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Bollettino dell’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Regione Toscana Anno XIV - N. 1 - Agosto 2013 Poste Italiane s.p.a. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Firenze 2 professione assistente sociale

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Bollettino dell’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Regione Toscana

Anno XIV - N. 1 - Agosto 2013 Poste Italiane s.p.a. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Firenze 2

professioneassistente

sociale

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Questa uscita del noti-ziario dell’Ordine Profes-sionale degli AssistentiSociali della Toscana, èl’ultima inerente il man-dato consiliare 2009-2013ed è dedicato alla pubbli-cazione di articoli redattida alcuni membri delConsiglio, dove vienefatto un bilancio dellacarica elettiva svolta daivari consiglieri.

È quindi uno spazio diespressione e riflessionesul mandato e sull’espe-rienza svolta all’internodel CROAS, un contribu-to e una finestra apertasugli ambiti in cui operaun Ordine Professionale,un modo per condivide-re, divulgare ed informa-re tutti i colleghi sull’atti-vità del Consiglio Regio-nale degli Assistenti

Sociali e delle varie com-missioni che lo costitui-scono.

Con la speranza di avercontribuito in modointeressante con le variepubblicazioni durantel’intero mandato, all’ar-ricchimento professiona-le di tutti gli iscritti alCROAS Toscana, si augu-ra una buona lettura atutti.

Comunicazioni per i lettori

SOMMARIO3 I saluti del Presidente

5 Dal divenire all’essere Assistente Sociale e Consigliere: quale è il significato?

6 Il ruolo del Tesoriere del CROAS

7 Il Segretario dell’Ordine Professionale e l’Albo Professionale

8 Riflessioni e attività di un Consigliere CROAS

9 La mia esperienza nelle commissioni Formazione Continua e Accreditamento Nazionale e nell’Area Centro

10 Il Ruolo della Commissione esami di stato e rapporti con le Università

11 La commissione politiche sociali CROAS Toscana consiliatura 2009-2013

12 Il ruolo del servizio sociale professionale nel nuovo sistema di governance socio sanitaria

successivo al completo superamento delle S.d.S.

13 La Commissione Deontologica e Disciplinare

14 La formazione continua per gli Assistenti Sociali

professioneassistente

sociale

Bollettino dell’OrdineProfessionale

degli Assistenti Sociali

della Regione Toscana

ANNO XIV N. 1

AGOSTO 2013

Direttore ResponsabileMauro Meschini

Comitato di RedazioneLucia NannettiPaola Falomi

Erika Viligiardi

RedazioneOrdine

degli Assistenti Socialivia M. Malibran, 61

50127 Firenzetel. 055-301514 fax 055-310409

mail: [email protected]

www.oastoscana.it

Progetto grafico e realizzazione

Fruska srlvia Trieste, 21/b

STIA (AR)tel. e fax 0575-582788/504870

www.casentino2000.it

Disegni diWassily Kandinsky

Autorizzazione delTribunale

di Firenze del 2/2/1998Iscritto al N. 4764/98 Registro della Stampa

Erika Viligiardi

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E così anche questo Consiglio ègiunto al suo naturale termine. Quat-tro anni intensissimi, pieni di novità,di eventi formativi, d’incontri, di coseda fare, di cambiamenti, anche legisla-tivi, sia per quanto riguarda la profes-sione sia per quanto riguarda il fun-zionamento dell’Ordine. E’ stato unConsiglio variegato, in parte diviso,burrascoso ma appassionato, mai total-mente d’accordo su tutto. Non è statoun mandato facile. Le anime della pro-fessione, quelle che sappiamo esistere,quelle che ci sono sempre state, anchese non dichiarate, sono emerse. Siamocomunque riusciti a trovare un equili-brio. Con fatica, mediando, confron-tandoci, ragionando, talvolta anchelitigando. L’equilibrio raggiunto sipuò toccare nelle tante cose positiveche siamo riusciti a fare tutti assieme.Un’esperienza, quindi, avvincente perme, difficile, faticosa ma interessante,privilegiata. A favore di una professio-ne unica, la professione d’aiuto pereccellenza, la professione che potreb-be essere la più bella del mondo.

Con questi saluti ci tengo in partico-lare a dire alcune cose. E non me nevogliano i Consiglieri se per una volta(ed è veramente la prima) non parleròsolo a nome di tutto il Consiglio maanche, in parte, a nome mio.

Prima di tutto vorrei far notare chequesto è stato un Consiglio virtuoso.In quattro anni non abbiamo aumen-tato la quota da far pagare agli iscritti,non abbiamo aumentato i gettoni dipresenza dei Consiglieri (diminuendonel frattempo i rimborsi chilometricidegli stessi), non abbiamo aumentatole indennità di carica del Presidente,del Vicepresidente, del Segretario edel Tesoriere. Abbiamo offerto tantaformazione gratuita a costi pratica-mente irrilevanti. Tutto questo ci hapermesso di accantonare una discretasomma (più di 150.000 Euro) che, inparte, deve rimanere vincolata per leesigenze amministrative dell’Ordinema che, in parte, potrà essere utilizza-ta dal nuovo Consiglio, a favore degliiscritti. Un bel regalo insomma, per ilnuovo Consiglio, che prima di tuttopotrà dormire sogni tranquilli e che,

in seconda istanza, avrà risorse dispo-nibili a disposizione. Quello che chie-do al nuovo Consiglio (e sono sicurache lo farà) è di utilizzare al meglioquesti soldi, di aumentare il meno pos-sibile le spese, in particolare quellerelative alle indennità di carica e airimborsi chilometrici.

La seconda cosa che voglio fare inquesta breve nota è ringraziare. Rin-graziare i colleghi che inizialmentehanno avuto fiducia in me e negli altrimembri del Consiglio e che ci hannovotati. Ringraziare tutti gli iscritti alnostro Ordine professionale e in parti-colare quelli che hanno interagito connoi, quelli che hanno partecipato aqualche lavoro o commissione, quelli

che (numerosi) hanno partecipatoagli eventi formativi e quelli che,durante gli stessi eventi formativi,hanno fatto sentire la loro voce, coninterventi programmati o estempora-nei. Ringrazio chi ha inviato note,commenti, giudizi, e anche chi è statomolto critico perché ci ha (realmente)aiutato a capire molte cose, prenden-do in considerazione punti di vistaalternativi.

L’ottimizzazione del rapporto congli iscritti è sempre stato un forte inte-resse di questo Consiglio e in partico-lare il mio. Sicuramente c’è ancoramolto da fare, ma in quest’occasionemi preme dire che ho in prima perso-na cercato di rispondere a tutte lerichieste che sono arrivate (e se inalcuni periodi non è successo, comepuò essere stato a causa di vari motivi,faccio le mie personali scuse). Abbia-mo migliorato il sito internet cercan-do di inserire più informazioni possi-bili, aumentandone la fruibilità e lavisibilità. Mi sono inoltre personal-mente preoccupata di creare e gestireuna pagina su un social network (Face-book).

