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La Rocca - Giornale periodico delle Fondazioni Culturali "G. Arnone"Piazza della Repubblica, 20 - 90035 Marineo - Tel./fax: 0918726931 - E-mail: [email protected] - www.fondazionearnone.it

Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 4/93 decr. 6.3.1993Direttore Responsabile: Giovanni Perrone

Redazione & Grafica: Nuccio Benanti Segreteria di Redazione: Marta Raineri, Giuseppe Taormina

Hanno collaborato: Ciro Guastella, Michele De Lucia, Franco VitaliStampa: Tipografia Aiello & Provenzano

Consiglio di Amministrazione: Mons. Giuseppe Randazzo (presidente), Suor Domenica Di Marco, Dott. Antonino Cutrona, Prof. Giovanni Perrone, Prof. Giuseppe Taormina

Revisori dei Conti: Dott. Roberto Ciaccio, Dott. Ermelindo Provenzani

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Piange il telefono

La Rocca - 3

«Pronto? Sei tu?…». Ai ven-ditori ambulanti si vanno

sostituendo mille e mille squilli, divario tipo, di telefoni cellulari. Nonpossiamo farne a meno! Dobbiamotenere in mano l'inseparabile tele-fonino per essere sempre reperibili.Non si sa mai, potrebbe telefonareBerlusconi per affidarci un incari-co governativo o il pupo potrebbeavere l'impellente necessità dicomunicarci che ha fatto uno star-nuto o che la cattiva insegnante l'harimproverato, rendendo oltraggioal suo orgoglio. Anche in chiesas'ode uno squillo e vedi correreaffannosamente il chiamato versol'esterno. No, non è il Padreternoche ha qualcosa di urgentissimo dadirci, ma il marito o la moglie o lasuocera o la madre per chiedere sepuò calare la pasta o per comunica-re che il cagnolino ha fatto pipì incasa. Ai classici tipi di tempo siaggiunge, prevalendo, il "tempo-squillo".Sin dai primi giorni di scuolamaterna il caro bambino vienedotato di telefonino (c'è chi propo-ne di metterglielo al collo appenanasce): "Non si sa mai!". E se ilragazzo deve partire per la gitascolastica per i trepidanti genitori èprioritario che il figlio abbia il cel-lulare sempre in funzione e fruiscadi ottimi servizi; gli aspetti educa-tivi del viaggio sono elementisecondari (anzi è meglio partire coifigli per assicurare loro - poveritapini!- continua assistenza). Pocoimporta se il furbo adolescente èsempre pronto a rassicurare l'ansio-sa mamma che si trova in luogosicuro a fare il bravo ragazzo men-tre invece è impegnato in un droga-party. Per ognuno il cellulare hauna specifica funzione: da quella diciuccio-biberone a quella diaccompagnatore-rassicuratore, aquella di facilitatore di relazioni, aquella di status simbol, a quella dicordone ombelicale. Ognuno loporta in vario modo: i piccoli a mo'

di ciuccio da leccare, gli adole-scenti a mo' di oggetto-desiderio datenere sempre in mano o da usarecome apparecchio fotografico perscambiarsi informazioni anatomi-che, altri come oggetto da teneresempre in bella mostra. C'è chi nepossiede uno, chi due e chi tre,per… risparmiare e per essere sem-pre a disposizione di tutti. Lenostre strade sono intasate dasquilli di vario tipo e da conversa-zioni più o meno utili o necessarieche sovente sono messe a disposi-zione di tutti. C'è chi sacrifica per-sino i pasti pur di avere il cellularesempre attivo: quanti soldi si sciu-pano in ricariche telefoniche;quanto tempo si perde in lunghe edinutili telefonate; quanto pettego-lezzo passa per le vie telefoniche!E ciò avviene principalmente nelnostro povero Sud che vanta la piùalta presenza di telefonini a livelloeuropeo (nonché il maggior tassodi disoccupazione e di illegalità!)."Ma che t'importa?" Dirà infastidi-to qualcuno. "I soldi sono miei e lispendo come voglio!" Di fronte atante povertà girano molti soldi.Nei nostri paesi ci sono famiglieche hanno più soldi di quanti neguadagnano ufficialmente. C'èanche chi preferisce chiedere aiutoed assistenza pur di non rinunciareal cellulare. Il telefonino è certa-mente uno strumento utile, ma dausare quando veramente serve,secondo criteri di intelligenza, eco-nomia, essenzialità, discrezionali-tà; così come altri mezzi.Essenzialità, una virtù da riscopri-re, specialmente in questo periododi forte regressione economica.Dobbiamo, infatti, comprendere efare comprendere che i tempi dellevacche grasse stanno finendo.L'economia del ricco Occidentetraballa e, se da un lato cresce laricchezza di pochi, aumenta lapovertà di molti. Dobbiamo pren-derne piena coscienza: difficilmen-te i nostri figli potranno godere del

benessere vissuto da noi. Occorre,perciò, educarli al risparmio eall'intraprendenza sin da piccoli, sevogliamo loro bene. Essenzialità èsaper scegliere ciò che veramentevale ed effettivamente serve.E' difficile ciò. Ne sono consape-vole. E' difficile specialmente inzone dove si è privilegiata l'assi-stenza all'intraprendenza, dove -per motivi clientelari legati all'ar-ricchimento in voti o in altro diquesto e di quello - si è preferitoinvestire (!?) in assistenza e non inimprenditorialità; dove quel cheimporta è assicurare posti di "nonlavoro", talora con paghe irrisorie,e non posti di effettivo lavoro. Inostri enti pubblici sono spessosovraccarichi di risorse umanecostrette ad inaridirsi e ad umiliar-si nel fare il minimo possibile. Inostri giovani vengono educati adaver tutto subito e facile, a cresce-re dipendenti ed assistiti, piuttostoche essere valorizzati. A fianco dimanifestazioni a favore della cul-tura della legalità si è spesso con-tinuato a favorire il disimpegno, ilfalso lavoro, il lavoro nero, ilclientelismo, l'evasione fiscale e,dunque, illegalità ed anche lamentalità mafiosa. Di fronte all'ur-genza di valorizzare adeguatamen-te e pienamente le giovani genera-zioni e le risorse del territorio si èpreferito privilegiare percorsi dipassività, di alienazione, di spreco.Di fronte ad una necessaria edimprorogabile educazione all'im-pegno, alla fatica, alla responsabi-lità, all'autonomia, all'imprendito-rialità, si è spesso preferito il futi-le, l'appariscente, il superfluo."Festi, farina e furca!" si dicevauna volta. Ingredienti necessariper tenere buono il popolo.Tutto ciò ha da fare anche con imille telefonini che girano tra lenostre mani, ma pure con i fiam-meggianti SUV che orgogliosa-mente scorazzano per le nostrestrade e con tant'altro ancora.

di Giovanni Perrone

L’Editoriale

Dobbiamotenere in manol'inseparabiletelefonino peressere semprereperibili.E ciò avvieneprincipalmentenel nostropovero Sudche vanta lapiù alta presenza ditelefonini alivello europeo(nonché ilmaggior tassodi disoccupa-zione e di illegalità!). Essenzialità,una virtù dariscoprire, specialmentein questoperiodo diforte regressioneeconomica.

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Beni Culturali

4 - La Rocca

Da un paio di secoli, per lamania di cambiare e di

rinnovare, a Marineo si èdemolito, camuffato, trasfor-mato e modificato quellocostruito in precedenza. Oggi,nel ristrutturare le costruzionipreesistenti, può capitare,come è successo ultimamentein una casa del Corso deiMille, di scoprire vecchiestrutture dei secoli precedenti. Solo in questi ultimi decennisi è cercato di recuperare qual-cosa grazie all'interesse delleAmministrazioni e alla sensi-

bilità dei cittadini. Ad esempiole amministrazioni Lo Vasco eSpataro, hanno dato l'avvioagli scavi sulla Montagnola eal parziale recupero del Palaz-zo Beccadelli; l'amministra-zione Pernice ha recuperatolavatoio pubblico; quella Cor-rado ha promosso il restaurodi una diecina di opere tra pit-ture e sculture. Grazie ad unfinanziamento dell'8 per millee all'interessamento di Mons.Giuseppe Randazzo, direttoredell'Ufficio Beni culturalidella Diocesi, sono state

restaurate oltre 50 opere dialcuni comuni della Diocesi diPalermo, tra le quali una ven-tina marinesi, di cui le tre teledi grandi dimensioni dellachiesa del collegio, l'iconaMadonna della Dayna, l'ac-quasantiera del Convento e ilCrocefisso della chiesa omo-nima. E' stato un ottimo lavo-ro, eseguito da due ditte, Cri-staudo-Calvagna di Acireale,che ci hanno restituito le operenel loro stato originale. Negliultimi anni, grazie all'impegnodella Sovrintendenza ai BeniCulturali e anche grazie all'at-tenzione dell'attuale ammini-strazione, sta proseguendo ilrecupero del Castello-palazzoBeccadelli con l'inaugurazio-ne di nuove sale negli exmagazzini.Ma quello che si è fatto è pocacasa rispetto a quello che restada fare per preservare e conti-nuare a recuperare quel pocoche resta dell'operato deinostri antenati. Finora poco siè fatto, ad esempio, per learchitetture e soprattutto perquelle minori che anch'essefanno parte del patrimoniostorico del paese. In particola-re mi riferisco al "Quartieredel Convento" che, oltre adessere quello più antico, èanche quello più caratteristico.Nella parte in basso, accosto

al lavatoio pubblico, si trova-no ancora, nella loro originali-tà (tranne qualche soffitto oparete rifatti), alcune dellecinquecentesche case che,come le altre di tutto il restodel quartiere, continuano adessere ricostruite e soprelevatecon materiali, tecniche ed esi-genze moderne: proprio ulti-mamente, due delle primissi-me case del paese, sono statericostruite in cemento armato. Per questi pochi esempi, inse-riti in una singolare rete urba-na e scampati dalla frana edalle ricostruzioni, sarebbeopportuno preservarli per nonperdere la memoria dicom'erano le prime case delpaese. E' bene tenere presenteche sono elementi di quelristretto patrimonio architetto-nico originale che ancora cirimane e, come gli altri monu-menti antichi del paese, ai finituristici, contribuiscono avalorizzare e ad arricchirel'ambiente urbano. Se si conti-nua a demolire e a cambiartutto, fra non molto si perderàun prezioso patrimonio cultu-rale. Il lato sud-ovest delpaese con il Monastero di S.Maria, il Lavatoio Pubblico, ilprimo quartiere con le primecase del paese, il ConventoFrancescano, il Palazzo Bec-cadelli con il museo, la zonaarcheologica e la spettacolaree unica veduta dall'alto dellabassa Valle dell'Eleutero,fanno parte di un unico itine-rario turistico che, per la ric-chezza storica ed economicadel paese, bisogna conoscere,curare, preservare e traman-dare. Così come è opportuno presta-re attenzione alle numeroseantiche e recenti costruzioniche in varie parti del paese,per vari motivi, stanno andan-do in rovina. Come sarà ilvolto del centro storico diMarineo nei prossimi anni?Avrà ancora qualcosa da dircio sarà un volto senza storia esenza significato?

Antonino Trentacosti

Marineo, quale futuro per il patrimonio storico?

E’ ilquartiere più antico di Marineocon alcune case cinquecentesche. Occorre l’impegnodi tutti, politici ecittadini, percustodirle.

Convento

Attività estive allaMassariotta

Dal 25 giugno al 1 settembre la Base scout della Massa-riotta ospiterà, come consuetudine, numerosi gruppi

scout provenienti da varie parti d'Italia per l'annuale cam-peggio estivo. Inoltre, si volgeranno quattro campi nazio-nale per adolescenti sulle tecniche tipiche dello Scautismo:dal 25 al 29 giugno quello di campismo ed abilità manualedal 29 giugno al 3 luglio pionieristica e trapper; dal 23 al 28agosto avventura ed espressione; dal 28 agosto al 1 settem-bre esplorazione e natura. A fine settembre la Base scoutospiterà i lavori della Pattuglia nazionale del settore Specia-lizzazioni dell'AGESCI. Nei primi di ottobre accoglierà unfolto gruppo di scout impegnati nella preparazione dell'arri-vo del Papa a Palermo. In tutto si prevede la presenza dicirca un migliaio di persone.

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Società

La Rocca - 5

San Giorgio è tornato tranoi completo di cavallo,

l'animale più amato e striglia-to dai marinesi. Quest'anno èriuscito, infatti, a ritagliarsiuna giornata di festività, ani-mata dagli scout di Marineo.Adesso anch’egli, in qualità dipatrono, primi et principalissulla carta intestata parroc-chiale di fine Ottocento, dovràfare l'abitudine alle critichedei soliti nnimici da cuntintiz-za avvezzi a misurare il valoredi una festa o di un santo a suondi decibel di alborata.

Da quando lo scorso 23aprile, giorno della sua festa,san Giorgio è tornato alladevozione dei fedeli marinesicon una solenne celebrazione,su di lui si è nuovamente con-centrata l'attenzione dellanostra comunità. Gli scout nehanno messo in scena, utiliz-zando la tecnica delle ombrecinesi, la Leggenda. I giovanidi Marineo sono anche andatialla ricerca delle tracce delculto perduto, riportando in uninteressante video testimo-nianze ed opinioni di storici edi comuni cittadini. Inoltre, èstata commissionata una tela

al pittore Mario Di Sclafani (incopertina), attualmente siste-mata all'interno della chiesaMadre. San Giorgio presente an-che in un quadro dell’infiorata.

Siamo soliti associare il sor-gere o l’estinguersi di un cultoa cause storiche, prevalente-mente politiche oeconomiche. Tuttici siamo chiesti:come mai san Gior-gio è giunto aMarineo a metà delCinquecento? Sitratta di un cultopreesistente allafondazione del pae-se? I Beccadelli di Bolognaaffidarono la parrocchia a sanGiorgio e i marchesi Pilo a sanCiro? Furono le epidemie delSeicento a consigliare ai nostriantenati di votarsi ad un santomedico professionista?

E' incontestabile, infatti, chenegli ultimi secoli san Ciro diMarineo non è stato solo ilpatrono, ma anche la strutturasanitaria più accreditata.

Chissà per quale misteriosodisegno il santo cavaliere èandato via ed è tornato proprioadesso... Vui ch'annastivu a

livanti e turnastivu a punenti,recita un’antica preghiera. Asignificare che la testimonian-za dei martiri non si ascrivenell'ordine geografico o stori-co, ma si annovera diretta-mente alla testimonianza diCristo, Salvatore universale.Ci ricorda, inoltre, il salmistache le vie del Signore sono«imperscrutabili ed inaccessi-bili». Ed anche le terrene traz-zere non sono mai state facil-mente percorribili.

La presenza della figura disan Giorgio, accanto a quella di

san Ciro, ci aiu-ta sicuramentea capire megliole complesse di-namiche e i va-riegati contrasticromatici pre-senti all’internodella comunitàdi Marineo, che

notoriamente abbonda di duali-smi, duplicità e antagonismi.

