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Rassegna febbraio 2017

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Rassegna febbraio 2017

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Rassegna febbraio 2017

Pagina I

01/02/17

Alluvioni in Toscana

I segreti di casa de' MediciVoyager P. 40 1

Alluvione `66, il racconto dell'arte salvataRepubblica Firenze P. XII 6

FIRENZE 1966 - 2016. LA BELLEZZA SALVATATouring P. 85 7

02/02/17

Alluvioni in Toscana

«Inondazioni? Paghiamo tutto noi» Publiacqua: via libera ai rimborsiNazione Arezzo P. 12 Marco Corsi 8

Rischio idrogeologico in Alta Valdipesa Progetto della regione per mitigarloNazione Siena P. 11 Andrea Ciappi 9

Smottamenti a Canevara e a Sant'EustachioTirreno Massa Carrara P. I 10

03/02/17

Alluvioni in Toscana

Come si racconta l'alluvione con i rifiutiTirreno Pontedera Empoli P. VI 11

Il disastro sublimatoNazione Pontedera ValderaP. 9 14

07/02/17

Alluvioni in Toscana

Allarme meteo, promosse casse e idrovoreTirreno Prato PistoiaMontecatini

P. V 16

Martini: «Poggio non rischia più come 24 anni fa»Tirreno Prato PistoiaMontecatini

P. XVII Giulia Catarzi 17

L'Arno nella storia Un convegno per il fiume fra 'vita e distruzione'Nazione Empoli P. 11 18

«L'ho vista morire»Nazione Massa Carrara P. 2 Claudio Masseglia 19

Legambiente: «Disastro annunciato»Nazione Massa Carrara P. 2 Claudio Masseglia 21

E Ricortola vive ancora nell'incubo «Fiumi insicuri: a quando i lavori?»Nazione Massa Carrara P. 3 Francesco Scolaro 22

«Traforo della Foce, un pericolo per il territorio»Nazione Massa Carrara P. 3 24

E' tornata la pauraNazione Pisa P. 11 Andrea Valtriani 25

«E' successo tutto in un attimo Ho visto morire mia madre»Qn P. 22 27

«Servono date e cifre per i lavori sul Ricortola»Tirreno Massa Carrara P. IV Libero Red Dolce 28

Processo civile per la morte di nonna IdinaTirreno Massa Carrara P. VIII Claudio Figaia 30

«Così ho visto morire mia madre»Tirreno Massa Carrara P. XI 31

08/02/17

Alluvioni in Toscana

Cassia, un ponte chiamato desiderio «Nell'attesa la mia azienda è fallita»Corriere Fiorentino P. 11 Aldo Tani 32

09/02/17

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Rassegna febbraio 2017

Pagina II

Alluvioni in Toscana

Rischio idraulico addio L'Agna è più sicuro grazie ai nuovi arginiNazione Prato P. 12 34

10/02/17

Alluvioni in Toscana

Quaderni d'Archivio ecco il numero 6Tirreno Pontedera Empoli P. XVIII 35

16/02/17

Alluvioni in Toscana

«Trincea di signore» L'alluvione «vista» ascoltando la radioNazione Grosseto P. 26 36

19/02/17

Alluvioni in Toscana

Dall'Opera al Museo, la signora delle grandi sfideToscana Oggi P. 18 Antonio Lovasclo 37

I tabernacoli della Madonna restituiti alla cittàToscana OggiL'osservatore Toscano

P. VIII Paola Bolletti 41

24/02/17

Alluvioni in Toscana

Il ponte abusivo e l'alluvione: otto indagati, anche NocentiniCorriere Fiorentino P. 9 Valentina Marotta 44

Le notti bianche di Vitellozzo Fra vino, imprecazioni e poesiaNazione Firenze P. 17 Giovanni Bogani 45

Alluvione del 2013, l'ex sindaco sott'accusaNazione Firenze P. 28 47

Protezione civile, ecco i punti a rischioTirreno Massa Carrara P. I Manuela D'Angelo 48

L'Assemblea e la Padula: «Ormai un parco fantasma»Tirreno Massa Carrara P. X 50

27/02/17

Alluvioni in Toscana

"Raccoltosi", il Pit con investimento di oltre 2 milioniCorriere Siena P. 6 52

28/02/17

Alluvioni in Toscana

Ditta alluvionata nel 2003 pagano Regione e ProvinciaTirreno Massa Carrara P. V Cinzia Chiappini 53

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di casa de' MediciUn viaggio alla scoperta-della famiglia che ha cambiato

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Alluvioni in Toscana Pagina 1

a famiglia dei Medi-ci ha segnato la sto-ria della città diFirenze e ha cani-

biato inesorabilmente le sortidell'Italia nei secoli a venire.Economia , arte, letteratura,architettura : il principato medi-ceo ha dato un impulso decisi-vo alla crescita e allo sviluppodell'Italia intera in particolarenel periodo del Rinascimento.Se l'attentato dei 1478 con-tro Lorenzo il Magnifico - ilpiù illuminato dei sovrani delcasato - fosse andato a buonfine, la Storia di tutta la cittàsarebbe caurbiata . Oggi Firen-ze è un 'opera d'arte visitata damilioni di turisti e celebrata

dagli amanti della bellezza. Adecretarne la grandezza sonostati i regnanti di casa Medici.E oggi , oltre cinquecento annidopo, sono ancora tutti insie-ine, nella maestosa basilica diSan Lorenzo.

Un cenacolodi intellettualiIn epoca umanistica e rinasci-mentale, le figure di Lorenzoe Giuliano de' Medici si sonorivelate decisive. Lorenzo, inparticolare, seguendo l'esem-pio dei grandi imperatori delpassato, creò intorno a sé unvero e proprio cenacolo di intel-lettuali, con il compito di espri-mere tutta la creatività possibileper fare di Firenze un centro dipotere culturale prim'ancorache economico. Grandissimiletterati come Angelo Polizia-no, Luigi Pulci, filosofi conceMarsilio Ficino e Pico dellaMirandola, grandi artisti comeSandro Botticelli e un giova-ne Michelangelo accesero unostraordinario fermento cultura-le intorno alla corte medicea.

Le tombe dei principiNella Basilica di San Lorenzo,la Sacrestia Nuova è un luogodove l'impronta di Michelan-gelo è evidente. Al suo internosi trovano due tombe: quel- »

Alluvioni in Toscana Pagina 2

Lo scrignodi Francesco IA Palazzo Vecchio si trova uno dei luoghial tempo più segreti di tutta Firenze: ilcosiddetto scrigno di Francesco I deiMedici, un luogo lontano da occhi indi-screti dove il principe ragionava in tuttatranquillità e nascondeva gli oggetti alui cari.

La stanza è una straordinaria galleriadi dipinti, disposti in modo da circonda-re a distanza equanime tutte le pareti.Ogni quadro non è altro che l'anta diuna cassaforte scavata nel legno doveFrancesco custodiva i suoi tesori, inparticolar modo gli oggetti legati allasua più grande passione: l'alchimia.La definizione di scrigno non è nata acaso, in quanto la stanza è costruitaproprio a mo' di scrigno. E sono tante leparticolarità di questo luogo. Il conte-noto raffigurato nei dipinti offre, di persé, un'indicazione precisa su ciò che viera nascosto all'interno. Alcuni quadri,inoltre, nascondono dei veri e propripassaggi segreti,

» la di Lorenzo il Magnifico edi Giuliano de' Medici. I lorocorpi sono stati esaminati dagliscienziati, per l'ultima volta, nel1947. Uno studio che ha per-mnesso di notare coane Lorenzoavesse una forte malformazione

Palazzo Vecchio. Uno dei luoghi piùstraordinari di Firenze. Nasconde le stanzepiù misteriose dell'epoca medicea.

♦ Cappelladei PrincipiI sarcofagi contenutisono vuoti. Le spogliedei granduchi sonoconservate in realtàdietro le mura.

alle cavità nasali. II che proba-bilmente non gli consentiva disentire gli odori e lo faceva par-lare con voce stridula. A suffra-gare questa ipotesi sono anchedocumenti del tempo, ma sonostati proprio gli esami dei suoi

resti a darne conferma, Ma c'èdi più. Si è scoperto che il suocranio era più grande del nor-male. Che fosse dovuto a questaparticolare caratteristica la suaintelligenza? Nessuno potrà maidirlo con certezza. Esaminandol'altra tomba, quella che conser-va i resti di Giuliano, gli scien-ziati hanno rinvenuto evidentitracce delle pugnalate che loportarono alla morte.

Rilievi scientificiI resti umani dei due principihanno permesso di confron-tare i documenti per verificarequanto realmente accaduto. Laprofessoressa Donatella Lippi,docente di Storia della medici-na presso l'Università di Firen-ze, ha studiato i resti di Giulianodichiarando che gli assassini"hanno infierito sul calvario ecolpito la mandibola. Dobbia-mo immaginare -- ha spiegato

Alluvioni in Toscana Pagina 3

- Giuliano che cade che cerca diproteggersi col braccio destro.Sul braccio infatti sono statetrovate le tracce di altri colpi.Oltretutto viene anche feritoalla gamba".

Nel cuore della basilicaLa cupola è talmente alta daessere seconda soltanto a quel-la del duomo. Nella cosiddettaCappella dei Principi sono con-servate le loro tombe monu-mentali, anche se all'internonon vi sono più i corpi. La cap-pella è formata da un magnificointarsio di pietre colorate. Perla sua realizzazione di questa fuistituita un'istituzione, l'Opifi-cio delle pietre dure, che ancoraoggi opera a Firenze per la con-servazione e il restauro delletante opere d'arte che Firenzecondivide con il inondo. Unoalla volta, i Medici sono sta-ti portati via dalla cappella in

altri luoghi e studiati affinché sipotesse ricostruirne tutta la lorostoria.

I danni dell'alluvioneL'alluvione che ha colpito Firen-ze negli anni Sessanta ha creatonon poche difficoltà all'operadegli studiosi. "L'inizio dei lavo-ri è stato molto promettente- ha dichiarato la direttrice delmuseo Cappelle Medicee Moni-ca Bietti - anche se da subito cisiamo dovuti accorgere chela terribile alluvione nel 1966aveva colpito profondamenteanche le tombe (lei medici. Sitrattava - lia spiegato - di rie-sumare le ossa dei principi e distabilire, attraverso le indaginiche si potevano fare, dal DNAad altre mille ricerche, qualifossero le patologie che poteva-no aver colpito i membri dellafamiglia'

La tomba di GianGastoneIn una delle zone meno acces-sibili della Basilica vi è una lapi-de, quella di Gian Gastone deimedici morto nel 1737. Quan-do la lapide fu rimossa, al suointerno non fu trovato nulla. Apochi centimetri dalla lapide,

A ParticolareII ritratto di Lorenzoil Magnifico (1550circa), realizzato daLuigi Fiammingo, èconservato nel Museodegli argenti

Ili laboratorio dell'alcliiriiistaDi Giovanni Stradano, ritrae Francescoi come un operaio alchimista.

invece, si notò, inciso sul pavi-Inento, un cerchio nero.Rimuovendo la lastra di marino,i ricercatori trovarono un acces-so a una cavità sotterranea dovefu scavata una piccola volta aldi sotto del pavimento. Quandofu scoperta era ancora piena delfango che aveva invaso gli spazia causa della alluvione di Firenzedel 1966, ma, una volta bonifica-ta l'area, furono ritrovate diversetombe di bambini. Probabilmen-te nell'antichità si trattava dellacripta che ospitava i nati mortidella famiglia dei Medici. Al

Quella pozíone...Da un passaggio segreto all'interno di Pa-lazzo Vecchio, si accede a una piccolissimastanza, senza finestre e nascosta al transito.L'ipotesi avanzata nel corso dei secoli è cheproprio quella stanza che custodisse glioggetti più preziosi. E un altro passaggio,infine, conclude la diramazione dei cunicoliche riporta allo scrigno di Francesco I.Tra i tanti e meravigliosi dipinti appesi allepareti della sala, ce n'è uno più particolaredegli altri. Il quadro fu stato realizzato daGiovanni Stradano e raffigura un laboratoriodi alchimia laddove, tra i vari personaggi,Francesco I è ritratto nell'intento di me-scolare una pozione. C una raffigurazioneassolutamente insolita per un sovrano, dalmomento che egli appare come un operaio.

Alluvioni in Toscana Pagina 4

Lo studio di Cosimo

Sala dei tesoro . Dalla stanzadi Cosimo l visi accedevaattraverso un passaggio segreto.

» tempo infatti, la mortalitàinfantile era molto alta.

Nella criptaTra le altre, nella cripta si tro-va una bara trasparente dove èancora visibile un corpo di unbambino che si pensa abbiaavuto circa 5 anni. Intorno aisuoi piccoli resti sono ancoravisibili i vestitini che indossavaal tempo della morte. Oltre allebare più piccole, che conserva-vano i corpicini dei bambini, èstata ritrovata anche una torn-ha più grande il cui involucrodi legno era rovinato dall'umi-dità e dal fango. La particolaritàperò in questo caso era un'altra:l'involucro di legno era ricoper-to a sua volta da una serie distrati di piombo che ne hannopreservato la conservazione. Ilcorpo all'interno della teca eraproprio quello di Gian Gastonede' Medici, attualmente con-servato all'interno della criptain una teca di vetro.

L'ultimo principeGian Gastone de' Medici muo-re nel 1737 ed è l'ultimo prin-cipe della dinastia medicea.Nella tomba fu ritrovata anchela corona che indossava almomento della morte. La sorel-la di Gian Gastone, Anna MariaLuisa de' Medici era una donnad'intelligenza sopraffina e, asuo modo, salvò la storia della

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V La Basilica di SanLorenzo . Le tombedei principi mediceie i segreti delle loromorti si trovanoin questo luogomeraviglioso.

Da uno dei passaggi segreti dello scrigno di Francesco l a unaltro studiolo, appartenuto a Cosimo I, padre di Francesco, cheseguiva la stessa filosofia dello scrigno. Un luogo in cui eratutto talmente segreto che era impedito perfino alla servitù diaccedervi. Cosa vi si facesse all'interno è rimasto un mistero.Nello studiolo è presente una sola finestra che dà verso l'ester-no. I vetri furono costruiti in modo da tale da far passare la lucerna da impedire di capire chi vi fosse all'interno della stanza.Anche nello studiolo, tra i tanti armadi nei quali il principeconservava documenti e segreti, si trova un passaggio, checonduce a quella attraverso uno stretto corridoio a quella chealcuni hanno definito la Sala del tesoro.

sua famiglia e tramandò le ope-re costruite a Firenze nel corsodei secoli. Ella, infatti, avendocompreso che la città sarebbefinita nelle mani degli Asburgo,ebbe un'idea geniale. Stipulò unpatto con gli Asburgo, che pre-vedeva che tutte le opere d'artedi Firenze dovevano rimanere

nella città senza essere distrutteo spostate. Gli Asburgo tennerofede a questo patto ed è statoproprio grazie a tale stratagem-ina che la città di Firenze è riu-scita a conservare - a differenzadi quello che è accaduto in altrecittà d'Italia - il proprio patri-monio artistico e culturale.

Alluvioni in Toscana Pagina 5

OPEFICIOPI

Alluvione'66,il raccontodell'arte salvata

IL cinquantesimo anniversario della grande alluvionedi Firenze, lo scorso novembre, è stato l'occasione perintraprendere una capillare operazione di ricognizio-ne nell'archivio dei restauri e fotografico dell'Opificiodelle pietre dure, con l'obiettivo di censire tutte le ope-re di cui era rimasta traccia documentaria dal 1966 aoggi. Il risultato di quel lavoro è al centro del volumeDa Cimabue a Vasari. Repertorio delle opere d'artealluvionate dagli archivi dell'Opificio delle pietredure, a cura di Anna Mieli, Irene Foraboschi ed ElenaNazzari (Edifir Firenze), che sarà presentato questopomeriggio al pubblico presso la sede dell'istituto invia degli Alfani. Intervengono all'incontro ilsoprintendente dell'Opificio Marco Ciatti e la storicadell'arte ed ex soprintendente al Polo musealefiorentino Cristina Acidini.

Opificio delle Pietre dure, v. degli Alfani 78Oggi ore 17. Ingresso libero

U NIVROON(IONE RIíERJATA

Alluvioni in Toscana Pagina 6

FIRENZE 1666 - :tt?1ß. LA BELLEZZA SALVATAdanno subito dal patrimonio della città nell'alluvione dei

1966, sul lavoro svolto, sulle competenze acquisite, su quanto restada fare, in 150 opere„ fra dipinti, sculture e documenti, affiancate da

toriche e video che documentano gli Interventi di recupero.DOVE Palazzo Medici Riccardi, via Cavour 1- QUANDO Fino al 26mar - INFO Tel. 015 .276 0340; cittametropolitana.fi.it

Alluvioni in Toscana Pagina 7

«_'ACJ.', OELL'AF:hIO F EI TPATAALL''N TERNO DELCOLLETTORE CHE PORLA LE AGOUE PIG.ANE FINO ALFIUME. ABBIAMO RISISTEMATO LA PORTELLA ECOLLOCHEREMO POMPE DI SALVAGUARDIA».

