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Rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani Arya Numero 5, Aprile 2011 “La nobiltà dell'istinto, il gusto, la ricerca metodica, il genio dell'organizzazione e dell'amministrazione, la Fede, la Volontà d'avvenire umano, il grande Sì a tutte le cose visibile nella forma dell’Imperio di Roma, visibile a tutti i sensi, quello stile grandioso non più solo artistico, ma diventato Realtà, Verità, Vita... Non di certo esso giacque sepolto nel giro di una notte (…) Non certo perì calpestato da Germani e altri plantigradi! Devastato fu invece da astuti, occulti, invisibili, anemici vampiri! Non vinto - solo dissanguato…” Friedrich W. Nietzsche, L’Anticristo 1

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  • Rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani

    Arya Numero 5, Aprile 2011

    La nobilt dell'istinto, il gusto, la ricerca metodica,il genio dell'organizzazione e dell'amministrazione,

    la Fede, la Volont d'avvenire umano, il grande S a tutte le cose visibile nella forma dellImperio di Roma,

    visibile a tutti i sensi, quello stile grandioso non pi solo artistico, ma diventato Realt, Verit, Vita...

    Non di certo esso giacque sepolto nel giro di una notte ()Non certo per calpestato da Germani e altri plantigradi!

    Devastato fu invece da astuti, occulti, invisibili, anemici vampiri!Non vinto - solo dissanguato

    Friedrich W. Nietzsche, LAnticristo

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  • Rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani

    Editoriale

    Con questo numero di Aprile siamo orgogliosi di presentare ai nostri lettori ed amici il primo numero del secondo anno di vita della nostra rivista Arya, rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani. Secondo la nostra ormai consolidata tradizione, anche il presente numero esce in occasione di una data simbolicamente importante, cos come fu per il secondo numero di Arya, vale a dire ancora una volta il Romae Dies Natalis; Bench il nostro Sodalizio non sia fondato sullesclusivismo della Tradizione Romana, vogliamo ricordare quanto sia essa importante ed imprescindibile per lEuropa Arya e per la rinascenza dellAnima pi profonda delle nostre Genti Italiche ed Europee. Per troppo tempo Roma e la sua Tradizione sono rimaste, il caso di dirlo, prigioniere delle pi svariate manifestazioni umane che ne hanno stravolto e talvolta addirittura capovolto il senso ultimo: il caso del Cristianesimo, che ne ha sfruttato luniversalit trasformandola in ecumenismo; il caso degli eccessi umanistici, o peggio ancora illuministici, che ne hanno imprigionato lo Spirito in prigioni di mai esistito marmo bianco, scambiando come cause della grandezza di Roma quelli che in realt erano solo effetti della sua non certo casuale Fortuna; il caso del culto della Modernit, che di questo antico Impero si ritiene erede, come spesso pacchiani monumenti di nazioni moderne o addirittura aziende multinazionali stanno li a ricordarcelo, infierendo; anche il caso delloccultismo pi o meno recente, nel senso negativo della parola (ragione per cui non voglio utilizzare la ben diversa voce Esoterismo), con i suoi giochi di tavolino e di vuote lettere autoreferenziali, che trasformano la vivida e sanguigna Eternit del Mito in ben meno vitali fantasmi sbiaditi, tristi e polverosi. Per noi Roma pi forma futura che nostalgica rovina! Il languore crepuscolare pu essere dolce, ma vi preferiamo il sacro fuoco dei raduni e delle celebrazioni: siamo ancora qui, siamo sempre stati qui, perch parlare di morte per gli Dei, quando tutti sappiamo che essi sono Eterni? E non sono forse Eterni anche i Numi che ci spronano alla Vita e allAzione?

    La Primavera avanza e sboccia, come sbocciano i fiori degli oleandri e dei glicini della Citt Eterna, e con essa ripartono le nostre attivit: questanno nostra ferma intenzione che le capacit dei nostri Sodali vengano sempre di pi messe in pratica e condivise, poich sulla condivisione e sullapprendere stando assieme che la nostra Compagnia stata fondata attorno ai fuochi della Giovent Pagana Europea.Questo numero di Arya particolare: abbiamo voluto inserire nelle prime pagine della rivista tutti quei documenti precedentemente pubblicati sulla Rete, affinch siano disponibili ai nostri Sodali anche in formato cartaceo. Inoltre, a pi di un anno di distanza dal primo fatidico numero, uscito alle Calende di Marzo del 2010 e.c. e che conteneva una dettagliata descrizione delle nostre attivit e della nostra struttura, vogliamo dare lopportunit a chi ci conosce da poco di poter comprendere chi siamo e cosa facciamo, quali sono i principi che ci animano e le visioni che ci infiammano il cuore.

    Fedrgh Beli, Rappresentante Federale Italico

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  • Rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani

    CHI SIAMO

    La Compagnia della Via dell'Ambra, di cui gli Esploratori Hesperiani rappresentano la compagine per la penisola Italica e le sue isole, un sodalizio di giovani ed orgogliosi Europei che fortemente si attivano per la Rinascenza dell'Eredit Ancestrale di Madre Europa. Il nostro scopo non solamente quello di studiare le antiche culture, religioni e le soluzioni di vita dei popoli della Vecchia Europa ma bens estrarre dalla Saggezza dei Nostri Antenati una serie di insegnamenti pratici e concreti con lo scopo di essere finalmente liberi dalle catene di questo mondo moderno, sovrappopolato e miope, devastato dal denaro e dall'industria, intrinsecamente monoteista e monotematico. Noi auspichiamo un futuro per i nostri figli in una Natura guarita dalle piaghe che la tormentano. Noi per loro vogliamo aver dato il massimo affinch possano vivere tra persone Amiche, belle dentro e fuori, centrate etnicamente e spiritualmente, orgogliosi di S senza bisogno di odio e debolezza.

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  • Rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani

    Noi studiamo e pratichiamo le Arti e i Mestieri che ci permettono di vivere in armonia con le energie divine messe a terra nella Nostra Natura: agricoltura rispettosa dell'ambiente, artigianato tradizionale, autosussistenza ed esercitazioni di orientamento e sopravvivenza. Nonostante il nostro impegno ambientalista siamo comunque certi che ogni tipo di impegno per un futuro sostenibile sar vanificato previa una Rinascenza delle Religioni Etniche Europee. Guardiamo con estremo favore il fenomeno di riscoperta del paganesimo che da alcuni decenni, tanto in forme appropriatamente Tradizionali tanto in forme eclettiche e basate su ritualit di nuova stesura, sta imperversando per l'Europa e oltre con un fiorire continuo di Associazioni e movimenti, alcuni dei quali destinati sicuramente ad entrare nella Storia per i propri meriti dinnanzi agli Dei. Per questa ragione nostro impegno rimanere in contatto con quante pi Associazioni e individui Pagani-Gentili in tutto il nostro Continente. NON E' NOSTRO INTERESSE FONDARE UNA ASSOCIAZIONE PAGANA O SOSTITUIRE ASSOCIAZIONI PAGANE GIA' ESISTENTI. NON E' NOSTRO SCOPO DIFFONDERE INFORMAZIONI SULLA PRATICA DELLE NOSTRE ETNO-RELIGIONI come invece scopo manifesto delle Associazioni Religiose Pagane-Gentilizie presenti in molti paesi Europei verso cui guardiamo con tutta la stima possibile. Il nostro scopo organizzare una cerchia di individui pagani la cui volont si manifesti in maniera radicale nell'Opera di recupero del Paganesimo e della Tradizione in tutti i livelli della propria esistenza: nelle proprie vite, nella vita civile delle proprie Nazioni, nelle vibrazioni geomantiche della Nostra Madre Europa. Noi affermiamo con nessuna modestia di Voler diventare un esempio di vita tra quelle che tra poche generazioni potrebbero essere masse intere di Pagani Europei. La Compagnia organizza periodicamente incontri, simposi, esercitazioni pratiche, riti e ricorrenze in occasione di periodi sacri dei Calendari Indoeuropei in luoghi di Potere rilevanti Sacralmente, Storicamente e Naturalisticamente in tutta Italia e in tutta la Madrepatria Europea. Se dovessi essere interessato ad alcune delle nostre attivit mandate una e-mail in lingua italiana o in lingue locali ad [email protected] oppure in lingua inglese, francese o tedesca ad [email protected]

    Se sei come noi, unisciti a Noi AMBRONES!!!!

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    Le Nostre Attivit

    AUTOSUSSISTENZA E COMUNITA': Aperto gruppo di studio sull'autosussistenza e la gestione autonoma della propria vita dentro e fuori le maglie del Sistema. Agricoltura domestica, Economia Tradizionale, Riciclaggio attivo. Sessioni pratiche e teoriche sui metodi di affrancamento progressivo e consenziente dal denaro e dalla distribuzione di massa. Il fine ultimo di questo studio sar quello di costituire, con chi lo volesse, comunit parzialmente o totalmente autosufficienti di Europei centrati etno-spiritualmente e addestrati alla gestione comunitaria delle risorse.

    SOPRAVVIVENZA: Iniziazione pratica tramite la disciplina del Survivalism. Osservando la situazione corrente siamo allarmati dalla possibilit che durante la nostra vita o quella dei nostri figli possano verificarsi periodi difficili di disordini ecologici ed economici con consegueni periodi di allarme e miseria, situazione che, non dimentichiamocene mai, vissero gi i nostri nonni circa mezzo secolo fa. Iniziazione, poich lo scopo non prepararsi ad ipotetiche catastrofi millenaristiche ma bens guardarsi allo specchio e affermare con sicurezza "Io sono pronto a tutto. Non temo il buio, sono a mio agio nel bosco, conosco a menadito la mia Terra, so ottenere cibo e riparo in situazioni ostili".

    Un immagine vivente di Wotan, o dei guerrieri lupo delle innumerevoli ondate primaverili che esplorarono e conquistarono l'Italia e l'Europa durante l'Evo Antico...

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  • Rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani

    SPIRITO: La Via incoraggia i Compagni allo studio e al simposio creativo a proposito di tematiche esoteriche, magiche, sciamaniche ed ermetiche della nostra Tradizione e delle sue derivazioni. Gruppi di Studio sulla Via Guerriera, sulle Sacre Rune, l'Astrologia, la Stregoneria Tradizionale, lo Sciamanismo Europeo...

