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LORENZO MELANDRI ARCHITETTO

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  • LORENZO MELANDRI

    A R C H I T E T T O

  • 2012

    luogo:tipologia:

    gruppo di progetto:

    ravennaprogettazione e direzione lavoril.melandri

    lintervento ha riguardato la manuten-zione straordinaria di una unit immobi-liare sita a ravenna. lappartamento, parte di una palazzina costruita negli anni 60 presentava una generale inadeguatezza degli spazi di servizio, di alcune camere e della dota-

    zione impiantistica. il lavoro ha riguardato quindi la creazio-ne di un nuovo bagno, il ridimensiona-mento di due camere, ladeguamento completo della dotazione impiantistica e le nuove finiture.importo lavori: 60000 euro

  • 2012

    luogo:concorso:

    gruppo di progetto:

    lugo (ra)piazza del pavaglionea.verde, f.pennacchini, m.assisi, v.milani, l.melandri, t.mandorino

    il progetto parte dalla lettura del com-plesso del pavaglione nel tessuto edili-zio di lugo. un grande vuoto perimetrato da una cortina di arcate, inserito a sua volta in un vuoto maggiore cosituito dal sistema delle piazze circostanti la roc-ca. unico collegamento concettuale con

    lo spazio esterno linclinazione nel di-segno della pavimentazione che ripren-de la giacitura di cardo e decumano.la piazza mantiene quasi esclusivamente il carattere orizzontale, per permettere la fruizione ottimale di uno spazio che durante lanno viene utilizzato in nu-

    merose e diverse manifestazioni. un lembo della piazza rialzato e genera una seduta continua. parte della piazza invece coperta da un velo di acqua che permette al porticato di specchiarsi e generare una smaterializzazione dello spazio; nonostante il velo di acqua la

    piazza rimane comunque calpestabile, generando uno spazio di gioco e raffre-scamento. i dehor delle attivit commer-ciali sono caratterizzati esclusivamente da pannelli rivestiti di trame trasparenti, componibili a piacimento per delineare gli spazi in modo leggero.

  • 2012

    luogo:concorso:

    gruppo di progetto:

    vallecamonica, bresciaaperto_2012 abitare minimo nelle alpil.melandri, f.poini, e.melandri

    progetto di un bivacco per le zone alpi-ne in provincia di brescia.il progetto parte dalla definizione degli spazi minimi necessari alla sosta lungo percorsi escursionistici. il rifugio pen-sato per garantire il minimo confort, con il mimimo dispendio energetico, minimo

    dispendio economico, minimo impatto ambilentale. il rifugio si presenta come una copertu-ra tesa sotto la quale possono trovare spazio diverse configurazioni spaziali degli elementi base: cellula riposo, cel-lula bagno, spazi tecnici, esperno co-

    perto. il volume risulta composto da una forma morbida che definisce la copertura, nel-la quale si incastra un oggetto poligona-le in legno di larice impregnato rosso .il rifugio alimentato da un sistema mi-croeolico che garantisce la produzione

    della energia minima necessaria.il bivacco costruito quasi esclusiva-mente in legno, per permettere un tra-sposto comodo e un assemblaggio ve-loce anche da parte di personale non specializzato.

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    1. ingresso - deposito scarpe2. posto letto3. ripostiglio zaino4. servizio igienico

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    1. ingresso - deposito scarpe2. posto letto3. ripostiglio zaino4. zona cottura5. accumulatori corrente6. servizio igienico7. cisterna acqua piovana8. esterno coperto9. seduta + deposito attrezzi10. seduta11. zona raccolta rifiuti12. impianto micro-eolico

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  • 2012

    luogo:concorso:

    gruppo di progetto:

    ferentillo, terniriqualificazione del centro sportivo di ferentillol.melandri, e.melandri

    il centro sportivo di ferentillo per larram-picata una struttura metallica realizza-ta negli anni 90 e mai veramente utiliz-zata per il suo scopo peculiare. larea stata utilizzata dopo il terremoto del 97 come campo di accoglienza e succes-sivamente come deposito.

