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Apparato locomotore (richiami morfo- funzionali) CAPITOLO 2 L’apparato locomotore è costituito dagli or- gani che presiedono al movimento del corpo nel suo complesso o allo spostamento di alcune sue parti. È il più voluminoso di tutti gli apparati ed è quello che conferisce al corpo di ciascun ani- male la propria forma generale. Gli organi preposti alla locomozione sono di- stinti in attivi e passivi. Gli organi passivi sono le ossa, dure e rigide, che rappresentano dei bracci di leva sui quali esplicano la loro potenza gli organi attivi, cioè i muscoli, dotati di contrattilità. L’efficacia dell’azione muscolare presuppone però che le ossa siano tra loro collegate da giun- ture mobili e non fisse. L’apparato locomotore comprende quindi un sistema scheletrico, formato dalle ossa e dalle loro articolazioni, e un sistema muscolare, for- mato dai muscoli. OBIETTIVI Conoscere la costituzione e la funzionalità dell’apparato che presiede al movimento e alla forma della macchina animale Conoscere i tre sistemi che costituiscono questo apparato e i loro stretti rapporti che rendono possibile gli spostamenti del corpo nel suo insieme o di sole sue parti Sapere che la capacità di resistenza delle ossa alle varie sollecitazioni dipende della loro complessa architettura microscopica Conoscere l’organizzazione strutturale delle ossa che costituiscono lo scheletro 14 ANATOMIA - FISIOLOGIA

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Apparatolocomotore(richiami morfo-funzionali)

CAPITOLO

2

L’apparato locomotore è costituito dagli or-gani che presiedono al movimento del corponel suo complesso o allo spostamento di alcunesue parti.

È il più voluminoso di tutti gli apparati ed èquello che conferisce al corpo di ciascun ani-male la propria forma generale.Gli organi preposti alla locomozione sono di-stinti in attivi e passivi.Gli organi passivi sono le ossa, dure e rigide,che rappresentano dei bracci di leva sui qualiesplicano la loro potenza gli organi attivi, cioèi muscoli, dotati di contrattilità.L’efficacia dell’azione muscolare presupponeperò che le ossa siano tra loro collegate da giun-ture mobili e non fisse.

L’apparato locomotore comprende quindi unsistema scheletrico, formato dalle ossa e dalleloro articolazioni, e un sistema muscolare, for-mato dai muscoli.

OBIETTIVI● Conoscere la costituzione

e la funzionalità dell’apparatoche presiede al movimento ealla forma della macchina animale

● Conoscere i tre sistemi checostituiscono questo apparatoe i loro stretti rapporti che rendonopossibile gli spostamenti del corponel suo insieme o di sole sue parti

● Sapere che la capacità di resistenzadelle ossa alle varie sollecitazionidipende della loro complessaarchitettura microscopica

● Conoscere l’organizzazionestrutturale delle ossa checostituiscono lo scheletro

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Apparato locomotore

2.1 SISTEMA SCHELETRICO

Le ossa si collegano tra loro a formare una sortadi impalcatura, detta scheletro, sulla qualeprendono attacco i muscoli che modellano laforma generale del corpo.Ognuna delle parti in cui è stato diviso il corpodell’animale è sostenuta da un corrispondentesupporto scheletrico (FIGURE 2.1-2.4).

Riconosciamo lo scheletro assile, dato dalla co-lonna vertebrale che anteriormente sostiene loscheletro della testa e nella regione toracica dàattacco alle coste.Queste ventralmente si uniscono allo sterno,delimitando con quest’ultimo e con le vertebretoraciche, la gabbia toracica. Sulla colonnavertebrale prendono attacco anche i cinti chea loro volta si collegano allo scheletro degliarti.

Fig. 2.1. Bovino.(Ridisegnato da Nickel,Schummer, Seiferle,Lehrbuch der Anatomieder Haustiere, vol. I,Parey, Berlino, 1954).

Fig. 2.2. Cavallo.(Ridisegnato da Nickelet al., cit.).

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ANATOMIA - FISIOLOGIA

Figg. 2.1, 2.2, 2.3, 2.4. Scheletri in veduta laterale sinistra.1) cranio; 2) vertebre cervicali; 3) vertebre toraciche; 4) vertebre lombari; 5) vertebre sacrali; 6) vertebre coccigee;7) costa; 8) scapola; 9) omero; 10) radio; 11) ulna; 12) carpo; 13) metacarpo; 14, 15, 16) I, II e III falange;17) coxale; 18) femore; 19) rotula; 20) tibia; 21) fibula; 22) tarso; 23) metatarso; 24, 25, 26) I, II e III falange.

Fig. 2.3. Maiale.(Ridisegnato da Barone,Anatomia Comparatadei MammiferiDomestici, vol. I,Edagricole, Bologna,1974).

Fig. 2.4. Pecora.(Ridisegnato daBarone, cit.).

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La colonna vertebrale viene suddivisa in cin-que regioni che, in senso cranio-caudale, sonola cervicale, la toracica o dorsale, la lombare,la sacrale e la coccigea (FIGURE 2.1-2.4).

Le vertebre delle suddette regioni variano dinumero a seconda della specie, come risultadalla TABELLA 2.1, con la sola eccezione di quellecervicali che nei Mammiferi sono sempre innumero di sette.

Inoltre, pur rispondendo a uno stesso modellostrutturale, le vertebre delle suddette regionipresentano, diversamente sviluppati, i caratteripropri della vertebra tipo, in tal modo è possi-bile riportare ogni singola vertebra alla sua re-gione di appartenenza.

Le vertebre cervicali, che formano la base sche-letrica del collo, nei mammiferi domestici sonoin genere robuste e sviluppate in lunghezza. Ca-ratteristiche sono le prime due perché nonsono conformate sul modello della vertebra tipo.Nella prima, detta atlante (perché sorregge la te-sta al pari del mitico Atlante che sorreggeva ilglobo terrestre), il corpo è sostituito da un arcoventrale, mentre nella seconda o epistrofeo il cor-po si prolunga cranialmente in un processo (den-te dell’epistrofeo) che rappresenta il corpo del-l’atlante. Nel corso dello sviluppo infatti l’abboz-zo del corpo dell’atlante perde la connessione conle altre parti della vertebra, saldandosi con il cor-po dell’epistrofeo.

Le vertebre toraciche hanno un corpo breve eun processo spinoso assai sviluppato in altezza,oltre a faccette articolari per le coste. I loro

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Apparato locomotore

Colonna vertebrale

La colonna vertebrale è formata da segmentiossei disposti in serie, detti vertebre, riportabilia un unico tipo strutturale.

Ogni vertebra è infatti costituita da un corposormontato da un arco che delimita con il corpoil foro vertebrale. Sull’arco si innalza il processospinoso, e da ciascun lato tra arco e corpo spor-gono i processi laterali o trasversi (FIGURA 2.5).

Cervicali Toraciche Lombari Sacrali Coccigee

Tab. 2.1. Numero e tipologia di vertebre in diverse specie animali.

Numero delle vertebreSpecie

Fig. 2.5. Rappresentazione schematica di una vertebratipo in veduta craniale.1) corpo; 2) arco; 3) processo spinoso; 4) processoarticolare craniale; 5) processo trasverso; 6) foro vertebrale.

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Nella loro successione i fori vertebrali formanoil canale vertebrale, nel quale si trova il mi-dollo spinale, mentre l’insieme dei processi spi-nosi costituisce la spina dorsale.Le vertebre sono tra loro congiunte tramite ar-ticolazioni sia a livello dei corpi sia a livello de-gli archi.

Bovino 7 13 6 5 18-20

Cavallo 7 18 6 5 17-20

Pecora 7 13 6-7 4 16-24

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primi 6-7 processi spinosi fanno da base sche-letrica alla regione del garrese che, nelle speciedi grande mole, è la più rilevata del tronco.Le vertebre lombari, che costituiscono la basescheletrica dei lombi, oltre a un robusto pro-cesso spinoso presentano i processi trasversi ocostiformi assai espansi.Le vertebre sacrali nell’animale adulto sono fusea costituire un osso impari detto sacro (FIGURA 2.6).Con le sue ali, che sono i processi trasversi dellaprima vertebra sacrale, il sacro si articola con leossa iliache che fanno parte del cinto pelvico.Tra le vertebre coccigee, base scheletrica dellacoda, solo le prime mantengono i caratteri dellavertebra tipo, in quanto man mano si procedecaudalmente, riducono il loro arco, fino a tra-sformarsi in piccoli e sottili cilindretti. Nellaregione coccigea scompare il canale vertebrale.

