periodico di informazione musicale dell’associazione …

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M orto Verdi il mondo del melodramma italiano stenta a trovare successori di spicco , tanto è il termine di paragone con cui necessariamente i nuovi compositori de- vono misurarsi. Ci provano in parecchi a dare continuità al- la tradizione operistica in Italia: Mascagni, Giordano, Puc- cini, Cilea. Quest’ultimo consegna alle scene del Lirico di Milano nel 1902 Adriana Lecouvreur, opera in quattro atti ispirata al dramma omonimo di Scribe e Legouvè rifacentesi alla reale figura dell’attrice della Comediè francaise vissuta nella pri- ma parte del 1700 e morta in circostanze non ben definite. Cilea è compositore eminentemente lirico, lontano dal ve- rismo che allora andava di moda, e trova nel soggetto tra- A MI CI TEATRO CARLO FELICE CONSERVATORIO NICCOLÒ PAGANINI PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] n. 134 - gennaio 2020 Qualcosa si muove… I l cambio della guardia ai vertici dei due principali teatri cittadini ha riacceso il dibattito sulle prospetti- ve culturali della città. Claudio Orazi, sovrintendente del Carlo Felice e Davide Livermore, direttore del Teatro Na- zionale hanno alle spalle storie diverse e un diverso modo di approcciare la realtà: entrambi tuttavia sono arrivati con la determinazione di dare una scossa all’ambiente, ri- vitalizzarlo. Sia chiaro. Senza nulla togliere alle loro legit- time ambizioni, noi genovesi siamo abituati da decenni a rivoluzioni culturali annunciate e mai realizzate per le più varie ragioni. Ma alcuni dei progetti messi in campo meritano una rifles- sione. E’ interessante, ad esempio, la volontà del Sovrintendente di legare il Carlo Felice (spesso accusato in passato di es- sere avulso dal contesto cittadino) al territorio partendo dalla storia di Genova e della Liguria cercando collega- menti fra la programmazione e l’ambiente stesso, sia per quanto riguarda le scelte artistiche, sia per quanto concer- ne la individuazione di spazi di rilevanza architettonica. Da sottolineare poi l’idea di rifare del Teatro della Gioventù uno spazio vivibile con una programmazione ben struttu- rata, portandoci quel teatro “contenuto” (titoli settecente- schi o opere cameristiche del Novecento) che sul palcosce- nico del Carlo Felice sono irrealizzabili. Doveroso il ricor- do di Edoardo Sanguineti nel decennale della sua scom- parsa. E stimolante, infine, il proposito di creare un Poli- tecnico con Università, Conservatorio, Accademia, Teatro e Comune. Come è noto Conservatorio e Accademia già da tre anni con apposito protocollo “benedetto” anche dal Mi- Lorenzo Costa L’intenso lirismo di Adriana Lecouvreur (segue a pagina 2) Roberto Iovino (segue a pagina 2)

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Page 1: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

Morto Verdi il mondo del melodramma italiano stentaa trovare successori di spicco , tanto è il termine di

paragone con cui necessariamente i nuovi compositori de-vono misurarsi. Ci provano in parecchi a dare continuità al-la tradizione operistica in Italia: Mascagni, Giordano, Puc-cini, Cilea.Quest’ultimo consegna alle scene del Lirico di Milano nel1902 Adriana Lecouvreur, opera in quattro atti ispirata aldramma omonimo di Scribe e Legouvè rifacentesi alla realefigura dell’attrice della Comediè francaise vissuta nella pri-ma parte del 1700 e morta in circostanze non ben definite.Cilea è compositore eminentemente lirico, lontano dal ve-rismo che allora andava di moda, e trova nel soggetto tra-

A MI CI

TEATRO CARLO FELICE CONSERVATORIO NICCOLÒ PAGANINI

PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI

Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

n. 134 - gennaio 2020

Qualcosa si muove…

I l cambio della guardia ai vertici dei due principaliteatri cittadini ha riacceso il dibattito sulle prospetti-

