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“Ritorno a Bangamukanda” Pagliai Alberto Anno 2013 il ritorno nello Sri Lanka

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diario 2013 viaggio in Sri Lanka

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“Ritorno a Bangamukanda”

Pagliai Alberto

Anno 2013 il ritorno nello Sri Lanka

19/02/2013

Il mare è in tempesta si naviga a vista, la crisi economica negli

ultimi 5/6 anni ha picchiato duro, ed è sempre più difficile

farsene una ragione.

Sulla partenza di questo viaggio l’ indecisione regna sovrana,

tanto che la decisione finale l’ abbiamo presa , io e Paola solo 3

giorni prima di partire, complice anche una brutta sindrome

influenzale che non se ne voleva andare.

Come sempre è molto difficile il distacco dai figli, in special

modo da “Asia”, che diventa ogni giorno più affettuosa.

E’ difficoltoso anche lasciare soli i genitori, che stanno

diventando un po’ anziani.

Alla fine siamo partiti, nonostante tutto, sono molto contento,

perché sentivo che il buio avrebbe potuto prendere il

sopravvento delle nostre vite.

Poi è veramente tanta la voglia di riabbracciare quelle persone,

che tanto ci hanno dato, in forza spirituale l’ anno scorso.

Si riabbracceranno anche gli ormai famigerati “ Gioielli di

Bankamukanda”, non mancheranno le emozioni, gli sguardi,le

mani, il sole, quel calore tipico delle persone che poco possono,

ma con un gran cuore.

La vita a volte ci porta lontano e sono sempre indefiniti i luoghi

indicati dal cammino.

20/02/2013

E’ il giorno dell’ arrivo a “Hikkaduwa”, ci vogliono circa 4 ore e

mezzo di taxi per percorrere la strada da “Colombo” e dopo il

tram, tram di 10/12 ore di aerei e aeroporti, l’ ultime ore sono

micidiali sembrano non finire mai.

Fortunatamente è venuto a prenderci all’ aeroporto il nostro

amico “Neil”, che ogni giorno si stà rilevando una persona

preziosa .

Ci supporta, ci aiuta e ci guida in quelle piccole cose , che sono

molto preziose quando siamo lontano da casa.

All’ arrivo trovo i miei zii “ Mario e Grazia” che ci stanno

aspettando e ci mettono al corrente degli ultimi accadimenti.

Ma la stanchezza è tanta e abbiamo bisogno di riposo, così il

resto della giornata scorre liscia tra sonnellini e passeggiate sul

mare, ci godiamo anche uno splendido tramonto.

Sono rimasto colpito dalla risacca del mare, qui si formano delle

onde alte 2/3 metri, credo per il basso fondale e si infrangono a

riva con una grande forza, pare che il mare voglia mostrarci la

sua forza.

Domani si cominciano le attività, buonanotte.

21/02/2013

Manca un mese preciso alla primavera e io mi sono goduto una

giornata piena di fiori.

Abbiamo cominciato il nostro giro, visitando la casa di “Samina “

una ragazza che mi zio conosce da anni.

Abita in una casetta immersa nel verde, molto accogliente e ben

arredata con un giardino con tante piante tropicali, tante

orchidee in fiore e anche vasche con i pesci rossi.

Un ambiente molto carino, curato da persone di buon gusto.

Ci hanno anche invitato a fare una grigliata di pesce, in giardino

per domenica 24/02, serata per me e mia moglie molto

importante perché è l’ anniversario del nostro matrimonio,

quale migliore occasione per festeggiare nel verde tropicale con

gli amici locali.

Di seguito siamo andati a trovare le ragazze disabili , che vivono

in un istituto in una zona interna, che avevamo conosciuto l’

anno scorso. Facciamo una mega spesa di generi alimentari e gli

portiamo questi prodotti per loro molto utili e nell’ occasione

consegniamo i medicinali portati dall’ Italia, che mi sono stati

offerti , da due mie amiche farmaciste “ Alessia e Rosanna”.

Che dire non cambiato molto dallo scorso anno, credo che lì i

giorni passano lenti e parecchio uguali.

Momenti segnati dall’ abitudine, le ragazze pregano molto,

forse per trovare un conforto o forse per sentirsi più unite, sono

buddisti, ma non cambia molto, si comportano come in un

qualunque, nostro istituto cattolico.

