reggio emilia, europa - casalecchiodelleculture.it · la seconda guerra mondiale è il conflitto...
TRANSCRIPT
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA
Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia Corso di Laurea Specialistica in Nuovi Media e Comunicazione Multimediale
Reggio Emilia, Europa
Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Relatore: Laureando: Chiar.mo Prof. Giancarlo Corsi Matteo Mercati
Anno Accademico: 2006/2007 13 Marzo 2008
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
“We shall not cease from exploration
and the end of all our exploring
will be to arrive where we started
and know the place for the first time.”
-T.S. Eliot, Little Gidding,
The Four Quartets (1942)
[2]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Indice
ABSTRACT___________________________________________________________ 5
[I] IL PROCESSO CONCRETO DI INTEGRAZIONE EUROPEA ____________ 6
[I.1] DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE ALLA CECA ____________ 7 [I.2] VERSO IL TRATTATO DI ROMA DEL 1957_______________________________ 11 [I.3] DAL TRATTATO DI BRUXELLES ALL'ATTO UNICO EUROPEO (1986) _________ 12 [I.4] LE CONSEGUENZE DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO ________________ 15 [I.5] LA MONETA UNICA E IL TRATTATO CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE EUROPEA_____________________________________________________________________ 18 [I.6] CONCLUSIONI: UN CINQUANTENNIO RICCO DI MUTAMENTI________________ 24
[II] L’IDEA D’EUROPA _______________________________________________ 26
[II.1] INTRODUZIONE AL CONCETTO ______________________________________ 27 [II.1.1] IL MITO D’EUROPA E LA PRIMA DIFFERENZIAZIONE: GRECI E PERSIANI __ 29 [II.1.2] SECONDA DIFFERENZIAZIONE: CITTADINI ROMANI E BARBARI __________ 31 [II.1.3] TERZA DIFFERENZIAZIONE: CRISTIANI E PAGANI-INFEDELI ____________ 33 [II.1.4] QUARTA DIFFERENZIAZIONE: NAZIONI E IMPERI _____________________ 35 [II.1.5] QUINTA DIFFERENZIAZIONE: OCCIDENTE ED ORIENTE ________________ 36 [II.2] L’IDEA D’EUROPA CONTEMPORANEA: MOLTEPLICI CORRENTI DI PENSIERO_ 40 [II.3] UN PUNTO DI VISTA CULTURALE: IL COSMOPOLITISMO DALLE DIFFERENZIAZIONI ALLE VARIETÀ ________________________________________ 48
[III] IDENTITÀ EUROPEA ____________________________________________ 51
[III.1] VERSO IL CONCETTO DI IDENTITÀ: UNA PRIMA DEFINIZIONE_____________ 52 [III.2] TIPOLOGIE DI IDENTITÀ___________________________________________ 55 [III.3] TERRITORIALITÀ: VERSO UN’EUROPA DELLE CITTÀ?___________________ 58 [III.4] SIMBOLI COME FATTORI DI COESIONE EUROPEA_______________________ 66 [III.5] CONCLUSIONI: L’IDENTITÀ EUROPEA IN PROSPETTIVA GLOCAL __________ 70
[IV] CENTRALITÀ DELLA COMUNICAZIONE NELLA COSTRUZIONE DI UNA IDENTITÀ EUROPEA____________________________________________ 72
[IV.1] STRATEGIE DI COMUNICAZIONE DELL’UE: LINEE GUIDA GENERALI E PUNTI INFORMATIVI EUROPE DIRECT___________________________________________ 76 [IV.1.1] LINEE GUIDA: LE STRATEGIE COMUNICATIVE DELLA COMMISSIONE EUROPEA_____________________________________________________________ 76 [IV.1.1.1] CONCLUSIONI DI FINE CAPITOLO_________________________________ 90
[3]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[IV.1.2] RETI INFORMATIVE EUROPEE SUL TERRITORIO: VERSO UN’OTTICA LOCALE_____________________________________________________________________ 92 [IV.2] PERCEZIONE DEI TEMI EUROPEI A LIVELLO LOCALE ___________________ 96 [IV.2.1] METODOLOGIA SEGUITA ED AREE DI RICERCA _______________________ 97 [IV.2.2] UN PRIMO SGUARDO D’INSIEME __________________________________ 106 [IV.2.3] FONTI CARTACEE E FONTI DIGITALI ______________________________ 112 [IV.2.4] GLI AMBITI DEI TEMI EUROPEI TRATTATI __________________________ 117 [IV.2.5] APPROFONDIMENTO: EUROPE DIRECT SUI MEDIA LOCALI ____________ 124 [IV.2.6] CON QUALI ACCEZIONI VENGONO PRESENTATI I TEMI EUROPEI? _______ 128 [IV.2.7] TERRITORIALITÀ E RAPPORTI TRA NODI EUROPEI: DIFFERENZIAZIONE E COORDINAMENTO ____________________________________________________ 131 [IV.2.8] REGGIO EMILIA “CITTÀ EUROPEA”? ______________________________ 145 [IV.2.9] APPROFONDIMENTO QUOTIDIANI LOCALI __________________________ 147 [IV.2.10] TAG-CLOUD PER UNA RAPPRESENTAZIONE FINALE _________________ 163
[V] CONCLUSIONI __________________________________________________ 166
BIBLIOGRAFIA_____________________________________________________ 175
CARTACEA __________________________________________________________ 175 DIGITALE ___________________________________________________________ 177
RINGRAZIAMENTI _________________________________________________ 182
[4]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Abstract
Aim of this work is the analysis of the role of communication between a
supranational institution - the European Union - and a local point of the European
network, the city of Reggio Emilia, Italy.
We will carry out our analysis trying to answer to following questions: how is
the European Union communicating at local level? In which way social,
historical, and cultural factors affect the communication process? What does the
EU need to give itself a better image?
In the first chapter the process of European integration will be introduced,
giving a basic background on the essence of the Union, from the end of World
War II to present days.
Chapter two focuses on the idea of Europe, with concepts of historical
differentiations and contemporary ideas of what Europe is and what should be.
The key theme of European identity is examined in chapter three: from the
notion of post-national, fluid identity, through European symbols, into a glocal
prospective.
In chapter four we will discuss communication strategies of the EU, general
directives and its new digital approach. It precedes an actual data-analysis
presentation, core of the last chapter. This local media monitoring survey
collected entries over seventeen weeks, creating a database that will help us
answering the main questions underneath this work.
[5]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[I] Il processo concreto di integrazione europea
“The further back I look, the further forward I can see.”1
-Winston Churchill
Il processo storico che ha portato nel tempo alla costituzione di una Unione
europea come la intendiamo oggi ha rilevanza di prim'ordine. Osservando gli
attori, i fatti e le relazioni tra i diversi blocchi nazionali del passato, possiamo
prender possesso sia del background informativo indispensabile per avere una
visione ad ampio respiro del tema europeo, sia di spunti di riflessione per meglio
ipotizzare gli scenari futuri, come allude Churchill nella citazione di inizio
capitolo.
Lo statista britannico ci introduce all'inizio del periodo storico che andremo a
ripercorrere: la Seconda Guerra Mondiale. Il processo d'integrazione europea, qui
analizzato sotto la lente d'ingrandimento storica, compie i primi passi concreti
proprio all'indomani del tragico conflitto globale. Paradossalmente, tra la fine del
sogno di una Europa coattamente unita sotto la bandiera nazista, ed i timori di un
continente progressivamente sovietizzato, vennero gettate le basi per una terza e
democratica soluzione.
Tra i primi Anni ‘50 e il XXI Secolo, in una porzione di tempo brevissima per i
ritmi della storia, il processo d'unificazione europeo ha permesso ad un gruppo di
nazioni in ginocchio per lo sforzo bellico, ancora pervase da sentimenti di paura e
diffidenza, di diventare infine una comunità con un parlamento centrale
rappresentativo, leggi condivise e moneta unica. Le tappe che hanno portato a
questo mutamento sono l'oggetto delle pagine seguenti.
1 “Più guardo indietro, più in là posso vedere avanti”, frase attribuita a Winston Churchill. Fonte: http://en.wikiquote.org/wiki/Winston_Churchill
[6]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[I.1] Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla CECA
La Seconda Guerra Mondiale è il conflitto che ha causato più morti nell'intera
storia dell'uomo, più di 60 milioni di persone2. Basterebbe questo dato per
esemplificare la portata e l'impatto dell'evento non solo nello scenario dei tempi,
ma anche per le conseguenze che esso ha provocato nelle coscienze delle
generazioni future. Una guerra globale: combattuta su vari fronti, da molteplici
forze nazionali. Un dato importante da sottolineare, le battaglie chiave3 ed il
fulcro del conflitto videro come teatro principe il territorio europeo. La
precisazione è di rilievo, in quanto influenzerà in modo ancora più significativo il
panorama europeo: la guerra distrugge i territori, delimita nuovi confini, entra
nelle case e nelle vite dei cittadini. Generalizzando, si può dire che essa divide ed
unisce. In termini ancora più sintetici: crea distinzioni nelle memorie collettive.
Alla fine del conflitto, gli schieramenti erano ben distinti e distinguibili: i vinti,
le forze dell'Asse, ed i vincitori, gli Alleati4. Come logica conseguenza, i secondi
ebbero l'occasione di decidere a tavolino i futuri equilibri dei primi. Nelle
conferenze di Yalta (4 - 11 Febbraio 1945), a conflitto ancora formalmente in atto,
e Potsdam (17 Luglio – 2 Agosto 1945), a resa avvenuta, le tre maggiori potenze
nazionali degli Alleati (Stati Uniti, URSS, Regno Unito) tracciarono le linee
politiche e geografiche del dopoguerra.
Di particolare rilievo, la ri-designazione della Germania e di Berlino in quattro
zone di controllo e la decisione di sostituire alla fallimentare Lega delle Nazioni,
una nuova organizzazione internazionale per la cooperazione, le Nazioni Unite. 2 Fonte: http://web.jjay.cuny.edu/~jobrien/reference/ob62.html 3 Come ad esempio la Battaglia di Stalingrado (1942), lo sbarco in Normandia (1944) delle truppe statunitensi, la liberazione di Parigi (1944), la Battaglia di Berlino (1945). 4 Non è possibile fornire una lista accurata, dal momento vi furono molteplici cambiamenti di fronte. Generalmente gli Alleati sono identificati principalmente in: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Unione Sovietica; le forze dell’Asse in: Germania Nazista, Giappone, Italia Fascista.
[7]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Formalmente, con la prima divisione andava a concretizzarsi la suddivisione
dell'Europa e del Mondo in due blocchi, uno ad influenza americana, e uno ad
influenza sovietica, ed il preludio alla Guerra Fredda, che si concluse solo nei
primi Anni ‘90. Con la seconda si gettavano le basi per una associazione
internazionale che potesse prevenire o quantomeno frenare il rischio del sorgere,
in futuro, di situazioni critiche come quella appena passata.
La NATO (North Atlantic Treaty Organization) nacque nel 1949 come supporto
al Patto Atlantico: una collaborazione a livello internazionale per la difesa degli
stati firmatari (Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo,
Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e naturalmente Stati Uniti
d'America). Si andavano a delineare alleanze specifiche all'interno del contesto
globale.
A livello europeo, il Trattato di Londra del 5 Maggio 1949, sottoscritto da 10
nazioni (Belgio, Danimarca, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia,
Svezia, Regno Unito), istituì il Consiglio d'Europa5, un primo passo verso una
organizzazione europea vera e propria. Gli scopi del Consiglio d'Europa sono
similari a quelli delle Nazioni Unite, ma con focalizzazione a carattere europeo:
“Il Consiglio d'Europa ha lo scopo di attuare un'unione più stretta fra i suoi
membri” (Art. 1 dello statuto del Consiglio d'Europa).
Tra le finalità, difatti, troviamo:
“favorire e incoraggiare la consapevolezza dell'identità culturale europea e
della sua diversità; (..) sviluppare la stabilità democratica in Europa, sostenendo
le riforme politiche, legislative e costituzionali.”.
Al momento attuale gli Stati membri sono ben 47.
Siamo dunque alla fine degli Anni ‘40: lo scenario politico internazionale si sta
ricostruendo con un nuovo ordine, con presupposti differenti, da una parte la
tutela a livello sovra-nazionale dell'assenza di belligeranze armate, tramite
5 Fonte: http://www.coe.int/defaultIT.asp
[8]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
associazioni di stati riunite in obiettivi di sviluppo e cooperazione comuni,
dall'altra, il rafforzarsi del dualismo Stati Uniti – URSS, fonte di scissione politica
ed amministrativa anche in seno all'Europa, una linea ideale che attraverso Berlino
Est scendeva fino alla Cecoslovacchia, Ungheria e a sud fino alla Jugoslavia. Due
blocchi, occidentale ed orientale, divisi ideologicamente, politicamente ed
economicamente. Entrambi con propensione a coinvolgere il maggior numero di
stati nazionali sotto la propria area d'influenza: anche ad oriente, difatti, si
stipularono alleanze.
Il COMECON (Consiglio per la Mutua Assistenza Economica), fondato
anch'esso nel 1949, riuniva Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia,
Romania e Ungheria, al fine comune di rinforzare la coesione economica tra gli
stati comunisti. Un orientamento verso la dimensione a rete, in cui i rapporti di
forza erano però bilanciati in modo differente: nel blocco ad Est l'URSS era de
facto il centro nevralgico del sistema, con poteri decisionali e di autorità ben più
rilevanti di tutti gli altri membri; ad Ovest i rapporti di forza erano più bilanciati,
con conseguente processo decisionale più orientato verso intendimenti condivisi.
La prima tappa verso il processo d'integrazione europeo, è la Dichiarazione di
Schuman6, ispirata dall'alto consulente economico del governo francese Jean
Monnet. Il 9 Maggio 1950 il Ministro degli esteri transalpino Robert Schuman
tenne il primo discorso politico ufficiale in cui si prospetta l'istituzione di una
comunità a carattere europeo, dapprima da un punto di vista economico, e
successivamente nei termini di una ipotizzata e desiderata alleanza politica. Viene
preso in considerazione, in primo luogo, la necessità più urgente del momento
storico: la ripresa economica post-bellica. Per realizzare l'obiettivo, si auspica un 6 Alcuni estratti: “Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche.” “L'Europa non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.” “Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.” Testo completo in italiano disponibile su http://europa.eu/abc/symbols/9-may/decl_it.htm
[9]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
patto di collaborazione in primis con il nemico di ieri, la Germania, con il quale
l'interesse condiviso per la produzione di carbone ed acciaio viene colto come
fattore aggregante, non strettamente concorrenziale, verso una mutua
convenienza. Semplicemente, si mettono da parte i rancori nazionalisti e si
procede con la decisione più adeguata al contesto specifico. Il 9 Maggio è tutt'oggi
celebrata la “Giornata d'Europa”.
L'idea di Schuman e Monnet viene concretizzata un anno più tardi: con il
Trattato di Parigi7 del 18 Aprile 1951 si ratifica la nascita della CECA (Comunità
europea del carbone e dell'acciaio), che entrò in vigore il 23 Luglio 1952. In base
ad essa, si instaurò un mercato comune per i due tipi di produzione: abbattimento
dei dazi doganali e rapporti di misura pre-concordati tra gli stati coinvolti. Questi
erano: Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Lussemburgo e Paesi
Bassi. Si tratta di un passo fondamentale per lo sviluppo dell'Unione europea: sia
per i benefici che esso porta alle singole economie, sia soprattutto nella sua
valenza di modello per gli sviluppi futuri. Dopo le devastazioni della guerra, una
nuova strategia fatta di alleanze non-belligeranti è possibile. Il profilo istituzionale
della CECA era strutturato a rappresentanze che convogliavano ad uno stesso
organo decisionale, suddiviso in quattro istituti, atti a garantire partecipatività
comune ed uguaglianza di diritti e doveri.
7 http://eur-lex.europa.eu/it/treaties/dat/11951K/tif/11951K.html
[10]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[I.2] Verso il Trattato di Roma del 1957
Sull'altra sponda della Cortina di Ferro, termine coniato per la prima volta da
Churchill in un discorso del 19468, la risposta alla NATO fu elaborata mediante il
Patto di Varsavia del 14 Maggio 1955: una alleanza militare delle forze in orbita
sovietica, ovvero Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania Est (DDR),
Polonia, Romania, Ungheria, oltre all'Unione Sovietica. Da quel momento
entrambi i fronti erano costituiti formalmente da coalizioni di più stati.
Concretamente, il patto orientale era dominato dall'URSS: la soppressione con le
armi della Rivoluzione Ungherese9 anti-sovietica del 1956 ne fu esempio
eclatante.
Il 25 Marzo 1957 è una data fondamentale per il progetto di integrazione
europea: a Roma i rappresentanti di sei paesi (Belgio, Francia, Lussemburgo,
Olanda, Repubblica Federale Tedesca) firmano una intesa grazie alla quale si
forma la Comunità Economica Europea (CEE)10. Si tratta di un passo avanti
rispetto alla CECA, in quanto le politiche comuni vengono estese a molteplici
ambiti: settore agricolo e dei trasporti, oltre all'eliminazione dei dazi doganali, alla
creazione di un Fondo Sociale Europeo e di una Banca Europea degli
Investimenti. La cooperazione tra gli Stati membri si fa più stretta, il mercato
comune apre la strada verso la libera circolazione delle persone, dei servizi, delle
merci e dei capitali. Con i Trattati di Roma viene istituita anche l'Euratom, 8 Winston Churchill, 5 Marzo 1946, Fulton, Missouri, USA: “Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giaciono tutte le capitali dei vecchi stati dell'Europa Centrale ed Orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste famose città e le popolazioni attorno ad esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell'altro, non solo all'influenza Sovietica ma anche a una altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca". Testo completo in inglese: http://www.historyplace.com/speeches/ironcurtain.htm 9 http://www.rev.hu 10 http://eur-lex.europa.eu/it/treaties/dat/11957E/tif/11957E.html
[11]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Comunità europea dell'energia atomica (CEEA): le collaborazioni si ampliano
anche al campo scientifico, di ricerca, in questo caso mirato agli studi di sviluppo
sull'energia nucleare. A soli 12 anni dalla fine della guerra, una prima forma di
associazione europea diventa realtà.
Nel frattempo, a Berlino, il flusso di persone che dalla parte Est della città
passava a quella Ovest non conosceva sosta. Dapprima la circolazione dei
cittadini da un settore all'altro era permessa, ma con l'inizio della Guerra Fredda
essa venne limitata, ed infine arginata da un confine. I berlinesi tuttavia
continuavano a migrare verso Ovest, allettati dalle maggiori possibilità lavorative
e dal regime meno coercitivo. Ad Agosto del 1961 iniziò la costruzione di un
muro, sempre più compatto, che rese il settore occidentale di Berlino un'isola in
mezzo alla DDR11. Il Muro di Berlino può essere considerato il vero simbolo
della Guerra Fredda, anche dal punto di vista dell'attrattività mediatica, in quanto
espressione della divisione del cuore d'Europa negli anni successivi al dopoguerra.
Sebbene USA ed URSS proseguissero a confrontarsi senza sosta, dalla
conquista dello spazio alle politiche d'egemonia planetaria, gli Stati membri della
CEE continuavano a percorrere la strada della coesione.
[I.3] Dal trattato di Bruxelles all'Atto unico europeo (1986)
La necessità di centralizzare e rendere più compatte le istituzioni comunitarie
formate fino a quel momento, portò alla firma del Trattato di Bruxelles, detto
anche, appunto, Trattato di Fusione12. L'8 Aprile 1965 i sei Stati membri unirono
CECA, CEE ed Euratom in una struttura singola, dotata di una singola
11 Il muro divideva in due la città, e circondava il perimetro della parte occidentale. 12 http://www.ena.lu/?lang=2&doc=22429
[12]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Commissione e di un singolo Consiglio delle Comunità Europee. La
Commissione è un organo esecutivo, composto dai commissari europei, scelti
direttamente dai singoli Stati membri, attualmente uno per ogni stato, anche se si
stanno discutendo criteri differenti. La durata del loro mandato è di cinque anni. Il
Presidente della Commissione oggi è scelto dal Consiglio, e tutta la Commissione
deve ricevere conferma di fiducia dal Parlamento europeo. Il Consiglio costituisce
il ramo legislativo, formato dai ministri dei singoli stati, che si riuniscono in base
all'ordine del giorno da discutere. Esso ha un Presidente, nominato a rotazione tra
i rappresentanti degli Stati membri ogni sei mesi, secondo un ordine fisso.
Nel frattempo, i malcontenti in alcuni paesi del blocco sovietico continuavano a
manifestarsi: dopo l'Ungheria, la Cecoslovacchia. La cosiddetta Primavera di
Praga13 identifica un periodo, tra Gennaio ed Agosto 1968, di libertà politica nel
paese, presto soppressa dall'occupazione militare da parte dell'URSS, ed il
restauro del regime.
Si arriva così al 1970: il 22 Aprile venne firmato il Trattato di Lussemburgo14,
con il quale si stabilì che la Comunità si sarebbe finanziata con risorse proprie,
non più dunque solo con singoli contributi nazionali.
Nel 1973 gli Stati membri diventano nove, aderiscono difatti Regno Unito,
Irlanda e Danimarca. Le politiche comuni diventano sempre più importanti, e
condivise da un numero sempre maggiore di paesi. Il livello di coinvolgimento e
di partecipatività della popolazione nel processo d'unificazione compì un salto di
qualità nel Giugno 197915, quando per la prima volta i cittadini della Comunità
elessero direttamente a suffragio universale i membri del Parlamento. Fino ad
allora difatti erano i parlamenti nazionali a scegliere i propri rappresentanti in sede
comunitaria. Si tratta di un fatto estremamente importante: si scinde il potere
politico nazionale da quello comunitario, che così acquista maggior autonomia
13 http://archiv.radio.cz/history/history14.html 14 http://www.ena.lu/?doc=23707&lang=2 15 http://www.ena.lu/europe/european-union/parliament-following-direct-elections-1979.htm
[13]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
dalla logica delle politiche locali. Il Parlamento europeo è un organo con potere
legislativo, di bilancio e di controllo democratico. Esso approva, assieme al
Consiglio dei Ministri, le proposte della Commissione, la cui composizione è
vincolata alla fiducia parlamentare, ed anche nuove adesioni all’Unione, e la
maggior parte degli accordi internazionali devono ricevere il bene-placet da parte
del Parlamento.
Gli Anni ‘80 vedono l'ingresso della Grecia (1981), Spagna e Portogallo (1986).
La Comunità è ora composta da 12 membri. È interessante notare come questi tre
stati fossero appena usciti da altrettante dittature di destra (il Regime dei
Colonnelli in Grecia, il Franchismo in Spagna, la dittatura di Salazar in
Portogallo). I nuovi governi democraticamente eletti videro nel sostegno e nelle
opportunità che offriva l’Unione europea un buon input per riguadagnare fiducia
da parte della popolazione nelle istituzioni, oltre al supporto e alle occasioni
commerciali che l’apertura nel mercato libero comportava.
Anche in Polonia la situazione nei confronti del regime si fa critica: nell'estate
1980 degli operai dei cantieri navali di Danzica scioperano per richiedere
maggiori diritti. Si forma un sindacato indipendente, Solidarność16, che subito
trova appoggio da tutti i dissidenti polacchi. Il governo represse l'iniziativa
proclamando la legge marziale, ma la scintilla era stata scoccata.
Il 14 Giugno 1985 Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Lussemburgo
e Paesi Bassi firmano l'Accordo di Schengen17: si procede con l'abolizione dei
controlli sistematici alle frontiere dei paesi firmatari. Viene intrapresa la linea che
porterà al libero transito dei cittadini comunitari nei territori dei paesi membri.
Nel Febbraio 1986 viene siglato l'Atto Unico Europeo18, la prima importante
revisione del Trattato di Roma. Con l'AUE viene introdotto il concetto di
“Cooperazione Politica Europea”, che aveva come obiettivo una politica estera
16 http://www.solidarnosc.org.pl/en/about/history/dates/index.htm 17 http://europa.eu/scadplus/leg/en/lvb/l33020.htm 18 http://europa.eu/scadplus/treaties/singleact_it.htm
[14]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
maggiormente condivisa tra gli Stati membri, e viene lanciato un programma di
dodici anni per l'instaurazione di un mercato unico.
[I.4] Le conseguenze della caduta del Muro di Berlino
I tempi erano oramai maturi per un evento-chiave nella storia non solo
d'Europa, ma degli equilibri mondiali: la caduta del Muro di Berlino19. Dopo le
scintille di rivolta ungheresi, cecoslovacche e polacche, anche nella DDR
(Repubblica Democratica Tedesca, Germania Est) esplose la contestazione. Le
dimostrazioni contro il governo iniziarono a Lipsia nel Settembre 1989. Il leader
del governo, Erich Honecker20, fu costretto a rassegnare le dimissioni. In poche
settimane, si arrivò, il 9 Novembre, alla caduta del muro di Berlino. Dopo le
prime elezioni democratiche della storia della DDR, il 18 Marzo 1990 Germania
Ovest e Germania Est tornarono ad essere una sola, unita sotto un trattato di
unificazione21. La Germania era nuovamente una realtà unica, ed in quanto tale,
anche l'ex-DDR entrava a far parte della Comunità Europea. Era la fine della
divisione imposta nell'immediato dopoguerra, e l'inizio del crollo definitivo del
blocco sovietico. Con la fine dell'URSS, nel 1991, si chiude di fatto la Guerra
Fredda.
In questo clima di cambiamento, il 7 Febbraio 1992 viene stipulato il Trattato di
Maastricht22. Vero e proprio atto costitutivo dell'Unione europea, vengono
introdotti i cosiddetti “tre pilastri dell'Unione europea”: primo, la Comunità
Europea, che riunisce CECA, Euratom e CEE; secondo, la Politica estera e di
19 http://www.berlin.de/mauer/index.en.html 20 http://www.dhm.de/lemo/html/biografien/HoneckerErich/index.html 21 http://www.ena.lu/?doc=11230&lang=2 22 http://europa.eu/eur-lex/en/treaties/dat/EU_treaty.html
[15]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
sicurezza comune (PESC) comprensiva della Politica estera di sicurezza e difesa
(PESD), terzo, la Cooperazione nei settori della Giustizia e affari interni (GAI).
Il primo pilastro concerne il mercato unico e l'abbattimento dei dazi doganali,
politiche comuni per pesca ed agricoltura, l'unione economica e monetaria,
istruzione e cultura, le Reti Trans-Europee, protezione dei consumatori, assistenza
sanitaria, ricerca, diritto ambientale, politiche sociali, per i rifugiati e
d'immigrazione, ed il Trattato di Schengen.
Viene inoltre istituito il concetto di “Cittadinanza dell'Unione europea”, in
particolare negli artt. 17 – 22. Essa completa e non sostituisce la cittadinanza
nazionale, ed automaticamente ogni cittadino di uno stato facente parte
dell’Unione viene riconosciuto anche cittadino dell’Unione23. Secondo la versione
consolidata del Trattato di Roma24, l’articolo 18 prevede per il cittadino europeo
garanzia di libertà di movimento all’interno dei territori dell’Unione: “Libertà di
circolazione e di soggiorno di ogni cittadino europeo nel territorio di uno Stato
membro”, l’articolo 19 prevede: “Diritto di voto e eleggibilità alle elezioni
comunali nello Stato membro in cui risiede, alla pari dei cittadini di tale Stato”.
Al numero 20, nel contesto dell’ordinamento internazionale: “Tutela diplomatica
e consolare nei paesi extra-europei nei quali il suo Stato non è rappresentato da
parte delle autorità degli altri Stati membri”. Nella sfera di competenza
comunitaria: “Diritto di petizione al Parlamento europeo” (art. 21.1), “Diritto di
rivolgersi al mediatore europeo” (art. 21.2), “Diritto di scrivere alle istituzioni e
ad alcuni organi comunitari in una delle lingue ufficiali della stessa e di ricevere
risposta nella stessa lingua” (art. 21.3). Si tratta di privilegi importanti e ben
localizzati.
In campo economico viene presentato il progetto di Unione economica e
monetaria25, per tappe, che porterà infine alla creazione dell'Istituto monetario
23 http://europa.eu/scadplus/leg/it/s18000.htm 24 http://europa.eu.int/eur-lex/lex/en/treaties/dat/12002E/htm/C_2002325EN.003301.html 25 http://ec.europa.eu/economy_finance/emu_history/index_en.htm
[16]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
europeo (IME), della Banca Centrale Europea (BCE), e l'avvento dell'Euro quale
moneta unica. Il secondo pilastro si occupa sostanzialmente di politica estera e di
sicurezza. Per la prima i temi sono i diritti umani, la tutela della democrazia, gli
aiuti esterni; per la seconda le politiche europee di difesa e sicurezza, le forze
militari europee, politiche di peacekeeping con le Nazioni Unite.
Il terzo ed ultimo pilastro si incentra sulla lotta ai traffici di armi, droga, esseri
umani, lotta al terrorismo, al crimine organizzato alle truffe e alle frodi.
Il Trattato di Maastricht entra ufficialmente in vigore il primo Novembre 1993.
Due anni dopo, nel 1995, gli Stati membri diventano quindici, con l'ingresso di
Austria, Finlandia e Svezia.
Il 1997 è l'anno della firma del Trattato di Amsterdam26 (il 2 di Ottobre):
vengono apportate le prime modifiche al Trattato di Maastricht. In particolare, si
enfatizza il concetto di cittadinanza europea, si chiarificano alcuni aspetti
riguardanti la politica estera e di sicurezza comune, si tentano alcune modifiche al
sistema istituzionale, in previsione della possibile entrata di nuovi paesi, specie
dell'area orientale. Nel Primo Pilastro vengono inserite le politiche occupazionali,
viene regolamentata una “cooperazione rafforzata” atta a rendere più coese le
strategie su temi quali politica estera, difesa, giustizia, gestione economica. Gli
Accordi di Schengen vengono incorporati nel sistema legale dell'Ue, all'interno
del Terzo Pilastro, anche in considerazione del fatto dell'entrata nell'Area
Schengen di numerosi altri paesi oltre a quelli originali (Italia nel 1990; Spagna,
Portogallo e Grecia nel 1992; Austria nel 1995; Danimarca, Finlandia, Islanda,
Norvegia e Svezia nel 1996; Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta, Svizzera e Cipro nel 2004;
Bulgaria e Romania nel 2007). Vi è dunque consapevolezza che, con
l'allargamento dell'Unione a paesi diversi, la necessità di rendere allo stesso tempo
26 http://www.eurotreaties.com/amsterdamtreaty.pdf
[17]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
più flessibile e coesa la politica comune è fondamentale per una reale crescita del
sistema.
[I.5] La moneta unica e
il Trattato che adotta una Costituzione europea
Il 1998 può essere considerato l'anno dell'Euro27. Il 25 Marzo la Commissione
europea e l'Istituto Monetario Europeo propone ufficialmente il via libera
all'adozione della moneta unica in undici stati: Austria, Belgio, Finlandia, Francia,
Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Portogallo,
coerentemente con le politiche di Unione Economica e Monetaria.
Il 2 Maggio il Parlamento europeo approva la proposta a larga maggioranza, ed
il giorno dopo il Consiglio europeo stabilisce che tutti ed undici i paesi soddisfano
le condizioni necessarie per l'adozione dell'Euro a partire dal 1° Gennaio 1999.
L'Ecofin28, il Consiglio Economia e Finanza dell'Ue (ovvero l'insieme dei
Ministri dell'Economia e delle Finanze degli Stati membri), fissa i tassi di cambio
per ognuna delle oramai ex monete nazionali. Si tratta di una progetto ambizioso,
e come tale si decide di procedere per gradi: fino al 2002 l'Euro esiste solo in
formato elettronico (assegni, traveller's cheques, transazioni bancarie, etc.) e co-
esiste con le valute nazionali. Dal 1° Gennaio 2002 inizia l'introduzione vera e
propria di banconote e monete. La data ufficiale di cessazione di validità delle
valute nazionali variò da stato a stato.
Ora anche il cittadino comune non può non accorgersi dell'esistenza di una
Unione europea: la moneta è un medium universalmente condiviso, il proprio
27 http://ec.europa.eu/euro/entry.html 28 http://consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?lang=it&id=250&mode=g&name=
[18]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
valore, il proprio nome e le effigi che lo caratterizzano sono elementi destinati ad
essere conosciuti da tutti i componenti della società. Per le banconote è stata scelta
uniformità di figure, mentre per le monete un lato è comune a tutti, un altro è
personalizzato da un paese all’altro. Le prime presentano tagli da 5, 10, 20, 50,
100, 200 e 500 Euro, con simbologia legata al design architettonico:
dall’architettura classica della banconota da 5 Euro, passando per il Romanico
(Secolo XI-XII, banconota da 10), Gotico (20 Euro), Rinascimento (50), Barocco
e Rococo (100), Art Nouveau (200), finendo con lo stile architettonico del XX
Secolo per la banconota da taglio 500 Euro.
Interessante il discorso riguardante le monete. La faccia comune rappresenta,
per le monete da 1, 2 e 5 centesimi, il posto dell’Europa nel globo, mentre le altre
il territorio europeo dei 12 Paesi membri del 1986. A seguito dell’allargamento,
una nuova versione rappresenta il territorio europeo nella sua interezza fisica, non
più con i confini degli Stati membri. La faccia nazionale è scelta dai singoli paesi,
l’unico denominatore comune è la presenza delle 12 stelle29. La varietà delle
figure scelte da ogni paese ben riassume le molteplici facce dell’Unione.
Il 23 Marzo 2000 il Consiglio Europeo fissa gli obiettivi comuni da
raggiungersi entro il 2010: la cosiddetta Agenda o Strategia di Lisbona30. Scopo
primario è rendere l'Unione europea “la più competitiva e dinamica economia
della conoscenza entro il 2010”. I mezzi per affrontare la sfida sono:
digitalizzazione dei servizi pubblici ed amministrativi, necessità di formalizzare
una normativa comune europea sul commercio elettronico e diritti di copyright,
definire e potenziare uno spazio di ricerca e sperimentazione a livello europeo, per
essere all'avanguardia nel settore tecnologico e scientifico, l'elaborazione di una
carta europea per le piccole e medie imprese, la promozione della mobilità di
studenti e ricercatori in ambito comunitario.
29 Torneremo su questo punto anche in seguito. 30 http://www.lisbonstrategy.net, http://europa.eu/scadplus/glossary/lisbon_strategy_en.htm
[19]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il passo successivo fu il Trattato di Nizza31 è stato approvato dal Consiglio
Europeo l'11 Dicembre 2000, ed è stato firmato il 26 Febbraio 2001. L'obiettivo
primario era riformare la struttura istituzionale in modo più condiviso, in vista
dell'allargamento dell'Unione a certi paesi dell'ex blocco sovietico. Esso
introduce, in particolare, una nuova ponderazione dei voti nel Consiglio
dell'Unione europea, e una modifica della composizione della Commissione
europea e del numero di deputati al Parlamento europeo per ogni Stato membro.
A queste misure seguirà poi, il 15 Dicembre 2001, la Dichiarazione di
Laeken32, che prospetta riforme atte a perseguire l'allargamento dell'Unione a
nuovi stati e ad un maggior avvicinamento delle istituzioni ai cittadini. Viene
istituito un organo straordinario e temporaneo, la Convenzione Europea33, che
concluderà in futuro i suoi lavori nel 2003.
A Nizza viene inoltre proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
europea34. Essa non entrò a far parte del Trattato, ma ha comunque un'alta valenza
politica e sociale. I capi in cui si enunciano i diritti sono sei: Dignità (art 1-5),
Libertà (art. 6-19), Uguaglianza (art. 20-26) , Solidarietà (art. 27-38), Cittadinanza
(art. 39-46), Giustizia (art. 47-50). I principi dovranno essere rispettati nell'ambito
del diritto comunitario, ma la loro attuazione è anche affidata alle singole
normative nazionali.
Il 18 Luglio 2003 il Presidente della Convenzione Europea, Valéry Giscard
d'Estaing, presentò a Roma il frutto del lavoro svolto, ovvero un Trattato che
adotta una Costituzione per l’Europa35. La Convenzione era costituita da
rappresentanti nominati sia dai governi degli Stati membri, sia da quelli candidati
all'adesione, dal Parlamento e dalla Commissione europea. La necessità di un
testo unico che riassumesse e rafforzasse le normative ed i principi basilari 31 http://europa.eu/scadplus/nice_treaty/index_en.htm 32 http://european-convention.eu.int/pdf/LKNEN.pdf 33 http://european-convention.eu.int/bienvenue.asp?lang=EN 34 http://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf 35 http://it.wikisource.org/wiki/Trattato_che_adotta_una_Costituzione_per_l%27Europa
[20]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
condivisi era da considerarsi primaria, visto che al 1° Maggio 2004 i paesi membri
sarebbero saliti a ben 25, con l'ingresso di Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia,
Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Cipro.
