resoconto stenografico -...

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Atti Parlamentari - 46657 — Camera dei Deputat i X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990 RESOCONTO STENOGRAFIC O 401 . SEDUTA DI HER,COLEDI 24 GENNAIO 199 0 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI IND I DEI VICEPRESIDENTI ALFREDO BIONDI E GERARDO BIANC O INDIC E PAG . PAG . Missioni 4665 9 Disegni di legge : (Annunzio) 4672 4 (Approvazione in Commissione) . 4672 5 (Trasmissione dal Senato) 46724 Disegno di legge (Seguito della discus- sione) : Ordinamento delle autonomie local i (2924); e concorrenti proposte d i legge : BASSANINI ed altri (113) ; TATA- RELLA ed altri (236) ; TEALDI (360) ; QUARTA (711) ; LA GANGA ed altri (805) ; VOLPONI ed altri (1565) ; CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA (2240) ; MARTINAllOLI ed altri (2295) ; MA- STRANTUONO ed altri (2590) ; ZANGHER I ed altri (2952) ; DEL PENNINO ed altr i (3441) . PRESIDENTE 46659, 46661, 46662, 46663 , 46665, 46666, 46667, 46668, 46670, 46673 , 46675, 46677, 46679, 46682, 46684, 46686 , 46688, 46690, 46692, 46693, 46695, 46696 , 46697, 46698, 46699, 46700, 46701, 46702 , 46703, 46704, 46706, 46707, 46708, 46709 , 46711, 46712, 46713, 46714, 46715, 46716 , 46717, 46718, 46719, 4672 0 ARNABOLDI PATRIZIA (DP) 4667 5 AULETA FRANCESCO (PCI) 4669 8 BARBIERI SILVIA (PCI) 4671 4 BASSANINI FRANCO (Sin . Ind.) 46666, 46684 , 46696 BERNASCONI ANNA MARIA (PCI) . 46708

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Atti Parlamentari

- 46657 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

RESOCONTO STENOGRAFICO

401 .

SEDUTA DI HER,COLEDI 24 GENNAIO 199 0

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI

IND I

DEI VICEPRESIDENTI ALFREDO BIONDI E GERARDO BIANCO

INDICE

PAG .

PAG .

Missioni 46659

Disegni di legge:

(Annunzio) 46724(Approvazione in Commissione)

. 46725(Trasmissione dal Senato) 46724

Disegno di legge (Seguito della discus-sione) :

Ordinamento delle autonomie local i(2924); e concorrenti proposte d ilegge : BASSANINI ed altri (113) ; TATA-RELLA ed altri (236) ; TEALDI (360) ;

QUARTA (711) ; LA GANGAed altri (805) ;

VOLPONI ed altri (1565) ; CONSIGLIO

REGIONALE DELLA LIGURIA (2240) ;MARTINAllOLI ed altri (2295) ; MA-

STRANTUONO ed altri (2590) ; ZANGHER I

ed altri (2952) ; DEL PENNINO ed altr i(3441) .

PRESIDENTE 46659, 46661, 46662, 46663 ,

46665, 46666, 46667, 46668, 46670, 46673 ,

46675, 46677, 46679, 46682, 46684, 46686,46688, 46690, 46692, 46693, 46695, 46696 ,

46697, 46698, 46699, 46700, 46701, 46702 ,

46703, 46704, 46706, 46707, 46708, 46709,

46711, 46712, 46713, 46714, 46715, 46716,46717, 46718, 46719, 46720

ARNABOLDI PATRIZIA (DP) 46675

AULETA FRANCESCO (PCI) 46698

BARBIERI SILVIA (PCI) 4671 4

BASSANINI FRANCO (Sin . Ind.) 46666, 46684 ,

46696

BERNASCONI ANNA MARIA (PCI) .

46708

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Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

PAG .

BEVILACQUA CRISTINA (PCI) 46720BIANCHI BERETTA ROMANA (PCI) 46709BINELLI GIAN CARLO (PCI) 4671 0

BORDON WILLER (PC) 4671 1BRUZZANI RICCARDO (PCI) 4671 3BULLERI LUIGI (PCI) 4671 5CALDERISI GIUSEPPE (FE) . . . . 46680, 4669 5

CANNELONGA SEVERINO LUCANO (PCI) 4671 9

CARDETTI GIORGIO (PSI) 46665, 4669 0CARIA FILIPPO (PSDI) 46677COSTA RAFFAELE (PLI) 46679DEL PENNINO ANTONIO (PRI) 46686FACHIN SCHIAVI SILVANA (PCI) 4671 6FAGNI EDDA (PCI) 46706FILIPPINI ROSA (Verde) 46668FORLEO FRANCESCO (PCI) 46717

GITTI TARCISIO (DC) 46663, 4669 3GUERZONI LUCIANO (Sin. Ind.) 46699LANZINGER GIANNI (Verde) 46682MAMMONE NATIA (PCI) 46703MELLINI MAURO (F E ) 46667, 46702MENZIETTI PIETRO PAOLO (PCI) 46704NAPPI GIANFRANCO (PCI) 4671 8OCCHETTO ACHILLE (PCI) 46692

PAG .

PACETTI MASSIMO (PCI) 46705

PAllAGLIA ALFREDO (MSI-DN) . 46661, 4668 8PETROCELLI EDILIO (PCI) 4671 7

POLIDORI ENZO (PCI) 46707

Russo FRANCO (Misto) 46673

RUTELLI FRANCESCO (Misto) . . 46662, 4667 1STRUMENDO LUCIO (PCI) 4671 2

TASSI CARLO (MSI-DN) 4670 1

VIOLANTE LUCIANO (PCI) 46659

Proposte di legge :(Annunzio) 46724(Approvazione in Commissione) 46725(Trasmissione dal Senato) 46724

Interrogazioni e interpellanze :(Annunzio) 46725

Risoluzione :(Apposizione di una firma) 4672 5

Ordine del giorno della seduta di do-mani 46722

SEDUTA PRECEDENTE N . 400 — DI MARTEDÌ 23 GENNAIO 1990

Atti Parlamentari

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

La seduta comincia alle 18,30 .

MASSIMO TEODORI, Segretario, legge i lprocesso verbale della seduta del 22 gen-naio 1990 .

(È approvato) .

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell'articolo 46, secondo comma del rego-lamento, i deputati Brocca, Caradonna ,Ebner, Grosso, La Malfa, Rauti, Romita eScovacricchi sono in missione per incaric odel loro ufficio .

Ulteriori comunicazioni all'Assembleasaranno pubblicate in allegato ai resocont idella seduta odierna .

Seguito della discussione del disegno dilegge: Ordinamento delle autonomie lo-cali (2924) ; e delle concorrenti propost edi legge: Bassanini ed altri (113); Tata-rella ed altri (236) ; Tealdi (360) ; Quarta(711); La Ganga ed altri (805) ; Volponied altri (1565) ; Consiglio regionale dell aLiguria (2240) ; Martinazzoli ed altri(2295); Mastrantuono ed altri (2590) ;Zangheri ed altri (2952) ; Del Pennino edaltri (3441) .

PRESIDENTE. L 'ordine del giorno rec ail seguito della discussione del disegno d ilegge: Ordinamento delle autonomie lo-

cali ; e delle concorrenti proposte di legge:Bassanini ed altri, Tatarella ed altri, Te-aldi, Quarta, La Ganga ed altri, Volponi edaltri, Consiglio regionale della Liguria ,Martinazzoli ed altri, Mastrantuono ed al-tri, Zangheri ed altri, Del Pennino ed al-tri .

Ricordo che nella seduta di ieri, al ter-mine della discussione sull'articolo 4 deldisegno di legge n . 2924, il Governo haposto la questione di fiducia sull'approva-zione dell'articolo medesimo, nel testodella Commissione .

Avverto che, ai sensi dell'articolo 116,terzo comma, del regolamento, hanno fa-coltà di parlare per dichiarazione di votoun deputato per ciascun gruppo, nonché ideputati che intendano esporre posizion idissenzienti da quella dei rispettiv igruppi .

LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlar eper un richiamo al regolamento ai sens idell'articolo 41 .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente ,nella serata di ieri — come ella ha testéricordato — il ministro dell 'interno haposto la questione di fiducia (cito dal reso-conto stenografico) «sull'approvazione ,senza emendamenti e senza articoli ag-giuntivi dell 'articolo 4» .

Ciò significa che la questione di fiducia èstata posta sostanzialmente affinché

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venga confermato il testo del l 'articolo 4 enaturalmente contro le proposte di modi -fica contenute negli emendamenti e negliarticoli aggiuntivi che riguardavano —come è noto — la materia elettorale .

Per tale ragione, signor Presidente, noiriteniamo che la questione di fiducia cos ìposta sia improponibile, per un argomentodi carattere sistematico e per un altro dinatura politica.

Dal punto di vista sistematico, il quartocomma dell'articolo 116 del regolamentostabilisce — se non ricordo male, poich éora non ho il testo — che la questione d ifiducia non è proponibile quando sia pre -scritto il voto segreto . Il concetto dì votosegreto prescritto assumeva un determi-nato significato nel precedente ordina-mento (come ella ha avuto modo di ricor -dare), cioè quando in sostanza il voto finale— in particolare sulle leggi — si svolgevanecessariamente e doverosamente a scru -tinio segreto, senza che vi fosse bisogno d iuna richiesta specifica in tal senso .

Nel momento in cui oggi questo tipo d ivoto segreto non esiste più, occorre guar -dare all' interno del regolamento e proce-dere ad un'interpretazione sistematica pe rvedere se l 'espressione «voto segreto pre-scritto» abbia o meno ancora una qualchevalidità. Il principio dell'economia de imezzi giuridici, che è principe nell'inter-pretazione dei testi legislativi, induce aritenere che quella indicazione abbia unsignificato .

Se guardiamo anche la formulazion etecnica dell'articolo 49, così come l'ab-biamo formulato, possiamo notare cheesso stabilisce che, su richiesta, si svolgon oa scrutinio segreto le votazioni che riguar -dano determinate materie .

Siamo pertanto passati oggi da un carat -tere di prescrizione per così dire automa -tica a un carattere di prescrizione su ri-chiesta. Signor Presidente, questo è ilprimo argomento tecnico che mi permettodi sottoporre alla sua autorevole atten-zione che ci fa ritenere che l'ultimo incisodel quarto comma dell'articolo 116 abbia i lsignificato di rendere non proponibile laposizione della questione di fiducia sull ematerie in oggetto.

Vi è poi un argomento di carattere poli-tico significativo . Onorevoli colleghi, pre-cedentemente, nel vecchio sistema, il rap -porto tra Parlamento e Governo era, comedire, a vantaggio del Parlamento, nel sens oche il Governo si difendeva dalla richiestageneralizzata di voto segreto ponendo laquestione di fiducia .

D'altra parte il voto segreto obbliga -torio per l 'approvazione dei progetti dilegge consentiva ai parlamentari ch efossero stati conculcati, o conculcabili ,di votare segretamente alla fine secondola loro coscienza. Come è noto in quelcaso il Governo non poteva porre la que-stione di fiducia e questo chiudeva il cer-chio.

Nel nuovo sistema, una volta che ab-biamo ridotto al minimo le ipotesi in cui èpossibile lo scrutinio segreto per salva-guardare la libertà di coscienza del singol odeputato nei confronti dei capi del propri opartito, del proprio gruppo parlamentareo dell'esecutivo, sarebbe assai singolare s equesta ridotta circoscrizione del voto se -greto fosse cancellabile con la posizion edella questione di fiducia da parte del Go-verno. Accadrebbe infatti che il soggettodal quale i deputati si guardano per garan-tire la propria libertà di coscienza è pro-prio quello che stabilisce se il deputato sin-golo possa esercitare o meno, in quel caso ,tale libertà.

Mi pare si tratti di un dato che porte-rebbe a rendere sostanzialmente inutile i llavoro che abbiamo compiuto per descri-vere un'area di libertà di coscienza.

D'altra parte, signor Presidente, il col -lega Scotti, attuale presidente del gruppodemocristiano, quando si discusse sul votosegreto tenne a precisare appunto che «lademocrazia cristiana ha voluto che in al -cune occasioni non si giungesse a forme diinutile radicalizzazione e che fossero fatt esoprattutto salve le ragioni della coscienz aindividuale laddove esse riguardino deci-sioni che toccano intimamente. . .». In so-stanza credo che anche per un collega checertamente ha sostenuto e sostiene conrigore le ragioni della maggioranza fosseun dato assolutamente indiscutibile il fatt oche l'area delle questioni in oggetto do-

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vesse essere assolutamente impermeabil ee che, qualora i deputati lo chiedessero,riguardo a quell'area si dovesse votare ascrutinio segreto .

Ebbene, credo sia veramente impropo-nibile che il Governo possa porre la que-stione di fiducia, capovolgendo il rap-porto.

Signor Presidente, insistiamo pertantorispettosamente nella richiesta avanzata ,sia pure molto celermente, ieri sera . Anostro giudizio è improponibile porre laquestione di fiducia su questioni del ge-nere, perché ciò significa vanificare laratio stessa del voto segreto ; vi è un datotestuale che ci autorizza a prospettare laquestione nei termini che ho ricordato.D'altra parte mi pare che se dovessim ogiungere ad una diversa conclusione, ra-gioneremmo, per un verso, con la vecchi alogica del vecchio regolamento circa l aproponibilità generalizzata della que-stione di fiducia e, per un altro, con l anuova logica riguardo ad un 'interpreta-zione abrogativa, che francamente a no isembra non praticabile, del l 'ultima partedel quarto comma dell'articolo 116 delregolamento .

Per queste ragioni riteniamo, ripeto, chela posizione della questione di fiducia nonsia ammissibile; diversamente, infatti, s ialtererebbe la ratio stessa della riserva delvoto segreto .

Infine, signor Presidente, vogliamo sot-tolineare un aspetto che ci ha, come dire ,leggermente turbato. Lei ieri ha risolto conrigore e grande chiarezza la questioneassai delicata relativa all'ammissibilità d ialcuni emendamenti. Una volta definitotale problema il Governo è tornato all acarica intendendo impedire che il Parla -mento si pronunci sulla materia eletto-rale.

Riteniamo che si sia trattato di una pre-varicazione non solo nei confronti del Par -lamento, ma anche delle autorità più alt edi questa Camera, che avevano così lucida-mente e limpidamente deciso una que-stione di grande difficoltà (Applausi deideputati dei gruppi del PCI, della sinistraindipendente, verde, federalista europeo d idemocrazia proletaria e misto) .

PRESIDENTE . Avverto che sul ri-chiamo al regolamento dell'onorevole Vio-lante, ai sensi del combinato disposto degl iarticoli 41, primo comma, e 45 del regola-mento, darò la parola, ove ne faccianorichiesta, ad un oratore per ciascungruppo.

ALFREDO PAllAGLIA. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO PAllAGLIA. Signor Presi -dente, ieri, nel corso della riunione dellaConferenza dei presidenti di gruppo, misono permesso di fare alcune considera-zioni in merito all'inammissibilità dellaposizione della questione di fiducia daparte del Governo, alla luce delle nuovedisposizioni del regolamento della Camerarelative ai casi in cui il voto può esser eespresso a scrutinio segreto .

Effettivamente esiste una certa man-canza di coordinamento tra quanto pre-vede la nuova formulazione dell'articol o49 e l 'articolo 116 del regolamento, soprat -tutto il quarto comma. Avremmo probabil-mente fatto cosa utile se, nel momento i ncui abbiamo modificato l'articolo 49, aves-simo affrontato anche la modifica dell'ar-ticolo 116 .

Tuttavia, mi sembra che nelle considera-zioni dell'onorevole Violante sia presentesoprattutto un argomento logico : quando ,modificando il regolamento di questoramo del Parlamento, si è voluta stabilireun'area di libertà di espressione, conser-vando per i deputati la possibilità di votarein alcuni casi a scrutinio segreto, si è intesoanche indicare che proprio in quei casi tal esistema di votazione è obbligatorio, con glieffetti di cui all'articolo 116, quartocomma.

Se così non fosse, si arriverebbe all'as-surdo che il Governo non potrebbe porre l aquestione di fiducia solo allorché si debb avotare su persone (oltre ai casi previsti dalquarto comma dell'articolo 116) . Di fronteall 'assurdità di tale ipotesi, credo che lalogica ci debba guidare nella ricerca diun'altra soluzione .

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L'articolo 49 del regolamento della Ca-mera recita : «Le votazioni hanno luogo ascrutinio palese. Sono effettuate a scru-tinio segreto le votazioni riguardanti l epersone, nonché, quando ne venga fattarichiesta ai sensi dell'articolo 51 », quell erelative a materie determinate, tra le qual isono comprese anche le leggi elettorali .

Non credo che si sia voluto arrivare alpunto di non rendere mai possibile la vota-zione a scrutinio segreto quando il Go-verno ponga la questione di fiducia ; anzi ,rovesciando il discorso, affermare che i lGoverno possa porre la fiducia su tutto .Sono invece dell'avviso che quando siavanza una specifica richiesta — direi cheè questa la condizione perché sorga l'ob-bligo di votare a scrutinio segreto (non i lfatto che questo non sia obbligatorio) — siverifica la condizione per la quale l'Assem -blea ha l'obbligo di votare a scrutinio se-greto; quando si realizza tale condizione, s ideve obbligatoriamente votare a scrutini osegreto .

Se così non fosse, sarei molto preoccu-pato; non si tratta infatti solo delle legg ielettorali (il che non è poco : è moltissimo) ,ma anche dei fondamentali diritti di li-bertà, in presenza dei quali l 'Assemblea ,dopo la richiesta prevista dal regolamento ,vota a scrutinio segreto. Ma il Governo ,ponendo la questione di fiducia, potrebb eimpedire ai parlamentari di esprimere li-beramente un voto su materie estrema -menti importanti, quali — mi rivolgo aicolleghi del gruppo della democrazia cri-stiana — i diritti che attengono alla fami-glia .

Signor Presidente, credo che il miglio rmodo di interpretare le leggi sia quello dirichiamarsi alla logica. Il nostro gruppovotò contro l 'approvazione della nuovaformulazione dell 'articolo 49 del regola-mento, ma nell'indicare le materie in rela-zione alle quali non è possibile votare ascrutinio segreto nessuno ha ritenuto ch esi potesse impedire questo tipo di vota-zione con la posizione della questione difiducia .

Conosco le sue obiezioni, che sono, comesempre, di alto livello, signor Presidente ,ma credo che preliminarmente dobbiamo

approfondire tale aspetto . Lo dobbiamofare in particolare per questo caso. È veroche l'esistenza di contrasti sulla votazion eimpedisce la formazione di un precedente,ma il precedente è particolarmente perico-loso perché la maggioranza — usiamo taleespressione, ammesso che il Governo inquel caso abbia la maggioranza dietro di sé— può prescrivere un sistema di votazionein danno della libertà dei cittadini, senzache il Parlamento abbia i poteri per reagireal sopruso messo in atto attraverso la posi-zione della questione di fiducia .

Quando si è deciso di consentire, anzi diimporre (quando si verifichi la condizionedella richiesta q voto segreto sulle leggielettorali e sullè altre materie indicate ne lregolamento, lo si è fatto per garantire lalibertà del deputato ma anche quella de icittadini .

Il passo che stiamo per fare è moltoimportante e delicato e, senza con ciò vole rdrammatizzare la vicenda, chiedo vi sia unesame molto attento della questione prim adi procedere alla votazione (Applausi deideputati del gruppo del MSI-destra nazio-nale) .

FRANCESCO RUTELLI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCESCO RUTELLI. Signor Presi -dente, mi associo interamente alle conside-razioni dei colleghi Violante e Pazzaglia ,tra l 'altro svolte con una pacatezza che m isembra appropriata alla serietà ed allagravità della decisione che la Camera s iaccinge ad assumere. In questa sede, dun-que, vorrei svolgere solo alcune considera-zioni aggiuntive .

La prima è un paradosso, ma neanchetanto, signor Presidente . L'articolo 49 delregolamento afferma : «Le votazioni hannoluogo a scrutinio palese. Sono effettuate ascrutinio segreto le votazioni riguardantile persone, nonché, quando ne venga fatt arichiesta ai sensi dell'articolo 51 (. . .)» lealtre di seguito indicate . Se, dopo che èstata presentata la richiesta di scrutini osegreto, diamo per acquisito che sia possi-

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bile scardinare tale richiesta su tutte l ealtre fattispecie previste dal citato articolo49, apriamo un precedente che potrebb eportare il Governo a chiedere (vedendo inquella situazione prevalere la questione difiducia sull'ordinamento interno della Ca-mera) addirittura la fiducia in occasione d iun voto riguardante persone .

Vorrei che si riflettesse su questo . Se i lGoverno pone la questione di fiducia suuna norma che può comportare, ove ri-chiesto, lo scrutinio segreto, ritengo ch euna volta che la richiesta di scrutinio se -greto sia stata avanzata, e come tale incar -dinata nella procedura, questa richiest aequivalga alla norma prevista per le vota-zioni riguardanti le persone e come tal evada salvaguardata .

Altrimenti, segnalo il rischio — lo riba-disco — che da parte del Governo si poss apensare addirittura di procedere a forzarela situazione, sino a chiedere lo scrutini opalese attraverso il voto di fiducia nellevotazioni riguardanti le persone.

Vogliamo chiamare questa mia conside-razione una provocazione, signor Presi -dente? Gliene faccio un'altra . Signor Presi-dente, ci rivolgiamo a lei come garantedella legalità della Camera e del rispettodelle regole che ci siamo dati . Ebbene ,poniamo il caso che la Camera stia delibe-rando su una nuova legge elettorale; devefarlo a scrutinio segreto e il Governo pon ela fiducia sul mantenimento integraledella nuova legge elettorale . Se il Governoponesse la questione di fiducia sul l ' interalegge elettorale, che cosa accadrebbe?Senza l'intenzione di precorrere altre in-terpretazioni e restando del tutto valide, amio avviso, le osservazioni fin qui svolte ,mi chiedo se oggi possa farsi luogo ad unavalutazione di quanto è accaduto, conside -rando che il Governo ha posto la question edi fiducia sul testo dell 'articolo 4, cos ìcome è stato formulato ; esso ha cioè post ola questione di fiducia per ottenere la reie-zione degli emendamenti presentati in ma -teria elettorale . Questo significa che il Go-verno ha posto la fiducia sulla materiaelettorale: non vi è alcun dubbio al ri-guardo .

Ritengo che si potrebbe fare una riserva,

Presidente, in considerazione del fatto ch ealtre norme del disegno di legge preve-dono che si affronti la materia elettorale ,ad esempio, quelle che riguardano i criter idi elezione della giunta e del sindaco . Inquesto caso (non solo legittimamente, madirei doverosamente) il legislatore inter-viene per determinare se la giunta ed i lsindaco debbano essere eletti dal consigliocomunale oppure dagli elettori, secondouna procedura od un'altra . Mi sembraquindi che il sentiero che abbiamo difronte sia strettissimo, Presidente .

Se noi oggi aprissimo la strada (o la spia -nassimo intervenendo con un vero e pro-prio bulldozer) a che il Governo possaporre la questione di fiducia sulla materi aelettorale (nell'attuale fattispecie su quellariguardante gli enti locali), impedendo intal modo al Parlamento di esercitare la su aprerogativa sovrana di deliberare su diessa a scrutinio segreto, credo che noi tutti ,ciascuno secondo la responsabilità che glicompete, consentiremmo al Governo dicompiere un vero e proprio attentato alleprerogative parlamentari .

Ho voluto aggiungere questa ulterior econsiderazione e attendo, Presidente, diascoltare quanto lei dirà in risposta allepreoccupazioni esposte che, secondo me ,in tale contesto sono tutt'altro che para -dossali (Applausi dei deputati dei grupp ifederalista europeo, verde, del PCI, dellasinistra indipendente e misto) .

TARCISIO GITTI. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TARCISIO GITTI. Signor Presidente, desi-dero esprimere la mia opinione sulla que-stione che è stata sollevata . Giudico cor-retta la decisione del Presidente della Ca-mera di consentire la posizione della que-stione di fiducia; del resto, ho giudicat oaltrettanto corretta o comunque ho accet-tato la decisione della stessa Presidenza d idichiarare ammissibili emendamenti ch ela maggioranza della Commissione nonaveva ritenuto tali.

Il collega Violante, in particolare, haesposto alcune ragioni giuridiche a so-

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stegno della sua tesi che — lo dico moltoserenamente — non mi sembrano persua -sive. Non mi pare persuasiva né la ragion etestuale che si ricava dal nuovo testodell 'articolo 49, o anche dall'ultim ocomma dell 'articolo 116 del regolamento ,né la ragione di carattere sistematico .

In precedenza non si poteva porre l afiducia, oltre che su una serie di questioniprocedurali (Commissioni di inchiesta evia dicendo), in tutti i casi in cui il regola-mento esplicitamente (e quindi non su ri-chiesta) stabiliva il ricorso allo scrutini osegreto. Il primo di tali casi era il vot ofinale sulle leggi che, per tradizione storicarisalente ai precedenti parlamenti e peresplicita previsione dello Statuto alber-tino, doveva aver luogo a scrutinio segreto .Tale norma fu recepita dal regolamentodella Camera nel 1949 e, in base ad essa, i lGoverno, alla Camera, non poteva porre l aquestione di fiducia sul voto finale sui pro -getti di legge, a differenza di quanto acca -deva al Senato .

In sede di modifica del regolamento èstata poi aggiunta la previsione del votosegreto obbligatorio nel caso di delibera-zione in via pregiudiziale sul l 'esistenza de ipresupposti costituzionali, ex articolo 96 -bis; anche in questo caso, dunque, eraesclusa la posizione della questione di fidu -cia. Negli altri casi la fiducia poteva esser eposta. E l'articolo 116 non ha subito alcun avariazione nel quadro delle modifiche chepure sono state introdotte per quanto at-tiene alla parte relativa alle modalità d ivotazione .

La stessa formulazione attuale dell 'arti-colo 49, inoltre, fa una precisa distinzionetra le votazioni riguardanti le persone, pe rle quali è prescritto ed è obbligatorio il votosegreto, e le votazioni su altre materie dell equali non sfugge a nessuno la delicatezz apolitica (ma su di essa non può basarsifondatamente un rilievo giuridico), per l equali non è prescritto, però, e non è quindiobbligatorio il voto segreto, cui si procedesolo ove ne venga fatta richiesta .

Siamo quindi nella situazione che eragià contemplata dal nostro regolamentoprima delle modifiche ad esso apportate :là posizione della questione di fiducia pre -

vale per dettato costituzionale (perché l afiducia si vota per appello nominale) sull arichiesta di scrutinio segreto .

Non mi pare, dunque, che ci si poss aappigliare ad argomenti giuridici. La re-gola vigente — può piacere o non piacere— è questa ancora oggi .

Desidero comunque aggiungere (comedel resto abbiamo affermato anni fa i nseno alla Giunta per il regolamento e riba -dito anche di recente) che noi siamo dispo -nibili a riesaminare l'articolo 116 e ad ela-borare, se necessario, una nuova disci-plina. A mio avviso, si potrebbe persinostabilire che l'articolo 116 non è necessarioed arrivare dunque alla sua abrogazione .Credo infatti che il divieto di porre la que-stione di fiducia sulle votazioni riguar-danti persone, questioni procedurali oCommissioni d'inchiesta possa essere indi -viduato anche attraverso l'interpretazion edell ' insieme delle norme del sistema . Inquesto momento ribadisco dunque la di-sponibilità del mio gruppo ad esaminare lapossibilità di una revisione radicale o addi -rittura dell 'abrogazione dell'articolo 116,nel quadro, ovviamente, di un coordina-mento con le altre norme del regolamento .Voi però non potete, colleghi dell'opposi-zione, sulla base di quella che può esser euna legittima aspirazione rispetto a talun eincongruenze o ad alcune preoccupazion idi carattere politico, pretendere che la vo-stra interpetazione prevalga su quella de lPresidente della Camera, che è il garantedelle regole per tutti .

Vi sono — ripeto — aspetti politici chevanno considerati e di fronte ai quali nes-suno può essere indifferente . Le materiesulle quali è stata prevista la facoltà dichiedere lo scrutinio segreto sono state sta -bilite anche con il voto del gruppo dell ademocrazia cristiana, ma una cosa sono l econsiderazioni politiche ed un'altra gli ar-gomenti giuridici . Non si puù infatti soste-nere — un po' forzatamente : devo dirlo(con molto garbo) al collega Violante —un'interpretazione che non è accettabilerispetto al regolamento vigente. Può essereinteressante de iure condendo, e su di essaci confronteremo, ma il regolamento vi -gente è un altro.

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Poiché è intervenuto il collega Rutelli, i ovorrei ricordare che prima delle modi -fiche regolamentari abbiamo votato prov-vedimenti importanti (o meglio decisivi ,dal mio punto di vista) in tema di libertà ,sui quali era stata posta la questione d ifiducia, anche con il voto del gruppo co-munista. Nelle occasioni che ho ricordato ,quindi, le richieste di scrutinio segret osono venute meno. Cito per tutti la cosid-detta legge Cossiga, in occasione dell aquale il partito comunista, la democraziacristiana ed altri partiti di maggioranz afurono uniti contro l'ostruzionismo di altr igruppi. Era una scelta che toccava certa -mente ragioni di libertà, ma credo che si astato bene approvare quella legge e appro -varla in quel modo, grazie alla reiterataposizione della questione di fiducia daparte dell'allora Presidente del Consigli oCossiga (Applausi dei deputati del gruppodella DC - Commenti dei deputati de lgruppo del PCI) .

GIORGIO CARDETTI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GIORGIO CARDETTI . Signor Presidente,mi sembra che la tesi che qui è stata avan -zata da alcuni colleghi circa una presuntainammisibilità della questione di fiducia inuna materia per la quale dopo la modific aregolamentare viene mantenuta la possibi-lità di votare a scrutinio segreto sia priva d iqualsiasi consistenza .

Il riferimento che viene fatto (lo ab-biamo sentito adesso, ed anche ieri sera inseno alla Conferenza dei presidenti digruppo) è all 'ultimo comma dell'articolo116, laddove si dice che la questione difiducia non può essere posta su argoment iper i quali il regolamento prescrive la vota -zione per alzata di mano o per scrutiniosegreto .

Certo, sarebbe stato più opportuno pro -cedere ad un coordinamento dopo la modi -fica dell'articolo 49, ma probabilmente ilrisultato sarebbe stata l'eliminazionedell ' inciso «o per scrutinio segreto», percoerenza con la modifica introdotta .

L'ultimo comma dell'articolo 116 infatti

è chiaro, e dice «prescrive», non «con-sente». Facciamo allora un paragone tra i lsistema esistente prima dell'introduzion edella modifica dell 'articolo 49 del regola -mento e quello successivo ad essa . Prima i lvoto segreto era prescritto, e cioè era obbli -gatorio, per alcune materie, che sostan-zialmente, oltre al voto sulle persone, s iriducevano al voto finale delle leggi . Sullealtre materie lo scrutinio poteva esseresempre segreto in quanto richiesto da uncerto numero di parlamentari o da uno opiù presidenti di gruppi .

Ebbene, qual è stata la ratio della modi -fica dell 'articolo 49, se non quella di ri-durre al minimo — anche se con divers egradazioni — le possibilità di ricorso avotazioni a scrutinio segreto? Se per as-surdo venisse accolta — ma la Presidentedella Camera lo ha escluso, e gliene diam oatto — l 'impostazione sostenuta dal col -lega Violante e da altri, ci troveremmo d ifronte all'effetto opposto: non sarebbe piùpossibile quanto avveniva prima della ri-forma del voto palese, quando comunque ,in caso di richiesta di votazione segreta, s idoveva procedere alla votazione palese s eil Governo poneva la questione di fidu-cia .

Per tutte le materie che vengono elen-cate all 'articolo 49 come eccezioni dopol'introduzione del principio generale chele votazioni hanno luogo a scrutinio palese— e tra di esse vi sono appunto le legg ielettorali — è previsto il voto segreto ne lcaso in cui venga richiesto, con le stess emodalità previste prima della riforma . Peresempio, se prima in materia elettorale s ipoteva chiedere lo scrutinio segreto, mauna volta ottenutolo il Governo potevaporre la questione di fiducia, non si ca-pisce per quale motivo ora, dopo una mo-difica volta a rendere normale l 'uso delloscrutinio palese ed eccezionale quell odello scrutinio segreto, si dovrebbe aver eun campo di applicazione più ristretto .

Al riguardo qualcuno faceva riferi-mento alla logica. Ci sembra giusto farviricorso, ma essa porta a conclusioni op-poste a quelle suggerite . D'altronde laGiunta per il regolamento, in sede di inter-pretazione delle conseguenze della modi-

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fica dell'articolo 49, ha esplicitato — e ciòrisulta agli atti — una serie di modifiche d ialtri articoli del regolamento, che sonostate appunto considerate direttament econseguenziali . Per esempio, si è specifi-cato che nel secondo comma dell'articol o116 doveva scomparire la dizione «a scru-tinio segreto» nella frase «salva la vota-zione finale del progetto a scrutinio se-greto», a seguito della nuova formulazionedell 'articolo 49. Guarda caso, però, non èstato fatto alcun riferimento all'ultimocomma. Come dicevo, forse si sarebbe po -tuto operare un migliore coordinamento ,ma comunque non ci sono dubbi sul signi -ficato delle norme .

In sostanza oggi l'unica materia per laquale il regolamento prescriva lo scrutiniosegreto è quella delle votazioni riguardantile persone. È ovvio quindi che su di essanon possa essere posta la questione di fidu -cia. Al massimo quindi si può dire che ladizione dell 'ultimo comma è pleonastica,ma senz'altro non può avere il senso che l eè stato attribuito .

Che poi de iure condendo si possa discu-tere la materia, è altra questione . Voglioricordare che proprio una proposta orga-nica di modifica del regolamento presen-tata dal gruppo socialista prevedeva, in-sieme al voto palese e a molte modifich eregolamentari, l 'abolizione dell 'articolo116. Ciò era previsto in un determinat ocontesto, nel quale il voto palese era laregola generale, senza, cioè, la vast agamma di eccezioni che poi sono stateintrodotte dall 'Assemblea. I decreti veni -vano dichiarati inemendabili, con l'ob-bligo che venissero esaminati nei 60 giorni ;e vi era una regolamentazione di tempi cheprevedeva corsie preferenziali . Questocioè era possibile in un sistema totalment ediverso, nel quale effettivamente la que-stione di fiducia incidentale perdevasenso. Questo tuttavia non è il quadro d ifronte al quale ci troviamo ora . Possiamocerto discuterne, ma mi sembra indubbioche de iure condito la situazione sia bendiversa (Applausi dei deputati del gruppodel PSI) .

FRANCO BASSANINI. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCO BASSANINI . Signor Presidente,i colleghi Gitti e Cardetti avrebbero certa-mente ragione se il dato normativo regola -mentare di cui stiamo discutendo foss esolo quello dell 'articolo 116 del regola-mento. Ma tale articolo fa riferimento allenorme sulle modalità di votazione, e non èinterpretabile se non si considera — comedicono i giuristi — il combinato disposto d itali norme.

Ora, con la riforma del voto segreto l enorme relative alle modalità delle vota-zioni sono cambiate . Prima di tale riforma ,come i colleghi ricorderanno, il regola-mento prevedeva alcuni casi nei quali er aprescritta la votazione a scrutinio segreto ,e non era possibile fare diversamente, edaltri nei quali era prescritta la votazion eper alzata di mano, e non era possibile far ediversamente . Nella grande maggioranzadei casi, l 'articolo 49 prevedeva che le vota-zioni avessero luogo a scrutinio palese o ascrutinio segreto. Successivamente, l 'arti -colo 51 precisava che si procedeva all avotazione a scrutinio palese o a scrutini osegreto a seconda delle richieste formu-late .

La situazione è cambiata sia dal punto divista della lettera del regolamento, sia dalpunto di vista del sistema e della sostanza.E cambiata dal punto di vista della letteraperché l 'attuale articolo 49 così recita :«Sono effettuate a scrutinio segreto le vo-tazioni riguardanti le persone, nonché,quando ne venga fatta richiesta, . . . . le vota -zioni . . . . sulle leggi elettorali» .

Dal punto di vista letterale quindi, s iparla in questi casi — ed è ormai rimast auna eccezione — di una disciplina di vota -zioni a scrutinio segreto nelle quali dalpunto di vista formale e letterale non sidistingue più, come accadeva nel prece-dente regolamento, tra casi nei quali si hasempre la votazione a scrutinio segreto ecasi nei quali tale votazione viene effet-tuata se richiesta. Nel vecchio regola-mento tali casi erano assimilati alla regolagenerale, in una alternatività con la vota-zione a scrutinio palese, mentre qui son oassimilati al caso nel quale il voto a scru-

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tinio segreto è obbligatorio, ed è solo unavariante del voto segreto obbligatorio.

Il voto a scrutinio segreto è prescritto ,nei casi previsti, quando ne sia stata fattaapposita richiesta. E cambiata dunque l alettera del regolamento, e dunque non s ipuò più praticare la stessa interpretazionedell'articolo 116, che fa riferimento all'ar-ticolo 49 .

In più, è cambiata la ratio della norma.Quella del vecchio regolamento era di le-gittimare pressoché sempre, salvo vota-zioni procedurali, una frazione della Ca-mera a chiedere la votazione a scrutini osegreto. Non vi era quindi ragione di tute-lare la libertà di coscienza dei deputati difronte a materie particolarmente rilevant io delicate, che riguardassero per esempio— come in questi casi — le regole del giocoe le libertà dei cittadini, perché era suffi-ciente utilizzare lo strumento previsto dalregolamento, attraverso la legittimazion edi una piccola frazione della Camera .

Oggi non è più così. E non essendo piùcosì, è cambiata anche la sostanza delledisposizioni È legittimo ritenere che i ri-dotti casi nei quali vi è la garanzia delloscrutinio segreto siano sottratti all'inter-vento di altri fattori che facciano venirmeno tale garanzia, tanto più quando ciò èfatto — ed è il caso concreto — non pergarantire l'attuazione del programma diGoverno (che ha fondamento nella Costitu -zione, come tutti sanno), ma per una ma-teria che, come lo stesso Presidente de lConsiglio ha ripetuto ieri sera in sede diConferenza dei presidenti di gruppo, èfuori dal programma di Governo.

Non vi è quindi alcuna possibilità dirichiamarsi al dettato costituzionale, ch esecondo una certa interpretazione — di-ciamo, molto filogovernativa — legittimail Governo ad usare strumenti di inter-vento sui lavori parlamentari per garan-tire l'attuazione del suo programma.Siamo fuori da questo programma: siamonell 'area della libertà del Parlamento edella libera dialettica democratica . A mag -gior ragione l'uso della questione di fi-ducia non appare legittimo, quindi, perchénon riconducibile ad altre norme costitu-zionali .

A me pare allora che la questione d ifiducia dovrebbe essere dichiarata inam-missibile e che comunque sarebbe quantomeno ragionevole e prudente imboccare l avia d'uscita indicata dal collega Rutell ipoco fa, e quindi ragionare sull'oggett odell'articolo 4, sul cui mantenimento lafiducia è posta, e dire (faccio questa pro-posta in via subordinata) che la questionedi fiducia può essere posta perché non siverte ancora su materia elettorale, ma chenon lo si potrà più fare quando si verter àsu materia elettorale (Applausi dei deputat idei gruppi della sinistra indipendente e delPCI) .

MAURO MELLINI. Chiedo dì parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MAURO MELLINI. Signora Presidente ,credo che a favore della questione post adal collega Violante argomenti determi-nanti siano stati certo espressi dal colleg aViolante stesso, nonché dai colleghi Bassa-nini, Rutelli, e Pazzaglia, ma che argo -menti molto rilevanti siano stati portat iproprio da chi ha chiesto che la sua tesifosse respinta .