San Giorgio, il patrono deifondatori, potrebbe essere tor-nato, quindi, per colmare...qualche spazio rimasto vuoto.

Nota dolente (si fa per dire):la tentazione (o il bisogno) direlegare la festa ad un momen-to di distacco totale dalla quo-tidianità è una realtà concretain tutte le comunità umane. Sipensa però nelle nostre contra-de che la festività sia soprat-tutto un momento di evasione,di spettacolo assimilabile allatelevisione, quindi a metà stra-da tra il varietà e il realityshow.

Con San Giorgio cavalieresi potrebbe però tentare di per-correre una strada diversa(appunto, in contrapposizione).Momenti di preghiera in chie-sa e confronti, soprattutto coni giovani (stile happy hour),per celebrare e conosceremeglio questo santo, che latradizione oppone al drago,simbolo dei mali moderni, eche appartengono questa voltapiù alla sfera dello spirito chea quella del corpo.

Nuccio Benanti

Il ritorno di San GiorgioUn santo per combattere i

mali moderni, che appartengono più allasfera dello spirito che a quella del corpo.

Patrono

La Giuria del concorso letterario Premio di poesia per ragazzi, organizzato dalla Fondazione Arno-ne, composta da Salvatore Di Marco, Giovanni Perrone e Franco Vitali, ha assegnato i riconosci-

menti ai poeti vincitori. Sono stati esaminati 84 testi poetici presentati da alunni provenienti da variescuole. Questi i nomi dei premiati.Scuola primaria1° premio "Mi piace tutto", Azeddine Elgaouri, classe 5 sez. A, IC Bolognetta2° premio "I bambini", Giuseppe Cannella, Classe 4 sez. A, DD Marineo3° premio "Un mondo da aiutare", Samuele Arnone, Classe 5 sez B, IC BolognettaScuola secondaria di 1° grado1° premio "Adolescenza", Roberta Gambino, Classe 3 sez L, Scuola sec. 1° gr. Marconi PalermoSegnalazione"Nuvoletta bianca", Alessia Parisi, classe 3 sez D, DD Marineo; "La notte", Sergio Ficarra, classe 4sez B, DD Marineo; "La farfalla", Jessica Ribaudo, classe 4 sez B, DD Marineo; "Il vento", Sofia Sta-ropoli, classe 4 sez B, DD Marineo; "O faro", Alessia Sicilia, classe 4 sez A, DD Marineo; "Me nonnami dissi", Carmelo Inglima, classe 4 sez A, DD Marineo; "Il terremoto", Francesco Garofalo, classe 4sez A, DD Marineo; "La vita", Elena Raia, classe 4 sez A, DD Marineo; "Mamma", Erica Lo Cascio,classe 5 sez A, IC Bolognetta.

Premio di poesia per ragazzi, i vincitori

Preghiera: San Giorgi,vui a cavaddu e io

appedi, vui ch'annastivu alivanti e turnastivu apunenti, sta grazia m'avitia fari tempu di nenti.

Dedica: A San Ciro, SanGiorgio e Santa Rosa-

lia e a tutti i santi 'ncumpa-gnia chi preganu la maestàdi Diu e chi n'avissiru aliberari di fami, pesti,guerri, tirrimoti, piccatimortali e divini flagelli.

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Scuola

6 - La Rocca

Sentenziava già l'anticopoeta latino Virgilio:

«Fugit irreparabile tempus».Quando si è molto impegnati esi rincorrono le tante cose dafare, non ci si accorge che iltempo scappa inesorabilmen-te: questa è una fra le tantesensazioni che ho alla fine diquesto anno scolastico2009/2010 passato in un sof-fio. E c'è anche la percezioneche, se le cose fatte sonocomunque tante, ci sarebbevoluto ancora tempo per com-pletarne altre o per avviareulteriori progetti.Ora è il tempo dei bilanci edelle riflessioni, personali epubbliche, su un'esperienzache è al tempo stesso difficileed entusiasmante.Con l'arrivo del nuovo diri-gente scolastico - la Prof.ssa.Maria Rafti - la scuola è statainvestita da un salutare tsuna-mi, che ha spazzato via unmodus operandi didattico e ha,nel contempo, dato una nuovalinfa "vitale" che, in un bale-no, ha fatto esplodere, nelsenso positivo del termine,l'intera scuola e tutto il perso-nale docente e non.L'esperienza, la preparazione,la professionalità, l'intelligen-za, la tenacia, la lungimiranza,la fiducia e l'ottimismo, sonoalcune delle caratteristiche odoti della Preside Rafti, chehanno permesso alla nostrascuola di risalire dalla china edi riprendere il largo con fidu-cia, entusiasmo e speranza.Se l'anno scolastico è trascor-so così in fretta, è dovuto alfatto che tutti, docenti e per-sonale ATA, abbiamo lavoratoin piena sinergia facendo con-

vergere tutte le forze e glisforzi per il bene e la crescitaintegrale di ogni alunno e ditutta la scuola.Fondamentale sono statel'esperienze dell'Orientamentonelle scuole medie del territo-rio e l'Open-Day, con l'apertu-ra della scuola al territorio ealle famiglie anche di domeni-ca, per dare la possibilità atutti di visitarla e di stupirsidavanti alla bellezza dei fruttidel lavoro dei nostri alunni edi conoscere meglio il nostroIstituto e le proposte formativea servizio delle famiglie e delterritorio, per una scuola chesi rinnova nelle sfide dell'oggiproiettandosi nel futuro. Irisultati non si sono fatti atten-dere, infatti, per il nuovo annoscolastico 2010/2011 avremoquattro classi in più. Questa èla dimostrazione di come biso-gna lavorare, affinché la scuo-la sappia affrontare con indo-mito coraggio le sfide checontinuamente le presentano. Oggi la scuola si trova adaffrontare la sfida delle sfideovvero "l'emergenza educati-va". Ritengo che il fine dellascuola non sia soltanto quellodi impartire o trasmettere delle"nozioni" del sapere umano,dare competenze o fare acqui-sire un bagaglio culturale insenso lato, ma educare (il ter-mine educazione viene dallatino e-ducere, che significaletteralmente condurre fuori,quindi liberare, far venire allaluce qualcosa che è nascosto).Ossia, molto semplicemente,aiutare i ragazzi a diventareautosufficienti, ovvero uomi-ni. Ecco l'arduo, ma entusia-smante, compito dei docenti -

educatori e del fine della scuo-la di ogni ordine e grado.La funzione della scuola èinsostituibile per la crescitadella persona umana, maprima ancora quella dellafamiglia per il ruolo e laresponsabilità che ha di esserela prima culla dell'educazionee il motore di trasmissione divalori umani e cristiani.In questo momento storico -culturale, dobbiamo ricono-scere e affrontare il problemavero e sostanziale della socie-tà odierna ovvero "l'emergen-za educativa". Poiché la scuo-la è chiamata, per vocazione,a formare l'uomo quale mem-bro della società, essa è attra-versata e subisce quest'ondadell'emergenza educativa chela investe proprio nel suocompito principale mettendolain profonda crisi. Tuttavia allascuola non si può addossaretutta la responsabilità del maledella società e del suo falli-mento e la sua ricaduta suiragazzi, poiché questa crisiattraversa come una spada adoppio taglio i vari midolli delgrande corpo della compaginesociale: dalla scuola, allacomunità ecclesiale, ai luoghidi lavoro, ai media, allo sporte allo spettacolo.Anche in passato l'educazioneè sempre stata un problemacomplesso, oggi però gli adul-ti hanno gettato la spugnadavanti a un società in cuiqualsiasi scelta sembra essereaccettata. Educare, per esplicitare ulte-riormente il concetto sopraespresso, non significa appli-care una serie di regole peda-gogiche, e nemmeno solo

istruire, ma "generare" l'uo-mo, dargli quell'alimento inte-riore che è cura responsabiledi affetto e di senso, senza ilquale nessun uomo cresce ematura.La crisi educativa è prima ditutto culturale, affonda le sueradici in quel pragmatismonato nel dopoguerra da unasocietà che abbandona il pen-siero e le sue categorie per ilmito dell'operatività e dell'ef-ficientismo. Che fare allora? Tornare amettere al centro l'uomo e ilsuo spirito critico, ridargli ilsenso di ciò che vale davvero,educarlo a fare le sue scelte inmaniera fondata.Deve farlo la famiglia, maanche la scuola, oggi troppodedita alla produttività, impe-gnata a insegnare "come fare"anziché a rispondere alledomande di senso, soprattuttooccorre rieducare alla veritàdei fatti.Il nostro Istituto è attentoinnanzitutto a quest'opera edu-cativa, per questo chiediamola collaborazione di tutti:famiglie, istituzioni, chiesaetc. affinché, ognuno per lasua parte, contribuisca a for-mare l'uomo, tutto l'uomo peressere un buon cittadino,rispettoso e osservante delleregole, per una società chevuole dirsi ed essere civile edemocratica garante dei dirittidi tutti e di ciascuno, ma esi-gente e rigorosa nel far rispet-tare la legalità che costituiscela base su cui si costruisce unavera società.Infine, come fiduciario di que-sta scuola di Marineo, sento ilbisogno di ringraziare anzitut-

Le nuove sfidedell’Itc-Ipsia

«Con l'arrivo del nuovo Diri-gente scolastico la nostra scuola è statainvestita da un salutare tsunami».

Dirigente

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Attività della Fondazione

La Rocca - 7

to la Preside Rafti, per la fidu-cia accordatami nell'affidarmila responsabilità dell'Istituto;per aver creduto nel corpodocente e nel personale ATA.Ma soprattutto per il grandeimpulso propositivo che havoluto dare alla nostra scuola;grazie alla sua tenacia, lascuola ha riconquistato il suoruolo primario anzitutto adintra, cambiando il modo difare didattica e responsabiliz-zando tutti nell'impiego delleproprie forze, energie e pro-fessionalità. Ad extra, la scuo-la oggi si presenta con unnuovo "vestito", cioè con ilvestito di una presenzaresponsabile e corresponsabi-le, consapevole dei proprilimiti, a servizio del territorio,

delle sue risorse e soprattuttodelle famiglie, con le qualicollabora con un patto di cor-responsabilità e di offerta for-mativa in grado di risponderealle loro attese per un futuroinserimento dei loro figli nelmondo del lavoro e della pro-fessione.Un grazie particolare a chi hacollaborato con me più diretta-mente, perché corresponsabilecon me al servizio di fiducia-rio, ovvero al prof. GaetanoPerrone. Rendiamo grazie alle autoritàcivili e militari, in modo parti-colare all'AmministrazioneComunale di Marineo, per laloro sincera collaborazione.Un ringraziamento a tutti idocenti per il loro impegno e

la loro professionalità profusiper tutti gli alunni e per la lorocrescita integrale.Infine, non per gerarchia,rivolgo un pensiero particola-re a tutto il personale di segre-teria, per la collaborazione checiascuno ha dato e che è statosempre solerte e tempestivo alservizio degli alunni e delleloro famiglie, ed anche ai col-laboratori scolastici semprevigili e solerti nei confrontidei ragazzi e per la cura e lapulizia dell'intero edificio sco-lastico.Ma il grazie più grande e sen-tito lo diciamo noi docentiunitamente alla preside Rafti,alle famiglie dei nostri alunniper la fiducia accordataci neiconfronti dei loro figli, nella

speranza di aver aggiuntoanche quest'anno una tesseraal grande mosaico, ch'è ognialunno, per far crescere la per-sona umana.Il meritato riposo, dopo unanno di lavoro, che le vacanzeestive ci donano sia per tuttialunni, docenti e personaleATA, occasione di distensionedel corpo e della mente, affin-ché l'inizio del nuovo annoscolastico 2010/2011 ci per-metta di ricominciare con lostesso slancio, vigore ed entu-siasmo che hanno caratteriz-zato l'anno scolastico appenatrascorso. A tutti e a ciascuno, augurobuone vacanze!!!Prof. Massimiliano Purpura

Fiduciario dell'ITC-IPSIA

Lunedì 31 maggio pressola Chiesa Madre si è tenu-

to un concerto per organo,archi e Coro di voci bianche.Si tratta del saggio di fineanno degli allievi del corsoorganizzato dalla FondazioneArnone in collaborazione conla Direzione Didattica diMarineo. I bambini sono stati preparatinell'ambito di un percorso for-mativo che li ha visti impe-gnati nello studio della musicae del canto corale sotto la miadirezione. Il coro di voci bianche dellaFondazione “G. Arnone” ècostituito da 23 giovanissimicantori che con la loro passio-ne e tenacia hanno lavoratoardentemente, ottenendo unottimo livello di crescita voca-le e musicale in genere. Conalcuni di loro questo è il

secondo anno di lavoro, conaltri invece è la prima espe-rienza, ma ciò nonostanteognuno di loro è riuscito acontribuire in modo quasiimpeccabile alla crescitamusicale dell’insieme corale.Gli incontri si sono svolti in

modo approfondito con duelezioni settimanali, divise inindividuali e corali. Abbiamolavorato in particolare su:vocalità, senso ritmico, teoriamusicale e alternativamentecanto monodico e polifonico.Il repertorio di studio ha spa-ziato nei diversi generi voca-li ed in particolare di autoricome Carnovich e Kodàly,grandi didatta di coralità, enumerosi altri autori contem-poranei di musica per bambi-ni. Inoltre, per mantenere viva latradizione e contribuire al

divertimento dei piccoli,abbiamo studiato brani dellatradizione popolare siciliana.

I giovanissimi cantori hannodimostrato nel corso dell’an-no, nonostante la stanchezza elo stress delle tante attività acui erano sottoposti, un grandeentusiasmo ed una serietà dilavoro tali da considerare pos-sibile la progettazione di que-sto ultimo concerto con l’ese-

cuzione di uno dei capolavoridella musica sacra barocca, loStabat Mater di Antonio Vi-valdi per coro organo e archi.Sperando di poter continuare

nella crescita musicale di que-sti ragazzi, ringraziamo coloroi quali hanno contribuito allaottima riuscita del progetto evi auguriamo buone vacanze.

Tiziana Nania

Coro, il saggiodi fine corso

I nostri ragazzi, preparati dalmaestro Tiziana Nania, hanno eseguitouno dei capolavori della musica sacra.

Fondazione

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Tradizioni

8 - La Rocca

Subito dopo Pasqua ePasquetta a Marineo

"scoppiava" la primavera: iprimi tepori - segno di un risve-glio della natura che la gentepercepiva e faceva suo - scio-glievano l'animo ed aprivano lastrada ad una serie di feste e ritipropiziatori. Maggio e giugno,nell'immaginario collettivodella civiltà contadina marine-se, si connotavano densi disignificati simbolici che carat-terizzavano l'identità dell'interacollettività.