Nella prima parte (Articoli I-1 e I-2) vengono riproposti i valori base nel
rispetto dei quali l'Unione si dichiara aperta a tutti gli stati europei: dignità umana,
libertà, democrazia, uguaglianza, rispetto delle leggi, dei diritti umani, delle
minoranze, condivisione del libero mercato; ed i principi, ritenuti fondamentali,
di: pluralismo, non-discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà, uguaglianza
dei sessi. Gli scopi dell'Unione sono riconosciuti in (Articolo I-3): promozione
della pace; mantenimento della liberà, sicurezza e giustizia all'interno dei propri
confini, un mercato interno dove la competitività sia libera e non distorta;
sviluppo sostenibile basato su una equilibrata crescita economica e stabilità dei
prezzi; giustizia e tutela sociale; coesione economica, sociale e territoriale;
rispetto per le differenze linguistiche e culturali. Nei confronti degli stati non-
membri: affermare e promuovere i propri valori ed interessi; contribuire alla pace,
alla sicurezza e alla crescita sostenibile della Terra; solidarietà e mutuo rispetto tra
le popolazioni; scambi liberi ed equi; lotta alla povertà e rispetto dei diritti umani;
stretta osservanza e sviluppo delle leggi internazionali.
Vengono elencate le sei competenze esclusive dell'Unione europea, quelle in
cui i singoli stati opereranno esclusivamente attraverso l'Ue: unione doganale, le
regole di concorrenza che governano il mercato interno; politiche monetarie della
zona-Euro; conservazione delle risorse biologiche marine; politiche commerciali
comunitarie; la conclusione di certi accordi esclusivi internazionali.
Nel resto dell'atto, vengono revisionate alcune norme, tra cui alcuni riguardanti
il potere e la trasparenza parlamentari, proposte nuove direttive, come l'auspicio di
una progressiva semplificazione burocratica dell'istituzione europea, individuati
alcuni punti dove sarà necessario intervenire in futuro.
[21]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il 29 Ottobre 2004 a Roma è avvenuta la cerimonia della firma del Trattato che
adotta una Costituzione per l’Europa da parte dei capi di stato dei 25 Paesi
membri, più Bulgaria, Romania e Turchia, che in qualità di paesi candidati, hanno
firmato solo l’Atto finale. Successivamente è iniziato un lungo iter di ratifica
dello stesso, che si è svolto nei singoli stati per via parlamentare o tramite
referendum popolare.
In Francia36 e Paesi Bassi37 la popolazione respinse il Trattato (29 Maggio e 1°
Giugno 2005), mentre altri paesi ancora oggi non hanno fissato una data entro la
quale prendere una decisione (Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Polonia
Portogallo, Svezia, Regno Unito). Per quest'ultimo punto in sede europea ci si è
posti comunque l'obiettivo i risolvere la questione entro il 2008 o al limite prima
delle elezioni europee del 2009.
Per quanto concerne le due mancate ratifiche invece si è giunti al Trattato di
Riforma38, o di Lisbona. L'accordo fu trovato sul testo finale del Trattato durante
un summit informale il 19 Ottobre 2007. Le maggiori modifiche riguardano
l'eliminazione di ogni riferimento esplicito alla natura costituzionale nel testo,
aumentati i poteri dei parlamenti nazionali che avranno più tempo per esaminare
le leggi comunitarie, vengono meglio delimitate le competenze dell'Ue e degli
Stati membri, il concetto di concorrenza non viene più ritenuto un obiettivo
fondamentale, ma viene citata in un protocollo aggiuntivo, viene introdotta la
possibilità di recedere dall'Ue (fino ad allora non era esplicitata), ed infine
aggiunta la necessità di combattere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
Viene inoltre stabilito che non esisterà un trattato unico, ma verranno riformati i
vecchi. Il Trattato di Riforma modificherà quindi il Trattato di Maastricht (con il
titolo di Trattato sull'Unione europea),ed il Trattato di Roma, che sarà denominato
36 http://www.admi.net/jo/20050604/CSCX0508486X.html 37 http://www.kiesraad.nl/uk/collectie_homepage/electoral_council 38 http://www.consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=1317&lang=en&mode=g
[22]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Trattato sul funzionamento dell'Unione. A questi saranno aggiunti la Carta dei
diritti fondamentali ed il Trattato Euratom.
Nel frattempo, il 25 Marzo 2007, era ricorso il 50esimo anniversario dalla firma
del Trattato di Roma. Le celebrazioni convogliarono nella Dichiarazione di
Berlino39, testo celebrativo formulato inoltre per dare impulso all'accettazione del
Trattato di Riforma. Non a caso si scelse Berlino come sede principale dei
festeggiamenti istituzionali: la città ha enorme valore simbolico per l'Europa, di
rinascita dalla guerra e di riunione dopo la caduta del comunismo. Si possono
notare, in particolare, come i passaggi “Noi cittadini dell'Unione europea siamo,
per nostra felicità, uniti.” e “Aspiriamo alla pace e alla libertà, alla democrazia e
allo stato di diritto, al rispetto reciproco e all'assunzione di responsabilità, al
benessere e alla sicurezza, alla tolleranza e alla partecipazione, alla giustizia e
alla solidarietà.” paiono porre enfasi a valori comuni alla Costituzione
Americana del 178740.
Il 1° Gennaio 2007 Bulgaria e Romania sono entrate nell'Unione europea: i
paesi membri salgono a quota ventisette. Allo stato attuale i paesi in cui si adotta
l'Euro sono quindici (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda,
Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Grecia, Slovenia, Cipro,
Malta), più tre stati, anche se non appartenenti alla Zona-Euro (Principato di
Monaco, San Marino, Città del Vaticano) e tre in modo non ufficiale (Andorra,
Kosovo, Montenegro). Altri undici stati sono in attesa di adottarlo (Repubblica
Slovacca, Bulgaria, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca, Lettonia, Polonia,
39 Testo tradotto in italiano, in formato PDF: http://www.europa.eu/50/docs/berlin_declaration_it.pdf 40 Traduzione in italiano di un passaggio dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America, Preambolo: “Noi, il popolo degli Stati Uniti, al fine di perfezionare la nostra Unione, garantire la giustizia, assicurare la tranquillità all'interno, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale, salvaguardare per noi e per i nostri posteri il bene della libertà, poniamo in essere questa Costituzione quale ordinamento per gli Stati Uniti d'America.”. Fonte: http://www.archives.gov/national-archives-experience/charters/constitution_transcript.html
[23]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Romania, Ungheria). Si tratta di numeri importanti, che ben rendono l’idea della
molteplicità di paesi coinvolti nel progetto europeo.
[I.6] Conclusioni: un cinquantennio ricco di mutamenti
Abbiamo osservato come i rapporti tra i diversi stati nazionali europei siano
profondamente mutati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Dalle
divisioni e dai problemi che un conflitto così lungo, sanguinoso e distruttivo
hanno inevitabilmente arrecato a tutti i livelli sociali, alla stipulazione di numerosi
Trattati e accordi tra le parti, basi comuni sulle quali costruire una Unione
europea. Del processo colpiscono in particolare le tempistiche: dal 1949 al 2007
sono passati appena 58 anni. La rapidità con la quale si sono compiute
trasformazioni così significative ha permesso di riunire popolazioni con un
bagaglio di esperienze estremamente variegato ed estremamente vivo nella
memoria. Immaginando di essere, ad esempio, un cittadino polacco di 75 anni,
nato nel 1932, ci si può rendere conto concretamente dell'impatto del
cambiamento: l'occupazione nazista e le atrocità della guerra, quasi quarant'anni
di regime comunista, ed oggi membro dell'Unione europea, prossimo ad entrare
nell'Euromoneta.
Oggi esiste un mercato comune e i confini nazionali tra gli Stati membri sono
diventati dei consolidati pro-forma. All'interno dell'Unione, la mobilità di cittadini
comunitari è facilitata ed incentivata. Esistono politiche di sviluppo comuni, linee
guida per i rapporti con l'estero, norme condivise. Queste conquiste sono il frutto
di una attività di dialogo e relazioni politiche continue e prolungate, che si sono
concretizzate nelle firme di trattati, direttive, dichiarazioni. Il costante
allargamento dei paesi membri ha costretto la macchina istituzionale a numerose
[24]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
revisioni di equilibri precedentemente trovati. La necessità d'esser allo stesso
tempo dinamici e democratici, ovvero farsi trovare pronti ai cambiamenti ma
arrivare a conclusioni comunemente accettate, è stata la costante accompagnatrice
del processo d'unificazione europea.
Tutto il percorso era iniziato da una semplice intesa su basi di produzione
economica, carbone e acciaio, un tentativo di rilancio del motore economico che
al tempo della ricostruzione d'Europa rappresentava una opportunità sulla quale
valeva la pena scommettere. L'economia libera aveva avvicinato tra loro i paesi
del blocco occidentale, mentre dall'altra parte di Berlino Est l'ascesa delle
influenze sovietiche aveva impedito l'approccio con realtà differenti da quelle
comuniste. La differenza fondamentale tra le due fazioni è che mentre da un lato
si cercavano accordi internazionali frutto di libere proposte d'intesa, dall'altro
vigeva l'immobilismo di un regime chiuso attorno all'Unione Sovietica. Con la
caduta del Muro di Berlino del 1989 gli equilibri cambiarono profondamente:
l'Unione europea poteva ora pensare ad un allargamento ad Est, o, vista dalla
prospettiva orientale, i paesi ex-comunisti guardavano all'Unione come una
occasione irrinunciabile per una ripresa ed una apertura ai mercati internazionali.
Questo comportò riflessioni più lunghe e prese di decisione più ponderate in sede
di trattativa europea, dal momento che gli aspiranti nuovi membri venivano da
una realtà completamente differente, sotto tutti i punti di vista. La necessità di
omogeneizzare diritti e doveri di un numero crescente di stati rese inevitabilmente
più macchinoso l'iter istituzionale. L'entrata di questi paesi rappresenta allo stesso
tempo una sfida e un rischio per l'Unione: se saprà trovare unità di intenti e
stabilità con questo assetto, si tratterà di una importante risorsa e motivo di nuove
opportunità per tutti.
[25]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[II] L’idea d’Europa
”Whatever else may divide us, Europe is our common home; a common fate has linked us through the centuries,
and it continues to link us today.”41 –Leonid Brezhnev
Appare significativo come anche un personaggio ideologicamente schierato
come Brezhnev, Segretario Generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica
dal 1964 al 1982, riconosca un filo comune che lega assieme l’Europa.
Attraverso i secoli, tra divisioni ed alleanze, si afferma l’importanza del
concetto di idea d’Europa, come la base dalla quale partire per favorire una
coscienza di identità europea.
In un saggio di Gerard Delanty42 si evidenzia:
“L'idea d'Europa come idea regolatrice dei processi di costruzione
dell'identità, un modello culturale di società, un punto di convergenza per le
identità collettive”.
Partiremo proprio dalle differenziazioni di carattere storico che hanno
contribuito a formare una idea di Europa, proseguendo con un sommario delle
principali correnti di pensiero ispirate dalle differenti idee d’Europa dei padri
fondatori, per concludere con una prospettiva culturale di unità europea che aprirà
la strada all’introduzione del concetto di identità europea.
41“ Qualsiasi altra cosa possa dividerci, Europa è la nostra casa comune; un destino comune ci ha collegati attraverso i secoli e continua a collegarci oggi”, Fonte: http://en.wikiquote.org/ 42 Passerini, Luisa, Identità culturale europea, La Nuova Italia, 1998.
[26]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[II.1] Introduzione al concetto
Per inquadrare l'idea di Europa è necessario porsi delle domande specifiche.
Innanzitutto, cosa essa sia, ovvero che significato sottenda tale significante. Una
volta circoscritto il campo verso un indirizzo condiviso, si potrà procedere alle
molteplici sfumature che pensatori e critici di ieri e di oggi hanno dato al termine
di partenza, e alle proiezioni che esso potrebbe avere nel futuro. L'idea d'Europa,
per sua stessa natura, resta aperta ai mutamenti del tempo, ma ha alle spalle un
passato che ne forgia l'essenza.
L'Europa inevitabilmente si identifica nella differenza con ciò che non è
Europa. Citando Baruch Spinosa, “Omnis determinatio est negatio”43, ovvero
ogni determinazione di inclusione implica necessariamente un’esclusione. Questo
principio sarà la guida con la quale scorrere più di tremila anni di storia.
Da un punto di vista geografico globale, possiamo facilmente intuire che
Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo ne delimitano gli estremi ovest e sud,
mentre il Mare di Norvegia è il limite a nord. Fin dall'antichità le barriere naturali
hanno permesso lo sviluppo dell'uomo in civiltà diverse, che entrarono in contatto
solo quando seppero valicare queste barriere. Per questo maggior attenzione
merita la divisione sul versante orientale, est e sud-est, laddove le linee divisorie
non sono predisposte da barriere naturali ma plasmate dall’uomo.
Il perimetro d’indagine è così tracciato, ma quali sono le strategie d’analisi?
Nel saggio di Hartmut Kaelbe “Periodizzazione e tipologia”44, ben si delineano
i tre punti di vista principali attraverso cui addentrarsi concretamente nell’idea
d’Europa.
43 Spinoza, Baruch, Lettera a Jarigh Jelles, 2 Giugno 1674. 44 In Passarini, L., ibidem.
[27]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il primo “rintraccia le radici e la continuità dell’idea di Europa e del peculiare
modo di vedere europeo a partire dal medioevo o anche dalla storia antica, ha a
che fare con le strutture di lunga durata nelle idee e nella mentalità (..) L’Europa
viene messa a confronto con civiltà antiche quali Cina, India e mondo
musulmano. Max Weber ed Émile Durkheim si erano già posti il problema dei
presupposti fondamentali dell’origine dell’Occidente”.
Si tratta dunque di analogie e di identificazioni di un “Altro” comune che si
possono rintracciare su un asse temporale settato sul lungo periodo.
Il secondo invece è “Più recente. Porta l’attenzione sulla pluralità nazionale,
regionale, religiosa ed etnica della civiltà e delle identità europee. La pluralità è
considerata una importante specificità dell’Europa. Le cause vengono talvolta
rintracciate nella costruzione dello stato, nella religione, nella separazione
centro-periferia. Pluralità più intellettuale che geografica (E.Morin)”.
Proprio nella varietà intrinseca degli stati europei viene riconosciuta la
caratteristica accomunante: l’Europa come un microcosmo a suo modo unico tra
tutti i continenti del mondo.
Il terzo “si sofferma principalmente sul processo di unificazione d’Europa più
che sulla pluralità interna. L’attenzione è rivolta più ai grandi cambiamenti più
che alla continuità di lungo termine”.
Riguardo a questo abbiamo già mostrato le tappe che hanno portato alla
formazione concreta dell’Unione europea, ci limiteremo quindi a proporre le idee
d’Europa degli stessi padri fondatori, ovvero quelle personalità politiche di spicco
che per prime si posero la questione di una unificazione europea.
In realtà il viaggio parte da lontano. Fin dall’Antica Grecia l’idea d’Europa si è
costruita per differenziazioni attraverso il corso della storia, ed in ognuna di esse
ha trovato caratteristiche che concorrono a farne ciò che essa è oggi: si tratta
dunque di procedere per livelli, partendo da ciò che l'idea di Europa rappresenta
su un piano storico, sociale e culturale. Su queste basi si potranno formulare
[28]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
ulteriori ipotesi e pensieri riguardo al concetto di identità europea, ovvero i legami
che i cittadini intrattengono con l'oggetto-Europa.
[II.1.1] Il mito d’Europa e
la prima differenziazione: Greci e Persiani
La prima idea di Europa si manifesta nell'Antica Grecia.
Secondo la mitologia, Europa era il nome di una delle figlie del Re Agenore di
Tiro, in Fenicia. È curioso notare che il regno dei fenici fosse nell'attuale Libano,
e dunque fuori dai confini classici del territorio europeo, benché sulla sponda del
Mediterraneo. Re Agenore era un semi-dio: suo padre difatti era Poseidone, il
Nettuno romano, Dio dei mari. Europa è descritta nelle tradizioni orali come una
ragazza dalla straordinaria bellezza: per questo se ne innamorò addirittura Zeus,
che decise di rapirla. Egli si trasformò in toro bianco, e con la ragazza sul dorso
attraversò il mare fino a Creta. Qui si manifestò nel suo reale aspetto, e tentò di
usarle violenza, ma Europa resistette, se non altro fino a quando Zeus,
trasformatosi in aquila, riuscì infine a coglierla di sorpresa. Nel frattempo Re
Agenore aveva inviato i suoi figli maschi alla ricerca d'Europa, con la direttiva di
non tornare fino a quando non l'avessero trovata. Fenice, Cilce e Cadmo finirono
per diventare capostipiti, rispettivamente, dei fenici, dei cilici e dei tebani, nella
regione greca della Beozia.
I tre figli che Europa ebbe da Zeus furono Minosse, Radamante e Sarpedonte: il
primo diventerà il celebre Re di Creta, famoso per il labirinto del minotauro (di
nuovo, la figura del toro). Proprio in onore di Minosse e della madre, i Greci
chiamarono “Europa” il continente a nord dell'isola di Creta.
[29]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Queste informazioni sono strettamente connesse con la cultura orale dell'Antica
Grecia: esse sono tramandate sottoforma di mito da una narrazione orale all'altra,
finendo per entrare nel corpus socioculturale del popolo d'appartenenza.
Naturalmente per questo motivo esistono diverse versioni di una stessa leggenda:
Europa è ora una ninfa, ora è la figlia del mirmidone45 Fenice, a sua volta figlio di
Amintore. Resta elemento comune il fatto che provenisse dalla Fenicia, e che
fosse stata rapita, forse dai Minoici, e portata a Creta. La civiltà cretese è una delle
civiltà più antiche nel bacino mediterraneo, risalente pressappoco al 2700-1450
AC. Europa è dunque trapiantata in questa antica società dal bacino del
Medioriente, e verrà presa come riferimento proprio per differenziarsi da esso.
Il Medioriente assume le caratteristiche di vero e proprio alter-ego per gli
antichi greci con l'Impero Persiano, o più precisamente con gli Achemenidi, la
prima dinastia di tale Impero. Le loro origini sono da identificarsi nella zona
dell'attuale Iran, l'Asia Centrale, e successivamente nella sottomessa
Mesopotamia, Palestina e territori limitrofi, sempre assoggettati in seguito.
I Greci si scontrarono con essi nelle Guerre Greco-Persiane, tra il 499 ed il 448
aC. Lo storico greco Erodoto è tra i primi a scrivere della separazione tra Europa
ed Asia:
“Da allora essi considerarono sempre ciò che era greco come loro nemico.
Infatti i Persiani considerano come loro proprietà l'Asia e le genti barbare che vi
abitano, mentre ritengono che stiano in sé l'Europa e l'Asia”46
Il punto di partenza definito da Erodoto è il rapimento di Io, sacerdotessa di
Era, da parte dei Fenici, che secondo una delle numerose leggende di cui è
protagonista venne trasportata in Egitto. Un altro rapimento dunque, ed un altro
passaggio tra Grecia “europea” ed Asia. Erodoto, nelle sue Storie47 descrive le
Guerre Greco-Persiane in prospettiva appunto storica, utilizzando più volte la
45 Nell’Iliade i mirmidoni sono i combattenti comandati da Achille. 46 Erodoto, Storie, Libro I, trad.it., Rizzoli, Milano, 1984 47 Online il testo completo: http://www.filosofico.net/erodotostorie.htm
[30]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
distinzione Europa-Asia. La grande influenza del mondo greco ha fatto sì che il
termine venisse tramandato alle generazioni successive, fino ai giorni nostri.
Abbiamo osservato la prima distinzione all’interno di quella più generica tra ciò
che è Europa e ciò che è Non-Europa, ovvero Greci e Persiani. In questo primo
caso è la difesa delle proprie terre a fare del greco, simbolicamente, un paladino a
difesa dell’ideale europeo. A partire dal mondo greco rintracciamo dunque le
prime caratterizzazioni che contribuiranno ad arricchire il concetto di idea
europea. Il centro del potere militare, civile ed intellettuale in Europa passò in
seguito a Roma, uno degli Imperi più autorevoli ed organizzati che la storia
dell’uomo ricordi.
[II.1.2] Seconda differenziazione: Cittadini Romani e Barbari
Nel corso dei secoli successivi non vennero meno aspri dualismi tra le
popolazioni dell'Europa “Continentale”, e quelle provenienti dal sud-est, il
cosiddetto “mondo orientale”. I Romani se la dovettero vedere contro i
Cartaginesi, di provenienza nord-africana (Cartagine è situata nell'attuale Tunisia)
nelle celeberrime Guerre Puniche, dal 264 aC al 146 aC.
Ma lo scontro tra civiltà per eccellenza nel mondo romano si incarna della
contrapposizione con i “barbari”. Nasce così una nuova contrapposizione: sud
contro nord. Il sud come culla della civiltà europea ed il nord, nello stereotipo del
tempo, abitato da popolazioni primitive.
Il termine barbaro è di origine greca, βάρβαρος (bárbaros), una parola
onomatopeica che si riferisce all’atto del balbettare, o parlare in modo confuso,
proprio di chi non conosceva la lingua greca. Qui nasce la contrapposizione tra chi
possedeva la cittadinanza (greca o romana) e chi no. Il greco o il romano era
[31]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
“civile”, chi non lo era rientrava automaticamente sotto la denominazione
“barbaro”. Il civis romanus era soggetto a diritti e doveri legati al suo status, il
tutto regolato da leggi precise e socialmente riconosciute.
Il termine barbaro assunse il significato nel corso del tempo di stereotipo per
identificare, o meglio, etichettare con poche sotto-distinzioni, tutte quelle
popolazioni intese come rozze, primitive, incolte. Vi è dunque una presunzione di
superiorità nei loro confronti, benché la conoscenza delle civiltà barbare fosse a
volte superficiale, ed il primo impatto avvenisse spesso soltanto in occasione di
guerre. Lo storico romano Tito Livio48, ad esempio, nelle Historiae, ne sottolinea i
modi d’agire impulsivi e basati sul primitivo uso della forza:
“Messaggio mite, ma esso era affidato a legati arrogantissimi, più simili per
temperamento a Galli che a Romani.... E domandando i Romani quale razza di
diritto fosse quella di pretendere terre da chi le possedeva o di minacciare la
guerra, e che avessero a che fare i Galli nell’Etruria, risposero brutalmente che
essi riponevano il diritto nelle armi e che tutto apparteneva a chi aveva la
forza.”49
I criteri di distinzione erano dunque posti su incomunicabilità linguistica,
caratteristiche fisiche, e soprattutto lo stile di vita, che rendevano l’Altro
nitidamente diverso e inevitabilmente distante dai propri connotati fisici e dalle
proprie abitudini.
Lo status di civis romanus rimase esclusivo per i soli membri della comunità di
Roma, gli Italici e rare eccezioni fino alla Constitutio Antoniniana emanata nel
212 dC dall’Imperatore Caracalla50, con la quale si estese la cittadinanza romana a
tutti gli abitanti liberi dell’Impero. In realtà il motivo principale dell’editto non fu
48 Tito Livio, uno dei più illustri storici romani, nacque nell’attuale Padova il 59 aC. 49 Tito Livio, Historiae, Libro V, 36: “Mitis legatio, ne praeferoces legatos Gallisque magis quam Romanis similes habuisset..... Quodnam id ius esset agrum a possessoribus petere aut minari arma Romanis quaerentibus et quid in Etruria rei Gallis esset, cum illi se in armis ius ferre et omnia fortium virorum esse ferociter dicerent.”. 50 Marco Aurelio Antonino Caracalla, 188-217 dC.
[32]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
un ideale egalitario ma la possibilità di tassare e di imporre il servizio militare
nelle legioni ad un numero più alto di persone, e considerando l’estensione
territoriale dell’Impero i vantaggi apparivano consistenti.
[II.1.3] Terza differenziazione: Cristiani e Pagani-Infedeli
L'avvento del cristianesimo nella società romana, tra il II ed il III Secolo aC, e
la venuta di Maometto a La Mecca nel 570 dC, rese inevitabilmente lo scontro
non più tra civiltà che combattono esclusivamente per espansione territoriale e
profitti economici, ma anche per motivazioni di carattere religioso.
Già tra il IV ed il VI Secolo le invasioni barbariche nell’Impero Romano
avevano assunto il crisma di romani-cristiani contro barbari-pagani. Il termine
“pagano” deriva dal latino “paganus”, che originariamente significava “rurale,
rustico, abitante di villaggio”. Forse anche per il fatto che le persone più distanti
dalle città, isolate in piccoli paesi lontani dal centro dell’Impero, subirono meno
l’influenza delle dottrine cristiane, il termine assunse il significato con il quale lo
intendiamo oggi, ovvero “seguace di dottrine religiose o di culti estranei al
cristianesimo”51.
Sotto l’etichetta di “culto pagano” in realtà si potevano identificare tradizioni e
mitologie molto differenti tra di loro, ma ancora una volta queste sotto-
differenziazioni non interessavano: chi non era cristiano automaticamente veniva
fatto rientrare tra i pagani. A titolo esemplificativo basti pensare a quanto distanti
potessero essere tra loro un cultore nordico di Odino ed un devoto arabo di Allah.
Proprio l’espandersi della religione islamica a partire dal VII Secolo nella
penisola araba diede vita ad un nuovo dualismo, con accezione più specifica: ciò 51 Dizionario De Mauro-Paravia.
[33]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
non significa che il termine “pagano” non fosse più usato per definire i non-
cristiani, ma l’importanza che acquistarono nel corso della storia popolazioni di
religione islamica portò a forgiare un nuovo termine di contrapposizione.
I connotati di questo erano ancora più dispregiativi: “infedeli”. Infedele è “in
passato, spec. nel Medioevo, che, chi, rispetto ai seguaci di una religione, ne
professava una diversa, spec. con riferimento ai musulmani rispetto ai cristiani e
viceversa”52.
Vennero a crearsi le condizioni per uno scontro che sarebbe durato a lungo. I
concetti di conquista e supremazia, sia territoriale che religiosa, e l’appellarsi alla
difesa dei propri confini e della propria religione sarebbero stati il leit-motiv per
secoli. Concetti che contribuirono, malgrado la prospettiva distruttiva e
sanguinaria, a rendere coese le due fazioni, in due blocchi distinti.
Difesa e offesa, invasori e invasi: a ovest gli Arabi nel 711 conquistarono la
Penisola Iberica, fino ad allora in mano ai cristiani Visigoti.
Ad est, l’Impero Ottomano nel 1683 era addirittura alle porte di Vienna, dopo
aver assoggettato gli interi Balcani. I confini geografici sono in questa fase
attributi fluidi, modellati dalle mire espansionistiche di civiltà dalle consuetudini
lontane.
Gli scontri non furono solo in suolo europeo: tra il 1095 ed il 1291 le Crociate
si combatterono in Terra Santa (Palestina), spedizioni organizzate in nome di una
“riconquista” da parte della Chiesa Romana di quei luoghi sacri ora in mano ai
musulmani.53
Le divisioni religiose non erano solo tra popolazioni provenienti da territori
extra-europei: con l'affissione da parte di Martin Lutero delle sue 95 tesi sulla 52 Dizionario De Mauro-Paravia. 53 “The Crusades did not curtail commercial and other contacts but built a cultural distinction between a Christian Self and a Muslim Other. This demarcation was further pronounced during the Ottoman expansion into the Balkans in the fifteenth and sixteenth centuries.” Stråth, Bo, in A European Identity: To the Historical Limits of a Concept, European Journal of Social Theory 2002; 5; 387. Versione online: http://est.sagepub.com/cgi/content/abstract/5/4/387
[34]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
porta della chiesa di Wittenberg, in Sassonia, il 31 Ottobre 1517, in Europa si
assiste alla scissione della Chiesa Cattolica, con la nascita del Protestantesimo.
Con lo scisma protestante l’aggettivo cattolico associato all’idea di Europa
perde l’incisività avuta fino a quel momento. Le diatribe per l’inserimento nel
preambolo della proposta di Costituzione Europea delle “comuni radici cristiane
d’Europa” in fondo derivano in parte anche da questo fatto.
[II.1.4] Quarta differenziazione: Nazioni e Imperi
Nel 1789 la Rivoluzione Francese e l'Illuminismo54 fissano ideali ancora validi
oggi: libertà, uguaglianza, fratellanza, diritti umani, scienza, pensiero razionale,
autonomia del potere politico e laicità dello Stato. Le guerre napoleoniche
sconvolgono l'Europa tra il 1803 ed il 1815, preludio alla nascita dei nazionalismi,
che porteranno in seguito alle guerre mondiali.
Nazioni ed Imperi: due ulteriori forme contrapposte. Il vocabolo “nazione” ha
origine dal latino “natio”, nascita: essa è incentrata sul potere che il popolo, inteso
come cittadinanza, esercita tramite l’idea di uno Stato, il cui compito è la gestione
amministrativa dei beni comuni. Una collettività accomunata da modi d’essere ed
agire condivisi: lingua, cultura e tradizioni.
L’Impero si identifica con una dinastia, quella dell’Imperatore, leader attorno al
quale si incentra il potere. La parola latina “imperium” rimanda al concetto di
54 “The Enlightenment project constructed another divide. Eastern Europe emerged as a concept of demarcation. As Enlightenment philosophers established ‘Western Europe’ as the seat of civilization, so too they invented an ‘Eastern Europe’ as its complementary other half.” Stråth, B., ibidem.
[35]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
potere inteso come autorità. Nell’impero non esiste il popolo, né i cittadini, ma i
sudditi.
All’inizio della prima guerra mondiale, nel 1914, nel territorio europeo
resistevano solo l’Impero Britannico, che però si avviava ad una monarchia
costituzionale con parlamento democratico, l’Impero Austro-Ungarico, quello
Ottomano, il Primo Reich Tedesco (benché fosse una monarchia semi-
costituzionale) e l’Impero Russo. Alla fine del conflitto rimase in piedi solo quello
Britannico. Gli assolutismi in Europa parevano giunti al termine, prima delle
estremizzazioni dei nazionalismi e la conseguente Seconda Guerra Mondiale.
[II.1.5] Quinta differenziazione: Occidente ed Oriente
Da tutto questo terreno storico comune, si afferma un'idea di Europa
accomunata da esperienze similari. Non più Grecia-europea e Persia-asiatica,
cives e barbari, cristiani e pagani, cittadini di una nazione e sudditi di un impero,
ma una concezione maggiormente improntata sulla coppia di termini differenziali
“Occidente” ed “Oriente”.
Questi rimandano non più tanto a caratteristiche fisiche, credenze religiose o
status sociale, ma allo stesso tempo le inglobano tutte, generalizzandole. Elementi
distintivi intrinseci ma anche presa di coscienza di passati errori comuni:
“La stessa «ideologia europea», definita da Norberto Bobbio (’80) come
incentrata sul governo della libertà la cui antitesi fu per molti secoli il dispotismo
orientale, si è venuta estenuando nella seconda metà del nostro secolo in
[36]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
collegamento col duplice senso di colpa legato alle esperienze dei totalitarismi e
della decolonizzazione”55.
L’occidentale nell’immaginario comune è cattolico o protestante, vive in una
società governata democraticamente, gode di una serie di diritti fondamentali
inerenti la libertà personale, lavora in un regime di economia di mercato
capitalistica. Il prototipo di orientale, invece, un tempo era ateo, viveva in un
regime comunista, diritti e doveri erano bilanciati in modo ferreo dall’ideologia di
partito, ed ovviamente anche in ambito economico la statalizzazione ed il
controllo delle produzioni la facevano da padrone. Oggi viene più spesso
stereotipizzato come musulmano: un ulteriore effetto della caduta del Muro di
Berlino e degli eventi seguenti all’11 Settembre 2001.
Il patrimonio dell’Europa di oggi è plasmato dalle civiltà greco-romane, dal
Cristianesimo, dalle idee proprie dell’Illuminismo, dai concetti di scienza,
ragione, progresso e democrazia56.
Come sono cambiati i confini critici d’Europa, secondo quest’ultima
differenziazione?
A sud-est essi si possono individuare tra lo Stretto dei Dardanelli ed il Bosforo;
mentre ad est idealmente è la Russia a delimitarne l'estremità.
Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul: tre nomi per una città a cavallo del Bosforo,
che incarna sia l'importante passato romano, come capitale dell'Impero Bizantino,
sia la cultura orientale a partire dalla presa ottomana del 1453. Un agglomerato
perennemente in bilico tra Europa ed Asia. Qui nasce l’ortodossia, con lo Scisma
d’Oriente57 (detto anche Grande Scisma) del 1054, una confessione con ampio
seguito, oltre che in Russia, anche in tutto il territorio dei Balcani, una sorta di
cuscinetto tra l’ovest cattolico e l’oriente islamico.
55 Passerini, L., ibidem. 56 Come fa notare Stråth, B., ibidem. 57 http://mb-soft.com/believe/txc/gschism.htm
[37]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
La Repubblica Turca si può forse definire come la più europea tra le nazioni a
religione musulmana, con apertura alla cooperazione internazionale (è membro
Nato dal 1952, ha aderito all’unione doganale dell’Unione europea nel 1996) e
riforme atte a garantire maggiori diritti civili, benché ancora sussistano problemi
interni che dovranno essere risolti per poter entrare a tutti gli effetti nell’Unione
europea: tra questi la questione cipriota58, il rispetto della minoranza curda ed il
completamento di parametri politico-economici atti a garantire stabilità al paese.
Per ora lo status della Turchia è quello di paese ufficialmente candidato dal
Consiglio Europeo di Helsinki 1999, e nel 2005 sono iniziati in modo ufficiale i
negoziati con Bruxelles per diventare membro a tutti gli effetti.
Sul versante est la Russia, prima Impero all'epoca degli Zar e successivamente
come Unione Sovietica nel post-rivoluzione del 1917, rappresenta nella storia
d'Europa un territorio mai conquistato. L'Impero Romano, nella sua massima
espansione territoriale con l’Imperatore Traiano (53-117 dC), non andò mai oltre
alla Dacia (l'attuale Romania59) e le pendici armeno-georgiane del Caucaso;
Napoleone nel 1812 fu costretto alla ritirata dalla Campagna di Russia, nella
Prima Guerra Mondiale il fronte est era lungo la linea ideale che collega Riga a
nord alla foce del Danubio a sud, nel Secondo conflitto mondiale l'epica
Resistenza di Stalingrado fu l'inizio della fine per i sogni di conquista russa del
Terzo Reich.
Significativa a tal riguardo è una frase di Nietzsche, tratta da “Al di là del bene
e del male”60, che tratteggia l'Europa come “quella penisoletta avanzata che
58 A seguito di tensioni venutesi a creare tra comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota, l’esercito turco nel 1974 occupò la parte settentrionale di Cipro e auto-proclamò la Repubblica di Cipro del Nord, riconosciuta a livello internazionale dalla sola Turchia. 59 L’influenza dell’occupazione romana in Romania è stata particolarmente importante: la lingua romena presenta un altissimo numero di vocaboli di origine latina. 60 Titolo originale: Jenseits von Gut und Böse. Vorspiel einer Philosophie der Zukunft, 1886.
[38]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
vorrebbe rappresentare a tutti i costi, rispetto all'Asia, il 'progresso degli
uomini'”61.
Questa frase esprime efficacemente il dualismo Europa-Asia, Occidente-
Oriente, coinvolgendo sia le origini della differenziazione, sia le ambizioni future
di rappresentare per l'intera umanità un punto di riferimento per quanto riguarda il
progresso.
Al duopolio Ovest-Est si ricollega anche Henri Mendras62, quando individua la
differenziazione tra un occidente dei cittadini appartenenti ad un idea di nazione,
con alla base un passato di popolazioni agricole stanziali ed individualiste, ad un
oriente vicino all'idea di impero, stretto nel concetto di comunità, dove
storicamente le popolazioni agricole erano sottomesse ai signori e alle tradizioni
collettiviste. Il territorio è qui inteso come fonte di sostentamento agricolo
primario, prima dell'ascesa delle tecniche proprie dell’industrializzazione. Si tratta
di un approccio differente, che individua alla base sociale le origini dei termini
differenziali.
Con la fine della Guerra Fredda, la dicotomia occidente-oriente appare destinata
ad orientarsi ad un livello maggiormente globale: con i Paesi dell’Europa dell’Est
progressivamente dentro all’Unione, le nuove frontiere orientali appaiono
spostarsi più lontano, verso paesi con grandi potenzialità economiche, Cina ed
India.
61“One stands with fear and reverence before those stupendous remains of what man was formerly, and one has sad thoughts about old Asia and its little out-pushed peninsula Europe, which would like, by all means, to figure before Asia as the "Progress of Mankind.". Tratto da http://www.gutenberg.org/dirs/etext03/bygdv10.txt 62 Mendras, Henri, L’Europa agli europei, ed. Il Mulino, prima edizione 1997.