    ETNO-RELIGIONE: La Compagnia accetta come partecipanti agli eventi solamente persone dichiaratamente gentili-pagane, preferibilmente in linea con le tradizioni realmente praticate dai propri antenati di sangue. Questo diventa ancora pi rilevante per chi, dopo una frequentazione dei nostri eventi, volesse essere realmente nostro Amico e frequentarci come Comunit di Fratelli e Sorelle. Siamo disponibili a fornire a chi sente entro di s il richiamo dello Spirito degli Avi, a fornire gli elementi base della pratica della religione gentile delle nostre terre. Per afformazioni molto pi approfondite e argomenti di dettaglio vi rimandiamo allo studio personale o ad alcune associazioni, per il semplice

    fatto che anche noi abbiamo ancora tanto da imparare! Non sar per tollerato Amico o frequentante che divulghi materiale di queste Associazioni senza previo permesso delle medesime. La Via dell'Ambra si impegna a mettere in comunicazione quante pi Nazioni, Associazioni ed Individui possibili, portando Concordia e Verit viaggiando attraverso il Continente. Come l'Antica Via collegava il Nord e il Sud portando lungo la via dell'ambra idee, concetti, genti e Dei che si riscoprivano apparentati dopo secoli o millenni, il nostro scopo di essere sempre in viaggio, nello spirito e e nella materia, come Mercurio, Wotan o Hermes, eppur centrati: coltivare la rinascita della nostra Terra e al tempo stesso veicolare la Sacra Ambra dell'Ultima Thule ai Fratelli che non dimenticano chi siamo e da dove veniamo. AMBRONES!!!!!!

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    Eventi e raduni: Regolamento di Fedrgh Beli

    Dopo un anno di esistenza degli Esploratori Hesperiani e di proficue attivita' svolte assieme, abbiamo deciso di fare il punto della situazione e di analizzare cosa funziona e cosa no. Uno dei problemi riscontrati e' quello della difficile organizzazione in preparazione di un evento, dovuta spesso al fatto di abitare lontano e di sentirci tramite mezzi telematici. Spesso e' difficile chiarire quali sono le dinamiche effettive di un evento o uscita e quindi, di conseguenza, cosa e' bene portare e non portare con se e quale abbigliamento ed equipaggiamento sia il piu' adeguato.Abbiamo deciso di adottare delle denominazioni per ogni tipo di eventi, che possono anche sommarsi tra loro in caso di eventi lunghi, onde capire immediatamente come regolarsi anche senza bisogno di lunghe e costose telefonate.

    ESCURSIONE SACRALEPrincipale attivita' degli Esploratori che combina il nostro interesse verso l'escursionismo e la sopravvivenza con il nostro obiettivo di vivere e ripristinare sacralmente la rete di Luoghi Sacri della penisola Italica e dell'Europa. Abbigliamento: comodo, multitasche e OBBLIGATORIAMENTE su tinte verdi non accese. A parte questo pratico accorgimento, foggia e tinta sono a discrezione di ognuno. I membri effettivi e la Cerchia Interna hanno il dovere di portare cuciti sulla giacca e/o sulla camicia i simboli della Via dell'Ambra, degli Esploratori Hesperiani e del proprio Gruppo Regionale. Zaino spazioso e robusto in cui cercare di tenere tutto l'occorrente. Limitare ogni peso superfluo e bagaglio ulteriore. Scarpe comode, robuste ed impermeabili. La meta piu' probabile e' montagnosa o paludosa.Data la natura sacrale e rituale dell'escursione, oltre che per l'effettivo impegno fisico di marcia, e' obbligatorio partire dopo aver riposato adeguatamente, essersi astenuti da eccessi alcolici o lipidici ed essere in buono stato psico-fisico onde non coinvolgere negativamente i presenti in nessuno degli aspetti dell'attivita'.Attrezzatura e vivande: mantenersi sull'essenziale e comunicare almeno una settimana prima cosa si intende portare, onde evitare di trasportare attrezzatura inutile e cibo superfluo. Portare con se una razione d'acqua personale e provvedere personalmente al cibo che si consumera' evitando in ogni modo di dover gestire il problema dei rifiuti. In molti luoghi non esistono cestini.Il banchetto comunitario e' possibile ed auspicabile, ma anche qui bisogna cercare di non eccedere con cibi complessi e di lunga preparazione o che producono rifiuti non biodegradabili. L'eccesso alcolico e' severamente vietato come tutti i suoi molesti effetti.Obbligatorio almeno ogni due persone: acciarino e/o accendino, coltello robusto, ascia da campo o pennato, bussola.L'abbigliamento dei Limitanei e degli eventuali invitati esterni agli Esploratori e' comodo, sobrio, preferibilmente a tinte verdi/marroni/grige/mimetiche. Portano il necessario nello zaino e provvedono per se stessi alla propria razione d'acqua.

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  • Rivista ufficiale degli Esploratori Hesperiani

    ALLENAMENTOAttivita' maggiormente incentrata sul Survivalism, e specifica su precisi ambiti della disciplina. Valgono le stesse regole di abbigliamento e comportamento dell'escursione sacrale, con specifiche varianti a seconda del tipo di ambiente e di clima che si va ad affrontare. Obbligatorio un acciarino ed un coltello robusto ciascuno, una porzione di accendifuoco vegetale ciascuno, una accetta da campo affilata o pennato/machete ogni due persone e una bussola ciascuno.Ulteriori accorgimenti saranno comunicati di evento in evento.

    CELEBRAZIONEAttivita' religiosa comunitaria, spesso in occasione di festivita' del nostro Calendario, in sintonia con i Calendari Tradizionali dei nostri Antenati, o per onorare un Luogo Sacro della geografia sacrale Hesperiana. Principalmente ritualita' di natura Italico-Romana e Celto-Romana, in alcuni casi ispirate alla componente Germanica dei nostri Avi o ad altre componenti etno-spirituali Arye della nostra penisola.Si raccomanda di evitare eccessi alimentari ed alcolici almeno per le ventiquattro ore precedenti, un buono stato psico-fisico ed emozionale e un atteggiamento positivo e consono ad una celebrazione religiosa. Ulteriori chiarimenti verranno comunicati dal rappresentante nazionale o da suoi delegati a seconda del tipo di evento celebrativo e secondo la natura di ogni festivita'. L'abbigliamento e' sobrio, evita i simboli di altre religioni non pagane/europee e gli accessori superflui. Facoltativo e a discrezione dei partecipanti, ma strettamente consigliato, portare le bandiere dei propri Gruppi Regionali e indossare i simboli della Via dell'Ambra, degli Esploratori e del Gruppo Regionale.

    RADUNO UFFICIALEIl Raduno e' momento di riunione e di cameratismo, per discutere dei problemi e proporre nuove idee.Puo' essere un Raduno regionale, di piu' regioni assieme, Nazionale o Internazionale. Puo' essere aperto alla sola Cerchia Interna, come a tutti i Membri, a seconda del tipo di evento. La Cerchia Interna, con avvallo del Rappresentante Nazionale o del vice-rappresentante puo' decidere di invitare persone interessate, simpatizzanti e collaboratori esterni.Sono previsti tempi per riunioni vere e proprie come occasioni conviviali piu' libere. E' obbligatorio per la Cerchia Interna e per i Membri effettivi un indumento che ostenti i simboli della Via dell'Ambra, degli Esploratori e del proprio Gruppo Regionale. Sconsigliamo un abbigliamento militare con mimetiche, ecc. Non e' una escursione. Una semplice camicia, maglietta o giacca dai colori sobri e i nostrisimboli sono piu' che sufficienti.

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    CAMPOIl Campo e' un raduno agreste o montano in luogo facilmente raggiungibile e che non richiede una lunga marcia a piedi. E' di fatto un Raduno Ufficiale, anche se di tipo diverso.Puo' essere occasione per una versione ridotta e per principianti di attivita' della sfera del Survivalism.L'abbigliamento e' comodo e adatto alla stagione, e deve ostentare le spille e/o le toppe per quanto riguarda i Membri effettivi e la Cerchia Interna. In alternativa e' possibile portare con se l'abbigliamento da Escursione, se lo si ritiene opportuno. Sempre rimanendo con la regola di non produrre una eccessiva quantita' di rifiuti, e' possibile organizzare un banchetto comunitario anche con cibi di piu' complessa preparazione, ricordando sempre la sobrieta' e l'ordine che ci contraddistingue.

    RADUNO INFORMALEIn occasione di Sagre tradizionali, feste, eventi e concerti nella sfera di interesse dei nostri membri e' possibile proclamare un Raduno Informale, vale a dire una occasione per incontrarci e stare assieme.L'abbigliamento e' puramente libero, i nostri simboli sono facoltativi e a discrezione di ognuno.

    N.B.SPECIFICA SULL'ABBIGLIAMENTOGli Esploratori forniscono le toppe e le spille necessarie per l' "uniforme" dei Membri effettivi. Possono fornire inoltre a chi lo richieda un abbigliamento verde tinta unita standardizzato per le Escursioni e gli Allenamenti, su cui cucire i simboli e costituito da pantaloni, camicia, giacca e cappello. L'abbigliamento da escursione puo' variare di tonalita' e foggia, purche' sia su tonalita' verdi opache, comodo, multitasche e porti i nostri simboli. Non e' necessaria la tuta mimetica alle nostre attivita', che non comportano attivita' para-militari di nessun tipo, anche se una mimetica da campo puo' essere nella gamma degli indumenti accettati se a tinta prevalentemente verde. Allo stesso modo sono accettati comodi indumenti "caccia e pesca", parimerito muniti dei simboli ufficiali.

    Non ci sono indicazioni specifiche sulla foggia e la tinta dell'abbigliamento per i Raduni Ufficiali, se non l'obbligo di portare con se i simboli ufficiali che verranno forniti. Consigliamo una maglietta, una camicia o una giacca, a seconda della stagione, che ostentino in maniera chiara ed evidente, sotto forma di spilla, toppa o trasfert i tre simboli Europeo, Nazionale e Regionale, a propria discrezione e adattandosi al tipo di indumento.