Scheletro della testa

Lo scheletro della testa, teschio o cranio, è co-stituito da un insieme di ossa pari e impari, ge-neralmente piatte, la maggior parte delle qualisi uniscono a formare un solido e complessomassiccio (FIGURE 2.7-2.8) sul quale si articolano leossa mobili della testa rappresentate dalle man-dibole (FIGURE 2.7, 2.9) e dallo ioide.Il teschio nel suo insieme è paragonabile a unastuccio osseo, suddiviso internamente in variscomparti nei quali sono accolti importanti or-gani.Nel cranio si distinguono due porzioni, unaneurale o nervosa, più aborale, e una facciale oviscerale, più rostrale. Quest’ultima nei mam-miferi domestici è più sviluppata ed estesa inlunghezza della porzione neurale.Le ossa del cranio neurale delimitano la cavitàcranica che accoglie l’encefalo; quelle del cra-nio viscerale delimitano le cavità nasali, cheaccolgono le prime vie respiratorie con l’or-gano olfattivo (FIGURA 2.10), mentre nello spaziocompreso tra il massiccio cranico e le mandi-bole si collocano le prime vie dell’apparatodigerente.Esternamente da ciascun lato, al limite tra cra-nio neurale e viscerale, è presente la cavità or-bitale (FIGURA 2.8) che accoglie l’apparato della vi-sta, mentre nella porzione petrosa dell’ossotemporale, che concorre a delimitare lateral-mente la cavità cranica, sono accolte le strutturedell’orecchio medio e dell’orecchio interno.

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ANATOMIA - FISIOLOGIA

Fig. 2.6. Sacro di bovino in veduta antero-laterale destra.1) superficie articolare per il corpo dell’ultima vertebra lom-bare; 2) ala del sacro; 3) superficie articolare per l’arco del-l’ultima lombare; 4) fori soprasacri; 5) processo spinoso.

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Fig. 2.7. Scheletro della testa dicavallo. Veduta laterale sinistra.1) osso nasale; 2) osso incisivo;3) osso mascellare; 4) osso lacrimale;5) osso zigomatico; 6) osso frontale;7) osso parietale; 8) osso occipitale;9) osso temporale; 10) mandibola.(Preparato del Museo di Anatomiadegli Animali Domestici dell’Universitàdi Bologna. Foto Callegari).

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Apparato locomotore

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Fig. 2.8. Crani di bovino (a), pecora (b) e maiale (c) in veduta laterale sinistra.1) osso nasale; 2) osso incisivo; 3) osso mascellare; 4) osso lacrimale; 5) osso zigomatico; 6) osso frontale; 7) ossoparietale; 8) osso occipitale; 9) osso temporale; 10) osso sfenoide; 11) osso palatino; 12) porzione petrosa dell’ossotemporale; 13) cavità orbitale.(Ridisegnato da Nickel et al., cit.).

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Fig. 2.10. Sezione mediana di testa di bovino. Metàdestra.1) cavità cranica; 2) seni frontali; 3) seni palatini emascellari; 4) seni sfenoidali; 5) osso vomere; 6) cornettonasale ventrale; 7) cornetto nasale dorsale; 8) voluteetmoidali; 9) grande voluta etmoidale (cornetto medio).(Ridisegnato da Nickel et al., cit.).

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Fig. 2.9. Mandibola di bovino. Veduta laterale sinistra.1) corpo della mandibola e sua porzione incisiva (2); 3)branca della mandibola; 4) condilo articolare; 5)processo coronoideo; 6) foro mandibolare; 7) foromentoniero.

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ANATOMIA - FISIOLOGIA

Scheletro del torace

È rappresentato da una vera e propria gabbia,gabbia toracica, che racchiude e protegge al-cuni importanti organi (cuore, polmoni, grossivasi, ecc.).È costituito dorsalmente dalle vertebre toraci-che, lateralmente dalle coste e ventralmentedallo sterno (FIGURE 2.1-2.4).

Le coste sono ossa pari, piatte, allungate e ar-cuate con la convessità rivolta esternamente. Illoro numero varia da specie a specie in quantosi riscontrano tante paia di coste quante sono levertebre toraciche. Prossimalmente si articolanocon le vertebre toraciche, mentre distalmentecontinuano in una cartilagine di prolungamentoche si salda direttamente o indirettamente con losterno. Nel primo caso si parla di coste sternali,nel secondo di coste asternali. Sono sternali leprime otto paia di coste del cavallo e del bovino,e le prime sette paia del maiale.Lo sterno è una formazione impari e medianacostituita da una serie di segmenti ossei (sterne-bre) tenuti insieme dall’interposizione di tessutocartilagineo. Presenta un prolungamento cra-niale (manubrio) e uno caudale (appendicexifoide) formato da una sottile lamina cartilagi-nea. Nei mammiferi domestici il numero dellesternebre varia da 6 a 8.

Cintura toracica e cintura pelvica

La cintura toracica nei mammiferi domestici èincompleta, essendo ridotta a un unico osso, lascapola, che non contrae nessun rapporto arti-colare con il rachide, collegandosi al troncosolo per mezzo di muscoli.

La scapola (FIGURE 2.1-2.4) è un osso piatto, di for-ma triangolare, posto ai lati della porzione cra-niale del torace. Il suo angolo ventrale presen-ta una cavità articolare detta glenoidea che ac-coglie la testa dell’omero. Negli ungulati sul suomargine dorsale si inserisce una lamina fibro-car-tilaginea detta cartilagine di prolungamento.

La cintura pelvica è invece completa ed è sal-damente articolata con la colonna vertebrale.

È costituita da due ossa piatte, i coxali, distintiin destro e sinistro, uniti tra loro medio-ventral-mente tramite una sinfisi (FIGURA 2.11).Ciascun coxale è a sua volta formato da treossa, l’ileo, il pube e l’ischio, saldate tra loro,che convergono nella cavità acetabolare, cioènel centro articolare del coxale, destinato ad ac-cogliere la testa del femore.I coxali di destra e di sinistra, con la loro por-zione iliaca, posta cranio-dorsalmente, si artico-lano con la corrispondente ala del sacro, for-mando con quest’ultimo il bacino osseo o pelvi,che, completato da legamenti e muscoli, deli-mita la cavità pelvica.Il bacino dei mammiferi presenta variazionisessuali. Nella sua cavità, che è un diverticolo diquella addominale, sono accolti, oltre al retto ealla vescica urinaria, anche parte degli organigenitali.Nella femmina, tra retto e vescica urinaria, sicolloca la vagina. Al momento del parto, il fetoè quindi obbligato a superare, nel suo percorsoverso l’esterno, la strettoia della cavità pelvica,che nella femmina è però meno angusta diquella del maschio, in quanto, per la differenteconformazione dei coxali, risultano aumentati idiametri del bacino.

Fig. 2.11. Coxali di bovino visti dorsalmente.1) ileo e sue tuberosità: 2) dell’anca, 3) della groppa;4) pube; 5) ischio; 6) tuberosità ischiatica; 7) forootturato; 8) cresta ischiatica.(Ridisegnato a Nickel et al., cit.).

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Apparato locomotore

Ossa degli arti toracici e degli artipelvici

Entrambi gli arti sono suddivisibili in segmentiequivalenti che si susseguono in senso pros-simo distale, rappresentati nell’arto toracico dalbraccio, dall’avambraccio e dalla mano e inquello pelvico dalla coscia, dalla gamba e dalpiede (FIGURA 2.12).Nel braccio e nella coscia, la base scheletrica ècostituita da un unico osso, rispettivamentel’omero e il femore; nell’avambraccio e nellagamba da due ossa, rispettivamente ilradio/ulna e la tibia/fibula; nella mano e nelpiede da un complesso di ossa, che si susse-guono in senso prossimo-distale, dato rispetti-vamente da carpo/metacarpi/falangi e datarso/metatarsi/falangi (FIGURA 2.13). Il carpo e iltarso sono a loro volta costituiti da un insiemedi ossa corte disposte su più file (FIGURA 2.13); imetacarpi e i metatarsi sono ossa lunghe il cuinumero eguaglia quello delle dita (III.1); le fa-langi, tre per ciascun dito, si susseguono insenso prossimo distale distinte in falange pros-simale o 1a falange, intermedia o 2a falange, di-stale o 3a falange (FIGURE 2.1-2.4, 2.13, III.1).

