osservatorio civico sul federalismo in sanità 2015: i principali risultati
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DATI “TRADIZIONE”CITTADINANZATTIVA
INFORMAZIONI PRODOTTE DA ALTRI SOGGETTI
Monitoraggi in aree specifiche di
assistenza sul territorio per intercettare il livello
aziendale
PiT Salute Audit
civico
Rapporto CnAMC
Active Citizenship
network
Premio A. Alesini
INFORMAZIONI PRODOTTE DA ALTRI SOGGETTI
Ministero Salute
Agenas
I.S.S.
Rapporto OASI Cergas
Rapporto CeisTor Vergata
Meridiano Sanità
Cerm PadovaRapporto
Osservasalute
OSSERVATORIO CIVICO SUL FEDERALISMO IN SANITA’
Corte conti
MEF
OSSERVATORIO CIVICO SUL FEDERALISMO IN SANITA’
Istituito dal Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva nel 2010 per “tenere sotto osservazione” e restituire in maniera sistematica un ritratto del contesto sanitario nella sua complessità dell’articolazione regionale.
Per questo ha creato un luogo di raccolta ed analisi sistematica di informazioni prodotte da cittadini o da soggetti del mondo istituzionale o accademico, per mostrare come si traduce oggi il federalismo in sanità nella vita quotidiana dei cittadini.
Punto di partenza: priorità dei cittadini
• Rapporto PiT Salute• Rapporto politiche cronicità
Carta europea dei diritti del malato
Le Regioni alla prova dei fatti
Fonte: Osservatorio civico sul federalismo in sanità, 2015 su dati Rapporto PiT Salute 2015
Peso nelle Regioni del problema delle liste d’attesa nel confronto con gli altri indicatori trattati nel Rapporto PiT Salute 2015
Posizione 1 Posizione 2CalabriaFriuli Venezia Giulia LiguriaMarcheSiciliaPA Trento PA Bolzano Veneto
Abruzzo Emilia Romagna LombardiaPiemontePugliaToscana
Accesso: 1 persona su 4 denuncia difficoltà di accesso al TDM
Diritto all’accesso
Quota di rinuncia alle cure, per tipo di rinuncia
Fonte: 11° Rapporto Sanità – L’universalismo diseguale, CREA Sanità, 2015
Il 9.5% degli italiani rinuncia a curarsi…
Motivi economici: Marche, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia.
Trasporto: Puglia, Campania.
Visite specialistiche attesaMIN attesaMAXVisita ginecologica 30,9 (NE)
46,2 (C)Visita ortopedica 31,6 (NE)57,3 (C)Prima visita cardiologica con ECG 42,8 (NO)88,1 (C)Prima visita oculistica 52,9 (NE) 78,8 (NO) Prestazioni diagnosticheColonscopia senza biopsia 46,9 (NE) 190,1 (C)Ecografia addome completo 57,2 (NE) 115,5 (C)Risonanza magnetica del ginocchio senza contrasto 20,8 (NE)
96,6 (S) Mammografia 29,4 (NE)96,1 (C)
Tempi di attesa (giorni) e ticket min e max, per ripartizione geografica
Visite specialistiche costoMINcostoMAX
Visita ginecologica 20,0 (NE)35,6 (S)
Visita ortopedica 20,0 (NE)35,4 (S)Prima visita cardiologica con ECG 35,0 (NE)45,1 (S)Prima visita oculistica 20,6 (NE)
57,5 (S)Prestazioni diagnosticheColonscopia senza biopsia 48,7 (S) 76,3(NE)Ecografia addome completo 49,0 (S)89,2(NE)Risonanza magnetica del ginocchio senza contrasto 50,0 (S)93,5 (C)Mammografia 36,9 (NE)45,8 (C) Fonte: indagine Censis, 2015, Il ruolo della sanità integrativa nel Servizio Sanitario Nazionale
Fonte: Rapporto Meridiano Sanità, 2015, Le coordinate della salute
Compartecipazione pro capite dei cittadini attraverso ticket sui farmaci e sulle prestazioni sanitarie nelle Regioni
11.3% segnalazioni su costi, farmaci e ticket in primis (circa 50% sul totale)
L’ accesso ai farmaci: l’esperienza dei pazienti
Fonte: XII Rapporto sulle politiche della cronicità “permesso di cura”, Roma 2013 Campione rappresentativo: 42 organizzazioni aderenti al CnamC (rappresentative di oltre 100.000 persone).