    Fedrigh BeliRappresentante Nazionale Italico della Via dell'Ambra

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    Resoconto delle decisioni prese durante lAssemblea Hesperiana in occasione del 1 Anniversario della fondazione del Sodalizio

    Come molti sapranno, durante il mese di Giugno dellanno appena trascorso, si sono svolti i festeggiamenti dell'anniversario della fondazione ufficiale della Compagnia della Via dell'Ambra, il cui culmine stato raggiunto con l'incontro nell'Alto Frignano a cura della federazione Hesperiana e del gruppo Emiliano. E' intenzione di questo breve scritto riportare quanto stato formulato durante l'incontro a proposito di come il nostro Sodalizio si relaziona nei confronti di varie tematiche che elencher.1) Alleanza di Pagani e NON "Associazione Pagana" o "Gruppo"Come gi specificato fin dall'inizio non abbiamo intenzione, ne come sezione Hesperiana ne come Amber Road Fellowship, di sostituire alcuna associazione o gruppo religioso pagano. Siamo un gruppo di amici Pagani\Gentili uniti da un comune scopo e da una comune dedizione aristocratica verso il ripristino delle nostre tradizioni, del nostro rapporto con le nostre terre, dell'autosufficienza come status dello Spirito e del senso di Comunit e di dovere che mette di conseguenza le qualit autosufficienti al servizio di un nobile scopo, oltre il mero individualismo di stampo moderno e consumista.Detto questo, come gi formulato in passato, i nostri membri, ma anche i simpatizzanti, dovranno essere 'Pagani' e non essere legati ovviamente alle tre religioni monoteiste e abramitiche, ovviamente anche nelle loro "inversioni sataniche", figlie della stessa identica matrice cos diversa dallo spirito Aryo a cui noi intendiamo riferirci. Questo dovrebbe essere chiaro, ma occorre scriverlo nero su bianco. Questo non vuol dire puerili bestemmie e compagnia assortita nei confronti di altre religioni, che vanno comunque definite come solitamente "ostili" nei nostri confronti nella quasi totalit dei casi, ma un chiaro e semplice sapere chi noi veramente siamo in quanto persone che si riconoscono nella continuit della trasmissione di lineee di sangue ritualizzate dai nostri Avi per secoli o ancora meglio millenni. La fedelt Religiosa di ognuno di Noi dovr essere rivolta verso la propria specifica tradizione E SOPRATTUTTO, se parte di Gruppi Religiosi Pagani, verso il proprio Gruppo di provenienza. Una celebrazione o riunione, etc., del proprio Gruppo Pagano di riferimento ha la priorit su qualsiasi evento della Via dell'Ambra. Chi fa parte di un Gruppo deve per comunicarlo fin dall'inizio in modo che il Responsabile Federale o membri della Cerchia Interna da lui delegati possano analizzare se questo Gruppo compatibile o meno con le attivit del nostro Sodalizio di Giovani Identitari Pagani. Scoraggiamo un uso improprio dei materiali interni delle proprie Associazioni senza previo permesso delle persone di riferimento di quelle medesime associazioni o gruppi declinando ogni responsabilit se ci fosse perpetuato a insaputa delle persone di riferimento della Via dell'Ambra e prendendoci l'impegno del pi assoluto rispetto verso quei Gruppi che riconosciamo validi esempi di Religione Etnica per i nostri popoli.

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    2) Chi 'Pagano'? Detto questo, chi consideriamo Pagano Gentilizio ai fini di far parte del nostro progetto?Un Pagano gentilizio prima di tutto chi segue una linea di Sangue, nonch una linea memetico-linguistico-culturale, che lo pu correlare con sicurezza ad una o pi componenti RILEVANTI della nostre eredit etniche. "Rilevanti", dovrebbe essere chiaro, perch siamo tutti stanchi di persone che credono che tutti i meridionali avrebbero sangue normanno, di veneti che si ritengono Russi o Svedesi, di Norvegesi che si ritengono Italico-Romani e chiss... magari persino un p Arabi! Tutti noi sappiamo quanto pu scadere nel deprimente e nella sterilit dialettica questo tipo di atteggiamento figlio della modernit: un vero e proprio "consumismo etnico"!!!La Federazione Hesperiana composta dai gruppi regionali degli Esploratori Hesperiani stata fondata da un nucleo di individui praticanti la Gentilit Italica, nella specifica forma locale Gallo-Italica come attestata storicamente nella Cisalpina (Italia Settentrionale), portando avanti questo discorso religioso con il collegio\associazione Societas Hesperiana, a numero attualmente chiuso e senza alcun tipo di proselitismo. Ovviamente, per questa ragione, quando persone Amiche o prendenti parte al progetto degli Esploratori Hesperiani che sono a digiuno di informazioni sulle etno-religioni della nostra Terra, riceveranno informazioni basilari riguardo a forme di culto proprie delle popolazioni Italiche, nel senso pi ampio possibile del termine, nel periodo della 'romanizzazione', in quanto densissimo di informazioni storiche sul piano quantitativo e qualitativo. Non interesse degli Esploratori Hesperiani, Sodalizio Volkisch, provvedere ad informazioni dettagliate che vadano al di fuori di alcune indicazioni di base sulle Mitologie romane e pre-romane e sugli atteggiamenti con cui ci si rivolgeva al Sacro. Consideriamo inoltre valido, nel senso della Gentilit di Sangue, riferirsi ad archetipi legati alla vicina e nostra vera sorella, la tradizione Germanica, dove storicamente accertata come componente RILEVANTE, ad una ricerca SERIA (non prendendo ad esempio le fricchettonate di certo celtismo) a proposito di Celti\Galli pre-romanizzazione e a quella Ellenica influenzante geneticamente e storicamente una parte delle Regioni meridionali. Ovviamente, in questo caso, posso dirvi di non poter fornire alcunch che vada al di fuori di alcuni testi fondamentali, oltre all'indicazione fondamentale di RIFERIRSI AD ASPETTI SPECIFICI REALMENTE PRATICATI DAI NOSTRI AVI IN RIFERIMENTO ALLA PENISOLA ITALICA, quindi Greci d'Italia e popolazioni Germaniche realmente stanziate in Italia e numericamente rilevanti, senza scadere nel "consumismo etnico" di cui sopra.Un'ulteriore considerazione va fatta nei confronti di tutto ci che 'pagano' in quanto non-cristiano ma senza legame con il Populus\Volk. Non vogliamo ergerci a censori ma rimandiamo al buon senso e alla coerenza delle persone. Come gi scritto in passato L'INCOMPATIBILITA' spirituale\organizzativa con il nostro Sodalizio nei confronti dellle RELIGIONI ABRAMITICHE ivi compresa la loro inversione, della MASSONERIA e dei suoi derivati esoterici (es: Thelema\Crowley...), verso IDEOLOGIE CHE NEGHINO ESPLICITAMENTE IL VALORE DELL'ETNE'

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    (ecumeniste, mondialiste, anti-comunitariste, egalitarie, etc.) nonch il culto esplicito (non d problemi l'interesse culturale\bibliofilo comparativo o quello verso tecniche specifiche come ad esempio la respirazione, la meditazione ecc.) verso RELIGIONI NON EUROPEE in particolare se legate ad un Etn a noi diverso (es: nativi d'america, mongolia, animismo africano, ebraismo tradizionale, induismo), che va per noi ad inquadrarsi nel solito consumismo\imperialismo di cui sopra, di conseguenza incoerente. In particolare non sono assolutamente tollerate strane carnevalate in cui si cerca di mescolare la nostra tradizione con quelle dei popoli pi lontani spiritualmente, vale a dire il mondo dell'africa nera e quello camita-semita del medio oriente. Poste quali sono le uniche e reali incompatibilit verso il nostro sodalizio non ci sono alcun tipo di ingerenze verso quello che una persona pu sperimentare nella sua vita spirituale, quello che viene chiamato approccio individuale o 'eclettico' all'UNICA CONDIZIONE che ci non venga confuso con ci che abbiamo in comune, vale a dire l'appartenza ad un Scopo e ad un comune progetto di vita. In parole povere:poste le incompatibilt di cui sopra, a cui non si transige, vigono il rispetto e la tolleranza totali trai membri MA nessuna ufficialit Hesperiana\Ambrone riposta verso particolari vie personali, che rimangono relegate alla personalit, al buon senso, alla coerenza e agli interessi personali del singolo sempre per il discorso qui sopra di non voler costruire alcun tipo di setta, ma bens una Compagine, una rete comunitaria.Uniti nella diversit, sempre e comunque, tenuti insieme da ci che ci accomuna ossia la volont che tende all'Europa Pagana, Identitaria e fedele alla sua Natura europea.

    3) Attivit escursionistica e 'uniformi'.Rimando alla mia nota precedente. L'assemblea ha confermato la precedente proposta di adottare alcune tipologie di standardizzazione dell'abbigliamento durante le diverse tipologie di attivit.

    4) Amber Road Fellowship: CONFEDERAZIONE DI FEDERAZIONIFedeli ai concetti spirituali espressi qui sopra, a quelli organizzativi espressi nelle note di Facebook e sui Myspace ufficiali a proposito di attivit e principi, e posta l'ultima parola decisionale da parte del Responsabile Federale e del Vice-Rappresentante, co-fondatori, affermiamo l'autonomia totale dei Gruppi Regionali, che ricordiamo dovranno essere supervisionati da un membro della Cerchia Interna che se ne prede la responsabilit. La parola chiave, a livello di Esploratori, FEDERAZIONE, ossia Lealt, efficienza e capacit di organizzarsi autonomamente. Allo stesso modo La Via dell'Ambra una CONFEDERAZIONE, con i suoi Rappresentanti Federali Europei ed eventuali vice rappresentanti delegati. L'aderenza ai principi di base della nostra Compagnia sar garantita dai tre membri co-fondatori delle prime federazioni nazionali rappresentate, vale a dire il Rappresentante Scandinavo nonch il Rappresentante ed il Vice-Rappresentante Hesperiani, che formano il concilio dei fondatori pi anziani. Gli altri membri della Cerchia Interna saranno consultati nel caso di decisioni importanti, in particolare a livello locale e

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    organizzativo. Ogni membro effettivo ha diritto di parola e di porre questioni, cosa che non vale per i semplici simpatizzanti e amici invitati agli eventi.La struttura semplicissima, come espresso da un articolo del primo numero di Arya presente anche online: Amici e SIMPATIZZANTI, vale a dire persone degne di rispetto e fiducia invitate ai nostri eventi ed attivit a discrezione della Cerchia Interna e dei Rappresentanti Federali, poi MEMBRI EFFETTIVI, vale a dire membri dei Gruppi Regionali recanti un supporto effettivo al progetto, CERCHIA INTERNA dei Rappresentanti Regionali, Federali e persone co-fondatrici equiparate, ed infine il centro dei tre cerchi, vale a dire il 'Concilio' dei FONDATORI ANZIANI.Detto questo, e ci sarebbe tantissimo ancora da dire, invito le persone interessate alle nostre attivit, ai nostri eventi e alla nostra scelta di vita, di "scegliere" in che posizione stare ossia se essere persone di quando in quando invitate a nostra totale discrezione oppure esplicitare la propria posizione di persona che condivide il progetto della Via dell'Ambra, ossia un Membro Effettivo.Ci non comporta tessere, oneri che vadano al di fuori di mantenere il proprio vestiario e attrezzatura personale per attivit pratiche efficiente e quant'altro ma solo una grande coerenza e voglia di partecipare.Per qualsiasi domanda, dubbio o perplessit ricordiamo ai nostri Membri e Simpatizzanti di scrivere, scrivere, scrivere anche se la cosa migliore vedersi di persona agli Eventi, naturalmente!

    Fedrgh Frggn dji Bli - FedericoRappresentante Federale degli Esploratori Hesperiani, vice-Rappresentante Regionale Emiliano e membro Anziano.