Vedono passare i giorni e il loro mondo è lì, senza proroghe , né

altri luoghi, è così e basta…

Per non farsi mancare niente , dopo siamo andati a Galle al “

Sambodhi House” dove vive il famigerato “Presanna”.

Lì è dura, c’è questo cancello che dà sulla strada, è un confine,

aldilà è un altro mondo.

E’ come se Dio quando fà gli uomini faccia una scelta e quelli

“venuti male” gli destini a star chiusi lì dentro.

Lì dentro convivono persone che hanno ogni genere di difetto

fisico e mentale, con tutto ciò che può compromettere la

funzionalità di un corpo umano.

Poveri cristi che vivono al di là di quel cancello, soli con un gran

bisogno di attenzioni e di affetto.

Ho pensato cosa avrei potuto fare, ma non ho risposte, a volte

gli basta una mano, una piccola carezza, una caramella

appiccicosa, uno sguardo, una piccola attenzione e partono dei

sorrisi, così disarmanti che ti ammazzano.

Chissà da dove viene la loro forza, Presanna oggi era al settimo

cielo, si batteva le mani a pugno sulla testa dalla felicità e

pensare, che gli abbiamo regalato semplicemente una camicia

di mio figlio che da anni non mette più.

Mi colpì questo particolare anche l’ anno scorso, come ricercare

un qualcosa che possiamo avere in comune, il sole che illumina

le teste di queste persone, la luce, il calore dei raggi solari, è

proprio vero che nonostante tutto è lassù per tutti.

Per smorzare la carica emotiva abbiamo finito la giornata,

facendo una bellissima passeggiata sul mare, fra grandi onde e

surfisti che si divertono.

Domani grande giorno, si và dai “ Gioielli “, i nostri figli adottivi,

ci aspettano grandi emozioni.

22/02/2013

“ Ritorno a Bangamukanda”

Arriviamo alla scuola, tutti molto su di giri, un po’ per essere all’

altezza della situazione e molto pensando al mega abbraccio di

tutti questi bambini.

Appena imboccato il vialetto che ci porta alla scuola, arrivano i

brividi, io e mia zia ci guardiamo e abbiamo i bracci pieni di

bordoni, vi posso garantire che non era freddo.

All’ ingresso hanno costruito un portale con i nostri nomi incisi,

passarci attraverso ha l’ effetto di uno “ Stargate” abbiamo

varcato una soglia , siamo in un’ altra dimensione.

Attaccano una danza tipica tribale con i costumi del luogo, è

molto suggestiva, molto bella, il ritmo mi prende, ho molta

inquietudine, di fianco ci sono i bambini, si incrociano gli

sguardi, la voglia di abbracciarli è tanta.

Mi viene un’ idea, mi butto nel mezzo ai danzatori e provo ad

imitarli, le mie qualità sono scarse, ma i ragazzi si divertono e

quando si aggiungono i miei zii al ballo, il risultato è garantito,

abbiamo rotto il ghiaccio.

Poi è il momento dei baci e degli abbracci.

Ogni bambini ha preparato, un discorso o una canzoncina, aimè

in inglese…

Non c’ ho capito molto, ma so quello che volevano dire.

Ci siamo scambiati i doni, ci hanno fatto tanti piccoli pensieri,

piccole cose costruite con l’ ingegno e la fantasia, con quello che

l’ ambiente può dare, per questo veramente tanto apprezzabili.

Un bambino che noi chiamiamo scherzosamente “Paolini” dal

cognome di quel rompiscatole che si mette sempre nel mezzo di

ogni trasmissione televisiva, ci ha regalato un manufatto ,

costruito con 2 mezze noci di cocco incollate insieme e tanti

stecchini con una stella in cima anch’ essa fatta con della carta

colorata, un perfetto servito da aperitivo.

Poi è arrivato il mio momento, tutti al fiume di corsa, chi ti

prende per mano, chi ti viene in collo, chi canta, chi ti coglie un

fiore, chi non ti molla un istante.

Allegramente cantando si attraversa una foresta e varie

piantagioni di thè e di cannella e si arriva al fiume, ci bagnano

tutti e noi facciamo altrettanto è una pioggia di schizzi e di

allegria, come al solito non resisto alle tentazioni, mi metto in

mutande e mi tuffo. L’ acqua è vellutata, il bagno è una delizia

mi sento una trota in un torrente.