[39]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[II.2] L’idea d’Europa contemporanea: molteplici correnti di pensiero
Il background storico visto nelle pagine precedenti è utile per meglio
interpretare le differenti concezioni d’Europa che emersero all’inizio del percorso
di unificazione europea. Comprendere come venne impostato l’intero processo, e
quali idee ne fornissero le basi, risulta decisivo per osservare come in realtà le
idee si concretizzarono in fatti, e come in seguito vennero impostate le strategie di
allargamento.
Con il termine “Padri fondatori d’Europa”, si intendono personalità di spicco
che per prime proposero un’idea d’Europa unita, nel periodo critico a cavallo tra
le due Guerre Mondiali.
Uno dei primi in assoluto, in termini temporali fu il conte Richard Nikolaus di
Coudenhove-Kalergi, politico e filosofo di padre austro-ungherese e madre
giapponese. Nel 1923 egli scrisse il “Manifesto Paneuropeo”. Il Movimento
Paneuropeo è ancora oggi presente in diversi stati dell’Unione63, in Italia in
qualità di “Associazione per l’identità e la sussidiarietà e l’Unione europea”64. Il
principio di sussidiarietà è un principio organizzativo di libertà e democrazia,
emerso dapprima in ambito filosofico ma formalizzato compiutamente solo
nell’Enciclica Quadragesimo Anno (1931) di Papa Pio XI65. In breve, esso si
riassume in tre fondamenti: lo Stato non faccia ciò che i cittadini o i poteri
63 http://www.paneuropa.org 64 http://www.paneuropa.org/~it 65 “(..) siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l'industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare. Ed è questo insieme un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società; perché l'oggetto naturale di qualsiasi intervento della società stessa è quello di aiutare in maniera suppletiva le membra del corpo sociale, non già distruggerle e assorbirle.” Punto 80, http://www.vatican.va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19310515_quadragesimo-anno_it.html
[40]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
istituzionali locali possono fare da soli; intervenga solo quando i singoli gruppi
sociali non riescano a risolvere i propri problemi da soli; l’intervento di aiuto
sussidiario venga portato dal livello più vicino al cittadino. Nel Trattato di
Maastricht del 1992 il principio di sussidiarietà è stato dichiarato direttrice
fondamentale per il processo d’integrazione europea. L’Associazione, inoltre,
individua nelle radici Cristiane l’anima d’Europa66, mentre si dichiara contro il
nichilismo, l’ateismo e immorale consumismo67. In sostanza i quattro cardini-base
del Paneuropeismo sono rintracciabili in: cristianità, libertarismo in senso
garantista, responsabilità sociale e pro-europeismo. Si tratta di una visione
orientata all’attivismo sociale, legato a valori cattolici e a supporto della garanzia
di diritti e di libertà individuali. Questo filone di pensiero ha influenzato ed
ispirato il processo di integrazione europea, con una visione ad ampio raggio delle
politiche di coordinamento, atte a non escludere dall’Unione nessun paese a
priori, ma seguendo la logica di requisiti specifici per l’ingresso.
In ottica diversa è rilevante il concetto di “Stati Uniti d’Europa”. Questa idea ha
origini lontane, probabilmente nacque fin dalla costituzione degli Stati Uniti
d’America. Lo stesso George Washington scriveva all’amico Marchese di La
Fayette, verso la fine del XVIII Secolo:
“One day, on the model of the United States of America, a United States of
Europe will come into being.”68. Il modello americano è improntato sul modello
federalista: una unione di stati-regioni che si auto-governano unite sotto un unico
organo istituzionale centrale. Lo stesso termine “federale” nasce dal latino
“foedus”, ovvero “patto, alleanza”: le singole regioni si accordano per sottostare a
regole comuni, e ad auto-riconoscersi come paritarie in diritti e doveri nel
66 Die Paneuropa-Union bekennt sich zum Christentum als Seele Europas, da http://www.paneuropa.org 67 Die Paneuropa-Union kämpft gegen alle Tendenzen, die die geistige und moralische Kraft Europas zerstören, Nihilismus, Atheismus und einen unmoralischen Konsumismus., ibidem. 68 “Un giorno, sul modello degli Stati Uniti d’America, gli Stati Uniti d’Europa diventeranno realtà”, http://www.opendemocracy.net/content/articles/PDF/344.pdf
[41]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
contesto dello stato federale. La divisione dei poteri tra regioni e governo centrale
dev’essere regolata da una Costituzione che ne stabilisca in modo preciso i
termini.
L’Unione europea attuale non può essere considerata una Federazione, in
quanto gli Stati membri hanno ancora piena autonomia in determinati settori,
come ad esempio nelle politiche estere e di difesa. L’idea di Stati Uniti d’Europa
prevede una coesione ancora più forte, con la cessione di ulteriori poteri nazionali
verso l’organo centrale della federazione. Gli attuali stati nazionali non potrebbero
più essere considerati tali, ma regioni o macro-regioni legate ad un unico direttivo.
Il termine Stati Uniti d’Europa venne utilizzato da Winston Churchill nel 1946
durante un intervento all’Università di Zurigo69:
“(..) there is a remedy which, if it were generally and spontaneously adopted by
the great majority of people in many lands, would as if by a miracle transform the
whole scene, and would in a few years make all Europe, or the greater part of it,
as free and as happy as Switzerland is today. What is this sovereign remedy? It is
to recreate the European Family, or as much of it as we can, and to provide it
with a structure under which it can dwell in peace, in safety and in freedom. We
must build a kind of United States of Europe.”.
Ricorre un tema comune di spinta verso l’integrazione: la ricerca della stabilità
che solo l’assenza di conflitti bellici può dare. Per evitare pretesti di contese, la
strada auspicata era quella dell’integrazione e della comunanza di intenti.
A questo modello si ispira anche Altiero Spinelli, fondatore nell’estate 1943 del
Movimento Federalista Europeo. La base alla nascita del Movimento è il
69 “C’è un rimedio che, se fosse generalmente e spontaneamente adottato dalla grande maggioranza delle persone in molti territori, potrebbe come un miracolo trasformare l’intera scena, e potrebbe rendere tutta Europa, o grande parte di essa, libera e felice come la Svizzera d’oggi. Cos’è questo rimedio sovrano? È ricreare la Famiglia Europea, o la massima parte di essa che possiamo, e dotarla di una struttura tramite la quale possa vivere in pace, sicurezza e libertà. Noi dobbiamo creare una specie di Stati Uniti d’Europa” http://www.peshawar.ch/varia/winston.htm
[42]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Manifesto di Ventotene70, come viene usualmente chiamato lo scritto intitolato
“Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto", redatto da Spinelli
assieme all’antifascista Ernesto Rossi durante il confino sull’isola di Ventotene,
arcipelago delle isole Ponziane al largo del Tirreno, nei primi anni del 1940.
Il testo venne in seguito rielaborato e pubblicato col titolo "Problemi della
Federazione Europea", in forma clandestina, da Eugenio Colorni, un altro esiliato
sull’isola, nel 1944. I capitoli sono tre: “La crisi della civiltà moderna”, “Compiti
del dopoguerra. L’unità europea”, “Compiti del dopoguerra. La riforma della
società”. Viene analizzata la crisi degli stati nazionali, che nell’accezione
estremistica di nazionalismi hanno portato alle due Guerre Mondiali, e come
soluzione atta a garantire un periodo di pace viene ipotizzata la creazione di una
Unione europea federalista. L’antifascismo era l’ideale motore alla base del
Manifesto, e con esso i concetti di pace, libertà, solidarietà sociale. Una
costituzione repubblicana propria dei paesi federati, con una “forza armata
europea al posto degli eserciti nazionali”71: così si immagina il futuro d’Europa.
Spinelli avverte la necessità di staccarsi dalle logiche dei partiti tradizionali “già
tutti squalificati dalla disastrosa esperienza dell'ultimo ventennio” e di creare un
movimento nuovo, con uomini nuovi, lontano dai pericoli di estremizzazione
nazionalistica.
A Milano il 27-28 Agosto 1943 nasce il Movimento Federalista Europeo
(MFE). Tutt’ora attivo, esso fa ora parte della rete Unione europea dei Federalisti
(UEF)72. L’obiettivo dichiarato del MFE è: “la creazione di un ordine politico
razionale, che, secondo la visione di Kant, può essere tale solo se abbraccia
l'intera umanità”73: per questo l’ambizioso traguardo è una federazione mondiale,
mentre “obiettivi intermedi sono la Federazione europea, l'unificazione federale
70 http://www.altierospinelli.org/manifesto/it/manifestoit_it.html 71 http://www.altierospinelli.org/manifesto/it/manifesto1944it_it.html 72 http://www.federaleurope.org 73 La presente e la successiva citazione sono tratte da http://www.mfe.it
[43]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
delle altre grandi famiglie del genere umano e la trasformazione dell'ONU in un
governo mondiale parziale.”. Gli stati nazionali sono visti come una minaccia
costante per il processo di integrazione, in quanto accusati di non voler perdere
troppi pezzi della propria sovranità. In base a questa visione, la proposta di
Costituzione Europea è stata positiva, ma eccessivamente moderata: non fonda un
nuovo stato, e non elimina il diritto di veto del singolo membro su particolari aree
di competenza.
Lo stesso Jürgen Habermas, filosofo e sociologo tedesco, ha evidenziato in
interviste recenti la necessità di avvicinarsi ad un modello federale d’Europa:
“Una Federazione Europea, che non consista solo di Stati, ma che assuma essa
stessa alcune caratteristiche di uno Stato - che, ad esempio, mediante una propria
riscossione delle imposte, diventi finanziariamente autonoma - è una conseguenza
dell’unione economica, voluta a livello politico ed ormai completata. Dopo la
rinuncia alla sovranità monetaria e l’istituzione di un mercato comune, gli Stati
membri europei possono rinunciare ad una loro ulteriore unione politica solo se
vogliono votarsi a lungo termine al paradigma neoliberista del regime economico
che oggi regna in tutto il mondo.”74.
Ed ancora:
“(..) if we are not able to hold a Europe-wide referendum before the next
European elections in 2009 on the shape Europe should take, the future of the
Union will be decided in favour of neo-liberal orthodoxy.”75.
Habermas quindi vede un bivio per l’assetto dell’idea d’Europa: votarsi al neo-
liberalismo oppure decidere, magari scegliendo la via referendaria, una maggiore
74 Intervista a Jürgen Habermas, rivista elettronica Caffè Europa, numero 112, 14/12/2000 http://www.caffeeuropa.it/attualita/112attualita-habermas.html 75 “(..) se non siamo capaci di tenere un referendum a livello europeo prima delle prossime elezioni europee del 2009 sulla forma che l’Europa dovrebbe prendere, il futuro dell’Unione sarà deciso in favore dell’ortodossia neo-liberale”, http://www.signandsight.com/features/676.html, ripreso dal quotidiano viennese Der Standars, Marzo 2006.
[44]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
coesione politica su tre blocchi quali l’elezione diretta del presidente, un ministero
degli esteri indipendente, e una base economica indipendente76.
Il Neoliberalismo è una corrente politica che sposa la causa del liberismo
economico atto a promuovere lo sviluppo economico e garantire libertà politica,
secondo il trasferimento del controllo delle attività economiche dal settore
pubblico a quello privato. Secondo Habermas dunque si tratta di trovare il
coraggio da parte delle istituzioni per promuovere un cambiamento, che se
accettato dalla popolazione tramite referendum porterebbe il sistema-Europa verso
una struttura di stampo maggiormente federalista:
“Europe would then move away from the convoy model where the tempo is set
by the slowest member. Even in a Europe made up of core and periphery,
countries preferring to remain on the periphery retain the option of rejoining the
core at any time.”77.
Questo non significa necessariamente prendere il federalismo statunitense come
unico esempio ispiratore, ma trovare un assetto federale consono allo stile di vita
(“Lebensform”78) caratteristico del modello sociale europeo:
“L’Europa potrà essere soltanto uno stato di nazionalità nel quale anche le più
piccole nazioni manterranno il loro orgoglio e la loro identità e potranno dunque
far valere la loro lingua e la loro cultura. Tutto ciò si manifesterà diversamente
che negli Stati Uniti.”79.
76 Intervista ad Eux.tv, 20 Marzo 2007 (http://www.eux.tv/Article.aspx?articleId=4955 )“The three questions - whether the bloc should have a directly elected president, an independent foreign minister, and an independent financial basis - were following the ideas of Belgian Prime Minister Guy Verhofstadt and should be decided via a double majority of member states and citizens' votes, he said.” 77 http://www.signandsight.com/features/676.html, “Se il referendum dovesse riuscire, significherebbe l'abbandono del modello di Europa come convoglio in cui il veicolo più lento regola il passo per tutti. Ma anche in una Europa fatta di un nucleo e una periferia, quei paesi che preferiscono rimanere per il momento nella periferia manterrebbero naturalmente la possibilità di rientrare nel nucleo in qualsiasi momento.”. 78 http://www.caffeeuropa.it/attualita/112attualita-habermas.html 79 Ibidem.
[45]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
La diversità intrinseca nell’Unione europea dev’essere dunque esaltata
nell’accezione di “varietà”, arricchendo un modello che faccia seguire alla
locomotiva degli interessi economici anche quella della coesione politico-sociale.
Dalla concezione di Europa come fondata su un “altro” attraverso il quale auto-
rappresentarsi, trovando una comune idea d’Europa specchiandosi nella diversità
altrui, alla presa di coscienza che nella propria varietà interna possono trovarsi le
risorse giuste per proseguire la strada verso una cooperazione ed una coesione che
garantisca vantaggi per tutti.
In realtà l’idea d’Europa di coloro che resero possibile la CECA era quella che
il processo di integrazione europea dovesse partire da basi economiche, ed in
particolare si individuava l’associazione franco-tedesca come vero motore dal
quale partire. Jean Monnet nel 1950 scriveva:
“Il contributo che un'Europa organizzata e viva può apportare alla
civilizzazione è indispensabile al mantenimento delle relazioni pacifiche. (..)
L'Europa deve essere organizzata su una base federale. Un'unione franco-tedesca
è un elemento essenziale, ed il governo francese è deciso ad intraprenderlo... Gli
ostacoli accumulati impediscono la realizzazione immediata di quest'associazione
stretta che il governo francese si assegna come obiettivo. Ma fin d'ora lo
stabilimento di basi comuni di sviluppo economico deve essere la prima tappa
dell'unione franco-tedesca.”80.
L’idea iniziale dell’Europa di Schumann era una unione economica, in
previsione di una prospettata aggregazione politica. Tuttavia, i dubbi che questa
sia stata effettivamente raggiunta sono ben riassunti dalla frase dell’ex-primo
ministro belga Mark Eiskens, appena dopo il Trattato di Amsterdam del 1997:
80 Monnet, Jean, Mémoires, Fayard, Paris, 1976, pp. 349-350. Versione online disponibile su http://www.ena.lu
[46]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
“Gigante economico, l’Europa resta un nano politico e un lombrico
militare”81.
L’Europa a sei della CECA riuniva stati tutto sommato accomunati su vari
aspetti dalla situazione post-bellica, oggi l’Unione europea conta ben ventisette
membri: è naturale che le strategie di integrazione abbiano subito importanti
accorgimenti e si siano poste obiettivi differenti. La moneta unica europea è un
traguardo concretamente conquistato, a dimostrazione che a livello economico
molto è stato fatto per realizzare le aspettative iniziali. Il processo di allargamento
ha significato l’accettazione da parte dei paesi entranti di quei valori base in cui si
riconosce l’Unione, ed il crearsi di una rete di scambi di beni materiali ed
intellettuali sempre più ampia. Se dal punto di vista culturale questa si presenta
come una occasione per conoscere meglio culture differenti, dall’altro sarà
necessario formalizzare procedure atte a garantire il rispetto dell’altrui diversità,
onde evitare un ritorno ai pericolosi iper-nazionalismi dai caratteri razzisti del
secolo scorso. Inoltre, se dal punto di vista economico i nuovi paesi membri
dell’est rappresentano per la solida industria occidentale una opportunità di
ampliamento delle proprie sedi di produzione, con costo della manodopera basso e
un potenziale, appetibile nuovo mercato, bisognerà tenere in considerazione anche
i rischi che questa apertura imprenditoriale porta nei confronti di sistemi
economici ancora parzialmente in ripresa da regimi centralisti: evitare cioè una
semplice colonizzazione di capitali, rendendo i rapporti equi, su parametri
universali da rispettare.
Mettendo temporaneamente da parte la visuale economica, ci concentreremo
nelle prossime pagine sull’idea d’Europa da un punto di vista socio-culturale, per
avvicinarci gradualmente al concetto di identità europea.
81 Rolando S., Lio, E., a cura di, Italia-Europa. Identità e comunicazione, Franco Angeli Civicom, 2000.
[47]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[II.3] Un punto di vista culturale: il cosmopolitismo dalle
differenziazioni alle varietà
Intese su basi storiche, politiche ed economiche, ma per quanto riguarda il sub-
strato fatto di culture e modi di vita? Esiste una idea comune di Europa in tal
senso?
In Richard Kearney, “Lo spirito europeo”, Armando Ed, 1999, George Steiner
individua ad un livello più particolareggiato, quello delle città, la differenziazione
di ciò che è Europa e ciò che non lo è. Egli evidenzia come le città musulmane
siano come templi, con uno sviluppo urbano incentrato sull'edificio centrale di
culto religioso, profondamente legate all'aspetto liturgico. Un’altra tipologia di
città è quella americana “semplici insediamenti, posti su grandi distese o pianure,
senza un'anima, senza cuore, dove ognuno vive nelle periferie e la città è solo una
linea all'orizzonte”. Accanto a queste due, l’Europa:
“Ma quando s'arriva in Europa ciò che colpisce immediatamente è la diversità
di ogni città, ognuna con il suo momento storico di grandezza, il suo passato
scolpito nella pietra, che è lì per essere ammirato. Perciò, questo è quello che
abbiamo in comune. Tutti noi siamo cresciuti e ci siamo evoluti dalle città, dalle
città italiane e da quelle fiamminghe.”82.
La città è qui intesa non solo come luogo circoscritto nel quale si svolge la vita
sociale, ma come vera e propria testimonianza urbana del proprio passato,
ricettacolo delle opere che gli uomini hanno lasciato in quel specifico contesto. La
ricchezza di diversità presente nelle città europee è frutto di una storia antica, che
si è sviluppata secondo differenti nuclei sociali. Si tratta di un processo estraneo
sia al cosiddetto oriente, più uniformato e coeso attorno alla comune religiosità o
82 Kearney, R., ibidem.
[48]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
al potere di uno zar, sia alla realtà statunitense, nata da una costola d'Europa e per
questo inevitabilmente più giovane.
Sempre secondo George Steiner il concetto di “cultura europea” è ben espresso
dalla consuetudine del caffé:
“Se tracci una linea da Porto, nell'occidentale Portogallo, a Leningrado, ma
certamente non a Mosca, puoi entrare in un luogo che si chiama caffé, con
giornali da tutta l'Europa, puoi giocare a scacchi, giocare a domino, puoi stare a
sedere tutto il giorno per il prezzo di una tazza di caffé o di un bicchiere di vino,
parlare, leggere, lavorare. Mosca, che è alle porte dell'Asia, non ha mai avuto un
caffé”83.
Si tratta dunque anche di stili di vita differenti, una sorta di “coscienza o
rappresentazioni collettive”, termine col quale Durkheim, specialmente in “The
Division of Labor in Society”, 1893, identifica ciò che determina la condotta
dell'individuo nella società, il suo modo di fare collettivo condiviso dagli altri
componenti della società stessa.
Le distanze ed le frontiere da un punto di vista culturale appaiono oggi ostacoli
sempre più labili. Sembra cioè che sia sempre più possibile passare dal concetto di
differenziazione a quello di varietà. Il primo presuppone un dualismo dentro/fuori,
frutto spesso della mancata conoscenza dell’altro, mentre il secondo agisce
secondo una logica di pluralismo, di presa di coscienza e maggior conoscenza
delle altrui peculiarità. Questa opportunità di entrare in contatto con tradizioni
estranee è stata profondamente favorita dalla rivoluzione dei media digitali, specie
a partire dall’ultimo decennio del XX Secolo. Importante è il concetto di
cosmopolitismo, dal punto di vista sociologico, “una forma particolare di
approccio sociale all’alterità culturale”84, dove “il principio che orienta il
pensiero, la convivenza e l’agire, sia all’interno che verso le altre società, è il
83 Kearney, R., ibidem. 84 Beck, U., Grande, E., L’Europa cosmopolita, Carocci editore, 2006.
[49]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
riconoscimento dell’alterità”. Si tratta di un fenomeno che, se accolto nella sua
accezione positiva, può portare la varietà intrinseca alla cultura degli stati
dell’Unione ad un livello superiore, e contribuire alla formazione di una vera e
propria identità europea.
In altri termini, “se l’Europa non esiste senza una non-Europa, e la non-
Europa non esiste senza l’Europa, la grande sfida è come far sì che questo sia il
punto di partenza per costruire un ponte, non una demarcazione”85.
Identità come appartenenza costruttiva, alla cui maturazione la comunicazione
europea sui territori locali svolge un ruolo fondamentale. Grande diffusione dei
quotidiani cartacei, radio a dimensione internazionale, televisioni satellitari,
Internet: l’informazione viaggia velocemente, senza dogane. Quale ponte migliore
per il manifestarsi di una potenziale identità europea?
85“So if Europe does not exist without non-Europe, and non-Europe does not exist without Europe, the great challenge is how to make this the starting point for bridge-building, not for demarcation.”, Stråth, B., ibidem.
[50]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[III] Identità europea
“The perfect European should be: cooking like a Brit, available as a Belgian,
flexible as a Swede, sober as the Irish, talkative as a Finn, famous as a Luxembourger, humble as a Spaniard, generous as a Dutchman, humorous as a German, patient as an Austrian, organised as a Greek, driving like the French,
technical as a Portuguese, controlled as an Italian, discreet as a Dane”86 –Cartolina umoristica tratta da una campagna promozionale dell’Unione europea.
L’Europa è costituita da singoli stati, con cittadini dalle rispettive identità. Ma è
allo stesso tempo accomunata da una cittadinanza collettiva: il cittadino di un
paese membro dell’Unione gode automaticamente dei diritti e dei doveri di
cittadinanza europea. Ha dunque ancora senso parlare di identità nazionali in un
contesto complesso come quello attuale? E come si inserisce il livello europeo in
questo rapporto tra cives ed istituzioni governative locali?
La citazione mostra in tono ironico la varietà intrinseca delle popolazioni
europee. E dall’accettazione delle rispettive particolarità nasce la concezione di
identità post-moderna, dalle logiche funzionali e dalla natura a network,
distribuita su livelli differenti, compresenti ed in relazione dinamica tra loro.
I simboli di questa nuova tipologia di identità sembrano portati più
all’inclusione che all’incisività, all’essere riconoscibili più che al suscitare
attaccamento, più alla dimensione estensiva orizzontale che a quella verticale.
In uno scenario che comporta la presa di coscienza sia delle dinamiche globali
sovra-nazionali sia l’importanza dei contesti locali-cittadini, in una parola glocal,
86 “Il perfetto Europeo dovrebbe: cucinare come un Britannico, esser disponibile come un Belga, esser flessibile come uno Svedese, sobrio come l’Irlandese, loquace come un Finlandese, famoso come un Lussemburghese, umile come uno Spagnolo, generoso come un Olandese, divertente come un Tedesco, paziente come un Austriaco, organizzato come un Greco, guidare come il Francese, tecnico come un Portoghese, controllato come un Italiano, cauto come un Danese”.
[51]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
l’importanza della comunicazione tra istituzione europea e cittadino ricopre un
ruolo fondamentale nei rapporti mediatrici della vita democratica.
[III.1] Verso il concetto di identità: una prima definizione
Il passaggio da idea ad identità segue una logica dall’ideale all’appartenenza, da
aspirazioni a fondamenti. Con le parole di Luisa Passerini87:
“Il tema dell’Europa unita vige nei campi politico, economico, sociale, e
naturalmente anche culturale, mentre l’identità riguarda un campo insieme più
vasto e più ristretto, che va dalla quotidianità nei suoi aspetti sia materiali sia
emozionali alle forme culturali «alte» e «basse», elitarie e popolari”.
L’identità concerne in primo luogo le persone, i cittadini, essi sono allo stesso
tempo custode e motore dei sentimenti di appartenenza, in qualità di base
rappresentata nelle istituzioni. L’idea d’Europa e l’identità europea sono termini
differenti tra loro ma strettamente connessi:
“L’identità europea è un prodotto dell’idea di Europa. Tra Riforma ed
Illuminismo, quando il Cristianesimo aveva raggiunto il suo nadir e lo stato-
nazione non era ancora in ascesa, l’idea d’Europa si cristallizzò come progetto di
identità: si incominciò a riferirsi a sé stessi come europei. Il termine «Europa» in
altre parole, non designò più il continente, ma i suoi abitanti e la loro cultura:
divenne una comunità immaginaria”88.
Il concetto di identità è da un certo punto di vista problematico, dato il suo
carattere molteplice e fluido: ha significati con diverse accezioni, e continuamente
in evoluzione. Dal punto di vista letterale significa “uguale, paritario, identico”:
87 Passerini, L., ibidem. 88 Passerini, L., ibidem.
[52]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
applicati in un contesto sociale, l’associazione di termini porta all’idea di una
comunità coesa ed olistica, nella quale i suoi appartenenti hanno medesimi diritti,
doveri, ideali e tradizioni.
Anche il concetto di identità, come quello di idea d’Europa, si caratterizza per
distinzione da un “altro”, da colui che non ha la nostra stessa identità. In questo
caso però la differenziazione non è strettamente legata ad un unico piano
caratterizzante, ma si dispone su diversi livelli con numerose gradazioni di
intensità: non si è solo emiliani, solo italiani o solo europei, ma si può incarnare
tutte e tre le identità simultaneamente, benché si possa sentire un legame più forte
per uno o per l’altro attributo identitario. Il cittadino della polis greca contribuiva
ad una idea d’Europa per la sua differenza dal Persiano, che a sua volta andava a
immedesimare il concetto di Non-Europa, mentre nella concezione di identità
europea il cittadino italiano e quello francese sono allo stesso tempo distinti per
identità nazionale ma accomunati da quella comunitaria: non c’è la stessa
determinazione di inclusione od esclusione, ma co-esistenza di caratterizzazioni.
A questo punto appare evidente che è il fatto di sentirsi maggiormente reggiani,
emiliani, italiani o europei a demarcare i confini identitari. Ma è davvero
necessario possedere una identità?
In realtà l’investimento di una specifica identità appare emergere in situazioni
ben delineate:
“The invocation of community, cohesion and holism, yes, of identity, emerges
exactly in situations where there is a lack of such feeling. Identity becomes a
problem when there is no identity, particularly in situations of crisis and
turbulence, when established ties of social cohesion are eroding or breaking
down.”89.
89 “L’atto di invocare al senso di comunità, coesione ed olismo, si, al seno di identità, emerge esattamente in situazioni dove c’è mancanza di tale sensazione. L’identità diviene un problema quando non c’è identità, in particolare in situazioni di crisi e turbolenza, quando i legami prestabiliti di coesione sociale si stanno corrodendo o stanno crollando”. Stråth, B., ibidem.
[53]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Robert Picht aggiunge al concetto90, “l’identità ha qualche somiglianza con la
salute: si diventa consapevoli dei suoi elementi di disturbo solo attraverso il
confronto con trasformazioni che gettano dubbi sulla presunta normalità”.
L’identità europea appare in questo senso un esempio-modello: la necessità di
coesione, non-belligeranza ed associazionismo nacque proprio nel periodo
successivo al più catastrofico conflitto della storia dell’uomo. Per Baudrillard91
“l’identità stessa è una utopia: quando c’è prestigio e cultura, non c’è necessità
di ribadire «io sono questo, qui c’è la mia identità, esisto e sono qui»”.
Il fatto che il motore primordiale dell’integrazione europea sia stata
indiscutibilmente la collaborazione economica, fa emergere in maniera ancora più
netta il bisogno di una identità europea: essa infatti coinvolge le popolazioni, non
solamente lo strato industrial-produttivo della società. Il concetto di identità si
lega a quello di appartenenza, ed appartenere significa soprattutto sentirsi
rappresentato e partecipe alla costruzione di un’idea. In tutto questo la
comunicazione svolge un ruolo cruciale: è attraverso i canali comunicativi che il
singolo può esprimere la propria opinione alla comunità, ed è grazie alle
manifestazioni verso l’esterno del palazzo di rappresentanza istituzionale che egli
rinforza o meno il proprio sentimento di appartenenza.
90 Passerini, L., ibidem. 91“(..) first of all it is to be stressed that identity itself is a utopia. It is where one takes refuge when there is nothing else left to do. Until there was prestige, glory, and culture there was no need to tell oneself: ‘I am this, here is my identity, I exist, I am here.’ When one truly exists because there is strength and glory, at base, there is no need for identity.”. Passatelli, Monica, An Interview with Jean Baudrillard: Europe, Globalization and the Destiny of Culture, European Journal of Social Theory 2002; 5; 521.
[54]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[III.2] Tipologie di identità
Il concetto di identità nello scenario storico-sociale degli stati nazionali appare
differente da quello odierno in un mondo sempre più globalizzato.
L’apice dei sentimenti identitari si ha con la visione nazionalista di Stato:
l’appartenenza ad una comunità è sentita come orgogliosa presunzione di
superiorità sull’altro. Nelle parole di Charles de Gaulle92 “Il patriottismo è
quando l'amore per la tua gente viene per primo; nazionalismo quando l'odio per
quelli non della tua gente viene per primo”. L’identità nazionalista è fortemente
competitiva ed elitaria, ed è stata concausa di sanguinosi conflitti. Le nozioni di
frontiere e confini erano intrinseche alla chiusura caratteristica dello stato
nazionalista: le peculiarità dell’altro non erano viste in termini di varietà, ma
termini differenziali tramite i quali ribadire la propria presunta superiorità.
Al giorno d’oggi la situazione è profondamente differente, e le identità sempre
meno esclusive, Jean Baudrillard puntualizza che: “(..) there can’t be identity
without alterity; if there is no other, there is no self. Today one does not know
where the other is, because with globalization there is no other.”93. Appare perciò
necessaria una nuova concezione di identità, al passo con le nuove dinamiche dei
tempi.
La nozione di identità postnazionale è ben formalizzata da Habermas94, essa è
vista come “base per un’identità europea non essenzialista. Un’identità
postnazionale implica la concezione che l’identità politica nelle società complesse
e multiculturali non possa essere basata pretestuosamente su una tradizione
92 Charles André Joseph Marie de Gaulle (1890 –1970), generale e statista francese. 93 “(..) non ci può essere identità senza alterità; se non c’è un altro, non c’è il sé. Oggi non si sa dove l’altro è, poiché con la globalizzazione non c’è un altro”. Passatelli, M., ibidem. 94 Habermas, J., Citizienship and National Identity: some reflections on the future of Europe, Praxis International, 12, 1992. Contenuto in: Passerini, L., ibidem.
[55]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
culturale, su un’eredità, su una geografia o su uno stato comune, poiché ciò è
possibile soltanto attraverso l’esclusione dell’alterità e spesso porta a divisioni”.
Ecco che appare importante scindere identità nazionali da identità post-
nazionali: esse sono figlie di logiche e mutamenti storici differenti, non si può
dunque pretendere di porle sotto lo stesso piano d’analisi. L’identità europea non
è dunque un’altra versione di una identità nazionale, né possiede le caratteristiche
di base per poterlo essere. Secondo Hartmut Kaelble95 le maggiori differenze si
riscontrano in tre punti: essa non può essere basata su una sola lingua; essa non ha
uno stato, confini precisi, una capitale; l’integrazione europea è nata al fine di
preservare un’altra guerra interna, piuttosto che per contrastare un potere esterno,
ed è stata sostenuta da un potere egemonico, piuttosto che essere diretta contro di
esso. Si tratta dunque di caratteristiche intrinseche e di origini storiche, che fanno
sì che l’identità europea sia anche una identità multipla, nel senso che può co-
esistere con le singole identità nazionali senza pretese di prenderne il posto,
proprio perché differenti.
L’identità multipla si compone in realtà di più livelli: dall’identità europea,
scendendo verso il locale, si possono riconoscere oltre all’identità nazionale una
identità regionale, una provinciale, fino a quella cittadina.
I rapporti tra questi livelli non appaiono decisi apriori, ma incentrati su quei
principi di funzionalità che stanno alla base delle società moderne:
“Con la dissoluzione delle identità incentrate sullo stato nazionale e sulla
classe, per esempio, la tendenza generale oggi sembra considerare l’identità
collettiva come un fenomeno plurale. Non c’è un identità egemonica, ma una
pluralità di identità collettive, ognuna definita dal riferimento ai propri scopi,
siano essi una nuova ecologia, la pace, il multiculturalismo, o questioni legate al
genere.”96.
95 Kaelble, Hartmut, Periodizzazione e tipologia, in Passerini, L, ibidem. 96Kaelble, H., ibidem.
[56]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Le identità collettive sono perciò identità che trascendono confini geografici,
razziali o etnici: si focalizzano sulla condivisione di un obiettivo comune, a
prescindere dalle nazionalità. Con la caduta degli stati nazionalisti si assiste ad un
processo di progressiva de-localizzazione dell’identità, ovvero un lento ma
graduale distaccamento dalla mera appartenenza territoriale, in favore di un
fenomeno che prende le vesti di identità funzionale: “non importa a quale
territorio appartengo, importa cosa faccio, perché lo faccio e come lo faccio e,
caso mai, dove occasionalmente abito”97.
Questo discorso apre a scenari importanti, perché mobilità è un termine-chiave
dei nuovi equilibri sociali: le persone hanno maggiori occasioni di spostarsi da
nazione a nazione, sia grazie agli accordi di Schengen, sia alla stabilità politica
garantita negli stati dell’Unione, non solo nelle vesti di semplici turisti, ma anche
in qualità di lavoratori, dal momento che il mondo imprenditoriale ha trovato
negli accordi e negli incentivi comunitari opportunità di crescita e di espansione
all’estero con sedi decentrate. Anche da un punto di vista economico, difatti, la
partita si gioca su una dimensione non più solamente ristretta alla concorrenza
nazionale interna, ma estesa a grado globale: il mercato si allarga sempre più a
nuovi orizzonti. Nasce dunque l’esigenza di una nuova visuale, in cui la coppia di
termini che contribuisce a delimitare l’identità sono un “noi” mobile e un “altro”
parimenti mobile.
Per questo da una prospettiva cosmopolita, l’identità europea si presenta come
identità fluida: essa “non è percepita e descritta come fissa e già data,
territorialmente vincolata e delimitata, ma come identità in movimento, identità
del movimento”98. La corrente cosmopolita si presenta come “una forma
particolare di approccio sociale all’alterità sociale”, dove quest’ultima non vuole
essere rappresentata in un “rapporto gerarchico di sovraordinazione e
97 Rolando, S., Cultura e stereotipi come fonti di comunicazione transnazionale in Europa, in Rolando, S., Lio, E.,ibidem. 98 Beck, U., Grande, E., ibidem.
[57]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
subordinazione”. Al contrario, il principio basilare è il riconoscimento
dell’alterità, in una visione nella quale una Europa cosmopolita sarebbe
un’Europa della differenza accettata e riconosciuta.
Rilevante in questo discorso la differenziazione proposta da Rolando99 tra
“globale” e “transnazionale”: il primo “agisce con carattere omogeneo e
indifferenziato nei contesti coinvolti”, mentre il secondo “pur avendo la facoltà e
la forza di uscire dal proprio contesto di origine, mantiene la propria natura, il
proprio profilo, la propria originalità (..) ovvero la propria identità”. In questo
senso le identità multiple e funzionali si inseriscono in una macro-identità fluida
nel rispetto del principio di transnazionalità: una molteplicità varia, in evoluzione,
ma riconosciuta come tale anche in assenza di una territorialità vincolante.
Da questa panoramica teorica si evince come il concetto sia allo stesso tempo in
continua evoluzione pur nella sua natura per certi versi paradossale: esso evolve
con il cambiare degli scenari sociali, e tuttavia emerge solamente nei momenti in
cui mancano proprio sensazioni di coesione e comunanza.
L’identità europea è una costruzione particolare, e tenendo conto della propria
unicità va trattata. Se nelle società di ieri classi e strati sociali componevano il
tessuto sociale, oggi si marcia verso strutture a rete, con gerarchie meno distinte e
una struttura governativa con un centro che funge più da organo direttivo e
coordinatore dei singoli settori che non un univoco centro di potere sovrano.
[III.3] Territorialità: verso un’Europa delle città?
Nel capitolo che approfondiva l’idea di Europa si evidenziava tramite una
citazione di Richard Kearney come le città europee fossero, sebbene differenti tra 99 Rolando, S., ibidem.
