premio italia giovane 2016

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PREMIO ITALIA GIOVANE in collaborazione con Cerchiamo giovani eccellenze che si impegnano ogni giorno per migliorarsi e per migliorare il Paese

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PREMIO ITALIA GIOVANE

in collaborazione con

Cerchiamo giovani eccellenze che si impegnano ogni giorno per migliorarsi e per migliorare il Paese

U N P R O G E T T O D I

CAPOLAVORI

DI#ECCELLENZAwww.premioitaliagiovane.it

a cura di Gianluca Agresta Gianni D’Agostini

in collaborazione con

Premio Italia Giovane

[email protected]

INDICEPremessa Edizione 2016

Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Introduzione Italia che vola di Andrea Chiappetta

Sintesi di selezione

Il premio

Comitato d’Onore

Comitato Promotore

Messaggio del Presidente Franco Frattini

Premiati 2016

TANIA DI MARIO

FRANCESCA BONAITA

LEONARDO QUATTRUCCI

OLIVER PAGE

CLAUDIO RAIMONDI

SAMUELE MARIA GIORGIO

MARIA GNARRA

DAVIDE DATTOLI

SIMONE LA TORRE

GIOVANNI DI PINO

BRUNA CORRADETTI

Menzioni speciali 2016 CARLO ALBERTO MINASI

MANUELA BOTTIGLIERI

CARLO MOLFETTA CHIARA FRANCO

SELENE BIFFI

Premiati Edizioni precedenti

Incontriamo ALESSIO RUPALTI

Incontriamo NICOLA LIGUORI

Incontriamo LIA STAROPOLI

Incontriamo LUIGI CANTAMESSA

Incontriamo ALESSANDRA BRUNI

Incontriamo ALESSANDRO GOLKAR

Incontriamo GIANLUCA FERRARI

Incontriamo JACOPO MELE GUEDADO

Incontriamo DAVID CLEMENTONI

Incontriamo GIANNI CUOZZO

Incontriamo FRANCESCA ROMANA REINERO

con il patrocinio di

con il supporto di

in collaborazione con

Nella prima edizione, all’interno del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), con il workshop dal titolo “I giovani che partecipano al cambiamento dell’Italia” sono stati premiati i primi dieci giovani italiani. Oggi, con il titolo “L’Italia che vola“ si vuole dare continuità ad un progetto che intende confrontarsi con partner istituzionali, imprenditoriali ed accademici di tutta Italia. Nel 2014, il Presidente emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha conferito all’Associazione Giovani per Roma la Medaglia di Alta Rappresentanza quale suo segno di rappresentanza al fine di sostenere l’iniziativa Premio Italia Giovane. Questa medaglia è stata rinnovata nel 2015 dal Presidente Sergio Mattarella.

Con questa missione, Premio Italia Giovane vuole ricordare l’importanza delle nuove generazioni, dello sguardo al futuro e

della condivisione e coesione generazionale in particolar modo:

riconoscendo ai giovani il loro ruolo di protagonisti per lo sviluppo e la crescita dell’Italia; sottolineando i meriti di coloro che apportano un valore aggiunto; premiando chi ha fatto del senso di responsabilità e delle proprie passioni uno stile di vita; incentivando i premiati a fare ancora di più, nei rispettivi campi di azione; fornendo ai giovani l’occasione di confrontarsi; sostenendo lo scambio culturale e professionale; creando dinamismo associativo e istituzionale; chiedendo a coloro che hanno acquisito esperienza e conoscenza indicazioni sulle vie da percorrere; offrendo riflessioni capaci di stimolare l’intraprendenza delle nuove generazioni; rinnovando la coesione generazionale del futuro.

Premessa Edizione 2016

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Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica

Sergio Mattarella

Il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano per sostenere l’iniziativa Premio Italia Giovane - Workshop: Giovani al Servizio del Paese - ha conferito nel 2014 a ‘Giovani per Roma’ una medaglia quale Suo premio di Rappresentanza.

Questa onorificenza è stata rinnovata nel 2015 e nel 2016 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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Premio Italia Giovane è giunto alla terza edizione: questo ci rende particolarmente fieri: un altro anno di storie di persone che ridefiniscono il concetto di “orgoglio italiano”.

In questi primi 3 anni abbiamo raccolto oltre 150 candidature: al comitato promotore e d’onore è servito molto tempo nel leggerle, studiarle e commentarle, fino ad individuare i profili dei vincitori.In questi tra anni sono nate opportunità di ricerca, di lavoro, si è creato un “club” informale di giovani che si confrontano, si migliorano a vicenda, nel più sano principio della condivisione. A questo gruppo si è aggregato un foltissimo seguito di ragazzi che seguono con attenzione gli sviluppi del Premio, ma soprattutto dei Premiati, che sono l’ esempio di come si possa fare per raggiungere i traguardi che ci si è prefissi. La premiazione istituzionale è una volta l’anno, ma le nostre persone vivono nel principio della condivisione e dell’eccellenza ogni giorno. Premio Italia Giovane è un progetto nato per dare risalto a coloro che “nonostante” l’età fanno la differenza, che si trovano in posizioni apicali, persone le cui scelte sono fondamentali per scegliere una strada piuttosto che un'altra. Le nostre storie toccano i settori più diversi: dall’università all’innovazione tecnologica, dalla politica alla cultura. Insomma, il made in Italy nel suo significato più pieno e completo. Possiamo vantarci di aver nel nostro “albo” giovani che in tempi non sospetti rispondevano a quelle che oggi sono le tematiche principali dei prossimi anni, ovvero Digital Transformation, Spazio, Cyber Sicurezza, Stampa 3D, Intelligenza Artificiale, Block Chain e molto altro ancora.

Andrea Chiappetta

Presidente del Comitato Promotore Premio Italia Giovane

L’Italia che vola

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Tutto riconducibile al cambiamento tecnologico, che si applica indistintamente al singolo, alle imprese e ai governi. Un processo complesso, che richiede competenze e conoscenze qualificate che se colte miglioreranno la qualità della vita, dei servizi ma soprattutto la competitività che oggi si combatte sul filo dei secondi, quelli in cui viene pubblicata una sentenza, avviata una azienda, richiesto un certificato.

I singoli possono, e devono, dare il loro contributo, ma le loro idee non possono essere solo “per il Paese”, le loro idee devono essere “nel Paese”, un Paese che deve essere pronto a poterle accogliere, tutelare, far prosperare: la realizzazione di un Paese più innovativo e più equo dipende dall’efficacia della pubblica amministrazione, nella capacità di rispondere alla esigenze di un mercato che cambia, al desiderio di garantire sinergia tra pubblico e privato.

In quest’ottica Premio Italia Giovane si propone come “incubatore” di esperti, di idee, di italiani che sono al servizio del proprio Paese, o, a volte, di altri Paesi: mi piace immaginare un futuro in cui tutti loro lavorino, insieme, al servizio di un’unica idea.

Il Comitato d’Onore e il Comitato Promotore nel 2016 riconosce a Tania di Mario, Francesca Bonalta, Leonardo Quattrucci, Oliver Page, Claudio Raimondi, Samuele Maria Giorgio, Maria Gnarra, Davide Tattoli, Simone La Torre, Giovanni Di Pino e Bruna Corradetti, il Premio Italia Giovane 2016.

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Sintesi selezione La terza edizione del Premio Italia Giovane ha raccolto un elevato numero di partecipanti, che conferma l'animo dell’iniziativa, raccogliere, coinvolgere e promuovere giovani eccellenze, che danno lustro al nostro Paese. Le candidature indicano come le nuove generazioni abbiano una forte vocazione internazionale sia dal punto di vista formativo (diversi corsi di specializzazione, PhD, Erasmus) sia da quello delle esperienze lavorative (stage, trasferimenti etc), confermando, quindi, che in un contesto globalizzato, le nuove tecnologie consentono l’accesso a maggiori informazioni, maggiore conoscenza e possibilità di formazione DO IT YOUR SELF tramite tutorial e piattaforme MOOC ma anche imparando sul campo LEARNING BY DOING. Sono 11 i settori professionali individuati dagli skills delle candidature ricevute.

Emerge chiaramente come ricerca e innovazione siano il leitmotiv delle nuove generazioni, che si trovano a dover dare risposte ad un mondo che cambia, sempre più velocemente. Dove il cambiamento tecnologico, skill-based, è orientato alle abilità, richiede quindi una elevata e migliore istruzione, che non vuole dire esclusivamente voti alti, ma che debbono essere sviluppate anche competenze non cognitive , come la motivazione, empatia e autocontrollo.

Introduzione

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Franco Frattini Giorgia Abeltino Paolo Messa

Lorenzo Leuzzi Franco Massi

Fabio Fortuna

Carmelo Ursino

Francesco Castanò Mario Alì

Gennaro Terracciano

Comitato d’Onore

Franco Pavoncello

Valerio De Molli

Piero Sandulli

Patrizia Rutigliano

Vito Cozzoli

Franco FrattiniGià Ministro della Funzione Pubblica, Ministro degli Esteri, Commissario Europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza. Attualmente giudice dell’Alta corte di giustizia del CONI, Presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale e Presidente di sezione del Consiglio di Stato. Presidente del Comitato d’Onore di Premio Italia Giovane.

Quando si parla di giovani italiani – e specialmente quando si parla di giovani italiani di talento – troppe volte il discorso finisce tristemente sulla mancanza di prospettive, sulla fuga dei cervelli, sul doversene andare all'estero. Siamo talmente abituati a leggere, vedere e sentire le storie di tanti nostri giovani connazionali che si sono trovati senza alternative al fare i bagagli e a portare in qualche altro Paese i propri talenti ed il proprio sapere nella speranza di trovare un posto dove farli fruttare al meglio, che ormai anche noi lo accettiamo come un fatto compiuto, quasi facesse parte di un qualche recondito ma inflessibile ordine naturale: se sei giovane, bravo e preparato in Italia per te semplicemente non c'è posto.