Cantando torniamo alla scuola, ci dissetiamo, i bambini sono

impazienti, aspettano che facciamo qualcosa.

Propongo il gioco della bandierina, per loro è sconosciuto ed è

un po’ difficile spiegarlo in inglese, ma ci riesco e si divertono

per circa un’ ora.

E’ arrivato il momento della partenza, ma quest’ anno è meno

dura, perché domani gli manderemo un pullmann a prenderli e

passeremo tutto il giorno, insieme al mare.

Torneremo distrutti , ma ne varrà sicuramente la pena.

Che giornata emozionante, questi bambini ci stanno veramente

dando tanto, quando sono con loro mi dimentico di tante cose e

mi scopro spensierato come loro, credo di essere nel mio

elemento naturale, in ciò che mi dà enorme soddisfazione, forse

nella vita avrei dovuto fare qualcosa del genere, che mi tenesse

a contatto con i giovani e alzarsi ogni giorno dal letto, con l’ idea

che sarà una giornata altamente costruttiva.

Oggi è stata una bella spinta, mi verrà un idea…

23/02/2013

Ore 9,30 in punto ci aspettano tutti sulla spiaggia, ragazzi con

famiglie, sorelle, mamme e pochi babbi, in tutto circa 60

persone.

Arriviamo sulla spiaggia, neanche il tempo di posare lo zaino, ci

hanno già buttato in acqua, ci attendono 2 ore di pallonate,

schizzi, capriole, capisotto e quant’ altro.

La confusione attira le persone e poi sinceramente 4 grulli

bianchi, nel mezzo a una spiaggia di cingalesi si nota e siamo

presto letteralmente imbroccati da una famiglia locale, in

particolare una bambina che ci ha tenuto per mano, tutto il

tempo e il suo fratello grassoccio.

Neil aveva fissato anche una gita in barca, sono partiti tutti

lasciandoci sulla spiaggia, ma dopo un po’ un barcaiolo ci ha

imbarcato su un mezzo con il fondo in vetro, con noi sono

montati tutti i membri della famiglia appena conosciuta.

Abbiamo potuto ammirare i coralli e la vera bellezza:

2 grosse tartarughe marine, che nuotavano con una armonia e

una dolcezza fuori dal comune, ci hanno fatto capire la

grandezza del creato.

La più grande soddisfazione è stata aver fatto salire con noi,

queste persone, era la prima volta e la bimba e il suo fratello ci

tenevano per mano, c’ hanno detto più volte che non potranno

mai dimenticarci.

E’ arrivata l’ ora di pranzo e Neil aveva prenotato in un

ristorante di sua fiducia il pranzo per tutto il pullman dei

bambini.

Abbiamo salutato i nuovi amici e abbiamo portato i ragazzi a

mangiare.

Il pranzo è stato molto movimentato, c’ erano solo una decina

di posti a sedere, abbiamo dovuto fare più turni, ma questo ci

ha comunque permesso di goderci di più i ragazzi, fare delle foto

e provare a conoscersi meglio.

Sono stati dei momenti bellissimi pieni di affetto, tanta allegria

e un bel po’ di spirito fraterno.

Ma le ore volano e il momento dei saluti , cambia l’ allegria in

una sottile malinconia.

Tanti baci, tanti abbracci e alla prossima volta, se Dio lo vorrà…

E’ difficile commentare, rimangono in testa le voci, gli occhi, gli

sguardi , 2 giorni vissuti con i motori a pieni regimi, sono cose

che rimangono nel cuore, ti fanno crescere e cambiare, variano

le prospettive indietro non si torna.

Torniamo all’ albergo, entriamo in camera e c’ è una gradita

sorpresa, i miei zii hanno messo al corrente il personale dell’

hotel , che siamo nel giorno dell’ anniversario di matrimonio.

Questi hanno guarnito tutto il nostro letto, lo hanno

incorniciato di fiori rosa di bouganville, con al centro 2 cuori

trafitti da una freccia sempre con gli stessi fiori e una scritta

realizzata con foglie di bambù “ buon anniversario Alberto e

Paola”, uno spettacolo.

Anche il lavabo in bagno era pieno di fiori che galleggiavano.

