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www.lavoro.gov.it/Europalavoro - “Prodotti editoriali” La flexicurity come nuovo modello di politica del lavoro Il Fse può avere un ruolo centrale nel welfare europeo FOCUS su Servizi alla persona per l’emersione, l’occupabilità e la qualità dell’offerta di lavoro Assap, programma per l’inserimento lavorativo e la qualificazione professionale nei servizi di cura e assistenza Si sono tenuti il 3 febbraio, a Roma, presso il Cnel, gli Stati generali sul lavoro delle donne in Italia. Intento dell’iniziativa, che è stata un’occasione di confronto tra esperti/e, referenti istituzionali e parti sociali, è stato quello di restituire centralità, nel dibattito economico, sociale e politico, sia all’annosa questione della scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro, sia alle principali problematiche che ostacolano un’adeguata valorizzazione e qualificazione del lavoro delle donne. È stato evidenziato come sia ancora lunga la strada da percorrere per colmare le disparità che caratterizzano la presenza femminile nel mondo del lavoro nel nostro paese. Ulteriori info su: http://www.cnel.it 10 febbraio 2012: il Consiglio dell’Unione europea per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport ha adottato il Rapporto d’implementazione del Quadro strategico per la cooperazione europea nel campo dell’educazione e formazione - ET 2020. Inserito nella strategia Europa 2020, il documento presenta i progressi compiuti dagli Stati membri e le priorità per il biennio 2012-14. Tra queste, gli interventi per ridurre l’abbandono scolastico e acquisire competenze spendibili nel mercato del lavoro. Per contrastare la drammatica disoccupazione giovanile si enfatizza la dimensione pratica dei curricula, ovvero una maggiore diffusione di esperienze sul campo nei percorsi di istruzione e formazione, obiettivo raggiungibile con lo sviluppo di apprendistato, tirocini e mobilità in generale. Ulteriori info su: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/ en/educ/127945.pdf http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/11/st18/st18577-ad01. en11.pdf http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/11/st18/st18577-ad02. en11.pdf http://ec.europa.eu/education/lifelong-learning-policy/progress- reports_en.htm Presentato a Roma il 20 febbraio, presso il Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale della Sapienza - Università di Roma, il manuale Comunicare l’immigrazione. Guida pratica per gli operatori dell’informazione. Nato per veicolare storie esemplari con protagonisti cittadini immigrati, il manuale è realizzato nell’ambito di Co-in, comunicare l’immigrazione, iniziativa della Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali finanziata dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi. Il progetto punta a migliorare l’approccio dei media al fenomeno migratorio, sensibilizzando i giornalisti verso un’informazione completa, obiettiva e positiva. Info su: http://www.integrazionemigranti.gov.it/Pagine/default.aspx Il 24 febbraio l’Ente nazionale per il microcredito ha organizzato a Roma, con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, il workshop Microfinanza e politiche dell’Unione europea: risorse e opportunità per la microimpresa e l’inclusione sociale. Il ruolo degli enti territoriali e locali. La giornata, occasione di confronto tra operatori della microfinanza e del microcredito, si è focalizzata sui seguenti temi: esporre i principali programmi europei di microcredito e microfinanza; aprire un confronto sulle best practice del territorio; individuare criticità e soluzioni; dibattere la proposta dei Regolamenti dei Fondi strutturali 2014-2020. Info su: http://www. microcreditoitalia.org/index.php?option=com_content&view=article& id=215%3Aseminario-microfinanza-e-politiche-dellunione-europea& catid=8%3Aeventi&Itemid=59&lang=it La Commissione europea, in cooperazione con Apre, agenzia per la promozione della ricerca europea, ha organizzato a Roma, il 27 febbraio, la conferenza di lancio della Bioeconomy Strategy, strategia per indirizzare l’economia europea verso un più ampio e sostenibile uso delle risorse rinnovabili. Tre gli aspetti chiave del piano: sviluppo di tecnologie e processi produttivi destinati alla bioeconomia; espansione dei mercati e competitività in questi settori; stimolo della collaborazione tra responsabili politici e parti interessate. Info su: http://ec.europa.eu/italia/attualita/eventi/index_it.htm La necessità di delineare un modello di welfare comunitario, capace di applicare ad altri sistemi le ampie garanzie di quelli scandinavo e continentale, compensando le inefficienze del sistema mediterraneo e la scarsa copertura offerta da quello anglosassone, rimane uno degli obiettivi principali delle Strategie per l’occupazione elaborate dall’Unione europea. Il volume La flexicurity come nuovo modello di politica del lavoro (collana Isfol I libri del Fondo sociale europeo) analizza la possibilità che la flexicurity si affermi come un modello per i mercati del lavoro europei, in grado di unificare i sistemi di intervento in materia di politiche per l’implementazione dell’occupazione e dar vita a un sistema di welfare comunitario. In effetti, la sostenibilità finanziaria dei vari sistemi di welfare è diventata un problema impellente nell’attuale situazione di crisi e recessione economica, quando la capacità di ripresa del tessuto produttivo dei singoli stati Ue viene valutata proprio in base ai rispettivi sistemi di welfare e alla loro capacità di intervento, soprattutto in materia di sostegno al reddito e di formazione/riqualificazione della manodopera costretta ad uscire dal sistema produttivo. In quest’ottica le politiche di flessicurezza assumono un’importanza centrale, sia per gli operatori politici che per quelli economici. La definizione di un modello di flexicurity che si possa configurare come un modello di governance viene richiamato, in maniera più o meno esplicita, anche dalla strategia Europa 2020, quando si afferma che le misure di flexicurity devono essere indirizzate principalmente