Ora, non che tutto questo sia totalmente privo di fondamento: quella dei giovani costretti ad andare a cercare fortuna all'estero è ahimè una realtà, e l'Italia, purtroppo, spesso non ha mancato occasione per dimostrarsi inadeguata ad offrire ai talenti delle nuove generazioni le opportunità che meriterebbero.

Un circolo vizioso che si autoalimenta ed in cui alla fine perdono tutti: i giovani che non trovano il modo di esprimere appieno le proprie potenzialità, ma anche il sistema-Paese, che in virtù di questa continua ed apparentemente inarrestabile emorragia di talento diventa ogni giorno meno competitivo, meno attrezzato, meno dinamico.

Se questo problema esiste, ed anche se lo fa nelle proporzioni drammatiche che si sono viste, non è però un buon motivo per arrendersi e pensare che non esista un rimedio, che non sia possibile invertire la tendenza, che si debba in fin dei conti accettare supinamente questo stato di cose come se fosse immutabile e inemendabile.

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Vero che la sfida decisiva in questo senso si vince sui terreni della politica e dell'economia, ma vero anche che per iniziare a combatterla serve prima di ogni altra cosa uno sforzo a livello di visione, di mentalità. Uno sforzo di volontà. Una volta che ci si mette in testa che non esistono cose che non possono essere cambiate e che non ci sono errori impossibili da raddrizzare, si è già fatto un passo in avanti decisivo. Un passo senza il quale nulla di ciò che viene dopo può essere compiuto.

È per questo motivo che iniziative come il “Premio Italia Giovane” vanno accolte con il massimo favore. Non perché costituiscano in sé la soluzione al problema – magari bastasse dare un premio per arrestare la fuga dei cervelli! - ma perché rappresentano un messaggio, una speranza, un segnale forse piccolo, ma sicuramente inestimabile. Cercare il merito, riconoscerlo, premiarlo. In questo senso possiamo affermare che gli organizzatori del “Premio Italia Giovane” stiano dando un esempio a tutta l'Italia: un esempio a non arrendersi, a non rassegnarsi all'idea che tra i nostri giovani non ci sia nessuno di meritevole, nessuno sulla cui idea valga la pena di investire, nessuno in cui credere. Ecco, io credo che lo spirito del premio sia proprio questo: un atto di fiducia, un'apertura di credito, in un certo senso una scommessa. Non tanto individuare il talento, quanto riconoscerlo ed in un certo senso sancirlo. Creare insomma una specie di rapporto reciproco tra chi il talento ce l'ha e chi lo cerca: premianti e premiati sono come non mai sulla stessa strada e tendono come non mai allo stesso obiettivo, quello di individuare e premiare l'eccellenza, affinché da questo primo passo si possa sviluppare un percorso, una visione, un'intraprendenza.

E che i protagonisti di questo processo virtuoso siano i giovani, alla fine, è un dettaglio di primaria importanza: è infatti ai giovani che bisogna rivolgersi per far capire che esiste un'altra Italia, un'Italia in grado di dimostrarsi attenta e partecipe. Un'Italia che finalmente si rende conto del patrimonio immenso che si ritrova davanti e della necessità di sfruttarlo a fondo. Un'Italia cosciente dei rischi che si corrono e dei fallimenti cui si va incontro quando si resta ciechi e sordi dinnanzi alle proprie eccellenze. Un'Italia che, finalmente, si rende conto che continuare a respingere i talenti che si ritrova in casa fa male a se stessa prima che ai respinti. Un'Italia che, prima di vedersi scappare anche solo un altro giovane meritevole, ha deciso che vale la pena di provarle tutte, ma proprio tutte, per non fargli venire nemmeno l'idea di doversene andare.

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Il premioDescrizione

Premio Italia Giovane è il primo premio in Italia, e forse anche a livello internazionale, ad essere ideato e realizzato completamente in 3D. Dopo il successo della prima edizione, fu chiaro che il progetto dovesse avere una grafica ed un simbolo capace d i rappresentare appieno le finalità della premiazione e di permettere una maggiore riconoscibil ità dell ’ iniziativa stessa. Clutech , in qual i tà di agenzia di comunicazione e partner dell’iniziativa ha elaborato il nuovo simbolo e un nuovo concept grafico che esprimessero al meglio gli obiettivi del Premio Italia Giovane. La creazione in 3D del logo così creato e il progetto di s t a m p a è stato eseguito dal 3D Digital Designer Gabriele Giglio (IMAGO3D). Classe ‘79, ha maturato la sua passione per la grafica e la stampa 3D sin dagli studi specialistici apprezzando soprattutto le diverse modalità di utilizzo nel campo artistico, scientifico e commerciale. Dopo diverse collaborazioni con aziende nazionali ed internazionali, Gabriele ha deciso di lavorare come libero professionista dedicandosi in particolar modo allo sviluppo e alla ricerca delle applicazioni della stampa 3D. Quando ha conosciuto Premio Italia Giovane, Gabriele ha messo a disposizione la sua professionalità modellando tridimensionalmente la Colomba tricolore stampata in 3D per la seconda edizione in un numero limitato di riproduzioni. Ha prototipato inoltre una base in plexiglass fresato, in modo che la colomba potesse “volare”, dando quindi risalto allo slancio che essa rappresenta. Il Comitato Promotore ha sin da subito apprezzato l’idea e la grafica della “colomba” ritrovando nel disegno tutti i valori propri del progetto.

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Gabriele Giglio 3D Digital Designer di Premio Italia Giovane

“Ideando il premio del 2016 ho voluto esprimere il concetto di velocità nella connessione di rete, intesa non come web, bensì come rete di impresa, rete neurale, rete di cervelli, reti di eccellenze. Una struttura trasparente perché n o n h a s e g r e t i e n o n s i preoccupa di esporsi”.

L’idea sviluppata da Clutech intorno al concept della “colomba” rappresenta al meglio l’energia che i giovani hanno nel voler e saper “spiccare il volo”, partendo dalle cose semplici, come il piegare un foglio di carta. La colomba, dalle forme ad “origami” richiama la manualità, ovvero l’attenzione alle cose belle, la ricerca metodica del miglioramento, per ottenere un oggetto unico e particolare.

Con l’obiettivo di diffondere buone notizie e storie di eccellenze tutte italiane il simbolo di questa missione non poteva altro che essere quindi una mite ma elevata colomba italiana, capace di portare un messaggio positivo ed incoraggiante a tutte le nuove generazioni.

Questo modello è stato trasformato per la terza edizione con l’obiettivo di dare dinamicità al progetto e per sottolineare sempre più l’idea di cielo e di volo, quindi di altezza e distanza, per indicare le molteplici possibilità che si hanno da giovani e le numerose realizzazioni capaci di andare lontano nella cultura, nell’innovazione, nella ricerca e nell’arte.

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Andrea Chiappetta

Claudio Mazza

Arturo Palma

Gianluca Agresta

Comitato Promotore

Andrea Betrò

Federica Chiappetta

Fabrizio Cristallo

Benedetta Picano

Gianni D’Agostini

Arianna Norcini Pala

Fabio Palombi

Filippo Macchini

Riccardo Acampora

Domenico Mastrolitto

Benedetta Romagnoli

Andrea Lauro

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Valentina Cefalù

Nicoletta Milone

CAPOLAVORI

DI#ECCELLENZA

partner Premio Italia Giovane22

Società IT per lo sviluppo di piattaforme software e applicazioni mobile.

Agenzia per la Comunicazione, Marketing e Web Design.

Progettazione di reti wireless per le telecomunicazioni.

Clutech Techical Partner di

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Tania Di Mario

Da capocannoniere e miglior giocatrice del torneo ha regalato all’Italia, nel 2000 a Sydney, il primo successo femminile a squadre dello sport Olimpico azzurro e, da capitano, ha guidato il Setterosa alla medaglia d’argento nelle piscine di Rio 2016 in quella che è stata l’ultima partita di una carriera esaltante.

Nella carriera di Tania ha avuto un ruolo importante anche lo studio, che ha continuato fino ad ottenere una laurea in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Catania.

Tania Di Mario rimane agli occhi di tutti gli amanti dello sport come un esempio di talento, forza di volontà, mentalità vincente ed altruismo.

S i m b o l o d e l l a p a l l a n u o t o femminile, Tania ha scritto la storia del Setterosa essendo protagonista dei più grandi successi della Nazionale Italiana.

La sua carriera si è divisa tra Roma e Catania, ma è più che mai a tinte azzurre: due medaglie Olimpiche, tre podi mondiali (con un oro nel 2001) e tre allori europei non bastano a descrivere quello che Tania ha rappresentato per la pallanuoto e lo sport italiano in generale.

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Francesca Bonalta Francesca è nata a Milano nel Giugno 1997, si è d i p l o m a t a a s o l i diciassette anni con il massimo dei voti e lode, presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, sotto la guida di Gabriele Baffero, ottenendo il prestigioso Premio Pina Carmirelli quale miglior diplomata i n v i o l i n o d e l l ’ a n n o accademico.Si perfeziona con il violinista russo Sergej Krylov, ammessa al Master of Arts in Music Performance presso il Conservatorio di Lugano, Scuola Universitaria di Musica e prosegue gli studi umanistici alla Facoltà di Lettere, Scienze dell’Antichità dell’Università degli Studi di Milano, vincitrice della borsa di studio Exploit your talent 2015-2016. Dal 2014 studia all’Accademia Internazionale Walter Stauffer di Cremona, allieva di Salvatore Accardo, di cui frequenta i Corsi di Perfezionamento all’Accademia Chigiana di Siena.

