up arte - piazza marineo news14. a francesco greco un augurio speciale per i suoi 100 anni 16. libri...

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Anno XXII Aprile 2015 €. 1,00 Copia omaggio Up Arte Mostra a Marineo Universita Popolare Let s Learn English Maltempo: Danni e disagi Premio di Poesia Salute Ricette: Pasta con le sarde: il passato che vive nel presente Calcio: Oratorio Marineo Libri e cinema

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  • Anno XXII

    Aprile 2015

    €. 1,00

    Copia omaggio

    Up Arte Mostra a Marineo

    Universita Popolare

    Let’s Learn English

    Maltempo: Danni e disagi

    Premio di Poesia

    Salute

    Ricette: Pasta con le sarde: ilpassato che vive nel presente

    Calcio: Oratorio Marineo

    Libri e cinema

  • 3. Editoriale. Non strappatemi le radici4. Nuova veste, nuovi collaboratori per La Rocca5. Fondazione: Università con oltre 60 iscritti6. Metabolismo e alimentazione7. Poeti del ‘900: da Neruda a Montale8. Poesia: al via la 41a edizione del Premio Marineo9. Let’s Learn English: spazio all’apprendimento10. Appello per scongiurare la chiusura del Castello11 Maltempo, danni e disagi a Marineo e dintorni12 Mi alzerò e andrò da mio padre13. Premio Associazioni a mons. Giuseppe Randazzo14. A Francesco Greco un augurio speciale per i suoi 100 anni16. Libri

    18. Up Arte a Marineo20. Punto di vista21. Pasta con le sarde: il passato che vive nel presente22. Osteopatia: un approccio manuale, naturale e dolce23. Stile di vita? L’attività fisica aiuta a migliorarlo24. Studiare a Torino con un pensiero fisso: Marineo26. Tirari a leva cu la classi di Turiddu D’Amuri28. Vincenza Benanti e il rogo dellaTriangle Shirtwaist 30. Anna Maida Adragna... tra la Francia e Marineo32. Progetto Comenius Lerbish: la scuola di Marineo in Europa33. Allarme OMS: “Rischio udito per l’ascolto ad alto volume”34. BP day 2015: “Abbattere la paura di essere liberi”35. Oratorio, a tu per tu con il difensore Gianni Cangialosi

    IN QUESTO NUMERO

    GLI AUGURI PASQUALIDI PAPA FRANCESCO

    Buona Pasqua! “Cristòs anèsti! – Alethòs anèsti!”,

    “Cristo è risorto! – E’ veramente risorto!”. E’ fra noi!

    Il sentimento dominante che traspare dai racconti

    evangelici della Risurrezione è la gioia piena di stu-

    pore, ma uno stupore grande! La gioia che viene da

    dentro! E nella Liturgia noi riviviamo lo stato d’animo

    dei discepoli per la notizia che le donne avevano por-

    tato: Gesù è risorto! Noi lo abbiamo visto!

    Lasciamo che questa esperienza, impressa nel Van-

    gelo, si imprima anche nei nostri cuori e traspaia nella

    nostra vita. Lasciamo che lo stupore gioioso della

    Domenica di Pasqua si irradi nei pensieri, negli

    sguardi, negli atteggiamenti, nei gesti e nelle parole.

    (…) Magari fossimo così luminosi! Ma questo non è

    un maquillage! Viene da dentro, da un cuore immerso

    nella fonte di questa gioia, come quello di Maria Mad-

    dalena, che pianse per la perdita del suo Signore e

    non credeva ai suoi occhi vedendolo risorto. Chi fa

    questa esperienza diventa testimone della Risur-

    rezione, perché in un certo senso è risorto lui stesso,

    è risorta lei stessa. Allora è capace di portare un “rag-

    gio” della luce del Risorto nelle diverse situazioni: in

    quelle felici, rendendole più belle e preservandole

    dall’egoismo; in quelle dolorose, portando serenità e

    speranza. A Maria, silenziosa testimone della morte

    e della risurrezione di Gesù, chiediamo di introdurci

    nella gioia pasquale.

    Francesco

  • Vi è capitato di ricevere piante indono? O di acquistarle? Talvoltasembrano rigogliose, con splendidifiori, però… dopo pochi giorni ap-passiscono. Forse occorre cambiarvaso, ti chiedi. Ci provi, ma ti accorgiche la pianta è priva di radici!Le quotidiane allarmanti notizie checi giungono da varie zone delmondo, in particolare da quelle ovesta cercando di insediarsi il sedicentestato islamico, ci mostrano un feroceaccanimento volto ad estirpare lamillenaria memoria di antichissimeciviltà, radici del mondo occidentale,e non solo.E’ una folle e cieca opera di deserti-ficazione. E’ facile, infatti, trasfor-mare un florido bosco in un aridodeserto, è molto difficile fare il con-trario, specialmente quando il suoloè intriso di diserbanti veleni! Questi terribili avvenimenti vannosollecitamente condannati e con-trastati, augurandosi che una paceduratura garantisca vero progresso adogni uomo e ad ogni popolo. Tantabarbarie deve interrogarci al fine dievitare che essa trovi terreno fertilepure a casa nostra.Anche in Europa e in vari altri Paesidel mondo (il nostro compreso), in-fatti, con la scusa della laicità e dellalibertà, si manifestano velati o esplic-iti tentativi di sradicamento e deser-tificazione. Laicità non é tabula rasa;non è rendere persone ed istituzioniinodori, incolori ed insapori; non èsterilizzare o omogeneizzare! L’esserlaico deve denotare un atteggiamentopositivo di rispetto e promozionedelle persone e della cultura. La veralaicità e la vera libertà, infatti, nonsono governate da logiche individua -

    listiche o colonialistiche, ma dallapromozione del bene comune. Lalaicità è un valore positivo: non è im-pedire o permettere tutto per nondispiacere ad alcuno. Essa piuttostopromuove conoscenza, dialogo, va -lorizzazione, pacifica interazione,uso responsabile della libertà.Ci sono accadimenti che debbonofarci riflettere: il rifiuto di fare rife -rimento nella Costituzione europeaalle radici cristiane, la pretesa di “lai-cizzare” feste e tradizioni tipica-mente cristiane, svuotandole dicontenuto e di senso, la carenza dieducazione ai valori in moltefamiglie e talora anche nelle isti-tuzioni civili ed educative, l’arro-gante cecchinaggio dei mass medianei confronti di valori fondanti perla persona e la società, il diserba-mento culturale di cui tanti si com-piacciono… sono forme didesertificazione ed anche di cas-trazione culturale. Sembra quasi chesi dica alla gente di sradicare secolariboschi per piantare caduche zucche,secondo i capricci della moda o delpifferaio di turno.

    Non strappiamo le radici alle giovanigenerazioni! Fondiamo la lorocrescita su forti radici, che natural-mente hanno bisogno di terreno fe-condo e ben curato, nonchédell’adeguata potatura della pianta,perché ogni albero sia florido e diabuoni frutti. Non togliamo memoriae futuro ai nostri ragazzi, riducendoliOGM o polli da batteria, bene ingras-sati per essere scannati.I terreni incolti vengono ben prestoconquistati da spine ed erbacce por-tate dai venti di giornata; sono colo-nizzati da invadente gramigna.Aiutiamo noi stessi e i nostri ragazzia fare memoria, a crescere supportatied orientati da quei valori cheesaltano la dignità di ogni persona efondano la comunità, quali il dialogo,l’altruismo, la cooperazione, l’amoreper la vita e per l’ambiente, lademocrazia, la non violenza, l’essen-zialità, la spiritualità, la giustizia…Occorre far memoria per non dimen-ticare e per costruire un futuromigliore! Ad esempio, a cosa servela festa pasquale se non aiutiamo noistessi e i giovani, sin da bambini, acomprendere il significato storico,culturale e religioso della Pasqua, ciòche la caratterizza, il messaggio chene proviene, i comportamenti piùidonei a far vera festa ….? Cultura èintelligente comprensione, non stu-pido pregiudizio!Senza ciò, della Pasqua resterannodelle briciole ammuffite di dolcipasquali, qualche sbornia o alie -nazione, alcuni sprazzi di folclore.Ancora uno sradicamento di cultura,una sterilizzazione, una perdita dimemoria e di fecondità.Buona Pasqua a tutti!

    l’editoriale

    La Rocca 3

    Non strappatemi le radici

    di Giovanni Perrone

  • la rocca

    4 La Rocca

    attiVità della FoNdaZioNe

    Incoraggiati dal Presidente e dal Consiglio per la Cultura

    delle Fondazioni, “La Rocca” rinnova la sua veste grafica

    e riceve nuova ricchezza da un volenteroso gruppo di gio-

    vani che hanno voluto intraprendere il cammino

    redazionale.

    E’ bello poter fare interagire nella preparazione del gior-

    nale, al quale la comunità marinese è affezionata (le quasi

    duemila copie stampate vengono sollecitamente ritirate

    dalle edicole e sono molto apprezzate dagli alunni delle

    scuole) varie generazioni e diverse competenze! Il dialogo

    intergenerazionale, lo sappiamo bene, arricchisce la società

    e ne accompagna il cammino.

    Anche se con risorse limitate, cercheremo di far sempre

    meglio. Naturalmente occorrerà anche la collaborazione

    di tutti, redattori e non, perché il giornale possa essere

    buono bello ed utile: un periodico che informa e nel con-

    tempo dia stimoli alla riflessione. Formazione ed infor-

    mazione, infatti, sono due pilastri della comunicazione.

    Da questo numero, per ovvi motivi di carenza di risorse, ai

    lettori viene chiesto un modesto contributo, parziale rim-

    borso per le spese di stampa. Il giornale, comunque, è dato

    in omaggio agli alunni delle scuole. Speriamo di potere

    avere il sostegno di generosi sponsor per garantire un

    servizio gratuito a tutti e per dare maggiore periodicità al-

    l’uscita del giornale.

    Nella preparazione de La Rocca tutti operano gratuita-

    mente. Un vivo grazie per il loro impegno e la loro gen-

    erosità.

    Un augurio di buona Pasqua.

    Il Direttore

    La ‘ROCCA, - Giornale periodico delle Fondazioni Culturali "G. Arnone"Piazza della Repubblica, 20 - 90035 Marineo - Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 4/93 decr. 6.3.1993

    DIRETTORE RESPONSABILE: Giovanni PerroneREDAZIONE E IMPAGINAZIONE: Nuccio Benanti

    SEGRETERIA DI REDAZIONE: Marta Raineri, Giuseppe TaorminaHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Franco Vitali, Tommaso Salerno, Totò Greco, Salvatore Ribisi, Filippo Fragale, Domenico De Lisi Claudia Ribaudo, Maria Muratore, Margherita Ferrantelli, Salvatore Pulizzotto,

    Nino Di Sclafani, Ciro Guastella, Alessio Migliorino, Erica Li Castri, Igor Calderone, Ida Rampolla del Tindaro, Paolo Catanzaro, Giusy Inguì. Giuseppe Puccio, Noemi Muratore.

