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Page 1: SCHEDE: ALIMENTAZIONE e PATOLOGIE · L’osteoporosi è una malattia dovuta alla riduzione e ridotta resistenza della massa ossea e ad alterazioni della sua microarchitettura. La

L’osteoporosi è una malattia dovuta alla riduzione e ridotta resistenza della massa ossea e ad alterazioni della sua microarchitettura. La prevenzione dell’osteoporosi deve iniziare fin da giovanissimi. Infatti, chi al termine dello sviluppo ha raggiunto un elevato picco di massa ossea avrà per tutta la vita un minor rischio di osteoporosi. Ma a qualsiasi età è possibile fare qualcosa per prevenire o, curare se già presente, l’osteoporosi. È il calcio a rendere le ossa resistenti, ed è la vitamina D a permetterne il suo assorbimento dall’intestino e a ridurne l’eliminazione con le urine.. L’attività fisica stimola il deposito di calcio, rafforzando la struttura dell’osso ma anche la massa muscolare che protegge l’osso stesso dagli effetti dei traumi.

Le regole chiave:

1) Assumere la giusta quantità di calcio: il calcio da solo non cura l’osteoporosi, ma gioca un ruolo importante nella prevenzione e nel programma terapeutico.

2) Mantenere buoni livelli di vitamina D con l’esposizione al sole e, nel periodo invernale, con l’eventuale utilizzo di supplementi prescritti dal Medico

3) Fare esercizio fisico camminando almeno 20 minuti al giorno o con esercizi ginnici effettuati a terra.4) Non fumare: il fumo è un nemico dell’osso.5) Se si ha osteoporosi già conclamata: è molto importante prevenire le cadute. Attenti quindi a pavimenti sci-

volosi, ambienti scarsamente illuminati; utilizzare gli ausili adeguati per rendere sicuri la stazione eretta ed il cammino.

Assunzione giornaliera di calcio raccomandata:

Età (anni) Calcio (mg) Calcio (mg)bambini 1-6 800

7-10 100011-14 1200

donne 18-29 1000 uomini 100030-49 800 100050-59 1000-1500* 800>60 1000-1500* 1000

gravidanza 1200allattamento 1200

*Nelle donne in età post-menopausale si consiglia un apporto di calcio da 1200 a 1500 mg in assenza di terapia

con estrogeni. Nel caso di terapia con estrogeni, il fabbisogno è di 1000 mg.

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Educazione Nutrizionale

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Educazione Nutrizionale

Nota: i consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e possono richiedere adattamenti da parte del Medico sulla base della situazione clinica individuale

Autore: Dott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista clinico pag. 1 di 3

Avvertenza: I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e hanno scopo educativo, ma possono richiedere adattamenti sulla base della situazione clinica individuale. Prima di procedere a cambiamenti di dieta è bene rivolgersi al proprio medico curante.

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L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita, sono indirettamente, gli indicatori di un buon stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell’allattamento. Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono infl uenzare la quantità e la qualità del latte materno. L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravoso della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino. Le richieste caloriche per una donna durante l’allattamento, sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quan-tità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. I fabbisogni supplementari in energia della nutrice dipendono dalla quantità di latte prodotto.Tenendo conto di tutti i fattori che incidono, il costo energetico aggiuntivo dell’allattamento è valutato fra le 450 e le 560 calorie al giorno, fi no al sesto mese. Le indicazioni per eventuali aumenti calorici devono tuttavia essere adattati alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza, onde evitare che la nutrice aumenti ulteriormente di peso durante l’allattamento (il surplus energetico richiesto può essere in parte bilan-ciato dall’utilizzazione delle riserve di grasso create durante la gravidanza), cosa particolarmente importante in caso di sovrappeso od obesità della madre.

Anche l’aumentata richiesta di quasi tutti i micronutrienti (vitamine e sali minerali) può essere ricoperta da una dieta ric-ca e variata che può – con i dovuti accorgimenti – essere suffi ciente da sola a far fronte a queste nuove necessità senza necessariamente bisogno di supplementazioni farmacologiche. Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante (vedi scheda Gravidanza), con alcune varianti riguardanti in particolare, nei confronti diuna maggior richiesta di proteine (più 16-17 g/die), di calcio (più 200-400 mg/die), di iodio, zinco, rame, selenio, vita-mina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, oltre che di acqua.