Ha partecipato a numerosi masters d’interpretazione e prassi violinistica, vincitrice di molti premi in numerosi concorsi internazionali.

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Leonardo Quattrucci

Dicono che già da bambini maturiamo le nostre aspirazioni più profonde. Poi le dimentichiamo troppo spesso e troppo facilmente. Leonardo ne continua a coltivare una: il servizio pubblico come valore di gratitudine, responsabilità ed equità.

Forse non è un caso che Leonardo sia il più giovane consigliere politico dello European Political Strategy Centre: il servizio di strategia e analisi del Presidente della Commissione europea. Lì coordina sei squadre di esperti che lavorano per un'agenda positiva, pragmatica e innovativa con l'obiettivo di migliorare le vite di 500 e più milioni di europei.

Per "il giovane che disegna l'Europa del futuro", come definito da alcuni, il servizio pubblico è da sempre l'ago della bilancia delle scelte. Contro i pronostici – troppo giovane, dicevano – persegue il sogno di entrare alla School of Government di Oxford. Ne diventa il primo italiano a conseguire un Master in Public Policy. Ottiene la sua prima laurea alla John Cabot University a Roma dove riceve riconoscimenti per i sui contributi d'eccellenza alla comunità e agli studi internazionali.

Forbes Magazine lo nomina tra i 30 Under 30 europei che sono esempio e promessa di leadership. Ma se Leonardo pensa globale di professione, continua comunque ad agire locale per vocazione: è a capo del gruppo di Bruxelles dei Global Shaper del World Economic Forum, che riunisce talenti da ogni settore per l'impegno volontario.

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Oliver Page

Dopo il sul primo anno presso l'università di Lancaster in Gran Bretagna e stato accettato a alla Draper University of Heroes, la scuola per imprenditori fondata da Tim Draper. Durante il programma ha fondato una nuova startup che ha vinto il primo posto del Investor Day ricevendo un investimento di $50.000 dallo stesso Tim Draper.

Dopo due anni di lavoro e esperienza in Silicon Valley e San Francisco nasce l’dea di Scooterino, e Oliver ha deciso di ritornare in Italia per iniziare la sua nuova startup,

Scooterino che ha ottenuto un investimento di €50.000 dall'Agenzia Spaziale Europea nel 2014, e sta ora chiudendo un altro investimento di €500,000. Oliver ora ha 23 anni.

Ha fondato la sua prima startup a 17 anni, la NutKase Accessories una azienda B2B che disegna e produce accessory per tablet e PC e vende prodotti nel settore educazione. Unilever uno dei suoi clienti più importanti lo ha anche assunto come consulente per la loro rollout di tablet Europeo.

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Claudio Raimondi

Claudio Raimondi è General Manager

di eBay in Italia.

Claudio è entrato a far parte di eBay

nell’aprile del 2013 in qualità di Head

of Consumer in Italia, responsabile

della strategia, ricoprendo poi lo

stesso incarico anche per Francia e

Spagna.

Claudio ha rafforzato con successo il posizionamento di

eBay come punto di riferimento per i consumatori,

assicurando un’esperienza d’acquisto multicanale sempre

più unica e innovativa.

Prima di lavorare in eBay, Claudio ha ricoperto diversi ruoli,

dalle operation al marketing, in aziende multinazionali

come Vodafone e Pirelli, sia in Italia che all’estero.

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Samuele Maria Giorgio Samuele Maria Giorgio, Ufficiale del Corpo de l Gen io Aeronaut ico , Ingegnere Elettronico, Master di II l i ve l lo in System Engineer ing , Specializzazione in Telecomunicazioni, e una sfrenata passione per il suo lavoro. L'Italia gli ha dato tanto formandolo come Uf fic ia le , p ro fess ion i s ta , dirigente. Crede molto nel futuro e crede molto nelle capacità della Forza Armata, per questo si batte affinché ogni singolo minuto del suo tempo sia dedicato al Progresso Aeronautico e allo sviluppo delle capacità operative dei suoi uomini.

Tra i progetti seguiti si possono annoverare lo sviluppo del laboratorio di manutenzione per apparati Multi-Information Distribution System, il primo in Italia, l’attuazione delle metodologie di Supporto Logistico Integrato per i sistemi RADAR della Difesa Aerea Nazionale, l’implementazione e l’arricchimento del Sistema di Gestione della Qualità della Brigata presso la quale presta servizio.

Crede anche, però, che un Ufficiale non debba fermarsi a questo: deve dare qualcosa in più alla comunità che lo ospita. Da anni collabora infatti con varie Associazioni per la creazione di iniziative che siano di beneficio per tutta la comunità latinense.

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Maria Gnarra

E’ stata la piu’ giovane, e prima Italiana, a vincere il prestigioso William Weston Research Award della Society for Pediatric Dermatology questo segna l’inizio della sua esperienza presso l’Harvard Medical School a Boston, grazie anche alla Fellowship dell’Eugenio Litta Foundation. Seguono un conseguirsi di numerosi premi nazionali e internazionali quali L’Oreal-UNESCO Italia for Women in Science, prima in Italia a vincere il premio Europeo Research Grant in Dermatology della LaRochePosay, IBSA Fellowship in Dermatology. Completa il suo dottorato presso la Columbia University Medical center in New York e la University College of London conseguendo la menzione di Joint PhD con l’Universita’ Statunitense e il Doctor Europeaus per i suoi risultati di ricerca in UK.

Tra le sue passioni vi e’ l’insegnamento in particolare trasmettere le conoscenze di ricerca di base ai giovani medici reso possibile grazie all’Excellence in Education Award della Galderma. Nonostante la giovane eta’, Maria Gnarra e’ stata recentemente nominata come Dermatology Advisory Consultant nel Scientific Board di una prestigiosa compagnia biotecnologica statunitense; ed e’ attivamente coinvolta in diversi brevetti di campo biomedico.

Maria Gnarra, laureata summa cum laude in Medicina e Chirurgia presso l’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dal 2012 si dedica alla ricerca in dermatologia pediatrica per la cura di gravi malattie cutanee n e i b a m b i n i i n t ra p r e n d e n d o D o t t o r a t o i n D e r m a t o l o g i a Oncologica.

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Davide Dattoli

Nel 2012 fonda Talent Garden, il più grande network europeo di coworking focalizzato sul digitale che comprende attualmente 17 sedi in Europa e più di 1300 membri ospitati nei vari campus.

È mentor di Virgin Startup, l'acceleratore basato a Londra voluto da Richard Branson, e nel board di Digital Magics, il più grande Venture Incubator in Italia, Digital Champions Association e ItaliaStartup. Dal 2012 segue per l'Italia StartupWeekend, una organizzazione no-profit della fondazione Kaufmann che si occupa di stimolare la nascita di nuove imprese in giro per il mondo.

Davide inizia il suo percorso professionale nel 2009 come consulente per varie aziende dove si occupa di strategie d i g i t a l i c o n u n f o c u s particolare in social media marketing e mondo mobile. Nel 2010 approda in Condé Nast dove segue il marketing digitale del gruppo.

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Simone La Torre

Nel Settembre 2013, Simone lascia l’ESA e si unisce al colosso globale di telecomunicazioni satellitari SES, con sede principale in Lussemburgo. Dalla fine del 2014, grazie alle riconosciute competenze tecniche e capacità diplomatiche, Simone ha l’onore (e certamente anche l’onere) di rappresentare ufficialmente SES ed il Lussemburgo all’International Telecommunication Union (ITU), agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) specializzata nel coordinamento delle frequenze di radiocomunicazione a livello globale.

Tuttavia, nonostante le numerosissime sfide e soddisfazioni professionali, Simone é spinto da una personalità imprenditoriale che si rivela praticamente impossibile da contenere e, trovando terreno fertile in Lussemburgo, diventa co-organizzatore e co-fondatore di uno dei principali network europei per mettere in contatto investitori ed imprenditori, al fine di offrire supporto alle startup piú innovative e promettenti.

Simone ha fondato diverse startup, ha collezionato investimenti significativi e si é recentemente lanciato in una nuova sfida imprenditoriale in qualità di CEO e co-fondatore di Wafer Inc., startup internazionale responsabile della creazione di Wafer Messenger, rivoluzionaria piattaforma di messaggistica per smartphone, riconosciuta come una delle 500 startup del 2016 a piú alto potenziale del mondo.

Dopo aver conseguito una Laurea Magistrale in Ingegneria Spaziale, all’Università Sapienza di Roma, ed un Master in Business Management, all’International Space University di Strasburgo, Simone si trasferisce in Olanda per una breve esperienza all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l a v o r a n d o n e l d i p a r t i m e n t o “Meccanismi e Strutture Spaziali”.

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Giovanni Di Pino

Giovanni era anche uno sportivo, istruttore di arti marziali, e un brutto sabato pomeriggio del 2004, subisce un incidente sportivo con lesione midollare e conseguentemente tetraplegia. Costretto a dover reinventare la propria vita, personale e professionale, inizia a guardar con estremo interesse, oltre che alle classiche neuroscienze di pura estrazione biologica, alla forte spinta innovativa della tecnologia e delle sue applicazioni al mondo della biomedica. Nelle Brain Computer Interface, connessioni dirette tra sistema nervoso, macchine e mondo digitale, vede una possibile futura soluzione alle disabilità.

Nel 2010 completa il Dottorato di Ricerca in Ingegneria Biomedica con il massimo dei voti e nel 2015 la specializzazione clinica in Neurologia.

Oggi si occupa di Neurofisiologia e Neuroingegneria e di tutti i loro possibili punti di contatto. Si dedica soprattutto allo sviluppo di interfacce neurali per il controllo di protesi cibernetiche sensorizzate, con particolare attenzione alla plasticità cerebrale indotta dal loro uso, e allo sviluppo di nuovi metodi per la neuromodulazione cerebrale non invasiva.