    FOTO: Mario Conti (copertina), Antonio Vitrano (retro copertina)STAMPA: Tipografia Aiello & Provenzano

    Per le vostre inserzioni su questo giornale: Fondazione Arnone Tel/fax: 0918726931 [email protected] CULTURALI "G. ARNONE"

    CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Arch. Guido Fiduccia (presidente), Suor Eleonora Alongi, Dott. Marco Anello, Dott. Antonino Cutrona

    REVISORI DEI CONTI: Dott. Roberto Ciaccio

    Nuova veste, nuovi collaboratoriper La Rocca

    La Fondazione Cul-turale GioacchinoArnone è assoluta-mente estranea ai re-centi fatti di cronaca,che hanno visto ilsequestro di tre notialberghi a Palermo,gestiti dal Gruppo

    Ponte, tra i quali l’Hotel Vecchio Borgo.La Fondazione, pur essendo proprietaria dell’immobilein cui insiste l’Hotel Vecchio Borgo, non ha alcun ruolonella gestione dell’attività alberghiera in esso svolta edoggetto di sequestro giudiziario. La gestione dell’al-bergo e della re lativa attività d’impresa è esercitataesclu sivamente dal gruppo Ponte.Nessun rapporto intercorre con il gruppo alberghieroPonte, con l’unica eccezione del contratto di locazione,avente ad oggetto le “mura e gli arredi” dell’immobilein cui insiste l’hotel in questione, ed in forza del qualela Fondazione percepisce regolare canone.Inoltre, per motivi non attribuibili alla Fondazione, lagestione dell’hotel Vecchio Borgo, da più di un anno, èsottoposta ad amministrazione giudiziaria ed è condottadall’avv. Cappellano Seminara (nominato amministra-tore giudiziario dal Tribunale di Palermo). Pertanto ècon lui che la Fondazione intrattiene oggi i rapporti con-trattuali. La Fondazione è vittima di tali incresciosieventi, che le arrecano grave danno.

    Il presidente delle

    Fondazioni Culturali G. Arnone

    Arch. Guido Fiduccia

    HOTEL VECCHIO BORGO: LA FONDAZIONE DANNEGGIATA

  • attiVità della FoNdaZioNeUniversità Popolare

    La Rocca 5

    Al via dallo scorso novembre, l’Uni-versità Popolare di Marineo, forte-mente voluta dalle FondazioniCulturali Gioacchino Arnone, con-tinua ad appassionare e coinvolgerei tanti iscritti. I circa sessanta parte-cipanti, infatti, hanno accolto con en-tusiasmo l’iniziativa culturalelanciata dalla Fondazione, sce -gliendo, fra i tanti messi a dispo-sizioni, uno o più corsi. Grandesuccesso ha riscontrato quello diMedicina, tenuto dal dottore An-tonetto Provenzale, capace di coin-volgere tanti altri professionisti del

    settore che hanno collaborato nelproprio campo di riferimento: da RitaAlloro a Claudia Ribaudo, passandoper Claudia Tegoletto e per i volon-tari della Confraternita della Miseri-cordia di Marineo che hannosviluppato una sorta di “sotto corso”di BLS (Basic Life Support), tecnicadi primo soccorso che comprende larianimazione cardiopolmonare(RCP) ed una sequenza di azioni disupporto di base alle funzioni vitali.Molto seguito, inoltre, il corso di in-formatica tenuto dal professoreCarmelo Raineri che ha avuto la bril-

    lante capacità di far sì che numerosepersone, partendo da un livello moltobasso di conoscenza del computer,siano riuscite addirittura a gestire lapropria casella di posta elettronica.Importanti traguardi, poi, raggiuntidai corsi di poesia del ‘900 (con lapreside Maria Muratore) e delletradizioni popolari di Marineo doveil professore Franco Vitali, coordina-tore dei corsi tutti, è riuscito a farripercorrere agli iscritti ricordi, sto-rie, aneddoti particolari e tante altregustose curiosità della vita dei nostriavi. Ma non solo; c’è stato spazioanche per gli appassionati di Cinemagrazie al professore Totus Tuzzolinoche si prepara, insieme ai suoi “stu-denti”, a regalarci un’altra delle sueproduzioni. E poi ancora salute, conil professore Paolo Catanzaro e la suaBack School, relativa allo studioteorico e, soprattutto pratico (visto che,gentilmente, il professore ha messo adisposizione i locali della propriapalestra e le annesse attrezzature),delle tecniche per una maggiore“tutela” della schiena e della colonnavertebrale. “Non posso che ritenermisoddisfatto per il lustro che l’Univer-sità Popolare sta portando alla Fon-dazione – ha dichiarato, orgoglioso, ilpresidente Guido Fiduccia –. Il nostroobiettivo è far sì che tutto ciò sia unpunto di partenza per il futuro, cosic-chè, già a partire da settembreprossimo, più persone vengano coin-volte in questo importantissimoprogetto socio-culturale”. T. S.

    Fondazione: Università con oltre 60 iscritti dopo il successo di quest’anno, già a partire dal mese disettembre la Fondazione riaprirà i corsi per dare seguitoal progetto socio-culturale.

  • Università Popolare

    In occasione del corso dell’Universitàpopolare, organizzato a Marineo dallaFondazione, ho avuto l’occasione ditrattare nuovi argomenti, che possonoessere utili per condurre un migliorestile di vita e una corretta alimen-tazione. Tra questi ha suscitato un vivointeresse l’approfondimento sul meta -bolismo e su come questo possa essereinfluenzato da diversi fattori e come larieducazione alimentare possa aiutare acorreggerlo in maniera fisiologica. Ilcorpo umano è una macchina comp-lessa dove cellule e tessuti comunicanole une con gli altri e tutte le attività sonocoordinate tra loro. Se si pensa allaquantità di funzioni diverse che avven-gono contemporaneamente nel nostrocorpo si resta stupiti dalla precisione diquesto meccanismo. Anche adesso,mentre state leggendo, il vostro cuorebatte, pompa il sangue, l'intestino as-sorbe i nutrienti, i polmoni estraggonoossigeno dall'aria, i muscoli delle brac-cia reggono gli appunti mentre ilcervello si concentra sulla lettura edelabora le informazioni. Per soddisfareil bisogno energetico di tutte questefunzioni è fondamentale una correttaalimentazione che viene definita comel' assunzione, da parte degli organismiviventi, di sostanze semplici o comp-lesse indispensabili per la costruzionedelle strutture biologiche. Essa è il nos-tro carburante, il mezzo attraverso cuil'uomo introduce ed assimila, oltre ainutrienti, anche l'energia di cui habisogno per cui svolge un ruolo impor-tante nello stato di salute dell’orga -nismo fornendo il necessario per la sua

    costituzione e per ilsuo mantenimento.Gli alimenti sono ilmezzo attraverso cuinoi ci alimentiamo emediante la digestionee il loro assorbimento essi fornisconotutto il calore e l’energia, sotto forma diATP, per svolgere le numerose funzionidel nostro organismo. L'ATP è il com-posto ad alta energia richiesto dalla stra-grande maggioranza delle reazionimetaboliche endoergoniche. Esso vieneprodotto secondo la reazione endoer-gonica: ADP + Pi + E = ATP dai prin-cipali processi di catabolismoenergetico. Il metabolismo è il comp-lesso delle reazioni chimiche e fisicheche avvengono in un organismo o inuna sua parte. Queste trasformazionidella materia sono reversibili e sonolegate a variazioni della condizione en-ergetica. Il metabolismo si divide in dueinsiemi di processi: anabolismo, cheproduce molecole complesse a partireda molecole più semplici; catabolismo,che comporta la de gra dazione di mo le -cole complesse in molecole più sem-plici. Il metabolismo basale invecerappresenta l'attività metabolica ossial'energia utilizzata da un individuo, incondizioni di riposo mentale e fisico, inposizione supina, a digiuno da 12 ore econ una temperatura ambientale di 20gradi. Esso è influenzato da alcui fat-tori. Superficie corporea: se si aumentala superficie corporea diminuisce il me-tabolismo basale e viceversa; Età: au-mentando l'età diminuisce ilmetabolismo basale e viceversa,

    poichè, essendo il metabolismo basaleespressione principale del consumo dienergia della massa magra, con l'avan-zare dell'età diminuisce la massa mu -scolare ed aumenta il tessuto adiposo;Massa muscolare: aumento della massamuscolare aumento del metabolismobasale; Clima: diminuzione della tem-peratura aumento del metabolismobasale e viceversa; Stato di nutrizione:digiuno ed una bassa nutrizionediminuiscono il metabolismo basaleche aumenta nelle alimentazioni iper-proteiche; Febbre: il metabolismobasale aumenta del 13% ogni aumentodi 1 grado di temperatura corporea;Farmaci: i sedativi diminuiscono il me-tabolismo basale. Per rendere più immediato l’effetto chela rieducazione alimentare può averesul metabolismo è utile conoscere la Pi-ramide alimentare che mostra in modosemplice e sintetico come dovremmoalimentarci correttamente. La piramidealimentare mediterranea è stata pro-posta dai nutrizionisti americani comeesempio di alimentazione corretta. Allabase è stata posta l'attività fisica rego-lare, importante quanto un regime ali-mentare equilibrato nel garantire ilraggiungimento ed il mantenimento delpeso ideale. Le indicazioni riguardanoil consumo dei cibi.

    Claudia Ribaudo

    6 La Rocca

    attiVità della FoNdaZioNe

    Metabolismo ealimentazioneUtile conoscere la Piramide alimentare che mostra inmodo semplice e sintetico come dovremmo ali-mentarci correttamente.

  • A MORTE DEVAGARLentamente muore chi diventa schi-avo dell’abitudine, / ripetendo ognigiorno gli stessi percorsi, / chi noncambia la marca o il colore deivestiti, / chi non rischia, / chi nonparla a chi non conosce. / Lenta-mente muore chi evita una passione,/ chi vuole nero su bianco e i puntinisulle i / piuttosto che un insieme diemozioni;/ emozioni che fanno bril-lare gli occhi, / che fanno di unosbadiglio un sorriso, / che fanno bat-tere il cuore / davanti agli errori ed aisentimenti. / Lentamente muore chinon capovolge il tavolo, / chi è infe-lice sul lavoro, / chi non rischia lacertezza con l’incertezza, / chi rinun-cia ad inseguire un sogno, / chi sipermette almeno una volta di non as-coltare consigli sensati. / Lenta-mente muore chi non viaggia, / chinon legge, / chi non ascolta musica,/ chi non trova grazia e pace in sestesso: /. Lentamente muore chi dis-trugge l’amor proprio, / chi non silascia aiutare, /chi passa i giorni alamentarsi della propria sfortuna. /Lentamente muore chi abbandona un

    progetto prima di iniziarlo, /chi nonfa domande sugli argomenti che nonconosce, /chi non risponde quandogli si chiede qualcosa che conosce. /Evitiamo la morte a piccole dosi, / ri-cordando sempre che essere vivirichiede uno sforzo / di gran lungamaggiore / del semplice fatto di res-pirare.Uno scialbo pomeriggio dello scorsonovembre, mentre fuori già im-bruniva, in una stanza della Fon-dazione Arnone, un gruppetto dineofiti di diverse età aderenti all’appena costituita Università Popo-lare, si incontrava per frequentare uncorso sulla poesia del ‘900.Quel primo incontro è stato dedicatoalla lirica che avete appena letto.Erroneamente attribuita a PabloNeruda, la poesia è stata rivendicatae giustamente ripubblicata con ilnome della sua vera autrice, la scrit-trice e giornalista brasiliana MarthaMadeiros.

    Perché proprio questo testo è statascelto come apertura del corso? Larisposta è intuitiva. E’ un testo chesi addice perfettamente alla finalitàche le università popolari si propon-gono: la diffusione della cultura, lapromozione di iniziative di incontro,di dibattito, di informazione, di sen-sibilizzazione ai problemi esisten-ziali, atte a migliorare l’inserimentosociale delle persone giovani e menogiovani e renderne la vita più attiva,stimolante e partecipativa. Nei successivi incontri si è parlato dicome e perché dalla fine dell’800 inpoi la poesia è cambiata sia nellaforma testuale che nella sostanza,prestando attenzione di volta in voltaalle produzioni letterarie e alle lirichepiù significative di autori e autriciche hanno espresso e interpretato ilgrande cambiamento culturale edunque esistenziale che ha conno-tato tutto il secolo scorso, da PabloNeruda a Emily Dickinson, SylviaPath Eugenj Evtuscenco, Constan-tinos Kavafis, Wislawa Szym-borska, Salvatore Quasimodo,Giuseppe Ungaretti. Eugenio Mon-tale. Il corso si concluderà a fine aprile,poi alzeremo le vele per correre sunuove acque l’anno che verrà.

