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Sistema Elettrico, Sistema Elettrico, Interconnessioni ed Industria Interconnessioni ed Industria Elettromeccanica Nazionale” Elettromeccanica Nazionale” Alessandro Clerici Alessandro Clerici Federazione Anie Coordinatore del GdL “Sviluppo infrastrutture elettriche e tecnologie” di Confindustria TERRITORIO INFRASTRUTTURE SVILUPPO 30 31 30 31 [1] [1] 2006 2006 MILANO MILANO

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Page 1: Sistema Elettrico, Interconnessioni ed Industria Elettromeccanica Nazionale Alessandro Clerici Federazione Anie Coordinatore del GdL Sviluppo infrastrutture

““Sistema Elettrico, Interconnessioni ed Sistema Elettrico, Interconnessioni ed Industria Elettromeccanica Nazionale”Industria Elettromeccanica Nazionale”

Alessandro Clerici Alessandro Clerici Federazione Anie

Coordinatore del GdL “Sviluppo infrastrutture elettriche e tecnologie” di Confindustria

TERRITORIO INFRASTRUTTURE SVILUPPO

30 31 30 31 [1][1] 20062006

MILANOMILANO

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• Il Sistema Elettrico ItalianoIl Sistema Elettrico Italiano

Il sistema elettrico italiano è il quarto in Europa e sistema elettrico italiano è il quarto in Europa e costituisce un costituisce un sistema a retesistema a rete che si è sviluppato a partire che si è sviluppato a partire dalla fine dell’Ottocento con una notevole espansione dalla fine dell’Ottocento con una notevole espansione dagli anni Sessanta testimoni del passaggio dal dagli anni Sessanta testimoni del passaggio dal carbone carbone biancobianco (idroelettrico che era stato alla base dello (idroelettrico che era stato alla base dello sviluppo italiano) all’sviluppo italiano) all’oro nerooro nero (centrali a petrolio). A (centrali a petrolio). A partire dagli anni Sessanta si è assistito alla nascita del partire dagli anni Sessanta si è assistito alla nascita del sistema di trasmissione a 380kV ed all’espansione sistema di trasmissione a 380kV ed all’espansione progressiva delle interconnessioni con l’estero.progressiva delle interconnessioni con l’estero.

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IL SISTEMA ELETTRICO ITALIANO: IL SISTEMA ELETTRICO ITALIANO:

STATO ATTUALESTATO ATTUALE

Le aziende associate ANIE hanno contribuito alla realizzazione delle infrastrutture del sistema energetico del paese per oltre il 95%.

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1.1. GenerazioneGenerazione

Nel settore della produzione di energia elettrica l’Italia ha a disposizione una potenza installata nettapotenza installata netta pari a oltre 80.000 MW.000 MW (dei quali circa 42.000 MW di ENEL), così suddivisa:

– Termoelettrica tradizionale: 74%

– Idroelettrica: 23%

– Altre: 3%

Il picco di carico è pari a circa 55.000 MW Il picco di carico è pari a circa 55.000 MW

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Per quanto riguarda l’energia immessa in rete (~ 330 TWh) si può notare come:

– circa i 2/3 provenga da combustibili fossili

– circa 1/6 provenga da idroelettrico

– circa 1/6 provenga da importazioni

– le altre fonti sono del tutto trascurabili

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Produzione di elettricità per fonte

• Anno 2004 (a parte il 15% di importazione)

15,1

14,9

49,6

13,72,5 0,1 1,8 0,6 1,7

carbone olio combustibile gas naturaleidroelettrico biomasse eolicogeotermico solare e fotovoltaico pompaggi

Fonte: AEEG

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Tale mix risulta nettamente diverso da quello degli altri Paesi europei, dove carbone e/o nucleare giocano un ruolo rilevante, ed è la causa principale dell’alto costo è la causa principale dell’alto costo dell’energia elettrica in Italia e della sua volatilità dell’energia elettrica in Italia e della sua volatilità legata ai prezzi del petrolio ed all’andamento del legata ai prezzi del petrolio ed all’andamento del dollaro.dollaro.

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L’INFLUENZA DEL COSTO DEL GAS SUL kWh

Full cost di nuovi entranti con cicli combinati (6000 ore/anno). Prezzo del gas segue quello del petrolio: siamo oltre i 250€/1000m3

0

10

20

30

40

50

60

70

80 190 300

Prezzo Gas €/1000m3

€/M

Wh

Quota investimento

O&M

Costo gas

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2.2. Rete di Trasmissione Nazionale (RTN)Rete di Trasmissione Nazionale (RTN)

Esistono attualmente 13 proprietari tra i quali TERNA risulta il dominante con una quota pari a circa il 95%.

I principali impianti di trasmissione in alta tensione (380, 220, 150-130 kV) attualmente facenti parte in Italia della rete di trasmissione nazionale sono (dati GRTN):

Elettrodotti

380 kV220 kV< 220 kV 220 kV corrente continua440 kV corrente continua Italia - Grecia

Terne (km)

~ 9.900~ 11.700~ 21.700 ~ 860~ 200

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A causa anche dei vincoli ambientali, il sistema di il sistema di trasmissione in questi anni è diventato, o sta trasmissione in questi anni è diventato, o sta diventando, il vero "collo di bottiglia" per uno diventando, il vero "collo di bottiglia" per uno sviluppo organico del mercatosviluppo organico del mercato; il concetto di "monopolio naturale""monopolio naturale", che ha come base il sano concetto di non duplicare le reti, se inteso in senso restrittivo è tale da non lasciare accesso ad investimenti privati nella trasmissione ed ha posto e può porre limitazioni allo sviluppo del libero mercato tra differenti aree.