«Inondazioni? Paghiamo tutto nilPubliacqua: via libera ai ri borsi«La colpa ero dello scolmatore». Così l'iter da seguire per le richieste

di MARCO CORSI

-:SANGIOVANNI -

SARA LA COMPAGNIA assi-curativa di Publiacqua :t pagare idanni e.-_i t osati dall'alluvione che il6 no1..enil,Ac sí_orso h colpito ilquartiere sa iìCiovannt:se del Bani.L'annunci> è arrivato ieri matti-na iJ[a presenza del sindaco Mau-r zio \'ilieiardi e del I...>poui abiledelle relazioni esterne di Fublíac-qua -latte r i;t,lorril i (nella foto).Entrambi hanno annunciato laconclusione dell'indagine che erastata predisposia in seguitoall'esondazione di novembre.«Abbiamo verificato che il siste-ma fit vario ha retto ha dettof ;olozt bi ed è in grado di soste-ner' l'evento clte s i è verificato inautunno. (., stato invece un mal-funziorcaiïieni o dello scolmatoredi Lun ;:ano Risorgimento. L'ac-qua dell'e. ri,.-; e entrata nel collet-tore che port le acque piovanedallo scolmatore al fiume. In que-sto mesi abbiano risistemato laportella e `llocheremo a brevepompe di sal var uai dia».Pu'bliacelaa jaiindi si è assunta larespons_ibilitiaa di quanto accadutoe possano partire le richieste dirimborsi.. >>sit o-. v iat]]erite la no-stra compa,triía Ji a ;icurazione epagare i danni - ha aggi unto Co-lombi -. I cittadini dorranno pre-sentare tutta la documentazionene+ c aria. C'è un modulo ondinepresente anche sul nostro sito e inos i t-i uffici sono comunque a di-sposizione per ogni -,pi, gaz oaeìn merit>,>. Dal canti, suo il sinda-co 1, ili„.rardi si ` n.(,stratn ', ,deisfatto dell'epilogo, annunciandoche anche il comune, attraverso il

servizio di front-office, aiuterà icittadini nella compilazione deimoduli. Sui tempi del risarcimen-to Publiacqua non si è voluta sbi-lanciare, anche perché l'iter sarà

piuttosto lii i,--o. Nel cono dell'in-contro è stato atf3'or > at,) a nche unargomerii cmcrsc.; mercoled po

tot r.I <ie, nel corso J> uria confe-reaaiza ,tarma indetti dal ,'u.uppoC es,,:e San Glosa.i]ri, e :.alle Listecollegate. In que11 occasione ì: sta-ta resa nota una lettera che il 'ge-store ha inviar! a dicembre al sin-cdac.o di San Giovanni e ai consi-glieri comunali di opposizione,specificando che lo scolmatore diLungarno Ri sor'gi.mento, che haprovocato s esondazi 'ne al Bani,non era sego alato. <, E" una que-stione di I r 1]3a e non d i ostanza- ha detto Colombi -. Quando nel2002. anno In cui abbiamo inizia-

to la gestione dei ser• izio, i comu-ni ci in3Lviarc>no il m ateriale, nontutte le opere erano georefe ren zia-te, ma questo non vtieií t.Jare chenon fossero presenti . Lo scolmato-re non era censito, ma c'era e ed èstato gestito prima dal comune epoi da noi . (-'l i abbiamo fatto an-che alcuni lavori. La stragrandemaggioranza legli scolmatori cheabbiamo eredi ta i r r non erano ,coin-pleti dal punto 1i vista autorizzaii-vo. Poi Poter si è corpi iato. Ilsindaco ha ani]uric iato che manca-no soli passaggi formal i per chiu-dere la pr_atica..,; iia questo haconcluso -- ï]t_,n vuoi dire che Pu-biiacclua, riera fisse a conoscenzadell'eri' enz.a dello scolmatore»

IL SINDACO invita icittadini a rivolgersi alservizio di front-office deLComune

Alluvioni in Toscana Pagina 8

PIUSICUREZZA

Rischio idrogeologico in Alta ValdipesaProgetto della regione per nutigarlo,SI TRATTA di mettere in sicurez-za idraulica e idrogeologica l'AltaValdipesa, nel comune di Radda,quindi in pratica il (lungo una deci-na di chilometri almeno, su 60dell'intero corso) tratto fra le sorgen-ti sotto il monte San Michele e Luca-relli, confine comunale. Per questo,l'amministrazione di Radda - comespiegato ieri dalla giunta Mugnainicon l'assessore Daniele Barbucci -deve attingere dai `Pit' della Regio-ne (Progetti Integrati Territoriali).Sono progetti che prevedono l'aggre-gazione di soggetti pubblici e privatimediante l'adesione ad un accordoterritoriale per strategie mirate allamitigazione o all'adattamento aicambiamenti climatici . Tutte leaziende agricole interessate ed i por-tatori d'interesse dei territori coin-volti sono stati invitati dal Comune

a manifestare la loro adesione al pro-getto entro venerdì 10 febbraio alle17. Il `Pit' consente l'attivazione dipiù operazioni del Piano di Svilup-po Rurale, destinate a rispondere auna o più specifiche criticità ambien-tali (dissesto idrogeologico ; gestio-ne e tutela delle risorse idriche; bio-diversità ; paesaggio ; energia) con-nesse ad un territorio ben definito.Il Comune di Radda in Chianti, inpartenariato con il Dipartimento diScienze delle Produzioni Agroali-mentari e dell'Ambiente dell'Uni-versità degli Studi di Firenze, i sog-getti del mondo della consulenzaagronomica, le aziende agricole delterritorio e i gestori pubblici e priva-ti di terreni agricoli , sta costruendola proposta progettuale «Pit-AltaVal di Pesa».

Andrea Ciappi

Alluvioni in Toscana Pagina 9

e

. ,. a Canevara e a Sant'EusDanni a un'auto, riaperta via Tambura. Martina Nardi: ecco i finanziamenti per il rischio idrogeologico

MASSA

Franano alberi e terra a Caneva-ra, nuovo "scivolamento" dellafrana a Sant'Eustachio di Monti-gnoso con conseguente nuovoprovvedimento di chiusura del-la strada privinciale i all'interse-zione con Via Cantoresa. Sonole conseguenze più gravi dellapioggia di questi giorni.

Lo smottamento in via BassaTambura a Canevara della serascorsa ha provocato il cedimen-to di un albero che è crollato suun'auto e causando ingenti dan-ni. La Provinciale della Tainbu-ra è stata riaperta al traffico nel-

la mattinata di ieri dopo i sopral-luoghi dei tecnici della Provin-cia.

Ma per combattere il dissestoidrogeologico si liberano ades-so fondi statali. Lo annuncia ladeputata del Pd Martina Nardi:«La frana di Canevara - dice - di-mostra la necessità di interveni-re con urgenza per mitigare i ri-schi e le criticità sulla Valle delFrigido. Colgo l'occasione perannunciare che il progetto ese-cutivo approvato per la sistema-zione di numerose zone in dis-sesto nella valle del Frigido è en-trato nel piano frane ed erosio-ne costiera che ci si appresta a fi-

nanziare con gli Fsc (Fondo svi-luppo e coesione) e che ha uncosto complessivo di 2,2 milionidi euro finanziato dal governoper 1,98 milioni (il resto con fon-di regionali). Martina Nardi for-nisce anche un elenco degli in-terventi previsti:ntervento 1 -Località Via Dei Cani; . Interven-to 2 - Località Via Debbio (Cane-vara); • Intervento 3 - LocalitàVia Bassa Tambura (Poggio Pia-strone); . Intervento 4 - LocalitàVia Del Santo; . Intervento 5 -Località Casette; • Intervento 6 -Località Casania; • Intervento 7 -Località Redicesi; . Intervento 8- LocalitàAntona.

L'albero caduto sulla strada a Canevara

Alluvioni in Toscana Pagina 10

installazioni e mostra dell'artista "1 SANTA CROCE

Una mostra che è uno sguar-do al passato, verso l'alluvio-ne dell'Arno, che mise in gi-nocchio la Toscana, e al futu-ro per i materiali usati, i rifiu-ti, e la loro rielaborazione arti-stica.

Domani alle 18, per il pro-getto "Know-howShow-how una geografia direlazioni per Sistemi di visio-ne / Sistemi di realtà", dei Co-muni di Pisa e di Santa Crocesull'Arno, realizzato nell'am-bito di Toscanaincontempo-ranea 2016, nel centro di VillaPacchiani del Comune di San-ta Croce sull'Amo, si inaugu-ra la mostra "José Yaque, Al-luvione d'Amo", a cura di Ila-riaMariotti.

Portavoce della produzio-ne creativa cubana a livello in-ternazionale, loséYaque saràuno degli artisti chiamati adesporre all'intemo del Padi-glione di Cuba alla prossimaBiennale di Venezia. A VillaPacchiani l'artista presenteràdue grandi installazioni pen-sate per gli interni e gli esternidello storico edificio, una se-rie di dipinti e disegni realiz-zati nell'arco degli ultimi an-

ni e un nucleo di disegni e fo-tografie inediti legati a questoprogetto. Premiato dalla Re-gione Toscana sul bando To-scan aincontemp oran ea2016,il progetto è stato condivisocon Galleria Continua eAsso-ciazione Arte Continua, dasempre interessate alla rela-zione tra arte e territorio efautrici della necessità dicoinvolgere gli artisti in unpercorso di riconsiderazionedi questioni sociali.

Per questa edizione il per-corso ha previsto anche unmomento formativo conl'obiettivo di creare scambi einterazioni con le giovani ge-nerazioni: gli studenti dell'Ac-cademia di Belle Arti di Firen-ze hanno partecipato alle fasidi progettazione delle operee, nel caso di una delle opere,alla realizzazione, mentre èstato dedicato un incontrospecifico con l'artista per glistudenti del liceo ArtisticoRussoli di Pisa.

Il percorso condiviso porta-to avanti da Santa Crocesull'Arno e da Pisa tende amettere in relazione tra terri-tori ed artisti internazionali.Per questa edizione il focus

del progetto si è concentratosu Santa Croce sull'Arno el'azienda con cui Josè Yaqueha dialogato è la Waste Re-cycling, società del GruppoHera.

Sensibile all'arte e alle pra-tiche artistiche, Waste Re-cycling si colloca tra le più im-portanti e qualificate impresenazionali che si occupanodello smaltimento dei rifiutiindustriali e del trattamentodegli scarti di lavorazione pro -

venienti da numerosi cicliproduttivi.

«Questo è il terzo anno chel'amministrazione comunalerinnova l'esperienza di mette-re in contatto un artista inter-nazionale con un'azienda delterritorio - spiega GiuliaDeidda, sindaca di Santa Cro-ce-Un progetto culturale-incui l'amministrazione credee che, arrivato al terzo appun -tamento, costituisce ormaiuna piccola storia che riescead approfondire tematicheimportanti del nostro territo-rio declinate attraverso eccel-lenze produttive e artistiche».

Prima della mostra l'artistaè stato in visita all'impiantodi depurazione Aquarno,all'azienda conciaria Dol-men, al Centro notturno diospitalità dove Yaque ha in-contrato alcuni profughi, havisitato il paese accompagna-to da Valerio Vallini, ha in-contrato due esponenti dellecomunità migranti di SantaCroce sull'Amo.

«Durante la permanenza aSanta Croce sull'Arno - spie-ga Mariangela Bucci , assesso-re alle politiche e istituzioniculturali - Yaque ha colto glielementi essenziali del nostroterritorio, primo fra tutti il fiu-me Arno e il suo movimentoche diventa la metafora cheforma il suo lavoro, ma che so-prattutto è la chiave filosoficacon cui legge la nostra socie-

Alluvioni in Toscana Pagina 11

tà: l'immaginario costruitoda Yaque si fonda sul temadei movimento costante e delfluire rappresentato in variomodo dal fiume Arno, daicambiamenti urbanistici, dal-le tante persone che hanno at-traversato il nostro territorioe qui si sono fermate o sonoripartite».

La visita alla Waste Re-cvcling, poi, è stata fonda-mentale in questo percorsoper capire come possono es-sere usati i rifiuti in una visio-ne artistica.

«E sempre fonte di soddi-sfazione per noi essere partedel processo creativo che por-ta alla trasformazione dei ri-fiuti industriali in oggetti d'ar-te e design - spiega MaurizioGiani, amministratore dele-gato di Waste Recycling - eil passaggio di Josè Yaque nel-la nostra azienda dimostraquan lo il progetto Scart sia incontinua e costante crescita.Un progetto che ha fatto pas-si enormi da quando vent'an-ni fa è stato concepito.

Negli anni numerosi artistisi sono avvicendati nei nostriimpianti di stoccaggio, da cuihanno tratto ispirazione oltreche la materia prima peresprimersi al meglio, non ulti-mi i giovani artisti delle Acca-demie di Belle Arti di Firenzee Bologna. Waste Recycling èsempre più riconoscibile a li-vello internazionale non solocome luogo di recupero e va-lorizzazione ma anche di rici-clo creativo dei rifiuti indu-striali».

L'immaginario dell'artista,interessato alla eircolarità delmovimento di cose, acque,materiali, energia, diventa vi-sibile nelle due grandi instal-lazioni pensate appositamen-te per Villa Pacchiani, l'unaesterna, all'ingresso della Vil-la, l'altra per la sala centraledello spazio espositivo.

Una serie di dipinti e di di-segni saranno installati inun'ala della Villa mentre inun'altra saranno esposti i di-segni incentrati sulle immagi-ni fotografiche raccolte a San-ta Croce sull'Arno durante lapermanenza dell'artista euna serie di lavori fotografici.

"José Yaque, Alluvioned'Arno" vedrà la sua conclu-sione con la pubblicazione diun catalogo a documentarequesta esperienza.

I n sensoorarioda sinistraJosé Vaq ue,due operedell'artistae la sindacaGiulia Deiddainsieme all'addi WasteRecycl i ngMaurizio Giani

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Una suggestiva veduta di Villa pacchiani a Santa Croce su II 'Arno , dove José Vaque presenterà due grandi installazioni . A destra: l'artista cubano in una conceria di Santa Croce

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A Vi lla Fzcc«ALLUVIONE d'Arno» vista congli occhi di un grande artista cuba-no, José Yaque, che sarà uno degliartisti chiamati ad esporre all'inter-no del Padiglione di Cuba alla pros-

Realizzate due installazionipensate per gli internie per gli esterni della villa

sima Biennale di Venezia. La mo-stra sarà inaugurata domani nelCentro di Attività espressive VillaPacchiani del Comune di SantaCroce per il progetto Know-how /Show-how una geografia di relazioniper Sistemi di visione / Sistemi di real-tà, dei Comuni di Pisa e di SantaCroce, realizzato nell'ambito di To-scanaincontemporanea 2016. La

mostra esprime la volontà di riflet-tere sui temi della sostenibilità del-le operazioni nel mondo contempo-raneo: sulla vita di oggetti e mate-riali, sull'idea di recupero, sull'ideadei rifiuti come rappresentantidell'identità dei nostri territori esui processi in atto.A Santa Croce l'artista presenteràdue grandi installazioni pensate ap-positamente per gli interni e gliesterni di Villa Pacchiani, una se-rie di dipinti e disegni realizzati

i il talento cubano vaguenell'arco degli ultimi anni e un nu-cleo di disegni e fotografie ineditilegati a questo progetto.Anche questo anno si rinnova cosìun percorso condiviso dalle ammi-nistrazioni comunali di Santa Cro-ce e di Pisa teso alla costruzione diun modello d'intervento e di messain relazione tra territori ed artistiinternazionali. Per questa edizioneil focus del progetto si è concentra-

to su Santa Croce e l'azienda concui Josè Yaque ha dialogato è la Wa-ste Recycling, società del GruppoHera. «Questo è il terzo anno chel'amministrazione rinnova l'espe-

Le realizzazioni sonofatte con materiali eoggetti di recupero

scenza del territorio è avvenuta at-traverso alcune visite: quelle al de-puratore Aquarno, la conceria Dol-men, il Centro ospitalità notturnodove Yaque ha incontrato alcuniprofughi, la visita del paese accom-pagnato da Valerio Vallini, l'incon-tro con due esponenti delle comu-nità migranti. «Durante la perma-nenza a Santa Croce - spiega Ma-riangela Bucci, assessore alle politi-che e istituzioni culturali - Yaqueha colto gli elementi essenziali delterritorio, primo fra tutti il fiume eil suo movimento che diventa lametafora che forma il suo lavoroma che soprattutto è la chiave filo-sofica con cui legge la nostra socie-tà: l'immaginario costruito da Ya-que si fonda sul tema del movimen-to e del fluire rappresentato in va-rio dall'Arno, dai cambiamenti ur-banistici, dalle persone che hannoattraversato il territorio e qui si so-no fermate o sono ripartite».

rienza di mettere in contatto un ar-tista internazionale con un'azienda- spiega il sindaco di Santa CroceGiulia Deidda. Un progetto cultu-rale in cui crediamo e che costitui-sce ormai una piccola storia che rie-sce bene ad approfondire temati-che importanti del nostro territo-rio declinate attraverso eccellenzeproduttive e artistiche». La cono-

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IL premioPremiato dalla RegioneToscana sul bandoToscana i nco nte m po ra-nea2016, il progetto è statocondiviso con GalleriaContinua e Associazione ArteContinua interessata allerelazioni tra arte e territorio

La formaz ionePer questa edizione ilpercorso ha previsto ancheun momento formativo conl'obiettivo di creare scambi einterazioni con le giovanigenerazioni che sono statiun aspetto moltointeressante del progetto

L'accademiaGli studenti dell'Accademiadi Belle Arti di Firenze hannopartecipato alle fasi diprogettazione delle opere e,nel caso di una anche allarealizzazione. I ragazzi delliceo Russoli di Pisa hannoincontrato l'artista

PER REALIZZARE LE SUE OPERE «UN PROGETTO CULTURALEHA DIALOGATO CON L'AZIENDA IN CUI CREDIAMO:«WASTE RECYCLING» E' UN'ECCELLENZA»

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romosse i.drovoreanetti (Legambiente): l'anno scorso con la pioggia caduta saremmo finiti tutti sott'acqua

® QUARRATA

"La strada intrapresa è quellagiusta e alcuni risultati si vedo-no. Un anno fa, con un eventodi questo genere, saremmo fini-ti tutti sott'acqua nella piana".E se lo dice Daniele Manetti, re-sponsabile di Legambiente perQuarrata e punto di riferimen-to dei Carpitati anti-alluvionedella piana, c'è da credergli.