    Maria Muratore

    attiVità della FoNdaZioNeUniversità Popolare

    La Rocca 7

    Poeti del ‘900: da Neruda a MontaleFinalità: diffusione della cultura, promozione di iniziativedi incontro, di dibattito, di informazione, di sensibiliz-zazione ai problemi esistenziali.

  • Premio di Poesia

    8 La Rocca

    attiVità della FoNdaZioNe

    Superata la soglia dei 40 anni, laFondazione Arnone, tenuto conto delpositivo riscontro ottenuto dallascorsa edizione del Premio Marineo,ha ritenuto opportuno indire il bandodel 2015, pur con le ristrettezze eco-nomiche imposte dall’attuale con-giuntura. “Siamo convinti come, anche nell’e-poca di Internet e della tecnologiaavanzata, l’esigenza dell’interioritàavvicini giovani e meno giovani allapoesia - dice il presidente della Fon-dazione Arnone, arch. Guido Fiduc-cia -, ne sono testimonianzatantissimi autori che ogni anno parte-cipano al Premio, inviando le rac-colte di liriche da ogni parte d’Italia”.“In realtà - continua Fiduccia -, laFondazione compie un notevolesforzo finanziario per organizzare ilPremio, e se un auspicio possiamoesprimere in questo momento, è chequesto messaggio di cultura che parteogni anno da Marineo, possa esserecolto da tutte le Istituzioni per di-ventare a loro volta protagoniste diquesta nostra manifestazione. In talsenso il Premio internazionale dipoesia, quale iniziativa ricorrente,possiede tutti i requisiti di valoriz-zazione del nostro territorio e dellanostra gente fuori dai confiniisolani”. Di seguito pubblichiamo il bandodell’edizione di quest’anno.

    Le Fondazioni Culturali

    “Gioacchino Arnone”

    di Marineo

    Bandiscono la

    41^ EDIZIONE

    DEL PREMIO INTER-

    NAZIONALE DI POESIA

    CITTA’ DI MARINEO 2015

    Il Premio si articola in quattro sezioni:A- poesia in lingua italiana editaB- poesia in lingua siciliana inedita C- poesia in lingua siciliana editaD- sezione speciale internazionale.Partecipazione degli autori:- sezione A - gli autoripotranno parteciparemediante l’invio diuna raccolta di poesiein lingua italiana pub-blicata tra il 1° gen-naio 2014 ed il 31marzo 2015. Le opereconcorrenti dovrannoessere inviate in diecicopie, unitamente aduna scheda contenente i dati anagraficie i recapiti postali e telefonici dei poeti.- sezione B - gli autori potranno parte-cipare inviando una silloge di 30 poe-sie inedite in lingua siciliana contraduzione italiana non in versi, e chedovrà pervenire in dieci copie recanticiascuna in calce generalità, indirizzoe recapito telefonico dell’autore. Alle-gare anche copia su cd rom.

    - sezione C - gli autori dovranno in-viare una silloge edita in lingua sicil-iana, stampata fra il 1° gennaio 2014ed il 31 marzo 2015, in dieci copie,unitamente ad una scheda contenente idati anagrafici e i recapiti postali e tele-fonici dei poeti. Gli elaborati nonsaranno restituiti. Non verrannoammessi poeti che, dal 2010 in poisiano risultati già vincitori del primopremio nella stessa sezione. Il giudiziodella Commissione giudicatrice è in-sindacabile. Essa, inoltre, nell’ambitodella sezione speciale D, indicherà lapersonalità a cui assegnare il PremioInternazionale. Potrà essere attribuitauna targa premio ad un’opera stranieratradotta in lingua italiana e pubblicatatra il 1° gennaio 2014 ed il 31 marzo2015 . Tutti i concorrenti dovrannotrasmettere le opere, improrogabil-mente (farà fede la data del timbropostale), entro e non oltre il 15 maggio2015 alla Segreteria del Premio: pressoFondazioni Culturali “G. Arnone”- Pi-azza della Repubblica 20 - 90035Marineo – tel. 091 / 8726931 -- e mail:[email protected] Il vincitore del Premio della sezione A

    riceverà una borsa di studiodi Euro 1000. Al vincitoredel Premio sezione B la cuisilloge sarà pubblicata e dis-tribuita nelle librerie da unanota casa editrice, con rego-lare contratto editoriale,verrà inoltre offerta unatarga Premio. Il vincitoredel Premio della sezione Criceverà una borsa di studio

    di Euro 1000. Il vincitore del PremioInternazionale riceverà una borsa distudio di Euro 2000. E’ obbligo deivincitori presenziare al conferimentodei Premi. La partecipazione al Con-corso implica l’accettazione di tutte lenorme del presente bando. La cerimonia di premiazione avràluogo a Marineo, Domenica 6 Set-tembre 2015.

    Poesia: al via la41a edizione delPremio MarineoFiduccia: “la Fondazione arnone va avanti nella spe -ranza che questo messaggio di cultura, che parte daMarineo, possa essere colto da tutte le istituzioni”.

  • attiVità della FoNdaZioNeCorsi

    La Rocca 9

    Quest’anno, a Marineo, tra le diverseattività culturali promosse dalla Fon-dazione Culturale GioacchinoArnone , si è dato avvio con successoal corso di lingua inglese, tenuto daun esperto madrelingua con compe-tenze didattiche certificate. L’obiet-tivo principale del corso è oltre aquello di dare ai corsisti unapreparazione di base nelle principaliabilità linguistiche (Writing, Read-ing, Listening, Speaking, Interacting)anche quello di prepararli ad af-frontare con competenza e determi-nazione l’esame per ottenere laCertificazione Internazionale TrinityCollege London delle loro compe-tenze acquisite. Nel mese di maggioi nostri corsisti si presenteranno agliesami per conseguire le certificazionidi livello B1 e B2 (CEFR) ISE (Inte-grated Skills in English). Gli esamisi svolgeranno in due fasi durante lequali le prove saranno suddivise inuna parte relativa alla comprensionee produzione orale e in un’altra parterelativa alla produzione e compren-sione scritta. I candidati dovrannodiscutere un argomento (topic)scelto da loro, portare avanti unaconversazione con l’esaminatore suun altro argomento del portfolio e unaltro argomento ancora ma selezion-ato dall’esaminatore stesso. La partescritta non prevede scelta da parte deicandidati e in un’ora e trenta minuti

    dovranno svolgere due compiti(tasks) mentre ai candidati agli esamiB2 saranno concesse due ore per leprove scritte. Oggi, più che mai, investire sull’ap-prendimento e/o sul potenziamentodelle lingue straniere e sul consegui-mento di titoli riconosciuti soprat-tutto a livello internazionale e nelmondo professionale è per tutti ma inparticolare per le nuove generazionimolto importante. Il titolo diventa unpass primario per poter accedere almondo del lavoro ed aver priorità per

    avere un’adeguata collocazione.Possedere buone competenze lin-guistiche significa inoltre avere unvalido passaporto per la mobilità lin-guistica in Europa e nel mondo.

    Margherita Ferrantelli

    Let’s Learn English: spazioall’apprendimentoalunni preparati nei nostri corsi ad affrontare con com-petenza l’esame per ottenere la Certificazione inter-nazionale trinity College london.

    www.pasticcerianamio.it

  • Cronaca

    “Ridateci il Castello BeccadelliBologna!”. Così, il popolo mari-nese è insorto dopo la notizia rela-tiva all’imminente chiusuradell’importante monumento cit-tadino. Tutta colpa della ristrettezzaeconomica che ha fatto sì che laSovrintendenza ai beni culturalitrasferisse sei degli otto dipendentidel Castello marinese (consideratopresumibilmente “infruttuoso” dalpunto di vista degli introiti eco-nomici) ad altre sedi lavorative,permettendo solamente a due im -piegati di mantenere la propriapostazione al fine di sorvegliare lastruttura. Peccato, però, che ciò chepotrebbe essere considerato infrut-tuoso, ospiti l’importante museoarcheologico regionale “della Valledell’Eleuterio” ed il neonato museoetno-antropologico, inaugurato ap-pena sei mesi fa. Ad alimentare ul-teriori dubbi sulla vicenda è stato,poi, un cartello scritto a penna, af -fisso sul portone d’ingresso dell’alache ospita il museo archeologico,che recita: “Per visitare il museo,suonare il campanello”. Sempliceprovocazione? O assurda ed amaraverità che significherebbe lasciarea due soli impiegati l’incombenzadi ricevere e ospitare eventuali vi -sitatori? Per fare chiarezza sullaspinosa faccenda, la Pro Locomarinese ha organizzato, a finegennaio, un incontro cittadino invi-tando l’amministrazione comunale.“Scaduta quella precedente, il 15dicembre 2014 abbiamo ricevuto

    una proposta di convenzione daparte della Sovrintendenza, che ciavrebbe permesso di utilizzare i lo-cali del Castello per 3 anni a con-dizione che, sia il personale, sia gliinterventi di manutenzione ordi-naria, sia tutte le utenze, fossero to-talmente a carico del Comune; – hadichiarato il primo cittadino mari-nese, Pietro Barbaccia – conside -rata l’impossibilità di assumerciuna così gravosa responsabilità, cisiamo attivati fin da subito perrichiedere un incontro con l’enteinteressato, ricevendo solamentesilenzi”. Moltissimi gli interventida parte del pubblico e delle asso-ciazioni locali presenti, fortementepreoccupate per l’eventualità di unachiusura di un bene così importantee vitale per lo sviluppo della comu-nità. Per scongiurare la chiusura delmaniero, un appello era statolancia to all’assessore regionale An-tonio Purpura dal deputatonazionale del PD Franco Ribaudoe, sulla vicenda, era stato promossoun incontro con il suddetto membro

    della giunta regionale dai deputatidel’ARS Giovanni Greco eGiuseppe Lupo. Ma, ad oggi, chefine farà il Castello di Marineo?L’amministrazione comunale è allavoro nel tentativo di risolvere laproblematica e firmare, con la So-printendenza stessa, una nuovaconvenzione per la gestione delCastello Beccadelli Bologna.“Dopo una serie di incontri, siamomolto vicini alla stipula finaledell’atto; – ha dichiarato, fiducioso,l’assessore alla cultura marineseCiro Spataro – la Soprintendenza ciha richiesto un programma trime -strale di attività socio culturali (ap-provato dalla Soprintendente MariaElena Volpes) da svolgere all’in-terno del Castello e, l’apertura dellacollettiva “Up art” è un primopasso significativo che fa capirequanto vicini siamo alla risoluzionedefinitiva della questione. Con lanuova convenzione, la Soprinten-denza garantirebbe l’apertura dalvenerdì alla domenica mentre, neirestanti giorni, l’incombenza spet-terebbe al Comune”. Nell’ambitodelle attività di promozione cultu -rale che il Comune di Marineo haintrapreso d’intesa con la So prin ten -denza ai Beni Culturali ed Ambien-tali di Palermo, è stata proposta lasuddetta iniziativa denominata “Upart”, al fine di promuovere il temadell’arte nelle sue varie formeespressive come comunicazione eveicolo di emozioni.

    Tommaso Salerno

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    CoMUNità

    Appello per scongiurarela chiusura del Castellotutta colpa della ristrettezza economica: trasferiti dalla regione sei dipendenti.