Ringrazio ancora tutti i Consiglieriche, con me, hanno portato a terminequesto mandato, impegnandosi edesprimendo il proprio punto di vista.In particolare ci tengo a ringraziare laVicepresidente Sara Acciaoli, senza laquale non avrei concluso questa espe-rienza con l’adeguata serenità. E unsentito caloroso grazie a Daniela Bic-chierini, appassionata e presente, unvero pilastro per quest’Ordine profes-

Barbara Bonini

I saluti del Presidente

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sionale. Un grazie caloroso a tutti icomponenti della Commissione Deon-tologica e Disciplinare (che ha lavora-to a pieno ritmo in questi anni), per ildifficile lavoro svolto, per l’intelligen-za e la perseveranza che hanno profu-so. Hanno, infatti, saputo elaborare unmetodo comune di lavoro che, perforza di cose, è stato maturato veloce-mente ma anche con efficacia, ehanno saputo applicarsi con costanzanello studio della documentazione, avolte assai complessa, arrivando così aprendere difficili decisioni, condivi-dendole ovviamente con l’intero Con-siglio. Un grazie ancora alla Commis-sione Mista Regionale per l’Accredita-mento, ai suoi membri interni edesterni e al suo Presidente, che si sonotrovati a dover seguire un grosso enuovo lavoro. Un grazie alla Commis-sione Formazione, che ha saputo crea-re e gestire tanti eventi formativi varie-gati e interessanti. E un grazie ai grup-pi che si sono occupati degli Esami diStato e dei Corsi OSS, un lavoro appa-rentemente banale ma che ha, invece,avuto bisogno di grosse attenzioni. Ungrazie alla Commissione Notiziario edun grazie, infine, alla CommissionePolitiche Sociali che mi ha aiutato nelcampo del rapporto con le istituzioni ela politica.

Colgo l’occasione per sottolineareche questo Consiglio ha cercato e otte-nuto molti rapporti e collaborazionicon varie istituzioni ed enti pubblici.Abbiamo parlato con i rappresentantipolitici e con i dirigenti di molti comu-ni. Abbiamo parlato con l’UNCEMToscana, che si è dimostrata sensibile eattenta alla nostra professione, e il cuiPresidente ha partecipato personal-mente e con passione ad alcuni eventiformativi e con il quale ci sono proget-ti in corso che lasciamo in gestione alprossimo Consiglio. Molti contattisono stati inoltre fortemente cercati equindi attivati con la Regione Toscana,in particolare con gli Assessorati delDiritto alla Salute e del Welfare e Poli-tiche per la Casa, con i loro rappresen-tanti politici, con i loro dirigenti e coni loro funzionari. E continui, incessan-ti e sentiti rapporti questo Consiglioha tenuto con le Facoltà di ScienzePolitiche delle Università Toscanedove hanno sede i Corsi di Laurea inServizio Sociale e quindi con le sedi diSiena, Pisa e Firenze. Le tre Facoltà sisono dimostrate tutte attente, collabo-rative, preziosissime e mi preme quin-di, anche in questo caso, fare dei rin-

graziamenti specifici ed in particolarealla Professoressa Franca Alachevic, alProfessor Leonardo Bianchi, alla Pro-fessoressa Rossana Trifiletti e al Profes-sor Carlo Baccetti dell’Università diFirenze, al Professor Fedele Ruggeri eal Dottor Matteo Villa dell’Universitàdi Pisa, ai Professori Luca Verzichelli,Fabio Berti e al Dottor Andrea Bilottidell’Università di Firenze. Le iniziativeportate avanti con le tre Facoltà sonostate molteplici, interessanti, ricche.

Quello che in questa sede mi premefar notare è che, grazie all’incessantelavoro di questo Consiglio e alla moti-vazione delle Università, la RegioneToscana (con Delibera della GiuntaRegionale n. 510 del 25/06/2013), hastanziato la cifra di 60.000 Euro a favo-re del “Coordinamento Interistituzio-

nale Servizio Sociale della Toscana –CISST”, che prevede un Accordo diCollaborazione (approvato con la stes-sa delibera) tra l’Ordine degli Assi-stenti Sociali della Toscana, le Univer-sità degli Studi di Firenze, di Siena e diPisa, la Regione e l’AssociazioneNazionale Comuni d’Italia della Tosca-na (ANCI Toscana). Il CISST avràquale principale ambito di attività lapromozione del tirocinio didatticodegli studenti dei Corsi di Laurea inServizio Sociale e la promozione diun’attività regionale di coordinamen-to che valorizzi le buone pratiche, rela-tive al tirocinio, presenti nelle tre Uni-versità. Si dovrà anche occupare, inol-tre, dell’aggiornamento degli Assisten-ti Sociali in servizio, della sperimenta-zione e promozione di metodologieper la valutazione di processo, di risul-tato e di impatto delle politiche socialie si dovrà occupare, ancora, del soste-

gno all’Osservatorio Sociale Regionalee della sperimentazione della CartellaSociale Utente. Un punto di arrivo,quindi, per questo Consiglio che dovràdiventare, per il prossimo, un punto dipartenza da saper adeguatamentegestire.

Voglio concludere questa nota conun augurio per i Consiglieri neo elettie per il nuovo Presidente dell’Ordine.Questo Consiglio vi lascia tante ereditàpositive (risorse, progetti in corso, col-laborazioni, idee) ma anche tante coseda fare e da migliorare. Datevi da fare.Impegnatevi. Sono sicura che lo fare-te. Con passione e amore. Mettendoviin gioco, voi prima di tutto, come per-sone e come professionisti, a partiredai servizi, dagli enti, dalle istituzioni,dagli atenei, dai luoghi in cui lavorate

o con cui siete in contatto, usando ilcoraggio, l’immaginazione, la compe-tenza e la creatività, stando lontano dalogiche di potere personale ma, allostesso tempo, utilizzando quello che èil potere insito in un Ordine per ilbene della professione. Vi aspetta unlavoro non facile, continuo ma interes-santissimo e appassionante. Io non misono ricandidata ma ci sarò sempreper chiarire ogni dubbio e per fare unadeguato passaggio di consegne. Ado-peratevi quindi per contribuire, con-giuntamente a tutta la comunità pro-fessionale, a far sì che quella chepotrebbe essere la professione piùbella del mondo diventi, effettivamen-te, la professione più bella del mondo.

Dottoressa Barbara BoniniPresidente uscente

dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Toscana

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L’esperienza come Consigliere del-l’Ordine Professionale degli AssistentiSociali per il mandato 2009-2013, harappresentato un percorso di crescitaprofessionale e personale significativo,che ha comportato lo sviluppo dinuove competenze e nuove conoscen-ze, quali:

- il governo deontologico della pro-fessione riguardo a comportamenticensurabili del professionista nei qualicasi possono essere disposte sanzionicome l’ammonimento, la sospensionee la radiazione;

- la tenuta e revisione dell’Albo degliiscritti;

- la tutela delle funzioni proprie dellaprofessione, attraverso la segnalazionedi abusi alla magistratura, ai sensi del-l’art. 348 c.p.;

- l’espressione di pareri su materieche riguardano la categoria nei con-fronti di Enti e Istituzioni Pubbliche;

- la possibilità di informazione,aggiornamento e formazione per i pro-fessionisti iscritti all’Ordine;

- la partecipazione alle varie Com-missioni costituite all’interno dell’Or-dine.

Sentirsi parte di un sistema ben defi-nito, ha delineato una migliore consa-pevolezza e un senso maggiore diappartenenza ad una categoria profes-sionale, poiché quando si inizia a com-prendere e ad inquadrare sul profilogiuridico la qualifica dell’AssistenteSociale, si inizia ad avere un’idea moltopiù chiara del proprio status professio-nale, quali siano i vari livelli di compe-tenza, il ruolo e la posizione che si rico-pre nell’organizzazione aziendale, coni diritti e i doveri derivanti dal rappor-to di lavoro instaurato con l’Ente diprovenienza.

L’Ordine Professionale degli Assi-stenti Sociali della Regione Toscana,non ha rappresentato esclusivamenteun momento di incontro e confrontotra professionisti, ma un momento dicondivisione e un percorso tra personeche sono entrate in interazione sullabase di aspettative comuni al fine dicooperare, analizzare, progettare eprodurre idee per migliorare la qualitàdella professione degli Assistenti Socia-li.

