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PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE VAL SUSA Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO - n. 3 (Settembre), anno 2012 Lo Scarpone Valsusino

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PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE VAL SUSA

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO - n. 3 (Settembre), anno 2012

Lo ScarponeValsusino

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AttualitàBa-io (a cura di)Alpini. fratelli nella “naja”, nella vita, nella morte 3Elio GarneroExilles: grande e tranquilla invasione per il 18° raduno sezionale.Protagonista la Protezione Civile A.N.A. 4Luigi PatachinOttantesimo compleanno per il Gruppo di Villar Focchiardo 8Laura GrisaBussoleno: inaugurazione del Monumento all’Alpino 8Giovanni BaroFesta del Piemont al Colle dell’Assietta 9Mauro BiglinoUna grande fanfara illumina la notte di Exilles, mentre il Fortene sogna il ritorno tra le sue mura 10Dario BalboA Claviere i sogni si realizzano. Saluto alpino sulla porta d’Italia 10Giorgio BlaisIl Rocciamelone e gli alpini 10Dario Balbo Raduno ad Oulx dei “Lupi della 34” 11Mauro Biglino2 giugno: alpini, fanfara e una antica Precettoria 12Elio Garnero Il Gruppo di Sant’Antonino ha festeggiato il suo 80° complenno 25

Speciale novantesimoVito AloisioGli alpini in festa a Susa. Festeggiati i novant’anni dalla fondazione della Sezione A.N.A. Val Susa 14Valerio OliveroBreve cronistoria dell’ultimo decennio 17Dario BalboI nostri “veci” 18-19Dario BalboNovant’anni e dà ancora i numeri 20Mario ParisCapel d’alpin (poesia) 20Laura GrisaUna festa con lo sguardo lassù (poesia) 21Mauro BiglinoNovantesimo: riflessioni su un compleanno 22Mario ToniniLa storia degli alpini della Valle di Susa 23Vittoria MacarioFesta 90° alpini Val Susa (diario di una bimba) 24

Protezione CivileRenzo TurcoIl terremoto dell’Emilia e la P.C. A.N.A. Val Susa 26Paolo ParisioMissione compiuta. Bravi ragazzi 27

Dalla SezioneElio Garnero (l’angolo di)Funerali dei nostri alpini. Anche in questa dolorosa circostanza riusciamo ad essere diversi 28Lettere in redazione - Notiziario Sezionale - Oblazioni Pro Scarpone - Oblazioni Fondo Farinacci - Oblazioni pro terremotati dell’Emilia 29Presenze del nostro vessillo in manifestazioni di altre Sezioni 30

Cronaca dai GruppiCondove - Sestriere 31Gravere - Rubiana - Meana 32Novalesa - Oulx 33Foresto 34

Anagrafe alpinaNascite - Anniversari - Matrimoni 34Laurea - Decessi 35

LO SCARPONE VALSUSINO

Pubblicazione trimestraledella Sezione A.N.A. Val Susa

Copertina:Il lungo percorso degli apini della Val Susa (elabora-zione D. Balbo)

Fondatore:Franco Badò

Presidente:Giancarlo Sosello

Direttore responsabile:Claudio Rovere

Comitato di redazione:Dario BalboGiorgio BlaisElio GarneroValerio Olivero

Referente al Centro Studi:Elio Garnero

Realizzazione grafica:Francesco Ballesio

Conduzione tecnica:Valerio Olivero

Referente informatico e contatti con “L’Alpino”:Dario Balbo

Direzione:Susa, via Brunetta, 45Tel. e Fax: 0122/33204

Sito internet:www.anavalsusa.it

E-mail:[email protected]

Fotocomposizione e stampa:Tipolito Melli s.n.c., BorgoneVia Moncenisio, 11Tel. 011/964.63.67 - Fax 011/964.60.88

E-mail:[email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Torinon. 2441 dell’8.10.1974.

Sommario

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Accogli, o Dio onnipotente, le paroleche ci salgono dal cuore. Proteggi ancheoggi il nostro amore per tutti gli alpini eveglia su di loro e fa che si possa sempretrovare la forza per una vita più intensa el’energia per un lavoro più fecondo.

Fa che gli alpini si ricerchino, si incon-trino, si difendano, si amino, si proteg-gano.

E Tu, o Dio, che ci osservi e ci guidicon la tua somma luce, consenti che la

Alpini: fratelli nella “naja”,nella vita, nella morte a cura di Ba-io

Pagina dedicata a tutti gli amici alpini

scintilla nata in noi alpini viva, diventifiamma e non si esaurisca mai e rendiciquesta nostra fratellanza più alta, più pro-fonda.

Liberaci dalle viltà e dagli inganni, af-finché si cresca nella gioia e ci si espanda

nella luce.Fa che ci chiamino e che si possa ri-

spondergli, che ci cerchino e possano tro-varci: oggi, domani, sempre.

Dacci, o Dio, la forza e la capacità disaper soffrire l’uno per l’altro e mostracila via dell’elevazione perché, ancorauniti, nella nostra cordata fraterna, diGruppo in Gruppo, di luogo in luogo, ci sipossa riconoscere in quel che ogni alpinodeve essere nella grande famiglia alpina.

Preghiera alpina

Amare è cantare. E assai spesso l’ecoche ci risponde è più bello del richiamo.Amare ed essere amati sono due ritornellidella stessa canzone, e amare e saperamare due motivi in crescendo del-l’uguale armonia.

Amare è credere. Ogni madre lo cantaa una culla; ogni sposa lo giura all’altare;ogni fratello lo promette a chi soffre.

E bisogna amare gli uomini perché sicercano ancora, amarli perché soffronosempre, amarli perché non si compren-

dono mai. Vedere in ogni uomo un fratello,trovare il dolore in tutti, parlare al cuore diognuno è un dovere di ogni alpino.

Amare è agire. E nella crisi della co-scienza e della ragione che il mondo at-travesa, dobbiamo amare per quelli cheodiano, affermare per quelli che negano,

soffrire per quelli che patiscono, ricor-darsi per quelli che dimenticano parlareper quelli che tacciono, rialzarci per quelliche cadono, cantare per quelli che pian-gono.

Ma agire nel nome, nel segno e nellaluce dell’amore.

Amare vuol dire essere presente in ognimomento, ma saper amare significa saperscegliere parole e gesti in ogni momento,anche per quelli cupi, senza fede e senzasperanza.

Amare

L’incomprensione può divenire una gri-gia atmosfera tra gli alpini, capace dicreare un malessere che con il tempo puòintaccare gli spiriti e persino paralizzarli.

Allora, molti alpini si arrendono sottoil cielo freddo e senza speranza. Certiclimi, ancor oggi, sono deleteri per alcunialpini in cerca di una credibile verità.

Spesso la monotonia accresce l’apatiadel cuore e l’indifferenza di alcuni alpinili porta ad allontanarsi dalla nostra verdefamiglia.

Molti alpini si pongono ogni giorno dei

problemi, senza risolverli mai e si esauri-scono vedendo arrivare, quasi con paura,l’avanzata età in uno squallore desolante.Talvolta, poi, nutrendosi di false voci ealimentandosi di errate illusioni sugliscopi e finalità dell’A.N.A., cullano laloro presenza nei Gruppi o nei raduni trala noia e la rivolta e può darsi, che privi di

qualsiasi entusiasmo, finiscano anche pertradire la propria penna e condannare laverde famiglia. Ebbene, bisogna gridareal soccorso anche se pare, in quel mo-mento, che nessuno si avvicini.

Un giorno qualcuno verrà nel nomedegli alpini o nel segno dell’amore e con-durrà lo spirito bisognoso e momentanea-mente cieco, nuovamente nella grandefamiglia alpina.

Così alpino, conserva sempre la spe-ranza di incontrare un cuore alpino che tirisponda.

Incomprensione

Alpini, fermiamoci un momento:diamo una pausa al nostro crescendoumano e da questo crocicchio spiritualestiamo ad osservare.

Forse riconosceremo nella proiezionedei passaggi, vari alpini, e forse anchequalche frammento di noi stessi. Sono glialpini, gli uomini, di tutte le ore e di tuttele strade.

Ritratti di comparse e di reclute dellacommedia umana.

Piccolo campionario delle nostre debo-

lezze.Così, prima di riprendere il nostro cam-

mino terreno, passiamoli in rassegna. Tal-volta, osservare chi ci circonda è il piùfacile sistema per scoprire chi siamo equesta è sempre una utile sorpresa a qual-siasi ora della giornata.

Spesso poi, notare i difetti degli altrivuol dire correggere i propri. Ed è la mi-gliore iniziazione alla comprensione edalla indulgenza.

Non rincorriamo i ricchi ed i potenti:eviteremo molte delusioni.

Avviciniamoci invece agli umili ed aglioscuri: ci daranno forza.

Testi dell’alpino “andato avanti”Francesco Proietti Ricci

Trovarsi

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Molti alpini ed amici, sonosoliti ritrovarsi al Forte di Exil-les annualmente, attirati sicura-mente dal raduno degli alpinivalsusini, ma sono convinto cheuna parte di loro non apprezza ilvalore storico ed architettonicodi quel Forte, quell’imponenteesempio di architettura fortifi-cata su una rocca a strapiombosulla Dora Riparia. Costruzionealtamente evocativa e testimonedi una storia millenaria aperta alpubblico nel 2000 grazie allacollaborazione tra la RegionePiemonte ed il Museo Nazio-nale della Montagna – CAI To-rino che ne curano la gestione.Il Forte offre oggi un’ampiapossibilità di visita con due aree

museali e due percorsi guidatialla scoperta del monumento.

Quest’anno, gli alpini valsu-sini hanno celebrato il 18° ra-duno sezionale, motivo diincontro per ricordare tutti i Ca-duti della storica ed eroica con-quista del Monte Nero avvenutail 16 giugno 1915 ad opera deibtg. “Exilles” e “Susa”, maanche occasione per incontrarecompagni di naja, amici delGruppo o delle Sezioni vicine.Come consuetudine abbiamoassistito al concerto del sabatosera con grande affluenza dipubblico, con ulteriore successodei musici della Fanfara A.N.A.Val Susa ormai più che affiatatie coesi grazie alla costante

opera del presidente Combettoe del maestro Bellando cheanche il mattino successivo si èesibito con la consueta maestriain quell’assolo che da tanti annicommossi, ascoltiamo ed ap-prezziamo: “Il Silenzio”.

La domenica mattina già alleotto incominciavano a confluiresul piazzale del Forte decine edecine di alpini, amici e fami-liari. Per la verità qualcuno dinoi, i più bravi e disponibilihanno preceduto tutti per prepa-rare e fare in modo che la mac-china organizzativa funzionasseal meglio. Confermo che l’ob-biettivo è stato centrato al me-glio. Ore 9,30, sistemazione delcorteo per sfilare fino in centro

paese, piazza Europa, con lapresenza dei vessilli delle se-zioni di Asti, Casale Monfer-rato, Ivrea, Pinerolo, Saluzzo,Torino e naturalmente Val Susa.I Gruppi della nostra Sezioneerano tutti rappresentati, inoltrehanno partecipato alla nostramanifestazione ben 37 gruppi dialtre Sezioni, di cui 20 della se-zione di Torino. In piazza Eu-ropa, dopo la deposizione dellacorona al monumento ai Caduti,la nostra Protezione Civile di-venta protagonista.

Il Gruppo Nazionale, e diret-tamente le varie Sezioni sonostate insignite della Medagliad’oro al Valore Civile(M.O.V.C.) da parte della Presi-

Exilles: grande e tranquilla invasione per il 18° raduno sezionale Protagonista la Protezione Civile A.N.A.di Elio Garnero

Il presidente Sosello appunta sul vessillo sezionale la medaglia d’oro conferita alla Protezione Civile nazionale dalla Presidenza delConsiglio. A destra: la sfilata per le vie del paese (foto D. Balbo).

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denza del Consiglio dei Ministriper la loro attività a favore deiterremotati dell’Aquila del2009. Dai Gruppi della vallesono partiti 48 volontari, alcunidei quali impegnati in più turnidi lavoro per complessive12.153 ore di lavoro. L’impegnonon si ferma, dal 7 al 14 luglioun altro gruppo si è recato a Fi-nale Emilia per gestire una ten-dopoli di circa 500 personeospitate nel campo sportivo nonpotendo rientrare nelle loro abi-tazioni danneggiate. Nel corsodella cerimonia in piazza Eu-ropa, a cui hanno partecipato leautorità valsusine, oltre alle rap-presentanze francesi degli al-pins e dei chasseurs alpins, dopol’inno Nazionale, la Marsi-gliese, gli Onori ai Caduti ed il“Silenzio”, il presidente Soselloha appuntato la Medaglia d’Oroconferita alla Protezione Civilesul vessillo sezionale. SempreSosello, unitamente al coordina-tore dell’unità sezionale, nonchévice coordinatore del 1° Rag-gruppamento della P.C. A.N.A.,l’alpino Paolo Parisio, ha conse-gnato un attestato di ricono-scenza ai 48 volontari valsusinidistintisi in quell’occasione.Sono seguiti gli interventi delpresidente della Comunità mon-tana Sandro Plano, di AntonioFerrentino in rappresentanzadella provincia di Torino, non-ché sindaco di Sant’Antonino,del colonnello Beraldo, del pre-sidente Sosello e del sindaco diExilles, Michelangelo Castel-lano. Quindi si riformava il cor-teo per raggiungere nuovamenteil piazzale sottostante il forte perla Santa Messa.

Oltre ad altri reduci, da evi-denziare la presenza del mare-sciallo Giuseppe Rosatelli checon i suoi 98 anni non demordeed è sempre presente a questamanifestazione; complimenticaro Rosatelli, tutti noi ci augu-riamo d’incontrarti ancora permolti anni ad Exilles. Alle 13,sotto il tendone, circa 300 alpinicon signore ed amici conclude-vano la giornata con le saporitevivande e l’ottimo vino propo-sto dall’amico Domenico.

Dopo il pranzo alcuni musicihanno rallegrato l’ambiente conil loro repertorio di brani orec-chiabili e ballabili.

Anche quest’anno è andatabene, ma dobbiamo ringraziarequella trentina di alpini volon-tari che il sabato della settimanaprecedente hanno collaboratoper la pulizia del piazzale e din-torni, i musici della fanfara se-zionale ed il capogruppo diExilles, Silvio Mout che con isuoi alpini ogni anno, in silen-zio, si assume l’oneroso impe-gno per i preparativi, ed ognianno, grazie a questo Gruppo,tutto procede ottimamente. Undoveroso “grazie” a te Silvio edai laboriosi alpini di Exilles.

Ottantesimo compleanno per ilGruppo di Villar Focchiardodi Luigi Patachin

Sabato e domenica 2 e 3 giu-gno si sono festeggiati a VillarFocchiardo gli 80 anni di fonda-zione del locale Gruppo A.N.A.

Questa intensa “due giorni al-pina” è iniziata ufficialmente sa-bato alle 15,30 presso il centropolivalente con l’inaugurazionedella Mostra “Gli Alpini in sof-fitta e le Domeniche del Cor-riere”, un’importante rassegnadi oggetti, medaglie, documentistorici raccolti negli anni conpassione e sacrificio dall’alpinoScavarda Paolo di Chivasso.Erano esposte tutte le prime pa-gine originali delle Domenichedel Corriere riguardanti gli al-pini, a partire dal 1899, fino altermine delle pubblicazioni.

La mostra era affiancata dauna ricca esposizione fotogra-fica dei “Lupi dell’Assietta”cioè gli alpini della caserma diOulx, anno 1953, in cui si indi-viduavano anche alcuni villar-focchiardesi.

Alle ore 21,00, concerto dellaCorale “Rocciamelone” direttadal maestro Piero Enduir, che haeseguito canti della tradizionealpina con un intermezzo di pro-iezione di un interessante docu-mentario su “Passato, presente efuturo” del corpo degli alpini.

Ha chiuso la serata un allegro

rinfresco durante il quale sonoproseguite le visite alle mostre.

La domenica mattina, alle ore9,00, è iniziato l’ammassamentocon la registrazione di 23 ga-gliardetti della bassa Valsusa econ la gradita presenza deigruppi d Cigliano e Castelrosso.

Alle 10,00, con la partecipa-zione della Società Filarmonica,è partito il corteo diretto al mo-numento agli alpini “andatiavanti”, opera del 2004 del vil-larfocchiardese Oscar Cavez-zale, anche egli alpino. Presso ilmonumento si è tenuta la ceri-monia dell’Alzabandiera edOnori ai Caduti, mentre una pic-cola delegazione si è recata adeporre fiori al cimitero ed almonumento ai Caduti.

Alle ore 11,00 il parroco donLuigi Crepaldi ha presieduto lasolenne funzione religiosaesprimendo, durante l’omelia,positive considerazioni sul-l’operato degli alpini e sulleloro simpatiche tradizioni.

Al ritorno del corteo al centropolivalente sono intervenuti informa ufficiale per portare illoro apprezzamento e saluto ilsindaco, Emilio Chiaberto, ilpresidente della Sezione ValSusa, Giancarlo Sosello e il ca-pogruppo dell’A.N.A. locale,

Mario Ressiore. Quest’ultimoha voluto ricordare ed onorarele vittime del terremoto in Emi-lia richiedendo un minuto di si-lenzio.

Sono quindi stati premiaticon una pergamena personaliz-zata gli alpini anziani (classi dal1920 al 1932) appartenenti allocale Gruppo.

Hanno presenziato alla gior-nata l’amministrazione comu-nale con il gonfalone, tutte leassociazioni di Villar Foc-chiardo, rappresentanze valsu-sine dell’areonautica e deibersaglieri con i rispettivi labaried il vessillo provinciale deibersaglieri. A tutti questi enti èstata consegnata un’artisticatarga commemorativa in pietra.

Alle due giornate ha parteci-pato con commozione ed affettol’attuale madrina del gagliar-detto, signora Silvia Carnino, fi-glia del primo capogruppoErnesto, moglie del compiantoalpino Bruno Fasti ed anchemadre di alpino.

Un ricco “rancio” al qualehanno partecipato 160 personeha dato il via ai festeggiamenticonviviali con successive musi-che e canti proposti dai “Barbisdu Vilé” che sono proseguitifino a sera inoltrata.

Alzabandiera e onori ai Caduti.

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Il nuovo monumento: un’ardita aquila ad ali spiegate su uno scosceso picco (foto D. Balbo).

Bussoleno:inaugurazione del Monumento all’Alpinodi Laura Grisa

2 giugno: Festa della Repub-blica.

Una data pregnante di alti va-lori che propone a tutti i citta-dini, soprattutto alle nuovegenerazioni, la memoria di unevento molto importante per lastoria del nostro Paese.

E, in questo spirito di passatoe di presente propositivo di unfuturo migliore, si è impostata lacerimonia dell’inaugurazionedel “Monumento all’Alpino”.

Un’opera concretata nella ri-correnza dell’83° anno di fon-dazione di questo Gruppoguidato da Enrico Sacco, con ilpieno consenso del sindacoAnna Allasio e dell’assessoreGian Paolo Richiero, socio delle“penne nere”.

La cerimonia, sotto l’attentaregia dell’alpino Enrico Am-primo, ha avuto inizio con unabreve sfilata delle Autorità e deiconvenuti, con a capo la filar-monica del paese, partita dalla“Piazza del Mulino” per appro-dare sullo spiazzo adiacente alla

cappella di S. Antonio su cui èstato ubicato il nuovo monu-mento e dove si è svolta la ceri-monia ufficiale di inaugurazione.

La benedizione dell’opera -un’ardita aquila ad ali spiegate suuno scosceso picco - è stata ef-fettuata dal parroco don PierLuigi Cordola che ha eviden-ziato, con appropriate espres-sioni di stima, la fattivacollaborazione del Gruppo localeA.N.A. e la sua rilevante pre-senza nel settore della vita so-ciale e culturale della comunità.

Dopo la benedizione, alle suepreghiere è seguita quella tradi-zionale dell’Alpino, resa effica-cemente dall’ex-capogruppoLuigi Belmondo.

Le note della filarmonica sisono diffuse a corollario o a in-troduzione dei momenti più toc-canti della cerimonia.

Dopo questo primo impor-tante passaggio in cui si è effet-tuata anche l’alzabandiera su unalto pennone anch’esso realiz-zato per questa occasione dalle

“penne nere” del paese, - ban-diera dispiegata a mezz’astacome esternazione di vicinanzaalle popolazioni terremotatedell’Emilia - si sono susseguitigli interventi delle autorità.

Il capogruppo, dopo la rievo-cazione della genesi di que-st’opera, voluta in concomitanzacon tre date importanti per gli al-pini locali e nazionali, - 83°compleanno del Gruppo, comegià ricordato, 90° di fondazionedella Sezione A.N.A. Val Susa e140° delle Truppe Alpine - hamotivato la scelta dell’ubica-zione del monumento.

Un luogo privilegiato, perchérichiama l’anima, lo spirito, lafattività e la memoria dei soci.

Infatti, a fianco del monu-mento si erge la cappella dedi-cata a S. Antonio che il Gruppoha fatto oggetto della propria at-tenzione ricostruendone il cam-panile gravemente danneggiatodalla furia del vento. Inoltre, apoca distanza da qui, si trova ilviale della Rimembranza - de-

corato di nuovi cippi da partedel Gruppo - che porta al cimi-tero per l’ultimo saluto agli al-pini “andati avanti”.