Giovanni ha pubblicato nelle piu’ importanti riviste scientifiche internazionali, ed e’ stato parte del gruppo che per primo ha permesso ad un amputato di controllare diversi movimenti di una mano protesica e di riconoscere la forma e la rigidità di vari oggetti tramite piccolissimi elettrodi impiantati nei nervi periferici.

Nel 2015, Giovanni vince l’ERC starting Grant, il piu’ prestigioso bando scientifico della Comunita’ Europea con un progetto quinquennale che mira a sviluppare una nuova protesi cibernetica di mano che l’amputato possa sentire come parte integrante del proprio corpo. Oggi Giovanni insegna Fisiologia Umana ed e’ responsabile dell’unita’ di ricerca di “Neurofisiologia e Neuroingegneria dell’interazione Uomo-Tecnologia” all’Universita’ Campus Biomedico di Roma. Nel 2015, la prestigiosa rivista statunitense Wired lo annovera tra i 50 personaggi da tener d’occhio negli anni a venire.

Giovanni ama i cani e alleva Rottweiler.

M e d i c o t e c n o l o g o c h e c e r c a nell’intersezioni tra scienze biologiche, ingegneria e medicina clinica sentieri sperimentali poco battuti che portano al miglioramento della qualità di vita del paziente.

Nato a Catania nel 1979, si si laurea in Medicina e Chirurgia all’Universita’ Campus Bio-Medico di Roma.

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Bruna Corradetti

Nel 2013 si trasferisce a Houston dove ha lavorato sotto la supervisione del Prof. Mauro Ferrari allo sviluppo di un progetto finanziato dal Dipartimento della Difesa Americano per lo sviluppo di materiali "intelligenti" per la rigenerazione degli arti dei soldati in Afghanistan. Rientrata in Italia svolge l'attività di Ricercatore con onore e passione. Questo percorso è stato "spinto" da una grande dose di curiosità, unita ad entusiasmo e dedizione, oltre che all'intraprendenza e propensione alla collaborazione. Valori che quotidianamente trasmette agli studenti durante le lezioni. Da giovane ricercatrice le piace raccontare che trovare la propria strada è complicato ma non impossibile. Nel suo ruolo di docente si sente onorata di poter interagire con le nuove generazioni, restituire loro la speranza di un’Italia che si batte per migliorarsi e che si apre al mondo con curiosità. Li sprona ad aver fiducia nelle proprie potenzialità e ricorda loro che si può raggiungere un obiettivo se si è mossi dalla passione per ciò che si fa.

Consegue il dottorato in Scienze Biomolecolari presso l'Università Politecnica delle Marche, la stessa università in cui oggi svolge la sua attività di ricerca. Nel 2011 ha lavorato presso lo Scot t i sh Cent re fo r Regenerative Medicine alla messa a punto una strategia innovativa in grado di controllare il potenziale rigenerativo delle cellule staminali in collaborazione con la Yale University.

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W W W . B I O A G R I C O L A T R A I A N O . I T

BioAgricola TraianoVia Portuense 2380, 00054 Fiumicino (RM)

ALLEVAMENTO ITTICO

BIOLOGICO

ACQUACOLTURA

Carlo Alberto Minasi nato a Gioia Tauro nel 1991 ha frequentato a Venezia il liceo scientifico della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”. La voglia di frequentare il “Morosini” era nata sia da un forte interesse verso il mondo militare che da uno spiccato spirito patriottico. Successivamente si è trasferito a Milano dove ha frequentato il triennio in Economia e Finanza all’Università Luigi Bocconi. Iscritto al Master in International Business presso la Hult International business School ha studiato nelle tre città più dinamiche e innovative al mondo Londra, New York e San Francisco e di collaborare con società multinazionali in progetti d’innovazione.

Il forte interesse verso le tematiche di innovazione e strategia aziendale lo ha portato ad intraprendere una nuova esperienza nel mondo della consulenza strategica come analista in Monitor Deloitte. Grazie ad una competizione lanciata da Deloitte sul tema “Il Benessere di Domani” ha sviluppato un progetto finalizzato al taglio degli gli sprechi di alimentari proponendo una soluzione tecnologica integrata per tutta la filiera agroalimentare.

Menzione Speciale 2016

Il progetto dopo aver vinto la competizione, ha ottenuto dal board di Deloitte i finanziamenti necessari per il suo sviluppo ed ha successivamente trovato il supporto di altre società come Carrefour e GS1 Italy

Ha frequentato un Executive Master presso la Singularity University (Silicon Valley – Ca l i fo rn ia ) . R ient rato in I ta l ia dopo l’esperienza alla Singularity University è a capo del team che dovrà testare il progetto ed iniziare uno studio pilota in una grande catena di distribuzione alimentare.

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Manuela Bottiglieri è nata a Napoli l’ 11 marzo del 1986, sposata e madre di due bimbi Alessandro Raffaele e Diletta, rispettivamente di 5 anni e 2 anni. Come le sorelle maggiori, fin da piccola nutre una forte passione per il mare e, dopo aver conseguito il diploma in studi classici con la votazione di 100/100, nel 2009 si è laureata con 110 e lode in Giurisprudenza presso l’Università "LUISS" di Roma con una tesi in Diritto Privato Comparato dal titolo “il Charter Party”, conseguendo anche nel 2010 il Certificate in Marine Claims presso la Lloyd’s Maritime Academy di Londra. Agli studi universitari affianca la formazione marittima frequentando a Londra la “Shipping Law Summer School” e la “Maritime Law School” presso la Lloyd’s Maritime Academy . Ha conseguito il titolo di Avvocato nel settembre 2014.

Nel Febbraio 2005 Manuela è stata nominata Consigliere di Amministrazione della società di famiglia Giuseppe Bottiglieri Shipping Company S.p.A. e dal Novembre 2009 è responsabile del settore legale della società stessa e dal Febbraio 2014 Manuela è stata nominata Amministratore Delegato .

Menzione Speciale 2016

Dal Giugno 2015 è membro di WISTA Italia- “Women International Shipping and Trading Association”. Dal Settembre 2012 è membro del Propeller Club Port of Naples. Dal Gennaio 2012 è membro dell’AIDIM “Associazione Italiana di Diritto Marittimo”. Dal Febbraio 2010 è membro del Gruppo Giovani di Confindustria di Napoli . Dall’Aprile 2010 è membro della London Shipping Law Center. Nel 2002 ha partecipato alla rifondazione dell’Interact Torre del Greco Comuni Vesuviani , ricoprendo la carica di Presidente per l’anno 2003-2004.

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Carlo Molfetta, un nome scritto in oro nel libro dei grandi dello sport Italiano. Oro come la medaglia, storica, vinta a Londra 2012 nel taekwondo nella categoria +80 kg, arrivata dopo un percorso entusiasmante e ricco d’emozioni, riuscendo lì dove nessun atleta azzurro era mai riuscito. Uno sportivo a tutto tondo, ama e segue tutti gli sport ed ha praticato anche calcio, pallacanestro e ginnastica artistica, preferendo poi il taekwondo. Quest’ultimo gli ha dato anche qualche amarezza, sulle quali poi Carlo ha costruito i suoi più grandi successi. Come l’assenza forzata causa infortunio dalle Olimpiadi di Pechino 2008, delusione dalla quale “The Wolf” ha trovato le motivazioni e la forza per diventare campione Olimpico 4 anni dopo e scrivere la storia.

Menzione Speciale 2016

Il successo di Molfetta, capitano della Nazionale, ha avvicinato tantissimi giovani al suo sport, che cercavano in lui l’esempio da seguire per capire l’importanza di fare sacrifici e non mollare mai di fronte alle difficoltà. Carlo è un atleta formidabile che ha in sua moglie e nella sua famiglia il suo punto di forza; ha saputo farsi amare da colleghi e compagni per il suo sorriso e la sua disponibilità.

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Menzione Speciale 2016 Chiara Franco è nata a Torino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche all'Università di Pisa e una laurea magistrale in International and European Studies all'Università di Trento. Inoltre, è stata per cinque anni allieva della Scuola Sant'Anna di Pisa, istituto universitario pubblico d’eccellenza.

Ha trascorso periodi di studio e ricerca a Parigi e Istanbul e svolto stage all'Istituto Affari Internazionali a Roma e alla Rappresentanza d'Italia all'ONU a New York.

Dopo aver frequentato il Master in Studi Diplomatici della SIOI, si è classificata prima al concorso diplomatico ed ha intrapreso la carriera diplomatica presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

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Selene Biffi nasce a Monza nel 1982, e' imprenditrice sociale e esperta di social innovation. Già fondatrice di diverse organizzazioni no-profit dinamiche e innovative come Youth Action for Change e Forgotten Diaries. A seguito di sei mesi passati in Afghanistan, nel 2010 crea Plain Ink, organizzazione attiva in Italia e India che si occupa di comunicare strategie e soluzioni alla povertà e all’esclusione sociale tramite storie, fumetti e libri per bambini. Nel 2013 torna a Kabul per aprire The Qessa Academy, prima scuola ad insegnare a ragazzi disoccupati il mestiere di cantastorie. Più recentemente lancia Spillover – startup che trasforma la ricerca scientifica e le scoperte più attuali in video games – e Bibak, organizzazione che si occupa di creare tecnologia per lo sminamento a supporto dello sviluppo rurale in Afghanistan. E' stata consulente, trainer e speaker per organizzazioni quali ONU, Banca Mondiale, OSCE, Consiglio d'Europa, Microsoft e molti altri. Nel biennio 2007-2009 viene eletta per coordinare il Major Group on Children and Youth alla Commissione ONU per lo Sviluppo Sostenibile (UN-CSD).