Lo scheletro degli arti presenta differenze inter-specifiche più o meno rilevanti correlabili alnumero di dita, alla diversa posizione e angola-zione che la mano e il piede assumono nell’ap-poggio al suolo, nonché alla possibilità o menodi compiere movimenti di pronazione e di su-pinazione.

Fig. 2.13. Ossa della mano (a) e del piede (b) di bovino.

tarsocarpo

metatarso

falangifalangi

metacarpo

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Fig. 2.12.Confronto tra leregioni e lecorrispondenti basischeletrichedell’arto anteriore(a) e dell’artoposteriore (b). a b

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ANATOMIA - FISIOLOGIALA

SCH

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La struttura delle ossa

SCH

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II

Le ossa, in quanto organi, sono costituite da diversi tes-suti di natura connettivale. Il più rappresentato è il tes-suto osseo che si distingue dagli altri connettivi perchéla sua sostanza fondamentale, l’osseina, è mineraliz-zata. Infatti, tra le sue fibre collagene si depositano no-tevoli quantità di sali minerali di provenienza ematica,particolarmente fosfato e carbonato di calcio, che con-feriscono all’osso durezza e rigidità. La sostanza minera-lizzata e le fibrille collagene si dispongono in stratisovrapposti, le lamelle ossee, tra le quali rimangonoincluse le cellule ossee o osteociti, a forma di man-dorla, dotate di lunghi e sottili prolungamenti.Dall’organizzazione delle lamelle ossee dipende la capa-cità di resistenza alle sollecitazioni meccaniche del tes-suto osseo. Questa è massima nell’osso compatto nelquale le lamelle si dispongono concentricamente a co-stituire gli osteoni o sistemi di Havers, entità cilindri-che, tra di loro parallele e solitamente orientate nellostesso senso in cui si esercitano le forze di pressione e

di trazione. Tra gli osteoni si interpone il così detto tes-suto di breccia, costituito da frammenti di osso lamel-lare. Ogni osteone è percorso centralmente da uncanale vascolare che spesso si collega con quelli degliosteoni vicini per mezzo dei canali di Volkmann cheattraversano obliquamente gli osteoni (FIGURA II.1).Nell’osso spugnoso, invece, le lamelle ossee si inter-secano tra loro costituendo travate ossee variamenteorientate per meglio rispondere alle sollecitazioni mec-caniche che vengono esercitate sull’osso (FIGURA II.3).L’osso non svolge solo funzione meccanica, maanche omeostatica in quanto, come riserva di mi-nerali, concorre a mantenere costante la compo-sizione chimica del sangue. Infatti, non tutti i sali chesi depositano nel tessuto osseo sono fissati stabilmente,cosicché, all’occorrenza, una parte di essi può venire ri-mossa e immessa nuovamente nel sangue.Strutturalmente si distinguono ossa lunghe, ossacorte e ossa piatte.

Fig. II.1. Osso compatto.a) ricostruzione spaziale di un segmento di diafisi (da Baro-ne, cit.).1) periostio; 2) sistema fondamentale esterno; 3) osteone;4) tessuto di breccia; 5) canale di Havers; 6) canale di Volk-mann; 7) lamelle ossee; 8) sistema fondamentale internocon sua trama spugnosa (9); 10) cavità midollare.b) sezione istologica condotta trasversalmente agli osteoni.

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Apparato locomotore

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II Le ossa lunghe (FIGURA II.2) presentano un diametroprevalente sugli altri e sono costituite da un corpo in-termedio o diafisi, di forma cilindroide, e da due estre-mità, solitamente ingrossate, dette epifisi.Il corpo è costituito da una spessa parete di osso com-patto che delimita internamente una cavità, il canalemidollare, dove è contenuto il midollo osseo giallo.Quest’ultimo è un particolare tessuto connettivo chedeve il suo colore all’abbondante infiltrazione di celluleadipose.Le epifisi, invece, sono costituite da osso spugnoso (FI-GURA II.3) avvolto esternamente da un sottile strato diosso compatto. Tra le trabecole dell’osso spugnoso ècollocato il midollo osseo rosso a funzione emopoie-

tica in quanto è la sede di produzione delle cellule delsangue e in particolare dei globuli rossi.Le ossa lunghe si ritrovano negli arti (omero, radio, fe-more, tibia, ecc.).Le ossa corte presentano tutti i diametri pressochéequivalenti e sono in genere poco voluminose. Struttu-ralmente sono simili alle epifisi delle ossa lunghe. Peresempio, sono corte le ossa del carpo e del tarso.Le ossa piatte presentano due diametri nettamenteprevalenti sul terzo: sono infatti estese in superficie, maassai sottili di spessore. Strutturalmente sono costituite dadue sottili tavolati superficiali di osso compatto tra i qualiè interposto tessuto spugnoso. Esempi di ossa piatte neabbiamo nel cranio e nelle cinture scapolare e pelvica.

Fig. II.2. Sezione longitudinale di un osso lungo (tibia).1) epifisi prossimale; 1a) epifisi distale; 2) diafisi;3) cartilagine di accrescimento; 4) canale midollare;5) osso compatto; 6) osso spugnoso.

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Fig. II.3. Osso spugnoso (Me) (particolare, da Kessel eKardon, cit.).

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ANATOMIA - FISIOLOGIALA

SCH

EDA

Approfondimento comparativo sullo scheletrodella mano e del piede

SCH

EDA

III

Negli animali pentadattili, alle cinque file falangee corri-spondono altrettante ossa metacarpali e metatarsali. Ladiminuzione del numero delle dita comporta la ridu-zione non solo delle file falangee, ma anche delle cor-rispondenti ossa metacarpali e metatarsali (FIGURA III.1).La regressione delle ossa metacarpali e metatarsali nonè però sempre completa. Nel cavallo, per esempio, doveè presente la sola fila falangea del III dito, ritroviamo ol-tre al metacarpale e al metatarsale III, ben sviluppati, an-che i rudimenti dei metacarpali e metatarsali II e IV.Nel bo-vino, provvisto di due dita, vi è un unico osso metacarpalee metatarsale che deriva però dalla fusione del III e delIV: distalmente, infatti, entrambe queste ossa presentanodue distinte superfici articolari per le due file falangee.

Le ossa della mano e del piede, inoltre, si presentanodiversamente sviluppate a seconda della modalità diappoggio al suolo. Nella FIGURA III.2 è schematizzata laloro progressiva elevazione dal suolo passando daglianimali plantigradi (a) ai digitigradi (b) e infine agliunguligradi (c). In questi ultimi, in particolare, le ossadelle suddette regioni raggiungono il massimo di svi-luppo e la terza falange, sulla quale gravita tutto il pesodel corpo, modifica sostanzialmente la sua forma pre-sentandosi negli equidi come un segmento di conotronco in senso prossimo-palmare.

Differenze interspecifiche si riscontrano anche nelle ossadell’avambraccio (radio e ulna) e in quelle della gamba(tibia e fibula) in rapporto alla possibilità o meno che lamano e il piede compiano movimenti di pronazione edi supinazione.Nelle specie dove questi movimenti sono possibili (comein cane e gatto), entrambe le ossa che fanno da basescheletrica a queste regioni sono ben sviluppate e ingrado di articolarsi, girando l’una sull’altra. Al contrario, neigrossi ungulati, dove tali movimenti non sono permessiin quanto sia la mano sia il piede sono fissi nella posi-zione di pronazione (cioè con la faccia palmare semprerivolta posteriormente), l’ulna e la fibula non solo sonofissate saldamente rispettivamente al radio e alla tibia, matendono anche a ridursi in lunghezza (FIGURA III.3).

Fig. III.1. Scheletro della mano di cane, maiale, bovino,cavallo. Progressiva riduzione dei raggi digitali(contraddistinti da diversi colori).I, II, III, IV, V) dito; m) metacarpo; f1, f2, f3) I, II e III falange.

Cane

f3

f1f2

m

Maiale Bovino Cavallo

Fig. III.2. Appoggio del piede in un mammifero plantigrado(a), digitigrado (b) e unguligrado (c).

a b c

Fig. III.3. Differenza di sviluppo e di rapporti tra le ossadell’avambraccio di cane (a), bovino (b) e cavallo (c).

a

radio

ulna

b c

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Apparato locomotore

2.2 GIUNTURE

Le giunture o articolazioni sono mezzi diunione di natura connettivale, che servono amantenere in contatto le superfici articolari didue o più ossa che si raffrontano nel contestodello scheletro.A seconda delle modalità con le quali questocontatto viene assicurato si riconoscono giun-ture per continuità e giunture per contiguità (FI-GURA 2.13).