E, qui, ancora, passa la viache conduce alla sede, donata alGruppo dalla consorte del com-pianto socio “Luisin” Paglia-rello.

Un sito, quindi, di forte ri-chiamo rievocativo ed emotivoche, afferma il capogruppo,“sarà sempre il punto di par-tenza di ogni nostra manifesta-zione ufficiale” e perciò “comeGruppo ci impegniamo fin d’oraalla manutenzione e all’abbelli-mento di questa area verde”.

In conclusione, i suoi più viviringraziamenti ai numerosi pre-senti, alle autorità, in particolarmodo al col. Luigi Giai in rap-presentanza di tutti gli alpini inarmi e alla ditta Mondani di Gi-rodo e Pognant Gros per il donodella targa affissa ai piedi delmonumento.

L’intervento dell’assessoreGian Paolo Richiero ha sottoli-

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neato l’importanza dei segniesteriori, “perché in un mondoche corre veloce, per rifletteredobbiamo vedere, per agiredobbiamo trovare motivazioni,per fare memoria dobbiamoavere uno spunto”.

Un monumento, quindi, come“messaggio storico ed educa-tivo” di grande rilievo.

Un elogio, il suo, al Gruppoche ha posto in atto un impor-tante segno ”di comunicazionee di intercultura”.

Il Sindaco, con parole sentitee dirette, ha rimarcato il grandecuore degli alpini che hannosempre dato se stessi senza ri-serve, sia in tempo di pace chedi guerra e ha ringraziato i pre-senti e tutti quelli che hanno vo-luto e realizzato quest’opera chearricchisce simbolicamente e ar-tisticamente il volto del paese.

Le parole del presidente dellaSezione, Giancarlo Sosello,hanno posto in rilievo la signi-ficativa concomitanza della rea-lizzazione del monumento conil 90° di fondazione della Se-zione, ricorrenza che verrà fe-steggiata debitamente nei giorni8 e 9 settembre prossimi.

Dopo i cordiali saluti rivoltialle autorità e ai presenti e ungrazie particolare a chi ha forte-mente voluto questo monu-mento per gli alpini di ieri, dioggi e di domani, - “un granderegalo per tutti” - si è inoltratoin una carrellata rievocativa re-lativa ad alcuni alpini del localeGruppo, degni di speciale me-moria.

Una rosa di figure indimenti-cabili.

Il cap. del 1° reggimento al-pino brigata “Mondovì”, Divi-sione “Cuneense”, LinoPonzinibio, insignito della me-daglia d’oro al V. M. di cui sifregia il vessillo della Sezione eil labaro nazionale; il prof. Fran-cesco Bertone, medaglia d’ar-gento al V. M. e grande invalidodi guerra.

E, tra gli alpini bussolenesipiù vicini a noi nel tempo, il col.Franco Badò, già capogruppo

degli alpini del paese per diecianni e per oltre trentacinque,Presidente sezionale; RiccardoChiosso, anch’egli Presidentedella Sezione e capogruppo perventicinque anni delle “pennenere” di Bussoleno.

Il Presidente, uniti a questinomi che vede “idealmentescolpiti” sulla pietra del nuovomonumento, ricorda ancoramons. Rinaldo Trappo, cappel-lano degli alpini “che è stato lanostra memoria vivente, narran-doci quale è stata l’immensa tra-gedia della ritirata di Russia”.

E, inoltre: Girotti, Luigi Pa-gliarello, il dr. Gallo, la famigliaGastone con il padre cav. Otta-vio, tenente di artiglieria alpina,promosso capitano per meriti diguerra a ventidue anni, il dr.Gamba, “Ricu” Bonino, il mag-giore Mauro Sibille e “l’instan-cabile alfiere Gino Rossero,recentemente ‘andato avanti’ ”.

Nomi ricordati come esempida seguire, nel solco dell’amoreagli idefettibili valori civili emorali, con in primo piano, lasolidarietà, la conservazionedell’ambiente, con un’atten-zione particolare all’attività disoccorso e di protezione civile.

In chiusura, un accenno allascritta dello striscione della Se-zione portato all’ultima Adunatanazionale di Bolzano, che re-cita: “Italia unita e Alpini, il piùbel dono per i nostri figli”.

Un ideale, un programma divita sentito, impegnativo che le“penne nere” sentono nel cuoree che pongono in atto in tantimomenti e in varie iniziative,sempre con coraggio e determi-nazione, anche e soprattuttoquando gli orizzonti sono piùfoschi.

Al termine dell’intervento delPresidente sezionale che ha ri-scosso un sentito e prolungatoapplauso, sulle invitanti notedella filarmonica, i presenti sisono avviati al vicino Poliva-lente per concludere con un rin-fresco una mattinata ricca disignificato, lievitante di propo-siti, sui sentieri della memoria.

Il sindaco Anna Allasio, il parroco don Cordola con il capo-gruppo Sacco, l’assessore Richiero, il maresciallo dell’Arma e ilpresidente Sosello (foto D. Balbo).

Festa del Piemontal Colle dell’Assiettadi Giovanni Baro

Spunta l'alba del 15 luglio ma non inizia il fuoco dell'artiglieriacome recita una celebre canzone degli alpini che racconta la presadel Monte Nero, ma bensì inizia una lunga coda di macchine che ri-sale i ripidi tornanti del Colle delle Finestre e poi quelli dell'Assiettaper partecipare alla festa del Piemont che da tantissimi anni si svolgein cima al colle omonimo per commemorare la celebre battaglia chevide nel luglio del 1747 le truppe piemontesi vittoriose su quellefrancesi.

Non è una festa tipicamente alpina ma sviluppandosi sullo spar-tiacque a quota 2500 m che divide la val di Susa dalla val Chisone,gli alpini valsusini vi hanno sempre partecipato con entusiasmo.

A dare un tocco di piemontesizzazione alla manifestazione laSanta Messa, celebrata su un altare in pietra mess in loco dal GruppoA.N.A. di Cesana, è stata totalmente recitata in dialetto piemontesesia dal parroco che dai partecipanti. A fare da corollario il gruppostorico “Pietro Micca”, i vessilli alpini della Sezione Val Susa, diTorino e dei Granatieri di Sardegna del Piemonte e di Pinerolo, i ga-gliardetti dei Gruppi di Susa, Cesana, Rubiana, Parella, Trana, Ca-selle, Montaldo T.se, Rorà, Passerano Marmorito, Bairo C.se eChivasso. Erano presenti anche i gonfaloni a rappresentare la Re-gione Piemonte, la Provincia di Torino, i comuni di Torino, Susa,Usseaux e Pragelato. Molte le autorità presenti: l'assessore Balagnaper la provincia di Torino, i sindaci di Susa, Meana, Usseaux e Pra-gelato e il presidente del parco delle Alpi Cozie. L'A.N.A Val Susaera rappresentata dal gen. Blais e dallo scrivente vice presidente se-zionale.

Al termine della Messa la cerimonia è proseguita presso l'obeliscoin cima al colle dove è stato depositato un omaggio floreale a ri-cordo dei Caduti di tale battaglia, per terminare poi presso la casacantoniera dove i cannoni schierati nella valletta antistante hannofatto rivivere con le loro cannonate (a salve) l'epica battaglia.

Quest'anno la manifestazione ha avuto anche un momento di so-lennità per l'inaugurazione del rifugio “Casa Assietta” che ha vistola ristrutturazione e trasformazione della vecchia casa cantoniera inun confortevole rifugio con vitto e alloggio. Ne è seguito quindi unpranzo alpino sotto la tensostruttura allestita dalla Sezione A.N.A. diTorino sotto l'impeccabile regia dell'alpino Ricchiardi che ha vistogli innumerevoli presenti infreddoliti per il vento gelido e la tempe-ratura a +3° riprendere forza e coraggio davanti ad una polenta fu-mante e ad un buon bicchiere di vino.

Un finale in allegria e un arrivederci al 2013.

L’anfiteatro naturale dov’è stata celebrata la Santa Messa.

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Una grande fanfara illumina la nottedi Exilles, mentre il forte ne sognail ritorno tra le sue storiche muradi Mauro Biglino

Non c’è nulla da fare, il fortedi Exilles non vuole rassegnarsi:è stanco di assistere da lontanoal concerto della FanfaraA.N.A. Val Susa. Lo vuole ospi-tare: lo capiamo tutti e condivi-diamo con lui l’attesa.

Anche il maestro Danilo lo hachiesto con forza al sindaco e ilpubblico ha appoggiato le sueparole con una applauso di ap-provazione.

Il cielo è sereno, l’estate è ini-ziata, le gente è tanta: il tendonene ospita solo una parte.

Ne conto più di centocin-quanta, poi smetto. Non ha im-portanza.

Sono penne e cuori che si riu-niscono nell’abbraccio dellenote: tutti le conoscono ed èproprio in questa affettuosa abi-tudine che matura il piacere del-l’attesa.

Ci si aspetta “Rataplan”, sem-pre seguita da un applauso scro-sciante; ci si alza per onorare“Valore alpino”; ci si com-muove con la canzone delPiave.

Nell’attendere il conosciuto sicondivide il senso delle emo-zioni.

A questo proposito permette-

temi una annotazione personale:ne ho vissuta una duplice anche io.

Uno dei “fanfaroni” era senzacappello e il maestro Danilo miha chiesto di dargli il mio per-ché non si possono suonare certibrani senza avere la testa incor-niciata dal feltro grigioverde.L’ho fatto molto volentieri ma ilgesto ha determinato in me duesensazioni nette.

Da un lato ero contento per-ché il mio cappello stava “suo-nando” ed era contento anchelui.

Non se lo scorderà: me neparla ancora mentre sto scri-vendo.

Per contro, quando mi sonoalzato in piedi per seguire il“33” e l’Inno di Mameli, misentivo nudo, impacciato, quasifuori posto.

Ho superato quella sensa-zione sgradevole pensando cheil cappello c’era, era immersotra legni e ottoni, nuotava nellearmonie e viveva le note dal-l’interno.

Ma in quelle serate le notenon sono le uniche protagoniste:seduto a ridosso della fanfaraosservavo le espressioni delmaestro.

Mentre muove la bacchettavedo la bocca, è atteggiata inespressioni che sembrano farpresagire un discorso. Mi dico“adesso parla” e invece tutto ri-mane nel non detto: a parlare èil corpo che si piega, sono lebraccia che disegnano nell’ariale figure musicali, sono le ditache si rivolgono ai vari stru-menti dicendo “adesso tocca avoi…” e loro rispondono.

Anche nel pubblico ci sonopagine da leggere: sono piene dicontenuti scritti nel linguaggionon parlato delle espressioni edei gesti.

Vedi volti che non riesci adimmaginare senza il cappello: lastoria quotidiana pare avere se-gnato entrambi cucendoli in unasimbiosi inseparabile.

Non sai dove l’uno finisca el’altro inizi,

L’amico Dario Balbo in unarticolo che la presentatrice Cri-stina ha richiamato, ricorda cheBedeschi scriveva che talvoltadescrivere o spiegare un cap-pello alpino è come descrivereo spiegare la vita.

Consapevole di questo, os-servi attentamente, le note ticonsentono di farlo senza per-

dere nulla: anzi è come illu-strare un libro che qualcuno stascrivendo in tua presenza.

Guardi il pubblico e cogliuna signora anziana, molto an-ziana; ne leggi l’età nel corpo ri-curvo, nell’avanzare incerto, neivestiti troppo pesanti che, in unasera non fredda, devono fornirecalore a membra che non lo pro-ducono più.

Porta un cappello che è statola vita del suo compagno.

Lo porta con orgoglio. Lo vive; capisci che ormai da

molti anni lo ha fatto suo, èparte di lei; è la vita di quellaPenna Nera che lei porta dentroe fuori, nel grigioverde di unfeltro che ha ceduto all’aria ilsuo colore prendendone in cam-bio i segni del vissuto.

Quando la fanfara alpinacanta la marcia dei coscritti ointona le note di “Valore al-pino”, gli occhiali grandi e con-vessi dilatano la commozione diquegli occhi di un azzurro fre-sco e infantile che vivono il ri-cordo.

Intanto il vecchio forte diExilles osserva e dice “L’annoprossimo vi voglio qui”.

Anche questo è Alpinità.

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Tutti abbiamo coltivato sindall’infanzia dei sogni, molti sisono rivelati solo tali, altri sonosvaniti, durati un soffio e nullapiù, altri, per i più fortunati sisono realizzati. Spesso però alconcetto di sogno si abbina im-mediatamente l’infanzia, l’ado-lescenza, quegli anni in cui lamente è ancora libera di volare,di correre dietro le illusioni e leutopie. In questo caso non ècerto così.

Qualcuno dice poi che nonbisogna mai smettere di so-gnare, di crederci, perchél’unico legittimato a cancellareun sogno è il sognatore stesso,per cui solo con la pazienza,l’entusiasmo e la caparbietà sipuò tentare di coronare di suc-cesso ciò che si desidera.

Poi c’è la favola, che spessonon è altro che un sogno rac-contato, un sogno che ha presocorpo, che si è infine realizzatoe che sempre si svolge in unluogo meraviglioso, tra boschiverdissimi e cieli azzurri, coninverni nevosi dal silenzio ovat-tato e con la presenza immanca-bile di un nonno.

La favola che vogliamo rac-contare rispetta in toto questesemplici regole. Il luogo in cuisi svolge, Claviere, non saràcosì meraviglioso come quelliinventati dai favolisti ma pococi manca, i boschi abbondano ecatturano l’occhio con il loroverde intenso che si staglia nelblu dei cieli di montagna. Nellastagione giusta la neve poi nonmanca mai ed infine c’è nonnoAurelio che è il personaggiochiave. Ci perdoni il buon Au-disio se lo chiamiamo così, main realtà pare che a Claviere,dove da anni è assiduo frequen-tatore, sia conosciuto come tale.

Questo nonno buono, comefavola vuole, da anni coltivavaun sogno, forse un pochino com-plicato, assolutamente non per-sonale e privato, ma certamenteintimo, rispettoso e se vogliamopatriottico. Un monumento adalpini e montagne.

Claviere è una delle tanteporte d’Italia, l’arrivederci perchi ci lascia ed il benvenuto perchi ci viene a trovare, con quellacorona di monti, di boschi e diprati innevati. E da buon alpino

è stato facile, quasi doveroso,coniugare questi fattori geogra-fici con coloro che sin dal lon-tano 1872 sono stati posti a“baluardo fedele delle nostrecontrade”. Chi poteva megliodegli alpini porgere quindi que-sti saluti sulla porta d’Italia? Ilsogno si stava sviluppando,l’entusiasmo travalicava le realipossibilità di realizzazione, maAurelio non demordeva nelladifesa del suo sogno con sa-bauda sobrietà ma con correttadeterminazione.

Con passo sicuro, una diffi-coltà dopo l’altra superata, conil grande aiuto dell’amministra-zione comunale, la fatina buonadelle fiabe, prendeva corpo cosìil sogno, quel monumento tantodesiderato.

“Claviere porta d’Italia, em-blema di queste montagne, con isuoi prati verdi, con le sue coltribianche di cui gli alpini sono ipiù fedeli custodi” accoglierà osaluterà da domenica 8 luglio imoderni viandanti ed AurelioAudisio potrà finalmente ria-prire gli occhi gratificato di avercondotto sino a buon fine la sua

Il grande tricolore si è alzato, aiutato dal venticello, ed il sogno concretizzato si è mostrato tra la corona di monti (foto D. Balbo).

A Claviere i sogni si realizzanoSaluto alpino sulla porta d’Italia di Dario Balbo

missione più generosa.Il resto è cronaca. La Fanfara

A.N.A. Val Susa, il presidenteSosello, il sindaco Capra, ilGruppo di Claviere, il vessillo,i gagliardetti di Chiusa, Almese,Sant’Ambrogio, Cesana, Gia-veno, Borgata Parella, la pro-cessione, la benedizione, idiscorsi, quel grande tricoloreche copriva la grande pietraprima di sollevarsi aiutato dalventicello valsusino, gli Onoriai Caduti, lo scandire dei nomidi coloro che sono “andatiavanti”, l’emozione dei giovanialpini nel portare la corona.

Ma non è cronaca bensì com-mozione lo sguardo velato ditristezza del nostro Aurelio a cuiil destino ha voluto regalare lagioia dell’impresa pochi mesidopo averlo colpito duramentenell’affetto più caro. Ma ancheda lassù la sua Maria Teresaavrà condiviso la gioia, ed unsoffio di quel vento che solle-vava la bandiera sarà stata sicu-ramente una sua manopremurosa affinché la gioia delsuo Aurelio fosse totale e meri-tata.

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Il Rocciamelone e gli alpini di Giorgio Blais

... lassù al venticello dei 3538 m sotto lo sguardo benedicente della Madonna..., il gruppo dei partecipanti (foto F. Foglia)

Anche nel 2012, come ognianno, gli alpini hanno confer-mato la loro venerazione versola Vergine Sacra con il loro pel-legrinaggio sulla vetta del Roc-ciamelone e con la loropartecipazione alla processionesolenne della Madonna delleNevi.

Alpini e Rocciamelone, o me-glio Rocciamelone e Alpini, unbinomio che è divenuto inscin-dibile, da quando, nell’estate del1899 un gruppo di 60 alpini delbattaglione “Susa” fu incaricatodi trasportare in vetta la statua.

Da anni la Sezione Val Susaha preso l’impegno di ascenderealla nostra bella montagna inpellegrinaggio l’ultima dome-nica di luglio. L’ideatore di que-sto impegno fu il generaleFederico Ferretti, “papà Fer-retti” com’era chiamato daglialpini della valle, che nel 1929fu eletto Presidente della Se-zione A.N.A. Val Susa. Propriolui, da tenente anziano, ebbe ilcompito nel giugno 1899 di di-rigere la complessa operazioneper il trasporto in vetta degliotto pezzi in cui la statua erastata scomposta.

Naturale che gli alpini valsu-

sini, degni eredi dei loro “veci”,vogliano ricordare l’impresa erendere omaggio alla Madonna.

Da tempo ho espresso il miopunto di vista che la vetta delRocciamelone sia il posto piùstraordinario del mondo e la sta-tua, stupendamente bella, dellasacra Vergine benedicente loconferma.

Così anch’io il 29 luglio holentamente iniziato l’ascesadalla Riposa, dove ero arrivatoin macchina, con il cuore saldoed il fiato controllato. Al Rifu-gio di Ca’ d’Asti ho trovatol’animazione serena e vivacedegli alpini che avevano pernot-tato là; voglio citare solamenteil presidente sezionale Gian-carlo Sosello ed il direttore dellafanfara Danilo Bellando. Poi lalunga salita verso la Croce diFerro, un serpentone di uominie di donne, ognuno con il pro-prio passo e la propria capacitàe la fatica, le soste, le riflessioni.

“Ma come avrà fatto Bonifa-cio Rotario – mi domandavo – asalire in vetta quel primo set-tembre 1358, senza tracce se-gnate, senza appigli, senzariferimenti, trasportando per dipiù il Trittico?”

Possiamo forse lamentarcinoi per la fatica? E via, dopo laCroce di Ferro, per l’ultimobalzo verso la vetta. E quantagente in vetta! Come è possibileche almeno un centinaio di per-sone siano raggruppate in unospazio così ristretto, dove inol-tre era stato montato un altareda campo! La Messa è stata ce-lebrata, come l’anno passato, daun brillante ed efficace sacer-dote, don Nino Rossi, inse-gnante di lettere, mi dicono,presso l’Istituto Salesiano “Gio-vanni Agnelli” di Torino. Chesplendida Messa, lassù al venti-cello dei 3.538 metri sotto losguardo benedicente della Ma-donna… e che nobili parolenella sua breve e sentita omelia!

La Preghiera dell’Alpinoletta dal presidente sezionaleSosello davanti alla selva deivessilli e dei gagliardetti pre-senti ha concluso degnamente laparte religiosa della manifesta-zione, cui è seguito un bicchieredi vino o una tazza di the bol-lente con pasticcini procuratidall’ottimo e mai abbastanza lo-dato Fulgido Tabone, il gestoredel rifugio di Ca’ d’Asti e re-sponsabile del Santuario e del

ricovero in vetta.Dirò due parole tanto su Ful-

gido Tabone quanto sui vessillie gagliardetti presenti, ma primadesidero menzionare quei com-ponenti della fanfara sezionaleche sono giunti in vetta con iloro strumenti. Sentire suonare,sulla vetta della montagna piùbella del mondo, Stelutis alpi-nis, Signore delle cime e Trenta-trè dà una emozioneindescrivibile. Ho promesso aquei valorosi di citare i loronomi, perché non solo lo meri-tano, ma lo strameritano. Ac-canto a Danilo Bellando e allasua tromba, erano in vetta il miocarissimo amico Renzo Vayr,poi Walter Rumiano, Marco Ba-rella, Gioele Barella, Joshua Ba-rella, Piero Odiardo e ladeliziosa Laura Cugno con ilsuo clarinetto. Assieme a loroGiulio Caffo, l’“ex-musicoinossidabile” e l’amico MarcoGillo. Desidero che i loro nomivengano ricordati perché lo spi-rito con cui sono saliti e l’impe-gno con cui hanno suonato lirende degni del nostro apprez-zamento e del nostro ricordo.

