red sw649 lug 2011 ok

6
SMITH & WESSON MODELLO 649 CAL. .357 MAG E .38 SPL 078 La vecchia 38 Spl ha una canna sottile mentre la 357 Magnum presenta uno spessore molto superiore e protegge meglio l’alberino di espulsione L’ evoluzione dei revolver, seppur lentamente, continua e a conferma di questa asserzione possiamo ricordare la nuovissima Ruger LCP che ha portato i materiali sintetici anche nel setto- re delle armi a rotazione, a dimostrazione che un prodotto “vecchio” e maturo può sempre essere aggiornato. Una poltrona per due Nonostante l’inarrestabile diffu- sione delle pistole semiautomati- che, negli ultimi anni anche i revolver si sono evoluti: in bene o in male? di Giuliano Cristofani A differenza della Ruger, Smith & Wesson, ancora oggi la più grande e famosa produt- trice di questa tipologia di armi corte, ha se- guito strade più tradizionali ma altrettanto innovative, facendo a meno fino a pochis- simi mesi fa della plastica ma ricorrendo a metalli spaziali, come titanio e leghe alla scandio, riuscendo così a proporre il 357 Magnum persino nelle sue piccole e leggere J-Frame. Un lento processo La rivoluzione della ditta di Springfield non è stata improv- visa, ma è avvenuta in varie tappe e ha riguardato nel tem- po l’intera famiglia dei revolver della Casa, su cui sono state introdotte nu- merose modifiche tese a sfruttare le nuove tecnologie produttive. Obiet- tivo: eliminare il più possibile l’intervento manuale, costoso e spesso critico per la necessità di un addestramento continuo del personale. Nei modelli con fusto in metallo attual- mente prodotti è quindi sparito l’inserto ribattuto sul fusto, deputato ad evitare lo sfilamento all’indietro del tamburo quan- do questi è aperto, sostituito da una costo- latura in rilievo ricavata direttamente nel metallo del castello: un paio di operazioni in meno ed una maggiore resistenza del telaio in un punto critico. Spariti anche i due pernetti sulla faccia posteriore del tamburo, il cui scopo era quello di fermare la stella di estrazione, che a sua volta doveva avere un gambo sagomato in modo da non permetter- ne la rotazione durante l’espulsione, quando si sollevava e perdeva contatto con i citati perni: la stella ha avuto un complesso profilo asimmetrico, difficile da realizzare a mano ma alla portata delle macchine a controllo numerico, il cui incastro con il tamburo è preciso e solido oltre ogni necessità, mentre l’al- berino ha ora una sezione cilindrica con un semplice settore piano. Vista laterale della 357 Mag e della 38 Special

Upload: bignami-spa

Post on 22-Jul-2016

228 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

Page 1: Red sw649 lug 2011 ok

S m i t h & W e S S o n m o d e l l o 6 4 9 c a l . . 3 5 7 m a G e . 3 8 S P l

078

la vecchia 38 Spl ha una canna sottile mentre la 357 magnum presenta uno spessore molto superiore e protegge meglio l’alberino di espulsione

L’evoluzione dei revolver, seppur lentamente, continua e a conferma di questa asserzione possiamo

ricordare la nuovissima Ruger LCP che ha portato i materiali sintetici anche nel setto-re delle armi a rotazione, a dimostrazione che un prodotto “vecchio” e maturo può sempre essere aggiornato.

Una poltrona per due Nonostante l’inarrestabile diffu-

sione delle pistole semiautomati-che, negli ultimi anni anche i revolver si sono evoluti: in bene o in male?

di Giuliano Cristofani

A differenza della Ruger, Smith & Wesson, ancora oggi la più grande e famosa produt-trice di questa tipologia di armi corte, ha se-guito strade più tradizionali ma altrettanto innovative, facendo a meno fino a pochis-simi mesi fa della plastica ma ricorrendo a metalli spaziali, come titanio e leghe alla scandio, riuscendo così a proporre il 357

Magnum persino nelle sue piccole e leggere J-Frame. Un lento processoLa rivoluzione della ditta di Springfield non è stata improv-visa, ma è avvenuta in varie tappe e ha riguardato nel tem-po l’intera famiglia dei revolver della Casa, su cui sono state introdotte nu-merose modifiche tese a sfruttare le nuove tecnologie produttive. Obiet-

tivo: eliminare il più possibile l’intervento manuale, costoso e spesso critico per la necessità di un addestramento continuo del personale. Nei modelli con fusto in metallo attual-mente prodotti è quindi sparito l’inserto ribattuto sul fusto, deputato ad evitare lo sfilamento all’indietro del tamburo quan-do questi è aperto, sostituito da una costo-latura in rilievo ricavata direttamente nel metallo del castello: un paio di operazioni in meno ed una maggiore resistenza del telaio in un punto critico.Spariti anche i due pernetti sulla faccia posteriore del tamburo, il cui scopo era quello di fermare la stella di estrazione, che a sua volta doveva avere un gambo sagomato in modo da non permetter-ne la rotazione durante l’espulsione, quando si sollevava e perdeva contatto con i citati perni: la stella ha avuto un complesso profilo asimmetrico, difficile da realizzare a mano ma alla portata delle macchine a controllo numerico, il cui incastro con il tamburo è preciso e solido oltre ogni necessità, mentre l’al-berino ha ora una sezione cilindrica con un semplice settore piano.