Sono giunture per continuità le sinartrosi (FI-GURA 2.13a) e le sinfisi. Nelle prime l’unione è as-sicurata da un sottile strato di tessuto connettivointerposto tra le superfici articolari alle qualiaderisce intimamente, mentre nelle seconde dal-l’interposizione di un disco fibro-cartilagineo astruttura ben definita. Un esempio di giunturaper sinfisi l’abbiamo tra i corpi vertebrali.Le sinartrosi a loro volta si diversificano in baseal tipo di connettivo interposto che può essere fi-broso, come nelle suture tra le ossa piatte del cra-nio, oppure cartilagineo come nelle sincondrosi.

Le sinartrosi e le sinfisi sono articolazioni pocomobili che tendono a diventare immobili conl’avanzare dell’età, perché il tessuto connettivointerposto si ossifica.

Nelle giunture per contiguità, dette diartrosi lesuperfici articolari si presentano ricoperte diuno strato di tessuto cartilagineo (cartilagine ar-ticolare), sono discontinue e vengono mante-nute vicine da mezzi di contenzione rappre-sentati dalla capsula articolare (FIGURA 2.13b, c), eda legamenti (FIGURA 2.14).La capsula articolare è un manicotto fibroso cheavvolge tutta l’articolazione; prende inserzionein prossimità delle superfici articolari contrap-poste, delimitando tra queste la cavità artico-lare. In quest’ultima si raccoglie il liquido sino-viale, un vero e proprio lubrificante per lesuperfici articolari, prodotto dalla membrana si-noviale che riveste internamente la capsula fi-brosa e le superfici ossee intra-articolari non ri-coperte da cartilagine (FIGURA 2.13b).I legamenti sono di solito formazioni fibrose na-striformi (FIGURA 2.14), che, oltre a coadiuvare la

Fig. 2.13. Tipi di giunture.a) giuntura per continuità (sinartrosi); b-c) giunture per contiguità (diartrosi).1) capsula articolare; 2) capsula articolare sezionata: sono evidenti le due componenti, l’esterna fibrosa e l’internasinoviale; 3) cartilagine articolare; 4) menisco fibro-cartilagineo interposto tra i capi articolari entrambi convessi.

a b c

4

2

1

2

3

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capsula nel contenimento dei capi articolari,svolgono un ruolo importante nella meccanicaarticolare.Infatti, a seconda di come sono disposti, pos-sono facilitare, limitare o impedire determinatimovimenti.Le diartrosi, pur essendo le articolazioni mobiliper eccellenza, non presentano lo stesso gradodi mobilità. Il tipo e l’ampiezza del movimentodipendono infatti dalla forma delle superficiarticolari.In base a questo criterio le diartrosi vengono di-stinte in artrodie, enartrosi, ginglimi e condilar-trosi.

• Artrodie: sono le meno mobili tra le diartrosi.Le superfici articolari sono infatti pianeg-gianti, consentendo solo movimenti di scivo-

lamento peraltro assai limitati per la pre-senza della capsula articolare e dei legamenti.Esempi di artrodie si ritrovano tra le ossa delcarpo e del tarso.

• Enartrosi: sono le diartrosi che permettonola maggior varietà di movimenti. Poiché lesuperfici articolari sono rappresentate da seg-menti di sfera rispettivamente concavi e con-vessi, sono possibili movimenti di flessione,di estensione, di adduzione, di abduzione edi rotazione.Sono enartrosi l’articolazione della spalla (trascapola e omero) e quella dell’anca (tracoxale e femore).

• Ginglimi: le superfici articolari sono segmen-ti di cilindro o di cono tronco, rispettivamen-te convessi e concavi.Quando l’asse articolare è disposto trasver-salmente il ginglimo è angolare o a cernierae consente movimenti di flessione e di e-stensione. Se l’asse è longitudinale il gin-glimo si chiama trocoide o a perno e i movi-menti consentiti sono di rotazione.Sono ginglimi angolari le articolazioni delgomito (tra l’omero e il radio-ulna) e del gar-retto (tra la tibia e il tarso).È un ginglimo trocoide l’articolazione tra l’a-tlante e l’epistrofeo.

• Condilartrosi: l’articolazione in questo casosi instaura tra una testa allungata e una cavitàche la contiene, permettendo movimenti diflessione e di estensione, accompagnati da li-mitati movimenti di lateralità.Esempi di condilartrosi li abbiamo nell’arti-colazione temporo-mandibolare e in quellatra il femore e la tibia.In quest’ultima, però, ai due condili femoralinon corrispondono nella tibia due superficiconcave bensì lievemente convesse, ragionper cui tra i capi articolari è interposto unmenisco fibro-cartilagineo che adattandosialle superfici articolari rende possibile il loromovimento reciproco (FIGURE 2.13c, 2.14).

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ANATOMIA - FISIOLOGIA

Fig. 2.14. Articolazione del ginocchio sinistro di cavallodopo rimozione della capsula articolare. a) vedutaantero-laterale; b) veduta posteriore. F) femore; R) rotula; P) perone; T) tibia; 1) legamentitibio-rotulei; 2) legamento collaterale laterale; 3) meniscomediale; 4) menisco laterale; 5) legamento menisco-femorale.(Preparato del Museo di Anatomia degli Animali Dome-stici dell’Università di Bologna. Foto Callegari).

12

1

R

F

4

P

T

ba

3

5

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Apparato locomotore

2.3 SISTEMA MUSCOLARE

Il sistema muscolare è formato dai muscoli, or-gani di forma e grandezza diverse, che, inquanto costituiti prevalentemente di tessutomuscolare striato, sono in grado di contrarsi sestimolati adeguatamente.Poiché la contrazione avviene normalmentesotto il controllo della volontà, questi muscoliprendono anche il nome di volontari. La mu-scolatura liscia o involontaria non entra nel si-stema muscolare scheletrico. Partecipa infattialla costituzione della parete di quasi tutti gli or-gani viscerali cavi per cui verrà consideratavolta per volta trattando di questi.I muscoli sono gli organi attivi della locomo-zione: durante la loro contrazione, facendoperno sulle articolazioni, avvicinano e allonta-nano tra loro i segmenti ossei sui quali si inseri-scono, determinando il movimento dell’interamacchina animale o di sue singole regioni. Inol-

tre modellano la forma del corpo (FIGURA 2.15),fornendo punti di riferimento importanti per lavalutazione zootecnica. Negli animali da macellocostituiscono la carne, alimento assai pregiato siadal punto di vista nutritivo che commerciale.I muscoli, che secondo la forma possono esserelunghi, larghi e brevi, presentano una partecarnosa contrattile, e una tendinea di inser-zione. La prima è formata prevalentemente dafibre muscolari striate organizzate in fasci pri-mari, secondari e terziari riuniti tra loro da unaimpalcatura connettivale in continuità con ilconnettivo (perimisio) che avvolge esterna-mente il muscolo (FIGURA 2.16); ha colore rosso orosa pallido e la sua consistenza aumenta du-rante la contrazione. La seconda è di tessutoconnettivo fibroso, ha colore bianco madreper-laceo ed è inestensibile.La maggior parte dei muscoli presenta due in-serzioni tendinee (tendini), corrispondenti unaalla testa o capo iniziale, fisso, l’altra alla codao capo terminale, mobile.

Fig. 2.15. Muscolatura di vacca (veduta laterale sinistra).1) muscolo massetere (uno dei muscoli masticatori); 2) muscoli del collo; 3) muscolo trape-zio; 4) muscolo gran dorsale; 5) muscolo obliquo esterno dell’addome; 6) muscolo tricipitebrachiale; 7) muscoli estensori della mano e delle dita; 8) muscoli flessori della mano e delledita; 9) muscoli glutei; 10) muscolo tensore della fascia lata che ricopre il muscolo quadricipi-te femorale; 11) muscoli posteriori della coscia; 12) muscoli estensori del piede e muscoliflessori delle dita; 13) muscoli flessori del piede e muscoli estensori delle dita.(Ridisegnato da Popesko, Atlas d’Anatomie Topographique des Animaux Domestiques, Van-der, Louvain, 1972).