a combattere la segmentazione del mercato del lavoro, l’inattività, le disuguaglianze di genere e a ridurre la disoccupazione strutturale. La flessicurezza e il Fse Tra gli Orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione, inquadrati nella nuova Strategia per la crescita e l’occupazione Europa 2020, appare di particolare interesse la guideline 7, rivolta ad incrementare la partecipazione femminile e maschile al mercato del lavoro, con un’attenzione specifica alla riduzione della disoccupazione strutturale e alla promozione della qualità del lavoro. Tra gli strumenti di policy indicati per raggiungere tali obiettivi i principi di flessicurezza vengono posti in primo piano. Gli Stati membri sono invitati a fare pieno uso del Fse per introdurre forme contrattuali al tempo stesso flessibili e affidabili, politiche attive del mercato del lavoro, apprendimento permanente efficace, politiche a favore della mobilità dei lavoratori e sistemi di previdenza sociale adeguati, che assicurino transizioni nel mercato del lavoro accompagnate da una definizione chiara dei diritti e delle responsabilità, affinché i disoccupati possano cercare attivamente un impiego. Le misure devono essere indirizzate principalmente a combattere la segmentazione del mercato del lavoro, l’inattività e le disuguaglianze di genere e a ridurre la disoccupazione strutturale. Particolare attenzione è rivolta alla qualità del lavoro attraverso salari più alti e adeguati sistemi di sicurezza sociale. Le politiche di flessicurezza e l’Italia Analizzando lo stato attuale dei quattro pilastri fondamentali della flexicurity, ossia la flessibilità degli accordi contrattuali, gli ammortizzatori sociali, le politiche attive del mercato del lavoro, i servizi pubblici per l’impiego e le attività di formazione, il mercato del lavoro italiano appare caratterizzato da una forte segmentazione, fatto che rappresenta uno dei principali ostacoli all’applicazione di un corretto ed efficiente modello di flessicurezza. A livello nazionale, infatti, ci troviamo di fronte ad un mercato duale, dove a un sistema di tutele estremamente elevato per i lavoratori dipendenti con contratti a tempo indeterminato, si contrappongono gli scarsi livelli di sicurezza dei lavoratori con contratti atipici. In Italia, pertanto, un’attenta analisi del livello di segmentazione del mercato del lavoro e dei principali fattori che la determinano si mostra necessaria per avviare una verifica sulla possibile implementazione di riforme del mercato del lavoro in linea con una reale strategia di flessicurezza. Il pdf del volume è scaricabile dal catalogo Isfol: http://www.isfol.it/ Documentazione/index.scm Sofia Demetrula Rosati – Isfol Sono aumentati del 44% negli ultimi 10 anni i collaboratori domestici (colf e badanti, per lo più stranieri), che lavorano in Italia. Ad essere aumentate sono soprattutto le donne tra i 31 e i 40 anni, delle quali solo un terzo ha un contratto di lavoro regolare. Sono questi alcuni dei dati presentati lo scorso 27 gennaio dal direttore generale del Censis, durante un convegno sul tema dei servizi alla persona promosso dal Ministero del lavoro nell’ambito del programma Assap, Azione di sistema per lo sviluppo di sistemi integrati di servizi alla persona di Italia Lavoro. Oltre 10 milioni di euro per qualificare e inserire in un lavoro regolare colf e badanti Assap promuove politiche attive per l’inserimento lavorativo e la qualificazione professionale nel settore dei servizi di cura e di assistenza. Rilevanti i contributi stanziati, pari a 10 milioni di euro di fondi Fse, messi a disposizione dalla Dg dell’immigrazione e delle politiche dell’integrazione del Ministero del lavoro nell’ambito del Pon Governance e azioni di sistema, per finanziare i voucher che Italia Lavoro dovrà gestire per conto del Ministero, a cui si aggiungono 1 milione e 900.000 euro messi direttamente a disposizione di Italia Lavoro per l’attuazione dell’iniziativa. Per ottimizzare le politiche del welfare, Assap si avvale delle opportunità offerte dal settore dei servizi alla persona, promuovendo lo sviluppo occupazionale, la prevenzione della disoccupazione, il contrasto del lavoro sommerso, l’inserimento sostenibile e l’ampliamento della partecipazione al mercato del lavoro. Il bando Tra le finalità di Assap vi è anche quella di creare, nelle Regioni obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), una rete di servizi sul territorio che favoriscano l’incrocio domanda/offerta nel settore dei servizi alla persona, con meccanismi di emersione dal lavoro nero per colf, badanti, assistenti di famiglia, soggetti qualificati per servizi di assistenza qualificata, rivolti in particolare alle molte persone extracomunitarie. Lo scorso 25 gennaio è stato pubblicato un bando che prevede interventi per la qualificazione e l’inserimento lavorativo di particolari categorie di soggetti, attraverso l’attribuzione di voucher spendibili per usufruire di un mix di servizi di politica attiva e finalizzati alla stipula di un contratto di lavoro. Possono accedere al bando circa 5.000 persone che si devono trovare in una delle seguenti condizioni: persone disoccupate o inoccupate, comunitarie ed extracomunitarie, con esigenze di qualificazione (colf, badanti, assistenti familiari); oppure persone, anche occupate, impegnate in percorsi di specializzazione verso qualifiche più alte di assistenza domiciliare integrativa o socioassistenziale. L’importo unitario standard del voucher è di 2.000 euro per i profili di base, ovvero per chi ha completato un percorso di politica attiva di almeno 64 ore, è assunto con contratto a tempo indeterminato o a termine (minimo 12 mesi) come colf o badante con profilo professionale di base; e di 2.500 euro per i profili qualificati, ovvero chi ha completato un percorso di almeno 80 ore, è assunto con contratto a tempo indeterminato o a termine (minimo 12 mesi) con qualifiche più alte di specializzazione/assistenza domiciliare. Il bando è aperto sino al 30 novembre 2012. Per info: www.italialavoro.it/assap. Camilla Costabile – Italia Lavoro n. 2 - febbraio 2012 In breve