    ridare alla struttura la sua principale e originaria funzione auspicabile tenen-do conto dellimportanza che ha la fale-sia di ferentillo come luogo privilegiato dove praticare larrampicata nel centro italia. si prevede quindi un adeguamento

    degli spazi esistenti secondo le attuali normative, la realizzazione di uno spa-zio chiuso per gli allenamenti e di uno aperto al pubblico ora mancante. lintervento si configura quindi come un oggetto accostato alla sturttura, che ospita un bar, un piccolo spazio esposi-

    tivo, i servizi igienici e un deposito;il nuovo volume a servizio del parco circostante e non solo della palestra di arrampicata.la costruzione realizzata con struttura in acciaio e rivestimento in legno al na-turale e vetrate.

  • H1. arena di arrampicata2. percorso di difficolt3. percorso di velocit4. boulder5. spogliatoio6. servizi igienici7. doccie8. infermeria e antidoping

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    9. zona di isolamento e pre riscaldamento10. deposito11. sala giudici di gara12. zona per riprese e speaker13. area giudici elaborazione dati14. bar - ristorazione15. cucina16. spogliatoio e bagno

    17. nursery18. zona di ingresso (biglietteria, stand, infopoint, merchandising)19. locale tecnico20. postazione ambulanza21. panchine per il parco22. parco 23. pavimentazione esterna

    0 prospetto 1:200

  • 2011 - 2012

    luogo:collaborazione:

    dublinoailtireacht (a.coyne)

    collaborazione di 5 mesi con lo studio ailtireacht di dublino tramite progetto di scambio europeo leonardo da vinci.affiancamento per grafica e progetta-zione esecutiva.

  • 2011

    luogo:concorso:

    gruppo di progetto:

    parco arte vivente, torinopremio PAV 2011, in to the habitats.rossi, l.cattalani, g.delvecchio, l.melandri, a.righi

    lo scopo del concorso era dotare il PAV (parco arte vivente) di una nuova folie che permettesse ai fruitori di avere un luogo adatto ad una molteplicit di fun-zioni, come ad esempio luogo di lettura, luogo conviviale, luogo di gioco e spazio educativo. il progetto si configura come

    un insieme di stanze allaperto delimi-tate da un sistema di reti e pali infissi al terreno; un sistema semplice per per-mettere la reversibilit dellintervento e la realizzazione a basso costo. le stanze interne venivano poi caratterizzate dalla piantumazione con differenti specie ar-

    boree e arbustive, a cura dei residen-ti nel quartiere. la permeabilit visiva delle reti avrebbe permesso di rendere il verde in crescita il vero protagonista dellallestimento, evidenziandone colo-ri, tempi di crescita e di fioritura.gli arredi fissi (sedute, contenitori, illu-

    minazione...) sarebbero stati realizzati tramite un workshop aperto alla cittadi-nanza durante il quale mobili vecchi e materiali di recupero vengono scompo-sti, adattati e re-inventati.

    sezione AA

  • 2010 - 2011

    luogo:collaborazione:

    faenzalelli & associati architettura (g.lelli, r.bandini, a.luccaroni)

    collaborazione continuativa presso lo studio faentino, affiancando i progettisti sia nella fase progettuale che in quella realizzativa.

  • 2010

    luogo:concorso:

    gruppo di progetto:

    ponte nuovo, ravennapolo scolasticoNUOVOSTUDIO e.rambelli, g.bonini, g.mecozzi, s.bertozzi, l.melandri

    il progetto per il nuovo polo scolasti-co di ponte nuovo caratterizzato da un incastro di volumi che raccontano attraverso la forma anche lincastro di funzioni che al loro interno hanno luo-go. il polo scolastico infatti pensato per lutilizzo educativo in tre segmenti

    dellinsegnamento: lasilo nido, la scuo-la dellinfanzia e la scuola primaria.alcune dotazioni sono esclusive e altre invece condivise. il progetto prevede anche spazi aperti al pubblico, come la palestra e la sala polivalente. sta-to dato particolare rilievo alla relazione

    che la scuola deve creare con la citt: una grande superficie infatti dedica-ta ad una piazza che doter la via 56 martiri di un luogo di aggregazione ad ora mancante. particolare attenzione stata rivolta durante la progettazione allefficienza energetica e allutilizzo di

    materiali eco-compatibili.