Vista laterale della 357 mag e della 38 Special

078-083 S&W 649 (6).indd 78 04/07/11 12:48

Page 2: Red sw649 lug 2011 ok

A r m i C o r t e

079

le protagoni-ste del nostro confronto: due 649 Bodyguard, in calibro 357 magnum (a si-nistra), e in 38 Special; notare il tamburo più lun-go della prima

078-083 S&W 649 (6).indd 79 04/07/11 12:48

Page 3: Red sw649 lug 2011 ok

S m i t h & W e S S o n m o d e l l o 6 4 9 c a l . . 3 5 7 m a G e . 3 8 S P l

080

le due canne a confronto: le ombre permet-tono di apprez-zare la maggiore uniformità delle superfici del nuovo modello, rifinite con mac-chine a controllo numerico e non a mano

Anche il sistema di accensione è stato oggetto di una profonda revisione, abban-donando il percussore rivettato al cane per passare a uno separato, flottante nel fusto

e dotato di una pro-pria molla di ritorno. Un bene o un male? La percussione è ora più diretta e lineare e si eliminano i vari strusciamenti del per-cussore sul fusto, ine-vitabili per trasformare in lineare il suo moto circolare: il vantaggio dovrebbe consistere, quindi, in una mag-

giore energia di percussione, un aspetto spesso critico nelle armi S&W utilizzate in doppia azione, quando l’arco di caduta del cane è ridotto.

il J-magnum FrameOltre a queste modifiche, a metà degli anni ’90, i piccoli revolver con telaio J sono stati oggetto di un’evoluzione che potremmo definire “epocale”, con la presentazione di modelli camerati nientemeno che in .357 Magnum: ciò ha richiesto l’allungamento di un paio di millimetri della finestra inter-na e del cilindro, nonché la revisione, vera-mente minima, delle quote del telaio.La sigla del nuovo castello è rimasta in-variata, ma tra gli addetti ai lavori si parla comunemente di J-Magnum Frame, in modo da distinguerlo da quello originale più corto. Questo nuovo tipo di telaio ha ormai soppiantato completamente il vecchio ed è quindi adottato anche sulle numerose varianti in 38 Special.Le proposte attuali di J-Frame realizzate in acciaio inossidabile sono tutte camerate in 357 Magnum e sono quindi indicate da sigle che iniziano con il numero “6”, come prassi per l’azienda di Springfield, solo che, per qualche arcano motivo, i numeri che seguono sono esattamente gli stessi utiliz-zati per le precedenti versioni omologhe camerate in 38 Special: oggi “nomi storici” come 60, 649 e 640, indicano revolver inossidabili in 357 con canna da due pollici ed un ottavo, mentre “prima” si riferivano a quelle in 38 Spl con canna da uno e sette ottavi e telaio “corto”. Insomma, una bella fonte di confusione.Ovviamente, Smith & Wesson produce an-cora oggi le armi in 38 Special e le offre in numerose varianti che impiegano il nuovo J-Magnum Frame, realizzato però solo in

così come viene for-nita, con le guancette avvolgenti, la 357 è più voluminosa della 38…

078-083 S&W 649 (6).indd 80 04/07/11 12:48

Page 4: Red sw649 lug 2011 ok

A r m i C o r t e

081

le tacche di mira sono rica-vate sul castello: quella del nuovo allestimento è ben più larga e fruibile

… ma per rendere il confronto più equo sono subito state montate le più sottili hogue Bantam

081

rappresentato una scelta positiva o meno, o quanto meno se le nuove versioni in 357 offrano veramente qualcosa in più rispetto alle precedenti. Per cercare di rispondere abbiamo quindi deciso di mettere a di-retto confronto una Bodyguard in 38 Spl degli anni ’80 con una Bodyguard attuale camerata in 357 Magnum, entrambe iden-tificate dalla sigla 649: stessa sigla ma armi abbastanza diverse, con quella confusione che ricordavamo sopra, anzi, la confusione è davvero diventata palpabile proprio ulti-mamente con l’introduzione di due nuove armi destinate alla difesa personale ed a cui è stato affibbiato lo stesso, storico nome “Bodyguard”: il bello è che il Bodyguard 38 è un revolver, mentre l’altra, la Bodyguard

leghe leggere, motivo per cui le loro sigle iniziano con la cifra Quattro o Tre anziché Sei, a seconda della lega utilizzata.È evidente che, data la destinazione delle piccole rivoltelle in 38, il ricorso a un telaio in lega leggera sia più che giustificato, ma personalmente abbiamo sempre preferito il vecchio e classico acciaio, più pesante, questo sì, ma molto più resistente agli stra-pazzi di un porto prolungato.