  • A Marineo… la terra si è aperta. Acausa del maltempo, infatti, si èvenuta a formare una vera e propriavoragine all’interno del posteggiosito nel quartiere “Balata” che harisucchiato al suo interno due au-tovetture. Sono intervenuti i vigilidel fuoco che, dopo aver tiratofuori dal crepaccio le due automo-bili “ingoiate” dalla terra, hannomesso in sicurezza la zona, transen-nandone l’intero perimetro col sup-porto dei carabinieri della stazionelocale e del corpo di polizia muni -cipale. Contemporaneamente, informa del tutto preventiva, era statadisposta l’evacuazione di alcunefamiglie residenti nelle abitazionelimitrofe per le quali, in seguito adun sopralluogo effettuato dal capodell’ufficio tecnico marinese, non èstato riscontrato alcun pericolo im-minente. Le famiglie interessate,quindi, sono rientrate a casa dopoqualche ora mentre le autorità com-petenti opereranno continui moni-toraggi sulla zona. Secondo quantoricostruito, la voragine si sarebbe

    formata per il cedimento, dovutoalle forti piogge, della fognaturalimitrofa al canale del torrente “S.Antonio” (che percorre gran partedella cittadina); la preoccupazioneè che, proprio tale cedimento, possaandare ad incidere negativamentesulla stabilità del solaio del canalestesso che, secondo un’ispezionespeleologica effettuata poco più diun anno fa dal responsabile del-l’area tecnica locale, presenterebbediverse parti quasi del tutto “collas-sate”. Dopo tale ispezione, tramitel’ordinanza emessa il 21 Gennaio2014, è stato chiuso il parcheggiodel rione “Balata” ed è statodichiarato il divieto di transito esosta di un’altra area cittadina,quella antistante l’ingresso dellascuola materna “Don Calderone”.“Il problema è ormai noto dal lon-tano 1992 – ha dichiarato, preoccu-pata, l’assessore marinese

    Fran cesca Salerno – abbiamo infor-mato più volte la protezione civile,l’assessorato territorio e ambiente(dove ci siamo recati, parados-salmente, due giorni fa, appenaprima della voragine) e la prefet-tura, ma non è stato fatto nulla”.Vera e propria paura, invece, nelleparole dei residenti delle casa li mi -trofe alla voragine: “Bisogna chequalcuno intervenga prima chesiano le nostre abitazioni ad essererisucchiate”. Sempre a causa delleabbondanti piogge riversatesi neigiorni scorsi, un’altra voragine si èaperta lungo la strada SR 13, al km5. La via, chiusa al transito dadomenica, funge, in primis, da rac-cordo fra Marineo e Santa CristinaGela ed è oggetto di transito daparte di numerosi marinesi (e non)che, percorrendola, raggiungono leproprie abitazioni e\o le loroaziende agricole (vi è, tra l’altro,l’agriturismo Parco Vecchio). Vistala gravità della situazione e le tanteproteste da parte dei cittadini col-piti direttamente dalla calamità, ilprimo cittadino Barbaccia ha inol -trato alla Ex Provincia regionale diPalermo una nota in cui richiede unintervento urgente ed indifferibileper il ripristino della circolazione(da rammentare che, comunque, lazona interessata rientra nel territo-rio di Santa Cristina Gela). Neigiorni scorsi, sono stati registratialtri smottamenti simili nella zonadel godranese.

    T. S.

    CoMUNitàCronaca

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    Maltempo, danni e disagia Marineo e dintornia causa del maltempo delle ultime settimane danni e disagi in paese e nelle campagne.

  • Parrocchia

    Anche quest'anno, nei primi lunedì diquaresima, si sono svolte nella nostracomunità le missioni popolari. I dodicicenacoli, allestiti nei quartieri del paese,sono stati animati da catechisti e rap -presentanti di associazioni, gruppi econfraternite, con riflessioni, preghieree canti. Tema della catechesi è stata laparabola del "Padre misericordioso"(Lc 15, 11-32), da cui il titolo dato allemissioni "Mi alzerò e andrò da miopadre." Dopo un primo incontro dedi-

    cato alla preghiera e ad una presen-tazione del quadro di Rembrand, che hafatto da leitmotiv alle missioni, le altreserate sono state ispirate ai personaggidella parabola. Il celebre episodio, tratto dal Vangelodi Luca, si presta ad importanti appro-fondimenti teologici e pratici, temi chesono, peraltro, emersi dallo svolgi-mento delle catechesi e dai dibattiti conle persone intervenute ai cenacoli.Nelle comunità ecclesiali, nelle

    famiglie, come pure nella società, c'èoggi sovrabbondanza di figli che si al-lontanano dalla casa paterna, attrattidalle effimere promesse del mondo,pronti a dilapidare il patrimonio mate-riale e valoriale, accumulato da padri emaestri, cedendo alla lusinghe dell'e-donismo, della vita facile, votata all'ap-pagamento dei bisogni più esclusivi cheun mondo globalizzato sa stimolare,amplificandone la seduzione. Comenel racconto evangelico, però, benpresto le promesse di imperituro be-nessere svaniscono, lasciando il postoalle delusioni, al fallimento, alla con-sapevolezza dell'errore e del peccato. Ilrinsavire, in questi casi, è già salvezza! Non tutti, però, credono alla possibilitàdella riconciliazione e abbandonano lesperanze di un ritorno: il loro futuro èfatto di poche carrube e di porci da pas-colare, in un continuo avvitamento, chetrascinando verso il basso, condurrà al-l'annientamento dell'essere. Per chi, invece, riconosce la propriastoltezza e matura il proposito del pen-timento, non rimane che il gesto dialzarsi, lasciandosi la miseria del pec-cato alle spalle, e di avviarsi verso lacasa del Padre dove chiedere perdonocon la speranza di essere riammessi alfocolare perduto, fosse anche come ul-timo dei garzoni. Ciò che attende ilpenitente supera, però, le sue più roseeaspettative. Quel Padre, che lo avevaassecondato, che gli aveva elargito laparte di eredità, conscio dell'errore cheil figlio si accingeva a compiere, quelvecchio che aveva consumato gli occhia scrutare l'orizzonte nell'attesa del ri-torno, ora che lo intravede in lon-tananza, sporco, magro, lacero,avvicinarsi timoroso a quella casa cheun tempo abitava da padrone, gli correincontro, lo abbraccia, lo bacia, loriveste e gli infila il suo anello al dito,riconsegnandogli la dignità che era an-data perduta. Il cuore del Padre è in giu-bilo e, così, irradia questa gioia a tuttala casa: ordina che si uccida il vitello

    12 La Rocca

    CoMUNità

    Mi alzerò e andrò da mio padreMissioni popolari: allestiti dodici cenacoli. tema della ca -techesi è stata la parabola del "Padre misericordioso".

  • Importante novità per gli utentidell’ufficio postale di Marineo.Presso l’agenzia del comune del-l’entroterra palermitano, infatti, èstato istituito, a partire dal 22dicembre 2014, l’orario continuo.L’ufficio marinese di PiazzaSainte Sigolene, diretto daFrancesco Conti, sarà, quindi,aperto dal lunedì al venerdì dalle08:20 alle 19:05 ed il sabato, in-vece, sino alle 12:35. Una modi-fica importante che permetterà ai

    marinesi di scegliere, con moltapiù “calma” rispetto al passato, ilmomento giusto per pagare le bol-lette o sfruttare i diversi servizi of-ferti dall’agenzia postale localeche gode di cinque postazioni disportello ed una sala di consulenzacommerciale. Inoltre, per consen-tire il prelievo di denaro e\o ri-cariche e pagamenti, è statoinstallato, all’esterno del locale,uno sportello automatico ATM infunzione 24 ore su 24. T. S.

    CoMUNitàParrocchia

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    Poste, istituito l’orario continuo a Marineo

    grasso e si faccia festa per il figlioritrovato. Un lieto fine dunque? Nondel tutto. Se son tanti, infatti, i figli chepartono prendendo strade incerte ed in-seguendo sfuggenti sogni, sono altret-tanti coloro che rimangono; ancoratialle certezze, alle comodità; figli cheallo spirito di avventura contrappon-gono la concretezza di quel posto sicuroe di quella supervisione di chi si assumele responsabilità delle scelte; pronti,però, poi, a recriminare, offesi della pa-terna accondiscendenza nei confrontidel prodigo figliolo che torna sconfittodalla vita. Come non comprenderne ildisagio? Quale riconoscimento per chi,ossequioso delle regole della casa, si èspaccato la schiena nel lavoro deicampi? Per il dilapidatore dellesostanze familiari si immola il vitellograsso; chi ha invece servito, docil-mente e nell'ubbidienza, non ha mai ot-tenuto manco un capretto per far festacon gli amici. Si ripropone l'eterno dilemma che af-fligge da tempo i giusti: possibile che aleggere bene tra le righe dei Vangeli c'èsempre un pubblicano pentito, unaprostituta redenta, un ladrone buonoche, in extremis, ti sfila sotto il naso ilposto in paradiso?Ci si affanna a portare la BuonaNovella nei più remoti angoli del pia -neta, per poi accorgersi che l'evangeliz-zazione richiede un ripensamento inloco. Necessita una ripartenza perquesta umanità stanca e sfiduciata, di-visa tra timorosi peccatori che anelanol'abbraccio e boriosi e indispettiti"buoni" che quell'abbraccio negano.Fortunata coincidenza, (o Provvi-denza?), ha voluto che proprio alla finedi queste missioni dedicate al perdonodivino giungesse l'annuncio di papaFrancesco dell'indizione di un annosanto della Misericordia. Quale occa-sione più propizia per ridiscutere i no -stri cammini di ri-conversione? Buona Resurrezione.

    Nino Di Sclafani

    Totus Tuzzolino ha con-cluso, dopo anni e anni diintenso lavoro e di mi -nuziose ricerche, un vero eproprio documentario natu-ralistico. Un prodotto audio-visivo di carattere in -for mativo, scientifico, divul-gativo finalizzato alla diffusione econoscenza dei diversi aspetti pae-saggistici del nostro territorio e lameravigliosa riserva del bosco di Fi-cuzza. Un documentario dove s’im-pone la realtà di un ecosistemanaturale, che mette in risalto la bio-diversità presente nel bosco. Talebiodiversità è legata alle fluttuazionistagionali e vengono presentati imecca nismi che regolano la dina -mica degli ecosistemi e rendonopossibile la diversità degli organismiviventi alla luce dei vari cambia-menti climatici, un perfetto equili -brio frutto delle strategie uti lizzatedalle piante e dagli animali per af-frontare le difficoltà associate al-

    l'ambiente boschivo.Il titolo del documentario è“Sulle rive di Cefiso”. Ildocumento mette in risaltoil narcismo dell’uomo che,preso dalla vanità e dal suoego, non riesce a scoprire,o meglio a vedere, il me -

    raviglioso mondo che lo circonda.

    Fiera a Le Puy,

    opportunità

    per i marinesiDal 23 al 31 maggio avrà luogo aLe Puy (il caratteristico capoluogodell’Alta Loira, a 30 km circa daSainte Sigolène) la tradizionalefiera. Gli artigiani marinesi chedesiderano partecipare potrannoessere ospitati per circa tre giornidalle famiglie sigolenesi. Gli inte -ressati potranno rivolgersi al Comi-tato di gemellaggio.