"Chiaramente - continuaManetti in una nota stampa dif-fusa ieri - rimane tanto lavoroda fare ed in clima di collabora-zione e partecipazione bisognacontinuare a lottare incessante-mente per diminuire il rischioidrogeologico della nostra pia-na".

A fare il punto doo l'allarmemeteo del weekend per le piog-ge e i temporali, è una dettaglia-ta nota che lo stesso Manetti hasteso alla fine di un doppio so-pralluogo svolto sui corsi d'ac-qua della piana: dopo l'ora dicena di domenica, quando l'al-larme era massimo, e ieri matti-na, a situazione ormai tornatasotto controllo. Alle 23 di dome-nica risultava un allagamentoin corso in via del Falchero el'Ombrone a Ponte dei Baldi al-la Ferruccia a quasi 5 metri dialtezza.

Il mattino successivo, Manet-ti riconosce che la cassad'espansione della QuerciolaBI I. Acque basse) è entrata infunzione al momento giusto e

ha svolto il suo compito, cosìconce la cassa di Olmi. In fun-zione le idrovore della cassa diOlrni e di via Nuova era in fun-zione, così come le due idrovo-re all'ingresso della Senice nelfosso Quadrelli. Perfettamentefunzionati anche le portelle vin-ciane sul Fosso Quadrelli.

Secondo Manetti rimango-no criticità per il "Piano idrovo-re": bisogna stabilire perfetta-mente quando vanno messe inazione, perché nel pomeriggiodi domenica erano ancoraspente. Inoltre va implementa-to il loro numero, sia per le ac-que basse del fosso Galiganasia per il fosso Senice, per com-battere meglio il rischio allaga-menti.

Gli scarichi di idrovore in funzione lunedì mattina

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1 POGGIOACAIANO

Sono passati ormai più di 24anni dalla tragica alluvioneche il 30 ottobre 1992 colpìPoggio a Caiano, ma ogni voltache il livello dell'Ombrone ini-zia a salire è impossibile non ri-volgere un pensiero a quell'on-data di piena che in pochi atti-mi mise così tante famiglie,tante attività in ginocchio. Ecosa è stato anche domenicasera, quando il fiume è tornatoa far paura a causa delle inces-santi piogge che, a partire dal-le montagne, lo hanno fatto sa-lire fin sopra il secondo livellodi guardia, sfiorando di poco isei metri.

Ma dopo l'ondata di pienapassata intorno alle 23.30,quando l'Ombrone è arrivatoa 5,96 metri a Ponte all'Asse, illivello del fiume ha iniziato ascendere, seppur lentamente,facendo tirare un bel sospirodi sollievo a tutti e tornando a4 metri intorno alle lo di ieri.

«Il sistema di monitoraggiodel bacino delle montagne pi-stoiesi incide anche sull'Om-brone pistoiese - spiega il pri-mo cittadino Marco Martini -quindi se smette di piovere sul-le montagne diminuisce an-che la crescita del livello delnostro fiume, salvo eccezioniparticolari. Domenica sera, ve-dendo che intorno alle 23 sulbacino aveva smesso di piove-re, o comunque che le pioggesi erano molto attenuate, ab-biamo capito che probabil-mente passata l'ondata di pie-na la situazione sarebbe anda-ta normalizzandosi. E così èstato, anche se la piena è statacomunque importante».

Non passa inverno, però,senza che l'Ombrone non fac-cia tremare Poggio a Caiano.Viene quindi naturale doman-darsi se da quel fatidico 1992sono stati fatti abbastanza pas-si avanti per ritenersi in sicu-rezza di fronte al rischio idrau-lico. Abbiamo rivolto la que-stione al sindaco Martini, il

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%il sindaco commenta l'ultima piena dell'Ombroneche domenica sera ha superato il secondo livello di guardiaquale non ha dubbi circa le im-portanti opere messe a puntoin questi anni per proteggere ilterritorio da questo tipo di ca-lamità.

«Da allora di strada ne è sta-ta fatta molta verso una mag-giore sicurezza dal punto di vi-sta idraulico - tiene a sottoline-

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are- Il Comune di Poggio a Ca-iano, insieme a quelli di Quar-rata e Carmignano, ha siglatoun Protocollo d'Intesa per la-vorare insieme su un tema diinteresse comune conce que-sto. Molto importante a que-sto proposito, poi, è stato il fi-nanziamento ricevuto dal Mi-

nistero dell'Ambiente e grazieal quale sarto state realizzate lecasse di espansione dellaQuerciola, di Ponte Attiglianoe il potenziamento di quella diPonte alle Vanne, oltre alla ri-sagomatura di tutti gli arginida Comeana a Castelletti. Aquesti interventi si aggiungepoi la cassa di espansione del-la Furba, realizzata dal nostroComune con l'aiuto della Re-gione Toscana e che, pur do-vendo essere ultimata per alcu-ni dettagli, è già funzionante.Tutte queste opere hanno con-tribuito a garantire una mag-giore sicurezza ed un'ampiacapacità di intervento che og-gi, in situazioni critiche, ci fan-no operare con maggiore tran-quillità».

Fortunatamente, comun-que, pur essendosi trattato diuna piena importante, questavolta non c'è stato bisogno diattivare le casse di espansione.«La sinergia, la collaborazionefra i nostri territori e la RegioneToscana, che continua ad inve-stire sulla sicurezza idraulica,sono fondamentali - concludeil sindaco - A partire da oggipomeriggio, con l'abbassa-mento del livello dell'acqua,inizieranno le verifiche degliargini da parte degli operatoriincaricati. Nel frattempo rin-grazio ancora tutti gli Enti chehanno contribuito nella gestio-ne della situazione di allerta».

Giulia Catarzi©RIPRO[) J»ONE RISERVATA

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L'Ombrone a Poggio a Caiano domenica sera

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SABATO A VILLA ORATORIO

L'Amo nella storiaUn convegno ber il fiumefra `vita e distruzione'

Una foto della tragica a11aevgone del 1966 , urea dei te.rní dei convegno

«L'ARNO fonte di vita e di di-struzione». Sarà queste, il cotive-gno che si terrà sabato prossimoa Villa Oratorio a Limite con ilpatrocinio del Consiglio regiona-le: un'occasione per chi voglia sa-perne di più sul rapporto tra lacittadina valdarnese e il suo fiu-me. La discussione, a cui parteci-peranno rappresentanti del neon-do politico e isiiiuzionale, pren-derà, il alle 9.30 e coins olgera

storici ed esperti Jr c sl r c rheran-no ai presenti il binomio inscin-dibile che da secoli si.tifa a Limi-te e l'Arno, con i vaniaggi e glisvantaggi per i cittadini. «il con-vegno di urna conia diexcnr-ais storico - spiega soddi-sfatto il ainrdaco di t„al i aia e: Li-mite Alessandro Giunti - Gliesperti che hanno risposto pre-sente all'invito illustreranno ilrapporto del nostro parse con

Un xcurs.us storicoa partire dalla Limiteetrusca fino ai giorninostri, passandoper l'epoca romana

l'Arno a partire dalla Limiteetrrisca fino ai giorni nostri, pas-,a.ndi per l'epoca rtfttiana. L'appuntamento a Villa Oratorio otfina poi, non solo ai limitesi, lal ossibilit . d apprendere come equando è naia la, cantieristica na-vale. settore produtti :-o che dallenostra. parti esiste addirittura dal1rW. Rappresentarti della Ca -nottieri Limite - prosegue il sin-Paco Giunti - ci parleranno inve-

ce della nostra società di canot-raggio-. la più antica d'Italia. Infne lo storico Edoardo Antoniniillustrerà il suo libro sulla tragicaalluvione del 4 novembre 1966per confermare quanto il rape x-to tra una città e il suo fiume pus-sa vivere momenti drammatici.Distruzione e paura che in quelcaso non coinvolsero soltanto Fi-renze», S i ricor- la infine che hanno dati l'adesione al convegno ilpresidcnae {dlcl Caan.s glit 'e iona-le Eugenio t=iani, il cousigltererc. gic ral._ ecl .. inda.ro di Capra-ia e Ln ite Enrico osicgiit el'orlores ole Dario F: risi Lei,

Gianni Capuano

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travoltana dA ` -t.- d ` ícqua»

-AUUA-«E' STATO un attimo, poiquell'ondata di acqua e fango hatrascinato via l'auto dove era sedu-ta mia mamma . Non l'ho più rivi-sta». Graziano Fiorentini non im-maginava certo a c sarebbe- an-daro incontro quei drammaticopomeriggio dei 2; utk bre 2011ad Aulla: Eia andato dal aledicaper prendere un app uItam 'nt._„accompagnato dalla madre Lnri-caPavoletti e dal cane di fainigiîa,«Non pio°.na, non c 'era acquanelle strade ma solo un po' in unparcheggio - ha raccontato ierinell'udienza del processo in corsotribunale- ho parcheggiato in via-

le Resistenza e mia mamma mi haatteso in auto, anche perchè dove-vo prendere solo un appuntamen-to. Questione di 5 minuti». Tanti,troppi, se il destino decide im-provvisamente di voltarti le spallecome ha fatto quel pomeriggio aEnrica Pan detti e Claudio Pozzi,le due vittime dell'alluvi.orn.e diAulla. «Lo siudio medico era sen-za luce così il dottore ha dovutocongedare i pazienti in attesa. Ein quel momento abbiamo senti-to un rumore, un boato». Il resto èun film difficile da dimenticare.«Quando sono sceso al piano ter-ra ho visto la mia auto galleggiare,ma non non riuscir , aad _ ; ,_inar

mi perché ero incastrato fra altrimezzi trascinati dall'acqua. Unistante dopo è arrivata un'ondatafortissima che ha spazzato via tut-to: poi non ho più visto mia mam-ma. Che ora era? Le 17,45».

IL CORPO senza vita di EnricaPav Í ;letti è stato poi trovato alle 2di noi i . < da mio fratello in un vici-no parchegnio, alle ricerche han-no partecipato anche i sommozza-tori». ( afa??iorto Fiorentini si è co-stituito parte I y i_le nel processoinsieme ai fratelli Roy Maurizio eSimonetta, as 'salti dagli avvocatiMichela Biasini e Francesco Per-siani. «Nei giorni precedenti - ha

ricordato Graziano Fiorentini ri-spondendo a una precisa doman-da del suo legale - non abbiamoricevuto alcuna allerta-meteo, co-me peraltro non le ricevo ora...».Simonetta Fiorentini quel pomeríggio aveva «pr+ vato più \ alte achiamare mia madre laa ra4_- on-tato al giudice (iinvan r1I Ss;amab-ti e al pm Marco Rappelli - nr, ilcellulare squillava a vuoto: sape-vo che era andata dal medico conmio fratello. Allerta meteo? Mairicevuta. Ho visto il fiume ingros-sarsi sempre di più, ma nessunoci ha messi a conoscenza di quan-to stava ...:ïade ndo».

Claudio Masseglia

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FannRiariDue le vittime dell'alluvionedel 25 ottobre ad Aulta,Enrica Pavoletti e ClaudioPozzi entrambi travolti dallafuria dell'acqua. Ieri alprocesso hanno testimoniatoi figli di Enrica, Graziano,Simonetta e Roy (nella foto)

MesacciaNel corso dell'udienza di ierimattina si è anche parlatodella cassa di esp anrinne diChiesaccia e dell'adiacentecantiere della nuova lineaPontremolese «poi confluitiin un unico lotto» haricordato un testimone

potati

Prossima udienza lunedì 20febbraio alle 9 quandotermineranno testimonianzee consulenze di parte civile.Poi sarà la volta degli 11imputati, ex amministratoridel Comune di Aulla e tecnicidella Provincia; molti di loroerano presenti ieri in aula

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LE DENUNCE PRESENTATE NEL CORSO DEGLI ANNI

hiente :. .

0 1sa .. . c1 . . .>>-AUttA-

IN POCHI secondi hann o c irto spa ire sott„ i loroocchi una vita di sacrifici , travolti dall'ondsta che hasconvolto per sempre l'esisienz<i di AEall<a. S+ no deci-ne i danneggiati (cittadini e impienditori ) costituitiparte civile nel processo , per ottenere un risarcimen-to seppur a distanza di anni dal giorno dell'alluvio-ne. Così ieri sul banco dei testimoni hanno racconta-to quanto vissuto in prima persona quel pomerigg-gio da tregenda, di come ad esempio in pochi istantilocali e attrezzi della palestra «Lynea» siano stati di-strutti. Lo ha ricordato l'architetto Leonard.> Cimo-li come consulentee, del titolare della stessa palestra,Gioacciiino Corrado assistito come legale di partecivile d :ril"a. vocato Raffaella Lorgna ): nella sua deposizione ha t it[ o riferimento alla stima dei danniipo °t,ati dal centro sportivo per un totale di. ;0mila

curo. Danni ingenti artiche alla caffetteria «Degli,lst ri» il titolare è a sistito dall'avvocato AlessandroRavani) di via Resistenza, una delle zone più colpite

a i i: ..: ieri in aula la 1,»e,;dente del negozio

DRAMMA L furia dell'acquaad Aulla, sotto Enrica Pavoletti,una delle due vittimedell'alluvione (foto Pasquali)

Francesca Strano ha ricordato la dinamica deglieventi, in particolare la violenta ondata che ha spaz-zato via le auto della zona e travolto i locali del bar.

«NOI LO avevamo detto»: frase forse scontata mamai come questa volta pertinente a quanto riferitodai rappresentanti di Le g: zmbiente, ammessi fra leparti civili del proces { 'w(n l'avvocato Paolo Fra-schini) proprio a fronte delle numerose denunce le-gate al dissesto idrogeolo„iìeo della zona di Afilla. Lohanno ribadito Ieri in aula per l'associazione amb i n-talista Matteo Tollini e lo stesso Cimoli. Sin dagli In-ni `80, hanno ricordato, I egambìente ha portatoall'attenzione degli enti preposti J. rischi id? ._,gelogoci della zana l'to.e o oggir,rrcaio al 20 febbraio alle9 con l_ deposizione di due consulenti di parte civileinsieme a t3 altri cittadini €annc j; ti. Poi a parlaresaranno gli imputati, ex amniinisirat''-tri del Comunedi Aulla e iecn ei della Provincia tic cusatr a vario tito-lo di omicidio e disastro colposa.

Claudio M2asceglia

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!r- ` &NAAULLA , MULALZC . 'OODENZANA E PONTREMOLISONO STATE COLPITE (IN MANIERA DIFFERENTE)DALL 'ALLUVIONE DEL 25 OTTOBRE DEL 2011

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NELL .UTUNNO DEL 2012 LA ZONA DI RICORTOLAE PARTACCIA SONO STATE SOMMERSE DALL'ACQUAFUORIUSCITA DAI CANALI: DANNI INGENTI OVUNQUE

E Ricortola vive ancora nell'incubo«Fiumi insicuri: a quando i lavori?»Duro j'accuse del Comitato. «In quattro a ni non è statofatto nulla>;

- MARINA DI MASSA - è lo conforic, a farla da padrone:perché dal 2012 sono state fatte tan-te promesse, decine e decine di in-contri. L'ultimo un anno esatto fa,con l . s e,ore reeio i i_ie FedericaFiatoni . «G ì avevano dato ampi ras-s,ictirazioni ma nulla stato fatto».L,e titani che si sono tretie intornoai Lï\'oh, insomma, non hanno maimesso nero su bianco l a, riu deicantieri. Nel mezzo , la r?ièrrna del-le Piovince e la legge r egionale diridistribuzione delle .onrp. Lenzehanno nnescolato tutte le carte. Co-si, mentre pruna del gennaio delOl0 il Coniane, grazie ai i n..nzi -

mens i t e;_ i o na í i del Documento an-nuale li d1 -!-! znkn hq po(uto

sistemare il Cocombola, a montec.ell'Amelia, rl 3 acortota e rimastoquasi ln tessi de l 2012.1--7 stato pu-liro, s nu nati rïrtì_ ? nr>.)ei pontigià lì] Set b..;i. rlc del ili r aiitelit le della sï.>tein ,r,t_rie iell' al; co, poitutto si e as ,opit:_ nel lintko ciel«vorrei rn glori posso». «Oggi lacompetenza e rutta della Regione -ha p>ro c eult>' taccagna - che hafra le mani un progetto del Comu-ne pe r l a;legsuaniento idraulico delRicortola í int . ento da 2.500.000euro, pi elimin_lre steso nel 2014ndrj, che hagiaavuto parere pos>iti

o cieli ïaenio civile e che potrebbebenissimo contenere le portane c ipiena previste dalla Regione»

Francesco Scolaro

SONO passati oltre 4 anni dall'au-tunno del 2012 quando Massa finìsott'acqua, dalle colline rtel Candiaproseguendo lungo l'asse, del. Ricor-tola flu>' al mare _ M lto e st°ato fat-to, poi carità, soprattutto; lato mon-te, n a :>i sono ceritina a íii p-isoneche aspettano ancora di tornare aessere cittadini di serie A e a ognipioggia vivono nell'angoscia cheun'altra alluvione possa portarglivia un 7)ez :o di vita. «C'è una psico-si» non tha usato mezzi termini IvoZac..gita, pr. siíd.itte del Comitatoali iodati Ricortola Casone Bon-dano Pailacc ia, durante la confe-reni,a. stampa convocata assieme ai

Gli interventi del Comunesolo a Romagnano«Per noi solo promesse»

con iglieri .del cc miiaic, stesso.Moni.s1 itami ? .:Ma r CristinaOrri-co,l iuscpl:1 n,t fTlei lil i, V415-sti, Monica hi An.:J.ia e Bar b ai .> Bedi-nsi. Abbiamo ragli 3. della pioggiap,,.rche il l .i orie'la, dopo poche oredi precipitazioni niai intense, arri-va vicine al 3i eílo oli guardia men-tre gli argini so no sempre più rovi-nati : c'è un tratto vicino alla. foce,in cemento, con una grossa crepagià segnalata al Con inito. Sono p:ïs.ari quasi 5 anni ; adesso vr,;lií mo

prese di re. ponsabilita, risposte etempi certi per l'inizio e la fine del-le opere di messa in si ute at dellazona». C'è rabbia e preoccupa/i»?-ne. Ma fra tutte le emo zioni, forse,

<AiA chiesto unaltro incontro a Comui ,Regione , Consorzio,Prefettura e parlamentarilocali per avere rispostesulla messa in sicurezza.Ma non vogliamo altreriunioni organizzative: oraè il tempo delle risposte».