Molto brevemente, qual è ormai il noc-ciolo della questione? L'esclusione del vot odi fiducia era ed è prevista dall'articolo 116

del regolamento per i casi in cui lo scru-tinio segreto è forma privilegiata rispettoad altre forme di voto . Era forma privile-giata, vigente il vecchio testo dell'articol o49, prima di quella che passa come ri-forma del voto segreto, per materie speci-fiche che vedevano come obbligatorio i lvoto segreto. Rimane ora, accanto a cas iper i quali il voto segreto è obbligatori o(che sono per altro ridotti ai voti relativ ialle persone, alla nomina di organi costitu -zionali), una sopravvivenza del voto se -greto a richiesta,, che diviene, però, a se-guito della riforma dell'articolo 49, formaprivilegiata di votazione .

Sostenere che tale passaggio, tale restri-zione, non debba comportare la tutela pre-cedentemente accordata a singole, parti-colari situazioni in cui di privilegio si po-teva parlare soltanto in relazione ai casi

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per i quali era obbligatorio, mi pare signi -fichi stravolgere proprio la portata dell elimitazioni alla richiesta di voto segreto d aparte del Governo .

Se la questione rimanesse in questi ter -mini, si potrebbe dire che si tratta di un avalutazione di ordine politico . Ebbene, i odico che in materia di regolamenti parla-mentari una questione di rilevanza politicadi questo tipo si identifica con una form adi interpretazione di carattere sistematico,perché non si può fare distinzione netta tr aquestioni di carattere politico — soprat-tutto quando si tratta di una politica ine-rente a forme regolamentari, a regole delgioco — e questioni di carattere regola-mentare .

Ma io credo che proprio la letteradell 'articolo 116 (arriviamo così agli argo -menti sostenuti da quanti hanno parlat ocontro la tesi del collega Violante), ne lcombinato disposto con il nuovo test odel l 'articolo 49 del regolamento, consentadi portare ulteriori argomenti a favoredella tesi sostenuta dall 'onorevole Vio-lante .

Sostenere una distinzione tra casi ne iquali il voto è assolutamente obbligatorio ecasi nei quali il privilegio, in ragione dellamateria, si estrinseca nel consentirlo, perescludere soltanto per i primi il ricorso alvoto segreto, significherebbe affermar eche nel modificare l 'articolo 49 la Camerae la Giunta per il regolamento si son odimenticati di coordinarlo con l 'articolo116 .

A questo punto non esiste più alcun caso. di voto segreto obbligatorio . . .

PRESIDENTE . Onorevole Mellini, iltempo a sua disposizione è scaduto .

MAURO MELLINI. Concludo, Presidente .stavo dicendo che non esisterebbe pi ùalcun caso di voto segreto obbligatori oescluso dall 'articolo 116 del regolamentoin ragione di tale obbligatorietà . È la mate -ria, per altro verso e per motivi costituzio-nali prima ancora che per motivi regola-mentari, ad escludere una simile ipotesi .Mi riferisco, ad esempio, alle autorizza-zioni a procedere, agli interna corporis,

all'elezione dei giudici costituzionali e adaltre attività in ordine alla composizion edei diversi organi per i quali è la materia d iper sé ed indipendentemente dalla formaprescritta del voto, ad escludere la possibi-lità del voto segreto .

In questo caso dovremmo ammettereche in quella sede ci si è dimenticati d icancellare il riferimento alla obbligato-rietà del voto perché, come ho detto, inquesti casi non è mai possibile il ricorsoalla questione di fiducia . Pertanto, se èrimasto il richiamo al voto segreto per lematerie per le quali è esclusa la possibilitàdi porre la questione di fiducia, evidente-mente ciò riguarda non soltanto i casi i ncui tale voto è prescritto obbligatoria-mente, ma anche i casi in cui oggi tal eforma di votazione viene privilegiata ri-spetto ad altre previste dal regolament o(Applausi dei deputati dei gruppi federalist aeuropeo e verde) .

RosA FILIPPINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

RosA FILIPPINI. Signor Presidente, insituazioni del genere ritengo sia utile i lricorso al paradosso, anche perché credoche bene abbiano fatto i colleghi ad esem -plificare i casi in cui il Governo potrebb eporre la questione di fiducia per sottoli-neare la delicatezza dei casi che potreb-bero presentarsi .

Analogamente al caso in discussione, in -fatti, la questione di fiducia potrebbe es-sere posta, ad esempio, su una legge ri-guardante principi di libertà, come in temadi aborto, di diritto di famiglia, di speri-mentazione genetica, o su qualsiasi altr oargomento, questioni per le quali nessu ncollega, anche in occasione della riform adel voto segreto, ha messo in dubbio lalegittimità della richiesta di tale forma divotazione .

Se si dovesse verificare un caso del ge-nere, non credo che potremmo consentirepacificamente sulla ammissibilità del vot odi fiducia. Anche il collega Gitti, renden-dosi conto della questione, ha affermato:

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«Ammetto che è una questione delicata,ma tant 'é: questo è il regolamento».

Ebbene, se questo è il regolamento, dev oricordare che la Giunta per il regolament oha esaminato le problematiche relative a lcoordinamento delle norme regolamen-tari, intervenendo — come ricordava giu-stamente il collega Cardetti — sul l 'articolo116, ma non sul quarto comma dellostesso .

Ciò non è casuale: né la Giunta per i lregolamento né gli Uffici hanno compiut ouna svista; essi hanno evidentemente vo-luto mantenere il testo nell 'attuale stesura.Questo pertanto è il regolamento . Am-messo anche che si ponesse ora un 'ulte-riore questione di coordinamento, essanon sarebbe certo stata sollevata nei temp idovuti . Una discussione che tendesse aprendere in considerazione ai fini del coor -dinamento anche il quarto comma del l 'ar -ticolo 116 sarebbe molto lunga ed appro-fondita e coinvolgerebbe diverse question iche non sono state affrontate fino ad ora .Ritengo quindi che il testo del regolament onon, dia in questo momento adito a dubb i(Applausi dei deputati del gruppo verde) .

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ne lrispondere alle osservazioni sollevate, de-sidero, innanzi tutto, ringraziare l'onore-vole Violante, per l ' apprezzamentoespresso in relazione alle parole da m epronunciate ed alle posizioni da me as-sunte sulla questione della ammissibilit àdegli emendamenti riferiti alla materi aelettorale .

Onorevole Violante, in verità, sapendoche il Governo intendeva porre la fiduci asul mantenimento dell'articolo 4, ho pen-sato che in qualche modo la questionedella ammissibilità di tali emendament ifosse superflua e superata dalla decisionedel Governo. Essa è comunque stata postaed io ho espresso un convincimento che icolleghi che fanno parte della Giunta per i lregolamento o della Conferenza dei presi -denti di gruppo conoscevano da molt otempo; mi riferisco alla mia posizione, fer-mamente convinta.

Tuttavia, per quanto si tratti di una posi -zione fermamente convinta . mi chiedo

oggi e mi chiedevo ieri se essa non avess eanche contribuito a far scegliere al Go-verno la via della questione di fiducia. Inun'Assemblea politica come questa, in -fatti, tutti gli atti sono concatenati tra loroed ogni atto è azione e reazione, continua -mente. Mi chiedo se l'aver scelto quellastrada che, ripeto, sceglierei anche i nquesto momento, perché risponde piena-mente alla mia convinzione di correttezzadell'interpretazione del regolamento nonabbia influito sulla scelta compiuta .

Tuttavia non è questo in discussione.Desideravo solo ringraziarla, onorevoleViolante .

Vorrei invece rifarmi alla contestazionesollevata da lei e da colleghi di altri grupp icirca la legittimità della posizione dellaquestione di fiducia da parte del Govern osul mantenimento dell'articolo 4 del pro-getto di legge concernente l'ordinamentodelle autonomie locali, in relazione al di -sposto del quarto comma dell'articolo 11 6del regolamento .

Si assume che tale disposizione regola-mentare, interpretata alla luce della modi-fica successivamente intervenuta dell'arti -colo 49 sulle modalità di votazione, impe-direbbe la posizione della questione di fi-ducia nelle materie per le quali soltanto èoggi consentita la richiesta di votazione ascrutinio segreto .

Premesso, in linea di fatto, che l'articol o4, nella formulazione del testo della Com-missione, non contempla direttamentemateria elettorale, la Presidenza non ri-tiene comunque di poter accedere a tal einterpretazione, poiché la Camera si è limi-tata a modificare la disciplina delle moda-lità di votazione e non già della posizionedella questione di fiducia .

Inoltre la Giunta per il regolamento, ap-positamente convocata dal Presidente pe rindividuare le modifiche da ritenere stret-tamente conseguenziali alla nuova formu-lazione dell'articolo 49, non ha incluso traqueste la disciplina dei limiti alla posizionedella questione di fiducia prevista dalquarto comma dell'articolo 116.

Aggiungo che tale disposizione vieta l aposizione della questione di fiducia al-lorché determinate modalità di votazione

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— alzata di mano o scrutinio segreto —sono prescritte, cioè previste come obbli-gatorie. Era appunto il caso della vota-zione finale sulle leggi, per disposizion estatutaria poi trasferitasi nel regolament odella Camera, cui si aggiunse successiva -mente la deliberazione preliminar esull'esistenza dei presupposti di necessitàed urgenza per l 'emanazione dei decreti -legge. Ed infatti alla Camera (questo oc-corre ricordarlo), diversamente da quantoavviene ed è avvenuto al Senato, il Governonon ha mai potuto porre la questione difiducia sulla votazione finale dei disegni dilegge.

Onorevole Rutelli, in quanto ho appenadetto è contenuta anche una risposta aduna delle sue provocazioni . Se il Governointendesse porre la fiducia su una legg eelettorale nel suo complesso, allo stato de ifatti, in virtù del quarto comma dell'arti-colo 116, così come formulato, non lo po-trebbe fare.

Il fatto che la nuova disciplina dell'arti-colo 49 abbia soppresso quei casi di scru-tinio segreto obbligatorio non può indurrea pervenire, in via meramente interpreta-tiva, alla conclusione che quel divieto ri-guardi ora le materie in cui è ancora pos-sibile ricorrere allo scrutinio segreto, ch eresta infatti comunque facoltativo.

A tale conclusione, che può anche aver euna sua logica, così come possono invo-carsi — e sono state invocate — logich eopposte, può pervenirsi solo attravers ouna esplicita modificazione del quart ocomma dell'articolo 116, senza la quale i lPresidente non potrebbe in alcun mod olimitare l'esercizio di quella che, attra-verso una consolidata consuetudine, si èaffermata come prerogativa del Go-verno.

Ricordo comunque che la Giunta per i lregolamento, in occasione della posizion eda parte del Governo della questione d ifiducia su un decreto-legge in materiaenergetica, nel mese di febbraio del 1989,ha convenuto unanimemente sull'oppor-tunità di procedere ad un riesame dell'in-tera disciplina posta dall 'articolo 116 delregolamento. È mia intenzione, pertanto ,porre quanto prima anche questo tema

all'esame della Giunta per le conseguentidecisioni che si riterranno di assumere .

Onorevoli colleghi, consentitemi di ag-giungere un 'ultima considerazione. Sonomolto sensibile alle cose che sono stat edette ed ai richiami alla libertà di co-scienza dei parlamentari . Credo sia giustoesaminare il più presto possibile i rapport itra le modifiche dell'articolo 49 e l'articolo116 del regolamento in generale, nonché i lsuo ultimo comma in particolare .

Permettetemi però di dire che, finché i lregolamento è questo, anche se posso com-prendere ed in una certa misura condivi-dere le preoccupazioni che sono state ma-nifestate da molte parti (lei, onorevole Vio -lante, è un magistrato e quindi mi intende) ,vale l'antico principio dura lex, sed lex, alquale non possono esservi eccezioni .

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto esuccessivamente alla votazione per ap-pello nominale sull'articolo 4 del disegnodi legge, sul quale il Governo ha posto l aquestione di fiducia. Essendo state prean -nunciate dichiarazioni di voto di deputatidissenzienti, avverto che, avvalendomi de ipoteri conferitimi dal settimo commadell'articolo 85 del regolamento, per svol-gere tali dichiarazioni concederò non piùdi sette-otto ore complessivamente .

LUIGI D 'AMATO . Per ogni oratore !

PRESIDENTE. Ho detto complessiva-mente !

SERGIO AUGUSTO STANZANI GHEDINI . Elui ha detto «per ogni oratore» : sono duediversi punti di vista !

PRESIDENTE. Per ogni oratore non h opreso in considerazione un tempo di molt oinferiore ai dieci minuti previsti dal rego-lamento: ho calcolato infatti circa setteminuti per ogni intervento; quindi — comevedete — non sono stata molto rigida.

Prego i deputati dissenzienti di iscriversia parlare, in modo da poter ripartire co nmaggiore precisione il tempo complessivo .Sarebbe mia intenzione proseguire il la-voro nella serata per sospenderlo ad uncerto punto e riprenderlo domani mattina

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alle 9, cosicché il voto possa aver luogointorno alle 12.

Ha chiesto di parlare per dichiarazion edi voto l'onorevole Rutelli. Ne ha facoltà .

FRANCESCO RUTELLI. Signor Presidentedel Consiglio, il Parlamento viene criticatoperché lavora poco e male . Devo dire chel 'osservazione che il Parlamento lavorapoco non è da buttar via: abbiamo infatt ichiesto molte volte che la Camera si riu-nisca e voti almeno quattro giorni alla set -timana, che si organizzi per sessioni e ch elavori di più .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTEALFREDO BIONDI .

FRANCESCO RUTELLI . L'addebito che i lParlamento lavori male va respinto imme -diatamente al mittente, che si chiama Go -verno e — debbo dire — oggi anche Presi -dente del Consiglio, che pure è una per -sona di solito attenta a come il Parlament odebba operare .

Onorevole Andreotti, ritengo ch eognuno debba assumere le proprie respon -sabilità. Abbiamo l 'opinione, oltre che lasensazione, che il Governo voglia innanz itutto sopravvivere a se stesso, prima an-cora che governare . Avete sostenuto ripe-tutamente — lo ha affermato l 'onorevoleForlani, segretario della democrazia cri-stiana — che non si può ricorrere al refe-rendum in materia di riforma elettorale, inquanto spetta al Parlamento intervenire ,discutere e legiferare .

Sapete che sono in ballo iniziative im-portanti per la riforma del sistema eletto-rale anche attraverso un referendum, perrendere il nostro sistema più democratic oe consentire agli elettori di esprimersi co nchiarezza al momento del voto non solo su lParlamento ma anche sul tipo di esecutivoche dovrà effettivamente governare . Eb-bene, oggi, ponendo la questione di fiduciacontro alcuni emendamenti tendenti a mo -dificare la legge elettorale nella parte rela -tiva alle elezioni amministrative, ci avet einvece detto che non volete che il Parla-mento si occupi della materia elettorale,

contraddicendo quindi quanto state affer-mando sul piano politico ogni giorn ocontro il referendum in materia . Non vo-lete cioè il referendum perché il Parla-mento dovrebbe occuparsene, ma, non ap -pena il Parlamento si accinge a farlo, gliel oimpedite ponendo la questione di fidu-cia .

Avete voluto la riforma del regolamento ;avete voluto che per le norme concernent imateria elettorale rimanesse la possibilitàdi far ricorso al voto segreto . Ma, nonappena il Parlamento chiede che si deliber icon voto segreto su tali norme, ponete laquestione di fiducia, calpestando la prero -gativa dell'Assemblea legislativa di deci-dere sull'argomento con le modalità ch eho ricordato .

Che Parlamento volete? Ma vi chiedo d ipiù: che maggioranza siete? Ancora ier iavete incassato una sconfitta sulle concen-trazioni editoriali, dimostrando di non es -sere maggioranza . Non avete inoltre unamaggioranza per le riforme, perché ri-forme non ne fate e vi preoccupate solo d inavigare e di sopravvivere a voi stessi .Questo è il problema politico che ci vien eposto oggi !

Signor Presidente, colleghi, onorevol ePresidente del Consiglio, occorre allorarilevare che, mentre ci troviamo di front ead una richiesta di semplificazione, dichiarezza democratica della proceduraelettorale, di assunzione di responsabilitàdella maggioranza e della opposizione, almomento vitale del voto dimostrate un avolta di più che siete favorevoli all'immo-bilismo, alla stagnazione, a lasciare le cos ecome sono, a conservare il potere che avetee volete mantenere senza mettere in di-scussione quei presupposti che oggi coin -cidono con l'immobilismo e con la paludedel sistema politico .

Sappiamo che centinaia di comuni ita-liani, tutti i grandi comuni italiani, son opermanentemente in crisi, che il sistem aelettorale vigente non salvaguarda la pos-sibilità di governare le grandi città, che laparalisi attanaglia grandi centri di deci-sione e di esercizio stesso della sovranit àpopolare . Con l ' iniziativa relativa alle pro-cedure che un vasto movimento di parla-

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mentari e di cittadini chiede di introdurr eper la semplificazione democratica del si-stema elettorale per le elezioni ammini-strative si vuole superare questo stato d icose. Voi oggi, con la posizione della que-stione di fiducia, ponete il primo presup-posto per impedirlo. Tutto ciò è inaccetta-bile, onorevole Andreotti .

Vorrei far notare al Governo che, anch egrazie al dibattito che si è svolto, il Presi -dente della Camera — a mio giudizio re-sponsabilmente — ha dimostrato che i lGoverno non può porre la questione d ifiducia sulla legge elettorale . Lo ha detto achiare lettere e ne prendo atto con soddi-sfazione, considerandolo un fatto molt oimportante. Il Presidente ha anzi precisat oche oggi la posizione della questione d ifiducia sull'articolo 4 del provvediment oin esame è ammissibile, visto che tale arti -colo non fa riferimento alla materia elet-torale .

Al collega Gitti ed agli altri colleghi dellamaggioranza, che hanno richiamato un'in-terpretazione del regolamento della Ca-mera secondo la quale questo non prevedené prescrive lo scrutinio segreto, desider oricordare un'osservazione formulata i nquest 'aula da altri colleghi : nei casi in cui ilregolamento dispone che prevalga lo scru -tinio segreto, esso fornisce un'indicazionemolto chiara. Se vi è la possibilità di ricor-rere sia allo scrutinio palese sia a quellosegreto su certe materie, ma alcuni depu-tati avanzino la richiesta di procedere co nscrutinio segreto, quest 'ultimo deve averela prevalenza .

Si tratta di una fattispecie simile a quellache si verificava quando il Governo, sumaterie per le quali era previsto ma nonprescritto lo scrutinio segreto, poneva laquestione di fiducia, che prevaleva s uquest'ultimo tipo di votazione. E' esatta-mente — credo — la fattispecie verifica-tasi oggi .

Sebbene non prescritta tassativamente,la possibilità del voto segreto deve esser esalvaguardata: quanto ho appena ricor-dato valeva nel passato, quando il Govern oponeva la questione di fiducia anchesull 'approvazione di norme sulle quali siprocedeva a scrutinio segreto, e deve va-

lere anche oggi. Esaminiamo infatti normeper le quali è prevista la possibilità d ivotare a scrutinio segreto quando sia avan -zata richiesta in tal senso.

Concludo, signor Presidente, annun-ciando che la componente cui apparteng oàél gruppo misto esprimerà un voto con-trario alla concessione della fiducia al Go-verno.

Sta emergendo un primo bilancio delsuo operato : sono trascorsi sei mesi e non èchiaro cosa abbia fatto l'esecutivo ; anzi, èevidente che esso vuole anzitutto puntare ,come dicevo poc'anzi, alla salvaguardia dise stesso .

Si tratta di un esecutivo che non st agovernando: emergono infatti gravi divi-sioni al suo interno, ed alcune sue compo-nenti si incaponiscono sui problemi con -nessi alla droga, in merito alla quale staavanzando una legge disastrosa .

Il Governo si vanta di aver emanato u ndecreto-legge concernente la situazionedegli immigrati . Ebbene, onorevole An-dreotti, ho partecipato ai lavori della Com-missione affari costituzionali, in cu iquesto decreto-legge, presentato come un asorta di Bibbia da alcuni rappresentantidel Governo, viene rivoltato come un peda -lino, come suol dirsi, e del quale si stadimostrando l'incongruità: esso è stato ri-formulato completamente anche grazie a lpositivo concorso dei membri della Com-missione .

Siamo estremamente preoccupati per l ostato confusionale e totalmente inade-guato nel quale mostra di trovarsi il Go-verno nella propria attività di iniziativalegislativa, anche quando si tratti di prov-vedimenti ai quali attribuisce grande rile-vanza: mi riferisco alla legge sulla droga,al provvedimento sugli immigrati e aquello sulle concentrazioni editorial i(anche se in quest'ultimo caso si tratta diun atto non del Governo ma della maggio-ranza che lo sostiene); su quest 'ultimo ieriil Governo si è trovato in minoranza inquest 'aula.

Chiudo questo mio intervento facendoun breve cenno alla questione dei referen-dum: li celebreremo, dobbiamo celebrarli ,signor Presidente del Consiglio, in conco-

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mitanza con il voto amministrativo; altri-menti, dovrete spiegare per quale ragion esaranno state disperse centinaia di mi-liardi .

Sarebbe il caso di far coincidere il votoamministrativo e quello referendario nellastessa tornata, a meno che non intendiat epuntare allo svilimento dello strument oreferendario (confinandolo non so inquale altro momento) o addirittura, se-condo l 'accenno fatto dal sottosegretari oalla Presidenza del consiglio, onorevol eCristofori, non stiate pensando di modifi-care con una leggina procedure protettedalla Costituzione e concernenti la datadello svolgimento dei referendum. Far slit -tare la celebrazione dei referendum a set-tembre, come ha detto l'onorevole Cristo -fori, per evitarne l'impatto politico sa-rebbe molto grave .

Prendo volentieri atto del chiaro orien-tamento espresso dal Presidente An-dreotti, quindi della sua diversa volontà :fatto che considero positivo, ma che no nmi esime dal confermare, come è ovvio, i lmio voto risolutamente contrario alla con-cessione della fiducia chiesta dal Governoin carica sull 'approvazione dell 'articolo 4del progetto di legge in esame. Il mio votocontrario deriva anche da un primo bi-lancio politico estremamente negativo esevero sull 'operato del Governo (Applaus idei deputati dei gruppi misto e federalistaeuropeo) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole FrancoRusso. Ne ha facoltà .

FRANCO RUSSO.Signor Presidente, i lgruppo di democrazia proletaria espri-merà un «no» convinto al Governo An-dreotti votando contro la fiducia richie-sta.

Vogliamo innanzi tutto sottolineare un aprofonda contraddizione . Il pentapartitoguidato da Andreotti vuole mantenere i lpaese sotto la cappa stessa dalla demo-crazia cristiana di Andreotti e Forlani e d aCraxi per continuare la spartizione delpotere andata avanti in tutti questi mesi ,nonostante le sconfitte registrate e le oppo -

sizioni manifestate qui in Parlamento,come nel caso del voto espresso ieri dall aCamera contro Berlusconi, e nel paese .

Vi e poi una seconda contraddizione . Lostesso Presidente del Consiglio, infatti ,aveva affermato che il Parlamento devediscutere le leggi elettorali, che in questamateria non è possibile affidarsi al refe-rendum popolare, che servono leggi ch epossano poi funzionare e che in questocampo non si possono determinare vuoti .Ciò nonostante, quando la Camera è giuntaad esaminare l'articolo del provvedimentodi riforma dell'ordinamento delle auto-nomie locali e si accingeva ad esaminare lamateria elettorale, il Governo ha affer-mato che il Parlamento non doveva discu-tere questo punto, bensì rimandarlo adaltri e migliori tempi. Il fatto è che sullalegge elettorale sono spaccate la maggio-ranza e la democrazia cristiana e vi è un aprofonda divisione tra questa ed il partit osocialista. Da qui il ricorso al voto di fidu-cia, attraverso il quale si può ricattare l amaggioranza e mettere il bavaglio al Par-lamento. Da tutto ciò, il Governo esce sol oapparentemente rafforzato .

Perché il Parlamento non può discuterequesta materia? I meccanismi elettoral inon riguardano solo le forze politiche ed ipartiti presenti in Parlamento, ma poten-zialmente tutti quei gruppi di cittadini ch evogliono utilizzare lo strumento elettoraleper essere rappresentati in Parlamento . Lalegge elettorale, dunque, onorevole An-dreotti, non può prima essere discussanella maggioranza per sanare le contrad-dizioni esistenti al suo interno e poi esseresottoposta al vaglio parlamentare .

Devo aggiungere che su questa materiavi sono orientamenti difformi nella mag-gioranza ma anche nei gruppi di opposi-zione. Se avessimo affrontato la materiaelettorale relativa all'articolo 4 del provve-dimento, ad esempio, io avrei sostenut oposizioni puramente proporzionali. Il no-stro sistema elettorale, infatti, non è pura -mente proporzionale. Come ben sap-piamo, vi sono sbarramenti occulti e i par -titi dominano le procedure elettorali . Inquesto senso, ripeto, non avrei sostenutoposizioni identiche a quelle di altri colleghi

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del mio gruppo, ma avrei difeso a spadatratta il principio proporzionale .

In questa sede, però, onorevole An-dreotti, occorre poter discutere. Non sipuò mettere il bavaglio al Parlamento esoprattutto non si possono precostituireposizioni di maggioranza per quanto ri-guarda le leggi elettorali .

Con il mio intervento vorrei richiamarel'attenzione dei colleghi e dell'opinionepubblica su un punto estremamente grave .Dobbiamo liberare il sistema elettorale dalpredominio dei partiti e far sì che nonsiano solo essi a definire le regole di for-mazione della rappresentanza . La discus -sione sul referendum abrogativo o propo-sitivo non mi spaventa, onorevole An-dreotti . Sono del tutto persuaso che sullalegge elettorale debbano pronunciarsi i cit -tadini, non solo secondo un metodo abro -gativo, ma anche attraverso la presenta-zione di proposte di legge . Si possono se-guire a questo riguardo molteplici strade,ma è indubbio che i partiti non posson oespropriare i cittadini nel momento in cu isi accingono a definire le procedure elet-torali .

Ritengo che l'Italia debba liberarsi delsistema dei partiti e che occorra spezzare i lmonopolio della rappresentanza ch equesti *detengono. Ai colleghi presentatoridi emendamenti volti ad introdurre l'ele-zione diretta del sindaco o il sistema mag-gioritario a partire dalle elezioni comunal ivoglio dire che noi senza alcun dubbio dob -biamo compiere una scelta prioritaria d ifondo: dobbiamo cioè decidere se le ele-zioni (mi rivolgo in particolare all 'onore-vole Lanzinger, con il quale ho molto incomune e con cui spero di confluire nell ostesso gruppo) servano per formare la rap -presentanza oppure siano solo strument idi investitura del Governo .

La mia opinione è che le elezioni servanoper formare la rappresentanza, il che nonsignifica sposare l'attuale sistema partito-cratico nè costruire sistemi di controllosull 'esecutivo da parte dei cittadini . Pensoche siamo di fronte a problemi differenti .Dobbiamo fare in modo che ogni gruppo dicittadini possa accedere alla rappresen-tanza. così da evitare ciò che anche alcuni

senatori progressisti, come per esempioPasquino, sostengono da molti anni, cioèche i movimenti debbono lavorare nellasocietà civile (utilizzando anche lo stru-mento dei referendum), ma ad essi deveessere precluso l'accesso al sistema dell arappresentanza, al sistema istituzionale .Tutto ciò comporta il rischio che la politic acon la «p» maiuscola continui ad esseremonopolizzata dai partiti, mentre ai movi-menti esistenti nella società spetterebbesolo un compito ancillare, quello cioè disostenere le proposte dei partiti .

Se, onorevole Andreotti, io sono a favoredel sistema proporzionale e della tesi se-condo la quale le elezioni servono a for-mare la rappresentanza anziché esser estrumenti di investitura, sono di conse-guenza contrario all'elezione diretta de lsindaco, in quanto ritengo che tutti i citta -dini debbano concorrere a formare la rap-presentanza e soprattutto debbono poterviaccedere nuovi gruppi .

Per il controllo dell 'esecutivo sono ne-cessari altri strumenti ; per esempio, bi-sogna consentire ai cittadini di intervenir ein questa sede e di farsi promotori di pro -poste sulle quali poi i consigli comunali olo stesso Parlamento possano deliberare .Occorre quindi spezzare il monopoliodella decisione detenuto dalle istituzioni .

I vari problemi, dunque, appaiono no nsolo complicati (è il caso della materia elet-torale), ma anche fortemente intrecciatitra di loro. Occorre agire per liberare i lsistema politico italiano dalla cappa de ipartiti e, contemporaneamente, bisognaevitare di immettervi elementi di plebisci-tarismo . A questo proposito mi rivolgo a icolleghi del gruppo comunista e, proprioperché rispetto le loro proposte e il lorostesso processo di rinnovamento, vorre iavvertirli di non cadere in facili illusion iche potrebbero magari scaturire daqualche titolo di giornale oppure dalle pa-role pronunciate da personaggi politic imolto dinamici ed attivi secondo i quali i lreferendum, soprattutto quello che miraal sistema maggioritario, potrà favorire i lloro processo di rinnovamento .

Se è vero che la novità del partito comu-nista consiste nel fatto che esso non ha più

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la pretesa di essere egemone nell'ambitodell'opposizione o di rappresentare la ve-rità al fine di cambiare la società (per cuitale partito riconosce, non solo a parol ecome fa da molti anni, il pluralismo dell eforze politiche di opposizione, la pluralit àdi apporti nel processo di costruzion edell 'alternativa ed in quello di trasforma-zione), allora l'introduzione del metodomaggioritario restituirebbe al nostropaese il sistema bipolare, cioè l 'egemoniadella democrazia cristiana e quella, all'op-posizione, del partito comunista, con laconseguente negazione dei grandi processidi rinnovamento che si possono mettere i natto .

Per questo concludo il mio interventodicendo che il «no» al sistema maggiori-tario è motivato, per quanto mi riguarda ,da ragioni di ordine istituzionale (si po-trebbe dire strategico) che attengono cio èagli assetti complessivi della società, maanche da ragioni politiche collegate ai pro-cessi attualmente in corso nella sinistra de lnostro paese . Siamo in realtà di fronte afenomeni che coinvolgono, oltre alla sini-stra, anche altre forze che oggi posson ocontribuire con pari dignità al processo ditrasformazione in corso, senza che nes-suna di esse svolga un ruolo di primo pianoo abbia, per così dire, un imprimatur che lederiva dal possesso di presunte veritàdetenute per grazia infusa, come invec espesso ritengono i partiti.

Per queste ragioni ritengo che sarebbeuna scorciatoia pericolosa proporre oggiun sistema maggioritario, che ci costringe -rebbe a schierarci o con Occhetto o con ilfronte moderato . Oggi, per fortuna, la dia -lettica politica nel nostro paese è molto pi ùricca e registra, ad esempio, la presenza d igruppi nuovi come quello verde, i process idi rinnovamento del partito radicale ed i ltravaglio, a mio avviso positivo, dell astessa formazione di democrazia proleta-ria. Soffocare questo dinamismo, quest atensione della ricerca sotto un cappelloegemonico (nel caso specifico sotto quellodi Occhetto) sarebbe un'operazione poli-tica cieca che danneggerebbe — ripeto —la stessa ansia di rinnovamento del partitocomunista.

Però voi, onorevole Andreotti, ci avet eimpedito di discutere in Parlamento d itutto ciò. A maggior ragione esprimer òdunque il mio «no» convinto ad un metododi governo che tappa la bocca al Parla-mento e impedisce il dialogo con l'opi-nione pubblica, che a mio avviso, ha l amaturità adeguata ad essere consultata.Ritengo, infatti, che i cittadini dovrann oessere chiamati a pronunciarsi sulle leggielettorali dal momento che tale materianon è di competenza solo del Parlamento odei partiti .

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi ,vorrei far presente che l 'onorevole FrancoRusso ed anche il collega che l'ha prece-duto hanno parlato quasi un minuto in piùdel tempo loro assegnato. So per espe-rienza che questo è spesso inevitabile mainviterei tutti a mantenersi nei termini pre-scritti, per proseguire più rapidamente neinostri lavori .

Ha chiesto di parlare per dichiarazion edi voto l'onorevole Arnaboldi . Ne ha fa-coltà .

PATRIZIA ARNABOLDI . Signor Presi -dente, credo che questa discussione, cheha assunto, nonostante la gravità, ton iestremamente pacati sin dall'inizio, evi-denzi l'importanza dei temi che stiamoaffrontando .

Precedentemente si è discusso di pro-blemi regolamentari . Sono convinta che i lregolamento esprima dei principi, dell eregole di base che sono il fondamento dellosvolgimento civile e democratico dei nostr ilavori . Ritengo che quanto si è verificatoieri sera in quest'aula vada ben oltre l ascelta di un'interpretazione particolare delregolamento . Sono dell'avviso che ieri serail Governo abbia compiuto una scelta poli -tica ben precisa che va al di là del regola-mento e che deriva dalle contraddizionipresenti all'interno della stessa maggio-ranza, che vanno ad interferire poi con l estesse prerogative del Parlamento . Iocredo che si stiano verificando nel nostropaese fatti estremamente preoccupanti .Non è un caso che la Giunta delle elezion inon sia in grado di procedere sui fatti rela-

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tivi alle elezioni di Napoli : il relatore, d ifronte all ' insensibilità della stragrand emaggioranza della Giunta stessa, ha do-vuto urlare che si dimetteva, ripetendol opiù di una volta.

I fatti di Napoli riguardano le istituzion ie chi realmente le vuole controllare : visono la camorra, la mafia, il sottogoverno ,i grandi potentati economici e finanziar i— non quelli di piccolo conto — che tro-vano poi un'articolazione nelle forme dell adelinquenza politica organizzata . Credo s itratti di un esempio sul quale dovremm oriflettere, come pure dovremmo soffer-marci su quanto sta avvenendo a Palerm oe sulle dimissioni della giunta . Momenti d icontrollo operato da poteri esterni sulleistituzioni stanno riprendendo quota congrande forza e tendono a condizionar epesantemente tutta la vita politica de lpaese .

Non è causale che ieri la risoluzione d imaggioranza sui problemi dell'informa-zione sia stata respinta. Anche in talecampo non si tratta solo di uno scontro tr aforze e realtà, espressioni della maggio-ranza, nel puro gioco politico, ma sono su ltappeto interessi politici e finanziari d icontrollo ferreo dell'informazione, l aquale costituisce uno dei punti cardinedella democrazia del nostro paese .

Questi sono i nodi . Ho cercato di citare levicende più eclatanti ma dovremmo af-frontarle tutte . Chiedo comunque al Presi -dente Andreotti che, mantenendo l 'auto-nomia della Giunta delle elezioni, vi sia u ninteressamento ed una assunzione di re-sponsabilità sulla questione di Napoli che èdi tale gravità da costituire una vergogna .Abbiamo anche chiesto ai Presidenti dell aCamera e del Senato la ricostituzione diuna Commissione di inchiesta sui poteriocculti e sulla P2 . Ho letto nei giornali chela stessa onorevole Anselmi ha sottolineatola pericolosità della ripresa dell'attivitànon tanto e solo della P2, ma anche ap-punto di poteri economici e finanziari ch enon sono più così occulti . Credo che lasituazione nelle istituzioni rispecchi quest ieventi drammatici ed inquietanti che rap-presentano un reale pericolo per la demo-crazia nel nostro paese .

Quanto è avvenuto ieri nel Parlamentonon è — lo ribadisco, lo ripeto e lo sottoline o— il semplice venir meno di una certa inter-pretazione del quarto comma dell 'articolo116 e dell 'articolo 49. Si è voluto invece esau-torare effettivamente e concretamente ilParlamento della possibilità di discutere e diconfrontarsi e, quindi, si sono minate l eradici stesse della democrazia .

Infatti con il problema delle autonomielocali e di alcuni aspetti della riforma elet-torale è in gioco la rappresentanza dei cit-tadini e la loro possibilità di avere voce e d iorganizzarsi nel sociale e nella vita e nell arappresentanza politica.

Credo che proprio per la complessità diquesti temi vi sia, come diceva giustamenteil collega Russo che è intervenuto prima d ime, un intreccio di posizioni differenziat eall'interno della maggioranza e dell astessa opposizione . Il problema non èquello di comporre le diversità, ma di giun -gere ad un confronto che tenga conto dellepossibilità e degli interessi di tutti i citta-dini nello sviluppo e nel senso di una mag -giore democrazia nel nostro paese .

Noi di democrazia proletaria siamo fa-vorevoli all'introduzione della proporzio-nale, al referendum non solo abrogativoma propositivo, e crediamo che i re-fendum che sono stati ritenuti legittim idella Corte costituzionale debbano tenersiin concomitanza delle elezioni ammini-strative.

Crediamo che l'esame dell'intera nor-mativa relativa alla materia delle auto-nomie locali debba essere portato a ter-mine nella maniera più ponderata e rifles -siva, prima delle prossime elezioni ammi-nistrative .

E vero che se su queste tematiche s ivuole esautorare il Parlamento in nom edell 'esecutivo, di equilibri della maggio-ranza che non si riescono a ritrovare altri -menti, se non nelle richieste del ministroGava a nome del Governo. . .! E devo direche avrei preferito, con riferimento ad unaserie di problemi inquietanti che investonoil nostro paese e la nostra società a livellodi rappresentanza politica, che la richiestafosse stata fatta non dal ministro Gava m ada altri .

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Non può essere imputata al Parlamentol ' incapacità di gestire un programma . C'èinfatti sempre qualcuno che tenta di «ac-coltellare» o di fare sgambetti all'intern odella maggioranza. Ieri, in seno alla Con-ferenza dei presidenti di gruppo, unagiusta preoccupazione ha indotto il Presi -dente del Consiglio Andreotti a chiedereuna discussione franca e aperta su temi d icarattere prioritario e soprattutto su temirelativi al funzionamento del nostro Parla -mento .

Ma veda, signor Presidente, questo Par -lamento per funzionare ha bisogno di lavo -rare non solo contando sulla giusta pre-senza dei deputati ma anche nella certezzadi poter svolgere il proprio lavoro, quell ocioè di discutere e di avere un confronto .

Ieri sera il Governo, con la richiesta dell afiducia, ha impedito al Parlamento di lavo -rare. Ma vorrei sottolineare anche un altr oaspetto, non per spirito polemico ma sem -plicemente per evidenziare i fatti . Oggi ,all ' inizio di questo dibattito, le fila dell amaggioranza erano pressoché vuote . Dun-que, anche in questo caso, se si vuole par -lare di responsabilità, pur salvaguardand ole opzioni politiche e gli orientamenti d iciascuno di noi, qui dentro, occorre allorache tutti siano presenti e si dimostrino sen -sibili a quanto e avvenuto in queste ultim eore. Diversamente, assistiamo al giocodelle parti : c'è chi, in quanto presente,vuole discutere ma c'è anche chi può per-mettersi di non essere presente e non di-scutere perché sa che ha le spalle copert eda chi detiene il potere esecutivo . Rite-niamo che questo sia il miglior modo pernon far funzionare il Parlamento, per va-nificare le sue funzioni, le sue prerogative ,le sue finalità e per non tenere affatt oconto delle aspettative dei cittadini .

Il nostro gruppo, anche se non ha forz erilevanti, è disponibile al confronto. Ri-tengo che qui dentro vi siano molti collegh i— distribuiti in maniera trasversale tra ivari gruppi — dotati di una coscienzacivile, civica e democratica .

In considerazione dell'importanza de iproblemi che ho indicato, per sottolinear ela gravità di quanto è avvenuto, il nostrogruppo non parteciperà al voto. Noi non

abbiamo dato la fiducia a questo Governo !Ancora oggi non abbiamo buoni motivi opiccoli motivi per dare fiducia . In talesituazione noi dobbiamo dire che non vi èragione per cui la Camera debba pronun-ciarsi su una questione di fiducia che tendesolamente ad esautorare i deputati di u nloro diritto, della possibilità di un con-fronto democratico e quindi di una scelt alimpida e trasparente di fronte al paese(Applausi dei deputati del gruppo di demo-crazia proletaria) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Caria . Neha facoltà .