    A Marineo documentariosu ambiente ed ecosistema

  • Cronaca

    Nella rosa delle personalità di cittadiniillustri che hanno contribuito con la loroopera alla crescita culturale della nostrasocietà , secondo le norme che regolanolo statuto del premio, la giuria ha sceltodi soffermare l’attenzione sulla person-alità e l’operatività di coloro che si sonodistinti per la salvaguardia dei Beni Cul-turali della nostra città e nel campodella loro valorizzazione e fruizione ar-recando anche benefici economici e cre-ando nuovi posti di lavoro per i giovaniche operano in tale ambito. La figura ela personalità di Monsignor GiuseppeRandazzo e la sua attività a favore delPatrimonio culturale dell’Archidiocesidi Palermo, connessa al Suo ruolo di re-sponsabile dell’Ufficio Beni CulturaliEcclesiastici assegnatogli sin dal tempodel governo del Cardinale SalvatorePappalardo e continuato fino ad oggi , ecome direttore del rinnovato MuseoDiocesano, è stata riguardata con parti-colare attenzione da tutti i componentidella giuria che ha ampiamente consi -derato, discusso e giudicato favorevol-mente il Suo curriculum di intellettualee operatore culturale, che nell’ambitodel suo status di sacerdote ha saputo co-niugare i valori religiosi con quelli dellacultura laica e concorrenti in abitopolitico e sociale con le esigenze delleistituzioni da lui diretteVa infatti ascritto a suo merito l’avereiniziato, da un lato l’opera di riorganiz-zazione delle strutture culturali isti-tuzionali dell’Arcidiocesi, e dall’altro diavere riaffermato il valore culturale delpatrimonio ecclesiastico-monumentaledella nostra città. Patrimonio che, lasci-

    ato all’incuria e al degrado conseguentiprima ai danni provocati dai bombarda-menti bellici del ‘43, poi all’inarrestabileabbandono del Centro Storico e del suoimmenso patrimonio, veniva finalmenteriproposto all’attenzione della società edella cultura dalla sensibilità operativadi monsignor Randazzo che, parallela-mente all’azione di salvaguardia etutela, diede inizio ad un razionaleprocesso di riappropriazione, restauro econservazione di monumenti e opered’arte, restituendoli alla fruizione pub-blica. In quest’ultima direzione si eviden-zia il progetto “100 chiese aperte”,attuato in sinergia con il Comune diPalermo, che per la prima volta ha garan-tito la piena fruizione e la conoscenza dichiese e oratori a quel tempo ben poco

    posti all’attenzione di una vasta cittadi-nanza. Egualmente importante è stato ilprocesso di sensibilizzazione da lui con-dotto nei confronti dei responsabili dimolti di quei beni per accedere ai con-tributi della Comunità europea o alcoinvolgimento di sponsor privati, otte-nendo l’installazione di adeguati sistemianti intrusioni, indispensabili per lim-itare l’inarrestabile ondata di effrazionie furti di opere d’arte. Allo stesso modol’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici dalui diretto ha sistematizzato i necessariprotocolli per l’accesso ad altri fondiCEI con finalità culturali, come quelliper i musei, le biblioteche e gli archividella Diocesi e degli ordini religiosi,nonché per l’esecuzione dei restauri delpatrimonio artistico e monumentale. Trai beni recuperati spiccano le chiese e glioratori che contengono le opere di Gia-como Serpotta, divenute ormai fattoredi attrazione culturale e turistica per lacittà, in quanto rese finalmente visitabilie fruibili e riconosciute per la loro im-portanza non soltanto sul piano dellacultura locale, ma perché rappresentatividella cultura italiana ed europea.Tra le tante iniziative culturali di mons.Randazzo si citano:- il progetto di apertura minimale conindagini del sarcofago porfireo di Fed-erico II, da lui diretto personalmente;- le mostre sul territorio e quelle succes-sive ai restauri delle grandi tele diMatthias Stom e del Crocifisso di VanDyck, allestite a Palazzo Alliata di Vil-lafranca che dal 2009 è stato riaperto aivisitatori (opere restaurate nel Labora-torio del Museo diocesano, che si pro-

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    attiVità della FoNdaZioNeCoMUNità

    Premio Associazioni amons. Giuseppe Randazzoil Forum delle associazioni, nell’ambito regione Sicilia, ha assegnato il premio 2014al direttore del Museo diocesano di Palermo. la motivazione della commissione.

  • pone come fulcro dell’attività direstauro della Diocesi e, in forza di unaconvenzione con il corso di Laurea inConservazione e restauro dei Beni Cul-turali dell’Università, ospita, già da al-cuni anni, tirocinanti e allievirestauratori).All’interno della Curia è stato di granderilevanza avere riattivato sotto la di-rezione di mons. Randazzo due dei prin-cipali istituti culturali della Diocesi:- L’archivio storico, riaperto dopo de-cenni di chiusura e reso fruibile quotid-ianamente, è stato progressivamenteperfezionato incrementando lacollezione, mediante ampliamento deglispazi e acquisizioni di documentazionea rischio nel territorio, organizzando in-iziative di valorizzazione e conoscenzae garantendo una corretta conser-vazione.- Il Museo, che ha riaperto i battenti nel2004, dopo circa due decenni, con unnuovo allestimento che lo qualifica tra imusei diocesani più importanti, segna-landosi, nei dieci anni dalla sua riaper-tura, per la partecipazione a numerosemostre nazionali e internazionali cui ilMuseo ha aderito con prestiti che hannodiffuso la conoscenza del territorio oltrei confini nazionali. Ciò che ha consen-tito fra l’altro l’istituzione della collanascientifica editoriale “Museo diocesanodi Palermo: studi e restauri” (diretta dalvicedirettore Pierfrancesco Palazzotto),che ha già prodotto otto volumi illustra-tivi delle opere restaurate da Mauro Se-bastianelli e dagli allievi.Considerate pertanto la Sua lunga e di-uturna opera di operatore e le sue bene-merenze in favore del patrimonioculturale della nostra città, la Giuria haattribuito la decima edizione 2014 del“Premio Forum delle Associazioni” diPalermo a Monsignor Giuseppe Ran-dazzo, componente del Capitolo dellaCappella Palatina, delegato arcivescov-ile per i Beni temporali e Direttoredell’Archivio storico e del Museo dellaDiocesi di Palermo.

    attiVità della FoNdaZioNeCronaca

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    CoMUNità

    Francesco Greco – don Ciccio,come a Marineo lo chiamano con af-fetto gli anziani – ha raggiunto l'in-vidiabile traguardo dei cento anni,godendo di ottima salute e perfettamemoria. Don Ciccio conduce dadiversi anni, quasi a ricompensa diuna vita di travagli che i tempi duridella guerra gli hanno riservato,un'esistenza tranquilla, circondatocom’è dalle cure e dall'affetto dei fa-miliari e degli amici. Di recente, convisibile orgoglio, ha accompagnatoall’altare la figlia Maria. Rappre-senta in paese un libro vivente dimemorie, una rara fonte di notizieorali, proiettato com’è, ancor oggi,verso un futuro che gli auguriamolungo e sereno. Quinto ed ultimofiglio di Maria Pecoraro e CarloGreco, è nato a Marineo il 24 marzo1915. Nel giugno del 1940, alloscoppio della seconda Guerra Mon-diale, venne richiamato alle armi. Sitrovò a Bari in procinto di essere im-barcato per l’Albania, dove prestòservizio nel Genio telegrafisti peroltre due anni col grado di sergente.Nel 1943, ignaro delle nuove vi-cende belliche che si erano verificatedopo l'8 Settembre con la caduta diMussolini, in Serbia fu fatto prigion-iero dagli ex alleati tedeschi vicino aSerajevo, non senza la sorpresa e lostupore che molti militari italianisbandati provarono in quei frangenti.Spedito in Germania nel campo diconcentramento di Oberkochen, nelbacino metallifero del land Baden-Wurttermberg, fu costretto a lavorareper due anni in un'officina mecca-

    nica che costruiva mitragliatrici.Francesco ricorda ancora oggi, coltono lieve e talvolta scherzoso checaratterizza il suo racconto, quei dueterribili anni di lavoro coatto, di so-prusi e di fame. Il 17 aprile del 1945morirono 59 persone. Tra le rovinedi una Germania sconfitta, fu liberodi tornare a casa nel settembre del1945. A Marineo l’attendeva lafamiglia rimasta per lungo tempopriva di sue notizie. Tovò lavoro in-sieme al fratello Salvatore nel boscodella Ficuzza e nelle forniture deimateriali per la costruzione di stradee della diga dello Scanzano. Il padreCarlo, che dal 1948 al 1952 era statosindaco di Marineo, lo incoraggiò adare anch'egli il suo contributo nel-l'amministrazione del Comune. Dal1952, Francesco Greco ricoprì inca -richi non secondari di consigliere co-munale e assessore, compreso quellodi vicesindaco, nelle giunte che sisusseguirono. Poi, stanco delle lottesenza quartiere nella politica locale,prese la decisione di ritirarsi a vitaprivata.

    Ciro Guastella

    A Francesco Greco un augurio speciale per i suoi 100 anni

  • Cronaca

    16 La Rocca

    CoMUNità

    EXBIT: IL PRIMOPREMIO PROVINCIALE AGLIALUNNI MARINESI

    Agli alunni della quinta primariaC dell'Istituto comprensivo diMarineo, è stato assegnato il primopremio all''EXHIBIT di" ESPE-RIENZA INSEGNA”di PALER -MO SCIENZA, per originalità,chiarezza,proprietà di linguaggio evivacità d'espressione. La mostracon il tema: "LUCE, CIBO EDENERGIA" si è svolta presso l'U-niversità di Palermo, dal 21 al 28febbraio 2015. Vi hanno parteci-pato centinaia di ragazzi e gio-vani, alunni di scuole di ogniordine e grado, università, Enti eAssociazioni. Gli insegnanti An-tonella Puccio, che ha guidato iragazzi in laboratorio, e GiuseppeSpinella, che ha curato il video e ilmontaggio, ritengono che talepartecipazione, incentivata dalladirigente scolastica, AntoninaLampona, è stata un'esperienza daripetere, ricca di stimoli culturali,intrecci sociali e conoscenze signi -ficative, che hanno arricchito ilpatrimonio culturale e sociale deiragazzi, stimolando la loro atten-zione e competenza verso ilmondo scientifico e la loro autono-mia di pensiero e di azione.

    GEMELLAGGIO: SCAMBIO DI CLASSI 31° ANNO

    Come da tradizione ormai trentennale, un centinaio di alunni delle scuoleelementari di Sainte Sigoléne è stato ospite a Marineo per una settimana.Nel corso della loro permanenza, oltre a varie attività coi loro coetaneimarinesi, sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio Comunale diPalermo e hanno visitato Palermo, Monreale, Agrigento, Vulcano. Glialunni marinesi saranno ospitati a Sainte Sigoléne dal 16 al 23 maggio.Anche in Francia gli alunni saranno ospitati dalle famiglie sigolenesi esvolgeranno varie attività didattiche e di scoperta del territorio. Le attivitàdel gemellaggio sono organizzate grazie all’interazione tra le scuole, leamministrazioni comunali e i comitati di gemellaggio delle due cittadine.

    Auguri a Totò Randazzo per “80 primavere di bellezza”

    Un'importante ricorrenza: ottanta primavere diTotò Randazzo (nato il 16 febbraio 1935) ed unnuovo libro di poesie in corso di stampa. Ognimattina è per lui un nuovo risveglio e un nuovoprogetto. Amico di Ignazio Buttitta, poeta, mu-sicista e scrittore, è capace di slanci e caparbietàtipiche della sua multiforme natura. Fa parte diquella generazione sopravvissuta al secondo con-flitto mondiale e approdata ai mitici anni ‘50.

  • Cosa fareste se vi trovaste senzaun soldo e senza un posto dovedormire ed uno sconosciuto ar-rivasse e vi regalasse tutto ildenaro che vi serve per rimetterviin piedi? E cosa pensereste sequell’uomo non volesse restituitoil denaro ma solo che voi, ripresa

    in mano lavostra vita,faceste unadonazione aduna santa?Accetteresteo lo prende -reste perpazzo?Questo è ildilemma chesi trova a vi-vere il pro-

    tagonista del racconto scelto peraprire la nostra rubrica sulla let-teratura. Il testo in questione è “Laleggenda del santo bevitore” delloscrittore austriaco Joseph Roth,pubblicato postumo nel 1939. Ilracconto è una sorta di testamentoletterario dell’autore, che dopoaver vissuto in Germania sitrasferì a Parigi, sfuggendo allaprime leggi razziali naziste evivendo tra miseria ed alcol gli ul-timi anni della sua vita. È proprioParigi il luogo dove il protago-nista del libro (Andreas) decide dirifugiarsi dopo avere ucciso ilmarito dell’amante. Sotto i pontidella Senna per Andreas cominciala straziante dispersione della suavita che lo porta a diventare un al-colizzato e soprattutto un vinto…uno che aspetta che la fine arrivisenza dispiacersi più di tanto pre -

    ferendo la vita da clochard adogni tentativo di risalita dal-l'abisso. All’improvviso perònella vita di Andreas accade unfatto straordinario: un enigmaticosconosciuto gli si avvicina e senzanemmeno presentarsi gli fa donodi duecento franchi. L’uomo, ap-pena convertitosi al cristianesimoe devoto fedele di Santa Teresa,chiede solo una cosa in cambio adAndreas: di sdebitarsi restituendoil favore facendo un’offerta ladomenica successiva nella chiesadov’è custodita una preziosastatuetta della Santa . Andreas ac-cetta la proposta ma ogni voltache ha il denaro in tasca per sal-dare il proprio debito non resistealla tentazione di usarlo per rin-correre vizi e piaceri, e la resti-tuzione di quel denaro diventa lasua tormentata ragione di esistere.La sua vita sarà animata da unacontinua lotta contro se stesso,una lotta tra la dignità di chi hafatto una promessa e la fragilità diun uomo che non riesce a nonfarsi del male. Il tutto verrà com-plicato da inaspettati quanto in-credibili incontri che sposterannole lancette del tempo indietrofacendo rivivere ad Andreas ipochi momenti di felicità dellasua vita, che ormai credeva persitra i ricordi. La conclusione mi -stica del racconto amplifica la notaautobiografica dell’autore, quasidel tutto rassegnato, negli ultimianni della sua vita, ad un destinogià scritto, e in cui il susseguirsidelle sue azioni sembra portare co-munque ad un unico finale.