ve culturali della città. Claudio Orazi, sovrintendente delCarlo Felice e Davide Livermore, direttore del Teatro Na-zionale hanno alle spalle storie diverse e un diverso mododi approcciare la realtà: entrambi tuttavia sono arrivaticon la determinazione di dare una scossa all’ambiente, ri-vitalizzarlo. Sia chiaro. Senza nulla togliere alle loro legit-time ambizioni, noi genovesi siamo abituati da decenni arivoluzioni culturali annunciate e mai realizzate per le piùvarie ragioni.Ma alcuni dei progetti messi in campo meritano una rifles-sione.E’ interessante, ad esempio, la volontà del Sovrintendentedi legare il Carlo Felice (spesso accusato in passato di es-sere avulso dal contesto cittadino) al territorio partendodalla storia di Genova e della Liguria cercando collega-menti fra la programmazione e l’ambiente stesso, sia perquanto riguarda le scelte artistiche, sia per quanto concer-ne la individuazione di spazi di rilevanza architettonica.Da sottolineare poi l’idea di rifare del Teatro della Gioventùuno spazio vivibile con una programmazione ben struttu-rata, portandoci quel teatro “contenuto” (titoli settecente-schi o opere cameristiche del Novecento) che sul palcosce-nico del Carlo Felice sono irrealizzabili. Doveroso il ricor-do di Edoardo Sanguineti nel decennale della sua scom-parsa. E stimolante, infine, il proposito di creare un Poli-tecnico con Università, Conservatorio, Accademia, Teatro eComune. Come è noto Conservatorio e Accademia già datre anni con apposito protocollo “benedetto” anche dal Mi-

Lorenzo Costa

L’intenso lirismo diAdriana Lecouvreur

(segue a pagina 2)Roberto Iovino(segue a pagina 2)

Page 2: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

internazionale del 2004, così come le continue collabora-zioni con registi del calibro di Besson e di Langhoff. Un“teatro necessario” (così lo chiamava un precedente di-rettore, Carlo Repetti) che sa parlare al pubblico di oggie inserirsi nel territorio perché sa essere sempre attualepur nella sua classicità.Alla conferenza stampa di presentazione di Livermore,qualche settimana fa è intervenuto con gli altri princi-pali esponenti della politica locale, anche il sindaco Mar-co Bucci. E ha fatto piacere sentirlo sottolineare che lacultura è un bene primario e una città può crescere intutti i settori, solo se cresce anche culturalmente. Il Co-mune sembra intenzionato a spingere su questa strada.E questo è forse il segnale più bello di questo inizio del2020.

Roberto Iovino

2

La Lirica

(dalla prima pagina)

nistero hanno gettato le basi (primi in Italia) per un Po-litecnico delle Arti. Il progetto non è ancora arrivato infondo perché occorre attendere che sia concluso l’iter del-la statizzazione dell’Accademia. Una volta definita que-sta “alleanza” fra due Istituzioni che appartengono allamedesima area del Ministero (AFAM), sarà possibile av-viare un dialogo anche con altre istituzioni, non tanto in-globandole nel Politecnico stesso (operazione comples-sa), quanto creando una preziosa rete.Livermore aspira a “un’azione piratesca” della cultura,a un teatro agile, duttile, capace di adattarsi alle situa-zioni e stare sul territorio in maniera propositiva. Haparlato di internazionalizzazione e di spettacoli in lin-gua, ha dichiarato il suo amore profondo per il testo cheè “sacro”. Dichiarazioni da uomo di teatro solido, colto eintelligente che entra in un Teatro dalla lunga tradizionee dal prestigio già internazionale: ricordiamo il Festival

gico sentimentale un buon banco diprova per un’opera che continua adavere grande successo quando messain scena.Il ricordo personale va ad una rappre-sentazione scaligera del 1989 in cui Mi-rella Freni e Gianandrea Gavazzenicompirono un vero miracolo. Cileanon è certamente Puccini, che purguardando e musicando soggetti unpo’ antiquati per l’epoca, li riveste diuno spirito nuovo e moderno, dal pun-to di vista armonico e orchestrale.L’arioso drammatico che si spingespesso nei registri acuti e sovracuti, èl’elemento caratterizzante dell’operaitaliana di allora e Cilea ne è ben con-sapevole. La sua prospettiva è quelladi una musicalità che guarda a modellifrancesi, in particolare a Massenet,ignorando deliberatamente tanto lesuggestioni pucciniane, quanto lenuove vie sperimentate da colleghistranieri. Si tenga conto che il Pellèaset Melisande precede di un annoAdriana e che da lì a pochi anni dopoavremo capolavori dirompenti comeSalome ed Elektra. Mentre Puccini cu-riosa, coglie, segue attentamente l’e-voluzione della musica contempora-nea, presenziando a molte prime im-