FILIPPO CARIA . Signor Presidente, si-gnor Presidente del Consiglio, onorevol icolleghi, il gruppo socialdemocratico vo-terà favorevolmente alla richiesta di fi-ducia posta dall 'esecutivo e lo farà essen-zialmente per due motivi .

In primo luogo infatti il voto di fiduci asull'articolo 4 di questa legge evita chesiano introdotti, attraverso emendamenti ,provvedimenti riguardanti il sistema elet-torale attualmente in vigore .

Tale argomento è di così grande rile-vanza, per la democrazia e la rappresen-tanza democratica nel nostro paese, chenon può essere modificato, anche se solocon.riguardo alle autonomie locali, attra-verso emendamenti o subemendamenti a dun provvedimento di legge concernenteproblematiche più generali .

Con ciò intendiamo dire che se un ariforma elettorale dovesse esser fatta —cosa che ci lascia piuttosto perplessi —pensiamo che l'Italia, per le sue caratteri-stiche storiche, culturali e regionali, abbiabisogno della massima rappresentativit àdemocratica. Il confronto ed il dibattitodebbono avvenire soltanto su ciò, mentr equi sembra che si voglia far entrare di sop -piatto — quasi di nascosto — una modi-fica, come ho detto, fondamentale per ilnostro sistema democratico .

Il secondo motivo è che crediamo che iGoverni di quella che è ritenuta la quintapotenza mondiale non possano e non deb -bano cadere ad ogni pie ' sospinto. Siccome

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però l'attuale momento politico sembrafar emergere tra le forze che compongonola maggioranza, o all'interno delle stesse ,motivi di attrito o di scollamento, rite-niamo giusto che con il voto di fiducia s ievitino imboscate e cadute .

È quindi con un grande senso di respon -sabilità nei confronti del paese che il par-tito socialdemocratico conferma la pro-pria fiducia al Governo . Vorremmo peròfare alcune puntualizzazioni per consen-tire che questa fiducia diventi — mi si per-doni la tautologia — una fiducia costrut-tiva.

La prima puntualizzazione è sulla leggeche ci apprestiamo a votare, anche se pe rora in uno solo dei suoi articoli . Essa è unesempio lampante, da manuale, di come ilParlamento non dovrebbe funzionare .

Non entro nel merito della legge in sé ,anche se molto ci sarebbe da dire, ma i nquello che questa legge è. Essa non è altroche un testo unico in cui noi ci stiamo per -dendo da settimane. Giustamente il pro-fessor Giannini afferma che da Cavour inpoi, senza nessuna eccezione (nemmen odurante il fascismo), al Parlamento son ostate presentate brevi leggi di principi, condeleghe più o meno ampie, facendo uscirei testi unici da commissioni di esperti .

Ora, invece, il Parlamento si occupa d itutto, dalle divise degli uscieri a come isindaci devono indossare la fascia trico-lore: questo è un argomento che ha lunga -mente impegnato la competente Commis-sione al Senato della Repubblica . È unmodo di affrontare le cose che non pu òcontinuare, soprattutto perché distoglie leCamere da problemi altrettanto impor-tanti, o molto più importanti, che vannorisolti per la pubblica utilità .

A prima vista, quanto ho detto parrebbeinteressare più il Parlamento e i suoi rego-lamenti, che l'esecutivo . Ma nel nostro si-stema, così come è congegnato dalla Costi -tuzione, il funzionamento del Parlament oe quello del Governo non sono a sé stanti :l 'uno condiziona l'altro e viceversa .

Se c'è immobilismo nelle Camere vuo ldire che c'è immobilismo nel Governo .Occorre allora trovare al più presto u nnuovo modo di operare che permetta alle

istituzioni di non essere il fanalino di cod adel paese, ma di indicare ad esso lastrada.

Uno Stato moderno non può intervenireper tamponare o sanare situazioni già esi -stenti, ma deve creare le condizioni per u nsempre migliore progresso umano e civile .Basti pensare a ciò che dovremmo e po-tremmo fare nel settore dell'ordine pub-blico, dei servizi, dell'economia e, più ingenerale, nella riorganizzazione dell'am-ministrazione statale .

La seconda puntualizzazione, signorPresidente del Consiglio, parte da un rife-rimento al suo discorso programmatico .In quell'occasione lei affermò di voler ri-correre il meno possibile alla decretazioned'urgenza e al voto di fiducia .

È vero che, come lei stesso ha detto, u nvoto di fiducia ogni sei mesi sarebbe u nbuon record, ma noi socialdemocratici ab -biamo l 'impressione che questo sarà u nrecord difficilmente realizzabile, viste leleggi che dovremmo votare e i problem iche dobbiamo risolvere : mi riferisco inparticolare alla legge sulla droga e a quell asulle concentrazioni editoriali dove — l acaduta di ieri lo dimostra — la maggio-ranza ha al suo interno posizioni a voltemolto divergenti. Noi siamo convinti che èassurdo che un Governo possa cadere perla lotta tra due gruppi finanziari che sicontendono una testata. L'immagine chedaremmo al paese e all'estero sarebbe ve-ramente meschina . Ciò nondimeno, il pro -blema esiste e nascondercelo sarebbe an-cora più meschino .

La realtà, signor Presidente del Consi-glio, è che questa maggioranza dà segni d isfilacciamento . Questo avviene, a nostr oparere, perché si pensa spesso che persuperare una difficoltà basti allontanarl anel tempo, farla decantare . A volte pu òanche essere così, ma molto più spesso un apiccola cosa, se non affrontata, se rinviata ,crea sospetti che la ingigantiscono fino afarla apparire insuperabile .

Per questi motivi, signor Presidente, noisocialdemocratici chiediamo da tempoche la maggioranza si incontri, si confront ie si chiarisca. Sia ben chiaro che il nostr onon è un tentativo di trasferire i problemi

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dalle istituzioni alle segreterie dei partiti ,ma di fare una precisa ed attenta verific adello stato di salute di questa maggioranz ae di questo Governo àl fine di rilanciarnegli obiettivi e i motivi di coesione . Non pos -siamo più perdere tempo quando sono ingioco gli interessi del paese (Applausi deideputati del gruppo del PSDI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Raffael eCosta . Ne ha facoltà .

RAFFAELE COSTA . Signor Presidente,onorevoli colleghi, signor Presidente de lConsiglio, i liberali daranno al Governo l afiducia che ha chiesto . Ci rendiamo perfet -tamente conto che non si tratta di una vota -zione che ha per oggetto la politica de lGoverno, il suo programma complessivo, i lgrado di attuazione di tale programma .Tutto ciò è implicito nel sostegno che cia-scun partito dà al Governo e soprattutt onel sostegno che il partito liberale dà edarà alla proposta di riforma della sanit àcome sostenuta dal collega De Lorenzo .

Il voto di questa sera è per i liberali unvoto di fiducia destinato a creare le condi-zioni affinché, accanto e per quanto possi -bile congiuntamente o subito dopo l 'ap-provazione della riforma delle autonomielocali, sia possibile procedere con una revi -sione, da più parti auspicata, delle normeproprie del regime elettorale dei comuni edelle amministrazioni provinciali .

È inutile nasconderci che una soluzioneper grandi linee unitaria del problem aconcernente le elezioni amministrave no nsolo non è ancora oggi ipotizzabile fr amaggioranza ed opposizione (come proba-bilmente sarebbe auspicabile), ma altres ìcome all ' interno e all 'esterno della coali-zione di Governo non esista un minimocomun denominatore . È inutile e anchestantio menare scandalo per tutto ciò .Ogni forza politica, anche della coalizione ,ha una visione propria, magari non con-flittuale ma diversa dei modi in cui si potr àpervenire a dare maggiore stabilità e piùproduttività all'azione di comuni e pro -vince. Non c'è ancora un momento di sin -tesi che per essere vivificante, utile pro-

duttivo non deve essere solo di compro-messo .

La società italiana, quella che ci richiedecon appelli pressanti, con espressioni edesperienze travagliate, con inviti che na-scono dalla vita di tutti i giorni, di cam-biare la vita dei comuni e delle province, dimutare le regole del più vasto sistema digoverno della vita sociale organizzata, l astessa società italiana — dicevo — non cichiede una riforma qualsivoglia, una ri-forma votata a colpi di maggioranza, unariforma lontana dalla vita amministrativa ,bensì criteri nuovi, moderni, civili, produt-tivi, di elezione e di gestione degli ent ilocali:

"Questi criteri per ora sono affidati par-

zialmente alla nuova legge che comunquepotrà andare in porto e sarà un pass oavanti qualificante . Sicuramente sarebbepossibile fare di più . I liberali hanno ancheformulato idonee proposte per l'elezionedegli organi amministrativi, dei comuni edelle province e si augurano di vederlerapidamente approvate . Esistono spinteimportanti, stimoli utili, proposte apprez-zabili anche da parte di colleghi che mili-tano in diversi partiti della maggioranza enon per addivenire presto ad una nuovalegge elettorale . L'auspicio dei liberali, chesi attiveranno concretamente, è che dall afase progettualé, senza ulteriori perdite ditempo, si possa giungere a quella legisla-tiva .

Fra cento giorni si voterà in Italia per leamministrative . E necessario che le Ca-mere sappiano dare un contributo impor -tante alla vita dei nuovi organi (province ecomuni) che dovranno risultare maggior -mente rispondenti alle esigenze degli ent ilocali degli anni novanta. Se tutto non sipuò ottenere subito è però importante unrisultato che, senza essere solo di facciat ao di cosmesi, incida nella vita delle nostreistituzioni locali .

Sono convinto che i cittadini ed i neoam-ministratori sapranno apprezzare (Ap-plausi dei deputati del gruppo liberale) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Calderisi .Ne ha facoltà .

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GIUSEPPE CALDERISI . Signor Presi -dente, i deputati radicali negheranno lafiducia al Governo ed eserciteranno la piùintransigente opposizione contro la deci-sione gravissima di impedire alla Camer adi discutere e pronunciarsi liberamentesulla riforma del sistema elettorale deglienti locali .

Questa decisione è la dimostrazione piùevidente e manifesta della necessità de lreferendum, su cui sta convergendo u nampio schieramento di personalità, movi-menti ed associazioni . Cadono, infatti, cla-morosamente le argomentazioni di For-lani e del PSI, secondo cui sarebbe sba-gliato il ricorso al referendum perché laquestione deve essere affrontata in Parla -mento . Ma quando la questione elettoral earriva in Parlamento, non se ne deve discu -tere a tutti i costi . Non lo si deve fare i nCommissione, dove in tutti questi mesi no nsi è voluto affrontare il tema, ma non lo s ideve fare neppure in aula, dove viene im-pedito ai deputati di votare sulle varie pro -poste, a partire da quella dell 'elezione di -retta del sindaco, che non solo noi m amolti altri deputati di tanti settori politicidella stessa maggioranza ritengono neces-saria .

E ormai evidente a tutti che, se non vien epromosso il referendum, se non si chia-mano i cittadini a decidere, la riforma de lsistema elettorale non si farà mai e questosistema politico, che è l'unico ad essererimasto immutato in questi 45 anni, ri-marrà ancora tale per decenni e decenni .

La posizione della fiducia è tuttaviaancor più grave per un altro motivo: essasignifica la sostanziale cancellazione de lruolo del Parlamento, che si vuole ridurr eormai definitivamente e completamente amero organo di ratifica di decisioni presealtrove da pochissimi oligarchi di par-tito.

Infatti la riforma del regolamento dell aCamera sulle modalità di votazione avevaconservato lo scrutinio segreto solo su al -cune, limitate materie . Se su queste limi-tate materie — ad esempio, i diritti dilibertà, l'informazione, la materia eletto-rale — il Governo pone la fiducia, viene d ifatto a cadere del tutto il voto segreto e la

libertà di voto dei deputati rispetto allostrapotere delle segreterie di partito .

Con tale sistema il Governo potrebbeconculcare la libertà di voto anche su que -stioni delicatissime, che riguardano diritt idi libertà e problematiche di coscienza (adesempio, quelle messe in gioco dallenorme sulla droga, che prevedono la puni -bilità dei• tossicodipendenti) .

I deputati radicali ritengono pertantonecessaria una intransigente iniziativa su lpiano politico e regolamentare per difen-dere i diritti e le prerogative dei deputati e dil ruolo del Parlamento, e giudicano moltopositivamente la decisione del gruppo có-munista di intraprendere questa impor -tante battaglia . Ma, accanto a tali iniziativeed a quella del referendum sulla legge elet -torale, occorre mettere subito in att oun'altra decisiva iniziativa — quella dell alega per la difesa della X legislatura fin oalla sua scadenza naturale del 1992 —

contro ogni tentativo di giocare allo sfa-scio delle istituzioni per calcoli e conve-nienza di parte. Il sesto scioglimento anti-cipato consecutivo delle Camere su diecilegislature rappresenterebbe un'inammis-sibile rottura della Carta costituzionale ,che va assolutamente scongiurata .

Vediamo il Governo sempre più in diffi-coltà; emergono contrasti continui in senoalla maggioranza e già si sente, appunto ,parlare di elezioni anticipate . Vorrei allorafare una riflessione in merito, invitando i lPresidente del Consiglio ad un attimo d iattenzione, perché questo Governo si ap-presta sempre più, nei prossimi giorni ,nelle prossime settimane, ad essere un ese -cutivo che vuole e pensa di poter andareavanti solo attraverso dei Diktat, delle for-zature .

Consideriamo, ad esempio, signor Presi -dente del Consiglio, proprio la questionedella droga, perché potrebbe costituire untema su cui potremmo trovarci da un mo-mento all'altro davanti alla posizione dell afiducia. Vale forse la pena di esaminare unattimo in dettaglio il problema: voglio par-lare non tanto della nostra posizione anti-proibizionista, che sappiamo essere attual-mente non di maggioranza, ma di un'altraposizione, quella che prevede la punibilità

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dei tossicodipendenti, che riteniamo es-sere anch'essa di minoranza, signor Presi-dente del Consiglio .

Era una posizione estranea, molt oestranea alle stesse convinzioni del partitosocialista fino ad un anno fa, fino al 12gennaio del 1989 ; era una posizioneestranea alle proposte di legge della demo-crazia cristiana (ad esempio quella Bom-piani-Russo Jervolino) ; estranea ai pro -getti e alle proposte dei partiti laici ;estranea agli orientamenti della stra-grande maggioranza delle comunità tera-peutiche sia laiche sia cattoliche . Il partitosocialista (che tra l'altro non so quando ecome abbia discusso, esaminato ed appro -fondito il tema al suo interno) ha impostola sua posizione al Governo attraverso i lpotere di interdizione, il vincolo di maggio -ranza.

Ebbene, se su un problema del genere ,sulle norme penali contenute nella legg esulla droga, potesse esser posta la que-stione di fiducia, in presenza di un dis-senso manifesto che viene apertament edichiarato da parte di molti deputati dell astessa maggioranza, ci troveremmo d ifronte alla imposizione al paese ed al Par -lamento di un Diktat del segretario di unpartito (che non ha neanche sottopost oquesta sua posizione ad un referendumnell 'ambito della sua forza politica) . Unaposizione di estrema minoranza verrebb eimposta al Parlamento ed al paese : il chenon è purtroppo un paradosso .

A noi dispiace che stia accadendo tuttociò, signor Presidente del Consiglio : di-spiace anche rispetto allo stesso partitosocialista che fino a poco tempo fa ci augu-ravamo potesse essere il soggetto promo-tore di una riforma del sistema politico eche invece sta diventando sempre più l'ele -mento di conservazione dell'attuale si-stema politico .

Riteniamo che la democrazia non riescapiù a funzionare e che le ragioni vadan oricercate nella distanza che esiste tra i lsistema politico ed i bisogni della gente . I lsistema dei partiti, come dicevo prima, èrimasto immobile mentre tutto è cambiat oin questi quarantacinque anni . I partitihanno acquisito sempre più potere con i

loro apparati e i loro interessi che no nriflettono più, se non marginalmente ,quelli della gente e dei cittadini . In unaparola, la partitocrazia si è andata semprepiù sostituendo alla democrazia .

I partiti attualmente sono troppi soprat-tutto perché non riflettono più grand ilinee di divisione ideale e politica; la pre-senza di tanti partiti è dovuta più al si-stema elettorale proporzionalistico, in vi -gore per il Parlamento nazionale e per glienti locali, che non ad effettive ragioni d ipluralismo di rappresentanza .

Se vogliamo tornare ad una democrazi ache funzioni, ridurre lo strapotere dei par -titi, avere governi nazionali e locali a ltempo stesso democratici ed efficienti, oc -corre cambiare sistema elettorale . Ri-forma del sistema elettorale significa, anostro avviso, riforma della politica e deipartiti . Cambiare il sistema proporzionali-stico per trasformarlo in maggioritari ovuol dire, infatti, incidere profondament esui partiti . Con il sistema uninominale, inparticolare, si può contrastare l'anacro-nismo del perdurare di una miriade di par-titi che non rappresentano più le divisioni ,gli interessi e le differenze che si riscon-trano nella società .

Per questo riteniamo che si debba met-tere in moto un referendum : per contra-stare la situazione di paralisi e di assolut oimmobilismo che investe la questione dellariforma elettorale. Qualcuno, ad esempio ,ha sostenuto che non si potrebbe, con unvoto in aula, determinare un cambiament oquasi casuale del sistema elettorale . Ma sidimentica che della questione elettoral enon si è voluto discutere nelle sedi appro-priate; nella Commissione affari costitu-zionali per mesi e mesi si è tentato inutil-mente di farlo !

Per superare il gioco dei veti incrociati, ilricorso al referendum è a questo puntol'unica arma di cui i cittadini e tutti noipossiamo servirci se vogliamo inserire talequestione nell'agenda politica, fra le prio-rità da porre all'attenzione di tutto il paese .Riteniamo che la riforma elettorale sia laquestione delle questioni, il problema cuidedicare questa parte di legislatura . I pros-simi due anni e mezzo della legislatura

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devono essere utilizzati a tal fine perchénon si può più andare avanti con un si-stema elettorale, con competizioni eletto-rali in cui ci si gioca tutto per uno 0,2 percento in più o in meno. Ciò non è più pos -sibile e i cittadini lo hanno capito ; infatti ,sono stanchissimi di andare a votare nell eattuali condizioni . Pertanto dobbiamo riu-scire a dedicare questo periodo di tempointeramente a tale problema .

Dobbiamo inoltre prestare la massim aattenzione e difendere questa legislaturafino all'ultimo secondo, fino alla scadenzanaturale del 1992 : questo è l'altro indispen -sabile passaggio per la difesa della Costi-tuzione e per riuscire a realizzare unariforma davvero significativa per il nostropaese (Applausi dei deputati dei gruppi fe-deralista europeo e verde) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l 'onorevole Lanzin-ger. Ne ha facoltà .

GIANNI LANZINGER. Signor Presidente ,i verdi osservano che siamo al l 'articolo 4 diun progetto di legge che riguarda uno deicardini fondamentali della democrazia i nItalia. È un progetto che risale agli anni '70e si trascina da più legislature, eppur eabbiamo oggi di fronte un inciampo, che i lGoverno ha posto e che sicuramente com -porterà ulteriore trascinamento dei diritt i«nuovi», delle aspettative di partecipa-zione della gente .

Signori del Governo che siete presenti(di ciò vi siamo riconoscenti), vi ricordoche i verdi hanno proposto l'anno scorso ,insieme ad altre formazioni politiche, trereferendum sulla caccia e sui pesticidi .Siamo convinti di riuscire a far svolgere i lvoto — in questo senso lo chiediamo fin d aoggi al Presidente del Consiglio ed al mini-stro dell 'interno — il giorno 6 maggio .Abbiamo impiegato un anno e mezzo pe rarrivare a proporre un 'iniziativa che cipare sia importante per l'ambiente e per lasalute: a questo punto dobbiamo anchefare una verifica. Il Parlamento ha o no lapossibilità di funzionare? Ha un senso o noil ricorso alla via referendaria, considerat oche riesce — nel giro di un anno e mezzo —

a proporre e, speriamo, a fare approvareun principio importante?

Crediamo che la cultura di Governo simisuri anche dalla capacità di lasciare in -tatte le regole del gioco democratico. Qual-cuno della maggioranza ha chiesto oggi d ipotersi incontrare ; ma noi chiediamo chela stessa maggioranza sia posta in condi-zione di votare, poiché su queste norme n eesiste una che non è favorevole alla pro -posta governativa . Riteniamo sia impor -tante per tutti coloro che partecipanoall'attività parlamentare testimoniare l aconsapevolezza dell'obbligo di rispettarele regole del gioco. Questa volta, a nostroparere, ciò non avviene e per tale ragion enon parteciperemo al voto . Vogliamo cosìtestimoniare la nostra convizione che l aproposta del Governo non rispetta la re -gola della maggioranza .

Pensiamo che esista oggi la volontà dialcuni partiti di impedire la libera espres-sione della coscienza . L'articolo 4 si pre-senta come norma di garanzia per la li-bertà e per l 'autonomia statutaria dei co-muni e delle province; chiediamo al Go-verno di garantire tale libertà e di nonespropriare quella del Parlamento. Checosa resta della partecipazione se vienemeno il diritto fondamentale di contri-buire a formare gli organi? Che cosa ri-mane dei nuovi diritti della gente se impe -diamo a quest'ultima di decidere in ter-mini statutari in che modo scegliere il sin -daco, la giunta, un consiglio che funzioni,una struttura capace di avere un impattodemocratico nella realtà? Il Governo dimo -stra di non volere tutto ciò ed usa un pro -cedimento secondario, obliquo e certa -mente non trasparente .

La maggioranza ha riconosciuto nell ariforma del regolamento un aspetto fonda-mentale, che voglio qui rievocare, cioè cheesiste un novero di argomenti in merito aiquali è ammessa la libertà di coscienza enon vale il vincolo della disciplina di par-tito. Oggi questi principi vengono negatidal voto di fiducia. A che serve riformare i lregolamento se quando si deve applicarlo,per la prima volta in un'occasione impor -tante, esso viene negato ?

Tale considerazione non vale solo per la

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legge elettorale ma per tutti gli altri argo-menti che voi, signori del Governo, avetegiudicato indispensabile sottrarre alla re -gola della disciplina palese. Infatti, avet ericonosciuto l 'esistenza di un principio piùimportante che vale per determinati temi,quello del vincolo di coscienza, lo stessoche oggi negate . Voi non accettate la liceit àdelle opzioni individuali su un tema cos ìimportante ed affermate un principio ch edovrebbe essere, immagino, applicatoanche in altri casi: avete distrutto la credi -bilità (e, se non fosse enfatico, vorrei dir ela moralità) della vostra proposta di ri-forma del voto segreto .

Crediamo si tratti di un atto di sfiduciadel Governo nei confronti non dell'opposi-zione, ma della Camera, in riferimento all apossibilità che in essa si formino maggio-ranze che esprimono consenso su progett iche valgono . Temete infatti quelle maggio-ranze e quindi «sfiduciate» la Camera, i lParlamento nel suo insieme e, in ultim aanalisi, la regola della maggioranza .

Non parteciperemo al voto, perché pen-siamo che sia importante segnalare anchecosì che esistono vari modi per la maggio-ranza governativa di compiere ostruzioni-smo; questo è uno di essi : si tratta di unostruzionismo della maggioranza gover-nativa.

Signori ministri, signor Presidente de lConsiglio, fino a che punto sarà utile ilricorso alla questione di fiducia? Quant ealtre volte dovrete richiederla? Quanti altr iarticoli di questo stesso disegno di legg etratteranno la materia delle modalità d ielezione di alcuni organismi?

L 'articolo 4 non disciplina direttamentela questione elettorale, ma essa avrebbepotuto esservi introdotta tramite appositiemendamenti . L'argomento è invece con-tenuto nel testo di articoli successivi delprovvedimento, nei quali appunto si stabi-liscono le modalità di formazione degl iorganismi degli enti locali . Quante volteporrete nuovamente la questione di fidu-cia?

La fiducia che chiedete è contro il diritt odi partecipazione, nostro e della gente .Signori della maggioranza — mi rivolgo acoloro che hanno affermato, ed ho ascol -

tato poco fa l'onorevole Raffaele Costa ,che non si può far sì che progetti di leggecosì importanti vengano approvati a colp idi maggioranza — come approviamo i pro -getti di legge se non appunto con le mag-gioranze? Che cosa significa che non si pu òfare approvare un progetto di legge a colpidi maggioranza?

Perché ritenete necessario sprecare unconsenso che avrebbe potuto essere otte-nuto su alcune proposte, anche della mag -gioranza governativa? Perché sprecare l apossibilità di costruire assieme ipotesi di-verse da quelle che oggi separano in ma-niera netta uno schieramento dall 'altro?

Vogliamo essere distinti dagli schiera-menti, ma questo voto, che è di schiera-mento, ci impedisce di tenere l'atteggia -mento che intendiamo assumere . Vo-gliamo infatti — lo ribadisco — esser econtro e fuori dagli schieramenti . Voi in -vece ci obbligate a schierarci : o a favore ocontro l'attuale formulazione dell'articol o4. Tutto ciò non è né utile né necessario.

Il ricorso ad un sofisma interpretativo— chiamiamolo così — mi sembra un calodi stile. Per affermare una volontà politicanon occorre fare ricorso surrettizio, dire iquasi capzioso, ad una formula moltochiara. Il regolamento certamente pre-scrive il voto segreto anche nella nuovaformulazione: basta leggere l 'articolo 49,che, appunto, prescrive il voto segreto nelcaso di votazione su persone o su leggielettorali, in questa ultima ipotesi qualorase ne faccia richiesta . La prescrizione com-porta un vincolo, un obbligo; chi può direche si tratta di un comportamento discre-zionale? Come fate a distinguere tra pre-scrizione con o senza richiesta, se la pre-scrizione comporta comunque una impo-sizione, prevista dal regolamento e ch epertanto non può essere disattesa? Ciò si-gnifica che il Governo potrebbe porre l aquestione di fiducia su modifiche del rego-lamento della Camera? Nell'ambit odell'ipotesi previste dal primo comm adell'articolo 49 vi è anche la riforma delregolamento della Camera . È immagina-bile una intromissione del Governo nonsolo nella coscienza ma anche nel regola-mento interno della Camera? L'interpreta-

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zione che si dà dell 'articolo 49 sembre-rebbe renderla possibile .

Concludo amaramente, perché la nonpartecipazione al voto è un fatto che rite-niamo dovuto, certo non felicemente . Siapre una stagione che riteniamo sia no nsoltanto elettorale ma anche referendaria .Non solo: noi intraprenderemo quella vi aper accelerare la produzione legislativa .

D'altra parte l ' incapacità della maggio-ranza di risolvere le controversie interne epresentare progetti che siano comprensi-bili per il pubblico, e per noi in prim oluogo, esige molte volte — e questo caso lodimostra — il ricorso alla sovranità popo-lare. Attendiamo che il popolo sovrano siesprima sulla caccia e sui pesticidi, macredo che dovrà pronunciarsi anche suuna questione vitale, relativa a come dovr àconfigurarsi la presenza, la partecipa-zione, la corresponsabilità della gentenella scelta degli organi di governo degl ienti locali .

A questo punto, per vincere anchequesto referendum, non vi sarà nessunmigliore argomento di quello che avet eoggi avanzato, cioè una fiducia che i nrealtà «sfiducia», come ho già detto, laCamera e la maggioranza (Applausi deideputati dei gruppi verde, di democraziaproletaria e della sinistra indipendente) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Bassa-nini . Ne ha facoltà .

FRANCO BASSANINI . Signor Presidente ,signor Presidente del Consiglio, il grupp odella sinistra indipendente, nella sua mag -gioranza, voterà contro la fiducia al Go-verno; altri colleghi esprimeranno il lorodissenso (che non è meno fermo) in altromodo, e ne daranno motivazione .

Voteremo contro perché non abbiamoalcuna fiducia in questo Governo, non n econdividiamo il programma né gli obiettiviné la composizione né i metodi né i com-portamenti .

Voteremo contro perché eravamo esiamo favorevoli a nuove norme elettoral iper i comuni, perché ritenevamo e rite-niamo che non si possa approvare una

seria riforma degli enti locali lasciando i nvita un sistema elettorale come quello vi -gente, che consegna agli apparati di par-tito deleghe in bianco, spesso usate perdegradanti spartizioni .

Ma queste ragioni del nostro «no», pe rquanto consistenti, non sono le principali :ve ne sono altre ancora più rilevanti . Vo-tiamo «no» perché crediamo che la deci-sione del Governo di porre la questione difiducia per impedire alla Camera di discu-tere e votare le proposte di modifica dell alegge elettorale per i comuni sia di eccezio-nale gravità sul piano politico e, prim aancora, su quello istituzionale.

E una decisione che rappresenta un at -tacco diretto alla funzione ed ai poteri de lParlamento, signor Presidente . La libertàdel Parlamento di votare e di decidere —lei lo sa bene, onorevole Andreotti — è un odei fondamenti della democrazia ; sap-piamo bene che democrazia non significasolo libero Parlamento, ma essa non puòesservi senza un libero Parlamento . Non viè un libero Parlamento se non si riconosceai suoi membri il potere di iniziativa e d iemendamento, il potere cioè di proporr eleggi ed emendamenti e di vederseli votati ,magari respinti, ma comunque votati, si-gnori del Governo. In Parlamento la mag-gioranza si esprime infatti liberamente ap-provando o respingendo provvedimenti .

Ponendo la questione di fiducia inquesto caso, il Governo impedisce al Par -lamento di esprimersi ed espropria imembri di quest'ultimo del potere d iemendamento, che costituisce uno dei fon -damenti della democrazia moderna.

Signor Presidente, credo si tratti di unepisodio di ostruzionismo del Governo edella maggioranza, inaudito nella suaforma, messo in atto per imbavagliare i llibero voto dei parlamentari, anzitutto d iquelli della stessa maggioranza .

Il Presidente del Consiglio sa bene che siè a lungo discusso sulla costituzionalit àdella questione di fiducia ; oggi essa è pre-vista sia dalla legge n . 400 sia dai regola-menti parlamentari . Ma gli interpreti, icostituzionalisti, la fondano esclusiva-mente su una norma costituzionale, quellache riconosce il significato ed il valore del

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programma di Governo, che induce a rite-nere che sia lecito riconoscere all'esecu-tivo strumenti di iniziativa e di interventoper ottenere dal Parlamento (qualora v iconcorra una libera maggioranza) i mezz iper attuare il proprio programma.

Ma qui non c 'è nulla di tutto questo: ilGoverno non chiede al Parlamento di at-tuare il suo programma o di votare u nprovvedimento in esso previsto . Il Governoriconosce invece che la questione dell alegge elettorale e comunale non è com-presa nel suo programma . Non può quind iinvocare il programma di Governo e l 'esi-genza della sua attuazione per legittimareil ricorso alla questione di fiducia, né puòinvocare l'esigenza di battere un ostruzio-nismo in atto — che non c'era — per con -sentire alla Camera di pervenire ad un adecisione e l'esplicarsi del libero gioco edella regola della maggioranza . Nulla ditutto questo .

Qui non siamo di fronte ai due casi clas -sici di ricorso alla questione di fiducia ,riconosciuti ornai come legittimi secondouna consolidata consuetudine interpreta-tiva. Vi è solo la volontà di impedire alParlamento di decidere e di votare, per d ipiù in una materia, come quella elettorale ,che attiene alle regole del gioco e proprioper questo rimasta tra le pochissime per l equali è previsto il voto segreto .

La posizione della questione di fiducia ,dunque, viene ad espropriare gli eletti de lpopolo del diritto di votare e di farlosecondo coscienza. In luogo di un votosulle riforme elettorali fa intervenire qu iun voto sulla sopravvivenza del Governo,mentre le proposte di riforma del sistemaelettorale dei comuni, formulate da molt eparti — certo dai banchi del l 'opposizione,ma anche da quelli della maggioranza —vengono semplicemente spazzate via,senza che su di esse la Camera possa espri -mersi. Ciò perché il Governo sa che forse lamaggioranza che si sarebbe espressa nonavrebbe coinciso con la coalizione che losostiene.

Vi è qualcosa in più da aggiungere . IlGoverno opera questa inaudita forzatura eviolazione delle norme costituzionali perconservare — diciamo la verità . onorevole

ministro dell'interno — il sistema politic ocosì com'è, per paralizzare ogni possibileriforma pur da molte parti invocata edimpedire la riforma del sistema politico .

Al fondo di tutto ciò sta l'idea che a deci -dere debba essere comunque una ristrett aoligarchia — pochi potenti a via del Corso ,a piazza del Gesù, a palazzo Chigi — e cheil Parlamento sia legittimato a pronun-ciarsi solo quando questi signori hann odeciso che lo possa fare . Fino a quel punt oil Parlamento non decide e se vi è il rischi oche lo faccia interviene il Governo con laquestione di fiducia a spostare l'oggett odella decisione .

Si tratta di un'idea profondamente anti-democratica, perché non solo esautora i lParlamento, ma altera il meccanismo d iconfronto tra maggioranza e opposizion ee tra le varie parti politiche, che è il sistemanervoso fondamentale del funzionamentodella democrazia parlamentare.

Vi sono tra noi, onorevole ministrodell'interno, opinioni diverse sull'opportu-nità di un referendum sulle leggi elettorali.Vi è chi ritiene che esso finirebbe per esau -torare il Parlamento e chi, invece, pensache servirebbe a liberarlo dal ricatto, da lveto, per l'appunto, di questi potenti che n eimpediscono il funzionamento . Certo è chese oggi la via parlamentare alle riform eistituzionali, alla riforma della politicaviene bloccata — come sta avvenendo —da un Diktat del Governo, ciò rischia di no nlasciare altra strada che quella referenda-ria, quella di una pronuncia popolare chevalga a restaurare il potere del Parlamentodi decidere e legiferare.

Lo dico senza particolare esultanza, anz icon molta preoccupazione, perché quandosi mettono in discussione e si alterano iprincipi fondamentali della convivenzademocratica, l ' illusione che tutto questopossa essere temporaneo e contingente ,che possa servire soltanto a soddisfar eparticolare interessi di questa o di quellaparte politica, mentre le regole democra-tiche continuano ad essere vigenti, cred onon sia fondata . Le violazioni delle regol edemocratiche fondamentali, infatti, la -sciano un segno indelebile, onorevoli mini -stri .

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Proprio per tale motivo noi oggi ci oppo -niamo e voteremo contro ; poiché temiamoche non sarà questa l 'unica fiducia richie-sta, continueremo ad usare tutti gli stru-menti previsti dal regolamento per op-porci (Applausi dei deputati dei grupp idella sinistra indipendente e del PCI).

PRESIDENTE . Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Del Pen-nino. Ne ha facoltà .

ANTONIO DEL PENNINO. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, i deputati repub -blicani voteranno la fiducia posta dal Go-verno sull'articolo 4 relativo all'autonomiastatutaria di comuni e province ; la vote-ranno per altro — dobbiamo dirlo conmolta franchezza — senza particolare en-tusiasmo .

Questo, non perché non condividiamo l adecisione di affidare agli statuti comunal ie provinciali la definizione di una serie d imaterie senza doverle minuziosamente re -golare per legge ; ché anzi la scelta fatta da lGoverno e dal Parlamento per una legge d iprincìpi si integra necessariamente con l aprevisione dell'autonomia statutaria, prin -cipio che del resto corrisponde ad una cor -retta concezione autonomistica, giacché èimpensabile mantenere un ordinamentouniforme che regoli allo stesso modo idiversi enti locali, indipendentement edalle loro dimensioni e caratteristiche .

Le ragioni che ci inducono a votare un afiducia rassegnata consistono nel fatto ch eil Governo ha dovuto ricorrere a questostrumento per evitare il rischio che fosseroinserite nel testo norme relative al sistemaelettorale su cui non era maturato il neces -sario consenso politico .

Siamo convinti che il problema di unarevisione dei meccanismi elettorali, so-prattutto a livello locale, si ponga consempre maggiore evidenza; le ipotesi sultappeto, tuttavia, sono ancora troppo di-verse e contrastanti tra loro . Ogni forzapolitica sembra avanzare solo proposteche possono rafforzare il suo peso ed il su oruolo, senza rendersi conto che propri operché una riforma elettorale non è maineutra, ma incide sui processi politici e sui

rapporti di forza tra i partiti, occorre ricer-care una soluzione che non si presenti fun-zionale solo ai disegni di questa o quell aparte, bensì sia in grado di raccoglierevaste adesioni, poiché una materia comequesta, di grande valenza istituzionale ,deve necessariamente coinvolgere mag-gioranza ed opposizione .

Per questo nelle scorse settimane hoavanzato una proposta che mi sembravapotesse conciliare le diverse esigenze, ac-cogliendo due punti che credo siano comu -nemente accettati come criteri cui si deveispirare qualsiasi seria riforma: l'esigenzadi garantire una maggiore stabilità dei go-verni locali, da un lato, e quella di assicu-rare coerenza di comportamenti degl ieletti rispetto agli impegni assunti con glielettori, dall 'altro. Tale proposta aveva so-prattutto il pregio di rappresentare unasoluzione graduale, di non essere una ri-forma unica e generalizzata del sistemaelettorale degli enti locali, dal momentoche differenziava le soluzioni da adottar eper le forme di governo a seconda dell ediverse realtà municipali .

Si tratta di un'ipotesi che presentava ilvantaggio di sperimentare, per comuni co-involgenti un'area abbastanza vasta di po -polazioni, tre diversi sistemi, ognuno de iquali appare come il più omogeneo al tip odi ente locale cui si sarebbe dovuto appli-care.

Tale proposta, oltretutto, non si disco -stava radicalmente dall'attuale sistema, li -mitandosi a suggerire l 'estensione del si-stema maggioritario ai comuni fino a 1 0mila abitanti e ipotizzando solo per le fu-ture città metropolitane l'elezione del con-siglio comunale sulla base di collegi unino -minali con il doppio turno ed il ballot-taggio e contemporaneamente quella de lsindaco con lo stesso sistema. In questerealtà, fra l 'altro, l'elezione diretta del sin-daco (richiesta ampiamente diffusa fuori edentro il Parlamento) presenterebbe ilvantaggio di concretare un 'autorità ca-pace di resistere alle spinte contrastantiche inevitabilmente si manifesterebbero inun consiglio rappresentativo di diverse,preesistenti realtà locali . L'adozione deicollegi uninominali, d'altro canto, por-

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rebbe fine allo scandalo di campagne incui i candidati spendono centinaia di mi-lioni, nella caccia delle preferenze perl'elezione al consiglio comunale .

Neanche questa pur limitata propostaha però registrato i necessari vasti con -sensi ed oggi ci troviamo nelle condizion iin cui l 'unica riforma possibile sarebbequella che venisse introdotta da un vot odell'Assemblea con una occasionale mag-gioranza. Ciò avrebbe inevitabilmente l'ef-fetto di bloccare l'iter della riformadell'ordinamento delle autonomie, rin-viando ulteriormente anche la soluzione d iun problema che è invece ormai maturo .

Ecco perché la strada della fiducia im-boccata dal Governo non ci sembra, col -leghi dell'opposizine, motivo di scandalo,ma ci è parsa piuttosto una strada obbli-gata, da percorrere sì con qualche ramma -rico per ciò che avrebbe potuto essere, m aanche con la coscienza che non vi sono all ostato itinerari alternativi concretamentepraticabili .

Ciò non significa che consideriamo ac-cantonato il discorso di una revisione de imeccanismi elettorali dei comuni e delleprovince . Vi è un impegno della maggio-ranza, che desideriamo ribadire con forza ,ad affrontare rapidamente l 'esame deiprogetti di legge di riforma del sistem aelettorale degli enti locali, attualmenteall'esame della I Commissione. Ma vi è ,onorevoli colleghi, soprattutto una ur-genza derivante dai fatti, che renderàsempre più problematico il continuare conle vecchie regole del gioco. Non mi rife-risco solo, e tanto, alle iniziative referen-darie, quanto, e direi soprattutto, alle con -dizioni di ingovernabilità in cui rischie-ranno di trovarsi, dopo il 6 maggio, moltienti locali per l'esplosione delle liste loca-listiche e settoriali .