    Alessio Migliorino

    arti e SPettaCololibri

    La Rocca 17

    La leggenda delsanto bevitore

    Festa mobile è il librodel non ritorno e dell'ad-dio di Hemingway. Pub-blicato postumo grazieall'editing della suaquarta moglie, Mary, èl'opera in cui lo scrittoreripiega in sè stesso lavoglia di scoprire unnuovo motivo di rac-contare mediante la suastessa storia. Egli decidedi narrare al lettore parte della sua giovinezza,tinta di povertà, felicità e amore per la suaprima moglie Hadley. Hemingway, ormaistanco e malato ma soprattutto cosciente di es-sere ormai giunto al culmine della propria vitae ancor più della propria carriera, decide dicondividere il pacchetto di ricordi piùprezioso, quello della sua amata Parigi. Cele-bre la sua affermazione: "Se hai avuto la for-tuna di vivere a Parigi da giovane, ... essa tiaccompagna, perchè Parigi è una festa mo-bile". Volendo raccontare proprio la sua espe-rienza, lo scrittore offre al lettore la possibilitàdi toccare con mano la capitale francese, ri-porta di boulevards, hotel, bistrot, cafè, delleluci e dei colori di Parigi; ma soprattutto ri-esce a far sospirare al destinatario del ro-manzo il pullulare di istanze artistiche, che siapittura, poesia o prosa della città. Festa mobileracconta dell'Hemingway giovane scrittoreche muove i primi passi nel mondo dell'artegrazie all'incontro con Gertrude Stein ed EzraPound. Non a caso nell'opera compaiononomi come Aleister Crowley, Scott Fitzgerald,Ford Madox Ford, Hilaire Belloc, John DosPassos e James Joyce. Legato fortemente airicordi, Hemingway vuole trasmettere l'ideache la vita va intesa come una festa mobile,sempre in movimento che si coniuga perfet-tamente in sintonia con l'animo degli artisti ela creatività che popolano la sua Parigi.

    Erica Li Castri

    Festa mobile

  • Una mostra collettiva ospitata nella sala conferenze del Castello Beccadelli. a con-fronto pittori, scultori, fotografi di stili, caratteri e tendenze artistiche diverse.

    Mostre

    Il 27 marzo 2015 è stata inauguratauna collettiva d'Arte nel suggestivoCastello Beccadelli a Marineo con ilpatrocino del Comune di Marineo edella Sovrintendenza dei Beni Cul-turali di Palermo. La sala conferenzedel Castello diviene contenitored'arte, è lì che gli artisti (scultori, pit-tori, fotografi) incrociano i propridestini, dialogando, non con le pa-role, ma ognuno con il proprio sin-golare linguaggio. Essi siconfrontano in quello che è il cambi-amento socioculturale in atto.

    Ognuno lo fa attraverso la propriaricerca, testimoniando brandelli diverità, finzione, interpretazione... conun unico talento, una serena rifles-sione collettiva, un contributo al de -stino dell'uomo nel suo divenire. Sicelebra tutto! La forma, la sostanza,il pensiero, l'etica, la morale, la vio-lenza ed infine si evince la propen-sione verso nuove speranze.Ovviamente una Collettiva d'artenella quale si confrontano contempo-raneamente pittori, scultori, fotografidi stili, caratteri e tendenze artistiche

    completamente diverse tra loro puòcreare qualche problema di omo-geneità e uniformità nella lettura, matutti gli artisti, ognuno con le propriecapacità e possibilità hanno con-tribuito a rendere l'esposizione unica,particolare ed interessantissima. L'u-bicazione di una mostra in un luogosimbolo della cultura, della socializ-zazione, della stessa vita quotidianadi Marineo e dei marinesi, nel mo-mento in cui esso stesso sta avendomomenti di incertezze e di crisi,anche per il suo futuro, ha stimolato

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    Up Arte a Marineo

  • maggiormente lo spirito degli artistiche da sempre tra i loro scopi met-tono in primo piano quelli sociali,culturali prima ancora di quelli stret-tamente artistici. Ecco che alloraartisti sconosciuti come lo scultoreMario Pecoraro di Marineo, che dadecenni crea forme di notevole pre-gio scolpendo pietre dure, marmi,ciotoli di fiume con forme plastichespaziando tra il classico ed il mo -derno, si confronta con il maestroEnzo Puleo scultore classico e geniodell'anatomia reggendo benissimo ilparagone o con lo scultore/pittoreVincenzo Deguardi che dipinge conlo scalpello le sue sculture escolpisce i suoi quadri facendo ditutto un unico prodotto artistico omo-geneo e armonioso non meno inte -ressante è il gruppo delle "Signore"dell'arte provenienti dalla scuola del-l'Accademia di Belle Arti di Palermo,guidate dal maestro Ninni Sacco. LaSeicaru, la Lippa, la Badagliacca,che con disinvoltura si confrontanocon il maestro Tommaso Serra checon le sue opere "Materiche" dai co -lori caldi morbidi e avvolgenticolpisce con "coltellate" profondema dalla sensibilità infinite. Di

    notevole interesse risultano i dueGreco anche essi del gruppo deimarinesi insieme a Taormina, Ca -labrese, Arnone, ed il sopra citatoPecoraro, con la loro gradevolissimaPOP-ART o Giovanni Acuto e Um-berto Benanti dalle prestigiosissimascuola Sucato-Carbone, lo stessoGiusto Sucato, che con le loro operescrivono un capitolo a parte nelmondo dell'Arte Contemporanea. In-serito nel contesto artistico anche secon percorsi completamente diversi

    troviamo il fotografo Mario Zri Contiabile ed acuto osservatore della realtàche con un occhio particolarmenteabile riesce a cogliere particolari aipiù insignificanti che egli trasformain movimenti d'arte. Infine, ma nonper ultimo, in una impossibile scaladi merito emergono Diego Spinelli eValentina Morello con le loro pit-ture/istallazioni con le quali riesconoa provocare stimolare e far discuterecome da sempre ha fatto la vera arte.

    Salvatore Pulizzotto

    arti e SPettaColoMostre

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  • Cinema

    POV OF THE DEAD: è questo iltitolo del cortometraggio che la scorsaestate Il Battello Ebbro, da un’idea diFilippo Fragale, si è cimentato a real-izzare. Questo film nasce dalla vogliadell’associazione di affrontare nuovisistemi di narrazione visiva oltrequello teatrale. Il progetto si prefigge di sperimentareprincipalmente tecniche cinematogra-fiche diverse dagli standard, mettendola storia al servizio della regia e nonviceversa, come di consueto. Percapire quale deve essere la chiave dilettura da utilizzare al fine di unachiara visione del cortometraggio,bisogna comprendere la doppiavalenza del titolo. POV, acronimo diPoint Of View (punto di vista), da unlato enuncia il tipo di inquadrature uti-lizzate, quelle in soggettiva, dove lospettatore vede i fatti con gli occhi delprotagonista, mentre dall’altro prean-nuncia un concetto di relativismo. In-fatti, sostiene l’esistenza di tanteverità quanti sono i soggetti interes-

    sati. Ciò verrà poi riscontrato nelcorso della visione. La storia è suddi-visa in quattro capitoli, ognuno deiquali vede come protagonista uno deiquattro personaggi presenti. Ciò che ilcortometraggio vuole raccontare è uninsolito dramma familiare, tinto di at-mosfere noir, del quale i fatti portatisullo schermo non rappresentano chela fase finale degli eventi. Neanche a parlarne, la produzione siè presentata non priva di intoppi, ali-mentati soprattutto dall’inesperienzasul campo e dalla mancanza di attrez-zature adeguate, alcuni fortunata-mente superati grazie alla fantasiadegli addetti ai lavori. Ci si è resiconto di come una storia possaevolversi dal suo concepimento allasua divulgazione, in quanto non bas-tano le diverse stesure della sceneg-giatura a definire un racconto, chepuò subire mutamenti durante la fasedi riprese e successivamente ulterioridefinizioni nella fase di montaggio. Sebbene il progetto non sia da consid-

    erarsi riuscito in toto, è sicuramentestato utile ai suoi realizzatori per com-prendere i meccanismi che portanoalla realizzazione di un prodotto cin-ematografico. Questo è stato il primodi una serie di esperimenti. Ci si au-gura che questi possano dare vita alavori via via migliori, il prossimo deiquali è attualmente in fase di scrittura.Il video in questione si trova sulla pi-attaforma di Youtube ed è fruibile at-traverso la scansione, tramite appositaapp, del codice QR qui riportato. Lecritiche al film saranno utili permigliorare la qualità dei prossimi la-vori.

    Salvatore Ribisi

    Filippo Fragale

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    arti e SPettaColo

    Punto di vistaCortometraggio del Battello ebbro: storia al servizio della regia.

  • Tradizionale pasta con le sarde innovativa:

    1 kg di finocchietto selvatico500 grammi di sarde600 grammi di pasta (mezze maniche) 150 grammi di cipolle tritate30 grammi di acciughe50 grammi di pinoli50 grammi di ribes50 grammi di mandorle atturrate 2 grammi di zafferano50 grammi di olio extravergine d’olivaSale, pepe nero

    Procedimento:

    Lessare i finocchietti in acqua leggermente salata, dovepoi cuocerà la pasta. Tritarli e soffriggerli con le cipolle,le acciughe diliscate, il pepe, i pinoli, lo zafferano, l'uvapassolina, l'olio e metà delle sarde. Lessare la pasta nell'acqua dei finocchietti, scolarla ed amalgamarla con dueterzi della salsa preparata precedentemente. Trasferiretutto in un tegame, coprire con il resto delle sarde passatenella rimanente salsa, cospargere di mandorle abbrustolitee tritate e infornare per 10 minuti. Decorare con i ribes.

    arti e SPettaColoCucina

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    La pasta con le sarde è unpiatto tipico della gastrono-mia siciliana, nato nellanostra isola mol tissimi annifa, precisamente a Palermoe dintorni. Gli ingredientiprincipali di questapreparazione sono: lesarde, la pasta (nel for-mato dei bucatini), ilfinocchietto selvatico, ilsugo di pomodoro e lacosiddetta “muddica attur-rata”, ovvero del pangrat-tato tostato in padella. Disolito, si prepara in occa-sione della festa di SanGiuseppe e/o nel periodoin cui si riescono areperire gli ingredientifreschi, andando a rac-cogliere, ad esempio, ilfinocchietto selvatico di-rettamente in campagna.La tradizione può esseretramandata fedelmente nelpresente oppure essere at-tualizzata, nello specifico,pensando e concependo ilpiatto in maniera contem-poranea, pur restandosempre fedeli alle radici.Ne è un esempio lo chefFrancesco Paolo Cascinoche mette, al posto delle

    cipolle, degli scalogni eduno spicchio d’aglio, sfu-mando il soffritto con unbicchiere di vino bianco eusando le sardine invecedelle acciughe. Altre vari-anti della tradizionalepasta con le sarde propon-gono il completamentodella cottura in forno, o lozucchero in sostituzionedel sale nella tostaturadella muddica atturrata,ottenendo un sapore sim-ile al caramellato, oppureaggiungendo zafferano oribes o cereali o mandorleo, addirittura, il cambiodel formato di pasta inrigatoni o mezze maniche,che non sono i tradizionalibucatini ma, per la loroforma, perfettamente ingrado di “ingabbiare” ilcondimento. Infatti, credoche le ricette si debbanoconsultare non solamenteper replicarle, ma ancheper trarne l’ispirazione epersonalizzarle, mettendoil proprio io ed il proprioamore dentro al piatto,rendendolo in questamaniera unico.