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www.lavoro.gov.it/Europalavoro - “Prodotti editoriali”

La flexicurity come nuovo modellodi politica del lavoroIl Fse può avere un ruolo centrale nel welfare europeo

FOCUS suServizi alla persona per l’emersione,

l’occupabilità e la qualità dell’offerta di lavoroAssap, programma per l’inserimento lavorativo e la qualificazione

professionale nei servizi di cura e assistenza

Si sono tenuti il 3 febbraio, a Roma, presso il Cnel, gli Stati generali

sul lavoro delle donne in Italia. Intento dell’iniziativa, che è stata

un’occasione di confronto tra esperti/e, referenti istituzionali e parti

sociali, è stato quello di restituire centralità, nel dibattito economico,

sociale e politico, sia all’annosa questione della scarsa partecipazione

femminile al mercato del lavoro, sia alle principali problematiche che

ostacolano un’adeguata valorizzazione e qualificazione del lavoro

delle donne. È stato evidenziato come sia ancora lunga la strada da

percorrere per colmare le disparità che caratterizzano la presenza

femminile nel mondo del lavoro nel nostro paese.

Ulteriori info su: http://www.cnel.it

10 febbraio 2012: il Consiglio dell’Unione europea per l’Istruzione,

la cultura, la gioventù e lo sport ha adottato il Rapporto

d’implementazione del Quadro strategico per la cooperazione

europea nel campo dell’educazione e formazione - ET 2020.

Inserito nella strategia Europa 2020, il documento presenta i progressi

compiuti dagli Stati membri e le priorità per il biennio 2012-14. Tra

queste, gli interventi per ridurre l’abbandono scolastico e acquisire

competenze spendibili nel mercato del lavoro. Per contrastare la

drammatica disoccupazione giovanile si enfatizza la dimensione

pratica dei curricula, ovvero una maggiore diffusione di esperienze sul

campo nei percorsi di istruzione e formazione, obiettivo raggiungibile

con lo sviluppo di apprendistato, tirocini e mobilità in generale.