    NOTA: Il testo qui sopra appare aggiornato rispetto alla versione precedentemente pubblicata in Rete. Allo stato attuale del nostro Sodalizio il ruolo di Membro Anziano stato ristretto alle tre persone descritte qui sopra, in quanto il quarto Anziano originario, il fondatore Britannico, non fa pi parte della Compagnia; il gruppo Britannico al momento disciolto, causa scarso impegno da parte del suo responsabile. Le Federazioni attualmente parte al progetto sono quella Italica, quella Scandinava e quella delle Gallie (Francia). E inutile sottolineare come, senza stupide ed inutili pose da fanatici stacanovisti, chiediamo ai nostri Sodali essenzialmente chiarezza: occorre onest per auto-collocarsi al posto giusto allinterno del Sodalizio, onde non promettere per fanfaronaggine ci che non si pu mantenere, e occorre soprattutto buona educazione cavalleresca nel sapere che, a differenza del travestitismo imperante nella Rete, dove si pu iniziare o terminare il gioco di ruolo quando si vuole, e dove si pu scomparire come si apparsi (buon viaggio!) il nostro Sodalizio agisce nella realt e de visu, dove i problemi personali che possono portare ad una scarsa partecipazione sono umanamente compresi, se si ha la possibilit di chiarirne i motivi. Non ci interessa minimamente espandere il numero dei nostri Sodali, e se pu dispiacere perdere per strada un Amico, di certo non la stessa cosa per chi si trascina al seguito di qualcosa che, evidentemente, non condivide pi, o non ha mai veramente condiviso abbastanza.

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    Viaggiare Gentilmentedi Heinrich

    La societ moderna, tra le numerose nefandezze alle quali ci ha abituato, ci ha regalato anche la possibilit di ampliare i nostri orizzonti in maniera eccezionalmente ampia, non solo in termini intellettuali, ma anche dal punto di vista fisico. La possibilit di spostarsi sempre pi velocemente verso mete sempre pi lontane senza dubbio uno dei segni pi tangibili della modernit, possibilit che il Gentile deve amministrare sempre con parsimonia e mai con smodatezza, come di ogni altro bene disponibile sulla terra o nell'animo. E' comprovato come la maggior parte della gente non si muova mossa dalla curiosit, bens dalla "diceria". Il turista non si reca infatti dove non sa che cosa trover bens dove sa gi quasi tutto del luogo, poich egli non ha alcun interesse a scoprire nuove realt, bens a consumare un certo tipo di prodotto, quand'anche esso sia emozionale o culturale, gi selezionato, un costume, se ci pensiamo, ben figlio della societ dei costumi nella quale viviamo. Siamo qui lontani anni luce da quel viaggiare di cui giovani inglesi e tedeschi si fecero cultori tra settecento ed ottocento, esplorando l'Italia, veri e propri maestri di come si pu conoscere l'Anima di un luogo, non passandoci, ma vivendoci, seppur in maniera temporalmente transitoria.

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    Si badi bene che qui non si parla di vivere nel senso di "stabilirsi in un luogo", bens di vivere nel senso pi completo del termine, ossia andando a fondo nella nuova realt nella quale ci troviamo, fin negli aspetti pi intimi o insignificanti. Il vivere in un luogo, non significa necessariamente abitarci, bens anche svolgere, per un determinato periodo le proprie funzioni vitali all'interno di questo nuovo territorio. Questo implica che il viaggiatore Gentile si deve armonizzare alla Terra che si trover a visitare in maniera totale, aprendo le porte ad un'osmosi positiva tra la propria anima e quella Cittadella Spirituale al centro del cuore dove egli conserva le memorie, la storia e la natura atavica della propria Terra d'origine, immutabile e incancellabile da qualsiasi suggestione, per quanto potente essa possa essere. Il viaggiatore Gentile, che anche lo stereotipo dell'Esperiano, respira l'aria del nuovo paese, beve l'acqua delle sue fonti, si nutre dei suoi frutti, che provengono dalla terra, dall'acqua e dall'aria di quel paese, e che sono stati cotti su fuochi ardenti legna di quel paese; egli dunque prende con grazia, e perci, in quanto Gentile egli dovr prima di ogni altra cosa, appena messo piede nella nuova terra da visitare, o nella quale transitare, compiere il rito di omaggio al Genius Loci, il quale non ha solamente la funzione di Saluto verso la Forma Locale degli Dei Immanenti, bens, pi concretamente anche e soprattutto l'omaggio e la richiesta di Clementia agli spiriti locali, entit enigmatiche e misteriose, che vanno dalle forme pi banali di ombre fino a vere e proprie Divinit, per il disturbo e la disarmonia che il visitatore sta temporaneamente creando. Ogni uomo, muovendosi dalla terra in cui nato crea, volente o nolente, una piccola disarmonia, disarmonia che la ritualit romano-italica consente di ovviare e riparare attraverso il semplice omaggio del quale si parlato poc'anzi. E' da sottolineare come probabilmente una consistente parte del degrado mentale che porta al dissolvimento del senso di Patria nel concetto di Sangue e Suolo, in favore di ben peggio, sia dovuto anche al secolare vizio di non curarsi pi, o di non farlo nella maniera pi ottimale, di riarmonizzare le perturbazioni sottili che creiamo allontanandoci e muovendoci dalla nostra sede naturale, nella quale, quand'anche non la capissimo, bene ricordare che siamo nati con un preciso scopo nel grande copione teatrale dell'esistenza. Il viaggiatore Gentile, essendo riconoscente verso la Natura, certo che egli amer immergersi in essa ed ammirarla nelle sue differenze e somiglianze anche quando si trover a viaggiare in un nuovo territorio. Una delle tante domande che egli si potr porre, senza dubbio "quale dio abita qui? E i miei Dei sono anche qui oppure permeano solamente la mia terra?". Il buon pagano sa molto bene come tutti gli Dei derivino dalla medesima vibrazione primigenia, che se vogliamo possiamo individuare, in maniera pi romana, nel Deus Deorum Ianus, e che essa, come una luce attraverso un diamante, riflette in maniera differente a seconda della sfaccettatura attraversata, nonch rispetto al punto dalla quale ci apprestiamo all'osservazione. Se la luce apparir diversa, per intensit e colore, anche

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    gli Dei, che sappiamo essere ogni singola sfaccettatura del diamante, ci appariranno diversi mano a mano che ci spostiamo attorno al diamante. E' per questo motivo che ogni popolo ha ravvisato sfumature diverse, se non proprio connotazioni differenti a tanti Archetipi - forza presenti nella Natura che ci troviamo ogni giorno ad osservare. Per questo motivo il Pagano, uomo centrato e Colto, nel senso nobile di questa parola, a conoscenza del fatto che gli Dei della sua terra d'origine sono sempre attorno a lui in quanto presenza ma non sono attorno a lui in quanto rappresentazione. Gli Etnarchi del gentile in viaggio sono in lui, ma non attorno a lui; sono attorno a lui solamente se consideriamo le forze primigenie in quanto tali, prima che arrivino al prisma adamantino, le quali sono la Vera Natura delle Divinit. Per cui, alla seconda domanda postasi sopra, il pagano risponde "entrambe le cose" senza nessuna incoerenza. Tuttavia, il pagano che si rivolger alle Divinit, per un qualsiasi motivo, trovandosi fuori dalla sua terra nata, si curer di abbinarvi, quando possibile, gli appellativi e le sfumature pi aderenti a luogo nel quale sta vivendo piuttosto che la pedissequa ripetizione della ritualit "casalinga", e questo non solo per ragioni di armonizzazione o di rispetto verso le Realt locali, aspetti mai sottolineati abbastanza, quanto anche per una ragione essenzialmente pratica: come spostandoci da un luogo all'altro dobbiamo cambiare frequenza radio per captare in maniera distinta una stazione, cos il celebrante deve saper giostrare bene l'aspetto locale e quello d'origine onde utilizzare al meglio il canale appena aperto.

    Per qualunque ragione il nostro viaggio venga compiuto si trovi il tempo di esplorare, il nuovo luogo nel quale ci troviamo. Ci si prenda il lusso del coltivare un sano otium nel luogo dove si appena giunti, onde sintonizzarsi meglio su tutti i particolari che spesso pi ci sfuggono, per esempio i suoni, i profumi, il clima, e tutte le vibrazioni che, tutte assieme, sono il respiro del Genio Locale. Evitiamo quindi di correre come forsennati, come fanno i turisti, da un monumento nazionale all'altro, ormai trasformati quasi ovunque in attrazioni da luna park o in tornelli per "studenti" ignoranti la cui sola aspirazione la maratona alcolica del dopocena. Paganamente cerchiamo il Genio del luogo nelle strade poco frequentate, nei piccoli paesi di campagna, nella forma di una finestra, nella foggia della tenda dietro di essa, nello spiovere di un tetto o nell'odore di un'osteria, poich questa la Quotidianit Tradizionale vissuta ogni giorno da un Popolo, mentre il Monumento Nazionale, quand'anche azione faustiana tesa all'infinito, si trova momentaneamente sclerotizzata in una musealizzazione snaturante della quale forse, non tutti sono innocentemente inconsapevoli. Cerchiamo dunque la realt e non l'eccezione, perch solo chi ha il coraggio e la pazienza di immergersi nell'ordinariet di una terra, di una nazione, avr poi non solo la voglia, ma anche l'emozione estatico-orgasmica di comprendere i guizzi di esse verso l'Eternit e di capirne gli scopi. Sostituire cos lo stupore dell'ignorante,

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    ossia la Sindrome di Stendhal, con l'Estasi del Sapiente (colui che conosce). Non infatti fuori luogo parlare di approccio seduttivo, tra la terra visitata ed il viaggiatore. Esso pu andare a buon fine o meno, ma sempre di un unione, suggellata dallo scambio di Energie e non solo, si tratta. Si trovi finalmente il coraggio di scambiare parti di s con la Terra che gi ci offre le sue. Solo la lingua di un popolo pu portarci alla conoscenza della sua anima pi vera, non solo ascoltiamo musica in lingua, ci sforziamo di leggere in lingua locale, ma proviamo altres a parlarla, a viverla a captare nella fonetica delle singole parole tracce di quella sfumatura che riverbera del diamante divino che su di noi riflette la luce primigenia dell'universo . Evitiamo il pi possibile le lingue franche, veicolo di modernit e omogeneizzazione e cerchiamo di approfondire le lingue locali. Rivolgiamoci in lingua locale alle persone con le quali ci troveremo a rapportarci, esse, nella maggior parte dei casi, non si indisporrano cogliendo la nostra scarsa competenza, ma apprezzeranno la nostra volont di armonizzarci alla loro realt, sentendosi apprezzate. Stabiliremo, quindi, un contatto. Se noi siamo in cerca dell'Armonia con il luogo che visitiamo, e noi sappiamo che siamo ci che mangiamo, sforziamoci, in visita in altre localit, di slegarci dalle catene dell'opprimente familismo alimentare che affligge gli italiani, e di provare non solo ad assaggiare od a gustare le pietanze locali (cibi, prima di tutto, e non specialit), bens nutriamocene.