portanti anche di opere sinfoniche,molti suoi colleghi cadetti tra cui il no-stro Cilea, preferiscono non abbando-nare il rassicurante contorno deldramma lirico e, in maniera un po’ re-trò, sfornano lavori di buona fattezza,in cui del tutto inutile sarebbe trovarenovità o spunti personali originali.In Adriana tutto scorre come da ma-nuale, alternanza di arie drammatiche,duetti sentimentali e/o tragici, numeridi danza nel terz’atto come nel grandopèra, e l’opera si risolve in una per-durante dimensione lirica che la carat-terizza dall’inizio alla fine. Non unguizzo, non un episodio musicalmentecaratterizzato in modo assertivo: mu-sica di buona fattezza, dove il rivesti-mento orchestrale supplisce ad unascarsa dimensione armonica e ad unacerta monotonia melodica.Si potrà obiettare anche in Bellini ilsubstrato armonico è esilissimo. Cer-tamente, ma quante idee melodichediverse.Adriana ha quindi un valore documen-tario, testimonianza di uno stile che dalì a poco sarebbe morto, ma che rap-presenta un gusto ed una sensibilitàche fanno parte della storia dell’ope-ra. I rischi della monotonia sono eleva-

ti; ma tornando a Gavazzeni e la Freni,se si hanno interpreti e direttori di talecalibro, la partitura di Cilea può rive-larsi trasfigurata dal preziosismo delcanto e dalla resa mirabilmente curatadell’orchestrazione. Ed in quella occa-sione veramente fata fu la direzione diun Gavazzeni in stato di grazia; nessu-no come lui ha indagato il teatro “mi-nore” italiano (“ho diretto con egualeimpegno operisti massimi ed operistiminimi” diceva in un’intervista ala tvsvizzera); a lui si devono le riprese dititoli come la Madame sans gene diGiordano, di Parisina e Lodoletta diMascagni, de La reginetta delle rose diLeoncavallo. Riprese che fecero com-mentare al suo amico/nemico LeleD’Amico “Gavazzeni, l’avvocato ditroppe cause perse”. Ma la cura inter-pretativa può rivestire di luce nuovapartiture che sono a fortissimo rischiodi deviare sul sentimentalismo più ba-nale e prevedibile, e poco altro. Perqueste ragioni la concertazione diAdriana ha bisogno di un lavoro di ce-sello non sempre scontato.

Lorenzo Costa

L’intenso lirismo di Adriana Lecouvreur

Qualcosa si muove…

Page 3: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

In una pausa delle prove di“Adriana Leouvreur” di Cileaabbiamo incontrato nei giorniscorsi Giovanni Battista Fabris,il primo violino dell’orchestradel Teatro Carlo Felice. Gli ab-biamo chiesto di raccontarci“gioie e dolori” di una “spalla”d’orchestra.

Da quanto tempo è a Genova?Sono arrivato in questa cittànel giugno 2006 in seguito alconcorso per primo violino in-detto dal Teatro.

Come ha iniziato i suoi studi?Provengo da una famiglia ap-passionata di musica. Mio non-no paterno era violinista cosìcome il fratello di mia nonna. Mio padre suonava vari stru-menti e mio nonno materno, organista, faceva trascrizioni perbanda. Un giorno è venuto a casa un amico di famiglia e si èesibito in molteplici “acrobazie” con il violino suonandolo die-tro la schiena, tra le gambe, sulla testa…io avevo cinque annie ne sono rimasto così affascinato da intraprenderne lo studiodapprima con mio zio e poi al Conservatorio “Arrigo Pedrollo”di Vicenza. Lì mi sono diplomato nell’88 e ho poi proseguito imiei studi a Ginevra, in Olanda e in Francia. Lì dal ’95 al ’98 horicoperto il ruolo di primo violino del “Quartetto Ravel” di Lio-ne: un’esperienza bellissima, ero molto giovane ed ho impara-to moltissimo, girando tutto il mondo.

A quando risale la sua prima esperienza in orchestra?Dopo varie esperienze minori, ho iniziato la mia carriera or-chestrale come primo violino nell’orchestra di Galicia alla Co-ruña in Spagna: la prima orchestra in Spagna, molto giovanecon una storia di 15 anni, in cui vi erano musicisti provenienti dadiversi paesi. Dopo 8 anni trascorsi lì, in mancanza di un con-corso per un posto stabile, ho deciso di spostarmi e ho affron-tato il concorso qui a Genova, dove mi sono trasferito.

3

Evento

Intervista a Fabris: essere “spalla” oggiChe impatto ha avuto con ilteatro genovese?Sicuramente è stato un grandecambiamento. Passare daun’orchestra sinfonica a una li-rica non è semplice: sono duerealtà molto diverse fra loro.Inoltre la grande confusioneche regnava a livello organizza-tivo e non a quei tempi non erad’aiuto, ma dopo 17 anni passa-ti fuori casa la voglia di tornarein Italia era molta. Sicuramenteuno degli aspetti che mi ha col-pito di quest’orchestra è statala mancanza di una sua iden-tità, dovuta alla mancanza diun direttore stabile che potes-se guidarla. Dal mio arrivo adoggi si sono succeduti moltissi-

mi direttori diversi e ciò non ha permesso all’orchestra di po-ter sviluppare le sue potenzialità al massimo.