[58]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
loro, accomunate da una grande ricchezza per quanto riguarda il patrimonio
storico-culturale, frutto di un passato di spessore. La città è la base, la comunità
locale più vicina alla vita dei cittadini, laddove si formano le idee e dove si dà una
forma allo sviluppo. Nelle parole di Neal Ascherson100: “ (..) è dal basso che
inizia tutto, con ciò che molti in Europa chiamano comune o comunità. Questa è
l’unità di base ed è da qui che comincia davvero la sovranità”.
La sovranità, espressa tramite democrazia, parte dalle città, arriva ai parlamenti
nazionali, fino a Bruxelles. Lo stato nazionale si viene dunque a trovare in mezzo,
tra i poteri locali e l’appartenenza europea. Henri Mendras101 si concentra sui
rapporti tra livello locale, nazionale ed europeo. La segmentazione della politica
in aree diversificate e specializzate ha fatto sì che ogni settore perseguisse le
proprie ambizioni ed obiettivi: “l’integrazione europea ha contribuito ad
accelerare la frammentazione delle amministrazioni nazionali. Ogni servizio
specializzato nazionale costituisce con il servizio competente di Bruxelles una rete
che acquista una propria autonomia, valori e competenze tecniche condivise da
tutti i suoi membri, nazionali e comunitari”. Tutto questo rafforza l’asse tra la
base produttiva e sociale locale e l’ambito internazionale che si riunisce a
Bruxelles. Il processo contribuisce al radicarsi sempre più di una struttura a rete,
dove “la città assume potere per la sua funzione di centro nevralgico della rete,
che riunisce tutti gli interessi e tutte le affiliazioni della regione. Anche i servizi
dello stato diventano nodi intermediari essenziali tra le regioni e l’Europa; e
quest’ultima cerca senza posa di estendere e rafforzare i suoi legami con le città e
le istituzioni regionali”.
Anche il linguista ed intellettuale Noam Chomsky102 si sofferma
sull’importanza dell’evoluzione di stato nell’epoca della globalizzazione, egli
100 In Kearney, R., ibidem. 101 Mendras, H., ibidem. 102 Noam Chomsky è tra i più prestigiosi linguisti del nostro secolo. Ricopre il ruolo di institute professor e professor emeritus di linguistica al Massachusetts Institute of Technology, USA.
[59]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
crede che sia “un’evoluzione che però si muove in due direzioni differenti ed
opposte”103, una verso l’alto, verso una burocrazia centralizzata che vede nelle
sedi europee il suo fulcro, l’altra verso il basso, verso una delega regionale ad un
livello più vicino al singolo cittadino. La prima è sostanzialmente vista come
lontana dall’influenza popolare, e per questo necessiterebbe di maggior
propensione alla partecipazione sul territorio. La seconda può essere importante
per l’apertura della propria autenticità individuale verso una dimensione che può
offrire opportunità di sviluppo e coinvolgimento internazionale importanti.
Nel momento in cui le frontiere diventano sempre più sottili e le relazioni con
gli altri sempre più determinanti per il benessere comune, nelle società
funzionalmente differenziate la condivisione di conoscenze e di culture differenti
appare inevitabile per perseguire il progresso e la stabilità.
L’attitudine alla modalità a rete si concretizza nella forma di gestione detta
governance. Cassese e Wright104 la definiscono come “largo ventaglio di
istituzioni, di circuiti, di direttive, di regolamentazioni, di norme e di usanze
politiche, sociali e amministrative, pubbliche o private, scritte o no, che
contribuiscono tanto alla stabilità, all’orientamento, alla funzione direttiva di un
regime politico quanto alla sua capacità di fornire servizi e assicurarsi una
legittimità.”.
Secondo questa prospettiva il potere non è più unicamente nelle mani dello
stato nazionale, inteso come fulcro burocratico e centro dell’attività governativa,
ma esso cambia funzioni e metodi: “(..) il governo non governa più da solo, non
comanda più, bensì incita, orienta, stimola. Stretto tra le capitali regionali e
l’Unione europea, si integra in una triade che l’obbliga a compromessi, a
103 Noam Chomsky in Kearney, R., ibidem. 104 Cassese, S., Wright, V., (a cura di), La recomposition de l’Etat en Europe,. La Découverte, Paris, 1996.
[60]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
patteggiamenti (..) questa condivisione, o governance, si rivela bel più complicata
e difficile del vecchio governo”105.
Inevitabilmente questa modalità di governo risulta più soggetta al rischio di
sovrapposizioni di competenze e in genere alla co-esistenza di apparati in fondo
semplici doppioni l’uno dell’altro, ma d’altra parte la necessità di coordinarsi a
diversi livelli, che vanno dal locale al comunitario, appare sempre più pressante.
In questo contesto l’identità si inserisce come grado di appartenenza percepito a
uno dei molteplici livelli che la contraddistingue nelle vesti di identità post-
nazionale. Per avere una stima di quanto i cittadini dell’Unione si sentano più
legati alla base cittadina o meno, osserviamo i dati ufficiali forniti da
Eurobarometro106, il programma dell’Unione addetto a monitorare tramite
sondaggi ed inchieste l’opinione dei cittadini europei su diversi temi a carattere
comunitario.
Nella pubblicazione con i risultati dell’inchiesta periodica Eurobarometer 67107,
pubblicata a Novembre 2007, riguardante i dati raccolti ad Aprile-Maggio 2007,
alla domanda QA33 “Le persone possono sentire diversi livelli di attaccamento al
loro villaggio, paese o città, alla loro nazione o all’Unione europea. Per favore mi
dica come si ritiene legato a:”108, le opzioni erano tre, “La propria città, paese o
villaggio”, “La propria nazione”, “L’Unione europea”.
105 Mendras, H., ibidem. 106 Sito ufficiale Eurobarometro: http://europa.eu.int/comm/public_opinion 107 Eurobarometer 67, versione in PDF in lingua inglese disponibile su: http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb/eb67/eb67_en.pdf 108 “QA33 People may feel different levels of attachment to their village, town or city, to their country or to the European Union. Please tell me how attached you feel to…: Your city/ town/ village /Your Country / The European Union”.
[61]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.1: immagine tratta dalla pubblicazione Eurobarometer 67 disponibile
all’indirizzo http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb/eb67/eb67_en.pdf)
Si può notare come il sentimento di appartenenza alla propria città e alla propria
nazione sia molto simile (86% per il primo, 91% per il secondo), mentre solo il
53% si sente legato all’identità strettamente europea. Naturalmente all’interno di
questi dati esistono disparità notevoli, ad esempio solo il 30% dei finlandesi si
sente “europeo”, contro il 66% dei belgi.
In Italia la tendenza di una maggior appartenenza alle realtà locali è confermata
dai dati Eurobarometer 67 a carattere di Rapporto Nazionale109:
109 http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb/eb67/eb67_it_nat.pdf
[62]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.2: immagine tratta dalla pubblicazione Eurobarometer 67- Rapporto
Nazionale Italia, http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb/eb67/eb67_it_nat.pdf)
In questo caso è interessante notare la differenza di valori tra le modalità “molto
attaccato” e “abbastanza attaccato” nei riguardi dell’Unione europea, denotando
una certa indecisione nei confronti dell’istituzione comunitaria.
Integriamo il discorso con i risultati di un questionario disposto dalla
Rappresentanza in Italia della Commisione Europea110, effettuata nell’anno 2006,
fornito dall’ufficio Europe Direct - Carrefour europeo Emilia.
110 http://ec.europa.eu/italia
[63]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.3: grafico tratto dal questionario della Rappresentanza in Italia della
Commissione europea)
Su un campione di 1.313 intervistati, ben il 90% (951 persone), pensano che la
partecipazione italiana all’Unione europea abbia portato vantaggi, mentre appena
il 9% totale tra “nessun vantaggio” (72 occorrenze, 5%) e “svantaggi” (47, 4%) si
situa sul fronte opposto. Si tratta di una differenza dai margini rilevanti.
Ancora più netta la posizione degli intervistati che si delinea nella successiva
domanda “Secondo lei, il fatto che l’Italia fa parte dell’Unione europea, è: una
cosa buona, né buona né cattiva, una cosa cattiva, non so”.
[64]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.4: grafico tratto dal questionario della Rappresentanza in Italia della
Commissione europea)
Di nuovo, il 90% risponde positivamente, solo il 9% totale si rivela indeciso
(“non so”) ed equilibrato (“né buona né cattiva”), e un esiguo 1% si mostra
negativo (“una cosa cattiva”)
La situazione appare differente invece quando si tocca il concetto di
cittadinanza europea:
[65]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.5: grafico tratto dal questionario della Rappresentanza in Italia della
Commissione europea)
Con lo stesso campione, solo il 50% del totale dichiara di pensare se stesso non
solo come cittadino italiano ma anche come cittadino europeo, e un considerevole
21% addirittura sceglie la risposta “mai”. Al contempo dunque si riconosce
l’importanza di essere parte dell’Unione ma il sentimento di appartenenza ad essa
nelle vesti identitarie appare ancora piuttosto contrastato.
Le difficoltà di essere al contempo efficaci e universalmente condivisi si
manifestano anche per quanto riguarda i simboli attraverso i quali i membri della
comunità si dovrebbero riconoscere.
[III.4] Simboli come fattori di coesione europea
L’identità si presenta dunque con una duplice facciata: all’interno della
comunità come senso di appartenenza, all’esterno come rappresentazione delle
proprie peculiarità. In entrambe le dinamiche svolgono un ruolo importante i
simboli.
Un simbolo difatti “evoca o rappresenta, per convenzione o per naturale
associazione di idee, un concetto astratto, una condizione, una situazione, una
realtà più vasta”111, e per questo assume una valenza dalle aspirazioni universali.
Tanto più esso è riconosciuto e riconoscibile da un alto numero di persone, tanto
più esso risulta universale. Riconoscibilità tuttavia non equivale automaticamente
ad apprezzamento dal carattere identitario: possono esserci simboli che il cittadino
riconosce, ma che non sente come identificativi del proprio io. 111 Dizionario De Mauro Paravia.
[66]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
In questo senso la bandiera europea ne è un esempio calzante: secondo i dati
della pubblicazione Eurobarometer 67 ben il 95% dei cittadini europei intervistati
risponde positivamente alla domanda QA42 “Lei ha mai visto questo simbolo?
(mostrando la bandiera europea)”112, e l’85% è d’accordo con l’affermazione che
“Questa bandiera è un buon simbolo per l’Europa”113, ma solo il 54% dichiara di
identificarsi in essa114. In quest’ultima rilevazione si riscontrano disparità molto
nette, si passa dal 74% dei cittadini slovacchi allo scarno 22% degli olandesi.
Vi è dunque, per quanto riguarda la bandiera europea, un esteso livello globale
di riconoscibilità, ma un modesto indice di identificatività. Questi dati appaiono
logica conseguenza sia del moderato tasso di attaccamento visto precedentemente,
sia della natura stessa della bandiera europea.
Come sottolinea Passerini, ben riassumendo il concetto: “A prima vista
l’Europa è poverissima di modi di sentire, emozioni e relazioni personali. Tutti
hanno notato che le forme di identità nazionale albergano molta più passione di
quelle europee e che i simboli adottati dall’Unione europea risvegliano scarso
entusiasmo se non indifferenza (Europa e il suo toro è un simbolo affascinante,
ma enigmatico, la bandiera e l’inno passano inosservati.)”115.
La bandiera dell’Unione europea nacque nel 1955 come bandiera del Consiglio
d’Europa, e dal 1986 della Comunità Europea. Un anno prima, nel Consiglio
Europeo di Milano del Giugno 1985116, i Capi di Stato rappresentati decisero
infatti di scegliere una bandiera comune ed emblema della Comunità Europea.
Dodici stelle a cinque punte, di colore giallo, disposte circolarmente a corona su
112 “QA42 Have you ever seen this symbol?(SHOW EUROPEAN FLAG)”, Eurobarometer 67, ibidem. 113 Alla domanda “QA43 This symbol is the European flag. I have a list of statements concerning it. I would like to have youropinion on each of these. For each of them, could you please tell me if you tend to agree or tend to disagree?” l’85% degli intervistati dichiara di essere d’accordo con l’affermazione “This flag is a good symbol for Europe”. 114 Alla medesima domanda QA43 il 54% degli intervistati dichiara di essere d’accordo con l’affermazione “I identify in this flag”. 115 Passerini, L., ibidem. 116 http://www.ena.lu?lang=2&doc=19575
[67]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
uno sfondo blu. Il motivo del cerchio di stelle è piuttosto ricorrente in stemmi e
bandiere, tradizionalmente simboleggia unità, armonia, solidarietà comune. Nella
tradizione cattolica una “corona di dodici stelle” viene citata nel Nuovo
Testamento, nell’Apocalisse di Giovanni, ed associata alla Vergine Maria,
specialmente in relazione all’Immacolata concezione: “Nel cielo apparve poi un
segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo
capo una corona di dodici stelle.”117
Questo può essere stata una fonte di ispirazione per il disegnatore Arsène Heitz,
così come la prima bandiera degli Stati Uniti d’America (chiamata negli USA
anche “Betsy Ross flag”), dove le tredici stelle bianche disposte circolarmente su
campo blu rappresentavano i tredici stati fondatori.
(Fig.6: a sinistra la bandiera dell’Ue, a destra la prima bandiera degli USA)
Nel caso della bandiera europea dodici era sì il numero di nazioni all’interno
dell’Unione nell’anno in cui venne approvata (1986), ma senza pretesa
rappresentativa118. Nessuna connotazione politica, ma semplicemente un simbolo
di completezza e perfezione, presente con questo significato anche nella
tradizione ebraica (dodici è il numero delle Tribù di Israele). La relativa
semplicità della bandiera si può presumere abbia facilitato la sua diffusione: essa
compare, oltre che in tutte le sedi delle istituzioni riconosciute dall’Unione, sia sui
documenti di identità quali patenti di guida e passaporti, sia sulle banconote
dell’Euro.
117 Nuovo Testamento, Apocalisse di Giovanni, 12:1. 118 http://europa.eu/abc/symbols/emblem/index_en.htm
[68]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Proprio questa necessità di essere semplice, comprensibile a tutti, e
rappresentatrice di valori condivisi, da un lato porta ad una scarsa
particolarizzazione e la relativa modesta attrattività emotiva, dall’altro ad un alto
livello di riconoscibilità. L’idea di essere aperti al nuovo, a qualunque paese
aderisca ai principi-base dell’Unione, ha fatto sì che si dovesse sacrificare un poco
di incisività nel nome della condivisione:
“La comunicazione in consequentiam veniens: l’Europa e ogni Stato che di
essa fa e farà parte dovranno elaborare modelli di comunicazione nuovi: non
mitologie di pienezza da Stato-identitario-soggettuale –la bandiera, l’inno, feste
di liberazione dal nemico, vittorie di sangue – ma simboli d’accoglienza, simboli
che veicolino identità depotenziate, appartenenze che sappiano dislocarsi a tal
punto da rendere appartenente chi non lo è; appartenenze capaci di spezzare una
tessera. Una comunicazione forte per identità la cui forza si manifesta nella
decisione di essere deboli”119.
D’altronde il motto ufficiale dell’Unione, “In varietate concordia120”, riassume
perfettamente questa linea di intenti, ripresa anche nella scelta dell’inno.
L’inno europeo121 è infatti basato sul preludio del quarto movimento della Nona
Sinfonia di Ludwig Van Beethoven, intitolato “Inno alla gioia”. Interessante
notare che, data la molteplicità di lingue ufficiali dell’Unione, l’inno è presentato
solamente in versione strumentale, senza il testo “An die Freude” scritto
originariamente nel 1785 dal poeta tedesco Friedrich Schiller come
accompagnamento alla musica di Beethoven.
Sia la bandiera che l’inno erano stati inseriti nel Trattato che adotta una
Costituzione per l’Europa, tuttavia la sua mancata approvazione fece sì che nel
successivo Trattato di Lisbona non comparisse alcuna citazione ai simboli
119 Lio, E., Tra mito, storia, poesia: l’identità simbolica di Asia e Europa, in Rolando, S., Lio, E., ibidem. 120 In italiano “Uniti nella diversità”. 121 http://www.coe.int/t/e/multimedia/sound/hymne.asp
[69]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
europei. Tuttavia, il Parlamento europeo in risposta a questo depennamento
annunciò che si sarebbe impegnato a far maggior uso di essi.
Il fatto che sia il termine “Costituzione” sia i simboli quali bandiera, inno e
motto siano stati formalmente eliminati dal testo ufficiale rappresenta un punto
controverso del processo di integrazione europea, dal momento che le intenzioni
originarie erano caratteristiche di una vera e propria costituzione e che i simboli
europei sono ancora adesso de facto utilizzati in tutte le occasioni ufficiali.
[III.5] Conclusioni: l’identità europea in prospettiva glocal
Abbiamo osservato come il concetto di identità europea sia una nozione nuova
e differente rispetto alle identità nazionali. Essa coesiste con molteplici sotto
identità, in un sistema che si basa sempre più su criteri di funzionalità. La
concezione di territorialità intesa come luogo di nascita che porta
automaticamente ad acquisire una serie di caratteristiche di appartenenza chiuse
ed individuabili solo in contrasto con una differente identità appare sempre più
labile nel mondo globalizzato dei post-nazionalismi.
Questo non significa che la dimensione nazionale sparisca, ma semplicemente
assume nuove funzioni rispetto al passato. Essa viene a trovarsi difatti tra il livello
sovra-nazionale europeo e quello locale delle città. Quest’ultimo emerge sempre
più con un grado di attaccamento identitario vicino a quello nazionale per
intensità.
Si fa strada dunque un sistema a rete tra i diversi piani coinvolti, in un insieme
di relazioni in cui la componente di comunicazione risulta fondamentale. Una
dimensione sempre più glocal, ovvero “una strategia interattiva di comunicazione
locale e insieme globale, e dunque non più locale oppure globale (come è stato
[70]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
nei paradigmi moderni e industriali del rapporto antagonistico tra culture
egemoni –“imperialiste” – e subculture)”122. Il punto di arrivo per una strategia
glocal è arrivare a “pensare globale ed agire locale”, ovvero tener conto delle
singole particolarità dei sotto-insiemi pur operando in un sistema complesso. Uno
dei padri della concezione glocal è il sociologo polacco Zygmunt Bauman123, il
fulcro del proprio pensiero è ben sintetizzato nell’idea che:
“Cultural plurality does not have to mean plurality of cultures (..) Whatever
road to integration is chosen, it starts from diversity, leads through diversity and
is unlikely to reach beyond It, at least not in a foreseeable future.”124.
Si tratta di un approccio che vede nel rispetto della varietà il nucleo coesivo
dell’identità europea.
La necessità di metodi nuovi rende essenziale una preventiva presa di coscienza
della situazione venutasi a creare: fino a questo punto abbiamo rimarcato come i
simboli attorno ai quali i sentimenti di rappresentatività dovrebbero identificarsi,
favorendo la coesione, in relazione al discorso europeo mostrino lati ambigui. Un
alto tasso di riconoscibilità ma un basso livello di attaccamento, quasi ad indicare
un buon lavoro di diffusione ma un modesto indice di incisività.
Si rende dunque necessario affrontare il problema della comunicazione vera e
propria dell’Unione europea, per osservare come essa operi sia in termini di
direttive generali, ad un livello globale, e successivamente scendere in profondità,
per analizzare come essa venga percepita e si relazioni alla base locale delle città,
l’altra faccia dell’espressione glocal. Le modalità attraverso le quali l’Unione
europea arriva ai cittadini giocano un ruolo decisivo nella costruzione del sé. 122 Abruzzese, A., Scurti, G, Il dibattito sull’identità nazionale, in Rolando, S., Lio, E., ibidem. 123 Zygmunt Bauman (Poznan, 1925), professore di sociologia all’Università di Leeds, autore di numerosi scritti sul rapporto tra modernità e nazionalismi e sul consumismo dell’epoca post-moderna. 124 “La pluralità culturale non deve significare pluralità di culture (..) Qualsiasi strada per l’integrazione venga scelta, essa parte dalla diversità, conduce attraverso la diversità ed è irraggiungibile senza di essa, per lo meno non in un futuro prossimo”. Bauman, Z., Europe of Strangers – Oxford University Transnational communities programme working paper, testo consultabile in formato PDF: http://www.transcomm.ox.ac.uk/working%20papers/bauman.pdf
[71]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[IV] Centralità della comunicazione nella costruzione
di una identità europea
"Computers can do better than ever what needn’t be done at all. Making sense is still a human monopoly."
–Marshall McLuhan125
La seconda parte del lavoro si focalizza sulla comunicazione dell’Unione
europea. Abbiamo visto come questa nuova forma di istituzione sovra-nazionale
si sia andata formando nel corso degli anni, e come il senso di appartenenza a una
identità europea sia un modo d’essere che si presenta in parallelo con le identità
locali e nazionali, in relazioni complesse.
Questa identità di livello sovra-nazionale auto-alimenta la propria distinzione di
base, europeo – non europeo, tramite il proprio manifestarsi all’esterno, e in
questo senso giocano un ruolo fondamentale i mass media.
I mezzi di comunicazione di massa, in un contesto come quello europeo, si
trovano in una posizione critica. Essi godono di un raggio d’azione molto più
ampio rispetto al passato, sia spazialmente, potendo coprire vaste territorialità, sia
temporalmente, potendo trasmettere praticamente in linea diretta con il ricevente.
Operano dunque in una sorta di “villaggio globale”, prendendo a prestito il
termine dal professor Marshall McLuhan126, dove la copertura mediatica è così
estesa da far sì che non esista più un lontano-vicino, ma tutto venga riportato
dall’occhio dei media come se si trattasse in realtà della vita di un ben più piccolo
villaggio.
125 “I computer possono far meglio persino di ciò di cui non c’è affatto bisogno. Dare un senso è ancora monopolio umano”. McLuhan, Marshall, Take today: the executive as dropout, Harcourt Brace Jovanovich, NY, 1972. 126 McLuhan, Marshall, The Gutenberg Galaxy: the making of typographic man, University of Toronto Press, 1962.
[72]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Dal momento che, soprattutto con l’avvento di internet e della comunicazione
mediata da personal computer, non ci sono più limiti spazio-temporali, ciò che
emerge e che passa attraverso la funzione di gatekeeping dei media non è più
necessariamente vincolato a ciò che accade vicino, ovvero a ciò che è possibile
monitorare. Il concetto di gatekeeper127 ha grande rilevanza, in quanto, abbattuti i
vincoli descritti in precedenza, la quantità di informazioni potenzialmente
trasmissibili è notevolmente aumentata. Lo psicologo Kurt Lewin fu il primo a
introdurre il concetto128, in un primo momento in riferimento alla catena
alimentare, successivamente estendendolo alle procedure attraverso le quali una
informazione si muove attraverso i canali comunicativi. Dal momento in cui essa
viene immessa nei circuiti mediatici, prima di essere ri-trasmessa o meno a un
pubblico di potenziali riceventi deve passare attraverso una serie di gatekeeper
che decidono appunto se scartarla o ripeterla, e in che forma, alterandone o meno
la vera natura originale. A seconda dell’enfasi e del modo in cui i gatekeeper
decidono di far passare la notizia, l’audience la percepirà in maniere differenti.
(Fig.7: modello di gatekeeping, fonte: University of Twente129, The Netherlands)
Il processo di trasmissione delle informazioni nel nostro caso avviene secondo
due direzionalità. La prima direttamente dall’istituzione europea all’esterno: in
127 In italiano, “guardiani”, coloro che sorvegliano un nodo attraverso cui può potenzialmente passare una entità. 128 Lewin, Kurt, Frontiers in Group Dynamics, Human Relations, v. 1, no. 2, 1947. Sito internet: http://www.tavinstitute.org/humanrelations/hrindex.html 129 http://www.tcw.utwente.nl/theorieenoverzicht/Theory%20clusters/Media,%20Culture%20and%20Society/gatekeeping.doc/
[73]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
questo caso è la fonte ufficiale a essere contemporaneamente sia l’emittente che il
contenuto della comunicazione. È questo il caso ad esempio delle news pubblicate
attraverso il sito ufficiale Europa.eu, oppure di altri enti patrocinati o satelliti
dell’Unione europea. In questo senso è utile offrire una panoramica delle strategie
di comunicazione messe in pratica da Bruxelles, per questo si esamineranno sia le
principali direttive messe a punto tramite documenti ufficiali, sia la struttura ed il
funzionamento delle reti informative incaricate di fornire supporto alla
cittadinanza europea direttamente sul territorio locale, come la rete Europe Direct.
La seconda direzionalità è invece filtrata dai media locali: in questa modalità è
solo l’oggetto della comunicazione ad essere relazionato al tema europeo, mentre
il mittente è appunto localizzabile nelle dimensioni nazionali o locali.
L’importanza di analizzare il processo a questo livello è basilare: dal momento
che ancora non esiste una vera e propria sfera pubblica europea, la decisione dei
media locali di trasmettere notizie riguardanti i temi europei risulta decisiva al
fine di rafforzare o meno uno spirito identitario europeo comune.
I rapporti di relazione sono in questo caso più complessi. Nella prima
direzionalità difatti il centro nevralgico del flusso comunicativo è Bruxelles,
seppur con specifiche particolarizzazioni130 dei singoli punti informativi facenti
parte dei network europei ed operanti nelle città d’Europa. Questa direttrice
filtrata da mass media locali prevede invece sia un filo diretto tra lo specifico
territorio e le istituzioni europee, riportando (o meno) all’utenza locale notizie
riguardanti le attività di Bruxelles o comunque iniziative e temi europei, sia i
rapporti con gli altri Paesi dell’Unione europea, osservati nella veste di altri nodi
della rete comunitaria.
Secondo quest’ultima ottica, che dal basso guarda sia all’alto dei centri
istituzionali sia agli altri punti del circuito, presenteremo i risultati di una ricerca
130 Ovviamente ogni centro Europe Direct offrirà il proprio servizio di informazione comunitaria tenendo conto delle caratteristiche e delle necessita del territorio locale, basti pensare alle differenze tra un’area prevalentemente rurale ed il centro di una grande città.
[74]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
condotta tramite monitoraggio dei quotidiani locali e delle principali riviste online
di una realtà medio-piccola quale Reggio Emilia. Questo studio ha portato
interessanti indicazioni non solo per ciò che riguarda lo specifico rapporto tra la
città ed il tema europeo, ma ha reso possibile, attraverso una serie di evidenze
statistiche, il poter ipotizzare l’esistenza di fenomeni comuni ad altre realtà. Sarà
inoltre rilevante osservare se e come il passato storico visto nei capitoli precedenti
abbia influito nel modo attraverso il quale i media locali caratterizzano i temi
europei. L’identità europea modifica la propria natura ed i propri rapporti di forza
con le altre tipologie di identità anche e soprattutto a livello locale.
Prima di addentrarci a questo livello particolare sarà però utile, come detto,
procedere con l’analisi della prima direzionalità, ovvero quella che ha origine
direttamente a Bruxelles.
[75]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[IV.1] Strategie di comunicazione dell’Ue:
linee guida generali e punti informativi Europe Direct
In questo capitolo analizzeremo le strategie di comunicazione dell’Unione
europea, in primo luogo soffermandoci sulle linee guide a tal riguardo della
Commissione europea e della Direzione Generale della Comunicazione, ed in
seconda battuta occupandoci del network di punti informativi sul territorio Europe
Direct.
[IV.1.1] Linee guida: le strategie comunicative della Commissione europea
La rivoluzione digitale, a partire da metà Anni ’90, ha radicalmente cambiato le
nostre abitudini di comunicazione. Si pensi che impatto possa aver avuto su una
istituzione come l’Unione europea, per sua natura largamente estesa
territorialmente, ricca di differenti consuetudini e caratterizzata da molteplici
linguaggi: un mezzo come Internet permetteva d’un tratto di abbattere qualsiasi
vincolo di spazio e tempo, da Lisbona a Helsinki, creando una comunità virtuale
accomunata da medesime ritualità. Prima della rete un Portoghese e un
Finlandese131 interessati a informazioni sulla Comunità europea avrebbero dovuto
o documentarsi localmente tramite i propri media tradizionali, oppure prendere un
volo direttamente per Bruxelles, vivendo comunque approcci diversi e magari
esperendo differenti fortune. Oggi invece entrambi possono accedere alle fonti
131 In questo esempio rendiamo Portogallo e Finlandia in quanto rappresentanti ideali degli estremi d’Europa (rispettivamente sud-ovest e nord-est).
[76]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
informative europee direttamente da casa propria, velocemente e al solo costo di
connessione: stesse modalità di fruizione (un PC connesso a internet) e stesso
referente unico ufficiale (il sito Europa.eu). Internet dunque rappresenta per certi
versi una occasione di democratizzazione del processo di acquisizione di
informazioni, accessibile a tutti e con medesime prassi.
L’Unione europea ha dunque certamente giovato della rivoluzione digitale, in
quanto render partecipi i cittadini europei delle attività dell’istituzione risulta di
fondamentale importanza per una questione di trasparenza operativa e
partecipatività in un contesto di identità europea.
L’organo all’interno della Commissione europea deputato alla comunicazione è
la Direzione Generale della Comunicazione132, con sede a Bruxelles, i cui compiti
dichiarati sono principalmente quelli di informare i media e i cittadini riguardo le
attività della Commissione europea e comunicare obiettivi e scopi delle proprie
politiche e azioni; oltre ad informare la Commissione riguardo l’evoluzione
dell’opinione negli Stati membri. La Direzione è organizzata in quattro settori133:
Strategia, Rappresentanze, Comunicazione Multimediale, Risorse. Vi è dunque
una organizzazione strategica comune, ma contemporaneamente è posta
attenzione anche al carattere locale di rappresentanza, con addetti che curano gli
interessi della Direzione direttamente nei singoli Stati membri. L’importanza dei
nuovi canali digitali è ribadita nel settore Multimediale, con una specifica sotto-
unità dedicata totalmente al Web.
La carica responsabile per le relazioni tra la Commissione e le altre istituzioni, e
responsabile per la rappresentanza esterna della Commissione nei confronti dei
cittadini è il Commissario per le Relazioni Istituzionali e la Strategia
Comunicativa. L’attuale Commissario in carica è la svedese Margot Elisabeth
132 http://ec.europa.eu/dgs/communication/index_en.htm 133 http://ec.europa.eu/dgs/communication/pdf/organigramme_en.pdf
[77]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Wallström, in rappresentanza della Commissione Barroso134, entrata in carica il
22 Novembre 2004 fino al 31 Ottobre 2009. Wallström è inoltre Primo Vice
Presidente della Commissione. Durante il presente mandato, come vedremo, è da
sottolineare come lo spirito di iniziativa e innovazione non sia mancato.
Margot Wallström è diventata de facto la faccia pubblica d’Europa, un ruolo
non semplice come lei stessa ammette:
“It is a challenge because you are trying to explain a body that deals with
everything from the content of sausages to the peace process in the Middle East ...
It is also based on compromise, not conflict, and it is more about cooperation
than drama.”135.
La linea politica scelta dalla Wallström sembra basarsi su due capisaldi:
impulso alla discussione e alla partecipazione attiva dei cittadini, e utilizzo
innovativo delle ultime tecnologie. Esempio pratico che condensa entrambe è il
blog136 aperto dalla stessa Wallström: si tratta del primo Commissario in assoluto
ad affidarsi a questa forma di comunicazione. Un blog, contrazione di web-log
ovvero “traccia in rete”, è una sorta di diario personale fruibile via web, in cui gli
scritti compaiono cronologicamente dall’alto verso il basso. Chiunque ha la
possibilità di lasciare un commento per ogni pagina che viene virtualmente scritta
dal proprietario del blog. Si tratta di un modo di comunicare che avvicina l’utente
a chi scrive: i post (così vengono chiamati i singoli interventi del blogger) della
Wallström sono ricchi di commenti dei cittadini, che possono così liberamente
dire la loro sugli interventi del Commissario. È inoltre possibile creare un account
personale ed essere avvisati nel caso di nuovi post grazie a RSS Feeds (Really
134 L’attuale Presidente della Commissione è il portoghese José Manuel Barroso, succeduto a Romano Prodi. 135“È una sfida perchè stai provando a spiegare un corpo (istituzionale) che ha a che fare con ogni cosa dal contenuto delle salsicce al processo di pace in Medio Oriente… È inoltre basato sul compromesso, non sul conflitto, e c’entra di più con la cooperazione che non con l’arte drammatica” Reuters.com, “EU to Americans: We're not just about sausages”, 26/04/07 http://www.reuters.com/article/politicsNews/idUSN2634728320070426?feedType=RSS 136 Blog di Margot Wallström: http://blogs.ec.europa.eu/wallstrom
[78]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Simple Sindacation), uno standard per l’esportazione dei contenuti su web: non
appena l’autore aggiorna il blog, l’utente verrà informato in tempo reale del nuovo
contenuto pubblicato, in alcuni casi direttamente via e-mail.
Un altro segnale di attenzione verso le nuove tecnologie, specie quelle che
risultano avere un grande successo di utenti (attualmente si stima che il numero
totale di blog su internet superi abbondantemente quota 100 milioni137), è stato il
lancio nel Giugno 2007 del canale EuTube138 sul sito Youtube.com.
Youtube è un popolare sito di video-sharing, ovvero uno spazio web in cui gli
utenti registrati possono inserire un proprio filmato video, di ogni tipo, mentre a
tutti è data possibilità di osservare il video prescelto. Il successo di Youtube è
impresso nelle cifre: la società è stata acquistata da Google Inc. a fine 2006 per la
cifra record di 1.65 miliardi di dollari139, mentre i video disponibili sul sito sono
più di 62 milioni140.
Il motto del canale EuTube è “Sharing the sights and sounds of Europe”,
condividere visuali e suoni d’Europa: il canale offre video sia di carattere
istituzionale, che fanno il punto sui temi più importanti trattati a Bruxelles, sia
filmati meno formali, come spot su campagne promosse dall’Unione europea, o
retroscena sulla vita politica della Commissione europea (“A day in the life of
Commission President Barroso”141). La strategia appare dunque quella di
utilizzare gli stessi strumenti che utilizza la gente comune, per meglio avvicinarsi
alle abitudini dei normali cittadini: spiegare la dimensione europea attraverso un
linguaggio e un metodo di fruizione consono al proprio interlocutore. A Gennaio
2008 sono presenti più di 80 video, che contribuiscono a generare quell’effetto-
catena che spesso caratterizza la tipologia di navigazione dell’utente-modello di
137 Fonte: Technorati.com, motore di ricerca per blog, http://technorati.com/about 138 http://www.youtube.com/eutube 139 Fonte: reuters.com del 14 Novembre 2006, http://www.theage.com.au/news/Busness/Google-closes-A2b-YouTube-deal/2006/11/14/1163266548827.html 140 Risultato che si ottiene facendo una ricerca col carattere jolly “*” sul sito youtube.com 141 http://www.youtube.com/watch?v=G9zT9ly7vmU
[79]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Youtube: da un video si passa in sequenza ad un altro, di macro-argomento simile,
spesso della stessa fonte del primo. Il fatto di poter commentare i video, così come
si commentano i post dei blog, aumenta l’impatto interattivo con l’utente,
nell’ottica di una maggiore partecipatività alla comunicazione europea.
Oltre a queste due importanti atti concreti di avvicinamento delle istituzioni alla
quotidianità dei cittadini, l’operato dell’Unione europea in ambito di
comunicazione negli ultimi anni risulta ricco di direttive e importanti
dichiarazioni strategiche di intenti, segnale che a Bruxelles si è colta la crucialità
della questione.
Una delle prime dichiarazioni della nuova Commissione è stato un piano di
azione dal nome “Action plan to improve communicating Europe”142 (in italiano,
“Piano d’azione della Commissione per migliorare la comunicazione
sull’Europa”). Il testo si propone, nell’introduzione, due obiettivi: adottare un
Piano d’Azione Interno con misure concrete da applicarsi internamente alla
Commissione, e redigere un Libro Bianco (White Paper) per coinvolgere tutti i
partecipanti alla discussione nella messa a fuoco di una strategia comunicativa da
adottare nel medio-lungo periodo.
Viene sottolineato il fatto che “la comunicazione è più dell’informazione: essa
stabilisce una relazione e inizia un dialogo con i cittadini europei, ascolta
attentamente e si connette alle persone”. Una linea più improntata
all’avvicinamento pratico delle istituzioni alla vita del cittadino.
Non viene a mancare un atteggiamento di auto-critica, un esame riguardo le
mancanze del passato, indispensabile per poter prender coscienza degli errori e far
sì di non ripeterli in futuro. In particolare si evidenzia una “costante
frammentazione delle attività comunicative”, “messaggi che riflettono priorità
politiche ma non per forza connesse agli interessi, bisogni e preoccupazioni dei
142 http://ec.europa.eu/dgs/communication/pdf/communication_com_en.pdf
[80]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
cittadini” e infine “inadeguata implementazione”, ovvero una carente ricerca di
dialogo e comunicazione attiva.