Estremamente importante ricoprire i fabbisogni di calcio in quanto se l’apporto con la dieta non è suffi ciente, l’organi-smo pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea. Il fabbisogno di calcio è di 1200 mg/die.Tenuto conto che il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua e liquidi di circa 600-700 ml al giorno.

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Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone ruraliOrganismo responsabile dell’informazione: Consorzio Tutela Grana PadanoAutorità di gestione designata per l’esecuzione:Regione Veneto - Direzione Piani e Programmi Settore Primario

FEASER

Autore: Prof.ssa Francesca Pasqui, Corso di Laurea in Dietistica, Università di BolognaDott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista clinico

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Nota: i consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e possono richiedere adattamenti da parte del Medico sulla base della situazione clinica individuale

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Come incrementare l’apporto di Calcio

LATTE E DERIVATI• Assumere almeno una tazza al giorno di latte o un vasetto di yogurt • Consumare due o tre porzioni alla settimana di formaggio come pietanza • Alcune persone sono intolleranti al lattosio e hanno difficoltà a consumare latticini, in quanto hanno una carenza

dell’enzima lattasi , fondamentale per la digestione di questi alimenti. In questi casi si consiglia di consumare latte delattosato, yogurt o formaggi stagionati, tutti alimenti a basso tenore in lattosio.

• Se sei in sovrappeso od hai il colesterolo elevato è possibile ugualmente seguire una dieta ricca in calcio senza eccedere in calorie, grassi saturi e colesterolo assumendo 2 o 3 volte alla settimana 50 g di Grana Padano Dop. Questo apporta ben 600 mg di calcio e 16 gr di proteine ad alto valore biologico ma meno di due terzi delle ca-lorie contenute in una brioche e non più del 20% e del 30% rispettivamente del limite giornaliero di assunzione di colesterolo e grassi saturi.

• Aggiungi quotidianamente a pasta o verdure 2 cucchiaini di Grana Padano Dop grattuggiato al giorno (120 mg di calcio) al posto del sale

CARNE E PESCE• La carne è relativamente povera di calcio, mentre il pesce, pur non essendone particolarmente ricco, ne contie-

ne il doppio ed è quindi da preferirsi. In particolare sono molto ricche di calcio (ma anche di vitamina D) le alici mangiate con la lisca.

LEGUMI• Consumare da due a quattro volte alla settimana soia e legumi che oltre a contenere buone quantità di calcio,

sono una fonte di proteine vegetali (che contribuiscono a ridurre la perdita di calcio con le urine) e contengono sostanze ad azione protettiva sull’osso

VERDURA E FRUTTA• Consumare ortaggi a foglia verde scura (in particolare rucola, radicchio verde, broccoli, rapa, cicoria, biete) che

apportano mediamente circa 70 mg di calcio per 100 g • La frutta non è particolarmente ricca in calcio, tuttavia fragole, frutti di bosco ed agrumi ne contengono una

maggiore quantità rispetto alla media.

ACQUA• Bere acqua con un alto contenuto di calcio (almeno 150-200 mg\litro) ad es. le acque minerali bicarbonato-

calciche ma anche l’acqua del rubinetto che lascia residui calcarei.

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L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita, sono indirettamente, gli indicatori di un buon stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell’allattamento. Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono infl uenzare la quantità e la qualità del latte materno. L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravoso della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino. Le richieste caloriche per una donna durante l’allattamento, sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quan-tità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. I fabbisogni supplementari in energia della nutrice dipendono dalla quantità di latte prodotto.Tenendo conto di tutti i fattori che incidono, il costo energetico aggiuntivo dell’allattamento è valutato fra le 450 e le 560 calorie al giorno, fi no al sesto mese. Le indicazioni per eventuali aumenti calorici devono tuttavia essere adattati alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza, onde evitare che la nutrice aumenti ulteriormente di peso durante l’allattamento (il surplus energetico richiesto può essere in parte bilan-ciato dall’utilizzazione delle riserve di grasso create durante la gravidanza), cosa particolarmente importante in caso di sovrappeso od obesità della madre.

Anche l’aumentata richiesta di quasi tutti i micronutrienti (vitamine e sali minerali) può essere ricoperta da una dieta ric-ca e variata che può – con i dovuti accorgimenti – essere suffi ciente da sola a far fronte a queste nuove necessità senza necessariamente bisogno di supplementazioni farmacologiche. Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante (vedi scheda Gravidanza), con alcune varianti riguardanti in particolare, nei confronti diuna maggior richiesta di proteine (più 16-17 g/die), di calcio (più 200-400 mg/die), di iodio, zinco, rame, selenio, vita-mina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, oltre che di acqua.

