newsletter n.17 officina creativa interculturale

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Associazione di promozione sociale “Officina Creativa Interculturale” C.F. 97232760823 Indirizzo: Piazza Zisa, 17 90135 Palermo Tel: +39 3296653514 / +39 3297439670 Email: [email protected] Sito web: www.casaofficina.it Newsletter n.17 Newsletter n.17 Newsletter n.17 Newsletter n.17 maggio aggio aggio aggio - giugno 2012 giugno 2012 giugno 2012 giugno 2012 FESTA FINALE DELLA CASA-OFFICINA 30 maggio

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newsletter n.17 Officina Creativa Interculturale

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Page 1: newsletter n.17 Officina Creativa Interculturale

Associazione di promozione sociale “Officina Creati va Interculturale” C.F. 97232760823

Indirizzo: Piazza Zisa, 17 90135 Palermo Tel: +39 3296653514 / +39 3297439670 Email: [email protected]

Sito web: www.casaofficina.it

Newsletter n.17Newsletter n.17Newsletter n.17Newsletter n.17

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FESTA FINALE DELLA CASA-OFFICINA 30 maggio

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Cosa ci fa un albero su una torta? Nasce dolcemente per festeggiare un altro anno di cammino dell’Officina Creativa Interculturale. Nell’allegra terrazza gli studenti, gli insegnanti e gli amici della Casa-officina si ritrovano per raccontarsi i momenti vissuti quest’anno, le sorprese, gli incontri, i passi compiuti insieme. Si raccontano in tante lingue -francese, tamil, inglese, italiano - tra la torta alla yogurt e il tè alla menta. I più piccoli provano ad imitare i ragazzi della Costa d’Avorio che ballano, Jennifer riceve i complimenti per la sua eleganza, Fabrizio scrive in arabo un messaggio per la Casa-officina e Daniele chiede a Claudia di raccontare la sua esperienza in Francia. In ognuno c’è la gioia di stare insieme. Non è importante se le parole non arrivano o non si trovano. Basta aprirsi in un grande sorriso, avvicinarsi e guardare Anton che con la sua macchina fotografica scatta una nuova fotografia.

TRACCE IN CITTA’ maggio – giugno

C’è un segreto che pochi conoscono. I libri, così come le persone, sono viaggiatori, si spostano nel mondo, percorrono tanti chilometri e raggiungono luoghi incredibili, a volte in maniera inaspettata. E ogni libro, così come ciascuna persona, ha meravigliose avventure da raccontare, la storia di cui è portatore e la storia del suo viaggio. Esiste un posto a Palermo dove i libri viaggiatori vengono ospitati e raccolti: la chiamano “Casa-officina”, perché in questo posto ci si prende cura delle storie, i racconti vengono smontati, inventati, ricostruiti, tutti partecipano dell’accoglienza e dell’ascolto e tutti lo fanno con impegno.

Festa dell’Europa, Villa Trabia - 9 maggio

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Norvegese, lettone, inglese, arabo, spagnolo, ebraico, giapponese sono soltanto alcune delle lingue che convivono nella Casa-officina. Con i loro segni, con le loro storie, girano la città, si fanno conoscere, si fanno scoprire e giocare. Si raccontano con generosità, nella speranza di essere ricordate.

Fiera AddioPizzo, Giardino Inglese - 13 maggio

C’è la storia di quel libro che è nato in Inghilterra, da un autore e un illustratore inglesi. Parla di un bambino che ha un papà così noioso che decide un giorno di scambiarlo con due divertentissimi pesciolini rossi. A Londra un signore portoghese si è appassionato alla storia - o forse è il libro ad essersi appassionato ad un signore portoghese - e ha deciso di tradurla e portarla a Lisbona.