43

1

2 6 87

5 13

12

11

910

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La prima si inserisce sull’osso che rimane pres-soché immobile durante la contrazione, la se-conda su quello che subisce lo spostamentomaggiore.Non sempre però i muscoli hanno entrambi gliattacchi su segmenti ossei (in questo caso sichiamano scheletrici): esistono anche muscolicutanei o pellicciai, con uno o entrambi gli at-tacchi sulla cute.I fasci di fibre che formano la parte carnosa delmuscolo sono tra di loro paralleli tranne che inalcuni muscoli, quali gli orbicolari e gli sfinteri,dove sono disposti anularmente.I muscoli orbicolari circondano gli orifizi natu-rali, restringendone l’apertura quando si con-traggono (per esempio l’orbicolare delle labbrae l’orbicolare delle palpebre), mentre gli sfinterisono dei veri e propri manicotti che circon-dano tratti di organi tubulari. Gli sfinteri pos-sono essere di muscolatura striata volontaria(per esempio lo sfintere che circonda il canaleanale) o liscia involontaria (come lo sfintere pi-lorico).A seconda del modo con il quale i fasci carnosisi rapportano ai tendini, i muscoli possono es-sere fusiformi, pennati, semipennati (FIGURA 2.17).I muscoli a seconda del movimento che impri-mono ai segmenti ossei sui quali si inseriscono,vengono distinti in flessori ed estensori, se pro-vocano un movimento rispettivamente di avvi-

cinamento e di allontanamento facendo pernosu una articolazione a cerniera; adduttori e ab-duttori se l’avvicinamento e l’allontanamentoavviene rispetto al piano mediano; rotatori se ilmovimento è a perno.I muscoli che fanno compiere movimenti oppo-sti (flessione-estensione, adduzione-abduzione)sono detti antagonisti, mentre si dicono conge-neri o sinergici quelli che permettono l’espleta-mento di uno stesso movimento.La lunghezza dei muscoli è maggiore nell’ani-male morto, in quanto nel vivente i muscoli, an-che durante il riposo, si trovano in uno stato dipermanente debole contrazione attiva cheprende il nome di tono muscolare.Ogni fibra muscolare contratta può accor-ciarsi di un terzo della lunghezza che presentaa riposo, ma di rado l’accorciamento rag-giunge questo valore, perché di solito le fibrenon si contraggono al massimo delle loro pos-sibilità.L’accorciamento di un muscolo è quindi pro-porzionale alla lunghezza delle fibre muscolari,mentre la sua potenza è proporzionale al nu-mero di queste.Infatti negli arti degli animali da corsa troviamomuscoli lunghi e sottili, in grado di imprimereampi movimenti alle leve ossee, mentre neglianimali da lavoro l’aspetto è più tarchiato a fa-vore della potenza.

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ANATOMIA - FISIOLOGIA

Fig. 2.16. Schema raffigurante un muscolo in sezionetrasversale. 1) perimisio; 2) fascio primario; 3) fasciosecondario; 4) fascio terziario; 5) tendine.

4 3 2

5

1

Fig. 2.17. Tipi di muscolo.a) muscolo fusiforme; b) muscolo semipennato;c) muscolo pennato.

a b c

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Apparato locomotore

LASC

HED

A

Il tessuto muscolare scheletrico

SCH

EDA

IV

Il tessuto muscolare scheletrico è formato da fibre mu-scolari di forma cilindrica, assai allungate e polinucleate.Tali fibre sono, infatti, dei sincizi (si formano cioè dallafusione di cellule mononucleate) e al microscopio otticonei preparati colorati presentano una striatura trasver-sale dovuta all’alternanza di tratti più colorati e menocolorati, che conferiscono alle fibre, e quindi al tessuto,aspetto striato (FIGURA IV.1). A luce polarizzata il contrastodelle bande si inverte: il disco più colorato, essendo bi-rifrangente o anisotropo, appare più brillante e quindi

più chiaro, mentre quello meno colorato, in quanto mo-norifrangente o isotropo, meno brillante e quindi piùscuro. I dischi anisotropi sono indicati come dischi obande A, quelli isotropi, dischi o bande I.Le fibre muscolari sono dotate di contrattilità, sono cioèin grado di accorciarsi, aumentando il diametro trasver-sale. Questa proprietà è dovuta alla presenza nel lorocitoplasma di subunità cilindriche, risolvibili solo al micro-scopio elettronico, dette miofibrille. Queste sono in-fatti costituite da proteine filamentose (miofilamenti),di varia natura, disposte in modo da conferire alle mio-fibrille una caratteristica bandeggiatura dovuta all’alter-nanza di dischi chiari e dischi scuri (FIGURE IV.2, IV.3).Poiché le miofibrille sono tra loro parallele e i dischi cor-rispondenti perfettamente in registro, l’intera fibra al mi-croscopio ottico risulta striata.Osservate al microscopio elettronico, i due tipi di bandenon si presentano uniformi. Quella scura anisotropa(banda A) è attraversata al centro da una banda piùchiara (banda H), a sua volta attraversta da una lineapiù scura (linea M); quella più chiara isotropa (banda I)è divisa in due da una linea scura (linea Z o telo-fragma) (FIGURE IV.2, IV.3).Ogni segmento di miofibrilla compreso tra due linee Zcostituisce un sarcomero che è l’unità morfo-funzio-nale della miofibrilla (FIGURE IV.3, IV.4).Per comprendere il meccanismo della contrazione mu-scolare è indispensabile richiamare, sia pure per sommicapi, l’organizzazione strutturale e molecolare delle mio-fibrille.

Fig. IV.1. Fibre muscolari striate sezionatelongitudinalmente.

Fig. IV.2. Particolare di fibra muscolare striata in sezione longitudinale, osservata al microscopio elettronico.

BANDA I

|Z|

BANDA A

|H|

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ANATOMIA - FISIOLOGIASC

HED

A IV

■ ORGANIZZAZIONE ULTRASTRUTTURALEDELLE MIOFIBRILLE

I miofilamenti che costituiscono le miofibrille possonoessere spessi e sottili: i primi sono costituiti da mole-cole di miosina, mentre i secondi da molecole di ac-tina (FIGURA IV.3c, d). I filamenti spessi si estendono pertutta la banda A, mentre quelli sottili sono tesi dalle lineeZ verso il centro del sarcomero. Quindi, oltre che occu-pare le emibande I, i filamenti sottili si estendono anche

nella banda A fino al limite della linea H, mischiandosicon i filamenti spessi (FIGURA IV.3c).Durante la contrazione interviene un accorciamento delsarcomero nel senso che le linee Z si avvicinano tra loro.Infatti diminuisce lo spessore degli emidischi chiari inquanto i filamenti sottili di actina scorrono su quellispessi di miosina verso il centro della banda A, tantoche la linea H tende a scomparire (FIGURA IV.4b, c).Tale scorrimento è reso possibile dalla particolare strut-

Fig. IV.3. Organizzazione macroscopica (a), microscopica (b), ultrastrutturale (c) e molecolare (d) del muscolo scheletrico.(Modificato da Bloom & Fawcett, Trattato di Istologia, Piccin, Padova, 1970).

muscolo

a

fibra muscolare

bandaAHmiofibrilla

sarcomero

c

Z

H d

actina

miofilamenti

miosina

molecola di miosina

b

fascetto muscolare

bandaIZ

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Apparato locomotore

Fig. IV.4. Schema raffigurante il meccanismo dellacontrazione.a) miofibrilla; b) sarcomero in posizione di riposoe di contrazione c); d) interazioni tra le teste dellamolecola di miosina e i filamenti di actina conconseguente spostamento di questi ultimi verso ilcentro del sarcomero.(Ridisegnato da Huxley, Nature, 243: 445, 1973).

Fig. IV.5. Fibre muscolari sezionate trasversalmente.Doppia colorazione immuno-istochimica che differenzia lediverse miosine presenti nelle fibre a rapida e lenta contra-zione (colorate rispettivamente in azzurro e in giallo) (fotoVeggetti).