Lu primu di maiu era iornu difesta: tante persone si recavanoin campagna e lì, a contatto conla natura che da lì a poco avreb-be fornito il sostentamentofamiliare dimostrandosi davve-ro "madre terra", manciavanupani e ffavi virdi. I più anziani,memori di antiche tradizioni,raccoglievano tra i prati quattruciuriddi e recitavano una fila-strocca propiziatoria : "Luprimu di maiu vinni/a ciuri minni vinni/e cciuri di maiu viu/ecciuri di maiu cogghiu/nta lamè casa la pruvidenzia vog-

ghiu". Poi portavano quei fiorinelle loro case e ponendoli adessiccare per conservarli cosìun anno intero, recitavano:"Gesuzzu avanti e Mariaappressu/mannati la pruviden-zia nta sta casa!". C'era puru cufacia schiticchiu: focu di sar-menti e sopra ad arrostire cacoc-ciuli, sasizza, carni di crastu ecipuddetti, con contorno di favivirdi a frittedda e ppi calarimegghiu, vinu di turdiepi.

Era lu misi di maiu. Il giornotre del mese, la chisuzza di luCarbaniu cuminzaia a scampa-niari: tanta gente si ritrovavalungo la scalinata del Calvarioper recitare il Rosario; si rac-conta che tanti per tenere ilconto delle "poste", si mittianua li manu munzidduzza dipitrulizzi e le usavano come sifa con i grani delle coroncine.

L'antichissima chesa di luCrucifissu poi, per tutto ilmese veniva raggiunta daiviaggia dei fedeli che poi vi sifermavano per assistere allaMessa; l'antichissimo Cristoligneo in Croce veniva portatoin processione per le vie delpaese, in occasione del giornodella sua festa.

Intanto "esplodeva la campa-gna": il verde di li lavuri comin-ciava ad ondeggiare come ilmare; le distese rosso scuro di lasudda promettevano un bel rac-colto di fieno ("n'annata cu lisordi chi pigghiavu di lu fenu,m'accattavu tri tummina di tirre-nu…"); il verde dei prati erapuntellato di paparini. Il profu-mo di fiori, erba e zzagara stor-diva piacevolmente. Nel cuoredella gente la speranza di un rac-colto abbondante si faceva stra-da, prendeva consistenza!

Arrivava così l'Ascensione:antichi riti propiziatori preve-devano che nella notte che laprecedeva, si dovessero lascia-

re nta lu finistruni o davanti lamenza porta, na caputa chinad'acqua, quattru petri e corchissordu! Ascendendo al cieloDio li avrebbe benedetti: cosìle pietre venivano poste nellestanze della casa a simboleg-giare la presenza di Cristo; conl'acqua ci si bagnava il viso o sisorseggiava e si riponeva reli-giosamente in casa; i soldi siconservavano per un anno,mentre quelli dell'anno prece-dente venivano offerti in chiesao devoluti in beneficienza.

Ascensione significava per imarinesi festa di la Madonna diTagghiavia: tanti si recavano inpellegrinaggio all'omonimosantuario percorrendo a piedi lastrata pi li cumuneddi, passan-nu pi Sant'Aita ; altri in groppaa mula, cavaddi e scecchi, altriancora cu lu carrettu o ncapu licasciuna di lu cammiu, dotatiopportunamente di filati diseggi attaccati cu la corda. Ilpellegrinaggio, dopo il dovero-so omaggio alla Madonna, siconcludeva con un buon pezzodi castratu arrustutu. Una festanta la festa era costtituita inpaese dal passaggio a lu muni-mentu delle tantissime macchi-ne ed autobus dei gitanti,chiassosissimi, che da Palermosi recavano a Tagghiavia. I piùanziani ricordano con nostalgiail passare notturno, nei giorniprecedenti la festa, dei tanticarrittera: il loro canto accoratoe dolcissimo e la luce ondeg-giante dei loro lumi a petroliosembra siano rimasti impressinei muri delle vecchie case dila strata mastra…

Verso la fine del mese diMaggio si festeggiava LaMadonna della Dayna, al Con-vento: bellissima processioneper le vie del paese dell'anti-chissima Immagine rinvenuta aSantu Vitu, fiera del bestiame alu Cumuni Granni ed in certianni d'abbunnanza, puru licursi di li cavaddi!

Maiu era anche lu misi di laprima Cuminioni: alle primeore dell'alba di un'unica dome-nica maiulina, l'ancileddi fur-riavanu pi lu ggiru di la prucis-sioni cantando:"oh che giornobeato/il ciel ci ha dato/oh chegiorno beato/ viva Gesù, vivaGesù…giorno di paradiso/tutto

è un sorriso/giorno di paradi-so/viva Gesù…". Poi, tuttiinsieme a la Matrici, si pigghia-vanu la prima cuminioni. Maiu,così profumato e denso dimomenti significativi per lacomunità marinese vissuti in unparticolare equilibrio tra ilsacro ed il profano, era il prolo-go per altre feste: la tridicina diSan’Antuninu, la festa di SanPetru, ma soprattutto l’ottava dilu Signuri .

L'Ostia Divina purtata m'pru-cissioni ogni sera per otto gior-ni - l'ottava di lu Signuri -attraversava quartera, bbagghi,scaluneri, curtigghia ed entravaveramente nei cuori dellagente. Gli abitanti dei quartieripreparavano il passaggio di LuSignuri allestendo variopintiartara , abbellendo le strade conginestre e fiori, aprendo leporte delle case, appendendo ali finistruna le più belle coper-te. L'atmosfera che si respiravaera magica: un clima di festaserena, un senso di calorosaaccoglienza e di adesione con-vinta alla fede in Cristo faceva-no da sfondo alla speranza diuna vita serena, sia pure conpoco. Tante cose si aspettavanoda quella "visita " di GgesuzzuOstia Cunsagrata!

Negli attimi in cui, passandoper l'artaru, il prete alzava insegno benedicente l'Ostia Divi-na, il silenzio era rotto soltantodalle note emozionanti di latrumma (Taaa…tatataaa…tata-ta tatata…) il tempo si fermavaprima, poi dentro ognuno deipresenti si dilatava dando spa-zio ai pensieri più intimi, allesperanze più care, alle intenzio-ni più dolci.

Quando la processionelasciava l'artaru, la serata conti-nuava: gli abitanti della strata siraccoglievano intorno all'artarue recitavano il Rosario: i bimbisi rincorrevano felici e conten-ti, spuntava fuori qualchenguantera di cosi duci…ell'omini ggià pinzaianu ca lunnumani matina a li setti arburiil lavoro in campagna, duro,faticoso, li attendeva! Ma lasperanza era dentro di loro, allafatica erano abituati… e lu fur-mentu si lu sintianu ggià nta lisacchi!

Franco Vitali

La primavera, nell’immagina-rio collettivo della civiltà contadina, si con-notava di densi significati.

Maiu e giugnuAntichi riti

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Attualità

La Rocca - 9

«Siamo arrivati a un punto della storia incui dobbiamo regolare le nostre azioniverso il mondo intero, tenendo contoinnanzi tutto delle loro ripercussioni sul-l'ambiente. Per ignoranza o per negligen-za possiamo causare danni considerevolied irreparabili all'ambiente terrestre da cuidipendono la nostra vita e il nostro benes-sere. Viceversa, approfondendo le nostreconoscenze ed agendo più saggiamente,possiamo assicurare a noi stessi e allanostra posterità, condizioni di vita miglio-ri in ambiente più adatto ai bisogni edalle aspirazioni dell'umanità…».Con queste dichiarazioni veniva avviata aStoccolma nel 1972, con la prima Confe-renza ambientale globale, il processo diattuazione verso i problemi ambientali delpianeta.Durante questi ultimi decenni di fronte aidanni che l'attuale sistema di sviluppo haprovocato sull'ambiente, molto si èdiscusso e prodotto, a vari livelli, in ter-mini di formulazione di dichiarazioni diprincipio e di raccomandazioni su comeutilizzare le risorse ambientali.Sono stati elaborati gli strumenti delleazioni politiche, ma trent'anni non sonostati sufficienti per renderli realmenteoperativi e, anche per il futuro, ciò nonsarà facile.E' questa una consapevolezza ormaiampiamente diffusa, come è fermo con-vincimento che il cambiamento di cultura,di stili di vita e di scala di valori da unlato, e l'adozione di impegni finanziari peril risanamento ecologico dall'altro, possa-no anche attraverso la conoscenza e lapartecipazione, l'azione di cittadini, diamministratori, contribuire a recuperareun nuovo rapporto con la natura.E' convinzione diffusa, infatti, che moltidanni che vengono arrecati all'ambientesono frutto anche di una scarsa conoscen-za più che intento distruttivo.Data, poi, la vastità del problema ed ilcoinvolgimento ormai planetario, moltenorme superano i confini dei singoli ordi-namenti nazionali e si pongono su pianied organismi sopranazionali.Lo sviluppo dissennato, guidato cioèesclusivamente dalla legge del profitto,ha creato un enorme squilibrio tra uomoe ambiente.Le esigenze della produzione industrialehanno superato le soglie sopportabili del-l'ambiente. L'essersi l'uomo spinto oltre i

confini distruttivi del proprio ambiente hadeterminato il nascere di una nuova cultu-ra che è la cultura del rispetto e dellaconservazione dell'ambiente.Una coscienza ambientalista esiste a varilivelli e con un buon grado di diffusione.Ma questa presa di coscienza non lasciasoddisfatti, né rende tranquilli, perchétutto ciò non è ancora " cultura dell'am-biente".Occorre farsi organizzatori di cultura eco-logica ed ambientalista, dotandosi dellanecessaria e corretta informazione, con-ducendo l'azione con spirito progressista,che significa affermare l'originalità delleidee che vogliono che la conservazionedella natura non sia incompatibile con unapolitica di sviluppo. Occorre, infatti,ancor di più incoraggiar, stimolare, moti-vare l'azione della prevenzione nel campodella educazione ambientale a vari livel-li. Purtroppo , ancora la diffusione di unacultura ambientalista è un obiettivo anco-ra da raggiungere pienamente.Ma queste sono le ragioni di una nuovabattaglia. Il rispetto dell'ambiente non è un progettoretrivo, ma progressista, un progetto chesolo che lo si voglia , non è soltantonecessario, ma anche praticabile.Enzo Biagi in suo libro "Quante Storie" sichiede: "nel camminare nei boschi c'èdialogo con gli alberi o con tutto il boscoinsieme?"Mi pare che l'educazione ambientale mirianche a questo ulteriore compito e cioèdi far comprendere all'uomo il linguaggiodella natura .La scienza della natura non è che lascienza dei rapporti.L'educazione ambientale ci aiuta anche adire grazie alla natura.Scriveva Roberto Ridolfi: "gli alberi rin-graziano, gli uomini non lo fanno, hannol'orgoglio di essere autonomi ed indi-pendenti".Dovremmo fare nostro il monito di unindigeno Nord americano: "Quando l'ul-timo albero sarà tagliato, l'ultimo animaleabbattuto, l'ultimo pesce pescato, l'ultimofiume avvelenato, allora ci accorgeremoche il denaro non si può mangiare!".

Ciro RealmonteCommissario Sup. F.le

Referente divulgativo del Servizio Ispettorato Rip. delle Foreste di Palermo

L’ambiente è vita

A mezzanotte del 24 maggio il gruppo dialunni insegnanti e genitori in visita a Sain-te Sigolene è ritornato a Marineo. E' statoaccolto in piazza con l'inno nazionale diMameli dal Sindaco e da una folla di geni-tori che applaudiva per l'arrivo dei figli inviaggio da dieci giorni.Il gruppo, costituito da quaranta persone, siè mostrato sin dall'inizio coeso, allegro eresponsabile. Ciò è stato percepito daglialunni che hanno adottato un comporta-mento adeguato per il quale hanno ricevu-to il plauso della comunità ospitante.I luoghi visitati sono stati tanti e tutti moltointeressanti; ad agevolare e stimolare l'interesse ha contribuito la bravura delleguide che con la loro competenza hannofatto gustare le bellezze artistiche dellevarie città. Le tappe principali sono state:Roma, Assisi, Gardaland, Torino, SainteSigoléne e Ginevra. Durante le visite nellevarie città gli alunni hanno avuto modo diammirare le opere di grandi artisti qualiMichelangelo e Giotto e di trascorrere gior-nate all'insegna dell'avventura e del diverti-mento. Il viaggio è stato ricco di esperien-ze,autonomia e socialità. A Sainte Sigolene,tappa principale del viaggio, il gruppo hafatto esperienza concreta dei valori del-l'amicizia, della fratellanza e dell'ospitalità.Gli amici sigolenesi hanno accolto gliamici marinesi calorosamente e hannoorganizzato giornate ricche di esperienzeche ci hanno permesso di confrontarci conculture, abitudini e stili di vita diversi.I valori portanti del nostro gemellaggioinfatti sono: la maturazione in cittadinanzaeuropea, la solidarietà, l'amicizia, la pace,l'accoglienza, la socialità, l'autonomia..Ultima tappa del viaggio è stata Ginevra eprecisamente il palazzo dell'ONU doveabbiamo concluso le nostre riflessioni sullanecessità di impegnarci concretamente peressere costruttori di pace.Il viaggio è stato splendido sotto tutti ipunti di vista; l'organizzazione è stata capil-lare e i servizi buoni.

Antonella Puccio

Gemellaggio, 40 alunniospiti a Sainte Sigolene

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Società

10 - La Rocca

Quando ero piccolo mi piace-va ascoltare i racconti di miononno Giuseppe. Egli avevaavuto la fortuna di incontrareGaribaldi quando questi vennenel maggio 1860 a Marineo edera orgoglioso di tale avveni-mento. Quella storia mi affa-scinava e spesso gli chiedevodi raccontarmela.Quando si diffuse la notiziadell'arrivo di Garibaldi conmille soldati in Sicilia e dellesue vittorie tutti i paesi aspet-tavano il suo arrivo. Miononno abitava coi genitori e isuoi nonni in una casa all'ini-zio della Via Navarra (ora viap. Massimiliano Kolbe). Da lìsi ammirava la vallata del-l'Eleuterio e fu proprio dallastrada che viene da Piana eSanta Cristina che arrivò Gari-baldi.

Il 25 maggio, quando si diffu-se la notizia che il generalecon i suoi soldati stava passan-do il ponte dello Stretto, tuttoil popolo venne vicino allacasa di mio nonno per aspetta-re l'arrivo dei Mille. Appena isoldati si avvicinarono ci siaccorse che il primo ad avan-zare era il generale. Furono ibambini i primi ad andareincontro all'esercito. I grandiavevano un poco di paura estavano con timore distanti.Mio nonno, che aveva sentitoparlare di Garibaldi come diun santo, appena vide quelbell'uomo si lanciò di corsa adabbracciarlo e gli chiese "E'vossia il generale Garibaldi?""Si, rispose. E tu come ti chia-mi?". "Anch'io mi chiamoGiuseppe come Vossia!" disseorgogliosamente mio nonno.