Ci parli del ruolo della spalla in orchestra e di come è cambia-to nel tempo.Il primo violino ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale al-l’interno dell’orchestra di un teatro: è colui che ha il compito diconfrontarsi col direttore d’orchestra e tradurre i suoi intentimusicali attraverso le arcate ma non solo. Rappresenta la gui-da musicale, ma assolve anche compiti che vanno al di là dellamusica come quelli di far da paciere nei conflitti che possonoscatenarsi tra i vari componenti dell’orchestra o tra i cantantiecc… Oggi purtroppo la crisi sociale che stiamo vivendo si ri-specchia anche nel mondo musicale e in particolare in orche-stra si avverte la mancanza di punti di riferimento importanti ela tendenza a far prevalere il parere individuale del singolo in-vece che affidarsi al parere del primo violino a discapito del be-ne comune con la conseguenza di sfociare nel caos e nellamancanza di coesione, unione e identità che sono elementifondamentali per un’orchestra e che mi auspico per il futurodel Carlo Felice. Nicole Olivieri

Via 5 Dicembre, 12 - 16121 Genova - Tel. 010 580263 - web site: angelucci1919.comdal 1919

Page 4: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

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Approfondimento

I l 27 marzo la Stagione sinfonicadel nostro massimo teatro pro-

porrà un capolavoro indiscusso del 900musicale … la Quinta Sinfonia di GustavMahler … protagonista il direttored’orchestra Hartmut Haenchen, perso-nalità di primo piano del panorama mu-sicale internazionale, accreditato comeuno tra i massimi interpreti del reperto-rio tedesco e già apprezzato in passatodal pubblico genovese. La Quinta sinfo-nia, divenuta assai popolare quando Lu-chino Visconti inserì nella colonna so-nora del suo “Morte a Venezia” (1971) il sublime Adagiet-to per archi, fu composta da Mahler durante i mesi estividel 1901 e del 1902 trascorsi a Maiernigg, sul Wörthersee.La sua vita privata aveva subito in quel periodo un cam-biamento sostanziale, dopo aver conosciuto nel novem-bre del 1901 la figlia di un illustre pittore viennese, AlmaSchindler, sposata nel marzo dell’anno successivo. Fu unperiodo fecondo, poiché, contemporaneamente, scrisse iprimi tre Kindertotenlieder su poesie di Friedrich Rückert.Il clima sentimentale, doloroso e stra-ziante, che permea questi canti è pre-sente anche nella Sinfonia in do diesisminore, tanto da segnare un distaccodal contenuto letterario delle primequattro sinfonie, quelle che vanno sottoil nome delle Wunderhorn-symphonien,in quanto legate alle liriche medioevalipopolari tedesche pubblicate da Arnime Brentano e conosciute con il titoloKnaben Wunderhorn (Corno magico delfanciullo). La Quinta Sinfonia costituisce dunqueun momento di svolta nel quale si ab-bandona il riferimento immediato almondo dei primi Lieder, al repertorio diimmagini fiabesche e allegoriche che es-si avevano offerto ai lavori orchestraliprecedenti. Quella di Mahler è un’opera emblematica ditutta la sua carriera compositiva, un complesso disegnomusicale che scandaglia i più profondi sentimenti dell’ani-mo umano, dalla disperazione al dolore, fino al conforto ealla speranza … ma si rivelerà anche la sua creazione piùdifficile, poiché l’evoluzione della sua tecnica di orche-strazione ed il bisogno di esprimere chiarezza, lo porte-ranno a ritoccarla per il resto della sua vita. A quarant’anni compiuti il musicista boemo era ormai unapersonalità influente dell’Opera di Vienna e uno dei più sti-mati direttori d’orchestra dell’epoca; le sue composizionierano inserite nei Festivals musicali e nei programmi di di-

rettori d’orchestra importanti. Se è purvero che la sua musica non fu mai ap-prezzata dal vecchio Brahms - e vista conperplessità persino dall’amico RichardStrauss, Mahler è forse l’ultimo composi-tore ad aver raggiunto, seppur non tra icontemporanei, il pubblico nella sua piùampia accezione. La musicologia ha avuto a lungo diffi-coltà ad inquadrare il suo stile, a definirele ragioni di un’arte tanto complessa,tutta protesa nella disperata, ma consa-pevole, ricerca di un’impossibile unità.