Ulteriori info su:

• http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/

en/educ/127945.pdf

• http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/11/st18/st18577-ad01.

en11.pdf

• http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/11/st18/st18577-ad02.

en11.pdf

• http://ec.europa.eu/education/lifelong-learning-policy/progress-

reports_en.htm

Presentato a Roma il 20 febbraio, presso il Dipartimento di

comunicazione e ricerca sociale della Sapienza - Università di Roma,

il manuale Comunicare l’immigrazione. Guida pratica per gli

operatori dell’informazione. Nato per veicolare storie esemplari

con protagonisti cittadini immigrati, il manuale è realizzato nell’ambito

di Co-in, comunicare l’immigrazione, iniziativa della Direzione generale

dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del

lavoro e delle politiche sociali finanziata dal Fondo europeo per

l’integrazione di cittadini di Paesi terzi. Il progetto punta a migliorare

l’approccio dei media al fenomeno migratorio, sensibilizzando i

giornalisti verso un’informazione completa, obiettiva e positiva.

Info su: http://www.integrazionemigranti.gov.it/Pagine/default.aspx

Il 24 febbraio l’Ente nazionale per il microcredito ha organizzato a

Roma, con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, il

workshop Microfinanza e politiche dell’Unione europea: risorse

e opportunità per la microimpresa e l’inclusione sociale.

Il ruolo degli enti territoriali e locali. La giornata, occasione di

confronto tra operatori della microfinanza e del microcredito, si è

focalizzata sui seguenti temi: esporre i principali programmi europei

di microcredito e microfinanza; aprire un confronto sulle best practice

del territorio; individuare criticità e soluzioni; dibattere la proposta dei

Regolamenti dei Fondi strutturali 2014-2020. Info su: http://www.

microcreditoitalia.org/index.php?option=com_content&view=article&

id=215%3Aseminario-microfinanza-e-politiche-dellunione-europea&

catid=8%3Aeventi&Itemid=59&lang=it

La Commissione europea, in cooperazione con Apre, agenzia per

la promozione della ricerca europea, ha organizzato a Roma, il 27

febbraio, la conferenza di lancio della Bioeconomy Strategy,

strategia per indirizzare l’economia europea verso un più ampio

e sostenibile uso delle risorse rinnovabili. Tre gli aspetti chiave del

piano: sviluppo di tecnologie e processi produttivi destinati alla

bioeconomia; espansione dei mercati e competitività in questi settori;

stimolo della collaborazione tra responsabili politici e parti interessate.

Info su: http://ec.europa.eu/italia/attualita/eventi/index_it.htm

La necessità di delineare un modello di welfare comunitario, capace di applicare ad altri sistemi le ampie garanzie di quelli scandinavo e continentale, compensando le inefficienze del sistema mediterraneo e la scarsa copertura offerta da quello anglosassone, rimane uno degli obiettivi principali delle Strategie per l’occupazione elaborate dall’Unione europea. Il volume La flexicurity come nuovo modello di politica del lavoro (collana Isfol I libri del Fondo sociale europeo) analizza la possibilità che la flexicurity si affermi come un modello per i mercati del lavoro europei, in grado di unificare i sistemi di intervento in materia di politiche per l’implementazione dell’occupazione e dar vita a un sistema di welfare comunitario.In effetti, la sostenibilità finanziaria dei vari sistemi di welfare è diventata un problema impellente nell’attuale situazione di crisi e recessione economica, quando la capacità di ripresa del tessuto produttivo dei singoli stati Ue viene valutata proprio in base ai rispettivi sistemi di welfare e alla loro capacità di intervento, soprattutto in materia di sostegno al reddito e di formazione/riqualificazione della manodopera costretta ad uscire dal sistema produttivo.In quest’ottica le politiche di flessicurezza assumono un’importanza centrale, sia per gli operatori politici che per quelli economici. La definizione di un modello di flexicurity che si possa configurare come un modello di governance viene richiamato, in maniera più o meno esplicita, anche dalla strategia Europa 2020, quando si afferma che le misure di flexicurity devono essere indirizzate principalmente a combattere la segmentazione del mercato del lavoro, l’inattività, le disuguaglianze di genere e a ridurre la disoccupazione strutturale.

La flessicurezza e il FseTra gli Orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione, inquadrati nella nuova Strategia per la crescita e l’occupazione Europa 2020, appare di particolare interesse la guideline 7, rivolta ad incrementare la partecipazione femminile e maschile al mercato del lavoro, con un’attenzione specifica alla riduzione della disoccupazione strutturale e alla promozione della qualità del lavoro.

