. Per questo la prossima volta vorrei parlare un pò dei giovani e delle scelte che prenderanno in futuro". ...alla prossima puntata... Luca M. e Serena

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Page 1: SOLIDARIETA’ DI PARMA Novecento ma non sono – parte quarta fileQueste persone sono senza cuore, perso ne ai quali questi avvenimenti non fanno ne caldo ne freddo, persone che andrebbero

SOLIDARIETA’ DI PARMA

In questo mese Parma è stata colpita duramente da

avvenimenti agghiaccianti: fatti che mai nessuno si sarebbe

aspettato e che mai nessuno dovrebbe scordare. Questi

avvenimenti hanno segnato tutta la città in maniera molto

forte; ai funerali delle vittime erano presenti migliaia di

persone che di sicuro non conoscevano personalmente le

famiglie, ma si sono sentiti spinti da qualcosa ognuno con

la propria motivazione, chi per solidarietà, chi per fede, chi

per dire basta alla VIOLENZA.

Con questo gesto la città di Parma non ha restituito quello

che è stato strappato ma di sicuro avrà dato un sostegno

morale, un supporto alle famiglie ancora straziate dal

dolore. Sono però accaduti fatti che non dovevano

succedere: sono stati fondati siti internet a scopo di lucro,

all’insaputa dei genitori del piccolo Tommy. In queste

occasioni c’è sempre quello che si crede più furbo, quello

che scherza con i sentimenti. Queste persone sono senza

cuore, persone ai quali questi avvenimenti non fanno ne

caldo ne freddo, persone che andrebbero giudicate con lo

stesso metro degli assassini. Come molti giornali nazionali

anche noi avremmo voluto pubblicare un numero extra

riferito al ritorno a casa del piccolo Tommaso, invece

abbiamo pubblicato un numero nel quale si parlava di un

duplice omicidio, e del ritrovamento di un corpo di un

bambino ucciso barbaramente. Questo è il mondo in cui

viviamo, un mondo pieno di ingiustizie, nel quale non si

può uscire di casa tranquilli e l’unica cosa da fare è sperare

che dopo la morte ci sia un posto migliore. Maio

Anno I – Numero 4 – Mensile allegato al foglio “In Cammino” - Aprile 2006 –

Realizzato dal gruppo giovani di Langhirano (terza, quarta, quinta superiore) – E-mail: [email protected]

DALLA REDAZIONE . . .

Esiste uno stile di vita cristiano? Nei giorni scorsi abbiamo vissuto la bella esperienza di un’uscita/ritiro con alcuni

ragazzi del gruppo giovani a Marina di Massa. Sono stati tanti i momenti belli che abbiamo vissuto insieme. Momenti

fatti di preghiera, di svago, di riflessione e di relax. A caldo, appena rientrati a casa, ci sentiamo di fare alcune

riflessioni. Uno stile di vita cristiano esiste, eccome. Spesso è difficile viverlo a fondo ma esiste. Nulla di nuovo direte

voi. La cosa forse nuova (nuova perché in fondo non ne parla mai nessuno) è che questo “stile” non deve essere

vissuto soltanto a casa propria o nella propria parrocchia ma ovunque. Mettere al centro della domenica l’Eucaristia e

al centro di ogni giorno Gesù Cristo non ci impedisce di divertirci e di assaporare con gioia e giubilo i momenti della

vita. Anche i momenti più semplici ed apparentemente “inutili” diventano preziosi ed irripetibili se vissuti come un

dono di Dio. Un dono che ci permette di ammirarLo nelle meraviglie del Creato, nel mare come nei monti, nei fiori

come nel tramonto del sole. E da qui nasce il nostro invito a riscoprire questo stile di vita ovunque ci troviamo ed in

qualunque momento. Quello stile fatto di Gesù presente e vivo in ogni cosa che ci circonda. Basta aguzzare la vista

per poterlo scorgere. Così non saremo solo noi e i nostri amici, ma noi, i nostri amici e Gesù. E in una società dove a

fare la differenza è l’importanza dell’ospite, beh, inutile dirlo, sarà un autentico trionfo! Mirco e Laura

Novecento ma non sono – parte quarta

Voi sapete cosa significa il mio nome

(cattedrale)? E sapete anche che c'é una bella

differenza fra duomo e cattedrale? No? Bè

adesso ve lo spiego subito: la parola Cattedrale

come voi tutti potete dedurre deriva dalla parola

cattedra, ovvero “luogo nel quale il Vescovo

(oggigiorno monsignor Silvio Cesare Bonicelli)

presiede una cerimonia episcopale, presieduta

direttamente da lui o da chiunque venga

nominato da lui (solitamente in assenza del

Vescovo celebra il Vicario Generale).