Due calibri a confrontoMa le J-Frame in acciaio sono camerate attualmente solo per il 357 Magnum e hanno una linea più massiccia: ci siamo quindi domandati se l’abbandono delle “vecchie” snub in acciaio calibro 38 abbia

649 A CoNFroNto

Produttore: Smith & Wesson, Springfield, USA, www.smith-wesson.comDistributore: Bignami, Ora (Bz), tel. 0341 803.000, www.bignami.itmodello: 649 BodyguardCalibro: 357 Magnum 38 SpecialNumero catalogo: 10046 (arma comune) 4485 (arma comune)Funzionamento: arma a rotazioneCanna: 2” 1/8, 54 mm 1” 1/8, 47 mmCapacità: 5 colpiScatto: azione mista Sistema di indiretto su percussore spinato al cane percussione: ospitato nel fustoSicura: automatica al caneorgani di mira: fissi; tacca ricavata sul ricavato dal pieno con la canna castello, mirino spinatomateriali: acciaio inossidabilePeso (scarica): 615 g 585 g Lunghezza: 174 mm 160 mmPrezzo: 860 euro

la prospettiva permette di apprezzare le no-tevoli differenze di geometria delle due can-ne, e in particolar modo delle due bindelle e dei mirini. il fatto che sulla 357 quest’ultimo sia spinato permette di montarne corretta-mente uno brunito

380, è una semiautomatica!Ma desideriamo limitarci alle “vecchie “ Bodyguard, appunto le Modello 649 in 38 o 357: a voler essere pignoli la differenzazione tra i due allestimenti è possibile tramite quel numerino che segue il modello ed è stampigliato sul montante anteriore del ca-stello: 649, 649-1 e 649-2 sono le “originali” con fusto corto e canna da uno e sette otta-vi; la 649-3 è sempre in 38 Spl, ma adotta il telaio J-Magnum, così come la 649-6, men-tre la versione cinque (649-5) indica i revol-ver in .357 Magnum, con la canna appena più lunga, le uniche attualmente rimaste a listino della Casa di Springfield.Sommando i piccoli incrementi della canna e del telaio, vediamo che le 649 in .357 Ma-gnum sono complessivamente più lunghe di circa 14 mm rispetto alle vecchie versioni in 38, mentre rimangono invariate le altre misure, con l’altezza di 107, senza guancet-te, e lo spessore al tamburo di 33,5.

078-083 S&W 649 (6).indd 81 04/07/11 12:48

Page 5: Red sw649 lug 2011 ok

S m i t h & W e S S o n m o d e l l o 6 4 9 c a l . . 3 5 7 m a G e . 3 8 S P l

082

G r a z i e a l -la canna più lunga, anche l ’ a l b e r i n o dell’estrattore della 357 ha acquistato al-cuni millimetri

Guancette e canna diverseA prima vista, però, la 649 attuale sembra molto più ingombrante e massiccia pro-prio a causa delle guancette con cui viene fornita: le comode e funzionali Uncle Mike’s che però squilibrano la silhouette del revolver allungandone l’impugnatura di oltre un centimetro e mezzo, motivo per cui, anche per rendere più equo il confronto, le abbiamo subito sostituite con un paio di Hogue Bantam identiche a quelle montate sull’arma in 38, ed in se-guito con altre in legno, più belle ma più “scomode” al momento dello sparo.Un altro particolare che fa apparire la nuova 649 più imponente della vecchia versione è la canna. Non solo è più lunga di circa 6 mm, ma è soprattutto molto più spessa, a profilo costante e di tipo full lug, dotata per di più di una spessa bin-della che la percorre da cima a fondo. Un vantaggio di questa struttura è che, vista “dalla parte sbagliata”, l’arma risulta molto più impressionante ed ha sicuramente un mag-giore effetto deterrente.La spessa bindella ospi-ta un mirino a rampa, fissato mediante una fresatura semicircolare ed una spina, con il grosso vantaggio di risultare intercambiabile e sostituibile, caratteristica preclusa ai vecchi modelli in cui era ricavato di pezzo con la canna stessa; come corollario il mirino è realiz-zato correttamente in metallo brunito e non in acciaio inox, aumentando la sua visibilità e fruibilità, per quello che può