Per festeggiare siamo andati a cena alla “Light House”, un

suggestivo hotel situato su degli scogli a picco sul mare , nei

pressi di Galle.

Con immenso piacere è venuto a cena con noi ,anche gli amici

italiani che si sono aggregati alla compagnia “ Rita e Bruno” e

Neil con tutta la sua famiglia.

Neil stà diventando ogni giorno per noi più prezioso e averlo a

cena con noi , con moglie e figli ci ha fatto felici.

Prima di cena per darci 10 minuti di riposo, ci eravamo tuffati

nel letto di fiori, con un po’ di dispiacere distruggendo tutto il

paziente lavoro degli addetti, in uscita gli avevamo chiesto per

non sporcare di togliere i fiori , loro al nostro rientro hanno

pensato bene di farci trovare il letto , con un drappo azzurro che

simboleggiava un laghetto con tre splendidi cigni bianchi ,

costruiti con gli asciugamani.

Una serata indimenticabile, non ho parole per ringraziare tutti,

sono estasiato.

24/02/2013

La giornata è scivolata via tranquilla, l’ abbiamo iniziata

andando a trovare una signora di Telewatta che ha una gamba,

molto ingrossata, a causa di una malattia chiamata

“Elefantiasi”.

Abbiamo concordato che se dovesse decidere di farsi operare,

avremmo fatto di tutto per aiutarla economicamente.

Credo che prima o poi deciderà per l’ operazione , ma penso che

questo tipo di intervento sia piuttosto complicato e soprattutto

sia molto difficoltosa la convalescenza, in un ambiente non

troppo pulito.

Poi ci siamo presi finalmente una ½ giornata di stop, per fare

finalmente un po’ di relax al mare.

E’ venuta la sera e siamo andati a cena da “ Samina” che ci

aveva invitato qualche giorno fà.

La cena è stata preparata nel giardino della casa del fratello, all’

arrivo abbiamo trovato un grande braciere acceso ed un grande

tavolo apparecchiato nel verde. Tutto molto bello, ma il meglio

doveva ancora venire quando sono arrivate le portate.

Varie pietanze tutte di pesce, dai calamari cotti in un delizioso

sughetto, ai gamberoni in salsa piccante cotti sulla brace chiusi

in una carta argentata, mentre la portata principale era un

pescione lungo circa un metro cotto alla griglia , anch’ esso

chiuso nella carta stagnola, una vera bontà.

Per non parlare di una deliziosa zuppa di verdura ben cremosa e

parecchio pepata.

La cena è trascorsa con allegria e risate come ogni momento di

unione fra persone anche molto diverse dovrebbe essere, a fine

serata una gradita sorpresa, l’ arrivo di un ministro del

parlamento dello Sri Lanka, fratello di “ Samina e ovviamente di

suo fratello padrone di casa”.

E’ stato un piacere bere un bicchiere di vino con questa persona

e scambiare 2 chiacchere.

Il tempo corre è l’ ora di salutarci ed andare a preparare le

valigie, domani si và a “ Kandy”.

25/02/2013

Facciamo colazione e pronti a partire, carichiamo le valigie e

iniziamo a salutare. E’ venuto a salutarci “ Nail” il ragazzo che fa

il cameriere al “ Coral Sands” , si è appena sposato ed è venuto

con la sua giovane sposa, anche per presentarcela.

Ci sono anche tutti gli inservienti dell’ albergo, fra di loro c’ è

anche il portiere che si chiama “ Chanaka” che è

emozionatissimo, con le lacrime agli occhi, che me ne dice di

tutti i colori, che non mi potrà dimenticare, Dio ti benedica, i

love you.

Non sò avrei preferito fare strage di cuori femminili, ma non

sempre si può avere tutto.

Salutiamo tutti, non senza commozione e partiamo, strada

facendo ci fermiamo a salutare il nostro caro amico Neil e la sua

famiglia.

E’ un bel momento , molto toccante e pieno d’ affetto, ci

lasciamo con la speranza di rivedersi presto.

La strada è lunga, ma scorre bene le 4 ore passano velocemente,

grazie anche alla compagnia di Rita e Bruno che sono con noi.