È questo certamente un fenomeno dege -nerativo, ma non possiamo limitarci sem-plicemente a deplorarlo ; è necessario piut -tosto, da parte di tutte le forze che dieder ovita alla Repubblica, un impegno per ri-muovere alla radice le cause che lo alimen -tano, giacché esso è figlio del cattivo fun-zionamento delle nostre istituzioni .

La perdita di credibilità di un sistema

politico nasce dalla sua dimostrata incapa -cità di rinnovarsi . E oggi, a metà di unalegislatura che avrebbe dovuto essere con -trassegnata dalle riforme istituzionali, i lbilancio che possiamo trarre non è cert oesaltante. Né questa stessa riforma dell eautonomie, pur necessaria, può essereconsiderati una pietra miliare, un forte ecaratterizzante segnale di svolta .

E se è vero, come appare indiscutibile ,che il persistere di vecchi meccanismi con -sociativi ha paralizzato e paralizza l 'atti-vità del Parlamento (meccanismi che siriflettono soprattutto nei regolamenti), s eè vero che un superamento di tali mecca-nismi è condizione non solo per nuovi pro -cessi politici, ma anche per consentire lenecessarie correzioni del sistema, è altret-tanto indiscutibile (e lo dice il rappresen-tante di una forza di minoranza tradizio-nalmente legata alla difesa della propor-zionale) che i meccanismi elettorali nonsono ininfluenti sul perpetuarsi delle at-tuali condizioni di difficile governabilità .

Ma se non vogliamo tra qualche mesetrovarci a rimpiangere una altra occasioneperduta, mentre intorno a noi crescerann oil distacco e l'insofferenza per le forze poli -tiche che hanno, pur fra molti errori, ga-rantito la vita democratica in questo qua-rantennio, occorre uno sforzo di rifles-sione più distaccata e serena intorno all eregole del gioco .

La scorsa settimana ad un interessanteconvegno dei colleghi della sinistra indi -pendente ho sentito riproporre un'ipotesidi riforma elettorale rispetto alla quale sipotrebbero ripetere, con ben maggiorefondamento, le censure che la sinistr amosse negli anni '50 alla cosiddetta legge-truffa, perché era un'ipotesi basata supremi di coalizione, mirante solo a conge-lare il sistema politico italiano nella tradi-zionale logica bipolare incentrata sulla de -mocrazia cristiana e sul partito comuni-sta .

Parimenti non possiamo giudicare u ncontributo alla ricerca di una soluzionepraticabile la richiesta di legare qua-lunque innovazione, anche a livello locale ,alla elezione diretta del Capo dello Stato .

Fino a quando il dibattito sulla riforma

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elettorale non riuscirà ad astrarsi dai con -tingenti interessi per cercare di indivi-duare una ipotesi il più possibile «neutra»,che non prefiguri cioè scenari politici ob-bligati, esso non riuscirà a sortire alcunrisultato. I veti incrociati ed il ricorso alpotere di interdizione reciproca paralizze-ranno ogni decisione .

Una riforma elettorale possibile dev eperseguire tre obiettivi: il miglioramentodella qualità del personale politico, il raf-forzamento della stabilità degli esecutivi ela riduzione del livello di mediazione par-titica . . .

PRESIDENTE. Onorevole Del Pennino,la prego di concludere .

ANTONIO DEL PENNINO . . . .senza esserefunzionale alla realizzazione di alcun oschieramento politico . Ho finito, Presi-dente .

Su questo i repubblicani, al di là delletensioni e delle polemiche che caratteriz-zano l 'odierno confronto d'aula, sentono i ldovere di richiamare il senso di responsa -bilità nazionale di tutte le altre forze demo -cratiche, di maggioranza e di opposizione(Applausi dei deputati del gruppo delPRI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Pazza-glia. Ne ha facoltà- .

ALFREDO PAllAGLIA. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, in questo mo-mento il Governo ha al suo fianco due cat -tivi consiglieri : la paura e la fretta . Lascelta di essi è stata determinata dallasituazione della maggioranza (vedi la «fru -sta» dei socialisti) e da quella esistenteall'interno del partito di maggioranza rela -tiva (mi riferisco alle iniziative polemichedella sinistra del partito) .

Tali consiglieri hanno indotto il Presi -dente del Consiglio a compiere in quest iultimi giorni due passi infruttuosi e gravi .Il primo è stato quello di redarguire dap-prima la propria maggioranza e poi tutt ala Camera in relazione alla legge sull'Eni-mont, provocando polemiche sulla

stampa. Egli ha poi personalmente parte-cipato ieri alla Conferenza dei presidentidi gruppo, al fine di ottenere una sollecit aapprovazione delle leggi proposte dal Go-verno.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

LEONILDE IOTTI

ALFREDO PAllAGLIA. Il secondo passosbagliato — ed anzi grave — è stato quell odi porre la questione di fiducia sull'appro-vazione dell 'assurdo testo dell'articolo 4del progetto di legge di riforma delle auto -nomie locali . Ciò non è spiegabile se non s iguarda alle conseguenze della eventualeapprovazione dell 'articolo, che determine -rebbe la reiezione di tutti gli emendament iad esso collegati .

Il risultato di questo secondo passo, ono -revoli colleghi, sarà la mancata approva-zione, prima delle elezioni amministrativ edel progetto di legge sulle autonomie local ie quindi la mancata loro riforma .

Il ritardo è di tutta evidenza: la posizionedella fiducia ha già fatto perdere due gior -nate di lavoro e almeno tre sedute . Se siconsidera — come si deve supporre, datal 'esistenza di questi due cattivi consiglier idel Governo — che anche per altri articolipotrà essere posta la questione di fiducia ,risulta allora evidente che i tempi si allun-gheranno di molto .

A ciò si aggiungano le legittime reazionidei deputati di fronte ad un Governo che ,per non far passare la riforma dei metodidi elezione degli organi comunali, obbligaa procedere a votazione nominale su unamateria — quella elettorale — per la qual ela stessa Camera ha consentito lo scrutiniosegreto, mentre lo ha soppresso quasi com -pletamente negli altri casi . Se conside-riamo tutto questo, ci possiamo render econto delle condizioni nelle quali ci trove -remo nei prossimi giorni, per questa edaltre materie .

Errore enorme, quello commesso dalGoverno, e che da un uomo dell 'esperienzadell'attuale Presidente del Consiglio non c isaremmo aspettati . Esso può derivare sol odalla situazione nella quale il Governo si

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viene a trovare, in presenza della crisi dellamaggioranza e della crisi all 'interno delpartito di maggioranza relativa .

Noi siamo convinti assertori della neces -sità dell 'elezione diretta del sindaco . Nesiamo stati i primi assertori ed abbiam oconstatato con piacere e con soddisfazion eche la nostra battaglia per raggiungerequesto obbiettivo è stata condivisa da altr eforze politiche, tanto da trasformarsi dauna battaglia di minoranza in una di pos-sibile maggioranza, quanto meno a scru-tinio segreto .

Orbene, onorevoli colleghi come si pu òpensare di riformare le autonomie locali senon si comincia dalla riforma delle moda-lità di elezione del sindaco? Da quest ariforma deriva — mi limiterò a dire quest o— lo svincolo della massima autorità co-munale dalla logica partitocratica .

Siamo in molti ad essere convinti che lariforma preliminare a quella delle istitu-zioni debba essere la riforma che riguardai rapporti fra partiti e istituzioni e, quindi ,fra organi delle istituzioni e partiti .

Tale soluzione preliminare, a nostro av-viso, deve assolutamente trovare spazio i nquesta sede. Ci siamo rivolti e ci rivolgiamoancora alla Presidenza, alla quale abbiamoattribuito e attribuiamo ancora una volta ilmerito di aver dichiarato ammissibili gl iemendamenti che attengono a materi aelettorale e che tendono ad introdurre ri-forme in tale materia .

Ci rivolgiamo dunque alla Presidenz adicendo che la posizione della questione d ifiducia sull'articolo 4 è evidentementestrumentale. Il Governo non può essereconvinto della bontà dell'articolo 4 neltesto licenziato dalla Commissione . Nonpuò essere demandata agli statuti dei co-muni e delle province l'organizzazionedell'ente comune o dell'ente provincia e ,ancora meno, l'individuazione delle attri-buzioni degli organi comunali, che deri-vano dalla norma in esame.

Onorevoli colleghi, a parte le question iregolamentari, a parte la paura e la frettadel Governo e del Presidente del Consiglio ,vi è un aspetto politico da sottolineare :l'uso strumentale della posizione della fi-ducia, teso a vanificare le decisioni della

Presidenza della Camera . Si tratta di unasanzione contro la decisione della Presi-denza, che si aggiunge alla censura, ripe -tuta sulla stampa e anche in seno alla Con -ferenza dei presidenti di gruppo, che si èriunita ieri, sulla «lentezza» della Camera(argomento che e stato ripreso poc 'anzidall'onorevole Del Pennino) e che, in so -stanza, apre un vero e proprio conflitto fr aistituzioni o fra organi delle istituzioni .

In questa posizione della questione difiducia dobbiamo prestare attenzion eall 'aspetto politico rappresentato, soprat-tutto per l'opinione pubblica, dalla volontàdi scaricare sulla Camera nella sua gene-ralità, responsabilità che sono invec eesclusive del Governo e della sua maggio-ranza. Anche contro questo tentativo va i lnostro voto contrario alla fiducia posta dalGoverno .

In tale situazione il Governo farebbe un abuona scelta se non cercasse salvataggi invoti di fiducia. Se non fosse dominato ,come dicevo, dalla paura e dalla fretta ,esso dovrebbe invece trarre le conse-guenze dallo stato di crisi della maggio-ranza ed evitare di prolungarlo, consen-tendo gli opportuni chiarimenti davanti alParlamento .

Poiché questo voto di fiducia permetteràdi superare l'articolo 4 del disegno di leggein materia di riforma degli enti locali, ono-revoli colleghi, avremo occasione di ripar-lare di questo tema nei prossimi giorni . Maavremo soprattutto occasione, di frontealle iniziative che verranno prese dal no-stro e da altri gruppi di questa Assemblea ,di verificare, ancora di più di quanto nonabbiamo verificato oggi, che lo scolla -mento all'interno della ' maggioranza èl'ostacolo màggiore per una riforma, ch edev'essere organica e completa, delle auto -nomie locali, senza la quale continueremoad assistere alla crisi degli enti locali .

Si impone pertanto la necessità di pro -cedere rapidamente in quest'aula a un di -battito sulla situazione del Governo e dellamaggioranza, dibattito che non può svol-gersi attraverso una semplice esposizion edelle proprie decisioni in materia di voto ,che per quanto riguarda il nostro grupposono decisioni unanimi di voto contrario,

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senza alcun dissenziente . (Applausi dei de-putati del gruppo del MSI-destra nazionale -Congratulazioni) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Cardetti .Ne ha facoltà .

GIORGIO CARDETTI. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, il gruppo socialista vo-terà la fiducia richiesta dal Governo su lmantenimento dell'articolo 4, e lo farà nonsoltanto per il vincolo di appartenenza allamaggioranza che sostiene il Governo sullabase di un programma concordato, ma i nquesto caso specifico con particolare con -vinzione .

Non lo faremo certo perche ci piaccian oin modo particolare i voti di fiducia (c isono modi diversi di affrontare i pro-blemi), ma perché riteniamo che a quest opunto della discussione parlamentare su lprovvedimento concernente la riformadel l 'ordinamento delle autonomie locali i lvoto di fiducia resti l'unico strumento pe rconsentire ad una legge importante d igiungere all 'approvazione, cosa che spe-riamo avvenga in tempo utile, prima dell eelezioni amministrative previste per il 6maggio prossimo .

Il testo in discussione, diversamente d aquanto più di uno cerca di far credere ,contiene — e lo abbiamo già detto indiverse occasioni — elementi fortement einnovativi dall'autonomia statutaria, di cu iparla proprio l'articolo 4, sul quale stiam odiscutendo, anche se poi impropriament eè stato trasformato in altro, alle aree me-tropolitane, per le quali faticosamente si èalla fine trovata una soluzione che ha vist olarghi consensi e contributi ; agli incentivia fondere i piccolissimi comuni, al nuovoruolo delle province, al diritto di accesso edi informazione dei cittadini, alla nuovadistribuzione di compiti fra giunte e con-sigli (elemento di grande razionalità), aldiverso meccanismo di elezione del sin-daco e del presidente della provincia daparte dei consigli (con una base program -matica e a voto palese), alla sfiducia co-struttiva, all'aumento dell'importanza del

ruolo dei funzionari, con la precisa delimi -tazione delle loro responsabilità .

Potrei continuare a lungo con tale elen-cazione di elementi innovativi ed impor -tanti, ma non è questa la sede, dal mo-mento che la discussione generale si è gi àsvolta .

Quella sull'ordinamento delle auto-nomie locali è una legge che attendiamo d aalcune legislature, una legge che grazie a llavoro della Commissione affari costitu-zionali della Camera è predisposta nellasua ossatura fondamentale da oltre unanno e mezzo, dal luglio del 1988. Ladiscussione generale in questa Assembleaè cominciata nel marzo dell'anno scorso ( epoi se si parla di non funzionalità del Par -lamento. . .), ma si continua a bloccare ilprovvedimento con il pretesto che(qualche collega l 'ha detto) sarebbe inu-tile, se non dannosa, qualora mancante diriforme in materia elettorale .

In sede di pregiudiziali abbiam oespresso le nostre valutazioni sulla singo-lare tesi sostenuta da diversi colleghi, ch ecioè la questione di fiducia non sarebbestata proponibile in questa materia . Nonintendo, quindi, ripetere argomentazion igià espresse, ma soltanto dare atto al Pre-sidente della Camera della sua correttainterpretazione — anche in questo caso —del diritto vigente.

È indubbio che la normativa possa es-sere cambiata (ne accennavo prima); in-dubbiamente esiste un'ipotetica possibilit àdi abrogare il voto di fiducia. Riteniamoche ciò sarebbe possibile in un divers oquadro di rapporti istituzionali, con unadiversa posizione del Governo in Parla -mento (nonostante la riforma del voto pa-lese), soltanto che venissero consentiti all ostesso tempo il diritto-dovere della mag-gioranza di cercare di attuare il proprioprogramma e l'altrettanto essenziale di-ritto-dovere dell'opposizione di esercitarele proprie funzioni di rappresentanza e d icontrollo .

Al di là dei problemi regolamentari, i lnodo è anzitutto politico . E non posso na-scondere — lo dico con rammarico — l anostra profonda delusione per l 'atteggia -mento assunto dall 'opposizione di sinistra

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con l 'iscrizione a parlare di decine e decin edi suoi parlamentari, per dichiarare il lor opresunto voto in dissenso . Non credo chequesto sia frutto della maggiore articola-zione di confronto (per altri versi benve-nuta) al l ' interno del gruppo comunista . Sitratta di una scelta di taglio ostruzioni-stico, posta in essere non per bloccare u nipotetico tentativo della maggioranza d idistorcere a proprio vantaggio le regol edel gioco (come in passato a volte si è veri -ficato), ma per affermare un presunto di -ritto a cambiare regole del gioco fonda -mentali, quali sono le leggi elettorali, inmodo surrettizio ed incidentale, attravers oemendamenti alla legge di riforma dell'or-dinamento delle autonomie locali, senzache esista tra le forze politiche un suffi-ciente grado di maturazione su un'ipotes ipraticabile .

In realtà le tesi sulle quali si discute sonole più disparate : dalla elezione diretta de lsindaco (per altro già illustrata) all'ipotes idi quadri di maggioranza precostituiti, conpremi alla maggioranza stessa. Anchealtre ipotesi sono possibili, ma tuttavia no nesiste un grado di maturazione che possaconsentire di affrontare il problema ne imodi dovuti .

Questo atteggiamento ostruzionistico f aperdere all 'Assemblea un altro giorno . Atale riguardo il Presidente della Camera èstato molto corretto nel porre la questione .Avremo un giorno in meno per votare, manon credo sia questo il punto .

Come diceva ieri il collega Labriola, oc -corre chiedersi se sia accettabile, a poch esettimane dalle elezioni, l'immagine di u nParlamento che affronta la materia eletto-rale con emendamenti in Assemblea, sa-pendo — aggiungo io — che, qualora ve-nissero approvate in quest'aula con quest omeccanismo delle modifiche elettorali ,esse non sarebbero il frutto di un ampi oconfronto sulle regole del gioco che ciriguardano tutti, che sempre viene invo-cato, e neppure il frutto di accordi di un amaggioranza, che almeno, pur se al d ifuori di un più ampio confronto, se neassumerebbe in modo esplicito la respon-sabilità politica nei confronti dell'eletto -rato.

Qualora delle modifiche scaturissero d asiffatte votazioni, esse sarebbero soltant oil risultato di un caotico e confuso som-marsi di posizioni di gruppi, talora im-provvisati, con posizioni personali (deltutto legittime: penso al collega Segni e adaltri, che da tempo sostengono l'elezionediretta del sindaco) e magari con posizion idi gruppi, frazioni, correnti dovute non giàalla volontà di modificare l'impianto elet-torale, ma ad altri obiettivi, per esempio,votando a dispetto nel segreto dell'urna .Questa è infatti materia per la quale si èmantenuto il voto segreto ed il tutto èquindi «coperto», alla faccia di quella tra-sparenza cui vorremmo — ed aggiungo —cui tutti dovremmo volere si ispirassel 'azione parlamentare .

Non avremmo in sostanza nessuna ri-forma elettorale, ma solo l ' insabbiamentodi questa legge e forse anche una crisi diGoverno. È questo che si vuole? Se sì, lo s idica e non ci si nasconda dietro altri obiet -tivi .

Esiste, non siamo certamente noi socia -listi a negarlo, un problema generale, che èquello di ridiscutere e ridefinire i mecca-nismi della rappresentanza e, più in gene -rale, del funzionamento del 'sistema poli-tico, ovviamente anche per quanto ri-guarda le leggi elettorali . Ma non cisembra servano le scorciatoie: la leggeelettorale non può essere modificata co nun meccanismo che ci ricorda quello dell eslot machines, per cui uno tira una leva,girano delle ruote e poi si sta a vedere se s ie vinto. Né si può, di fronte a tutto questo ,scegliere magari la prova di forza, l'ostru-zionismo, sperando di far notte e di perde rtempo .

Mi sarei augurato — me lo auguro an-cora — che intervenisse un ripensamento .Mi auguro che si torni ad un confronto suun livello più elevato . I socialisti in ognicaso voteranno la fiducia ; questa ed anchealtre, se saranno necessarie per raggiun-gere l 'obiettivo di portare avanti la legge(Commenti dei deputati del gruppo delPRI) . Tutto ciò perché la legge sia appro-vata, perché altre leggi possano esserlo,perché il Parlamento funzioni, perché ces-sino i malesseri e migliori lo stato di salute

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del nostro sistema politico (Applausi de ideputati del gruppo del PSI) .

PRESIDENTE . Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Oc-chetto. Ne ha facoltà .

ACHILLE OCCHETTO . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, abbiamo deciso di darvita ad un iniziativa di protesta straordi-naria nella vita del Parlamento, perché citroviamo di fronte ad un sopruso inaccet -tabile del Governo, che suona disprezzoper le prerogative e per la libertà del Par -lamento stesso .

Lo facciamo perché certi di intepretar el 'allarme dell 'opinone pubblica democra-tica ed il disagio e l'insofferenza di tant icolleghi — come abbiamo potuto sentir eda alcune dichiarazioni — che apparten-gono anche aì gruppi della maggioranza .

Il Governo, ponendo la questione di fi-ducia sulla materia in discussione, compi euna lacerazione aperta delle norme ch equesta Assemblea si è liberamente data .Come definire infatti il gravissimo com-portamento del Governo? Esso pretend eper un verso di coartare la libera determi -nazione di ciascuno di noi, in contrasto conquanto sancito dalla riforma dello scru-tinio segreto, e per un altro verso di impe -dire al Parlamento di esprimersi su un amateria tanto urgente e di grande ri-lievo .

Tutto ciò è l'esatto contrario dell ' invitorivoltoci qualche giorno fa dall'onorevol eForlani. Infatti, quando abbiamo espressoil nostro interesse alle iniziative referen-darie sui meccanismi elettorali, l'attualesegretario della democrazia cristiana si èprecipitato ad esaltare la funzione del Par -lamento come sede, la più appropriata, d iun confronto pacato (probabilmente vo-leva dire mancato) tra tutti i partiti : quell idella maggioranza e quelli dell'opposi-zione .

Ebbene, quell'invito rivela oggi il suocarattere strumentale ed insincero, perch éla vostra condotta dimostra una sola cosa :voi non volete nessun serio e vero con-fronto sulle questioni istituzionali, voi vo-lete far tacere il paese, voi volete far tacere

il Parlamento, non volete né avviare n éfare alcuna riforma. Ecco contro cosa no icomunisti protestiamo con la massimaenergia .

Con questo vostro atto viene tuttavia allaluce una questione politica allarmante peril paese. Voi, insieme con l ' arroganza checontraddistingue molti vostri atti, volet ecompensare l'insufficienza politica dellamaggioranza che vi sostiene, ricorrendo aforzature che stravolgono il funziona -mento del nostro ordinamento democra-tico. E va in briciole la tranquilla e sonnec-chiante sicurezza che l'onorevole An-dreotti aveva esibito dichiarando che, adifferenza dei suoi predecessori, nonavrebbe fatto abuso della decretazioned'urgenza e del voto di fiducia .

L 'onorevole Andreotti, alla prova de ifatti, dimostra che non vuole onorare il suoimpegno. Pensare che sia possibile gover-nare questo paese, sempre più stretto dagrandi nodi programmatici e struttural iirrisolti, addormentandolo, ovattando ebanalizzando ogni conflitto ed ogni con-trasto, è una vana pretesa . La politica delconte zio di manzoniana memoria — «so -pire e troncare» — non regge ; non regge difronte ai bisogni reali della società e delloStato; non regge anche di fronte alle pro -teste e alle richieste che provengono daglialtri partiti della coalizione governativa epersino dalle file del vostro stesso partitodi maggioranza relativa .

Quello che è accaduto in ques t 'aula ierisera sulla questione dell'informazione è lariprova che l 'usura di questa coalizionepolitica e di Governo, del pentapartito, s iaccentua di giorno in giorno .

Se oggi, come il Governo ha deciso difare, viene posta la questione di fiducia, èperché state solo cercando di frenare e dinascondere quell 'usura e perché non riu-scite più a rendere vitale un'alleanza poli-tica e governativa che è ormai ridotta alduopolio democristiano-socialista ; unduopolio che fa strame degli altri partnerse li costringe al ruolo di mere comparse .Ecco la ragione vera del vostro ricorso aforme di coercizione politica! Ma in ta lmodo i problemi del paese vengono riget-tati e ignorati .

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Volete soltanto tenere insieme un si-stema di potere che può trasformarsi in unvero e proprio regime oligarchico . Diquesto vogliamo rendere pienamente con-sapevoli tutti quanti siedono in quest'aula ;di questo vogliamo informare e mettere i nallarme i cittadini italiani . E vogliamofarlo mentre si discute un provvediment o— quello di riforma dell 'ordinamentodelle autonomie locali — che, se si consen -tisse al Parlamento di esprimersi libera-mente, potrebbe aprire la strada ad undiverso e positivo rapporto tra cittadini e distituzioni, tra eletti ed elettori .

E invece si vogliono accantonare con unatto di imperio dell 'esecutivo sul legisla-tivo quelle modifiche del nostro vecchi osistema elettorale locale che sono matur enella coscienza di una larga parte de lpaese e che sono indispensabili per non fa rdeperire ulteriormente i poteri locali, pernon far degradare la vita delle nostrecittà .

Se oggi insistiamo e combattiamo non d asoli per questa riforma è per senso d iresponsabilità democratica. Se la Camer alo vuole, può mettere fine ad una situa-zione di degrado istituzionale in cui il vot odei cittadini viene negoziato, tradito, mer-canteggiato in cambio di potere, di asses-sorati, di poltrone, o viene ignorato inomaggio a patti stipulati magari nei cam-pers, come ci dice la vicenda del sindaco diRoma o quella dell'affossamento premedi-tato delle giunte delle due maggiori cittàsiciliane: la giunta Bianco a Catania e lagiunta Orlando a Palermo .

La democrazia italiana ha bisogno diaria nuova e pulita, ha bisogno di chia-rezza. I conservatori devono stare con iconservatori, i progressisti con i progressi -sti; è indifferibile riformare radicalment eun sistema politico che irretisce e soffoc ale tante energie e le ricche potenzialit àdella democrazia italiana, che rende me-schina e spesso degradante la lotta poli-tica .

Noi respingiamo ed invitiamo a respin-gere la vostra pretesa di sottrarre al Parla -mento il diritto di discutere e di deliberar esu una riforma fondamentale . Ribadiamoqui la necessità e l'urgenza di una riforma

della legge elettorale che restituisca ai cit -tadini il diritto di scegliere direttament econ il voto i programmi, gli schieramenti egli uomini ai quali affidare i governi locali .È questa un'esigenza sempre più avvertitae matura, che sale — come voi ben sapet e— dalla società civile, di cui noi vogliamofarci interpreti .

L'Italia dispone di straordinarie energie ,di grandi potenzialità democratiche e civil iche stanno riemergendo (non crediate d ipoter contare su quanto è avvenuto inquesti ultimi anni : già qualcosa si muove) eche chiedono di essere liberate dalla capp asoffocante di un potere sempre più chius oed arrogante . Noi siamo con questa Italia ead essa vogliamo dare voce : perciò ab-biamo scelto la via di questa lotta, che con -tinuerà anche nel paese (Vivi, prolungatiapplausi dei gruppi del PCI, della sinistraindipendente, verde, federalista europeo edi democrazia proletaria — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto l'onorevole Gitti . Neha facoltà .

TARCISIO GITTI. Signor Presidente, col -leghe e colleghi, onorevoli rappresentant idel Governo, il gruppo democratico cri-stiano considera la riforma degli ordina -menti dei poteri locali un obiettivo priori-tario e urgente che qualifica l 'intesa dimaggioranza. Proprio per questo esso è datempo fortemente impegnato perché la ri-forma — da anni sollecitata ed attesa —possa divenire operante con il rinnovo inprimavera delle amministrazioni locali .

Di ciò esistono — o meglio, esisterebber o— tutte le condizioni, se si guarda co nobiettività alle cose fuori da preconcette estrumentali contrapposizioni . L 'impiantogenerale della riforma al nostro esame ed isuoi obiettivi, volti ad assicurare vera auto-nomia e capacità di governo, nonché tra-sparenza ed efficacia all 'azione degli entilocali, trovano infatti larga adesione (cometestimonia il confronto che si è svolto) ,anche se permangono, come è naturale ,momenti di diversificazione . Ma vi è spa-

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zio, nell 'ulteriore corso dell'esame de lprovvedimento, per utili approfondiment ie perfezionamenti .

Credo si possa dire — se, ripeto, s iguarda con obiettività alle cose — che ledifficoltà rispetto ad una sollecita appro-vazione della riforma non nascono da in -superabili dissensi di merito (salvo la posi -zione del Movimento sociale italiano) o d adiversità che non possano entro limiti si-gnificativi trovare equilibrate composi-zioni. La difficoltà vera è piuttosto rappre-sentata dalle iniziative dirette in qualchemodo a sovrapporre e ad intrecciare allariforma dell 'ordinamento locale un'altr ariforma parziale o generale delle regol eelettorali, senza che si siano realizzati ade-guati approfondimenti e convergenz eall'interno della maggioranza ed in un con-fronto più vasto .

Il gruppo della democrazia cristiananon sottovaluta certo l'importanza dellariforma delle regole elettorali, ma non sot -tovaluta neppure l'importanza di quellaconcernente l 'ordinamento degli enti lo -cali, a prescindere dalla riforma elettorale .La necessità di una riflessione e di un ariconsiderazione del nostro sistema eletto -rale, tanto a livello locale quanto su scal anazionale, non è per la democrazia cri-stiana una scoperta di questi mesi o d iquesti giorni, come è avvenuto per qualchepartito .

Tale questione è stata posta dalla demo-crazia cristiana già all'inizio dei lavoridella Commissione Bozzi. Per altro ab-biamo registrato, allora e negli anni suc-cessivi, una diffusa incomprensione dell eforze politiche non solo di maggioranzama anche del maggior partito di opposi-zione, che oggi ripropone modelli di ri-forma che in anni che non possiamo di-menticare furono definiti sulle piazzed' Italia come «legge-truffa», legge ai dann idei cittadini italiani .

Ribadisco che è già nota la decisione cheabbiamo assunto di presentare formal-mente una proposta di riforma della legg eelettorale per gli enti locali, per concorrer ea un costruttivo confronto parlamentareda proseguire con impegno pur se distin-tamente rispetto all'iter del provvedi-

mento di riforma dell'ordinamento di tal ienti .

Certo, vi sono in materia segnali nuovi ,nuove attenzioni e nuove proposte . Tuttiquesti segnali, purché non siano ispirati alogiche partigiane, ma siano limpida -mente volti ad assicurare un rinnovatorapporto fra cittadini, partiti e istituzioni ea garantire la stabilità degli esecutivi, rap -presentano certamente un fatto positivo ,pur se dobbiamo dire — e anche qui peramore di verità — che le proposte sonotutte ampiamente diversificate tra loro .

In riferimento al terreno delle regoleelettorali, sottolineo che si tratta di ma-teria che tocca immediatamente il sistem adella rappresentanza politica e quello isti -tuzionale . Essa, proprio per questa suanatura in qualche modo costitutiva de lsistema politico e istituzionale, richiedeadeguati approfondimenti e confronti sianell'ambito della maggioranza chenell'ambito del più vasto arco parlamen-tare. Tale questione non può essere risolt aattraverso stralci, forzature o maggio-ranze casuali (mi pare che ques t 'ultima siala via che sta seguendo il partito comunist ain quest 'aula) . Diversamente credo diventilegittimo il dubbio che alla base del l 'atten-zione di molti neofiti nei confronti dell anecessità di riforme del sistema elettoralevi sia più la preoccupazione sui giocatori eil loro ruolo che propriamente la defini-zione di nuove regole del gioco davverovolte a concorrere al rinnovamento de lsistema politico, quindi allo sviluppo dellanostra democrazia .

Vorrei ricordare — certo, innanzi tutt oal mio partito, ma credo che in questo con -fronto ciò valga in modo particolare per i lpartito comunista — che se vi sono nod ipolitici (e certamente vi sono) relativi allesingole forze e al sistema politico nel suocomplesso, essi però non tollerano scorcia -toie, ma richiedono soprattutto rispost epolitiche. Vorrei far notare all'onorevoleOcchetto e ai colleghi del gruppo comu-nista che i problemi politici non posson oessere risolti neppure tramite la via dell eriforme elettorali, che pure possono ser-vire a rinnovare in qualche modo il nostrosistema.

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Il nostro dissenso, anche per la diversitàdelle proposte che già di per sé richied eindispensabili confronti, riguarda innanz itutto i modi attraverso i quali pervenire aduna riforma. Riteniamo che, fuori da unaricerca paziente e ferma, che rifiuta veti eoltranzismi (lo ripetiamo alle forze di mag -gioranza), vi sia il rischio di operare forza-ture improduttive .

Del resto (e lo ripeto anche ai collegh idella democrazia cristiana che in qualchemodo hanno concorso alla presentazionedi alcuni emendamenti), non può trovars irisposta nella ricerca di maggioranze ca-suali . Vi sarebbe inesorabilmente il rischi odi non realizzare alcuna riforma elettoral ee, insieme, di compromettere irrimediabil -mente la riforma dell 'ordinamento.

Per questo a noi appare corretta la posi-zione della questione della fiducia, anchese avremmo certo preferito che essa no nfosse stata necessaria . È infatti diritto delGoverno verificare la sua maggioranz aanche sui punti di metodo e di principioconcordati .

Abbiamo sentito qui parole molto forti epesanti: quella del Governo è stata definitauna decisione di eccezionale gravità . Il col -lega Bassanini ha parlato di un fatto inau -dito. Credo di dover dire pacatamente che ,se vi è qualcosa che veramente è di ecce-zionale gravità e tale da dover far riflet-tere, questo qualcosa è la decisione di assu-mere, in sede di votazione della fiducia alGoverno, un atteggiamento ostruzionisticocome quello manifestato dai gruppi comu-nista e della sinistra indipendente . Infatti ,esso colpisce comunque una prerogativaed il ruolo costituzionale del Governo,nonché le regole comuni che insieme do-vremmo difendere. Se tale atteggiamentofosse davvero portato alle estreme conse-guenze, esso produrrebbe il blocc odell'iter di un disegno riformatore dell eistituzioni locali .

Per questo, poiché riteniamo corretta l adecisione del Governo e davvero oppor-tuno ed utile mantenere una distinzion esugli itinerari di riforma, il gruppo dellademocrazia cristiana voterà la fiducia alGoverno, confermando contestualmente i lproprio impegno a concorrere alla solle -

cita definizione di un'efficace riforma elet-torale per gli enti locali (Applausi dei depu-tati del gruppo della DC) .

GIUSEPPE CALDERISI . Chiedo di parlareper un richiamo al regolamento .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GIUSEPPE CALDERISI . Signor Presi -dente, farò un richiamo al regolamento inrelazione all ' interpretazione da lei data a lsettimo comma dell 'articolo 85 del regola -mento, in forza della quale, nel corso d iquesta discussione concernente la fiduciaal Governo, lei intende stabilire le modalitàed i limiti di tempo degli interventi deideputati che intendano esprimere un vot odiverso da quello dichiarato dal propriogruppo.

A me sembra, signor Presidente, che tal earticolo non si possa applicare alla vota-zione della questione di fiducia e che deb-bano essere considerati anche gli articol i50 e 116, terzo comma, del regolamento .

Desidero ricordare molto velocementetali articoli, nei passi più significativi . L 'ar-ticolo 50 recita: «Ogni volta che l 'Assem-blea o la Commissione stia per proceder ead una votazione, salvo nei casi in cui l adiscussione sia limitata per espressa dispo -sizione del regolamento, i deputati hann osempre facoltà di parlare, per una pura esuccinta spiegazione del proprio voto e pe rnon più di dieci minuti». Si tratta di unanorma di carattere generale, mentr equanto previsto dal settimo comm adell'articolo 85 mi sembra abbia caratter especifico. Tale comma concerne infatti l edichiarazioni di voto «su ciascun articolo,emendamento, subemendamento e arti -colo aggiuntivo» per le quali si prevede ch eun deputato per gruppo possa parlare pernon più di cinque minuti .

Il settimo comma dell 'articolo 85 pre-vede infine che «il Presidente concede laparola ai deputati che intendono espri-mere un voto diverso rispetto a quellodichiarato dal proprio gruppo, stabilen-done le modalità ed i limiti di tempo» .Questa norma — ripeto — riguarda l edichiarazioni di voto su articoli, emenda-

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menti, subemendamenti e articoli aggiun-tivi .

Per quanto riguarda invece l'ipotesi d iun articolo sulla cui approvazione sia stataposta la questione di fiducia, credo debb afarsi ricorso all 'articolo 116, terzo comma(altra norma specifica), in cui si ripete ch ei deputati che intendano esporre posizion idissenzienti rispetto a quelle dei propr igruppi hanno la facoltà di pronunciar edichiarazioni aggiuntive .

Il fatto che l'articolo 116, terzo comma,ripeta questo concetto, ma non aggiungache il Presidente della Camera può stabi-lire le modalità ed i limiti di tempo dell edichiarazioni in dissenso, credo sia enor-memente significativo .

Pertanto, l 'articolo 85, settimo comma,si riferisce ad alcune specifiche fattispe-cie. Per quella di cui ci occupiamo i nquesto momento (dichiarazioni di voto inoccasione della votazione della fiducia a lGoverno) si deve applicare l'articolo 116,che non prevede una simile facoltà del Pre -sidente della Camera .

Del resto, credo che questo fatto abbi auna ragione molto precisa? signor Presi -dente: la possibilità di stabilire, anzi d irestringere, i tempi d 'intervento, nonchéquella di fissare le modalità per le dichia-razioni in dissenso in merito ad articoli ,emendamenti, subemendamenti e articol iaggiuntivi rientra in un caso molto parti -colare. Tale facoltà potrebbe infatti esser eesercitata in modo esasperato per qua-lunque votazione, e ciò evidentemente rap-presenterebbe una forma di ostruzionismoche impedirebbe alla Camera di svolgere i lsuo lavoro. La posizione della questione difiducia non è tuttavia uno strumento —almeno così si spera — da utilizzare a raf-fica su ogni pur piccolo punto . Si spera chela questione di fiducia venga posta unatantum. Si tratta infatti di un atto politicoestremamente significativo, sul quale ri-tengo debba potersi esplicare pienament ela libertà di dichiarare il proprio voto e pertutti i dieci minuti previsti dagli articoli 50e 116, terzo comma, del regolamento .

Ritengo debba essere proprio questal ' interpretazione delle norme in questione .So, signor Presidente, che esistono prece -

denti in senso contrario, ma essi sono stat iadottati nelle contingenze più disparate enon è affatto vero che rappresentin osempre la posizione più giusta da seguire .In questo senso dovremo rivedere tali pre-cedenti e riflettere sulla materia . Ho volutocomunque porre qui la questione anch eperché rimanga agli atti che, da parte dialcuni gruppi, non vi è consenso sull'inter-pretazione data .

Sono ormai numerosi i casi in cui l aprassi è totalmente difforme dalla letter aprecisa del regolamento e credo che unabuona volta dovremmo affrontare talequestione per tentare di far coincidere i ltesto del regolamento con la sua applica-zione .

Mi auguro infine che sulla questione d ame sollevata, come su molte altre che or anon sto a ricordare, vi possa essere u nripensamento (Applausi dei deputati delgruppo federalista europeo) .

PRESIDENTE. Sul richiamo al regola-mento dell'onorevole Calderisi, ai sensi de lprimo comma dell'articolo 41 del regola-mento, darò la parola, ove ne faccianorichiesta, ad un deputato contro e ad uno afavore.

Ritengo comunque opportuno mante-nere in termini concisi la discussione . Nondimentichiamo che siamo in sede di dibat -tito sulla fiducia : non ho bisogno di ripe-tere che occorre cercare di arrivare il piùpresto possibile alla sua conclusione .

FRANCO BASSANINI . Chiedo di parlare afavore .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCO BASSANINI. Credo che la que-stione posta dal collega Calderisi abbiafondamento e che, quanto meno per i lfuturo, meriti di essere attentamente con-siderata .

All'inizio di questa seduta, replicando adalcune considerazioni dei colleghi Vio-lante, Rutelli, Pazzaglia e del sottoscritto,lei, signor Presidente, ha affermato che,fino a che il regolamento è così com'è, ess odeve essere rispettato . Credo che ciò valga

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anche per il caso che il collega Calderisi hasottoposto al nostro esame .

E' vero che c'è qualche precedente (io nericordo uno solo, ma può darsi che ve nesia più d'uno), ma si tratta di capire se sonoprecedenti conformi o contro il regola -mento .

In questo precedente credo vi sia unaparte praeter regolamento, che rappre-senta una legittima interpretazione del re -golamento ; mi riferisco al fatto che il Pre-sidente ha precisato che le richieste d ìintervenire in dissenso non possono esser eavanzate dalla maggioranza dei membridel gruppo. Credo che questa costituisca ,sia pure praeter regolamento, una legit-tima interpretazione, basata sul ragiona -mento secondo cui se la maggioranza de imembri del gruppo dissente, allora è evi -dente che la dichiarazione di voto a nom edel gruppo deve essere diversa .

Se devo esprimere la mia sincera opi-nione, l'interpretazione che concerne i li -miti di tempo è veramente contro regola -mento. Non mi sembra, infatti, che ne lcaso previsto dal terzo comma dell'arti-colo 116 il regolamento consenta di appli-care una norma diversa da quella general econtenuta nell'articolo 50, che preved enon più di dieci minuti per una pura esuccinta spiegazione del proprio voto .