Così come è giusto e dove-roso citare i vessilli ed i gagliar-

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detti presenti. Accanto a duevessilli, quello della Sezione ValSusa e quello della Sezione diCuneo, vi erano ben 26 gagliar-detti!

Due vessilli e 26 gagliardettia rendere onore alla Madonnadel Rocciamelone!

E i gagliardetti non erano solodella Sezione Val Susa, maanche di altre Sezioni. Così as-sieme ai gagliardetti dei “nostriGruppi” di Avigliana, Busso-leno, Caprie, Chianocco, Chio-monte, Chiusa San Michele,Mattie, Mompantero, Novalesa,Sant’Ambrogio, Susa, San Gio-rio, Vaie, Venaus e Villar Dora,vi erano quelli di Lanzo, di Col-legno, di Santo Stefano Roero,di Pianezza, di Trana, di Chia-ves Monastero, di Roure, di SanCarlo Canavese, di Montafia edi Piossasco. Che bravi tuttiquesti alpini! Che bello vederein vetta tanti cappelli e tantepenne!

Per venire a Fulgido Tabone,meriterebbe non solo qualchefrase, ma un intero volume. Hadell’incredibile quello che lui ela sua impareggiabile moglieAngiolina fanno.

Non so da quanti anni Ful-gido sia il gestore di Ca’ d’Asti,non meno di una trentina, forsetrentacinque.

Già in prima linea durante ilavori per la ricostruzione del ri-fugio e la sistemazione del San-tuario in vetta, ne assunse laresponsabilità gestionale daquando il rifugio iniziò a fun-zionare e da allora è sempre làin prima linea, alternando la suapresenza fra la sua abitazione enormale attività a Caprie e lanostra montagna. Fulgido non èsolo il custode del rifugio e delSantuario in vetta. E’ l’amore-vole custode del Rocciamelone,colui che traccia e mantiene isentieri, che fissa e controlla lecorde che aiutano la salita nel-l’impervio ultimo tratto sotto lavetta, che va su e giù fra Ca’d’Asti e la vetta (ha tenuto ilconto: è salito in vetta 859

volte!!!, un primato che nonpotrà mai essere uguagliato... eche sarà superato quando ilgiornale uscirà). È lui che si èaccorto che l’ultimo nubifragiodi giugno e la tempesta avevanodanneggiato la Croce di Ferro,facendola precipitare fra i di-rupi. L’ha cercata, l’ha trovata,l’ha nuovamente installata, l’hariportata nelle condizioni prece-denti, e tutto in silenzio, senzaclamori, senza attendersi un gra-zie, ma solo per la straordinariacoscienza di gran galantuomo eper l’amore che porta verso ilnostro monte, di cui conoscepietra su pietra.

Dopo il pellegrinaggio invetta, un altro impegno è statopreso dai nostri alpini per laprocessione del 5 agosto per laMadonna della Neve. Comeogni anno, il Trittico è stato por-tato a spalla dagli alpini dellaSezione dal Santuario di Mom-pantero (Santuario che fu erettoed inaugurato nel 1958) finoalla cattedrale di San Giusto e,ancora una volta, come sempre,il passo lento e cadenzato deglialpini si è fuso con le preghieree le litanie che i fedeli recita-vano durante la processione se-rale, chiedendo supporto, aiutoe conforto alla nostra Madonna.Durante la cerimonia in catte-drale, alpini e gagliardetti hannocontinuato a rendere onore allesacre insegne.

Sì, il Rocciamelone e gli al-pini sono diventati una realtàunica, fanno parte della stessastoria.

Il Rocciamelone e la Ma-donna benedicente in vetta re-steranno ormai sempre là, persecoli e secoli.

E racconteranno ai nostri po-steri la storia di questi alpini, diquesti uomini semplici, bravi egenerosi, di questi uomini dalgiudizio pacato e dal sentimentosincero, di questi uomini che,solo per compiere un atto diamore, hanno affidato per l’eter-nità la statua della Madonna alnostro Rocciamelone.

Raduno ad Oulxdei “Lupi della 34”

Sabato 21 luglio per la quartavolta si sono ritrovati ad Oulx i“Lupi dell’Assietta” ovvero gli exappartenenti alla 34ª compagniadel btg. “Susa” di stanza ad Oulx.

Sull’onda della grande gior-nata dello scorso anno quando ilComune di Oulx conferì allacompagnia la cittadinanza ono-raria, un significativo numero dialpini ha ripercorso con il solitoentusiasmo misto a commo-zione quelle strade che nei mesidella naja spensierata scandi-vano i ritmi della libera uscita.

L’organizzazione è stata cu-rata da alcuni “lupi” che ognianno, dalle loro rispettive loca-lità tessono la tela della comu-nicazione e del passaparola.Quest’anno purtroppo, tra la co-municazione dello svolgimentoe la data prevista, il tempo a di-sposizione non era moltissimoma si può comunque dire che ilrisultato è da ritenersi assoluta-mente positivo valutando inquasi duecento “veci” quelli chesi sono così ritrovati nellapiazza Garambois per prepararsialla sfilata verso la caserma“Assietta”.

Parenti, amici, curiosi edospiti di Oulx hanno fatto dacornice al corteo, guidato comesempre dalla banda musicale“Alta Valle Susa” che lenta-mente e ordinatamente si diri-geva alla caserma per assistereal rito dell’alzabandiera agli or-dini del nostro ten. Corona.

Successivamente, nel giar-dino antistante, si sono osservatigli Onori ai Caduti con deposi-zione di corona ed al “rompetele righe” tutti nuovamente al-l’interno a respirare dopo annil’aria dell’“Assietta”, a ritrovareluoghi, angoli, finestre a la-sciare scorrere immagini di untempo che fu. Intanto nella cap-pella, ricavata da un locale in di-suso nel cortile e costruita daglialpini di Oulx si celebrava la S.

Messa al campo.Ovvia conclusione a tavola,

tra i tavoli della mensa per unricco pranzo preparato dai mili-tari stessi.

La nostra Sezione, seppurnon direttamente coinvolta nel-l’organizzazione, era presentecon i consiglieri Michele Bosco,“lupo” e Dario Balbo.

Sicuramente è stata una ma-nifestazione ben riuscita nellasua semplicità e sarà sicura-mente ripetuta. Purtroppo es-sendo ospitati all’interno di unastruttura militare non è possibilesapere o definire in anticipo ladata di effettuazione. Solo i mo-derni strumenti comunicativi edil solito passaparola sono ingrado di far circolare veloce-mente la comunicazione.

Sinceri complimenti a Mas-simo Simonetti, Marco Zignonee Andrea Baj che si sono sobbar-cati ancora una volta l’onere del-l’organizzazione e conl’occasione un saluto particolaread Andrea che per motivi di la-voro a breve lascerà l’Italia.Siamo sicuri che anche da ol-treoceano lo spirito alpino, il ri-cordo dei “lupi” e di Oulx loaiuteranno a sentire meno pe-sante la lontananza.

Tiratina d’orecchie invece,come al solito, per i “lupi” val-susini. Fatto salvo ad ognuno ilsacrosanto diritto di far ciò che sivuole, non basta far sfoggio conorgoglio della spilla della com-pagnia sul cappello e poi quandoa pochi chilometri si svolge lafesta che la riguarda, con la pos-sibilità di ritrovare vecchi com-pagni, ignorarla bellamente.L’informazione è stata diramataattraverso i Gruppi non appena siè conosciuta la data ma triste-mente poco più di una decina divalsusini si è presentata all’ap-puntamento. Pochi, veramentepochi. Auguri “lupi” e arrive-derci.

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di Dario Balbo

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2 giugno: alpini, fanfarae una antica Precettoria di Mauro Biglino

Il Gruppo alpini di Rosta hadato l’avvio alla celebrazionedel suo ottantennio dalla fonda-zione organizzando un concertoa Sant’Antonio di Ranverso.

Innanzitutto vale la pena didire due parole sul luogo: laPrecettoria di Sant’Antonio diRanverso è stata fondata nel1188 da Umberto III di Savoiae concessa ai Canonici Regolaridi Sant'Antonio di Vienne: do-veva fungere da punto di assi-stenza per i pellegrini e dacentro per il trattamento diquella patologia che viene co-munemente definita fuoco diSant'Antonio: la terapia preve-deva l’uso del grasso dei maiali;non a caso Sant'Antonio vienesempre rappresentato accantoad un maialino.

Il complesso, rimodellatomolte volte nel corso dei secoli,comprendeva in origine unospedale, di cui rimane solo lafacciata, la Precettoria vera pro-pria e la chiesa, che appare ogginello stile gotico-lombardo. Ilcampanile, del 1300, è in stilegotico.

All'interno si trovano moltidipinti e vari affreschi, alcunidei quali realizzati da GiacomoJaquerio agli inizi del quattro-cento; fra le opere di questo ar-tista nella sacrestia si conservaanche quello che è forse il suocapolavoro assoluto: la Salita alCalvario.

Nel 1776 papa Pio VI ha as-segnato la proprietà della Pre-cettoria all'ordine Mauriziano,che la detiene anche oggi.

Di fronte a tanta storia, arte ecultura, si sono trovati gli alpinie la fanfara.

Ma forse non è un caso, per-ché gli alpini non sono da menodei Canonici Antoniani: ancheloro hanno colto, nella loro sag-gezza empirica, le proprietà te-rapeutiche del maiale.

Gli Antoniani lo usavano percurare il fuoco di Sant’Antonioche attanaglia nervi e pelle; glialpini lo usano, in un modo pia-cevole e sicuramente più gu-stoso, per curare il fuoco dellafame che attanaglia lo stomaco.

Terapie utili entrambe, comenegarlo!

Insomma possiamo dire che ilsito era adatto.

Ma, messe da parte le facezie,il sito si è rivelato davveroadatto per la Fanfara A.N.A. ValSusa: luogo sacro per eccel-lenza, ha accolto suonatori epubblico mettendo a disposi-zione il meglio di sé.

Architettura, immagini, sono-rità, hanno circondato la mani-festazione di un alone che haincantato tutti coloro che sannocogliere quella magia che tal-volta si sprigiona dagli eventi.

L’abside ha accolto la fanfarasenza ingabbiarne i suoni; i co-lori delle pareti e l’oro del trit-

tico sopra l’altare maggiore fa-cevano da sfondo alle divise dei“fanfaroni”.

La magia era davvero tanta: èstata introdotta dal coro torinese“Controcanto” che ha aperto laserata, diretto da un maestro chedisegnava nell’aria le note conmovimenti delle mani e delcorpo che richiamavano geome-trie improbabili.

La fanfara poi ha dato il suocontributo arricchendo ulterior-mente con le sue potenti esecu-zioni quell’atmosfera che siandava creando e si faceva sem-pre più pervasiva e coinvolgentecol passare dei minuti.

Chiesa piena, stracolma, con-teneva ed accoglieva i presentie le note in un abbraccio avvol-gente, morbido.

Un pubblico attento, ancheelegante, preparato dal coro cheha preceduto i “nostri”, ha ac-colto con almeno tre ovazionialtrettanti brani tra quelli nume-rosi del repertorio che la fanfaraoffre nei suoi concerti.

L’Inno di Mameli ha risuo-nato tra le navate nel canto co-rale di gran parte dei presentiche hanno accompagnato con lavoce l’esecuzione: strumenti evoci hanno riempito ogni spa-zio, ogni elemento gotico chenella sua verticalità ha portatoin alto i suoni, ha valorizzato lenote di “Valore alpino” e le pa-role di “Rataplan”. La Chiesa

conteneva tutto in un abbraccioavvolgente, morbido, resti-tuendo sensazioni di una grade-volezza speciale.

La sacralità del luogo ha ac-colto la sacralità dei brani chesono storia d’Italia, testimo-nianza patria, ricordo di vite “sa-crificate”, cioè “fatte sacre”, innome di un ideale.

Le luci diffondevano un co-lore antico che bene si accomu-nava con le tradizioni alpine fattedi valori che vorrebbero non tra-montare, come non tramontanole tradizioni e la cultura di cuiSant’Antonio di Ranverso èculla e testimonianza.

Chissà cosa ne hanno dettogli Antoniani che, venuti nelpassato da Vienne, forse fre-quentano ancora quel luogo inquella vita attuale fatta di spiritoche la fede attribuisce loro.

Un connubio eccellente, unafonte di emozioni, come quelleche ha espresso il maestro Da-nilo Bellando nel suo interventosentito, vero e toccante, al ter-mine della serata.

Possiamo dire che il Gruppoalpini di Rosta ha veramentecompiuto una scelta eccellenteper celebrare il suo ottantennio.

Auguri a loro e complimentiai “fanfaroni” che ancora unavolta hanno dato prova di essereil fiore all’occhiello della Se-zione A.N.A. Val Susa, propriocome ama dire Giancarlo So-sello.

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Gli alpini in festa a SusaFesteggiati i novant’anni dalla fondazionedella Sezione A.N.A. Val Susadi Vito Aloisio

Tutto ebbe inizio nel 1922quando l’allora maggiore MarioGirotti, insieme a un volente-roso gruppo di reduci, fondò laSezione Val Susa dell’Associa-zione Nazionale Alpini che eranata tre anni prima.Sono passati 90 anni da quel

giorno e gli alpini sono ancoraqui a ricordare l’evento. Per Susa sono state due in-

tense giornate all’insegna dellepenne nere, tornate ad invaderepacificamente la cittadina e a ri-svegliarla con incontri, mostre,concerti e sfilate, un po’ comesuccede per ogni decennale.L’edizione 2012 ha avuto ini-

zio sabato 8 settembre, una gior-nata questa con un passato daltriste ricordo, che invece ha vo-luto essere una partenza vivacee ricca di momenti interessanti,con il presidente Sosello e tuttolo staff della Sezione a guidarela manifestazione. Teatro dell’evento è stato il

Castello di Adelaide a Susa, conil suo splendido scenario; quisono state aperte le porte della

mostra dedicata alla divisione“Cuneense” ricca di reperti oltreche di ricordi, che ci ha fatto ri-vivere alcuni aspetti della vitamilitare del passato, fin dallafondazione delle Truppe Alpineavvenuta nel 1872 grazie al ca-pitano Perrucchetti (poi gene-rale), per arrivare ai tristi giornidella campagna di Russia chesegnò terribilmente tutti quelliche furono coinvolti e da cui,soprattutto della “Cuneense”,tornarono veramente in pochi.La galleria del Castello era

invece dedicata ai giorni nostricon i pannelli che illustravano leattività attuali della brigata al-pina “Taurinense”, in partico-lare con attenzione alle missioniestere come quella in cui è pro-tagonista in questi giorni in Af-ghanistan.E’ poi stata la volta della pre-

sentazione di due libri. Il primo,“Alpini della Valsusa, vol. 2” diMario Tonini, che ha così com-pletato la storia iniziata con ilprimo volume ripartendo dal1943 per arrivare ad oggi. Poi è

stata la volta di Alberto Turinettidi Priero con “La divisione Su-perga e gli alpini della Valsusa”altro trattato storico di grandeinteresse.Con l’occasione la Sezione

aveva deciso anche di conse-gnare una serie di benemerenzeper gli iscritti più anziani, cosìsono state più di 40 le perga-mene dedicate a tutti quelli natiintorno al ’22 o prima.A concludere degnamente la

giornata non poteva mancare ilconcerto della fanfara e infattidopo cena all’arena romana diSusa il coro “Alpi Cozie” e lafanfara sezionale “Val Susa”hanno deliziato il pubblico con iloro canti e musiche, alternati alracconto della storia della Se-zione e dei suoi Presidenti per lavoce di Carlo Ravetto e di Cri-stina Mondani. Allo spettacoloha assistito un pubblico piutto-sto numeroso visto che gli spaltierano veramente gremiti comenon capita spesso.Domenica 9 settembre è stata

la grande giornata, a cominciare

dal mattino con la sfilata. Partitada piazza d’Armi la lunga co-lonna di alpini, autorità in testa,fanfara, vessilli, gagliardetti egonfaloni al vento dopo l’alza-bandiera al monumento ai ca-duti ha proseguito il suocammino lungo le vie di Susafino ad arrivare in piazza Savoiaper prepararsi alla Santa messa,officiata dal vescovo, S.E. Ba-dini Confalonieri che nella suaomelia ha rimarcato lo spirito difratellanza e di solidarietà checontraddistingue tutti gli alpini. Dopo la Messa, nuovamente

in sfilata, c’è stato il passaggioin via Palazzo di Città perl’omaggio floreale alla lapide aiCaduti presso il Comune e poiper proseguire lungo le vie cit-tadine che intanto si erano riem-pite di gente, fino almonumento all’Alpino, appenarestaurato grazie all’impegnodel Gruppo di Susa diretto daGianfranco Bartolotti. Qui dopoaver deposto la corona è stata lavolta dei discorsi ufficiali.Ha preso la parola per primo

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90°il gen. Giorgio Blais, che ha ri-

cordato le grandi battaglie della1ª guerra mondiale dove si èformato lo spirito alpino nellasua unicità anche grazie alle dif-ficoltà di quei momenti e ricor-dando poi come si resti alpiniper sempre, anche quando si “vaavanti”.Il gen. Blais ha infine fatto un

resoconto della storia della Se-zione Val Susa attraverso i suoi9 presidenti, dal fondatore Gi-rotti ai suoi successori, Miglia,Ferretti, Prat, Bertolo, Badò,Chiosso, Giuliano e Sosello.E’ stata quindi la volta del

sindaco di Susa, Gemma Am-prino a sottolineare l’esempiodato dagli alpini, sia sui campidi battaglia ma anche in tempodi pace, la solidarietà caratteri-stica, la presenza di valori edazioni, l’orgoglio verso il Paese.Come la vicinanza alle famiglienei momenti dolorosi, fin daitempi in cui i soldati non torna-vano dalle campagne di guerraper arrivare ad oggi con gli al-pini in servizio occupati in terri-tori piagati da indicibilisofferenze.Il presidente della Comunità

Montana Sandro Plano, ha sot-tolineato la grande partecipa-zione all’evento da parte di tutti,anche con delegazioni estere ecome la presenza di tanti sindacirappresenti la vicinanza con lapopolazione e infine il ramma-rico per le caserme abbandonatein valle e un ricordo verso i Ca-duti in guerra per costruire l’Ita-lia.In rappresentanza della Pro-

vincia era presente l’assessoreRoberto Ronco che ha eviden-ziato come gli alpini creino sim-patia perché esprimono ilmeglio delle persone, pur inquesto momento difficile le ra-dici sono salde, non rappresen-tano nostalgia ma senso di

decisione e civico. Orgoglionella memoria e vitalità con ma-nifestazioni come queste.Anche il consigliere regionale

Marco Botta ha voluto fare gliauguri alla Sezione affermandoche vedere le vie affollate perapplaudire gli alpini sia un in-coraggiamento per le istituzioni,l’esempio degli alpini è d’orgo-glio per la Valle e la Regione.E’ stata quindi la volta del

presidente della Sezione, Gian-carlo Sosello, anima e motore diquesto evento insieme a tutto ilDirettivo e a moltissimi soci checon il loro lavoro hanno per-messo la realizzazione dellafesta. “La nostra è una piccolaSezione, ma non è seconda anessuno...”. I soci, il nucleodella Protezione Civile, la fan-fara. La storia della Sezione èstoria di uomini e tradizioni, ri-cordo verso i reduci e coloroche sono andati avanti. Gli al-pini ci sono sempre special-mente nei momenti difficiliSosello ha poi ringraziato To-

nini e Panassi per i volumi sullastoria degli alpini, che aiutano aricordare e poi ha sottolineatocome la Sezione intera sia inse-rita nel tessuto sociale dellavalle grazie ai Gruppi e comequesta sia una grande famigliache celebra questa tappa dei 90anni di una storia anche piùgrande, che ha tra i suoi capitolipiù belli il trasporto della statuadella Madonna sulla vetta delRocciamelone ad opera degli al-pini nel 1899 e i successivi re-stauri dei rifugi Ca’ d’Asti eSanta Maria negli anni ’80 gra-zie ai soci della Sezione.Quale rappresentante degli al-

pini in servizio era presente ilcolonnello Francesco Narzisi,già comandante di batteria aSusa da capitano e poi coman-dante del 1° reggimento di arti-glieria da montagna di Fossano

Inaugurazione della mostra sugli alpini e, di seguito, immaginidella sfilata della domenica (il servizio fotografico dello “speciale90° ” è di A. Vair e G. Becchio).