  • 2010

    luogo:tesi di laurea:

    relatori:gruppo di progetto:

    detroitmigrare \\ abitare \\ ri-strutturare detroit, attivazioni nomadi di una citt in contrazionegabrele lelli, alberto francini, amy deines greenl.melandri, m.pascucci, s.tessarolo

    il progetto di tesi nasce da un workshop con alcuni studenti delluniversit mer-cy di detroit. il soprallugo a detroit ha evidenziato quelle che sono le criticit maggiori di questo territorio urbano: la vastit e labbandono. detroit infatti una citt progettata, realizzata e vissuta

    per due milioni di abitanti, dagli anni 60 per il declino dellindustria automobili-stica ha generato il progressivo svuota-mento delle aree centrali vicine a down-town. detroit si configura quindi come un territorio esteso, indifferenziato e schiavo dello spostamento meccanico.

    il masterplan si pone come obiettivo quello di creare dei nuclei che permet-tano la ridensificazione di alcune aree della citt in cui la percentuale di terra abbandonata ad oggi molto elevata. la densificazione sia fisica, attraverso la realizzazione di nuovi alloggi e servizi,

    sia sociale, inserendo in ogni macroa-rea un attrattore di interessi, di lavoro e di cultura. larea di approfondimento legata alla ricerca agroalimentare, che coniugava quindi la possibilit di utiliz-zare ampi brani di terreno con colture sperimentali con strutture per la ricerca

    94:

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    (> 10,4 km costruito >> 562 edifici superficie >> 607000 mq

    ON \ off ad uso residenziale >> 316 garages >> 92 ad uso speclialistico >> 18 totale edifici attivi >> 426 ( 75% )

    on \ OFF ad uso residenziale >> 98 garages >> 24 ad uso specialistico >> 14 totale edifici dismessi >> 136 ( 25% )

    propriet private ON non edificate >> 9 con un solo edificio >> 222 con pi di un edificio >> 88 totale propriet >> 319 dimensioni standard >> 179 dimensioni espanse >> 140

    spazi ad uso pubblico attuali >> 8500 mq (1,4 %) in progetto >> 61500 mq (10 %)

    funzioni di attrazione laboratorio di ricerca >> 5300 mq coltivazioni sperimentali >> 24000 mq

    perimetrare nuove abitazioni >> 242 ( + 65%) spazi commerciali >> 54

    collegamenti lunghezza totale >> 1400 m

    micro_espansioni unit di albergo diffuso >> 105

    terreni inutilizzati totali >> 155600 mq

    residenze collettive nuclei >> 24 posti letto >> 450 edifici recuperati >> 69

    giardino adottato dimensioni medie >> 500 mq totale >> 290

    Il progetto si innesta in unarea posizionata su Gratiot avenue a 10 km circa da downtown. Il tessuto, quasi completamente ad uso residenziale, molto diradato, con scarsa compattezza.

    Gli edifici abitati sono inseriti in un contesto di edifici dismessi, terreni abbandonati, edifici vandalizzati. Sono isole di prati falciati e pareti verniciate a fianco di edifici fatiscenti, con i quali non hanno alcuna relazione. Un quarto di ci che costruito non utilizzato, prevalentemente abitazioni.

    Questo tessuto ha subito variazioni e stratificazioni solo per quanto riguarda le propriet che si sono modificate in modo da includere nuovi edifici o nuovi spazi esterni e che di fatto espandono i confini dei lotti.