Allo stesso tempo essere membro delConsiglio, ha comportato sempre ilrispetto e il ruolo reciproco di ogni suocomponente, poiché in qualità di Con-siglieri abbiamo avuto bisogno l’unodell’altro per arrivare agli obiettivi eagli scopi prefissati per il mandato chesta per concludersi.

Sicuramente convivere e coesisterecon professionisti che hanno esperien-ze lavorative diverse, non è stato sem-plice, poiché ha richiesto lo sviluppo di

buone capacità di mediazione e nego-ziazione all’interno del gruppo ed harappresentato una fonte di arricchi-mento reciproca.

Sentirsi parte attiva di una comunitàprofessionale ed adoperarsi attivamen-te per la professione stessa, rappresen-ta qualcosa di molto più ampio edambizioso della condivisione di unostesso ambiente fisico, organizzativo elinguistico, ma significa costruirsiintorno uno spazio dove si crea un’i-dentità forte, attraverso una storiacomune e degli ideali condivisi.

L’Ordine rappresenta uno spaziolibero, anche se ben strutturato e nor-mato, dove l’Assistente Sociale puòesprimere le proprie potenzialità, ma èanche uno spazio dove si trova solida-rietà e comprensione da parte deglialtri colleghi.

Erika Viligiardi

Dal divenire all’essere Assistente Sociale e Consigliere: quale è il significato?

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Paola Falomi

Il ruolo del Tesoriere del CROAS

Sono stata nominata a metà consilia-tura. Avevo appena preso visione delruolo che avrei dovuto svolgere, quan-do, in seguito alle dimissioni di unacollega, mi è stato proposto di ricopri-re l’incarico di tesoriera. Il periodo sto-rico è dei più critici, vista la cattivafama di alcuni amministratori, che sisono indebitamente appropriati didenaro pubblico, quindi mi sono senti-ta investita di una responsabilità moltogrossa. Ho però deciso di accettare l’in-carico e l’ho fatto con la cautela di chinon si sente del tutto all’altezza delcompito, ma sa che farà in ogni casodel suo meglio. Ho accettato anchecon un grande senso di responsabilitàe l’entusiasmo che da sempre mettonelle mie attività, che siano o menolavorative.

Il primo compito importante in cuimi sono cimentata ha riguardato la ste-sura del bilancio. Nel mese di settem-bre, infatti, deve essere redatto quellodi previsione per l’anno successivo, incui si formulano dei “propositi” dispesa in base alle proposte dei consi-glieri e alle esigenze dell’ente. Il tuttotenendo ovviamente conto delle entra-te, cioè della disponibilità economicaderivante esclusivamente dalla sommadelle quote versate dagli iscritti.

In corso di attività il bilancio può poiessere “aggiustato” con delle variazioni,sempre deliberate dal consiglio.

Entro il mese di novembre deve esse-re approvato il bilancio consuntivo,che rappresenta la conferma della con-gruità tra previsione di spesa e spesaeffettivamente sostenuta. Questa attivi-tà è svolta con il supporto di uno staffdi commercialisti esperti in gestione dienti di diritto pubblico e sotto il con-trollo di un organo di revisione, comestabilito dalla normativa nazionale inmateria di gestione finanziaria. Daricordare poi la supervisione di unostudio di consulenti in materia di dirit-to tributario, che il consiglio nazionaleconvoca per fornire chiarimenti aitesorieri regionali su argomenti da lorosuggeriti.

Una particolare enfasi è stata dataalla formazione per area territoriale,che prevede il finanziamento di pro-getti formativi con trasferimento daparte del CNOAS al soggetto capofila(per il Centro Italia, le Marche).

Più volte è emersa in consiglio la pro-posta di acquistare una sede per l’ordi-ne, visto che attualmente il bilanciopresenta un avanzo considerevole cherenderebbe tale progetto sostenibile.

Si evidenzia poi la positiva scelta dicambiare istituto di credito, optandoper una banca (prima sussisteva unrapporto esclusivo con Poste italiane)che, da un lato ci ha permesso la mag-gior remunerazione delle giacenze inessere sul conto di deposito, mentredall’altro ha portato alla riduzione deicosti di gestione del medesimo rappor-to. Gli associati sono stati agevolatinotevolmente nel versamento dellequote mediante lo strumento del mavelettronico (che sostituisce a tutti glieffetti il bonifico, ben più oneroso).

Alcune somme sono state destinatealla realizzazione di eventi formativirivolti agli iscritti, per un’integrazionedelle conoscenze professionali, senzagravare in alcun modo sugli associati.

Altro aspetto migliorativo dell’attivitàamministrativa è stato rappresentatodalla ristrutturazione della voce relati-va ai rimborsi chilometrici: siamo infat-ti passati a un sistema con cui il rim-borso avviene in maniera decisamentepiù razionale.

Ultima ma non meno importantenovità introdotta nel 2012 riguarda l’u-tilizzo del bollettino in formato elettro-nico, che è andato a sostituire quellocartaceo ormai obsoleto, con un note-vole risparmio in termini economici euna positiva ricaduta ambientale perciò che concerne il risparmio di carta.

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La funzione del Segretario dell’Ordi-ne Professionale è una della quattrocariche elettive dell’Ordine Professio-nale.

Il suo compito, che ha funzione isti-tuzionale, è quello di redigere i verbalidei Consigli Ordinari e Straordinaridei Consigli dell’Ordine, delle deliberedi Consiglio oltre alla gestione dell’at-tività della Segreteria e dell’ufficio.

Altro compito istituzionale, è quellorelativo alla gestione ed alla tenuta del-l’Albo Professionale, sia per gli iscrittialla Sez. A che per la Sez. B, e al con-trollo pagamenti.

La tenuta dell’Albo, in fase istrutto-ria, comporta un lavoro di analisi delladocumentazione prodotta dal profes-sionista. Quindi, importante, la neces-sità di scambi di corrispondenza con isingoli iscritti per l’acquisizione dimaggiori chiarimenti ed integrazionisulle attività svolte prima di procederealla deliberazione consiliare. Ciò èaccaduto soprattutto in un tempo pas-sato per le richiesta di passaggio diiscrizione dalla Sez. B alla Sez. A del-l’Albo Professionale rispetto alledomande relative alle funzioni dirigen-ziali comprese tra quelle previste dal-l’art. 21 del DPR 328/01.

Gli atti deliberativi non sono esclusi-vamente relativi a iscrizioni e passaggida una sezione all’altra, ma anche acancellazioni su richiesta, trasferimentie sospensioni e radiazioni per morositào per procedimenti disciplinari.

Il Consiglio, nel mese di febbraio, incontemporanea all’invio della comuni-cazione delle quote annuali, ha delibe-rato la revisione dell’Albo Professiona-le. Tale operazione è prioritaria enecessaria, nonché prevista dal D.M.615/94, affinché l’Ordine sia a cono-scenza di eventuali modifiche anagrafi-che e lavorative degli iscritti in mododa conoscere le realtà lavorative deiprofessionisti della nostra regione.

La verifica del pagamento dellequote annuali, ed una eventuale ope-razione di recupero crediti, richiedeun’attività periodica particolarmenteimpegnativa nel rispetto dei tempirigidamente previsti dal regolamento.

Inoltre, si è attivato, ormai da tempoun lavoro di verifica a “campione” congli Enti della Toscana (Comuni, Asl,Ministero degli Interni, Inail, USSM,UEPE, ecc...) con la richiesta di tra-smissione degli elenchi dei propridipendenti inquadrati con la qualificaprofessionale di Assistente Sociale, inmodo da procedere ad incroci con l’Al-bo Professionale.