Le criticità riscontrate nell’assistenza farmaceutica
Nei primi mesi del 2014, i dati istituzionali ad eccezione di Valle d’Aosta, PA Trento e Abruzzo, registravano su tutte le Regioni un significativo sforamento del tetto di spesa farmaceutica ospedaliera.
Tra gennaio e luglio 2015 il rispetto del cut-off all’11,35% della spesa territoriale e al 3,5% della ospedaliera migliorava nel primo caso; la spesa farmaceutica ospedaliera appariva invece sotto controllo esclusivamente nella Provincia autonoma di Trento.
Quali strategie per tenere sotto controllo i conti si sono messe in atto?
I casi delle terapie innovative
Contenere la spesa….
Partiamo dal processo di accesso…come funziona in Italia
Gestire l’innovazione nelle Regioni: il caso HCV• Commissioni regionali che seguono proprie priorità rispetto alle linee di indirizzo di AIFA• Diversità nell’accesso per i cittadini a seconda del confine geografico in cui risiedono
REGIONI INDICAZIONI SU MOBILITA'
MISURE PREVISTE
ABRUZZO NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
BASILICATA SI
Eroga i farmaci per i soli cittadini residenti in Basilicata eroga il farmaco anche ai cittadini residenti in Basilicata in possesso di
corretta prescrizione, secondo le modalità stabilite dall’AIFA, in strutture abilitate dalle altre Regioni alla prescrizione dei medicinali antivirali e censite sul portale istituzionale dell’AIFA.
CALABRIA SI
Dispensa i farmaci innovativi anche attraverso le farmacie territoriali delle Aziende sanitarie di residenza, a condizione che nei tool il prescrittore specifichi la farmacia di riferimento in base alla residenza del paziente e comunichi al farmacista la richiesta di avvio al trattamento.
Per i pazienti con prescrizione effettuata da centri “fuori regione”, il centro prescrittore dovrà contattare uno dei centri individuati nel territorio regionale per la presa in carico del paziente e per gli adempimenti successivi.
CAMPANIA SI
la compensazione interregionale della mobilità sanitaria è subordinata al riconoscimento della preventiva autorizzazione rilasciata dal CP competente.
Analogamente, la Regione Campania subordina i trattamenti ai residenti in altre regioni all’acquisizione dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione di provenienza.
REGIONE
INDICAZIONI SU MOBILITA’ MISURE PREVISTE
MARCHE SI
gli assistiti residenti fuori dalla Regione Marche si approvvigioneranno di norma, del farmaco sofosbuvir/simeprevir nelle rispettive Regioni di residenza;
gli assistiti residenti nella Regione Marche, ma in cura presso centri extra-regionali si approvvigioneranno, se necessario, del farmaco simeprevir presso le farmacie del SSN territorialmente competenti, dietro presentazione della documentazione necessaria (RF e DF- ricetta rossa). La farmacia si occuperà delle operazioni sopra indicate.
PIEMONTE NO
La regione Piemonte ha disposto che le prescrizioni relative ai nuovi farmaci innovativi per il trattamento dell’epatite C cronica siano limitate ai soli residenti in Piemonte, eccetto per i trapianti di fegato.
PUGLIA NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
SARDEGNA NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
SICILIA SI
ai fini dell’erogazione dei farmaci antivirali, eventuali prescrizioni redatte da strutture extra-regionali devono essere validate da uno dei centri regionali abilitati.
PA Bolzano SI
il trattamento di pazienti provenienti da altre Regioni può avvenire solo dopo l’autorizzazione delle assunzioni dei costi da parte dell’Azienda sanitaria di residenza e con successiva fatturazione diretta del farmaco.