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90°

(reparto in cui confluì il perso-nale di Susa quando vennechiusa la caserma). Narzisi haconfermato come 90 anni sianoun traguardo notevole, quindiha portato i saluti di tutti gli al-pini in armi in Italia e in mis-sione in terre lontane, dove odioe violenza sono all’ordine delgiorno. A chiudere gli interventiè stato il vicepresidente vicariodell’A.N.A. Adriano Crugnolache ha rappresentato la ricono-scenza dell’Associazione per lavitalità della Sezione, espri-mendo come il fatto di essere lìfosse l’espressione dei valori diamicizia e fratellanza dei padri,un impegno che continua e rap-presenta una responsabilità.Ultimo atto “ufficiale” prima

del pranzo è stata la deposizionefloreale in memoria dei Cadutialle lapidi nel cortile della Ca-serma Henry, un monumentoquasi dimenticato che dovrebbeinvece essere restituito aglionori che merita perché rappre-

senta tanti Caduti per costruireil nostro Paese. Da segnalare inoltre la pre-

senza, in rappresentanza dellacomunità di Briançon, della si-gnora Claude Jimenez e del sig.Jacques Jalad volta a rafforzareil legame di gemellaggio cheunisce le due città.Sono stati due giorni intensi,

con tanti momenti belli e toc-canti, ma anche una sfacchinataper chi operava specialmentedietro le quinte, dove erano inmolti a darsi da fare e senzaquesto lavoro non sarebbe riu-scita una manifestazione così. E’ stato un evento che ha fatto

dire a molti che se ne dovreb-bero fare di più di manifesta-zioni così, che ha fattorisvegliare un po’ la cittadina,come succede sempre quando cisi mettono in mezzo gli alpini,si era già visto nelle passate ri-correnze e anche con l’Adunatanazionale di Torino 2011. Gli Alpini sono una garanzia,

sempre.

Concorso vetrine

Nell’ambito dei festeggiamenti per il 90° di fon-dazione della Sezione A.N.A. Val Susa, era stato in-dietro tra i commercianti, un concorso vetrine contema alpino, che ha dato i seguenti risultati:

1° classificato: Cera e non cera2° classificato: Panetteria Marzo3° classificato: Macelleria Braida4° classificato: Farmacia Canavoso5° classificato: Distributore Tenivella6° classificato: Abbigliamento intimo7° classificato: Cartoleria Miletto8° classificato: Fiori e frutta

I premi sono stati consegnati nella serata di sa-bato, all’Arena romana, nell’intervallo del concerto.

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90°Breve cronistoria

dell’ultimo decennioDieci anni orsono, nei giorni 27, 28 e 29 settembre 2002 abbiamo

celebrato la ricorrenza dell'80° anniversario di fondazione della no-stra Sezione, a presidenza della quale si trovava il tenente Paolo Giu-liano che si apprestava a terminare il suo primo mandato. Fra le altreautorità, presente anche l'allora presidente nazionale Giuseppe Pa-razzini.

Sono passati dieci anni ed in questo lasso di tempo molte cosesono accadute, sono mancati tanti amici e hanno preso forma alcunerealtà associative.

• Nella primavera del 2003 viene a mancare Francesco Tatti, ca-pogruppo di Avigliana e consigliere sezionale. Gioviale e sincero,discreto e comprensivo è stato il più autentico e fedele rappresen-tante del nostro sodalizio.

Nello stesso anno don Rinaldo Trappo, cappellano militare reducedalla campagna di Russia e nostro cappellano sezionale, viene no-minato monsignore.

Sempre nel 2003 la Sezione Val Susa ottiene l'incarico di orga-nizzare il 38° Campionato A.N.A. di sci alpino che si svolgerà l'annosuccessivo sulle nevi di Sestriere con la .partecipazione di 29 Se-zioni con 357 atleti partecipanti.

• E siamo al 2004, anno in cui Silvio Amprimo, storico della Se-zione e collaboratore del nostro giornale, rassegna le dimissioni mo-tivate dall'età e da problemi di salute. Figura importante per la suafunzione nell'ambito della Redazione.

In settembre a Sant'Ambrogio viene presentato il nuovo "Nucleorocciatori" della Protezione Civile A.N.A. Val Susa.

• Il 19 febbraio 2005 dopo lunga e inesorabile malattia, viene amancare Riccardo Chiosso, presidente della Sezione per 6 anni ed inseguito Presidente onorario.

Il 16 giugno ricorre anche il 90° anniversario della conquista delMonte Nero da parte dei battaglioni "Exilles" e "Susa" del 3° alpinie tale ricorrenza celebrata nel contesto del raduno sezionale annualedi Exilles.

La Protezione Civile A.N.A. Val Susa è presente a Roma per i fu-nerali di Papa Giovanni Paolo II, impegnata ad indirizzare la molti-tudine di presenti nelle zone prestabilite.

Il 3 novembre la Sezione perde il suo presidente. Paolo Giuliano,classe 1936, era stato eletto nell'anno 2000. La malattia, purtroppo,l'ha strappato troppo presto ai suoi cari e ai suoi alpini che numerosilo accompagneranno nell'ultimo viaggio.

• Il 2006, anno delle Olimpiadi invernali in alta Valle di Susa,vedemolti alpini della Sezione a fianco di volontari provenienti da altre Se-zioni d'Italia impegnati in tutti i siti di gara nelle più svariate mansioni.

Dalle votazioni abbinate all'annuale Assemblea dei delegati, vieneeletto successore del defunto Paolo Giuliano, il già vicepresidente vi-cario Giancarlo Sosello tuttora in carica.

Ad un anno dalla dipartita del Presidente Giuliano, il 5 novembreci lascia anche Cornelio Andreis, ex vicepresidente bassa valle econsigliere sezionale in carica. Sicuramente una pietra miliare dellaSezione, un "burbero buono". Per alcuni era il "barbutun", per altriil "signor no", ma i suoi interventi erano sempre per il bene dellaSezione.

• Nel 2007 si svolgono in alta valle le Universiadi invernali dove,come per le Olimpiadi servono volontari per l'assistenza e ancorauna volta gli alpini valsusini rispondono positivamente, seppure innumero minore.

• Il 2008 vede il nostro giornale cambiare radicalmente. Nuovoformato e nuova veste grafica, il tutto realizzato dal redattore capoe anima del giornale stesso, Francesco Ballesio, che registrerà larghiconsensi.

Nella tarda primavera, dopo lunga malattia vissuta con grande co-raggio, ci lascia il socio aggregato Pietro Marzo, per 13 anni mae-stro della Fanfara A.N.A. Val Susa, che aveva lasciato per problemidi salute.

Ad Exilles, durante il raduno sezionale annuale viene ratificatol'atto di gemellaggio tra la Sezione A.N.A. Val Susa ed il Centre Na-tional d'Aguerrissement en montagne e l'Amicale del 159° RIA diBriançon.

Il 2 luglio siamo chiamati ad accompagnare all'ultima dimora Sil-vio Amprimo ex collaboratore del nostro giornale.

E ancora. La Sezione Francia, tramite il suo presidente RenatoZuliani ci chiede di partecipare all'organizzazione del raduno del 1°Raggruppamento, per la prima volta all'estero, nella vicina città diBriançon, che otterrà un ottimo successo.

Il 25 ottobre, in occasione dell'annuale assemblea dei capigruppo,Francesco Ballesio, responsabile della conduzione de "Lo Scarpone Val-susino", saluta con evidente commozione i presenti annunciando le pro-prie dimissioni dalla guida del giornale per problemi di salute e di età.

• Il 2009 saluta il 35° compleanno del nostro giornale il cui primonumero era uscito a dicembre del 1974 con in prima pagina gli au-guri dell'allora presidente sezionale dott. Franco Badò che rivelava,inoltre, la formazione della neonata redazione con Direttore re-sponsabile Clemente Blandino e i suoi collaboratori con il già citatoSilvio Amprimo, Luigi Pelissero, Mauro Sibille e Massimo Orefice.

• Nella primavera del 2010 viene improvvisamente a mancare ilprofessor Francesco Proietti Ricci, molto conosciuto dagli alpini val-susini quale impeccabile cerimoniere in occasione dell'80° di fon-dazione della nostra Sezione, della quale fu anche consigliere. Losegue, purtroppo, dopo pochi mesi, mons. Rinaldo Trappo, cappel-lano degli alpini reduce dalla campagna di Russia, Medaglia diBronzo al V.M. e nostro cappellano.

• Nel 2011 dobbiamo registrare una grave perdita. Francesco Bal-lesio ci lascia dopo aver combattuto per alcuni anni contro la ma-lattia che pian piano l'aveva minato nel fisico. Nonostante questo,fino all'ultimo ha seguito il "suo" giornale.

• E siamo al 2012. Mentre l'intero Consiglio è impegnato nellapreparazione dell'evento 90° di fondazione, il 2 maggio a Bussolenosi spegne Mauro Sibille, ex componente del Comitato di redazionedel nostro giornale dalla sua creazione fino al 1992.

Infine la Fanfara sezionale, costituita tra gli anni 1930-’32, dopoaver cessato l’attività durante il periodo bellico ed aver svolto atti-vità saltuaria per circa trent’anni, nel 1975 viene ricostituita dall’at-tuale suo Fiorenzo Combetto e raggiunge quest’anno l’80° difondazione. v.o.

Consiglio direttivo sezionalePresidente:Giancarlo SoselloVicepresidenti:Elio Garnero (vicario)Giovanni BaroDario BalboSegretari:Silvano OllivierFrancesco Foglia (vice)Tesorieri:Giovanni BaroFrancesco Foglia (vice)Segretari tesseramenti:Enrico SaccoGianfranco Bartolotti (vice)Revisori dei conti:Mario BotteselleCarlo BertValerio OliveroGiunta di scrutinio:Bruno BonomeDario BalboAmato AnselmettoResponsabile P.C.:Paolo ParisioResponsabile settore informatico:Dario BalboResponsabile Fanfara:Fiorenzo CombettoResponsabile giovani:Luca BaroneRapporti con altri Raggruppamenti:Riccardo DemutiGruppo sportivo (G.S.A.):Silvano OllivierGianni Gontero

Addetti alle manifestazioni:Carlo BertBruno BonomeRiccardo DemutiGianni Gontero

Addetto alle pratiche militari:Dario Balbo

Incarichi vari:Vittorio AmprimoFirmino BonaudoMichele BoscoRuggero Tisserand

Presidente de“Lo Scarpone Valsusino”:Giancarlo Sosello

Direttore responsabile:Claudio Rovere

Comitato di redazione:Dario BalboGiorgio BlaisElio GarneroValerio OliveroContatti con L’Alpino:Mario BotteselleDario Balbo

Referente al Centro Studi:Elio Garnero

Alfiere sezionale:Arduino Bruno Gallina

Comitato cappella Votiva:Giancarlo SoselloGiovanni BaroSilvio MoutSilvano OllivierGiuseppe Rosatelli

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90° Novant’anni

e ancora dà i numeridi Dario Balbo

Numeri, numeri… sempre numeri. Da ogni parte ci tempestano di numeri e di statistiche. Informa-

zioni spesso curiose ed interessanti che servono a capire chi siamo,dove andiamo e così via. Non ci siamo sottratti al gioco e lo abbiamofatto anche noi. Molte cose sono banali e risapute ma altre possonoessere una curiosa scoperta.

Il primo numero che diamo è ovviamente il 90. Gli anni di vitadella nostra Sezione ma sono anche gli anni del Gruppo di Giaglioneche solo il 20 maggio scorso li ha degnamente festeggiati. Seguonocome anni di fondazione Novalesa e Almese con 89 e Mompanterocon 88. Via via tutti gli altri sino al più giovane Claviere con i 18dalla separazione dal Gruppo di Cesana. Poco più anziano di Cla-viere, con 36 anni Villar Dora.

Ricordiamoli ancora una volta tutti i nostri Gruppi, giovani omeno giovani e rendiamo merito ai volonterosi capigruppo che liguidano:

Sestriere (Massimo Poncet), Claviere (Aurelio Audisio), Cesana(Giuseppe Ferraris), Sauze d'Oulx (Arnaldo Vitton), Oulx (FrancoBernard), Bardonecchia (Renato Nervo), Salbertrand (Pasquale Vi-ceconte), Exilles (Silvio Mout), Chiomonte (Silvano Ollivier), Gra-vere (Giuseppe Genta), Meana (Mario Perotto), Susa (GianfrancoBartolotti), Novalesa (Gillio Giai), Venaus (Andrea Tournour), Gia-glione (Franco Silvestro), Mompantero (Ezio Durbiano), Mattie(Andrea Riffero), Foresto (Remo Bortolin), Bussoleno (EnricoSacco), Chianocco (Ilario Favro), San Giorio (Mauro PognantGros), Bruzolo (Valerio Olivero), San Didero (Pierino Girard),Borgone (Michele Bosco), Villar Focchiardo (Mario Ressiore), San-t'Antonino (Michele Franco), Vaie (Guido Usseglio Prinsi), Con-dove (Giovanni Pesce), Caprie (Nello Bert), Chiusa San Michele(Vittorio Amprimo), Sant'Ambrogio (Luciano Garnero), Villar Dora(Michele Leone), Almese (Vanni Olivero), Rubiana (Remo Blan-dino), Avigliana (Ezio Giovanardi), Buttigliera Alta (Guido Mar-chisotto).

Torniamo invece ai numeri. I numeri sono una entità in continuomovimento e quindi per il nostro gioco abbiamo analizzato la situa-zione al 30 giugno. Pronti? E allora andiamo …

Alla data in esame risulta che la nostra Sezione è formata da 3385persone così suddivise: 2525 alpini, 7 aiutanti e 853 aggregati.

Purtroppo però se andiamo a vedere i numeri al 31 dicembre delloscorso anno ci duole scoprire che abbiamo perso per vari motivi 113alpini e guadagnato 4 unità nella galassia aggregati. Troppi! E’ purvero che ben 46 amici sono “andati avanti” e 58 sono nuovi iscrittima bisogna prendere atto che il bilancio è estremamente triste.

Come noto la nostra Sezione è divisa in tre aree geografiche bendistinte: bassa, media e alta valle che si dividono gli iscritti. Risultacosì che la bassa valle conta 1110 alpini e 379 aggregati, la mediavalle 767 alpini, 7 aiutanti e 261 aggregati mentre l’alta valle ha 648alpini e 213 aggregati.

Per curiosità sappiate poi che siamo 3136 uomini e 249 donne.Ma non basta ancora. 3374 iscritti sono residenti in Italia mentre

11 risiedono all’estero. Naturalmente in Italia la provincia che de-tiene il maggior numero di iscritti è quella di Torino con 3319, se-guita da Milano con 9 e Cuneo e Roma con 6. Un solo iscritto invecevanta la più distante che è Reggio Calabria con 1.

All’estero invece la parte del leone la fa la Francia con 6 seguitadalla Spagna con 2, mentre la non lontanissima Polonia ne vanta 1.

Torniamo a noi. Il comune che vanta il maggior numero di iscrittiè quello di Bussoleno con 209, seguito da Susa con 195 e Oulx con177.

Abbiamo sin dall’inizio parlato di aiutanti e aggregati di cui co-nosciamo già i numeri. Per gli aiutanti, i Gruppi di Bussoleno con 5e San Giorio con 2 si dividono il totale. Invece per gli aggregati nonha più tanto senso parlare di numeri ma dobbiamo ragionare invecein percentuale.

Ebbene i numeri ci dicono che ben quattro Gruppi hanno una per-centuale superiore al 50% di aggregati rispetto agli alpini. San Di-dero guida la classifica con il 62,50% ma non è certo significativa

visti i numeri in raffronto, i tre che seguono superano tutti la sogliadel 50% e precisamente Novalesa con il 58,54%, Chiusa San Mi-chele con il 52,17 e Claviere con il 51,42%. Dall’altra parte invecei Gruppi con le percentuali più basse sono Foresto con 13,16%,Sauze d’Oulx 13,89% e Villar Dora 17,39%.

Ultima notazione a forza totale riguarda la nostra Protezione Ci-vile che conta 127 elementi di cui 45 alpini, 6 aiutanti e 76 aggregati.

Torniamo adesso ai soli alpini.Abbiamo prima detto che eravamo 2525, 2520 uomini e 5 donne. Come già sappiamo i Gruppi che si dividono la forza di 2525 al-

pini sono 36 e tra questi spiccano come forza Oulx con 181 unitàseguito da Susa con 126 e Rubiana con 120 mentre i più piccini sonoMeana con 28, Gravere con 26 e San Didero con 8.

Passiamo ora brevemente ai singoli. I tre alpini più anziani sono Giulio Rossero (Chianocco) nato nel

1911, Carmelino Gotto (Villar Dora) del 1914 e Natale Manina (Fo-resto) del 1915, senza dimenticare i nostri splendidi ultranovantenniche sono stati premiati e festeggiati sabato 8 settembre al castello diAdelaide a Susa. Invece i più giovani, beati loro, sono Valentina De-voli (Bussoleno) del 1989 e Luca Davì (Condove) del 1990 comeAlice Rocci (Bruzolo). Un ragazzo e due ragazze segno che qualchecosa sta cambiando …

Visto che abbiamo parlato di età, di giovani e di “meno giovani”andiamo a scoprire la nostra di età.

Ebbene… l’età media della Sezione è di 60,02 anni (sigh) dovel’età media degli uomini è di 60,10 (sigh) e quella delle donne di23,80.

Andiamo ancora a fondo e vedremo come i tre Gruppi più anzianisiano Gravere (71), Foresto (68) e Meana (67). Ma se esistono gli an-ziani esistono anche i giovani e così Oulx, Claviere e Salbertrandcon 56 anni e Mattie con 54 rappresentano il rovescio della meda-glia.

Basta con i numeri. Ultime due curiosità. I cognomi più frequentitra gli alpini sono Favro con 22 ricorrenze, Rocci 19 e Giorda 18mentre ben 82 Giovanni distanziano i 78 Roberto ed i 77 Giuseppe.

Gli alpini e il loro cappello

Vi proponiamo questa poesia di Mario Paris che rispecchia unpoco la realtà di molti alpini che finita la naja... ciao capel! Poiperò...

Capel d’alpin

Pendù a 'n portamantel già camolàtacà a na muraja con doi ciò,j'é mè capel d'alpin, 'n pòch dësformà:l'é chiel ch'am pòrta al temp dla gioventù.

A l'han butam-lo an testa ant ël quaranta,i l'hai butàlo an mes a la tormentamarciand des dì ant la dëstèisa biancaa randa al Dòn: e j'ero a "meno tranta".

J l'hai scondùlo, ant j'ann da përzoné,s-ciassand-lo al cheur come n'arlichia santa,cheich vòlta i lo guardavo, da stërmà,për sent-me an pòch... come se ij fusso a cà.

Finìa la guèra e tornà al pais,mè pòvr capel... l'é come andà an pension:i lo butavo pòche vòlte a l'ann,mach për ij funeraj e chèich riunion.

"J'alpin - disìa la gent - a son 'd fissà:a san mach fé la guèra; adess, an pas,a san mach tupiné, soa ambissiona lé mach cola ed desveujdé ij pinton!".

***Peui... l'aluvion del Pò, dël nostr Piemont,Firense bela sofocà 'd paciòchpeui la fran-a sassin-a ëd Valtellinae ij teremòt dl'Irpinia e dël Friùl.

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90°Disastri, neuit ëd feu e cà brusà,

arpar e dighe e briglie dësversà,campagne devastà da l'aluvion,acqua e paciòch e ram e pere e bijon...

Masnà che a pioro, òmini ch'a meuiroe dòne anginojà an sle ruvin-e,vej ch'as rabélo, strach e disperàmut an sël pòst andova a j'era soa cà.

L'é pròpe an coj moment che noi alpin,dissiplinà com j'ero al temp ëd guèrai soma disse: "Alé, l'é nòstra oraan toca a noi a salvé nòstra tèra!".

“An toca a noi, ai giovo e a coj già gris,a fé arnasse e vive sti paìs!An toca a noi, a nòstra associassiona sté dacant a le popolassion

colpìe da le dësgrassie e dai maleure dëspeujà dal frut ed sò travaj,për feje vëdde col ch'a l'é nòstr cheur,për deje la speransa e 'n pòch d'amor!”

***Pà mach an tuta Italia, ma 'dcò feura,j'alpin tante vòlte a l'han portàla fòrsa dij sò brass, soa volontà,për deje na man a chi a n'avìa dabsògn,

sensa mai desse 'l minim d'importansae an travajand con veuja e con cossiensa,portand caussin-na, giàira, sabia e monl'han fait ël sò dover, con discression.

***An costa società sensa ideaj,nen për blaghé... ma i soma ancora ij mej.Su pich, cariòle pale e rëmme 'd pinj'é na bandiera: nòstr capel d'alpin.

Capel che noi portoma con orgheuje che vorrìo a portéisso nòstri fieujcol dì che is n'androma con Nosgnorlassù 'nt ël cel... ël paradis ëd Cantor...

Mentre an sle arvin-e bagnà dal nòstr sudor,a sponto torna, frësche, neuve fior,ancheuj fà torna veuja (sacocin!),a porté 'n testa nòstr capel d'alpin!