Erroneamente sento molta gente che mi presenta

con il nome di Duomo, (dal latino domus) ovvero

casa, e da qui si può dedurre che il Duomo non

ha la mia stessa importanza in quanto casa del

Vescovo. Ho accolto e ordinato migliaia di

giovani diaconi, diventati poi efficienti portatori

della parola del Signore ma negli ultimi anni

purtroppo ho notato che sempre meno giovani

scelgono di seguire la via della vocazione, una

strada senza dubbio impegnativa ma che regala

numerosi momenti di gioia e soddisfazione. Per

questo la prossima volta vorrei parlare un pò dei

giovani e delle scelte che prenderanno in futuro".

...alla prossima puntata...Luca M. e Serena

Page 2: SOLIDARIETA’ DI PARMA Novecento ma non sono – parte quarta fileQueste persone sono senza cuore, perso ne ai quali questi avvenimenti non fanno ne caldo ne freddo, persone che andrebbero

Le “Figlie della Croce” in redazione

Lunedì 20

marzo

durante il

nostro

abituale

incontro

abbiamo

ricevuto la

visita di tre

Figlie della Croce: Suor Carla Maria, Suor Anna

Maria e Suor Beniamina Mariani autrice del libro

“Maria Laura Mainetti, La Suora di

Chiavenna”. Durante la serata ci é stato presentato il terzo

incontro europeo giovani che si terrà dal 29 luglio al

5 agosto e che vedrà coinvolti tantissimi giovani

provenienti da Italia, Spagna e Francia. “Và! Un

altro mondo é possibile!”, questo è il tema

portante. Il pellegrinaggio partirà da Chiavenna,

luogo del martirio di Suor Maria Laura e arriverà

fino a Roma dove troverà, nell’udienza con il Santo

Padre e nella visita alla comunità di S. Egidio, due

dei momenti sicuramente più intensi. Un incontro

per prendere coscienza del fatto che il sogno di un

mondo nuovo e migliore è possibile e realizzabile

se ciascuno di noi si sente impegnato in questa

missione. D’altronde, come ci ha ricordato suor

Beniamina, “goccia dopo goccia si costruisce un

fiume”. Al termine della presentazione

dell’iniziativa é stato inevitabile parlare di suor

Maria Laura. Dalle parole commosse di suor

Beniamina é emersa con chiarezza la disponibilità

di Suor Maria Laura verso gli altri e la delicatezza

con cui riusciva ad essere vicina alle persone. Una

delicatezza che mai poneva l’altro in una posizione

di inferiorità ma che piuttosto era in grado di farlo

sentire profondamente amato. Il suo punto debole

erano indubbiamente i giovani, proprio quei giovani

dai quali è stata tradita e brutalmente uccisa.

Desiderava aiutarli affinché potessero sentirsi liberi

dalle strumentalizzazioni alle quali quotidianamente

la società ci sottopone. Una figura semplice, umile,

con un profondo amore per la vita, che aveva fatto

della preghiera e del perdono i punti cardine della

sua esistenza costruita su questo motto: “Tu devi

fare qualcosa di bello per gli altri”. Nel gesto

estremo del perdono dei suoi assassini si è

manifestata tutta la straordinarietà di una donna

apparentemente semplice e normale. In quel gesto,

che ricorda ed imita il perdono di Gesù sulla Croce,

la straordinaria forza dell’amore esplode

riempiendo di una luce divina la nostra vita. Mentre

ci raccontava in dettaglio gli ultimi momenti della

sua vita, a stento suor Beniamina è riuscita a

trattenere la commozione, ma la cosa più bella, è

che nelle sue parole non c’era rabbia e rancore ma

quasi una gioia grande per aver potuto conoscere

una figura così speciale (ricordiamo che a giugno

verrà proclamata martire). Inevitabile è anche stata

la domanda sul come perdonare le tre ragazze che

hanno ucciso. “Il male più grosso lo hanno fatto

alle loro vite, hanno rovinato completamente le loro

esistenze” ci ha detto con molta pietà verso di loro.