Tra gli strumenti di policy indicati per raggiungere tali obiettivi i principi di flessicurezza vengono posti in primo piano. Gli Stati membri sono invitati a fare pieno uso del Fse per introdurre forme contrattuali al tempo stesso flessibili e affidabili, politiche attive del mercato del lavoro, apprendimento permanente efficace, politiche a favore della mobilità dei lavoratori e sistemi di previdenza sociale adeguati, che assicurino transizioni nel mercato del lavoro accompagnate da una definizione chiara dei diritti e delle responsabilità, affinché i disoccupati possano cercare attivamente un impiego.Le misure devono essere indirizzate principalmente a combattere la segmentazione del mercato del lavoro, l’inattività e le disuguaglianze di genere e a ridurre la disoccupazione strutturale. Particolare attenzione è rivolta alla qualità del lavoro attraverso salari più alti e adeguati sistemi di sicurezza sociale.

Le politiche di flessicurezza e l’ItaliaAnalizzando lo stato attuale dei quattro pilastri fondamentali della flexicurity, ossia la flessibilità degli accordi contrattuali, gli ammortizzatori sociali, le politiche attive del mercato del lavoro, i servizi pubblici per l’impiego e le attività di formazione, il mercato del lavoro italiano appare caratterizzato da una forte segmentazione, fatto che rappresenta uno dei principali ostacoli all’applicazione di un corretto ed efficiente modello di flessicurezza.A livello nazionale, infatti, ci troviamo di fronte ad un mercato duale, dove a un sistema di tutele estremamente elevato per i lavoratori dipendenti con contratti a tempo indeterminato, si contrappongono gli scarsi livelli di sicurezza dei lavoratori con contratti atipici. In Italia, pertanto, un’attenta analisi del livello di segmentazione del mercato del lavoro e dei principali fattori che la determinano si mostra necessaria per avviare una verifica sulla possibile implementazione di riforme del mercato del lavoro in linea con una reale strategia di flessicurezza. Il pdf del volume è scaricabile dal catalogo Isfol: http://www.isfol.it/Documentazione/index.scm

Sofia Demetrula Rosati – Isfol

Sono aumentati del 44% negli ultimi 10 anni i collaboratori domestici (colf e badanti, per lo più stranieri), che lavorano in Italia. Ad essere aumentate sono soprattutto le donne tra i 31 e i 40 anni, delle quali solo un terzo ha un contratto di lavoro regolare. Sono questi alcuni dei dati presentati lo scorso 27 gennaio dal direttore generale del Censis, durante un convegno sul tema dei servizi alla persona promosso dal Ministero del lavoro nell’ambito del programma Assap, Azione di sistema per lo sviluppo di sistemi integrati di servizi alla persona di Italia Lavoro.

Oltre 10 milioni di euro per qualificare e inserire in un lavoro regolare colf e badantiAssap promuove politiche attive per l’inserimento lavorativo e la qualificazione professionale nel settore dei servizi di cura e di assistenza. Rilevanti i contributi stanziati, pari a 10 milioni di euro di fondi Fse, messi a disposizione dalla Dg dell’immigrazione e delle politiche dell’integrazione del Ministero del lavoro nell’ambito del Pon Governance e azioni di sistema, per finanziare i voucher che Italia Lavoro dovrà gestire per conto del Ministero, a cui si aggiungono 1 milione e 900.000 euro messi direttamente a

disposizione di Italia Lavoro per l’attuazione dell’iniziativa.Per ottimizzare le politiche del welfare, Assap si avvale delle opportunità offerte dal settore dei servizi alla persona, promuovendo lo sviluppo occupazionale, la prevenzione della disoccupazione, il contrasto del lavoro sommerso, l’inserimento sostenibile e l’ampliamento della partecipazione al mercato del lavoro.

Il bandoTra le finalità di Assap vi è anche quella di creare, nelle Regioni obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), una rete di servizi sul territorio che favoriscano l’incrocio domanda/offerta nel settore dei servizi alla persona, con meccanismi di emersione dal lavoro nero per colf, badanti, assistenti di famiglia, soggetti qualificati per servizi di assistenza qualificata, rivolti in particolare alle molte persone extracomunitarie. Lo scorso 25 gennaio è stato pubblicato un bando che prevede interventi per la qualificazione e l’inserimento lavorativo di particolari categorie di soggetti, attraverso l’attribuzione di voucher spendibili per usufruire di un mix di servizi di politica attiva e

finalizzati alla stipula di un contratto di lavoro.Possono accedere al bando circa 5.000 persone che si devono trovare in una delle seguenti condizioni: persone disoccupate o inoccupate, comunitarie ed extracomunitarie, con esigenze di qualificazione (colf, badanti, assistenti familiari); oppure persone, anche occupate, impegnate in percorsi di specializzazione verso qualifiche più alte di assistenza domiciliare integrativa o socioassistenziale.L’importo unitario standard del voucher è di 2.000 euro per i profili di base, ovvero per chi ha completato un percorso di politica attiva di almeno 64 ore, è assunto con contratto a tempo indeterminato o a termine (minimo 12 mesi) come colf o badante con profilo professionale di base; e di 2.500 euro per i profili qualificati, ovvero chi ha completato un percorso di almeno 80 ore, è assunto con contratto a tempo indeterminato o a termine (minimo 12 mesi) con qualifiche più alte di specializzazione/assistenza domiciliare.Il bando è aperto sino al 30 novembre 2012. Per info: www.italialavoro.it/assap.