Il richiamo all'articolo 85, settim ocomma, ritengo riguardi altra fattispecie .Infatti, la disciplina del voto sulla que-stione di fiducia è contenuta nell'articolo116 che prevede la facoltà di votazione i ndissenso senza alcun ulteriore riferimento ;in caso contrario, sarebbe stato sufficient eil richiamo al settimo comma dell'articol o85 che contempla anch'esso la possibilitàdi esprimere voti in dissenso . Può darsi cheanche su tale questione (come sulla disci-plina dell 'ammissibilità della questione d ifiducia) convenga, nella Giunta per il rego -lamento, procedere ad una riconsidera-zione dell'attuale dettato normativo ; peraltro finché questo è il regolamento invigore, deve essere applicato così com'è(Applausi dei deputati dei gruppi della sini-stra indipendente e del PCI) .

PRESIDENTE. Poiché nessuno chiede

di parlare contro, cercherò di risponderealle domande poste dai colleghi interve-nuti .

Anzitutto, onorevoli colleghi, se, com esostengono gli onorevoli Calderisi e Bassa -nini, le dichiarazioni di voto fossero disci-plinate solo dall'articolo 50, non si com-prenderebbe per quale motivo sono stateintrodotte le disposizioni contenutenell'articolo 85, comma 7. Tale comma siconclude stabilendo che «Il Presidenteconcede la parola ai deputati che inten-dono esprimere un voto diverso rispetto aquello dichiarato dal proprio gruppo, sta-bilendone le modalità ed i limiti di tempo» .Non si comprenderebbe — lo ripeto — unadisposizione di questo tipo, se la disciplin adelle dichiarazioni di voto dettata dall 'ar-ticolo 50 fosse stata sufficiente .

Per quanto riguarda il «famoso» articolo116, credo che il giorno in cui decidessimodi sopprimerlo dovremmo chiedere di farsuonare le campane di Roma, come s ifaceva una volta in segno di festa : io sareila prima a fare tale richiesta . . . !

MAURO MELLINI . Anche quando morivail Papa si suonavano le campane !

PRESIDENTE. Chiederemo il permessoal Papa onorevole Mellini, e speriamo ch eci risponda di sì !

Comunque, in merito al terzo commadell'articolo 116 da lei richiamato, onore-vole Calderisi, devo farle notare che essonulla dispone sui limiti di tempo dell edichiarazioni di voto, precisando solo ch e«sulla questione di fiducia si vota per ap-pello nominale non prima di 24 ore, salvodiverso accordo fra i gruppi» .

GIUSEPPE CALDERISI. Perché alloraparliamo per dieci minuti ?

NICOLA CAPRIA. La tua opinione l'haidetta; ora facci ascoltare il Presidente !

PRESIDENTE. Viene poi stabilito :«Hanno facoltà di fare dichiarazione d ivoto un deputato per gruppo nonché ideputati che intendano esporre posizioni

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dissenzienti rispetto a quelle dei propr igruppi» .

GIUSEPPE CALDERISI . Perché parliamoper dieci minuti allora? Non capisco !

GERARDO BIANCO. Perché lo stabilisce ilPresidente .

PRESIDENTE. Onorevole Calderisi, le iha citato il terzo comma dell'articolo 11 6ed io ne ho dato lettura . In esso non vi è i lbenché minimo accenno alla durata delledichiarazioni di voto .

Vorrei aggiungere un'altra cosa, onore -voli colleghi. L'onorevole Bassanini hadetto che i precedenti non contano : anzi ,egli ha formulato una teoria molto interes-sante, in base alla quale esisterebbero pre -cedenti conformi al regolamento e prece -denti contrari al regolamento . Onorevol icolleghi, questa è una teoria molto perico -losa .

NICOLA CAPRIA. Ha detto «praeter»!

SERGIO AUGUSTO STANZANI GHEDINI .Non ha detto questo !

PRESIDENTE. Ha detto «praeter» maanche «contra»! L 'onorevole Bassanini haaffermato che è fuori dal regolamento i lcriterio in base al quale si desume che, se ideputati che intendono esprimersi in dis-senso superano la metà del gruppo, ladichiarazione di voto a nome del grupp onon avrebbe dovuto evidentemente esserestata fatta in quei termini. Mi pare inveceche un simile criterio faccia parte del buo nsenso e quindi valga in tutti i casi! Ma i ovorrei far notare, onorevoli colleghi, che s eapplicassimo certi criteri che qui vengon osostenuti, l'interprete del regolamento no nsarebbe più il Presidente. Voi del resto nonaccettate questa regola, da molto tempo;ma essa è scritta nel regolamento!

NICOLA CAPRIA. Per fortuna !

PRESIDENTE. Voi siete d 'accordo conil Presidente quando sostiene quello ch epiace a voi, e vi schierate contro il Presi -

dente (e in che modo!) quando sostiene unanorma che non vi piace !

FRANCO BASSANINI. Non è così !

NICOLA CAPRIA. Di fatto si sta creandoquesta situazione !

PRESIDENTE . Onorevoli colleghi ,questo modo di porsi di fronte al regola-mento, oltre che di fronte al Presidente ,non credo che risponda alle norme di uncorretto comportamento parlamentare .

SERGIO AUGUSTO STANZANI GHEDINI .Come laici non abbiamo mai creduto allainfallibilità del Pontefice, figuriamoci s ecrediamo a quella del Presidente !

NicoLA CAPRIA. Siamo alle gride man-zoniane !

PRESIDENTE . Mi pare che possiam oconsiderare chiusa la questione posta da lrichiamo al regolamento dell'onorevol eCalderisi .

Possiamo allora passare alle dichiara-zioni di voto dei colleghi dissenzienti dalloro gruppo .

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto in dissenso dal proprio gruppol'onorevole Auleta . Ne ha facoltà .

FRANCESCO AULETA. Signor Presidente,onorevoli colleghi, con questa dichiara-zione di voto intendo esprimere il mio dis-senso sulla questione in discussione ri-spetto alla posizione del mio gruppo .

Ricorderete che non più tardi di un mes efa vi sono state dichiarazioni trionfali-stiche da parte di quasi tutti i rappresen-tanti più autorevoli della maggioranza go-vernativa. In quella occasione si disse i ntutte le salse e con ogni mezzo che i lGoverno Andreotti godeva buona salute: ipunti programmatici concordati erano ri-spettati; la maggioranza era compatta . S isbandierò l'approvazione della legge fi-nanziaria nei tempo stabiliti come unagrande conquista che dimostrava con evi-denza la buona salute della compaginegovernativa . La gente fu convinta che in-

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sieme ad un ulteriore migliorament odell'economia, anche se in presenza di un anuova lievitazione della inflazione e delpermanere di situazioni dammatich ecome l 'alta disoccupazione soprattuttogiovanile e la crescita della criminalitàorganizzata, la stabilità e la concordia tr ale forze del pentapartito fossero definitiva-mente acquisite.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

GERARDO BIANCO

FRANCESCO AULETA. A distanza di poch igiorni abbiamo invece assistito ad una verae propria resa dei conti all'interno dellamaggioranza. Non c 'è argomento impor -tante sul tappeto per il quale sia possibil eindividuare linee comuni ai cinque partit idella maggioranza governativa . La stabi-lità e la concordia si sono liquefatte nelgiro di poco tempo al sole di questo stran oinverno e subito si è ricominciato a minac -ciare o a parlare di scioglimento anticipatodelle Camere, di una ultriore interruzion etraumatica della legislatura. I voti chequesta Assemblea ha espresso nella gior-nata di ieri sono un chiaro segnale dell oscollamento e dei veti incrociati esistent iall'interno della maggioranza di pentapar-tito .

Ma la cosa più grave, secondo me, signorPresidente, è che, nonostante si lamenti lalentezza dei lavori parlamentari, si tentapoi, nei fatti, di imbavagliare il Parlament ostesso riducendolo, più di quanto non lo siagià, a semplice cassa di risonanza dell edecisioni assunte dal Governo o peggi oancora dalle segreterie dei cinque partit idella maggioranza, e non sempre di tutti icinque partiti .

La posizione della questione di fiduciavuole continuare a mortificare le co-scienze libere che ancora esistono inquest 'aula. Compagno Occhetto, non pos-siamo limitarci a denunciare questo enne -simo vero e proprio atto di prevaricazion eche la maggioranza vuole ancora una voltaconsumare a danno del Parlamento . Dob-biamo fare di più . Dobbiamo render echiaro all'esterno del Palazzo che i comu -

nisti non vogliono e non possono essereconfusi con coloro i quali hano trasfor-mato quest 'aula nel luogo in cui non è pos-sibile esprimere liberamente il propriopensiero senza incorrere nelle sanzion icomminate dalle segreterie dei partiti .

Per questi motivi annuncio che non son odisposto a dedicare un minuto di più de lmio tempo a questa maggioranza e aquesto Governo e che quindi mi asterrò da lvotare sulla questione di fiducia (Applausidei deputati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Guerzoni . Ne hafacoltà .

LUCIANO GUERZONI. A me dispiace in-tervenire in dissenso rispetto alla dichiara -zione fatta poc'anzi dal presidente del mi ogruppo, ma intendo subito precisare che i ldissenso non riguarda le ragioni di merit oe cioè la sfiducia a questo Governo — sull aquale almeno noi dei gruppi di opposi-zione siamo tutti d'accordo — ma le moda -lità di espressione della sfiducia stessa l aquale, data la gravità della decisione as-sunta dal Governo con la posizione dell aquestione di fiducia, non può essereespressa unicamente con un «no», con unrifiuto di fiducia, ma secondo me richiededa parte di ciascun membro del Parla -mento la possibilità di esprimere in modoappropriato una valutazione della gravitàdi questa decisione ed una protesta .

In difformità con la maggioranza de lmio gruppo io esprimerò dunque questamia valutazione e questa protesta non par -tecipando al voto .

Signor Presidente, non vorrei porre indifficoltà proprio lei che in questo mo-mento presiede i lavori dell'Assemblea ;devo tuttavia anticipare che intenderei uti-lizzare interamente i dieci minuti che l'ar-ticolo 50, comma 1, del regolamento as-segna «sempre» — come dice testualmentela norma — ad ogni parlamentare .

Dichiaro che intendo utilizzarli : ovvia -mente, se il Presidente mi toglierà la pa-rola dovrò prendere atto di tale scelta, m anel dichiarare ora che intendo utilizzare

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interamente i dieci minuti, voglio anch elasciare agli atti che il nostro gruppo,come ha indicato poc'anzi — e su questosono d'accordo — il nostro presidente, nonreputa che la decisione annunciatapoc'anzi dal Presidente della Camerapossa costituire precedente .

Ho detto che la decisione del Governo d iporre la questione di fiducia sull'articolo 4del disegno di legge di riforma delle auto-nomie locali è di estrema gravità perchérovescia una prassi quasi costituzional eche fino ad ora si è affermata circa l acosiddetta fiducia tecnica . Essa infatti èsempre stata posta in due ipotesi : quandola maggioranza, e quindi il Governo daessa espresso, intendeva far giungere i nporto punti programmatici qualificantidel suo programma rispetto a proposteemendative delle opposizioni, oppure ne icasi in cui si trattava di superare un ostru -zionismo in atto .

Nella fattispecie odierna non si davaalcuna di tali ipotesi . Il Presidente del Con -siglio ha più volte dichiarato che la ri-forma del sistema elettorale per le auto-nomie locali non è inclusa negli accordi d imaggioranza: quindi non si trattava e no nsi tratta di un punto qualificante del pro-gramma di Governo, In secondo luogo ,non vi era e non vi è alcun ostruzionismo i natto .

Quindi, è veramente una svolta grav equella che viene imposta con la posizion edella questione di fiducia. Se c'è un ostru-zionismo, è proprio quello dell 'esecutivorispetto al legislativo . Nel momento in cu iil Governo, ponendo la questione di fidu-cia. . .

PRESIDENTE. Onorevole Guerzoni, icinque minuti a sua disposizione sono tra-scorsi .

LUCIANO GUERZONI . Le chiedo scusa ,signor Presidente, ma per quanto sia statadata un'interpretazione restrittiva dell enorme del regolamento, il Presidente dell aCamera aveva tuttavia dichiarato che i ltempo a disposizione era di sette minuti .Non vorrei che i sette minuti fossero ora

.-ridotti a cinque perché, di questo passo,

alla fine ci verrebbe concesso soltanto d idire «no» ed a quel punto il tempo sarebbegià scaduto .

MAURO MELLINI. Il dissenso ha un li-mite. Un po' di dissenso va bene, ma no nesageriamo . . . !

PRESIDENTE . Onorevole Guerzoni, hoappena assunto la Presidenza, ma gli uffic imi confermano che poiché è aumentato i lnumero degli oratori che intendono inter-venire in dissenso dal proprio gruppo, perrimanere nell'ambito del tempo comples-sivo che il Presidente della Camera avevafissato, il tempo assegnato per ogni dichia -razione di voto è di cinque minuti .

LUCIANO GUERZONI . No, signor Presi-dente. Rispetto l'orientamento e l 'opinionedegli uffici, ma vorrei che si controllasse i lresoconto stenografico. Signor Presidente ,mi consenta di chiarire questo puntoperché ero in aula, ed ho udito il Presi -dente Iotti parlare di un tempo comples-sivo di sette-otto ore, e, quindi, di sette-ottominuti per ogni singola dichiarazione divoto: tutto ciò senza in alcun modo rappor -tare tale limite di tempo al numero de ideputati che intendessero intervenire .

PRESIDENTE. Onorevole Guerzoni, le ista guadagnando quei due-tre minuti di cuiaveva parlato all'inizio del suo intervento .Comprendo la sua sottigliezza e glielo con -sento. Tuttavia, anche per chiarezza neiconfronti degli altri colleghi, debbo dir eche il Presidente della Camera aveva pre-visto (e mi viene confermato) la possibilitàdi intervenire per sette-otto minuti a front edi un numero di iscritti che era inferiore aquello attuale e che pertanto consentiva d icontenere il complesso degli interventi neltempo complessivo di sette-otto ore, cosìcome previsto . Ora, gli interventi previstisono 91, e quindi per rimanere nell'ambitodelle sette-otto ore è necessario conteneregli interventi in cinque minuti. Sono co-stretto ad attenermi alle decisioni del Pre-sidente, decisioni che mi sono state confer -mate dagli uffici e che risultano dal reso-

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conto stenografico . La prego pertanto ,onorevole Guerzoni, di concludere .

LUCIANO GUERZONI . Signor Presidentenon è ora mia intenzione arrivare ai diec iminuti di cui prima ho parlato, bensì sot-tolineare come il problema sia di ordin egenerale. Si tratta di un problema molt oserio. Se si stabilisce che le dichiarazioni d ivoto in dissenso dal gruppo di apparte-nenza su una questione di fiducia sonorapportate al numero degli iscritti a par -lare in dissenso, mi consenta di dirle — emi rivolgo a lei proprio perché ha sempr egarantito in modo eccellente i lavori d iquest'aula — che si stabilisce una limita-zione inaccettabile .

Il Presidente Iotti non ha mai fatto rife-rimento, anche nel chiarimento che c' èstato poc 'anzi, alla norma che preved ecinque minuti . Il Presidente si è invec eriferita all'articolo 85 del regolamento e haparlato di sette-otto minuti di tempo perogni intervento . Ciò risulta dal resocont ostenografico . Questo tempo non può per -tanto essere rapportato ad un numero diore predeterminato.

PRESIDENTE. Onorevole Guerzoni leiha quasi raggiunto lo scopo . . .

LUCIANO GUERZONI. Mi creda, Presi -dente, non è questo che intendo fare . . .

PRESIDENTE. La decisione adottat adal Presidente della Camera, in base alpenultimo comma dell 'articolo 85 del re-golamento, fa riferimento ad un ambitocomplessivo entro il quale viene ripartito i ltempo a disposizione per i singoli inter -venti. Tale decisione, alla quale debbo rigo -rosamente e doverosamente attenermiprevede dunque cinque minuti per ognidichiarazione di voto, al fine di contenereil dibattito entro le sette-otto ore previ-ste.

LUCIANO GUERZONI. Mi consenta solo didire . . .

PRESIDENTE. La prego, onorevol eGuerzoni : non mi costringa ad adottare

una decisione che non vorrei assoluta -mente prendere . Lei vuole costringermi aquesto. . .

LUCIANO GUERZONI. No, signor Presi -dente: concludo immediatamente . Mi con-senta solo di dire che la decisione a le iconsegnata non corrisponde a quella pre-cedentemente annunciata dal President eIotti all'Assemblea: in tale occasione, in -fatti, mai si è fatto riferimento al termin edi cinque minuti (Applausi dei deputati de lgruppo della sinistra indipendente) .

PRESIDENTE . Rimane inteso, comun-que, in base alla consegna affidatami e a lrigoroso rispetto che devo alle decisionidel Presidente della Camera, che gli inter -venti che seguiranno saranno contenut inel limite di cinque minuti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazion edi voto, in dissenso dal proprio gruppo,l 'onorevole Tassi . Ne ha facoltà .

CARLO TASSI. Visto il tempo ridotto, saròtelegrafico e parlerò con linguaggio tele -grafico !

Onorevole Presidente stop onorevoli col -leghi stop onorevoli rappresentanti del Go -verno stop il mio gruppo ha fatto benis-simo a dichiarare il voto contrario al Go-verno Andreotti stop (Si ride) .

Per altro un cattolico peccatore com esono io non può assolutamente accettaredi far parte del numero legale che potr àcomunque decidere la rinnovata fiducia alGoverno presieduto dal dottor Giulio An-dreotti stop

Il dottor Giulio Andreotti stop allora i narte Presidente del Consiglio stop pro-mulgò con sua firma la sanguinaria leggedell 'aborto il 21 maggio 1978 stop con unGoverno monocolore democristiano sto ppromulgata persino da un Presidente dell aRepubblica pure democristiano stop che45 giorni dopo stop veniva mandato a cas aper le note vicende delle Rughe stop (S iride — Commenti dei deputati del gruppodel PCI) .

Ecco perché un vecchio montanarocome sono io stop scarpe grosse e cervellofino stop ma soprattutto coerente stop non

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intende rimanere un minuto di più ad assi -stere alla rinnovata fiducia al President edel Consiglio dottor Giulio Andreotti sto pcattolico si dice praticante ma in realtà fir-matario per promulgazione della sangui-naria-legge dell'aborto che ha fatto morir efino ad adesso 2 milioni di cittadini italianistop pertanto me ne vado stop.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Mellini . Ne hafacoltà .

MAURO MELLINI. Signor Presidente,credo che stiano avvenendo cose moltogravi. Il voto di fiducia, che richiedono ingenere i Governi che non ce l'hanno più(quelli che ce l'hanno, la fiducia, nonhanno bisogno di chiederla), dovrebbecomportare un dibattito che, come tutti idibattiti parlamentari, dovrebbe avere i lfine potenziale di determinare modifica-zioni delle maggioranze, di produrre cam-biamenti di opinioni . Quindi, il dissens oottenuto attraverso l 'approfondimento d iquella situazione importante che dovrebb eessere rappresentata dal momento in cui i lGoverno chiede la fiducia dovrebbe essereespressione privilegiata rispetto ai datiscontati rappresentati dalle dichiarazion idi voto dei gruppi nella loro maggioranza ,che si considera essere aderenti ad unalinea già stabilita .

Vediamo in questa occasione ribadito i lprincipio opposto: il dissenso, non solo èpenalizzato, ma se è troppo ampio, è pena -lizzato ancora di più, perché si deve direche alla vastità del consenso deve corri-spondere una moderazione quanto men onella quantità e nella compiutezzadell'espressione delle proprie opinioni !

Lo dico, signor Presidente, perché il mi odissenso dal gruppo è reale e riguarda sia i lmodo di esprimere un atteggiamento neiconfronti di questo voto di fiducia sia lemotivazioni date dal presidente del miogruppo. Il collega Calderisi, esprimendol'opinione della maggioranza del gruppo ,si è detto convinto che il superamento de lsistema proporzionale è una questione nonsolo matura ma essenziale nella evolu -

zione dei fatti politici del nostro paese .Viceversa, io sono convinto — per questoesprimo delle riserve — che la soluzionedei problemi politici possa portare a ri-forme elettorali che abbiano una loro con-cludenza .

La questione di fiducia, che in realtà nonha per oggetto l 'articolo 4 ma la necessitàdi respingere gli emendamenti ad esso pre-sentati, potrebbe avere e per ciò stessorichiedere atteggiamenti molto differen-ziati .

Ritengo che il Governo in questa circo -stanza non meriti la fiducia del Parla -mento: non la merita per la sua politic agenerale, per le condizioni nelle qual ichiede il voto di fiducia e perché — come èstato ricordato (in questo sono d'accordocon il presidente del mio gruppo e con i lcollega Rutelli, allorché sottolineano che èlo stesso Governo ad aver lanciato stral icontro i referendum riguardanti la ma-teria elettorale) — è proprio il Governo chechiede la fiducia per impedire una discus-sione che, viceversa, ritengo sarebbe fon-damentale affrontare . Tuttavia, dal mo-mento che il problema è stato posto e dalmomento che all'interno della maggio-ranza si sono manifestati atteggiamentirilevanti al riguardo, certamente quest asarebbe stata la sede per discutere del pro -blema .

Signor Presidente, dicevo che cose gravisono avvenute e stanno avvenendo i nquesta aula. Indubbiamente, la decisionedi chiedere la fiducia in queste circo -stanze, le determinazioni intervenute perlimitare la possibilità dei deputati in unasituazione molto complessa nella quale . . .

PRESIDENTE . Onorevole Mellini . . .

MAURO MELLINI. Signor Presidente, ilsuo richiamo mi impedisce di esprimereciò che ritengo essere la cosa più impor-tante per un deputato, cioè il dissenso neiconfronti del proprio gruppo, oltre aquello abituale nei confronti di altrigruppi !

Tutto ciò, in conclusione, significa che citroviamo di fronte ad un dato di crisi chenessun voto di fiducia può eliminare . L 'at-

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tuale situazione esprime ormai soltantodati di crisi istituzionali . Altro che riformaistituzionale !

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevol eMellini . . .

MAURO MELLINI. Quello attuale, signorPresidente, è un Governo che produce cris iistituzionali, oltre alle crisi del sistema po -litico che certamente non riesce a superare(Applausi dei deputati del gruppo de lPCI) .

PRESIDENTE . Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Mammone. Ne hafacoltà .

NATIA MAMMONE. Signor Presidente,colleghi, intervengo per motivare la mi aastensione nel voto . Ho preso questa deci -sione perché credo sia doveroso, di frontead un atto così grave del Governo, quale l arichiesta del voto di fiducia sull 'articolo 4della legge di riordino delle autonomi elocali, far risaltare in quest'aula l'ama-rezza e lo sdegno di quanti, amministratoried amministrati, sono fortemente preoc-cupati per il continuo deterioramentodelle istituzioni locali, di quanti, insomma ,hanno lottato affinché si giungesse final-mente a mettere ordine, a dare compiti efunzioni nuove agli enti locali .

Da più parti si è sottolineata la necessitàdi intervenire nella vita degli enti locali perspezzare quell 'intreccio tra politica e af-fare (o, meglio, dovremmo dire malaffare )che sta minando le istituzioni stesse .

È proprio inevitabile che in molti co-muni ogni appalto pubblico debba risol-versi in uno scandalo o in uno sprec oimmane di denaro pubblico o nel foraggia -mento di ditte da cui si traggono poi altr ivantaggi? E proprio inevitabile che un con -siglio comunale, provinciale o regionaledebba essere condannato alla paralisi, all ainagibilità politica per le lunghe e ripetut ecrisi, che il più delle volte hanno origine a ldi fuori delle sedi istituzionali e molt ospesso sono il risultato di divisioni e lace-razioni interne ai partiti della maggio -

ranza? Credo di no, e ritengo che uno deglistrumenti per impedire tutto questo siaproprio la riforma del sistema elettorale .

Attraverso tale riforma è infatti possi-bile avere nuove norme che impediscano i lvoto di scambio, cosi diffuso in tanta part edel nostro paese, ridando in tal modo ver alibertà di scelta agli elettori ; norme checontrastino il disegno politico di omologa-zione forzata delle maggioranze a quell adel Governo, che spezzino la perversa spi-rale del ricatto politico, che di volta in volt aciascun partito della maggioranza e di Go -verno esercita sull'altro . E insomma unmodo per rendere l'elettore protagonistareale della sua scelta e primo giudice di chilo amministra .

Oggi avremmo potuto discutere di tutt oquesto, avremmo potuto affrontare, nell adiscussione di merito dell'articolo 4 e nellavotazione, tutti questi problemi edavremmo potuto dare una risposta chetanti attendono, ma il Governo, con la su adecisione, ha impedito tutto ciò . Esso hadetto in sostanza che il Parlamento non èabilitato a decidere su questa materia .

Ritengo questa scelta pericolosa e pensoche sia molto indicativa la circostanza i ncui si è verificata: proprio mentre deci-diamo delle autonomie locali il Governomanifesta appieno il suo disegno, la suavolontà di asservimento dell'intero si-stema delle autonomie al potere centrale ead una maggioranza politica .

C'è infine un 'altra considerazione: nelleultime competizioni elettorali, sia poli-tiche sia amministrative, noi donne comu-niste abbiamo voluto e determinato unamaggiore presenza delle donne nelle istitu -zioni . Il nostro intento è quello di riportar enelle istituzioni i bisogni, le aspettative, l easpirazioni delle donne, rendendo le istitu -zioni stesse permeabili alle forti istanze d icambiamento di cui esse sono portatrici . Einteresse della democrazia nel nostr opaese che le donne partecipino a pienotitolo ai processi di trasformazione, allaelaborazione di progetti di riforme che pe ressere tali devono portare il loro segno.

L'atteggiamento del Governo, a mio pa-rere, vuole ostacolare questa effettiva par-tecipazione, conferma la sordità di un si-

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stema politico rispetto a problemi che ri-guardano la maggioranza della popola-zione, vuole vanificare il senso della rap-presentanza .

Non solo non mi sento — non ci sen-tiamo, credo — inutile o ininfluente, maanzi da questa vicenda traggo altre moti-vazioni per continuare a cercare di cam-biare le istituzioni e la politica (Applaus idei deputati del gruppo del PCI — Congra-tulazioni) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro -prio gruppo, l 'onorevole Menzietti . Ne hafacoltà .

PIETRO PAOLO MENZIETTI. Presidente,intervengo per esprimere una mia posi-zione autonoma rispetto alla decisione d ivoto del mio gruppo sulla fiducia posta da lGoverno sull 'articolo 4 del progetto dilegge concernente l 'ordinamento delle au -tonomie locali .

Non parteciperò al voto per marcare l amia protesta. La decisione del Governocostituisce un attacco alla possibilità per l aCamera di esprimere in condizioni di auto -nomia il proprio ruolo istituzionale .

La Camera, su iniziativa del Governo, èimpegnata a discutere l'ordinamento dell eautonomie locali, che rappresenta unaparte essenziale del nostro ordinament ostatuale, un punto forte della nostra demo -crazia, quello a più diretto contatto con icittadini . Discutiamo della rete più artico -lata della nostra democrazia, delle radic ipiù profonde delle nostre istituzioni .

Non saremmo rappresentativi della so-cietà italiana se in una discussione diquesta portata non emergessero i nquest'aula le posizioni e le discussioni cheimpegnano da anni amministratori e stu-diosi, ma soprattutto i cittadini che si scon -trano quotidianamente con istituzioni ap-pesantite da un impianto burocratico su-perato dal tempo e che spesso vedono gl ienti locali più soggetti, per i meccanism ielettorali che li contraddistinguono, all edecisioni partitiche che al responsabil egiudizio degli elettori .

E doveroso. naturale e coerente con i

valori della nostra democrazia, quindi, ch ein quest'aula rimbalzino con forza le opi-nioni del paese. I colleghi della minoranzae della maggioranza si sono assunti il com -pito di aprire in ques t 'aula una discussionesu un punto essenziale della vita degli ent ilocali: quello elettorale . Il Governo, con i lvoto di fiducia, impedisce la discussione eduna libera espressione della Camera .

Non si tratta soltanto di una disputa giu -ridica, ma di una questione di rilevanz apolitica. La fiducia viene posta per impe-dire alla minoranza di esprimere le pro-prie opinioni su una materia di grande rile-vanza istituzionale, e quindi impediscel'esercizio di un diritto .

Ma la fiducia è stata posta soprattuttocontro la maggioranza, per impedire u nvoto libero da parte dei singoli parlamen-tari della maggioranza. Il Governo ha i ltimore di possibili imboscate attraverso i lvoto segreto. Ma non stiamo discutendoquestioni su cui si esercitano pressioni d ilobbies da cui il Governo deve difendersi;stiamo discutendo una fondamentale ri-forma istituzionale e il Governo ha il do -vere di verificare il consenso della Camerasulle sue scelte . E in discussione la suarappresentatività su un provvedimento d iriforma istituzionale; quindi è in discus-sione la sua stessa legittimazione a guidareil paese .

Ponendo la questione di fiducia sul si-stema elettorale degli enti locali il Governodichiara esplicitamente di essere in diffi-coltà rispetto ad una Camera che esprim aliberamente la propria convinzione e i lproprio voto . E' un segno di debolezza conil quale dimostra di temere la mancanzadel consenso; e il consenso è il valore fon -damentale della nostra democrazia e fonteunica dell'esercizio del governo.

Per queste ragioni ritengo politicamenteimproprio aver posto la questione di fi-ducia sull 'articolo 4 e quindi non parteci-però al voto (Applausi dei deputati delgruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Pacetti. Ne hafacoltà .

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MASSIMO PACETTI . Onorevole Presi -dente, ho deciso di astenermi dal voto pe rmanifestare il mio dissenso rispetto ad un adecisione, che già altri colleghi hanno defi -nito inusitata, assunta dal Governo ed im -posta a questa Camera in relazione ad unprovvedimento così rilevante come quell odella riforma delle autonomie locali.

Questa mia decisione nasce da una valu -tazione che ho fatto non solo dell'acca-duto, ma anche di ciò che in questi anni si èandato sviluppando nel paese proprio at-torno ad un dibattito vasto ed approfon-dito che ha permesso l'elaborazione d imolteplici proposte di riforma delle auto-nomie locali e del modo di eleggere gl i.organi delle autonomie stesse .

Forze culturali, oltre che politiche, in -terne anche alla maggioranza, hanno i npiù occasioni affermato con forza che no nsarebbe esistita una possibilità di proce-dere ad una effettiva riforma dell'ordina-mento autonomistico se non si fosse con -temporaneamente provveduto anche all amodifica delle regole per l'elezione del sin -daco, della giunta e del consiglio.

Quando si è riusciti concretamente adiscutere della materia, ci si è trovati da -vanti ad un tentativo abnorme del Governoche usa lo strumento della fiducia perimpedire di fatto ogni confronto .

Si concretizza forse così un disegno pro -prio di quanti hanno scelto il terreno delleriforme istituzionali per condurre, da un aparte, una politica gattopardesca (dare lasensazione che qualcosa cambi affinchénulla cambi) e per misurare dall'altra ilgrado di fedeltà delle forze di maggio-ranza nei confronti di una politica che stadiventando asfissiante per il Parlamento ,che ne impedisce il funzionamento e che loha svuotato delle sue prerogative; si vor-rebbe sempre più assoggettare il Parla -mento stesso alle decisioni di pochi, as-sunte al di fuori delle istituzioni .

Il segnale che si dà alla vigilia delleamministrative è quello dello svilimentodell'articolazione istituzionale delle as-semblee elettive, a cominciare da quelle —le Camere — alle quali la Costituzioneaffida non solo un elevato potere — quellolegislativo — ma anche una significativa

valenza, cioè la massima rappresentativitàdella espressione della volontà popolare .

Si denunciano ormai con ritualità perni-ciose i mali che avvolgono i governi dell enostre città. Per altro, non si perde occa-sione da parte del Governo per riversaresul tessuto delle autonomie responsabilit àche spesso andrebbero utilmente ricercateproprio nell'azione del Governo stesso edelle forze politiche che lo esprimono. Mapoi, con incredibile incoerenza, che disvelanon solo la strumentalità della polemica,ma anche la volontà antiautonomistica delGoverno e del pentapartito, si arriva aduno scontro arrogante con il Parlamentoper impedire anche il solo confronto su u npunto essenziale ed indispensabile per in-trodurre reali mutamenti nell'ordina-mento istituzionale .

Si è predicata sempre più spesso, d aparte delle forze del pentapartito, la neces -sità di garantire la stabilità dei governi ,ignorando che sono queste stesse forze —e per litigiosità e per la mancanza di unterreno di coesione — che mettono in crisii governi delle città. Si sono più volte auspi-cate soluzioni che garantissero la traspa-renza delle scelte politiche e delle maggio-ranze che debbono sostenerle . Si è piùvolte detto che bisognava approvare prov-vedimenti che riducessero l'ingerenza deipartiti nella gestione della cosa pubblica .Ebbene, come è possibile realizzare tutt ociò se non mettendo mano ai meccanism iistituzionali che tali degenerazioni hannoconsentito?

Ma il Governo e questa maggioranzapreferiscono ricorrere ad una «riforma-specchietto», di fatto affossando ogni in-tento realmente riformatore . Si è costrettala I Commissione a lavorare in modo incre-dibile, rifiutando ogni proposta di appro-fondimento del confronto, anche con de -terminazione di tempi certi. L'esame insede referente del testo si è concluso nelluglio 1988; se esso non è stato discuss ofino ad oggi, le ragioni vanno ricercateall'interno della maggioranza . Ancora un avolta le difficoltà di quest'ultima vanno adiscapito della produttività del lavoro par-lamentare. Tali difficoltà vengono fattepagare agli istituti di democrazia in ter-

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mini di compressione dei diritti non sol odell'opposizione ma di ogni singolo depu-tato.

Prima che contro l'opposizione, il com-portamento del Governo si volge contro ideputati della maggioranza, o per lo menocontro quelli che su questioni relative afondamentali diritti costituzionali riten-gono di dover compiutamente esercitare i lmandato ricevuto, al di là di asfissiant iposizioni che vengono decise da qualchesegretario di partito di maggioranza al difuori di quest'aula e di ogni indispensabiledialettica democratica (Applausi dei depu-tati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto dì parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l'onorevole Fagni . Ne ha fa-coltà .

EDDA FAGNI. Signor Presidente, colle-ghi, il compagno Occhetto, nel dichiarareil suo voto contrario sulla fiducia, ha par -lato di sopruso e di disprezzo del Parla -mento .

Credo che, se è vero — come ritengo si a— che con questo voto di fiducia si è eser -citato un sopruso e manifestato disprezz onei confronti del Parlamento, non sia suf-ficiente votare «no» . A me sembra chesiano davvero inspiegabili e inaccettabili l emotivazioni che hanno suggerito al Go-verno di porre la fiducia sull 'articolo 4. Inquesto modo si sostiene la politica dei duetempi: prima l'ordinamento degli enti lo -cali e poi la legge elettorale . Abbiamo spe-rimentato tale politica in occasione dell ariforma del regolamento, che è avvenuta esta avvenendo secondo il metodo del puz-zle, per cui si va per tessere, per piccol eparti, fino a costruire un disegno preciso, ilquale sempre più spesso è altra cosa da ci òche avrebbe dovuto essere o ci aspette-remmo che fosse .

La nostra richiesta era ed è di inserirenell'articolo 4, accanto alle norme relativeagli statuti e ai regolamenti, altre normeper l 'elezione dei consiglieri comunali eprovinciali e del sindaco . Non è una novità,come ha detto l'onorevole Cardettì, perché

il collega Barbera già nel dibattito che sisvolse il 18 e il 19 maggio 1988, quindiquasi due anni fa, sostenne la necessità d iapprovare non soltanto la modific adell'ordinamento delle autonomie, maanche una riforma della legge elettoral eche partisse almeno da quella delle ammi -nistrazioni locali. Tutto ciò proprio per evi -tare la politica dei due tempi, che conduce ,come ben sappiamo, ad un quadro norma -tivo claudicante e spesso contraddittorio .

Spero che vi sia la consapevolezza cheabbiamo di fronte uno scenario degradat odella politica: l'hanno sostenuto anchealtri colleghi e credo sia giusto sottoline-arlo. Si tratta di un degrado che ha portatoe porta al nascere nei cittadini di atteggia -menti di disaffezione e di sfiducia verso l apolitica e le istituzioni democratiche . In-fatti l'apprezzamento che si sente espri-mere più spesso è di segno negativo, in -veste tutti ; pertanto proprio per tale ra-gione ci riguarda e deve quindi spingerc iad essere più solleciti nel rendere possibil ie agibili norme più garantiste della volontàdei cittadini espressa attraverso il liberoesercizio del voto .

Dirò di più: non dobbiamo fermarci aquesto. La garanzia della democraticit ànell'esercizio del voto deve partire dal mo-mento della formazione della volontà delcittadino, il quale in molti casi deve esser enuovamente motivato a partecipare, adabbattere la vera frontiera tra comunità ecittadini, fra istituzioni e cittadini, che èproprio quella che ha visto vanificare eannullare la loro volontà (attraverso alle-anze pasticciate, programmi inattuabili —e a consuntivo inattuati —, con l 'avvicen-darsi di titolari di deleghe per beghe in -terne). L'esempio di Palermo insegna, m ave ne potrebbero essere molti altri .

Non stiamo davvero dando un bell'esem-pio, una bella prova, dopo che la materi acontenuta nel disegno di legge si trascin ada lungo tempo, lasciando in sofferenza laquestione autonomistica . Credo che nonvalgano a giustificare la fiducia le ragioniinvocate dal presidente della Commission eaffari costituzionali, individuate nell'ul-timo comma dell'articolo 72 della Costitu-zione. Gli emendamenti erano legittimi, il

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confronto avrebbe potuto essere chiaro eleale, se lo si fosse accettato e favorito i ntutti i termini, come era stato richiesto .

Purtroppo spesso le maggioranze te-mono di essere contaminate dalle ragion idegli altri, in particolare delle minoranze,e anche il Governo non fa eccezione .Questo Governo non si sente sicuro dell asua maggioranza e preferisce incatenarla,ingabbiarla con il voto di fiducia.

A me pare allora giusto che non si par-tecipi alla votazione e che in tal modo l amaggioranza e il Governo debbano assu-mersi tutta intera la loro responsabilit à(Applausi dei deputati del gruppo de lPCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Polidori . Ne hafacoltà .

ENZO POLIDORI . Signor Presidente, m iasterrò dalla votazione, volendo con tal eatteggiamento rimarcare la totale disap-provazione per l 'atto che Governo e mag-gioranza di fatto hanno voluto imporre a lParlamento.

Con arroganza non si vuole certo fa rrispettare il diritto della maggioranza e de lGoverno a far discutere e quindi appro-vare leggi che vengono sottoposte all'at-tenzione del Parlamento. Il comporta -mento adottato sottolinea il totale di -sprezzo che l'esecutivo nutre non solo neiconfronti dell'opposizione democraticapresente in Parlamento, ma anche nei con -fronti degli stessi parlamentari della su amaggioranza, che sul progetto di legge i ndiscussione hanno avanzato dubbi, per-plessità e in più occasioni hanno manife-stato volontà migliorative .

Signori del Governo, colleghi della mag-gioranza, siete veramente convinti ch esiano questi gli atti che occorrono per ren-dere più incisiva l'azione di Governo? Son oatti che rendono tutto più difficile, pi ùcomplicato, giacché non potevate pensar eche da parte nostra vi sarebbe stata un arisposta pari al gesto da voi compiuto .

Colleghi della maggioranza, quale mes-saggio volete mandare in questo modo al

paese? Che tutto vi è permesso? Che non èpossibile modificare nulla, se non ciò chevoi non ritenete funzionale all'esercizio de lvostro potere ?

Ebbene, tutto ciò è la negazione di unvero confronto democratico, è l'opposto diquanto è necessario, è volere affermar euna volontà non democratica, ma di re-gime .

Signori del Governo, non potete arro-garvi il potere di avanzare il diritto di vet o(di questo si tratta) ponendo la questione d ifiducia in una delle poche, per non direpochissime, materie sulle quali il regola -mento di questa Camera ancora consent el'esercizio dello scrutinio segreto .