Le nove sinfonie, l’adagio dell’incompiuta Decima, i gran-di cicli di lieder, l’estremo Das Lied von Der Erde, propon-gono un percorso la cui unità può soltanto essere intuita… tutto tende a modificarsi strutturalmente, a dilatarsi, inun’incessante ricerca di nuove sonorità, dinamiche, tim-bri. Lo stesso Mahler era consapevole della propria ano-malia: […] non arriverò a vedere da vivo la mia causa vitto-riosa. Troppo strano e troppo nuovo è ciò che scrivo per gliascoltatori, che non trovano modo di giungere a me. Ciò che

ho fatto è così tanto “mahleriano” […],così nettamente impostato alla mia ma-niera, che è impossibile evitare la frattu-ra. Gli uomini non hanno ancora accetta-to il mio linguaggio. Non si fanno un’ideadi quel che dico e che intendo dire; pareloro insensato e incomprensibile. A malapena capiscono ciò che voglio i musicistichiamati ad eseguire la mia musica. Si ripropone dunque il destino dell’intel-lettuale mitteleuropeo, inattuale, senzadimora, apolide. Frequente, fra i suoidetrattori, l’accusa di banalità, l’insoffe-renza per l’uso di materiali eterogenei,da quelli popolari, rivissuti e ripensati, aquelli colti della grande tradizione sinfo-nica. A poco più di un secolo dalla morte, Gu-

stav Mahler è tuttavia penetrato prepotentemente nel-l’immaginario collettivo, e soprattutto in virtù delle operesinfoniche … Verrà un tempo in cui i viventi si accorgeran-no di essere rappresentati, descritti e identificati dalla miamusica, e capiranno che essa è in loro da sempre … una pro-fezia destinata ad avverarsi. Con la morte ebbe inizio unprogressivo avvicinamento alla poetica mahleriana fino aquando, per merito del grande Leonard Bernstein, il com-positore boemo incominciò ad essere conosciuto e ap-prezzato in tutto il mondo.

Aureliano Zattoni

Il destino di un inattuale

GustAv mAHler

1860 - 1911

il direttore d’orchestra HArtmut HAeNCHeN

Page 5: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

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... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

Via Mylius 1, 16128 GenovaTel. 010564334 - E-mail: [email protected] - Homepage: www.scuolagermanica.it

Attualità

Bonuccelli, alla scoperta di rinaldi“A rtista esimio… il quale non è sti-

mato quanto meriterebbe per-ché la sua modestia confina con la mi-santropia”. Scriveva così nel 1881 il criti-co Cicala (nome d’arte, usato da piùgiornalisti sul “Caffaro”) a proposito diGiovanni Rinaldi (1840-1895). Strano de-stino quello di questo compositore epianista nativo di Reggio Emilia, tra-piantato a Genova dove lavorò soprat-tutto come insegnante. Appartato in vita, dimenticato do-po la morte.Ci voleva un musicista intellettualmente curioso e apertocome Dario Bonuccelli per riportarlo all’attenzione genera-le. Nei mesi scorsi Bonuccelli ha pubblicato per la Tactus unprezioso cofanetto di 3 CD dedicato alle opere pianistichedi Rinaldi. L’artista genovese ci ha ormai abituato a opera-zioni di interessante archeologia musicale: basta ricordarele precedenti incisioni della produzione pianistica di Wa-gner o di quella di Richard Strauss. In quei casi, tuttavia, sitrattava di riportare alla luce aspetti secondari della creati-vità di due geni indiscussi. Qui l’obbiettivo è ancora più am-

bizioso: far conoscere un autore oggidel tutto sconosciuto.Trasferitosi da Milano, dove aveva stu-diato al Conservatorio, a Genova intor-no al 1862, Rinaldi sposò la pianista ge-novese Gioconda Anfossi ed ebbe novefigli fra le quali Ernestina, anch’essa pia-nista, e futura madre del compositoreNino Rota. Rinaldi ha lasciato una ricca evariegata produzione musicale concepi-

ta esclusivamente per il pianoforte e basata essenzialmen-te sulle piccole forme: bozzetti, impressioni, quadretti pit-toreschi. Musica da salotto costruita tuttavia con solidaconcezione strutturale e tecnica e con una ricca tavolozzaarmonica che lo pone certamente in una posizione nonpassatista, al contrario, aperto al nuovo e attento alle at-mosfere che arrivavano d’oltr’Alpe.Pianista di notevole intelligenza critica, Bonuccelli anche inquesto impegno discografico regala una serie di letture in-cisive, eleganti, quanto mai ricche di sfumature e di umori. Un cofanetto da ascoltare.