Mario Paris

Cappello alpinoAppeso ad un attaccapanni già tarlato / attaccato al muro con duechiodi / c'è il mio cappello alpino, un po' sformato: / è lui che mi ri-porta al tempo della giovinezza.Me l'hanno messo in capo nel quaranta, / me lo son messo in mezzoalla tormenta, / camminando dieci giorni nella distesa bianca / ac-canto al Don; eravamo a "meno trenta".L'ho nascosto negli anni di prigionia / stringendolo al cuore comeuna reliquia santa; / talvolta lo guardavo di nascosto, / per sentirmiun po'... come se fossi a casa.Terminata la guerra e tornato al paese / il mio povero cappello... èandato in pensione; / lo mettevo poche volte all'anno / soltanto peri funerali e per qualche riunione."Gli alpini - diceva la gente - sono dei fissati, / sanno soltanto farela guerra; ora, in pace / sanno solo far festa e la loro ambizione / èsoltanto quella di svuotare i bottiglioni!".Poi... l'alluvione del Po, del nostro Piemonte, / la bella Firenze sof-focata dal fango, poi la frana in Valtellina / ed i terremoti dell'Irpi-nia e del Friuli.Disastri, notti di fuoco e case bruciate / ripari, dighe e briglie scon-volte, / campagne devastate dall'alluvione, / acqua e fanghiglia erami e pietre e tronchi.Bambini che piangono, uomini che muoiono / e donne inginocchiatesulle rovine, / vecchi che si trascinano... stanchi e disperati / muti sulluogo dov'era la loro casa.

E' proprio in quei momenti che noi alpini / disciplinati come era-vamo in tempo di guerra / ci siamo detti: "Alè, è la nostra ora, /tocca a noi salvare la nostra terra! Tocca a noi, ai giovani e a coloro che hanno i capelli grigi / far ri-nascere e rivivere questi paesi! / Tocca a noi, alla nostra associa-zione / star vicini alle popolazionicolpite dalle disgrazie, dalla sfortuna / e spogliate del frutto del lorolavoro, / per far veder loro quello che è il nostro cuore, / per darloro la speranza e un po' d'amore!”.Non solo in tutta Italia, ma anche al di fuori, / gli alpini tante voltehanno portato / la forza delle loro braccia, la loro volontà, / perdare una mano a chi ne aveva bisogno,senza mai darsi il minimo di importanza / e lavorando con volontàe con coscienza, / portando calce, ghiaia e mattoni, / hanno fatto ilproprio dovere con discrezione.In questa società senza ideali, / non per vantarci... ma siamo ancorai migliori. / Su picconi, carriole, pale e tronchi di pino / c'è una ban-diera: il nostro cappello alpino.Cappello che noi portiamo con orgoglio / e che vorremmo portas-sero i nostri figli / quel giorno che ce ne andremo con il Signore /lassù nel cielo... il paradiso di Cantore...Mentre sulle macerie bagnate dal nostro sudore, / tornano a spun-tare freschi nuovi fiori, / oggi è di nuovo bello (perbacco!), / portarein capo il nostro cappello alpino.

La Madonna degli alpiniCome ricordo di questo nostro importante traguardo, Laura Grisa,

collaboratrice da anni de Lo Scarpone Valsusino, ha composto unapoesia che coglie il forte legame degli alpini della valle di Susa conla “loro” Madonna. La Madonna del Rocciamelone.

Un legame ultracentenario che, nella ricorrenza del 90° di fonda-zione della Sezione, si è voluto evidenziare anche con la presenzanella sfilata di un armonico e significativo numero di bambini - 90,ovviamente - e pure come richiamo a quei “bimbi d’Italia” che conla raccolta dei loro oboli (10 centesimi ognuno) permisero di realiz-zare la splendida statua dello scultore torinese Antonio Stuardi.

Una festa con lo sguardo lassù

Nel fulgore di un cielo di cobaltoo tra nebbie e sibili di gelide folate,Tu, “più candida della neve”che ti ammanta dei rigoridelle glaciali solitudini invernali,attendi, lassù, con soavi sguardi,e accogli annualmente da tempo,le “tue penne nere”.Un incontro gioioso che ridesta nei loro cuoriquei lontani giorni del 1899, quandosulle “braccia de’ forti in armi vigili alla difesa alpina”,*sei giunta nel tuo immacolato recessodi ospitalità e di dono.Un abbraccio e un vincolo d’amoresempre vivi e palpitanti.Perciò, sul pentagramma della festadel 90° compleanno della Sezione,le note più delicate sono per Te- come omaggio riconoscente -in un armonico sventolio di tricolori.Per Te che custodisci nel tuo candore di lucetutti quelli che sono “andati avanti”,per Te che hai confortato,negli orrori delle guerre, il rantolo dei moribondi.Per questa tua incessante premura,un serto simbolico di bambini come richiamoai “bimbi d’Italia” che ti vollero lassù,icona perenne di vicinanza e di protezione.E come candeline della festae segno di speranza per il futuro.In questo scrigno di ricordi,lievitano progetti e propositinel solco dell’auspicio e del grazie del Presidente nazionale:“fedeltà alla Patria, alla Bandiera, alla Montagna”.

Laura Grisa

* versi tratti dalla lirica “Alla Madonna del Rocciamelone” di GiuseppeManni, pubblicata su Il Rocciamelone il 4/8/1900.

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“Un abbraccio di popolo”,così il presidente sezionaleGiancarlo Sosello ha definitol’evento nel saluto pronunciatodomenica 9 settembre. Questo èstato. Così lo hanno vissutoanche le altre personalità inter-venute al termine dei due giorniin cui la Sezione A.N.A. ValSusa ha meritatamente festeg-giato se stessa: dalla prof.ssaAmprino, sindaco di Susa al vi-cepresidente nazionale vicariodell’A.N.A., dalle autorità localie provinciali a quelle regionaliche molto volentieri hanno ac-cettato l’invito a presenziare.

Dalla gioia della sfilata allacommozione del doppio ricordodei Caduti: amici francesi editaliani accomunati in unoscambio che ha determinatol’ascolto in successione di Ma-meli e della “Marsigliese” chehanno avuto lo stesso saluto mi-litare.

A chi osservava con occhioattento anche il non visto e ilnon detto, quell’abbraccio sem-brava contenere però un ele-mento in più: la sottilemalinconia che sempre accom-pagna i ricordi.

Nel seguire le jeep con le me-morie viventi, la gioia festosa ecolorata dei bambini, le notedella fanfara, i labari dei gruppie le centinaia di alpini che chiu-devano la sfilata, veniva dav-vero voglia di mettere sul piatto“tranta sold” per sapere cosastesse realmente provando lacittà di Susa.

Non i segusini, non i cittadini,proprio la città: le case, lestrade, le piazze…

Chissà se ha rivissuto la storiache per decenni l’ha stretta-mente legata al corpo degli Al-pini; chissà se ha nuovamentesentito lo stridio dei treni cheportavano le reclute spaesate oquelli che riconducevano a casai congedati, certamente più fe-stosi.

Nel vedere tante penne haforse riascoltato il chiasso seralenei locali o il suono del cam-mino delle ronde notturne?

Ha sentito ancora il peso e loscalpiccio degli zoccoli dei muliche carichi dei loro basti per-correvano il selciato per av-viarsi a marce o esercitazioni,lasciando la caserma ancoraprima dell’alba?

Ha provato nostalgia perquella presenza giovane e vigo-rosa, chiassosa e rassicurante,che per decenni è stata parte delsuo stesso tessuto vitale?

Chissà!?Non lo possiamo sapere con

certezza ma pensiamo di nonandare troppo lontano dal verose diciamo che ha veramentevissuto tutte queste sensazioni.

Certo è che la due giorni dialpinità l’ha invasa e travolta inun bailamme di colori, suoni,voci, volti, camicie e cappelliche sempre mostrano la loroineliminabile individualità purnella comune appartenenza adun corpo che fa della condivi-sione uno degli elementi por-tanti, una delle sue ragioni diessere.

Diceva ancora il Presidenteche la Sezione porta bene i suoinovant’anni e in effetti la gioia el’energia degli organizzatori edei partecipanti documentanooltre ogni dubbio quello stato di“buona salute” che lui stesso hasottolineato.

Forte memoria storica, orgo-glio per le cose fatte, energica at-tività svolta nel presente esguardo proiettato con fierezzanel futuro, sono la testimonianzaconcreta di quanto ha affermatoil generale Blais nel suo inter-vento ricco di storia e articolatonelle considerazioni: “gli alpiniposano lo zaino a terra o vannoavanti, ma non muoiono mai”.

Ad maiora, cara vecchia egiovane Sezione A.N.A. ValSusa!

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90° Novantesimo:

riflessioni su un compleannodi Mauro Biglino

Ammainabandiera al termine della giornata di festa.

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Lo ScarponeValsusino 23

90°

La storia degli alpini della Valle di SusaI due volumi, Mario Tonini la racconta

VOLUME 1 (1872-1943)

Il volume affronta la tema, evidenziata nel sottotitolo, in dieci ca-pitoli seguendo l’ordine cronologico. Incontriamo soldati fin dal-l’origine. Alle pagine esplicative del periodo storico preso in esamein ogni capitolo, seguono delle fotografie di riferimento che com-pletano con una galleria d’immagini, la tema. Sono scatti che illu-strano icasticamente l’iter degli alpini sotto molti aspetti, sia in paceche in guerra. Le fotografie di fine Ottocento e inizio Novecentosono tutte scattate da fotografi professionisti, mentre, dagli anniVenti, furono gli ufficiali grazie a macchine portatili di facile uso, ariprendere in svariate situazioni le truppe alpine. Tanti giovani al-pini, le loro caserme, i loro muli, le loro divise, le loro armi, i loromezzi di trasporto, i loro teatri di guerra su picchi impervi, affondatinel fango o nella neve, abbacinati dal sole d’Etiopia alla conquistadell’Impero. Da soli, con i commilitoni in posa o in espressioni spon-tanee, e, a volte anche in atteggiamento umoristico o simbolico,come quando un gruppo è ritratto mentre pesca da un’unica gavettala propria porzione di rancio. Tanti ritratti, ovviamente, di solito ano-nimi.

I capitoli riguardano, e raccontano, la fondazione nel 1872, laguerra in Libia nel 1912, la Prima guerra mondiale nel 1915, laguerra in Africa Orientale nel 1936, la guerra in Francia nel 1940, inGrecia nel 1941 e in Jugoslavia nel 1943. Un ampio capitolo è poicomposto dalla storia della Sezione Val Susa dell’Associazione Al-pini. Gruppi, capigruppo, presidenti sezionali e avvenimenti chiu-dono il volume. In appendice le schede con nomi, fatti e avvenimentidei battaglioni e gruppi d’artiglieria.

Il volume ha vinto il premio “De Cia” di cultura militare e storica2010.

VOLUME 2 (1943-2012)

Il secondo volume comincia dal giorno dell’armistizio: l’8 set-tembre 1943. Il racconto, per immagini, prosegue nel periodo delladivisione dell’Italia in Repubblica Sociale Italiana e territori meri-dionali liberati dagli anglo-americani.

La Liberazione: i partigiani come gli uomini arruolati nella Divi-sone “Monterosa” saranno le due facce della stessa medaglia. Le fo-tografie sul libro raccontano questo travagliato e cupo periodopost-guerra vissuto da altre penne nere in campi di concentramentoin Germania. Prima Repubblica fu e l’esercito entrò nella NATO elì operò con continuità per cinquant’anni. Due l’anno le manovrecui parteciparono gli artiglieri del “Pinerolo” e gli alpini del “Susa”.Immagini e foto nel caldo turco e nel gelo nei ghiacci danesi e te-deschi.

Con il crollo del muro di Berlino e la fine del comunismo eccol’esercito cambiare e modificarsi per nuove missioni all’estero. Poifu la fine della naja e l’inizio del professionismo che ha portato glialpini all’eccellenza.

Quattro intensi capitoli riguardano l’Associazione alpina. La Se-zione e i suoi presidenti, le sue attività e incontri. La Protezione ci-vile con le sue attività in Italia. La Fanfara e il giornale “Lo ScarponeValsusino” sono raccontati con foto e documentate didascalie. Sitrova, poi, un lungo capitolo che descrive l’attività di ogni Gruppovalligiano dal 1943 a oggi.

Due volumi per 140 anni di storia, più di 600 fotografie in bianconero e colore che raccontano gli alpini in armi e in congedo dellanostra Valle.

Non solo valsusini ma chi proveniente da tutta Italia ha conosciutole nostre montagne in divisa.

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Il nostro futuro è nelle mani e nei cuori dei bambini90°

L’allegria dei bimbi ha resopiù giovane la sfilata dei“veci” per le vie di Susa.

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Att

ualità

Gli onori ai Caduti davanti al monumento posto sulla piazza centrale del paese (foto D. Balbo).

Il Gruppo di Sant’Antoninoha festeggiato il suo 80° compleannoa cura di Elio Garnero

Anche il Gruppo di Sant’An-tonino di Susa ha raggiunto gliottantacinque anni di vita, com-plimenti. Può apparire retorica,ma quando ci si incontra pereventi del genere è doveroso ri-cordare tutti gli alpini delGruppo, dai fondatori agli at-tuali soci che l’hanno portatoavanti negli anni, laboriosa-mente ed anche silenziosamentecome è consuetudine nel “pia-neta alpino”.

In ottantacinque anni moltiavvenimenti si sono verificati,alcuni favorevoli, altri meno,ma anche questi sono stati supe-rati con la solita caparbia, vo-lontà ed indiscusso impegno.

Ecco perché quando ci incon-triamo il nostro pensiero deverivolgersi a loro, ed in partico-lare a quelli che non ci sono più.

Il capogruppo MicheleFranco ed i suoi collaboratorihanno fatto le cose in grandeanche grazie alla disponibilità epartecipazione del sindaco, con-sigliere provinciale dottor Anto-nio Ferrentino ed all’interaamministrazione comunale.

Si è iniziato il venerdì seracon grande afflusso di alpini,

amici e simpatizzanti non sololocali, ma da molte parti dellavalle.

Il programma era ghiotto edavvincente, concerto della Fan-fara della brigata alpina “Tauri-nense” e conclusiva esibizionedell’ormai famoso “Carosello”.Il tutto nella suggestiva piaz-zetta centrale antistante il sa-grato della Parrocchia. E’ statoun successone. Spettacoli cheriescono ad amalgamare la parteufficiale, cioè inno nazionale edaltri inni alpini con una coda al-legra e folkloristica come il“Carosello“ hanno la capacità dicoinvolgere appassionatamentela platea, quindi i battimani e le

richieste di bis si sono sprecati.Tra le autorità locali da segna-lare la presenza del presidentedella Provincia dottor AntonioSaitta.

Il sabato successivo il Gruppoha offerto un rinfresco a tutti isantantoninesi al quale pote-vano partecipare tutti coloro chene fossero interessati.

Ed eccoci alla domenica,tempo splendido, clima afosoma sopportabile.

Si parte dalla nuova grandepiazza e dopo una lunga sfilataper le vie del paese, aperta dallafanfara sezionale si giunge almonumento degli alpini doveviene depositata una corona per

tutti i Caduti. Ne è seguita laSanta Messa con particolare at-tenzione da parte del parrocodon Sergio Blandino agli alpinied all’operato degli alpini.

Sono seguiti gli interventidelle autorità, primi tra tutti il ca-pogruppo Michele Franco ed ilsindaco Ferrentino, calatosi perl’occasione nel ruolo di cerimo-niere; quindi del suo collega,l’assessore provinciale, l’alpinoRoberto Ronco ed in ultimo delnostro presidente Sosello.

Quindi tutti nel salone poli-valente per il pranzo alpino cuisono seguite le premiazioni e lericonoscenze per gli alpini piùanziani e meritevoli.

Da segnalare la presenza neidue giorni di celebrazioni, diuna considerevole rappresen-tanza di alpini guidati dal capo-gruppo di Romano d’Ezzelino(Sezione di Bassano delGrappa) gemellati con ilGruppo locale.

Bravo Michele e bravi i tuoialpini, avete onorato nel mi-gliore dei modi l’importanteevento dell’ 85°.

Appuntamento a tutti tra cin-que anni.

La Fanfara della “Taurinense” protagonista del concerto del ve-nerdì sera (foto D. Balbo).

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Pro

tezi

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ivile Il terremoto dell’Emilia

e la P.C. A.N.A. Val Susadi Renzo Turco

Il gruppo di volontari della Protezione civile A.N.A. Val Susa.

Le calamità naturali che negliultimi anni hanno coinvoltograndi masse di popolazione co-stringendole ad abbandonare leloro case per periodi più o menolunghi, obbligano a trovare dellesistemazioni di emergenza(ospiti in strutture pubbliche oprivate, case di parenti e amiciecc.); una delle soluzioni piùdiffuse è sicuramente la costru-zione di campi attrezzati contende e strutture similari per larelativa velocità di realizza-zione, per la sicurezza chedanno specie nei terremoti e lapossibilità di posizionarle inzone sicure ma pur sempre nellevicinanze delle aree colpite.

Queste procedure sono statemesse in atto anche nel terre-moto che a maggio ha colpitol’Emilia Romagna in particolaree zone della Lombardia e delVeneto.

Sono sorti moltissimi campiche hanno ospitato oltre 17.000sfollati che stanno lentamentedecrescendo man mano chevengono fatte le perizie di agi-bilità.

Certamente il rientro nellapropria abitazione è il desideriodi tutti, tuttavia non è unaazione meccanica e facile poi-ché la paura acquisita durante leterribili scosse spesso rende dif-ficile il rientro che avviene conl’accompagnamento di psico-logi, tecnici ed esperti sia di

strutture che dei comportamentiumani.

Testimonianza diretta avve-nuta il 13 luglio: eravamo nelcampo e una scossa non forte,ma preceduta da un rumore si-mile allo sfregamento di unaroccia su un’altra l’abbiamo av-vertita, prima ancora di renderciconto, dalle grida concitate diuna bimba in una casa vicina“papà, papà il terremoto!”.

Non trattiamo qui i danni pro-vocati dalle scosse della terraperché tutti abbiamo visto suigiornali ed in televisione quasiin tempo reale cosa è successo:le perdite umane, i danni alleabitazioni e alle aziende maanche la voglia e la caparbietàdi rinascere e di continuare a vi-vere e lavorare nelle zone in cuisi è nati e a cui si è legati daforti vincoli storici e sociali.

Anche la Protezione Civiledegli alpini della Val Susa si èprodigata per portare un primo- seppur piccolo - contributo di-retto a queste genti e così, fortidelle esperienze acquisite neglianni abbiamo richiesto alla sedenazionale di tentare un esperi-mento nuovo: la gestione totaledi un campo.

La tradizione vuole infatti chela gestione di un campo sia affi-data ad almeno tre Sezioni con-temporaneamente, peramalgamare i volontari, per nonsguarnire troppo le Sezioni ecc.

ecc., ma noi abbiamo osato dipiù e così dal 7 al 14 luglio laPC A.N.A. Val Susa, con 35 vo-lontari delle squadre di Susa,Bussoleno, Chiomonte, Oulx,Sant’Ambrogio e nuclei Cinofilie Sommozzatori ha avuto la ge-stione totale del Campo 3 di Fi-nale Emilia “stadio” con unacapacità di accoglienza di circa500 persone per la grande mag-gioranza formata da extracomu-nitari (marocchini, indiani,benin ecc) con credo religioso eculture diverse dalle nostre.

Ma cosa vuol dire “gestire uncampo” e come è organizzato?

Proviamo allora a spiegarecome funziona precisando su-bito che ogni campo è presidiato24 ore su 24 fino al giorno dellosmantellamento, per cui ven-gono fatte delle turnazioni deivolontari della durata di unasettimana.

Il coordinatore è il capocampo (per noi Paolo Parisio)coadiuvato da un sostituto (Cor-rado Tounour) e supportato dauna segreteria con 3 volontariesperti in informatica, da cuipartono e dove arrivano tutte lerichieste sia scritte che verbalidegli ospiti ma anche dalle Isti-tuzioni in genere e dal C.O.C.(Centro Operativo Comunale)in primis; è dalla segreteria chepartono verso l’esterno ed arri-vano gli ordini relativi agli ac-quisti della cucina e del

magazzino, le problematiche ele richieste di impiego per i “lo-gistici”, gli aggiornamenti sulla“movimentazione del campo”tutti i “report” richiesti con leloro tempistiche e scadenze aivari Enti ed A.N.A. nazionale.

Bisogna trovare la sistema-zione per ospiti aggiunti, gestirele uscite, rapporti continui conil C.O.C., con le forze dell’or-dine per problemi che possonosorgere in un campo dove con-vivono “culture, tradizioni e re-ligioni diverse”, quindi mondidiversi spesso non comunicantitra loro, dove bisogna esserepronti per ogni evenienza.

Anche tutti i comunicati de-vono essere fatti tradurre ed af-fissi nel campo nelle varielingue (arabo, cinese, indianoecc.) così come i comunicatimicrofonici.

Importante rimarcare che siadi giorno che di notte avven-gono passaggi delle Forzedell’Ordine la cui presenza èsicuramente un deterrente con-tro situazioni di incompatibilità,liti ecc., che purtroppo si veri-ficano data la promiscuità in cuisi vive nel campo.

Per cercare di non innescaresituazioni a rischio - per esem-pio - nelle tende non sono am-messi televisori (ne esiste unonella tensostruttura “comune”)poiché sicuramente potrebberonascere discussioni sul canale,sul volume, sulla durata di ac-censione ecc.