Con questo vostro atto volete spogliare i lParlamento anche di una garanzia demo-cratica che si era riservata. Eppure, sonoanni che gli amministratori ci chiedono —chi ha fatto il sindaco o l'amministrator elocale lo può domandare con maggior econsapevolezza in quanto ha vissuto le dif -ficoltà che si incontrano amministrandouna città grande, media o piccola — unanuova legge, una vera riforma delle auto-nomie locali .

Sapete bene che non può esservi verariforma se ad essa non è collegata anch euna riforma elettorale che dia nuova-mente al cittadino la certezza che il su ovoto può davvero contare nelle decisioni enelle alleanze che s'intendono perseguire .Ma voi non volete tutto ciò: intendete im-porre le vostre scelte, qualunque sia i lguasto recato alla vita del Parlamento co natti come questo

Ebbene, signor Presidente, noi non cistiamo. E diciamo a tutti coloro che hannoa cuore i diritti dei cittadini che quest oGoverno sta compiendo atti che negano inradice i diritti democratici, in questo casodell'opposizione presente in Parlamento .

Tutto ciò — badate — può aprire lastrada ad altri atti ed a leggi che investon ola coscienza di ognuno di noi, ma soprat-tutto ì sentimenti dei cittadini, colpendo afondo i loro diritti. È questo che noi denun -ciamo dopo la fiducia richiesta dal Go-verno; per questo invitiamo l 'opinionepubblica a riflettere e a far sentire la suavoce in merito a quanto si sta compiendo

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

nell 'aula della Camera in queste ore . E' unnostro dovere democratico (Applausi de ideputati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Bernasconi . Neha facoltà .

ANNA MARIA BERNASCONI . Signor Pre-sidente, intervengo per annunciare la miaastensione dalla votazione, perché non ri -tengo che ci apprestiamo ad esprimere u nvoto di fiducia: non è tanto il Parlamentoad essere chiamato a votare la fiducia omeno al Governo in carica, quant oquest 'ultimo che di fatto «sfiducia» il Par -lamento.

Tuttavia, credo che la parola «sfiducia» ,riferita all 'atto gravissimo compiuto a idanni del Parlamento, della democrazia edel paese, sia troppo lieve e addiritturaimpropria .

Per sfiducia, in genere, si fa riferiment oall 'atto con il quale si smette di dare il pro -prio assenso e si toglie la possibilità d iagire a qualcuno che non abbia mantenut odeterminati impegni . Ma non si può direche ciò sia accaduto al Parlamento e per -tanto non si può parlare di sfiducia .

Il Parlamento non è stato posto in con-dizione di lavorare, perché l'atto del Go-verno lo ha di fatto esautorato . Si tenta ,non da oggi, di giustificare questi atti d iimperio del Governo accusando di lentezzail Parlamento. Ne parlava ancora, non piùdi due giorni fa, il sottosegretario Cristo-fori, il quale però — dobbiamo ricordarl o— dopo questa ennesima accusa al Parla -mento aggiungeva che comunque An-dreotti non avrebbe usato lo strument odella questione di fiducia. Come abbiamovisto, invece, i fatti sono andati in manieradiversa .

Noi riteniamo del tutto infondate le ac-cuse mosse dall'esecutivo al Parlamento.Non è che il Parlamento non voglia lavo-rare: non può farlo e porterò in propositoun esempio molto chiaro. Intendo richia-mare la vicenda dolorosa e non ancoraconclùsa del progetto di riforma dellalegge sanitaria .

Presentato all'inizio della legislatura daDonat-Cattin, il disegno di legge n . 19 —

credo lo ricordiamo tutti — fu giustificat ocon la necessità urgente di riformare u nsistema sanitario che non funziona, nonperché la legge n . 833 fosse pessima ,quanto piuttosto perché essa è rimastainapplicata . Contestualmente al disegno dilegge del Governo, però, al Senato fu pre-sentata una proposta di legge, di cui eraprimo firmatario il senatore Melotto, chenon fa parte di un gruppo di opposizionebensì della maggioranza. Le difficoltàdunque non erano nel lavoro parlamen-tare, ma all 'interno della maggioranza.

Successivamente cambia il ministro. Ar-riva De Lorenzo che pone nuovamente su lpiatto, e con urgenza, la riforma dellasanità. Il testo cambia e curiosament ecome entrée vengono utilizzati i NAS, cioè inuclei antisofisticazioni . Potremmo soste -nere che l'entrée serviva per dimostrare lagenuinità del piatto, ma questo non si èdimostrato poi tanto genuino, dal mo-mento che ha continuato a cambiare co-lore e sostanza e ciò non perché le opposi -zioni facevano ostruzionismo, ma perch éla proposta politica del Governo non eraconvincente e registrava grandissimi con -flitti all'interno della stessa maggio-ranza.

Rispetto a questa battaglia, non tant ocon l 'ostruzionismo quanto con propostepolitiche alternative al disegno di legge delGoverno, rivendichiamo di aver incisosulla fattibilità e credibilità del provvedi-mento, evidenziando anche i conflitti e ledifficoltà presenti nella maggioranza . Lanostra dunque è stata una contropropostapolitica non strumentale, sostenuta dascelte alternative sicuramente molto pi ùefficaci per il servizio sanitario nazio-nale .

Dunque non si può affermare che il Par-lamento non vuole lavorare . Esso potrebb eportare avanti tranquillamente il suo la-voro, ma ciò viene impedito tutte le volte incui la sua attività non è consona non a ibisogni del paese, ma alle scelte e alle prio -rità definite dall'esecutivo o a cfuelle che ,al l 'interno di questo, addirittura due solipartiti hanno determinato o patteggiato.

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Siamo di fronte ad un attacco moltopesante al Parlamento e al paese . In questitermini il voto di fiducia è una farsa e perquesto non parteciperò al voto (Applausidei deputati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Bianchi Beretta .Ne ha facoltà.

ROMANA BIANCHI BERETTA. SignorPresidente, colleghe e colleghi, esprimeròun voto di astensione sulla fiducia post asul mantenimento dell'articolo 4 e desi-dero qui motivare le ragioni della mia per-sonale valutazione .

La prima ragione trae origine dal fattoche il voto di fiducia così posto è strument oper far tacere le libere opinioni di ognun odi noi e quindi la libertà del Parlamento s uuna materia tanto importante e delicata .Vi sono però anche altre ragioni, alle qual ivoglio rifarmi brevemente .

L'articolo in questione non dà risposte aproblemi che ritengo cruciali, se vogliamodavvero con il nuovo ordinamento dell eautonomie locali affrontare la crisi dellenostre istituzioni elettive . Vanno sicura-mente rivisti contenuti, competenze e po-teri degli enti locali, ma al tempo stessodevono essere affrontate le ragioni veredella crisi della rappresentanza, del di -stacco sempre più grave tra cittadini, cit-tadine e istituzioni .

Tale distacco è particolarmente grave inrelazione agli enti locali, primo ed essen-ziale punto di riferimento per gli uomini ele donne che vogliono e sentono di dover epoter trovare nelle istituzioni risposte a iloro bisogni ed ai loro diritti . Sicuramentesono molte le ragioni di questo distacco edio, sia pure in modo molto sommario, vo-glio richiamarne alcune.

Molti uomini e molte donne nel nostropaese sentono che il rapporto tra elettori ,elettrici, eletti ed elette non può più esser efondato su una sorta di delega, a prescin-dere da luoghi e momenti di reale con-fronto e relazione. Un mandato che non siconnota per un reale rapporto tra elettoried elettrici, eletti ed elette, rischia di svuo -

tarsi di contenuto, di generare o accen-tuare la divisione tra politica e società, chetoglie valore alla prima, la riduce a rap-porto tra vertici di partiti e non la fa viverenel cuore e nella testa di milioni di uomin ie donne.

Intrecciare quindi la discussione su con-tenuti e forme delle istituzioni, in partico -lare su quelli del governo locale, è essen -ziale per restituire davvero senso e valorealla parola politica . Ciò mi pare particolar -mente urgente in base alla mia esperienzadi donna che opera all'interno di un'istitu -zione .

Tante donne nel nostro paese (ma nonsolo in esso) hanno posto con forza le que-stioni della rappresentanza nelle istitu-zioni, hanno prodotto una critica radical eai meccanismi su cui si fonda, hanno sol -levato con forza l'esigenza di un profondomutamento. Esse non solo si impegnanoalla formazione di una rappresentanza pa -ritaria, che rappresenta un problema d igrandissima rilevanza, ma pongono altres ìla questione che attiene al tipo di relazion esu cui deve fondarsi il mandato, al modo incui vanno ripensate tutte le istituzioni dellapolitica, che si fondano sul riconosciment odi un unico sesso, che si pretende neutro egenerale.

Vi è oggi quindi la necessità di rivederetutto il sistema elettorale, di rivederlo e diripensarlo anche a partire dal riconosci-mento della forza e del valore della sogget-tività femminile . Senza un reale riequili-brio dei diritti e dei poteri fra i sessi nell eistituzioni democratiche non si attua unareale riforma che investa anche le auto-nomie locali, né con riferimento ai conte -nuti né riguardo ai meccanismi elettoral iche connotano l'autonomia degli stess ienti locali .

Per i motivi che ho sommariamente ri-chiamato dichiaro il mio voto di astensionesulla questione di fiducia posta dal Go-verno sull'articolo 4 (Applausi dei deputatidel gruppo del PCI — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l'onorevole Binelli . Ne ha fa-coltà .

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Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

GIAN CARLO BINELLI . Signor Presidente ,intervengo per dichiarare e motivare i lmio voto di astensione, in dissenso dall aposizione annunciata dal gruppo comuni-sta .

Noi siamo in presenza di un abuso, daparte del Governo, di prerogative concer-nenti materie che la Camera ha riservatoalla sua competenza ; inoltre assistiamo aduna pesante iniziativa del Governo e dell amaggioranza per impedire la riformadell 'attuale sistema politico, che tutti riten-gono necessaria, ma che proprio in quest igiorni, in concreto, Governo e maggio-ranza vogliono bloccare. Il ricorso all anorma regolamentare che mi consente diintervenire è giustificato proprio dalla gra -vità istituzionale e politica dell'iniziativadel Governo e dalla necessità di denun-ciare al Parlamento ed al paese questostato di cose.

Quanto alla prima questione, cioèall 'abuso di prerogative proprie del Parla -mento, devo osservare che il voto di fiduci arichiesto dal Governo (e forse anche gl ialtri che interverranno nel corso dell ' iterdel provvedimento) riguarda una materia,quella elettorale, che non investe né il pro -gramma né la politica governativa .

Il voto di fiducia richiesto dal Govern oopera una vera spoliazione della Cameradelle sue prerogative, tra l 'altro — badatebene — in uno dei pochissimi casi in cui èancora ammesso lo scrutinio segreto dopola riforma del regolamento . Tutto ciò rap-presenta un fatto grave, per l 'oggi, ma rap-presenta anche un precedente pericolosoper il futuro, cioè per tutte le volte ch el 'Assemblea affronterà provvedimenti ch ein qualche modo riguarderanno la co-scienza dei deputati . Si vuole in sostanzaridurre il Parlamento ad un mero organ odi registrazione di accordi tra i segretar idei partiti di maggioranza, accordi su que lche c'è, ma anche su quello che non c'è ne iprogrammi del Governo stesso .

Non vi è alcuna giustificazione per l adecisione di chiedere la fiducia adottatadal Governo. Già altri colleghi hanno dettoche non siamo in presenza di alcun ostru -zionismo da parte delle opposizioni cheimpedisca al Parlamento di decidere; è

vero il contrario: al Parlamento è impeditodi decidere proprio della posizione dellaquestione di fiducia da parte del Governo.È in sostanza il Governo che vieta al Par -lamento di affrontare uno dei nodi fonda -mentali della riforma delle autonomie lo -cali e di votare su di esso .

Del resto, dell'abuso del Governo non c imostriamo preoccupati solo noi deputat icomunisti. Abbiamo letto in questi giorn idichiarazioni autorevoli di membri dellamaggioranza e della stessa democrazia cri-stiana che si sono pronunciati per l'impro -ponibilità della questione di fiducia pro-prio perché in questo caso essa non ri-guarda la politica ed il programma de lGoverno.

Altro che scarsa produttività del Parla-mento, dunque! La verità è che il Governo ela maggioranza non possono andar eavanti nell'esame del provvedimento percontrasti che sono al loro interno. Nonposso quindi non sottolineare anche io i lfatto che si vuole impedire non solo a noi,ma anche e soprattutto ai deputati dellastessa maggioranza, di esprimersi e di vo -tare su questa materia .

E questo l 'allarme che lanciamo conl'iniziativa che molti deputati comunist ihanno preso. Guai a noi se ammettessim ola costrizione delle coscienze per quant origuarda, appunto, i lavori del Parla-mento! Se passasse una simile imposta-zione, davvero potrebbe apparire chel'unica possibilità di riformare il sistemapolitico e di intervenire in una materiacome quella elettorale sarebbe quella d iricorrere al referendum, visto il bavaglioche il Governo tenta di porre al Parla-mento.

PRESIDENTE. Onorevole Binelli, i ltempo !

GIAN CARLO BINELLI. Concludo, signorPresidente .

Per quanto riguarda il merito della que-stione, è chiaro che la possibilità di rifor-mare il sistema politico partendo dai co-muni e dalle province, la possibilità diridare ai cittadini il potere di scegliere iprogrammi, gli schieramenti e il sindaco,

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la possibilità di avvicinare le istituzioni a icittadini, vengono messe in discussion edalla incapacità delle forze di maggio-ranza di trovare al loro interno una posi-zione reale di confronto con tutta l'oppo-sizione.

Per questi motivi — ripeto — il mio saràun voto di astensione (Applausi dei depu-tati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Bordon .

WILLER BORDON. Signor Presidente ,colleghi, intervengo in dissenso dal mi ogruppo, e proprio per sottolineare con piùvigore, con più decisione, le vere e propri eaberrazioni che abbiamo dovuto regi-strare tra ieri e oggi in quest 'aula, miasterrò dal voto .

Credo non sia esagerata la nostra affer-mazione che tra ieri ed oggi sono avvenut idue fatti di estrema gravità . Il primo at-tiene alla questione stessa dell'uso di u nistituto così delicato come il voto di fidu-cia. Ho preso atto con grande rispetto d iquanto sostenuto nel merito del regola -mento quest 'oggi e ieri dalla nostra Presi-dente. Pur tuttavia mi permetto di affer-mare che l 'accaduto è di una gravità inau-dita .

Non intendo addentrarmi nelle com-plesse questioni regolamentari che purehanno — lo ripeto — un loro concreto fon-damento. Vorrei piuttosto — perché mipare che di questo soprattutto si tratti —sollevare il problema sostanziale, che è poiil pericolo — ma mi domando se si poss aancora parlare soltanto di pericolo o nondi fatti che stanno già verificandosi ripetu-tamente — che in tal modo si corre divedere sostanzialmente abbassati i livell idi partecipazione e di decisione di questoParlamento .

Già molti colleghi hanno sottolineatoche proprio i cambiamenti intervenuti conle modifiche sul voto segreto e l'esigenza disalvaguardare un principio fondamental ecome quello della libertà di coscienza nonpotevano e non dovevano consentire un

uso tanto spregiudicato di un istituto cos ìdelicato. Se dovessimo accettare che ci òpossa avvenire — e vi è il pericolo che giàda domani si ripeta — allora davvero s imodificherebbero nel profondo quei rap-porti delicati tra i diversi livelli istituzio-nali .

Se qualcuno cioè vuole sconvolgere ilcorretto rapporto, che sta scritto nellaCarta costituzionale, tra il potere esecutivoe quello legislativo, innanzi tutto deve sa -pere che avrà una dura e forte opposi-zione, non soltanto in quest'aula, ma — i one sono certo — anche nel paese .

E poi, se per davvero vuole farlo, pe rfavore almeno — onorevole Presidente ,signori della maggioranza e del Governo ,bandiamo le ipocrisie — lo dica e lo facci achiaramente. Del resto c'è già stato qual-cuno che ha provato a definire quest'aiul asorda e grigia : credo che tutti ricordiamocome sia finito .

Penso, per concludere, che non si possatralasciare l'altro elemento, che è di conte-nuto. La scelta del buon governo deveessere riconsegnata ai cittadini . Già moltilo hanno detto: occorre che per davvero sipongano i cittadini in grado di indicaredirettamente i livelli esecutivi, le maggio-ranze ed i programmi, non costringendolicioè a votare al buio e a vedere il loro vot oridotto a pura merce di scambio di unaparte della classe politica .

Io voglio, per non impiegare più de ltempo consentito — volevo farlo, per laverità — rivolgermi ai colleghi della mag-gioranza che però non mi pare brillino perla loro presenza. Lo faccio sperando ch equalcuno per lo meno legga quello chequesta sera sia io sia molti altri collegh istiamo affermando. Desidero ricordare u nepisodio che mi è capitato l'altro ieri : nelcorso di un dibattito a Telepadova ho af-frontato insieme con il senatore Lipari u naltro tema, quello della regolamentazion edel servizio radiotelevisivo . Ebbene, Lipariha ricordato che in un momento partico-lare della passata legislatura egli ebbe i lcoraggio, di fronte ad una scelta grave, dinon votare la fiducia al Governo, pur ap-partenendo alla democrazia cristiana . Mipare che Lipari abbia in questi giorni ripe-

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tuto che se così si ritenesse di dover farenuovamente, ripeterebbe il suo gesto .

Voglio sperare che molti altri collegh idella maggioranza, anche in quest 'aula,sapranno fare lo stesso, perché è in giocoqualcosa di più dei semplici interessi per-sonali o di partito: è in gioco — e co nquesto concludo — la dignità di ognuno dinoi, ma soprattutto quella delle Assembleeelettive, a cominciare dalla Camera deideputati e dall'intero Parlamento (Ap-plausi dei deputati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazine di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l'onorevole Strumendo. Neha facoltà .

Lucio STRUMENDO . Signor Presidente,l 'onorevole Occhetto ha svolto questa seraconsiderazioni importanti e difficilmentecontestabili . Ho ricavato da esse l 'esigenzaforte di non eludere e di non rinviare unaquestione, anzi la questione di grande rile -vanza democratica per il nostro paese :quella elettorale e della rappresentanza .

La crisi delle istituzioni rappresentative ,infatti, è sicuramente crisi di efficienza ,ma è anche crisi delle forme, del consensoe della rappresentanza . Ogni tentativo divoler forzatamente distinguere e separarel 'una cosa dall'altra, ogni iniziativa volta adisconoscere la contestualità dell 'una edell 'altra non possono che essere interpre -tati come una forzatura, come una ma-novra politica ispirata ad una precisa lo-gica di conservazione degli equilibri d ipotere consolidati, delle rendite di posi-zione, della pratica di invasione dei partit isulle regole della sovranità popolare, ch enon consente ai cittadini di esprimersi con -testualmente su programmi, uomini eschieramenti .

Ritengo tuttavia che vi siano fondateragioni per esprimere una differenzia-zione, una distinzione se non di merito cer-tamente di tono nei confronti delle affer-mazioni fatte dall 'onorevole Occhetto. Edè questo il senso, signor Presidente, dell amio atteggiamento, che vorrei illustrarebrevemente.

La principale considerazione che vorrei

svolgere riguarda il rapporto fra la ma-teria elettorale e la disciplina degli statuti ,prevista dall'articolo 4, sul quale il Go-verno ha posto la questione di fiducia .

Non sono convinto che il modo migliore ,la strada maestra per dare al nostro paeseuna nuova legislazione in materia eletto-rale, capace di garantire stabilità, traspa-renza e rappresentatività agli enti locali ,sia quella indiretta di passare attraverso l ariforma delle autonomie statutarie. La viaprincipale e lineare e sicuramente quelladi una esplicita e contestuale adozione d inorme elettorali nel momento in cui s iaffrontano le questioni dell 'ordinamento.

Ma — ed è questo il punto — Governo emaggioranza non hanno consentito tuttoquesto. Qui da parte del Governo e dellamaggioranza si è sicuramente fatto, e se-riamente, per mesi e mesi, un ostruzio-nismo strisciante . La maggioranza h abloccato prima in Commissione e poi i nAssemblea una discussione seria ed un adecisione attesa dal paese e condivisa d alarghi strati della maggioranza ; ha succes-sivamente bloccato, con la posizione dell aquestione di fiducia, il libero confrontoparlamentare .

E un errore grave, è una decisione nega-tiva che non solo priva delle proprie pre-rogative il Parlamento sovrano, sottraen-dogli una parte delle sue libertà e dei suoipoteri, ma impedisce anche che il nostropaese si ammoderni per tempo, al fine didare alle istituzioni rappresentative local ila giusta dimensione europea .

Onorevoli colleghi del Governo, vi siet eassunti responsabilità enormi verso ilpaese, i comuni e il Parlamento! Avet einnalzato un muro non solo per arginar elibere e motivate opinioni dei deputat idell'opposizione, ma anche per arginare elimitare le opinioni di molti deputati dellamaggioranza, che già liberamente si eran oespressi .

Signor Presidente, sono queste le ragion iin base alle quali ho sentito il dovere dimanifestare il mio disagio, la mia protesta ,di esplicitare insomma la ribellione di u nparlamentare tra i tanti che si sente ferit onelle sue prerogative .

Il segretario del nostro partito, onore-

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vole Occhetto, ha ritenuto di concludere i lsuo intervento preannunciando il voto ne-gativo sulla fiducia richiesta dal Governo .Io ho avvertito l'esigenza di testimoniare inmodo diverso il mio dissenso, e. per questopreannuncio la mia astensione dal votosulla questione di fiducia . La mia vuoleessere una astensione che non attenua cer -tamente le ragioni della critica, maesprime anche il malessere e il disagio peruna sostanziale espropriazione di preroga -tive, di sovranità e di responsabilità . (Ap-plausi dei deputati del gruppo del PCI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Bruzzani. Ne hafacoltà .

RICCARDO BRUZZANI . Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, intendo dichia-rare la mia decisione di astenermi dalvoto.

Se è vero che la gravissima scelta com-piuta dal Governo rende giusto e doveros outilizzare tutti i mezzi consentiti dal rego-lamento per denunciare la situazione nell aquale si trova il Parlamento, è altrettant overo che ognuno con grande franchezzadeve manifestare la propria opinione .

Le Assemblee parlamentari — e non d aora — non sono più la sede delle decisioni ,in quanto il loro ruolo è ridotto a dare unainvestitura ai governi e a ratificare le scelt ecompiute altrove . Non soltanto non si fa lariforma elettorale, ma addirittura non s iconsente di discuterla nel concreto inquesta sede. Le riforme istituzionali ,quelle vere e serie, è molto difficile pen-sare che potranno giungere in porto . Lacriminalità in molte parti del paese, com'èstato detto, è più forte dello Stato; e chi hadato dimostrazione di voler lottare controla criminalità, come la giunta Orlando ,viene costretto ad andarsene .

Verso la politica, in molti casi ridotta alottizzazione e a scambio, cresce la sfidu-cia; ma anziché agire per varare la riformaelettorale in modo da recuperare fiducianel rapporto istituzioni-cittadini, si agisc eesattamente in senso contrario. Non siriesce a fare alcuna riforma né dell'ammi -

nistrazione, né del fisco, né della scuola, nédell'università, né dello Stato sociale . Né sirisana il debito pubblico, perché esso èmezzo e strumento per mantenere questosistema di potere; infine, non si persegu euna nuova qualità dello sviluppo e unanuova politica per il Mezzogiorno e l 'occu-pazione. Vanno avanti, invece, processi d iconcentrazione dei poteri nell'economia ,nella finanza, nell'informazione, e di fattoforze decisive della maggioranza si oppon-gono a che si stabiliscano rigorose regoleper disciplinare democraticamente tali po -teri .

C'è una parte della società, quella emar-ginata, che è sempre più esclusa, semprepiù silente, sempre più inascoltata ; ci sonodiritti dei cittadini che non sono rispettati.Altro che trionfalismo per l'azione diquesto Governo, quel trionfalismo manife -stato largamente poco tempo fa, fino aprima di Natale, dal Presidente del Consi-glio !

Cosa deve fare, dunque, non solo I'oppo-sizione, ma anche ogni singolo parlamen-tare? Cosa dobbiamo fare dunque di frontead un Governo che impedisce in primoluogo ai deputati della sua maggioranza ea tutta l'Assemblea persino di discutere l adisciplina dei meccanismi elettorali per gl iorgani comunali, e cioè di discutere seincludere la materia elettorale nell'auto-nomia statutaria dei comuni, nel rispettodei limiti definiti dalla legge nazionale ?

La questione, lo sappiamo, è sul tappetoda molti mesi. Non è affatto vero che si amancato il tempo: si poteva con comoditàesaminare e approfondire la materia. Laverità è che non si vuole affrontare inquesta sede il problema delle riforme elet-torali per i comuni. La verità è che si vuoleimpedire un voto libero del Parlamento ne lrispetto della libertà di coscienza di ognicollega. E ciò perché si teme, certo, che l amaggioranza non regga in riferimento agl iemendamenti presentati dai deputati ap-partenenti alla maggioranza stessa, ma so -prattutto perché si vuole difendere ad ogn icosto questo sistema di potere.

Non siamo noi, quindi, che facciamol'ostruzionismo: è semmai il Governo ch eimpedisce alla stessa maggioranza di pro-

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nunciarsi e che pretende di varare la ri-forma delle autonomie locali senza affron -tare in modo contestuale la questione rela -tiva alle norme elettorali . Non è possibil eaccettare questo, così come non è possibil eaccettare che la nostra Assemblea, ch edev'essere libera, sia costretta a rinviare ladiscussione di un argomento soltant operché da parte di alcuni si intende assu-mere delle scelte fuori di qui per poi im-porle ai parlamentari, il cui compito di-venta così esclusivamente quello di ratifi-carle .

Cosa si chiede quindi a noi e — vogliosperarlo — ai colleghi della maggioranza ?Cosa si può chiedere di diverso da quelloche stiamo facendo? Noi avremmo volutodiscutere e votare : naturalmente saremmostati sconfitti, perché la maggioranza ha inumeri per respingere le proposte sullequali non è d 'accordo .

Ma la legge di questa Assemblea è discu -tere e votare; e impedire questo con i lporre la questione di fiducia è lesivo no nsoltanto di un nostro diritto quale opposi-zione, ma del diritto di decidere in questalibera sede mettendo in discussione fonda-mentali principi di libertà .

Per questi motivi ribadisco la mia asten -sione dal voto che, come molti colleghihanno motivato, è espressione dell' im-pegno di un 'opposizione democraticacontro l'ostruzionismo antidemocratic odel Governo . (Applausi del deputati de lgruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Barbieri . Ne hafacoltà .

SILVIA BARBIERI. Signor Presidente ,anch'io con il mio intervento intendo dis-sentire dalle posizioni espresse dal mi ogruppo ed anticipare un 'astensione dalvoto, un rifiuto a partecipare ad un ritualeavvilente che qui si vuole imporre al Par -lamento, in un contesto che presenta ca-ratteristiche di maggiore gravità rispetto atanti precedenti, quelli ai quali i Govern iche si sono succeduti ci hanno purtroppoabituato.

Oggi abbiamo assistito ad un'impegnatadiscussione circa l 'ammissibilità, in ter-mini regolamentari, del voto di fiducia inmateria elettorale, circa la legittimità di u ncomportamento che di fatto impedisce a lParlamento di esprimersi a voto segreto sumateria per la quale il nuovo regolamentodella Camera mantiene il voto segreto.

Al di là delle ottime ragioni che qui son ostate invocate a sostegno di tale inammis -sibilità sul piano regolamentare, credo siadel tutto evidente che l'imposizione diquesto voto di fiducia è inammissibile sulpiano della correttezza politica ed istitu-zionale . Ed è ben triste e grave che si cer-chino coperture regolamentari a compor-tamenti che violano le regole profonde ch estanno alla base dei rapporti tra i poter idello Stato, tra Governo e Parlamento perrealizzare l 'ennesima prevaricazione delpotere esecutivo sul potere legislativo .

E una decisione tanto più grave perchénon viene assunta dal Governo per soste -nere una sua proposta, ma al contrario perimpedire la discussione su proposte avan -zate da parlamentari che appartengono amolti gruppi politici, anche della maggio-ranza. Siamo di fronte ad una fattispecie divoto di fiducia che a me sembra del tuttonuova. E questa una fiducia-censura, è unbavaglio messo al Parlamento per impe-dirgli di discutere e forse, se la maggio-ranza dei parlamentari lo volesse, di inno-vare in materia di regole elettorali per icomuni, per impedire che si percorra unavia tesa a rinnovare profondamente il rap -porto tra cittadini ed istituzioni, a ridaretrasparenza e chiarezza alle modalità d iformazione degli organi di governo degl ienti locali e a sottrarre tali decisioni allelogiche spartitorie, per restituirle alle elet-trici e agli elettori, a rivitalizzare il prin-cipio di rappresentanza e a dare per quest avia governi forti, autorevoli e stabili ai co-muni .

E stato ricordato da molti l'impegnopubblicamente e formalmente assunto epiù volte ribadito dal Presidente del Consi -glio Andreotti di limitare al minimo i lricorso al voto di fiducia e alla decreta-zione d'urgenza, in rispetto alle preroga-tive parlamentari ed alle regole costituzio-

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vali. Il Presidente del Consiglio si è smen-tito da sé ed in maniera lampante ; e d'altraparte aveva già trovato qualche giorno faun autorevole interprete delle sue real iintenzioni nel vicesegretario del partitosocialista, onorevole Tognoli, che ha defi-nito quelle dichiarazioni «solo un doveros oomaggio al Parlamento».

All'omaggio formale infatti ha fatto se-guito una gravissima espropriazione so -stanziale, uno strappo grave alle regoleistituzionali, proprio per impedire l 'avviovero di quel processo di riforme che vien einvocato da tutti a parole, ma negato d aquesta maggioranza nei fatti .

Doppiamente grave, quindi, il moment oche stiamo vivendo, perché si «sfregia» i lpotere del Parlamento, perché si blocca u nimpulso riformatore, perché si adotta u nsistema che un Governo tanto debole cert otornerà ad utilizzare in vista di altre pros-sime delicate scadenze politiche .

Questi i motivi, Presidente, di una pro -testa che non è sterile e fine a se stessa, macerca da questi banchi di richiamare l'at-tenzione del paese sulla necessità di difen -dere fino in fondo le regole fondanti dellanostra democrazia (Applausi dei deputatidel gruppo del PCI — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Bulleri. Ne hafacoltà .

LUIGI BULLERI . Signor Presidente, col -leghi, anch'io dichiaro che mi asterrò nellavotazione sulla fiducia posta dal Governo.Questo atteggiamento vuole prima di tutt oessere la protesta veemente di un parla-mentare comunista che si ritiene liber ocontro un atto del Governo e della maggio-ranza da molti giudicato illegittimo, certa -mente antidemocratico .

Ponendo la fiducia sull'articolo 4, il Go-verno ha inteso impedire al Parlamento d ipronunciarsi su una proposta legittima -mente avanzata, che l'opposizione aveva i ldiritto non solo di presentare, ma di farvalutare e votare .

Con la posizione della fiducia si coarta inmodo ostentato la volontà dei parlamen-

tari della maggioranza che in coscienzaavrebbero approvato la proposta emenda-tiva avanzata dal gruppo comunista e d aaltri gruppi della sinistra . Questi colleghisaranno costretti a votare la fiducia, do-vranno subire il potere prevaricatore dell esegreterie dei partiti della maggioranza, lequali — non dimentichiamolo — hannofatto scrivere ieri sui giornali che il Parla -mento non funziona e non è in grado ditenere il passo del Governo .

Queste segreterie non hanno pudore nelcolpire oggi, dopo quelle dichiarazioni, i lfunzionamento dell'Assemblea e la vita de -mocratica del Parlamento, pur di soprav-vivere nell 'incerto equilibrio di potere chele tiene insieme .

Non è la prima volta che ciò accade, e delresto questo fatto conferma ulteriormentela concezione dei partiti di maggioranza i nordine all'abolizione del voto segreto, allamodifica dei regolamenti ed alla vit adell'Assemblea .

In questa chiave la maggioranza nonvuole considerare, per la sua miopia, i ldistacco sempre più profondo determina-tosi tra cittadini e istituzioni e l'urgenza d icolmarlo con misure e riforme adeguate .

In questa crisi di credibilità, di fiducia ,di partecipazione, le autonomie locali sonoesposte in prima fila, proprio perché son oquelle più a contatto con la gente e con isuoi bisogni.

Senza la riforma della finanza locale ,senza i provvedimenti che da anni avreb-bero dovuto essere adottati, stante l'incre -dibile sfilza di decreti annuali che hannogradualmente ridotto le risorse a disposi-zione delle autonomie locali, è difficil emantenere credibilità. Certo le autonomienon sono in condizioni di soddisfare bi-sogni ed esigenze essenziali senza una ri-forma del loro ordinamento, senza nuovipoteri; esse non possono, nelle attuali con -dizioni, che subire questa crisi ed essernecoinvolte.

Proprio in questo elemento registriamoperò — siamo tutti d'accordo — l'esistenz adi un'evoluzione favorita da meccanismielettorali e di gestione, che determinan oessi stessi il crearsi di centri di potere, d ipolitiche clientelari, che cominciano addi-

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rittura dal patteggiamento del voto e dell epreferenze, da promesse che non sono le-gate ai programmi, da atteggiamenti che siripercuotono sulla formazione delle mag-gioranze, sul loro funzionamento, sullastabilità delle amministrazioni .

Come sindaco, già qualche anno fa ebbimodo di accorgermi di come si comincias-sero ad avvertire i primi segni di questasituazione. La nostra proposta, quellaavanzata con i nostri emendamenti e più ingenerale secondo la nostra concezionedella riforma elettorale, vuole sopperire aquesto fatto; vuole introdurre, a fronte deifattori di peggioramento della situazione ,elementi di trasparenza, di importanza de -cisiva, sui programmi che gli elettori son ochiamati a votare e sui quali le autonomi elocali devono poi lavorare; vuole assicu-rare che gli uomini che devono governar egli enti elettivi siano quelli proposti com e,tali al giudizio degli elettori .

Allo stesso tempo si vogliono responsa-bilizzare in modo serio i partiti ed assicu-rare glì spazi necessari anche a coloro chenon sì riconoscono in essi .

Per questi e per altri motivi confermo l amia astensione dal voto, come segno d iprotesta per l 'atteggiamento assunto dallamaggioranza ed in primo luogo dal Go-verno. (Applausi dei deputati del gruppo delPCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l'onorevole Fachin Schiavi .Ne ha facoltà .

SILVANA FACHIN SCHIAVI . Signor Pre-sidente, colleghi, è incongruo e contraddit -torio che il Governo, e in particolare il Pre -sidente del Consiglio, censuri le lentezze edi ritardi dei lavori del Parlamento e la man -canza di produttività che caratterizze-rebbe la nostra attività, quando poi ven-gono adottati strumenti come la questionedi fiducia che — permettetemi di dirlo —devono essere considerati vere e propri eforme di ostruzionismo poste, anzi impo-ste, dall'esecutivo, che impediscono difatto a questa Camera di lavorare, produ-

cono una situazione di paralisi e determi-nano, come vediamo, la stagnazione dellanostra attività .

Ho scelto un modo diverso per espri-mere il mio dissenso, la sfiducia, rispetto aquello adottato dal segretario del mio par -tito. Non partecipando al rito del voto, equindi astenendomi, mi sembra di darealla mia protesta un più alto e marcat ovalore simbolico. Protesto con la massimaenergia contro l'inaudita gravità della de-cisione adottata dal Governo di porre laquestione di fiducia in una materia, quellaelettorale, che come è stato detto i nquest 'aula non solo è pertinente al provve-dimento di riforma delle autonomie localima ne costituisce il tratto distintivo, l 'ele-mento portante .

Quella presa dall'esecutivo è una deci-sione gravissima, sia sul piano politico siasu quello istituzionale, signor Presidente ,poiché impedisce il pieno dispiegarsi deldibattito in questo ramo del Parlamento einibisce l'esercizio del voto libero ed auto-nomo di ciascun deputato .

Ritengo che questo atto rappresenti unvero e proprio attacco alla libera dialettic adel Parlamento e tenda a mortificarne l eprerogative e a vanificarne il ruolo . Sitratta di un'operazione che definirei unatto di imperio, teso a chiudere tutti ivarchi del possibile dissenso; un atto diimperio che vuole dimostrare l'irrilevanzadelle opposizioni, anche di quelle internealla maggioranza, delle opposizioni che s imanifestano all'interno del Parlamento enel paese.

Dirò di più : mi pare che si voglia instau-rare un sistema di regole perverse per cui i lParlamento non può discutere questioniche non abbiano preventivamente otte-nuto l'assenso e che non siano frutt odell'accordo del Governo e della maggio-ranza. Ritengo che manifestare sdegno edesprimere ferma riprovazione sia un pre-ciso diritto di ogni cittadino ed un priori-tario dovere degli eletti e delle elette dalpopolo che siedono in quest'aula .

Come membro del gruppo comunista eportatrice di un mandato frutto di libere edemocratiche elezioni, sento vivo ed irre-frenabile il bisogno di esprimere questo

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sdegno per l'attacco portato all'istituto de lParlamento e alla democrazia . Comedonna comunista, che ha qui anche il com-pito primario di battersi perché siano ri-spettati i valori della differenza e del plu-ralismo delle credenze, delle opinioni edelle posizioni, denuncio come un soprusoinaccettabile il tentativo di omologazion eoperato da questo esecutivo che annulla lediversità, appiattisce i pensieri e le idee ,ossifica la democrazia rimuovendo il Par -lamento, quasi che fosse un ingrombro .

Quella che facciamo non è dunque unaprotesta sterile ma rappresenta un allarmeche vogliamo lanciare al paese perchél'opinione pubblica colga la gravità de lmomento e si opponga fermamente ad unatendenza ormai molto evidente che mira atravolgere le istituzioni democratiche de lnostro paese (Applausi dei deputati de lgruppo del PCI) .

PRESIDENTE . Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Petrocelli . Ne hafacoltà .

EDILIO PETROCELLI. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, dichiaro che m iasterrò dal voto e cercherò di personaliz-zare' il mio dissenso verso questa legge equesto Governo, segnalando una larga op -posizione che nasce dal corpo vivo dellasocietà e dall'interno delle istituzioni .

Nel marzo prossimo un autorevole espo -nente del Governo verrà ad Isernia pe rfesteggiare i galloni di capoluogo, ottenut isolo 20 anni fa vincendo lo «spareggio» conaltri 30 comuni che attendevano ed atten -dono questa legge per essere chiamat icittà. Voglio perciò anticipare all 'oratoreufficiale alcuni effetti della mancata ri-forma dell'ente intermedio, che le vecchiee nuove province avevano sperato di otte -nere, che il Governo aveva promesso e chela presenza della regione aveva accele-rato .

Il . primo effetto è la dilatazione de lcentro urbano, sotto la spinta di nuove esi -genze e di ipotetici sviluppi non quantifi-cati o programmati, per cui arriva la par-rocchia ma non la scuola, la strada ma non

il verde, i parcheggi ma non il servizio dinettezza urbana. Il secondo effetto è che i ltrasferimento dello Stato-apparato, in as-senza di finanziamenti e di aree per gl iuffici pubblici, tiene la provincia «ad equocanone». La cosa più strana è che l'anima«nobile» (anche qui le virgolette sono d'ob-bligo) dello Stato — prefetto e questore —non è riuscita (in vent 'anni, ripeto) a co-struire il palazzo sede delle proprie atti-vità.

La gestione politico-amministrativa,monopolizzata dalla democrazia cristiana ,ha fatto registrare una serie di crisi chehanno impedito di dare risposta alle esi-genze dei cittadini, i quali chiedono servizi ,stabilità, efficienza, trasparenza, rispettodei programmi e certezza delle decisioniamministrative . Francamente pensavamoche questa poteva e doveva essere l'occa-sione per dare più potere agli enti locali,ma anche e soprattutto per restituire rap -presentanza ai cittadini e per democratiz -zare il sistema elettorale.