Camilla Costabile – Italia Lavoro

n. 2 - febbraio 2012

In breve

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La seconda visita di studio della rete transnazionale Net@Work si è svolta a Bratislava il 24 e 25 no-vembre 2011. Organizzato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali slovacco in collaborazione con l’Isfol e il Ministero del lavoro italiano, l’incontro è stato un’occasione di approfondimento e condi-visione di esperienze tra i paesi partecipanti (Italia, Bulgaria, Finlandia, Lituania, Slovacchia, Repub-blica Ceca) sui temi dei servizi per l’impiego, delle politiche attive del lavoro e delle metodologie per la loro valutazione. Su quest’ultimo argomento Mike Daly, responsabile per la valutazione del Depart-ment of work and pensions (Dwp) ha presentato l’esperienza del Regno Unito.

La valutazione delle politiche pubbliche nel Regno UnitoIl rilievo che questo paese dà alla valutazione delle politiche pubbliche è culminato nella recente pub-blicazione di un manuale per la valutazione, il cosid-detto Magenta Book (http://www.hm-treasury.gov.uk/data_magentabook_index.htm), che contiene le linee guida programmatiche (perché si valuta) e metodologiche (come si valuta) indirizzate a policy maker ed esperti. Il ruolo del Dwp è stato fonda-

mentale, vista la sua lunga e consolidata esperien-za nella valutazione delle politiche del lavoro, ca-ratterizzata da un approccio unitario e strutturato, i cui elementi cardine includono: l’integrazione della valutazione nel processo di realizzazione delle po-litiche del lavoro sin dal principio; la pianificazione di cicli annuali di valutazione; l’utilizzo di metodo-logie aggiornate (facendo uso, ove possibile, de-gli strumenti di analisi controfattuale); la massima diffusione dei risultati delle valutazioni, mediante la pubblicazione di tutti i rapporti sul sito internet del Dwp, per stimolare il dibattito.L’esperienza inglese insegna che tener conto delle esigenze di valutazione sin dalla pianificazione di un intervento di policy ha effetti sulle modalità stesse della sua realizzazione, a partire dalla predisposizio-ne della raccolta dei dati necessari ad effettuarne la valutazione, fino alla definizione precisa del timing e della copertura territoriale. È il caso, ad esem-pio, del Flexible New Deal, programma di politiche attive del lavoro realizzato dal precedente governo laburista: per poterne consentire una valutazione di impatto in termini differenziali (tra soggetti parteci-panti e non partecipanti), il programma non è stato attuato simultaneamente sull’intero territorio nazio-

nale, ma in due fasi distinte (nel 2009 e nel 2010). Applicare questi accorgimenti e utilizzare tecniche di valutazione controfattuali (in grado di stimare l’ef-fetto netto di una politica come differenza tra quan-to si osserva in presenza dell’intervento e quanto si sarebbe osservato in sua assenza), corroborate da indagini qualitative su beneficiari ed erogatori degli interventi, contribuisce a rendere robusti e difficil-mente discutibili i risultati delle valutazioni, al punto che la cancellazione di programmi considerati validi nell’opinione comune, ma il cui impatto è valutato non significativo (come nel caso del Job Retention and Rehabilitation Pilot, un programma di suppor-to al reinserimento occupazionale dei lavoratori in malattia) è accettata in virtù della robustezza dei risultati (nel caso specifico, ottenuti attraverso uno studio randomizzato).