roberto Iovino

L’Ange de NisidaBergamo, 16 novembre 2019. Nel can-

tiere del Teatro della Città bassa, vedela luce per la prima volta in forma scenica“L’Ange de Nisida”, opera di Gaetano Do-nizetti, compiuta e mai rappresentata. Ilteatro, ancora in restauro, ospita le scenee i cantanti in platea, il pubblico in palco-scenico e nei palchi, i musicisti in buca alsolito. Quando il maestro Tingaud impu-gna la bacchetta, sembra di trovarsi in salaparto al posto di un genitore che accogliecon una lacrima l’arrivo di una nuova crea-tura. E, puntualmente, il miracolo prende

forma… Ma torniamo indietro di quasi 180anni, a Parigi, il 27dicembre 1839; il mae-stro ha terminato di scrivere la partiturade L’Ange de Nisida, su libretto di Alphon-se Royer e Gustave Vaez e ha firmato disuo pugno il manoscritto; le prove sono giàfissate per il 1 febbraio 1840 presso ilTheatre de La Renaissance e il musicista hagià firmato il contratto con il direttore Ate-nor Joly. Da qualche tempo, però lo stessodirettore è in serie difficoltà economiche enel mese di gennaio del 1840 interrompeimprovvisamente tutte le produzioni liri-

che della compagnia Theatre de la Renais-sance per mancanza di fondi; andrà in ban-carotta e verrà definitivamente chiuso nelmaggio dello stesso anno. Il 9 maggio Do-nizetti scrive a Persico:” La Renaissance èchiusa ed io perdo L’Ange de Nisida, operain tre atti, buona per quel solo teatro.Auff! L’impresa era ciuccio assaje, jettavadenari da tutte le parti “. Una ventina digiorni dopo, Gaetano, ancora deluso, si ri-volge così a Persico: “ Se quella carognettadi Juliette Bourgeois, prima protagonista

(segue a pagina 6) Marco Pescetto

Page 6: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

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Attualità

EDIL S

EDIL SANTORO GEOM. VITTORIOIMPRESA EDILE16129 GENOVAVIA CASAREGIS 28/2 - Tel. 010 59 15 08

de La fille du regiment cantava, avrei forsedato l’Ange con lei probabilmente all’Ope-ra Comique perché alla Renaissance fece-ro bancarotta per mancanza di saper faree ruberie”. Dopo poche settimane trascor-se in Italia tra Bergamo e Milano, Leon Pil-let, nuovo direttore dell’Opèra lo richiamaa Parigi il 1 giugno 1840 per af-frontare la messa in scena inquel teatro della seconda operasotto contratto. Donizetti, co-vando in cuor suo la speranzache questa volta sia arrivatal’occasione buona per rappre-sentare la sua opera ancora ine-seguita , s’imbatte in un nuovoostacolo, Rosine Stoltz, mezzo-soprano francese, nuova aman-te di Pillet, direttore dell’Opèra :L’Ange de Nisida, inadatto allasua vocalità, viene accantonatoe , per l’esiguo tempo a disposizione, vieneimposto al maestro di rimaneggiare a fon-do l’opera, creandone una nuova che siadatti meglio alla capricciosa cantante; na-scerà così “La Favorite”. La vicenda de “L’Ange “ è ormai giunta all’epilogo. Sac-cheggiata e rimaneggiata dall’autore pernecessità, è dunque destinata ad essere ri-cordata come crisalide mai divenuta farfal-la. Ma a questo punto accade un fattonuovo, rivoluzionario. Candida Mantica, giovane musicologa ca-labrese, viene selezionata per un dottora-to di ricerca all’Università di Southampton,parte del Progetto FICTOS (Franco-Italian-Cultural-Transfer-Opera and Song), finan-ziato da Arts and Humanities ResearchCounsil e ideato e co-diretto dai Prof.Mark Everist e Francesco Izzo. Essi credo-no che una ricostruzione de “L’Ange de Ni-sida “ sia non solo possibile ma necessaria

e per questo ne propongono la realizzazio-ne. Quando la studiosa , si porta a Parigipresso la Biblioteque Nationale, si trovadavanti una situazione caotica : le paginemanoscritte sono contenute in diciotto di-verse cartelle il cui ordine non rispecchia lastruttura dell’opera. “ Mi è stato possibile