    Il Gentile, nell'atto del cibarsi di una pietanza Straniera visualizzi, se li conosce, gli ingredienti che la compongono, visualizzi il crescere di una verdura, il suo venire dolcemente allevata dal sole di quei luoghi, connotato espressamente di diverse sfumature (Il Sole, maschile in Italiano, Die Sonne, femminile in Tedesco), il sapore dell'acqua e il rumore di quelle piogge, che ogni viaggiatore accorto sapr che sono differenti da luogo a luogo. Il Sole, sostantivo maschile nella lingua italiana, il sole rovente del Mediterraneo, il giovane dio Sol, che trionfa come giovane guerriero incoronato

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    di fiamme il giorno del Solstizio d'Estate , die Sonne il gentile sole nordico che non scotta ma accarezza, discreto, dolce come una Donna. Si visualizzino le mani che con Amore hanno modificato quel Dono della Natura, portandolo a noi nella sua locale sfumatura, e si tenga a mente, che la forza che ha permesso a quelle mani di impastare, modellare, mescolare ci che mangiamo esiste perch la stessa terra ha nutrito da sempre i muscoli di quelle mani, ed in quel momento, noi effettuiamo una vera e propria "comunione" con la Terra ed il Popolo che stiamo visitando, presso il quale viviamo. Idem per ci che si beve. Se dobbiamo nutrirci di prodotti impastati o creati industrialmente, tanto varrebbe cercare di rimanere a casa piuttosto che di muoverci, non ne troveremo alcun arricchimento; sforziamoci perci, esplorando assolutamente a casaccio, di trovare luoghi veri e vivi, che non necessario che siano "tipici", termine che ha molto il sapore del museo, ma che rappresentino bene la vita quotidiana di quel Popolo, di quella Terra, ancora non contaminata dal germe della modernit. Cerchiamo di ascoltare la musica dei luoghi che stiamo attraversando, capiamone i testi e mettiamoci in sintonia con le vibrazioni che ogni strumento ci comunica, con l'epoca in cui stato scritto, e anche con cosa pu ispirarci per il futuro. Onde metterci meglio in sintonia con tutti questi aspetti, approcciamoci anche, sempre con la giusta misura, alla tanto vituperata pratica del viaggiare individualmente, poich cos apprenderemo meglio il silenzio e ci troveremo al di fuori della nostra comunit. Il trovarsi al di fuori della nostra comunit non pu che portarci, per forza di cose ad aprirci all'esterno, in questo caso il luogo che visitiamo, portandoci a diventare maggiormente ricettivi verso tutto ci che gravita attorno a noi. Per certi aspetti dunque la solitudine la condizione propedeutica per l'assorbimento di quanti pi elementi possibili del nuovo luogo nel quale ci troviamo. La presenza dei Compagni di Viaggio, a sua volta favorisce la condivisione di ci che si assimila, esattamente come mangiare in compagnia rende pi piacevole il banchetto, ma non soltanto riceviamo piacere, ma attraverso gli altri possiamo cogliere ancora pi sfumature, che alla nostra personale sensibilit possono essere sfuggite o sono state interpretate in altro modo, il tutto senza mai snaturare la nostra Natura o ancor peggio rinunciarvi, il che ci porterebbe prima di tutto a negare l'evidenza: non possiamo infatti cambiare la nostra materia prima, possiamo solamente rinnegarla o far finta di non vederla, ed in secondo luogo a perdere la condizione di Pax Deorum stipulata con gli Dei della nostra Terra, che hanno contribuito alla costituzione non solo della nostra anima ma anche del nostro corpo fisico. Viaggiare, e non spostarsi. Unirsi, scambiare, mai mutare. Cos deve riscoprire il senso del Viaggio l'uomo tradizionale Gentile e in special modo l'Esploratore Hesperiano, dicitura nella quale sottolineo energicamente il termine esploratore, poich il termine stato coniato proprio pensando a questo tipo di approccio al viaggio e non certo pensando al navigatore, all'astronauta o peggio, al pioniere della Repubblica Democratica Tedesca. Solo

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    colui che viaggia con coscienza pu essere aiutato, da questa possibilit messaci di fronte dalla modernit, a comprendere meglio s stesso e ci che , quindi anche la sua Terra ed i suoi Dei, mentre colui che non viaggia ma si sposta (con tutta l'accezione di "trasloco" -di abitudini, frustrazioni, pulsioni- che esso comporta), come i turisti fanno altro non potr fare che contribuire all'edificazione, oltre che all'essere vittima, di una societ sempre pi succube allo snaturamento economicistico, alla de-sentimentalizzazione, alla mancanza di intimit ed infine alla pi totale, triste e sterile omogeneizzazione, prima che di Culture, di Sensazioni, portando cos il Monoteismo al di fuori del piano meramente dottrinale, fino alla sua sintesi pi concreta, vale a dire la realt quotidiana, mettendoci di fronte a tutta la sua intrinseca pochezza quando per sar ormai troppo tardi.

    * le foto qui riportate sono prodotte da chi scrive, e non rappresentano nulla di famoso o grandioso, rappresentano per qualcosa di inimitabile, dove ho tentato di mostrare quella ordinariet tradizionale del quale il viaggiatore pagano deve essere costantemente alla cerca, fino a diventarlo quasi inconsapevolmente.

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    Un fuoco che parla SlovenoChiacchierata attorno a un focolare nelle Valli del Natisone

    di Heinrich

    Questo il racconto, un po' informale e un po' no, di una serata di qualche tempo fa, ancora in inverno, presso la sala del focolare dell'Albergo "Al Vescovo", presso Pulfero (Udine), nel cuore della zona delle Valli del Natisone, a due passi dalla Slovenia. Perch tutti possano capirlo occore per fare un piccolo preambolo di natura storica. Non tutti sanno che in Friuli Venezia Giulia esiste una comunit slovena che abita pi o meno l'intera zona confinaria orientale da Trieste fino a Tarvisio. Tarvisio e i paesi attigui della Val Canale (Malborghetto, Valbruna, Ugovizza, Fusine, Camporosso e altri) oltre ad un certo numero di locutori tedeschi, vantano anche la presenza di una comunit slovena, non molto numerosa, ma risalente all'alto medioevo e radicata da tempo in queste valli di confine. Scendendo verso Sud lungo le Alpi Giulie arriviamo nell'Alta Val Torre, dove nasce l'omonimo fiume, che scorre verso la pianura friulana dove andr a gettarsi nell'Isonzo poco prima del mare, l'intera valle, con i due comuni di Lusevera e Taipana slovenofona. Scendendo a sud entriamo nella zona di cui parleremo, ovvero le Valli del Natisone, dove i

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    locutori sloveni sono maggioranza nei comuni di Pulfero, Savogna, San Leonardo, Stregna, Grimacco, Drenchia e San Pietro al Natisone. Andando ancora pi a Sud verso il goriziano, nella regione di confine con il Collio sloveno i locutori sloveni prevalgono nei comuni di San Floriano del Collio, Dolegna del Collio, Savogna d'Isonzo e Doberd del Lago oltre che a costituire una consistente minoranza nelle stesse Gorizia e Monfalcone. Se la maggior parte dei comuni slovenofoni situata nelle province di Udine e Gorizia, la maggior parte dei locutori, numericamente parlando, si concentra per nella provincia di Trieste, dove sono maggioranza nei comuni di Sgonico, Monrupino, San Dorligo della Valle e Duino Aurisina. Parlando di sloveni in Italia dunque non parliamo di qualche centinaio di abitanti, come possono essere i Walser del Piemonte o i Timavesi (anch'essi in Friuli), ma di un insieme articolato di persone, parlante, tra l'altro diversi dialetti (dialetto del Gail nel tarvisiano, dialetto del Torre in Val Torre, Natisoniano nelle valli del Natisone, dialetto del Collio nel goriziano, Carniolino centrale e Carsico nel triestino). Tuttavia ci occuperemo soltanto, in questa introduzione di quanto riguarda, come gi detto, della presenza slava nelle valli del Natisone, ossia nel sistema di valli a ventaglio (i torrenti Alberone, Erbezzo, Cosizza) confluenti poi in pianura nei pressi di Cividale. La presenza slava in queste valli strettamente intrecciata a quella longobarda, che vede in Cividale la sede del primo ducato longobardo in Italia gi nel 568 d.C., nemmeno cent'anni dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Giunti in Friuli, i Longobardi del Duca Gisulfo, nipote di Alboino, trovano una terra impoverita ed insterilita, spopolata dalle invasioni barbariche precedenti e letteralmente devastata dalle incursioni degli Avari (Unni) che avevano distrutto la un tempo prospera Iulium Carnicum (Zuglio, mai pi ripresasi, oggi piccolo comune di 600 anime), accanendosi poi sulla ricca e potente Aquileia. L'unica citt indenne rimase proprio Cividale, l'antica Forum Iulii fondata da Giulio Cesare in persona all'ombra del Monte Nero, in una zona strategica che assicurava il controllo del valico di Stupizza, collegante la pianura friulano-veneta con la Val d'Isonzo e la Pannonia. Non pass molto tempo che gi nel 610 la citt venne assediata e distrutta dagli Avari. I Longobardi la ricostruirono, chiamandola Civitas Forumiuliana, da cui deriv il nome attuale della cittadina. E' in questo periodo che, oltre agli Avari, l'Europa conosce un fenomeno storico molto pi ampio, ossia la grande cavalcata verso Ovest delle popolazioni Slave. Relegate per tutto il mondo antico nelle regioni pi orientali dell'Europa, non pi bloccate dalla presenza germanica, ormai spostatasi pi a occidente, gli Slavi avanzano verso Ovest ad un velocit impressionante, una irresistibile cavalcata che li porter, in quest'epoca, a devastare le potenti citt vichinghe di Lubecca e Haithabu (Schleswig) e a fondare la citt di Dresda col nome di Drezdany. E' l'epoca in cui a Capo Arkona, sull'Isola di Rgen, si accendevano i fuochi in onore della divinit Svetovit. Gli Slavi, ancora fresca potenza pagana,

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    colonizzano l'intera Europa orientale, con le sole eccezioni di Romania ed Ungheria e giungono, assetati di conquiste, sulle rive dell'Isonzo. Le scarse difese avare vengono superate, e le truppe giungono al valico di Stupizza. Possiamo solo immaginare il loro sentimento quando, superato il piccolo villaggio di Lipa, poterono vedere spalancarsi di fronte a loro la grande pianura friulana con la fortezza di Cividale al suo confine. I Longobardi non rimasero a guardare, e nel 664 li sconfissero sonoramente nei pressi del piccolo villaggio di Brischis, a soli 7 km dalla capitale del Ducato. Tuttavia, preoccupati da quest'avanzata essi costruirono un sistema di fortezze, detto Limes Langobardicus, che correva da Venzone fino a Cormons, chiudendo tutte le valli che collegavano il Friuli con quella che oggi la Slovenia. Le scorrerie proseguirono numerose per i due secoli successivi, portando gli Slavi a rompere lentamente il limes costruito dai Longobardi, assicurandosi cos il pieno controllo della regione montana, tuttavia, il loro grande sogno, ossia l'accesso alla pianura e la conquista di Cividale, non avvenne mai, poich se i Longobardi cedettero mano a mano le arretrate regioni montuose, non furono mai disposti a cedere la fertile pianura che circondava la capitale del Ducato del Friuli .