Dal capo campo dipendonooltre alla segreteria:

Responsabile della cucinacon uno suo staff formato da 5volontari compreso il capocuoco che per noi erano gliamici della PC A.N.A. di Tre-viso.• Responsabile supporto cucina(Luigi Bertinotti e 6 volontari)con il compito di richiedere egestire i viveri, pulire la cucinae il settore della distribuzione,effettuare il servizio mensa edaiuto ai cuochi per la prepara-zione di colazioni, pranzi ecene.

Sono quelli con orario di la-voro più lungo: la preparazionedella colazione inizia verso le5,30 per continuare quasi inin-terrottamente fino alla puliziadella cucina dopo la cena, in-torno alle 21,30: rimangonoben poche ore libere per gli ad-detti.

Ricordiamo che in un campomultietnico anche il menù è in-fluenzato dai vari credi reli-giosi: chi non mangia mucca,chi non mangia maiale, chi solocarne macellata secondol’Islam, bevande non alcooli-che, e così via. Così, tutta lacarne del campo proviene damacelli certificati che seguonometodo halal quindi conformealle usanze del’etnia prevalenteal campo: quella musulmana.

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Pro

tezi

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ivile• Responsabile logistico (Renzo

Turco con 9 volontari con tur-nazioni H24) per la manuten-zione elettrica, idraulica, edile,falegnameria, sistemazionetende, lavori di migliorie alcampo e contatti con entiesterni, nonché i trasporti di vi-veri e materiali.

I lavori maggiori, date le ele-vate temperature riguardano icondizionatori di cui ogni tendaè dotata, poi il gonfiaggio delletende - tutte pneumatiche - in-fluenzato anche dalle variazionidi temperatura, accensione luci,controllo dei gruppi elettrogeniecc. ecc., a cui spesso si aggiun-gono ispezioni esterne per certi-ficazioni e controlli.• Responsabile servizi generali

(Pio Guarato con 10 volontaricon turnazioni H24) per la ge-stione della porta carraia, ac-compagnamento e security,pulizia dei wc dei volontari, ad-detti alla movimentazione mac-chine e accompagnamenti inaree esterne, verifica ingressoparrucchieri e pettinatrici edaltri servizi esterni forniti agliospiti del campo.• Responsabile magazzini delcampo (Bruno Mondino con 1volontario) per la distribuzionedei materiali (escluso i viveri)ed il loro approvvigionamento,compreso il cambio lenzuolasettimanale che comporta lamovimentazione di circa 1000lenzuola e 500 federe.

Vi è anche l’assistenza sani-

taria per i volontari fornita dal-l’A.N.A. Vicenza con due infer-mieri che coadiuvano anche ilmedico di base ASL e il pedia-tra, presenti in orari prefissatialla tenda infermeria per gliospiti.

Quindi: 35 Volontari A.N.A.Val Susa, 4 cuochi A.N.A. Tre-viso, 4 Forestali quali agenti diPubblica Sicurezza e 2 infer-mieri dell’A.N.A. di Vicenzaper copertura sanitaria.

Totale 45 persone per farfunzionare l’intera macchina diun campo che può ospitare finoa 500 persone.

Non è possibile raccontaretutto ciò che capita o può capi-tare in un campo, ma basta pen-sare che siamo stati tutti moltoimpegnati, tant’è che alla seranon si vedeva l’ora di fare unadoccia e andare a dormire: in-credibile ma dai 40-43 gradidiurni, la notte si dormiva conuna coperta e condizionatorespento!

Per poter lavorare con tempe-rature diurne così elevate è ne-cessario bere molto percompensare la sudorazione(circa 5 litri al giorno), ed unaiuto insperato ci è giunto dallaPepsi Cola, che per mezzo deldirettore Europa (nativo di Fi-nale Emilia e lì residente), hafatto pervenire ai campi di Fi-nale circa 60.000 bottiglie diGatorade e altre bevande, perospiti e volontari, davvero ungrande supporto nel caldo tor-rido!

La settimana è trascorsa velo-cemente e siamo rientrati la-sciando il campo alla gestionedei volontari di Tirano, Como eLecco, altri cuochi sempre diTreviso, altri infermieri, altri fo-restali e così via.

Dopo questa (per noi posi-tiva) esperienza ci auguriamoche questo e tutti i campi pos-sano essere chiusi al più presto asignificare che l’emergenza è fi-nita e tutti possano fare ciò cherecita il motto di una magliettastampata in loco “Prima o poitornerò a dormire nel mio letto”,come abbiamo potuto fare noi alritorno a casa.

Queste esperienze lasciano inognuno di noi un segno indele-bile di solidarietà, condivisionedi patimenti e di storie tristi epoi la conoscenza di altri Vo-lontari, degli addetti al C.O.C.,dei tecnici che effettuano le pe-rizie, delle persone del luogo,degli stessi ospiti del campo chevengono da te solo per scam-biare due parole, e per noi lacosa più bella sono i ringrazia-menti spontanei che abbiamo ri-cevuto per dirci che quello chefacciamo (tutti i volontari indi-stintamente) è la prova più elo-quente che si può ricominciareda capo! Purtroppo però i tempisaranno lunghi e sicuramentedovremo tornare per altre turna-zioni nei campi in cui ci sarà bi-sogno della buona volontà esolidarietà anche della nostraProtezione Civile!

Gli automezzi della Protezione Civile sezionale.

Missione compiuta. Bravi ragazzi!di Paolo Parisio, Coordinatore sezionale P.C.

Esperienza altamente forma-tiva per la Protezione Civile del-l’Ass.ne Naz.le Alpini Sez. ValSusa.

Non era facile l’idea di ge-stire un campo sfollati multiet-nico strutturato per accogliere500 persone.

Certo l’esperienza in Abruzzoera presente così come l’espe-rienza fatta durante altre cala-mità o grandi eventi succedutesinegli anni.

Confesso che l’idea di far as-sumere alla Sezione la respon-sabilità della gestione delCampo 3 di Finale Emilia se daun lato era una sfida a testare inoperatività la nostra prepara-zione, era anche fonte di unacerta preoccupazione.

Nessuna Sezione aveva ge-stito da sola un campo, noi dellaVal Susa eravamo (e saremmo)gli unici a fare “questa espe-rienza da soli” ovvero senza

concorso di altre Sezioni, cucinaesclusa.

Assumere io la qualifica dicapo campo era sì fonte certa diarricchimento d’esperienza mase non fossi stato in grado di farfronte a tutto ciò che incombesul capo campo?

Se i miei volontari non fos-sero stati capaci di conciliarequel sorriso e quella umanità“tipicamente alpina” con la gar-bata e gentile fermezza per “te-nere il campo” dove culture,religioni, storie e vicende vis-sute sono le più variegate e dovela convivenza forzata all’internodi esso tra gente così diversa espesso tra loro profondamentedivisa poteva accendere contra-sti anche gravi?

Le notizie di “frequenti pro-blemi” tra le varie etnie o tra ita-liani ed extracomunitari chepervenivano da più campi nonerano certo atti a rasserenare i

miei timori ma poi, sofferman-domi sui nomi dei miei volon-tari in lista per la partenza,cresceva in me la certezza chetutto sarebbe andato per il me-glio… Il dado era tratto, la de-cisione ultima presa… El’autorizzazione arrivata!

Così io assieme a Corrado,quale mio vice e Marco qualeresponsabile segreteria parti-vamo venerdì mattina presto perraggiungere Finale Emilia.

Già in mattinata raggiunge-vamo lo stadio che ospita ilcampo: una ordinata distesa ditende blu per gli ospiti e volon-tari con tecnostrutture biancheadibite a cucina, mensa, spaziobimbi e tenda giocattoli poi imoduli servizi, la struttura se-greteria con annesso bar, i ma-gazzini ecc.

Fatte le presentazioni, veni-vamo informati sulla situazionegenerale di Finale Emilia, l’ubi-

cazione dei vari campi (chesono attualmente 5 sul territoriodel Comune) e su quella delCampo 3, il nostro. Subito si fa-ceva conoscenza con la piatta-forma informatica per lagestione dei campi su tuttoquanto ruota attorno alla segre-teria e sulle incombenze varieche i miei volontari avrebberodovuto svolgere intervallate da“alcune dritte” legate all’espe-rienza ormai in fase finale deinostri predecessori.

Le informazioni erano tantecosì come le procedure da im-parare, l’orologio scorreva e alle18.00 riunione al Centro Ope-rativo Comunale dove venivopresentato quale subentrante al“tavolo di lavoro” ed in partico-lare al Responsabile Operativoe al maresciallo dei Carabinieri.

Alle 24.00 abbondantementepassate finalmente a letto conun bagaglio di informazioni

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Pro

tezi

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ivile

Il presidente Perona a colloquio con il coordinatore Parisio.

complessive veramente ampiema con la certezza cheavremmo fatto egregiamente “ilnostro dovere” e che avremmoportato alto il prestigio della no-stra Sezione.

Sveglia alle 7,00 ancora utilinozioni, passaggi di consegne epoi l’arrivo, prima dei cuochidell’A.N.A. di Treviso e poi del-l’autocolonna della Val Susa.

I “nostri” erano arrivati !!!Subito a dividere gli uomini

in base a quanto stabilito nelleore precedenti: gruppo logistico,gruppo carraia e security,gruppo supporto cucina, com-pletamento segreteria con tutti icompiti di competenza settoreper settore e tutti con un proprioresponsabile con il compito diformare immediatamente le tur-nazioni di servizio H24 con in-dividuazione in ogni turno di uncapoturno… l’organizzazionedella Protezione civile A.N.A.Val Susa era partita !!!

Solo successivamente, adoperatività intrapresa, l’asse-gnazione dei “posti branda” intenda e ciò non in base alle“squadre di appartenenza” maesclusivamente in base algruppo di lavoro di apparte-nenza al campo.

Così la Val Susa prendevapossesso del campo sportivo diFinale Emilia… l’unica tendo-poli senza un albero con il ter-mometro che superavaabbondantemente anche i 41°.

Alle 12.00 del 7 luglio ilCampo 3 – stadio – di FinaleEmilia era nostro, era A.N.A.Val Susa.

Non sto qui a scrivere dellavita del campo poiché moltisono i momenti intensi avuti,molti i momenti belli ma certonon nascondo anche decisionigravi che ho dovuto assumerequale l’ordine di immediataespulsione, a mezzanotte pas-sata, di una persona in quanto digrave turbativa per l’ordine

pubblico del campo stesso do-vuto a gravi problemi di convi-venza familiare, oppure lacompilazione delle liste di per-sone assenti ingiustificate perpiù di un certo numero di ore inbase all’ordinanza del Sindaco(che io feci però dopo aver con-statato assenza di più giorni),ma la disponibilità alla collabo-razione da parte degli ospiti peruna corretta vita nel campo èstata sempre presente ed ho co-nosciuto tanta brava gente indi-pendentemente dal colore dellapelle, dal luogo di provenienza edalle condizioni sociali pre epost terremoto.

Certo che se mi avesserodetto anni fa che un giorno avreiaffisso scritte in arabo con iltimbro degli alpini di Val Susadifficilmente ci avrei creduto!

Durante la nostra gestione delcampo vi è stato un censimentodella popolazione in esso ospi-tata effettuato dalla Questura,Immigrazione e Comune, visono stati ispezioni dell’ASL,del Dipartimento nazionale diPC ma anche la soddisfazione diavere volontari di altre organiz-zazioni di altri campi in Finaleche venivano a visitare il n° 3,quello della Colonna NazionaleA.N.A. quale, a loro dire, esem-pio di maggior efficienza ed or-ganizzazione.

E’ stata anche molto graditala visita del nostro Presidentenazionale.

Che dire dei volontari, sonofantastici tutti. A loro va il miograzie. Avete lavorato con abne-gazione nonostante i + 40°, leore di sonno poche e le ore di la-voro molte. Neppure la “pappa-tacia” la temibile zanzara lìpresente che pur ha “colpito” al-cuni di loro, non li ha fermati ecosì con una “siringata al corti-sone” unico rimedio per fermareil prurito e la gestazione sotto-cutanea delle uova depositate daquest’insetto, non hanno abban-

donato le proprie postazioni:brava Rosella e bravi, bravis-simi tutti per l’impegno dato edi risultati raggiunti.

Sabato mattina al termine del-l’ultimo alzabandiera con l’Innodi Mameli, dopo la consegnadegli attestati, mentre i mega-foni del campo diffondevanol’Inno degli alpini con tutti i vo-lontari sull’attenti un po’ dicommozione mi è presa ed hofatto fatica a “fare il Capo”.

Poi sono arrivate le altre Se-

zioni, il cambio turno, quindifermenti, spiegazioni, carica-mento mezzi e congedo dalcampo. Tanti sono stati i graziedella gente ed è questo quelloche a noi più conta.

Una bellissima e commo-vente lettera scritta da unadonna già in età e a noi indiriz-zata sicuramente è il segno piùtangibile che abbiamo svoltobene il nostro compito.

Bravi ragazzi, missione com-piuta!

L’angolo di Elio Garnero

Funerali dei nostri alpiniAnche in questa dolorosa circostanza riusciamo ad essere diversi

Noi alpini abbiamo la doverosa abitudine di accompagnare i no-stri fratelli all’ultima dimora, tradizione che mi auguro non debbamai venir meno nel tempo. Ho deciso di scrivere queste mie osser-vazioni dopo aver partecipato al funerale di un anziano di vecchiaconoscenza.

Innanzitutto ho valutato quanto sia difficile per un sacerdote offi-ciare un funerale, perché oggi, sempre più spesso si trova a cele-brare una funzione funebre di una persona che pur facendo partedella sua parrocchia non ha mai conosciuto, e la maggior parte deipresenti non sa come rispondere e quando alzarsi o inginocchiarsidurante il rito. E’ proprio vero che ormai quello funebre è l’unicorito cattolico capace di attrarre in chiesa i non credenti. Poi il sacer-dote parla genericamente del defunto chiamandolo per nome comese l’avesse conosciuto.

Anche il saluto alla salma prende un andazzo frettoloso, poco so-lenne, ed egli è costretto, imbarazzato a trattenere i presenti in chiesaancora per qualche minuto. Del resto già durante il rito si era resonervosamente consapevole del pubblico a cui si stava rivolgendo,costretto a rispondere al posto dei fedeli che assistono assenti, di-sinteressati ed annoiati.

Ecco dove sta la differenza con i funerali dei nostri fratelli alpini:scatta l’allarme in valle, funerali in tal paese, alle ore tali, ritrovo osul sagrato della chiesa oppure alla casa del defunto.

I Gruppi quasi sempre sono tutti presenti. Ritengo che qualsiasisacerdote della valle, ma non solo, non si è mai trovato in difficoltàa celebrare il rito funebre, dovendo avere a che fare con gli alpini,poiché essi sanno come comportarsi in chiesa (è pur vero che qual-cuno di noi è allergico alle esalazioni della cera e dell’incenso, madopo aver ricorso ad un caffè magari corretto grappa nel bar più vi-cino, è pronto a partecipare all’intera funzione fino alla tumula-zione).

Concludo ribadendo che gli alpini sanno come comportarsi ovun-que, a maggior ragione in chiesa, fedeli da anni a quanto riportato eribadito nella Preghiera dell’alpino “la nostra millenaria civiltà cri-stiana”, ed a tale proposito vorrei ricordare a tutti che di “Preghieradell’alpino” ne esiste una sola, quella classica, quindi cerchiamo dinon modificarla con vari e strani arrangiamenti.

Assemblea dei capigruppoL’annuale assemblea, alla quale siete vivamente pre-

gati di partecipare, con cappello, si terrà a Susa nella sededi via Brunetta sabato 3 novembre alle ore 14,30

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DarioBalbo

Letterein redazione

Riceviamo in redazione e pubblichiamo con immenso piacere que-sta lettera

Buongiorno,volevo porgere a tutti i componenti della Sezione A.N.A. Val Susa

i miei complimenti per l'esecuzione del concerto della fanfara se-zionale tenuto sabato sera nella splendida abbazia di Sant'Antonio diRanverso.

Ammetto di essere un po' di parte in quanto mia figlia da quasi treanni fa parte, con orgoglio, di questa formazione, ma proprio perquesto legame e per le tante occasioni che ho già avuto di seguire leloro esecuzioni posso sentirmi di dire che sabato (2 giugno, ndr)sono stati davvero bravi.

Il luogo era sicuramente ottimo a livello acustico e ha messo benein evidenza il buon livello di precisione nell'esecuzione dei brani,segno di una buona preparazione, a mio parere, anche grazie all'in-serimento dei nuovi elementi che oltre a dare un positivo segno dicontinuità sono ben preparati tecnicamente.

Mi permetto queste considerazioni perché amo la musica, in ognisuo genere, spazio dal sacro al profano e da leggera a classica, la ri-tengo maestra di crescita culturale e spirituale e facendo parte ormaida trent'anni di un gruppo vocale e strumentale, pur non essendo unaprofessionista ho avuto sicuramente modo di affinare un po' l'orec-chio.

Mi ha fatto piacere notare l'inserimento di elementi giovani per-ché segno di trasmissione di valori che passano ancora di genera-zione in generazione, ma ancor più mi piace il vedere il bel legamenonostante età così diverse: l'educazione dei giovani elementi e l'af-fetto dei meno giovani che visto da estranea, come posso essere io,li fa apparire come un bel gruppo di nonni, padri e nipoti tutti diun'unica grande famiglia.

Spero che possano continuare così, anche se non è facile. Ho vistoformazioni che con l'arrivo di nuovi elementi hanno modificato tal-mente il repertorio da non essere più riconducibili alla banda da cuierano nati; so che per la fanfara ci sono vincoli legati alla propriaidentità, ma il lavoro del direttore deve essere molto attento affinchéla voglia di novità non porti all'abbandono da parte dei più anzianie sono convinta che il maestro Bellando con l'esperienza maturata finqui saprà mantenere il giusto equilibrio.

Scusate ancora se mi sono permessa di intervenire ma sono abi-tuata a dire la mia opinione specialmente quando positiva!

Cordiali saluti a tutti e buon lavoro per un futuro ricco di soddi-sfazioni.

Maria Padovano

gliardetto.27 giugno - Torino - ConsiglioC.E.S.R.A.M.P. Presente il vi-cepresidente Balbo.29 giugno - Testona. Funeralidel consigliere nazionaleMauro Gatti. Presenti: presi-dente Sosello, i tre vicepresi-denti Balbo, Baro e Garnero,revisore dei conti nazionaleBotteselle, consiglieri Am-primo, Anselmetto, Bert e Gon-tero.1° luglio - Raduno al Colle diNava. Presenti: presidente So-sello, vicepresidenti Garnero eBaro, consiglieri Amprimo,Bartolotti, Bonaudo e gagliar-detti dei Gruppi di Susa eChiusa San Michele.2 luglio - Susa - Consiglio se-zionale. CDS al completo.8 luglio - Claviere - Festa an-

Notiziario sezionale

10 giugno - Sant'Antonino -80° di fondazione. Presenti:presidente Sosello, vicepresi-dente vicario Garnero, vicepre-sidenti Balbo e Baro ed unafolta rappresentanza del Consi-glio sezionale.17 giugno - Exilles - Radunosezionale. Presenti: Presidente,vicepresidenti e Consiglio alcompleto.24 giugno - Rocca Canavese -Ritrovo annuale della Sezionedi Torino e 40° di fondazionedel Gruppo. Presente il nostrovessillo scortato dal consigliereGontero.24 giugno - Fenestrelle - Ri-trovo annuale del Gruppo.Presente il nostro vessillo scor-tato dal consigliere Bonome ac-compagnato dal capogruppo diRubiana, Blandino con il ga-

nuale del Gruppo ed inaugu-razione del monumento all'al-pino. Presenti: presidenteSosello, vicepresidente Balbo econsiglieri Gontero e Tisserand.8 luglio - Sacro Cuore(Meana). Presenti consiglieriBonaudo, Bosco, Sacco.15 luglio - Colle dell'Assietta.Presenti: vessillo scortato dalvicepresidente Baro con alfiereGallina e gagliardetto di Susacon alfiere Pelissero.21 luglio - Oulx - Raduno an-nuale della 34ª. Presenti: vice-presidente Balbo, consiglieriBosco, Sacco e il rappresentantedei giovani, Barone.22 luglio - Picreaux (Bardo-necchia) - Ritrovo e comme-morazione annuale deglialpini morti sotto la valanga.Presenti il presidente Sosello evicepresidente Balbo.29 luglio - Rocciamelone - An-nuale pellegrinaggio sezio-nale. Presenti presidenteSosello e consigliere Foglia.30 luglio - Susa - Consiglio se-zionale. CDS al completo.5 agosto - Sestriere-Monte-rotta - Ritrovo annuale. Pre-senti: presidente Sosello e

consiglieri Amprimo, Demuti eTisserand. 5 agosto - Processione col Trit-tico da Mompantero a Susa.Presenti: presidente Sosello, vi-cepresidente Baro, consiglieriAmprimo, Bert, Bosco, Barto-lotti, Bonaudo, Foglia, Sacco edalfiere Pelissero.12 agosto - Gruppo di Gia-glione - Festa a Santa Chiara.Presente presidente Sosello, vi-cepresidente Baro e consigliereAnselmetto.16 agosto - Bairo Canavese(Sezione di Ivrea) - 40° di fon-dazione del Gruppo ed inau-gurazione nuova sede.Presenti: vessillo scortato dalvicepresidente Garnero ed ac-compagnato dal gagliardetto diAvigliana con il suo capogruppoGiovanardi.26 agosto - Cesana Torinese -80° di fondazione del Gruppo.Presenti: presidente Sosello, vi-cepresidenti Balbo e Baro, con-siglieri Amprimo, Anselmetto,Bartolotti, Bonaudo, Demuti,Gontero, Bert, Bosco, Sacco eTisserand.3 settembre - Susa - Consigliosezionale. CDS al completo.