SCH

EDA

IV

tura delle molecole di miosina, costituite da una por-zione filamentosa (coda) e da una estremità globosa(testa). Le molecole di miosina si riuniscono nei fila-menti spessi in modo tale che le loro teste sporgonosulla superficie dei filamenti stessi, susseguendosi conandamento elicoidale (FIGURA IV.3d). Costituiscono in talmodo dei ponti trasversali che interagiscono con il fila-mento di actina (FIGURA IV.4d), facendolo avanzare versoil centro del sarcomero. L’energia per questa interazioneè fornita dall’idrolisi dell’adenosintrifosfato (ATP), uncomposto ad alta energia presente nelle cellule, a operadell’enzima ATPasi contenuto nella testa della miosina.

■ TIPI DI FIBRE MUSCOLARI

È noto dall’esperienza quotidiana che le carni comme-stibili possono essere bianche o rosse. Per esempio lacarne di coniglio è prevalentemente bianca, quella dicavallo rossa; i muscoli pettorali del pollo sono bianchimentre quelli degli arti posteriori sono rossi. Questa dif-ferenza di colore fu introdotta dal fisiologo Ranvier, piùdi cento anni fa, correlata a diverse proprietà funzionaliin quanto riuscì a dimostrare che i due tipi di muscolonon si contraevano con la stessa velocità.Oggi sappiamo che le fibre dei muscoli rossi e bianchidifferiscono tra loro non solo per le proprietà contrattilie per caratteri ultrastrutturali, ma anche per il tipo di mio-sina presente nelle loro miofibrille e per attività enzima-tiche, per cui è possibile differenziare i tipi di fibre checostituiscono un muscolo praticando su sezioni istologi-che dello stesso adeguate colorazioni istochimiche eimmunoistochimiche (FIGURA IV.5).

a

b

d

actina

miosina

c

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ANATOMIA - FISIOLOGIA

Meccanica muscolare

Abbiamo parlato di leve osse perché l’azionemeccanica del muscolo si effettua secondo mo-dalità che ricalcano appunto quelle delle leve diprimo, secondo e terzo genere.Nelle leve ossee il muscolo rappresenta semprela potenza e il peso gravitazionale la resistenza;il fulcro invece può trovarsi a livello di una ar-ticolazione o dell’appoggio al suolo.

La leva di primo genere o interfissa è più omeno vantaggiosa a seconda della lunghezzadel suo braccio.Alcuni esempi:

• nell’estensione della testa sul collo (FIGURA 2.18).In questo caso la potenza dei muscoli esten-sori si applica sulla protuberanza occipitale,quindi al disopra del fulcro, rappresentato dal-l’articolazione tra l’occipitale e l’atlante, men-tre la resistenza è posta ventro-rostralmente inquanto è rappresentata dal peso della testa;

• nell’estensione dell’avambraccio sul braccioquando l’arto è sollevato (FIGURA 2.19b). La po-tenza è data dal muscolo tricipite brachiale chetermina sulla sommità dell’olecrano dell’ulna,quindi dorsalmente al fulcro rappresentato dal-l’articolazione del gomito, mentre la resisten-za è data dal peso della parte distale dell’arto;

• nell’estensione del piede sulla gamba quan-do l’arto è sollevato (FIGURA 2.20b). In questocaso, la potenza è data dal muscolo tricipitesurale che termina sul tarso e più precisamen-te sulla sommità del calcaneo, il fulcro dall’ar-ticolazione del garretto, e la resistenza dal pesodella parte distale dell’arto.

La leva di secondo genere o interresistente è in-vece sempre vantaggiosa e nella meccanica mu-scolare rappresenta la leva della forza.Questo tipo di leva è rara e viene utilizzata perestendere gli arti, saldamente piazzati al suolo,nel momento dello sforzo propulsivo.In questo caso il fulcro è rappresentato dal-l’appoggio al suolo, la resistenza dall’articola-zione del gomito (FIGURA 2.19a) o del garretto (FI-GURA 2.20a), a seconda se consideriamo l’artoanteriore o posteriore, e la potenza dai muscolitricipite brachiale e tricipite surale che pren-dono inserzione, come già ricordato, rispettiva-mente sull’olecrano e sul calcaneo.

La leva di terzo genere o interpotente è sempresvantaggiosa e rappresenta la leva della velocità.È il tipo più frequente, interessando tutti i mo-vimenti di flessione e di avvicinamento.Alcuni esempi:

• nell’avvicinamento delle mandibole al mas-siccio facciale: il fulcro è dato dall’articolazio-ne temporo-mandibolare, la potenza dai mu-scoli masticatori, elevatori della mandibola,che terminano sulla mandibola stessa e la re-sistenza dal peso della mandibola;

• in tutti i movimenti di flessione a livello de-gli arti, dove favoriscono la velocità. Ricordia-mo per tutti la flessione dell’avambraccio sulbraccio: in questo caso il fulcro, rappresen-tato dall’articolazione del gomito, è dorsalerispetto al punto dove si esplica la potenza mu-scolare (i muscoli flessori dell’avambraccio,vale a dire il bicipite brachiale e il brachiale,terminano infatti sul radio) e la resistenza è an-cora più distale in quanto è data dal peso del-l’arto sollevato (FIGURA 2.19c).

Fig. 2.18. Estensione della testa sul collo (leva di Igenere).

F

P

R PF

R

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Fig. 2.20.a) Estensione del piede conarto in appoggio (leva di IIgenere).b) estensione del piede conarto sollevato (leva di I genere);c) flessione del piede (leva diIII genere);1) muscolo tricipite surale;2) muscolo tibiale anteriore.

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Apparato locomotore

Fig. 2.19.a) Estensione dell’avambracciocon arto in appoggio (leva di IIgenere).b) estensione dell’avambracciocon arto sollevato (leva di Igenere);c) flessione dell’avambracciocon arto sollevato (leva di IIIgenere);1) muscolo tricipite brachiale;2) muscolo bicipite brachiale;3) muscolo brachiale.

R F

P

P

R R

F

P 2

P

F

3

aR PF F RP P RF

cb

a

R

P

1

F

2F

F

b c

R

P

P

R

R PF F RP P RF

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funzioni vi è quella di flettere il braccio. Il mu-scolo lungo dorsale riempie pressoché total-mente lo spazio tra i processi spinosi e trasversidelle vertebre toraciche e lombari. Su questomuscolo vengono spesso effettuati gli esami or-ganolettici sulle carni macellate.Tra i muscoli del bacino ricordiamo i glutei chemodellano la regione della groppa; tra quellidella coscia il quadricipite femorale, potentemassa carnosa con quattro capi di origine, chericopre cranialmente il femore, terminando sullarotula; tra quelli posteriori della gamba il trici-pite surale, che termina con il potente tendine diAchille sulla sommità del calcaneo.Ricordiamo, infine, che negli arti degli ungulati,i ventri carnosi dei muscoli estensori e flessoridella mano e del piede nonché delle dita corri-spondenti si trovano a livello rispettivamentedell’avambraccio e della gamba. Nelle regionidel carpo, del garretto, degli stinchi e delle dita,si trovano quindi solo i tendini terminali deisuddetti muscoli (FIGURA 2.15).

ANATOMIA - FISIOLOGIA

Fig. 2.21. Faccia concava o addominale del diaframmadi cavallo.1) porzione carnosa periferica; 2) pilastri tra i quali sonovisibili lo iato aortico e lo iato esofageo; 3) centro freni-co; 4) iato della vena cava caudale;VT) vertebre toraciche; VL) vertebre lombari; A) coste;B) arco costale; C) cartilagine xifoidea dello sterno.(Preparato del Museo di Anatomia degli Animali Dome-stici dell’Università di Bologna. Foto Callegari).

A

2

2

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1

VLVT

4

1

C

B

Richiami su alcuni muscoli

I muscoli di maggior interesse sono:• i muscoli cutanei o pellicciai, posti immedia-

tamente sotto la pelle sulla quale si inserisco-no, sono ben sviluppati nei mammiferi dome-stici a livello della testa e del tronco. La lorocontrazione muove la pelle consentendo al-l’animale di liberarsi di insetti o corpi estra-nei fastidiosi;

• i muscoli scheletrici vengono distinti seguen-do un criterio regionale in muscoli della te-sta, del collo, del torace, del dorso, dell’ad-dome, delle cinture e degli arti toracici e pel-vici (FIGURA 2.15).