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«l ' n'U n cia»

Dal 2012 ad oggi molto èstato fatto soprattutto latomonte, ma fra Ricortola,Casone , Partaccia e Bondanosi attendono interventi «sivive nell ' angoscia»

SOCCORSA [I d3s<t sts°o dì Ricortala r.àel 201 Z, a sin'ssfrall presidente el <rá"omitaí<e aller!òart, tia: Ivo :? s,agnh

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«Argini r vin fi»«Abbiamo paura dellapioggia perché il Ricortota,dopo poche ore di pioggianon intensa , arriva vicino allivello di guardia e gli arginisono sempre più rovinati»

«Soto ...»

L'ultimo un anno esatto fa,con l'assessore regionaleFederica Fratoni. «Ciavevano dato ampierassicurazioni ma nulla èstato fatto».

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RIFONDAZIONE CONTRO L'OPEFA «RISPC LVERATA OLTAN\NTO PER MOTI`;'I ELETTORALI

«frafcro della Foce, un pericolo per il territorio»-MASSA. CARRARA -

SE NE PARLA d . anni st pIatti.3t:-to guar ,lí casi' t quaridi inilanneadavtL :inaisiledize,ui Fosiiltr!-foto deva Foce li ej ita argomentoul quale :ryi :.etere ,alveo poi ln lo

resIat e lene _e mcrt a. «10nnai n i-tolirtea l s LCtI;_ie pIovin{_ialt' diRifondazione riiiÈío VIII"'c_hi - Lene siamo fatti una r a0 one ... Sappia-mo benissimo che l'indole umanaimmaginandosi onnipotente, pen-sa di essere più forte dei limiti e deìvincoli ambientali sfidando la natu-ra che molte volte (anzi, quasi sem-pre) si ribella . Prendiamo atto chesi torna a parlare di urI _ope inuti-le come il `tr for= della I'=ce', capa-ce di far risi a rn-n a, quei rr; -quat-tro minuti di stiada p ci mer( en: in

Massa edue ,1tta alle prese (ii >.,i PIO-blemi di tenuta geo l >giú:.:a e idrica»Non manca una ','ecna ironica quan-do Re «appren. de che i problemidelle due città pare siano dovuti al-la via della Foc, e a(1 . `, urelia che al-lontanano e non a'' ícínann... Noiabbiamo sempre 1 eusate invece.che i problemi delle due city i to s e-

rí? {1 0ï;cLFp3.,!;ne, lio'est!D idro-

geOl04, ' ,.. p rl...)lonLâ i u'auhchei1t;i nostri caaali, sunoi ra±"nenti e lefrane dclk iP4 ntágnr., u:_ arca indu-striale poco attrati i vâ.

CHI PENSA alla c ostro/ione deltraforo della 1 olle a,rn;e e lelnenro

di cviluppn, In fa sen! i "'OL s1. 1_._are

che 1 00 nietl i suico cl.lIa 1,te wnta opera. bastanopiogge di Iziaj ila irui I_.,Ita per #afranai e tutto. ili qucIl a cn .. sisto-no canali ion bati che mettono a ri-schio abitazioni e tcue ni iE inaccet-tabile pensare di spendere denaropubblico per un'cp=_ie chi generein un territorio con paesi montania rischio isolamento , con canali efossi soggetti a esond ezione, con ilCarrione e il Frigido da mettere in=icure ,ae rn ia1i_ii d metri qua-

rati di terni, ,ad: . iene

bonificati (la oltre a(u anni. Questaè la vera ur enza, m ,ite pila dei 4minuti che si possono ).spannareper collegare Massa e Ccii'La. Sa-rebbe opportuno smettere con an-nunci e vetrine politiche riguardoa denaro che dovrebbe peivcnirenella nostra pros m ie ptr la messain i,. urczz,i del Cerri!" 'lo. S,< iìt?iamo bene IC >n l'a.v'icinarsi delleelei:ii,ni amniniisti..Itive (prima aL tirare. tra hi,,_o hii_i di un annotiMassa) è fondamentale cercare di`meravigliare ' gli eiettori con effet-ti speciali . Rifondazione Comuni -sta rigetta l'ennesima grande operainutile, puntiamo invece a tantepiccole opere di salvaguardia delterritorio, sistemazione dì frane,manutenzione di strade , pulizia esistemazione dei molti canali cheat±rä=versanao centri densamente ahi-tacj .

IL GL L'apertur dl uls ri : f-°,ro:can l' : vsclnarsl delle elezk nltorna in ballo il progetto per marne uno sotre la Foce (foto di repertorio)

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L'A L` ILA PORTATA DURANTEL'EVENTO Di NATALE _,!09

i RAGGIUNSE 11900 METRI CUBI

Rt -`IC''RA PARLANDODI «LIE1,,-5 PIENA»: OPERATORIPRONTI PER L'EMERGENZA

Due piene in poche ore, ma il fiume tieneIL SERCHIO sor s egllatc specia-le. Nella notte tra conreni..:a e lune-di gli occhi ilei veechianesi sonostati puwar; stille acque del fiumeche continua a far paura a sei te an-ni dall 'csondazione. Oltre ti tecni-ci comunali, sugli argini -per con-

«Per tortuna,non c'è stato bisognodi alcun intervento extra»

trollare che non accadessero inci-denti - anche il primo cittadino diVecchiano, Massimiliano Angoli,gli agenti della polizia municipalee i volontari della protezio ne civi-le. «La municipale e umasta linoalle 22, quando si è raggiunto il pic-

FUTE E«Per le prossime orenon solo previsti rialzidel livello sotto controllo»

co massimo di altezza dell'acqua -spiega Angori - poi, visto che la s-tuazione stava lentamente tornan-do alla normalità, sono rimasto insient- alla p c,te r urie civile fino al

-le due di lune'.'tirnattina . Per fortu-rna non c'è stato bisogno di alcuninte { nte , E infatti rientrata su-bito la lieve piena del Serehio, an_nun tiara dal centro funzionale re-gi,_,rnt1,_ Il fiume ha raggiunto ilctdrnine registrando la portata a`/eec iiar o di 3'l? metri cubi al se-condo nella notte di sabato. Ma lagiornata successiva è stata più criti-ca.. Nella notte tra domenica elu-ntdì, infatti !'aa ua t salita a quo-ta 5.64merri (li aitc:ç_r, pere una por-tata di altre 500 meri cubi d'ac -qua.

SE DUANTE la prima piena disabato la portata del fiume non hateso necessario l'intervento di,.tiitsura delle paratoie di 1 iletto-le, il monïtoraggio dai tecr, i,-i delConsorzio ha comunque resa ne-cessaria la chiusura il giorno suc-cessivo. Una squadra di operai delConsorzio 1 Toscana Nord è rima

i.circ;vc;-sto sul posto, agli impian tiri di Avance Filettole, per un mon t raggio in tempo reale. Il fiumeha r ,-giunto la quota di piena e laportata, e aumentata notevolmentepur marttenendusi sotto ildi guardia. Ua qui la necessita di

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,'peraare la mano--,, ra di chiusuradelle- j)á ,toie a Frlett-Ac e Avanelcrï itueil ri.fltt solelfieymever-52entri ;;L ïrutì. I.a. marinara sirende n,-r:cs,.,anadel fiume irz piena ragg;t;n,ze l::rl-teZZa dk 5.15 inetti a À 1 !n e`.40 aFilcttole , Le p, ratie: sono nate ri-

1 calo d`1-prístínate al mc rare.lt(, ,la portata dell'acqua. Il Sercilio, co-munque, continua a:chi ha ancora ben intesta t (.sof;,.la-

Lt.. zz: massimaIl picco massimo raggiuntodal fiume Serchio, durante lanotte fra domenica e lunedì,è stato di 5,64 metri. Acontrollare che tutto filasseliscio, i tecnici comunali, ilsindaco, lamunicipale e laprotezione civile

zinne del dicembre 2009, quandol'a.:qua raggiunse il dato record d199 ) metri cubi di acqua al secon-do. Niente di paragonabile alla pie-na di questi giorni. Per fortuna.<.Per le prossime ore non sono pre-visti rialzi del livello - ha sottoli-neata il sindaco di Vecchiano -quindi possiamo dire che non cisono dati allarmanti o monitorag-gi da approntare».

Andrea Valtriani

3L I orari

Domenica notte la poliziamunicipale dì Vecchia no èrimasta lungo gli argini acontrollare che tuttoandasse bene fino alle 22.Il sindaco e la protezionecivile si sono soffermati finoalle 2 di notte

Parato ie chiuseGli uomini del Consorzio 1Toscana Nord hanno chiusole paratoie di Avane e

L. portataAl momento della pienanotturna , nel Serchio sonotransitati circa 500 metricubi di acqua al secondo.Allarmante ma non criticocome dato , visto che inalcuni casi, in inverno, siraggiunçjortc: i mille mq

Filettole poste lungo il fiumeSerchio.La manovra si rendenecessaria quando il livellodel, fiume è in piena.

Alluvioni in Toscana Pagina 26

- PROCESSO SULL 'ALLUVIONE DEL 2011

«E successo tutto M* un attirnoHo visto morire ®mia madre»AULLA (Massa Carrara)

«TUTTO in un minuto: primaquel boato, poi l'ondata che ha tra-scinaio via mia mamma». Enrica

P o)etti è una delle due vittimedell'aliuv?._,nc del 2011 ad Aulla,ieri il figlio Graziano ha ripercor-so gli ultimi istanti della sua vitanel corso del processo in corso i_+ntribunale: alla sbarra ex ammini-stratori della cittadina lunigiune-se e tecnici della Provincia «Sia-mo andati insieme lai nncdìcoper uni appuntamtietito h ï ac_x rlIato ái dici (' ï F ; ere iti-

filieosì lei mi ha aspeliat

c

o in u-

to. ,l'o<.u infilati dopo aE'l i.aa Sa1. o

sentito ?ira: runiue forte: quandosono sceso sedevo la mia auto gal-

la zgiare sull'acqua, non potevoraggiungerla perché intorno a mec erano altre auto e detriti spostatidalla piena. Poi è arrivata quellaseconda, terribile ondata. E miai irt rnvi è `"tata trascinata -àa den-tro l'aut ».

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II Comitato alluvionati pressa la ione per un calendario«Interventi insufficienti, il fiume ancora un rischio reale»di Libero Red Dolce/ MASSA

Cinque anni dopo l'alluvione so-no ancora uniti. I membri delcomitato alluvionati ci stannoper passione, civismo e preoc-cupazione per le loro vite e quel-le dei cittadini, ma oggi, trascor-si gli anni di risposte inevasedalle istituzioni chiedono, pre-tendono, una svolta sui lavori dimessa in sicurezza.

E allora si sono riuniti e han-no scritto un documento, spedi-to per mail a tutte le istituzionicompetenti, dalla Regione al Co-mune passando per il Consor-zio bonifica Toscana Nord. La ri-chiesta è precisa: un incontroistituzionale per dare una rispo-sta sull'operato e conoscere itempi della messa in sicurezzanella zona di Ricortola. Il docu-mento è arrivato nelle caselle esotto gli occhi di Enrico Rossi,del consigliere regionale Giaco-mo Bugliani, degli onorevoliMartina Nardi e Andrea Rigo-nfi, del sindaco di Massa Ales-sandro Volpi e del vicesindacoUilian Berti e del presidente delconsorzio bonifica Ismaele Ri-dolfi.

Una lista di nomi ben nutrita,anche perché c'è da fare chia-rezza sulle competenze. Ed èproprio questo l'intento princi-pale del documento e del tavoloche si auspica dovrebbe seguir-ne. Scoprire chi deve fare cosa,con tempi e interventi specificie messi a calendario.

«In questi cinque amni - spie-ga Ivo Zaccagna, presidente delcomitato - abbiamo assistito alrituale delle dichiarazioni, degliannunci sui giornali e alla popo-lazione, degli spot elettorali. IlComune ha fatto dei progetti, è

vero, e la Regione li lna finanzia-ti. In particolari sono stati finan-ziati 2 milioni di euro per opera-zioni sul torrente Ricortola, main realtà operativamente hannoriguardato soltanto l'area delCandia escludendo la zona di Ri-cortola. Eppure è proprio inquellazona, allafoce, che si creal'effetto imbuto con il letto che èstato allargato a monte e lascia-to stretto a valle. E il pericolocontinua a non fare dormire gliabitanti della zona».

C'è bisogno dunque di inter-venti improrogabili sugli arginidel torrente Ricortola che sonofatiscenti, ceduti o non in sicu-rezza. Nel documento si leggeche il comune di Massa ha pre-sentato progetti di difesa nelsuolo nel Dads (documento an-nuale difesa del suolo) del 2015,riproponendoli nel 2016, relati-vi proprio alla zona di Ricortola,nello specifico un «adeguamen-to idraulico del torrente Ricorto-la nel tratto dalla foce a via Pie-trasanta». Cosa sia stato di que-gli interventi non è però chiaro.

«Nel novembre 2013 - ha rac-contato l'avvocato Maria Cristi-na Orrico del comitato - abbia-no presentato una denuncia inprocura riguardo all'alluvione eun'istanza finalizzata alla mes-

sa in sicurezza del territorio. Afebbraio dello scorso anno ab-biamo avuto un incontro conl'assessore regionale FedericaFratoni e in quella sede abbia-mo avuto rassicurazioni sugliadeguamenti idraulici». Tra gliinterventi promessi il dragaggiodel lavello a cura del Consorziobonifica e appunto l'ormai fami-gerato intervento sugli arginidel Ricortola. Eppure l'anno èpassato e di quei lavori non c'èstata traccia.

Per questo il comitato si rivol-ge principalmente alla Regioneche per quanto riguarda gli in-terventi di protezione civile emitigazione del rischio civile haun ruolo preminente. Per que-sto il comitato, dopo un periododi relativo silenzio mediatico, siripresenta compatto con tutti isuoi membri: Monica Briglia,Mauro Pitanti, Mario Mosti, Bar-bara Bellini e Giuseppe Tenera-ni, oltre i già citati Zaccagna eOrrico. «In questi giorni di piog-gia il fiume è tomato a livello diguardia, anche se abbiamo pre-diletto il dialogose sarà necessa-rio torneremo a fax sentire la no-stra voce manifestando. Non ab-bandoniamo la battaglia.

,.o iab,i.a,.

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Alcuni ma uw rÉ !ÉT-i c.4)p; 3É.:.,,,o-oobp..evionatiriunito per chiedere risorse alla Regione

i danni dello straripamento dei Ritortola nel 2012

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{{ Ei,i!'li/!e ïi Firenze,, iGw 6%ii;;Ú r!GiG %a)„

«il comune non è fermo, sta nella partita nonostante dal 2016 la Regioneabbia avocato a sè tutte le competenze in merito alla difesa del suolo».Uliian Berti ( in foto ), vicesindaco di Massa , ribadisce l'impegno el'attenzione dell 'amministrazione sulla questione sicurezza del territorio,intenzionato a non mollare la presa sulla Regione . «Gli interventi dimanutenzione ordinaria li gestisce il Consorzio bonifica, quelli straordinaripure ma con una delega della Regione . Noi dal 2016 sollecitiamo un tavolo,perché gli annunci ci sono ma c 'è tanto da fare». Pertanto sul Lavello siaspetta un finanziamento straordinario perla ripulitura dell 'alveo , mentresul tema caro al comitato , l'allargamento del Ritortola , Berti prevedetempi più lunghi. «spingiamo perché si inizi con l'abbassamento dell'alveo,funzionale poi al progetto di allargamento nel tracciato dall'Aurelia almare. Ma ci sono gli espropri e gli attraversamenti da fare , bisognacominciare con l'alveo . La Regione annuncia un grosso finanziamento di70Omi la eu ro per l'allargamento del ponte sul I ungomare, bisogna fare infretta perché partire a maggio lì sarebbe un disastro».

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ProcesSO CiMie per la morte dí nonna ldínaUna delle figlie della donna morta nell'alluvione 2003 chiede un risarcimento al Comune. Ma i reati sono ormai prescritti

D CARRARA

Idina Nicolai, "nonna Idina",venne ghermita dalla furia delCarrione nella sua casa di viaCarrione. Il suo corpo senza vi-ta fu ritrovato qualche giornopiù tardi a Fossola. Le indaginisu quella tragedia del 23 set-tembre 2003 e sui danni provo-cati alla città dallo straripa-mento del fiume, portarono al-la incriminazione di 24 perso-ne. Accusate a vario titolo diomicidio colposo e altri reati.Una maxi inchiesta in cui figu-ravano come imputati impren-ditori molto in vista del mon-do del marmo, sindaci ed exsindaci, tecnici e dirigenti delComune. Un'inchiesta finitain nulla. Con la prescrizione ditutti reati e nessun colpevole.