Menzione Speciale 2016

Siede nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione per l'Innovazione del Terzo Settore (FITS) di Banca Prossima (gruppo Banca Intesa) e ha fatto parte della Task Force per le Startup Innovative del Ministro per lo Sviluppo Economico On. Corrado Passera, curando la parte relativa alle startup a vocazione sociale per il Decreto Legge 179/2012 (in seguito Legge 221/2012). Già Testimonial per il Terzo Settore per il Ministro della Gioventù On. Giorgia Meloni e Ambasciatrice Italiana per l’Anno Europeo del Volontariato del la Commissione Europea, ha ricevuto oltre 50 premi e fellowship per il suo lavoro. Dal 2009 è Young Global Leader al World Economic Forum e, più recentemente, le vengono assegnati l’Intercultural Innovation Award delle Nazione Unite e il Rolex Awards for Enterprise (Young Laureate).

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Sustainable Energy Companyw w w . d e l t a c a n t i e r i . i t

Raccontaci la tua storia

Premio Italia Giovane non è solo un workshop annuale dove giovani eccellenze italiane sono premiate per i loro meriti professionali, scientifici o artistici. E’ anche un luogo di incontro intergenerazionale dove le storie personali prendono forma, vengono condivise e raccontante.

Con l’obiettivo di conoscere giovani e di diffondere il loro entusiasmo ed intraprendenza, nel sito ufficiale di Premio Italia Giovane è possibile raccontare la propria storia attraverso la sezione dedicata“Raccontaci la tua storia”. In questo spazio si vuole offrire la possibilità di raccontare la ricerca, l’innovazione, gli studi e le imprese tramite le proprie esperienze, le proprie parole. Da questa sezione prendono vita articoli e interviste come quelle riportate nelle pagine precedenti.

Raccontare la propria storia è importante. Crea inizialmente partecipazione, confronto ed empatia che si trasforma poi, nel lungo periodo, in crescita, sviluppo e coesione necessaria non solo ad ognuno di noi ma all’intero Sistema Paese.

www.premioitaliagiovane.it

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Premiati 2014

Alessandra Bruni Dirigente

Giovanni Farese Docente universitario

Jacopo Sipari Di Pescasseroli Maestro d’Orchestra

Luigi Cantamessa Direttore Fondazione FS Italiane

Marco Capasso Architetto

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Diana Attianese Imprenditrice

Agricoltura

Pasquale Vittorio D’Avino Francesco De Falco Imprenditori Moda

Jacopo Mele Digital Life Coach

Nicola Liguori Cinema

Gianluca Callipo Amministratore Pubblico

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Premiati 2015

Alessandro Golkar Assistant Professor centro spaziale Skoltech

Lia Staropoli Giornalista

Orlando Maria Merone Imprenditore POS Virtuale “SOLO”

Gianni Cuozzo Imprenditore CyberWarfare & CyberIntelligence

Francesca Romana Reinero Biologa

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Matteo Pippa Musicista

Gianluca Ferrari Shareholder Value Management

Alessio Rupalti Regista

David Clementoni Imprenditore Moda

Mariano Maffei Biologo molecolare

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Ricordo molto bene quando misi la mia valigia e la mia telecamera in auto. Quando affrontai quel viaggio da solo per andare a prendermi quel sogno a Roma.

Mi sono chiesto più volte se sarebbe stato meglio prendere un volo per andare via dall’Italia, invece che decidere d’investire sul mio Paese. Oggi credo di aver fatto la scelta giusta, quel giorno. Negli anni successivi al mio trasferimento, infatti, ho avuto spesso l’occasione di andare all’estero grazie ai numerosi festival internazionali ai quali ho preso parte con il mio cortometraggio “Cercavo qualcos’altro”, realizzato proprio nel mio primo anno romano. Grazie a questi viaggi, ho imparato a cogliere l’essenza dell’Italia. Quell’essenza che spesso, da dentro i nostri confini, passa inosservata. Ecco perché ho fatto bene a investire sul mio Paese: per quell’essenza! Perché l’Italia fa regali a tutti e cinque i nostri sensi. E lo fa ogni singolo giorno. Un grande architetto, mio conterraneo, ha detto in un’intervista: “Il mio consiglio ai giovani? Partire e imparare, per poi tornare”. Il nostro è un Paese umanamente e artisticamente fertile e mi piace credere che prima o poi si tornerà a valorizzare davvero quella cultura che, per secoli, ha contribuito a rendere l’Italia uno dei luoghi più belli e amati al mondo.

L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale anche nella mia formazione artistica. Sin da piccolo ho sempre mostrato un forte interesse per tutto ciò che è “immagine”, passione che con gli anni mi ha avvicinato sempre di più al Cinema. Durante le scuole medie, la professoressa d’italiano dedicava un pomeriggio intero alla settimana per mostrare a me e ai miei compagni di classe dei capolavori del nostro Cinema. Fu in quelle occasioni che vidi i miei primi film di Fellini, De Sica e Rossellini: in quegli anni iniziai a capire che cosa avrei voluto fare nella vita. Il mio sogno cominciava a prendere forma. Crescendo, iniziai a passare il mio tempo libero dentro i cinema: mi interessavo a tutte le novità, dai film d’autore a quelli più commerciali. I miei amici andavano al mare? E io invece mi rifugiavo nel buio della sala cinematografica! Ricordo l’espressione di quei signori alla cassa che mi guardavano perplessi quando chiedevo: “Un biglietto per…”. E loro rispondevano: “Solo uno?!”.

incontriamo Alessio Rupalti

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A Genova ho cominciato a mettere in pratica quello che per anni avevo solo rubato con gli occhi: lì ho realizzato i miei primi cortometraggi. Fu dopo i primi riconoscimenti ottenuti - tra i quali il premio di “Giovane Talento Ligure” - che decisi di andare a vivere a Roma. Nella Capitale, tra le tante esperienze fatte e i riconoscimenti ottenuti, si è consolidato il mio amore per la settima arte. Il “Premio Italia Giovane”, per esempio, è stato un riconoscimento che ha dato un valore aggiunto a questo mio percorso.

La strada che ho scelto non è stata e non è facile. Per poter investire sulla mia passione, infatti, mi sono ritrovato e mi ritrovo a dover svolgere anche lavori che niente hanno a che fare con il Cinema. Ma con il tempo ho compreso questo: che ogni sogno ha, sì, il suo prezzo. Ma che avere un vero Sogno non ha prezzo. E che, per il mio, io sarei stato disposto a spendere tutte le mie forze.

Per raggiungere i propri obiettivi non esistono formule magiche. Credo che siano solo due gli ingredienti fondamentali. E, tra me e me, ripeto spesso ciò che mi disse un grande Maestro anni fa: “Determinazione e umiltà, Rupalti! Ricorda sempre: determinazione e umiltà!”.

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incontriamo Nicola Liguori

L'Italia del domani è un Paese dove chi ha un'idea, un progetto trova un interlocutore adatto e attento a recepire. Ciò che manca oggi è forse proprio questo. Non sempre menti brillanti riescono a farsi notare in quanto non riescono a trovare il tramite giusto. Per far si che il nostro spessore venga sempre più riconosciuto nel mondo abbiamo bisogno di più ascolto, concentrazione e professionalità.

A ciò si deve aggiungere da parte nostra e dei nostri futuri figli una sempre più maggiore preparazione, dedizione, concentrazione nel superare eventuali ostacoli e professionalità. Stiamo vivendo in un mondo dove tutto corre veloce, tutto è globalizzato. Non c'è tempo per rimanere indietro. Bisogna essere pronti alle nuove sfide che ci vengono presentate in ambito internazionale.  Ed ecco che è sempre più importante conoscere noi stessi, la nostra nazione con le sue tradizioni e peculiarità, ma anche chi ci sta vicino, dall'Europa agli altri continenti cercando di raggiungere una visione sempre più mirante all'internazionalità.

Senza dimenticare l'apporto che oggi viene dall'unione delle forze: ogni singolo progetto per essere vincenti ha bisogno di menti eccellenti che lavorino ognuna per il proprio campo. Non è più il momento della persona sola, ma dell'unione, della squadra.

Sono certo che solo così con questo insieme di fattori potremmo continuare in futuro a rendere protagonista l'Italia in tutti gli ambiti in cui oggi è Regina indiscussa.

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incontriamo Lia Staropoli

“L ’ I tal ia che vola” è costituita da persone animate da quell’entusiasmo che supporta la genialità degli italiani, mentre intendono affrontare le proprie sfide. Con determinazione, coraggio e con una straordinaria preparazione, gli italiani possono diventare eccellenze in ogni campo. Operando scelte talvolta rischiose ma necessarie, senza accettare compromessi, i nostri ragazzi si affermano in tutti i settori superando tantissime difficoltà e talvolta, anche i propri limiti distinguendosi.     Il nostro Paese oggi rappresenta un’eccellenza nella Sicurezza e nella Difesa, in questo campo abbiamo gli operatori migliori al mondo, con competenze riconosciute e richieste anche all’estero, l’acume investigativo dei nostri investigatori è motivo di orgoglio per il nostro Paese, i nostri operatori sono addestrati a portare a termine le più complesse operazioni antimafia e antiterrorismo, nonostante tutte le difficoltà inerenti i tagli agli investimenti e le conseguenti carenze di personale e di equipaggiamenti. Ma qui in Italia manca ancora il coraggio di riconoscerlo, e molto più  frequentemente si tenta di negarlo,   tutto questo mortifica fortemente gli operatori delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate e dell’Intelligence, e disincentiva i cittadini a denunciare e a segnalare, soprattutto nelle zone interessate dalla criminalità organizzata, dove prevale l’omertà e la reticenza. Delegittimare gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine significa legittimare ogni forma di criminalità. Dobbiamo educarci a formare al rispetto per la Sicurezza e per la Difesa, altrimenti non si può parlare di legalità.