Oblazioni pro Scarpone

Gruppo di Gravere € 10,00Dott. Baccarini - Gruppo di Susa € 50,00N.N. € 20,00La famiglia in memoria di Mauro Sibille - Gruppo di Bussoleno € 50,00Bertoglio Paola - Caselle € 15,00Ferraris Giuseppe - Capogruppo di Cesana € 120,00Schiari Emilio - Gruppo di Bruzolo € 20,00Perotto Piero per la nascita della nipotina Edith - Gruppo di Borgone € 20,00Valentino Mauro – Gruppo di Bairo (sez. Ivrea) € 20,00Arnol Gabriella - Cuneo € 30,00

Totale € 355,00

Oblazioni Fondo Farinacci

Maresciallo Giuseppe Rosatelli € 50,00N.N. € 10,00Totale € 60,00

Oblazioni pro terremotati dell’Emilia

Gruppo di Borgone € 150,00Gruppo di Bruzolo € 290,00Gruppo di Chiomonte € 600,00Gruppo di Claviere € 100,00Gruppo di Condove € 760,00 Gruppo di Giaglione € 600,00Gruppo di Novalesa € 1.000,00Sezione Val Susa € 100,00Totale € 4.600,00

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63° Raduno delle “Penne nere” al Colle di Nava

Perché ogni anno questo raduno? Esattamente per ricordare la4ªdivisione alpina “Cuneense”, la divisione martire ed il suo co-mandante il generale Emilio Battisti, il quale, pur rendendosi contoche in quell’inferno di ghiaccio (da – 30 a – 40 gradi), con equipag-giamento inadeguato non esistevano speranze di sopravvivere rifiutòsempre di arrendersi ed i suoi alpini lo seguirono con grande orgo-glio combattendo all’arma bianca anche a mani nude.

Restò con i suoi alpini rifiutando di mettersi in salvo con un rien-tro aereo proposto dai tedeschi; seguì così la sorte dei 3000 catturatie deportati in campi di prigionia sovietici dove subì patimenti e sof-ferenze di ogni genere. Per continuare la tradizione domenica 1° lu-glio si è svolto il 63° raduno delle “Penne nere” organizzato dallaSezione di Imperia. Una giornata ricca di avvenimenti e di colori.Alle dieci è partita la sfilata verso il monumento che ricorda i Cadutidella campagna di Russia seguita dall’Alzabandiera. Alle 10,30 ab-biamo assistito alla Santa Messa, alla quale sono seguite le orazioniufficiali conclusesi con l’accorato e coinvolgente intervento del no-stro presidente nazionale Corrado Perona che ha ricordato il reducedi Russia sergente Giacomo Alberti sempre presente agli appunta-menti precedenti, scomparso da pochi mesi in seguito a gravi feriteriportate in un incidente stradale. È seguita ancora la cerimonia degliOnori ai Caduti ed al generale Emilio Battisti.

La giornata si è conclusa con un pranzo alpino nel cortile nel sug-gestivo Forte centrale del Colle di Nava.

Come ogni anno la nostra Sezione era presente con vessillo sor-retto dall’alfiere Gallina e scortato dal presidente Sosello, dai vice-presidenti Baro e dallo scrivente e dai consiglieri Amprimo,Bonaudo, Bartolotti, con i gagliardetti dei Gruppi di Susa e di ChiusaSan Michele.

Presenze del nostro vessilloin manifestazionidi altre Sezioni di Elio Garnero

Autorità e gagliardetti presenti alla cerimonia

80° del Gruppo di Rosta(Sezione di Torino)

Il 2 ed il 3 giugno scorso il Gruppo alpini di Rosta ha celebratol’80° di fondazione.

Già il sabato sera presso la Precettoria di Sant’Antonio di Ran-verso sono iniziate le celebrazioni con i concerti della FanfaraA.N.A. Val Susa e del coro “Incontrocanto”, con la presenza del sin-daco Tragaioli, autorità civili, il presidente della Sezione di Torino,Gianfranco Revello, e del presidente della sezione Val Susa, Gian-carlo Sosello seguiti dai loro vice presidenti e da un notevole nu-mero di consiglieri sezionali.

La domenica, accompagnati dalle note della Fanfara “Monte-nero”, si è svolta la sfilata per le vie del paese con deposizione co-

rona ed Onori ai Caduti rostesi, fino nei pressi del cimitero, dove siè svolta la cerimonia dell’inaugurazione del nuovo monumento agli“Alpini andati avanti”.

Dopo i discorsi di rito la sfilata è ripresa ed ha raggiunto la sededel Gruppo dove monsignor Ribero ha celebrato la Santa Messa alcampo. Oltre al sindaco del paese con il gonfalone comunale, quellodella Provincia di Torino, varie autorità civili e militari ed inoltreerano presenti i vessilli delle sezioni A.N.A. di Asti, Casale Mon-ferrato, Ivrea, Pinerolo, Val Susa, oltre al vessillo della Sezione diTorino scortato dal presidente Revello e da un notevole numero diconsiglieri sezionali.

Il vessillo della Sezione Val Susa era scortato dai consiglieri se-zionali Bert e Gontero.

Gemellaggio tra alpini italiani e francesi (chasseurs alpins)

Forse pochi sono a conoscenza di questo gemellaggio tra alpiniitaliani e chasseurs alpins. Le Sezioni coinvolte sono quella di Ivrea,quella Valdostana e quella della Val Susa. Tale gemellaggio è natocirca quindici anni fa con Ivrea, e man mano sono stati siglati do-cumenti che hanno coinvolto prima la Sezione Valdostana e succes-sivamente la nostra. Noi siamo già stati ospitati in Francia, ed ifrancesi sono stati più volte ospiti ad Ivrea. Con questo gemellaggioabbiamo voluto sfatare un luogo comune, e dopo oltre 65 anni dallafine della Seconda guerra mondiale i nostri incontri, sia in terra fran-cese che in terra italiana si svolgono sempre all’insegna dell’amici-zia e della pace. Occorre ricordare che molti alpini francesi, inoltre,sono di origine italiana.

Quest’anno la Sezione organizzatrice dell’incontro è stata quellaValdostana (il prossimo anno ci si incontrerà in Francia, probabil-mente ad Annecy, e l’anno successivo, il 2014 potrebbe essere la no-stra Sezione ad organizzare l’incontro). L’appuntamento era a PontSaint Martin il 2 e 3 giugno.

Come mia abitudine, prima di informarvi sulla manifestazione uf-ficiale, ritengo interessante comunicare alcune informazioni sullasplendida località che ci ha ospitati.

Pont Saint Martin è situato a 345 m sul livello del mare, con circa4000 abitanti, allo sbocco della valle di Gressoney. Il comune è at-traversato dalla Dora Baltea e da due torrenti: il Lys proveniente dalghiacciaio del Monte Rosa ed il Rechanter affluente del Lys. Nel-l’antichità fu chiamato “ad pontem” con riferimento al ponte ro-mano. Nel 1214 uno dei due fratelli del castello di Bard, Federico,assunse l’appellativo di Dominus Pontis Santi Martini. Così nacqueil nome che si è tramandato fino ai giorni nostri. Pont Saint Martinapre le porte di una valle ricca di tesori, e sono numerose anche nelterritorio comunale le testimonianze dei secoli passati. Sicuramenteeccelle il Ponte Romano, un manufatto poderoso con un unico arcoa sesto ribassato di ben 31 metri di luce. Le sue spalle, formate dablocchi ben squadrati di gneiss e micascisti reperiti sul luogo, pog-giano sulla viva roccia.

Torniamo alla nostra manifestazione: con cielo grigio, ma fortu-natamente senza pioggia intensa ci siamo recati nel piazzale del pa-lazzetto dello sport, splendida struttura che comprende auditorium esalone polivalente (strutture presenti in ogni paese della Vallèe).

Sistemati in corteo per percorrere le vie del paese con fermate perdeporre corone con relativi Onori ai Caduti alpini ed a tutti i Cadutiper il bene della Patria. Dopo il suggestivo passaggio sul miticoponte su citato, sosta in piazza IV novembre per i discorsi di ben-venuto delle autorità italiane, del Sindaco del paese e del presidentedella Sezione Valdostana Carlo Bionaz, a cui hanno fatto riscontroquelli di gratitudine delle autorità francesi. Quindi Santa Messa nel-l’area coperta dei giardini pubblici, a seguire pranzo alpino alla“Maison du Boulodrome”..

Il nostro vessillo era scortato dal vicepresidente vicario Garneroed era pure presente il gagliardetto del Gruppo di Avigliana con ilsuo capogruppo Giovanardi.

55° del Gruppo Torino - ParellaDomenica 10 giugno il Gruppo To-Parella ha festeggiato il 55° di

fondazione. La manifestazione è iniziata già il venerdì 8 con l’esi-bizione di cori, ed è proseguita il sabato con la dedica di una targabronzea in memoria del ten. col. P.A. Spina, medaglia d’argento alValore Militare della campagna di Russia e socio del Parella.

La domenica mattina, l’alzabandiera, l’Onore ai Caduti, la sfilata

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ruppie la Santa Messa officiata da don Sergio Baravalle parroco della

“Madonna della Divina Provvidenza”. Alla cerimonia hanno presoparte, oltre al Gonfalone comunale di Villa Santina accompagnatodal sindaco Polenta, i vessilli della Sezione Carnica, della Val Susa(scortato dal consigliere Gontero) e della Sezione di Torino scortatodal presidente Revello e da un notevole numero di consiglieri se-zionali.

92° della Sezione di Torino85° del Gruppo di Rocca Canavese

Domenica 24 giugno a Rocca Canavese si sono svolti i festeg-giamenti per il 92° della “Veja” e l’85° del Gruppo locale. Si è ini-ziato già il sabato sera con l’inaugurazione della mostra dedicataalle prime pagine de “La Domenica del Corriere” ed un interessantee combattuto torneo di calcio tra alpini in congedo ed alpini in armi.

La domenica mattina, ritrovo, alzabandiera, Onore ai Caduti condeposizione della corona al monumento degli alpini. Quindi, ac-compagnati dalle note della fanfara “Montenero” e dei congedantidella “Taurinense” si è sfilato per le vie del paese. Al termine mon-signor Ribero ha celebrato la Santa Messa al campo. Erano presentii vessilli delle sezioni A.N.A. di Acqui Terme, Asti, Ivrea, Novara,Pinerolo, Val Susa (scortato dal consigliere Gontero) e naturalmenteTorino scortato dal suo presidente Revello.

Gruppo di Bairo (Sezione di Ivrea)Eravamo presenti col vessillo sezionale scortato dallo scrivente

vicepresidente vicario e con il gagliardetto del Gruppo di Aviglianacon il capogruppo Giovanardi. In una mattinata torrida un folto nu-mero di alpini del Canavese e rappresentanze di Gruppi di altre Se-zioni si sono dati appuntamento a Bairo per festeggiare il 45° difondazione del Gruppo locale e per l’inaugurazione della loro nuovasede, uno splendido maestoso salone frutto dell’impegno degli alpinied amici locali in collaborazione con l’amministrazione comunale diBairo. Erano presenti ben sei sindaci dei paesi vicini ed un consi-gliere regionale.

Nell’occasione il sottoscritto ha ritenuto opportuno consegnare alloro alpino Valentino Mauro un crest della nostra Sezione a ricono-scimento della sua continua presenza, che avviene ormai da un de-cennio nella nostra valle, da Exilles a Novalesa ed a tutte lecelebrazioni più significative con il gagliardetto del Gruppo di Bairoed a volte col vessillo della sezione di Ivrea.

Gruppo di Condove

Per un disguido dovuto alla trasmissione del testo, il presente ar-ticolo non è stato pubblicato sul numero di giugno. Ci scusiamo congli interessati.

Dopo che il nostro Gruppo si è costruito la sede, abbiamo dovutoprovvedere al suo mantenimento: il pagamento delle bollette del gas,della luce, dell’acqua, ecc. Abbiamo dovuto provvedere all’acquistodi materiale per le pulizie e per altre necessità legate al buon fun-zionamento della nostra casetta.

Abbiamo quindi dovuto trovare dei modi per reperire i fondi ne-cessari; per questo abbiamo concordato alcune iniziative di autofi-nanziamento.

Si è prestata la nostra opera per delle iniziative proposte dal Co-mune, poi abbiamo organizzato alcune serate con degli sponsor divari materiali. Ma la maggior parte degli introiti è venuta dalle cenedi fine mese per i soci, tramite una modesta cifra di rimborso spesee grazie soprattutto al servizio gratuito offerto da alcuni alpini, spe-cialmente dal nostro abilissimo cuoco.

Abbiamo così potuto far sempre fronte autonomamente alle ne-cessità del Gruppo.

Quest’anno, poi, si è raccolto più del necessario, grazie alla ge-

Un atto di valore sociale

nerosità di tutti.A questo punto un episodio di cronaca è venuto alla ribalta: la

morte di un giovane calciatore sul campo di gioco, per arresto car-diaco. Il tragico evento ha spinto un nostro socio a proporre di ac-quistare, con le giacenze di cassa, un defibrillatore da offrire allescuole locali. La nostra associazione è senza scopo di lucro, perciòla proposta ha subito incontrato il favore dei soci e ci si è attivati perl’acquisto.

Il dottor Bianco, titolare della farmacia di Condove, ci ha procu-rato lo strumento al puro costo, con la sola aggiunta delle tasse delloscontrino.

Il defibrillatore appartiene all’ultima generazione ed è in grado, inpresenza di un battito anche minimo del cuore, di non entrare in fun-zione.

La consegna è avvenuta il 24 maggio, alle ore 11 presso la scuolamedia dell’Istituto Comprensivo di Condove. La preside, prof. ElenaGuidoni, ha invitato per l’occasione i rappresentanti dei Comuni diCaprie, Chiusa San Michele e Condove, dei giornali locali e dei re-sponsabili delle scuole.

Noi, come tutti, ci auguriamo comunque che il defibrillatore nonabbia mai occasione di venire usato.

La semplice cerimonia ci ha riempiti di orgoglio, anche perché lapresenza di questo strumento, servirà a tranquillizzare e infondere si-curezza al personale scolastico, agli studenti e alle loro famiglie.

Alpini, avanti così!Pi.Gi

Massimo Poncet confermato capogruppo

Il 15 giugno si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consigliodirettivo per il triennio 2012-2014.

L’attuale capogruppo Massimo Poncet è stato riconfermato nellacarica ed il nuovo Consiglio è formato dai consiglieri: Ivan Piffer(vicecapogruppo), Stefano Lantelme (segretario tesoriere), AdrianoBeraud (alfiere), Max Falco, Diego Cordara, Dario Manzon, TizianoGirardi, Lorenzo Bennech.

Al nuovo Consiglio auguri per un proficuo lavoro ed al capo-gruppo confermato le più vive congratulazioni.

Festa del Gruppo

Puntualità ineccepibile per il Gruppo di Sestriere nell’organizzarela festa annuale che si è tenuta in località Monterotta/Fontana deglialpini il 5 agosto scorso, raggiungendo la sua 36a edizione.

In un primo tempo le condizioni meteorologiche hanno minac-ciato di interferire negativamente sul buon esito della manifestazionema, contrariamente a quanto verificatosi in altre località montanedella Valle di Susa, in un battibaleno il sole ha prevalso sui nuvoloniconsentendo lo svolgersi normale della festa.

Grande soddisfazione quindi per la famiglia Poncet che unita-mente agli alpini “veci e bocia” e agli amici del Gruppo ha potutocucinare un ottimo rancio alpino servito a oltre 250 convenuti, alpini

Gruppo di Sestriere

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ruppi e simpatizzanti, presenti nonostante la minacciata inclemenza del

tempo.Dopo la S. Messa celebrata da don Gaetano Bellissima, il capo-

gruppo Massimo Poncet con il suo intervento ha ringraziato i Gruppipresenti con il gagliardetto, il sindaco Marin ed il Presidente sezio-nale per la partecipazione. A loro volta gli intervenuti hanno ricam-biato il saluto.

Dopo il pranzo, come è ormai tradizione, la festa è proseguitafino al tardo pomeriggio allietata dalla solita orchestrina che ha coin-volto tutti in balli per giovani e meno giovani.

Complimenti a tutto il Gruppo ed in particolare a Massimo Pon-cet, riconfermato recentemente capogruppo, che ancora una volta ciha permesso di gustare una genuina e partecipata festa alpina.

So. Gi.

Gruppo di Gravere

Pilone votivo in onore della Madonna

Il 25 aprile in occasione del ricordo dei Caduti di tutte le guerre,il Gruppo ha inaugurato un pilone votivo in onore della madonnadel Rocciamelone, patrona della diocesi di Susa.

La funzione si è svolta dopo il pranzo della “Festa di primavera”con la benedizione, da parte del prevosto don Enzo, del pilone rica-vato da una garitta militare restaurata dagli alpini del Gruppo.

Gruppo di Rubiana

15° Trofeo “Bruno Destefanis”

La tradizionale gara di bocce quest'anno ha visto coinvolta tuttaSezione: la gara aperta a tutti gli alpini e agli amici, in regola con iltesseramento 2012, è stata organizzata dal Direttivo del Gruppo nonpiù alla baraonda come negli anni passati, ma a coppie fisse adesclusione dei giocatori di serie A-B.

Il 15° trofeo alla memoria del nostro socio Bruno Destefanis si èsvolto alla presenza del Presidente Giancarlo Sosello, dei consi-glieri sezionali Giovanni Baro Enrico Sacco (capogruppo di Busso-leno) che hanno assistito a tutte le gare svoltesi sui campi di boccepresso la nostra sede.

Le 14 coppie hanno gareggiato nei campi da gioco della nostrasede in B.ta Paschero 5/bis e del Parco Europa.

Verso le ore 20 interrotta la gara è stata servita la cena preceden-temente preparata dal Direttivo, dagli aiutanti e dalle consorti adoltre 60 commensali.

La gara, ripresa dopo la cena è terminata verso le undici e ha vistovincitori del 1° premio (trofeo Bruno Destefanis) la coppia WalterChirio - Mario Garbolino, al 2° posto la coppia Attilio Martinassoe Boris Ruschena.

Il trofeo offerto dalla nostra Sezione da assegnare al Gruppo conil maggior numero di giocatori è stato vinto dal Gruppo di Rubianacon la presenza di 6 coppie.

Un caloroso ringraziamento al sig. Dante Vercellino che comesempre con molto entusiasmo e disponibilità insieme al nostro ca-pogruppo Remo Blandino e tutto il Direttivo hanno organizzato lagara.

Un ringraziamento particolare va alle signore che hanno servitola cena a tutti i partecipanti.

Un grazie di cuore va anche alla famiglia Destefanis che tutti glianni sponsorizza la gara offrendo parte dei premi e alla nostra Se-zione.

Con l’occasione il Direttivo del Gruppo porge a tutti gli iscritti alGruppo, ai simpatizzanti, agli amici e a tutti i Gruppi della Sezioneun cordiale saluto di arrivederci al prossimo anno.

Festa a Pra del ColleNella giornata di sabato 14 luglio si sono dati appuntamento alle

"miande" Soffietto con don Alfonso Vindrola, un gruppo di alpinicon il gagliardetto ed amici per passare una giornata di festa e ri-cordare gli alpini "andati avanti".

All'arrivo a Pra del Colle dopo una sosta di ristoro per la faticosacamminata effettuata, è stata officiata la S. Messa da don AlfonsoVindrola e al termine il nostro capogruppo Remo Blandino ha lettola “Preghiera dell’alpino” in memoria di tutti gli alpini caduti.

Al termine, pranzo al sacco in amicizia ed allegria.Rinnovando a tutti un arrivederci al prossimo anno si ringraziano

quanti hanno partecipato per la buona riuscita della festa.

Gruppo di Meana

Ricordando Adele BraidaIl 13 agosto 1962 in un tragico incidente in montagna sul monte

Pintas sopra al Colle delle Finestre a circa 2500 metri d'altitudineperdeva la vita la giovane Adele Braida di soli 16 anni.

Ricorrendo il 50° anniversario della morte, il 13 agosto gli alpinidel Gruppo (insieme ad alcuni amici) si sono recati sul monte Pin-

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ruppitas per apporre una targa commemorativa (offerta dal socio amico

Piero Pistoletto) sulla croce che già ricordava il tragico evento.Don Enzo, Parroco di Meana, durante la S. Messa in occasione

della festa della Madonna della Neve al Colletto ha benedetto latarga e ne ha illustrato a tutti il significato.