    Larea non presenta spazi pubblici, ma solo spazi privati ad uso pubblico lungo Gratiot avenue, che non sono luoghi di aggregazione e socialit. Gli spazi pubblici nel progetto sono perimetrati da nuove abitazioni e dimensionati per gli abitanti dellarea, compresi gli abitanti temporanei.

    Nel punto di maggiore visibilit il progetto prevede un laboratorio di ricerca agroalimentare, che a livello macrourbano si comporta come attrattore di abitanti in un ottica a lungo termine ma anche come attrattore di pendolari, ricercatori, ospiti che contribuiscono alla ri-vitalizzazione dellarea. Nella parte pi interna si trovano serre per coltivazioni sperimentali.

    Per gestire il perimetro delle aree pubbliche in modo maggiormente compatto vengono previste nuove abitazioni (Tipologia3). Il fronte, rivolto verso gli spazi pubblici, articolato con volume aggiuntivo che, a seconda delle esigenze degli utilizzatori della tipologia, pu diventare laboratorio, spazio espositivo, spazio di vendita, luogo di incontro o stanza ad uso collettivo.

    Il collegamento tra le varie aree non costituito soltanto da un percorso pedonale, una fascia spessa che ospita funzioni, principalmente quelle commerciali e di ristorazione, ed caratterizzato dalla continuit del verde che lo rende asse dellintervento.

    Una seconda tipologia abitativa consiste in interventi parassitari nelle abitazioni attualmente utilizzate, microespansioni con cellule elementari, anche autocostruite, che creano un sistema di albergo diffuso, capace di ospitare gli utilizzatori temporanei dellarea, e di apportare un reddito aggiuntivo ai proprietari che ne percepiranno un canone.

    La somma di tutti i terreni inutilizzati consistente, ( 26 % della superficie complessiva) per la maggior parte di dimensioni limitate, non vengono accorpati in macro aree preferendo un approccio interstiziale.

    Dove c maggior concentrazione di edifici abbandonati viene posta la Tipologia2, che consiste nella creazione di un limite dellarea con abitazioni stagionali, stanze di studentato o altre forme di abitare con una temporalit intermedia tra quella stabile e quella dellalbergo difuso. Gli edifici abbandonati vengono recuperati e riempiti con funzioni non residenziali ma di servizio allabitare collettivo.

    La tipologia3, pur essendo quella pi stabile non ha spazi esterni privati di grande dimensione, considerando che affaccia sui luoghi pubblici; viene dotata quindi di un terreno aggiuntivo staccato dalla casa ma distante poche centinaia di metri, utilizzabile come giardino, orto, terreno di gioco e dotato di ununit costruita di dimensioni minime, che funziona come deposito, officina, rifugio, zona barbeque, o altro. Lamministrazione ha gi attuato una proposta simile chiamata adopt a lot che permette di prendersi cura di spazi abbandonati della citt.

    SPAZIO PUBBLICO 1 \\ scala 1:500

    spazio commerciale

    giardino adottato (tipo 3)

    serra sperimentale

    centro ricerche agroalimentareC

    C

    tipologia 1

    tipologia 2

    tipologia 3

  • AB

    A

    B

    SEZIONE A-A \\ scala 1:200SEZIONE A-A \\ scala 1:200

    N

    PIANTA p.0 \\ scala 1:200

    PIANTA p.1 \\ scala 1:200

    PIANTA p.2 \\ scala 1:200

    A A

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    B

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    H

  • 2009

    luogo:workshop:

    prof:gruppo di progetto:

    detroitno car cityamy deines green, alberto francini, gabriele lellil.melandri, r.pari, d.mc namara, e.scrimger, r.memeo, l.bizzocchi

    il workshop, in collaborazione con stu-denti e professori delluniversit mercy di detroit, era definito come ricerca su problematiche reali della modernit (si-curezza, mobilit, verde, cultura) e la formulazione di idee che concorrano al miglioramento urbano tramite il ribalta-

    mento di punti di forza e di debolezza. il gruppo no car city ha immaginato di risolvere i problemi di mobilit non ren-dendo gli spostamenti pi agevoli, anzi dando per scontato che spostarsi meno virtuoso rispetto a creare nuclei pi compatti nella citt, in cui il fruitore

    possa soddisfare i propri bisogni. linie-zione di catalizzatori in un tessuto indif-ferenziato come quello di detroit genera polarit che attraggono interessi sociali ed economici. la densificazione di alcu-ne parti porta anche la rarefazione del tessuto nelle parti restanti, che port

    essere utlilzato nuovamente per dare alla citt il verde necessario ed even-tualmente permettere la realizzazione di zone di agricoltura urbana.