Festa del Libro, Scuola Primaria “S.S. Tomaselli” – 30 maggio

Il libro ha così iniziato a viaggiare e, come in ogni viaggio, è cambiato nella forma e nel contenuto, seppure nella sostanza sia rimasto sempre lo stesso. Il suo titolo è così diventato “O dia em que troquei o meu pai por dois pexinhos vermelhos”. In una piccola libreria di Lisbona è poi accaduto che un giovane palermitano ha incontrato il libro inglese tradotto in portoghese, se ne è innamorato - o forse è il libro in portoghese ad avere avvertito un feeling particolare con il giovane palermitano - e lo ha comprato, portandolo con sé fino in Sicilia.

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Adesso quel libro è nella biblioteca della Casa-officina, ma qualche volta fa una breve passeggiata e racconta la sua storia nelle scuole e per la città. Così fanno tutti i libri della Casa-officina: passeggiano per la città e incontrano bambini e adulti.

Festival “Una marina di libri, Palazzo Steri - 3 gi ugno

Quando si incontrano tante lingue, la mente costruisce ipotesi, ricercando nella memoria quei tratti della scrittura che spesso si scopre aver incontrato nella vita, magari in modo assolutamente casuale e incidentale. E quando ciò non accade, soggiunge la forza dell’immaginazione, da cui nascono invenzioni linguistiche e nuove possibilità. Ispirati dall’incontro con ciò che è poco conosciuto, grandi e piccoli si gettano su un grande telo bianco per creare un segno nuovo, un alfabeto creativo, una lingua immaginaria. Affidano al colore uno spicchio del loro mondo. Allo stesso modo, quando parole di una stessa lingua - che di solito vivono lontane - si incontrano, possono nascere storie mai sentite prima. E’ allora possibile piantare alberi che si nutrono di sapone, far incontrare mandriani e lucciole nei boschi, accorgersi che qualcuno prova invidia per gli aranci. E può infine accadere che le gomme si pentano di aver fatto la guerra.

Festa del Libro, Scuola Secondaria di primo grado “ G.Garibaldi” – 6 giugno

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LA NOTTE BIANCA DELLA SCUOLA 25 maggio

Le notti primaverili sono tutte speciali, ma accade che qualche notte sia più speciale delle altre. Accade che finanche gli spazi caotici delle città si trasformino in palcoscenici stellati, che le vetrine dei negozi divengano laboratori d’arte, che studenti, commercianti, educatori e trampolieri contribuiscano a rendere ancor più magici i centri storici urbani. Ciascuno offrendo all’altro un po’ del proprio. È così che giorno 25 maggio si è svolta a Palermo la prima Notte bianca della Scuola, un’iniziativa sostenuta dal Laboratorio cittadino di Educazione alla legalità del Comune di Palermo in collaborazione con scuole, associazioni, imprese, artisti, gruppi musicali, cittadini ed enti amministrativi. L’intento era quello di commemorare insieme il ventesimo anniversario delle morti di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti coloro che hanno perso la vita in occasione delle stragi del 1992, rinnovando l’impegno ad abitare attivamente una Palermo più bella, in modo che mafia, criminalità, violenza, degrado, incuria, paura e ignoranza possano tingersi dei colori della fiducia, della speranza e della cooperazione. L’Officina Creativa Interculturale era lì. Lì a promuovere l’ascolto, la creatività, la narrazione e il confronto quali chiavi d’acceso a un futuro partecipato e condiviso, lì a incoraggiare il piacere e la lentezza quali modalità di libero apprendimento. Quella lentezza che consente di udire, osservare e percepire ciò che alla fretta sfugge, come le storie che gli alberi raccontano, la varietà dei segni comunicativi esistenti e di quelli che la mente inventa, la sensazione del colore sulle mani e sui piedi. E poi accade che la gente si fermi, che aspetti. Che attenda che lanterne di carta prendano il volo, che applauda al loro volteggiare in aria. Perché a quelle sono stati affidati sogni e desideri, e l’occhio desidera accompagnarli sino a quando siano arrivati in alto, sino a quando si siano trasformati in stelle.