– racconta Candida – ripristinare l’ordinedelle pagine dell’opera, grazie a una bozzadi lavoro del libretto di mano di uno deidue librettisti, Gustave Vaez, conservatoall’ “Archive Nationale de Paris”. Il testo diquesta bozza presenta diverse cancellatu-re e si possono distinguere diversi stratid’intervento; , Candida trascrive la bozzadi lavoro del libretto,ricostruisce l’ordinedella partitura epubblica tutte le se-zioni non confluitenella Favorite (cioètutte quelle conser-vate a Parigi). Aquesto punto, Ope-ra Rara, celebre Ca-sa Discografica lon-dinese del settore,commissiona a Can-

dida la partitura dell’intera opera, dandocosì alla musicologa la possibilità di porta-re a termine il progetto di ricerca.Dal 2014 al 2016 la studiosa profonde tut-te le sue energie per completare l’edizionecon la supervisione di Roger Parker, con-sulente di Opera Rara e condirettore del-

l’Edizione Nazionale delle Operedi Donizetti. Dalla riesumazionedell’opera, si evidenzia che piùdella metà dell’Ange – e qui sta lanovità – non è stata riutilizzata;anzi, anche nelle sezioni che ledue opere hanno in comune, cisono profonde divergenze deipersonaggi nell’equilibrio tra lediverse voci e il contesto dram-matico. La giovane musicologa èriuscita a riordinare qualcosa co-me quattrocentosettanta paginedella partitura originale di Doni-

zetti, compiendo con umiltà un autentico“miracolo”. Quando le ultime note rag-giungono gli orecchi dei presenti fendendoil silenzio della sala, gli occhi si inumidisco-no e si leva l’applauso! Il velo dell’oblio èstrappato : L’Ange è diventato farfalla.

Marco Pescetto

1° marzo: luCreZIA BOrGIA di G. Donizetti al Teatro Municipale di Piacenza

26 febbraio: Palazzo Bianco, visita al nuovo allestimento del quarto piano,

18 marzo: Palazzo della Meridiana, “Da Cambiaso a magnasco”,

1° aprile: Palazzo Bianco, sognando il ‘700,22 aprile: Museo dei Cappuccini, “Portoria”

ANDAR per Mostre e teatri

L’Ange de Nisida(segue da pagina 5)

Page 7: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

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di Macchiavello Maura & Vescina Maria Flora s.n.c.Via Roma, 70-72 RECCO (GE) - Tel. 0185 74336

[email protected] - www.mangiareinliguria.it/dalino

I nostri Concerti a cura di Giuseppe Isoleri

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12 Novembre: un nuovo prestigioso giovane pianista si è presentato ai nostriSoci ottenendo un grandissimo successo. Si tratta di Ivan maliboshka che ciha estasiato con musiche di Haydn, Debussy, Chopin e Tchaikovsky sorpren-dendo per la sua musicalità e capacità interpretativa dei diversi stili musicali.Ci sarà un sicuro ritorno.

un altro giovane pianista: Michele Chinella-to ci ha proposto un programma molto im-

pegnnativo: Ravel (Miroirs), Rachmaninov (Morceaux de Fantasie), Schumann(Novelletta) e Prokofiev (Sonata n. 2). E’ una gioia per la nostra Associazione sco-prire e ascoltare i giovani artisti che si stanno affermando per la loro serietà e ca-pacità introspettive. Anche Michele, come prima Ivan ha ottenuto un grande suc-cesso.

Il trio Kabel composto da Nicolò vara, violino, stefano Beltrami, violoncello e Gianluca Faragli, pianoforte si èesibito il 10 dicembre con il seguente programma: Beethoven, Trio in Do minore op.1 n.3; Rachmaninov ,Trio Ele-giaco n. 1 in Sol minore; Piazzolla, Quatro estacionbes portenas. I differenti accenti musicali degli autori interpre-tati, hanno messo in risalto le capacità musicali dei nostri giovani interpreti e amici suscitando apprezzamentopresso il folto pubblico presente.

Il 7 gennaio avevamo un programma di Trio che per causa di forza maggiore non abbiamo potuto effettuare. Pernon lasciare i nostri soci, intervenuti numerosi, senza un pomeriggio musicale, tre nostri Amici hanno improvvisa-to un altro Trio, trio di pianisti: leontina Cogorno, Angela serapione e ugo Armoni. Mai sostituzione è stata dicosì grande successo come questa per cui desideriamo ringraziare pubblicamente i nostri tre Amici per la loro di-sponibilità e capacità musicali.

Ancora una volta il nostro amico ugo Armoni si è reso disponibile per salvare un pomeriggio destinato ad altro ami-co indisposto e ci ha preparato un delizioso programma incentrato sugli Intermezzi di opere liriche e così abbiamoascoltato Ratcliff, Pagliacci, Traviata, Manon Lescaut,Suor Angelica, La Rondine, Cavalleria, Fedora e una Mar-cia dalle Nozze di Figaro , ottenendo un grande successocon i ringraziamenti di tutti noi per la disponibilità e ilsenso di appartenenza all’Associazione.