    La situazione non mut nonostante la conversione al cristianesimo degli Slavi della zona, avvenuta in epoca carolingia e la caduta dei Longobardi, sostituiti dai Franchi nei vertici della societ altomedievale dellItalia centro-settentrionale. Tuttavia le terrificanti devastazioni provocate dalle incursioni Ungare, che misero a ferro e fuoco il Friuli proprio in quell'epoca, costrinsero le autorit cividalesi e lo stesso Patriarcato di Aquileia a rivedere il loro atteggiamento verso gli Slavi. Le pianure, un tempo fertili, erano abbandonate e quasi desertificate, tanti erano i morti che gli Ungari avevano mietuto nella popolazione ladino-germanica; mancavano coltivatori e fattori che lavorassero per i feudatari Franchi, e cos, a poco a poco, gruppi di contadini Slavi cominciarono ad essere stanziati nella pianura, principalmente nelle zone di Premariacco e Codroipo (dove rimangono numerosi toponimi a ricordo di nuovi borghi fondati dai coloni, come Goricizza, Belgrado di Codroipo, Zompicchia e altri). Agli Slavi del Natisone fu trovato un altro ruolo, quello di guardie confinarie. In cambio dell'esenzione dalle tasse gli Slavi si impegnavano a preservare e difendere i valichi confinari di Stupizza e Passo Solarie, mantenere in condizioni ottimali le strade e preservare i boschi. Passati sotto il dominio dei Patriarchi d'Aquileia e diventati ormai pacifica popolazione di boscaioli e castagnai, essi nominarono definitivamente come loro Domovina le Valli del Natisone.

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    I patriarchi garantirono agli Slavi numerosi privilegi, concedendo loro sostanzialmente l'autogoverno, esercitato attraverso il Gran Arengo, che per mille anno si tenne ogni anno, ed in generale ogni qual volta ve ne fosse bisogno, presso il prato di Kamenica, un meraviglioso pascolo che guarda da una parte la valle dello Judrio e dall'altra i massici del Monte Nero e di Monte Canin.

    "il luogo dove si radunava il Grande Arengo", in localit Kamenica nel comune di Stregna - Srednje."

    Gli Slavi della Val Torre e delle altre zone del Friuli o della Venezia Giulia, invece, non goderono mai dei privilegi dei Natisoniani, la cui comunit prosper per secoli come entit indipendente, legata alle autorit cividalesi e patriarcali solamente da vincoli di pura formalit, oltre che dall'antico obbligo di vigilare i confini, rinnovato ogni anno. Nel 1419 tuttavia, con l'assedio delle truppe ungheresi di Re Sigismondo, Cividale fu costretta a chiedere l'intervento della Repubblica di Venezia, atto che port le valli sotto una decisiva influenza veneta, che sfoci nel 1509, nell'annessione vera e propria alla Serenissima. Il dominio

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    veneto tuttavia riconobbe la valida opera degli Slavi, oramai diventati Sloveni, nella tutela del confine, e rinnov la loro autonomia, riconoscendo la giurisdizione del Grande Arengo, legittimandolo, tra l'altro, a costituire tribunali autonomi, amministrati da ventiquattro giudici (dvanajstija) per l'amministrazione della giustizia, nominati ad Antro e Merso. Con la pace di Worms del 1530, Tolmino e la Val d'Isonzo passarono sotto la sovranit Imperiale, tagliando cos ogni rapporto tra gli abitanti delle valli ed i loro parenti della Carniola e del resto della Slovenia.

    Nei secoli seguenti, fino alle guerre napoleoniche, la vita degli abitanti delle Valli prosegu tranquilla tra le attivit tradizionali della montagna (in primis lo sfruttamento boschivo), lo sfruttamento delle locali cave e la gestione dei castagneti. I carrettieri scendevano lentamente verso Cividale vendendo castagne e pietra e ripartivano portando prodotti agricoli verso le valli. Rapporti veneziani dell'inizio del Settecento, ci testimoniano la complessa organizzazione della Slavia Friulana. Venezia riconosceva i comuni di Vernasso (Barnas), Biacis (Bija), Erbezzo (Arbe), Cepletischis (epleie), Vernassino (Veli Barnas), Clenia (Klenje), Ponteacco (Petjag), Clastra (Hlasta), Luico (Livek, oggi Slovenia), Tribil di Sopra (Gorenj Tarb), Stregna (Srednje), Altana (Utana), Lasiz (Laze), Tarcetta (Taret), Mersino (Marsin), Savogna (Sauodnja), Azzida (Ala), San Pietro degli Slavi (pietar) , Brischis (Bria), Cosizza (Kozca), Drenchia (Dreka), Oblizza (Oblica), Podpecchio (Podpe), San Leonardo (Svet Lienart), Spignon (Varh), Pegliano (Ofijan), Montemaggiore (Matajur), Brizza (Barca), Sorzento (Sarenta), Biarzo (Bjar), Rodda (Ruonac), Grimacco (Garmak), Costne (Hostne), Cravero (Kravar), Tribil di Sotto (Dolenj Tarb) e Merso di Sotto (Dolenja Mersa). Ogni capofamiglia slavo partecipava al consiglio dei capifamiglia, la Sosednja, che eleggeva un decano, che presiedeva alle riunioni che si tenevano tradizionalmente all'aperto, sotto l'ombra di un tiglio. La Slavia si divideva in due convalli, quella di Antro e quella di Merso, entrambe rette ciascuna da un Gran Decano (upan) con l'incarico di amministrare la singola convalle. L'Arengo Grande era appunto l'assemblea di tutti i decani, che erano rispettivamente 21 per la convalle di Antro e 14 per quella di Merso. Non si conosce una sola occasione in cui il dogato veneziano abbia dato torto ad una sola delle decisioni prese dagli sloveni del Natisone. Ancora nel 1788 il Senato veneziano confermava le valli del Natisone (o Schiavonia) come "nazione diversa e separata dal Friuli". Ed proprio il buon rapporto costituitosi in quest'epoca tra veneziani e sloveni ad essere alla base dell'attaccamento degli abitanti di queste valli alle sorti dell'Italia, piuttosto che a quelle della Slovenia, di cui parleremo tra poco. Nel 1797, con la caduta della Serenissima, l'autonomia della Slavia Friulana fu cancellata, e l'autorit del Gran Arengo non venne pi riconosciuta.

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    Quell'anno, il Gran Arengo, riunitosi a sotto i tigli di San Pietro degli Slavi (oggi San Pietro al Natisone) insistette presso gli occupanti francesi per il mantenimento degli antichi privilegi, ma non furono ascoltati. L'ultimo Arengo risale al 1804. Con l'annessione austriaca la situazione non mut, le autorit viennesi non si dimostrarono sensibili alle richieste dei valligiani per il ripristino dell'autonomia. Le Sasednje continuarono a funzionare parallelamente ai comuni fino alla met dell'ottocento, quando ogni traccia dell'autonomia slava nelle valli poteva dirsi definitivamente scomparsa. E qui comincia, parlando di storia moderna, la mia strana serata fuori dal tempo nel piccolo Albergo Al Vescovo, anima della vita della comunit di Pulfero, anche perch allo stesso tempo, unico ristorante e unico bar. E' ormai tarda sera, quando dopo una visita al tempietto longobardo e altre bellezze cividalesi rientro al mio alloggio valligiano. Ho infatti preso una stanza qui, per passare un fine settimana lontano dalla pianura, in un'atmosfera pi rilassata e naturale. Siamo a inizio Febbraio, e c' ancora piuttosto freddo. L'intensa Bora che spira su Trieste si fa sentire anche qui sotto forma di gelido vento che spazza la valle, incuneandosi nel valico che da Stupizza scende verso Cividale. Arrivo nella locanda e nel caloroso atrio vedo numerosi cappelli alpini, compresa qualche attempata penna bianca. La tuttofare padrona del locale, l'energica signora Domenis, mi accoglie dicendomi che si era appena conclusa la festa della locale sede ANA di Pulfero. Nella sala attigua, alcuni anziani ed un paio di trentenni a cui non presto molta attenzione colloquiano amabilmente, con diverse bottiglie di vino vuote sulla tavola. Il tempo di mangiare un poco di Gubana, il dolce locale, e gli alpini se ne vanno. Rimangono solamente gli anziani. "Spero tu non debba alzarti presto domani" - mi chiede preoccupata la signora Domenis - questi qui rimangono alzati tutta la notte". Appena il tempo di dirle che non ci sono problemi che nella sala adiacente, dove dentro un grande focolare scoppietta un bel fuoco, comincia un bellissimo canto polifonico. Si canta "La Montanara", un classico del repertorio degli Alpini. Decido di andare di l a sentire un po' di che si tratta, pensando al solito coro alpino, che per si ascolta sempre volentieri, e che io, in quanto Alpino, non posso che apprezzare. Tuttavia dopo un po', passati ad altre canzoni, mi accorgo che non si tratta solo di canti alpini, ma ci sono anche altri brani nel repertorio, molti dei quali non riesco a comprendere per ragioni linguistiche. "E' sloveno?" chiedo incuriosito all'anziano signore che sembra essere il "direttore" del coro. "No, dialetto carinziano, mi dice, ma comunque gran parte del nostro repertorio in sloveno" mi dice sorridendo. Faccio cos conoscenza con Giuseppe "Bepo" Chiabudini, fondatore e anima del coro "Nediski Puobi" (I Ragazzi del Natisone), nonch ex sindaco di Pulfero ed ex presidente della comunit montana Valli del Natisone. Si dimostra subito felice nel riscontrare interesse verso lo sloveno. Avendo gi letto qualcosa sulla Slavia comincio a fargli domande per imparare qualcosa di pi;