Facciamo anche una sosta in un sito, dove possiamo lavare e

montare gli elefanti. E’ una bellissima esperienza, sono animali

dolcissimi amano essere strusciati nell’ acqua con una buccia di

noce di cocco, sono grandissimi con una grande grazia nei

movimenti. Il breve giro sulla schiena di un esemplare

veramente alto, ci fa capire quanto sia giusto rispettare questi

animali.

Arriviamo a Kandy dove alloggiamo all’ “ Amaya Hills” un

bellissimo hotel in cima ad una collina. La zona di Kandy è

collinare e dall’ albergo si può godere di un panorama stupendo,

un susseguirsi di colline incorniciate da una sottile nebbiolina,

qualcosa visto in qualche film.

L’ hotel è molto particolare, ha tante piccole finiture in legno

colorato di rosso, azzurro e bianco, sembra quasi uno stile

tibetano.

Ci vengono assegnati degli alloggiamenti privati lontano dall’

hotel “ la struttura principale era andati in overbooking”, in una

villetta di nuova costruzione, con tutti i confort, maggiordomo

compreso.

26/02/2013

Si inizia la giornata con la visita al giardino botanico più grande

del mondo.

La 7° meraviglia ci sono piante secolari di una bellezza

disarmante, dei colossi che con la loro imponenza chiedono

rispetto. Ci sono alberi piantati lì nella metà dell’ ottocento,

varietà di pini a me sconosciuti, enormi macchie di bambù ed un

“Ficus Benjamin” talmente grande, che la leggenda dice che il

“Siddartha” ci abbia riparato ben 300 pecore.

E’ impressionante vedere tutte insieme così tante piante

secolari, al loro cospetto ci sentiamo piccoli, ci fanno pensare

che essendo molto più lungimiranti di noi , come sia breve il

nostro passaggio terreno.

Di seguito andiamo a visitare un tempio con un grande

“Buddha” bianco in cima ad una collina, da lassù c’ è un

bellissimo panorama, all’ interno del tempio non manca l’

albero sacro buddista che non ricordo il nome.

All’ interno del tempio ci sono le offerte, tanti fiori profumati e

tante lampade ad olio accese. C’ è anche una stanza , dove è

rappresentata mediante dei dipinti la vita di “Siddartha”.

Il nostro autista ci propone di andare a vedere uno spettacolo

locale di balli e musiche tradizionali.

Ci facciamo accompagnare, la struttura è della croce rossa,

abbiamo pensato che ci avessero portati al pronto soccorso,

invece contrariamente all’ aspetto esterno si trattava del teatro

delle danze.

Lo spettacolo comincia, i costumi sono molto belli, la musica è

per percussioni e una trombetta, che a dir la verità all’ inizio è

un po’ fastidiosa . Si crea un’ atmosfera molto suggestiva, i ritmi

sono tribali un qualcosa di tramandato dalle origini della loro

civiltà, la trombetta è assordante e continua imperterrita,

creando nella mente un effetto mantra.

I balli sono molto eleganti, dalle guide che ci hanno dato all’

ingresso anche molto significativi.

I ballerini in determinati momenti, compiono anche delle belle

evoluzioni atletiche, un bellissimo spettacolo, che ha su di noi,

un effetto significativo, i tamburi ti portano dentro il ritmo e

complice il suono ripetitivo della tromba, si crea un esperienza

mentale estasiatica.

All’ uscita dello spettacolo, la guida ci propone, una visita al

tempio a pochi passi da lì, accettiamo senza sapere che ci

stiamo apprestando a visitare, il tempio più importante della

nazione.

Il tempio si chiama “ Tooth Relic” all’ ingresso della zona

antecedente, c’ è un controllo di sicurezza, fanno il loro dovere

ed entriamo. E’ il tramonto l’ ora della preghiera, all’ ingresso ci

rendiamo conto di quanto è grande, depositiamo le scarpe ed

entriamo.

C’ è una scala con tante pietre scolpite piene di simboli , che

porta ad un grosso portale anch’ esso di pietra scolpita, che

immette in un corridoio coloratissimo, che io ho chiamato il

corridoio della passione, perché percorrerlo da una sensazione

mistica molto forte.

All’ interno c’ è una cerimonia con le musiche uguali a quelle

dello spettacolo di ballo, che avevamo assistito poco prima,

aimhè c’ è anche la trombetta.

Dei monaci vestiti di arancione, stanno compiendo dei riti, poi si

chiudono in una stanza dorata al centro del tempio.