Il 21 gennaio abbiamo ascoltato Federico Barozzi, altrogiovane e affermato pianista che ci ha portato un pro-gramma composto da vari autori molto diversi tra loro:Bahc-Busoni, Scarlatti, Haydn, Mendellssohn, Stravinskye Pozzoli. Il suo stile interpretativo ha favorevolmenteimpressionato l’uditorio che ha tributato alle capacità eal desiderio di Federico di spaziare nei più diversi mondimusicali tributando un grande, caloroso consenso.

Quote socialiSocio ordinario da € 85,00Socio sostenitore da € 145,00Socio familiare € 50,00Giovani fino al 25° anno di età) € 30,00

Per coloro che desiderano iscriversi o rinnovare con bonifico: IBAN: IT 92 I 05034 01424 000000021647

A MI CI

TEATRO CARLO FELICE CONSERVATORIO NICCOLÒ PAGANINI

Page 8: PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE …

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Attività sociale

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione Amici del Carlo Felice

e del Conservatorio N. PaganiniPresidente: Giuseppe Isoleri

Segreteria: Maria Grazia RomanoTel. 010 583355 - Cell. 347 0814676

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.orgcontatti@AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

Stampa: Arti Grafiche Francescane - Genova

ATTIVITÀ SOCIALE DALL 8 FEBBRAIO AL 28 APRILE 2020Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e - Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Conferenze illustrative - Professione Direttore!, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 in collaborazione con la GOG

Sabato 8 febbraio, ore 16 INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVEADRIANA LECOUVREUR di F. Cilea, Relatore Roberto Iovino

Martedì 11 febbraio, ore 15,30 IL MONDO DI RICHARD WAGNER a cura di Lorenzo Costa,

Martedì 18 febbraio, ore 16 CONCERTO di MARTINO LANFRANCO, pianoforte

Sabato 22 febbraio, ore 16 INCONTRI ALL’AUDITORIUM: I POEMI SINFONICIRelatore Lorenzo Costa,

Martedì 25 febbraio, ore 15,30EUGENIO MONTALE E LA MUSICAa cura di Silviano Fiorato,

Martedì 3 marzo, ore 16CONCERTO DEI SOLISTI DEL CARLO FELICEROBERTO SECHI, violino e ROBERTO MINGARINI, pianoforte

Venerdì 6 marzo, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: ERMIONE di G. Rossinia cura di Lorenzo Costa,

Sabato 7 marzo, ore 16CONCERTO DI ALESSIA ZANGHI, pianoforte,

Martedì 10 marzo, ore 15,30LE FAVOLE MUSICALI DI ROSSINI a cura di Maria Luisa Firpo,

Sabato 14 marzo, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVEUN BALLO IN MASCHERA di G. VerdiRelatore Edwin W. Rosasco,

Martedì 17 marzo, ore 16CONCERTO DI ANGELA SERAPIONE e UGO ARMONIpianoforte a quattro mani,

Martedì 24 marzo, ore 15,30LEOS JANACEK: I CAPOLAVORI SINFONICIa cura di Flavio Menardi Noguera,

Accademia Ligustica di Belle Arti

Accademia Ligustica di Belle Arti

Si ringraziano per la concreta collaborazione

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Museo d’Arte Orientale “E. Chiossone

Martedì 31 marzo, ore 15,30FELICE ROMANI: UN POETA ALL’OPERAa cura di Marco Pescetto,

Sabato 4 aprile, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVEANNA BOLENA di G. Donizetti, Relatore Marco Pescetto,

Martedì 7 aprile, ore 15,30BENJAMIN BRITTEN: LA POETICA DEI PERDENTIa cura di Massimo Arduino,

Giovedì 9 aprile, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE“E. CHIOSSONE” - DARIO BONUCCELLI, pianoforte,

Venerdì 10 aprile, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: DON CARLO di G. Verdia cura di Maria Teresa Marsili,

Martedì 14 aprile, ore 16CONCERTO DEI SOLISTI DEL CARLO FELICE Ensemble,

Giovedì 16 aprile, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE“E. CHIOSSONE”MARA AMIRFEIZ, violoncello e LISA AMIRFEIZ, pianoforte

Sabato 18 aprile, ore 1\6INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVETURANDOT di G. Puccini, Relatore Athos Tromboni,

Martedì 21 aprile, ore 15,30SEMPRE TUO, SEMPRE MIA, SEMPRE NOSTRIL’EPISTOLARIO BEETHOVENIANOa cura di Roberto Iovino e Nicole Olivieri,

Giovedì 23 aprile, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE“E. CHIOSSONE” - GIOVANNI PISANU, pianoforte,

Martedì 28 aprile, ore 16I RAGAZZI DI NEVIO ZANARDIEnsemble di violoncelli.

con il patrocinio e il contributo di:

MUNICIPIO CENTRO EST