"Io abito in questa prima casadi Marineo". E Garibaldi presemio nonno per mano. Arrivatialla piazzetta che ora si chia-ma "Garibaldi" fece fermaretutti e diede ai soldati il per-messo di sedersi. Mio nonnosi sedette in braccio a lui e gliaccarezzava la barba. "Seibello come Gesù" diceva aGaribaldi. Il generale gli chie-se dell'acqua per lui e i soldatiche erano stanchi per la durasalita. "C'è acqua buona nelpozzo di casa mia, disse miononno. Se mi dà dei soldatigliela faccio prendere". Gari-baldi accarezzò mio nonno egli disse: "Ordina tu ad alcunisoldati di venire con te" e fecesegno a quelli che gli stavanovicino. Mio nonno disse lorodi seguirlo. Era molto orgo-glioso di poter comandare ai

militari. Fu così che i garibal-dini presero l'acqua necessa-ria. Nel mentre, superata ladiffidenza e la paura, si avvici-nò a Garibaldi mia nonna conaltre donne per salutare ilgenerale e chiedergli se desi-derava del cibo. Garibaldi fucontento dell'offerta. Si sparsesubito la voce per Marineo ein tante famiglie si cucinaronolasagne e salsiccia per offrirleai garibaldini. Tanti portaronopane, frutta, formaggio e vinoe tutti si saziarono. Garibaldi ei suoi soldati furono contenti eprima di ripartire da Marineo,la mattina dopo, ringraziaronotutti. Garibaldi salutò con unbel discorso e concluse dicen-do: "Mai dimenticherò questobel paese!"

Francesco Lo Proto

«Mio nonno e Garibaldi»

La gloriosa banda di MarineoUn pomeriggio dell’estate

scorsa ho ricevuto unatelefonata del maestro NinoPepe che mi ha detto: «Sai, traqualche giorno ci sarà unraduno bandistico e noi abbia-mo avuto l’idea di coglierel’occasione per invitare tutti iragazzi che hanno fatto partedella vecchia banda a suonarecon noi». Presa dall’entusia-smo ho detto subito di sì.Appena ho chiuso il telefono,però, mi è venuto in mente chemolte persone che avevanosuonato con noi non c’eranopiù. Pertanto il mio pensierocorre a Carmelo Mancino,Giuseppe Pernice, Carmelo DiFresco, Filippo Gippetto.Il giorno del raduno, mentremi recavo sul luogo dell’ap-puntamento, svariati pensieriaffollavano la mia mente, mauno in modo prepotente: eranopassati ben dieci anni dall’ulti-

ma volta che avevo suonato etemevo di non essere in gradodi farlo in maniera adeguata.Al mio arrivo all’appuntamen-to ho ricevuto dai ragazzi dellabanda una così bell’accoglien-za che ad un tratto tutte le miepreoccupazioni sono svanite.Nonostante le prime perfor-mance non siano state brillan-ti, è bastato poco tempo per-

ché la memoria cominciasse atirar fuori tutto ciò che peranni aveva custodito.La calorosa accoglienza che lagente ci ha riservato, riveden-do noi, “vecchi volti”, tra lefile della banda, mi ha riempi-to di un tal entusiasmo che hopensato valesse la pena, seb-bene la mia vita fosse giàpiena d’impegni, ritagliare

uno spazio per quella che sisarebbe rivelata un’occasionedi svago, relax e ottima com-pagnia. Colgo l’occasione perringraziare quelle persone chein questi lunghi anni hannolottato affinché la banda nonmorisse in conseguenza allemille difficoltà che si è trovataad affrontare.

Rosaria Masi

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L’angolo dello Psicologo

La Rocca - 11

Era giugno del 1981.Ricordo con estrema

chiarezza di avere assistito almio primo "bombardamentomediatico" il quale trasmette-va, con una certa insistenza,ansie e preoccupazioni. Siaffacciava per la prima voltasullo scenario delle patologieumane l'Aids (Sindrome daimmunodeficienza acquisita),una nuova forma di infezionevirale la cui diffusione, secon-do i media ed alcune fontimediche autorevoli, sarebbestata così veloce e violenta dacontagiare milioni di persone.

Poiché l'esito di questa infe-zione era la morte e nessunaterapia era stata chiaramenteancora approntata, tra l'opinio-ne pubblica si sparse il timoreche la nuova malattia infettivapotesse costituire addiritturauna seria minaccia per il gene-re umano.

Oggi, dopo ventinove anni,quella che appariva come unaenorme minaccia è stata ridi-mensionata. Le attuali strate-gie terapeutiche non consento-no la guarigione dall'infezio-ne, ma permettono di tenerlasotto controllo.

Si ritornò a parlare di pan-demia globale (definizioneinquietante che già da solaminaccia la nostra tranquillità)con la mucca pazza, con l'in-fluenza aviaria e con la Sars.Partendo dalla mucca per pas-sare ai volatili fino ad arrivareai polli purtroppo i decessi vifurono, ma rispetto alle nefa-ste previsioni (l'Organizzazio-ne Mondiale della Sanitàaveva previsto fino a 7 milionidi morti per l'influenza avia-ria) le percentuali si manten-nero basse (alla fine 262 mortisempre per l'aviaria) ed i virusassolutamente controllati.

Lo scorso inverno siamostati tormentati dal rischiopandemia la quale si sarebbegenerata a causa dell'influenza

A H1N1. Abbiamo trascorsol'autunno e l'inverno tramascherine, vaccini, propostedi uffici e scuole chiuse, con ilvirus dietro la porta senza sof-fermarci molto sulla percen-tuale di mortalità dell'influen-za stagionale la quale ognianno presenta numeri impor-tanti. Ci hanno ancora unavolta terrorizzato e non eranecessario. Al 9 Maggio 2010si contano nel mondo, secon-do i dati dell'OrganizzazioneMondiale della Sanità, circa18.000 decessi. L'incidenza dimortalità dell'influenza AH1N1 è pari allo 0,4-0,5 per1000, assolutamente più bassarispetto all'incidenza di morta-lità della normale influenzastagionale che raggiunge l'1per mille.

Arriviamo al vulcano. InIslanda esplode il vulcanoEyiafjallajokull. Una mattinadi fine Maggio mentre consu-mo un caffè al bar e discutosulle temperature rigide chestanno caratterizzando proprioil mese di Maggio, sento que-sta incredibile quanto diver-tente riflessione: "Ho ascolta-to in tv che le piogge e le tem-perature basse di questo mesesono causate dall'eruzione delvulcano islandese".

Viviamo ormai da temponell'epoca del panico. Vivia-mo un'esistenza caratterizzatadall'instabilità, dalla precarie-tà, dall'insicurezza. Nell'uomodi oggi esiste una particolaresensibilità al pericolo checambia la visione della vita,anche in assenza di unaminaccia reale. Il panico esistedappertutto, può essere unuomo con una kefiah, oppureun ritardo della figlia, o una

strada sconosciuta, una picco-la recessione in borsa o unvirus isolato in qualche partedel mondo.

A queste condizioni divienesicuramente agevole da partedei mezzi di informazione (maanche della politica, delle isti-tuzioni, dei colossi finanziari)creare panico per arrivare aduna redditizia e convenientemanipolazione. Assistiamo adun continuo condizionamentoche si basa su un inganno piut-tosto che su un pericolo reale.Avrete notato che non cito maila parola paura, ma utilizzo laparola panico. In psicologia lapaura è una risorsa, un'emo-zione primordiale che c'infor-ma di un pericolo reale e cipredispone o ad affrontarlo o afuggire, quindi è funzionaleall'istinto di sopravvivenza. Ilpanico, viceversa, è un tranel-lo ben congegnato: la mente civuole convincere di un perico-lo inesistente, aderisce ad unabugia che preannuncia unacatastrofe, che catastrofe inrealtà non è.

Gran parte degli eventidescritti in precedenza hannocomportato, nella realtà, rischiinfinitesimali ma sono stativeicolati, nelle previsioni, dainformazioni da fine delmondo. Vi riporto due brevitratti di un articolo che, a mioparere, descrivono saggiamen-te questa discutibile modalitàoperativa dei mezzi di infor-mazione: "…in un processo discrematura e di riduzione dellacomplessità, essi ritagliano datutta una serie di immagini eavvenimenti alcune loro parti,e propongono, in questomodo, una trasposizione, unarappresentazione della realtà,

che non è la realtà stes-sa…/…diffondendo certi tipidi messaggi a scapito di altri, imedia influiscono in modo rile-vante sulla percezione deglieventi, soprattutto quelli nonimmediatamente verificabilidai singoli individui, e propon-gono una visione del mondoper forza di cose parziale elatentemente distorta…".

A questo punto, vi chiedere-te, cosa fare, come comportar-si per fronteggiare tale terrori-smo psicologico. Scrive Zyg-munt Bauman, sociologo bri-tannico di origini ebraico-polacche, da me consideratouno dei più influenti pensatoricontemporanei: "…paura è ilnome che diamo alla nostraincertezza: alla nostra igno-ranza della minaccia, o di ciòche c'è da fare per arrestarne ilcammino o, se questo non è innostro potere, almeno peraffrontarla…". È necessariosviluppare consapevolezzadell'inganno e delle distorsioniper acquisire una nuovacoscienza. Non facciamociparalizzare dal panico eschiacciare dall'ignoranzadella minaccia. Impegniamocia conoscere, analizzare,approfondire, definire gliaspetti che ci turbano per rega-larci la possibilità di dare unnome ed una concretezza allenostre paure.

Per dare certezze alle nostreincertezze.

Michele De LuciaPsicologo e Psicoterapeuta

E’ il nome che diamo nostraignoranza della minaccia. Impegniamoci aconoscere gli aspetti che ci turbano.

La paura

Dall’Aids al vulcano: quando la paura ci incatena

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Attualità

12 - La Rocca

Quest'anno le classi quartedella scuola primaria di

Marineo del plesso "Rocca"hanno svolto il progetto didat-tico interdisciplinare di rivalu-tazione del dialetto siciliano edelle tradizioni locali: "Lenostre radici".Si è avviato uno studio a livel-lo linguistico - dialettale sici-liano proprio del territoriomarinese, scoprendo dei ter-mini con stesso significato macon una pronuncia leggermen-te diversa da un paese ad unaltro, pur essendo quasi confi-nanti a Marineo es. peri-pedi,quariari-quadiari, ecc.Strada facendo, gli alunnihanno scoperto molte tradizio-ni ormai scomparse, masoprattutto hanno compresopiù chiaramente il senso diquelle che ancora oggi resisto-no. Inoltre, molte parole indialetto acquistavano pienosignificato se riferite ad alcuneesperienze o fatti, basti pensa-re a tutte le fasi di lavorazionedel pane in casa (camiari, fri-sculiari, caddiari ,pugniari,scasari, ecc),o a quelle dellamietitura, se non si conoscetutto il procedimento non sipossono spiegare questi termi-ni. Pertanto è stato necessarioconoscere le abitudini ed ilavori dei nostri nonni, ancheper comprendere i significatidelle parole in dialetto.Gli stimoli e gli impulsi ricevu-ti in classe, dovevano servire aspronarli per conoscere sempredi più, ricercando per contoloro, chiedendo a nonni, bisnon-ni, zii, vicini di casa notizie,poesie, filastrocche, canti popo-lari,modi di dire e proverbi.Un aiuto molto determinante, è

stata la presenza in classe diun poeta locale dialettale edesperto del settore: il prof.Franco Vitali, che ha spiegatoagli alunni l'importanza dellaconoscenza del nostro passatoe del nostro territorio. Attra-verso la strategia della narra-zione è riuscito quasi a farliinnamorare del passato esoprattutto hanno compreso lafortuna che abbiamo, quandoc'è la possibilità di ascoltare leesperienze dei nostri nonni,dalla loro viva voce.La nostra cultura, tramandataoralmente, rischia oggi discomparire proprio perchénon si dà molta importanzaalle persone anziane, conside-rate ormai fuori dalla vita pro-duttiva, venendo così accanto-nate senza curarsi delle loroopinioni e soprattutto dei lororicordi. Essi rappresentanoinvece le fonti storiche oralidel nostro passato, pertantodobbiamo approfittarne severamente si vuole conoscerela vita quotidiana, la religiosi-tà, le feste, l'alimentazione edi modi di vivere dei nostri"nonni". Appunto per questomotivo abbiamo invitato inclasse alcune persone anziane,che sono state molto disponi-bili a rispondere alle domandedegli alunni.Esse hanno raccontato, recita-to, ricordato la loro vita, conallegria e con tristezza aseconda delle circostanze. Laloro mente ripercorreva situa-zioni, feste, lavori di stagione,amicizie, condizioni economi-che che suscitavano tanti sen-timenti e sensazioni.Alcuni possiedono un verocarisma, il loro racconto era

una vera e propria fotografiadel passato, dove si vedevatutto, senza tralasciare nulla,pure le piccole cose.Da questo lavoro gli alunnihanno compreso come viveva-no i loro bisnonni. La loro cul-tura era quella contadina, maricca, se non di denaro, divalori, come quello dellafamiglia, dell'onestà, dellasolidarietà e soprattutto quellodella fede che avvolgeva tutti imomenti della loro vita.Hanno constatato che ad ogniazione giornaliera corrispon-deva quasi sempre una pre-ghiera: quella del mattino,della sera , ringraziamento peril cibo, riti propiziatori per ilraccolto, invocazioni ai santiaffinché il pane risultassebuono, preghiere anche quan-do si attendeva una notizia o siperdeva qualcosa. Per nonparlare dei numerosi rosari

dedicati ai santi, che le donneanziane del paese conoscono enon sono scritti nei libri, ma sitramandano di madre in figlia. Molti sono stati anche i testiconsultati, da cui abbiamopreso brani, poesie, filastroc-che, preghiere. Ma soprattuttola produzione degli alunni èstata varia ed interessante nonsolo perché hanno scopertonotizie a loro sconosciute, maperché hanno imparato adindagare ed intervistare gliinteressati per reperire il mate-riale necessario per poter ela-borare i loro testi, relazioni,racconti. I risultati del proget-to sono stati ottimi e ci augu-riamo che tutti possano cono-scerli affinché le notizie e leesperienze del passato nonvadano perdute.

Maria Barbaccia, Cirella Di Silvestre

Mariella Spataro

Conoscere lenostre radici

Gli alunni del plesso «Rocca»sono stati impeganti in un progetto di riva-lutazione del nostro dialetto.

Il siciliano

E' stata lunga l'attesa maalla fine è arrivata la lette-ra del team managerFabio Tacchella, respon-sabile della Nazionale ita-liana cuochi, che inserivalo chef di Marineo Car-melo Trentacosti nellasquadra nazionale cuochi.«Tale risultato - diceTrentacosti - è stato rag-giunto dopo la mia parte-cipazione alle selezionipresso la Castalimenti di Brescia. Queste selezioni permet-tono agli chef d'Italia di potersi confrontare per assicurarsiun posto in Nazionale Cuochi e partecipare così alle pros-sime competizioni nazionali e internazionali.