Infine, un po’ di numeri: al30.06.2013 sono iscritti all’Albo Profes-sionale n. 2.097 Assistenti Sociali di cuiSez. A 360 e Sez. B 1737.

Paola Zanobetti

Il Segretario dell’Ordine Professionale e l’Albo Professionale

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Antonella Pini

Riflessioni e attività di un Consigliere CROAS

Quattro anni fa in questo periodo,dopo una breve collaborazione con ilConsiglio precedente con la Commis-sione esperti esami OSS, iniziavo a pen-sare di candidarmi per le elezioni delnuovo Consiglio piena di entusiasmoma anche di dubbi e paura di non esse-re in grado di portare avanti questoimpegno.

Oggi, dopo 4 anni, sono a fare unresoconto di questa esperienza.

Sono stati anni molto impegnativiperché non è affatto semplice riuscirea conciliare gli impegni di lavoro, fami-liari con quelli dell’Ordine e in alcunimomenti di “sconforto” ho anche pen-sato di dimettermi poi il senso diresponsabilità mi ha fatto andare avan-ti. È stata la prima volta che ho fattoparte del Consiglio questo mi ha per-messo di conoscere nuovi colleghi enuove realtà. Come in tutti i gruppi dilavoro anche nel gruppo dei consiglie-ri non sempre è stato facile lavorare ela grande mole di problemi da affron-tare con la scarsità di tempo da poterdedicare non ha sicuramente aiutato illavoro del gruppo.

Fin dall’inizio del mandato ho fattoparte della Commissione DeontologicaDisciplinare con il ruolo di segretario edella Commissione esperti esami OSSdella quale sono referente da settem-bre 2012, dal 2011 faccio parte dellaCommissione Mista per l’accredita-mento.

L’attività della Commissione Deonto-logica Disciplinare è stata molto inte-ressante e un importante momento diriflessione sugli aspetti deontologicidel nostro lavoro. Dalle situazioniaffrontate mi sono resa conto chemolte volte basterebbe potersi fermareun po’ di più a riflettere per evitare disottovalutare alcuni aspetti deontologi-ci della nostra professione che spessovengono trascurati per la fretta didover rispondere alle continue urgen-ze.

Con i colleghi della Commissione

Deontologica Disciplinare abbiamolavorato bene trovando una buona col-laborazione e costruendoci delle prassiper la gestione delle varie situazioni.Fra i vari procedimenti affrontatinumerosi sono stati i casi di esercizioabusivo della professione di colleghiche pur lavorando da anni nei serviziNON “SAPEVANO” di doversi iscrivereall’Ordine e di dover pagare una quotaannuale!

Nella Commissione esperti esamiOSS dopo i primi anni durante i qualiè stata utilizzata la graduatoria di esper-ti fatta dal Consiglio precedente, nel2012 abbiamo concordato con gliiscritti di fare una nuova graduatoria.

Il precedente Consiglio aveva giàfatto un lavoro di approfondimento sulruolo dell’esperto sociale nelle Com-missioni di esame per OSS. Noi abbia-mo esaminato tutti i report inviati daicolleghi che hanno partecipato agliesami OSS come esperti sociali negliultimi 3 anni e in un incontro con icolleghi ci siamo confrontati su questaesperienza partendo da quanto emer-so dall’analisi dei report. Durante lostesso incontro abbiamo concordato didover fare una nuova graduatoria diesperti per esami OSS.

Per individuare i criteri per lanuova graduatoria avevamo chiesto lacollaborazione di tutti i colleghi,pochissimi hanno aderito mentremolti sono stati quelli che, una voltafatto il bando hanno fatto delle criti-che. Purtroppo per tutti noi era laprima volta e soltanto quando siamoarrivati a stilare la graduatoria ci siamoresi conto che alcuni criteri individuatinel bando sarebbero da modificare.Lasceremo al prossimo Consiglio alcu-ne riflessioni (nate anche dalle osser-vazioni inviateci dai colleghi) per poterindividuare nuovi criteri per una nuovagraduatoria.

Dall’estate 2012 sono la referentedella Commissione esperti esami OSSma a questo punto il mio compito èstato soltanto quello di applicare lanuova graduatoria.

Infine dal 2011 sono entrata nellaCommissione Mista per l’accredita-mento dopo le dimissioni dei vari con-siglieri che ne hanno fatto parte primadi me. Questa commissione ha unruolo molto importante per la forma-zione continua in quanto è la commis-sione che, sulla base delle Linee guidae del regolamento per la Formazionecontinua analizza le varie istanze e pro-pone al Consiglio i crediti formativi daattribuire a ciascun evento formativoper il quale è stato chiesto l’accredita-mento dall’agenzia formativa propo-nente. La Commissione si riunisce unavolta al mese per analizzare le varierichieste di accreditamento. È unacommissione molto impegnativa nellaquale ci siamo dovuti costruire tutte leprocedure con non poche difficoltà,per fortuna abbiamo trovato grande epreziosa collaborazione da parte deimembri esterni che fanno parte dellacommissione.

Le aspettative all’inizio del mandatoerano tante ma molto presto ho dovu-to ridimensionarmi. Ho cercato di col-laborare attivamente nelle varie Com-missioni e con tutto il Consiglio manon sono soddisfatta del contributoche ho dato per la crescita e il ricono-scimento della nostra professione.Soprattutto i primi anni non ho trova-to dei Consiglieri con i quali lavorareinsieme, ci sono state varie discussioni,non costruttive e sono state sprecatetante energie per tenere unito il grup-po con un alto numero di Consiglieriche si sono dimessi.

Ora che siamo arrivati quasi alla finedi questo mandato ho deciso di nonricandidarmi anche se mi mancheràquesto grande impegno. Sono comun-que disponibile a collaborare con ilnuovo Consiglio e con la Fondazionedegli assistenti sociali.

Complessivamente?!... È sicuramenteun’esperienza da fare perciò CANDI-DATEVI, CANDIDATEVI.

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La mia “Avventura“all’interno dellaCommissione Formazione Continua eAccreditamento Nazionale e di rappre-sentante dell’Area Centro ha avuto ini-zio nel 2012, quando ho sostituito lacollega Daniela Milazzo. È stata un’e-sperienza positiva in un periodo in cuiil sistema della formazione è profonda-mente cambiato. Le Commissioni siriuniscono periodicamente a Romapresso la sede dell’Ordine Nazionale,una volta al mese la CommissioneAccreditamento Nazionale e circa ognitre mesi la Commissione Area Centro.Nella Commissione Area Centro, com-posta dalle Regioni Abruzzo, Lazio,Marche, Molise. Toscana ed Umbriasono stata affiancata dalla collega Lore-dana Bertagni.

I lavori della commissione nell’ulti-mo anno si sono incentrati sull’orga-nizzazione di un evento formativo di“Area”, che presto sarà realizzato, daltitolo “Politiche sociali e/o economiche: laresponsabilità dell’assistente sociale nellacostruzione di una comunità rispettosa deidiritti di tutti, sussidiaria e solidale (TitoloIV, cap. I, art. 33 del Codice deontologico”in seguito allo stanziamento di unfondo dedicato alla Formazione Conti-nua da parte del Consiglio.

Lavorare in sinergia con altri colle-ghi di altre regioni ha permesso diapprofondire periodicamente le reci-proche modalità di lavoro, individuan-do similitudini e differenze confron-tandosi sulle specifiche esperienze nel-l’ambito della sperimentazione dellaformazione continua. Oltre a provve-dere all’accreditamento e alla valida-zione delle agenzie formative e dei for-matori in quest’ultimo anno abbiamorevisionato e modificato, sulla base diun confronto attivo e partecipato ditutta la comunità professionale, il“Regolamento della formazione conti-nua” oggi al vaglio del Ministero diGrazia e Giustizia.