Ora, a 13 anni da quelladramma e a oltre due dallachiusura del procedimento pe-nale (2014), si torna a parlarein tribunale della morte dinonna Idina. Una delle figlie diIdina Nicolai, Franca Cargioli,assistita dall'avvocato ErcoleBrambilla ha citato in sede ci-vile il Comune di Carrara, perchiedere il risarcimento di tut-ti i danni da lei subiti in conse-guenza del decesso della ma-dre e dello straripamento delfiume. Un'azione non più dicarattere penale - il processosulle responsabilità penali, si èdetto, è "spirato" per interve-nuta prescrizione dei reati gra-zie alla lentezza della macchi-na della giustizia - ma di carat-tere economico. La figlia pun-ta cioè ad avere, almeno, un ri-sarcimento perla perdita dellamadre e per il dolore subito.

Un procedimento, dunque,anche di significato simbolico,che potrebbe portare, con unasentenza di riconoscimentodelle richieste della famiglia,all'individuazione delle re-sponsabilità dell'aniministra-zione comunale.

Mala strada intrapresa dallafiglia di Idina appare, dal pun-to di vista giuridico, in salita. Ilegali del Comune, le avvoca-tesse Sonia Fantoni e MarinaVannucci, hanno già prepara-to una muraglia difensiva. Ecosa ha fatto l'avvocato AngeloTubolino, in rappresentanzadella Unipol Sai Assicurazioni,la compagnia assicurativa acui si era rivolto il Comune chedovrebbe coprire l'eventuale

risarcimento.La controffensiva delle parti

è una raffica di eccezioni preli-minari che punta a stopparesul nascere la richiesta della si-gnora Cargioli. Gli avvocati delComune e della assicurazionerilevano come "non risulti"che la figlia si sia costituita par-te civile durante il processo pe-nale; e ammesso che lo avessefatto, non ha mai esercitatoazione nei confronti del Comu-ne di Carrara. Come invece in-tende fare adesso. Non solo:sostengono che il diritto al ri-sarcimento provocato da unfatto illecito si prescrive con glistessi tempi del reato penale.E, soprattutto - questa è unatesi sostenuta in particolare

Gli effetti della disastrosa alluvione dei settembre 2003

dall'avvocato Tubolino - chese (come argomenta l'accusa)l'alluvione è da addebitarsi al-le gravi omissioni del Comunedi Carrara sotto il profilo dellamanutenzione dell'alveo delCarrione, allora la competen-

za è di un giudice specializza-to. Ossia del Tribunale delleAcque pubbliche.

Il giudice Paolo Puzone, difronte a tutte queste eccezioni,si è riservato di decidere.

Claudio Figaia

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in aula il drammatico racconto del figlio di una delle vittime: nessuno ci aveva segnalato l'allerta

1 MASSA

«Nessuno mi aveva detto chec'era l'allerta meteo, nientemessaggi dalla protezione ci-vile e nemmeno dal Comune.Per questo io sono andato adAulla in macchina dopo lavo-ro e per questo ho portatocon mela mamma e il mio ca-ne. Li ho lasciati un attimonel parcheggio perché dove-vo andare dal medico a pren-dere un appuntamento peruna visita. Cinque minuti...Non li ho più visti da quel mo-mento». Testimonianza toc-cante quella di Graziano Fio-rentini, figlio di Enrica Pavo-letti, 78 anni. La donna è unadelle due vittime - l'altra è ilsessantenne Claudio Pozzi -dell'alluvione di Aulla del 25ottore del 2011. Alla sbarra cisono i dirigenti provincialiGiovanni Menna, GianlucaBarbieri , Stefano Michela. Aprocesso anche Lucio Bara-ni, ex sindaco di Aulla e oggisenatore, Roberto Simonci-ni, primo cittadino alla datadell'alluvione, i dirigenti del

Comune diAulla (con compe-tenze nel settore urbanistica,lavori pubblici e protezionecivile) Franco Testa, Giusep-pe L rini , Mauro Marcellie Ivano Pepe , l'ex vicesinda-co e assessore comunale aul-lese Gi1do Bertoncini e Gio-vanni Chiodetti , ex assessorecomunale alla protezione ci-vile. Agli imputati sono conte-stati, a vario titolo, i reati diomicidio e disastro colposo.

Drammatico il racconto diFiorentini: «Ero nell'ambula-

I danni dell'alluvione

torio del dottore quando èmancata la luce, luci ha dettoche mom avrebbe più fattonulla perché senza corrente ilcomputer era fuori uso. Inquel momento abbiamo sen-tito un boato, era l'acqua cheera entrata nel portone. Sonosceso per vedere come stavamia mamma e ho visto lamacchina che galleggiava inmezzo alla strada, stavo ten-tando di raggiungerla ma è ar-rivata la seconda ondata chemi ha sbattuto in terra. Quan-

do rei hanno aiutato a rialzar-mi ho guardato dov'era eianon l'ho più vista». La Pavo-letti abitava con il figlio e perquesto Graziano è stato piùvolte contattato dal fratello edalla sorella in quegli attimi.Quest'ultima, Fiorentini Si-monetta, lo ha raccontato inaula incanzata dall'avvocatodi parte civile Francesco Per-siani: «Ho provato a chiama-re mio fratello al telefono per-ché avevo saputo che ad Aul-la era successo quel disastro.

Ma non mi ha risposto. Sol-tanto dopo ho saputo quelloche era capitato a nostra ma-dre». Ma è stato senti ancheEnrico Campi , ultimo testedel pubblico ministero Mar-co Rappelli . Lui è mil tecnicoche si è occupato dei rilievisull'area dove insisteva la cas-sa di espansione della Chie-saccia: «C'erano due cantieriche non avrebbero dovuto es-serci». Il giudice GiovanniSgambati ha fissato la prossi-ma udienza il 20 febbraio.

A sinistra ilgiudiceSgambati;a fiancoun'altraimmaginedell'alluvioneche ha colpitoAullaalla fine diottobredei 2011

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Cassia, un ponte chiamalo desiderio«Nell'attesa la mia azienda è fallita»Due anni dopo l' uvione ancora in corso i lavori per il bypass. E c'è chi ha perso tutto

RADICOFANI )SIENA) Dopo quasidue anni e mezzo il bypasssul fiume Paglia rimaneun'opera incompiuta. Il per-corso alternativo all'interru-zione del ponte lungo la Cas-sia, reso inagibile dalle allu-vioni dell'ottobre 2014, non èancora pronto. Nel frattempoè stato chiuso anche il sotto-attraversamento del ponte,via impervia ma preziosa perrisparmiare minuti e chilo-metri.

Così, l'unica rotta percorri-bile per muoversi tra la'lo-scana e il Lazio, resta il pas-saggio per la strada provin-ciale 24, il vecchio percorso.Un saliscendi di trenta chilo-metri, che attraversa il centroabitato di Radicofani, Comu-ne all'estremo sud della pro-vincia senese, e prosegue fi-no a valle tra curve strette etornanti a gomito. Con buonapace di automobilisti e auto-trasportatori, che oltre ai ri-schi e alle acrobazie al volan-te, sono spesso costretti a fer-marsi per far passare il mezzoproveniente dalla direzioneopposta, a causa della caireg-

giata inadeguata. Senza sot-tovalutare l'incidenza econo-mica negativa per le aziendeche utilizzano la Cassia comecorsia preferenziale. Una si-tuazione di fatto insostenibi-le, come sottolineato a finedicembre 2016 sul CorriereFiorentino da Andrea Fabia-nelli, presidente di Confindu-stria Toscana Sud: «Dopo dueanni e mezzo, i lavori non so-no ancora finiti. Un'aziendadeve perdere un'ora e mezzoper il tragitto alternativo. Fatevoi», disse nell'intervista.

Un disagio che per alcuneimprese è stato fatale. Giu-seppe Zinelli, titolare del-l'omonima azienda di arreda-menti, ha chiuso i battenti.Durante le festività nataliziesi è liberato degli ultimi og-getti in vendita e adesso è in-tento a disfarsi anche delleultime cose rimaste dentro lafabbrica: materiali, macchineda lavoro e scaffalature varie.«Parte della nostra attività -afferma Zinelli - si basavasui clienti che si fermavanolungo la strada, vedendo l'in-segna. Considerando il traffi-co quotidiano della Cassia, ilpassaggio era continuo». Unaquotidianità stravolta dallachiusura del ponte. L'azien-da, collocata diversi chilome-

tri dopo ladeviazioneper Radico-fani, si è tro-vata isolata egli affari nehanno risen-tito. «Comemolte altreimprese -

prosegue Zinelli - avevamopagato la crisi, ma la barcaera rimasta in piedi. Avevouna quindicina di dipendentie più di cento macchinari.Oggi non ho più niente. Pur-troppo, non solo il solo adaver pagato determinate scel-

te, perché in zona altri si sonodovuti arrendere». Una rab-bia dovuta soprattutto ai tem-pi infiniti dei lavori: «Sarebbestato sufficiente rinforzare ilponte. Invece, hanno volutocostruire una via alternativa.Doveva essere una soluzionerapida, ma così non è stato».Per terminare il by-pass,un'opera da oltre un milionedi euro, manca ancora l'assecentrale. Una struttura in fer-ro da congiungere alle duerampe di accesso, pronte maancora da asfaltare.

Quando i lavori sarannoconclusi - «entro la fine difebbraio», ha assicurato ilpresidente provinciale, Fabri-zio Nepi - la strada avrà duecorsie (inizialmente era stataipotizzata una sola con sensoalternato) e «un impianto ingrado di resistere per 1,-20anni». Ma è una toppa che ar-riverà dopo lunghi mesi di at-

tesa e di disagi, in attesa del«vero» nuovo ponte sul Pa-glia, su cui la Regione ha co-municato a fine 2016 di averpreso una decisione. Il nuovoponte sarà realizzato a norddi quello danneggiato e avràun importo complessivo di 7milioni di euro. «L'ultimo in-contro con i sindaci di Abba-dia San Salvatore e Radicofa-ni, Fabrizio Tondi e France-sco Fabbrizi - ha spiegatol'assessore regionale alle In-frastrutture Vincenzo Cecca-relli - ci ha permesso dicondividere la soluzione pro-gettuale su cui procedere ilpiù rapidamente possibile». Itempi di realizzazione nonsono stati specificati, ma do-po oltre due anni è quasipronta l'alternativa, seppurnon definitiva

Radit:ofaniAbbadiaSan Salvatore

Pontesul Paelìa

Aldo Tanl© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le fondamenta del bypass provvisorio: entro fine mese dovrebbe essere pronto

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Le tappe

Nell'ottobredei 2014un'alluvione hacolpito il suddella provinciadi Siena,danneggiandoil pilone di unponte sul fiumePaglia, lungo laCassia

Da allora il

ponte è chiuso

(nella foto

sotto un

articolo dei

Corriere

Fiorentino dei

26 luglio 2015)

La carcassa di un'auto bruciata «parcheggiata» all'inizio dei vecchio ponte, chiuso dal 2014

3:ì'1111E4.E' I.I.'4.;1:1

_J; Ila.E 4 E[ IE.''.41 E '

i Ora stannoper concluder-si i lavori peri Ibypassprovvisorio, inattesa deinuovo ponte

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INTERVENTI PER 300M1 EURO

Rischio idraulico addioL'Agna è più sicurograzie ai nuovi argini

Ruspe in azione per consolidare gli argini del torrente Agna

VIA AI lavori di consolidamen-to dell'argine del torrente Agna.Si tratta di un intervento moltoimportante per garantire la sicu-rezza idraulica del territorio. Unlavoro che consentirà di scongiu-rare il rischio di crolli arginali,proteggendo tutta la zona a suddella Nuova provinciale montale-se e in particolare la frazione diOste. I lavori, eseguiti dalla dittaCafissi, interessano il tratto del

torrente che si estende per la lun-ghezza di circa un chilometro,tra Villa Popolesco fino a VillaGerini, nella zona dello stadio aOste. Maltempo permettendo, laconclusione del cantiere è previ-sta per la fine di ottobre. Il pro-getto, per un importo da 300 mi-la giuro, è stato presentato dalConsorzio di bonifica Medio Val-darno e dall'ufficio del Genio ci-vile Valdarno centrale di Prato e

Stiamo lavorandoin maniera capitaresul reticolo minoreper prevenire eventualiallagamenti

finanziato dalla Regione Tosca-na. L' Agna, infatti, in questotratto è fortemente "pensile". Idepositi di materiali e detriti, ac-cumulandosi lentamente neglianni lungo il corso del torrentehanno provocano un innalza-mento del letto fluviale a un livel-lo superiore rispetto a quello delterreno circostante, rendendo gliargini più fragili e a rischio crol-li. Il consolidamento dell'argineavrà poi una ricaduta positiva an-che per la mobilità sostenibile,perché lungo il torrente sarà rea-lizzato un primo tratto di pista ci-clo-pedonale, che sarà conclusonei prossimi anni e collegheràOste con Montemurlo.«L'attenzione sul tema del ri-schio idraulico è a 360 gradi -spiega l'assessore all'ambiente eai lavori pubblici, Simone Cala-mai- Stiamo intervenendo in ma-niera capillare anche sul reticoloidraulico per garantire la sicurez-za e prevenire eventuali proble-matiche causate da cedimentidelle sponde, dalla vegetazione oda altri fattori e problematiche».

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F/,/%2r i ,A' r I%,riecco i numeroSi presenta il numero 6 dellarivista "Quaderni d'Archivio" oggialle 17 .30 al Muve (Museo delvetro) in via Cosimo Ridolfi 70 aEmpoli . "Governare l'Arno. Usodelle acque e interventi diregimazione tra XV e XIX secolo",é il titolo dei numero 6 dellarivista dell'Associazione amicidell'archivio storico di Empoli, alsesto annodi pubblicazione, conuna periodicità da orologiosvizzero, sempre più punto diriferimento negli studi storici, conuna messe imponente didocumenti d'archivio ineditipubblicati di volta in volta, sulterritorio empolese. Il tema dellaparte monografica é stimolato dal501 dell'alluvione dell'Arno dei1966; ma non si pensi a una seriedi studi celebrativi dell'evento,ma una serie di nuovi studi, conampie ricerche condotte in variarchivi , che vedono perla primavolta la pubblicazione di studi su"I "ripari" dei fiuminell'Empolese : argini, steccale,sassaie , pignoni (secoli XVI-XVI 1011 di Giuseppina CarlaRomby, studi su "La'terramurata' di Empoli e il fiume: lagestione delle acque per le attivitàmanifatturiere e l'igiene urbanatra XVI e XIX secolo " di GabrieleBeatrice ed Elisa Boldrini, altrinuovi studi su "Arno Vecchio e il"taglio" di Limite. Storia e vicendedi una grande opera medicea", diPaolo Santini , "Due casi di mulininatanti tra Empoli e Vinciall'inizio del XIX secolo" di DanielaFattori, "Gore" d'Arno traOttocento e Novecento, letture.Ripensando la cura del suolo altempo dei progresso" di FrancaBellucci ed adue importantibibliografie, a cura di ElisaBoldrini , "Rileggere l'Arno.Segnalazioni bibliografiche acinquant'anni dall 'alluvione dei1966", e di Chiara Papalini,"L'Archivio degli ex Consorziidraulici riuniti di Empoli". Laseconda parte del volume, comeda tradizione ormai denominata"Studi ed esperienze in archivio",accoglie una miscellanea dicontributi, inediti anch'essi.

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PFTTACOLO AL «CILIEGIO»

«Trincea di signore»L'alluvione «vista»ascoltando la radioLA STAGIONE del Teatro delCiliegio di Monterotondo Maritti-me, prosegue sabato alle 21 con lospcttacolo «Trincea di signore».Sa tratta di una produzione «IlTeatro delle Donne/Teatro dellaLirnn ;a».Un _a upettacolo intenso che ha de-buttato quindici anni fa per poiri-Jhirsentarsi con cast diversi, in unpa <tar gio di testimone fra attricic1_wv-er°o inusuai.e.N edl'appuntamento a Montero-tondo Marittimo, protagoniste

Sul patcc salirannoDaniela Morozzie Monica Bauco

della Fior _a saranno le l r < vissinteattrici Daniela Morozzi (nella fo-t4a) e YŸonicaBanco. In «Trincea

.;1gn(_)re5 sono loro a interpreta-re Ortensia e Gervasia, due donneanziane vicine di casa che spiranedalla finestra una Firenze áiluvio-nata, invasa dalle acque. Il lorounico ccnt::aeto con il mondo ester-no è il graccl.lïare di una radio conle notizie riY uardanti l'evolversidella situarione_ meteorologica.Cosi, nel terrario dell'attesa, le duesettantenni. si confrontano ascol-tando notiziari, raccontandosi te-lenovele, litigando, fra ricordi enostalgie, battibecchi e speranze,fantasticando su improbabili fu-

gite incataotca.

ORTENSIA e Gervasia sonochiuse in casa e nel parlare lenta-mente scoprono allo spettatore ladistanza che c 'è tra la r=alta es aerna e il mondo che loro vivono, de-serto e privo di certezze.Durante lo spettacolo si potrannoascoltare musiche originali dal vi-vo di Marco Barald, con la vocedi Giada S c,,Ad. Luci di AndreaVarese.La stagione teatrale è realizzatada Fondazione Toscana Spettaco -lo, Comune di Monterotondo Ma-rittimo e Officine Papa ge. Bigliet-ti per 1{, spettacolo: intero 10 eu-ro ridotto 8 euro. l'rev : ncita di-sponibile al Comune di Montero-tondo (piano terra) il giorno pri-ma dello spettacolo, dalle 10 alle12, e il giorno dello spettacolo di -rettamente alla biglietteria delTeatro del Ciliegio a p+rtire dalle20. Informazioni e pr.n,tazïonitelefoniche al 334.269501!7.

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Dall'Operaal Museo,la signora

delle grandi sfideA colloquio conla commercialista

pratesetra i maggiori

esperti in Italiadi economia

dell'artee della cultura.