Chef di Marineo entranella Nazionale cuochi

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Attualità

La Rocca - 13

Viviamo in un momento sto-rico in cui, come si dice,

il tempo è denaro, e sempre piùnevroticamente corriamo inse-guiti e contratti, senza riuscirepiù a trovare lo spazio perricordare, per riassaporare lecose vissute. Eppure si dovreb-be sapere che non si vive senzamemoria e senza radici.Da tale consapevolezza è sca-turita la proposta del CentroStudi e Iniziative di Marineo(Ce.S.I.M.) di creare unMuseo della civiltà contadinaed una Banca della Memorianel paese. L'idea, per la verità,risale a più di trent'anni fa, inoccasione del censimento deibeni etno-antropologici, volu-to dalla Regione Siciliana erealizzato con particolare curada un gruppo di operatorimarinesi. Da quel primo cen-simento il Cesim prese spunto,allora, per realizzare la Mostradei cicli produttivi del grano edel latte che tanto interessesuscitò nella comunità locale.La proposta odierna ha trattonuova linfa dal bel libro, cura-to da Emanuela Iannazzo, inti-tolato La memoria, gli attrezzie gli antichi mestieri dellaterra, con allegato audiovisi-vo, pubblicato nell'autunnodel 2008 a Palermo. L'opera -frutto dell'attiva collaborazio-ne tra il Ce.S.Vo.P (Centro diServizi per il Volontariato diPalermo), il Circolo Auser"Chinnici" e la Scuola Mediadi Misilmeri - ricostruiscefedelmente le condizioni divita e di lavoro che hannocontrassegnato per secoli lavita di paesi come Marineo. Per far conoscere alla comuni-tà locale il lavoro pregevole

realizzato nel Comune limi-trofo, e dare così un ulteriorecontributo alla realizzazionedel Museo e della Banca dellaMemoria a Marineo, il Cesimha organizzato un pubblicodibattito. L'iniziativa si è svol-ta il 24 aprile 2010 nel Ca-stello Beccadelli. Al dibattito ha partecipato ilsindaco Franco Ribaudo che siè impegnato, a nome dell'Am-ministrazione che rappresenta,a realizzare in tempi brevi,all'interno dell'ala del Castellorecentemente restaurato, ilMuseo della civiltà contadinagià previsto nella pubblicazio-ne I beni culturali a Marineo,curata trent'anni fa da chi scri-ve. La dirigente scolasticaprof.ssa Rita La Tona ha evi-denziato come il libro e l'au-diovisivo ad esso strettamentelegato siano stati frutto dellafelice sinergia tra la ScuolaMedia Statale e il CircoloAuser di Misilmeri. Il dr.Franco Vitali ha parlato dellavoro svolto presso la scuolaelementare di Marineo, instretta collaborazione con leinsegnanti Maria Barbaccia,Cirella Di Silvestre e MariellaSpataro, che potrebbe averecome esito finale una pubbli-cazione simile a quella realiz-zata a Misilmeri.

Francesco Virga

Memoria e civiltà contadina

Presentato un libro per parla-re della necessità di un Museo Contadinocon una Banca della Memoria a Marineo.

Cesim

La Congregazione del SS.Redentore, una delle piùantiche di Marineo istituitanel 1624, anche per que-st'anno ha preparato un pro-gramma di attività propedeu-tiche alle celebrazioni estivedelle feste liturgiche di SanPietro e di S. Anna. La festaè l'occasione propizia per lacrescita spirituale personalee comunitaria, ogni attivitàdeve convergere, indirizzarea questa impegnativa finali-tà, deve favorire, incorag-giare, sviluppare il cammi-no spirituale per una autenti-ca e qualificata testimonian-za. E' con questo spirito chesi inseriscono le giornate dipreparazione alla festività diSan Pietro e l' ottavario di S.Anna. Riportiamo il pro-gramma della festa di SanPietro, che anche quest'anno

vedrà la distribuzione delle"chiavi". La "chiave di SanPietro" rappresenta uno deipiù antichi "cibi rituali"dellatradizione marinese. Il suo"consumo rituale" se accom-pagnato da autentica fede etestimonianza di vita cristia-na, si veste di un forte signi-ficato simbolico: la speranzadi avere acquisito la chiavedi accesso al regno dei cieli. Questo il programma. Il 28giugno, alle ore 21, Incon-tro Catechetico "Mi ami tupiù di costoro?" Gv. 21, 15-18. Il 29 giugno, ore 21,Solenne Celebrazione. Tema:Il Primato di Pietro Mt. 16,17-19. Per rivivere un'anticatradizione marinese, a con-clusione delle celebrazionisaranno distribuite le " chiavidi San Pietro".

Ciro Realmonte

Feste di S. Pietroe Sant’Anna

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Scuola

14 - La Rocca

Il 4 maggio 2010, duranteuna solenne cerimonia mili-

tare presso la caserma "CiroScianna"di Palermo, gli alunnidella classe 3^ sez. C dellascuola primaria "S.Ciro" diMarineo hanno ricevuto il 3°premio del V concorso "Trico-lore Vivo" svoltosi sotto l'altopatrocinio della Presidenzadel Consiglio e finalizzato asensibilizzare il mondo dellascuola sul significato dell'art.11 della Costituzione e sultema specifico delle ForzeArmate come strumenti dipace nel mondo.L'elaborato presentato consi-steva in un cartellone con deidisegni, accompagnato da unalettera nella quale gli alunni

esternavano tutti i sentimentivissuti e condivisi con i lorocompagni Alessandra Manci-no e Christian Magliocco, icui genitori svolgono missionimilitari in Afganistan. Accom-pagnati dalla Dirigentedott.Adriana Mandracchia edalle insegnanti D'Anna, LoPinto e Morfino, gli alunnihanno ricevuto in premio unassegno di 500 euro e unatarga ricordo con allegata lamotivazione dell'assegnazionedel premio: "...per l'alto valoredi testimonianza del gruppoclasse che ha solidarizzatointensamente al vissuto deifigli dei soldati italiani, dimo-strando un alto senso di civi-smo e di amor di Patria".

Terzo premio al consorsoTricolore Vivo Cerimonia con Anita Garibaldi per ricordare

Tutte le nazion

Premiato un cartellone condei disegni, accompagnato da una letteraai genitori militari in Afganistan.

Esercito

Anche quest'anno gli alunni dellascuola dell'infanzia e primaria diMarineo hanno accolto connumerose attività la delegazionefrancese composta da ben 83bambini e da 19 adulti. Due, inparticolare, le giornate organiz-zate dalla scuola e vissute conpartecipazione dai bambini mari-nesi e sigolenesi. Indimenticabilerimarrò la serata del 7 giugno, organizzata nello scenariosuggestivo del Castello, con canti e danze per allietare ilsoggiorno dei nostri "fratellini gemelli" e per "vivere" econdividere realmente valori fondamentli quali l'amicizia ela fratellanza tra bambini di nazionalità diverse.

L’accoglienza dellescuole di Sainte Sigolene

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Scuola

La Rocca - 15

Il 25 maggio u.s., nell'atriodella Scuola Primaria

"S.Ciro" di Marineo, si è svol-ta una solenne cerimonia perricordare il 150° anniversariodel passaggio di Garibaldi edei suoi "picciotti" a Marineo.Era presente Anita Garibaldi,pronipote dell'Eroe dei duemondi, insieme alle autoritàcivili e militari e ad alcuni stu-diosi e storici tra i quali il prof.Luciano Luciani, presidentedell’Istituto “Fernando Santi”,il prof. Monsacrati, docente diStoria presso l’Università LaSapienza di Roma, e il prof.Spataro, collaboratore del-l’Istituto Fernando Santi.In una cornice davvero spetta-colare, tra sventolii di bandie-re tricolori, tra canti, poesie eletture di testi letterari chedocumentano la giornata tra-scorsa da Garibaldi e dai suoi

garibaldini a Marineo, glialunni hanno avuto la possibi-lità di riflettere sull'eroicaimpresa dei "mille" , giovanivolontari che misero a repen-taglio la propria vita, deside-rosi di restituire la libertà allapropria gente ed alla propriaterra. Fu quella, concordanogli storici, l'inizio di quella"presa di coscienza politica"che porterà all'Unità d'Italiae più tardi alla ComunitàEuropea. Così scriveva Gari-baldi nel suo discorso al Con-gresso della Pace il 9 settem-bre 1867 a Ginevra :"...noivogliamo distruggere il dispo-tismo per fondare sulle suerovine la libertà e il diritto. Ilsolo rimedio contro il dispoti-smo è la fratellanza universaledei popoli liberi...Tutte lenazioni sono sorelle! "

Rosa Maria D’Anna

e il 150° anniversario del passaggio dei Mille

ni sono sorelle1960

2010

In una cornice spettacolare,tra sventolii di bandiere tricolori, la gior-nata dedicata a Garibaldi.

Garibaldi

Un fumetto sulla raccolta differenziata

Un fumetto per sensibilizzare i ragazzi a differenziare irifiuti a casa e e scuola. Il racconto e i disegni sono statirealizzati dal fumettista marinese Ciro Cangialosi. I volu-metti sono stati distribuiti a cura dell’Amministrazionecumunale in tutte le scuole del paese.

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Lettori

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Festa di compleanno conla presenza della bandaper nonna Cira Onorato,

nata il 26 aprile 1910, che haspento 100 candeline festeg-giata da amici e parenti. L'am-ministrazione comunale hadonato una targa ricordo allanonnina di Marineo, mentre labanda musicale è stata ordina-ta dai familiari che hannovoluto così trasformare uncompleanno speciale in unpomeriggio di festa per tutto ilquartiere Sant’Antonino. Quella di nonna Cira è statauna vita lunga e fatta di sacri-fici. Tra i momenti più diffici-

li della sua vita i figli ricorda-no quando il marito, SalvatoreCangialosi, venne richiamatoin guerra e lei ha dovuto faretutto da sola sia in casa che incampagna. All’alba andava amietere le spighe e la serafaceva la pasta in casa perrivenderla a Palermo. Nelle foto, alcuni momentidella festa con la presenza delsindaco Franco Ribaudo, delmaresciallo Fabrizio Spelta, edi padre Francesco Francavi-glia (che ha celebrato unaMessa di ringraziamento)assieme ai quattro figli Rosa,Teresa, Carmelo e Francesco.

Cira Onorato è nata il 26 aprile 1910. Afesteggiarla i quattro figli Rosa, Teresa,Carmelo e Francesco, assieme ai nipoti

Festa per i 100 annidi nonna Cira

Ho letto con molto piacerequanto pubblicato sul bolletti-no dell'Unione dei Comuni,presentato dal periodico delleFondazioni Culturali G. Arno-ne "LA ROCCA", aprile 2010,anno XVI ed ho notato l'entu-siasmo e l'impegno del Sig.Sindaco di Villafrati, GiuseppeScalzo; del Sig. Sindaco diBolognetta, Dr. Rino GaspareGreco; del Sig. Sindaco diMarineo, Franco Ribaudo e delNuovo Presidente dell'Assem-blea dell'Unione, Sig. France-sco Lo Pinto. Ora, ai progetti,ai piani, alle felici previsioni diciascuno di Loro, vorreiaggiungere, se mi è consentito,il "mio sogno", o previsione,che certamente interessa tuttala zona dei suddetti Comuni,con particolare attenzione aMarineo.

Si tratta di questo. Sulla"Serra" di Marineo, esiste unaCappella dedicata a N. S. diGuadalupe. Solennementeinaugurata i1 28 settembre del2008 dal Rettore della Basili-ca-Santuario di Città di Mes-sico in persona, Mons. DiegoMonroy Ponce. Si approssimavelocemente il V anniversariodi detta inaugurazione. Vor-remmo invitare, per l'occasio-ne, lo stesso Mons. DiegoMonroy, rimasto molto con-tento e disposto a ritornare tranoi. Però... faremo trovare lecose come le lasciò allora? Ilnostro Comitato Guadalupa-no, molto attivo, da solo nonpotrà mai risolvere i problemidi sistemazione del territoriolimitrofo, come viabilità,sistemazione di accoglienza aigruppi sempre più numerosi

di Pellegrini, zone di posteg-gio, bagni pubblici per noncostringere la gente a doman-dare la cortesia a privati o anegozi, o - peggio ancora -andare per i campi aperti. Inquanto alla sistemazione del-l'ambiente della zona Cappel-la, si richiede l'aiuto di tuttiperché arrivi presto l'energiaelettrica, finora sostituita daun gruppo elettrogeno, nonpiù sufficiente per illuminareil viale d'accesso. Come Voistessi potete notare c'è ancoramolto da fare, e presto e bene,perché questa zona, l'area del-l'Unione dei Comuni, possapresentarsi accogliente eappetibile agli occhi dei Pelle-grini italiani ed esteri che siavvicenderanno. Il sottoscritto è convinto diquanto detto finora e dellosviluppo che avrà nel prossi-mo futuro per la presenza diN. S. di Guadalupe. Si associ,per esempio, lo sviluppo diMedjugorie, di S. GiovanniRotondo, ecc. Da noi sarà

ancora più vistoso, perchè citroviamo al centro del Medi-terraneo. In tutti i modi, dob-biamo riconoscere che tuttosarà opera di Lei, la SS. Vergi-ne: se vuole, come vuole equando vuole. Noi rimarremosolamente poveri strumentiche Lei potrà usare, se lovorrà, nella misura di come cimettiamo nelle Sue mani e cilasciamo guidare docilmente.Il Comitato Guadalupano edio rimaniamo a disposizionedi quanto richiesto perché sicompia nel migliore dei modiquello che potrà dare Gloria aDio, attraverso la Glorifica-zione della Mamma ComuneN. S. di Guadalupe.Con molti ringraziamenti perquello che i Signori Sindacidell'Unione vorranno dispor-re, in unione con il ComitatoGuadalupano, porgo distintisaluti e moltissimi Auguri disoddisfacenti risultati nelleiniziative intraprese.

P. Francesco Francaviglia

Comitato Guadalupano

Viabilità e servizi per la cappella di N.S. di Guadalupe

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«Non si perdono maicoloro che amiamo

perché possiamo amarli inColui che non si perdemai». (Sant' Agostino)La morte, liberamente ac-cettata, è il culmine dellavita cristiana. Tutta la vita èpiena di avvenimenti dolo-rosi che resterebbero senzaspiegazione se non diven-tassero una concreta possi-bilità di unirsi alle sofferen-ze e alla morte di Cristo perregnare poi con lui. Mal'uomo ha bisogno del suo

spazio per imprimere larealtà così come ci appare.Tante le parole che si vor-rebbero dire quando unapersona ci lascia e non pos-siamo più toccarla, o sentirela sua voce… Sembrascomparsa per sempre, masappiamo che non è cosìperché l'amore che provia-mo non morirà mai. Le nostre lacrime sono pic-cole gocce d'amore, il pian-to un modo per dire che cimanchi e ti vorremmo an-cora qui con noi. Adessovogliamo ricordarti con latua personalità forte, manello stesso tempo tenera epremurosa verso le neces-sità dei più bisognosi, esiamo sicuri e ci consolasapere che in questomomento sei felice e nellaGloria del Tuo Sposo e deituoi cari beati.