“La cosa che maggiormente mi rattrista è vedere

che nessuno cerca di aiutarle a comprendere a

fondo il male che hanno commesso. Tutti cercano di

metterle in una campana di vetro giustificando il

loro gesto con la mancanza di una famiglia solida

alle spalle. In questo modo non si fa altro che

uccidere nuovamente suor Maria Laura. Tutti

siamo recuperabili. Ma dobbiamo incontrare sul

nostro cammino persone che ci aiutano a

comprendere i nostri errori e che ci portano verso

un profondo ed autentico pentimento”. Ma perché

ha scritto questo libro? “All’inizio pensavamo fosse

semplicemente una di noi, tante suore dovrebbero

essere sante. Alcune vivevano in America Latina,

Africa ed in altri luoghi di missione ma il nostro

Vescovo ci ha chiesto di scrivere qualcosa su di lei;

davanti alle iniziali perplessità dei nostri superiori

ha risposto che è un dono fatto alla Chiesa e non è

giusto impossessarsene. E a questo punto mi sono

sentita in dovere di farlo e così ho raccolto un pò di

materiale e ho presentato il tutto al Vescovo. Forse

il Signore ha voluto questo libro affinché la figura

di suor Maria Laura potesse essere conosciuta”.

Prima di salutarci davanti ad un pezzo di torta, le

abbiamo chiesto cosa pensa del nostro giornalino.

“Felicissima che ci sia” ha detto. “I giovani hanno

tantissime cose da dire e questo é un modo per loro

per essere protagonisti e porsi in primo piano

nell’annuncio della fede”. Un grazie di cuore a

Suor Carla Maria, Suor Anna Maria e Suor

Beniamina per la bella serata trascorsa insieme.

Vi ricordiamo che per informazioni circa il terzo incontro europeo giovani

potete contattare suor Angela in parrocchia.

Non dimenticate

l’iniziativa VIA LIBERA,

lo spazio riservato a voi

lettori con il quale potete

esprimere un vostro

pensiero, salutare, parlare

liberamente. La cassetta in

Chiesa a Langhirano è a

disposizione di tutti.

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TRA SOLE, MARE E FEDE

Sabato 22 Aprile….. partenza prevista per le 16.00…...ma

come sempre siamo partiti con mezz’ora di ritardo sulla

tabella di marcia. Nonostante un traffico pazzesco siamo

arrivati con successo all’albergo dove eravamo alloggiati,

accompagnati durante il viaggio dalla musica dei Beach

Boys (roba da film). Ad accoglierci niente meno che S.E.

Mons. Eugenio Binini, Vescovo di Massa che ha cenato

con noi e che nella

foto a sinistra potete

ammirare con alcune

copie del “Divieto di

Sosta” in mano. Il

dopo cena lo abbiamo

trascorso sul

lungomare ma con il

coprifuoco, avevamo

infatti ordine dalle

suore che gestivano

l’albergo di rientrare

non più tardi delle ore

23.00, altrimenti

avremmo dormito

fuori al fresco (in

spiaggia); dalla

riunione prima del congedo nelle camere abbiamo appreso

da Laura e Mirco che il giorno seguente ci avrebbe

aspettato una giornata di profonda riflessione

spiritualmente significativa. La domenica ci siamo recati in

Duomo a Marina di Massa per partecipare alla Santa

Messa domenicale. Nel pomeriggio ci siamo messi in

viaggio verso Filetto

per raggiungere don

Luka, un amico, futuro

sacerdote a settembre, e

per trascorrere con lui

un pomeriggio diverso

dal solito.