Appare chiaro, quindi, che la richiestaostruzionistica di porre la fiducia tende adimpedire una riforma organica e costring emoltissimi deputati della maggioranza a dossequiare il «CAF», impedendo loro d iproporre norme relative all'elezione di -retta del sindaco. Il nostro modo speciale,per così dire, di votare tende ad incorag-giare coloro che credono nel sistema dell eautonomie: invitiamo costoro a riprenderela battaglia dopo il voto di fiducia (Ap-plausi dei deputati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro -prio gruppo, l 'onorevole Forleo. Ne ha fa-coltà .

FRANCESCO FORLEO. Signor Presidente,mi spiace di dover annunciare il dissens odal mio gruppo e avverto fin d'ora che m iasterrò dal voto.

La nostra istituzione non solo sta diven -tando estranea ai cittadini ma rischia — i nseguito al comportamento della maggio-ranza — di risultare estranea anche a noiparlamentari . Mi è sembrato che alcunicolleghi della maggioranza' abbiano ten-

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tato di trovare talune ragioni di incontro ;ma anche su ciò la maggioranza non èd'accordo. L'onorevole Cardetti, infatti, h afatto riferimento al provvedimento sulleautonomie locali lamentando la lunghezz adei tempi, mentre l 'onorevole Gitti ha in-travisto un tentativo da parte nostra di per -correre scorciatoie. Anche su tale punto ,quindi, la maggioranza non è d'accordo .

Tutto ciò evidenzia un contrasto pro -fondo, una fibrillazione preoccupante perle sorti del paese . La maggioranza, nono-stante tutto, non è in grado di difendersidalle beghe e dai contrasti interni .

E da voi, colleghi della maggioranza, ch earriva quest 'atto di ostruzionismo, di oc-clusione del libero confronto in Parla -mento. Ciò avviene dopo momenti gravi.Credo che non sia possibile non notar ecome fin dall'inizio, nel funzionamento de lParlamento, della Camera in particolare,vi sia stato un tentativo di dividere, di sepa -rare, di alterare lo svolgimento di una atti -vità unitaria, pur in una sede dove giusta -mente e legittimamente ci si deve confron -tare. Non ci siamo trovati in una palestr anella quale misurare la capacità di pro -posta in relazione alle reali esigenze deicittadini; non si è trattato di una sede dicompetizione leale, ma si è cercato conti-nuamente di non tener conto delle neces-sità della gente, dei cittadini, che possonocomprendere e trovare nel l 'attività del Go-verno, seppure complessa, le risposte ch eattendono.

Vi è una ricerca disperata — è questal 'ennesima prova — di alterare addiritturale regole del gioco. Tutto ciò nasconde lapovertà di contenuti in cui si dibatte l amaggioranza .

Ci si assume in tal modo una graveresponsabilità, non soltanto nei confront idelle istituzioni ma anche, ripeto, nei con -fronti del cittadini. Si sta infatti consu-mando un'inutile e non convincente esibi -zione di forza in un rapporto già moltologoro, un'esibizione che mi preoccupa .Attenzione colleghi, perché se vi è qual-cuno che pensa o si illude di poter ritorcer el'insoddisfazione della gente contro qual-cuno, credo abbia sbagliato i propr iconti .

L'ondata di malessere rischia di travol-gerci, di investirci tutti . Vi è una preoccu -pante cecità che ci impedisce di coglier equanto accade nelle nostre città e investe inostri concittadini . E, se non vi fosse stat oquesto assurdo, inutile, pericoloso veto,avremmo voluto parlarne .

Mi sia consentito rilevare con franchezzache volevamo aiutarvi — e non disperoancora che ciò possa avvenire — a cono-scere la gente che vive nelle nostre città e chetroppo spesso molti illustri colleghi dell amaggioranza vedono dall 'alto dei propri eli -cotteri o protetti da nugoli di poliziotti, an -nunciati, come sempre più spesso accade ,dal sinistro suono delle sirene. Volevamoandare oltre i segni del potere, affrontare iproblemi della mafia, mettere le mani nelledisfunzioni delle amministrazioni locali, ri-pristinare il potere dello Stato, delle istitu -zioni in generale e non di una loro parte . Ditutto ciò avremmo voluto discutere e — cos aancora più grave — avrebbero voluto farl omolti colleghi della maggioranza nei cuiconfronti, come in un rito satanico, la mag-gioranza stessa ha posto questo veto, in un aspirale che non riuscite più a controllar e(Applausi dei deputati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro -prio gruppo, l'onorevole Nappi . Ne ha fa-coltà .

GIANFRANCO NAPPI. Signor Presidente ,che cosa dire? È proprio vero che il re ènudo. Con la scelta della posizione dell aquestione di fiducia sull 'articolo 4 delprovvedimento in esame il Governocompie un atto grave, di palese violazion edei diritti fondamentali di ciascun parla-mentare e del Parlamento nel suo in-sieme.

Una tale manifestazione di forza, unasimile esibizione di muscoli (come ho ap-pena rilevato, il re è nudo) è la più pales edimostrazione di impotenza e di debo-lezza. Dove non arriva la forza delle idee edelle strategie politiche innovative (de lresto quale capacità innovativa si potrebbechiedere ad un Governo che evoca fin nellasua massima espressione, appunto il suo

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Presidente, l'immagine di un poteresempre uguale a se stesso, quasi pietrifi-cato), che non vi sono, arriva invece il vin -colo di maggioranza, la costrizione, l'avvi -lente debolezza di un ordine di scuderia .

Tuttavia, sono in qualche modo grato a lGoverno per questa operazione-verità ; ed èin ragione di ciò che mi asterrò dal voto .

Si tratta di un'operazione-verità che d àun colpo, spazza via un ingente accumul odi falsità politiche e di mistificazioni ve-nute via via crescendo, soprattutto i nquesti ultimi tempi, generato da esponent idiretti o indiretti del Governo e della mag -gioranza .

Sono corsi fiumi d'inchiostro e di paroleper dire che il Parlamento blocca, intral-cia, rallenta un'incalzante, briosa, tambu -reggiante attività del Governo, e che ètempo di approvare riforme istituzionali .Del resto, si sa che politici briosi e riforma -tori convinti siano uomini come Gava, An -dreotti, Misasi e Forlani ?

La posizione da parte del Governo dell aquestione di fiducia, volta ad impedire cheil Parlamento possa discutere e deliberareuna riforma istituzionale, è la dimostra-zione più evidente, la prova più provata ,che l'unico blocco delle riforme volto adisciplinare una maggioranza che sta an -dando a pezzi e che sta mandando a pezzi i lpaese, l 'unico ostruzionismo viene dal Go-verno, del quale il paese quanto prima silibererà, tanto meglio sarà .

Comunque, l'invito responsabile chevorrei rivolgervi è quello di non tiraretroppo la corda, perché, citando un auto -revole esponente della stessa maggioranz agovernativa, «tanto va la gatta al lardo checi lascia lo zampino» .

La nostra lotta andrà avanti e (mi scuse -ranno i compagni e le compagne del miogruppo per la seconda colta citazione delmedesimo autorevole esponente dellamaggioranza), «se son rose, fioriranno» . . .(Applausi dei deputati del gruppo delPCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare perdichiarazione di voto, in dissenso dal pro -prio gruppo, l 'onorevole Cannelonga . Neha facoltà.

SEVERINO LUCANO CANNELONGA. Si-gnor Presidente, onorevoli colleghi, nonparteciperò al voto di fiducia imposto da lGoverno alla Camera, ma non certo pe rsottrarmi ad una valutazione sul Govern oAndreotti e sulla sua maggioranza . Anzi, èproprio attraverso l'astensione che in-tendo sottolineare un giudizio estrema-mente critico, negativo, sulla coalizioneche ha governato il paese in questi ultim isei mesi .

Siamo davvero in una situazione para -dossale e di serio pericolo per la democra -zia: da un lato, cresce nel paese, tra i citta -dini, un malessere, una critica verso le isti -tuzioni ed il Parlamento, dall'altro, con-temporaneamente, cresce una rinnovatavolontà di partecipazione, specie tra l enuove generazioni . Si rifletta su quanto staavvenendo nelle università italiane inquesti giorni ; si pensi a quanta gente èpronta a firmare un referendum di valorelocale o nazionale e a tanti altri segnali ch eogni giorno provengono da vari settor idella società. Si eleva la sensibilità per ilvalore dei diritti di cittadinanza, si raf-forza il tessuto dell 'associazionismo e de lvolontariato .

D 'altra parte, questa maggioranza nonsolo non raccoglie organicamente tal ispinte al rinnovamento del nostro sistemapolitico ed istituzionale, ma — cosa se pos -sibile ancora più grave — nel momento incui l'opposizione di sinistra fa uno sforzocorretto e concreto per contribuir eall'avvio di una riforma del sistema eletto -rale e amministrativo (condizione essen-ziale per realizzare un riavvicinamento de icittadini alle istituzioni locali attravers ol'affidamento ad essi di un effettivo poter edi scelta dei propri amministratori)blocca, con l'imposizione del voto di fi-ducia, ogni possibilità di reale confronto edi libera espressione del Parlamento .

Se a questo si aggiunge il clima comples -sivo venutosi a creare nel nostro paese i nseguito alle scelte operate negli ultimi mesida questa maggioranza in settori delicat icome quello dell'informazione, della giu-stizia e dell'economia, si può comprender eil perché del diffondersi di un allarmedemocratico tra tanti lavoratori, cittadini,

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giovani, donne, organizzazioni politiche,sociali, culturali e sindacali .

Si tratta dunque di un giudizio negativosu questo Governo per il merito comples-sivo del provvedimento in discussione (ch enon rappresenta affatto una riforma dell eautonomie e degli enti locali), nonché perl 'arroganza e la cecità dimostrate nell'im-pedire ogni possibilità di lavorare e di deci-dere qualsiasi cambiamento del nostro si-stema elettorale .

Ma a questo punto, guardando ai pro-blemi complessivi del paese, il giudizi onegativo diventa ovviamente più totalesulle scelte e sulla politica portata avant idalla maggioranza pentapartita guidat adall'onorevole Andreotti . Penso al Mezzo-giorno, al divario sempre più grande che s iva realizzando tra questa parte del paese(in termini non solo di occupazione e d ireddito, ma anche di servizi, di strutturecivili, sociali e culturali) ed altre zone d'Ita-lia .

Si sta cercando, con caparbietà, di rega -lare migliaia di miliardi a Gardini, ma s inegano risorse finanziarie per lo sviluppodel Mezzogiorno e non si realizzano sceltechiare e precise per i giovani disoccupatidel sud. Intanto cresce, si rafforza e s iorganizza sempre di più e sempre megli ola criminalità .

La Puglia, regione meridionale da tutt isempre ritenuta una realtà importante ,sana e produttiva, viene oggi indicata dall aCommissione parlamentare d'inchiest asul fenomeno della mafia e sulle altre asso -ciazioni criminali come una regione aforte rischio quanto alla possibilità dell'af-fermazione di poteri criminali di stampomafioso e camorristico . La Puglia è orma ial quarto posto nella triste graduatori adegli omicidi a seguito di fatti criminosi edi altri reati, dopo la Campania, la Sicilia ela Calabria .

Sarebbe perciò preferibile che il mini-stro dell ' interno sprecasse meno temponell'opporsi al realizzarsi di una vera ri-forma delle autonomie locali e del sistemaelettorale, sprecasse meno tempo nel re-carsi a Foggia — in questi ultimi tempi ciòè avvenuto spesso — per risolvere beghe d icorrente e dedicasse invece più energia per

organizzare la lotta alla criminalità e l adifesa dell 'ordine democratico in Capita-nata ed in Puglia .

Forte e seria è stata la denuncia de ivescovi italiani sulla situazione econo-mica, sociale e civile del Mezzogiorno, con-tenuta in un documento approvat oqualche mese fa, nel quale si affermavache lo sviluppo del sud non solo è incom-piuto, ma anche distorto e sta portando aduna complessiva struttura di regressione ,cioè ad una concatenazione di meccanismiche rischia di trasformarsi in un circolovizioso che aggrava il disagio del sud .

In questi mesi non solo non si è operat aalcuna scelta per superare ritardi e distor-sioni, ma addirittura la situazione si è ag-gravata sotto tutti i punti di vista .

L'elenco dei motivi di critica e di oppo-sizione al Governo è davvero lungo . Solo i lpoco tempo a disposizione per questa di-chiarazione di voto mi impedisce di espli-citarli; ciò però non mi impedirà di conti-nuare con il gruppo comunista la battagliadi opposizione al Governo, per battere itentativi di paralizzare il Parlamento, percostruire un'alternativa alla direzione po-litica del nostro paese (Applausi dei depu-tati del gruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare pe rdichiarazione di voto, in dissenso dal pro-prio gruppo, l 'onorevole Bevilacqua. Neha facoltà .

CRISTINA BEVILACQUA. Signor Presi-dente, onorevoli colleghe e colleghi, h oripensato a ciò che è accaduto i nquest'aula, alla decisione del Governo d iporre la questione di fiducia . Mi sono tor-nati alla mente tanti altri episodi, tant eimmagini della vita del Parlamento e dellasocietà. Ho ripensato anche alla culturadella negazione delle libertà e della sogget-tività dei singoli .

Nella vita quotidiana e nel lavoro delParlamento vi è una condizione di sempremaggiore degrado . Scorrono nella miamente tanti vocaboli: democrazia, libertà ,diritti, idee, partecipazione, politica, dibat-tito, ricchezza, differenza, diversità, conta-minazione. Ecco, nell'atto compiuto dal

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Governo vedo la negazione di tutto ciò, l anegazione del diritto ad avere ed espri-mere un'idea, la negazione di ogni opi-nione diversa da quella considerata legit-tima; vedo il bisogno da parte del Govern odi predeterminare ogni discussione, scelt ao dibattito, il bisogno per esistere di negareogni libertà. Ecco, credo si tratti di un aquestione di libertà . Questo il motivo dell ascelta di astenermi nel voto di fiducia .

Non si può essere cittadini, giovani, uo-mini e donne se mancano i diritti nell asocietà, nel lavoro e nella famiglia. Voglioaffermare il mio diritto a non essere cosa,né merce; il diritto alla politica intesa comepossibilità di avere legittime idee, di discu -tere, di contare, di decidere di cambiare edi cambiarsi; il diritto ad una politica chefa contare l'individuo uomo in una logic adello scambio e dell'arricchimento conti-nuo, che fa valere i bisogni di libertà e d isolidarietà umana: un diritto inaliena-bile .

Nei mille angoli del mondo c'è un bi-sogno di libertà . Ce lo hanno detto nei mes iscorsi i popoli dell'est con la loro battagli aper l'affermazione dei diritti civili e indivi-duali. Ogni giorno ce lo ricordano i popol idel sud del mondo, che lottano per l'auto -determinazione e contro ogni dittatura . Celo ricordano le donne e gli uomini d iquesto nostro occidente, schiacciati ne icubi di cemento, pressati nelle scatole dilatta a quattro ruote, irreggimentati, omo -logati dall'informazione fra vecchie enuove diseguaglianze .

Ecco, voglio essere dissenziente! Vedete ,non c'è solo quest'aula, un'aula ricca d istoria e tante leggi calpestate ogni giorno:c'è una società fuori che chiede e chedomanda; c'è un Governo sordo a cui dàfastidio, anzi non può sopportare la pre-senza stessa di una opposizione a questostato di cose; e c'è una cultura che i partit idi maggioranza vogliono affermare :quella di poter decidere di tutto e di tutti,anche della vita, del suo inizio e della suafine. Penso alle idee conservatrici indivi-dualiste di questi anni e a come quest oGoverno ne sia stato portavoce e garante ;penso all'ideologia dell'emarginazione ,alla cultura della esclusione .

Non si tenta di capire, si è già deciso.Ecco allora la legge sulla droga che pu-nisce la vittima, la non applicazione d ileggi importanti come la n . 194 e la n. 180,la richiesta della pena di morte, la voglia d ipunizioni più severe per i carcerati, la pre -visione di barriere o di soglie per gli immi -grati, come se noi occidentali del nord de lmondo fossimo esenti da colpe per la lorocondizione. Ecco una società dei cosiddett i«buoni» .

Non solo: si tenta di snaturare ogni sed edella democrazia e della partecipazione.Vedo qui il germe di un nuovo period ooscuro, che ci potrebbe portare a forme diun moderno fascismo che ha l'idea dellamorte e della punizione come tratto fon-dante. Ho sempre pensato alla politica noncome continuazione pacifica della guerrama come strumento collettivo di libera-zione, di realizzazione dell'interesse gene-rale, animata da tensione morale. Libertà,pluralismo, conflitto : ecco una politica ca -pace di portare beni comuni più elevati ,che ha in sé ragioni di altruismo, che sapensare non solo agli interessi di coloroche organizza .

Ciò che è avvenuto qui non ha nulla a chevedere con la riforma della politica cheviene chiesta da migliaia di cittadini . Nelmondo c'è un grande fermento: donne,uomini e giovani pongono questioni cru-ciali, dall'ambiente allo sviluppo, dai po-teri ai diritti per i singoli . Anche in Italiatanto si muove : penso alle migliaia di stu-dentesse e di studenti universitari e dell escuole medie superiori che in questi giorn ipercorrono il nostro paese; penso alla giu-stezza di una battaglia portata avanti dachi si è stancato di esserci ma di non averediritti, di pensare ma di non contare, d iessere il futuro ma di poterlo essere solo a lprezzo deciso da altri ; penso ad un saper evecchio, parziale e frantumato . Li c'è unacritica all'omologazione obbligata, altunnel che ci proponete ; lì un soggetto —gli studenti — sta conquistando il dirittoalla politica . Quale orizzonte, quale pro-spettiva, quale futuro gli sapete proporre?Quali risposte sapete dare?

Noi ci opponiamo, in quest 'aula comealtrove, a meno libertà, consapevoli che

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chiudere qui spazi di discussione e auto-nomia di giudizio significhi ipotecare pertutti la possibilità di partecipare il dirittoalla politica (Applausi dei deputati delgruppo del PCI) .

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito èrinviato alla seduta di domani .

Ordine del giornodella seduta di domani .

PRESIDENTE. Comunico l 'ordine de lgiorno della seduta di domani .

Giovedì 25 gennaio 1990, alle 9 :

Seguito della discussione dei progetti dilegge :

Ordinamento delle autonomie locali(2924) .

BASSANINI ed altri : Determinazione d itermini per l'elezione degli organi esecu-tivi delle regioni, delle province e dei co-muni, e disposizioni sullo scioglimento de irelativi consigli in caso di inosservanza de itermini di legge (113) .

TATARELLA ed altri : Norme per la prim aadunanza dei consigli comunali e provin-ciali (236) .

TEALDI: Elezione di membri delle mino-ranze nelle rappresentanze dei consigli co-munali (360) .

QUARTA: Norme per la delega di funzionidalle regioni agli enti locali (711) .

LA GANGA ed altri : Modifiche alle proce -dure per l'elezione delle giunte comunali eprovinciali (805) .

VOLPONI ed altri : Revoca del president edella provincia, degli assessori provincial ie degli assessori comunali (1565) .

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA : Ter-mini per la costituzione degli esecutivi de iConsigli delle Regioni e degli enti local i(2240) .

MARTINAllOLI ed altri : Ordinamentodelle autonomie locali (2295) .

MASTRANTUONO ed altri : Disciplina dellearee metropolitane (2590) .

ZANGHERI ed altri: Nuovo ordinamentodelle autonomie locali (2952) .

DEL PENNINO ed altri : Ordinament odelle autonomie locali (3441) .

Relatori: Ciaffi, per la maggioranza;Franchi, di minoranza .

La seduta termina alle 23,55.

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIOSTENOGRAFIA DELL'ASSEMBLEA

DOTT. VINCENZO ARISTA

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL EPROF . TEODOSIO ZOTT A

Licenziato per la composizione e la stampadal Servizio Stenografia dell 'Assemblea

alle 0,55 del 25 gennaio 1990 .

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COMUNICAZIONI

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Annunzio di proposte di legge .

In data 23 gennaio 1990 sono state presentate alla Presidenza le seguenti pro-poste di legge dai deputati :

STEGANINI ed altri: «Istituzione dell'Albodelle aziende operanti nel settore dell apubblicità stradale extraurbana» (4505) ;

NICOTRA ed altri: «Esclusione dalla disci -plina delle "operazioni a premio" delleoperazioni promozionali a fini sociali»(4506);

NICOTRA ed altri: «Norme per la tutela de ibambini fino a tre anni figli di genitor iappartenenti a particolari categorie a ri-schio» (4507) ;

NICOTRA ed altri : «Norme per l 'utilizzo afavore delle famiglie dei fondi della Cass aunica per gli assegni familiari» (4508) .

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge .

In data odierna sono stati presentati allaPresidenza i seguenti disegni di legge:

dal Presidente del Consiglio dei mini-stri:

«Interventi urgenti per la torre di Pisa»(4513) ;

dal Presidente del Consiglio dei ministri edal Ministro per gli affari regionali ed i pro-blemi istituzionali :

«Istituzione dell'Autorità per l'Adria-tico» (4514);

dal Ministro del tesoro :

«Definizione dei rapporti sorti tra il Mi-nistero del tesoro e l 'Istituto nazionale perl'assicurazione contro gli infortuni sul la-voro (INAIL) in relazione alle prestazionidovute ai cittadini italiani e ai loro aventidiritto ai sensi degli accordi intervenuti inmateria tra l'Italia e la Jugoslavia»(4515) .

Saranno stampati e distribuiti .

Trasmissioni dal Senato.

In data 23 gennaio 1990 il Presidente delSenato ha trasmesso alla Presidenza i se-guenti progetti di legge:

S. 1245-1388 . — Senatori BERNARDI edaltri; SENESI ed altri: «Norme sulla circola-zione di veicoli con particolari carichi »(approvato, in un testo unificato, da quellaVIII Commissione permanente). (4509) ;

S. 1945. — «Versamento dei contributiassicurativi all 'INPS per il personale vo-lontario del CEMM» (approvato da quellaIV Commissione permanente) (4510) ;

S. 1954. — «Rideterminazione del con -tributo ordinario all'Istituto nazionale pe rstudi ed esperienze di architettura navale(INSEAN)» (approvato da quella IV Com-missione permanente) (4511) .

In data odierna il Presidente deLSenat oha trasmesso alla Presidenza la seguenteproposta di legge:

- S. 1885. — REBULLA ed altri ; GASPAROTTO

ed altri: «Modifiche ed integrazioni allalegge 24 dicembre 1976, n. .898, concer-

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nente nuova regolamentazione delle ser-vitù militari» (approvata, in un testo unifi-cato dalla IV Commissione permanent edella Camera e modificata da quella IVCommissione permanente) (499-1414 B).

Saranno stampati e distribuiti .

Approvazioni in Commissioni .

Nelle riunioni di oggi della Commission epermanente, in sede legislativa, sono stat iapprovati i seguenti progetti i legge :

Dalla II Commissione (Giustizia):

«Modifiche in tema di delitti dei pubbliciufficiali contro la pubblica amministra-zione» (2441) ; TATARELLA ed altri: «Normesul possesso ingiustificato di valori daparte degli amministratori degli enti lo -cali» (242) ; MELLINI ed altri: «Misure penal ie civili urgenti per la lotta alla corruzion enelle pubbliche fuzioni ed alla criminalit àorganizzata contro gli interessi economic ie finanziari della pubblica amministra-zione (414) ; NICOTRA ed altri : «Modifiche i ntema di delitti dei pubblici ufficiali controla pubblica amministrazione» (775) ; GAR-

GANI ed altri: «Norme concernenti delittidei pubblici ufficiali contro la pubblicaamministrazione» (1140) ; ANDÒ ed altri :«Modifiche alle norme concernenti i delitt icontro la pubblica amministrazione »(1219) ; FRACCHIA ed altri: «Modifiche allenorme in materia di delitti contro la pub-blica amministrazione» (2149) ; FIANDROTTI:

«Modifica degli articoli 318 e 319 del co-dice penale, concernenti la corruzione pe ratti d'ufficio o per atti contrari ai doverid'ufficio» (2623) ; STAITI DI CUDDIA DELLE

CHIUSE: «Modifica ed integrazione dell'artitolo 321 del codice penale concernente la

non punibilità del corruttore di pubblicoufficiale in caso di confessione spontane adell'illecito» (3019) ; BATTISTUZZI ed altri :«Introduzione nel codice penale dell'arti-colo 324-bis concernente le circostanze ag-gravanti nei reati contro la pubblica ammi -nistrazione, commessi al fine di favoriregruppi politici, in particolare da cittadiniinvestiti di cariche elettive» (3516), in untesto unificato, con il titolo : «Modifiche intema di delitti dei pubblici ufficiali controla pubblica amministrazione» (2441-242-414-775-1140-1219-2149-2623-3019-3516).

Dalla VI Commissione (Finanze) :

Senatori CASOLI ed altri: «Norme concer-nenti la riscossione delle imposte oggett odi sospensione nei confronti dei contri-buenti residenti nellè zone colpite daeventi sismici (Umbria, Abruzzo, Molise ,Lazio, Campania)» (approvata dalla VICommissione permanente del Senato)(3701) .

Annunzio di interrogazion ie di interpellanze

Sono state presentate alla Presidenz ainterrogazioni e interpellanze . Sono pub-blicate in allegato ai resoconti della sedut aodierna .

Apposizione di una firm aad una risoluzione .

La risoluzione in Commissione Rutellied altri n . 7-00311, pubblicata nel reso-conto sommario del 19 dicembre 1989, èstata sottoscritta anche dal deputat oTiezzi .

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INTERROGAZIONI

E INTERPELLANZE PRESENTATE

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA IN COMMISSION E

SINESIO, CARRUS, BATTAGLIA PIE-TRO, COLONI, GREGORELLI, ORSIN IGIANFRANCO, MONACI, AIARDI ,D'AIMMO e ZARRO . — Al Governo . —Per sapere – premesso che :

nella riunione del consiglio di am-ministrazione di Enimont di lunedì 22gennaio è stato deliberato di proceder ealla convocazione dell'assemblea per l'al-largamento del consiglio di amministra-zione da 10 a 12 componenti ;

tale decisione risulta in aperta viola-zione delle norme previste all'articolo 5dell'atto costitutivo della società Eni-mont ; .

l'allargamento del consiglio di am-ministrazione con l'ingresso di due nuovirappresentanti modifica gli assetti socie-tari rimuovendo gli equilibri perseguiti d iun rapporto paritario tra azionista pub-blico e azionista privato, così come stabi-lito all'atto della costituzione della joint-venture ;

la prevalenza dell'azionista privatorischia di condizionare le scelte strategi-che relative alla presenza e agli investi-menti della società Enimont soprattuttonell'area meridionale, con gravi e pesant iripercussioni sul piano occupazionale – :

come valuti l'atteggiamento dei rap-presentanti dell'ENI nella riunione del co-mitato degli azionisti Enimont del 1 2gennaio scorso ;

quali urgenti e concrete iniziative ,inoltre, intenda intraprendere per impe-dire l'allargamento del consiglio di ammi-nistrazione della società Enimont che fi-nirebbe per modificare gli accordi primadella scadenza fissata dal patto di sinda-cato funzionale alla realizzazione del pol ochimico con presenze paritetiche pub-blico-privato, che basa la sua piena rea-

lizzabilità in una presenza pubblica noneffimera, pur consapevole della necessitàdi giungere alla razionalizzazione de lcomparto ma anche con l'irrinunciabil eobiettivo di difendere gli interessi pub-blici in un settore strategico per l'econo-mia nazionale .

(5-01932)

TESTA ENRICO, BOSELLI e SERA-FINI MASSIMO . — Al Ministro dell'am-biente. — Per sapere – premesso che :

risulta che il Consiglio di Statoavrebbe annullato il decreto ministerialedel 2 novembre 1988 in materia di « Or-ganizzazione interna e procedure opera-tive della commissione tecnico-scientificaper la valutazione dei progetti di prote-zione e risanamento ambientale » ;

tale commissione prosegue la sua at-tività – .

se corrisponda al vero che dettacommissione non abbia a tutt'oggi un va -lido e legittimo regolamento per il suofunzionamento .

(5-01933 )

CAPRILI, PRANDINI, CICERONE eCAPECCHI . — Al Ministro del turismo edello spettacolo. — Per sapere – premess oche l'assoluta mancanza di neve h acreato e sta creando non poche difficoltàper molte località sciistiche – :

se vi sia una mappa delle localit àmaggiormente colpite da questo feno-meno;

quali iniziative abbia assunto o stiaper assumere e se, in particolare, abbiastudiato adeguate forme di sostegno perle attività commerciali, turistiche e spor-tive di queste zone.

(5-01934)

BARGONE, GARAVINI, D'ALEMA eMINUCCI . — Al Presidente del Consigliodei ministri e ai Ministri dell'industria ,commercio, e artigianato e del lavoro eprevidenza sociale . — Per sapere – pre-messo che :

in data 4 agosto 1989 è intervenutoun accordo tra il Governo, la giunta re-

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gionale pugliese e la giunta comunale eprovinciale di Brindisi relativo all'insedia-mento energetico in provincia di Brindisi ;

il consiglio comunale, nella sedutadel 22 dicembre 1989, non ha ratificatotale accordo alle condizioni in esse previ-ste ed ha invece approvato una delibera-zione, con la quale vengono apportate so-stanziali modificazioni all'accordo ;

tali modificazioni vanno nel senso d irendere certi i tempi di dismissione com-pleta della centrale di Brindisi nord edeterminare le modalità ed i termini diridimensionamento della centrale di Brin-disi sud ed il suo parziale funzionamentoa metano;

è stato deciso inoltre di ritenere su-perato il punto 8) dell'accordo con riferi-mento alle decisioni del Consiglio d iStato ed alle condizioni che lo stesso or-gano giurisdizionale ha posto per la pro-secuzione dei lavori ;

le modificazioni decise dal consigli ocomunale di Brindisi impongono al Go-verno una nuova convocazione delle part iper rivedere le condizioni dell'accordo edadottare le decisioni conseguenti ;

va peraltro sottolineato che il consi-glio comunale richiama il Governo al ri-spetto degli impegni assunti con l'accord odel 4 agosto 1989, e cioè :

a) l'individuazione entro gennaio1990 del programma di interventi di cuiaI punto 9) dell'accordo;

b) l'immediata costituzione del co-mitato di gestione previsto al punto 7)dell'accordo, cui dovrà essere chiamata apartecipare, anche, l 'amministrazione pro-vinciale di Lecce ;

c) l'immediata disponibilità daparte dell 'ENEL a rinegoziare la nuovaconvenzione prevista dal punto 10) del -l'accordo;

d) l'immediata presentazione daparte dell 'ENEL dei progetti di adegua -mento ambientale delle due centrali dasottoporre alle valutazioni ed approva-

zioni di cui all'accordo procedimentalepubblicato nella Gazzetta Ufficiale delluglio 1989 ;

1 2

e)

l'immediata

presentazione daparte dell 'ENEL a questa amministra-zione. del progetto completo delle infra-strutture dell'impianto ed in particolarequello dei nastri e delle opere portual iopportunamente ridimensionate in ordin eal ridotto fabbisogno di carbone, determi-nate dalle nuove modalità di alimenta-zione delle due centrali previste nell'ac-cordo ;

f) il recupero di una logica di glo-balità nella considerazione dell'intero im-pianto energetico . costituito dalle due cen-trali e dal complesso delle loro infrastrut-ture anche ai fini della valutazione de lcomplessivo impatto sul sistema ambien-tale, attèso che solo all'interno di talelogica possono operarsi quelle verifich eche il Consiglio di Stato ha ritenuto es-senziali anche al fine di assicurare il ri-spetto del fondamentale enunciato di cu ial punto 1) dell'accordo ;

si tratta di gravi inadempienze daparte del Governo, che rendono incerta l asituazione sia sul piano ambientale chesul piano economico-sociale ;

va peraltro sottolineato con preoccu-pazione che le imprese impegnate nelcantiere di Cerano (Brindisi sud) hannogà proceduto al licenziamento di 100 la-voratori e si apprestano ad adottare altriprovvedimenti di licenziamento ;

tale situazione è frutto delle inadem-pienze del Governo che non dà nessunagaranzia o certezza né alle imprese né ailavoratori ;

infatti è stato disatteso anche l'im-pegno di garantire la cassa integrazioneguadagni ai lavoratori del cantiere diBrindisi sud –:

quali iniziative si intendono adottareper dare esecuzione agli impegni assunt icon l 'accordo del 4 agosto 1989 e pe rripristinare un tavolo di trattative con l eparti istituzionali e sociali per la defini -

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zione di un nuovo accordo che tengaconto delle volontà espresse dal consigli ocomunale .

(5-01935)

TESTA ENRICO. — Ai Ministri del-l'ambiente e della ricerca scientifica e tec-nologica. — Per sapere – premesso che :

i problemi legati ai cambiamenti cli-matici sono da tempo all'attenzione de lmondo scientifico e della ricerca . Si ri-leva che nell'Intergovernamental PanalClimatic Change (IPCC) istituito dall 'Or-ganizzazione meteorologica mondiale(OMN) vi è un unico rappresentante ita-

liano che è membro del Servizio meteo-rologico dell'aeronautica . Tale nomina èavvenuta senza consultare la comunitàscientifica italiana che si occupa deiproblemi dei cambiamenti climatici . Sifa presente che gli altri Paesi hannorappresentanti provenienti dalla comu-nità scientifica operante sia in labora-tori statali (governativi) che nelle uni-versità – :

per quale motivo non è stato richie-sto alcun parere alla comunità scientifica ;

quali provvedimenti si intendonoprendere per ovviare all'attuale situa-zione .

(5-01936)

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

FERRARINI . — Al Ministro dei lavoripubblici . — Per sapere se siano fondate l epreoccupazioni espresse anche recente-mente dalle popolazioni della Valtrebbi ae del piacentino relative alla possibile ri-presa dei lavori per la derivazione deltorrente Cassingheno.

In passato questi lavori furono sospesia seguito di decise e forti prese di posi-zione della gente del posto e delle istitu-zioni pubbliche nonché di numerose ini-ziative parlamentari e anche in attesa diun approfondito studio di valutazione diimpatto ambientale .

Nel frattempo l'approvazione dellalegge per la difesa del suolo, le nuov eautorità di bacino e i piani di bacino ch edebbono essere predisposti impongono unserio e approfondito esame della situa-zione .

Quali assicurazioni possa fornire all agente della Valtrebbia e alle popolazionidel piacentino che vedono seriamentecompromessa non solo una delle valli pi ùbelle e paesaggisticamente interessantidella intera regione ma anche la stess aloro dotazione di acqua per uso potabil ee produttivo .

(4-17880)

LEONI. — Al Ministro di grazia e giu-stizia . — Per sapere – premesso che :

gli aderenti all 'unione dei comunist icombattenti Fabrizio Melorio, Paolo Cas-setta e Geraldina Coloni, condannati perpartecipazione a banda armata e per l'at-tentato al consulente economico dell aPresidenza del Consiglio dei ministri An-tonio da Empoli dalla Corte d'assise diRoma, sono stati scarcerati per il fatt oche l'ordinanza di rinvio a giudizio fudepositata nella cancelleria dell'ufficioistruzione alle ore 19,30 del 22 luglio1988, mentre il termine per tale atto, a ifini della scadenza dei termini della cu -

stodia cautelare, scadeva alle ore 14,00dello stesso giorno;

tale fatto ha provocato sconcerto epreoccupazione nella pubblica opinione ,attesa la pericolosità dei predetti –:

quali accertamenti siano stati com-piuti per individuare i responsabili delritardo nel deposito ;

quali provvedimenti si intendanoadottare nei loro confronti .

(4-17881)

PAllAGLIA e RUBINACCI . — Ai Mini-stri dell'ambiente e per i beni culturali eambientali. — Per sapere – premesso che :

il consiglio comunale di Serra SanQuirico (Ancona) ha recentemente appro-vato un « piano di escavazione » nell aGola della Rossa, quale mezzo attraversocui risanare la ex Cava Bracci ;

la suddetta Gola della Rossa è sotto -posta ai vincoli di tutela sia dalla legg e29 giugno 1939, n . 1497 che dal recentepiano paesistico ambientale regionale ap-provato dalla regione Marche in base allalegge 8 agosto 1985, n . 431 – :

se si ritenga quantomeno dubbia lascelta dell'amministrazione comunale ch eper il risanamento di un terreno vinco-lato come bellezza paesaggistica, consentel'ulteriore escavazione ed il conseguenteutilizzo di mine, quando sembrerebbe in -vece legittimo ipotizzare opere di consoli-damento della parete ;

se ritenga pertanto il Governo di in-tervenire con urgenza in siffatta situa-zione – specie in considerazione dell 'or-mai avanzato stato di cose – affinché levigenti disposizioni normative non ven-gano prevaricate e disattese .

(4-17882)

LEONI. — Ai Ministri dei lavori pub-blici e di grazia e giustizia . — Per sapere– premesso che:

fin dal maggio 1988 il Consiglio diStato (IV sezione - sentenza n . 408) avevaribadito la illegittimità dell'affidamento

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di incarichi progettuali riguardanti lacompetenza professionale di architetti eingegneri a società di ingegneria invec eche ai professionisti stessi ;

ancora nel luglio dello scorso anno1989 il TAR del Lazio aveva (con sen-tenza del 26 luglio 1989) ribadito tal eillegittimità, restituendo agli ordini pro-fessionali l 'esclusiva competenza di cu ierano stati defraudati ;

al contrario, la mala prassi di dele-gare ad altri soggetti dette competenzeviene continuamente ribadita nei fatti :come è dimostrato anche nella città d iVarese, ove l ' iter perverso di simili affi-damenti illegittimi iniziato dall'ammini-strazione comunale con la concessione de lnuovo palazzo di giustizia alla societ àEdil-pro dell 'Italstat nel 1988, poi dal -l'amministrazione provinciale con affida -menti progettuali alle società Techint eCepro, viene oggi continuata dall'ammini-strazione dell 'ospedale con l 'affidamentoprogettuale dell'« ospedale-2000 » alle so-cietà : Inso-Iri e Medsystem-Fiat – :

come e quando i Ministeri compe-tenti vorranno intervenire per restituirelegittimità, dignità e correttezza al camp odegli affidamenti di incarichi progettual iarchitettonici ;

come e quando potrà cessare lamala prassi di concedere mano libera ai« mercanti di incarichi » mentre, per li-mitarsi all 'ambito della provincia di Va-rese, oltre 1 .500 fra architetti e ingegnerirestano o spettatori sbalorditi o subappal-tanti di lavoro professionale a prezz istracciati ;

come e quando l ' interrogante potràottenere l 'elementare concessione di undoveroso cenno di risposta, oltre che all apresente interrogazione, anche alle prece-denti interrogazioni 4-09271, 4-11071, 4 -11890 degli anni 1988-1989 sul medesim oargomento.

(4-17883)

CRESCO, ALBERINI, BORGOGLIO ,CEROFOLINI, PAVONI, DIGLIO . MILANI

e FIANDROTTI . — Al Ministro di grazia egiustizia. — Per sapere – premesso che :

risulta agli interroganti che il signorBruno Velo, abitante in Schio (VI) di pro-fessione commerciante, ha denunciato conben 11 esposti, inviati al pretore di Schiodottor Antonino Abrami e per conoscenzaal procuratore capo della Repubblicapresso il tribunale di Vicenza dottorGianfranco Candiani, la ditta CVE (Co-struzione veneta estintori) di Schio (VI )per frode in commercio, alterazioni d imarchi industriali e vendita di prodott iindustriali con segni mendaci in quanto ,secondo il Velo, la predetta azienda nonproduce affatto estintori bensì commer-cializza, alterandone le caratteristiche ,materiale omologato da altre aziende .Analoga denuncia è stata inoltrata dalladitta SACEP di Bassano del Grappa (VI )che citava come testimone a favore l óstesso Velo ;

la conseguenza, che per la sua para-dossalità è stata oggetto di cronaca daparte della stampa locale, è stata unacomunicazione giudiziaria al Velo, emess adalla pretura di Schio, che probabilmenteha equivocato quanto sostenuto nelle de-nunce scambiando il testimone con l'im-putato – :

in quale modo nell 'ambito delle pro-prie competenze, previo accertamento de ifatti descritti, intenda intervenire sull aquestione e quali provvedimenti riteng aopportuno adottare per risolverla .