    Totò Greco

    Pasta con lesarde: il passatoche vive nel presentericetta di un piatto tipico della cucina siciliana.

  • Salute e benessere

    L'osteopatia, attraverso delle tecniche manuali, mira aristabilire l'armonia, il buon equilibrio e la buon mobilitàdella struttura scheletrica di sostegno del corpo. Ma ciòche più conta, la terapia è in grado di alleviare il dolorecausato da diverse affezioni o patologie, dal neonato al-l'anziano, negli sportivi. Nella metodica Osteopatica nonvengono utilizzati i farmaci, ma solo le mani del terapista.Si utilizza un approccio naturale e dolce.I risultati sono spesso sbalorditivi: nel caso di alcunitipi di lesione, come "colpo della strega", una semplicemanovra può togliere immediatamente il dolore e as-sicurare al paziente un'immediata posizione eretta. Laterapia può risolvere o diminuire mal di testa, ernie, oaddirittura ridurre i problemi causati dall'artrosi.Certo, l'osteopatia non può intendersi come una terapiamiracolosa, ma di certo importante e complementaredella medicina cosiddetta tradizionale. L'osteopatiaperò non ha solo un approccio strutturale, cioè basatosui disturbi delle strutture ossee, muscolari e articolari;esiste anche il viscerale che si interessa della relazionedei disturbi con gli organi come il fegato o lo stomacoPoi c'è l'approccio fasciale che studia e analizza le re-lazioni tra disturbi della locomozione, dolori o lesionicon le tensioni causate dalla "fascia", ovvero la mem-brana (tessuto connettivo) che ricopre i muscoli. Latensione che si viene a creare in un punto della fascia,per un disturbo o per un trauma, può creare alterazioniaddirittura in un altro punto del corpo. Il test che il

    tera pista effettua al paziente permette di individuare ilpunto di maggior tensione per operare sulla causa pri-maria del dolore.La terapia cranio sacrale è usata per localizzare o ri-solvere svariati problemi, incoraggiando i naturalimeccanismi di autoguarigione del corpo, migliorandola mobilità del canale durale e delle membrane in-tracraniche, dissipando gli effetti negativi dello stress.C'è anche l'approccio "somato emozionale", studiatodal medico americano John Upledger che ha verificatocome il corpo memorizzi fisicamente i problemi emo-tivi, creando delle cisti di energia, cioè dei punti dovela rabbia, lo stress o i traumi psicologici sfociano inun dolore o in una patologia fisica.

    Paolo Catanzaro

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    iNForMaZioNe e ForMaZioNe

    Osteopatia: un approcciomanuale, naturale e dolceNon è una terapia miracolosa, ma di certo complementare della medicina tradizionale.

  • iNForMaZioNe e ForMaZioNeSalute e benessere

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    No, non c’è tempo per cambiarlo,sempre di corsa e senza il tempoanche solo di pensare. Trovareanche quello per prenderci cura dinoi stessi sarebbe impossibile ed èper questo che l'unico a correre è iltempo mentre noi rimaniamo sem-pre più fermi e sedentari. Perfinol’organizzazione mondiale dellasanità (OMS) ci rimprovera de-finendo gli italiani “un popolo sem-pre più pigro”. Ci sarebbe dariderci sù se la sedentarietà nonfosse la quarta causa di mortalitànel mondo! Ecco perché muoversifa bene, ma muoversi bene ancoradi più. Il segreto per raggiun-gere il “wellness”,cioè il benessere psicofisico, è svolgereun’attività fisica mi-rata facendosi guidareda professionisti cheeducano correttamenteal movimento, nonesasperando il nostro

    fisico né stressandolo. Bisognaseguire le proprie inclinazioni, gestirei propri limiti e raggiungere con de-terminazione i propri obiettivi.L’attività fisica mirata gioca unruolo fondamentale nella preven-zione e nella compensazione distati patologici come l’osteoporosi,la condroartrosi, l’ipertensione, ildiabete insulino-resistente, la sin-drome metabolica, il sovrappesonei bambini e gioca un ruolo fon-damentale anche nella prevenzionee cura degli stati depressivi poichél’attività fisica stimola gli ormonidel benessere. Quindi non possi-

    amo più rimandare e, se davverovogliamo rimetterci in forma, dob-biamo scegliere la linea della salutee del benessere. Prendiamo co-scienza dello stato di salute attuale,percorriamo la strada del fitnessche porta al raggiungimento dellaforma fisica ideale per ognuno dinoi e arriviamo al benessere fisico,psicologico e, perché no?, spiri-tuale! Ricorda che prenderti cura dite non è solo un diritto, ma ancheun dovere. Vienici a trovare: SunGym è a Marineo, nella nuova sedesportiva di via Agrigento 60.

    Giusy Inguì

    Stile di vita? L’attivitàfisica aiuta a migliorarlola ginnastica mirata gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie.

  • Marinesi fuori sede

    Quando quella mattina di ottobre didue anni fa si aprì il portellonedell’aereo, la prima cosa che avver-tii fu l’aria fredda che investì il mioviso trasformandolo in unamaschera di ghiaccio; nella miatesta non facevo altro che ripetermicome questa città fredda e grigiaavrebbe potuto scaldarmi il cuore,un cuore lontano da casa, dagli af-fetti, dalle abitudini, da tutto… Main me, nonostante questo c’era lavoglia di smentire quanto mi erastato preannunciato: giorni grigi efreddi, gente poco sensibile ai rap-porti umani, lontananza, nostalgia,perché sapevo di aver fiducia in mestesso, nelle sorprese che questanuova vita e questa nuova cittàpotessero regalarmi, e questosarebbe bastato. Molti raccontanola loro esperienza di studente fuorisede mettendo in primo piano ilfatto che andar via dalla Siciliafosse l’unica possibilità di riuscitae di risultati, che fosse addiritturaun sogno o una rivincita nei con-

    fronti di una terra che con le tristivicende di cronaca, con le strutturescadenti, con “le cose che non fun-zionano” ci ha demoralizzato, ci hasconfitti. Per me non è così, io inSicilia volevo rimanerci, volevoviverci, volevo continuare a scom-mettere che non tutto non funzionain questa terra e voglio tornarci, maper ragioni personali (che non stoqui a spiegare), ho deciso di partiree ho scelto come meta a cui affidareun nuovo capitolo della mia vita,lontano dal luogo che amavo, lacittà di Torino. Ecco, Torino è cometutti non la descrivono, una cittàcon un’eleganza sobria ma intensa,un luogo dove tante culture trovanoun punto di incontro, dove per levie, le piazze e i quartieri puoi leg-gere la storia della città, un luogoin continuo fermento socio-eco-nomico, una fucina d’arte e di cul-tura che niente ha a che vedere conil luogo grigio e triste descritto damolti. Passeggiando per le vie diTorino ti accorgi subito di essere in

    una delle capitali (lei che capitalelo è stata davvero in senso isti-tuzionale) dell’economia italianadalla frenesia che la attraversa nelleore mattutine, la gente che attra-versa le strade velocemente inmaniera disinteressata, il via vai diqualsiasi mezzo di trasporto pub-blico, gli uomini con la ventiquat-trore, le donne in tailleur, chesembra di essere a Wall Street. Ilcentro di Torino è uno spettacoloper gli occhi, capisco solo adessoperché lo chiamavano il “Salottod’Italia”: ampie vie caratterizzatedai monumentali portici, palazzi instile liberty con sorprendenti cortiliche si aprono alla vista, per nonparlare delle residenze sabaude,fiore all’occhiello di una nobiltà edi un passato glorioso che rendonoricca di storia e di onori la città, edel simbolo per cui è conosciuta intutto il mondo, la Mole Antonel-liana, capolavoro di architettura edi bellezza inaudita. Ma essendouna persona molto legata ai pae-

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    iNForMaZioNe e ForMaZioNe

    Studiare a Torino con unpensiero fisso: Marineoil “Salotto d’italia” raccontato da igor Calderone, studente marinese del “Corso deibeni culturali ad indirizzo archeologico” all’Università di torino.

  • saggi, agli spazi aperti e volendoricercare un’eco di quelle emozioniche provi quando passeggi per ilpaese a Marineo, o per le vie diPalermo decisi di scoprire fino infondo cosa poteva darmi Torino inquesto senso. Così vengo a scoprireancora un’altra sfumatura di questacittà, che si riassume negli immensiparchi (ben 51!), nei tramonti moz-zafiato che si possono ammiraredai ponti sul Po, dal paesaggiodella Collina antistante il centrodella città. Ma ciò che più mi haemozionato e mi ha fatto chiuderegli occhi e sognare di essere a casa,è stato ritrovarmi tra le bancarelledel mercato all’aperto più granded’Europa, il mercato di PortaPalazzo: un tripudio di voci, di pro-fumi, di colori, di dialetti, di vitache tanto mi ricorda certe atmos-fere della mia terra, quel senso dicasa, quel senso di “vucciria” pro-prio, che mi fa sentire a casa. Men-

    tre la mattina tutti sembrano intentia correre verso una meta, il restodella giornata sembra passare inmaniera più lenta: la gente passeg-gia molto più tranquillamente,parte dei portici del centro diven-tano librerie all’aperto, le ampie pi-azze sono teatro di qualsivogliaartista di strada o manifestazioniculturali, la fila per entrare alMuseo Egizio si allunga in manieravertiginosa, e verso le ore seralipub e ristoranti si affollano digente. Le temperature invernali ab-bastanza fredde, non guastano lavita serale e notturna della città,Torino è piena di svaghi, dai mer-avigliosi teatri, ai cinema, alle ser-ate culturali, ai grandi eventi, aiquartieri della movida. Se pensateche sia finita qua, vi sbagliate digrosso, perché non ho ancora par-lato di un aspetto curioso di questacittà e che non tutti conoscono, unaspetto ben decritto dalle parole diGiorgio de Chirico: “Torino è lacittà, più enigmatica, più inqui-etante non d'Italia, ma del mondo”.Se siete sorpresi o solamente cu-riosi immaginate come dovevo sen-tirmi io quando mi fu proposto untour nella “Torino magica ed eso-terica”!! A quanto pare, gli espertidi occultismo sostengono cheTorino sia vertice in due triangoli

    magici: il primo, quello bianco, conLione e Praga, mentre il secondo,quello nero, insieme a Londra eSan Francisco; oltre al fatto che lacittà è la sede della Sacra Sindone,che è stata abitata da personaggisingolari come Nostradamus oGustavo Rol, che le statue del tem-pio della Gran Madre indicano l’e-satto luogo del nascondiglio delGraal; ecco tutto questo, al di là delfatto di crederci o meno, mette quelpizzico di peperoncino al contestoe che ti rende affascinante ancor dipiù la città. Ad ogni modo, non sipuò fare un elenco delle bellezze diuna città come Torino, e non è miaintenzione farlo ne redigere unaguida turistica, ma ho cercato attra-verso l’entusiasmo che mi comuni-cano luoghi, vie, monumenti,mercati, folle di gente, incontri cul-turali, sale di museo, profumi,suoni, viste e scorci quanto può es-sere bella, educativa, affascinante,l’esperienza di uno studente fuorisede che vede aprirsi i propri oriz-zonti di vita ma soprattutto dicrescita, una crescita che investequalsiasi campo della vita. È vero,inutile negarlo, come in un ro-manzo di Verga subisco costante-mente il fascino della lontananza edi tutto ciò che comporta e soffro imalesseri legati ad essa, ma coltempo i malesseri si affievolisconoe con un po’ di sforzo ognuno ri-esce a raggiungere un compro-messo con se stesso. Il miocompromesso è raggiungere gliobiettivi che mi sono prefissato,cullato dalle braccia amorevoli diquesta meravigliosa città, con unpensiero fisso, quello di tornare acasa molto presto, e il cuore pul-sante che batte nell’unico luogodove “vive” la mia vita, Marineo.