Gli ideatori del premio “Italia Giovane”, hanno il merito selezionare e di divulgare, le storie di giovani che nei campi più disparati sono riusciti “a volare”, tracciando un percorso nuovo che potrebbe servire da esempio per gli altri.

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Quell’Italia che vola in alto, anche quando teme di non avere alternative, l’ho riconosciuta tante volte, nel coraggio di coloro che in una zona ad altissima densità criminale scelgono di stare dalla parte della legalità, senza guadagnarci nulla, l’ho riconosciuta nel valore di coloro che hanno giurato di difenderla in quelle stesse zone, o in altri territori a rischio. Queste scelte le ho raccontate in un progetto editoriale, nel quale ho cercato di riassume un impegno costante, che mi è valso l’onore di ricevere il premio Italia Giovane edizione 2015. Ma che non credo ancora di meritare. L’associazione che ho fondato, “ConDivisa” si propone di promuovere la legalità, gratuitamente, attraverso i valori che trasmettono gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine delle Forze Armate e dell’Intelligence. Un percorso che si origina in Calabria insieme ai ragazzi del Movimento Antimafia “AmmazzateciTutti” , fin da giovanissimi, dal 2005, tanto da a diventare la più grande associazione antimafia giovanile italiana. Una scelta non priva di rischi in una terra controllata dalla criminalità organizzata,   in un periodo nel quale si aveva paura persino di pronunciarla la parola ‘ndrangheta. Ma con le nostre due associazioni, siamo diventati l’unica Italia che racconta la legalità attraverso i sacrifici che compiono ogni giorno coloro che la difendono, gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate e dell’Intelligence, che per noi, rappresentano l’unica, autentica antimafia. Ho avuto il privilegio di ricevere il “Premio Italia Giovane” subito dopo la pubblicazione della seconda edizione del mio libro “La Santa Setta” – Il potere della ‘ndrangheta sugli affiliati e il consenso sociale sul territorio – Edito da LA RUFFA,   con l’occasione ho conosciuto nove ragazzi eccezionali, in particolare un ragazzo che fin da giovanissimo si è contraddistinto per le sue geniali abilità informatiche il Dr. Gianni Cuozzo, originario di Valva in provincia di Salerno, massimo esperto in Cyber Defence, consulente diretto della Difesa e dell’Intelligence di ben 5 Paesi NATO ma operativo in modo diretto e indiretto su diversi fronti in difesa delle ragioni democratiche della Alleanza Atlantica. Nella terza edizione del mio libro ho parlato anche del suo impegno. Ho avuto l’onore di presentare questa edizione, qualche mese fa, insieme al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio del Sette, a Vibo Valentia.

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Nel descrivere il nostro Paese molto spesso si è fatto ricorso alla metafora dell’Italia delle cento città. Immagine suggestiva che richiama alla mente un lungo passato di autonomie cittadine, di particolarità e localismi radicati nei secoli: una storia che affonda le radici nel Medioevo e si sviluppa poi nell’Età rinascimentale continuando con caratteristiche originali sino alle soglie della contemporaneità. E’ la secolare e complessa vicenda di un paese che è stato per secoli al centro della cultura europea e mediterranea e che ha plasmato i suoi caratteri scolpendoli in maniera permanente nel territorio, negli uomini e nelle collettività. Una storia che ha lasciato tracce indelebili anche nel paesaggio e nelle forme delle città, dei borghi e delle abitazioni. Si tratta di una immensa eredità di culture, espressioni artistiche e tradizioni che hanno prodotto una civiltà originale, feconda, nutrice di eccellenze artistiche, architettoniche e artigianali. Dalle terre lambite dai ghiacciai alpini alle assolate contrade dell’estremo sud, nei territori di questa Italia delle cento città, si è sedimentata anche una cultura materiale, ricca, elaborata ed estremamente diversificata. Una cultura fatta di tradizioni, usi, costumi ma anche prodotti della terra e dell’ingegno umano. E’ da questa cultura che provengono i cibi, gli oggetti, i manufatti tessili e artigianali che caratterizzano le produzioni dei nostri paesi e delle nostre campagne. Accanto all’Italia delle antiche città e delle opere d’arte più ricche e famose esiste quindi un’Italia dei territori più nascosti, meno conosciuti ma non per questo meno ricchi di attrattive, di tesori; una terra tutta da scoprire, dai paesaggi mozzafiato, inattesi, spesso ancora miracolosamente intatti nelle caratteristiche eco ambientali: un mix di opere dell’uomo e della natura che si apre raramente alla vista del viaggiatore frettoloso.

incontriamo Luigi Cantamessa

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Questa Italia, che non si vede né dall’autostrada né dall’aereo, che rimane lontana dalle rotte compulsive del turismo “mordi e fuggi”, che risulta invisibile a chi si sposta frettolosamente tra i grandi centri urbani, è l’Italia attraversata dai tanti treni delle nostre ferrovie. Al contrario degli altri mezzi di trasporto che comprimono spazi e tempi sorvolando o superando in velocità luoghi e contrade, infatti, il treno ricompone e interpreta gli spazi, riconnette legami, accompagna dolcemente il viaggiatore tra le destinazioni ponendolo in colloquio diretto con il paesaggio. La ferrovia, insomma, come un filo che ricuce la fitta trama di un Paese reale, vero e genuino in grado di offrire al viaggiatore quel di più di cultura locale, tradizioni e sensazioni che attraggono sempre di più un turismo consapevole, dal palato fine, alla ricerca di esperienze e suggestioni nuove. Un bacino di utenza in crescita, un target che oggi può fare la differenza nella competizione del mercato turistico. E’ questo il dato che emerge dall’esperienza sin qui condotta dalla Fondazione FS Italiane con i suoi treni storici e turistici. Dalla Lombardia alla Toscana, dall’Abruzzo alla Sicilia tutte le iniziative realizzate nei territori toccati dai nostri treni sono state un successo di pubblico e di accoglienza. Non solo, in molte località il ritorno del treno ha sollecitato anche iniziative commerciali, ha consentito a privati, aziende e associazioni di proporre una variegata offerta di prodotti, ha riempito ristoranti ed alberghi. Come sempre è avvenuto nella storia delle ferrovie, il treno si è rivelato portatore di benessere, di movimento umano e commerciale, ha restituito a molti territori la speranza di essere parte di una rete, ha rotto isolamenti, ha restituito identità.

E’ un movimento in crescita che ha segnato nel 2015 e 2016 un forte incremento e sollecitato aspettative e nuove richieste da parte di comunità locali, associazioni e singoli interessati ad organizzare treni turistici e proporre nuovi itinerari.

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Ecco alcuni elementi sulla consistenza attuale delle linee affidate alla Fondazione e dedicate ad attività di carattere storico-turistico con i primi dati sull’andamento delle attività svolte nel corso del 2015 e 2016:

Linee Le linee gestite dalla Fondazione all’interno del progetto “Binari senza tempo” erano, originariamente, la “Ferrovia del Lago” (da Palazzolo sull’Oglio a Paratico/Sarnico sulle rive del Lago d’Iseo); la “Ferrovia della Val D’Orcia” (da Asciano a Monte Antico lungo l’incantevole paesaggio delle “Crete Senesi”); la “Ferrovia del Parco” detta anche “Transiberiana d’Italia” (da Sulmona a Carpinone, la seconda ferrovia più alta d’Italia - dopo il Brennero - passando per Roccaraso e i boschi della Majella); la “Ferrovia dei Templi” (da Agrigento Bassa a Porto Empedocle, tra i templi della Magna Grecia, patrimonio Unesco). Nel corso del 2015 e 2016 a queste linee si sono aggiunte la “Ferrovia della Valsesia” (da Novara a Varallo Sesia ai piedi del massiccio del Monte Rosa); la “Ferrovia del Tanaro” (da Ceva a Ormea nell’alta valle del Tanaro in provincia di Cuneo) e la “Ferrovia Rocchetta-Santa Venere” (nel cuore dell’Irpinia).

Risultati 2015-2016 Nell’anno 2015 sono stati effettuati 166 viaggi di cui 23 per eventi ed iniziative pubbliche e 143 con convogli noleggiati da associazioni e privati. In totale sono stati trasportati 45 mila viaggiatori con un incremento del 60% sul 2014. L’attività ha interessato ben 13 regioni. Nell’anno in corso, periodo gennaio-settembre, sono già stati realizzati 155 convogli con la partecipazione di oltre 35.000 viaggiatori.

Infrastrutture La nostra attività ha permesso il recupero di diverse infrastrutture ferroviarie che giacevano in stato di abbandono tra cui: la stazione di Pietrarsa-San Giorgio a Cremano (porta d’accesso al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa gestito dalla Fondazione), la stazione di Varallo Sesia con l’annessa Rimessa locomotive, la stazione di Porto Empedocle Succursale.

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incontriamo Alessandra Bruni

Nel contesto di crisi e di sfiducia che ha coinvolto il nostro Paese qualsiasi iniziativa volta a dimostrare il contrario – va considerata un fondamentale punto di partenza e, in quanto tale, incentivata.

Non vi è maggiore esempio che si possa dare che quello del “riuscire” grazie alla valorizzazione delle potenzialità del capitale umano, direttamente in Italia; senza ovviamente sottovalutare l’importanza della struttura morale e professionale portata dall’esperienza.