Attualmenteè la presidente

dell'Operadi Santa Croce a

Firenze e del«Pecci» di Prato

DI ANTONIO LovAsclo

Si sforza di sperimentare modellinuovi. Senza però tradire unaradicata convinzione: «I museiancora oggi sono un punto di

riferimento e di stabilità per certi versisacrale. Eppure queste imprese longevesono prigioniere di un dilemma: troppopercepiti come attività terziaria, devonotomare a ricoprire un ruolo primario. Eriprendersi la capacità di guida per chivede lontano». Irene Sanesi,commercialista pratese tra i maggioriesperti in Italia di economia dell'arte edella cultura, mi snocciola progetti eprogrammi che rappresentano in modoplastico ed incisivo l'ambizione grandequanto gli sforzi compiuti dallaFondazione Pecci per realizzare il sognodi una Galleria che in Toscana faccia datraino all'arte contemporanea. Con lostesso piglio sta portando avanti unasorta di «rivoluzione copemicana» nellagestione dell'Opera di Santa Croce, cheda sette secoli abbina Arte edUmanesimo per superare il senso delprovvisorio. L'obiettivo? Far diventare ilcomplesso monumentale francescano la

W\rS\ isi. -rDall'Opera

al luseo,la siRnora

el p, n sJide

Alluvioni in Toscana Pagina 37

seconda tappa di una visita a Firenze:prima il piazzale Michelangelo perammirare ed abbracciare la cittàdall'alto, e poi Santa Croce, luogo diriassunto della storia e dell'artefiorentina.Dottoressa Sanesi , la nostra è unadelle regioni più beneficiate dallaBellezza del Creato e dal genioumano. In questi anni passati alvertice di importanti Istituzioni èriuscita a far lievitare la sua idea diEconomia&Cultura tra tradizione einnovazione?«Credo di poter risponderepositivamente, tenuto conto deglianni difficili che abbiamo appena

messo alle spalle e che anche ilpresente non scherza. Per questo

sono ragionevolmentesoddisfatta e consapevole chesi possa sempre fare di più. Seini guardo indietro, a volte

mi sembra impossibiledi aver raggiunto certi

obiettivi. Un attimodopo, però, losguardo è sulpresente: prontaa nuove sfide».A Firenze e Pratosi era presentatapreannunciandouna svolta nellagestione dei BeniCulturali,sull'onda di unsaggiopubblicato nel2011: «Incantoeconomy». Maquesta «parola

magica» è scattata nonostante la lungacrisi economica lasci intendere di averdiffuso solo povertà e di aver lasciatobriciole alla promozione artistica?«11 2011, l'anno in cui usciva "Incantoeconomy", sembra già molto lontano: inItalia ed anche in Toscana abbiamotoccato con mano gli effetti di una crisiche non era passeggera. Tutt'altro: sitrattava di una fase epocale di profondocambiamento nei processi e nellaproduzione i cui riflessi avrebberoinvestito prepotentemente anchel'ambito culturale, a partire dai tagli deicontributi pubblici su cui storicamente laCultura ha vissuto. Questo ha causatouna naturale selezione tra chi è rimastoancorato ad una visione sostanzialistadel patrimonio e chi invece si è aperto adun approccio sistemico intangibile evaloriale. Nel 2014 usciva il volume "Ilvalore del museo", nel quale provavo aguardare ad un futuro che appartiene aquelle istituzioni che sapranno mediarecon intelligenza tra le due visioni,proponendo un modello di cultura «avasi comunicanti».Fiscalità e mecenatismo culturale: sisono fatti passi in avanti?« L artbonus ha rappresentato una novitàimportante nel panorama delleerogazioni liberali, con un credito diimposta del 65% monetizzabile, seppurespalmato su tre anni, e apprezzabilesoprattutto per la poca burocrazia.L'artbonus si inserisce in un combinatodisposto dove già esistevano liberalità indenaro e natura di cui spesso non siconosce l'ambito applicativo per privatied imprese. Senza dimenticare leagevolazioni per chi dona alle Onlus. Ilcomplesso e articolato quadronormativo, se conosciuto, può essereuna grande opportunità in termini dileva fiscale, anche se lo sgravio dalle tasseè solo uno dei motivi della donazione».Soffermiamoci sul capoluogo toscano.L'Opera ha il compito di tutelare evalorizzare il Complessomonumentale di Santa Croce, che haun forte legame con il quartiere e contutta la città di Firenze . Dopo gli eventiche hanno ricordato l'alluvione del1966 , potrete finalmente dedicarvi conmaggior respiro a progetti specifici didigitalizzazione e di ampliamentodegli spazi espositivi?« L anniversario dell'alluvione è stata unatappa centrale nella programmazionedell'anno appena trascorso. Abbiamolavorato per arrivare al 4 novembre condue obiettivi importanti: accoglierefinalmente l'Ultima Cena di Vasari in unCenacolo restaurato e con una nuovailluminazione (quella che primaabbiamo definito «visionesostanzialista» del patrimonio culturale)e al contempo promuovere delleaperture straordinarie al pubblico fino amezzanotte, provando a raccontarel'incredibile storia di questa opera.

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Aperture che ci hanno confermatoquanto conti saper comunicare l'aspettoimmateriale e intangibile. Questaesperienza si colloca nel solco di unProgetto informatico, che dal 2003 haportato alla documentazione su basemetrica e fotografica di oltre 12.000metri quadri di superficie netta perdiverse migliaia di oggetti d'arte rilevatein immagini misurabili e di alta qualità.Rientra nel progetto anche ladigitalizzazione delle unità dell'archiviostorico, che procede parallelamente alloro restauro. Poi gli spazi musealiall'Opera di Santa Croce servirebbero a 7metri di altezza (!) per evitare il "rischioalluvione": questo il senso di numerosispostamenti in sicurezza dal museo adaltre zone, a partire dal Crocifisso diCimabue, oggi in Sacrestia, edell'innovativo meccanismo disollevamento in caso di preallerta meteo,progettato per il grande Vasari ricollocatonel Cenacolo».Le linee su cui si sta muovendo ilConsiglio anche per un maggiorrilancio turistico del complesso?«La vicinanza di Santa Croce al Lungarno- dove i pullman "scaricavano" migliaiadi turisti ogni giorno - è stato unvantaggio logistico in tutti questi anni.Oggi non possiamo accontentarci di unalogica "passiva". Serve una strategia direspiro più ampio, dentro una visionecittadina e regionale (Firenze e laToscana sono destination brand, comedicono gli esperti di marketing turistico)e soprattutto con fondamentalicompetenze specifiche. Per questo conuna "call" lanciata nei mesi scorsi ciauguriamo di aver individuato unanuova risorsa da dedicare anche a questoprogetto di sviluppo».Puntate anche ad un maggiorcoinvolgimento della mondo dellaScuola e dei giovani?«Sono molto contenta del fatto che SantaCroce abbia presentato con altri 7 Paesi egli Archivi di Fiesole un progettoeuropeo, adesso in corso, sul tema dellacittadinanza, che vede coinvolti anchealcuni istituti superiori di Firenze. Ilprogetto si svilupperà nel corso di treanni: sarà un'opportunità per conoscereil mondo giovanile e gettare le basi perl'avvio di un dipartimento educativodell'Opera».Avvertite il peso di essere unaIstituzione laica ma vicina al mondofrancescano, chiamato a rendere unacoerente e concreta testimonianzadella predicazione di Papa Bergoglio?«Essere una fabbriceria - ente laico chegestisce un Complesso monumentale -racchiude in sé, come la stessa parolasuggerisce, la consapevolezza di essereportatori di valori civici e culturali,strettamente connessi al messaggiospirituale della Basilica Francescana.Riuscire a incidere in questa dimensionevaloriale a cui Papa Francesco ci

richiama è la vera sfida da combinarecon le esigenze, comprensibili viste letragedie contemporanee, di sicurezzadegli spazi e ancor più delle persone».Come accompagnate la ripresa dellepubblicazioni della rivista «Città diVita», che con Padre Rosito nelsecondo Novecento ha lasciato unsegno importante nella storiaartistica e spirituale della Toscana?«L'Opera ha confermato e rinnovato lasua collaborazione con la ComunitàFrancescana in occasione delsettantesimo anniversario di Città diVita, molto più di una pubblicazionecome è stato sottolineato. Questi ultimimesi sono stati importanti perconfrontarsi non solo sul nuovo corsodella Rivista, quanto anche sullavalorizzazione degli spazi delComplesso monumentale secondo unavisione di unità nella pluralità e diversità:Basilica, chiostri,cappella Pazzi,Cenacolo, museo».Immagino ci sia uncostante confrontocon le altre ottoprincipaliFabbricerie dellaToscana , cresciutein questi anni sulpiano delladimensioneartistica e dei flussituristici . Quali sonoi maggiori problemicomuni sultappeto?«Con le fabbricerie toscane e italiane ciincontriamo e confrontiamosoprattutto nell'ambito dell'AFI. Ilcontratto di lavoro è stato negli anniscorsi uno dei temi centrali; oggidiventano attuali tematiche qualigovernane, gestione, fundraising tantoper citarne alcune. Certo va ancheregistrata una profonda varietà tra diloro per patrimonio, risorse di bilancio,struttura organizzativa, a partire dalletre fiorentine».Ma lei non si occupa più solo delgrande patrimonio rinascimentale.Superando gli immancabili momentidi polemica, è riuscita anche adavviare, finalizzando ingentiinvestimenti , la Fondazione per ilnuovo Centro per le articontemporanee Pecd, con la stessaambizione delle sue origini (1988). Sipuò parlare di una scommessaalmeno in parte vinta? Chi è al vostrofianco?«Sono alla guida della Fondazione perle arti contemporanee in Toscana che hala gestione del Centro Pecci da neppureun anno. A marzo 2016 avevamodavanti un'impresa che sembravaimpossibile: la grande riapertura del 16ottobre scorso, a dimostrazione che glistress-test non sono ormai più esclusivo

appannaggio del mondo delle imprese.Tutt'altro. La scommessa l'ha vinta unasquadra museale, una città, una regione.C'è ancora tanto da fare ma stiamolavorando e la mia massima è semprestata quella evangelica che "a ognigiorno basta la sua pena" e anche la suaconquista, passo dopo passo senza maimollare. A proposito di "chi è al nostrofianco", insieme alla famiglia Pecci-

Cangioli, una delle soddisfazioni piùgrandi è stata quella di far partire dazero il dipartimento Fundraising,raggiungendo in sei mesi una raccoltapari al 15% del volume dei ricavi. Unsegnale importante anche per i Socipubblici: Comune di Prato (comefondatore) e Regione Toscana (comesostenitore) che tanto hanno investitonel Centro come bene per la

collettività».Gli obiettivi più immediati del«Pecci»? Cosa ammireremo nel 2017?«L'obiettivo centrale per il 2017 saràportare a termine il cantiere dei lavori,curato dal Comune, così che tutti glispazi del Centro (11.000 mq tra spaziespositivi, depositi, uffici, ristorante,cinema, bar/bistrot, biblioteca,anfiteatro e servizi) possano esserefruibili con un format che ha fatto dellaimmersività multisensoriale il suofulcro. E proprio con l'uso di diversilinguaggi artistici contemporanei è statapensata la programmazione artistica2017, con un'attenzione particolare allacollezione, intorno a cui ruoterà laprossima mostra. In contemporanea (èil caso di dire) gli eventi e gli incontri: laPecci school sempre affollatissima, icorsi, le performance, il cinema...».

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Prato ce la farà a ritornare alla ribaltadella Toscana e del mondo?«Prato, e i pratesi, hanno combattutotante battaglie nel corso della storiapassata e recente. Sono abituati a viveredentro la complessità e ad essere capacidi ripartire, accogliere e premiare ilmerito. Rimane illuminante la figura diMarco Datini, il mercanteglobalizzatore ante litteram, alla guidadi una holding di aziende diffuse nelmondo della fine del'300, con lapropensione al rischio eall'innovazione, grazie al cui lascitoall'Arte della Seta di Firenze per i"gittarelli" (i bambini abbandonati) fupossibile avviare la costruzionedell'Istituto degli Innocenti,testimonianza viva di unaintraprendenza e di una generosità"metropolitana" che non conoscevaconfini. Si, Prato ancora oggi,all'intemo di una profondatrasformazione sociale ed economica,può avere il profilo, le ambizioni e imezzi per esprimere una leadership divalori».

A questi impegni pubblici, allo Studioprofessionale di commercialista,aggiunge anche il gravoso e delicatoincarico di Economo della Curia diPrato . Questo forse è il miglior«osservatorio» per pesare la povertà ele emergenze dei nostri giorni?«L'incarico come economo diocesanoha rappresentato la sfida più grande delmio percorso professionale ed umano.Non smetterò di ringraziare il VescovoAgostinelli per avermi dato questaopportunità e questa fiducia per unruolo dove le competenze economichee amministrative sono una parte della"cassetta degli attrezzi" necessaria persvolgere in scienza e coscienza il lavoro.Si impara in qualche modo facendolosenza trascurare gli aspetti relazionali,progettuali e soprattutto pastoralidell'incarico. Sì, ha ragione: è proprioun osservatorio, ed anche unlaboratorio, di umanità».

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La basilica di Santa Croce a Firenze e, nella immagine grande, ilnuovo Centro Pecci di Prato. In basso a sinistra , Irene Sanesi. Quisotto, la presidente dell'Opera di Santa Croce insieme al presidentedella Repubblica Sergio Mattarella in visita alla basilica fiorentina

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DI PAOLA BOLLETTI

La protagonista è ancora e sempreLei, la Beata Vergine Maria, chemercoledì 1 ° febbraio, in duesuggestivi luoghi di Firenze, è

tornata ad emanare la sua eterna luce disperanza. Sono stati infatti presentatialla cittadinanza due tabernacolirecuperati al degrado del tempo erestaurati con le più avanzatemetodologie: «Madonna con Bambino,Santi e Donatori» in piazza del Carmine e«Madonna col Bambino e San Giovannino»nell'attigua piazza Piattellina.Artefici dell'iniziativa sono stati il«Comitato Tabernacoli degli Amici deiMusei Fiorentini» e la Fondazioneamericana «Friends of Florence»: conquesti, sono adesso quattro i tabernacolirestaurati grazie al loro supportoeconomico, dopo quello di Borgo SanFrediano e via Sant'Agostino.I termini e l'importanza di questiinterventi, sono stati al centro di unincontro con la stampa nella Sala Vannidi Piazza del Carmine, a cui hannopreso parte Eugenio Giani in qualità diPresidente degli Amici dei MuseiFiorentini, la professoressa OrettaSabbatini (che all'interno dellamedesima associazione è presidentessadel Comitato per il decoro e il restaurodei Tabernacoli), Simonetta Brandolinid'Adda presidentessa della FondazioneFriends of Florence, Daniele Rapino eHosea Scelza della Soprintendenza eMarzia Cantini dell'Ufficio Belle Arti eFabbrica di Palazzo Vecchio delComune di Firenze.«Questo è un momento moltoimportante per gli Amici dei Musei, incui viene restituita alla città unatestimonianza significativa - hadichiarato Giani aprendo l'incontro coni giornalisti - sono molto onorato cheFriends of Florence abbia preso inconsiderazione questa iniziativa, seconsideriamo le numerose richieste chericeve».

Altrettanto compiaciuta si è detta OrettaSabbatini che nel suo appassionatointervento, ha prima ricordato la storiadella tradizione dei tabernacolifiorentini e poi quella della nascita delComitato che si occupa del loro decoro,sottolineando gli importanti traguardiraggiunti: «Il Comitato deve la sua piùche ventennale attività allacollaborazione fra il volontariato degliAmici dei Musei Fiorentini e le localiIstituzioni (Comune e Soprintendenze),con la presenza, al suo interno, dirappresentanti della Curia diocesana edell'Opificio delle Pietre Dure; in questianni ci siamo presi cura di quasiduecento edicole».Ma veniamo più nel dettaglio alle dueopere restaurate. Il tabernacolo di piazzaPiattellina, secondo Daniele Rapino, èdatabile intorno al decennio 1550-1560e attribuibile alla Bottega di Ridolfo delGhirlandaio - amico di Raffaello - per laprecisione all'allievo Michele Tosini,specializzato proprio nell'iconografiadella Madonna con Bambino e SanGiovannino. Rapino ha anche spiegatoche è stato molto complessol'intervento, trattandosi di un olio sutavola che nella nicchia chiusa dal vetronon traspirava e rimaneva anzi espostaai temibili raggi uv. Il capolavoroperaltro aveva già subito due restauri, ametà'800 e a metà'900, con sistemicomprensibilmente meno adeguati

degli attuali.Il tabernacolo di piazza del Carmine,posto sull'angolo della casa dove vivonole Suore Missionarie di Maria anch'essepresenti alla conferenza, è invece unapittura su marmo, la sua attribuzioneoscilla fra Niccolò Gerini e il Maestro diSan Martino a Mensola ed è da collocarenella seconda metà del Trecento.«Da anni la nostra Fondazione èimpegnata nella salvaguardia di questeopere, perché siamo convinti chel'identità della città sia preservata anchesalvando esempi di "public art" ossiaarte pubblica, fruibile da tutti in quantonon conservata in museo - ha dichiarato

Simonetta Brandolini d'Adda - e proprioperché collocati all'aperto i tabernacolihanno bisogno di una cura maggioreaffinché possano continuare araccontare il valore culturale di Firenzeanche nel futuro. Per questo siamo felicidi collaborare con Soprintendenza eComune a fianco del Comitato e degliAmici dei Musei, per tutelare questemeravigliose opere d'arte».Interessante anche la riflessionesuggerita da Hosea Scelza, che hapuntato i riflettori sulla complicatatutela dei tabernacoli: «La nostralegislazione relativa ai Beni Culturali,seppur corposa, ha un buco nero,

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perché non prevede una completa tuteladi questo tipo di opere - ha dettol'architetto -: solo quelle che sono statesottoposte a notifica da parte delMinistero o che sono situate in strutturesottoposte a notifica, sono totalmenteprotette; è vero che nessun tabernacolopuò essere rimosso o eliminato senza ilparere degli organi competenti, ma puòessere vittima di restauri arbitrari e nonidonei, decisi per esempio dal privatoproprietario dell'edificio dove ècollocato».La conservazione e la valorizzazione delpatrimonio culturale della città in tuttele sue forme e, in particolar modo,quella dei beni monumentali, sono trale primarie funzioni del Comune diFirenze e sono perseguite attraverso leattività di manutenzione, restauro econservazione del patrimonioarchitettonico e artistico. «Per questomotivo l'Amministrazione cittadinapromuove il progetto Florence I Care -ha spiegato Marzia Cantini - offrendoagli interessati l'opportunità dipartecipare in prima persona (consponsorizzazioni o donazioni) alfinanziamento di iniziative volte allaconservazione, al miglioramento ed alpotenziamento di uno dei più ricchipatrimoni d'arte e di storia dell'umanitàche è quello della nostra città».A conclusione dell'evento, labenedizione dei due tabernacoli daparte di don Wieslaw Olfier, parrocodella parrocchia di San Frediano inCestello e di padre Raffaele Duranti,priore del convento del Carmine,seguita con interesse da un nutritogruppo di cittadini.