Marta Raineri

Lettori

La Rocca - 17

E’ stato aperto a Marineo in viaGesù Maria e Giuseppe unanuova sede della Confartigiana-to. Responsabile della sede èRosario Vivona, che vanta giàuna lunga esperienza di impe-gno nel sociale, collaborato daalcuni giovani che sono daapprezzare in quanto hannodeciso di dedicare parte del lorotempo libero, a dare un contri-buto alle Imprese artigianemarinesi, nella risoluzione delleproblematiche della categoria,che poi molto spesso coincido-no con quelle dello sviluppo diun territorio certamente interes-sante, molto vivace, ma che nonsempre riesce a concretizzarequesta vivacità in azioni concre-te di sviluppo organico dellanostra Marineo. Purtroppo la

situazione economica attualenon è delle migliori, e certa-mente non siamo in una fase diripresa come ci vogliono farcredere. Nel nostro territorio, e nelnostro Comune in particolare, acausa della mancanza di un pro-getto di sviluppo reale che neglianni a mio parere è mancata, la

situazione è ancora peggiore. Con l'apertura della sede localea Marineo, Confartigianatovuole dare il suo modesto con-tributo allo sviluppo reale di unterritorio che non si può rasse-gnare a vivere di assistenziali-smo e pubblico impiego, o peg-gio ancora di lavoro nero. Sappiamo benissimo che, se sivuole per Marineo un serio svi-luppo, la difficoltà maggioresarà quella di sovvertire la dif-fusa mentalità, secondo la qualele ditte che pagano le tasse nonvengono viste dalla pubblicaamministrazione come risorsesulle quali investire, ma comeentità da sfruttare (vedi tassa-zioni varie), mentre, anche perun problema di sottosviluppo,vengono tollerate e non incenti-

vate alla regolarizzazione leditte cosiddette "spontanee".Io credo che, anche nell'ottica diun federalismo fiscale, chevolenti o nolenti ci coinvolgeràtutti, bisognerà avere il corag-gio di affrontare la situazione,ed in questo voglio lanciare unappello alle Istituzioni locali,con la consapevolezza che èanche loro responsabilità, faredelle scelte che anche se posso-no sembrare a prima vista impo-polari, in un'ottica di prospettivaportano ad avere dei risultatipositivi e conformi al compitoaffidato dagli elettori.Se le Istituzioni percorrerannoquesta strada, Confartigianato atutti i livelli sarà accanto a loro.

Filippo RibisiPresidente

Confartigianato

Nuova sede di Confartigianato a Marineo

Alla 18° edizione del Vinitaly èabbinato uno dei concorsi eno-logici più importanti al mondo;i vini partecipanti sono oltre3.700, provenienti da tutto ilmondo. Lo scontro è difficileed impegnativo, e solo i miglio-ri vini ottengono dei riconosci-menti, sommando i punteggidati dalle commissioni giudi-canti, formate dai maggioriesperti di enologia al mondo.Ed in effetti, i vini premiati nonsuperano la soglia del 3% sultotale dei vini presentati. Anchequest'anno, la Cantina Buceci,di Franco Calderone, ha ottenu-to la gran menzione con uno deisuoi vini, il "Liamà", un caber-net sauvignon in purezza, affi-nato in barriques di rovere allierper 30 mesi. Da notare che,nella graduatoria finale, questovino è il primo di tutti i vini siciliani premiatinella sua categoria. E' un altroimportante traguardo raggiuntodalla cantina Buceci, che con lostesso vino aveva vinto l'annoscorso la medaglia d'oro alConcorso Internazionale deicabernet in Valcalepio. La lavorazione di questo vino

richiede una pigiadiraspaturainiziale, seguita da macerazio-

ne in acciaio a temperatura con-trollata per 10-12 giorni; sipassa poi alla spremitura soffi-ce in pressa pneumatica; il vinoottenuto si stabilizza a 10° den-tro un frigorifero, e quando lamaggior parte dei residui solidiprecipita al fondo, si preleva laparte pulita che viene posta inbarriques di rovere Allier per30 mesi, per la maturazione e lalevigazione dei tannini, infinesi procede ad un ulteriore affi-namento in bottiglia per almeno6 mesi. Il risultato finale è un vino dal colore rossorubino carico con riflessi por-pora, e con le seguenti caratteri-stiche: profumo ampio e com-plesso con netti sentori di fruttarossa matura, liquirizia, notementolate e di china; saporecaldo, corposo, di grande strut-tura, morbido al palato con tan-nini vellutati, con finale lungo epersistente, con sensazionimentolate e di liquirizia. Puòessere abbinato a: pappardelleal sugo di cinghiale, grandicarni rosse alla griglia, formag-gi stagionati ed erborinati, salu-mi stagionati, e va servito allatemperatura di 18 gradi.

Franco CalderoneImprenditore

Cantina Buceci

Vinitaly 2010,riconoscimento per Liamà

Suor Ernesta è tornata alla Casa del Padre

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Stati Uniti, New York

18 - La Rocca

Alcuni anni fa facevoparte di diverse orga-

nizzazioni, una di questeera "Ring 8", un'associa-zione che si propone ilbenessere fisico ed econo-mico degli ex pugili profes-sionisti che hanno calcato ilquadrato competitivo. Diquesto club fanno parteindustriali, professionisti,ex pugili e gente comuneche ama lo sport pugilisticoed è interessata ora a contri-buire, attraverso la raccoltadi fondi, ad aiutare queipugili che possono trovarsiin difficoltà fisiche o eco-nomiche. Alle riunionimensili partecipano, comeospiti, ex pugili del calibrodi Floyd Paterson, GeorgeForman, Vito Autofermo,Sugar Ray Robinson edaltri. Il loro motto è:"Boxers che aiutanoboxers."

È noto che lo sport pugi-listico ha un gran numerodi appassionati che seguela competizione fra dueuomini che sul ring nonhanno altro che la lorostrategia e forza fisica, ed èappunto da ciò che impara-no a dipendere esclusiva-mente. Non hanno altrealternative e non possonoche limitarsi a queste risor-se, al punto da ignorare dimunirsi di una assicurazio-

ne medica e finanziaria peril loro futuro.

Per molti questo sport èconsiderato violento e pro-pongono delle leggi e rego-le per minimizzare le con-seguenze dannose subitedai pugili che si contendo-no la vittoria. Ma c'è sem-pre stata sete di mettere allaprova gli uomini uno control'altro. Ai tempi dell'Imperoromano non solo lo spetta-colo era osservato per lalotta fra i gladiatori, maperfino questi contro ani-mali feroci fino alla morte,e per il popolo romano que-sto era un divertimento chela loro cultura sanzionava.

All'inizio di una riunioneal "Ring 8" che si tiene alristorante di Tony Mazza-rella, "The Crabhouse" aLong Island City di NewYork, veniva come di con-sueto osservato un minutodi silenzio in memoria deipugili scomparsi e venivamenzionato Charles Vari.

Avevo conosciuto moltianni prima e poi perso divista Charles Vari, lamoglie Stella e la figliaRosanna. Charles proveni-va da un paese della provin-cia di Bari e sin da giovanesi era inserito come dilet-tante nel mondo pugilisticodelle palestre newyorkesi,avendo manager di talento

che lo spingevano alla com-petizione professionale.Molte furono le lotte sulring mentre aspirava al tito-lo di campione dei pesimedi, ma con gli anni letracce del pestaggio sul suocorpo gli pesavano al puntodi fargli eventualmentecedere i guantoni.

Charles trovò impiegocome "pressatore" in unasartoria di abiti da uomo.Da Brooklyn ogni mattinaprendeva l'autobus che loportava a pochi passi dallavoro a Manhattan. Lamoglie Stella, a causa delladistrazione mentale diCharles, ogni mattina concura gli preparava la cola-zione da portare con se, gliindumenti puliti da indossa-re, perfino la cravatta anno-data, chiavi, portafoglio e lemonete sufficienti per latariffa andata e ritorno del-l'autobus.

Una mattina, mentrescendeva dall'autobuspieno di gente, Charlessentì che un uomo con ilproprio corpo l'aveva urtatodi fianco. Palpatosi la tasca,Charles si rese conto che glimancava il portafoglio,mentre guardava l'indivi-duo allontanarsi in fretta,gli gridò di fermarsi. L'altrovedendosi inseguito comin-ciò a correre e Charles adinseguirlo, fino a quandodopo alcuni isolati riuscì adacciuffarlo intimandogli diconsegnargli il portafoglio"sennò ti spacco il muso!".L'altro osservando la stazzaminacciosa di Charles, glidiede il portafoglio.

La sera, arrivato a casa lamoglie Stella gli disse:"Charles, questa mattina tisei dimenticato di mettertiin tasca il portafoglio!"

Ciro GuastellaNew York

Il club di Long Island City e raccoglie fondi per i pugili

«Ring 8» e Charles VariPresentato a Napoli

il libro di Ciro Cangialosi

Ugly AngelE'stato presentato in anteprima al

Napoli Comicon, svoltosi alCastel Sant'Elmo dal 29 aprile al 2maggio, il libro a fumetti di Ciro Can-gialosi.

Ciro ,chec o l l a b o r agià da parec-chi mesicome colori-sta al mensi-le "LupoAlberto" , hafinalmentepresentato ilsuo primolavoro comeartista a tutto tondo. L'opera - una gothicnovel dal titolo Ugly Angel - lo vede par-tecipe sia nella stesura dei testi , nellarealizzazione dei disegni che della regiadei colori.

Il fumetto racconta la storia di unafata, Zoe, che, a causa degli esperimen-ti svolti su di lei da uno scienziato, pos-siede degli arti meccanici. Nella spe-ranza di riavere le sue braccia, Zoe ècostretta a compiere tutte le malvagitàalle quali lo scienziato la costringe.Solo un bambino, che ha perso l'usodegli occhi, riesce a vedere in lei la fatache era un tempo, e la aiuta nella lottacontro il perfido nemico.

Nello stile tipico del suo disegno, chemolti definiscono "barocco" per la ric-chezza di particolari, ma epurato da ele-menti comici, che rimangono solamen-te nella resa grottesca di certi personag-gi, e ora arricchito da degli splendidicolori, realizzati da lui stesso, Ciro èriuscito a realizzare una gradevolefusione tra varie suggestioni.

"Uno degli esordi migliori degli ulti-mi anni" -, assicura Andrea Domestici -direttore artistico del progetto dallepagine del blog di Ciro. E, in effetti,l'investimento ha già iniziato a dare iprimi frutti: le copie che la casa editriceromana DEd'A Innovate comics avevaportato al Comicon erano andate esau-rite già al secondo giorno!

Il volume sarà prossimamente indistribuzione presso le librerie e fumet-terie di tutta italia.

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Sport

La Rocca - 19

L'Oratorio SS. Ciro e Gior-gio, che lo scorso anno ha

aperto l'attività di avviamentoallo sport nel settore giovanilescolastico per bambini chevanno dai 5 anni fino ai 16anni (n. 40 tesserati), è andatoben oltre alle più rosee aspet-tative per tutte le attività svol-te. Si tratta di iniziative svoltesia a livello della FIGC, con ilCSI e ancora con la partecipa-zione a tre tornei organizzatiottimamente dalla Società"SS. Villabate", dove parteci-pano le migliori scuole calciodi Palermo. L'Oratorio ha par-tecipato con il gruppo1997/1998 vincendo i due tor-nei della FIGC, classificando-si al 3° posto nel torneoautunnale di Villabate (vintodal Palermo) e in quello "Aliper volare per l'Africa" siamo

in semifinale. La fascia che vada 2001 al 2004 ha partecipa-to al torneo primaverile a tito-lo dimostrativo socializzando

con tutti gli altri bambini,imparando delle regole edivertendosi un mondo. Con ilCSI abbiamo inoltre parteci-

pato ad un giorno di festasvoltasi a Palermo oltre avarie gare durante tutta l'atti-vità. E' un dovere per L'Orato-rio SS.Ciro e Giorgio ringra-ziare tutti i genitori che sonostati meravigliosamentedisponibili e mi hanno sup-portato in qualsiasi momentoc'è stato necessaria la loropresenza. Un ringraziamento,molto sentito, a tutti gli spon-sor: D'Amico baby, Calce-struzzi S.Ciro, Il Baglio degliUlivi, Emporio Dicarlo,Conad Barbaccia, PVR CostaPaolo, Panificio Montalbano iquali hanno dato immediata-mente la propria disponibilitàcontribuendo in modo deter-minante alla riuscita di tutte leattività.

Salvatore Ragusa

L’Oratorio SS. Ciro e Giorgio

Ci occupiamo di avviamento allo sportnel settore giovanile, dai 5 ai 16 anni con

FIGC e CSI con 40 tesserati.

Aspettando che migliorinogli impianti sportivi, la

nostra associazione sportivaSanta Maria della Dayna con-tinua a impegnarsi a favore deipiccoli appassionati calciatorimarinesi.In questa stagione sportiva2009/2010 abbiamo tesseratoalla F.I.G.C. attività di basen°40 giocatori che stannodisputando diversi tornei siafederali che a scopo umanita-rio come il torneo "Ali per

volare" a Villabate, fascia dietà dei partecipanti all'attivitàcalcio va dai 5 anni fino a 13anni.Altra disciplina molto apprez-zata si sta rivelando il giocodel ping-pong, sport che prati-chiamo al centro diurno doveci alleniamo tre volte a setti-mana. I partecipanti sonoseguiti da un istruttore federa-le e, grazie a questi allena-menti abbiamo ottenuto lapromozione alla categoria C2,

avendo disputato un campio-nato federale di serie D1 adalto livello sia sportivo che digruppo. Abbiamo partecipatocon due squadre Santa Mariadella Dayna (A) e Santa Mariadella Dayna (B). La prossimastagione sportiva ci vedrà

impegnati al campionatoregionale di serie C2 con unasquadra e al campionato pro-vinciale di serie D1 con una odue squadre. I partecipanti diquesto sport possono essere diqualsiasi età.

A.S.S. Maria della Dayna

L’Associazione S.M. Dayna

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Attualità

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Dal 3 al 13 giugno si svolge aMarineo la festività del Cor-pus Domini, nota in paesecome "L'ottava di lu Signuri".Per otto giorni l'Ostia Divinaverrà portata in processioneper le vie del paese per bene-

dire le famiglie, dare confortoalle persone sole, sollievo aibisognosi, speranza alle gio-vani generazioni. La festa ècurata dalla Confraternita delSS. Sacramento, che di annoin anno cerca sempre di arric-chirlo con iniziative nuove.Preghiera, fede, gioia, musica,colori e tanti sorrisi: sono que-sti gli elementi che caratteriz-zano questo evento. Il giornopiù solenne di tutta l'ottava èla domenica: alborata, tambu-ri, banda musicale riempionola prima parte del giorno; nelpomeriggio particolarmentesuggestiva è la processione,alla quale partecipano tutte leconfraternite del paese, i bam-bini della prima Comunione e

centinaia di fedeli. Lungo ilpercorso è possibile ammirarele belle coperte che le famigliemettono in mostra sui loro bal-coni come segno di rispettoper Gesù, le porte aperte dellecase e i cestini pieni di petalidi fiori che vengono lanciati alpassare dell'Ostia Consacrata.E poi tante benedizioni, unaper ogni altare che viene appo-sitamente allestito lungo ilpercorso della processione.Da qualche tempo a questaparte, la festività del CorpusDomini, a Marineo, si caratte-rizza anche per le sue infiorateartistiche: variopinti "tappeti" difiori si diramano lungo il corsoprincipale del paese emanandoil loro profumo e offrendo aivisitatori uno spettacolo unicodi colori e ai vari gruppi diinfioratori la possibilità di con-frontare i propri lavori.Quest'anno è stata realizzata laseconda infiorata notturna,

nella notte tra il 5 e il 6 giu-gno. Diverse sono le fasi cheportano alla realizzazione deiquadri: la fase preliminare è laraccolta dei fiori, poi è neces-sario eseguire il disegno sullastrada e, infine, si procede adepositare i petali variopinti alfine di ottenere gli effetti arti-stici voluti. Si tratta di magicicapolavori, carichi di sugge-stioni emotive e culturali, col-legati ai temi della tradizionereligiosa.Quando la domenica sulle bel-lissime infiorate passa la pro-cessione, lo scopo religioso èraggiunto: i preziosi tappeti difiori ormai possono essere cal-pestati da tutti: di queste operenon resta più nulla, tranne lefoto e i filmati che le hannoimmortalate, nonché l'entusia-smo e le emozioni di chi le harealizzate.