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    gli domando, per cominciare, se il loro sia sloveno standard oppure sia differente da quello che oggi ufficiale nella repubblica di Slovenia. "E' un dialetto, ma ci capiamo", mi risponde. "Parliamo lo stesso dialetto di Caporetto e di Tolmino, ma il nostro non lo sloveno di Lubiana". "Mi sembra che la gente del posto ci tenga molto all'identit slovena. Ho visto che quasi tutti i cartelli sono bilingui qui, eppure non si parla mai di voi, come invece si fa con l'Alto Adige". "Qui non ci sono tutti i soldi che ci sono in Alto Adige - mi dice - e inoltre siamo molto pochi rispetto al passato, la nostra comunit corre un serio pericolo di scomparire." Nonostante trasmissioni radiofoniche in sloveno, giornali in sloveno (ne esistono due, Dom e Novi Matajur), cartelli bilingue e numerose iniziative a tutela della cultura locale, la comunit slovenofona corre seri rischi a causa della mannaia demografica. "Durante il regime fascista era illegale parlare in sloveno - continua - ma qui nelle valli ce ne siamo sempre curati poco, eravamo sempre tutti tra di noi, l'italiano lo usavamo soltanto quando scendavamo a Cividale. "Timori di collusione tra voi e quelli di Lubiana?" domando pensando ai terroristi del TIGR, sloveni che compivano assassini politici tra Trieste e Fiume tra le due guerre. "S, le autorit di Roma non hanno mai capito il nostro amore per l'Italia. Ci viene dal grande rispetto che ci veniva dato dai Dogi"."Godevamo di un'autonomia che non puoi immaginare, diamoci del tu, e potevamo comminare addirittura la pena di morte senza autorizzazione del provveditore veneto. Altri tempi.. Venezia stata la nostra fortuna. E per noi Slavi qui Venezia rappresenta l'Italia.""Niente a che fare dunque con gli Sloveni di oltreconfine?" chiedo. "Per carit, noi siamo e saremo sempre Slavi e Sloveni, ma di nazionalit italiana. Non posso dire di essere un'italiano se il mio cognome sloveno e in casa parlo in sloveno. Sono uno Sloveno fiero di essere italiano, cos come in Ticino esistono italiani fieri di essere svizzeri". Penso in quel momento a come, dopo le vicende delle foibe e la guerra fredda, il clima di queste valli nel secondo dopoguerra dovesse essere teso. Quasi leggendomi nel pensiero Bepo mi dice "Non puoi immaginare il clima che si respirava qui durante la guerra fredda. Nel 1945 gli jugoslavi passavano il confine spesso, anche qui vennero a cercare il consenso. Tuttavia la gente qui rimase fredda. Non come nel Triestino. Solo il nostro ricordo di Venezia imped a Tito di annetterci in quegli anni drammatici - ricorda - non siamo mai stati simpatizzanti della Jugoslavia, n men che meno comunisti. Coi partigiani comunisti ci furono contrasti da queste parti, infatti Porzus non tanto lontano, se ci pensi. Ma non erano sloveni, erano friulani. Per il governo di Roma eravamo comunque sospetti, in quanto slavi, per Tito eravamo dei traditori. Ma stata la compattezza di noi valligiani a fermare i suoi carri armati. Non avrebbe potuto sterminarci tutti. Certo la lingua una cosa importante. Ma passare sotto Lubiana? Perch? Per cosa? La storia delle nostre valli qui, con i friulani e i veneti, da secoli." "Anche tu un Alpino? - gli chiedo - ci tieni molto all'Italia vedo."

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    "No, avrei voluto ma finii in artiglieria contraerea, a Sabaudia, lontanissimo da casa. Per il mio babbo lui si che era Alpino. Nella Julia! Battaglione Cividale! Disperso in Russia poveretto. Io sono orfano di guerra. Quando dai un padre per una Patria allora capisci che cosa vuole dire. Non posso dire che mi piaccia tutto dell'Italia, ma comunque la Storia delle mie valli che mi tiene ancorato a questa bandiera." I racconti del vecchio sloveno proseguono, tra un canto e l'altro, che prima di eseguire mi traduce puntiglioso, raccontandomi per filo e per segno la storia di ogni canzone. "Io sono stato sindaco qui - mi dice - e stato per anni a fare avanti e indietro da Roma per tentare di portare alla capitale la voce degli Sloveni. A volte ci sono riuscito, altre meno. Negli anni cinquanta la guerra fredda era una brutta bestia. La gente delle valli, con la chiusura delle cave e la progressiva perdita di valore dei castagneti aveva capito che o si trovava una soluzione o l'alternativa era la migrazione di massa, con la conseguente fine della comunit slovenofona per ragioni puramente demografiche. Alcuni valligiani, assieme ad alcuni imprenditori friulani avevano proposto a Roma l'idea per la creazione di un grande polo metallurgico in pianura, tra Remanzacco e Cividale, per convogliare la manodopera valligiana in attivit produttive sul territorio, ed evitare l'emigrazione. Ma i tempi erano bui. "Vi capiamo - ci dissero i democristiani - ma non possiamo permetterci, con questo clima, di portare i comunisti tanto vicino al confine". La paura che le maestranze operaie valligiane, che in quanto operaie e in quanto slovene, per ignoranza della storia, vennero definite "comuniste", potessero fare lo stesso che fecero i loro colleghi di Monfalcone qualche anno prima, spalleggiando apertamente l'annessione della citt nella Jugoslavia di Tito e poi, non avendola, trasferendosi in Jugoslavia, fu forte. Fu un vero colpo di mannaia sulle Valli del Natisone. Come per altre zone d'Italia gli uomini migrarono in massa verso il Belgio, la Germania, la vicina Austria ed il triangolo industriale. Le donne finirono quasi tutte nelle case belghe e olandesi, dove vissero facendo quello che oggi definiremmo come il mestiere della "badante". "Solo pochissimi sono rimasti qua - mi dice Bepo sconsolato - l'agricoltura non ha mai reso troppo, le castagne idem e le cave non ressero l'impatto con il grande mercato nazionale prima ed europeo poi. Ci sono interi paesi abbandonati qua vicino, come Marcolino e Predrobac, che ormai non vedono abitanti da sessant'anni. E' tutto molto triste. Il problema non nemmeno di soldi, innanzitutto demografico. Mi dice quasi con le lacrime agli occhi. Abbiamo ottenuto il bilinguismo e tante altre cose.. ma difficile. Anche per questo ho fondato questo coro. Non mi piace troppo chiamarlo coro, siamo un gruppo di amici, ma quasi necessario farlo. Siamo l'unico coro di tutte le Valli ed un modo per far conoscere anche la musica di questi luoghi, se non ci fossimo noi, oggi non lo farebbe nessuno. I giovani sono pochi, e a quasi nessuno interessa la cultura della valle. Quelli vanno a studiare a Udine o a Trieste, e poi chi li vede pi?" "Ma parlano in sloveno?" chiedo io. "S, lo parlano, alcuni. Diciamo

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    che tutti lo capiscono, ma se ti dico che si mettono l e lo parlano in casa... beh no. Spesso sono la mamma o il babbo che parlano in sloveno, e il figlio capisce e gli risponde in italiano. E' da poco, e con molti sacrifici, che siamo riusciti a far passare che non da ignoranti il parlare lo sloveno. In Friuli ce la stanno facendo bene col friulano. Io non sono Friulano, ho ottimi rapporti coi Friulani e ho imparato la lingua facendo le scuole a Cividale. E' stata una fortuna quella. Se non fosse per le scuole credo che oggi non saprei ancora benissimo l'Italiano" ride buttando gi un bicchiere di grappa alla genziana. "Hai messo una croce sul tuo sonno - mi dice dal bancone la Domenis, anch'essa slovena- quando parla Bepo ti tiene tutta la notte" "Infatti adesso cantiamo" le risponde lui. Gli altri lo seguono in coro. Quello dei Nediski Puobi un modo di cantare particolare. La polifonia molto simile a quella dei canti degli alpini, ma la lingua slovena ne rende diversa la percezione. Tutto acquista il ritmo placido delle acque del Natisone, azzurro cielo come quelle dell'Isonzo. Le voci sembrano echi uscenti come vecchi spiriti boschivi dalle forre e dalle scarpate di queste valli semi-disabitate. Tutto, assieme al fuoco ed al vento fuori, prende un'aura di pace e di estraneit dal tempo. Italiano, Friulano, Carinziano e Sloveno sembrano sempre un'unica lingua, in quest'atmosfera di canto e di festa, la lingua della Tradizione. Che si rinnova attorno a questo fuoco anche in questa fredda notte di Febbraio, in questa valle dimenticata dal mondo. Dipende dai valligiani, e solo da loro, il futuro di questa comunit, futuro che prima di tutto deve essere demografico. Ogni ipocrisia sull'immigrazione qui non esiste, difatti gli immigrati non ci sono. Attratti dal consumismo di Udine e della pianura, le valli non costituiscono per loro motivo di attrazione alcuna, ricche come sono soltanto di salite e di boschi. Perci nessuno parla di "aiuti" alla demografia locale. Il 2 Aprile di questanno si riunito a Malborghetto-Valbruna, nel tarvisiano, un convegno, con la maggior parte delle associazioni di tutela dello sloveno, e rappresentanti politici non solo del locale partito degli Sloveni (Slovenska Skupnost) ma anche di membri del governo regionale del Friuli Venezia Giulia. I risultati del convegno ci parlano, come soluzione alla decadenza culturale della zona, di una "maggiore cooperazione transfrontaliera", in poche parole il far riunire nuovamente dopo secoli, per creare nuovi canali economici e sociali, gli sloveni di una e dell'altra parte del confine, per spezzare la catena da "isolamento alpino" che cinge le valli rischiando di fargli fare la fine dei Walser o di Timau. L'idea non riscuote molto entusiasmo, ma meglio di niente, si dice da queste parti. Tuttavia, hanno fatto presente le associazioni "o ci riprendiamo demograficamente o una guerra persa". Per creare posti di lavoro per i giovani, i comuni della valle hanno spinto sul turismo. Tuttavia, le principali attrazioni della valle sono l'escursionismo, la pesca a mosca della trota del Natisone ed un sentiero tematico sugli orsi, attivit che, oggi come oggi, non muovono grandi canali economici. Di castagneti ce ne sono rimasti pochi, nella zona di Tribil, gli altri se li sono

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    rimangiati i boschi in avanzata. Ma il tempo passa, le iniziative politiche, malgrado la buona volont della regione, procedono a rilento e paesi come Drenchia (120 abitanti) o Topol (23) sembrano gi condannati. "Io non so dirti - dice Bepo sedendosi accanto al fuoco - se ce la faremo a salvarci come comunit. Posso dirti che io ho cinque nipotini, e adesso per cantano tutti come me", mi dice sorridendo amaramente. E intanto, mentre il mondo si sommuove nei turbini della globalizzazione, qui, ragazzotti di Udine e di Nova Gorica fanno a gara a chi pi imbecille. I primi scrivono "Slavi fuori da casa nostra" sui muri dei paesi, i secondi "italija merda" e cancellano i segnali in italiano. Tutta rigorosamente gente che con questi luoghi non c'entra. E se lo stato italiano non provvede a fare qualcosa per questa terra, essa rimarr preda soltanto delle reciproche imbecillit, nell'impotenza di una popolazione locale ormai incapace, per questioni anagrafiche, di opporsi. E' cos, che ogni giorno si deteriora un esempio di tolleranza Imperiale Romana, che i Patriarchi prima ed i Veneziani poi, costruirono in secoli e secoli di lavoro diplomatico e di stima reciproca con gli abitanti di queste valli. "Adesso ti canto l'ultima canzone - mi dice Bepo - parla di un vecchio, che un tempo, da giovane, camminava e camminava per un sentiero che portava in montagna, dove lo attendeva la morosa alla finestra. Ora lui vecchio, ma ancora ci pensa. Ma sa anche che un giorno torner giovane, e quel sentiero, che oggi coperto di edera e rovi, lui lo sgombrer, torner al paesino su in montagna, e ci sar ancora la sua bella ad aspettarlo l". La canzone meravigliosa, e anche la signora Domenis si commuove. Ma pi che una canzone sembra quasi una descrizione di un ipotetico venturo aldil, il poetico epitaffio di una comunit, che con la riservatezza che l'ha sempre contraddistinta, con la signorilit dei contadini, con un funerale dopo l'altro, se ne sta sommessamente uscendo di scena, tra il quieto rumore del Natisone e il fresco stormire delle foglie di queste valli verdissime.