Alcuni punti che ritengo utile sotto-lineare sono:

- che la formazione continua è unobbligo; in caso di violazione di taleobbligo si configura un illecito discipli-nare;

- i crediti da conseguire non sarannopiù 90 ma scendono a 60 crediti neltriennio;

- sono 15 i crediti formativi minimida conseguire su tema di ordinamentoprofessionale e deontologia nel corsodel triennio;

- è obbligatorio conseguire un mini-mo di 10 crediti ogni anno.

Questi sono solo alcuni aspetti previ-sti nel Regolamento, spero che vengavarato al più presto per permettere atutta la comunità professionale diintraprendere il cammino della Forma-zione Continua che non è solo unobbligo deontologico per l’assistentesociale, è un’opportunità, un processoculturale sul quale tutti gli attori pub-blici e privati, ma soprattutto noi pro-

fessionisti abbiamo l’opportunità diinvestire per migliorare la qualità dellecompetenze, delle prestazioni e degliinterventi.

Mi auguro che chi proseguirà i lavoriall’interno di questa commissionepossa potenziare l’attività di informa-zione e sensibilizzazione degli enti edelle organizzazioni pubbliche e delprivato sociale dove gli assistenti socialisvolgono la loro professione allo scopodi divulgare il Regolamento della for-mazione continua e di agevolare la for-mazione stessa.

Spero di poter continuare a collabo-rare nel campo della formazione senon come consigliere dell’Ordine

della Regione Toscana, come membroesterno, poiché nonostante sia stato unnotevole impegno mi ha permesso diacquisire competenze e conoscenzespendibili nella nostra comunità pro-fessionale e nella costruzione di politi-che di welfare.

Lucia Nannetti

La mia esperienza nelle commissioniFormazione Continua e AccreditamentoNazionale e nell’Area Centro

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Daniela Bicchierini

Il Ruolo della Commissione esami di stato e rapporti con le Università

Questa commissione, in continuitàcon il lavoro intrapreso dal precedenteconsiglio, al fine del rafforzamento delnostro ruolo all’interno delle commis-sioni di esame di stato, ha proseguito ilpercorso riflessivo intrapreso attraver-so il coinvolgimento dei colleghi resosidisponibili a svolgere tale funzione edin modo particolare di coloro cheannualmente sono stati estratti dalMiur e quindi nominati ufficialmentemembri delle commissioni nelle tresedi universitarie, sia in fase preparato-ria che a conclusione delle prove dellasessione estiva ed invernale.

Gli incontri sono stati pensati comemomenti di confronto e verifica sulleprove svolte, sulle criticità emerse e suirisultati raggiunti, tenendo presentequanto precisato nei diversi diari dibordo redatti, al fine del miglioramen-to qualitativo dell’esame di stato.

Parallelamente ha partecipato a per-corsi formativi con gli studenti iscrittialle diverse sessioni dell’esame di stato,principalmente presso l’Università diPisa dove negli anni si sono maggior-mente intensificati i rapporti. Durantequesti momenti di confronto attivo l’at-tenzione è stata posta sul ruolo del-l’Ordine professionale e sue compe-tenze istituzionali, sul regolamentodella formazione continua e sul codicedeontologico dell’assistente sociale,calato nell’attuale contesto socio-politi-co ed organizzativo.

In questo mandato è poi proseguitoil potenziamento dei rapporti con i treAtenei toscani per migliorare l’offertaformativa rivolta agli studenti ed illoro tirocinio curriculare ed indivi-duare spazi di collaborazione per laformazione continua degli assistentisociali in servizio e la possibilità diaccedere a nuovi percorsi di formazio-ne postlaurea.

Con i referenti dell’Università di Pisaè stato affrontata in particolar modol’esperienza del tirocinio, nei diversi

aspetti: organizzazione, strumenti divalutazione e ruolo del supervisore.Dal costruttivo confronto si è giunti aduna riorganizzazione dell’attività ditirocinio, alla ridefinizione degli stru-menti di valutazione dell’esperienza daparte dello studente e del supervisorefino all’organizzazione di un eventoformativo tra Ordine ed Universitàpisana dal titolo ”Valutare il tirocinio nellaformazione dell’assistente sociale” che si ètenuto il 15 marzo 2013.

Visto che il tirocinio curricularecostituisce parte fondamentale e quali-ficante della formazione in ServizioSociale, l’Ordine professionale si èimpegnato fortemente con le Universi-tà e la Regione Toscana affinché sigiungesse alla sottoscrizione di unAccordo di Collaborazione tra tutti isoggetti istituzionali che si occupanodella formazione di questi professioni-sti.

In data 25 giugno 2013 è così statodeliberato dalla Giunta della R.T. lo“Schema di accordo di collaborazione traR.T., Ordine regionale degli As.Soc., Uni-versità degli studi di Pisa, Firenze e Siena,

Anci Toscana avente come oggetto la pro-mozione del tirocinio didattico degli studen-ti dei corsi di laurea in Servizio Sociale dellaToscana”.

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Durante la consigliatura 2009-2013,la commissione politiche sociali (CPS),fino dalla sua istituzione, si è dedicataad individuare ed approfondire letematiche programmatiche individua-te dal CROAS, tra esse le principalihanno riguardato: i profili professiona-li degli assistenti sociali in relazioneall’orgazizzazione e alla direzione deiservizi sociali in ambito zonale, conparticolare attenzione all’istituzionedelle società della salute (SdS).

Questo tema, già posto con forzadalla precedente consiliatura, richiede-va un’azione in continuità con le lineed’azione elaborate nel 2009 e presenta-te durante un incontro/confrontoregionale tra gli iscriti all’albo e i rap-presentanti delle istituzioni.

La CPS ha cercato di assicurare uncontributo costante al Consiglio e alPresidente CROAS, nelle fasi prepara-torie dei documenti e dei diversiincontri con gli iscritti all’albo, i fun-zionari e gli amministratori.

Nel quadriennio si sono svolti nume-rosi incontri con i referenti di varie isti-tuzioni (enti pubblici e privati e lororeferenti politici e tecnici): assessoriregionali al welfare e al diritto alla salu-te, consiglieri regionali referenti IVcommissione sanità e politiche sociali,Sindaci, dirigenti regionali delle AUSLe degli enti locali, rappresentanti delleassociazioni ANCI, UNCEM e altri);

- si è svolta un’attività istruttoria inmerito alle audizioni della IV commis-sione che ha richiesto parere alCROAS sulle leggi attinenti la profes-sione. Tra gli atti principali citiamo lemodifiche e integrazioni alle LL.RR. 40e 41, relative all’organizzazione dei ser-vizi sociali e alla loro direzione (nellafase istitutiva delle società della salute),e la proposta di PSSIR 2011-2015 pre-sentata dalla giunta regionale e tuttoragiacente);

- assieme al lavoro sopra descritto, viè stato un costante rapporto con gliiscritti all’albo degli assistenti sociali siacon singoli, sia con gruppi di colleghi,in larga misura si è trattato di temi,problemi e criticità riguardanti i servizisociali di comuni, AUSL, terzo settore,relative alla loro organizzazione e alruolo del servizio sociale professionale.Per comprendere meglio il contesto incui abbiamo operato occorre un breverimando al contesto socio-economicoin cui, da anni, ci troviamo a vivere, allavastità e alla gravità della crisi finanzia-ria-economica-sociale-valoriale, allepesanti ricadute strutturali sul tessutosociale e sulle istituzioni e all’impatto,assai negativo, sul sistema dei servizi esul servizio sociale professionale che,per la sua particolare esposizione, sub-isce sempre più gli effetti della disarti-colazione del welfare sia pubblico cheprivato sociale;