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OFFICINA DEL SOLE

11-22 giugno

Quest’anno la Casa-officina si è trasformata a giugno ne “L’Officina del Sole”, dedicando due settimane alla sperimentazione educativa attraverso la narrazione. I gruppi che hanno vissuto l’esperienza, di diverse età -bambini, ragazzi, adulti -, si sono immersi durante la prima settimana nel viaggio dell’Odissea e nei giorni successivi nel mito di Cerere e Proserpina. Dall’isola di Eolo abbiamo raccolto i venti, abbiamo assaggiato i chicchi di melagrana nell’Ade, ci siamo spinti ai confini del mondo nell’isola di Calipso, alla ricerca dei messaggi di Mercurio, abbiamo costruito una zattera, siamo naufragati diverse volte, abbiamo trovato la fonte Aretusa, siamo stati alle pendici del vulcano Etna, abbiamo accecato Polifemo, abbiamo sconfitto i Proci, abbiamo inviato i nostri messaggi all’Olimpo… Abbiamo ascoltato, riflettuto, cercato; ci siamo impegnati, affaticati, entusiasmati. Abbiamo imparato l’uno dall’altro. Abbiamo ricevuto nomi nuovi, e con essi ci siamo scoperti più coraggiosi. Dentro e fuori la Casa-officina, la città si è trasformata nella nostra Itaca. Dal diario di bordo di Valentina - Odisseo: “Timorosi dell’ira degli dei per aver mangiato i sacri buoi, abbiamo dipinto le pietre votive: mi sono divertita a indossare le sacre bende! Si, lo so, non era previsto, ma ho capito che ognuno di noi deve aggiungere del suo, che avvenga in modo consapevole o meno, per poter scrivere il nostro meraviglioso racconto. I nostri nomi, i luoghi, tutto ha un senso nuovo e condiviso. So che per noi tutti questo sarà un viaggio indimenticabile: stiamo apparentemente immobili, eppure, uniti nel viaggio della nostra immaginazione, siamo in grado di portare i nostri sensi ovunque desideriamo. […] Ripercorrere il nostro viaggio, raccontandolo ai Feaci, mi ha un po’ commossa. È il colmo, visto che io sono Odisseo e nel poema succede esattamente la stessa cosa! Ma siamo quasi alla fine e presto questo sogno finirà e dovrò salutare i miei compagni. In pochi giorni ho fatto tante cose con loro. Ho messo a nudo una parte di me che non esce fuori così facilmente e con le persone con cui vivo ogni giorno. Non significa che io non sia me stessa con loro, no; più che altro, in questo viaggio, in questa storia, ogni mio gesto, ogni parola, possono nascere ed esistere, essere decodificati soltanto da noi sette che abbiamo costruito il nostro linguaggio unico ed esclusivo. Genitori, nonni e fidanzato mi hanno chiesto spesso cosa facessi in questi giorni, e ho raccontato qualcosa, si, ma non possono capire! Se non vivi l’Odissea, puoi solo accontentarti di raccontarne qualche frammento sparso sul pelo dell’acqua come i resti di una zattera. Aver remato verso Itaca cantando, aver gridato di gioia alla vista dell’isola, ha avuto un significato che riesco a vedere solo in parte. Siamo arrivati. E Itaca? Itaca è guardare sorridere i miei compagni, aver raggiunto insieme l’obiettivo. La mia Itaca? Un nuovo modo di guardare il mondo e di raccontare una storia. Non dico di averlo acquisito, occorre tempo ed esperienza, ma è una disposizione dell’anima e voglio coltivarla.”