Tra i muscoli della testa sono compresi i mu-scoli masticatori che presiedono ai movimentidelle mandibole.Tra i muscoli del torace ricordiamo il dia-framma e gli intercostali esterni e interni, e, traquelli dell’addome, i muscoli delle pareti la-tero-ventrali, cioè l’obliquo esterno, l’obliquointerno, il retto dell’addome e il trasverso del-l’addome. Tutti questi muscoli sono implicatinella meccanica respiratoria, della quale di-remo più avanti. In particolare, il diaframma (FI-GURA 2.21) è un muscolo impari, laminare, fog-giato a cupola che divide la cavità toracica daquella addominale. È costituito da una partecarnosa periferica che prende inserzione sullecoste e sullo sterno, e da due pilastri pure car-nosi che dalla regione lombare si dirigono versoil centro della cupola diaframmatica. Questa,di natura tendinea, prende anche il nome dicentro frenico. Tra i pilastri si trovano due forio iati, per il passaggio dell’arteria aorta e dell’e-sofago. Un terzo iato, per il passaggio della venacava caudale, si trova nel centro frenico, spostatolievemente a destra.Tra i muscoli del dorso ricordiamo il grandedorsale e il lungo dorsale (lunghissimo deilombi e del torace). Il muscolo grande dorsale,assai esteso e di forma triangolare, ricopre la re-gione del dorso e dei lombi. La sua base prendeorigine sulla sommità delle vertebre toraciche elombari, mentre con il suo apice termina me-dialmente sul corpo dell’omero. Tra le sue varie

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Apparato locomotore

Fig. 2.22. Scheletro di pollo.1) incisivo; 2) mandibola;3) nasale; 4) frontale;5) cavità orbitale; 6) occipitale;7) quadrato; 8) prima vertebracervicale o atlante; 9) secondavertebra cervicale o epistrofeo;10) vertebre toraciche;11) ileo; 12) ischio; 13) pube;14) pigostilo; 15) scapola;16) coracoide; 17) clavicola;18) omero; 19) ulna;20) radio; 21-22) carpo;23) metacarpo;24-25-26-27) falangi; 28) costa; 29) processouncinato; 30) sterno;31) legamento sterno-clavicolare; 32) femore;33) rotula o patella; 34) tibia;35) fibula; 36) metatarso;37) rilievo che porta losprone; 38) primo dito;39-40-41) falangi.(Da Veggetti, Avicoltura,Edagricole, 1959).

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2.4 APPARATO LOCOMOTOREDEGLI UCCELLI

I sistemi scheletrico e muscolare degli uccellisono altamente differenziati, rispetto a quelli deimammiferi, in rapporto alla funzione del volo.

Lo scheletro (FIGURA 2.22) è formato in parte daossa leggere dette pneumatiche perché piened’aria. L’aria giunge all’interno di queste ossa at-traverso prolungamenti dei sacchi aerei che pe-netrano nelle loro cavità (vedi apparato respira-torio). In tal modo viene a essere notevolmentediminuito il peso specifico di tutto lo scheletro.Non mancano però ossa compatte, come quelleche formano la base scheletrica dell’arto poste-riore, destinate a sostenere il peso del corpo.

Le differenze più spiccate rispetto allo schele-tro dei mammiferi riguardano l’arto anterioreche non serve per la deambulazione e il soste-gno, ma per il volo, e prende il nome di ala.Questa è collegata al tronco da un cinto scapo-lare completo e robustissimo formato dalla sca-pola, dal coracoide e dalla clavicola o forcella.Al cinto scapolare segue l’omero, base schele-trica del braccio; il radio e l’ulna (completa-mente separate e non fuse come negli ungulati,base scheletrica dell’avambraccio; il carpo, ilmetacarpo e le dita, base scheletrica della mano(FIGURA 2.22).Il teschio è caratteristico per il grande sviluppodegli incisivi e della mandibola che fanno dasupporto a una formazione cornea, il becco.Lo sterno è carenato in tutti gli uccelli dome-

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stici e dà attacco ai muscoli pettorali.Tanto più un uccello è atto al volo, tanto più svi-luppata è la carena, perché aumentano propor-zionalmente i muscoli pettorali che muovono leali. Tra gli uccelli che consideriamo è il co-lombo, volatore per eccellenza, a presentare lacarena più sviluppata (FIGURA 2.23).Le vertebre cervicali variano di numero da spe-cie a specie (sono 14 nel gallo, 12 nel piccione,15 nell’anitra, 17 nell’oca).Le vertebre lombari e sacrali sono fuse in ununico osso che con i coxali delimita la cavità delbacino. Questa è molto ampia in quanto i coxalinon si congiungono ventralmente (FIGURA 2.24),il che agevola la deposizione delle uova.Sul bacino si impianta l’arto posteriore, for-mato dal femore, dalla tibia e fibula, dal meta-tarso e dalle falangi. Il tarso, nell’adulto è sal-dato alla porzione distale della tibia.Queste ossa sostengono rispettivamente le re-

gioni della coscia, della gamba, dello stinco e delpiede. Questo è formato da quattro dita.

Negli uccelli ritroviamo gli stessi gruppi musco-lari dei mammiferi, anche se più o meno modi-ficati in rapporto appunto alla peculiare confor-mazione scheletrica (FIGURA 2.24). Eccezione daricordare è la mancanza di una separazione tracavità toracica e addominale in quanto il dia-framma, rudimentale, è ridotto a un’esile mem-brana tendinea che ricopre solamente la facciaventrale dei polmoni.Parallelamente alla robustezza del cinto scapo-lare i muscoli pettorali, che collegano l’ala altronco, sono tanto sviluppati da equivalere al-l’incirca in peso a tutti i restanti muscoli delcorpo.I muscoli pettorali costituiscono inoltre la partepiù pregiata e più appetibile delle carni degliuccelli. Differiscono dagli altri muscoli per il co-

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ANATOMIA - FISIOLOGIA

Fig. 2.23. Scheletro di colombo. Notare l’enorme sviluppo della carena dello sterno (1).(Da Veggetti, cit.).

Fig. 2.24. Pollo, ossa del bacino, veduta ventrale.1) ileo; 2) ischio; 3) pube; 4) vertebre sacrali; 5) vertebrelombari. (Da Veggetti, cit.).

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Apparato locomotore

Fig. 2.25. Muscolatura di pollo, vista dal lato destro.1) m. pettorale superficiale; 2) mm. patagiali; 3) m. bicipite; 4) m. tricipite; 5) m. estensore radiale del carpo; 6) m. prona-tore lungo; 7) m. flessore radiale del carpo; 8) m. sartorio; 9) m. tensore della fascia lata; 10) m. paramerale; 11) m. semi-tendinoso; 12) m. semimembranoso; 13) m. gastrocnemio; 14) m. perforato; 15) m. peroneo lungo. (Da Veggetti, cit.).

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lorito rosa pallido, per cui vengono anche detticarne bianca. Il loro sviluppo è direttamenteproporzionale alla grandezza della carena dellosterno sulla quale prendono inserzione con illoro capo fisso.Altre masse muscolari potenti le ritroviamo a li-vello del fianco, della coscia e della gamba (ri-cordiamo che la parte degli uccelli che comune-mente viene indicata come coscia, in realtà è lagamba). Questi muscoli presiedono alla deam-bulazione e sono attivi nel complesso meccani-

smo dell’atterraggio. Dopo i muscoli pettorali,sono le masse muscolari economicamente piùpregiate.Ricordiamo infine, i muscoli cutanei che inse-rendosi sulla porzione di calamo infissa nellacute, con la loro contrazione provocano il sol-levamento delle penne.Per esempio, nel pavone e nel tacchino, il sol-levamento delle penne della coda (ruota) èdovuta all’azione di un potente muscolo cuta-neo.