    DETROIT DETROIT

  • DETROIT

  • 2009

    luogo:esame 5 anno:

    prof:gruppo di progetto:

    milano area porta romanagabriele lelli, alberto francini, alberto alessil.melandri, s.tessarolo, m.zannotti

    il progetto si localizza in una vasta area utilizzata ad oggi come scalo ferrovia-rio. la dismissione dello scalo render disponibile una grande area di terreno interno al tessuto della citt di milano, che potr essere occasione per realiz-zare una nuova visione di citt.

    il masterplan si propone di suddivide-re la grande dimensione dellarea at-traverso delle strip, sia funzionali che materiali. le strisce verdi generano in-nalzamenti e abbassamenti di quata che differenziano lorografia del terreno, dando a milano nuovi paesaggi e nuove

    atmosfere. avvallamenti e creste ospita-no principalmente funzioni residenziali, mentre servizi, attivit produttive e com-merciali sono localizzati in macro conte-nitori che si appoggiano sul paesaggio come elementi che dichiarano la loro diversit dal tessuto di base. ledificio

    oggetto di approfondimento un con-tenitore misto che organizza spazi dedi-cati alla cultura ad uffici e spazi dedicati al tempo libero.

  • 2009

    luogo:concorso:

    gruppo di progetto:

    givevramilieu commun, project cit universitaireCANAP s.fortini, s.teston, a.verde, s.mazzanti, m.jacomella, l.ercoli, l.melandri

    il concorso riguarda la progettazione di un edificio e delle aree esterne della cite universitaire di ginevra, edifico che dovr ospitare uno studentato, sale po-livalenti e un asilo. il progetto ha appro-fondito in modo particolare il tema della residenza, con un approccio legato alla

    flessibilit degli spazi, alla condivisione di servizi collettivi, il tutto legato dalla ri-cerca degli spazi minimi dellabitare. gli spazi personali possono alloccorren-za essere condivisi tramite un sistema di pareti mobili. la scelta di accorpare nel medesimo corpo di fabbrica diverse

    funzioni, fatta nellottica di proporre uno spazio molteplice, che permetta agli studenti di avere un alloggio non isolato da quelli che sono i servizi pi utilizzati, come il bar, lasilo e gli spazi sportivi.

  • 2008

    luogo:esame 4 anno:

    prof:gruppo di progetto:

    bolognaprogetto per lex caserma sanicarmelo baglivo, marco brizzi, alessandro roccar.annicchiarico, l.melandri, s.tessarolo

    il progetto propone il recupero di unarea a bologna occupata da una caserma dismessa.partendo dal fascino che alcuni di questi edifici continuano ad avere, nonostante siano abbandonati e in rovina, si pen-sato di riutilizzare al massimo anche la

    materia del costruito, non solo la dispo-nibilit di spazio. grandi silos diventano quindi un percorso espositivo che gode di strutture e spazi ri-progettati, edifici minori sono parzialmente demoliti in modo da creare stanze allaperto, di-segnando volta per volta la quota del

    taglio e leventuale creazione di livelli sfalsati con riporti di terreno. gli edifici nuovi che ospiteranno residenze per artisti, atelier e spazi espositivi si con-figurano come filamenti che vanno a colmare lo spazio tra le diverse bolle funzionali individuate dal masterplan.

    gli edifici sono per lo pi staccati dal ter-reno, in modo da garantire la continuit visiva del parco in cui si innestano.