L’accoglienza è stata

molto amichevole e

abbiamo avuto modo di

conoscerlo parlando con

lui degli argomenti più

svariati ma tutti di

grande entità; Luka ci

ha parlato della sua

esperienza particolare di

fede, ovvero quella di una persona che viveva la sua vita

senza che l’essere cristiano lo toccasse minimamente.

Giorno dopo giorno, attraverso un grande impegno, è

riuscito a riavvicinarsi al Signore, scegliendo poi di

seguirlo e dedicare tutta la sua vita a Lui.

Dopo questa grande testimonianza di fede abbiamo capito

che non è mai troppo tardi per aprire la porta a Cristo che

spesso lasciamo fuori a bussare tanto tempo. A seguire

abbiamo vissuto un forte momento di Adorazione

Eucaristica terminato poi con la recita dei Vespri cantati. E

per finire la serata tutti in pizzeria...don Luka compreso! Il

giorno seguente, ovviamente dopo aver detto lodi in riva al

mare, abbiamo vagato per Marina di Massa a bordo di quei

trabiccoli che sembrano bici a quattro ruote rischiando la

vita innumerevoli volte. Il pomeriggio, dopo una

validissima pennichella, lo abbiamo trascorso in spiaggia a

prendere il sole e

a fare il bagno in

un’acqua che dire

che era gelida è

dir poco... però

noi baldi

giovani…!!!

Abbiamo anche

giocato un po’ a

rugby, ma la

partita è

praticamente terminata quando il Barbie tentando di

placcare il sottoscritto si è schiantato contro gli scogli ma

niente di che… Purtroppo siamo giunti all’ultimo giorno di

questa bell’avventura e da buoni turisti abbiamo pensato di

trascorrerlo alle cave di marmo di Carrara, dove siamo

rimasti ammaliati da tanta grandezza, ma anche da tanto

peso (pensate che 1 m³ di marmo pesa 1.2 t). Abbiamo poi

fatto il grosso errore di metterci in viaggio, così siamo

incappati in un traffico atomico che ci ha permesso di

metterci il doppio del tempo…mò lasia fare là.

Noi ragazzi (Barbie, Bezzo, Devo, Fabio, Luca e Nelli) che

abbiamo partecipato all’uscita dobbiamo ringraziare i

nostri fantastici educatori che ci hanno permesso di vivere

questa bellissima esperienza, perciò un GRAZIE DI

CUORE a coloro che ci hanno dato la possibilità di vivere

alcuni giorni al mare con quel qualcosa in più ... Gesù

Cristo, che abbiamo potuto incontrare attraverso la

preghiera e in modo ancora più forte in Luka che ha

lasciato tutto per seguirlo senza vergognarsene, cosa che a

noi purtroppo accade spesso.

Nelly

Rebus (9-3-6-2-3)

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QUINTO, SESTO E SETTIMO CAPITOLO DEGLI ATTI

Il quinto capitolo degli Atti inizia con Ananìa e sua moglie Saffìra che vendono un podere, ma anziché dar l’intero ricavato agli Apostoli come avevano promesso, decidono segretamente di tenersene una parte. Pietro sa la verità, e dopo averli rimproverati per aver mentito, non tanto agli uomini, quanto a Dio, i due muoiono ai suoi piedi. Crediamo che la causa della loro morte sia il puro egoismo, dettato dalla menzogna. Pietro stesso disse loro: <<Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione?>>; perciò che motivo avevano per mentire? Avrebbero potuto dirlo chiaramente, non erano obbligati a donare tutto. Invece hanno preferito “farsi belli e buoni” davanti alla gente nascondendo la verità. Sì ma, a chi? Non certo a Dio, perché <<il Padre tuo vede nel segreto>> [Mt 6,4]. Il problema è che l’ipocrisia è uno dei mali che colpisce sempre di più anche la nostra società, perché l’importante oggi è apparire non tanto essere. A questo proposito, tornano alla mente altre parole di Gesù quando, rivolgendosi ai discepoli li esorta a non cercare la gloria degli uomini ma quella di Dio: <<Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.>> [Mt 6,1]. Gli Apostoli vengono poi arrestati e liberati la stessa notte da un angelo del Signore. Ritrovati nel tempio a insegnare vengono riportati davanti al sinedrio. Le parole di Pietro in risposta alle incriminazioni del sommo sacerdote suscitano in un fariseo stimato da tutto il popolo, qualcosa di divino tanto che ammonisce gli accusatori di non condannarli a morte per non rischiare di <<trovarsi a combattere contro Dio>>, così vengono rimessi in libertà. Il numero di discepoli aumentava ogni giorno e per non trascurare l’insegnamento della Parola di Dio, il servizio di distribuzione delle mense veniva messo sempre più in secondo piano. Allora i dodici decidono di far eleggere dalla gente <<sette uomini di buona reputazione pieni di Spirito e di saggezza>> ai quali affidare questo compito. Tra i prescelti compare Stefano, il primo martire della Chiesa Cristiana. Quali avvenimenti possono essere visti parallelamente e quali vissuti e/o compiuti da Gesù? Il popolo lo trascina al sinedrio accusandolo di bestemmie contro Dio presentando falsi testimoni <<Tutti coloro che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui videro il suo volto come quello di un angelo>>; similmente al volto di Gesù trasfigurato, anche i membri del sinedrio assistono alla trasfigurazione di Stefano che vede la gloria di Dio. A differenza di Gesù, Stefano fa un lungo discorso al processo pur non dicendo niente per difendersi; riassume la storia d’Israele tratta dal libro della Genesi affiancando alla figura di Mosè quella di Cristo, entrambi salvatori del popolo ebraico. Stefano viene lapidato ferocemente e tra i