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Di particolare rilevanza è il ridottissimo sviluppo di ridottissimo sviluppo di linee di trasmissione a 380 kVlinee di trasmissione a 380 kV, legato soprattutto alle opposizioni ambientali locali per le quali occorre definire una procedura efficiente. Tale sviluppo, dal ’75 al 2003, come da dati GRTN, risulta inferiore in percento alla metà della media europea.

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Investimenti TERNA in Italia in M€ correnti

0

50

100

150

200

250

300

350

400

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005ext.

Anni

M€

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SVILUPPO PICCO DI POTENZA PREVISTO DA GRTN

2004 53.600

2009 62.000 / 64.000 MW

2014 70.000 / 7.500 MW

Centrali autorizzate ~ 20.000 MW

Centrali entrate in Servizio ~ 5.000 MW

Centrali con cantieri in corso ~7.500 MW

Centrali con cantieri non avviati ~7.500 MW

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Considerando i circa 20.000 MW di centrali20.000 MW di centrali (autorizzateautorizzate con cantieri aperti e autorizzate ma con cantieri non ancora avviati) e la loro dislocazione geografica, è essenziale un sostanziale potenziamento un sostanziale potenziamento della rete nazionaledella rete nazionale; particolarmente critica è la situazione in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Campania e Calabria.

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Senza un effettivo sviluppo delle infrastrutture di rete risultano compromessi i ritorni degli investimenti nel settore della generazione, investimenti che aumenterebbero l’efficienza globale del parco di generazione italiano, rendendolo quindi più competitivo; la quasi totalità dei nuovi impianti sono infatti a ciclo combinato con rendimenti del 56 – 57%.

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Occorre implementare celermente il rafforzamento del sistema di trasmissione in territorio italiano previsto per permettere una riduzione delle congestioni, un’adeguata

sicurezza e continuità della fornitura ed un aumento dell’efficienza e dell’economicità del servizio.

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Considerando le soluzioni tecnologiche disponibili ad oggi (cavi a 380 kV) con ridotto impatto ambientale, un loro

inserimento anche parziale, come già considerato dal GRTN nella linea Turbigo – Rho, potrebbe consentire una drastica riduzione dei tempi di realizzazione degli impianti, tempi

che hanno un costo e che vanno tenuti in conto in un’ottimizzazione globale del sistema.

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Ci si augura che il nuovo decreto del MAP sulle “merchant lines” consenta agli operatori di definire la redditività degli investimenti relativi ai vari progetti e quindi la loro realizzazione in un quadro normativo accettabile per tutti rendendo una realtà le aspettative anche dell’industria elettromeccanica nazionale che versa in uno stato di crisi.

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La realizzazione degli investimenti sopra citati nel settore trasmissione darebbero una positiva ricaduta sulle aziende italiane che forniscono componenti/sistemi ed impianti nel settore trasmissione dell’energia.

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Tale settore richiede inoltre una chiara applicazione di regole trasparenti, regole che, in aggiunta ad una garanzia della qualità del prodotto lungo tutta la sua vita, assicurino il rispetto della sicurezza per il personale e di emissioni/salvaguardia dell’ambiente per quanto riguarda i siti produttivi.

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In assenza di tali regole un’industria basata in Italia risulterebbe penalizzata e si assisterebbe alla scomparsa di un settore industriale che tanto ha contribuito allo sviluppo del sistema energetico nazionale e del paese.

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La Federazione Anie, aderente a Confindustria, rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche che operano in Italia. Si compone di 12 associazioni12 associazioni con 810 imprese810 imprese associate per un totale di 135.000135.000 addetti addetti ed un fatturato di 53 mld fatturato di 53 mld di €; l’export export ammonta al 48%.48%.

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All’interno di Federazione Anie vi è l’Area EnergiaArea Energia, organizzata su 4 Associazioni4 Associazioni, che raggruppa i costruttori di componenti, apparecchiature e sistemi per le infrastrutture energetiche destinate alle utilities, all’industria e al terziario, dalla generazione alla trasmissione, alla distribuzione di energia, per un totale di 260 aziende,260 aziende, 25.000 addetti25.000 addetti e 6,6 mld € di 6,6 mld € di fatturato.fatturato.

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L’industria elettromeccanica italiana, legata all’energia elettrica, ha perso dagli inizi degli anni 90 ad oggi più del 50% degli addetti, passando da circa 60.000 addetti del 1990 a meno di 25.000 al momento attuale.

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Il rapporto stato – regioni – comunità locali deve trovare soluzioni che permettano la realizzazione di linee 380 kV che, congiunte agli ingenti investimenti in corso nel campo della generazione, incideranno positivamente sul costo dell’energia elettrica ai consumatori.

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Ricordo come la Commissione Energia di Confindustria, con il suo GdL “Sviluppo infrastrutture elettriche e tecnologie” si era attivata ed è attiva per collaborare con il GRTN (ed ora con TERNA) unitamente alle Associazioni Industriali locali, per cercare di accellerare i tempi di realizzazione di infrastrutture essenziali alla competitività del paese e che hanno a livello locale i principali “blocchi”

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