- nella primavera del 2011 si è apertauna fase caratterizzata da una serie diseminari di riflessione sull’oganizzazio-ne dei servizi sociali e sul ruolo del SSPche hanno visto la partecipazione dicolleghi esperti, di dirigenti sociali edel presidente del CNOAS, queste ini-ziative si sono incrociate con dueimportanti questioni: una organizzati-va, consistente nell’implementazioneorganizzativa delle SDS (dopo la modi-fica della LR 40 nel novembre 2008) el’altra con le bozze del PSSIR 2011-2015 (la prima risale al settembre2011); gli incontri e il confronto congli iscritti e il dibattito che ne è scaturi-to, sono state importanti occasioni diriflessione e di approfondimento inmerito all’assetto dei servizi e al ruolodel SSP e hanno arricchito l’attivitàistruttoria e di elaborazione delle pro-poste migliorative e integrative delPSSIR;

- questa fase ha impresso una cre-scente intensità ai lavori della commis-sione e del consiglio, poichè è statacaratterizzata da un susseguirsi di acca-

dimenti, come la sostanziale messa inmora delle SdS (dopo la bocciatura nel2011 del ricorso della Regione Toscanaalla Corte Costituzionale contro lalegge di stabilità del 2009 che ha aboli-to la forma giuridica consorziale su cuisi basavano le SdS) e il rinvio, sine die,dell’approvazione del PSSIR 2011-2015. Infatti il documento programma-tico finanziario di Regione Toscana,approvato nel novembre 2012, ha san-cito la fine delle SdS. Da allora si èaperto un periodo di transizione cheviviamo ancora oggi.

Quanto sopra ha reso sempre più evi-dente la crisi del sistema regionale deiservizi sanitari e sociali; naturalmenteil sistema toscano dei servizi risentedella crisi generale e delle misuremesse in atto al livello nazionale. Inparticolare in sanità RT ha recepito gliindirizzi di riorganizzazione del SSN.La necessità di riorganizzare la rete diassistenza territoriale, ha portato allacostituzione delle unità di cure com-plesse primarie, delle aggregazioni fun-zionali territoriali e delle case dellasalute, così come previsto dalla Regio-ne Toscana con la DGRT 1235 deldicembre 2012.

Il coinvolgimento dei servizi socialiin questa riorganizzazione è inevitabi-le. Da parte del servizio sanitario regio-nale è sempre più evidente la progres-siva sanitarizzazione degli interventi adiscapito dei servizi sociali. Altresì inuna buona metà degli ambiti zonaliviene offerto un panorama dei serviziframmentato e disomogeneo. Perma-ne una sostanziale divisione delle 34zone-distretto tra quelle che hannodelegato le funzioni dei servizi socialialle AUSL/SdS e quelle che li gestisco-no separatamente, limitandosi a proto-colli di intesa, ormai logori;

- è in questa realtà che all’inizio del2012 è nata, tra il CROAS e l’associa-zione Franco Basaglia di Arezzo, unariflessione attorno al tema dell’orga-

La commissione politiche sociali CROASToscana consiliatura 2009-2013

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nizzazione dei servizi in ambito zonale.Questa collaborazione ha portato apartecipare, il 15 giugno 2012, al con-vegno regionale “Un servizio socialeunico in ogni zona sociosanitaria dellaToscana”. Si rimanda alla tematica (distretta attualità) del superamento delleProvince e alla conseguente necessitàche i Comuni si associno per garantireadeguati livelli dei servizi di ambito.Tuttavia osserviamo un progressivoorientamento negli ambiti zonali a isti-tuire le “unioni comunali” o altreforme consorziali per la gestione deiservizi.

La stessa GRT, pur non avendo defi-nito la modalità di superamento delleSdS, ha presentato una proposta orga-nizzativa che rimanda al proseguimen-to del consorzio tra Comuni per la SdSfinalizzato alla gestione dei servizisociali;

- in riferimento a queste tendenze ilconsiglio ha approvato un documento“Il ruolo del servizio sociale professionale nelnuovo sistema di governance socio sanitariasuccessivo al completo superamento delleSDS”, con cui, nell’attuale fase, sostienela necessità di salvaguardare l’identitàe il ruolo del SSP a tale scopo è stato

chiesto un confronto con le istituzioniregionali e con i direttori delle AUSL,finalizzato anche alla richiesta di impe-gno al riconoscimento alla professionedella dirigenza dei servizi sociali.

Referente della Commissione: Nelita Lilli

Componenti: Laura Brizzi, Giovanni De Peppo,

Paola Falomi e Marco Mazzoleni

IL RUOLO DEL SERVIZIOSOCIALE PROFESSIONALENEL NUOVO SISTEMA DIGOVERNANCE SOCIO SANITARIA SUCCESSIVO ALCOMPLETO SUPERAMENTODELLE S.D.S.Il nuovo processo di riforma sanita-ria successivo alla DGRT 1235\2012ed al completo superamento delleS.d.S. si svolge in misura determi-nante su un processo di valorizza-zione dell’assistenza territoriale,quale momento di compensazionedei processi di riduzione e ridefini-zione del livello puramente ospeda-liero. In tale ottica risultano premi-nenti tutti quegli interventi alterna-tivi all’ospedalizzazione tipici del-l’integrazione socio-sanitaria, chedel resto costituisce fin dagli anni‘80 tipicità del sistema di welfaretoscano.

È per tale motivo che è indispensa-bile non disperdere unitamenteall’esperienza delle Società dellaSalute anche la specificità virtuosatoscana di una elevata e qualificatavalorizzazione dei percorsi socio-sanitari integrati che ha sempre vistonel professionista Assistente Socialeil suo fulcro progettuale ed operati-vo.

Se il territorio dovrà ragionare intermini di una sinergia virtuosa econtinua con la fase ospedaliera equella medica convenzionata, pergovernare la domanda e sviluppare ipercorsi preventivi e d’iniziativa, èindispensabile non produrre mecca-nismi di sanitarizzazione disfunzio-nali rispetto all’obiettivo di un diver-so e maggiore concorso del socio-

sanitario alla governance di sistema.Quindi è indispensabile creare stru-menti organizzativi che prevedanol’integrazione fra sociale e sanitario,Aziende USL e Comuni, in una otti-ca di piena salvaguardia del ruolodel professionista Assistente Socialeall’interno della rete dei servizisocio-sanitari.