PA Trento NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
TOSCANA NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
UMBRIA NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
VENETO NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
VALLE D’AOSTA NO Nessuna indicazione riscontrata nelle delibere
In sintesi:
Criteri restrittivi per i non residentiMarche, Piemonte (eccetto trapiantati di fegato), Lazio e Basilicata erogano solo a residenti11 regioni non hanno deliberato, lasciando incertezza
Accesso per stranieri temporaneamente presenti ed europei non iscritti:Solo 6 regioni: Campania, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Veneto.
L’accesso ai farmaci oncologici: tempi dei PTOR
Es. NAO: FVG e Veneto prevedono indicazioni diverse rispetto a quanto definito da AIFA con assunzione farmaci generazione precedente per pazienti naive 6-12 mesi
Il lavoro delle Commissioni regionali, locali e aziendali rallenta/raziona l’accesso ai farmaci effettivamente disponibili ai cittadini, determinando disparità sul territorio sia per i tempi di accesso, sia per i requisiti nell’accesso.
Investimento in prevenzione…e esiti: il vulnus del Paese
Investimento per prevenzione: 0,34% Pil.Lievissimo aumento su spesa LEA nel 2013 (4.19%) rispetto al 2011 (4.17%)
Solo 8 su 16 regioni adempiente ai LEA:
Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria, Veneto.
Vaccinazioni: adesione e offerta
V. Obbligatorie infanzia: Obiettivo 95% mancato per Ok solo Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria.Regioni più in difficoltà: PA Bolzano e Valle d’AostaFonte: Un evento previsto…ISS
V. Antinfluenzale anziano: obiettivo 75% mancato
Nessuna regione centrato obj. Umbria quella più vicina
Fonte: ISS, Epicentro
Offerta: alcuni esempi di differenze
Varicella offerta attiva e gratuita ai nuovi nati: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise, Toscana, Marche, FriuliVG, Veneto, PA Trento, PA BZ, Liguria (13 regioni).Anti HPV: estensione ulteriori 2 coorti Valle d’Aosta, Piemonte, FVG, Toscana, Liguria, Puglia (15°-18° anno di età); Basilicata ulteriori 4 coorti (12, 15, 18,25 anni).Estensione ai maschi: Liguria, Puglia, Sicilia, FVG, Molise, Veneto.Estensione fragilità: Emilia Romagna e FriuliVG persone HIV positive.Anti pneumococco coniugato: over 65: Friuli Venezia Giulia, Molise, Basilicata; Solo soggetti a rischio: VdAosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Umbria;Modello a coorti: PA Trento, PA Bolzano, Liguria, Toscana, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia.Herpes Zoster: Veneto, Liguria, Sicilia, Calabria, FVG
Gli screening organizzatiProporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per cervice uterina, mammella, colon retto (score)
In numeri…11.137.502 inviti, 5.258.585 adesioni
Fonte: Ministero della Salute, Rapporto Mantenimento LEA 2013
L’esempio di due screening organizzati
Screening mammografico*- inviti:- 9 donne su 10 invitate al nord- 8 su 10 al centro- 4 su 10 al sud
Esecuzione mammografia preventiva (50-69 aa) ultimi 2 aa:- 81% al nord (64% nei
programmi)- 77% centro (56% nei
programmi)- 55% sud (33% nei programmi).Estensione: Piemonte, E-R, Lombardia
Screening colorettale**:Aumenta copertura (da 57% 2012 a 62% 2013).Adesione:- 53% nord- 39% centro- 31% sud.Esame eseguito diverso tra regioni:Ricerca sangue occulto nelle feci+ eventuale coloscopiaColonscopiaSigmoidoscopia (caso del Piemonte; uno nella vita a 58 anni.