Claudio PescoSuperiore della Confraternita

Per otto giorni l'Ostia Divinaviene portata in processione per le vie delpaese per benedire le famiglie.

La festa del Corpus DominiL’ottava

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MarineoLavori Pubblici

A pagina 23

BolognettaAl Senato e dal PapaA pagina 22

A VILLAFRATII COLORI DELL’UNIONE

Unione dei ComuniDALL’ELEUTERIO A ROCCA BUSAMBRA

VILLAFRATI. Alla presenzadelle classi I, II e III mediadell'istituto comprensivo Gio-vanni XXIII di Villafrati loscorso 22 maggio si è inaugu-rato il murales presso il Muroperimetrale del Monumento aicaduti. L'opera voluta dall'am-ministrazione Comunale èstata realizzata con il contribu-to dell'Unione dei Comuni«Dall'eleuterio a RoccaBusambra» su proposta del-l'Associazione Villafrati.comcon la collaborazione dell'As-sociazione Nazionale Bersa-glieri Fanfara Palermo.

La manifestazione si è svol-ta in due momenti. Il primopresso la Scuola Media dove ilSindaco ha aperto il dibattitoevidenziando il fatto chel'opera è stata realizzata pro-prio per valorizzare un monu-mento e toglierla da quella ste-rilità che lo vedeva protagoni-sta solo per il 4 novembre.Infatti l'amministrazione nelletre facciate in marmo vuote haintenzione di realizzare in unaun medaglione in bronzo chericordi le vittime sul lavoro e

in un'altra, da un concorso diidee da svolgere presso lascuola media locale, un monu-mento in ricordo delle vittimedelle mafie e terrorismo. Aseguire il Sig. Monticelli Vin-cenzo, presidente della sez. diMisilmeri dell'AssociazioneNazionale Bersaglieri, ha evi-denziato il ruolo importanteche il corpo militare ha porta-to sia nelle grandi che in tuttele Guerre che a tutt'oggi sicombattono in alcuni stati,portando sempre un grandemessaggio di pace. Inoltre ioho h voluto ricordare che pro-prio il 23 maggio di diciottoanni fa cadeva vittima dellamafia il giudice Falcone, lamoglie e gli agenti di scorta.Quindi oggi più che mai èimportante non dimenticarealcuni fondamentali passaggiche hanno segnato la storiadella nostra nazione e oggi lapresenza dell' Arma dei Cara-binieri, in servizio presso lalocale stazione, rappresenta lavicinanza delle forze dell'ordi-ne nella vita quotidiana indifesa dei diritti e contro ogni

sopruso . La Vice PresideProf. Angela Santomauro haevidenziato il ruolo importan-te della Scuola come forma-zione, in quanto oggi più diprima, occorre ricordare evalorizzare per comprendere ilpassato ed affrontare al meglioil futuro e sicuramente lascuola ha un ruolo fondamenta-le in tutto questo. Un interventomolto bello è stato quello del-l'attrice Marta Cuscunà che hafatto una panoramica della resi-stenza fatta dai ragazzi dai 14 al17 anni tema dello spettacolo"E' bello vivere liberi" alle 21presso il teatro del baglio. Altermine gli Artisti Linda Ulloa eMaria Elena Giannobile hannospiegato il significato del mura-les e mostrato un video da lororealizzato su delle immagini diguerra.

Il secondo momento si èsvolto presso il monumento aicaduti dove gli alunni dellascuola hanno avuto modo diapprezzare l'opera e porredomande alle realizzatrici.

Giuseppe Di DatoAssessore comunale

Il muralesTu, amazzone umano, rappresenti la

nostra terra, i nostri colori e i nostri profu-mi. Ti risollevi dai più alti muri di trinceaper rendere vivo e forte il tuo corpo, segna-to dai colpi e quel cuore colmo di emozionie ricordi,lasciati senza speranza di ritorno.Vuoi portare con te il peso degli amori e deidolori che corrodono la tua povera animasolitaria. Il tuo corpo ormai è stanco disubire, di decidere per la tua vita e per quel-la dei tuoi simili. Sei sempre tu,uomo, chedecidi il tuo destino e quello dei tuoi fratel-li e dei tuoi figli; scavi te stesso e la tua pro-fonda fossa in un terreno pieno di ricordi. Iricordi arriveranno a coprire il tuo cuore, latua mente e il tuo debole corpo che è giàmorto da tempo, flagellato dalle tue incon-sapevoli azioni. Tu soldato, padre, madre,bimbo, uomo, hai nelle tue mani la ruota diun destino universale, quello del mondo edell' intera umanità. Linda Ulloa

Tutto parte dalla Matrioska, diminuitivodi matrena dal latino "mater", madre.Madre di tutte le cose simbolo di fertilità egenerosità materna, che racchiude le tradi-zioni di tutto il mondo, tradizioni che spes-so ci portano a credere che le "nostre" siano"più giuste" di quelle degli altri, risultato:scontri di ogni genere, la guerra in ogni suamanifestazione, che sia religiosa, politica,civile, portatrice di lutto, fame e distruzio-ne, dove non ci furono e non ci saranno maidei "vincitori", ma solo "vinti". Vinti da ununica ragione: un pensiero ignorante. Sim-bolo di morte e rinascita è la chiesa cheviene " rinnovata" da un ondata di calore,colore, nuovi e diversi modi di approccioper un mondo libero, un mondo dove ognipiccola "tradizione" assume un valore pertutti: bianchi o neri, cristiani e non; dovenon esistono differenze, dove le spinediventano fiori. Maria Elena Giannobile

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Bollettino dell’Unione dei Comuni

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BOLOGNETTA. La sedutan. 383 del Senato della Repub-blica, alla sua 16^ legislatura,ha avuto come ospiti auditorid'eccezione 36 studenti di dueterze classi della ScuolaMedia "Luigi Pirandello" diBolognetta. L'iniziativa, colti-vata nell'ambito del Progetto"Vivere la Legalità" ha vistorealizzarsi un appuntamentofinora sconosciuto dalle scola-resche bolognettesi, cioè ladiretta conoscenza di una dellesedi istituzionali più impor-tanti del nostro Stato, il Sena-to della Repubblica.I ragazzi, accompagnati dagliinsegnanti Mario Anzalone,Rosa D'Aversa, DanielaConte, Giuseppina DiPeri(responsabile della legali-tà), dalla dott.ssa Maria GraziaGuttilla, dal parroco del paeseDon Pino Graziano e dal Sin-daco di Bolognetta RinoGaspare Greco, in gita cultu-rale a Roma, hanno partecipa-to entusiasti all'iniziativa che

ha voluto promuovere il sensodi appartenenza allo Stato, laconsapevolezza del lavoro deilegislatori e la conoscenza "devisu" della città capitale delnostro Paese. La seduta era presieduta dalsen. Vannino Chiti, vice presi-dente del senato che durante ilavori d'aula così si è espres-so:" Sono presenti in tribunagli studenti della Scuolamedia statale "Luigi Pirandel-lo" di Bolognetta, in provinciadi Palermo,accompagnati dalloro sindaco, dottore GaspareGreco. A loro rivolgiamo inostri saluti e il nostro augurioper la loro attività di studio e

per la vita del Comune"(applausi). Il Senato in quel momento siaccingeva a discutere la con-versione del decreto- leggerecante "disposizioni urgentitributarie e finanziarie inmateria di contrasto alle frodifiscali internazionali e finan-ziamento di un Fondo perincentivi e sostegno delladomanda in particolari setto-ri",già approvato dalla Cameradei Deputati.Nella mattinata il gruppo avevaassistito all'Udienza generaledel Papa in Piazza San Pietro,con menzione ed ancor primaaveva visitato la mostra delCaravaggio presso le Scuderiedel Quirinale ed assistito almusicall "Pinocchio" al teatroSistina di Roma.Roma, la "città eterna", più diogni altra città lascia sempreun'emozione ad ogni personache la visita. Ed è quello che èavvenuto in particolare aglialunni di Bolognetta che

hanno vissuto una straordina-ria esperienza, che, a loro dire,porteranno nel cuore nell'arcodel tempo."Si è trattato - hanno afferma-to i ragazzi - di un intensomomento di contatto e diapprofondimento storico eculturale delle istituzioni". Ilprogetto continuerà l'annoprossimo in occasione dellaricorrenza del 150° anniversa-rio dell'Unità d'Italia. Il tutto è avvenuto grazie allaDirigente Scolastica, profMaria Muratore, al Consigliodi Circolo e a tutti i genitoriche hanno creduto e sostenutoquesta la nuova avventura che- affermano i docenti - "ci haarricchito e fatto vivere emo-zioni indimenticabili di questoultimo anno di scuola Media". Il viaggio ed il soggiorno aRoma sono stati interamentesponsorizzati dal Comune diBolognetta.

Rino GrecoSindaco di Bolognetta

Vivere la legalità, alunni di Bolognettaospiti al Senato e dal Papa

BOLOGNETTA. In tempi diristrettezza economica riuscire arisparmiare 503.230,46 mila euro indue anni non è cosa di poco conto.Ci è riuscito il Comune di Bolognet-ta che ha contestato le pretese cre-ditorie del COINRES (ConsorzioIntercomunale Rifiuti, Energia eServizi- ATO 4) - la società chegestisce la raccolta e lo smaltimentodei rifiuti solidi urbani in ventiduecomuni - per la somma di €237.305,03 relativa al costo di smal-timento dei rifiuti in discarica perl'anno 2006, nonché la somma di €241.750,21 per l'anno 2007. La bat-taglia giudiziaria si è conclusa neigiorni scorsi dinanzi al Tribunale diTermini Imprese in composizionecollegiale che ha accolto interamen-te le domande proposte dal Comunedi Bolognetta, rappresentato e dife-so, dall'avv. Giuseppe Ribaudo, notoavvocato amministrativista delpalermitano

Il Tribunale di Termini Impresecon la sentenza non solo accoglie intoto il ricorso del Comune di Bolo-gnetta, ma si spinge oltre ritenendoche secondo l'art.3 del contratto ilComune affida al consorzio lagestione e l'esercizio di igiene urba-na relativo al ciclo integrato deirifiuti urbani nel territorio comuna-le. Nello stesso articolo 3 vengonoelencate le singole prestazioni acarico del Consorzio distinguendo-le in servizi a tariffa e serviziaggiuntivi. "Dalla lettura delle singole voci,ritiene il Tribunale, si ricava poi cheil servizio comprende l'attività diraccolta, trasporto e conferimento indiscarica, mentre nulla è stato previ-sto con riguardo all'attività di smal-timento dei rifiuti in discarica. Daciò consegue nella fattispecie, e allaluce della interpretazione letteraledel contratto, che lo smaltimento deirifiuti non sia stato ricompreso nel

servizio affidato al Consorzio, il cuicompito si esaurisce nel conferi-mento dei rifiuti in discarica, rien-trando poi nei compiti del gestoredella discarica quello di provvedereallo smaltimento". Continua il Tribunale nella senten-za, " Ed infatti, delle due l'una, ol'attività di smaltimento in discaricava assimilata a quella di conferi-mento, ed allora il relativo costodeve ritenersi già predeterminato aisensi dell'art.12 del contratto di ser-vizio intercorso tra le parti e nullasarebbe dovuto in aggiunta, ovverose si ritiene come questo Tribunaleha affermato che lo smaltimento deirifiuti in discarica sia una attivitàdiversa e successiva al conferimen-to, allora nella specie il contratto diservizio invocato non può valerequale fonte del presunto credito, nonessendo previsto tra i servizi anchetale ulteriore attività". Il Sindaco Rino Greco a tal proposi-

to dichiara "Sono state ancora unavolta confermate le ragioni delComune di Bolognetta. Chiusa que-sta controversia, credo che siaurgentissima la presa di coscienzadella Regione che non può gestirela vicenda "rifiuti" a colpi di Com-missari straordinari. Occorre, invece, che la Regione stes-sa capisse, con grande senso diresponsabilità, che è necessaria unanorma che deroghi al patto di stabili-tà e al tempo stesso che occorre dota-re i comuni degli strumenti finanzia-ri atti a poter pagare al salario al per-sonale addetto alla N.U.-Diversamente ragionando credo chesia facile pensare ad bluff giocatosulla testa dei sindaci, che sono por-tatori degli interessi della gente, deilavoratori ecologici e, pericolosa-mente, sulla salute pubblica".

Rino GrecoSindaco di Bolognetta

Il comune di Bolognetta vince la controversia con il Coinres

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Bollettino dell’Unione dei Comuni

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MARINEO. A due annidall'insediamento dell'am-ministrazione comincianoad arrivare i primi finanzia-menti per realizzare operepubbliche a Marineo. Seiinterventi riguardano l'edi-lizia scolastica. Due opereinteressano il consolida-mento dell'abitato e lacostruzione di un parcheg-gio. Un intervento dellaSoprintendenza porterà alrestauro dell'ultima ala delcastello, quella dell’orolo-gio. E, infine, il recuperodegli impianti sportivi el'adeguamento al risparmioenergetico del municipio. «Dopo due anni di pro-grammazione, con questeopere - dice il sindaco Fran-co Ribaudo - il Comunefinalmente potrà disporre diinfrastrutture indispensabiliper il miglioramento dellaqualità della vita dei cittadi-

ni e per lo sviluppo del ter-ritorio».In ordine di tempo, il primointervento riguarderà l'ade-guamento sismico dell'edi-ficio scolastico, che saràrealizzato grazie ad unfinanziamento del ministe-ro delle Infrastrutture. Ilavori saranno realizzatidall'Ati Roma Srl e inizie-ranno con la chiusura del-l'anno scolastico. L'importoprevisto per i lavori è dicirca 1,5 milioni di euro.Questo intervento consenti-rà la riapertura di alcunilocali inagibili, tra cui ilTeatrino scolastico di piaz-za Garfield-Lodi. Un altro intervento, di circa340 mila euro, ottenuti conun finanziamento ministe-riale, riguarda l'ammoder-namento della palestradella scuola media. I lavorisono stati già aggiudicati

alla ditta Cangialosi diMarineo. Altri 150 milaeuro verranno impiegati perdue piccoli interventi diadeguamento dei localidella scuola media allenorme di sicurezza. L'assessorato regionale allaFamiglia ha, inoltre, finan-ziato con 246 mila euro unintervento di ristrutturazio-ne dell'asilo nido comunale.L’edificio ha infatti bisognodi lavori di manutenzione edi messa in sicurezza. Per quanto riguarda il con-solidamento del centro abi-tato (zona Crocifisso), l'as-sessorato regionale al Terri-torio e Ambiente ha stan-ziato circa 2,3 milioni. Ildecreto di finanziamento èstato pubblicato sulla gaz-zetta del 14 aprile. Un secondo intervento di1,6 milioni riguarda la rea-lizzazione del parcheggioin via Roma. Quest'ultimasomma è prevista nell'ulti-ma finanziaria regionale,tra i progetti obiettivo dafinanziare con fondi Fas,assieme ad altri 600 mila

euro che serviranno perristrutturare gli impiantisportivi. Prevista la rico-struzione della strutturageodedica per palestra epallavolo e la sistemazionedel campo di calcetto,attualmente inagibile.La soprintendenza, inoltre,impiegherà 1,5 milioni percompletare i restauri delcastello Beccadelli. Si trattadell’ultimo dei restauri, checonsentirà finalmene unafruizione completa del-l’edificio cinquecentesco.L'amministrazione comu-nale ha, infine, ottenuto unfinanziamento di 150 milaeuro per l'adeguamento alrisparmio energetico dellacasa comunale. Quest'ulti-ma somma è stata previstanella finanziaria nazionale.Il consiglio comunale haapprovato il regolamentosulle attività commerciali,predisposto dall’assessorealle Attività produttive Sal-vatore Trentacosti, che con-sentirà di effettuare anche ilavori per lo spostamentodel mercatino al Gorghillo.