Il nuovo approccio si basa su tre principi: per prima cosa saper ascoltare, in
secondo luogo comunicare, e in terzo avvicinarsi ai cittadini in modalità “going
local”, cioè sapersi adattare ai modi e alle particolarità della dimensione locale.
Per questo le Rappresentanze agiranno localmente nei singoli Stati membri,
ascoltando la popolazione e ricoprendo il ruolo di intermediari con la
Commissione, identificando il target di audience e collaborando con le istituzioni
locali.
In concreto viene messa a punto una agenda con priorità a medio-lungo
termine: la chiave per cambiare il sistema è individuata nelle unità comunicative
presenti in tutti i dipartimenti della Commissione, unitamente ad un rinnovato
network di comunicazione esterna (ECN – External Communication Network). La
“Direzione Generale per la Stampa e Comunicazione” viene rinominata in
“Direzione Comunicazione”, per illustrare la natura esclusiva e specifica del
settore. Vi è poi una importante dichiarazione di ricerca di feedback da parte dei
cittadini, per far sì che la comunicazione dell’Unione non sia mono-direzionale
ma che abbia caratteristiche di partecipazione attiva e proficua. Infine, un occhio
di riguardo viene posto sugli strumenti da usare, con particolare attenzione al sito
internet ufficiale Europa.eu.
A Ottobre dello stesso anno, 2005, dopo i problemi derivanti dalla vittoria del
“No” alla proposta di Costituzione Europea nei referendum popolari in Francia e
Olanda, la Commissione propose il “Plan D for Democracy, Dialogue and
Debate”143, “Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito”, una
comunicazione ufficiale per rafforzare il rapporto tra cittadini ed Unione.
Democrazia, dialogo e dibattito: queste le tre parole chiave individuate per il
rilancio. Gli obiettivi puntualizzati, sostenuti da finanziamenti, sono: assistere i
143 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/en/com/2005/com2005_0494en01.pdf
[81]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
dibattiti nazionali, stimolare il dibattito verso un pubblico più ampio, promuovere
la partecipazione dei cittadini nel processo democratico e generare un dialogo
reale riguardo le politiche europee. I mezzi per raggiungere tali scopi sono
similari al precedente Piano d’Azione: aprire le Rappresentanze al pubblico,
utilizzare i centri Europe Direct per eventi regionali, aumentare le visite dei
Commissari negli Stati membri, mettere a punto uno specifico Eurobarometro144
sul tema “Il futuro dell’Europa” e sollecitare l’interazione attraverso il sito
internet Europa.eu. Il Piano D è da intendersi come una dichiarazione di intenti
che apre un periodo di riflessione sulle strategie di comunicazione dell’Unione
europea.
Si arriva così al Febbraio 2006, quando la Commissione presenta il Libro
Bianco145 annunciato nell’ “Action plan to improve communicating Europe”,
“Piano d’azione della Commissione per migliorare la comunicazione
sull’Europa”. Con il termine “Libro Bianco” (White Paper), si intende un
documento ufficiale contenente proposte per una azione comunitaria riguardo
un’area specifica d’intervento146. In questo caso la dicitura “on an european
communication policy” rende esplicito il settore interessato.
Il testo si presenta come un vero e proprio manifesto strategico-programmatico
per quanto concerne la comunicazione a carattere europeo. Nell’introduzione lo
slogan “Closing the gap”147 appare come una dichiarazione di intenti, vengono
ripresi i concetti espressi nei precedenti Action Plan e Plan D ed è indetto un
periodo di consultazione al quale tutti gli attori coinvolti sono invitati a
partecipare rendendo pubbliche le proprie idee sulla questione, attraverso uno
spazio web e un indirizzo postale appositamente messo a disposizione alla causa.
144 Il programma Eurobarometro produce indagini statistiche e report periodici su argomenti d’analisi relazionati all’Unione europea nei Paesi Membri. http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm 145 http://ec.europa.eu/communication_white_paper/doc/white_paper_en.pdf 146 http://europa.eu/scadplus/glossary/white_paper_en.htm 147 In italiano, “Colmare il divario”.
[82]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il nuovo approccio della Commissione sul tema della comunicazione vuole
essere centrato più sul cittadino che non sull’Istituzione, da un basarsi
principalmente sulle attività di Bruxelles a un orientamento più decentralizzato, al
servizio delle persone. L’importanza di operare a un livello più vicino al locale è
data anche dal fatto che la sfera pubblica, il forum virtuale dove prende vita la
discussione politica e sociale in Europa, è ancora largamente una sfera nazionale.
Questo contribuisce a creare un senso di alienazione da Bruxelles: sebbene nelle
Istituzioni europee si prendano decisioni importanti che vincolano tutti i cittadini
degli Stati membri, la sfera pubblica resta spesso ancorata alla dimensione
nazionale, facendo sentire la mancanza di media a copertura europea.
Continuando a ripercorrere il testo, si identificano cinque aree d’intervento: per
primo, definire i principi comuni. Il cuore della democrazia in Europa è il diritto
di informazione e la libertà d’espressione, caposaldo necessario senza il quale non
si potrebbe neppure iniziare. A questo si aggiungono tre principi. Innanzitutto
quello di inclusione, ovvero venire incontro alle caratteristiche del singolo nella
comunicazione, rendere disponibile la fonte informativa in modalità adeguate per
essere ricevute, tenendo conto delle minoranze, facendo attenzione a non
escludere a priori nessuno dalla possibilità d’essere informato. Il secondo si
focalizza sul rispetto delle diversità, di tutte le opinioni. Infine, la partecipazione,
il diritto del cittadino di far sentire la propria voce e di poter dialogare con chi
decide in sede istituzionale.
La seconda area di intervento è incentrata direttamente sul cittadino, con tre
obiettivi: dare impulso all’educazione civica, indispensabile per permettere alle
persone di esercitare i propri diritti civili e politici, e diventare quindi attivi nella
sfera pubblica; mettere in contatto tra loro i cittadini europei, prendendo come
esempio la fortunata esperienza dei progetti di mobilità internazionale quali il
Programma Erasmus148; facilitare i contatti tra il cittadino e le istituzioni
148 http://ec.europa.eu/education/programmes/programmes_en.html
[83]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
pubbliche, rendendo queste ultime più aperte, trasparenti e ricettive nei riguardi
delle esigenze della popolazione.
Il terzo punto chiave si sofferma sulla necessità di lavorare con i media e le
nuove tecnologie. Viene rimarcato come, nonostante il servizio Europe by
Satellite (EbS)149 offra contenuti e news video, audio ed immagini attraverso un
canale satellitare, e il sito internet Europa.eu sia il più vasto sito internet del
mondo150, la copertura mediatica dei temi europei resta limitata e frammentaria.
Si nota inoltre come “Regional and local newspapers reach a larger number of
people but generally give little space to European issues”151, e questo rappresenta
un nodo centrale del problema. Gli obiettivi individuati in questo punto sono: dare
all’Europa un volto umano, una identità pubblica ben definita; incentivare la
discussione sui temi europei anche nelle dimensioni nazionali, regionali e locali;
sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie digitali, facendo di nuovo attenzione
che questo non crei divisioni sociali tra chi può avere accesso a questi nuovi
canali e chi no. Quest’ultimo fenomeno prende il nome di “digital divide”152: con
la crescente importanza che i media digitali, internet in primis, hanno acquisito
negli ultimi anni, esso ha iniziato a rappresentare una seria minaccia al principio
di equità d’accesso alle fonti del sapere. Chi non ha possibilità di accesso alla rete,
o chi vive in un’area coperta solamente da servizi di connessione internet a
limitata capacità153, rischia di diventare in tempi brevi socialmente e
culturalmente emarginato dal resto del mondo.
149 EbS fornisce in 21 lingue diverse materiale video, audio ed immagini riguardanti le attività delle istituzioni europee. Sito ufficiale: http://ec.europa.eu/avservices/ebs/schedule.cfm 150 In realtà non vengono forniti dati a supporto di questa affermazione, perlomeno non nel testo oggetto d’analisi. 151 “Giornali regionali e locali raggiungono un ampio numero di persone ma generalmente danno poco spazio ai temi europei”. http://ec.europa.eu/communication_white_paper/doc/white_paper_en.pdf 152 Letteralmente, “divisione digitale”. In Italia il sito di riferimento per la lotta al digital divide è raggiungibile all’indirizzo http://www.antidigitaldivide.org 153 Ad esempio, chi è allacciato ad una centralina in cui non è attivato il servizio a banda larga ADSL. In Italia il problema è accentuato dal fatto che alla liberalizzazione dell’offerta per quanto riguarda il gestore telefonico non è seguita una efficiente liberalizzazione anche degli impianti
[84]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il quarto tema si sofferma sulla comprensione della sfera pubblica europea: le
statistiche e le indagini effettuate da Eurobarometro154 stanno fornendo un
servizio di feedback importante e una base-dati fondamentale per poter meglio
comprendere le opinioni dei cittadini europei, per questo si è costantemente
impegnati a migliorare ulteriormente il servizio di inchieste, anche riflettendo di
destinare risorse per la creazione di un Osservatorio per l’Opinione Pubblica
Europea indipendente.
L’ultimo punto è un appello alla coesione (“Doing the job together”155): un
approccio a partnership è considerato basilare, gli Stati membri dovrebbero
incentivare gli sforzi per supportare un dibattito interno e favorire una maggior
attenzione mediatica sui temi europei, e d’altro canto anche le istituzioni europee
dovranno garantire coordinamento e cooperazione con i livelli nazionali e locali.
In conclusione, la frase “lavorare assieme in maniera innovativa” può
efficacemente sintetizzare lo spirito che sottende l’intero documento. La
Commissione ha reso pubblici i contributi pervenuti dai partecipanti sulle pagine
del sito Europa.eu156, in modo che fossero consultabili da tutti.
Nel Maggio 2006 la Commissione interviene con una comunicazione che
riassume i contributi ricevuti nell’ambito del periodo di riflessione del Plan D,
chiamata “Citizens’ Agenda”157. Nel testo si programmano dodici iniziative
politiche per convertire in risultati concreti ciò che si auspicava in precedenza. Tra
gli obiettivi, continuare a percorrere la strada della coesione economica in un
mercato unico, garantire attenzione agli aspetti di solidarietà e uguaglianza di
opportunità, render più semplice l’accesso ai cittadini europei ai propri diritti e
aumentare la propria consapevolezza di essi. Tra questi anche il diritto di essere
tecnici che supportano tali servizi. Questo, eccetto rare eccezioni, è stato un handicap notevole anche per la qualità dei servizi offerti dagli internet-provider privati. 154 http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm 155 Letteralmente ,“Fare il lavoro assieme”. 156 http://circa.europa.eu/Public/irc/press/whitepaper/library?l=/contributions_comm&vm=detailed&sb=Title 157 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/en/com/2006/com2006_0211en01.pdf
[85]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
informati: un risultato del Plan D è la presa di coscienza che i cittadini europei
hanno grandi aspettative sui contenuti e su come vengono comunicate le politiche
europee, benché abbiano poca conoscenza di come le istituzioni europee operino.
Nel Novembre dello stesso anno una nota informativa del Commissario
Wallström fornisce un ulteriore punto della situazione sulle iniziative lanciate fino
ad ora. Dall’inizio del Plan D nel 2005 ad allora 305 visite di funzionari europei a
Stati membri, tavole rotonde per la democrazia ad Helsinki, Parigi, Berlino,
Madrid e Roma, 20mila commenti di cittadini pubblicati sul forum di discussione
Debate Europe158 offrivano un quadro positivo di come i progetti della
Commissione in campo comunicativo avessero ottenuto un buon successo in
termini di partecipazione.
Il Cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma, nel Marzo
2007, fu l’occasione per fare un punto della situazione e rinnovare il proprio
impegno nei riguardi dei principi-base che sorreggono l’Unione europea, tramite
la Dichiarazione di Berlino159, firmata dal Presidente del Parlamento europeo
(Hans-Gert Pöttering), da quello del Consiglio dell’Unione europea (Angela
Merkel) e da José Manuel Barroso, Presidente della Commissione. Allo stesso
tempo, a Roma, nel contesto del primo Summit Europeo della Gioventù, la Rome
Youth Declaration160, indirizzata ai leader della Ue, rappresentava un primo
esempio ufficiale di partecipazione attiva dei giovani d’Europa, che tramite la
dichiarazione offrivano il proprio punto di vista e le proprie osservazioni per una
Unione europea sempre più coesa.
Si arriva così all’Ottobre 2007, con la comunicazione della Commissione
“Communicating Europe in partnership”161, “Insieme per comunicare l’Europa”.
Il concetto cardine è proprio quello di partnership: il Parlamento europeo e la
158 http://europa.eu/debateeurope/index_en.htm 159 http://europa.eu/50/docs/berlin_declaration_en.pdf 160 http://europa.eu/50/docs/rome_youth_declaration_en.pdf 161 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/en/com/2007/com2007_0568en01.pdf
[86]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Commissione europea auspicano la creazione di spazi pubblici europei dove le
persone possano trovare informazioni e partecipare a discussioni, oltre a forum
dove saranno parlamentari nazionali ed europei a confrontarsi. Inoltre si prospetta
una nuova strategia internet, per rendere il sito Europa.eu più adatto alla
comunicazione interattiva , una nuova strategia audiovisiva per produrre e
trasmettere programmi sugli affari europei, e un seguito per la strategia delineata
nel Plan D già a partire dalla primavera 2008.
Il 21 Dicembre 2007 è stata pubblicata la comunicazione della Commissione
dal titolo “Communicating about Europe via the Internet - Engaging the
citizens”162, “Comunicare sull’Europa via internet – Coinvolgere i cittadini”. Si
tratta di un documento interamente dedicato al ruolo di internet nella
comunicazione dei temi europei, a dimostrazione del fatto che le nuove tecnologie
abbiano oramai assunto un ruolo decisivo tra i canali informativi.
Il sito internet Europa.eu è stato lanciato nel lontano 1995, ed ha acquisito
importanza crescente di pari passo con la progressiva espansione della rete: più
del 50% della popolazione europea ha accesso ad una connessione163. Presa
coscienza di questo enorme potenziale, la Commissione nel testo avverte la
necessità di mettere a punto una rinnovata strategia, in particolare, revisionare il
sito ufficiale Europa.eu e stimolare l’interesse per i temi europei anche su altri siti.
Revisionare significa soprattutto rendersi conto dei nuovi trend che hanno preso
piede nel mondo telematico: con il termine Web 2.0 si intende la nuova soglia
raggiunta dalla rete negli ultimi anni, caratterizzata dalla possibilità di
partecipazione e interattività. Una mappa concettuale di tutto ciò che è il Web 2.0
è stata messa a punto da Markus Angermeier164:
162 http://ec.europa.eu/dgs/communication/pdf/internet-strategy_en.pdf 163 Direttamente dal testo PDF precedentemente citato: “With over 50% of the EU population now connected, the Internet has become an increasingly important method of communication and exchange of ideas.” 164 http://kosmar.de/archives/2005/11/11/the-huge-cloud-lens-bubble-map-web20/
[87]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.8: immagine tratta dal sito di Markus Angermeier, indirizzo URL nelle note)
Le parole chiave sono dunque partecipazione, usabilità, economia, design,
standardizzazione, “remixabilità”, convergenza. In questa prospettiva i blog e la
multimedialità audio-video rappresentano una occasione di avvicinarsi ai principi
del Web 2.0, ed appare dunque una scelta sensata in tal senso l’apertura del canale
Eutube e quella del blog del Commissario Wallström. Il potenziale della
comunicazione multimediale, combinando tra loro internet, radio, televisione,
telefonia mobile è da tenere in grande considerazione per l’immediato futuro. A
questo scopo è importante restare sempre aggiornati ai rapidi cambiamenti di
innovazioni e tendenze sul web.
Internet viene visto come strumento ottimale attraverso il quale sollecitare una
comunicazione bi-direzionale. Il sito Europa.eu dovrà dunque: rispondere alle
richieste d’informazione su temi europei sia per chi ha interessi professionali sia
per i comuni cittadini, da quelle più specifiche a quelle più generiche, permettere
ai Commissari di esternare i propri punti di vista all’audience più vasta possibile,
[88]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
e ai singoli utenti di scambiare tra loro le proprie opinioni su temi europei, una
sorta di comunità virtuale europea che possa aiutare a sopperire alla mancanza di
una reale sfera pubblica europea.
La maggiore lacuna constatata è proprio il fatto che al momento della
comunicazione Europa.eu fosse per prima cosa ancora non sufficientemente
conosciuto alla maggior parte dei cittadini europei, e in secondo luogo che fosse
ancora uno strumento di comunicazione mono-direzionale, con difficoltà di
navigazione date dalla grande mole di documenti disponibili.
Riguardo quest’ultimo punto, si riconosce la proliferazione di siti o sub-siti
legati all’Unione senza una chiara consistenza editoriale o una identità
comunitaria: a fronte di ciò tutte le Direzioni Generali della Commissione hanno
espresso la propria approvazione per un web banner design comune165, che
porterà una maggior coesione in termini di identità visuale. La necessità di una
semplificazione e maggior usabilità è ribadita anche per quanto riguarda la
funzione “Cerca” presente nel sito Europa.eu: essa non è esente da problemi,
soprattutto per la già citata mole di documenti e pagine di cui si compone il sito.
Per ovviare al problema e rendere più efficaci le ricerche degli utenti sono state
avviate consulenze per trovare un motore di ricerca che meglio si adatti alle
specifiche caratteristiche di Europa.eu. Una struttura più flessibile del portale
aiuterebbe inoltre ad inserire quegli elementi di multimedialità utili per accrescere
il livello di partecipazione dell’utenza.
Per riassumere, i cardini delle proposte per migliorare la comunicazione via
internet delle istituzioni europee sono un orientamento verso una immagine più
coerente dell’istituzione, attraverso una consistenza editoriale, grafica e linguistica
ben definita e coesa; focalizzarsi maggiormente sulla prospettiva dell’utente, in
modo che siano più partecipi attivamente alla vita della dimensione europea,
165 Un banner è uno spazio all’interno di una pagina web con riferimenti pubblicitari o promozionali, raggiungibili tramite un click.
[89]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
prendendo parte al processo di decision-making; grande importanza al livello di
multi-linguismo di ogni sito patrocinato dalla Ue, per permettere al più ampio
numero di cittadini di disporre dei servizi web, e infine, uno studio sulla
possibilità di arricchire l’offerta informativa con comunicazioni multimediali, utili
anche per rendere più attrattivi i metodi di fruizione delle notizie.
[IV.1.1.1] Conclusioni di fine capitolo
Dopo aver analizzato documenti programmatici chiave più recenti per ciò che
riguarda la comunicazione in sede europea, possiamo sostenere che l’attenzione
posta in questi ultimi anni all’argomento è stata in costante aumento, di pari passo
con l’affermarsi delle nuove tecnologie digitali.
Va dunque dato atto alla Commissione non solo di aver compreso l’importanza
del mostrarsi all’esterno del palazzo nella giusta maniera e con le giuste modalità,
ma anche di aver colto quali fossero le maggiori lacune della propria impostazione
comunicativa. Da un passaggio dell’informazione mono-direzionale, incentrato
sulle sedi istituzionali, spesso trasmesso per mezzo di canali poco conosciuti ai
più, o comunque nei quali reperire l’informazione desiderata era operazione
difficoltosa, a una progettualità ben definita, orientata sull’utente, sulla
partecipazione attiva del cittadino, sulle ultime forme di coinvolgimento
multimediale. L’Istituzione si toglie metaforicamente giacca e cravatta, e si
avvicina alla popolazione sfruttando le stesse tecnologie che l’utenza-media
utilizza normalmente nella vita di tutti i giorni.
In questo modo Bruxelles appare meno lontana: grazie ai video di Eutube anche
il cittadino residente a migliaia di chilometri dalla sede fisica istituzionale ha la
possibilità di farsi un’idea sulle iniziative prese nel centro europeo, mentre
[90]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
consultando il blog del Commissario Margot Wallström le persone interessate
possono seguire passo dopo passo ciò che accade nel campo della comunicazione
europea.
[91]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[IV.1.2] Reti informative europee sul territorio:
verso un’ottica locale
Il principale centro informativo dell’Unione europea a disposizione della
cittadinanza per quanto riguarda informazioni di carattere generale su tutti i campi
della propria attività è la rete Europe Direct.
Nel 1996 la Commissione decise di aprire un servizio di domanda-risposta via
e-mail, nello stesso anno viene lanciato un primo call center come parte integrante
dell’iniziativa “Citizens First”, atta a promuovere i diritti di cittadinanza europea.
Due anni più tardi nella riunione del Consiglio Europeo di Cardiff si decide la
creazione di un call center permanente dal nome Europe Direct166, con lo scopo di
offrire informazione comunitaria alla cittadinanza. Nel Maggio 2000 il servizio
Europe Direct inizia a essere operativo con un numero telefonico gratuito per ogni
paese membro, ma nel 2002 per una maggior uniformità i singoli numeri nazionali
vengono sostituiti da un unico numero telefonico, raggiungibile da tutta Europa
gratuitamente. La crescita della rete informativa segue di pari passo
l’allargamento dell’Unione: al 2004 il servizio è accessibile in 25 paesi membri e
disponibile in 20 lingue ufficiali, nel 2007 con l’ingresso di Romania e Bulgaria
Europe Direct diviene operativo in tutti i 27 paesi dell’Unione e in ulteriori tre
lingue ufficiali, il bulgaro, l’irlandese ed il rumeno.
Le modalità per entrare in contatto con Europe Direct sono molteplici: il nucleo
informativo centrale è contattabile via telefono, via e-mail o tramite un servizio
interattivo di web-assistance direttamente dalle pagine Europe Direct presenti sul
sito Europa.eu167, mentre gli uffici a livello locale sono aperti al pubblico.
166 http://ec.europa.eu/europedirect/call_us/the_europe_direct_contact_centre/index_en.htm 167 http://ec.europa.eu/europedirect/write_to_us/web_assistance/index_en.htm
[92]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Sulle pagine Europe Direct ospitate sul sito ufficiale Europa.eu sono disponibili
statistiche168 di tipo quantitativo e qualitativo utili per avere un’idea
dell’importanza del servizio. Nell’ultimo report disponibile, quello riguardante il
mese di Marzo 2007169 si sono rivolti al servizio centrale 11.275 utenti da tutti gli
Stati membri, in costante aumento rispetto alle cifre del 2006, il 52% di essi via e-
mail, il 42% utilizzando il telefono, il 6% hanno usufruito del servizio di web-
assistance: da evidenziare dunque il buon livello di informatizzazione dell’utenza.
Nel Novembre 2007 è stata raggiunta la soglia della chiamata numero 100mila.
Le ultime ricerche qualitative risalgono al periodo Marzo-Agosto 2005. Nella
parte riguardante il grado di soddisfazione dell’utenza170 emergono ottimi
risultati: il 65% degli utenti intervistati via e-mail e ben l’85% di quelli intervistati
via telefono si dichiarano “soddisfatti” o “molto soddisfatti” delle risposte
ottenute da Europe Direct. La facilità d’accesso al servizio e la prontezza di
risposta sono fattori particolarmente apprezzati dall’utenza. I temi maggiormente
trattati sono stati, come si evince dai dati del report annuale 2006171, questioni
riguardanti gli aspetti trans-nazionali, come viaggiare (specialmente i diritti dei
passeggeri aerei), lavorare, vivere o studiare in un altro paese (26.2%), al secondo
posto domande sul funzionamento delle istituzioni europee, ovvero trattati,
statistiche, documenti specifici, finanziamenti (18%), ed ancora, informazioni su
politiche più specifiche, diritti dei consumatori, accordi bilaterali: un ampio
spettro che abbraccia tutti gli aspetti della vita del cittadino europeo.
Europe Direct come detto non è però solo la sede centrale di Bruxelles, ma
anche e soprattutto i singoli uffici locali sparsi in tutta Europa.
Essi sono preposti al ruolo di intermediari tra l’Unione e i cittadini, offrendo
informazioni e risposte a quesiti inerenti le istituzioni, le politiche, gli aspetti
168 http://ec.europa.eu//europedirect/call_us/statistics/index_en.htm 169 http://ec.europa.eu/europedirect/docs/statistics/monthly_reports_2006_2007.zip 170 http://ec.europa.eu/europedirect/docs/teec/teec-edir-user_satisfaction_surveys_report-final-2005_en.pdf 171 http://ec.europa.eu/europedirect/docs/statistics/ed_cc_report_annual_2006_en.pdf
[93]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
legislativi e programmatici dell’Unione europea. Obiettivo parimenti importante è
promuovere attivamente a livello locale e regionale il dibattito pubblico e
l’interesse dei media sull’Ue, tramite attività di informazione, comunicazione e
pubblicistica, orientamento, assistenza e consulenza, educazione e formazione,
promozione e animazione.
La Rete europea conta attualmente oltre 450 antenne informative nei 27 paesi
dell’Unione, in Italia sono al momento attivi ben 46 centri Europe Direct.
A Reggio Emilia opera Europe Direct – Carrefour europeo Emilia172, aperto nel
1993 all’interno del CRPA173 (Centro Ricerche Produzioni Animali). La sede
nasce dunque come punto della Rete Europea Carrefour in un territorio rurale nel
quale le attività dei settori agroalimentari sono di importanza primaria: basti
pensare al lattiero-caseario con il Parmigiano Reggiano, all’enologico con il
Lambrusco Reggiano, e al suinicolo, cui è dedicata una Fiera Nazionale.
Nel 2000 entra a far parte della Rete Eurodesk come Punto Locale Decentrato
per il territorio di Reggio Emilia, e dal 2005 è parte della rete d’informazione
Europe Direct. Si tratta dunque di un ottimo caso di unificazione, nella stessa
struttura, di servizi europei facenti riferimento a reti differenti: questo semplifica e
favorisce i contatti con il cittadino, che se interessato ai temi europei può fare
affidamento ad un unico ufficio. La concentrazione di differenti servizi in un
unico luogo permette inoltre all’utente di entrare a conoscenza di molteplici
opportunità, favorendo la circolazione delle iniziative accomunate dal fattore
europeo.
Europe Direct – Carrefour europeo Emilia non si è limitato a svolgere il ruolo
di punto di riferimento per le differenti reti di comunicazione europea, ma ha dato
una impronta personale al proprio approccio al territorio.
172 http://www.europedirect-emilia.eu 173 http://www.crpa.it
[94]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Dal 1996 esso ha infatti attivato il Laboratorio Europa®174, una attività
didattica dedicata agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori, volta ad
avvicinare i giovani studenti al tema Europa. Le classi sono ospitate nei locali
della sede e intraprendono un “viaggio virtuale all’interno della Comunità
Europea”. Con oltre 28mila studenti e 1.550 docenti ospitati il Laboratorio si è
affermato come elemento distintivo in ottima simbiosi con il sistema educativo
emiliano, conosciuto in tutto il mondo quale standard di eccellenza specialmente
per ciò che riguarda gli asili nido175.
La partecipazione attiva della popolazione è inoltre stimolata attraverso
l’organizzazione di docenze, incontri e seminari sui temi europei, la newsletter
informativa “In diretta dall’Unione europea” a diffusione quindicinale via e-mail e
web, la collaborazione con numerosi enti pubblici e privati dell’ambito emiliano.
Ai servizi offerti si aggiunge inoltre una biblioteca costituita da materiale
informativo, pubblicazioni cartacee e digitali riguardante l’Unione europea, a
disposizione del pubblico, con la possibilità di fare ricerche bibliografiche
direttamente tramite archivio online176.
Europe Direct – Carrefour europeo Emilia si presenta dunque come sede ben
radicata nel territorio e attenta alle proprie particolarità, nucleo rappresentante
tutte le maggiori reti informative europee.
174 http://carrefouremilia.crpa.it/Carrefour/it/Settori/Laboratori/index.asp 175 http://en.wikipedia.org/wiki/Reggio_Emilia_approach 176 http://carrefouremilia.crpa.it/Carrefour/it/Biblioteca/index.asp
[95]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[IV.2] Percezione dei temi europei a livello locale
Per meglio comprendere in che modo il cittadino comune di una realtà medio-
piccola entri in contatto con tematiche europee attraverso i media locali, è stata
condotta una apposita ricerca, i cui risultati vengono qui presentati.
La necessità di monitorare la copertura mediatica locale del tema europeo è nata
dal desiderio della sede Europe Direct – Carrefour europeo Emilia177 di Reggio
Emilia di avere una miglior conoscenza del problema, in modo da poter
eventualmente adeguare le proprie strategie comunicative e la propria gamma di
servizi offerti in base alle esigenze della città.
Da quanto emerso fino ad ora, potremmo ipotizzare che in questa dimensione
locale il tema europeo trovi difficoltà a ottenere spazio sui media cittadini: questi
ultimi sono soliti trattare argomenti destinati ad un pubblico circoscritto, che
coltiva interessi inerenti al contesto territoriale. Il target quindi appare in genere
ben definito, anche se ci aspetteremo di trovare maggior eterogeneità nei lettori
delle riviste locali online che non in quello dei quotidiani cartacei, in quanto
maggiormente liberi da vincoli territoriali, e per questo idealmente meno legati
alla stretta vita cittadina178. Una persona con interessi nell’area reggiana che si
informa attraverso un sito di news locali via web può idealmente avere residenza
ovunque, e per questo trovare attraenti anche notizie di più ampio respiro.
Sarà inoltre interessante capire in che modo le ultime dinamiche di
allargamento a nuovi Paesi dell’Unione e le strategie di comunicazione
177 http://www.europedirect-emilia.eu 178 Il fruitore di un giornale quotidiano locale, dato il proprio perimetro di distribuzione, necessariamente risiede in quell’area o in luoghi limitrofi. La rivista elettronica locale online, invece, può godere di un pubblico più vasto, in linea puramente teorica, in quanto meno vincolato all’aspetto spaziale.
[96]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
individuate dalla Direzione Generale della Comunicazione influiscano a livello
mediatico locale.
[IV.2.1] Metodologia seguita ed aree di ricerca
Il monitoraggio si è svolto in un periodo di tempo continuato, che va dalla fine
di Giugno 2007 (precisamente il giorno 25), alla fine del mese di Ottobre 2007 (il
giorno 21), per un totale di 118 giorni, praticamente più di un terzo dell’anno.
L’intera attività è stata effettuata presso la sede di Europe Direct – Carrefour
europeo Emilia, ed ha visto l’utilizzo del software Microsoft Excel per la
creazione e la gestione del database179, oltre ad una connessione ad internet per
raggiungere i periodici elettronici ed altri servizi indispensabili per l’attività di
monitoraggio.
Sono stati monitorati i seguenti quotidiani: Gazzetta di Reggio180, Il Giornale di
Reggio181, Il Resto del Carlino Reggio182, L’Informazione di Reggio Emilia183.
Il primo fa parte del circuito editoriale de La Repubblica184, gruppo editoriale
L’Espresso, il Carlino invece è l’altro quotidiano per così dire “storico” della
città: fondato nel 1885 a Bologna, ha mercato in tutta l’Emilia Romagna e in parte
delle Marche e del Veneto185. Più recente invece la tradizione del Giornale di
Reggio e de L’Informazione di Reggio Emilia: fondati entrambi nel 2005, il primo 179 È stato scelto questo software essenzialmente per due motivi: la necessità di condensare in via grafica i conteggi ottenuti, la semplicità d’uso e la stabilità del programma. 180 http://gazzettadireggio.repubblica.it 181 http://www.ultimenotizie.net 182 http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/reggio_emilia 183 http://www.linformazione.com/defaultreggio.asp 184 http://www.repubblica.it 185 Il Resto del Carlino copre attualmente con distribuzioni locali le città di: Ancona, Ascoli, Bologna, Cesena, Fermo, Ferrara, Forlì, Imola, Macerata, Modena, Pesaro, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini e Rovigo.
[97]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
dalle ceneri del quotidiano Ultime Notizie, il secondo come ampliamento
dell’offerta informativa di Rete 7 Spa, già proprietaria della televisione multi-
regionale é-TV186, distribuito in abbinamento al quotidiano torinese La Stampa187
con edizioni anche per Modena e Parma.
A questi quotidiani locali si sono aggiunti un numero limitato di articoli
provenienti da testate a più ampio spettro quale la sezione nazionale del Resto del
Carlino, Il Sole 24 Ore e La Repubblica.
Per la consultazione dei quotidiani si è utilizzato il servizio di rassegna stampa
fornito da PressLine188: questo permette di sfogliare elettronicamente delle
versioni in formato Portable Document Format (PDF)189 dei quotidiani prescelti,
con possibilità di effettuare ricerche per data di pubblicazione, categoria della
notizia, ed anche stringhe testuali all’interno dei documenti. La versione
elettronica dell’ultima edizione del quotidiano scelto viene resa disponibile già
nella mattinata stessa, semplificando notevolmente il lavoro.
Gli svantaggi di questo impiego sono da riscontrarsi nell’opera di filtraggio
operata da chi materialmente sceglie l’articolo, lo passa attraverso uno scanner
ottico190 e lo replica in PDF: trattandosi di una operazione svolta da terzi, i criteri
di selezione ed acquisizione degli articoli non sono noti, e dunque potrebbero non
essere esenti da errori. Tuttavia, considerati i pro ed i contro, è risultato infine
conveniente affidarsi a questo servizio elettronico, anche tenendo conto dei
vantaggi che lavorare su materiale digitale senza dubbio offre: possibilità di
archiviazione enormemente facilitate, ricerche e recupero di dati in pochi click,
possibilità di elaborare direttamente i dati da un software all’altro.
186 http://www.e-tv.it. Nel circuito di E’Tv sono confluite le televisioni locali Teletricolore (Reggio Emilia), Antenna 1 (Modena) e Rete7 (Bologna). Il network è ancora oggi in costante espansione. 187 http://www.lastampa.it 188 http://www.pressline.it 189 Formato di file di proprietà della Adobe Systems (http://www.adobe.com), oramai uno standard per quanto riguarda il trasferimento di documenti elettronici, specialmente testuali. 190 Periferica hardware esterna che rileva otticamente una superficie piana (fogli di carta, fotografie, etc) e la replica elettronicamente in pixel in un file.
[98]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
L’archiviazione con una metodologia definita191 ha difatti reso possibile un
ordine di catalogazione dei singoli articoli-file impossibile da raggiungere se
questi fossero stati cartacei. Dato l’elevato numero di articoli utili alla ricerca
trovati, si sono successivamente suddivisi i dati in quattro cartelle, in base alla
data dell’articolo.
Queste linee organizzative sono state seguite anche per quanto riguarda l’altra
tipologia di medium in esame: i principali siti di informazione locale online. Tra
questi possiamo effettuare una sotto-categorizzazione di massima: vi sono portali
informativi fruibili esclusivamente via web, e siti satelliti delle due televisioni di
Reggio Emilia.
Nel dettaglio: E-tv.it, versione online del già citato circuito informativo e
Telereggio.it192, l’altra emittente locale di Reggio Emilia. Ci sono poi siti
esplicitamente legati alle due emittenti: AffariCentroNord193, che offre notizie
economiche anche attraverso uno specifico notiziario trasmesso su é-TV, ed
Emilianet194, un vero e proprio portale che offre news in tempo reale su Bologna,
Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e la Romagna. Emilianet
appartiene al gruppo Comunicare SpA, lo stesso che controlla Telereggio, ed ha
attualmente come direttore responsabile Nicola Fangareggi, che ricopre lo stesso
incarico anche presso Il Giornale di Reggio. Non è dunque inusuale che
l’affollamento di mezzi di informazione per una realtà tutto sommato medio-
piccola come Reggio Emilia (comune di circa 160mila abitanti) porti al formarsi
di poli di comunicazione agglomerati, che fanno convergere assieme anche
medium differenti, ma sotto la stessa direzione.
191 Del tipo “<mese-in-due-cifre><giorno-in-due-cifre><tipologia>_<fonte>_<parole-chiave>.pdf”, quindi, a titolo puramente esemplificativo, per un articolo apparso sul Resto del Carlino Reggio il 28 Luglio 2007 che trattava di politiche ecologiche europee sul territorio, il file corrispondente sarebbe stato catalogato col nome “0728art_rdc_ecologia.pdf”. 192 http://www.telereggio.it 193 http://www.viaemiliaaffari.tv 194 http://www.emilianet.it
[99]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Anche il sito Sestopotere.com195 ha carattere regionale, anche se con un reparto
dedicato alle news nazionali. Esso copre l’intera Emilia-Romagna, con sezioni per
Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma,
Piacenza e Ferrara. Specifico per l’area appenninica della Provincia di Reggio
Emilia è invece Redacon196, redazione della Cooperativa Novanta, un giornale on-
line punto di riferimento importante per la Comunità Montana, che presenta
inoltre una interessante rubrica (chiamata “Spazio Europa”) interamente dedicata
a temi europei.