Gli indubbi vantaggi del valutare le politiche del lavoro In questi termini è facile apprezzare i benefici di un quadro generalizzato di valutazione delle politiche del lavoro. Sebbene la valutazione di programmi complessi possa essere costosa (nell’ordine dei milioni di euro), ben più costoso (nell’ordine delle

centinaia di milioni di euro) è realizzare e replicare programmi dall’efficacia scarsa o dubbia, spre-cando risorse che potrebbero essere investite in maniera più efficace. Solo una valutazione indi-pendente, autorevole ed integrata con il ciclo delle politiche può sottrarre il destino degli interventi nel mercato del lavoro all’arbitrarietà dei decisori politici e ad interpretazioni superficiali, basate sull’opinio-ne comune o sull’andamento di semplici indicatori descrittivi. A questo proposito, l’esperienza inglese rappresenta senza dubbio un modello utile per il contesto italiano, caratterizzato tuttora da una for-te frammentarietà e una scarsa sistematicità degli interventi di valutazione, sebbene forti progressi si siano registrati nell’ultimo decennio. Lo scambio di esperienze e l’identificazione di buone pratiche in questo ambito rientrano tra gli obiettivi della rete Net@work per il prossimo triennio.Per maggiori informazioni: [email protected]

Federico Lucidi – Isfol

Progetto Vasi Comunicanti: gli strumenti per l’occupazione che non sapevi di avereNel Lazio un modello innovativo di politiche per l’occupazione

Net@work e la valutazione delle politiche pubbliche per il lavoroL’esempio del Department of work and pensions britannico

Chiuso in redazione il 28 maggio 2012FSENews. Newsletter del Fondo sociale europeo 2007-2013

Iscritta al tribunale di Roma con il n. 291/2007 del 2 luglio 2007Direzione e redazione: Ministero del lavoro e delle politiche sociali,

Direzione generale per le politiche attive e passive del lavoro, via Fornovo 8, 00192 Romae-mail: [email protected]

Direttrice responsabile: Paola Paduano Comitato di redazione: Andrea Falcone, Orsola Fornara, Alessandra Pedone, Aurelia Tirelli, Elena Viscusi

Hanno collaborato a questo numero: Camilla Costabile, Federico Lucidi, Sofia Demetrula Rosati, Annamaria Strada. La newsletter è redatta in collaborazione con l’Isfol

Impaginazione: PomilioBlumm srlStampa: La Nuova Stampa di Bruni Emidio, Offida (AP)

European Social Fund. Investing in human capital for growth. Il n. 28 di Social Agenda dedica uno speciale al futuro della politica di coesione e al ruolo del Fse rispetto all’occupazione giovanile, alla cooperazione transnazionale e alle sinergie tra misure europee di breve e lungo periodo. Altri approfondimenti sono dedicati all’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, all’iniziativa Opportunità per i giovani e al coordinamento della previdenza sociale tra Danimarca e Svezia. È disponibile in inglese, francese e tedesco:http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=737&langId=en&pubId=6330&type=1&furtherPubs=no

Il Cedefop descrive i progressi del sistema Ecvet di trasferimento di crediti per l’istruzione e la formazione professionale negli Stati membri, che ha come obiettivi: il trasferimento dei risultati dell’apprendimento entro e tra i sistemi d’istruzione e formazione e tra apprendimento formale, non-formale e informale; l’articolazione tra formazione/educazione e esperienze

di apprendimento, cumulabili per acquisire qualifiche; la cooperazione transnazionale tra autorità, enti di formazione e istruzione, insegnanti; la trasparenza e il riconoscimento di competenze; l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Ecvet riveste oggi un ruolo centrale, ma senza un’adeguata disseminazione rischia di restare indietro rispetto agli altri dispositivi europei. Il working paper è disponibile, in inglese, su: http://www.cedefop.europa.eu/EN/publications/19523.aspx

Eurydice ed Eurostat: tutti i dati sull’istruzione e la formazione in Europa. La pubblicazione Key Data on Education in Europe 2012, realizzata da Eurydice con Eurostat e sviluppata grazie ai dati delle unità nazionali della rete Eurydice e a quelli dell’indagine Ocse Pisa 2009, affronta molti dei principali argomenti della cooperazione europea in ambito di istruzione e formazione (ET 2020), compresa la più ampia strategia per una crescita rapida, sostenibile e inclusiva (EU 2020). Questi gli argomenti cui si riferiscono i 95 indicatori del rapporto: contesto

demografico, strutture educative, partecipazione, risorse, insegnanti e personale dirigente, processi educativi e livelli di qualifica, transizione al lavoro. È in inglese su:http://www.indire.it/lucabas/lkmw_file/eurydice///Key%20Data%20on%20Education%202012%20-%20Final%20Report.pdf

www.agenziagiovani.it. È il portale dell’Agenzia nazionale dei giovani e del programma comunitario Gioventù in azione. L’agenzia, nata per dare attuazione al programma, promuove la cittadinanza europea tra i giovani, la solidarietà e la tolleranza per la coesione sociale, favorisce la conoscenza, la comprensione e l’integrazione culturale tra i giovani di paesi diversi, contribuisce alla qualità dei sistemi a sostegno di attività e organizzazioni per la gioventù, sostiene la cooperazione locale, nazionale ed europea. Il sito è strutturato in 5 sezioni, ciascuna delle quali illustra un’azione del programma e mette a disposizione la documentazione (per la gran parte in inglese) per partecipare alle iniziative.