La dimostrazione del “riuscire”, la testimonianza attraverso risultati concreti, non possono che essere uno stimolo alla crescita. A “ampio raggio”, i risultati dei giovani e le prospettive che ne derivano possono senz’altro fornire un energico impulso alla ripresa. L’energia è portata dai giovani, per definizione, con motori grintosi e brillanti, idonei a coprire l’impegno richiesto a chi la struttura professionale se la deve costruire in un contesto senz’altro difficile. Non va infatti tralasciato che, nel bene e nel male, le nuove generazioni (e, come in ogni epoca, le “nuove generazioni” del periodo) si trovano ad operare portando sulle spalle il fardello dei risultati conseguiti da chi le ha precedute.

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Ma in un contesto difficile la “crisi” non è solamente un concetto negativo. Il termine “crisi”, infatti, deriva direttamente dal verbo greco krino, che significa “separare”. Questa doppiezza semantica è la caratteristica principale di “crisi”, un dualismo che si applica a tutto. Nel vedere quindi l’altra faccia della medaglia si può attribuire alla “crisi” l’occasione per l’evoluzione e la svolta.

L’opportunità di condividere e rendere visibili storie di successo può essere da apripista al cambiamento; il confronto di esperienze positive può creare sinergie che normalmente fanno da moltiplicatore ai risultati dei singoli in quanto tali.

La speranza è che i premiati non siano più casi isolati, eroi della quotidianità, eccezione e rarità tali da meritare riconoscimenti. L’augurio è che il “successo professionale dei giovani” sia la consuetudine di un contesto che non può più fare a meno di certe professionalità, nato quale elemento di discontinuità del tessuto sociale, culturale ed economico del nostro paese.

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incontriamo Alessandro Golkar

Le statistiche parlano chiaro: il numero di Italiani che si trasferisce all’estero, misurato con il numero di iscrizione alla Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), è in netto aumento. Nel solo 2015 l’emigrazione ha sfiorato quota 108,000, in aumento di oltre il 6% rispetto all’anno precedente; più della metà di tale flusso migratorio è rappresentato dalla generazione dei millennials, persone nella fascia di età tra i 20 ed i 40 anni. Molti di loro rappresentano profili altamente qualificati, con un titolo di laurea o dottorato, talvolta qualche esperienza lavorativa fatta in Italia. La stampa nostrana parla quotidianamente della fuga dei cervelli, il dramma quotidiano di poveri giovani costretti a lasciare il proprio Paese alla ricerca di un future migliore, che spesso trovano sfogo in interventi sui periodici dai toni risentiti ed altamente critici verso chi non ha dato loro spazio di crescita professionale.

Trovo questa retorica altamente fuorviante e deleteria. L’Italia che immagino per il mio domani e per quello delle nuove generazioni è un Paese che non dia adito a lamentii fini a sè stessi, e piuttosto affronti la realtà conscia delle opportunità che ha di fronte e continui a darsi da fare per migliorarla.

Credo di poter parlarne a pieno titolo, avendo lasciato l’Italia a 23 anni dopo gli studi universitari e ad oggi, dopo quasi nove anni di vita e di carriera accademica tra Stati Uniti e Russia, non mi sento rappresentato dal luogo comune del cervello in fuga.

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La nostra generazione non è costretta ad emigrare. I nuovi emigrati non viaggiano su grandi navi passeggere in traversate lunghe mesi alla volta di Ellis Island o dell’Australia, con la consapevolezza di non poter più tornare al paese di origine. Non sono alla ricerca di lavori umili nella speranza di una vita migliore. Per la nostra generazione, andare a studiare e lavorare nel mondo è una opportunità, non una costrizione. È una scelta personale, indipendente, volta a soddisfare ambizioni personali ed a cogliere le tante, belle opportunità che il mondo sa offrire. È una occasione di arricchimento personale, quando si fanno amicizie che poi rimangono per la vita, in tutto il mondo. È una fortuna non da poco! Nel mondo globalizzato, con la forte riduzione dei costi dei biglietti aerei e con Skype, le distanze nel mondo si son poi notevolmente accorciate, se non annullate.

La nuova emigrazione Italiana all’estero, temporanea o permanente che sia, è un Tesoro per il Paese. L’Italia che immagino per il mio domani e per le future generazioni è una Italia in grado di sfruttare con maggiore efficacia questa risorsa inestimabile, coinvolgendo gli Italiani all’estero nel promuovere il Sistema Italia nel mondo. Il che non significa necessariamente far rientrare tutti quanti; di fatto, può significare usare tale risorsa per attrarre Talento, di qualsiasi nazionalità, ad investire, lavorare, e vivere in Italia.

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Certamente, emigrare comporta sacrifici per alcuni. La famiglia Italiana è tradizionalmente restia a vedere i propri figli girare per il mondo. Sovviene una metafora divertente di un amico imprenditore Italiano, che vive a New York, che dà scherzosamente la colpa alle mamme Italiane per non essere in grado di assumere i talentuosi figli (la premura delle nostre mamme è celebre nel mondo, con affetto per tutte!) Nella mia esperienza professionale ho riscontrato un fenomeno simile, avendo fallito qualche volta nell’assumere persone di talento con rifiuti motivati da ‘motivi familiari,’ vedasi premurosi mamma e papa desiderosi nel vedere il proprio ragazzo o ragazza ‘sistemarsi’ con il clasico.. ‘posto fisso’!

Per l’Italia del domani mi auguro una visione più globale e dinamica del mondo, senza paura di viaggiare e senza farne drammi inventati. Immaginiamoci se non avessimo nessuna opportunità di uscire dal nostro Paesi per periodi più o meno brevi, come succede in alcune delle nazioni meno fortunate del mondo – siamo sicuri che ci piacerebbe? Siamo sicuri che al Paese gioverebbe non avere a disposizione un bacino di futuri leaders con esperienza maturata in ambito mondiale, per alimentare la propria classe dirigente? Ciò detto, auguro al mio Paese di creare sempre più opportunità nei propri confini, per gli Italiani ma non solo: per i Talenti da tutto il mondo che vorranno approdare nel nostro Paese per contribuirne con il loro talento, la loro dedizione, e le loro ambizioni.

Sogno il giorno in cui in Italia fioriranno startups guidati da fondatori Americani, Indiani, Cinesi… ed Italiani, ovviamente! L’innovazione e le startups sono congeniali al DNA del nostro Paese, la cui economia è stata sempre mossa dalla piccola e media impresa (per l’appunto..) Auguro a me ed ai miei figli una Italia che coniughi l’eccellenza accademica all’abilità imprenditoriale, ed alla capacità di fare innovazione in tutti i campi. Mi auguro infine una Italia che non parli più di fuga dei cervelli, ma di Italiani leaders nel mondo. Ad majora!

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incontriamo Gianluca Ferrari

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La mia relazione con l’Italia è durata undici anni; dal mio arrivo dagli USA alla mia partenza verso la Germania. Arrivai ch’ero ancora ragazzo e subito m’innamorai di un paese ricco non solo di storia, arte, cibo e moda, ma un paese ricco d’amore: un amore per la vita che mi ha subito rubato il cuore. Nonostante gli innumerevoli difetti del nostro paese, l’amor di vivere ci rende resilienti e ci da la forza di superare l’impossibile.

Gli ultimi anni sicuramente non sono stati i migliori per noi Italiani. Siamo un popolo che paga il prezzo di errori altrui. Per ogni cinque miei coetanei che cercano lavoro, due non ne troveranno. Dei tre che ne troveranno, almeno uno non potrà aspettarsi più di un lavoro part-time o sottopagato. La nostra è una generazione entrata nell’età adulta respirando aria di pessimismo. Ci siamo laureati a suon di parole come “spread” e “crisi” e abbiamo visto fallire le aziende dei nostri genitori e dei loro amici. Siamo entrati nella realtà adulta quando la realtà non ci voleva.

Eppure siamo sempre qui, ad amare la vita e a tirare avanti.

Sarà pur vero che i macigni del passato cadono sulle nostre spalle, ma piangere sul passato non ci ridarà il futuro, soltanto noi possiamo riprenderlo e dobbiamo farlo. Per noi, e per le generazioni che verranno, dobbiamo ridare speranza al nostro paese. Gli ultimi anni, che per noi rappresentano l’intera età adulta, sono soltanto il singhiozzo di un ciclo economico molto più grande. Le crisi, per quanto difficili, sono fenomeni che permettono un sistema economico di liberarsi dal marcio e di crescere in maniera sana. Ci saranno crisi future come ci sono state crisi passate, ed ogni crisi sarà un’opportunità per fare un passo indietro, scuotersi di dosso quel che è di troppo, e ripartire. Non è la nostra abilità di evitare una crisi che lascerà il segno sul futuro, ma da quel che ne facciamo delle macerie.

Molto probabilmente le crisi future saranno più frequenti e più marcate rispetto al passato. Per questo, dobbiamo lasciare alle spalle tutto quello a cui pensavamo di avere diritto – il posto fisso, le pensioni che molto probabilmente non avremo, i giorni di ferie, ecc., e ripartire su una nuova base solida e moderna. Non possiamo continuare a proteggere i diritti di una economia arcaica se vogliamo prosperare in un’economia dinamica. Dobbiamo scegliere le nostre battaglie non sulla base di quel che appare giusto o sbagliato perché così è ci è stato insegnato, ma di quel che è pragmaticamente giusto per il futuro del nostro paese, visto in un contesto economico internazionale e non soltanto europeo.

Ho la fortuna di guardare l’Italia con gli occhi da straniero, ma sempre con il cuore Italiano, e posso testimoniare che il nostro amato paese non ha nulla da invidiare al resto del mondo. Quel che scarseggia è adeguatamente compensato dal nostro amore per il “viver bene”, che ci rende unici nel mondo. Siamo un paese d’intellettuali, scrittori, artisti, inventori e creativi, e abbiamo la base per creare un futuro meraviglioso. Ciò nonostante, non possiamo perdere d’occhio il futuro, altrimenti l’unica cosa che ci rimarrà è il “saper viver bene”, che non potremo più fare.