    Igor Calderone

    attiVità della FoNdaZioNeMarinesi fuori sede

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    iNForMaZioNe e ForMaZioNe

  • Storie di vita

    Attintannu parrari li genti a chiazzadi populu, ammattia di sèntiri diri:“di chi classi si’ tu Pippi?” e Pip-pineddu arrispunnia: “tiravu a levacu Turiddu D’Amuri!”. La tirata aleva era la chiamata a ghiri a fari lusurdatu e cadia, pocu cchiù pocumenu a diciannovanni: si vidi ca Pip-pinu avia nasciutu lu stessu annu diTuriddu D’amuri, un pirsunaggiubonu canusciutu a lu paisi.A lu tirari a leva e ghiri surdatu tanti etanti marinisi foru malassurtati picchìngagghiaru quannu scoppiaru li dùguerri mundiali. Tanti e tanti picciottimarinisi foru mannati a lu frunti atempi di la Granni Guerra, chidda dilu quìnnici-diciottu: assai nn’arristarudda morti sutta li bummi o mentri

    vinìanu mannati a lu macellu cam-pagni campagni vicinu a lu cunfini cuL’Austria. Quantu atri arristaru muti-lati a vita! Me nannu ia arricampannucu la barella li firiti e quantu picciut-teddi vitti cunzumati ca facianu propiapena. Cu campà e arriturnà,cuntàia ca

    spissu era na carnificina e si caminàiancapu li morti.Chiddi chi avìanu vint’anni quannuscuppià la secunna guerra mundialipuru li passaru quattru! Mè patri cafu unu di chiddi, mi cunta sempri capartì cu n’atri dù marinisi - PeppiBenanti e Ninu Lu Pintu - e ca limannaru a Forlì e a Vicenza nta luchinu di la guerra. Ma po’, di ncapuli tedeschi, di sutta ngrisi e miricani,l’esèrcitu s’avia sbandatu , lu Re aviascappatu…e ancora bonu nca arri -staru vivi e si nni turnaru a l’appedinfina m’Palermu, ennu manciannutadda di vrocculi, cu lu scantu dincoddu, nfina a chi s’avianucunsignatu prigiunera a li miricanim’Palermu. Ma tanti e tanti àvutri cilassaru la peddi nta la Russia, nta la

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    attiVità della FoNdaZioNeiNForMaZioNe e ForMaZioNe

    Tirari a leva cula classi diTuriddu D’AmuriMe nannu ia arricampannu cu la barella li firiti e quantupicciutedi vitti cunzumati ca facianu propia pena.

  • attiVità della FoNdaZioNeStorie di vita

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    iNForMaZioNe e ForMaZioNe

    Grecia, ntall’Africa e puru Italiaitalia: a vint’anni!Doppu di li dù guerri, a tempu dipaci, ancora si vinia mannati surdati.Si ia surdatu pi liggi: tutti li giuviniavìanu a pàrtiri e avìanu a stari suttal’armi quìnnici misi. Pi tanti giuvinimarinisi, a li tempi ca si travagghiàian’campagna o puru paisi paisi, pàrtiripi surdatu era na disgrazia e a lustessu tempu na bona cugnintura. Ladisgrazia pi la famigghia era nca piquinnici misi vinìanu a mancari du’vrazza giuvini e forti e tanticchia ditrasuta comu picciuli. La furtuna erapi ccu partia; quasi pi tutti era laprima vota ca si lassàia casa e paisi,si pigghiàia lu trenu, si passàia luStrittu di Missina cu lu ferrabbottu esi ìanu a canùsciri posti novi. Senzalu surdatu, si l’avìssiru nzunnatu ddicosi! Ghiustu ghiustu po’ a li tirruna,paria fattu apposta, li mannàianu n’-cuntinenti: quasi sempri a li cunfinicu la Iuguslavia. “Unni lu fa lu sur-datu?” Li lochira di solitu eranu: Pal-manova, Cervignanu di lu Friuli,Casarsa, Cividali di lu Friuli, Cor-mons, Vicenza, Forlì. Li chiù affur-tunati - piccaredda - ìanu a finiri aRoma, a la Cicchignola.Anchi si l’esercitu talianu unn’eran’esercitu di guerra ma sulu di difisa,iri surdatu era sempri na camurria: anuddu spirciàia: si lassàia lu tra -vagghiu, la famigghia, la zita, pi ghiria pèrdiri un ann’e menzu, ma picchi?Si partia sempri siddiati e ntrummatie quannu s’arrivàia a distinazioni ac-cuminciàianu li dulura. L’urtimi ar-rivati, - li recluti – vinìanu sfuttuti eangariati di chiddi cchiù anziani:sfuttitini, cavittuna, letta scunzati escarpi scanciati di notti. Divisi ca sicci natàia dintra, - tantu vinianuranni – o ca facìanu arrìdiri – tantuvinìanu stritti! La prima cosa ca unusi nzignàia era di arranciàrisi: e ac-cussì li cosi si ìanu arrisittannu. Po’,a picca a la vota, si ia facennu ami-

    cizia e canuscenza, unu si nzignàia aaddifènnisi, pigghiàia lu versu… eaccuminciàia a cuntari li iorna chimancàianu pi lu cuncedu. Ma quasiquasi cuminciàia a piàciri lu surdatu:posti novi, genti novi, usanzi novi, esiddu avii li capiddi tagghiati, la di-visa stirata, n’sacchetta fazzulettu,pettini e carta igenica, putii ognighiornu nèsciri a lìbira uscita e fur-riàriti lu paisi unni facii sirbiziu.Tanti si pigghiàru la patenti di lucàmmiu mentri èranu surdati, e ccisirbì po’ a lu ritornu; atri si nsignarua fari lu meccanicu; cci fu puru cu“misi firma” e arristà nta l’esercitu.A tutti, - cu lu nea è farfanti – n’am-matti di puliziari li cessi o scupari licammarati; tanti si nsignaru a mpic-cicàrisi li buttuna nta li cammisi,(datu nca dàianu na bursitedda cuavùgghi, spìnguli, iditali e cuttuni).Stari nzèmmula a tanti atri picciottidi la stissa età nzignà a rispittarisi, aspàrtiri la ragiuni cu lu tortu, a capirili situazioni e sapirisilli risòrbiri disulu. Aviri a rènniri cuntu a ccucumannàia cumincià a abituari achiddu chi s’avissi ncuntratu po’ ntala vita di ognignornu, nta lu tra -vagghiu. La luntananza di lafamigghia, fici capiri mègghiu tanti

    cosi chi prima nun si cridianu ac-cussì mpurtanti comu parìanu a di -stanza. Quannu si vinia a licenzia esi rincuntràianu parenti e amici eraun preu: già passannu lu Strittu cu lutrenu unu sintia lu ciavuru di la casa;li ripartenzi mmeci eranu sempri unpatimentu chi passaia prestu pero,ghiustu lu tempu di arrivari a lacaserma e fari tastari a li cumilituna,lu caciu, la sasizza e li cosi ducimarinisi!Iornu doppu iornu, li quinnici misipassaru e binni la vigilia di lucuncedu: pari ca unn’avìa ad arrivarimai! Cirimonii di lu passaggiu di lastecca di l’anziani a li novi arrivati,manciati e bivuti, corchi bicchireddidi lu cchiù, cavittuna… e la trummaca facìa arrizzari li carni sunannu lusilenziu fora urdinanza… Ora si ca lusurdatu avia finutu pi daveru. Nuddudurmì la notti: lu dispiaciri di lassaril’amici, la cirtizza d’aviri passatu untempu ca mai cchiù avissi arritur-natu, di aviri misu oramai nta lumunnu di li riordi ddu pezzu di vita,suvirchià lu preu di turnari pi sempriognedunu a lu sò paisi: tanti passaruchiancennu l’ uri chi mancàianu piagghiurnari.

    Franco Vitali

  • inventario della memoria

    Accogliendo una richiesta del Grup -po di toponomastica femminile, sa -bato 11 aprile il Comune di Marineointitolerà il nome di una via (in zonaGorgaccio) a Vincenza Benanti, gio-vane marinese vittima del lavoro il25 marzo 1911. Prevista anche lapresentazione di un libro di EsterRizzo che ricostruisce le dinamichedi quel tragico evento: “Camicettebianche. Oltre l’8 marzo” (Navarra). Nell’incendio della Triangle Shirt-waist Company di New York perserola vita 146 lavoratori e lavoratrici. Inrealtà, ben 126 erano donne, in mag-gioranza ragazze di un’età compresatra i 15 e i 25 anni. E fra esse 38erano di nazionalità italiana, di cui 24partite dalla Sicilia. Vincenza Benanti, figlia di Giro-lamo, era nata a Marineo il 18 feb-braio 1888. Era emigrata nel 1905 edaveva trovato residenza, assieme allamadre, Francesca Lo Pinto, a NewYork, al 17 Marlon Street. Come lamaggioranza delle sue giovanissimecolleghe di lavoro, cuciva camicette

    per 7 dollari a settimana, costretta aturni di lavoro massacranti di 12, edanche 14 ore al giorno, con straordi-nari sottopagati e controlli rigidis-simi. Solo dopo l’incendio è statosco perto che i proprietari della fab-brica tenevano le porte con i lucchettichiusi a chiave per poter controllare,a fine turno di lavoro, le borse delleoltre 500 lavoratrici. Anche perquesto motivo molte donne sonostate ritrovate carbonizzate, mortebruciate, soffocate o calpestate men-tre cercavano di aprirsi una via di

    fuga dentro l’edificio in fiamme. Al-cune di loro, tra cui VincenzaBenanti, hanno addirittura scelto disaltare dalle finestre del palazzo, nel-

    28 La Rocca

    attiVità della FoNdaZioNeiNForMaZioNe e ForMaZioNe

    Vincenza Benanti e il rogodellaTriangle Shirtwaist Vincenza Benanti aveva 22 anni e cuciva camicette a Manhattan. il 25 marzo 1911 unincendio distrusse l’edificio dove lavorava. iniziative per non dimenticare.

  • l’estremo tentativo di sottrarsi allamorsa del fuoco. Su Vincenza imedici legali hanno, infatti, riscon-trato una tipologia di ferite compati-bili con da caduta dal nono piano,dove prestava servizio.Quel sabato pomeriggio Vincenzaera, dunque, seduta davanti alla suamacchina per cucire. Quando è scop-piato l’incendio mancavano pochiminuti alla fine del turno settimanaledi lavoro. Le cause non sono statemai scoperte. Ma in pochi istanti ilfuoco avvolse i mucchi di stoffa ecamicette già confezionate di ben trepiani dell’edificio: l’ottavo, il nono eil decimo. Il giornale New YorkTimes riferì che in pochi attimi «ful'inferno». Molte porte rimasero coni lucchetti chiusi perché, nel frat-

    tempo, alla vista delle fiamme icapisquadra impiegati al controllo sierano messi in salvo. I giornaliriferirono che la scala an-tincendio si spezzò subitoa causa dell’eccessivopeso delle persone che vitransitarono sopra. E poibruciò anche la strutturache reggeva l'ascensore,che precipitò al pianoterra con il suo cari