Forse il Santa Sanctorum buddista.

E’ tutto molto bello ci sono colori vivaci alle pareti , colonne e

tetti, scolpiti in legno.

Saliamo al piano superiore tanta gente in preghiera offre fiori di

tutti i colori su un lungo tavolo, davanti ad una stanza chiusa,

tutta oro e argento.

C’ è una lunga fila per entrarci, avrei avuto la curiosità di vedere

all’ interno, ma si stà facendo tardi e non possiamo permetterci

l’ attesa.

Decidiamo di andarcene, mentre scendiamo incrociamo un

gruppo di giapponesi nel corridoio della passione, tanti portano

una mascherina bianca, ed hanno un aspetto malaticcio. Quello

che più ci colpisce sono però le loro espressioni, hanno tutti in

mano un pacchetto di fiori da offrire e sembrano come persi,

impauriti, forse stralunati, come se stessero percorrendo quel

corridoio per cercare un po’ di serenità nella fede, come se

fiutassero l’ aria in cerca di conforto.

Ci hanno fatto molta impressione, il loro smarrimento si leggeva

nei loro volti, spero che abbiano trovato quello che gli

necessitava.

Corro il rischio di ripetermi, ma i messaggi sono inequivocabili,

la fede, il nostro Dio, il loro, il permanere sotto lo stesso cielo, la

scintilla che guida le nostre esistenze, fa tutto parte dello stesso

disegno, forse a volte può bastare alzare la testa e provare a

capire chi siamo…

27/02/2013

E’ l’ ultimo giorno prima del ritorno.

Si comincia salutando il nostro fido maggiordomo “ Aruna” nella

residenza di Kandy , foto di saluto e si riparte destinazione

”Colombo”. 3 ore di viaggio e arriviamo nel centro di questa

enorme città.

Nel pomeriggio abbiamo in programma una visita all’

orfanotrofio, già visitato l’ anno scorso, situato sull’ argine di un

fiume.

All’ arrivo ci accoglie con benevolenza il monaco che

conoscevamo, che accetta ben volentieri la spesa alimentare,

che abbiamo acquistato appositamente per quest’ istituto.

Visitiamo la struttura e notiamo dell’ importanti migliorie, è

stato pavimentato la parte centrale e coperto il tetto con dei

pannelli metallici verniciati, la zona di preghiera è sormontata

da un grande Buddha ed è molto curata, nella zona inferiore

vicina al fiume hanno anche una mucca con 2 vitellini.

Scattiamo diverse foto con i 70 bambini e ragazzi presenti nella

struttura, poi ci mettiamo a sedere a fare 2 chiacchere con il

monaco.

Lui come d’ uso, ci dà la sua benedizione mettendoci una

cordina al polso destro, pronunciando delle parole di un rito di

buon auspicio, prosperità e felicità, tutto ciò che abbiamo

bisogno in ogni parte del mondo.

Ci congediamo augurandoci a vicenda ogni bene.

Finiamo il nostro viaggio passeggiando al tramonto sul pratone

del lungomare di Colombo, è l’ happy hour, tutto è compiuto.

Conclusioni

Una vecchia canzone diceva: “ Un viaggio ha senso solo, senza

ritorno, se non in volo, senza fermate né confini,ma solo

orizzonti lontani” . Credo che sia così che ci si debba sentire,

aver cercato orizzonti lontani, nuove culture, nuovi aspetti,

nuove mani, nuovi occhi e tornare volando non solo

fisicamente, ma con l’ anima, è così che mi sento, questi giorni

hanno lasciato il segno, ho guardato un po’ più in là …

Torno a casa dai miei figli, da chi mi aspetta , ricaricato con

tanta voglia di cose positive.

Alcuni giorni fa mio zio, aveva trovato da qualche parte, un

vecchio detto indiano.

“ un vecchio parlando con il nipote gli spiega che in noi ci sono 2

lupi. Uno con tutte le cattiverie di questo mondo e uno

caritatevole e alla ricerca del buono. Alla domanda del nipote ,

su quale dei due vince, il vecchio risponde: quello a cui dai dà

mangiare!

Beh credo di aver detto tutto, con un briciolo di commozione,

un caro saluto a chi legge.

DEDICATO a chi si sente bene al riparo dello stesso tetto.