i grilletti hanno la stessa linea, ma uno è realizzato dal pieno e l’altro in mim. le differenze riguardano anche la forma del pulsante di apertura del tamburo: la 357 ha la possibilità di bloccare con una chiave l’armamento del cane

tornare utile su un’arma da tasca come un piccolo snub nose.Delle piccole differenze dimensionali ab-biamo già detto, vediamo le altre, che poi sono quelle che differenziano un J frame normale da uno Magnum. Il castello è appena più massiccio nel revolver in 357 Magnum, ma quasi non si nota, dato che la maggior sezione è stata ottenuta in gran parte praticando arrotondamenti meno pronunciati degli spigoli.Il percussore della 649 in .357 è riportato sul telaio e c’è solo da sperare che la sua punta non resti piantata in un innesco, bloccando l’intero meccanismo: per prevenire questa situazione metteremmo in conto una sostituzione del percussore stesso appena si vedessero segni di usura

sulla sua punta. Il cane è quello dei nuovi modelli, dalla forma particolare, ma qui si vede sporgere solo una piccola parte della sua cresta.Tutti i meccanismi sono quelli che ormai da qualche tempo caratterizzano le rivol-telle della Smith & Wesson, realizzati in MIM (Metal Injection Moulding), una tecnologia che molti aborrono ma che consente alla Casa americana di produrre esemplari molto più uniformi e duraturi, assemblabili con pochi interventi manuali.

inerte con una chiaveIn ossequio al politicamente corretto, tutti i nuovi revolver sono dotati di un sistema di blocco che li rende inerti: so-pra il pulsante di sgancio del tamburo si

078-083 S&W 649 (6).indd 82 04/07/11 12:48

Page 6: Red sw649 lug 2011 ok

A r m i C o r t e

083

Si ringrazia l’armeria Bernardini di carrara

ConclusioniIn definitiva, gli attuali prodotti della Casa di Springfield sono sulla cresta dell’onda più che mai: i nuovi meccanismi interni in MIM sono all’altezza della situazione, le lavorazioni automatizzate sono ottime e costanti, la qualità ci sembra molto più elevata di un tempo ed i prezzi, tutto som-mato, sono più che giusti.

quanto possono influire sul peso? Abbiamo allora pesato i due esemplari, dopo aver sostituito le guancette al nuovo al-lestimento per avere un confronto equo. Ci credereste? La 38 Spl pesa 585 gram-mi e la 357 arriva addi-rittura a …612: meno di 20 grammi in più! Quin-dici millimetri e venti grammi in cambio della possibilità di utilizzare il .357 Magnum: il gioco sembra valere la candela! Si noti che ab-biamo detto “possibilità”: dato l’impiego specifico di questa tipologia di armi, il ca-libro superiore non è strettamente neces-sario, ma avere la possibilità di impiegarlo può non dispiacere. A essere sinceri ci viene in mente il solo caso di un operatore che usi la snub come back-up e adotti come arma principale un revolver in 357: in questo modo avrebbe la possibilità di utilizzare le stesse cartucce in caso di emergenza… dopo aver esaurito le cinque 38 Special nel tamburo.

Fm

nota una piccola “serratura” che provoca la rotazione di una piastrina incernierata all’interno del telaio che, con una sua ap-pendice, può impedire l’armamento del cane. I tamburi delle due armi, la vecchia e la nuova, differiscono solo per la maggior lunghezza di quello di quest’ultima, ma per il resto sono uguali; in particolare, sono identici i diametri e gli spessori delle camere di scoppio: c’è proprio da meravi-gliarsi di come un così sottile velo di accia-io inossidabile sia in grado d’imbrigliare le pressioni del .357 Magnum.Troviamo un’altra differenza nella lun-ghezza dell’alberino di estrazione che è appunto più lungo di circa sei millimetri sulla 649 di produzione attuale: questo consente una maggior escursione, che però rimane ancora insufficiente a estrarre completamente i lunghi bossoli del 357, ma torna utile con i 38.

Differenze di pesoE arriviamo alla differenza che più preoc-cupa i possibili acquirenti: quanto pesa in più la versione in 357 rispetto a quella vec-chia in 38? Vediamo: abbiamo un castello più massiccio e lungo, una canna anch’es-sa più lunga e soprattutto molto spessa,

la grossa differenza del sistema di percussione. in evidenza, i comodi sgusci sul bordo dei nuovi revolver che permettono un più comodo azionamento della cresta del cane. all’interno del telaio s’intravedono i meccanismi del sistema di blocco manuale dell’arma

nela foto, la calibro 38 Special

078-083 S&W 649 (6).indd 83 04/07/11 12:48