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Verifica CAPITOLO 2Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere o false, motivando in caso di“falso”

SISTEMA SCHELETRICOVero Falso

1. La colonna vertebrale costituisce lo scheletro assile2. La colonna vertebrale è costituita da una serie di segmenti ossei detti vertebre3. Il numero delle vertebre è uguale in tutti i mammiferi4. Il canale vertebrale si estende per tutta la lunghezza della colonna vertebrale5. L’atlante è la seconda vertebra lombare6. L’epistrofeo è la prima vertebra cervicale7. Nei mammiferi domestici il cranio neurale è più esteso in lunghezza del cranio

viscerale8. Nei mammiferi domestici la cintura toracica è incompleta9. Il bacino osseo è costituito solo dal coxale di destra e da quello di sinistra

10. L’omero è la base scheletrica della regione dell’avambraccio11. Il metacarpo fa parte delle ossa della mano12. La tibia e la fibula sono la base scheletrica della regione della gamba13. Il femore è la base scheletrica della regione del braccio14. Il tarso, il metatarso e le falangi costituiscono la base scheletrica della mano15. La base scheletrica di ciascun dito è data dalla I, II, e III falange

GIUNTURE16. Nel contesto dello scheletro le ossa sono unite tra di loro da particolari formazioni

connettivali dette giunture17. Le giunture sono tutte mobili18. I ginglimi angolari permettono movimenti di estensione e di flessione19. L’articolazione della spalla è una sinfisi

SISTEMA MUSCOLARE20. I muscoli scheletrici sono gli organi attivi della locomozione21. I muscoli scheletrici sono formati prevalentemente da tessuto muscolare liscio22. Il perimisio è la tonaca connettivale che avvolge i muscoli scheletrici23. L’azione meccanica di un muscolo si esplica secondo la modalità delle leve24. Si conoscono solo due tipi di leve25. La maggiore o minore resistenza del tessuto osseo alle sollecitazioni meccaniche

dipende dall’organizzazione delle lamelle ossee che lo costituiscono26. Gli osteoni o sistemi di Havers si ritrovano nell’osso spugnoso27. L’osso svolge solo funzione meccanica

Completa le seguenti frasi

SISTEMA SCHELETRICO28. Le ossa, collegate tra loro da giunture, formano lo .29. Nella colonna vertebrale si distinguono cinque regioni che in senso cranio-caudale sono: la re-

gione cervicale, la toracica o dorsale, la , la e la.

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Apparato locomotore

30. Nell’animale adulto le vertebre sacrali si fondono a costituire un unico osso detto osso.

31. Nei mammiferi di grossa mole, i processi spinosi delle prime 6-7 vertebre toraciche formano labase scheletrica della regione più rilevata del tronco detta .

32. Le ossa mobili della testa sono le e l’osso .33. Nel teschio o cranio si distingue una porzione rostrale detta cranio e una

aborale detta cranio .34. Le ossa del cranio neurale delimitano una cavità detta .35. Le cavità nasali sono contenute nel cranio .36. La gabbia toracica è costituita dorsalmente dalle , lateralmente

dalle e ventralmente dallo .37. I principali organi contenuti nella cavità toracica sono .38. La base scheletrica della regione dello stinco nell’arto anteriore è data dal .39. Strutturalmente si distinguono ossa lunghe, ossa e ossa .40. Nell’osso lungo si distinguono un corpo centrale, cilindroide, detto e due

estremità ingrossate dette .41. Il corpo centrale dell’osso lungo è costituito da osso , le estremità da osso

.42. Il midollo osseo giallo è contenuto nel delle ossa lunghe.43. Il midollo osseo rosso è contenuto tra le trabecole dell’osso .

GIUNTURE44. Le giunture per contiguità sono dette .45. Le giunture per continuità sono dette .46. Nelle giunture per contiguità i capi articolari dei segmenti ossei che si raffrontano sono collegati

dalla e da .

SISTEMA MUSCOLARE47. I muscoli si inseriscono sui segmenti ossei tramite i .48. I muscoli che hanno una o entrambe le inserzioni sulla cute sono detti .49. Sono antagonisti dei muscoli estensori i muscoli .50. Sono antagonisti dei muscoli adduttori i muscoli .51. Nelle leve ossee il muscolo rappresenta la e il peso gravitazionale la

.

Indica la risposta corretta

SISTEMA SCHELETRICO52. In tutti i mammiferi le vertebre cervicali

sono in numero di:dieciottododicisette

53. Nel canale vertebrale formato dalla succes-sione dei fori vertebrali è contenuto:

il midollo osseoil midollo spinale

54. In quale regione vertebrale non è presenteil canale vertebrale:cervicaletoracica o dorsalelombaresacralecoccigea

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55. I coxali sono le ossa:della cintura toracicadella cintura pelvicadella testadella colonna vertebrale

56. I coxali si articolano:con le vertebre lombaricon l’osso sacrocon lo sterno

57. L’osseina è la sostanza fondamentale:del connettivo fibrosodel tessuto osseodella cartilagine

58. Gli osteoni sono:le cellule del tessuto osseoentità cilindriche, tipiche dell’ osso spugno-so,costituite da lamelle ossee concentriche entità cilindriche, tipiche dell’ osso compat-to, costituite da lamelle ossee concentriche

GIUNTURE59. Le enartrosi sono giunture:

per continuitàper contiguità

60. L’articolazione della spalla è:una artrodiauna condilartrosiun ginglimo

61. Menischi fibrocartilaginei si trovano:nell’articolazione del gomitonell’articolazione della spallanell’articolazione del ginocchio

62. La capsula articolare è un mezzo di conten-zione:delle sinartrosidelle diartrosidelle sinfisi

63. Il ginglimo trocoide consente movimenti di:rotazioneabduzioneestensione

64. Le suture sono le giunture che uniscono traloro:le ossa piatte del craniole ossa del carpole falangi

SISTEMA MUSCOLARE65. Il capo iniziale o testa di un muscolo sche-

letrico prende inserzione:sull’osso che durante la contrazione rimanepressoché immobilesull’osso che durante la contrazione subi-sce lo spostamento maggiore

66. Due muscoli sono sinergici quando:esplicano la stessa potenzafanno compiere movimenti opposti collaborano all’espletamento dello stessotipo di movimento

67. Due muscoli sono antagonisti:quando prendono inserzione su ossa di-versequando provocano movimenti opposti

68. L’accorciamento di un muscolo è propor-zionale:alla lunghezza delle sue fibre muscolarial numero delle sue fibre muscolarialla lunghezza dei suoi tendini

69. Nelle leve ossee il muscolo rappresentasempre:la resistenzail fulcrola potenza

Apparato locomotore

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Apparato locomotore

Rispondi alle seguenti domande

SISTEMA SCHELETRICO70. Da quali sistemi è formato l’apparato locomotore e da quali organi sono costituiti questi sistemi?71. Quali sono le regioni in cui viene suddivisa la colonna vertebrale?72. Quante sono nei mammiferi le vertebre cervicali? Anche negli uccelli sono in numero costante?73. Procedendo in senso prossimo-distale puoi elencare le ossa e le corrispondenti regioni dell’arto

anteriore e dell’arto posteriore?74. In che cosa si diversifica l’appoggio al suolo della mano e del piede negli animali pentadattili, di-

gitigradi e unguligradi?75. Quali tessuti formano le ossa e che cosa sono gli osteociti e gli osteoni?76. Come sono organizzate le lamelle ossee nell’osso compatto e nell’osso spugnoso?77. Quali parti si distinguono in un osso lungo e quali di queste parti sono formate da osso spu-

gnoso e da osso compatto?78. Dove si trova il midollo osseo giallo e dove si trova il midollo osseo rosso?79. Puoi elencare qualche osso lungo, corto e piatto?80. A quali dita (I, II, III, IV, V) degli animali pentadattili corrispondono le quattro dita dei suidi, le due

dita dei ruminanti e l’unico dito degli equidi?81. Quali differenze si riscontrano nelle ossa dell’avambraccio (radio e ulna) e in quelle della gamba

(tibia e fibula) in rapporto alla possibilità o meno che rispettivamente la mano e il piede possonocompiere movimenti di pronazione e di supinazione?

GIUNTURE82. Che cosa sono e come vengono suddivise le giunture o articolazioni?83. Che cosa è la capsula articolare, come è formata e in quale tipo di articolazione si trova?84. Dove si trova il liquido sinoviale, chi lo produce e quale è la sua funzione?85. Da che cosa dipende il diverso grado di mobilità delle diartrosi e quali sono le diartrosi che per-

mettono la maggior varietà di movimenti?

SISTEMA MUSCOLARE86. Che cosa sono e come sono costituiti i muscoli scheletrici?87. Che cosa si intende per muscoli antagonisti e per muscoli sinergici o congeneri?88. Che cosa sono i tendini?89. Come vengono classificati i muscoli in base al tipo di movimento che imprimono ai segmenti ossei

sui quali si inseriscono?90. L’azione meccanica dei muscoli si esplica secondo quali leggi fisiche?91. Da che cosa è formato il tessuto muscolare scheletrico e perché è detto anche striato?92. Quali striature presenta una fibra muscolare osservata al microscopio elettronico?93. In che cosa consiste il meccanismo della contrazione?94. Come vengono distinti i muscoli in base alle loro caratteristiche funzionali?95. Le carni commestibili hanno tutte lo stesso colore?

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