persecutori compare un giovane chiamato Saulo nientemeno che il futuro San Paolo. E’ proprio ora, negli ultimi istanti di Stefano, che si può notare come la Passione sia simile a quella di Gesù: <<E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: “Signore Gesù accogli il mio spirito”. Poi piegò le ginocchia e gridò forte: “Signore, non imputar loro questo peccato”. Detto questo, morì>>.

Michela, Francesco, Serena

DISTRUTTORI DI FAMIGLIE TRADIZIONALI

In questi giorni si sente parlare spesso di “PACS”, le

unioni di fatto tra coppie omosessuali. Per affrontare

questo problema abbiamo cercato sull’enciclopedia la

definizione di famiglia trovando scritto: speciale

rapporto per cui una persona è legata a un'altra da

vincoli di paternità, maternità, filiazione, vincolo

matrimoniale, parentela naturale e civile e affinità.

Com’è quindi possibile che le coppie omosessuali

possano essere considerate come una vera famiglia?

Sinceramente non riusciamo a capire: nella famiglia i

genitori (un padre e una madre), dovrebbero essere

fondamentali per trasmettere ai figli i giusti valori. Da

queste parole si riesce a capire che per noi le coppie

omosessuali non devono avere tutti i diritti che

richiedono. Con i Pacs, si cercano di distruggere le

radici occidentali, cristiane e cattoliche per cercare una

cultura che non ci appartiene. Speriamo di non assistere

all’ennesimo patetico sciopero della fame come quelli

fatti a favore del divorzio e dell’aborto. Una volta

ottenuti i matrimoni omosessuali, il passo successivo

sarà sicuramente quello di permettere alle “nuove”

coppie le adozioni, e noi non vogliamo che dei poveri

bambini vengano traviati fin da piccoli trovandosi a

vivere con due papà o due mamme. Cosa direbbero

quando a scuola la maestra chiede che lavoro fanno la

loro mamma e il loro papà? Se ti succedesse qualcosa e

i tuoi figli fossero adottati da una coppia omosessuale

come ti sentiresti? Cosa ti dice la coscienza? Noi

crediamo nella famiglia formata da una mamma e un

papà, così come Dio ha voluto. Si da il caso che

qualcuno di molto importante abbia detto che l’uomo e

la donna sono fatti a immagine e somiglianza di Dio,

non l’uomo e l’uomo e neanche la donna e la donna.

Approvare i Pacs sarebbe come remare contro quelli

che sono i cardini della vita umana, non solo del

cristianesimo. I Pacs sono un’aberrazione, una struttura

che mira a distruggere la famiglia tradizionale. Se tu

crei il Pacs e quindi attacchi la famiglia rinvigorisci

quel processo già in atto di distruzione della società.

L. & L.