Pertanto si ritiene determinante:

A) continuare a prevedere un Diret-tore USL dei Servizi Sociali espressodalla Conferenza dei Sindaci di con-certo con il Direttore Generale USL,come previsto dalla L.R. 40/2005 es.m.i., art. 40. In subordine, in que-sto momento di mutamenti istituzio-nali ed organizzativi si ritiene indi-spensabile prevedere almeno unlivello dirigenziale di Servizio Socia-le Professionale ( Unità Operativa)nello Staff della Direzione Azienda-le, come già previsto per gli infer-mieri e i tecnici sanitari;

B) unificare la governance del socio-sanitario nella Zona/Distretto,gestendo in ambito territoriale l’altaintegrazione socio-sanitaria e anchel’intero campo socio-assistenziale,prevedendo sia la costituzione di unnuova figura aziendale del DirettoreSocio Sanitario di Distretto/Zona(come richiesto e previsto nei docu-menti di ANCI ed UNCEM, conaccesso anche per le professionisociali), sia una Struttura Funziona-le Organizzattiva (Unità Funzionaledi Integrazione Socio-Sanitaria) affi-data all’Assistente Sociale con fun-zioni anche di Coordinatore SocialeZonale Unico fra Azienda USL eComuni, nell’ottica unitaria e globa-le che ha sempre contraddistinto

quest Regione, vedi L.R. 41/2005art. 37 e L.R. 40/2005 art. 64,comma 5;

C) in subordine, e nel caso di indivi-duazione di organizzazione diversadalla Zona/Distretto ove per lagestione dei servizi socio-assistenzia-li si preveda l’Unione dei Comuni eper la gestione dei servizi socio-sani-tari un accordo di programma conl’Az. USL, è necessario prevedere intale ambito dei percorsi significatividi integrazione ed un ruolo adegua-to per la componente sociale profes-sionale con Unità Operative di Assi-stenza Sociale e Unità FunzionaliAssistenza Sociale.

D) prevedere la presenza adeguatadel Coordinatore Sociale di Distret-to nell’Ufficio di Piano (o sue modi-fiche), luogo di elezione per la pro-gettazione dei servizi e delle azioniterritoriali che andrà di fatto a sosti-tuire le precedenti Segreterie Tecni-che.

E) prevedere un percorso di appli-cazione delle Leggi Regionali sopracitate e del Piano Sanitario Regiona-le vigente per l’accesso alla dirigen-za degli Assistenti Sociali Professio-nisti, come già attuato per le altrecategori tecnico-sanitarie.

Quanto sopra evidenziato non vuoleperseguire scopi corporativi, masolo sottolineare che la nostra pro-fessione, tra le più coinvolte nei pro-cessi riformatori, sia esclusa dallapossibilità di poter innalzare il pro-prio livello di contributo sistemico.

Documento elaborato dallaCommissione Politiche Sociali

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Durante la consiliatura fino all’ago-sto 2013 la Commissione deontologicadisciplinare, in seguito a segnalazioniformali avverso l’operato di altrettantiassistenti sociali, ha aperto 19 procedi-menti, escluse le morosità. I procedi-menti, salvo un solo caso con procedu-ra d’ufficio, sono stati aperti su segna-lazioni dei diretti interessati.

Di seguito si indica l’area d’interven-to ed il numero di procedimenti tratta-ti: Minori e Famiglie n. 9; Anziani n. 1;Altro n. 9. Allo stato attuale i vari pro-cedimenti hanno avuto il seguenteesito: Sospesi n. 2; Ammoniti n. 1;Archiviati n. 13; Sospesi n. 1; In corson. 2.

Una prima considerazione nasce dalconfronto con le precedenti consiliatu-re. In particolare nel periodo settem-bre 2005 – ottobre 2009 le segnalazionifurono n. 7 (tre risolte tramite la con-ciliazione del presidente, come previ-sto dal Codice Deontologico, e solo pern. 4 si è deliberata l’apertura del pro-cedimento disciplinare).

Il quintuplicarsi delle segnalazioninell’arco di pochi anni apre a varie ipo-tesi interpretative; quella più plausibi-le riguarda il progressivo riconosci-mento dell’Ordine, ormai al 20° annodalla sua istituzione. Altra riflessioneriguarda i contenuti delle segnalazionicontro i colleghi che per buona parteriguardano l’area minori e famiglie,nello specifico, per la maggior partedei casi si è trattato del “coinvolgimen-to” di assistenti sociali dei servizi terri-toriali per i minori, in contenziosi sul c.d. “affidamento condiviso”. Dal nostroosservatorio, in questo settore, si è regi-strato un alto livello di conflittualità trai genitori e le rispettive famiglie diappartenenza che spesso non rispar-miano i servizi sociali e sanitari chia-mati a regolamentare l’affidamento eperciò facilmente implicabili in con-tenziosi roventi che non lasciavano spa-zio alla conciliazione (vista la portatadel fenomeno ed il pesante impattoanche emotivo sui professionisti, sareb-be interessante aprire spazi di confron-to con le Professioni maggiormenteimplicate, ad es. l’Ordine degli Avvoca-ti). Un altro gruppo numericamente

significativo ha riguardato l’attivitàprofessionale esercitata in mancanza diiscrizione all’Albo, ovvero l’esercizioabusivo della professione. Osserviamoche questo fenomeno si va rapidamen-te ridimensionando, lasciando ben spe-rare che nella comunità professionalesia maturata la consapevolezza che ilsuo ordinamento è una garanzia diqualità ed un mezzo di promozionesociale delle proprie istanze.

Mazzoleni/Bonini: per il difficilelavoro svolto in questi anni devo rin-graziare i componenti della CDD siaper l’intelligenza e la perseveranza chehanno profuso, sia perchè hanno sapu-to elaborare un metodo comune dilavoro che, per forza di cose, è statomaturato velocemente ma anche conefficacia, sia per l’applicazione nellostudio della documentazione, a volteassai complessa, e nella condivisionecon l’intero Consiglio di decisionianche sofferte.

I componentiPresidente Marco Mazzoleni;

Segretaria Antonella Pini, Sara Acciaioli, Loredana Bertagni,

Daniela Bicchierini.

RIFLESSIONI SUL CODICE DEONTOLOGICO

Gli incontri con i colleghi della Ver-silia e della Zona livornese (compresoUEPE) in merito alla riflessione sulCodice deontologico, avvenuti nelperiodo settembre-dicembre 2007,hanno evidenziato anche con l’utilizzodi un questionario proposto da Spisni ePieroni, il livello di conoscenza dellostesso Codice dal quale sono emerse leseguenti criticità:

evidente risulta la scarsa conoscenzadel Codice (la maggior conoscenza sideve alla preparazione di concorsi edesami di stato). Il C. viene percepitomaggiormente come

riferimento/orientamento/lineeguida da utilizzare nella pratica quoti-diana. Il C. viene da molti percepitocome un riferimento “debole” non suf-ficiente a tutelare la professione e ilprofessionista nella relazione con l’u-tente, il superiore gerarchico o il refe-rente politico/istituzionale.

I diritti degli utenti/clienti, la riser-vatezza e il segreto professionale sonoritenute le parti più importanti eapprezzate del C..

Le norme presenti nel C. (Titolo III“Responsabilità...”): è sufficiente il“consenso” verbale dell’utente sullapresenza di terzi (tirocinante, volonta-rio...) ai colloqui?; alcuni termini“decoro”, “dignità”, necessiterebberodi ulteriore specificazione, in riferi-mento alla nostra epoca; si è altresìposto il problema di chi valuta il com-portamento del professionista e qualisono le conseguenze;

- (Titolo VI “Organizzazione del lavo-ro...”) gli articoli compresi nel TitoloVI hanno suscitato maggiore discussio-ne, in quanto rimarcano uno scolla-mento tra le dichiarazioni di principioe la realtà operativa - scarso rispettodella professionalità da parte dell’entedi appartenenza, del superiore gerar-chico (con particolare riferimento alresponsabile assistente sociale) e dialtri professionisti; burocratizzazionedei percorsi assistenziali con tempieccessivamente lunghi nella risposta albisogno; ambienti dedicati all’attivitàprofessionale spesso inidonei ancheper la tutela della riservatezza degliutenti.

PROPOSTE:- Inserire nel C. un riferimento a

tutela del tirocinante e del supervisoreassistente sociale.

- Introdurre una precisazione sulconcetto di reperibilità dell’assistentesociale.

- Stabilire che il C. debba essereimmediatamente consultabile dall’u-tenza.