** Colonscopia gratuita ogni 5 anni per over 45 e popolazione a rischio*mammografia gratuita ogni 2 anni 50-69 aa
Assistenza Ospedaliera Totale posti letto per acuti e non acuti anni 2011 e 2012- 2013
Osservatorio civico sul federalismo in sanità, 2015 - Cittadinanzattiva su Relazione sullo stato sanitario del Paese 2012 - 2013
Riduzione di 13.377 posti letto per acuti tra il 2011 ed il 2013
Riduzione di 2.035 posti letto per non acuti tra il 2011 ed il 2013
SDO 2014: ulteriore riduzione di circa il 3,2% rispetto al 2013 con 315 mila ricoveri in meno
Regolamento Standard ospedalieri – standard posti lettoStandard indicato: 3.7 pl x 1000 abitanti comprensivi di 0,7 pl per non acutiRegioni con valori < allo standard: Calabria (2.6), Puglia (2.9), Campania (2.9)Regioni con valori > allo standard: FVG (3.8), VD’Aosta (3.7), E. Romagna (3.6)
Regolamento Standard ospedalieri – media dei g. di degenzaStandard indicato: 7 giorni per le acuzieRegioni con valori < allo standard : Calabria (5.4), Campania (5.6), Puglia (6.2)Regioni con valori > allo standard: Veneto(8.2), Liguria (7.6), FVG (7.5)
Percorso nascitaVerifica monitoraggio LEA, 2013
Osservatorio civico sul federalismo in sanità, Cittadinanzattiva 2015
Punti Nascita Su 531 pn attivi nel 2014 98
effettuano un numero di p.a. <500 Pn<500p.a. attivi:Basilicata 3, E. Romagna 7, Lazio 6, Puglia 9, Lombardia 9, etc.
Taglio cesareoStandard nazionale indicato: 20%Valore Italia anno 2014: 35,9%Regioni: Campania 62.3%, Sicilia 44%, Puglia 44%, Molise 43.7%, etc
Terapie Intensive NeonataliMedia nazionale: 1TIN ogni 3880 nv/aRegioni con 1 TIN per più di 5000 nv: Liguria, Abruzzo, Molise, SiciliaRegioni con 1 TIN per 2000- 3000 nv: Liguria, Abruzzo, Molise.Criticità: n. non sempre adeguato di TIN nelle Regioni; TIN piccole con pochi posti letto
Sten Sistema di trasporto disomogeneo e
complesso Sten assente in: V. D’Aosta, Umbria,
Abruzzo, Calabria, Sardegna Sten parziale in: Emilia Romagna,
Puglia, Sicilia (SIN 2015)
Assistenza primaria
Cure primarie 1559 i modelli organizzativi di cure
primarie 8 modelli organizzativi diversi da Utap,
Aft e Cds
Emilia Romagna: 49 Cds + 216 Ncp
Calabria: 6 Ncp (la Calabria per es. presenta i valori più bassi d’Italia x n. di posti letto ospedalieri e per media di giorni di degenza )
Assistenza territorialeRegioni in Piano di Rientro, in particolare alcune Regioni del sud, non offrono risposte sodisfacenti ai bisogni della popolazione in termini di continuità assistenzialeEs:7 Regioni su 16, nel Doc. Verifica Lea Risultano Adempienti con impegno per l’ Assistenza Domiciliare (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Umbria)
Osservatorio civico sul federalismo in sanità, Cittadinanzattiva 2015
Modelli organizzativi per l’erogazione dell’assistenza territoriale – Anno 2012 (LEA 2013)
Assistenza domiciliare
Assistenza domiciliare: analisi in 3 Regioni
Assistenza domiciliare: audit civicoPresenza dell’UVM nei Distretti sanitari: Lombardia l’80%; Abruzzo e Sicilia in tutti i Servizi ADI. Medico, infermiere e assistente sociale nell’UVM: sempre presenti in Lombardia; nel 71% dei servizi ADI Abruzzo e 82% della Sicilia.Presenza di procedura per l’attivazione dell’ADI da parte delle strutture ospedaliere: Lombardia 100%; Abruzzo copertura 72%; Sicilia 81%.Post-acuzie oppure di terminalità e attivazione entro le 24 ore (rimandando a una fase successiva l’attivazione dell’UVM per la definizione del PAI): tutti i servizi ADI della Lombardia e dell’Abruzzo, Sicilia 75% dei casi.Esecuzione prestazioni diagnostiche e/o di laboratorio al domicilio del paziente: Lombardia 40%, Sicilia 70%, Abruzzo 100%.