Marineo, sbloccate opere pubbliche per 8,5 milioni di euro

Impianti sportivi, edilizia sco-lastica, consolidamento del quartiere Cro-cifisso, parcheggio e castello.

Lavori

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Bollettino dell’Unione dei Comuni

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MARINEO. Si è svolto saba-to 29 maggio, presso l'aulaconsiliare, un consiglio comu-nale aperto, che ha visto lapartecipazione del Consigliodei ragazzi istituito presso lascuola media di Marineo.Il progetto "Consiglio comu-nale dei ragazzi" rappresentaun'opportunità, per le nuovegenerazioni, di sperimentareautentiche forme di partecipa-zione alla vita democratica, econtribuisce all'educazioneall'esercizio della cittadinanzaattiva. Il presidente del consi-glio Vincenzo Quartuccio haaperto e condotto i lavori.L'assessore alle Politiche Sco-lastiche Anna Scarpulla hariconosciuto nell'operato dellascuola "un esempio di buonapratica nell'ambito degli inter-venti volti all'educazione allalegalità e ha auspicato un dia-logo più stretto fra i diversiorgani istituzionali comunali escolastici, al fine di trovaresoluzioni ai problemi chemaggiormente interessano ilmondo adolescenziale". I con-siglieri comunali presenti

hanno illustrato ai ragazziruolo e funzioni del Consiglio,della Giunta, del Sindaco edell'Unione dei Comuni. Iragazzi si sono mostrati moltointeressati e, alla fine degliinterventi, in loro rappresen-tanza il sindaco dei ragazziFederica Li Castri ha postoalcune domande relative allecondizioni infrastrutturalidella scuola e degli impiantisportivi comunali. A risponde-re è stato il sindaco FrancoRibaudo il quale, dichiarandola propria disponibilità e sen-sibilità alle problematicheposte, ha informato i presentidell'avvenuto finanziamentodi alcuni progetti finalizzatialla messa in sicurezza, alcompletamento e alla manu-tenzione straordinaria deilocali della scuola media; ealla sistemazione e al ripristi-no dei campi di pallavolo, cal-cetto e calcio. Il Sindaco si èanche impegnato ad "offriretutte le risorse necessarieall'allestimento di un laborato-rio scientifico e musicaleall'interno della scuola".

Il sindaco Ribaudo assieme a Federica Li Castri, rappresentante dei ragazzi di Marineo

Consiglio dei ragazzi al Municipio

MARINEO. L'atletica leggera èla sua grande passione. Ha vintouna medaglia d'oro nei 400 adostacoli e una medaglia d'argentonella staffetta 4x400. Inoltre, haottenuto un 4° piazzamento nellastaffetta 4x100 e un 6° nei 100 adostacoli.Giuliana Di Galbo ha 16 anni. E'una giovane promessa dell'atleticaleggera siciliana, tesserata delCentro universitario sportivo diPalermo ed allenata da Totò Liga.Gareggia in competizioni dellaFial e del Coni. Quest'anno hacorso e vinto in rappresentanzadella Sicilia alla 14° edizione deiGiochi delle isole, che si sonosvolti dal 26 al 28 maggio nell'iso-

la di San Miguel, nell' arcipelagodelle Azzorre. Ben 22 isole parte-cipanti in rappresentanza di 11paesi. In gara nelle varie disciplinec'erano i giovani under 16 prove-nienti da Corsica, Guadalupe,Martinica, Mayotte, PolinesiaFrancese, Meeting, Malta, Mallor-ca, Canarie, Azzorre, Madeira,Corfù, Creta, Capo Verde, Jersey,Wight, Korcula, Cipro, Haiti, oltreche dalle isole italiane di Sicilia,Sardegna ed Elba. «Complimenti aGiuliana - ha detto il sindaco Fran-co Ribaudo - per le due medaglieconquistate. Le auguro di prose-guire con passione su questa stra-da, assiurando anche il sostegnodell'amministrazione comunale».

Giochi delle isole, oro e argento per atleta di Marineo

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Bollettino dell’Unione dei Comuni

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«Per anni ho resistito al richiamo di questa o quella parte, poi l’impatto traumatico...»

Sul valore dell’impegno in politicaMARINEO. A quasi dueanni dall'inizio del mioprimo mandato quale consi-gliere comunale di Marineovolevo condividere con i let-tori una serie di riflessionisul valore, oggi, dell'impe-gno attivo nella politica. Nonmi riferisco al tipico modellodi comunicazione ad uso diqueste pagine "istituzionali":l'alternarsi, cioè, di "abbia-mo fatto" ovvero "faremo".No, ciò che mi preme è svol-gere un'analisi, se mi con-sentite anche introspettiva,sul senso di "esporsi" in unimpegno politico.Per molti anni ho resistito alrichiamo, incessante e lusin-ghiero, ad ogni scadenzaelettorale amministrativa, diformare squadra con questao quella parte. All'ultimomomento, però, il buon (ocattivo?) senso mi ha sempresuggerito di stare alla larga.In ambito locale, infatti,sovente il candidarsi, il farepolitica è associato nelcomune sentire quasi ad unacontaminazione: "chi te lo fafare?", era il richiamo piùfrequente o ancora "lasciafare ai soliti volponi, tantociò che li interessa è siste-marsi le loro faccende". Conil trascorrere degli anni,però, al progressivo deterio-rarsi dei valori, dei principidemocratici, all'avanzare diuna narcotizzante indifferen-za per la vita civile e politi-ca, montava sempre più unsenso di rabbia, una brama diriscatto, una ferma volontà avolere in ogni caso mantene-re viva la speranza. Così, dopo una fugace, maintensa, primavera di espe-rienza nella cittadinanza atti-va, ho sposato un program-ma ed un progetto politicoche gli elettori marinesi

hanno premiato. L'impattocon la realtà amministrativaè stato traumatico. Ad ognipasso, ad ogni voto, ad ognidiscussione, impedimenti,scontri durissimi, strategieincomprensibili al punto dasfiancare, indurre a desistereda un gioco duro, troppoduro, per chi, animato daingenui buoni propositi,voleva tentare di dare uncontributo ad un vero cam-biamento. L'istinto a mollaretutto non mi mai abbandona-to. Continuo però a tenereduro, con ostinazione, a per-severare nel mio primariointento: convincere i mieicompagni di avventura diquanto valore aggiunto puòscaturire da un diverso mododi intendere l'impegnoamministrativo. Insistere nelvacuo gioco delle parti eridurre il dibattito ed il con-fronto politico al sordido e

rissoso teorema di uno scon-tro perenne fatto da bieco edistruttivo spirito di opposi-zione da un lato e, dall'altro,di forzata ostentazione diprocedure, non sempre osse-quiose delle regole precosti-tuite, avvalendosi della forzadei numeri, di fatto recainciampo al primario scopoche tutti gli organi istituzio-nali non dovrebbero mai per-dere di vista: il Bene dellacollettività. Un Bene che nonpuò che essere Uno. Quellostesso Bene che dal palcoogni aggregazione conten-dente alla vittoria aveva assi-curato di voler perseguire.Pur nelle enormi difficoltàdel momento a due anni dal-l'insediamento dell'Ammini-strazione Ribaudo qualcosasembra maturare, ciòdovrebbe recare conforto atutti. Così, però, non pareche sia. Mi dicono che, in

fondo, è normale. Accettarequesta equazione però, per ilsottoscritto, significa legitti-mare proprio quel sistemache causa l'immobilismo diuna società che, giorno dopogiorno, precipita in un bara-tro sociale, economico evaloriale, che proprio l'azio-ne politica dovrebbe salvarepiuttosto che affossare.Finché continuerà a sfuggireil senso stesso, etimologico,del termine politica, certa-mente i suoi frutti sarannoacerbi, per l'inconcludenza,ovvero già marci, violati dasotterfugi e maldicenze. Ciòche auspico è una nuova sta-gione di onestà intellettualein cui il primario scopo delBene comune sia la bussoladi ogni azione politica, ancheper chi, nella diversità delleidee o della militanza, sappiaanche vedere al di là deilimiti del proprio recinto,perché se l'obiettivo condivi-so è lo stesso forse sono inu-tili i muri divisori, gli stecca-ti e le barricate. Probabilmente la mia è unavisione troppo idealizzata,dicevo prima, ingenua. Eccoperché invito anche i cittadi-ni a far sentire la propriavoce ad esternare con imezzi esistenti della cittadi-nanza attiva il loro pensiero,la loro progettualità. Li solle-cito a non relegare ad unabreve parentesi ogni cinqueanni il proprio interessamen-to alle vicende amministrati-ve ad essere presenti e coin-volti nella costruzione diquella casa comune che è lacittadinanza.

Antonino Di SclafaniCapogruppo del

Partito Democratico

MARINEO. Il 26 maggio il Consiglio Comunale e l'Ammini-strazione hanno salutato e ringraziato la dipendente sig. M. RitaD'Amato, neopensionata dal primo giugno. Il Presidente delConsiglio, il Sindaco, i Consiglieri e gli Assessori hanno espres-so riconoscenza alla Signora D'Amato, rimarcandone le dotiumane e professionali e sottolineando l'impegno profuso nellavoro che ha svolto con puntualità e disponibilità verso tutti.

Comune, pensionamento di Rita D’Amato

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Bollettino dell’Unione dei Comuni

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VILLAFRATI. L'orgogliodi un piccolo paese di pro-vincia come Villafrati èvedere nascere e crescereuna donna straordinaria cheha dedicato la sua vitadonando senza inganni econ cuore sincero. Giusep-pina lavora come educatri-ce presso l'asilo comunale eama incondizionatamentetutti i suoi bambini comefossero figli suoi, colman-doli di attenzioni e di unaffetto incommensurato chesolo una donna gravida diamore può provare. Dasempre l'amore per la scrit-tura come mezzo attraversocui esprimere la possibilitàdi raccontare i drammidella sua terra, della suagente, dinanzi al propriodestino. Il suo esordio lette-rario ci offre uno spaccatoeccezionale della nostraSicilia. Nel "Figlio diGiove" ella fa vivere ai per-

sonaggi della storia sequen-ze verosimili animate daun'atmosfera soffusa delleluci e delle ombre dello spi-rito del luogo,lo spiritodella sicilianità. La bellezzadelle parole di questa pic-cola grande scrittrice stanella semplicità di saperleesprimere con assoluta con-cretezza e consapevolezza .Giuseppina Landolina citaun insieme di situazioniintrise di saggezza esisten-ziale che governa azioni esentimenti nella consape-

volezza dei limiti della vita.Il suo ultimo capolavoro"Quando l'anima è sola"edito dal gruppo Albatros ilfilo Roma, verrà presentatodal prof Giuseppe Mazzaradocente di storia della filo-sofia presso l'università diPalermo il 20 giugno al tea-tro del Baglio di Villafrati.Esso nasce da un viaggiointrospettivo che lei stessadefinisce interstizio di inte-riorità che viene strappato,non senza fatica a una quo-tidianità che allontana e

distoglie da sé. La poesiadiventa per lei strumento discavo, un dialogo intimoche raccoglie speranze,esperienze di vita condivi-sibili. Villafrati dice graziead una scrittrice che hasaputo cogliere il megliodella sua stessa anima e hafatto in modo che tuttipotessero apprezzarla cosìcome lei merita. A fineAprile l'assessore GiuseppeDi Dato e il Sindaco Giu-seppe Scalzo personalmen-te si sono recati a Roma apresiedere il tavolo pressocui la Landolina ha presen-tato il suo libro dimostran-do di essere partecipi oltreche orgogliosi di rappresen-tare una compaesana nellacapitale. In questo modo ilsuo peso individuale diven-ta un peso collettivo su cuiriflettere e far luce.

Anna Rita India

VILLAFRATI. Sabato 12e domenica 13 Giugnoal via la XV edizionedell'ULTIMA FIERAVERDE.Quest'anno la fiera verràsvolta secondo le usanzedi un tempo, infattidurante la festa, eraconsuetudine venderemanufatti per l'agricol-tura e per il raccoltoprossimo. Fino al 1970,la festa era finanziata dalcomune e in parte da

raccolte in natura. L'usodi celebrare questoevento festoso risale al1765, quest'ultimo veni-va solennizzato in pom-pa magna per volontàdel conte S. Marco, cherappresentava il simbolopiù alto del potere. La fiera verde vedecoinvolti tutti i produtto-ri agricoli che allestisco-no stend dove vengonoesposti attrezzi di lavoroe prodotti di produzione

propria. Verranno riva-lutati i prodotti agricolitipici del territorio, nonpoteva mancare la degu-stazione dei vini delle diaziende vitivinicolelocali e stend di alcunecase editrici sicilianeche esporranno e vende-ranno i loro libri, inquanto la fiera ha ancheun risvolto culturale.Inoltre la sagra della sal-siccia e delle fave perdeliziare i palati di tutti i

partecipanti. Tutto ciòsarà realizzato grazie aifondi comunali che ilSindaco Giuseppe Scal-zo la giunta comunale e icontributi della provin-cia hanno messo adisposizione per la riu-scita di una festa che hasempre rappresentato unmomento di interscam-bio per la comunità vil-lafratese e non solo.

Anna Rita India

L'assessore Di Dato e il sindaco Scalzo anche a Roma per presentare il libro

L’ultimo capolavoro di Landolina

Sabato 12 e domenica 13 giugno al via la XV edizione. In vendita prodotti agricoli

L’ultima fiera verde

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