Vasi Comunicanti è un nome perfetto per un progetto di politica attiva del lavoro che ha come obiettivo l’equilibrio dinamico tra famiglie, imprese e risorse del territorio, come se i valori espressi da ogni persona fossero i vasi comunicanti del principio fisico a cui lo sviluppo del progetto e l’implementazione degli strumenti si ispirano. L’iniziativa, cofinanziata dal Por Fse Lazio 2007-2013, riguarda 24 comuni delle province di Roma e Latina. Diversi avvisi pubblici, tra il 2011 e il 2012, mirati all’ingresso nel mondo del lavoro di soggetti deboli, principalmente donne con difficoltà di conciliazione dei tempi vita-lavoro, hanno offerto la possibilità di formazione a lavoratori e lavoratrici con profili professionali dequalificati. Le azioni (tirocini, formazione continua, servizi per la conciliazione e accompagnamento alla creazione d’impresa) sono state rese sinergiche per rispondere ai bisogni reali di persone e aziende.

Il progetto in sintesiTre le parole chiave del progetto: occupabilità, flessibilità, professionalità. In, Stay, Add i termini che ne sintetizzano gli obiettivi: nuovi ingressi sul mercato del lavoro, con orientamento e tirocini formativi; formazione continua per il mantenimento dei livelli occupazionali; creazione d’impresa. Tre le

tipologie di beneficiari: disoccupate e inoccupate (48 i tirocini attivi); occupati con competenze obsolete o da potenziare (113 i soggetti formati); aspiranti imprenditrici (15 i progetti in fase di finanziamento). Tre, infine, gli strumenti di finanziamento: voucher di formazione; voucher di servizio per la conciliazione; contributi a fondo perduto e servizi individuali di mentoring, supporto allo start-up, consulenza on-line. Il progetto ha peramesso, ad ogni beneficiario, di diventare autonomo e responsabile, sviluppando un patto con le istituzioni con impegni e opportunità per entrambi. Le amministrazioni locali, insieme alle aziende ospitanti i tirocini, agli enti accreditati per la formazione e alle strutture che erogano servizi di conciliazione, risultano le beneficiarie di un processo che ha creato valore aggiunto per il territorio e sviluppato rapporti virtuosi tra amministratori, cittadini e imprenditori. La stretta collaborazione tra l’amministrazione e chi ha progettato azioni e strumenti ha garantito una definizione di strategie e politiche attive del lavoro in linea con le specificità del territorio, migliorandone l’efficienza.

I primi risultati raggiunti“L’obiettivo – spiega Roberto Martinelli, presidente di Eyes, ente formativo capofila dell’Ats di progetto – è sperimentare e realizzare modelli di flessibilità

organizzativa che, come è evidente anche nelle recenti scelte a livello nazionale, possono essere resi più efficienti se affiancati da servizi per la conciliazione. La novità di Vasi Comunicanti sta nel fatto che le persone da un lato, hanno un’opportunità concreta di misurarsi con le proprie potenzialità, spesso inespresse e, dall’altro, dispongono di strumenti efficaci per raggiungere gli obiettivi. Questo vale per le tirocinanti, che hanno usufruito di 50 ore di pre-formazione e supporto al placement e hanno svolto circa 30.000 ore di attività in azienda; per gli occupati, per cui sono stati attivati 17 corsi ed erogate 1.338 ore di formazione; per le aspiranti imprenditrici, che sono state messe nella migliore condizione per trasformare i sogni imprenditoriali in veri progetti aziendali, grazie anche a 2.160 ore di mentoring individuale.”L’utilizzo trasversale di servizi per la conciliazione (2.800 ore di servizi erogati su 4 aree: minori, anziani, malati, disabili) ha garantito la piena partecipazione delle beneficiarie alle attività e l’integrazione di strumenti di politica attiva del lavoro ha attivato le persone nel cercare, creare e mantenere il lavoro.Il progetto, che terminerà a fine 2012, prevede anche la pubblicazione della ricerca realizzata sul territorio, utile alle amministrazioni per focalizzare l’analisi condotta a partire dalle caratteristiche

socio-economiche e del tessuto imprenditoriale. Dai dati emerge che Vasi Comunicanti, puntando a offrire soluzioni al problema dell’occupazione a partire dalle reali esigenze di un’area, si pone come modello replicabile anche in altri territori. Per informazioni: http://www.progettovasi.it

Annamaria Strada – Ghiga Immagina