Target preciso anche per quel che riguarda Imprenditori197, versione elettronica
del mensile con lo stesso nome, che si occupa principalmente di attualità, cultura,
turismo ed economia. La redazione ha sede a Reggio Emilia, e per questo è
rientrato nella nostra ricerca, in quanto particolarmente attento a ciò che accade
sul territorio provinciale.
Il settimanale online Reggio nel Web198, aggiornato ogni martedì, si presenta
così:
“Un foglio di notizie e approfondimenti pensato a più voci. Parleremo della
città, della provincia, della regione in cui abitiamo. Per viverla meglio tutti
insieme. Cercheremo di raggiungere il Vostro interesse portando stimoli,
informazioni e chiavi di lettura per capire e per partecipare. Ma per fare questo
abbiamo bisogno di voi.”199.
Reggio nel Web presenta infatti la caratteristica di puntare molto sulla
partecipazione attiva dei visitatori, che possono commentare le notizie a mo’ di
blog oppure discutere in un apposito forum, o ancora restare aggiornati via
newsletter. La rubrica che accoglie le lettere dei lettori è solitamente ricca di
interventi, anche di autorità cittadine. 195 http://www.sestopotere.com 196 http://redacon.radionova.it 197 http://www.imprenditori.it 198 http://www.reggionelweb.it 199 Tratto da http://www.reggionelweb.it/articolo_stmp.asp?file=Chisiamo.xml
[100]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Infine, i due siti istituzionali: il Comune200 e la Provincia201 di Reggio Emilia,
che tramite i propri uffici stampa divulgano comunicati e annunci ufficiali.
Gli articoli selezionati per questa seconda tipologia sono stati salvati come
documenti HTML202 e catalogati secondo il metodo precedentemente illustrato.
Dopo questa breve descrizione del campo d’analisi preso in esame, passiamo ad
esporre le caratteristiche del database strutturato sulla base dei dati valutati come
pertinenti: il criterio utilizzato è appunto quello di considerare validi al fine della
ricerca tutti gli articoli all’interno dei quali si presenti un riferimento al tema
europeo. Questo riferimento può essere sia una citazione di una istituzione
europea (ad esempio la Commissione europea), sia una persona coinvolta in
qualità di rappresentante di Bruxelles (ad esempio José Barroso in quanto
Presidente dell’attuale Commissione europea), sia un semplice aggettivo che
rimandi ad una dimensione europea (ad esempio, le parole “democrazia europea”
oppure “città europea”). In genere le parole chiave utilizzate sono state “europa”,
“europea”, “europeo”, quando consentito dal motore di ricerca anche “europ*”,
dove con l’asterisco (carattere jolly) si riuscivano a coprire diversi termini. A
queste ricerche seguiva sistematicamente un controllo suppletivo di massima, in
quanto in certi casi il motore di ricerca non sempre garantiva il cento per cento di
affidabilità.
I record203 così selezionati sono stati immessi in un database, impostato su
Microsoft Excel, strutturato secondo diversi campi di variabili (in colonna). Sotto
l’etichetta “Id” veniva registrato il numero unico identificativo del record, utile
specie nel caso si fosse voluto esportare la base dati su software quali Microsoft
200 http://www.comune.re.it 201 http://www.provincia.re.it 202 HyperText Markup Language, formato utilizzato per le pagine web. 203 Un “record” o “entry” in un database è un oggetto che contiene un insieme di campi o elementi specifici. Solitamente è formato dalle righe di una tabella, mentre in colonna ci sono i campi da compilare.
[101]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Access, oppure MySQL204, adatto particolarmente per interagire con il linguaggio
PHP205 e creare così output dinamici fruibili via web.
Oltre ai campi “Data” e “Nome testata”, il campo “Formato” fornisce una prima
differenziazione dicotomica tra i record: essi sono stati etichettati come “cartacei”
o “digitali”. Sotto la colonna “Tipologia” invece si ordinano i dati a seconda della
loro natura testuale: data la varietà di caratteristiche proprie di ogni fonte
informativa monitorata, per alcuni termini è stato necessario delimitare criteri di
classificazione. È il caso ad esempio dell’espressione “Trafiletto”, con esso
indicheremo qualsiasi testo che soddisfi almeno due delle seguenti condizioni,
scelte a priori in modo arbitrario: layout del testo verticale a una colonna;
posizionato ai margini della pagina (o comunque nella metà inferiore della
pagina); assenza di occhiello o sottotitolo; assenza della firma dell’autore. Nel
caso l’item possegga solo una delle precedenti condizioni, la discriminante è stata
il numero di caratteri presenti, minori di 1800 (spazi inclusi).
Questo è stato necessario principalmente per differenziare “Trafiletto” da
“Articolo”, mentre per distinguere tra “Editoriale” e “Lettera aperta” si è ricorso a
due distinte definizioni: “articolo di un giornale o di una rivista, gener. di prima
pagina, scritto spec. dal direttore, in cui è espressa la linea politica e ideologica
del giornale stesso”206 per il primo, mentre per la seconda intenderemo un “testo
scritto da un cittadino o persona senza uno specifico titolo, spesso indirizzate al
direttore della testata (direzionalità opposta dunque all’editoriale)”.
Abbiamo poi il “Comunicato stampa”, inteso come comunicazione scritta
inviata alle agenzie stampa per veicolare un messaggio e offrire una notizia;
“Intervista”, in cui un interlocutore risponde alle domande dell’intervistatore;
204 http:// www.mysql.com 205 http:// www.php.net 206 Fonte Dizionario De Mauro, http://www.demauroparavia.it/37567
[102]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
“Prima pagina” nel caso in cui il testo compaia per l’appunto nella homepage207
del sito o nella prima pagina della testata.
I campi “Oggetto principale” e“Riassunto notizia” sono similari: il primo si è
rivelato utile soprattutto per una questione di utilità personale, che non di
specifica ricerca, in quanto offre al ricercatore un colpo d’occhio immediato,
utilizzando poche parole, sul tema della notizia inserita; il secondo fornisce un
riassunto più esaustivo del testo. Si è cercato, ove possibile, di mantenere un
approccio quanto più fedele al contenuto originale, per alterarne il meno possibile
l’autenticità. Seguendo questa linea, il campo “Titolo” è stato riportato
fedelmente, traendolo direttamente dalla fonte.
Sotto l’etichetta “Parole chiave” sono stati inseriti, separati da uno spazio gli
uni dagli altri, i termini individuati come maggiormente rappresentativi dei
contenuti espressi all’interno del testo. Queste keyword saranno la base per la
creazione di una rappresentazione visiva tag-cloud208, che vedremo in seguito.
Grande importanza per le analisi post-monitoraggio posseggono i campi “Area
categoriale” e la diretta dipendente “Macrocategoria”. Ogni record è stato
suddiviso in una delle seguenti categorie: agroeconomia, bando, cronaca, cultura
gastronomica, economia, economia politica (ovvero contenuti economici con
implicazioni politiche), evento culturale (sono stati fatti rientrare in questa
etichetta anche seminari, workshop, eventi ecologici), istruzione, pari opportunità,
patrimonio culturale, politica, politica ecologica (politica ambientale), politica
sociale (implicazioni politiche nel sociale, ad esempio problemi relativi a
sindacati e lavoro), politiche agricole, politiche giovanili, relazioni internazionali,
religione, sanità, statistica economica, statistica sociale, trasporti/mobilità
207 Homepage: solitamente è la pagina principale del sito, la prima ad essere visualizzata una volta scritto l’indirizzo URL. 208 Tag-cloud: si tratta di una rappresentazione grafica nella quale gli elementi/variabili rilevati vengono rappresentati in base alla loro ricorrenza in un dato contesto. Più numerosa è la variabile, più la sua rappresentazione grafica verrà riprodotta con un carattere dalle dimensioni rilevanti.
[103]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(comprese le infrastrutture del settore), valorizzazione territoriale (valorizzazione
di attività o luoghi strettamente legati al territorio).
Si è pensato di riunire209 queste categorie in sole quattro macro-aree tematiche,
sia per maggiore trattabilità dei dati, sia per chiarezza operativa. Abbiamo dunque
le macrocategorie “Sociale”, “Cultura&Ambiente”, “Economia” e “Politica”, che
in vero sembrano rappresentare una buona fetta dell’intero spettro di attività che si
manifestano nella società.
Accanto a questi campi a carattere tematico, si è creduto fosse utile inserirne
alcuni di stampo territoriale, per meglio focalizzarsi anche in questo aspetto.
Abbiamo per l’appunto il campo “Territorialità” che prevede le alternative:
“Locale”, se il testo possiede un carattere di livello cittadino (Reggio Emilia) o
nazionale (Italia), ovvero se il tema del testo, i protagonisti coinvolti e le
circostanze richiamate posseggono un tono locale; “Globale” al contrario se
l’argomento d’interesse è di respiro comunitario; “Bruxelles” se invece la notizia
interessa o proviene direttamente dalla capitale belga. A queste tre si è aggiunta
“Parigi”, ma per un caso singolo che ha riguardato solo due record, quindi con
importanza relativa.
Volendo analizzare più in profondità la tematica territoriale, la colonna
chiamata “Nazionalità coinvolte” mirava a riportare qualsiasi nazionalità europea
citata nel testo, che non fosse ovviamente italiana, genericamente “europea” o che
intendesse il termine “Bruxelles” come sinonimo di “centro di potere istituzionale
europeo” e non nelle vesti di città belga.
Per tenere sotto controllo quale tema, argomento o istituzione a carattere
europeo abbia svolto la funzione di ancora per far sì che l’articolo potesse
rientrare tra quelli oggetto di analisi, è stato introdotto un campo “Organo/tema 209 In particolare, sotto “Sociale”: bando, cronaca, istruzione, pari opportunità, politica sociale, politiche giovanili, religione, sanità, statistica sociale; sotto “Cultura&Ambiente”: cultura gastronomica, evento culturale, patrimonio culturale, politica ecologica, valorizzazione territoriale; sotto “Economia”: agroeconomia, economia, economia politica, statistica economica; sotto “Politica”: politica, politiche agricole, relazioni internazionali, trasporti/mobilità.
[104]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
europeo coinvolto”, e dove possibile si è privilegiata la fedeltà al testo, riportando
puntualmente, ad esempio, stringhe quali “fondi europei” oppure “direttiva della
Commissione europea”.
Il monitoraggio, nelle intenzioni iniziali, mirava a fornire un servizio utile a
Europe Direct – Carrefour europeo Emilia, il campo “Citazione diretta” etichetta
perciò in “sì/no” i record, a seconda che contengano o meno una esplicita
citazione all’ufficio.
L’ultimo campo preso in considerazione è stato chiamato “Tipologia
d’approccio al tema europeo”: sono stati previsti cinque gradi di parere, bilanciati
seguendo una scala che prevede dall’ “esplicitamente negativo” al “esplicitamente
positivo”, con i termini intermedi “negativo” e “positivo” e quello centrale ovvero
“neutro”. Per i primi due si è scelto il criterio dell’esplicita presenza nel testo di
elementi che mettessero o in cattiva o in buona luce il tema europeo del record210,
mentre per quanto riguarda i termini intermedi ci si è affidati al tono generale del
pezzo, o quando l’oggetto del testo viene fregiato dell’aggettivo “europeo” con
accezione implicita di vanto o modello da seguire. Il punto di mezzo, “neutro”, è
stato applicato nei casi in cui o non viene espresso nessun giudizio, e neppure se
ne può supporre uno dalla terminologia usata; oppure si riscontra sostanziale
equilibrio tra evidenze positive ed evidenze negative.
Il campo “Tipologia d’approccio al tema europeo” sarà particolarmente utile
per fornire una indicazione, attraverso riferimenti incrociati con altri campi, su
quale tipo di medium e su quali argomenti si abbiano maggiori percezioni positive
o negative dei temi europei.
In un primo momento erano stati compilati anche i campi “Presenza di
immagini” (dicotomica sì/no), e “Soggetto immagine”, per fornire un resoconto 210 Esempio di un record categorizzato “Esplicitamente negativo” alla voce “Tipologia d’approccio al tema europeo”: record-id:47, ReggioNelWeb.it, 31-07-2007; riassunto notizia: -intervento di Ivan Bertolini (Presidente Confederazione Italiana Agricoltori) sul caso Parmesan: "Il parere espresso dall’Avvocato Generale della Corte di Giustizia UE di Lussemburgo sulla dicitura Permesan è alquanto opinabile e fortemente pericoloso"-
[105]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
anche visivo di come venisse presentato il tema europeo. In realtà ad una più
attenta analisi si è osservato che per quanto riguarda i quotidiani cartacei passati
in rassegna elettronicamente non si poteva garantire un certo livello di uniformità
per quanto concerne l’utilizzo o meno di immagini: coloro che materialmente,
presso il servizio utilizzato, trasferiscono da carta in bit gli articoli, sembra
operassero non secondo un criterio inclusivo o esclusivo, bensì a seconda delle
dimensioni dell’area disponibile elettronicamente. Per questo in alcuni casi una
immagine di piccole dimensioni è stata riportata nella versione PDF mentre in
altri una di grande formato è stata tagliata. A causa di ciò si è pensato di non
trattare in dettaglio d’analisi questi due campi, ma lasciarli comunque nel foglio
“Dati” del database Excel a livello puramente indicativo.
[IV.2.2] Un primo sguardo d’insieme
Dopo aver descritto l’area di studio, la metodologia seguita e la struttura della
base-dati, iniziamo a rivolgere un primo sguardo globale ai dati raccolti..
Durante il periodo di monitoraggio, sono stati catalogati elettronicamente 812
record, quasi 7 al giorno211. Il giorno nel quale sono stati rilevati più record è stato
il 28 Settembre 2007, assieme al 20 Ottobre 2007, con 18. La settimana di Giugno
2007 ha registrato 41 record, il mese di Luglio 175, un prevedibile calo, visto il
periodo estivo, ad Agosto 128, a Settembre ben 252 ed infine le tre settimane di
Ottobre 216.
211 Il giorno 16 Agosto 2007 non sono usciti quotidiani. In più, sono state rilevate queste sospensioni: dall’11 al 16 Luglio e dal 15 al 18 Settembre2007 il sito E-tv.it non è stato aggiornato per problemi tecnici; Viaemiliaaffari.tv ha subito uno stop dal 31 Luglio al 27 Agosto 2007 per manutenzione server; Reggionelweb.it ha sospeso la propria pubblicazione online per chiusura estiva dal 17 Luglio al 7 Agosto 2007.
[106]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Forniamo di seguito il grafico a linee con l’andamento dei record riscontrati nel
periodo d’osservazione. La retta arancione rappresenta la media di record per
giornata (6,88).
Nella pagina seguente, Fig.9: grafico che rappresenta numero di record sulla
linea temporale.
[107]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[108]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Quali sono stati i filoni di notizie contenenti un riferimento al tema europeo
maggiormente seguiti dai media reggiani?
Iniziamo una rapida rassegna partendo dal periodo di Giugno 2007, dove a farla
da padrone sono stati soprattutto il cosiddetto “caso Parmesan”, ovvero le
decisioni in sede europea in merito all’ipotetica violazione delle leggi comunitarie
che tutelano prodotti tipici per quanto riguarda il formaggio venduto in Germania
col nome “Parmesan”, terminologia vicina all’originale “Parmigiano-Reggiano”;
un convegno internazionale, il giorno 29, sul tema "Donne Migranti e Pari
Opportunità", con illustri partecipanti, tra i quali il Vicepresidente della
Commissione europea Franco Frattini, evento preceduto da una riunione della
Commissione ECOS212 del Comitato delle Regioni d’Europa.
A Luglio abbiamo una lettera firmata da 52 Eurodeputati a supporto
dell’iniziativa di raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti promossa
dall’amministrazione comunale di Reggio Emilia, argomento oggetto di
discussione nell’opinione pubblica reggiana; il sovvenzionamento grazie ai fondi
comunitari per le cosiddette zone “Obiettivo Due” di 14 progetti della Comunità
Montana reggiana; il presunto coinvolgimento dei politici reggiani Romano Prodi
e l’ex senatore Dc Franco Bonferroni nell’indagine della Procura di Catanzaro in
merito all’utilizzo improprio di alcuni fondi europei e un presunto comitato
d’affari illecito con base nella Repubblica di San Marino; l’allarme-prostituzione
nel reggiano, con la nuova situazione burocratica di incertezza per ciò che
riguarda la situazione delle prostitute di cittadinanza romena, ora comunitarie;
nuovamente preoccupazioni per il “caso-Parmesan” da parte delle associazioni di
categoria; l’analisi congiunturale trimestrale svolta dall’Api213 di Reggio Emilia,
che denuncia una pressione fiscale troppo elevata per l’imprenditoria, tra le più
alte del mercato comunitario.
212 Commission for economic and social policy, http://europa.eu/institutions/consultative/cor/index_en.htm 213 Associazione piccole e medie industrie di Reggio Emilia, http://www.api.re.it
[109]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il mese di Agosto si apre con l’allarme lanciato da produttori e distributori per
ciò che riguarda il caro-prezzi dei prodotti alimentari di base, latte, burro, cereali,
farine e derivati; la costituente socialista del segretario nazionale del Psi, il
reggiano Mauro del Bue, che guarda ai principi del Partito Socialista Europeo214
come modello da seguire; preoccupazione per la crisi del settore suinicolo e
richiesta presso l'Ue dell'apertura di un contingente tariffario di importazione di
mais a dazio ridotto; il “caso-campine Rom”, sul quale torneremo in seguito, vale
a dire le polemiche sul progetto-microaree dall’amministrazione comunale
reggiana, zone identificate idonee ove allocare i nomadi; le iniziative nell’ambito
del gemellaggio tra Reggio Emilia e la città catalana di Girona; i risultati
dell’indagine Excelsior 2007 di Unioncamere – Ministero del Lavoro in
collaborazione con l’Unione europea, dalla quale emerge un aumento nella
richiesta di laureati da parte delle aziende reggiane; infine l’allarme riguardo
l’immissione di prodotti “made in China” sul mercato locale, con dati forniti dalla
Repax, organismo della Commissione europea.
Settembre risulta una mensilità ricco di record. All’inizio del mese trova buono
spazio sui media locali la notizia relativa ai contributi per il settore dell’apicoltura
da parte dello Stato e dal Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia215
(Feoga); si prosegue con la Giornata europea della cultura ebraica con iniziative in
tutta la Provincia reggiana; nuovamente apprensione per il caro-prezzi,
specialmente di pane e latte, in confronto con le altre realtà del mercato
comunitario; ancora un progetto di scambio culturale e di volontariato a corollario
del gemellaggio con Girona; la Settimana europea della mobilità sostenibile, con
una serie di iniziative a promozione dell’utilizzo della bicicletta e una esposizione
fotografica dedicata a Giannetto Cimurri216; il ricorso, con appello a leggi
europee, di un gruppo di cittadini per tutelare la propria salute in merito alla
214 http://www.pes.eu 215 http://ec.europa.eu/agriculture/fin/index_en.htm 216 http://www.memorialcimurri.com
[110]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
costruzione nelle vicinanze delle proprie abitazioni di un elettrodotto Tav ad alta
tensione; prodotti alimentari importati illegalmente dalla Cina, in contrasto con
normative europee; la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia alle
Giornate Europee del Patrimonio, con tema «Le grandi strade della cultura: un
valore per l'Europa».
Ottobre vede in primo piano diversi argomenti: un convegno organizzato da
Legacoop sulle strategie del movimento cooperativo e gli scenari di competitività
in Europa; l’intervento del Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia
Masini al Parlamento europeo di Bruxelles, in qualità di relatrice, sul tema dei
diritti delle donne immigrate; infine, l’inaugurazione delle opere architettoniche a
forma di vele sui ponti dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava a Reggio
Emilia, con l’intervento di numerose autorità, un complesso a valenza
internazionale.
[111]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[IV.2.3] Fonti cartacee e fonti digitali
Passiamo ora alla presentazione vera e propria dei primi risultati ottenuti,
inserendoli nel contesto della nostra ricerca.
Per prima cosa focalizzeremo la nostra attenzione sulle differenze tra i media
cartacei e quelli digitali. Possiamo ipotizzare a priori che tra le due tipologie ve ne
siano parecchie, considerando il metodo di fruizione, il target di pubblico e le
risorse profondamente diseguali.
Innanzitutto osserviamo il peso di ognuno dei due ambiti paralleli, quello
cartaceo e quello digitale, nel totale dei record selezionati:
(Fig.10: tipologia di formato dei record -Cartaceo/Digitale-, in percentuali)
Circa un terzo degli 812 record della base-dati appartiene ai media digitali. Si
tratta di un dato rilevante, se pensiamo alla tiratura dei quotidiani monitorati in
confronto alla ipotetica media dei visitatori-web dei giornali elettronici in esame:
è un segnale di come la rete possa rappresentare un eccellente veicolo per
l’informazione a carattere europeo, anche su siti ad orientamento locale.
[112]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Nel computo dei dati rilevati in particolare si segnala l’ottimo contributo di
Emilianet.it, con ben il 7,9% (64 record) dei record totali, Sestopotere.com e
Viaemiliaaffari.tv entrambi con il 4,6% (37 record cadauno), piuttosto distanziati
gli altri media digitali (Redacon.radionova.it 2,5%; Telereggio.it 2,2%;
Reggionelweb.it 1,7%; E-tv.it con coli 4 record e infine il mensile Imprenditori.it
con 3). Appare curioso notare che le televisioni reggiane non dedichino molto
spazio al tema europeo sui rispettivi portali web, o lo facciano solo attraverso siti
di trasmissioni specifiche su un unico argomento (Viaemiliaaffari, incentrato
sull’economia locale). Sembra che le sezioni informative dei siti di Telereggio ed
é-TV siano, fino ad ora, un semplice e spesso troppo sintetico riassunto delle
versioni notiziarie televisive, piuttosto che una realtà specifica per il medium-
internet, anche se qualche miglioramento va segnalato, specie per ciò che riguarda
Telereggio.it, che nel corso del 2007 ha rivoluzionato, in meglio, il proprio aspetto
grafico e la propria struttura.
I due siti istituzionali, Comune e Provincia, attraverso i rispettivi spazi di
comunicati stampa, collezionano rispettivamente il 2 e l’1,7% del totale: è
necessario considerare però che l’attività di pubblicazione di comunicati stampa
via internet degli enti è solo una minima parte del totale informativo presente
nella vastità dei due portali. Appare inoltre opportuno puntualizzare che molti dei
comunicati stampa rilasciati da Comune e Provincia sono stati ripresi su altri
media, o riportati fedelmente o proposti sottoforma di articolo.
Apriamo qui una parentesi, suggerita per l’appunto dalla volontà di stimare il
peso specifico delle fonti in base ad una nuova classificazione che tenga conto
non solo del formato ma anche della natura della fonte.
[113]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Per aver dunque una visuale più chiara possibile su queste osservazioni,
abbiamo operato una macro-categorizzazione delle fonti in quattro classi217:
istituzionale, quotidiano locale, portale web locale, altro (fonte extra-locale).
(Fig.11: tipologia delle fonti dei record, in percentuali)
Fonti istituzionali e quotidiani extra-locali assieme rappresentano il 6%
dell’intero database, indicandoci che il cuore della ricerca è situato principalmente
nei quotidiani cartacei locali (70%) e sui portali web locali (24%).
Riprendiamo l’analisi delle differenze tra media cartacei e media digitali,
approfondendo, in maniera simile a quanto visto prima, la natura delle due classi.
Date le differenze di mezzo e di modalità di fruizione tra le due, si è pensato di
non proporre per entrambe le stesse identiche possibilità di categorizzazione218,
anche se un confronto è comunque ancora possibile.
Partiamo dai media con formato cartaceo:
217 “Istituzionale”: siti web del Comune e della Provincia di Reggio Emilia; “Quotidiano locale”: i quattro quotidiani cartacei oggetto d’analisi; “Portale web locale”: somma di tutte le fonti informative digitali descritte in precedenza; “Altro”: fonti extra-locali, ovvero la somma dei record provenienti dal quotidiano Il Sole 24 Ore, La Repubblica, Il Resto del Carlino Emilia Romagna. 218 Ad esempio, la terminologia “Trafiletto” ha senso per un testo di un medium cartaceo, ma non è riproponibile per quanto riguarda un medium digitale come uno spazio informativo internet.
[114]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.12: tipologia delle fonti dei record – formato cartaceo, in percentuali)
Per ciò che riguarda le fonti cartacee, si evidenzia il predominio della tipologia
di testo “Articolo”219, con ben il 65% del totale, seguito da “Trafiletto” con il
16%. Nettamente distaccate le altre, con il 6% per “Editoriale” ed il 4% per
“Prima Pagina” ed “Intervista”. Chiudono “Lettera aperta” con il 3% e infine
“Comunicato stampa” con il 2%. Ben oltre la metà dei casi in esame è localizzato
in testi dalle caratteristiche dell’articolo, quindi per così dire nella forma testuale
più usuale presente in un quotidiano. Sommando “Editoriale” e “Prima pagina” si
arriva al 10% del totale: si tratta di un dato importante, in quanto le due tipologie
sono quelle che garantiscono alla notizia una alta visibilità (Prima pagina) e un
profondo livello di approfondimento e discussione (Editoriale).
Osserviamo ora ciò che accade per quanto riguarda le fonti digitali.
219 Così come definito in precedenza.
[115]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.12.1: tipologia delle fonti dei record – formato digitale, in percentuali)
In questo caso la supremazia di una classe è ancora più netta: l’81,5%220 dei
casi si ritrova in “Testo informativo standard”. Con questo termine intendiamo il
corrispettivo digitale del normale “Articolo” cartaceo, sebbene per caratteristiche
non è parso opportuno nominarlo alla stessa maniera, anche in considerazione del
fatto che il layout delle pagine web non segue principi di massima come invece
accade per la tradizionale stampa cartacea. Anche a seguito di queste
considerazioni il dato più interessante e significativo risulta il 5,3% di
“Comunicato stampa”, un valore nettamente più alto rispetto al corrispettivo
cartaceo. Si può supporre che questo sia causato principalmente da due fattori. Il
primo, più specifico, è dato dalla presenza nella macro-categoria digitale in esame
dei siti del Comune e della Provincia di Reggio Emilia, che in quanto fonti
istituzionali contribuiscono in modo rilevante al numero di comunicati stampa
220 Si è reso necessario riportare il primo decimale dopo la virgola in quanto due casi su cinque non raggiungevano l’1%.
[116]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
pubblicati elettronicamente. Il secondo fattore si può ipotizzare abbia un carattere
estremamente concreto: le fonti informative digitali godono di vantaggi pratici nel
ricevere un comunicato stampa e pubblicarlo elettronicamente così come è stato
ricevuto. Esse non hanno infatti problemi di spazi entro i quali condensare tutte le
notizie, ma possono tranquillamente riportare fedelmente il comunicato senza
preoccuparsi di oltrepassare il limite fisico delle pagine disponibili.
Continuando ad osservare i dati, troviamo il 2,3% di “Editoriale”, ed appena lo
0,5% sia per “Lettera aperta” sia per “Intervista”. Le fonti online sembrano godere
di una molteplicità di opportunità che tende a sfuggire ad una categorizzazione
vicina a quella dei quotidiani di carta e inchiostro.
[IV.2.4] Gli ambiti dei temi europei trattati
Dopo esserci focalizzati sulle differenze tra fonti cartacee e fonti digitali, ci
apprestiamo a scendere ad un livello più profondo soffermandoci sugli ambiti dei
temi trattati dai media reggiani. A proposito di quale argomento, in altri termini, si
cita un tema europeo?
Come descritto nella precedente sezione riguardante la categorizzazione dei
dati, possiamo indagare a due differenti livelli, uno più particolareggiato ed uno
più generale. Iniziamo dal primo, per poi allargare la nostra visuale ed ottenere un
panorama che tornerà utile anche in seguito, relazionato ad altre variabili.
Di seguito, nella Fig.13, le aree categoriali dei record del database, ordinate in
base al numero di occorrenze rilevate:
[117]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[118]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Al primo posto spicca l’area “Agroeconomia”, con 133 occorrenze sulle 812
totali, pari a ben il 16%. Già a questo punto è interessante evidenziare come un
territorio a tradizione economica rurale, che ha nei propri prodotti agricoli il punto
di forza sul mercato nazionale ed internazionale, i temi europei che toccano
l’ambito agroeconomico godano di ottimo spazio sulle fonti informative.
A breve distanza, con il 14% del totale e frequenza 110, troviamo “Evento
culturale”, sinonimo che le attività con patrocinio o comunque relazionate
all’Unione europea vengono spesso tenute d’occhio dai media locali, forse anche
in considerazione del fatto che esse sono, in molti casi, promosse direttamente
dalle autorità comunali o provinciali.
Con valori simili anche “Politica” (96; 12%) e “Politica ecologica” (87; 11%):
veri e propri temi caldi non solo del periodo di tempo monitorato221, ma anche di
discussioni a carattere internazionale, specie per ciò che riguarda le politiche
ecologiche, con l’allarme-surriscaldamento del pianeta (il cosiddetto “global-
warming”) ed i problemi di inquinamento.
Nella fascia medio-alta di valori rientrano “Politica sociale” (68; 8,4%), più
staccate “Trasporti/Mobilità” (53; 6,5%), “Istruzione” (51; 6,3%), “Economia
Politica” (46; 5,7%). Ancora più in basso, “Statistica economica” (32; 3,9%),
“Pari opportunità” (29; 3,6%), “Relazioni internazionali” (22; 2,7%), “Economia”
(19; 2,3%), “Valorizzazione territoriale” (18; 2,2%).
In assoluto i temi meno presenti si rivelano, con sole due occorrenze a testa,
“Cultura gastronomica”, “Patrimonio culturale”, “Politiche giovanili” e
“Religione”.
Questi risultati, come appare chiaro, evidenziano valori molto altalenanti tra
loro: è stato ritenuto utile fornire una visuale più generale, mediante le quattro
macro-categorie, figlie di quelle appena analizzate, già viste in precedenza.
221 Ricordiamo, dal 25-6-2007 al 21-10-2007.
[119]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.14: macro-categorie tematiche, in percentuali)
Anche in questo caso a primeggiare è una categoria dell’ambito economico,
“Economia”, per l’appunto, con il 29% del totale. I risultati sono però
particolarmente equilibrati: abbiamo “Cultura&Ambiente” con il 27%, e a pari
merito “Sociale” e “Politica” entrambe con il 22%. Questi dati possono inoltre
suggerirci che il raggruppamento delle categorie primarie nelle quattro macro-
categorie sia stato calibrato in maniera soddisfacente, ovvero senza squilibrare in
modo rilevante la lettura delle cifre.
Quali sono però i riferimenti specifici ai temi europei presenti nei testi in
esame?
Possiamo chiamare “ancore” quelle parole-chiave che contengono il riferimento
al tema europeo che hanno fatto sì che il record potesse rientrare nella nostra
ricerca. Queste mostrano una ampia gamma di eterogeneità, seguendo il principio-
base della nostra ricerca, ovvero abbracciare tutto ciò che contiene un rimando al
tema-Europa.
[120]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Organo EU coinvolto - Riferimento al tema europeo Conteggi % Unione europea 365 34,4Commissione europea 70 6,6Parlamento europeo (inclusi riferimenti a partiti politici presenti al Parlamento europeo) 52 4,9"direttiva/normativa/norma/trattato/regola/legislazione/parametri/marchio/delibera europea" 46 4,3"scala/livello/realtà/dimensione/ambito/area-aree/matrice/contesto/panorama europeo/a" 37 3,5Comunità Europea 35 3,3Settimana europea della mobilità sostenibile 34 3,2Corte giustizia Comunità Europea 33 3,1Fondo Sociale Europeo 33 3,1"paesi/paese/territorio europeo/i" 30 2,8"città europea" 21 2,0socialismo europeo/parito socialista europeo/sinistra eu 21 2,0"cittadino/i, cittadinanza/e, nazionalità europei/e/a" 18 1,7"mercato/i europeo" 15 1,4Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea 15 1,4"unione monetaria" + "area euro" + "euro moneta" 14 1,3Fotografia Europea 14 1,3"contributo/fondi europeo-i" 13 1,2"inno europeo" 13 1,2Giornata Europea della Cultura ebraica 11 1,0Europe Direct 12 0,9Obiettivo Due 10 0,9Anno europeo per le pari opportunità per tutti 9 0,8"primato/primati/valore/valenza europeo/i" 8 0,8Consiglio d'Europa 8 0,8Convenzione Europea del Paesaggio 8 0,8"standard/media europeo/i" 7 0,7Comitato delle Regioni dell'Unione europea 7 0,7Giornate Europee del Patrimonio 7 0,7"partner/partnershipship europea/e" 6 0,6"prezzo/i più alto/i-caro/i d'Europa" 5 0,5Banca Centrale Europea 5 0,5Comunità Economica Europea (CEE) 5 0,5European Space Agency 5 0,5Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (Feoga) 5 0,5European Resistance Archive (Era) 4 0,4"Dop/Igp" (marchi di protezione europei) 3 0,3
[121]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
"politiche europee" 3 0,3Anno europeo contro le discriminazioni 3 0,3Centro di iniziativa europeo 3 0,3Ecofin 3 0,3Eurostat ed Eurobarometro 3 0,3Partito popolare europeo/destra europea 3 0,3"istituzioni/costituzione europea" 2 0,2"porta d'Europa" 2 0,2"riformismo europeo" 2 0,2Agenzia europea per l'ambiente 2 0,2Contaminazione attiva europea 2 0,2European Mobility Task Team 2 0,2Eurotowns 2 0,2Giornate europee del Lavoro 2 0,2Progetto Erasmus 2 0,2Salone Europeo della Montagna 2 0,2Settimana Europea dei Parchi 2 0,2Trattato Costituzionale Europeo 2 0,2"bando pubblico europeo" 1 0,1"concezione/i europea/e" 1 0,1"cristianità europea" 1 0,1"democrazia/e europea/e" 1 0,1"integrazione europea" 1 0,1"modello europeo" 1 0,1"stangata europea" 1 0,1"turismo europeo" 1 0,1Convenzione europea sui diritti dell'uomo 1 0,1Europa per i cittadini 2007/2013 1 0,1Fondi europei per lo sviluppo (fondo fesr) 1 0,1Osservatorio Europeo sulla Salute Mentale 1 0,1Rete ferroviaria Europea alta velocità 1 0,1Rete Natura 2000 1 0,1Tribunale europeo 1 0,1World Youth Alliance Europe 1 0,1 Totale 1062 100
(Fig.15: tabella Organo EU coinvolto – Riferimento al tema europeo)
[122]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Le occorrenze più numerose sono di gran lunga quelle al termine “Unione
europea”, nel quale abbiamo fatto rientrare anche la parola “Europa” ed accezioni
quali ad esempio “Est Europea” o “Nord Europea”, con ben il 34,4% del totale.
Tra tutti i vocaboli utilizzati è certamente quello con carattere più generico, a
volte anche utilizzato in luogo di un altro riferimento più specifico e più
appropriato.
Ampiamente distaccati dal primo posto troviamo “Commissione europea”, (70
occorrenze, 6,6%) e “Parlamento europeo” (52, 4,9%), per l’appunto
maggiormente identificativi dei precisi organi istituzionali europei deputati alle
rispettive funzioni.
Scorrendo la lista, osserviamo la somma dei termini “direttiva/ normativa/
norma /trattato/ regola /legislazione/ parametri/ marchio/ delibera europea”, con il
4,3% del totale. Abbiamo accorpato questi vocaboli intendendo come significato
comune una normativa europea atta a regolare un particolare campo d’intervento.
Il fatto che si trovi così in alto nella lista dei conteggi con maggiori occorrenze ci
indica come le regolamentazioni fissate a livello europeo siano citate ed
influiscano in maniera rilevante anche a livello delle comunità locali.
Al quinto posto abbiamo “scala/ livello/ realtà/ dimensione/ ambito/ area-aree/
matrice/ contesto /panorama europeo/a” con il 3,5%, anche in questo caso si tratta
di un riferimento generico ad un contesto europeo.
Un utilizzo talvolta poco definito anche per ciò che concerne “Comunità
Europea” (3,3%), mentre molto più specifici sono “Settimana europea della
mobilità sostenibile” (3,2%), “Corte di giustizia della Comunità Europea” (3,1%),
“Fondo Sociale Europeo” (3,1%), probabilmente frutto di eventi occasionali che
hanno toccato la sfera reggiana.
Altri rimandi ad una territorialità europea si riscontrano in “paesi/ paese/
territorio europeo/i” (2,8%), “città europea” (2%), “cittadino/i, cittadinanza/e,
nazionalità europei/e/a” (1,7%).