18 ASL/ASP coinvolte
91 servizi ADI
Il Consiglio di Stato, il TAR Lombardia e il TAR Veneto hanno annullato provvedimenti perché violavano il principio di uguaglianza di accesso per ragioni economiche e di età delle pazienti.
La Conferenza delle Regioni a marzo 2014 ha chiesto ufficialmente che la PMA fosse inserita nei LEA per rimuovere la disomogeneità regionale e rispondere all’equità di accesso.
I nodi:1. Equità di accesso e migrazione regionale per ottenere le
prestazioni2. Carenza di informazioni3. Mancata attuazione e cattiva applicazione delle
modifiche normative4. Difficoltà di accesso per la fecondazione eterologa
Fonte: Osservatorio civico sul federalismo in sanità 2015 su dati PiT Salute
La procreazione medicalmente assistita
Offerta 369 centri di PMA in Italia: 141 centri pubblici e privati convenzionati; 228 privatiIl 68,8% delle prestazioni nel SSN2/3 dei centri sono in 5 regioni: Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia e Veneto ma con grande squilibrio fra centri pubblici e privati convenzionati e centri privati.Il 68% dei centri al Sud, il 58% al centro sono privati.Nel nord Est sussiste parità di offerta tra pubblico e privatoNel nord Ovest prevalenza di offerta nel pubblicoSono in aumento i centri privati, mentre costante il numero di centri pubblici* in Campania, Sicilia, Lazio sono prevalenti i centri privati• in Lombardia e Veneto è rilevante il numero dei centri privati convenzionati.
Età della donna per accesso a tecniche PMALombardia, Abruzzo, Campania: nessun limite di etàVeneto: fino a 50 anniValle d’Aosta, Umbria: 41 anni
PMA: l’offerta dei servizi e criteri di accesso
L’offerta delle prestazioni nel pubblico con il sostegno del SSR (non essendo la PMA nei Lea) è forte soprattutto nelle regioni di Nord Ovest e Nord Est e parzialmente del Centro (in primis la Toscana). Nelle altre regioni le prestazioni sono effettuabili all’80% nel privato. La Regione Toscana a ottobre 2015 ha bloccato le coppie provenienti dalle regioni che non hanno inserito la PMA nel SSR.Tutte le regioni richiedono il nulla osta da parte delle ASL di appartenenza delle coppie per fornire la prestazione extra regione.A novembre 2015 la migrazione regionale è quasi cessata nei confronti delle strutture pubbliche per il blocco operato dalla Toscana.La fecondazione eterologa, ammessa da maggio 2014, è sostenuta dai SSR (non è prestazione Lea) solo in Toscana ed Emilia Romagna.Le altre regioni stanno definendo le tariffe o non hanno previsto alcuna offerta nel pubblicoLa Lombardia ha deliberato la possibilità di effettuarla ma solo a totale carico della coppia (4.000 euro minimo).Le liste di attesa in Toscana ed Emilia Romagna prevedono il primo incontro al 2017Le coppie stanno migrando verso paesi esteri e iniziano a chiedere il rimborso delle spese.
PMA: diseguaglianze nel sostegno economico alle coppie dalle Regioni
Grazie a….
Segretari regionali di CittadinanzattivaAttivisti delle oltre 330 sedi del Tribunale per i diritti del malatoOltre 100 associazioni del Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici
Chi ha curato i diversi capitoli del Rapporto:Tonino Aceti, Valentina Ceccarelli, Valentina Condò, Maria Paola Costantini, ValeriaFava, Nicola Favati, Michela Liberti, Giulia Mannella, Carla Mariotti, Rosapaola Metastasio, Francesca Moccia, Cristiana Montani Natalucci, Sabrina Nardi, Tiziana Nicoletti, Alessia Squillace, Roberta Squillace, Alessio Terzi.
Grazie a chi «lavora nell’ombra»: Carla Berliri, gli amici dell’ufficio comunicazione, organizzazione, amministrazione, raccolta fondi, back office, pit unico, tutto lo staff del Tdm.
Grazie per l’attenzione!