La mia relazione con l’Italia è terminata tre anni fa quando mi sono trasferito in Germania, ma tengo sempre un piede nel belpaese non solo per nostalgia, ma perché ci credo. Sono ottimista sul futuro: l’Italia ha le ali, ora deve soltanto trovare il coraggio di spiccare il volo.

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partner Premio Italia Giovane

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incontriamo Jacopo Mele Guedado

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Il volo è il difficile staccarsi da terra, abbandonare i pregiudizi, la retorica, le consuetudini non necessarie, i modelli desueti, soprattutto il coraggio del nuovo. So che un colpo di vento improvviso lo rende difficile. Volo è una metafora bellissima ma anche coscienza della realtà dolorosa dello staccarsi da qualcosa che sembra familiarmente facile e ci impedisce di allontanarci. Per questo avvertiamo gioia nel conoscere persone nuove che ci sorprendono nell'allontanarsi dalla quotidianità assumendo distanza dalle cose che amano per poterle capire e non lasciarsene affascinare (né sbigottire). I giovani sono più adatti degli altri a sentirsi corpo sociale in continuo rinnovamento: di cui la moneta di scambio è una fiducia non limitata dalla paura e dall'egoismo, dallo sguardo corto e dalla pigrizia. Ascolteremo musica classica andando su Marte, e continueremo a studiare i filosofi greci invasi dalla stupefatta ebbrezza di quella elettronica.

Per la loro capacità di superare il dolore, le donne mostrano un vantaggio nell'avvicinarsi al volo. Sebbene tutte quelle che incontro mantengano radici salde con la realtà, riescono a disegnare il paese nuovo di cui stiamo parlando. Ma questo inevitabile grande progetto si scontra con la continua violenza che prosciuga i nostri mari e ne fa un deserto: ma è la sfida cui l'Occidente è costretto, la rinuncia a sentire il proprio predominio storico come un destino, e accettare la mutua appartenenza col resto del mondo: il cielo nel quale dobbiamo volare non si lascia dividere in riquadri, in dolorosi stretti confini. Già parlando di web, e lavorando per esso, dobbiamo farlo rassomigliare a quella libertà che sta in alto, oltre la nostra testa, per non ripetere le divisioni che abitiamo. Un'utopia? Quando le classi sociali erano poco capaci di sottrarsi alla loro storia, totalmente impedite di comunicare tra loro, questo era utopia, oggi è urgente (necessaria) trasformazione. Oltre questo, c'è la rassegnazione alla catastrofe.

incontriamo David Clementoni

A livello internazionale le vetrine del lusso hanno forte necessità di offrire ai propri clienti, sempre più consapevoli ed esigenti, prodotti di qualità della migliore manifattura di tradizione. Viene da sé la potenzialità che si apre al Made in Italy, come alternativa sempre più ricercata in opposizione alla produzione industrializzata di massa, che - qualora fosse ancora in parte manuale - va spesso a scapito dei lavoratori stessi.

Molto spesso però i piccoli artigiani che da decenni preservano il Made In Italy, non riescono ad avere la giusta visibilità sul mercato internazionale che ora più che mai è alla ricerca di tutto quello che proprio loro avrebbero da offrire. La scarsa conoscenza delle pratiche commerciali internazionali e le barriere linguistiche hanno fino ad ora tenuto questi due mondi - i buyer internazionali da una parte e gli artigiani dall’altra - lontani tra loro, seppur bisognosi l’un dell’altro.

Consapevole di questa grande lacuna di mercato e delle enormi potenzialità che si potevano creare, l’11 giugno del 2013 ho deciso di lasciare l’ azienda di famiglia (www.clementoni.com), per dedicarmi ad una nuova avventura imprenditoriale, nell’intento di aiutare l'internazionalizzazione e la digitalizzazione delle PMI del Made in Italy.

Questa è la storia di come è nata Italian Artisan, piattaforma creata per semplificare ed agevolare l'interazione tra buyer internazionali e le PMI italiane operanti nel lusso e nella moda.

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Con Italian Artisan le trattative tra le parti diventano eccezionalmente efficienti, efficaci e veloci. In primo luogo, i buyer possono scegliere tra una vasta gamma dei migliori prodotti Made In Italy — rigorosamente artigianali. Possono addirittura definire dei prodotti o linee esclusive e mandarle in produzione in tre semplici passaggi. In secondo luogo, i piccoli artigiani aumentano loro visibilità a livello internazionale, avendo la possibilità di continuare a fare quello che sanno fare meglio - il prodotto - mentre Italian Artisan si occupa di tutto il resto. In terzo luogo, buyer e artigiani possono usufruire del fast-track, in modo da ridurre drasticamente i tempi di comunicazione e completando le transazioni maniera semplice ed efficace. In breve Italian Artisan nasce per facilitare la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle PMI italiane, fornendo strumenti digitali intuitivi e facili da usare. Ma nasce anche per offrire agli acquirenti internazionali l'opportunità di accedere a una vasta gamma di prodotti artigianali di alta qualità, mettendo a loro disposizione una piattaforma che consente la gestione semplificata dei processi produttivi, nonché il monitoraggio in tempo reale della produzione. In un periodo così poco favorevole per l'economia italiana, dove i consumi interni continuano a diminuire e le PMI a soffrire, è fondamentale avere un partner che agevoli la competitività delle nostre piccole imprese sui mercati internazionali e che ne faciliti la digitalizzazione, accompagnandole passo dopo passo verso un percorso di crescita sostenibile e di lungo termine.

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incontriamo Gianni Cuozzo

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Nel corso della mia vita, ho sempre pensato che essere italiano non fosse solo una questione culturale o geografica, bensì fosse una grossa responsabilità oltre che un onore. Sulle nostre spalle portiamo il peso di un popolo che da millenni stupisce ed ispira il mondo, portiamo il peso delle magnificenze degli imperi di Augusto, portiamo la bellezza della Firenze rinascimentale, portiamo la scienza della Napoli ottocentesca e portiamo sulle spalle il miracolo economico del Nord-Est, per secoli le genti del mondo hanno guardato al nostro bel paese in cerca di ispirazioni, per secoli il nostro paese è stato terra di pellegrinaggio delle più eccelse menti del globo in cerca di risposte a domande complesse.

Da un paio di decenni la nostra nazione sembra aver smarrito il suo ruolo, la costante entropia del nostro popolo ha causato un lento deterioramento della rilevanza strategica del nostro paese, una politica assente e troppo impegnata a combattere guerre interne e a dare mancette elettorali è stata complice di questa lenta ma inesorabile uscita di scena del nostro paese dalla scena internazionale.

Oggi ci troviamo in un mondo ancora più connesso e globalizzato, un mondo in cui le opportunità sono ancora più veloci da cogliere, ma anche un mondo in cui le minacce sono globalizzate, oggi ancora una volta la nostra posizione geografica strategica ci espone ancora di più a queste opportunità ma anche ai rischi che ne conseguono, abbiamo perso nel corso della storia recente molte battaglie economiche e strategiche, il cyberspace è una battaglia che non possiamo permetterci di perdere, ormai la dimensione reale e quella cybernetica sono facce della stessa medaglia dato che nel tempo è crollata la divisione di questi domini.

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Un paese “ponte” come il nostro deve avere il compito di essere faro ed esempio nella stessa in sicurezza di questo dominio, da Italiano mi sento ancora una volta la responsabilità di lavorare duro per onorare il nostro glorioso passato, che spero possa essere anche un giorno un futuro, rifiuto l’idea di un’Italia che possa vivere solo sfruttato le glorie passate, questo qualificherebbe la nostra generazione come buoni a nulla capaci di vivere solo grazie all’impegno dei propri avi, come rampolli scialacquatori di ricca famiglia nobiliare e da professionista della sicurezza sento ancora più mia la sfida di un Italia fortezza del dominio informatico pronta a cogliere le mille opportunità del mondo iperconnesso, capace di competere a livello internazionale, capace di dare fiducia ai mercati, capace di essere ancora una volta faro e non nave in burrasca, invito la mia generazione a non risparmiarsi battaglie e sacrifici arrabbiandosi anche quando deve, invito al duro lavoro per riprenderci il nostro posto internazionale e per rispondere orgogliosamente ancora una volta “Italy!” alla domanda “Where are you from?”

incontriamo Francesca Romana Reinero

Ho fatto della mia passione per il mare e per gli squali la mia vita. Ho conseguito due lauree con lode all’università della Sapienza di Roma in Scienze Naturali e del Mare concentrando tutte le mie energie sullo studio degli squali bianchi e degli squali dello Zambesi in Sud Africa e altrove. Grazie ai miei viaggi ho avuto la possibilità di sostenere numerosi congressi sulla biologia marina, redigere numerosi articoli su riviste scientifiche e scrivere un libro, Ocean life, interamente dedicato alla fotografia subacquea. Sogno di scoprire la cura del cancro della pelle e del pancreas mediante lo studio dello squalene, una sostanza contenuta nel fegato degli squali.

La vittoria del Premio Italia Giovane nel settore scienza e natura, nel 2015, mi ha dato la possibilità di esprimere il mio talento nel campo marino, di sensibilizzare la salvaguardia e la tutela di questi pesci e, soprattutto, di raccontare le esperienze vissute all’estero.

Ritengo che questo premio aiuti i giovani di oggi a esprimere, ognuno con i propri talenti, le tematiche di ricerca future, le innovazioni in campo tecnologico e le passioni che ciascuno di noi coltiva. Credere nelle proprie potenzialità, attualmente, è un dono che hanno in pochi ma il futuro appartiene solo a coloro che ancora credono nella bellezza dei propri sogni, proprio come me.

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