Estremamente importante ricoprire i fabbisogni di calcio in quanto se l’apporto con la dieta non è suffi ciente, l’organi-smo pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea. Il fabbisogno di calcio è di 1200 mg/die.Tenuto conto che il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua e liquidi di circa 600-700 ml al giorno.

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Autore: Prof.ssa Francesca Pasqui, Corso di Laurea in Dietistica, Università di BolognaDott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista clinico

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Alimenti da evitare o limitare:

SALE• Un eccessivo consumo di sale favorisce la perdita di calcio con le urine. Si consiglia di ridurre progressivamente

(in modo da abituare il palato senza che il gusto ne soffra) l’aggiunta di sale ai piatti sino ad utilizzarlo nelle quantità minime possibili

ALCOOL• L’alcool interferisce con la buona salute dell’osso attraverso diversi meccanismi. Evitare le bevande alcoliche

o comunque non assumere oltre un bicchiere di vino o una birra piccola od un bicchierino di superalcolico al giorno, a maggior ragione se hai più di 65 anni.

ALIMENTI INTEGRALI• Contrariamente a quanto in precedenza ritenuto, gli alimenti ricchi in fibra non sembrano limitare in modo si-

gnificativo (se non vi sono carenze di vitamina D) le capacità dell’intestino di assorbire il calcio alimentare ed addirittura alcuni tipi di fibra (es. inulina) possono addirittura aumentarne l’assorbimento. Salvo diversa indica-zione del Medico non si ritiene pertanto necessario consigliare la limitazione degli alimenti integrali od arricchiti in fibra che possono avere effetti benefici sulla salute.

Come mantenere buoni livelli di vitamina D

La vitamina D si forma principalmente dall’azione dei raggi del sole sulla pelle, mentre con poche eccezioni è scar-samente presente negli alimenti. Se non riesci ad esporre quotidianamente viso, collo e braccia alla luce solare, non filtrata da vetri e filtri solari, almeno 10-15 minuti al giorno in estate e 20-30 minuti in inverno discuti con il tuo medico l’opportunità di una supplementazione attraverso alimenti fortificati in vitamina D o integratori multivi-taminici contenenti vitamina D. Bisogna sempre seguire i consigli del medico perché la vitamina D presa in dose eccessiva si accumula nell’organismo e può fare male.

Avvertenza: I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e hanno scopo educativo, ma possono richiedere adattamenti sulla base della situazione clinica individuale. Prima di procedere a cambiamenti di dieta è bene rivolgersi al proprio medico curante.

L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita, sono indirettamente, gli indicatori di un buon stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell’allattamento. Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono infl uenzare la quantità e la qualità del latte materno. L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravoso della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino. Le richieste caloriche per una donna durante l’allattamento, sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quan-tità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. I fabbisogni supplementari in energia della nutrice dipendono dalla quantità di latte prodotto.Tenendo conto di tutti i fattori che incidono, il costo energetico aggiuntivo dell’allattamento è valutato fra le 450 e le 560 calorie al giorno, fi no al sesto mese. Le indicazioni per eventuali aumenti calorici devono tuttavia essere adattati alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza, onde evitare che la nutrice aumenti ulteriormente di peso durante l’allattamento (il surplus energetico richiesto può essere in parte bilan-ciato dall’utilizzazione delle riserve di grasso create durante la gravidanza), cosa particolarmente importante in caso di sovrappeso od obesità della madre.

Anche l’aumentata richiesta di quasi tutti i micronutrienti (vitamine e sali minerali) può essere ricoperta da una dieta ric-ca e variata che può – con i dovuti accorgimenti – essere suffi ciente da sola a far fronte a queste nuove necessità senza necessariamente bisogno di supplementazioni farmacologiche. Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante (vedi scheda Gravidanza), con alcune varianti riguardanti in particolare, nei confronti diuna maggior richiesta di proteine (più 16-17 g/die), di calcio (più 200-400 mg/die), di iodio, zinco, rame, selenio, vita-mina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, oltre che di acqua.

Estremamente importante ricoprire i fabbisogni di calcio in quanto se l’apporto con la dieta non è suffi ciente, l’organi-smo pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea. Il fabbisogno di calcio è di 1200 mg/die.Tenuto conto che il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua e liquidi di circa 600-700 ml al giorno.

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