A Piero Pistoletto, ideatore e guida, ai signori Cometto per l'ospi-talità per il pranzo e a tutti i partecipanti il ringraziamento delGruppo per la disponibilità e la sensibilità dimostrate.

Festa del S. CuoreL'8 luglio si è rinnovata la festa del S. Cuore, tradizionale appun-

tamento per gli alpini di Meana.La giornata è iniziata con la deposizione della corona di alloro

(offerta dall' ANPI della valle) alla lapide a ricordo della guerra par-tigiana al Colletto accompagnata da un breve ma intenso e signifi-cativo intervento del vicesindaco Enrico Giorio.

Quindi la salita al monumento al S. Cuore per la celebrazionedella S. Messa sotto la statua di Gesù nell'atto di abbracciare e pro-teggere tutta la valle. Celebrazione resa ancora più solenne dal'ac-compagnamento della banda musicale di Meana e conclusasinaturalmente con la recita della Preghiera dell'alpino.

La giornata è poi proseguita in località Arneirone per il pranzo eun pomeriggio di festa a cura della banda e degli AIB di Meana.

Gruppo di Novalesa

Adunata a Bolzano

Splendida è stata l'Adunata di Bolzano sia nella realizzazione chenella compostezza degli alpini partecipanti. Il Gruppo l'ha onoratapartecipando con un elevato numero di alpini e albergando nelle vi-cinanze del capoluogo per ben tre giorni con ricordi indimenticabili.

Sono rimasti impressi i casolari immersi nel verde adorni di fiori,

le vette del gruppo “Sella” strapiombanti sulle verdi praterie, i tor-tuosi sentieri che si snodano nelle incontaminate pinete e ancora queisilenzi mattutini interrotti solo dal dolce canto del tordo bottaccio.

Tutte forti sensazioni che hanno fatto da corollario alla già stra-ordinaria adunata.

Il Gruppo ha voluto ricordare ed immortalare l'evento con unafoto ricordo che abbracci tutta la Val Susa, con le sue giganti lettereche da sempre aprono la sfilata della nostra Sezione.

Festa d’estate

Il Gruppo alpini ha organizzato quest'anno una tre giorni di soli-darietà e festeggiamenti che ha visto la popolazione locale e deipaesi limitrofi partecipare con entusiasmo.

La serata di venerdì è stata dedicata alla raccolta fondi per le po-polazioni dell'Emilia colpite dal terremoto, con un'iniziativa che havisto coinvolta la banda musicale di Novalesa in un concerto che adir poco è stato eccezionale. I cinquantacinque musici si sono esibitiin sinfonie tipicamente alpine intervallate da musiche popolari digrande effetto che hanno entusiasmato il pubblico presente. Grandestupore per la giovane età della maggior parte dei musici, con gio-vani dai 12 ai 15 anni e un ragguardevole numero di ragazze. Al disopra di ogni aspettativa la raccolta fondi e a tal proposito il Gruppoalpini rivolge un sentito grazie a tutti i presenti.

La manifestazione è proseguita il sabato pomeriggio con unaMessa in memoria di tutti gli alpini “andati avanti” e di quelli im-pegnati sui vari fronti di guerra. La cerimonia è stata preceduta dalladeposizione di un omaggio floreale al Parco della Rimembranzadove il parroco don Popolla ha officiato la benedizione eucaristica.Il presidente sezionale Sosello e il sindaco Rivetti hanno ringraziatoi presenti sottolineando l'importanza del non dimenticare il sacrifi-cio dei nostri antenati.

La giornata di domenica ha concluso i festeggiamenti con le no-stre sempre brillanti cuoche impegnate in piatti succulenti da far in-vidia ai migliori chef nazionali, con i quali hanno ornato la mensaapprontata sotto il capannone con ben 120 commensali.

Una grande festa sotto la regia del capogruppo Gillio Giai coa-diuvato in maniera splendida dagli alpini del Gruppo.

Un grazie a tutti per l'impegno profuso, ma sopratutto grazie perl'opera di solidarietà dimostrata in forma così efficace.

Giovanni Baro

Gruppo di Oulx

Inaugurazione cippo alpinoCon una sobria cerimonia il giorno 16 agosto è stato scoperto il

cippo dedicato agli alpini posizionato nel giardino prospiciente lasede del Gruppo.

Alla semplice cerimonia erano presenti il sindaco di Oulx, PaoloDe Marchis e familiari di molti alpini “andati avanti”.

Il rifacimento del giardino, la posa della pietra e la realizzazionedel cappello stilizzato sono stati tutti opera di soci del Gruppo, in

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particolare Piero Tisserand (per la pietra) e Luciano Eydallin (per ilcappello).

Un altro socio invece, Gianni Perron, ha realizzato un quadro coni volti dei capigruppo “andati avanti” e di figure carismatiche delpassato e del presente in una ideale storia del Gruppo. L’opera faràpoi bella mostra di sé sulla parete principale della sede.

Gruppo di Foresto

Rientro degli alpini nella loro sedeSabato 4 agosto, il Gruppo A.N.A. di Foresto, sotto la guida di

Remo Bortolin, ha vissuto, unitamente alla comunità locale, una par-ticolare serata di festa e di amicizia.

Due gli eventi che si sono accomunati.La solennità della Madonna del Rocciamelone e l’inaugurazione

della sede ristrutturata.La ricorrenza religiosa ha visto gli alpini presenti alla tradizionale

processione aux flambeaux, che quest’anno si è portata alla Cap-pella della “Madonna delle Grazie”, situata in località La Posta.

La partecipazione delle “penne nere” alle devozioni dedicate allaMadonna del Rocciamelone è ufficialmente legata all’annuale pel-legrinaggio alla vetta e alla processione col Trittico di Bonifacio Ro-tario, dal Santuario di Mompantero alla Cattedrale di Susa, la seradel 5 agosto.

Una presenza che richiama quel lontano 1899, quando “una set-tantina di uomini, tra cui sessanta alpini del battaglione ‘Susa’ al co-mando del tenente Parravicini, si accinse al delicato ed impegnativocompito del trasporto della statua da Ca’ d’Asti alla Vetta. Questomanipolo di forti iniziò il lavoro nel primo mattino del 26 luglio; e,alle ore 10 del 28 luglio tutti i 32 pezzi (Statua e armatura) erano inVetta: 14 quintali e mezzo (6,5 la Statua e 8 quintali l’armatura).

Mentre lassù un pugno di valorosi lotta contro le asperità dellamontagna, al piano un esercito di cuori segue, trepidante, la stupendaavventura”. (Da: Felice Bertolo, Madonna del Rocciamelone, Edi-graph, Chieri (TO) 1986, pag. 72).

“Come già si prevedeva, il trasporto non fu facile cosa chè anziriuscì molto difficile e faticoso, dovendosi eseguire interamente aschiena d’uomini. Pare incredibile come si sia potuto in così pocotempo e senza disgrazie, fare un trasporto in condizioni così sfavo-revoli e per greppi tanto ardui. Ci voleva proprio l’ardimento e laforza dei nostri bravi soldati”. (Da: Mons. Edoardo Rosaz, Vescovodi Susa, Cenni sulla Madonna di Rocciamelone, tip. Subalpina, To-rino 1901, pag, 44). Ma, Foresto ha anche una devozione che lo legain modo particolare alla Madonna del Rocciamelone.

Una riconoscenza per una sua speciale protezione durante l’ul-timo conflitto mondiale.

Un grazie espresso anche tramite la collocazione di una statua li-gnea – copia di quella della vetta – realizzata da un bravo artista diOrtisei, su ordinazione del compianto parroco don Luigi Pautasso.

L’opera si trova sopra l’altare della navata laterale destra dellachiesa parrocchiale.

Per questo particolare intervento mariano, ogni anno, Foresto, ef-fettua, alla vigilia della festa, una solenne processione in onore dellaMadonna.

E quest’anno, i nostri alpini hanno voluto ritrovarsi per “il rientro”nella loro sede – messa a nuovo – proprio la sera in cui il paese fe-steggia “la Madonna degli alpini e dei ‘bimbi d’Italia’”.

Questo incontro, tenutosi al termine della processione, con un in-vitante rinfresco, ha registrato una numerosa partecipazione, pre-senti anche il presidente della Sezione A.N.A. Val Susa, GiancarloSosello, il parroco don Pier Luigi Cordola e l’assessore Gian PaoloRichiero, in rappresentanza del Comune che ha effettuato i lavori diristrutturazione.

Ora, questa sede degli alpini – ubicata in una di quelle che furonole aule del vecchio edificio delle Scuole Elementari – fa bella mo-stra di sé, arricchita alle pareti di tante importanti fotografie, dipinti,medaglie e altri vari ricordi di soci attuali e di quelli che già sono“andati avanti”.

Anche il paese si unisce al ringraziamento degli alpini per l’at-tenzione che il Comune ha dedicato nel mettere in sesto questo benedi cui è in programma, anche la sistemazione del primo piano. I vanisaranno adibiti a spazio museale.

Attualmente i lavori si sono completati solo al piano terra, dovetrovano ospitalità anche altre associazioni del paese: il GAM(Gruppo Amici della Montagna), l’ANPI e il Consorzio irriguo.

Inoltre, una volta al mese, il paese vi può accedere per usufruiredelle prestazioni dei volontari del medicalbus della Croce Rossa.

Sono stati pure effettuati il rifacimento del tetto e dei servizi, non-chè la tinteggiatura della facciata.

Laura Grisa

NasciteGruppo di Bussoleno

Il 28 giugno è nata RossellaMazzei, nipote della nostra socia ag-gregata Carmelina Raimondifacende parte della squadra di P.C.“Orsiera”. I migliori auguri allasorellina Matilde, ai genitoriFrancesco e Francesca e ai nonni,dal Direttivo del Gruppo e dallasquadra di P.C. “Orsiera”.

Gruppo di Chiusa San MicheleIl nostro consigliere Romano

Barella e la moglie Franca, l’8luglio sono diventati nonni di duegemellini Giulio e Pietro. Felici-tazioni da parte del Gruppo anche apapà Giorgio, a mamma Stefania eai fratellini Dario e Lorenzo.

Gruppo di NovalesaLa famiglia Reynaud festeggia

con piacere la nascita di due eredinel breve tempo di una settimana. Il16/05/2012 è nata Anna, figlia di

mamma Patrizia e papà Roberto. Il23/05/2012 è nato Cristian figlio dimamma Alessia e papà Fabio. Aigenitori, ai nonni Emilio Reynaud eMarcella, ai bisnonni Leone e Lidiagiungano i più sinceri auguri perquesto eccezionale evento, da tuttoil Gruppo.

Gruppo di VenausIl 13 maggio è nata Michela,

figlia del socio Alessandro Remino.Ai genitori ed alla famigliagiungano le più sincere felicitazionied alla piccola stella alpina tanti au-guri per un sereno avvenire da partedi tutto il Gruppo.

Il 16 maggio è arrivata Anna adallietare le famiglie Enrietta e Rey-naud. Il Gruppo esprime le più carefelicitazioni a Roberto e Patrizia,allo zio Lino ed ai nonni Giuseppeed Emilio.

AnniversariGruppo di Bussoleno

Il 28 aprile il nostro socio alpinoAngelo Perino e la gentile consorteRina Benetto hanno coronato i loro50 anni di matrimonio.

Il 20 maggio il socio aggregatoDomenico Garofalo e la gentile si-gnora Palma Poerio hanno coronatoi loro 50 anni di matrimonio.

Alle coppie in festa, vivissimi au-guri da tutto il Gruppo.

Il 29 luglio i genitori del nostrosocio caporalmaggiore e consiglieredel Gruppo Valerio Riffero hannocoronato i 50 anni di matrimonio. ALuigino Riffero e Graziella Lagrogiungano da parte del Gruppo i

migliori auguri per altri ulteriori tra-guardi di felicità.

Gruppo di Villar FocchiardoIl socio Michele Montabone e la

sua gentil signora Nicla Stili, il 15luglio hanno festeggiato il loro 60°anniversario di matrimonio. Tutto ilGruppo si felicita con Michele eNicla con l'augurio di raggiungerealti traguardi di vita in comune.

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� � �Matrimoni

Gruppo di RubianaIl 30 Renata Blandino, figlia del

nostro capogruppo Remo, si è unitain matrimonio con Marco Boassa; ainovelli sposi vivissimi auguri datutto il Gruppo.

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aGruppo di SusaSabato 26 maggio, in Cattedrale

a Susa, si sono uniti in matrimonio ilten. Davide Corona, socio delGruppo e Laura Coletto. Erano pre-senti il capogruppo e consiglieresezionale Gianfranco Bartolotti el'alfiere Franco Pellissero.

Gruppo di Villar FocchiardoIl 26 giugno la signorina Monica

Martoia, figlia dell'amico Ernesto, siè unita in matrimonio con il sig.Fabio Listello. Ai novelli sposigiungano sinceri auguri per una se-rena vita coniugale da parte di tuttoil Gruppo.

LaureaGruppo di Avigliana

La signorina Giada Giorda, figliadi Roberto, nostro socio, il 9 luglioscorso ha conseguito la laurea, apieni voti, in medicina, chirurgia edodontoiatria.

Alla neo dottoressa le congratu-

lazioni di tutto il Gruppo alpini perun roseo futuro nel campo del la-voro, e nel contempo, compiaci-mento a tutta la famiglia Giorda, daanni fornitrice di alpini ed amicitutti soci del nostro Gruppo.

DecessiGruppo di Borgone

Il 25 luglio è andato avanti unodei nostri soci più longevi AngeloVinassa di anni 92.

Angelo lascia un vuoto nellafamiglia alpina. Il Gruppo e il Di-rettivo porgono ai familiari le piùsentite condoglianze.

Gruppo di BussolenoL’8 maggio è mancato a 88 anni

il signor Antonio Candellero nonnodel nostro socio alpino DanieleGuglielmetto. Il Direttivo ed ilGruppo porgono le più sentite con-doglianze a Daniele e a tutta la suafamiglia.

Il 13 maggio a Campobasso èmancata la signora Carmina Miche-lina Di Petta di anni 87, mamma delnostro socio aggregato ToninoBernardo facente parte dellasquadra P.C. “Orsiera”. Il Direttivo,e la squadra “Orsiera” porgono sen-tite condoglianze a Tonino e a tutti isuoi familiari.

Il 10 luglio è andato avanti ilsocio alpino Alfonso De LucaLonda di anni 80. Sentite con-doglianze alla moglie Emma, alfiglio Enrico e a tutti i suoi familiari.

Il 28 luglio è mancato a Susa ilsignor Natale Curioso di anni 78papà del nostro socio aggregatoGuido Curioso. A lui ed a tutti i fa-miliari le nostre sentite con-doglianze.

Gruppo di ButtiglieraIl 13 marzo il socio Luigi Arnaud

è “andato avanti”. Fino a che la sa-lute lo ha sostenuto ha sempre ope-rato attivamente per il Gruppo. Èstato vice capogruppo per alcunimandati.

Lo ricordiamo con stima e por-giamo alla famiglia le più sentitecondoglianze.

Gruppo di Chiusa San MicheleÈ mancato il signor Ferruccio

Barella, papà del nostro consigliereRomano. Giungano a lui, allamamma Agostina e alla sorella

Dilva e alle famiglie le più sentitecondoglianze da parte di tutto ilGruppo

È mancata la signora IvesFavalesi nonna del nostro socio Ste-fano Borello. A lui, alla mammaIvana, al papà Giuseppe e al fratelloAlberto il Gruppo porge le più sin-cere condoglianze.

Gruppo di BruzoloA sette giorni di distanza l’uno

dall’altro, il nostro Gruppo ha persodue soci alpini.

Il 13 agosto, all’età di 87 anni, èmancato all’ospedale di Susadov’era stato ricoverato per un in-tervento urgente, Dovilio Cam-pobendetto, ex partigiano edinternato.

Il 20 agosto, all’età di 62 anni, ciha lasciati il socio Renzo Cattelino,da molti anni purtroppo, in precariecondizioni di salute.

Alle famiglie in lutto, rinnoviamole espressioni del nostro fraternocordoglio.

Gruppo di ChianoccoIl 12 giugno è andato avanti il

signor Bernardo Bertrando zio delcapogruppo Danilo Favro.

Il Direttivo e il Gruppo porgonosentite condoglianze alla famiglia.

Gruppo di ChiomonteÈ mancata la sig. Rosina Remolif

mamma del nostro capogruppo Sil-vano Ollivier, vedova dell'alpinopartigiano Maurizio e nonna del-l'alpina Gloria. Alla famiglia le piùsentite condoglianze.

Gruppo di MompanteroIl Gruppo si unisce al dolore del

nostro socio Guglielmo Sigot per lascomparsa della moglie AldaRougier e porge sentite con-doglianze ai familiari.

Gruppo di OulxIl Gruppo partecipa al lutto del-

l’alpino Carlo Curioso, della sorellaCarmen con il consorte alpino LucaGiuglardo, di Guido e Marcello con

le rispettive famiglie per la perditadel papà Natale. A tutta la famigliaCurioso vadano le condoglianze sin-cere di tutto il Gruppo per la pre-matura perdita.

Ha lasciato le sue montagne perraggiungere tanti amici nel Paradisodi Cantore il primo marescialloGiuseppe Francone di anni 79. Lopiangono la moglie Sighilt con ifigli Elke, Fabio e Claudio con lerispettive famiglie.

Lo ricordiamo come un carisma-tico sottufficiale prima del 6°, bat-taglione “Bassano” in quel di SanCandido, poi al 4°, battaglione“Susa” tra i “lupi” della 34ª di Oulx,sedi dove con passione, compe-tenza e disponibilità svolse il suolavoro di militare in servizio. Manon è giusto non sottolineare anchela sua ironia, arguzia e altruismosino a quando la salute lo sostenne.

Per anni consigliere del Gruppofu anche valido ed apprezzato con-sigliere sezionale.

Tutti gli alpini del Gruppo por-gono alla famiglia le più sincerecondoglianze unendosi nel doloreper la grave perdita di un caro amicoche sicuramente lascerà un impor-tante vuoto nel mondo alpino.

Il Gruppo partecipa al lutto dellafamiglia per la scomparsa del-l’alpino Gentile Barral, classe 1941.

Gruppo di Novalesa

Il 12 agosto è andato avantil'alpino Luigi Reynaud nostro sociodi lunga data e assiduo frequenta-tore del Gruppo fino a quando lasalute glielo ha permesso.

A tutta la famiglia giungano sen-tite condoglianze da tutto il Gruppoe dalla Sezione Val Susa.

Gruppo di VenausÈ mancata suor Maria Stella

Caffo, sorella del socio Gaetano. IlGruppo porge sentite condoglianzee partecipa al dolore dellafamiglia.

Il socio Bruno Caffo ha perso lamoglie, Adriana Vayr. Cristianecondoglianze a tutta la famiglia.

Sabato 21 luglio è andato avantiil socio Carlo Vottero. Al figlioPiero, al fratello Marco, nostri soci,ed a tutta la famiglia, vanno le piùsentite condoglianze da parte ditutto il Gruppo.

Gruppo di RubianaCondoglianze dal Gruppo a tutti i

familiari per la scomparsa del nostrosocio alpino Luigi Bugnone, com-ponente del direttivo per alcunianni.

Il Gruppo porge sentite con-doglianze alla famiglia per la scom-parsa del nostro socio alpinoGiuliano Oriente.

Ai familiari del socio alpinoLuigi Suppo giungano vive con-doglianze da tutto il Gruppo.

Gruppo di Villar DoraÈ andato avanti all'età di 85 anni,

il nostro socio, amico degli alpini,Ottavio Chirio.

Tutto il Gruppo, rinnova allamoglie Tersilla Franchino e allafiglia Nives, le più fraterne con-doglianze.

Gruppo di Villar FocchiardoIl 5 luglio è mancata la signora

Cesira Cinato vedova Tacca, di anni85, suocera del socio Aldo Carlini.Sentite condoglianze da tutto ilGruppo.

Il 7 luglio è mancato il sig. MarioChiaberto (Giuseppe) di anni 63,cognato dell'amico Emilio Re.

Il Gruppo porge fraterne con-doglianze a tutta la famiglia.

L’8 luglio è mancato il signorMauro Miletto, di anni 61, fratellodel nostro socio Valerio al qualetutto il Gruppo porge sentite con-doglianze.

Il 6 agosto è mancata la sorelladell'amico Pierino, signorina MirosaGagnor di anni 65. Partecipe al do-lore della famiglia il Gruppo porgesentite condoglianze.

Il 22 luglio è mancato alla Mure(Francia) il signor André Borel, dianni 89, nonno dell'amico SamuelMurdocco. Alpini ed amici porgonole più vive espressioni di cordoglioalla famiglia.

Gruppo di CondoveE’ mancata la nonna del nostro

socio Germano Pautasso. La carasignora Lidia, con una vita sana edoperosa, ha raggiunto la venerandaetà di 96 anni.

A Germano e ai familiari rin-noviamo le nostre condoglianze.

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L’abbazia di Sant’Antonio di Ran-verso, sviluppatasi da un antico ospi-zio del Pio Ordine Delfinato, è uno deimonumenti più noti in Piemonte.La facciata è ornata da bei portali quat-trocenteschi in cotto (da Valle di Susaed. Del Graffio).

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