[123]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Per riassumere, abbiamo un netto predominio d’utilizzo del termine “Unione
europea”, intesa anche semplicemente come “Europa”, mentre gli organi
istituzionali come il Parlamento europeo o la Commissione europea vengono citati
più raramente. Da notare come siano in discreto numero i riferimenti ad un livello
europeo, anche per ciò che riguarda le normative comunitarie, e una territorialità
che si manifesta anche in riferimento ad una “identità europea” (come visto,
l’1,7% del totale). Considerando l’ampia eterogeneità delle cosiddette “ancore”,
essa rappresenta un risultato di buona entità.
[IV.2.5] Approfondimento: Europe Direct sui media locali
Dodici record sulle oltre mille ancore. L’ufficio informativo Europe Direct –
Carrefour europeo Emilia, pur essendo attivo come punto informativo a
disposizione della cittadinanza, ed essendosi, come visto, specializzato in base
alle precise esigenze e caratteristiche del territorio, sembra dunque godere di
modesta attenzione da parte dei media locali.
Nella Fig.16 osserviamo i record nei quali compare una citazione diretta
all’ufficio Euope Direct reggiano:
[124]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[125]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
A prima vista si può notare come i media che hanno dedicato maggior spazio
all’ufficio Europe Direct sono il quotidiano L’Informazione di Reggio Emilia ed il
sito vicino alla Comunità Montana Redacon.radionova.it. In grande parte si tratta
di comunicati stampa, inviati dall’ufficio alle testate che hanno provveduto a
pubblicarli. Tra questi, troviamo un bando per il Servizio civile Volontario da
effettuarsi presso lo stesso ufficio Europe Direct222 e uno per un tirocinio in
Germania organizzato in collaborazione con la Comunità Montana223; un
seminario ad Istanbul su “Il lavoro giovanile nelle zone rurali”224, ed una proposta
di corso, sempre in Turchia, a Gaziantep, sui metodi di insegnamento
informale225.
Europe Direct – Carrefour europeo Emilia è stato però anche protagonista,
durante Agosto 2007, di articoli e prime pagine sul quotidiano L’Informazione di
Reggio Emilia. Il 15 Agosto 2007 in prima pagina appariva “Uffici esteri, i
“doppioni” di Comune e Provincia”226. All’interno si approfondisce la notizia, il
titolo dell’articolo227 recita “«Relazioni con l’estero, basta sprechi»”, l’occhiello
“I costi della politica - Monducci (Gente di Reggio) chiede più coordinamento tra
gli uffici pubblici”, ed il sottotitolo “No ai “doppioni” di Comune e Provincia su
gemellaggi e marketing”. La questione è stata sollevata dal consigliere comunale
della lista Gente di Reggio Mario Monducci, “impegnato con il coordinamento di
liste civiche ”Insieme” nella raccolta di firme a livello provinciale per il taglio
delle spese della politica.” Vengono chiamati in causa in questo senso “Reggio
nel mondo, Ufficio politiche comunitarie e rapporti internazionali, Europe Direct-
Carrefour”, indicandoli come uffici dai servizi analoghi.
Monducci spende però parole d’elogio per Europe Direct: 222 Redacon.radionova.it, 1 Luglio 2007. Record-id: 42. 223 Gazzetta di Reggio, 30 Agosto 2007, record-id: 332; Redacon.radionova.it, 16 Settembre 2007, record-id: 468. 224 Redacon.radionova.it, 1 Luglio 2007, record-id: 43. 225 Redacon.radionova.it, 21 Ottobre 2007, record-id: 812. 226 L’Informazione di Reggio Emilia, 15 Agosto 2007, record-id: 262. 227 L’Informazione di Reggio Emilia, 15 Agosto 2007, record-id: 263.
[126]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
“«Bisogna eliminare le inutili sovrapposizioni. So che lo sportello Carrefour di
Reggio ha funzionato molto bene per l’orientamento di aziende e studenti e
rappresenta uno strumento utile, con buoni risultati».”.
A seguito di questo articolo, in prima pagina sempre de L’Informazione di
Reggio Emilia di Venerdì 17 Agosto 2007228 si legge:
“Costi della politica - Comune e Provincia spendono 700mila euro per
l’Europa. Ma l’ufficio Ue c’è già, e non pesa sui bilanci degli enti locali”.
L’articolo interno ha come titolo “Lo sportello europeo che funziona gratis”,
occhiello “Parla Carla Cavallini, direttrice della sede reggiana di Europe Direct:
«Siamo a disposizione del territorio»”, e sottotitolo “Comune e Provincia
spendono, mentre i servizi di Carrefour non si pagano”.
Il testo si basa sulle dichiarazioni della direttrice Carla Cavallini, che illustra
attività e numeri dell’ufficio, dal Gennaio 2006 al 30 Giugno 2007 8.888
visitatori, 13.390 richieste telefoniche, 1.858 richieste scritte. Il pezzo si conclude
con “Insomma, un ente europeo che funziona, e che offre i servizi gratuitamente.
Un' eccellenza per la nostra provincia.”.
Complessivamente dunque il punto Europe Direct sembra poter contare su un
limitato spazio sui media locali, anche in considerazione del numero di bandi,
articoli e notizie inviate all’attenzione delle testate: solo una piccola parte riesce a
passare l’attività di gatekeeping ed essere pubblicata.
Nonostante ciò, l’attività dell’ufficio riceve giudizi positivi negli articoli di
approfondimento, dimostrando l’utilità e la qualità del servizio offerto ai cittadini.
228 Record-id: 267.
[127]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[IV.2.6] Con quali accezioni vengono presentati i temi europei?
Fino a questo punto ci siamo focalizzati sul dove (le differenti tipologie di fonti
informativi) e sul cosa (a quali categorie e macro-categorie appartengono le
“ancore” al tema europeo, e la natura delle “ancore” vere e proprie), ma in che
modo, come vengono presentati i temi europei?
Come descritto nelle pagine precedenti, è stata concepita, in modo più calibrato
possibile, una scala di valori per tipologia d’approccio riscontrato, che va dall’
“Esplicitamente negativo” al “Esplicitamente positivo”, con il fine appunto di
avere un’idea di come i media locali caratterizzino l’argomento-Europa.
Partiamo dunque con un grafico che offre una visuale di massima a riguardo:
(Fig.17: tipologia d’approccio al tema europeo, per numero di occorrenze)
[128]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
La maggioranza dei record, con 352 occorrenze (pari al 43,3% del totale) risulta
essere stato etichettato come “Neutro”, ovvero le caratteristiche del testo
apparivano in sostanziale equilibrio per ciò che riguarda il modo in cui la notizia
veniva presentata. Interessante notare che sommando le classi positive (“Positivo”
ed “Esplicitamente positivo”) otteniamo 392 occorrenze, pari al 48,3% del totale,
mentre la sommatoria delle accezioni negative raggiunge quota 68, ovvero appena
l’8,4%. Si può ipotizzare dunque che i media reggiani tendano in prevalenza a
trasmettere informazioni in qualche modo relazionate al tema europeo prendendo
il livello comunitario come un buon modello o comunque evitando nella
maggioranza dei casi di occuparsi in tono negativo dell’argomento.
A seguito di queste considerazioni di carattere generale, appare opportuno
particolarizzare il grado d’analisi, utilizzando le macro-categorie tematiche già
settate in precedenza.
(Fig17.1: tipologia d’approccio al tema europeo per macrocategoria tematica,
per numero di occorrenze)
[129]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Iniziamo dalle occorrenze “Esplicitamente negativo”: si nota a colpo d’occhio
che esse sono quasi tutte appartenenti alla categoria “Economia” (ben 34 sulle 42
totali). Si può presumere quindi che nell’ambito economico i temi europei si
presentino spesso come problematici, probabilmente anche in riferimento alle
difficoltà della situazione economica comunitaria generale.
Sotto l’etichetta “Negativo” c’è maggior equilibrio, sebbene sia sempre il
contesto economico quello con più conteggi (12 sui 26 totali), anche se il dato più
rilevante è l’assenza di record appartenenti a “Cultura&Ambiente”.
Un sostanziale equilibrio si riscontra per ciò che concerne i record che
appartengono a “Neutro”: 135 occorrenze per “Economia”, 94 per “Sociale”, 79
per “Politica”, 44 per “Cultura&Ambiente”.
Quest’ultima risulta di gran lunga la più presente per le ultime due classi,
“Positivo” ed “Esplicitamente positivo”, rispettivamente con 90 ed 83 occorrenze.
I temi europei a carattere culturale ed ambientale emergono come quelli a
connotazione maggiormente positiva: è una osservazione logica, pensando alle
attività patrocinate dalla Comunità Europea, mentre per quel che riguarda la parte
ambientale, ed in particolare le politiche ecologiche e di risparmio delle risorse
energetiche, le direttive di Bruxelles sembrano riscuotere un buon successo, per lo
meno nel modo in cui vengono riportate dai media reggiani.
Tra i record di questa macrocategoria segnaliamo, scendendo in dettaglio, gli
incentivi di Bruxelles a sostegno delle politiche di raccolta differenziata porta a
porta:
“Un importante riconoscimento al progetto di raccolta dei rifiuti "Porta a
porta" di Reggio Emilia arriva dall'Europa, che identifica nell'esperienza
reggiana un modello per la riduzione, il riciclaggio e reale recupero di
materiali.”229.
229 L’Informazione di Reggio Emilia, 6 Luglio 2007, record-id: 62.
[130]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Sempre risaltando la positiva autorità degli organi europei in tema di ecologia,
le iniziative della Settimana Europea della Mobilità sostenibile vengono recepite
come un vanto per la città:
“Già premiata dalla Comunità europea per il bicibus, Reggio Emilia riceve un
ulteriore riconoscimento all’impegno per una mobilità sostenibile e ciclabile –
commenta Delrio – obiettivo al quale stiamo lavorando sia con il continuo
ampliamento e miglioramento della rete dei percorsi ciclopedonali, sia con le
strategie del Piano urbano della mobilità. Il riconoscimento arriva tra l’altro
durante la ‘Settimana europea della mobilità’, che Reggio Emilia ha voluto
dedicare alla bicicletta”230.
Gli eventi a carattere culturale a respiro europeo seguono una sorte simile: dalla
Giornata Europea della Cultura Ebraica alle Giornate Europee del Patrimonio,
tutte hanno ottenuto buona risonanza sui media, permettendo a tutti gli interessati
di venire a conoscenza ed eventualmente partecipare alle manifestazioni.
[IV.2.7] Territorialità e rapporti tra nodi europei: differenziazione
e coordinamento
La seconda direzionalità del flusso comunicativo, come detto, si sviluppa
all’interno del contesto locale. In questo senso abbiamo sia notizie in cui una
entità prettamente locale trova spazio a Bruxelles, sia quelle che riguardano i
rapporti tra singoli nodi locali della stessa rete europea. Questi ultimi, come
vedremo, tendono a distinguersi in due modalità: come differenziazione, ovvero
prendendo le distanze l’una dall’altra, o come coordinamento, ovvero all’opposto
avvicinandosi in relazioni di collaborazione o gemellaggio.
230 Sestopotere.com, 22 Settembre 2007, record-id: 523,
[131]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Per questo punto di vista dell’analisi, è utile osservare l’andamento del campo
“Territorialità”. Come scritto in fase di presentazione del database, sono state
individuate le categorie “Locale” (Reggio Emilia ed Italia), “Globale” (Europa),
“Bruxelles” e “Parigi”.
(Fig.18: territorialità dei record, in percentuali)
Ben il 90,5% degli articoli selezionati ha carattere “Locale”, e questo appare
logico dal momento che i media monitorati sono appunto a carattere locale, ad
evidenziarsi come interessanti sono le ragguardevoli proporzioni. Solo il 3,9%
delle notizie ha connotazione “Globale”, intesa a livello europeo, mentre il 5,3%
ha origine o concerne strettamente Bruxelles, intesa come centro delle istituzioni
europee. La variabile “Parigi” appare frutto di un evento occasionale231.
Vi è dunque una netta maggioranza di record legati alla dimensione cittadina o
nazionale: potremmo interpretare questo dato nel senso che i media locali si
occupano di temi europei solo o quasi quando sono gli elementi a carattere
231 Presentazione al Consolato generale d'Italia a Parigi di un articolo di M.Zannoni sulle origini del Parmigiano-Reggiano per la rivista "Via Francigena" dell' Associazione Europea della Via Francigena, evento patrocinato dal Consiglio d’Europa. Record-id: 74 e 77, 9 e 10 Luglio 2007, Sestopotere.com e Emilianet.it.
[132]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
europeo a manifestarsi o ad esser citati nell’ambiente locale, e molto raramente
vengono invece riportate notizie direttamente da Bruxelles, sulla direttrice
opposta.
Vogliamo ora esaminare quali ulteriori nazionalità, esclusa quella italiana,
vengono citate nei record. Questo ci permetterà di avere una visuale completa
delle relazioni tra il nodo italiano locale (Reggio Emilia) e le altre realtà
comunitarie. Abbiamo preso in considerazione tutti i 27 Paesi Membri
dell’Unione, quelli attualmente candidati232 (Croazia, Turchia) ed anche gli Stati
che pur non rientrando nelle due precedenti categorie sono all’interno della
concezione geografica classica di Europea (come Svizzera, Russia, Repubblica di
Serbia, Bosnia ed Erzegovina). Inoltre, si è pensato di includere anche termini
geografici generici come “Scandinavia”, “Nord Europa”, “Europa Centro-
Orientale”, “Est Europa”.
Come sottolineato in precedenza, sono stati escluse le nazionalità italiana,
europea generica, e quelle in cui con il termine “Bruxelles” si indicava il centro
dell’istituzione europea e non prettamente la capitale del Belgio.
232 Oltre a Croazia e Turchia il terzo paese candidato è la Repubblica di Macedonia, ma per quest’ultimo non è stata rilevata alcuna citazione.
[133]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.18.1: nazionalità citate nei record, per numero di occorrenze)
[134]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Come si intuisce facilmente dal grafico, sono tre i Paesi con il più alto numero
di occorrenze: Germania, con 84, Spagna con 61 e Francia con 49.
Al quarto posto non stupisce più di tanto la presenza del Regno Unito (26),
assieme alle precedenti le nazioni forse più influenti, politicamente ed
economicamente, dell’Unione, mentre desta interesse la Romania, con ben 25
occorrenze al quinto posto totale e del generico “Europa dell’Est”, con 22.
L’allargamento ad est della Ue sembra dunque aver portato alcuni dei nuovi
Paesi Membri all’attenzione dei media, anche a livello locale. A questo proposito,
si è pensato di raggruppare i 27 Paesi facenti parte dell’Unione in macro-regioni
geografiche, in modo da ottenere una visuale estesa dell’intera situazione.
(Fig.18.2: nazionalità citate per macroregioni, in percentuali)
[135]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
La suddivisione è stata effettuata in questi termini: “Europa del Nord”,
comprendente Danimarca, Svezia, Finlandia, Estonia, Lituania e Lettonia; “Est
Europa settentrionale”, con Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia ed
Ungheria; “Est-Europa meridionale” con Romania e Bulgaria; “Europa Centrale -
Alpina” con Germania, Austria e Slovenia; “Europa Occidentale” con Regno
Unito, Repubblica d’Irlanda, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo; “Europa
del Sud” con Spagna, Portogallo e Grecia.
Il gruppo “Europa Occidentale” è, come facilmente prevedibile data la sua
composizione, il più consistente (38%). Al secondo posto “Europa Centrale -
Alpina”, con il 17%, risente in particolare della presenza al suo interno della
Germania. Sommando tra loro “Est-Europa meridionale” (6%) e “Est Europa
settentrionale” (15%) otteniamo il 21%, a riprova della crescente esposizione
sotto la luce dei media degli ex-paesi ad influenza sovietica. Con il 12% cadauno
“Europa del Nord” ed “Europa del Sud” risultano i meno citati, seppur con una
percentuale vicina agli altri.
Abbiamo visto come i dati relativi alle territorialità si distribuiscono
quantitativamente, procediamo ora approfondendo l’analisi ad un livello
qualitativo, proponendo alcuni casi rappresentativi delle evidenze rilevate
quantitativamente. A livello di singole nazioni è emerso il ruolo significativo di
Germania e Spagna, ai primi due posti, mentre appare interessante indagare la
situazione della Romania, visto che anche a livello macro-regionale la
componente orientale conseguiva una posizione di rilievo.
Scorrendo l’elenco dei record nel database, si nota come la componente tedesca
emerga in particolare per una serie di notizie che riguardano il cosiddetto “Caso
Parmesan”. Riassumendo, il 28 Giugno 2007 l’avvocato generale della Corte di
Giustizia Jan Mazak ha espresso il suo parere riguardo alla procedura d'infrazione
aperta dalla Commissione europea contro la Germania, per il mancato rispetto
[136]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
della normativa sulle indicazioni geografiche, ed in particolare per l'uso della
denominazione "Parmesan" per formaggi prodotti in Germania. Parmigiano-
Reggiano si presentava come parte lesa nel processo, in quanto possessore della
denominazione di origine protetta233 (Dop), che ne certifica i metodi di
produzione e l’origine di provenienza.
I media locali hanno approfondito ovviamente il punto di vista dei produttori
locali, anche in considerazione dell’importanza dei prodotti agroalimentari per il
territorio reggiano. Prima e dopo l’udienza sono state riportate le aspettative e i
pareri della dirigenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano234, in particolare
del Presidente Giuseppe Alai, e dell’allora Ministro delle Politiche Agricole Paolo
De Castro, oltre alle organizzazioni di categoria del settore agricolo.
La difesa del “Made in Italy” in ambito europeo si manifesta anche in altri casi,
come per ciò che riguarda l’Aceto Balsamico di Modena e Reggio Emilia,
anch’esso tutelato da un marchio di tutela, quello di Indicazione Geografica
Protetta (IGP), ed anch’esso “minacciato”, secondo quanto riportato dai media235,
dalla concorrenza del mercato comunitario.
La prospettiva privilegiata è stata comprensibilmente quella a salvaguardia dei
propri prodotti tipici, con interventi dei soggetti coinvolti sul lato reggiano.
La nazionalità spagnola rappresenta un esempio di rapporto tra nodo locale-
reggiano e un altro nodo della sfera europea con caratteristiche di condivisione ed
avvicinamento culturale. Tra la fine di Agosto e Ottobre 2007 difatti troviamo un
rilevante numero di record che si occupano del gemellaggio tra la città di Reggio
Emilia e la spagnola Girona.236.
233 http://ec.europa.eu/agriculture/foodqual/quali1_it.htm 234 http://www.parmigiano-reggiano.it/ 235 Riferimento specifico: record id 516 e 517, rispettivamente, Viaemiliaaffari.tv del 21-9-2007 e Il Giornale di Reggio del 22-9-2007. 236 Riferimento: il primo record individuato in tal senso ha id=273, sull’Informazione di Reggio del 19 Agosto 2007.
[137]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il gemellaggio tra il comune di Reggio Emilia e Girona è in essere dal 16
Settembre 1982237, ed in virtù di esso sono state promosse attività di scambio
culturale e conoscenza reciproca. Proprio attraverso questa opportunità ad Agosto
2007 una delegazione gironina ha portato nelle strade di Reggio Emilia un corteo
cavalleresco tradizionale, chiamato “Fallera Gironina”238.
Interessante notare come in virtù di questo rapporto amichevole i media
reggiani presentino l’evento nel dettaglio, addentrandosi anche nel background
storico all’origine della manifestazione . Vi è anche una certa precisione
terminologica, ad esempio “delegazione di artisti di strada provenienti dalla città
catalana di Girona.”239: viene utilizzato il vocabolo “catalana”, identificativo
della regione autonoma della Catalogna240.
Alla “Fallera Gironina” si aggiunge, a Settembre 2007, la collaborazione tra le
due città nel contesto del progetto “Contaminazione Attiva Europea”241, promosso
dall’associazione reggiana “La Gabella”242, che prevede lo scambio di esperienze
per due delegazioni delle città in ottica di promozione di attività di volontariato,
ambiente e cultura. La prima testata ad occuparsene è Il Giornale di Reggio, in
data 9 Settembre 2007243, con un titolo che enfatizza la bontà del progetto:
“Premio della Unione europea a un progetto dei nostri giovani”. In realtà, più di
un “premio” vero e proprio, si trattava di un finanziamento, di 24.600 euro, da
parte della Direzione Istruzione e Cultura dell’Unione europea. Sulla stessa
237 http://www.comune.re.it/reggionelmondo/reggionelmondo.nsf/pagine/40C6EF997C85B702C1256F38004D5072?OpenDocument 238 In realtà il termine corretto appare “Fal·lera Gironina”, così come si apprende da un blog catalano dedicato alla manifestazione http://fallera.blogspot.com/ 239 Record-id: 273, L’Informazione di Reggio, 19 Agosto 2007. 240 http://www.gencat.net/index_eng.htm 241 http://www.portalegiovani.eu/Sezione.jsp?titolo=benvenuti%20giovani%20di%20girona!&idSezione=513&idSezioneRif=1 242 http://www.gabella.re.it/ 243 Record-id: 406.
[138]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
lunghezza d’onda La Gazzetta di Reggio del 10 Settembre 2007244, che titolava
“Premiato il progetto della Gabella”, e di nuovo Il Giornale di Reggio dello
stesso giorno245, con “Premio europeo ai reggiani”. La tendenza di massima da
parte dei media reggiani appare dunque quella di esaltare la dimensione europea
del progetto, associando all’accezione europea del fatto un motivo di vanto per la
città.
Si tratta dunque di un caso-tipo in cui i rapporti tra due nodi della rete europea
vengono positivamente caratterizzati dai media locali, e le peculiarità altrui sono
dapprima riportate all’attenzione dell’audience, e successivamente fatte rientrare
positivamente nel contesto europeo. Nel caso della “Fallera Gironina”, si
enunciano le modalità e la storia della celebrazione, mentre per il progetto con i
giovani catalani se ne lodano le proprietà di respiro europeo.
Radicalmente differente si rivela il caso della Romania e dei record ad essa
correlati. Al nuovo paese membro sono associati due temi scottanti: il problema
della prostituzione e la presenza sul territorio di campi nomadi.
Per quanto riguarda il primo argomento, esso compare addirittura in prima
pagina, quella del Giornale di Reggio del 29 Settembre 2007246. Il titolo è
eloquente: “Reggio, dilaga la prostituzione”, l’occhiello recita “Controlli della
polizia in strade, alberghi e appartamenti . Su 30 lucciole identificate e multate,
26 sono del Paese dell'Est”, mentre il sottotitolo specifica: “Una vera invasione
dalla Romania con una regia criminale”. Abbiamo dunque tre associazioni
implicite: “prostituzione”, “Paese dell’Est” e “regia criminale”. In particolare,
l’idea di “Paese dell’Est” sembra quasi rifarsi ad una vaga concezione geografica,
in quanto priva di un termine che ne circoscrivi il significato.
244 Record-id: 415. 245 Record-id: 415. 246 Record-id: 585.
[139]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il termine “invasione” poi richiama ad una terminologia utilizzata
originariamente nell’ambito militare, nel senso di “assalire”, “occupare”, con
connotazione di attacco contro un qualcosa.
Questo incremento della presenza di prostitute di nazionalità rumena nel
territorio reggiano è spesso correlato all’ingresso della Romania nell’Unione
europea.
Il loro nuovo status di comunitarie provoca anche situazioni inconsuete per la
polizia locale: l’8 Settembre 2007 compaiono due articoli, uno sull’Informazione
di Reggio Emilia247 ed uno sul Resto del Carlino Reggio248, nel primo si scrive
che nel corso delle retate anti-prostituzione
“la nazionalità più numerosa sono state le rumene che, in quanto europee,
godono della libera circolazione; ad ogni modo, per volere del questore Gennaro
Gallo, la polizia ha inviato una informativa al Ministero dell'Interno per sapere
se si possono adottare misure preventive, come ad esempio il foglio di via
obbligatorio dal territorio nazionale”,
mentre nel secondo, dal titolo (in verità alquanto minaccioso) “Romene, forse
c'è il foglio di via”, all’interno del pezzo si scrive
“Per le giovani romene pizzicate dalla polizia, nonostante lo status di
comunitarie, si potrebbero aprire scenari particolari. Dalla questura si stanno
vagliando percorsi alternativi: saranno avviati, su indicazione del questore,
contatti con il Ministero dell'Interno per valutare l'applicazione di misure di
prevenzione”.
Queste parole sembrano suggerire sia una certa impreparazione da parte delle
autorità locali alle conseguenze dell’entrata nell’area comunitaria da parte della
Romania, sia una notevole preoccupazione per questa nuova condizione.
247 Record-id: 399. 248 Record-id: 401.
[140]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
L’idea dell’incontrollabilità di un fenomeno si ha anche a riguardo del “caso
campine nomadi” salito alla ribalta delle cronache a partire dal 12 Luglio 2007
con un articolo249 de L’Informazione di Reggio Emilia, e proseguito nel mese
d’Agosto. Nel pezzo sopraccitato il titolo era “Emergenza nomadi: si applichino
le norme europee”, occhiello “Il gruppo regionale di Forza Italia chiede
maggiore impegno sul fronte della sicurezza sociale e risposte concrete”,
sottotitolo “Filppi: «La nostra legge chiede la compartecipazione degli zingari
alle spese, ma ciò non accade »”. I termini “nomadi” e “zingari” appaiono qui
usati come sinonimi. All’interno del testo, significativo il passaggio:
“Sempre secondo Frattini «la mancanza di rimedio all"`emergenza nomadi" è
una scellerata volontà di questo Governo che, a differenza di altri Stati membri,
come la Francia, non ha mai voluto fare ricorso alla direttiva, cha dagli accordi
presi dalla Ue con la Romania possono rientrare nel loro paese”.
A questo punto il collegamento risulta: nomadi-zingari-Romania. Ancora una
volta, inoltre, l’ingresso della Romania come Stato membro viene mostrato come
fonte per lo meno di incertezze per quanto riguarda il comportamento da adottare
nei confronti dei cittadini romeni sul territorio italiano.
Se per il gemellaggio con Girona abbiamo assistito ad un approfondimento
dell’altrui particolarità, con l’uso di termini specifici appropriati (“catalani”, non
genericamente “spagnoli”), in questo caso l’immagine data vira verso una
generalizzazione connotata negativamente. Gli abitanti dei campi nomadi sono ora
chiamati per l’appunto “nomadi”, ora “zingari”, ora connessi alla Romania. In
realtà, come fortunatamente puntualizzato in altri articoli, ad esempio la stessa
L’informazione di Reggio Emilia del 7 Settembre 2007250, generalizzazioni di
quel genere rischiano di valicare il limite dell’imprecisione. Nell’ultimo pezzo
citato troviamo:
249 Record-id: 92. 250 Record-id: 387.
[141]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
“La questione campi nomadi rientra tra le principali preoccupazioni del
ministro, soprattutto da quando la Romania hanno fatto il suo ingresso
nell'Unione europea: i rom dotati di passaporto rumeno, ma osteggiati in tutto
l'Est europeo, da tempo si stanno spostando verso l'Italia”251.
Più che l’utilizzo di “nomadi”, “zingari”, “rom”, “rumeni” come sinonimi l’un
l’altro, appare corretto parlare per l’appunto di “rom dotati di passaporto rumeno”.
Con “rom” sarebbe opportuno riferirsi esclusivamente alla popolazione Rom252,
mentre “nomade” sembra un termine troppo generico per identificare una
specifica etnia, esso è più un aggettivo che ne precisa le abitudini di vita, “zingari”
ha assunto nella lingua italiana una connotazione negativa, mentre in realtà il
vocabolo originario deriva da “tzigano”, “gitano”, con cui si identifica la stessa
minoranza etnica Rom253.
I rapporti con altri nodi della rete europea considerati positivi vengono dunque
approfonditi e particolareggiati, quelli invece problematici si prestano a stereotipi
e generalizzazioni. Il contesto europeo è da una parte esaltato come motivo di
vanto, dall’altro percepito come fonte di nuove preoccupazioni.
Interessante approfondire l’aspetto della stereotipizzazione, specie dell’area
dall’altra parte dell’ex Muro di Berlino. Osserviamo in che contesto emergono le
22 occorrenze “Est Europa” che troviamo nella Fig.18.1.
Fig.19: record del database in cui nella colonna “Nazionalità coinvolte”
compariva “Europa dell’Est” o “Est Europa” o “area dell’Est Europa” o “Est
europeo”:
251 Per ciò che riguarda “hanno fatto”, trattasi di refuso del quotidiano. 252 http://www.rroma.org 253 http://www.unionromani.org/pueblo_in.htm
[142]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[143]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Nell’ordine, tra i più significativi, la nuova frontiera orientale è citata per ciò
che riguarda: un master che offre formazione nel campo dell’international
management, con “con particolare attenzione ai mercati dell’Europa
dell’Est”254, quindi come opportunità per ampliare le proprie prospettive
imprenditoriali; un articolo sulla criminalità in ascesa in una via di Reggio Emilia,
con descrizione non proprio edificante degli immigrati sotto accusa “Urinano
contro i muri delle abitazioni, entrano nei cortili e si mettono a dormire nelle
macchine: molti dei residenti hanno dovuto installare cancelli automatici»
Indiani, provenienti dall'Est Europa, per la maggior parte «arabi», dice il dottor
Iemmi.”255; prostituzione256; l’export di prodotti agricoli nei mercati dell’Est257;
le disparità di prezzo per i servizi idrici “E l'Italia ha livelli di prezzo da Est
Europa : 52 euro l'anno a Roma, poco meno di Praga che si ferma a 59.”258; il
già osservato “problema-nomadi”259; una indagine, in più articoli, sulla pratica
dell’aborto “Così come anche le donne dell'Est Europa, recatesi a Reggio per
cercare migliori condizioni di vita, sembrano prendere con molta leggerezza
questo intervento, probabilmente per la loro storia.”260; preoccupazioni per la
salvaguardia dei propri prodotti tipici, nel caso specifico l’aceto balsamico
“"Inaccettabile produrre l'oro nero con uve provenienti dall'Est Europa"”261; un
convegno sulle modifiche di allocazione delle risorse finanziarie comunitarie
successive all’allargamento a 27 Paesi262; immigrazione clandestina263.
254 Emilianet.it, record-id: 137, 19 Luglio 2007. 255 Il Giornale di Reggio, record-id: 171, 24 Luglio 2007. 256 L’Informazione di Reggio Emilia, record-id: 172, 24 Luglio 2007. 257 L’Informazione di Reggio emilia, record-id: 226, 3 Agosto 2007. 258 Il Resto del Carlino Emilia, record-id: 226, 5 Agosto 2007. 259 L’Informazione di Reggio Emilia, record-id: 387, 7 Settembre 2007. 260 L’Informazione di Reggio Emilia, record-id: 408, 9 Settembre 2007. 261 Il Giornale di Reggio, record-id: 528, 24 Settembre 2007. 262 L’Informazione di Reggio Emilia, record-id: 550, 26 Settembre 2007. 263 Gazzetta di Reggio, record-id: 555, 27 Settembre 2007; Resto del Carlino Reggio, record-id: 593, 30 Settembre 2007.
[144]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
In grande maggioranza si tratta dunque di connessioni a duplice modalità: la
cosiddetta “Europa dell’Est” da una parte, sul versante interno, è citata
prevalentemente in contesti problematici, specie di integrazione e co-abitazione
pacifica, sul lato esterno, è vista come occasione per ampliare i propri orizzonti
verso nuovi mercati di produzione e consumo, assicurandosi nel contempo che i
propri prodotti tutelati da marchi di tutela non vengano illegalmente imitati.
Appaiono in minoranza i record in cui vengono riportati episodi di
approfondimento delle altrui diversità o comunque di tranquilla convivenza, tra
questi il boom di iscrizioni di ragazze provenienti dall’est in un istituto
professionale reggiano264, un incontro patrocinato dal Comune di Novellara
(provincia di Reggio Emilia) in occasione della fine del Ramadan in cui
partecipavano rappresentanti delle minoranze novellaresi265, un dibattito in
Consiglio Provinciale sulle condizioni delle donne migranti e pari opportunità266.
[IV.2.8] Reggio Emilia “città europea”?
I record che riguardano l’inaugurazione delle vele sui ponti di Calatrava sono
interessanti per due motivi. Innanzitutto in essi troviamo le uniche citazioni,
durante l’intero periodo di monitoraggio, all’inno europeo, ed in secondo luogo
l’avvenimento viene risaltato come la porta d’ingresso per Reggio Emilia verso
una dimensione di “città europea”.
Il 10 Ottobre 2007 un comunicato stampa del Comune di Reggio Emilia
annunciava l’evento: “Sabato 20 ottobre a Reggio Emilia l’inaugurazione dei
264 Il Giornale di Reggio, record-id: 795,20 Ottobre 2007. 265 Gazzetta di Reggio, record-id: 742, 16 Ottobre 2007 266 L’Informazione di Reggio, record-id: 398, 8 Settembre 2007.
[145]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
ponti di Santiago Calatrava alla presenza del Presidente del Consiglio Prodi e
del Sindaco Delrio”267. Riguardo all’esecuzione dell’inno europeo:
“Uno spazio particolare sarà riservato all’inno europeo, l’Inno alla gioia di
Beethoven (il quarto tempo della Nona sinfonia, sulle parole del grande poeta del
romanticismo tedesco Schiller): un capolavoro della musica classica noto e
apprezzabile da tutti, un grandioso messaggio di pace e fratellanza, la gioia
intesa non tanto come spensierata allegria, ma soprattutto come risultato a cui
l’uomo giunge quando si libera dal male e dall’odio, per vivere in pace. Non a
caso il viale che unisce i tre ponti, alla periferia nord della città è dedicato ai
Trattati di Roma, che cinquant’anni fa diedero vita all’Europa unita”.
In realtà come visto in precedenza la versione ufficiale è solamente strumentale,
curioso inoltre notare come venga posta particolare enfasi nell’approfondimento
di un argomento poco conosciuto ai più.
La presenza di numerose autorità all’inaugurazione è occasione per dare alla
città un’aria più internazionale, elevando il proprio status al livello europeo. Da
una parte si pone l’accento su un primato in qualità di città facente parte del
circuito europeo:
“Reggio unica città europea ad ospitare tre opere dell’architetto catalano e
unica in Italia ad accogliere tre capolavori di una star dell’architettura”268,
dall’altra è lo stesso sentimento di appartenenza e comunanza ad esser
considerato in accezione positiva, o comunque come fattore standardizzante:
“Reggio Emilia, come tante alte città europee, è attraversata in questi anni da
dinamiche di trasformazione di carattere urbanistico, culturale e sociale, di cui i
ponti si candidano a rappresentare una sintesi visiva”269.
267 Record-id: 684. 268 Comunicato stampa del Comune di Reggio Emilia, 17 Ottobre 2007, record-id: 758. 269 Comunicato stampa del Comune di Reggio Emilia, 15 Ottobre 2007, record-id: 730.
[146]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Le istituzioni locali dunque tendono a richiamarsi alla scala europea per
avvalorare lo status della propria municipalità, caratterizzandola come nodo di
valore di una rete sovra-nazionale.
[IV.2.9] Approfondimento quotidiani locali
Giunti a questo punto procediamo con un ultimo approfondimento riguardante
esclusivamente i quattro quotidiani cartacei locali, dal momento che essi
ricoprono un ruolo basilare tra i media reggiani. Quattro testate per una città di
piccola-media grandezza rappresentano una buona opportunità per valutarne le
differenze intrinseche.
Iniziamo con l’analisi del livello globale delle quattro, per poi proseguire nel
dettaglio.
(Fig.20: tipologie fonti dei quotidiani locali, per numero di occorrenze)
[147]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Per quanto riguarda la tipologia di testi presenti, notiamo una certa uniformità
di risultati: viene confermato il predominio della categoria “articolo”, con
L’Informazione di Reggio Emilia che si rivela il quotidiano con il maggior
numero di record complessivi. All’opposto, il Resto del Carlino Reggio appare
quello con il minor numero di contributi dei quattro, ma con un buon livello di
varietà per ciò che riguarda la tipologia testuale, con 13 editoriali e 9 interviste. Le
prime pagine con temi europei sono solamente 2, contro le 10 de Il Giornale di
Reggio e le 7 de L’Informazione di Reggio Emilia. Questo può essere dovuto alla
impostazione stessa del quotidiano, in cui la parte di notizie a carattere nazionale è
fisicamente divisa da quella a carattere locale, in due fascicoli differenti. Gli altri
tre quotidiani invece si presentano come un fascicolo di fogli unico, benché le
sezioni nazionale e locale siano ben distinte.
(Fig.20.1: macrocategorie tematiche dei quotidiani locali, per numero di
occorrenze)
[148]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Riprendiamo le quattro macro-categorie tematiche individuate in precedenza,
ed osserviamo in che modo ogni quotidiano si occupi o meno di ognuna di queste.