- Maggiori chiarimenti sull’eserciziodella libera professione.

Daniela Bicchierini, Marco Mazzoleni

La Commissione Deontologica e Disciplinare

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L’Ordine professionale , a partiredall’anno 2010, ha svolto una funzionedi sensibilizzazione nei confronti deipropri iscritti ma anche degli Enti pub-blici e del privato sociale, rispetto alletematiche della formazione continua.È stata evidenziata, da un lato l’impor-tanza della formazione continua comestrumento di crescita e qualificazioneprofessionale a beneficio dei Servizi edei cittadini, dall’altro si è cercato sisvolgere un’azione propulsiva per far siche venisse favorita la partecipazionealle attività formative, proprio durantel’orario di servizio, ritenendo tra l’altrodi fondamentale importanza la promo-zione di occasioni di formazione inter-na inerenti la professione.

Sono intercorsi anche contatti diretticon la Regione Toscana e con le tresedi universitarie di Firenze, Pisa eSiena, per definire modalità di collabo-razione finalizzate all’implementazio-ne del sistema di formazione continua,attività quest’ultima costantemente indivenire.

EVENTI FORMATIVI ORGANIZZATI DAL CROAS TOSCANAIn base a quanto previsto all’art. 8

delle Linee Guida Operative per la spe-rimentazione della FC, il CROASToscana si è impegnato per favorire l’a-dempimento dell’obbligo formativo,garantendone la gratuità, in materiadeontologica e metodologica.

Per far ciò, nell’anno 2010 e in partenel 2011, è stato scelto di organizzaredegli eventi formativi che avessero loscopo di “dare avvio” al sistema dellaformazione continua per gli assistentisociali, coinvolgendo in modo attivo gliiscritti. IL ciclo di incontri dal titolo“La formazione continua, un’opportunità oun obbligo?” si è tenuto a Siena il4/12/2010, a Pisa il 26/2/2011 ed aFirenze il 5/3/2011 ed il 9/4/2011 edha visto la partecipazione di 521 iscrittiagli eventi ovvero circa il 76% del tota-le (684).

Gli eventi sono stati tutti organizzatiin collaborazione con le tre Universitàdella Toscana, dove sono presenti icorsi di Laurea in Servizio Sociale e lacollegata Specialistica, allo scopo diconsolidare il fondamentale rapportoche la nostra professione ha con l’Uni-versità. Oltre a fornire chiarimenti sul-l’applicazione del Regolamento e delleLinee Guida, questi eventi hanno rap-presentato un significativo momentodi raccordo fra Ordine ed iscritti, perpensare e riflettere sull’importanzadella formazione continua, sulle critici-tà e sulle prospettive future.

Un altro ciclo d’incontri, organizzatinell’anno 2011, ha avuto come temati-ca gli aspetti inerenti l’organizzazionedei servizi all’interno della RegioneToscana. Gli incontri dal titolo “I ServiziSociali in Toscana: quale ruolo del ServizioSociale Professionale nell’attuale assetto isti-tuzionale”,organizzati per area vasta aLido di Camaiore (Lu) il 14/6/2011,Siena il 20/9/2011 e Firenze11/10/2011, sono stati pensati perconsentire una partecipazione attivadegli assistenti sociali al fine di favorirelo scambio di opinioni e di punti di

vista per proporre alla Regione Tosca-na il “pensiero della professione”, inquesto importante ambito di lavoro.Hanno partecipato n.253 as.soc. ovveroil 79% circa degli iscritti all’evento(320).

Sempre nell’ottica di favorire unariflessione sulle trasformazioni del Wel-fare toscano e sul ruolo dell’assistentesociale all’interno di questo sistema incontinuo movimento, in collaborazio-ne con l’Università degli Studi di Sienae il patrocinio della Regione Toscana edell’AIDOSS, il 28/6/2011 è statoorganizzato un evento formativo dal

titolo “L’assistente sociale protagonista nellaboratorio di welfare: quali scenari aperti equale futuro per la professione?”. Qualisono i nuovi e rinnovati bisogni dellapopolazione toscana? Quali competen-ze e conoscenze si renderanno neces-sarie per il prossimo futuro?. Questealcune delle domande che hanno fattoda perno alla giornata formativa cheha visto la partecipazione attiva ancheattraverso workshop.

Allo scopo di promuovere iniziativedi formazione e aggiornamento,

Loredana Bertagni, Daniela Bicchierini

La formazione continua per gli Assistenti Sociali

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riguardanti la professione, sono statistipulati due protocolli d’intesa:

- ONAP – Osservatorio NazionaleAbusi Psicologici (Ente Scientifico eProfessionale di Promozione Socialeno profit)

- ISTITUTO DEGLI INNOCENTI –Azienda pubblica di Servizi alla perso-na – per favorire in particolare la for-mazione inerente le tematiche dellapromozione e della tutela dei dirittidei minori.

Entrambi hanno portato alla realiz-zazione dei seguenti eventi:

“Relazioni abusanti, famiglia disfunzio-nale, violazione delle aspettative fiducia-rie”- Prato 31/5/2012

“Aspetti deontologici della professione del-l’Assistente Sociale: responsabilità professio-nali, disciplinari, civili e penali” – aggior-namento organizzato in tre edizioni suFirenze, Siena e Pisa nel 2012

Fin dal 2011, alcuni membri dellacommissione formazione, sono statiincaricati dal Consiglio, a parteciparealla Commissione Formazione AreaCentro, gruppo di lavoro formato dairappresentanti delle Regioni centrali:Umbria, Toscana, Lazio, Abruzzo,Molise e Marche.

Negli incontri periodici tenuti aRoma presso la sede del CROAS regio-nale, il gruppo ha affrontato diversetematiche fra le quali: fabbisogno for-mativo, indicatori per accreditare glieventi, discussione sui piani formativie sul nuovo regolamento, pianificazio-ne e progettazione di un evento for-mativo per l’Area Centro.

Sempre un membro della Commis-sione Formazione ha fatto parte, comereferente per l’Area Centro, dellaCommissione Accreditamento delCNOAS.

Anche i primi sei mesi del 2013 sonostati ricchi di eventi importanti:

In collaborazione con l’Università diPisa il 15 marzo si è tenuta una gior-nata formativa dal titolo “Valutare iltirocinio nella formazione dell’assistentesociale. Esperienze, contesti e apprendimen-ti in tempi di crisi” presso l’Universitàstessa;

- con l’Associazione COMETE,Firenze 11 aprile; “La legge 219/12 e leprime questioni applicative nell’esperienzadegli operatori di giustizia”;

- con l’Associazione ILEX, Firenze17 maggio: “La perdita del lavoro e dellerelazioni significative rende tristi: esperien-ze a confronto”;

- con SUNAS, Firenze 5 giugno, “Vio-lenza, protezione sicurezza: i rischi e le pos-sibili tutele per l’assistente sociale”;

In collaborazione con ASSF, Assi-stenti Sociali senza frontiere, si è tenu-

to il 22 giugno a Livorno, il primoincontro a livello regionale di questaassociazione, dal titolo “Emergenza edesperienze all’estero: spazi di servizio socia-le”.

Sicuramente ogni singolo evento èstato ricco di significati, sia dal puntodi vista personale che professionale.L’esperienza all’interno di questaCommissione ci ha veramente dato lapossibilità di confrontarci, di pensare,riflettere, condividere con le/i colle-ghe/i le difficoltà ma anche le tanteesperienze, date dalla nostra determi-nazione e creatività.

Per questo ringraziamo veramentetutti coloro che in questi anni hannocollaborato con noi e hanno parteci-pato agli eventi organizzati.