Quella presenza nelle stradeche risale al medioevoP er trovare il motivo della copiosa presenza di tabernacoli a Firenze , bisognaI risalire al medioevo e allo svilupparsi dell'eresia catara , un importantemovimento che si diffuse in tutto l'occidente cristiano . Non sempre coerente euniforme , il catarismo attraversò un lungo spazio di tempo, attirando un'ampiafascia della società dell'epoca . Catari : il loro nome significava puri, eranocristiani ma gnostici e quindi eretici agli occhi della Chiesa cattolica.Questa corrente spirituale si diffuse un po ' in tutta Italia , trovando terreno fertileanche a Firenze . In città aveva infatti preso piede un ramo del catarismo, quellodei cosiddetti patarini - in dialetto lombardo «straccioni» - accomunati ai cataridal convergente obiettivo di combattere i lussi e i vizi del clero. La predicazionedi questa eresia portò a una scissione tra cattolici ortodossi - cioè fedeli allaChiesa romana - e il movimento dei patarini. L'inevitabile contrasto sfociò in unavera e propria lotta sanguinosa all'interno della popolazione: una guerra civileche divise la città.Per provare ad arginare il diffondersi di questa eresia , intervenne undomenicano divenuto successivamente santo: San Pietro martire. Di originelombarda, venne a Firenze per predicare, esortando i fiorentini a manifestare lapropria fede nella divinità di Cristo attraverso l'incarnazione, concettofortemente rappresentato nella figura della Madonna col Bambino.Vi fu dunque una sorta di gara tra le famiglie , i gruppi e le confraternite,nell'edificare sul muro del proprio palazzo edicole caratterizzate da talesoggetto , testimoniando così la convinta aderenza all'ortodossia cattolica.Con lo scoppiare della peste , altri tabernacoli vennero costruiti , dedicati questavolta a santi protettori , ai quali ci si rivolgeva per scongiurare la terribilemalattia : veri e propri piccoli altari all'aperto , dove si diceva la messa per imalati costretti in casa consentendo loro di assistervi dalle finestre.L'usanza di edificare questi piccoli monumenti , che nel frattempo erano diventatipatrimonio artistico poiché spesso eseguiti da illustri pittori e scultori, proseguìnel tempo , arrivando a farne contare addirittura un migliaio solamente nellacerchia cittadina.Purtroppo, con l'alluvione del 1966, molti tabernacoli furono gravementedanneggiati , ma grazie all ' idea di quattro grandi fiorentini - il CardinalePiovanelli, lo studioso Ennio Guarnieri , Antonio Paolucci e Raffaello Torri cel li,fondatore e poi presidente , quest 'ultimo , del Comitato Tabernacoli - venne creatoun gruppo di lavoro che si sarebbe occupato del recupero di queste preziosestrutture.Ecco dunque come è nato, ben ventisei anni fa , il Comitato per il restauro e ildecoro dei Tabernacoli degli Amici dei Musei Fiorentini , che sempre piùtenacemente si prende cura di questo patrimonio artistico riunendo, nelmedesimo intento, le soprintendenze , il Comune , l'Opificio delle Pietre Dure e laCuria diocesana.Ad oggi, oltre centocinquanta sono i tabernacoli restaurati all'interno dellacerchia comunale (oltre duecento , se si calcola anche il territorio delle treprovince) grazie a donazioni e finanziamenti esterni, ma soprattutto in virtù dellapartecipazione della fondazione «Friends of Florence» che, nonostante le molteiniziative in agenda , con grande intelligenza si propone di valorizzare anchequello che potrebbe sembrare un aspetto minore del patrimonio fiorentino.Per informazioni sul programma 2017 ed tesseramento:Comitato Tabernacoli c/o Amici dei Musei FiorentiniVia Folco Portinari 5A - 50122 Firenze - Tel. 055 293007 -info@amicideimusei . it - www.amicideimusei.it

P. B.

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Don Wieslaw Olfier,parroco di SanFrediano inCestello, durantel'inaugurazione delrestauro deltabernacolo dellaMadonna in piazzadel Carmine. Sotto,il tabernacolo dipiazza Piattellina

Inaugurati altri due restauripromossi dal comitato chesi prende cura di questi luoghidi arte e devozione popolare

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Il ponte abusivoe l'alluvione:otto indagati,anche Nocentini

FIGLINE Per ore la pioggiaflagellò Figline Valdarno. Lamattina del 21 ottobre 2013,tracimarono i torrentiPonterosso e Granchie, ilfango si riversò in paese:cassonetti portati viadall'acqua, garage, negozi eappartamenti allagati, autobloccate. Per quellaalluvione la Procura hachiesto il rinvio a giudizioper otto persone, tra cui l'exsindaco di Figline RiccardoNocentini, l'alloraresponsabile dei lavoripubblici del ComuneRoberto Nocentini,dirigenti del dipartimentodei lavori pubblici dellaProvincia e imprenditori.Per tutti l'accusa è, variotitolo, cooperazione indisastro colposo einondazione. Ieri si è apertal'udienza preliminare difronte al gup Fabio Franginie proseguirà il prossimo 3maggio. Non si trattò di unevento eccezionale,secondo il pm PaoloBarlucchi, ma di un erroreumano. L'esondazione deltorrente Ponterosso,secondo il pm, fu provocatada un ponte privatocostruito abusivamentenegli anni `70 che fece datappo ai detriti e ai ramitrascinati dalla piena. Giànel 2007 la Provincia avevalanciato l'allarme masindaco e dirigente nonavrebbero ordinato lademolizione. Un altro casoil ponticello sul Granchie,ostruito anche da ponteggie tubi in ferro del cantiereper la realizzazione delcollegamento ChiantiValdarno-Poggio alla Croce.

Valentina Marotta© RIPRODUZIONE RISERVATA

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AL CINEMA HA LAVORATO INDIMENTICABILI LE PROVEANCHE CON MARCO FERRERI AL FIANCO DI ALESSANDROTROISI, LIZZANI E VANZINA PACI E MASSIMO CECCHERINI

Le notti bianche di VitellozzoFra vino imprecazioni e poesiaCarlo Monni e le sue cene nella trattoria che chiudeva solo all'alba

PER ME, era il sindaco di Firen-ze. Quell'omone scapigliato, cheda lontano mi vedeva e mi urlava«giornalista! Come tu stai?».Quell'omone scapigliato, vichin-go fuori tempo e fuori luogo, cheincontravo con i sandali da frate,la camicia aperta fino alla pancia,gli occhi ridenti, lì nella trattoriadei fratelli Briganti.Carlo Monni. Uno che ha giocatoa fare il cinema e il teatro con Ro-berto Benigni, e che ha giocato avivere la vita con tutti. Un vichin-go che veniva da Champs sur leBisance, Campi Bisenzio, campa-gna vera, quando lui era ragazzo.«Quando venne l'Alluvione, noiragazzi s'andò a tirar via gli ani-mali morti dalle stalle, c'eranovacche e maiali morti, e noi lì,con l'acqua fino alla vita. Poi s'an-dava a casa e al telegiornale parla-vano sempre degli angeli del fan-go, questi signorini che prendeva-no i libri, li spostavano, li puliva-no... Bene, bene gli angeli del fan-go! Importante, salvare i libri!Ma... o noi? Noi che si stava tuttoil giorno nella m...? A noi non ci

La sua prediletta era unafocaccina rossa leggerafragrante di olio e pomodoro

ricordavano mai. E allora ho capi-to che era meglio essere intellet-tuale che contadino».Carlo Monni era così. Contadinoorgoglioso, uno che dava del tu al-la terra, che amava camminare,sentire l'aria e il sole. Non gli pia-cevano i signorini, e neanche gliintellettuali. A lui, che pure erapoeta, in ogni cosa che faceva.Con le parole, con la musica, conquel modo così vero che aveva darecitare.Aveva deciso di non vivere a Ro-ma, ma a Firenze. Di non starci,lì, a Roma, fra le terrazze, le cene,i cocktail dove s'incontra il regi-sta giusto, il funzionario Rai cheti infila nella fiction. Lui alla fic-tion preferiva la verità, per esem-pio la verità di quella trattoria fuo-ri dal centro, fuori dalle mode,fuori da tutto.La trattoria dei fratelli Brigantiin piazza Giorgini. C'era andatola prima volta dopo una serata alteatro di Rifredi, poco lontano.Erano gli anni '70. Da allora, erastata una lunga storia d'amorecon quel posto, con quelle atmo-

sfere, con quella gente. Con queidue fratelli, Lido e Lionello. Unocon i baffi a manubrio da metà Ot-tocento, l'altro con due sopracci-glia cespugliose. Tutti e due one-sti, e tranquillamente accoglienti.Per lui, era un'oasi nelle notti fio-rentine. Gli piaceva la sensazionedi umanità profonda di quellagente, la spigliatezza, l'armonia.Gli sembrava di entrare in casasua. E poi, certo, gli piacevano i ci-bi. «Io mangio sempre una pizza acui non hanno dato un nome pre-ciso, nel menù. Una focaccina ros-sa, leggerissima, non è una mar-gherita né una napoletana. Perce-pisci il pomodoro fresco, e quel va-go sentore d'oliva», diceva. «Ioamo il cibo genuino, il vino nonartefatto, la roba non industriale».E lì la trovava.Non era un esibizionista, non

amava farsi vedere. In realtà, eramolto riservato, Carlo. Lo saluta-vano, gli parlavano, ridevano conlui: musicisti, chitarristi, compa-gnie teatrali, squadre di calcetto odi basket, famiglie con i bambini.Lui parlava con tutti, ma poi lo ca-pivi che era da solo. Lo sentivi unpo' da solo anche quando ci veni-va con una donna. Le portava tut-te dai Briganti. «L'umanità e lafragranza di quei cibi creanoun'armonia particolare», mi confi-dava. «Direi che è un posto quasierotico».E così, una sera dopo l'altra, inver-no e poi primavera, lo vedevi. Amangiare quel formaggio fresco, icarciofi sott'olio, e i famosi spa-ghettini. Oppure no. «A volte uno

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dei due fratelli si avvicina e mi di-ce: `Ho un bollito oggi che...'. Eio lo prendo! E quel bollito lì, nonlo mangi nemmeno a Modena»,diceva.Avrebbe potuto fare una vita di-versa, Carlo Monni, corpo grossoe anima leggera, bambino infini-to, poeta medievale finito in que-sto millennio, che mentre cammi-nava alle Cascine pensava alle poe-sie di Folgòre da San Gimignano,o ai canti d'amore di Cecco da Var-lungo. Avrebbe potuto fare piùfilm, avere più soldi. Non so se sa-rebbe stato più felice. La felicità avolte è stare a un tavolo che cono-sciamo, prendere quel tovagliolodi stoffa come se si fosse a casa, emangiare quel bollito che sem-bra, così buono, di non averlo sen-tito mai.Ora Carlo non c'è più, dopo unavita tutta controvento. Mi vengo-no in mente i suoi sandali da fra-te, e quel modo tutto suo che ave-va di dialogare con Dio, a volte ur-landogli contro, cercando di sta-narlo, cercando di capire se c'era.E mi ricordo il suo modo di rispet-tare e amare gli altri. Di cercare lapoesia e non il potere, la felicità enon i soldi. E la felicità e la poe-sia, forse in qualche momento leha trovate anche fra quei tavoli,fra un boccone di formaggio, unafocaccina e un'occhiata alla vitache se ne va.

L'aLtuvio

Giornate con l'acqua e ilfango alla vita a cercare disalvare, nella suacampagna, gli animali nellestalle: «E poi in televisione Settant'anniparlavano solo di queisignorini degli angeli delfango intenti a salvare libri»

Carlo Monni è nato a Campiil 23 ottobre 1943 ed è mortoa Firenze il 19 maggio 2013

Le donneLe portava tutte quantea gustare quei cibi cosìgenuini, gustosi e profumati,capaci di creare un'armoniaparticolare. «Questatrattoria - amava ripetere -è un posto quasi erotico»

L'uLtima intervistaUna delle ultime interviste aMonni si trova nel libro"Briganti" di GiovanniBogani. Il libro, in venditanella libreria Apice e nell'edicola di piazza Giorgini,accoglie anche le interviste aLido e Lionello Briganti.

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NOCENTINI DAVANTI AL GIP CON UN DIRIGENTE: DEVE RISPONDERE DI DISASTRO COLPOSO

Alluvione del 2013, l'ex sindaco sott'accusaIL 21 OTTOBRE del 2013, Figline finì lette-ralmente sott'acqua. La procura di Firenze èperò convinta che ci siano dei responsabili,per i danni causati ai piani bassi delle abita-zioni, ai garage e alle numerose attività com-merciali e produttive. Ieri, davanti al gip Fa-bio Frangini, sono comparsi l'ex sindaco Ric-cardo Nocentini e il responsabile del settorelavori pubblici del Comune valdarnese, Ro-berto Nocentini. Assieme a due privati citta-dini, a tecnici della Provincia e rappresentan-ti delle ditte che in quei giorni stavano effet-tuando lavori nei pressi di un corso d'acqua,devono rispondere di disastro colposo. Laprocura ha chiesto il rinvio a giudizio.Il Comune di Figline si è costituito parte civi-le, in una sorta di "tutti contro tutti" che nonrisparmia neppure due cittadini, ultraottan-tenni, accusati di aver costruito un ponte abu-sivo che avrebbe causato, assieme ad altrieventi avversi, l'alluvione.

In quel giorno di pioggia incessante (di even-to «eccezionale» ha parlato anche il pm PaoloBarlucchi, nella prima udienza di ieri matti-na) esondarono il fosso delle Granchie e il tor-rente Ponterosso. Ma non fu, secondo la pro-

IL.Contestazioni anche alla famigliadi ottantenni che aveva costruitoun attraversamento in via Norcenni

cura, tutta colpa «del cielo». Ai responsabili

della ditta che stava facendo i lavori stradali

sulle provinciali "Chianti-Valdarno" e su

quella del "Brollo e Poggio alla Croce", il pm

imputa il fatto di aver lasciato il materiale di

cantiere nell'alveo del fosso delle Granchie:

quando la portata s'ingrossò, il materiale an-dò ad ostacolare il deflusso dell'acqua, e il tor-rente tracimò. Ai dirigenti della Provinciaviene contestata l'autorizzazione data per farproseguire i lavori nell'alveo, nonostante pre-visioni meteo avverse, e di non aver chiara-mente avvertito l'impresa dell'obbligo di la-sciare "libero". Ma quel giornò esondò ancheil Ponterosso. In questo caso, per la procura,la colpa è da attribuire al ponte abusivo cheuna famiglia di via Norcenni aveva costruitoper raggiungere la propria abitazione. Il Co-mune, sostiene il pm, doveva intimare la de-molizione, atto previsto anche da un proget-to di messa in sicurezza idraulica diquell'area. Giova ricordare che quella fami-glia, benché a processo (probabile che optiper il rito abbreviato), oggi per raggiungerecasa attraversa il fiume con delle assi di le-gno. Prossima udienza a maggio.

stefano brogioni

L'ex sindaco di Figline,Riccardo Nocentini

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Quattro le aziende in provincia che dovranno presentare uno specifico approfondimento di emergenza. E c'è il nodo sismico

d i anuela D'Angelo1 MASSA

Una provincia ad alto rischiosismico, alto rischio idrogeolo-gico e con quattro siti a rischioindustriale, che prevederannospecifici piani di emergenza:un territorio fragile, che puòscoprirsi vulnerabile in troppipunti, che ha subìto alluvioni,terremoti e anche disastri in-dustriali e che per questo si staaggiornando periodicamente,per costruire ottimi piani diProtezione Civile.

Il Piano provinciale di Prote-zione civile è un documentoimportantissimo che tutti i cit-tadini dovrebbero conoscere:dentro ci stanno tutte le infor-mazioni sulle procedure di in-tervento, in caso di qualunquetipo di calamità naturale e c'èla storia morfologica del terri-torio, con i suoi rischi e i suoipunti deboli.

La Provincia di Massa-Car-rara sta aggiornando il suo Pia-no di Protezione Civile attual-mente in vigore.