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    Il respiro del DragoAnalisi simbolico-esoterica di Excalibur di J. Boorman

    di Vittoria Colonna

    Nel pensiero comune contemporaneo, diffusa l'idea che lo scopo principale di un' opera, che sia artistica, musicale, teatrale, letteraria o cinematografica, sia quella d'intrattenere la mente del fruitore, il quale si suppone abbia una vita piatta e ordinaria e necessiti quindi di essere salvato dalla noia da questo tipo di artifizi. Certe frange di pesatori moderni si oppongono a questo tipo di fruizione definita "da tubo digerente" opponendo una tipologia di opere che abbiano al loro interno messaggi di tipo politico o sociale e che per questo motivo rifiutano, per vezzo intellettualistico, di costruire storie e temi edificanti per il pubblico.Questa contrapposizione vede quindi due tipi di opere: quelle di evasione e quelle di denuncia sociale. Tutto ci che esula da questa contrapposizione non viene comunemente compreso, oppure viene solitamente considerato inutile.Superfluo ribadire che questo modo di concepire tutto ci che anticamente veniva attribuito alle Muse, fuorviante e produce l'effetto contrario di ci che questo tipo di arti dovrebbero donare all'essere umano.

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    Dopo questo ampio e forse eccessivamente lungo preambolo, mi accingo a considerare e ad analizzare un'opera cinematografica, (quindi inevitabilmente moderna) che a mio parere rispecchia lo spirito, la magia e la profondit di quelle antiche. Un' opera contemporanea che ha compreso lo spirito arcaico dell'Epica e del Mito. Parler di Excalibur, un film che fu girato nel 1981 da John Boorman. Il film dedicato alla saga di Re Art e cela aspetti culturali ancora pi profondi di quanto possiamo percepire da una visione superficiale, poich tutta la vicenda sembra rimandare alla figura simbolica ed esoterica del Re del Mondo, oltre che riferirsi esplicitamente al concetto Indoeuropeo di Regalit, come era descritto dalle saghe Celtico-Insulari, Elleniche, Norrene, Vediche e dalle memorie della Roma Arcaica.

    Il Re impetuoso e la Spada del potere.

    "Guardate, la Spada del Potere: Excalibur! Forgiata quando il mondo era giovane e uccelli, bestie e fiori erano tutt'uno con l'uomo e la Morte non era che un sogno"Questo ci che dice Merlino all'inizio del film, dopo una cruenta battaglia in cui i colori e la colonna sonora sono i protagonisti principali. Ci sono infatti cavalieri rinchiusi in pesanti e barocche armature di ferro che combattono faticosamente in una landa nera e fangosa, illuminata da innaturali fiamme rosse. Queste prime immagini e la frase che Merlino dichiara alla fine della battaglia, sanciscono inesorabilmente che iniziata l'Et del Ferro, la decadenza inesorabile. Questa pesantezza e violenza si fanno palesi in Uther Pendragon, l'impetuoso vincitore della battaglia a cui viene dato il titolo di Re e la spada Excalibur: egli infatti romper l'armonia ottenuta dopo anni di sanguinosi scontri per un capriccio personale. Infiammato dalla ipnotica danza della bellissima e divina Igrayne, la moglie del duca di Cornovaglia, Uther decide di muovere guerra all'alleato per prendere per s la duchessa.Per ottenere Igrayne ricorrer ai sortilegi di Merlino, qui presentato nelle vesti inquietanti di un mago vestito di nero, accompagnato da due corvi e recante in mano un bastone caduceiforme.Uno dei suoi occhi diventa rosso e quando dorme questo occhio rimane aperto per scrutare attraverso le ombre circostanti. Tutti questi tratti ermetici e particolareggiati presentano il Mago come un archetipo fortemente vicino a divinit inquietanti e magiche come Odino e Lugh.

    "Anni per costruire, attimi per distruggere"Merlino esprime la propria disapprovazione per ci che ha fatto Uther, tuttavia accetter di ricorrere alla magia per favorire l'incontro amoroso tra il Re e la duchessa, poich, scrutando nel fosco orizzonte vede che ci sar. Cos infatti verr concepito Art: in una notte senza tempo, in cui l'alito del Drago avvolge di illusioni il castello, avviene un amplesso che a tutti gli effetti un Rito sacro, in cui Uther rimane sigillato dentro la sua armatura mentre prende la bella

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    Igrayne vestita di bianco di fronte ad un fuoco innaturale , mentre si consuma la morte del Duca al di fuori del castello. Uther in armatura e Igrayne nella sua veste da fata, sembrano una trasposizione di Marte e Venere, come sono stati rappresentati da Lucrezio e Botticelli e questa unione viene messa in risonanza con la morte cruenta del duca: Eros e Thanatos, Amore e Morte, le due forze primordiali assistono al concepimento di Art e a tutto questo assister lo sguardo profetico di Morgana, la figlia di Igrayne.Come Merlino, Morgana vede oltre la realt e assiste impotente alla morte del padre e all'inganno subito dalla madre, come Cassandra assistette impotente alla distruzione di Troia.Poich Art figlio del Fato e del Sortilegio, viene reclamato da Merlino appena viene al mondo, con grande dolore di Igrayne. Uther, dopo la consegna di Art a Merlino, capisce di aver perso ogni diritto, sia come Re, perch ha tradito l'alleato, sia come padre, perch ha concepito il figlio con l'inganno. Non accettando l'amara verit, Uther cerca disperatamente di inseguire Merlino, ormai lontano nel verdi boschi con Art tra le braccia, e trova in questo modo la morte, non prima di aver sigillato Excalibur in una roccia, cercando in questo modo di precluderla al mondo. Excalibur sar di chi destinato a divenire il Re.

    L'iniziazione del Re nel bosco.

    "Merlino, perch mi hai fatto questo?" "Perch tu fosti procreato per essere Re" "Cosa siginfica essere Re?" "Tu sarai la Terra e la Terra sar Te, se tu fallisci la Terra non dar pi frutti, se tu riesci la Terra prosperer" "Ma perch? " "Perch tu sei il Re!" Questo il primo dialogo incisivo tra Merlino ed Art nel cuore del bosco, subito dopo che il ragazzo ha estratto la Spada nella roccia. Art infatti, dopo aver involontariamente estratto la spada, si ritrovato Re suo malgrado, ha dovuto fronteggiare la verit sulla sua nascita ed coinvolto in una nuova battaglia, tra chi lo accetta come Re e tra chi lo rifiuta in quanto il ragazzo non era mai stato nominato cavaliere. Mentre la battaglia inizia, Art, scosso e spaventato da tutte quelle rivelazioni, fugge nel profondo del bosco con Excalibur ed proprio qui che avviene la sua Iniziazione. Anche qui i colori sono i protagonisti indiscussi: la foresta infatti di un verde innaturale, magico, avvolge tutto lo spazio della vicenda, dai tronchi, alle rocce, ai riflessi della spada; la foresta onnipresente, sia nel torneo profano, sia nella fuga del novello Re. La foresta, il bosco, in verit presente in tutto lo svolgimento del film, ricoprendo un ruolo principe. Come sottolineavo, la fuga nel bosco una chiara allusione all'Iniziazione dell'Eroe, come avviene in molti racconti, miti e fiabe. Egli in questo modo si isola dai pensieri caotici che lo circondano (la disputa dei cavalieri, il torneo profano) e viene portato all'acquisizione della Conoscenza affrontando la paure che albergano nel suo cuore e la paura per l'immensit della Natura.

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    Quando, nella sua Notte dell'Anima, si sente sopraffatto dall'Indefinito e dall'immensit dei luoghi selvaggi, compare di nuovo Merlino."Di che cosa hai tanta paura?""Non lo so" "Devo dirti che cosa c' l fuori?" "S" "Il Drago! Una bestia di tale potenza che se tu lo vedessi tutto intero e tutto insieme con un solo sguardo ti ridurrebbe in cenere nel tempo di un respiro" "E dov'?" "Il Drago ovunque, il Drago ogni cosa! Le sue squame brillano nella corteccia degli alberi, il suo ruggire si sente nel vento, e la sua forcuta lingua colpisce come un fulmine" "Ma cosa devo fare?" "Non fare niente, st fermo, dormi! Riposa nel Grembo del Drago...Sogna...Figlio..."E' cos che Merlino svela il segreto della Natura ad Art, il quale si addormenta nel ventre del Drago. Dormire significa in questo caso, mettersi in ascolto, cogliere il palpito di vita e di energia che unisce tutto ci che lo circonda e allo stesso tempo raccogliere le forze in vista della rinascita come uomo nuovo, forgiato dalle forze vibranti del bosco e cullato e protetto dalla tenebra notturna, come nei miti antichi, il Sol,Invictus, il Sole bambino, viene cullato dalla madre notte, da Angerona l'oscura Dea del Silenzio, che veglia sul suo sonno. Art, dormendo osservato da gufi onniscienti, serpenti silenziosi e cullato dallo stormire delle foglie, acquisisce la prima istanza fondamentale della sua preparazione: Excalibur parte del Drago. E' il tramite tra il Re e la Terra, come gli spiega Merlino, e questi ultimi sono l'uno parte dell'altra.Ora pronto ad assurgere al ruolo di Re e per prima cosa deve porre fine alla battaglia che appena scoppiata. Si precipita al castello dove sta' avvenendo la battaglia, dove c' un assedio da parte dei cavalieri che non han