Per il Resto del Carlino Reggio possiamo parlare di sostanziale equilibrio per
quanto riguarda l’attenzione riposta su ogni macro-categoria, mentre per gli altri
tre quotidiani i dati sono maggiormente sbilanciati.
La Gazzetta di Reggio sembra pubblicare articoli inerenti temi europei in
maggior parte riguardanti economia (48 occorrenze) e in seconda battuta politica
(39), mentre Il Giornale di Reggio si occupa prevalentemente di quest’ultima (ben
57 occorrenze). All’opposto, L’Informazione di Reggio Emilia dà l’impressione
di prediligere le macro-categorie Cultura&Ambiente (56 occorrenze) ed
Economia (55). Curioso notare come la stessa Informazione sia leader per numero
di record in tutte e quattro le classi eccetto che in Politica, superata sia da il
Giornale di Reggio che dalla Gazzetta di Reggio.
(Fig.20.2: tipologia d’approccio dei quotidiani locali al tema europeo, per
numero di occorrenze)
[149]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Per ciò che concerne la tipologia d’approccio ai temi europei individuati nei
record, L’Informazione di Reggio Emilia e Il Giornale di Reggio si confermano
nelle vesti di quotidiani con l’attitudine maggiormente positiva, nonostante in
linea generale sia la classe neutra quella con il maggior numero di occorrenze.
L’andamento dei quattro media appare similare: subito dopo le accezioni neutre
abbiamo quelle positive e quelle esplicitamente positive. Il versante critico sembra
uniformemente povero di occorrenze, peraltro distribuite in maniera
sostanzialmente uniforme.
Passiamo ora ad una breve rassegna dedicata ad ogni singolo quotidiano, preso
come oggetto d’analisi in raffronto alla situazione globale dell’intero gruppo.
Iniziamo dal Resto del Carlino Reggio.
(Fig.22: confronto tipologia testo RDC – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
Il quotidiano ottiene un valore superiore alla media per quel che riguarda gli
editoriali e le interviste, mentre contribuisce ad abbassare la media generale in
particolare per il numero di articoli.
[150]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.22.1: confronto macrocategorie tematiche RDC – valore medio dei quattro
quotidiani, per numero di occorrenze)
Il ridotto numero complessivo di record appartenenti al Resto del Carlino
Reggio fa sì che per tutte le quattro macro-categorie esso appaia sotto la media
generale, specialmente in economia e politica.
[151]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.22.2: confronto tipologia d’approccio al tema europeo RDC – valore medio
dei quattro quotidiani, per numero di occorrenze)
Il discorso in questo caso è simile al precedente, con l’eccezione della classe
“esplicitamente negativo” che si evidenzia come leggermente superiore alla
media.
[152]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.22.3: confronto territorialità RDC – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
Il Resto del Carlino Reggio ottiene un risultato ben sotto alla media per ciò che
riguarda la classe con il maggior numero di occorrenze, ovvero quella con
territorialità locale.
In sintesi, il quotidiano si distingue per basso numero di record totali, con
propensione ad una certa varietà di tipologie testuali, ed un approccio talvolta
critico nei confronti dei temi europei.
Proseguiamo con la Gazzetta di Reggio.
[153]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.23: confronto tipologia testo GZZ – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
La Gazzetta di Reggio consegue un valore superiore alla media per numero di
articoli, mentre per le altre cinque classi tende ad allinearsi all’orientamento
generale.
Osserviamo ciò che accade per le macro-categorie tematiche:
[154]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.23.1: confronto macrocategorie tematiche GZZ – valore medio dei quattro
quotidiani, per numero di occorrenze)
In questo caso possiamo ribadire la tendenza del quotidiano a trattare di temi
europei nel contesto economico e politico.
Proprio quest’ultima è la caratteristica più interessante della Gazzetta di
Reggio, nei due successivi grafici notiamo difatti risultati molto vicini alla media.
[155]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.23.2: confronto tipologia d’approccio al tema europeo GZZ – valore medio
dei quattro quotidiani, per numero di occorrenze)
I valori in tabella evidenziano un comportamento da parte del quotidiano quasi
perfettamente in linea con la media generale per quel che riguarda la tipologia
d’approccio al tema europeo.
[156]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.23.3: confronto territorialità GZZ – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
Sebbene in maniera meno netta rispetto al Resto del Carlino Reggio, anche la
Gazzetta ottiene un numero inferiore alla media riguardo alla classe di
maggioranza, ovvero quella locale.
Il Giornale di Reggio è la prossima testata sotto lente d’ingrandimento.
(Fig.24: confronto tipologia testo GRN – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
Il quotidiano assume valori vicini alla media in tutte le sei classi, in maniera
completa. In particolare è da notare il fatto che essa contribuisca in buona entità
alle voci “lettera aperta”, “editoriale” e “trafiletto”, solitamente le meno utilizzate.
[157]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.24.1: confronto macrocategoria tematica GRN – valore medio dei quattro
quotidiani, per numero di occorrenze)
Il Giornale di Reggio ottiene un alto risultato sopra alla media per la
macrocategoria politica. Appare dunque evidente come sia in assoluto il
quotidiano che più si è occupato di temi europei inerenti alla sfera politica. I
rimanenti valori si assestano meno nettamente sopra alla media, eccetto per quel
che riguarda la classe economia, dove si nota una misura inferiore.
[158]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.24.2: confronto tipologia d’approccio al tema europeo GRN – valore medio
dei quattro quotidiani, per numero di occorrenze)
Anche in questo caso la tipologia d’approccio al tema europeo segue in maniera
piuttosto regolare l’andamento generale.
[159]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.24.3: confronto territorialità GRN – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
Se Resto del Carlino Reggio e Gazzetta di Reggio a proposito di territorialità
locale ottenevano risultati al di sotto della media, il Giornale di Reggio è in
controtendenza, contribuendo significativamente alla focalizzazione locale dei
record.
Il quotidiano dunque si presenta con una buona varietà di tipologie testuali, un
predominio di argomenti legati alla politica, ed una rilevante numero di record a
carattere locale.
Concludiamo l’approfondimento con L’Informazione di Reggio Emlia.
(Fig.25: confronto tipologia testo INF – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
[160]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Il quotidiano è in assoluto quello con il maggior numero di record. Anche in
considerazione di ciò, appare logico l’alto numero di testi in classe “articolo” e
“trafiletto”, le due modalità più utilizzate anche in linea generale.
(Fig.25.1: confronto macrocategoria tematica INF – valore medio dei quattro
quotidiani, per numero di occorrenze)
Il ragionamento segue il filo del precedente anche per quel che riguarda le
macrocategorie tematiche. È rilevante evidenziare come la classe “Politica” sia
l’unica in cui L’Informazione di Reggio Emilia risulta sotto la media, a differenza
di tutte le altre.
[161]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.25.2: confronto tipologia d’approccio al tema europeo INF – valore medio
dei quattro quotidiani, per numero di occorrenze)
Anche in questo caso il quotidiano appare uniformemente sopra alla media per
la totalità delle classi individuate, in particolare per la più numerosa, “Neutro”.
[162]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.25.3: confronto territorialità INF – valore medio dei quattro quotidiani, per
numero di occorrenze)
Sebbene il numero di record per la territorialità “Bruxelles” sia limitato,
L’Informazione si mostra come il quotidiano più ricco di occorrenze di quel tipo.
In sintesi, L’Informazione influisce in modo preminente per il numero totale di
record, pur evidenziando una minor predisposizione per i temi europei attinenti
all’area politica.
[IV.2.10] Tag-cloud per una rappresentazione finale
Giunti alla conclusione dell’analisi sul monitoraggio, proponiamo come scritto
in precedenza una sorta di summa finale delle parole-chiave individuate nei
record, tramite rappresentazione grafica tag-cloud.
L’intento principale, in questo caso, non è tanto fornire una serie di dati
scrupolosamente ordinati, ma offrire uno sguardo riepilogativo sull’intero lavoro
di ricerca, affidandosi ad una tecnica propria del Web 2.0.
Per produrre il grafico successivo si è proceduto a creare un file testuale
contenente tutte le parole chiave rilevate, questo file è stato inviato al sito
TagCrowd.com270 che gratuitamente crea un tag-cloud in base ai parametri
impostati. Si è pensato di utilizzare una stoplist, ovvero una lista di parole comuni
da non considerare per la creazione del grafico, come ad esempio eventuali
preposizioni o articoli. Inoltre, si è limitata la rappresentazione alle settanta
parole-chiave più frequentemente individuate, onde evitare un sovraffollamento di
termini. Accanto ad ogni parola, tra parentesi, in numero di frequenze rilevate. 270 http://tagcrowd.com
[163]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
(Fig.26: tag-cloud delle 70 parole-chiave più frequentemente individuate nel
database – grafico creato grazie alla risorsa gratuita TagCloud.com)
La parola chiave con più occorrenze è “Provincia” (78): notiamo subito una
prevalenza di termini legati alla sfera amministrativa locale. Possiedono difatti
una alta presenza anche “Masini” (48), riferendosi a Sonia Masini, Presidente
della Provincia di Reggio Emilia271 e “Delrio” (40), ovvero Graziano Delrio,
Sindaco del Comune di Reggio Emilia272. Anche il reggiano Romano Prodi,
271 http://www.provincia.re.it 272 http://www.comune.re.it
[164]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana durante il periodo
di monitoraggio, ottiene un buon riscontro (45 occorrenze).
Accanto a questa sfera marcatamente locale, evidenziamo l’importanza della
sfera culturale-associativa ed ambientale: “convegno” (49), “evento” (49) ed
“università” (41) ribadiscono la buona copertura mediatica per la prima, mentre,
tra le altre, “raccolta-differenziata” (37), “mobilità-sostenibile” (32), “bicicletta”
(36), “ecologia” (31), “ambiente” (25) per la seconda. I media locali sembrano
dunque prestare molta attenzione a questo tipo di attività.
Vi è poi la difesa dei propri prodotti tipici, ed in questo senso troviamo
“parmesan” (30) e “parmigiano-reggiano” (33).
A carattere più episodico appaiono termini come “calatrava” (31), relativo
all’inaugurazione delle opere dell’architetto catalano Santiago Calatrava in città, o
“pari-opportunità” (31), per il convegno organizzato prima dell’estate a cui hanno
partecipato numerose autorità.
Lungo tutto il periodo di monitoraggio abbiamo dunque rilevato in riferimento
a che cosa, quanto e come i media reggiani si siano occupati di temi europei. Alla
fine dell’analisi dei risultati elaborati, è possibile concludere con una serie di
riflessioni, in modo da poter trarre delle conclusioni anche in base al background
storico, politico, strategico e sociologico esposto nei capitoli precedenti.
[165]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
[V] Conclusioni
“You can't influence Europe's future from the terraces. You have to be on the pitch and playing hard.”273
– John Major
Giunti alla conclusione del lavoro, facciamo il punto della situazione frutto
delle argomentazioni e delle analisi precedenti.
L’immagine trasmessa dalle parole in citazione di John Major ci sembra
particolarmente vitale, sebbene ricca di voluta enfasi. Le “terrazze” e il “campo di
gioco”: ognuno di noi può limitarsi ad osservare le prese di decisioni in ambito
europeo con la distanza propria di chi assiste ad una partita giocata da altri,
oppure scendere direttamente laddove si definisce, ogni giorno, il futuro
d’Europa. Essere al centro del campo non è da considerarsi un privilegio esclusivo
di pochi eletti: ognuno di noi, in qualità di cittadino di un Paese membro, ha
l’opportunità di far valere i propri diritti e di partecipare attivamente alla vita
comunitaria.
Uno dei problemi focali affrontati è stato appunto il concetto di
distanza/vicinanza del singolo nei confronti delle realtà sovra-nazionale. In questo
senso, come abbiamo visto, il ruolo dei media recita una parte fondamentale,
essenzialmente in due direzioni, sebbene entrambe finiscano per essere
influenzate dal concetto di identità.
Nella prima, è l’istituzione europea ad avvicinarsi verso il cittadino. Il come
questo avviene ne determina l’indice di efficienza. A suo favore l’Unione europea
può disporre di valide risorse, sia puramente economiche sia a livello di
273 “Non si può influenzare il futuro d’Europa dalle terrazze. Bisogna essere sul campo e giocare duro”, frase attribuita a John Major, Primo Ministro del Regno Unito dal 1990 al 1997. Fonte: http://chatna.com/theme/europe.htm
[166]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
competenza dirigenziale274, espressione positiva della varietà intrinseca alla sua
stessa natura.
Queste differenze di culture e modi di vita rappresentano al contempo anche la
sfida più grande per una efficace presenza sul territorio. La necessità di ottenere il
più alto grado di condivisione possibile da una ampia gamma di pubblico richiede
di operare in modo incisivo pur restando fedeli al principio di inclusione, ovvero
prestando attenzione a non escludere a priori nessuno.
Si tratta dunque di incentivare un sentimento di identità europea comune
facendo affidamento agli stessi principi che gli ispiratori dell’idea d’Europa
vedevano come elemento di coesione tra popoli. I punti di convergenza del
passato comune, in particolare le drammatiche conseguenze della Seconda Guerra
Mondiale, hanno insegnato che l’unica convivenza possibile è quella pacifica,
animata dal dialogo, dalla mutua e proficua cooperazione.
Il sentirsi cittadini d’Europa non significa dover rinunciare alle proprie
peculiarità nazionali e locali, in quanto si tratta, come osservato nei capitoli
precedenti, di tipologie differenti di identità. A situazione nuova va dunque
associata mentalità e modus operandi consoni all’innovazione in atto.
I simboli ricoprono sì una funzione di rafforzamento, riconoscimento e legame
comune importante, ma ad essi vanno affiancati metodi di comunicazione e auto-
rappresentazione al passo con l’evoluzione della società del terzo millennio.
Questo sembra non essere sfuggito alla Direzione Generale della Comunicazione,
che ha colto le opportunità offerte dal Web 2.0 per dare una nuova immagine
all’istituzione europea. L’attenzione dedicata alla questione del miglioramento del
sito ufficiale Europa.eu, il lancio del canale video EuTube, il blog del
Commissario Wallström mostra la volontà di Bruxelles di avvicinarsi ai cittadini
seguendo quei metodi di fruizione che essi stessi utilizzano e dimostrano di
274 Il bacino nel quale attingere figure dirigenziali ricche di leadership è inevitabilmente più ampio rispetto al singolo stato nazionale.
[167]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
apprezzare. La realtà digitale ha assunto dunque un rilievo crescente tra i canali
mediatici, ma non per questo bisogna dimenticarsi di quelli tradizionali, anche in
considerazione della minaccia costituita dal digital divide, ovvero i rischi che la
mancata possibilità di accesso ai nuovi mezzi di comunicazione per qualcuno
possa portare ad una disparità nel diritto di accesso alle fonti del sapere.
In questo senso sia i media tradizionali sia i deputati ad offrire informazione
comunitaria direttamente sul territorio, ovvero gli uffici della rete Europe Direct,
ricoprono una posizione chiave.
A tal riguardo ci ricolleghiamo alla seconda direzionalità, ovvero quella che
vede il cittadino prendere iniziativa e approssimarsi all’istituzione europea. Le
opportunità per vedere soddisfatte le proprie esigenze e richieste di informazioni
sono molteplici. Sebbene i nuovi media godano delle facoltà d’essere
raggiungibili pressoché ovunque e in tempo reale, abbattendo i vincoli territoriali
e temporali, la vicinanza e la familiarità delle fonti informative locali sembrano
godere ancora dei favori del pubblico, in particolare quella fascia di utenza ancora
poco avvezza alle nuove tecnologie.
Da qui l’esigenza di indagare più approfonditamente la dimensione locale,
rifacendoci a quella immagine di “campo di gioco” di Major, sia nelle vesti di
cartina tornasole degli sforzi comunicativi di Bruxelles , sia come base dalla quale
il sentimento-collante di identità europea finisce per rafforzarsi o indebolirsi di
giorno in giorno.
L’analisi del monitoraggio dei media cartacei e digitali di una realtà locale
medio-piccola come Reggio Emilia si è dimostrato utile nel far risaltare alcune
evidenze, tra le quali alcune ben si prestano per considerazioni di carattere
generale.
Innanzitutto, quale tipologia di media locali, tra quelli cosiddetti tradizionali,
ovvero quotidiani cartacei, e fonti informative digitali riservi più spazio a notizie
con riferimenti ai temi europei. Troviamo conferma del discorso riguardo alla
[168]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
posizione predominante dei media classici, anche se la proporzione di circa un
terzo di record totali apparsi su risorse online è comunque un indice di come le
usanze stiano lentamente cambiando.
A trovare maggiore impiego è la consueta forma testuale di articolo, mentre
costruzioni più riflessive (editoriali) o spunti di interattività (interviste, lettere
aperte) si ritagliano uno spazio marginale. I media digitali si mostrano più
predisposti alla diffusione di comunicati stampa, non avendo problemi di
dimensioni né capienza fisica275.
Notizie a carattere europeo emergono soprattutto nel contesto di ambiti
strettamente legati alla natura stessa del territorio locale. Esempio palese in tal
senso è la serie di articoli che riguardano la difesa di un prodotto tipico (il
Parmigiano-Reggiano) in sede europea. Un altro filone d’interesse risulta essere
quello connesso ad eventi o attività dalla connotazione europea che si svolgono
sul territorio reggiano: spesso sono mostrati come occasione di valicare il naturale
“provincialismo” di un agglomerato urbano di medie dimensioni. Assistiamo
dunque a una salvaguardia dei propri tratti caratteristici e contemporaneamente a
un orientamento che tende a ricercare nella dimensione europea nuovi
palcoscenici dove poter competere.
Quest’ultima osservazione si evidenzia anche nelle due modalità di rapportarsi
agli altri nodi della rete europea, una per differenziazione e una per
coordinamento. La prima è per l’appunto la tendenza a difendere la propria
identità: nel caso dei campi nomadi presenti sul perimetro reggiano i media
tendono ad utilizzare per lo più generalizzazioni e a mostrare l’ingresso della
Romania nell’Unione europea come fattore di squilibri e confusione
amministrativa in seno alla comunità locale. Di contro il corollario di iniziative e
eventi, sotto la comune bandiera europea, derivanti dal gemellaggio con la città di
275 L’unica limitazione per ciò che li riguarda è la capacità dell’hard-disk del server sul quale risiedono, ma si tratta comunque di disponibilità enormi.
[169]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Girona è presentato in maniera diametralmente opposta. Non più differenziazione,
ma coordinamento, inteso come propensione all’interesse verso l’altrui diversità:
se tra i termini “rom”, “nomadi”, “zingari” non si faceva molta differenza, ecco
che dei gemellati gironini si specifica l’appartenenza catalana, indagando sulle
origini della manifestazione che andranno a proporre nelle strade di Reggio
Emilia.
Da una parte abbiamo dunque una varietà fonte di problematiche, della quale
non interessa tanto approfondire le cause, ma risolverla nella salvaguardia
dell’ordine pubblico, dall’altra una varietà come opportunità di approfondimento e
riconoscimento internazionale.
Nella prima parte del lavoro si evidenziava come il primo passo per sviluppare
una stabilità sociale duratura in Europa è appunto incoraggiare la consapevolezza
delle diversità dei cittadini europei, e questo passa necessariamente attraverso la
volontà di conoscenza dell’altro. Anche in questo senso il ruolo della
comunicazione filtrata dai media è determinante: con la caduta del Muro di
Berlino, evento cruciale per gli equilibri internazionali, e la successiva rivoluzione
mediatica digitale, non esistono più limitazioni o barriere prefissate per poter
raggiungere o mettersi in contatto con realtà differenti.
Dal momento che l’area potenzialmente sotto l’occhio dei media ha assunto un
perimetro globale, il “come” viene presentata una notizia si rivela questione
ancora di più considerevole. I risultati della ricerca mostrano tendenzialmente una
certa neutralità, o comunque poca propensione a sbilanciarsi esplicitamente nei
riguardi degli argomenti europei. Notizie che toccano l’area economica appaiono
come quelle connotate in maniera più negativa, probabilmente anche a causa della
difficile situazione dei mercati internazionali. Ancora più nettamente, i record
appartenenti alla macro-categoria riguardante cultura e ambiente sono emersi
come quelli connotati più positivamente. In particolare, le iniziative verdi e le
[170]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
linee guida europee in materia ecologica hanno ottenuto ottima risonanza sui
media.
Nel tag cloud delle parole chiave identificate assieme a termini inerenti per
l’appunto questioni ambientali, abbiamo notato il predominio di parole
riconducibili alla sfera amministrativa locale, Provincia e Comune. Possiamo
ipotizzare che la tendenza sia quella di non far mancare attenzione sui fatti con
implicazioni europee se questi sono strettamente connessi con il territorio urbano,
in particolare con le sedi di governo locale.
L’importanza di essere presenti nel cuore dei nodi cittadini della vasta rete
europea è dunque ribadita ancora una volta, secondo la quella prospettiva glocal
che abbraccia nel contempo globale e locale, adottando strategie comunicative su
scala universale pur tenendo conto delle singole differenze degli specifici contesti.
Questa è anche la linea-guida seguita dalla Rete Europe Direct, che offre sia la
possibilità di contatto via numero telefonico centrale o attraverso i servizi online,
sia un network di uffici dislocati direttamente nelle città d’Europa, ognuno attento
a modellare, per quanto possibile, la propria offerta di servizi in base alle esigenze
della realtà locale.
Se le strategie di comunicazione intraprese dall’Unione europea sembrano
dunque aver imboccato la strada più appropriata in relazione al proprio contesto e
alla situazione venutasi a creare nell’epoca della digitalizzazione, restano alcuni
punti critici e domande aperte.
Per prima cosa, la necessità stessa di appellarsi all’identità europea denota una
carenza di coesione interna percepita: questo come abbiamo visto è dovuto sia alla
varietà caratteristica delle nazioni europee sia all’origine della costituzione
dell’Unione. Essa, nella prima forma di aggregazione sotto il nome di CECA, era
inizialmente una comunità basata su legami economici, necessari per una ripresa
complessiva della sofferente industria post-bellica europea. L’iniziativa era partita
[171]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
principalmente dai vertici politici276, non da moti di sentimento popolare figli di
una presa di coscienza collettiva, come accadde per esempio con la Rivoluzione
Francese. Viene dunque a mancare, nei primi passi di quella che diventerà
successivamente l’Unione europea vera e propria, una reale consapevolezza nello
strato sociale più legato agli aspetti quotidiani di ciò che stava accadendo nelle
cosiddette “terrazze” amministrative.
Al contrario, nei Paesi che dopo la divisione di Berlino e dell’intero continente
in due zone di influenza, una legata ai principi di democrazia e libero mercato, e
l’altra sotto ascendenza sovietica, si trovarono sotto quest’ultima, gli interventi e
l’attivismo politico-sociale che contribuirono poi al rovesciamento dei regimi
comunisti arrivarono soprattutto dal basso.
Oggi i due poli, una volta divisi, sono oramai riuniti sotto la stessa bandiera, se
pensiamo ai recenti ingressi nella Ue del 2004 di Estonia, Lettonia, Lituania,
Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria (oltre a Cipro, Malta e Slovenia)
e di Bulgaria e Romania nel 2007. Il background di popolazioni dalla storia così
differente può essere allo stesso tempo motivo di disomogeneità e una occasione
per conoscere l’altrui diversità. L’allargamento ad est costituisce dunque un
fattore di rischio, inteso come prova per testare il livello di compattezza e di
efficacia del sistema-Europa.
In tal senso le nuove tecniche di comunicazione possono svolgere una funzione
coadiuvante per gettare le basi verso una vera e propria sfera pubblica europea,
della quale al momento si sente la mancanza. Testate giornalistiche o canali
televisivi a spettro europeo hanno ancora scarsa popolarità, anche se un tentativo
precursore degno di menzione è rappresentato dal servizio Europe by Satellite277,
lanciato nel 1995, canale informativo promosso direttamente dall’istituzione
europea raggiungibile sia via satellite sia via streaming internet.
276 I già citati Jean Monnett e Robert Schuman, ministro degli esteri Francese. 277 http://ec.europa.eu/avservices/ebs/schedule.cfm
[172]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Una delle difficoltà maggiori nel promuovere e far funzionare un progetto di
questo tipo è di carattere linguistico e culturale: inevitabilmente la necessità di
rendersi comprensibili alla maggior audience possibile comporta sia un notevole
dispendio di energie in fase di traduzione sia l’esigenza di trattare argomenti che
possano dimostrarsi appetibili a un pubblico variegato e dalle abitudini
estremamente eterogenee. I mezzi di comunicazione per trasmettere le
informazioni in linea ipotetica non mancano, il nodo della questione appare più
incentrato sul versante contenutistico.
Questo discorso sui mezzi vale anche per la scala locale reggiana: quattro
quotidiani cartacei per una città che conta circa 160 mila abitanti sono una
ricchezza di fonti, ma questa abbondanza non si traduce automaticamente in un
più ampio spettro di argomenti trattati per quel che riguarda i temi europei. Anzi,
abbiamo riscontrato una varianza modesta nella citazione dei riferimenti-ancore,
con il netto predominio del termine, a volte utilizzato in accezione generica, del
termine “Unione europea”.
L’istituzione sovra-nazionale all’occhio dei media locali ha spesso infatti
contorni poco definiti, che si prestano ad essere stereotipizzati. Europa è ora il
ring dove si combattono battaglie legali a difesa dei propri prodotti, ora termine di
paragone per la crescita economica nazionale, ora autorità che tramite patrocinio
dona prestigio ad un evento. Stefano Rolando278 parla di “culture” e “stereotipi”,
intendendole come fonti di comunicazione. La prima è caratterizzata dalla
capacità di re-interpretare nel tempo una tradizione, rendendosi così “motore del
cambiamento”279, nel segno della progettualità. La seconda è assenza di progetto,
percezione di identità scarsamente suscettibile di modifica. Per il mondo dei
media è molto più semplice affidarsi a questi ultimi, in quanto portano con sé in
278 Rolando, S., Cultura e stereotipi come fonti di comunicazione transnazionale in Europa,., in Rolando S., Lio, E., ibidem. 279 Ibidem.
[173]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
dote “una domanda già consolidata”280. Fondamentale è perciò stimolare il
sistema affinché i progetti culturali continuino a contribuire al processo di
integrazione, anche attraverso la conquista di spazi maggiori sui canali
informativi.
È dunque sul “campo di gioco”, avvicinando il mondo politico alla realtà
quotidiana, che bisogna adoperarsi, dimostrandosi pronti a recepire le novità
sociali pur senza dimenticarsi del terreno comune che inevitabilmente lega le
nazioni europee, in una collettività sempre più globale nella quale la stabilità
democratica e il rispetto della diversità è patrimonio che tocca direttamente il
benessere di tutti.
280 Ibidem.
[174]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Bibliografia
Cartacea
• Abruzzese, A., Scurti, G, Il dibattito sull’identità nazionale, in Rolando, S.,
Lio, E., ibidem.
• Bauman, Zygmunt, Europe of Strangers, Oxford University Transnational
communities programme working paper. Versione PDF disponibile su
[http://www.transcomm.ox.ac.uk/working%20papers/bauman.pdf]
• Beck, U.; Grande, E.; L’Europa cosmopolita, Carocci editore, 2006.
• Beck, Ulrich; Grande, Edgar, L’Europa cosmopolita – Società e politica nella
seconda modernità, Carocci editore, 2006.
• Cassese, S., Wright, V., (a cura di), La recomposition de l’Etat en Europe, La
Découverte, Paris, 1996.
• Erodoto, Storie, Libro I, trad.it., Rizzoli, Milano, 1984
• Habermas, Jürgen, Citizienship and National Identity: some reflections on the
future of Europe, Praxis International, 12, 1992. Contenuto in: Passerini, L.,
ibidem.
• Habermas, Jürgen, La costellazione postnazionale. Mercato globale, nazioni e
democrazia, Feltrinelli Ed., Milano, 1999.
• Inglehart, Ronald, Modernization and Postmodernization, Princeton
University Press, 1997.
• Kaelble, Hartmut, Periodizzazione e tipologia, in Passerini, L, “Identità
culturale europea”, La Nuova Italia, 1998.
• Kearney, Richard, Lo spirito europeo, Armando Ed, 1999.
• Lewin, Kurt, Frontiers in Group Dynamics, Human Relations, v. 1, no. 2,
1947.
[175]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
• Lio, E., Tra mito, storia, poesia: l’identità simbolica di Asia e Europa, in
Rolando, S., Lio, E., ibidem
• Luhmann, Niklas, De Giorgi, Raffaele, Teoria della società, Franco Angeli
Ed., 2003.
• McLuhan, Marshall, Take today: the executive as dropout, Harcourt Brace
Jovanovich, NY, 1972.
• McLuhan, Marshall, The Gutenberg Galaxy: the making of typographic man,
University of Toronto Press, 1962.
• Mendras, Henri, L’Europa agli europei, ed. Il Mulino, prima edizione 1997.
• Monnet, Jean, Mémoires, Paris: Fayard, 1976.
• Nietzsche, Friedrich, Al di là del bene e del male, Rusconi, 2006. Versione
originale, Jenseits von Gut und Böse. Vorspiel einer Philosophie der Zukunft,
1886.
• Passatelli, Monica, An Interview with Jean Baudrillard: Europe,
Globalization and the Destiny of Culture, European Journal of Social Theory
2002.
• Passerini, Luisa, Identità culturale europea, La Nuova Italia, 1998.
• Rolando S., Lio, E., a cura di, Italia-Europa. Identità e comunicazione, Franco
Angeli Civicom, 2000.
• Rolando, S., Cultura e stereotipi come fonti di comunicazione transnazionale
in Europa, in Rolando S., Lio, E., a cura di, “Italia-Europa. Identità e
comunicazione”, Franco Angeli Civicom, 2000.
• Sassatelli, Monica, Identità, cultura, Europa. Le «Città europee della
cultura», Franco Angeli Ed., 2005.
• Stråth, Bo, A European Identity: To the Historical Limits of a Concept, in
European Journal of Social Theory 2002; 5; 387.
[176]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Digitale
La validità degli indirizzo dei siti qui presenti è stata controllata il giorno 22
Febbraio 2007. Per motivi di spazio non è stato possibile pubblicare in appendice
il database oggetto di studio, tuttavia per chi fosse interessato è disponibile il
contatto e-mail: [email protected] .
• A site devoted to Rroma, their culture, traditions, history, and current issues:
[http://www.rroma.org]
• Altiero Spinelli:
[http://www.altierospinelli.org]
• Anti Digital Divide Italia:
[http://www.antidigitaldivide.org]
• Associazione piccole e medie industrie di Reggio Emilia:
[http://www.api.re.it]
• Caffè Europa - Webzine di cultura europea e democrazia informata:
[http://www.caffeeuropa.it]
• CIRCA, A collaborative workspace with partners of the European Institutions:
[http://circa.europa.eu]
• Commissione europea - Rappresentanza in Italia:
[http://ec.europa.eu/italia]
• Comune di Reggio Emilia:
[http://www.comune.re.it]
• Council of the European Union - Consiglio dell'Unione europea:
[http://consilium.europa.eu]
[177]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
• Deutsches Historisches Museum Berlin:
[http://www.dhm.de]
• Dizionario De Mauro Paravia:
[http://www.demauroparavia.it]
• Emilianet:
[http://www.emilianet.it]
• é-TV:
[http://www.e-tv.it]
• Eurobarometer – Eurobarometro:
[http://europa.eu.int/comm/public_opinion]
• Europe Direct - Carrefour europeo Emilia:
[http://www.europedirect-emilia.eu]
• Europe Direct:
[http://ec.europa.eu/europedirect]
• European Commission - Commissione europea:
[http://ec.europa.eu]
• European convention - Convenzione europea:
[http://european-convention.eu.int]
• European Journal of Social Theory:
[http://est.sagepub.com]
• European NAvigator – The history of a united Europe on the Internet:
[http://www.ena.lu]
• European Parliament - Parlamento europeo:
[http://www.europarl.europa.eu]
• Eux.tv - the Europe channel:
[http://www.eux.tv]
• Gazzetta di Reggio:
[http://gazzettadireggio.repubblica.it]
[178]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
• Generalitat de Catalunya:
[http://www.gencat.net/index_eng.htm]
• Il Giornale di Reggio:
[http://www.ultimenotizie.net]
• Il portale dell'Unione europea:
[http://europa.eu]
• Il Resto del Carlino Reggio Emilia:
[http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/reggio_emilia]
• Imprenditori, mensile di attualità, cultura, turismo ed economia:
[http://www.imprenditori.it]
• International Paneuropean Union:
[http://www.paneuropa.org]
• Kosmar - Il blog di Markus Angermeier:
[http://kosmar.de]
• La Gabella, Associazione di idee:
[http://www.gabella.re.it]
• La Republlica:
[http://www.repubblica.it]
• La Stampa:
[http://www.lastampa.it]
• L'accesso al diritto dell'Unione europea:
[http://eur-lex.europa.eu]
• L'Informazione di Reggio Emilia:
[http://www.linformazione.com/defaultreggio.asp]
• Lisbon strategy:
[http://www.lisbonstrategy.net]
• Margot Wallström’s Blog:
[http://blogs.ec.europa.eu/wallstrom]
[179]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
• National archives and records administration
[http://www.archives.gov]
• Obee's history page:
[http://web.jjay.cuny.edu/~jobrien/index.html]
• openDemocracy - free thinking for the world:
[http://www.opendemocracy.net]
• Portale del Consiglio d'Europa:
[http://www.coe.int]
• Press Line:
[http://www.presslineiga.it]
• Project Gutenberg - Collection of free electronic books:
[http://www.gutenberg.org]
• Provincia di Reggio Emilia
[http://www.provincia.re.it]
• Radio Prague's History OnLine Virtual Exhibit:
[http://archiv.radio.cz/history]
• RedAcon, Redazione della Cooperativa Novanta:
[http://redacon.radionova.it]
• Reggio nel Web, Il settimanale on-line di Reggio Emilia:
[http://www.reggionelweb.it]
• Reuters - World news:
[http://www.reuters.com]
• Sesto Potere - Infomedia Italia:
[http://www.sestopotere.com]
• Sign and Sights - Let's talk European:
[http://www.signandsight.com]
• Solidarność:
[http://www.solidarnosc.org.pl/en]
[180]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
• Tagcrowd:
[http://tagcrowd.com]
• Technorati:
[http://technorati.com]
• TeleReggio:
[http://www.telereggiofiga.it]
• The Berlin Wall:
[http://www.berlin.de/mauer/index.en.html]
• The Institute for the History of the 1956 Hungarian Revolution:
[http://www.rev.hu]
• The Travistock Institute – London:
[http://www.tavinstitute.org]
• Transnational Communities Programme - UK Economic and Social Research
Council:
[http://www.transcomm.ox.ac.uk]
• Union Romani:
[http://www.unionromani.org/pueblo_in.htm]
• University of Twente - Communication theories:
[http://www.tcw.utwente.nl/theorieenoverzicht]
• Via Emilia Affari - Affari CentroNord:
[http://www.viaemiliaaffari.tv]
• Youtube - eutube's Channel:
[http://www.youtube.com/EUtube]
• Youtube:
[http://www.youtube.com]
[181]
Reggio Emilia, Europa – Comunicare l’identità sovra-nazionale in un nodo locale
Ringraziamenti
Ringraziamento scontato nella forma ma sincero e doveroso nella sostanza ai
miei genitori e ai miei familiari per aver reso possibile il proseguimento e la
conclusione dei miei studi.
Ringrazio il mio relatore, Prof. Giancarlo Corsi, per la disponibilità e la cortesia
dimostrata nei miei confronti.
Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’ufficio Europe Direct – Carrefour
europeo Emilia di Reggio Emilia, per il costante aiuto gentilmente prestatomi
nella stesura di questo lavoro e per l’eccezionale accoglienza ricevuta durante il
periodo di stage.
Vi sarebbero poi parecchie persone, molte delle quali incontrate per la prima
volta proprio in ambito universitario, cui esprimere la mia gratitudine per
l’inestimabile valore della loro amicizia e conoscenza. L’elenco sarebbe lungo e
probabilmente noioso, quindi un grazie, in ordine strettamente alfabetico, a chi
intendo io di: Bibbiano, Castelnovo di Sotto, Campogalliano, Lesignano Bagni
(“Les Beach”), Gonzaga, Modena, Novellara, Parma, Poviglio, Reggio Emilia (in
particolare i ragazzi del Liceo e “Spidibizzo”, negli ultimi mesi un recordman di
presenza come me all’ex Caserma Zucchi), Rivalta (“the Old one”, feudo
condiviso con il Butch bro), Rubiera (“la Contea”), San Damaso, Sant’Ilario,
Sassuolo. Indistintamente, nel bene e nel male, chi più chi meno, tutti mi avete
trasmesso ed insegnato qualcosa, e di questo vi sono grato.
In un certo senso, riprendendo la citazione che apriva il lavoro, sarò sempre
felice di conoscervi per la prima volta.
[182]