Il documento, che al mo-mento è una determinazionedirigenziale, dovrà poi essereintegrato con tutta una serie dipiani, elaborati da altri enti,che entrano nello specificodelle problematiche e delle ca-sistiche di eventi. Tra questi cisono i piani di Protezione Civi-le di tutti i singoli comuni dellaprovincia, il piano di Protezio-ne Civile dell'Unione ComuniMontana Lunigiana, il pianopersone disperse, quello delleDighe di Rocchetta e Giaredo,il piano Neve. Poi c'è il pianoEmergenza Esterna Solvay Ba-rio SpA, di cui tanto si è discus-so a Massa, perché si tratta diun'area in cui insiste un'azien-da che produce acido solfidri-co, accanto allo stadio degliOliveti, a case, chiese, asili, pa-lestre e al futuro palazzetto del-lo sport.Rischio industriale . Nella pro-vincia di Massa-Carrara, però,la Solvaynon è l'unica aziendaa rischio di incidente rilevan-te, soggette alla "Normativa Se-

veso" , per le quali è previstouno specifico Piano di Emer-genza Esterna. Le aziende con-siderate a rischio, nel Piano diProtezione Civile, sono quat-tro: oltre alla Solvay Bario &Derivati, anche la U.e.e. Italiasrl, fabbrica che produce pro-iettili, situata tra i comuni diAulla e Licciana Nardi, la Liqui-gas Spa di Carrara (ad Avenza)e la Lunigas Spa a Fosdinovo. Icomuni e la Provincia dovran-no accertarsi che vengano pro-dotti, da queste aziende, i sin-goli piani di emergenza.il rischio idrogeologico . Il terri-torio provinciale non scappadal rischio idrogeologico cheè, per definizione, il valore at-teso di perdite umane, di feriti,di danni alle proprietà ed alleattività economiche causati dauna frana o da una alluvione.

In fasedi definizione anche

i documenti per gli aspettiidrogeologiciegli incendi boschivi

L'ultima cartina delle zone piùa rischio è stata aggiornata inragione dei recenti eventi me-teorologici, che hanno colpitoil territorio provinciale. Gli stu-di effettuati con la Regione, ilLamma e le Università, indivi-duano tutto il territorio provin-ciale a rischio di scenari di pe-ricolosità, rimandando allecartografie le varie zone piùsoggette ad inondazione (quel-le vicine ai bacini dei fiumiprincipali) e quelle soggette afrane (le zone di montagna).Rischio sis ico . Il Piano pro-vinciale parla di "elevata sismi-cità" soprattutto in Lunigianadove possono verificarsi terre-moti di magnitudo tale da de-terminare emergenze classifi-cate di tipo "C", dove la zonadi massima distruzione, circo-scritta dall'isosista di IX gradodella scala Mcs, è risultata paria circa 160 Kmq, dalla Lunigia-na, fino all'alta Garfagnana.Rischio incendi boschivi. Nonci salviamo neanche dal ri-schio incendi boschivi. Il Pia-no parla di "elevato indice diboscosità" in un'area "alta-mente vulnerabile". Lo dimo-strano i 264 incendi, 66 l' anno,

L'alluvione di t'Larina di Carrara

avvenuti dal 2006 al 2009 sulterritorio provinciale, che han-no distrutto circa 469 ettari diterreno, di cui 1'83% di superfi-cie boscata, per una media an-nuale di 117 ettari. Diversa-mente da molte altre zone del-la Toscana, la Lunigiana pre-senta il più alto numero di in-cendi boschivi nel periodo in-vernale, e più precisamentenei primi quattro mesi dell'an -no.Le strutture operative. A livelloprovinciale, il Piano individuale seguenti strutture che percaratteristiche dimensionali edi collegamento con i principa-li assi viari ed infrastrutturali,possono essere impiegate agliscopi di Protezione Civile: areaCentro Fieristico "Carrara Fie-re" a Marina di Carrara nel Co-mune di Carrara, area ex Mer-cato "Le Jare" a Turano nel Co-mune di Massa, area aeropor-to Municipale di Cinquale nelComune di Massa, area delCentro Logistico Comprenso-riale di Irola, nel Comune diVillafranca Lunigiana, area delCentro Sportivo in località LaQuercia nel Comune diAulla.

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L'area del l a Bario 5olvay a Massa

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Gli ex presidianti denunciano il degrado dei sito e attaccano:«Nemmeno leelezioni riescono ad accelerarei lavori»O CARRARA

Assemblea Permanente ripro-pone uno dei suoi cavalli dibattaglia, al quale, ormai dadue anni dedica perfino unaintera giornata.

Si tratta del Parco della Pa-dula, che torna al centro delleattenzioni degli ex presidian-ti. Nei giorni scorsi, gli espo-nenti di Assemblea Perma-nente, hanno fatto visitaall'area verde "armati" di taq-quino e smartphone per docu-mentare il degrado in cui ver-sa il sito.Il parco e villa Fabbricotti, loricordiamo, sono stati sotto-posti a un restyling da 2,5 mi-lioni di euro finanziato attra-verso il Piuss e che, dopo qua-si 7 anni di lavoro, stando aquello che ha dichiarato neigiorni scorsi al nostro giorna-le l'assessore alla Cultura Gio-vanna Bernardini, è ormaiprossimo a essere completa-to.

Il problema sollevato dagliex presidianti è che nonostan-te il cantiere in corso, il sitoversa in condizioni critiche:«Il Parco della Padula è anco-ra il protagonista principaledella speculazione del nostroterritorio» attaccano subitoda Assemblea Permanente,spiegando che «dopo avermesso in piedi una fantomati-ca riqualificazione dell'areaverde attraverso i fondi PIUSSe dopo il recupero funzionaledella Palazzina Vittoria per larealizzazione di un centro gio-co educativo con sostegno al-la genitorialità, progettoquest'ultimo cofinanziato dalFondo Europeo di SviluppoRegionale, il Parco riveste in

un muovo stato di degrado».Una realtà documentata da

una lunga serie di scatti foto-grafici realizzati dagli ex presi-dianti praticamente in ogniangolo del parco che docu-mentano la mancanza di ma-nutenzione, o più semplice-mente di pulizia, ma anchese

secondo Assemblea Perma-nente interventi condotti a"singhiozzo" che certo noncontribuiscono al decoro:«Da settembre 2016 tutto è dinuovo bloccato. Un calvariorisaputo che va avanti dal2010. E una spesa con cifreche si aggirano al di sopra dei

2 milioni di euro» insistono gliex presidianti i quali in un cer-to senso si sorprendono cheneanche la consapevolezzadella prossimità del voto siaservita da pungolo all'ammi-nistrazione: «Nemmeno le im-minenti elezioni amministra-tive sembrano calcare il ditoper facilitare il completamen-to dei lavori. Sembra proprioche non ci siano infatti fortivolontà di far riviverequest'aria verde, simbolo del-la memoria cittadina».

Insomma il gruppo che pre-sidiò per tre mesi la Sala diRappresentanza del Comune,

in segno di protesta peri fattilegati all'alluvione 2014, nonsembra dar grosso credito allerassicurazioni dell'assessoraBeni ardini in merito a un im-minente completamento deilavori su Villa e Parco. Anzi,con la bella stagione alle por-te, gli ex presidianti si doman-dano «cosa ci dobbiamoaspettare per questa nuovaprimavera? Spaccio, bivacco,siringhe, accessi pericolanti,erba incolta ... insomma dinuovo un parco inaccessibilealla cittadinanza».

Sia nel 2015 che nel 2016proprio con l'arrivo della sta-gione mite, Assemblea Perma-nente aveva organizzato unagiornata dedicata al parco,non a caso intitolata "LiberaPadula" nel corso della qualeera stata effettuata la puliziadell'area e tante iniziative.»Dopo tutte le nostre denun-ce lasciamo il compito alle fo-to di parlare per noi. Oramaipurtroppo le parole non ser-vono più» concludono ama-reggiati gli ex presidianti, con-vinti che anche quest'annoservirà un "Libera Padula".

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II Centro Arti Plastiche dì Carraraè momentaneamente chiuso per"tarli". Lo Si legge nella delibera3812017 che "svela" le ragioniche da fine gennaio hanno resoindisponibile il museo di SanFrancesco . Nel documento sispiega che «l'archietto MaurizioMasini, progettista dei lavori diriqualificazione , ha segnalato nelnovembre del 2015 la presenza diinsetti xilofagi (tarli) nelle traviin castagna dei solai,evidenziando condizioniparticolarmente compromesse inaree determinate dell'edificio».

Dalla segnalazione I M.aall'affidamento dei lavori di Sacchi della spazzatura rovesciati e abbandonati in mezzo al parcomanutenzione è trascorso poi unanno : solo lo scorso dicembre,infatti , il municipio ha appaltatol'intervento che riguarderà sia ilpiano terra che il primo piano.La "bonifica" dovrebbeconcludersi a breve , visto che lachiusura al pubblico dei Cap èprevista fino al 28 febbraio.Questo significa che cacciati itarli e recuperati i travi, traquattro giorni il Centro ArtiPlastiche dovrebbe riaprire ibattenti.

i segni di un falò acceso in mezzo a pietre recuperati chissà da dove nei pressi di Villa Fabbricotti

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54 Firmato ad Ancaiano laccordo territoriale per il piano da presentare alla Pedone Toscana

"coltosi", il Pit con investimento di oltre 2 ' 'oniSOVICILLE

Dopo sei mesi di lavoro, con numero-se riunioni di animazione, è stato de-finito, per l'area della MontagnolaSenese e della Val di Merse, il Proget-to Integrato Territoriale `'Raccoltosi(Risposte di adattamento ai cambia-menti climatici, omogenee e legate aterritorio organizzato in strategia in-tegrata) da presentare alla RegioneToscana in relazione ad un BandoMultimisura sui Pit a valere sul Pia-no di Sviluppo Rurale.L'Associazione Castanicoltori dellaMontagnola Senese e Val di Merse ècapofila del progetto. Il Pit vede coin-volti ben 54 soggetti, di cui 40 parteci-panti diretti fra agricoltori (29), pos-sessori di fondi agricoli, enti pubblici(comuni di Casole d'Elsa, Chiusdi-no, Monticiano, Sovicille, Unionedei Comuni Val di Merse), e comepartecipanti indiretti, privati e asso-ciazioni del territorio (AssociazioneNazionale Città del Castagno, ProLoco di Casole d'Elsa, Pro Loco diSovicille, Il Busso, Bottega di Staglia-no, Gruppo Micologico Naturalisti-co Terre di Siena, Strada dei Saporidella Val di Merse).I partecipanti diretti al Pit, in altreparole che effettuano degli investi-menti e quelli indiretti e i sottoscritto-ri, che supportano il progetto, hannoaderito, sottoscrivendolo, ad un Ac-cordo Territoriale finalizzato alla so-luzione di alcune criticità individuate

L'Associazione

Castanicoltoridella Montagnola

Senese e Valdi Merse è capofila

del progetto

che caratterizzano il territorio attra-verso la realizzazione di investimentidi vario tipo.L'accordo territoriale, che contieneobblighi e impegni reciproci dei par-tecipanti è l'atto finale del percorsodel Progetto Integrato. Il Pit Raccol-tosi punta al mantenimento del pae-saggio rurale, al recupero di aree de-gradate per dissesto o abbandono, al-la salvaguardia del paesaggio stori-co, ma anche alla protezione del terri-torio dal dissesto idrogeologico e al-la resilienza ai cambiamenti climati-ci, alla gestione e tutela delle risorseidriche, alla biodiversità e migliora-mento dello stato di conservazionedelle aree ad alto valore naturalisti-co.L'Associazione Castanicoltori dellaMontagnola e Val di Merse, guidatadal presidente Sabina Mannucci, co-me capofila del progetto, in caso difinanziamento del Pit assumeràl'onere di coordinare l'attività dei par-tecipanti, garantire il rispetto degliimpegni assunti con la sottoscrizio-ne dell'accordo territoriale, curare irapporti con la Regione Toscana pertutto ciò che attiene la realizzazionee il buon esito del progetto. Il Pit checontiene 59 progetti ha un investi-mento complessivo di 2.652.647,00euro e prevede un contributo a fon-do perduto complessivo di2.120.124,40 euro in caso di approva-zione.

Raccoltosi II Pit vedecoinvolti ben 54 soggetti

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I due enti colpevoli d i omessa custodia e negligenza devono a so a 276 ila euroscagionato il Comune, per il Tribunale dell'Acqua dì Torino «non ha competenze»di Cinzia Chiappini1 CARRARA

Ci sono voluti oltre 13 anni diattesa ma alla fine, dopo unprocedimento penale conclu-sosi con la prescrizione, il Tri-bunale delle Acque di Torinoha stabilito che sì, Soema srl,una ditta di elettrotecnica gra-vemente colpita dall'alluvio-ne del 2003, ha diritto a essererisarcita per il danno provoca-lo dall'esondazione del Carrio-ne e che a pagare devono esse-re la Regione Toscana e l'am-ministrazione provinciale manon il Comune di Carrara.

Si tratta di una sentenza im-portante perchè mette in rela-zione diretta i danni subiti dal-la ditta con le responsabilitàdei due enti deputati alla ma-nutenzione e alla "custodia"del torrente. Lo conferma l'av-vocato Francesco Persianiche insieme alla collega Anto-nella Vergine , ha curato il ca-so di Soema: «La perizia ha ri-conosciuto il nesso tra l'omes-sa manutenzione del corsod'acqua e il danno derivato al-la ditta: era la cosa più impor-tante per noi», spiega l'avvoca-to.

Tutto inizia il 23 settembredel 2003: dopo ore e ore dipiogge particolarmente inten-se, in serata il Carrione esondain diversi punti del suo percor-so, dai monti al piano. Ela se-ra in cui perde la vita Idina Ni-colai, anziana residente delcentro storico "risucchiata"dalle acque del torrente men-tre si trova nella sua casa. L'in-tero territorio comunale è inginocchio e i danni sono in-genti e diffusi, sia alle abitazio-ni private che alle attività com-merciali e produttive. Tra que-ste c'è anche Soema Srl, unaditta con sede invia Stabbio, apochi metri dal Carrione: la se-ra del 23 settembre, le acquedel torrente escono dal letto,superano gli argini e si riversa-no anche nel magazzino e neilocali della srl.

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Nelle settimane successive,i titolari, presentano al Comu-ne di Carrara una stima deldanno da 2.055.000 euro: «900mila euro di materiale di ma-gazzino andato in fumo e i mi-lione di euro di perdita econo-mica. La Soema non si è piùsollevata da quell'alluvione»spiega ancora l'avvocato Per-siani facendo capire chequell'evento fu determinanteperle sorti della srl. Una valu-tazione opposta a quanto sta-bilito dal Tribunale dell'Ac-qua di Torino che, nella sen-

tenza, precisa che «nessuna at-tinenza possa avere l'odiernostato di liquidazione della so-cietà (ora anche in concorda-to preventivo) con l'alluvione2003».

Dopo l'alluvione Soema ri-corre alle vie legali ed entranel procedimento penale, con-clusosi nel 2014 con la prescri-zione. A questo puntogli avvo-cati della srl si rivolgono al Tri-bunale delle Acque (in primabattuta a quello di Firenze poiper competenza a Torino) epresentano una causa controRegione Toscana, Provincia diMassa-Carrara e Comune diCarrara. Un mese fa la senten-za del giudice Patrizia Dolci-no: Soema ha diritto a un risar-cimento di 276.386 euro chedovrà essere pagato dalla Re-gione Toscana e dalla Provin-cia.

Il Comune di Carrara è"scagionato" da ogni respon-sabilità" «per carenza di legitti-mazione passiva», e questoperchè, secondo la consulen-za tecnica d'ufficio, «le causedelll'evento alluvionale del2003 vanno ricercate nei de-cenni di attività antropica chehanno stravolto la naturalitàdel bacino del Carrione, tra-

scurando gli effetti negativisul naturale reticolo idrografi-co» mentre «l'adozione di cau-tele e di attività di corretta ge-stione dell'alveo e delle operedi antropizzazione avrebbe li-mitato o evitato le conseguen-ze dannose a Soema». Insom-ma secondo il tribunale l'allu-vione è stata causata dalle mo-difiche apportate dall'uomonel bacino del corso d'acquama anche da una gestionenon corretta dell'alveo. Ma dichi sono le responsabilità? Se-condo la sentenza, «sulle ope-re idrauliche di terza catego-ria, le competenze non sono enon sono mai state a capo delcomune di Carrara».

"Scagionata" l'amministra-zione comunale, il Tribunaledell'Acqua di Torino indivi-dua due "colpevoli": la Regio-ne e la Provincia.

L'amministrazione tosca-na, in quanto detentrice dellecompetenze in materia di ope-re idrauliche e perché, puravendo trasferito alla Provin-cia già dal 1988 le funzioni inmateria, non ha «attuato ecompiuto i trasferimenti di ri-sorse» da cui dipende il pas-saggio effettivo delle funzioni.

L'amministrazione provin-

FrancescoPersiani, legaledella ditta:

La perizia ha riconosciutoil nesso tra l'omessamanutenzionedel corso d'acqua e ildanno derivato

ciale è stata riconosciuta com-petente in quanto «dal 1994era incaricata di manutenzio-ne, in effetti aveva provvedutoa rappezzi del sedime del fiu-me ma evidentemente in mo-do superficiale e comunquetrascurando i compiti di ma-nutenzione a cui era stata abi-litata».1 due enti dunque sonostati riconosciuti colpevoli di«omessa custodia e di negli-genza - la Regione come entedi controllo e gestore dei pote-ri non ancora del tutto trasferi-ti e la Provincia come ente co-munque incaricato di specifi-che competenze in punto dimanutenzione, polizia idrauli-ca e gestione delle acque».

Saranno loro dunque a do-ver risarcire ciascuna per il50%, i 276.386 euro di risarci-mento riconosciuto a Soema.«Sulla quantificazione dei dan-ni devo dire che i consulentisono stati molto prudenti: infondo documentare le perditea 13 anni di distanza dall'allu-vione non era facile» ha di-chiarato l'avvocato Persianianticipando che consultati isuoi assistiti valuterà l'ipotesidell'impugnazione.

L'esterno della Soema (anche sopra)

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Una immagine della disastrosa alluvione del settembre del 2003

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