(4-17884)

CRESCO, ALBERINI, BORGOGLIO ,CEROFOLINI, PAVONI, DIGLIO, MILANIe FIANDROTTI . — Al Ministro dell'in-terno. — Per sapere – premesso che :

risulta agli interroganti che il signorBruno Velo, abitante in Schio (VI) di pro-fessione commerciante, ha denunciato co nnumerosi esposti (11) inviati sia alla ma-gistratura che ai competenti uffici del Mi-nistero dell'interno la ditta CVE (Costru-zione veneta estintori) di Schio (VI) pe rfrode in commercio, alterazioni di marchi

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

industriali e vendita di prodotti indu-striali con segni mendaci in quanto, se-condo il Velo, la predetta Azienda nonproduce affatto estintori bensì commer-cializza alterandone le caratteristiche ,materiale omologato da altre aziende ;

gli esposti, per quanto di compe-tenza del Ministero dell 'interno, sonostati inviati ai seguenti uffici :

corpo nazionale dei vigili de lfuoco ;

ispettore generale capo dottor in-gegner Cesare Sangiorgi centro studi e desperienza antiincendio – Roma ;

ingegner F . Mazzini, direttore la-boratorio di scienza delle costruzioni;

dottor ingegner G. Donato, diri-gente laboratorio di macchine e tecnic aRoma ;

ingegner G . Gerai – dirigente nor-mative speciali prevenzione incendi ;

ingegner G . Tatano – ispettore in-terregionale Veneto e Trentino-Alto Adige ;

solo due uffici, il servizio tecnic ocentrale e l ' ispettorato interregionale delVeneto e Trentino-Alto Adige, hanno ri-sposto invitando il Velo a segnalare l aquestione alla magistratura, dimenticandoforse che il decreto del Ministero dell'in-terno del 20 dicembre 1982 prevede agl iarticoli 8 e 9 l'intervento diretto del Mi-nistero stesso per controlli e /vigilanza – :

in quale modo intenda/ intervenireper sanare una situazione c , trascinan-dosi da circa due anni, indu e a dubitaresulla reale volontà degli uffici ministerial ipreposti di assicurare il rispetto dell anormativa e delle leggi esistenti sulla ma-teria .

(4-17885 )

BONFATTI PAINI, GABBUGGIANI ,BOSELLI, SOAVE e NICOLINI . — Al Mi-nistro per i beni culturali ed ambientali . —Per sapere – premesso che :

nel battistero di Firenze, al fine diproteggere il prezioso pavimento di tarsie

marmoree risalente al 12° secolo dall 'u-sura dovuta al calpestio dei visitatori ,sono stati predisposti percorsi obbligat idelimitati da balaustre e corsie di stoffa ,fissate a terra con viti ;

sulla facciata destra del Duomo son oin corso lavori, presumibilmente di puli-tura – :

se ritenga che sarebbe stato più op-portuno mettere in opera sbarramenti eguide solo appoggiati e non fissati ;

se le viti siano state infisse nell eparti -di pavimento originale o nelle por-zioni più moderne ;

eventualmente, in quale proporzioneinteressino il pavimento antico ;

a chi andranno addebitati, nel casodi restauro del pavimento, i costi del ri-pristino ;

se la locale soprintendenza compe-tente, sia stata interpellata ed abbia dat oil suo assenso, comunque necessario a isensi della vigente legge 1089 del 1939 ;

quali siano esattamente le opere incorso sulla facciata del Duomo, con qual itecniche vengano eseguite e se la compe-tente soprintendenza abbia espresso il su onulla osta ;

quale rapporto esista tra l'opera de lDuomo e la soprintendenza .

(4-17886 )

CIABARRI, TESTA ENRICO, BO -SELLI, MOMBELLI, MOTETTA, TAGLIA -BUE e ALBORGHETTI. — Ai Ministri de -gli affari esteri e dell'ambiente. — Per sa -pere – premesso che :

in località Piz Pian Grand in ValMesolcina Canton Grigioni (Svizzera) ,confinante con il territorio italiano, sonoin corso i lavori per la costruzione di unadiscarica per scorie radioattive;

il progetto, messo a punto dalla CI-SRA (Società cooperativa svizzera perl'immagazzinamento di scorie radioattive )prevede di depositare, già a partire da l1992, le scorie delle cinque centrali nu-cleari svizzere ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

la localizzazione è a poche migliaiadi metri di distanza in via d'aria da lterritorio italiano, in particolare dell aValchiavenna in provincia di Sondrio ,mentre le falde acquifere della zona inte-ressano il bacino di impluvio del lago d iComo e del lago Maggiore – :

se siano a conoscenza del citato pro-getto ed eventualmente quali rapportisiano intercorsi con le autorità elvetiche ;

quali iniziative intendano assumereper garantire l'integrità del territorio na-zionale, in particolare delle falde acqui-fere che alimentano i corsi d'acqua delbacino di impluvio del lago di Como edel lago Maggiore .

(4-17887)

BASSI MONTANARI, FILIPPINI ROS Ae CECCHETTO COCO . — Ai Ministri dellasanità e dell'ambiente. — Per conoscere –premesso:

che la legge sulla raccolta e smalti -mento dei rifiuti ospedalieri trattati pre-scrive che i contenitori nei quali i pre-detti rifiuti vengono raccolti durante laloro formazione all'interno della struttur aospedaliera, siano, una volta completatala raccolta, chiusi in modo tale da nonpoter essere riaperti (onde evitare ag-giunte di materiali diversi da quelli inessi originariamente contenuti) ; che il ri-fiuto, durante la sua raccolta, sia accura-tamente disinfettato; che per tali rifiut isiano tenuti, dalle strutture sanitari enelle quali sono stati prodotti, dei registridi carico e scarico e delle certificazioni acura dei direttori sanitari che dichiarinoil contenuto qualitativo e l'avvenuto trat-tamento di disinfezione e/o sterilizzazione,quando trattasi di rifiuti infetti o poten-zialmente tali ; che durante la raccolta i lcontenitore rimanga chiuso per motiv iigienici ;

che è molto alto il numero di infe-zioni contratte nelle strutture sanitarie (i lservizio di igiene pubblica della USSLn. 16 di Modena parla addirittura del 33per cento dei casi) ;

che le indagini fatte effettuare dalMinistero circa l'igienicità delle struttureospedaliere hanno evidenziato numerosis-sime carenze senza però mai accertarequelle legate alla raccolta e smaltimentorifiuti – :

se non si ritenga opportuno accer-tare con ulteriori indagini lo stato d ifatto denunciato in premessa ;

se non si veda necessario accertareche i requisiti dei contenitori per la rac-colta dei rifiuti ospedalieri trattati sian oeffettivamente conformi a quelli prescritt idalla legge;

se non si intenda disporre il ritirodal commercio dei contenitori fuorinorma;

se non si giudichi opportuno ema-nare norme affinché tali rifiuti non ven-gano inceneriti insieme a quelli urbani ,ma in appositi inceneritori .

(4-17888)

MINOZZI, CAPECCHI e GABBUG-GIANI. — Al Ministro della difesa . — Persapere – premesso che :

un giovane militare pratese è mortoschiacciato contro il muro da un carroarmato in manovra nel piazzale della ca-serma Santa Barbara di Milano ;

sono state avviate due indagini dallamagistratura e da una commissione d iinchiesta insediata dal comando ;

troppo spesso si verificano incidentigravi e mortali fra i militari di leva al -l'interno delle caserme e fuori – :

quali sono state la dinamica e lecause del drammatico incidente in que-stione ;

quali misure intenda adottare pergarantire l'incolumità dei militari, unamaggiore preparazione e perizia di chiusa i mezzi ed una più attenta cura emanutenzione dei mezzi stessi . (4-17889)

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

PACETTI e ANGELONI . — Al Ministrodel tesoro. — Per conoscere – premessoche :

con decreto ministeriale 20 luglio1989, n . 292, sono state dettate nuov enorme regolamentari per l 'esame delledomande relative alla concessione dell apensione, assegno o indennità spettant iagli invalidi civili ;

in conseguenza di tale decreto mini-steriale alla commissione medica dell aprovincia di Ancona sono state trasmesse11 .930 domande già giacenti presso gl iuffici precedentemente competenti ;

alla sopradetta commissione sonostate poi presentate alcune altre migliai adi domande ;

la commissione, con l 'attuale orga-nico, è in grado di definire circa 18 0pratiche al mese ;

con tale ritmo i cittadini che fann oistanza non possono avere risposte prim adi dieci anni – :

quali misure intenda assumere ur-gentemente, per rimuovere la situazionedenunciata e per assicurare il personal emedico impiegatizio e le strutture indi-spensabili per smaltire rapidamente l 'ar-retrato accumulatosi .

(4-17890 )

PROVANTINI e DONAllON . — Al Mi-nistro dell'industria, commercio ed artigia-nato. — Per sapere – premesso che dop oun lungo periodo di ascesa dei prezz idella cellulosa, è iniziata una inversione ,con notevoli ribassi della stessa e, come ènoto, gli acquisti vengono effettuati dallaSIVA centro ;

considerato che i prodotti vengonorealizzati prevalentemente all'estero attra-verso società e gruppi stranieri – :

quali sono i criteri seguiti dall aSIVA .

(4-17891)

CICERONE . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per sapere –premesso che :

con la legge n . 336 del 1970 vennefatto obbligo agli enti statali e parastatal idi porre in pensione gli ex combattenti eassimilati cumulando al servizio effettiva -mente prestato 7 anni per i « combat-tenti » e 10 anni per gli « invalidi d iguerra », al fine del conseguimento dell apensione di anzianità o di vecchiaia ;

tuttavia l ' INPS, sulla base di unadiscutibile interpretazione della legge, ri-fiutava di applicare questa norma agl iaventi diritto alla pensione generale ob-bligatoria, ritenendo che tale benefici ofosse applicabile soltanto alla pension erelativa al fondo di previdenza dell ' entedi appartenenza ;

solo a seguito delle leggi interpreta-tive n . 824 del 1971 e n . 118 del 1984l'INPS ha deciso di applicare il dispostodella legge n . 336 del 1970 sia pe rquanto riguarda la pensione generale ob-bligatoria che per la pensione integrativa ;

nonostante ciò, in una serie di cas il'INPS si è opposta alla corretta applica-zione della legge contestando agli interes-sati l 'applicazione dei benefici di cui so-pra, costringendoli ad adire le vie legal ied imponendo inutili spese allo Stato edai cittadini ;

è questo il caso del signor OtelloBaglione di L 'Aquila, ex dipendenteINAM, che, pur avendo ottenuto un giudi-zio favorevole in sede di pretura, non haancora ricevuto attenzione e giustizia d aparte dei competenti uffici dell'INPS – :

quali iniziative intenda assumere af-finché venga resa giustizia a questa cate-goria di pensionati e l 'INPS provveda adefinire un contenzioso che apporta sol -tanto ritardi e spese ormai assolutamenteingiustificabili .

(4-17892)

RUSSO SPENA . — Ai Ministri di gra-zia e giustizia e del lavoro e previdenz asociale. — Per sapere – premesso che :

Francesco Murrone, dipendente del-l 'Alfacavi-telecomunicazioni Sud SpA di

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

Battipaglia (gruppo Pirelli) il 9 gennaio1988 aveva chiesto di avvalersi della fa-coltà di lavorare fino al 65° anno, mentrel 'azienda lo licenziò il 20 luglio 1988, alcompimento del 60°; il licenziamento fuimpugnato davanti al pretore di Ebol i(Salerno) nell 'agosto dello stesso anno ;

lo stesso pretore per medesime im-pugnative ha dato risposte positive intempi brevi ;

dal 25 agosto 1986 presso la stess apretura pende un ricorso contro un licen-ziamento collettivo mascherato con cass aintegrazione guadagni straordinaria (arti -colo 21, quinto comma, lettere a) e b)della legge n . 675 del 1977), tra cui F .Murrone, sulle cui lungaggini è stato sol-lecitato l'intervento del Consiglio supe-riore della magistratura il 13 dicembre1988 dalla federazione salernitana di de-mocrazia proletaria ;

l'Alfacavi, contraddicendosi conquanto affermato nella lettera del 30 giu-gno 1987 avente in oggetto « Proroga a30 mesi del trattamento straordinario d iintegrazione salariale per ristrutturazioneaziendale, ha assunto nel 1989 oltre 3 0lavoratori mediante contratti di forma-zione lavoro ;

il lavoratore in questione, capofami-glia con a carico moglie e due figli, conappena 12 anni di contributi INPS ver-sati ; posto in modo palesemente discrimi-natorio in cassa integrazione guadagn istraordinaria, per altro scaduta, attual-mente non percepisce né salario, né cass aintegrazione guadagni straordinaria népensione – :

quali iniziative urgenti intendanoadottare in merito ad una situazione che ,a giudizio dell 'interrogante, è doppia-mente punitiva, se non addirittura vendi-cativa e persecutoria .

(4-17893)

RUSSO SPENA . — Ai Ministri dell'am-biente e della sanità . — Per sapere – pre-messo che :

dall 'ottobre 1988 le popolazioni d iun vasto territorio tra Olevano sul Tu -

sciano e Battipaglia (in provincia di Sa-lerno) sono state private dell 'uso dell 'ac-qua proveniente dalla « sorgente Festola »di proprietà del comune di Battipaglia ,ma sita nel comune di Olevano sul Tu-sciano ;

detta acqua risulta inquinata da co-liformi fecali e streptococchi provenientida pozzi neri e che si infiltrano in un arete idrica ormai fatiscente ;

nonostante varie sollecitazioni de lcomitato di agitazione sorgente Festola edi DP non vi è stato alcun intervento d aparte delle amministrazioni locali ;

il danno sulla salute della gente èormai notevole in quanto si è costretti adutilizzare acqua inviata con autobotti ,pur avendo a disposizione acqua puraalla fonte ;

della questione è stato investito i lprefetto di Salerno – :

se intendano attuare un intervent ourgente a tutela della salute delle fami-glie e dell 'ambiente; si precisa che, men-tre niente viene fatto per ripristinarecirca 500 metri di rete idrica (da rileva -menti effettuati anche da tecnici comuna-li) si sperpera danaro pubblico per pa-gare fitti esosi a proprietari di pozzi pri-vati .

(4-17894)

ANDREIS, CERUTI, MATTIOLI ,BASSI MONTANARI, DONATI, PRO -CACCI, CECCHETTO COCO, FILIPPIN IROSA, SALVOLDI, CIMA, GROSSO, SCA-LIA e LANZINGER . — Al Ministro dell ' in-terno. — Per sapere – premesso :

che all 'interno del Corpo nazionaledei vigili del fuoco il ritmo dei pensiona -menti è talmente elevato che supererà i ntempo breve il numero di assunzioni ch everranno effettuate prossimamente i nvirtù del concorso a 527 posti in corso d ieffettuazione ;

che per far fronte ai posti vacanti s ipaventa la possibilità di attingere all agraduatoria dei non vincitori ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

che nel concorso di cui sopra non èstata presa in considerazione la riserva d iposti per i vigili discontinui – costituit isia dagli ex ausiliari del corpo, che davolontari reclutati a domanda;

che su 460 posti da coprire nei di-staccamenti aeroportuali previsti dall alegge n . 521 del 1988, finora si è proce-duto all'assunzione di 50 ex ausiliari de-stinati all'aeroporto di Lampedusa;

che al distaccamento di Fiumicino ,dei 52 vigili previsti per ogni turno nesono presenti una trentina, determinan-dosi gravi carenze nella predisposizionedei servizi di soccorso ;

che recentemente il comando dei Vi-gili del fuoco di Roma, con propri ordin idel giorno, ha abilitato 160 vigili discon-tinui al servizio antincendio aeroportuale ,previo apposito corso di addestramentoteorico-pratico-professionale, per impie-garli in sostituzione del personale perma-nente mancante e per mansioni delicat equali, per esempio, operatori di idro-schiuma – :

se non ritenga opportuno per il fu-turo bandire concorsi, magari a carattereregionale e comunque con procedure pi ùsnelle delle attuali, prevedendo una ri-serva di posti per quei vigili discontinuiche abbiano prestato un congruo numerodi giorni di presenza presso i comand idei Vigili del fuoco ;

se non ritenga utile e doveroso, a lfine di ovviare alle note carenze nei di -staccamenti aeroportuali, assumere il per -sonale discontinuo che, avendo ottenut ol'abilitazione, viene abitualmente chia-mato a sostituire i vigili permanentimancanti .

(4-17895 )

TAGLIABUE, MONTANARI FORNARI ,MAINARDI FAVA, BRESCIA e BENE -VELLI . — Al Ministro della sanità. — Persapere :

a) se non si ritenga di voler disporreuna rilevazione sul territorio nazionale ,per accertare la presenza di forni per la

panificazione con bruciatori a nafta e, i nquesto caso, disporre la revoca ai fini diprevenire la commercializzazione di dettopane – prodotto isotopico – con la pre-senza di incombusti residui di nafta enocivo per la salute ;

b) se non si ritengà di accertare ,attraverso la rilevazione di cui sopra, lapresenza o meno sul territorio nazionaledi forni per panificazione alimentati d alegno smaltato e anche in questo cas ocon il pericolo di fornire ai consumatoriun pane non corrispondente alle normevigenti ;

c) se non si ritenga di provvedere aduna rivisitazione della legge n . 461 del1980, per meglio garantire il processo dicottura del pane e di puntualizzare l enormative igienico-sanitarie, riguardantitutta la fase di impasto del pane ;

d) se si intende porre in atto stru-menti idonei, atti a prevenire il dilagaresul territorio nazionale di forni abusiv iper la panificazione, per tutelare e garan-tire la salute dei consumatori e dei lavo-ratori panificatori che svolgono regolar -mente la propria importante e quotidianaattività produttiva .

(4-17896)

PELLEGATTA. — Al Ministro del te-soro. — Per sapere per quali motivi s iritarda la definizione della pratica di ri-congiunzione dei periodi assicurativi a isensi della legge n . 29 del 1979, intestataa Maria Prodan nata a Pola il 21 marzo1952 e residente in Gallarate in vi aAleardi n . 152 . L'interessata è dipendentedell 'USL n . 8 di Busto Arsizio, è già inpossesso del tabulato TRC/01-bis del -l 'INPS di Varese; la richiesta è stata ef-fettuata in data 17 aprile 1982 ; la signoraProdan, da oltre sette anni, è in attesadel relativo decreto .

(4-17897 )

PELLEGATTA. — Al Ministro del te-soro. — Per sapere per quali motivi s iritarda la definizione della pratica di ri-congiunzione dei periodi assicurativi, aisensi della legge n . 29 del 1979, intestata

Atti Parlamentari

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

a Gian Luigi Damin, nato a Gallarate i l20 novembre 1948 ed ivi residente in viaAleardi n . 152 . L'interessato è dipendentedel comune di Busto Arsizio, è già i npossesso del tabulato TRC/01-bis del -l 'INPS di Varese ; la richiesta è stata ef-fettuata in data 3 novembre 1983 ; da ol-tre sei anni il signor Damin è in attesadel relativo decreto .

(4-17898)

PELLEGATTA. — Al Ministro del te-soro. — Per sapere per quali motivi s iritarda . la definizione della pratica di ri -congiuzione dei periodi assicurativi aisensi della legge n. 29 del 1979, intestat aa Ennio Salmoiraghi, nato a Gorla Mi-nore (Varese) il 13 agosto 1937 e resi -dente in Busto Arsizio in via Fogazzaron . 3 . L'interessato è dipendente del co -mune di Busto Arsizio in qualità di vigileurbano, è già in possesso del tabulatoTRC/01-bis dell 'INPS di Varese, la richie -sta è stata effettuata in data 26 settembre1984; da oltre cinque anni il signor Sal -moiraghi è in attesa del relativo decreto .

(4-17899)

PELLEGATTA. — Al Ministro del te -soro. — Per sapere per quale motivo s iritarda la definizione della pratica di ri-congiunzione dei periodi assicurativi, a isensi della legge n. 29 del 1979, intestat aa Maria Luisa Bellotti, nata a Busto Arsi -zio il 4 aprile 1952 ed ivi residente in viaAlba 13 . L'interessata è dipendente del -l 'USSL n . 8 di Busto Arsizio, è già inpossesso del tabulato TRC/01-bis del-l'INPS di Varese ; la richiesta è stata ef-fettuata in data 2 febbraio 1983 ; la si-gnora Bellotti da sette anni è in attesadel relativo decreto .

(4-17900)

PELLEGATTA . — Al Ministro del te-soro. — Per sapere per quali motivi s iritarda la definizione della pratica di ri-congiunzione dei periodi assicurativi, a isensi della legge n . 29 del 1979, intestataa Luisa Morandi, nata a Legnano (Mila -no) il 26 novembre 1950 e residente a

Castellanza (Varese) in via Don Luigi Te-stori n . 21 . L'interessata è dipendente

dell 'USSL n . 8 di Busto Arsizio, è già inpossesso del tabulato TRC/01-bis del -

l'INPS di Varese; la richiesta è stata ef-fettuata in data 12 luglio 1982 ; da oltresette anni la signora Morandi è in attesadel relativo decreto .

(4-17901)

TAGLIABUE, COLOMBINI, MAINARDIFAVA, MONTANARI FORNARI e BRE-SCIA. — Al Ministro della sanità. — Per

sapere :

a) le ragioni per cui nelle farmacienon viene più posto in vendita il « Fruc-tofin » – prodotto dietetico – il cui costoera pari a lire 10 .600 per gr 1000 ; sosti-tuito con il « fructan » – prodotto diete-tico – il cui costo è pari a lire 8700 pergr 500, pari a lire 6800 in più pergrammi 1000, rispetto al « Fructofin » ;

b) se non si ritiene di volere di-sporre un accurato accertamento ai fin idi acquisire le ragioni della scomparsa ,dalle farmacie, del « Fructofin », e la suasostituzione con il « fructan », con un pe-sante aggravio per i cittadini interessatiall'acquisto di tale prodotto dietetico .

(4-17902 )

TASSI . — Al Presidente del Consigliodei ministri e ai Ministri dei lavori pub-

blici, delle finanze, del tesoro e di grazia egiustizia. — Per sapere :

quali controlli siano in atto, anch eda parte dei competenti organi regionali ,in merito alle spese e, addirittura, alledonazioni che di fatto, spesso fanno l eamministrazioni locali . È il caso del co-mune di Gropparello, ove l'interrogant enel percorrere la circonvallazione direttoverso la strada provinciale, notava u nnuovo manufatto, un muretto versostrada nella via Circonvallazione, di re-centissima costruzione, che, peraltro, mo-dificava il corretto e lineare andamento edimensioni della via predetta ; infattidetto muro provoca una vera e propri arientranza nella sede stradale. In altra

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occasione, l ' interrogante ha avuto mododi notare che, sempre intorno alla pro-prietà dell ' immobiliare cui appartiene i lmuretto anzidetto, erano in atto lavori d icostruzione di altro muro, in fregio all alocale via « Tre Martiri » di prossimaidentificazione . Peraltro la cosa più stupe-facente è che dette opere siano state fatt ea cura e spese dell 'amministrazione co-munale, la quale vanterebbe di averavuto in permuta area per la strada dellavia circonvallazione dal proprietario deidue predetti muretti, mentre risulta, ictuoculi, che proprio il predetto ha avuto ilbeneficio di avere l 'accessione del reli-quato strada dal che appunto forma l arisega sopra denunciata ;

se, in merito, siano in atto indaginio inchieste o ispezioni amministrative an-che da parte degli organi regionali com-petenti, se sul punto siano in atto o sianoper essere iniziate indagini di polizia giu-diziaria o tributaria, trattandosi di pro-prietà del demanio, pur comunale ;

se, in merito, siano in atto procedi -menti giudiziari, nonostante la « chiusuradella pretura di Castell'Arquato » giàcompetente ;

se, in merito, siano in atto richiestedi notizie o di informazioni da partedella procura generale presso la Corte de iconti, perché al posto tutto, la cosa co-sterà al contribuente a mezzo dell'e-sborso, senza titolo _ del comune di Grop-parello, una cinquantina di milioni .

(4-17903 )

TASSI . — Al Presidente del Consigliodei ministri e ai Ministri dell'interno, de ilavori pubblici, di grazia e giustizia e dellefinanze. — Per sapere :

se non sia il caso di intensificare efar intensificare anche dagli organi regio-nali competenti i controlli sulle attivitàdegli enti locali territoriali, nella speciequelle comunali, in particolare quelle de lcomune di Castelvetro Piacentino, ove « iresponsabili » di quella amministrazioneinvitano i cittadini a fare le onere edilizie

senza autorizzazioni e licenze dicendo ch eper opere di poco conto nulla necessita epoi denunciano gli stessi per abusi edi-lizi ;

se non sia il caso di far cessaredette attività da vero e proprio agent eprovocatore, come sembra essere quell afatta nei confronti di Camillo Marzoli ;infatti sia costui come il responsabil edelle imprese, per un piccolo allarga -mento di un locale ad uso autorimessaerano andati presso gli uffici competentiper fare la richiesta delle doverose li-cenze, concessioni o autorizzàzioni, utili onecessarie e da tutti i responsabili degliuffici « competenti » avevano avuto l ' in-vito a fare le opere senza nessun a« carta » . Appena iniziati i lavori venneroinviati dal comune i carabinieri per i lpreteso abuso, l'interessato fu costrett oaddirittura a cambiare professionista tec-nico, gli fu imposta la richiesta di « sana-toria » e poi si procedette ugualmentealla denuncia e al procedimento penale ;

se in merito siano in atto inchiesteamministrative, indagini di polizia giudi-ziaria o tributaria, e se la cosa sia notaalla procura generale presso la Corte de iconti per la evidente responsabilità de ifunzionari e amministratori . (4-17904)

BERNASCONI, ORSENIGO, MILANI,PELLICANO e CAVAGNA . — Ai Ministr idel lavoro e previdenza sociale, del commer-cio con l'estero e dell'industria, commerci oe artigianato. — Per sapere – premessoche :

la fabbrica di macchine da cucireSinger di Monza, proprietà di una multi -nazionale, ha subito negli ultimi diec ianni continue riduzioni della forza di la-voro, passando dalle 1 .366 unità del 198 1alle 530 unità attuali ;

il ridimensionamento si è accompa-gnato ad accordi di rilancio produttivodella azienda, tanto che il 20 marzo 198 5veniva siglato un accordo importante chesanciva la definitiva chiusura dello stat odi crisi della azienda :

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poi, nel luglio 1985, la multinazio-nale Singer Company vendette a privat igran parte della rete commerciale de iprodotti, con condizioni bloccate di ven-dita delle macchine da cucire prodotte aMonza e conseguente penalizzazione de iprofitti dello stabilimento monzese ;

nel febbraio 1986 si scorporò la divi-sione cucito e mobili con la costituzion edi una nuova compagnia SSMC, separatadalla casa madre ;

nell'aprile 1989 la nuova aziendaSSMC veniva acquistata dalla multinazio-nale canadese Semitech, controllata finan-ziariamente da uomini di Hong Kong eleader nella produzione e distribuzione d iprodotti elettronici e microcomputer i nAsia, impegnata a vendere tecnologie aiPaesi in via di sviluppo ;

il nuovo amministratore delegato ,Mr. Ting, confermò però le possibilità dimercato dei prodotti Singer a livello in-ternazionale ;

nel settembre 1989 ' la nuova compa-gnia comunicò al sindacato ed ai lavora -tori di Monza che stava per concluder eun accordo con l'Unione Sovietica, ch eprevede la produzione in territorio russ odelle macchine da cucire ad alta tecnolo-gia (quelle prodotte nello stabilimento diMonza) con il trasferimento di macchi -nari ed impianti della fabbrica monzese ;

il sindacato propose un contropian oche garantiva una riconversione dello sta-bilimento di Monza con manteniment odelle unità lavorative ;

nel settembre 1989 si realizzò unaipotesi di accordo che prevedeva il trasfe-rimento di macchinari in Russia in cam-bio del mantenimento dei livelli produt-tivi di macchine per cucire nel triennio1990-1992, ai quali si sarebbe affiancatala produzione di un nuovo prodotto (sal-vaguardando i livelli occupazionali, chiu-dendo la cassa integrazione alla data sta-bilita del febbraio 1990 e permettendouna graduale riconversione);

ne seguì invece una manovra stri-sciante di chiusura della fabbrica mon-

zese, che fu messa in crisi finanziaria -mente e in modo deliberato non versandoi parecchi miliardi derivanti dalla vendit adella produzione di Monza;

questo voluto blocco finanziario (sti-mato oggi in quasi 7 miliardi) rese diffi-cile il mantenimento dei livelli produttiviper difficoltà a pagare i fornitori dellematerie prime e per crediti con le bancheper stipendi e forniture ;

il disegno della Semitech divennepiù chiaro a seguito del riacquisto dell arete commerciale delle macchine da cu-cire Singer per un valore di circa 800miliardi di lire: mantenere il mercat odelle macchine da cucire ma parallela -mente spostare la produzione in paesi pi ùvantaggiosi per la azienda;

l'atto finale è stato la messa in li-quidazione della azienda ai primi di gen-naio di quest'anno;

la reazione dei lavoratori, del sinda-cato e delle forze politiche è stata imme-diata e sostanziata da un ruolo produt-tivo e da possibilità di mercato tuttoravalidi per la sede monzese ;

infatti lo stabilimento Singer d iMonza è l 'unico a produrre macchine Sin-ger elettroniche, con un ottimo livello tec-nologico degli impianti e dei macchinari ,che possono anche permettere il passaggi oalla produzione di nuovi prodotti con ipo-tesi di riconversione già in atto ;

la fabbrica di Monza è l 'unica diquesto tipo esistente in Europa e po-trebbe svolgere un importante ruolo su lmercato CEE o con espansione nei Paes idell'Est europeo – :

il giudizio del Governo sulle vicendee sul loro significato generale in meritoalla delicata questione delle conseguenzesull 'economia nazionale di azioni specula-tive incontrollate da parte di gruppi fi-nanziari di dimensione mondiale ;

l'intendimento del Governo in me -rito alla questione della « cassa integra-zione », richiesta dall 'azienda e non an-cora concessa :

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le iniziative che il Governo intend eprendere per ricercare all'interno dei set-tori produttivi del Paese imprenditori in-teressati alle produzioni dello stabili-mento monzese che possano concorreread una soluzione positiva della vicenda ;

le ipotesi di interscambio che organigovernativi e gruppi finanziari ed indu-striali hanno allo studio nel quadro degl iaccordi intergovernativi, già finanziati o

in fase di elaborazione, che possanoaprire nuovi spazi di mercato ai prodotti

'tradizionali dello stabilimento Singer d iMonza (anche tenendo conto di' possibil idifferenziazioni produttive e tecnologiche)e all'intero settore industriale, in mododa determinare condizioni di mercato piùfavorevoli non solo per gli accordi im-1prenditoriali necessari, ma soprattuttdalla massima utilizzazione di una impor-tante risorsa nazionale .

(4-17905)

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INTERROGAZION E

A RISPOSTA ORALE

SCOTTI VINCENZO, GITTI, AN-SELMI, BIANCO, AllOLINI e USELLINI .— Al Presidente del Consiglio dei ministri .— Per sapere –

tenuto conto del riemergere ne lPaese e nella stampa di denunce e dipreoccupazioni circa l'azione della loggi amassonica P2 ;

sottolineata l'importanza delle indi-cazioni della risoluzione n . 6-00075, ap-provata dalla Camera dei deputati il 6marzo 1986 ;

richiamato in particolare il puntodella predetta risoluzione che impegnavail Governo « ad emanare opportune diret-tive perché le indicazioni contenute nell arelazione di maggioranza siano utilizzate ,ai vari livelli di competenza, per una cor-

retta ed obiettiva valutazione delle effet-tive responsabilità individuali, al fine diricavarne conclusioni definitive, nonché aprocedere nei modi di legge nei confrontidi coloro per i quali siano stati raggiuntiriscontri che dimostrino, al di là di ognipossibile dubbio, il loro coinvolgimentonelle attività della loggia massonica P2 » ;

richiamata altresì la circolare ema-nata dal Presidente Craxi il 22 novembre1984 a tutti i ministri componenti il Go-verno, con l'invito « a disporre l'esamedegli atti e della relazione della Commis-sione e ad assumere, in rapporto alle ri-sultanze dello stesso, le conseguenti ini-ziative, anche attraverso l 'apertura, lariapertura o l'ulteriore corso di procedi-menti sanzionatori, nei riguardi dei di-pendenti degli organi centrali e periferic idello Stato nonché di enti pubblici, so-cietà, istituti ed aziende a partecipazion estatale, risultati iscritti alla loggia P2 » – :

se intenda riferire sull'applicazion edelle direttive emanate con la circolarestessa e sulle risultanze che sono stat eacquisite .

(3-02235)

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— 46744 —

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INTERPELLANZ E

I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro dei trasporti, per- sapere – pre-messo che :

le linee del nuovo piano decennaledei trasporti relativo alla Toscana e all'a-rea fiorentina, recentemente illustrato dalMinistro alla regione Toscana, si pongonoin netto contrasto con alcune delle scelt efondamentali, operative e di indirizzo ,contenute nei progetti per la realizzazion edi un sistema ferroviario integrato inte-ressante tali livelli territoriali, delineatocinque anni orsono nel protocollo di in -tesa del 1985 e definito successivamentenella convenzione stipulata nel dicembre1987 fra gli enti locali fiorentini, la re-gione Toscana e l 'ente ferrovie, con l ' o-biettivo di fare del trasporto pubblico suferro l'asse portante del sistema regionaledi trasporto sia di passeggeri che dimerci e di fornire alla città di Firenzeuna importante occasione per la riorga-nizzazione di una funzione produttiva edurbana di aree di proprietà demaniale ;

alcuna garanzia concreta, inoltre, èstata data di cogliere nelle dichiarazionidel Ministro circa l'effettiva destinazionedei finanziamenti ai progetti da rea-lizzare ;

invero, per ciò che riguarda i pro-blemi ferroviari di Firenze, l'annunciatariduzione del quadruplicamento della li-nea per Roma al solo tratto Rovezzano-Campo di Marte anziché dell 'intero trattoRovezzano-Santa Maria Novella, come eraprevisto dalla citata convenzione, pone d ifatto una seria ipoteca sulla centralit àdella stazione di Santa Maria Novella« quale nodo strategico della mobilità » esul suo « ruolo essenziale anche in rela-zione al programma di alta velocità » ;centralità e ruolo sui quali tutte le part iaderenti alla convenzione medesima con-cordarono;

nelle linee di piano si sono rivelat edel tutto assenti le questioni dell'arrivo aFirenze della direttissima e del sottopassoferroviario della città, sulle quali nono-stante precisi accordi ed impegni sembraregnare ancora confusione di idee e d iintenti da parte dell'ente ferrovie e de lMinistero dei trasporti ;

assai grave è apparsa la decisione dirinunciare al progetto di trasferimento daFirenze all'Osmannoro delle officine dell eferrovie di Porta al Prato, la quale, seattuata, metterebbe definitivamente i ncrisi lo sviluppo della funzione produttivadi questo importante complesso mecca-nico delle ferrovie, già compromessa per ilimiti posti dalla sua attuale locazione eche vanificherebbe il recupero di quest'a-rea centrale della città destinata nel pro-getto del piano regolatore ad una dell epiù qualificanti realizzazioni culturali(nuovo polo musicale) ;

grave appare la scelta di rinunciar eagli interventi di potenziamento della fer-rovia « Porrettana » che potrebbe essereinvece il necessario supporto del traffic odella direttissima soprattutto per il tra-sporto merci, della Firenze-Pistoia e de lraddoppio della Pistoia-Lucca-Pisa-Viareg-gio, allo scopo di realizzare un indispen-sabile ed efficiente collegamento con l acosta tirrenica ;

per quanto riguarda i progetti indi-cati nel piano fra quelli da realizzare ,non si è chiaramente specificato se il lorofinanziamento rientri o meno nei 21 milamiliardi di quota disponibile dell'intero« pacchetto » nazionale di 80 mila mi-liardi del piano decennale, per cui è le -cito temere il rischio – reale, non astrattotenuto conto del blocco posto agli investi -menti già in essere – che pure la defini-tiva riattivazione della Faentina, il rad-doppio della Pontremolese, il quadrupli-camento della Firenze-Empoli, i collega-menti Prato-Signa, il prolungamento daFirenze a Bologna della linea ad alta ve-locità, restino anch 'essi ancora per lungo,esiziale tempo soltanto ed unicamenteprogetti ;

Atti Parlamentari

— 46745 —

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

a Firenze, nella consapevolezza chegli indirizzi del piano decennale dei tra-sporti relativi alla Toscana ed al capo-luogo non attengano ormai soltanto agl iaddetti e utenti, ma rappresentano unfattore decisivo per il futuro della regionee della città, grande è lo sconcerto, l'a-marezza e l'irritazione della opinionepubblica, di amministratori ed uominipolitici dinanzi alle inconsistenti assicura-zioni del Ministro dei trasporti, alle delu-denti e pericolose rinunce ed omissionidel piano da egli illustrato : si parla di« patto tradito », di « Firenze cancellata » ,di « gravi decisioni » da correggere co lritorno a quanto concordato con la con-venzione del 1987 – :

se non ritenga di dover riconsiderareil piano decennale dei trasporti che inte-ressa la Toscana e l 'area fiorentina, ondericondurlo nell'alveo originale degli ac-cordi e degli impegni intercorsi fra il co-mune e la provincia di Firenze, la region eToscana e l'ente ferrovie con la stipul adella convenzione del 1987, così da porresu basi concrete in Toscana ed a Firenzeil conclamato obiettivo della priorità de ltrasporto pubblico su ferro, il rilancio, l osviluppo e la qualificazione delle funzion iproduttive dell'ente ferrovie e la destina-zione a funzioni pubbliche delle aree fer-roviarie interne alla città di Firenze, pe run ulteriore futuro sviluppo civile e cul-turale della città medesima ;

se non ritenga altresì di dover collo-care i diversi progetti che fanno partedella realizzazione del sistema ferroviariointegrato toscano e fiorentino nell'ambito

delle priorità del piano decennale nazio-nale per i trasporti e di fornire al ri-guardo le necessarie certezze di finanzia-mento .

(2-00820) « Gabbuggiani, Quercini, Bruz-zani, Capecchi, Minozzi, Ca-prili, Bulleri, Pallanti » .

I sottoscritti chiedono di . interpellare ilMinistro dell'industria, commercio ed ar-tigianato, per sapere – in considerazion edella preoccupante persistente situazion edi siccità, registrata durante la stagion einvernale, con gravi riflessi negativi sullaproduzione idroelettrica – :

qual è la situazione del sistema elet-trico nazionale, anche con riferimento anotizie riportate dalla stampa circa pre-sunte difficoltà a superare situazioni diemergenza ;

in particolare, se intenda fornirespecifici ragguagli sulle effettive disponi-bilità del parco di generazione ENEL pe rfar fronte alla sempre più crescente do-manda di punta ed, inoltre, se rispond eal vero che le importazioni di energiadall'estero sono ormai divenute indispen-sabili . Una sollecita risposta del Ministroresponsabile è quanto mai necessaria alfine di tranquillizzare l'opinione pubblic ae il mondo produttivo, a causa anche de ldisorientamento provocato dalle recent inotizie riportate dalla stampa in merit oalle dichiarazioni del Ministro sulla possi-bile privatizzazione dell'ente elettrico d iStato .(2-00821)

« Salerno, Cellini » .

Atti Parlamentari

— 46746 —

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 24 GENNAIO 1990

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00155 Roma