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FESTA DEI BAMBINI in Giappone Kodomo no hi – 5 maggio

Per partecipare ad una festa speciale di un Paese lontano, basta appendere una carpa di carta alla finestra di casa. Sembra di stare dentro una fiaba, nel momento in cui il protagonista riesce a compiere una missione importante grazie all’oggetto magico. Invece la Casa-officina ha reso questa possibilità reale, invitando grandi e piccoli a costruire i koinobori in occasione della Festa nazionale dei bambini in Giappone. Ogni anno, il 5 maggio, le famiglie giapponesi costruiscono dei piccoli aquiloni a forma di carpe e li appendono alla finestra o al balcone di casa. Un aquilone colorato e leggero per ogni bambino, come segno di prosperità e di lunga vita. Le carpe sono pesci significativi per il Giappone: in molte case e giardini si possono trovare grandi carpe che nuotano e che vengono considerate animali domestici. Questi pesci amano le coccole, riconoscono coloro che li accudiscono e la loro presenza porta fortuna e serenità in famiglia. Anche i bambini del corso di inglese “One little finger” si sono impegnati a costruire il proprio koinobori per appenderlo in casa. Perché pure un piccolo gesto può portare lontano…

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FILI E OMBRE DI SETA Viaggio in Asia

Quest’anno l’Officina Creativa Interculturale ha inaugurato il percorso “Fili e Ombre di seta. Viaggio in Asia” , un ciclo di appuntamenti per grandi e piccoli riservato alla scoperta, alla conoscenza e alla pratica creativa di tradizioni provenienti dal continente asiatico. Il desiderio è quello di valorizzare la ricchezza delle culture del mondo, promuovendo nuove vie di confronto, di esperienza e di scambio e sostenendo i valori della cura e della bellezza come itinerari di ascolto del sé, di apprendimento e di crescita.

OMBRE DI SETA 19 maggio

Che strumento meraviglioso è la fantasia! Riconosce le proprie emozioni su fogli di cartoncino variopinto, regala forma e movimento a luci ed ombre, trasformando lo spazio in cui si esprime in un luogo incantato. Giorno 19 maggio, in occasione del terzo appuntamento del ciclo “Fili e Ombre di seta. Viaggio in Asia”, la Casa-officina ha intrapreso un viaggio meraviglioso in giro per il continente asiatico alla scoperta di un’antica forma di teatro popolare: il Teatro delle Ombre.

Il Teatro delle Ombre nasce in India o in Cina moltissimo tempo fa e da lì si diffonde in tutta l’Asia e in generale in tutto il mondo, tanto che oggi questa forma d’arte è presente in oltre venti paesi. In particolare, un’antica leggenda cinese racconta che i consiglieri di un imperatore del II secolo d.C. fecero scolpire per lui una sagoma in legno somigliante alla moglie scomparsa, in modo da proiettare la sua ombra su una tenda e farlo sentire meno solo.

I protagonisti degli spettacoli del Teatro delle Ombre, pertanto, sono figure in carta o pelle di animale essiccata che uno o più marionettisti muovono dietro uno schermo bianco semitrasparente. Alle spalle dei marionettisti vengono per di più accese lampade o candele, così che la loro luce proietti l’ombra delle sagome sullo schermo con l’effetto di ingigantirle e animarle. Gli spettatori, allora, non vedono le figure, ma solo le loro ombre...

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Le sagome del Teatro delle Ombre possono essere manovrate grazie a una o più bacchette, possono essere costituite da una o più parti, possono essere piene o traforate. Attraverso i suoi spettacoli, inoltre, si narrano storie popolari o racconti mitologici al suono di musiche tradizionali, sebbene spesso accada che l’immaginazione oltrepassi il già udito, visto o scritto, per dare vita a personaggi e vicende custoditi nei cuori e nelle menti. Che strumento meraviglioso è la fantasia! Allontana obblighi e preoccupazioni con immagini colorate, trasforma la luce di un proiettore in ombre danzanti, inventando maniere condivise di vivere il tempo e nuovi modi di stare insieme.

TANGRAM 9 giugno

“Perché non si può correre in corridoio,

se si chiama corridoio?” Lorenzo, 8 anni,

autore del Tangram “Il corridore che corre in corridoio”

Un monaco donò ad un suo discepolo un quadrato di porcellana e un pennello, dicendogli di viaggiare e dipingere sulla porcellana le bellezze che avrebbe incontrato nel suo cammino. Durante il viaggio, il discepolo, emozionato e desideroso di possedere la conoscenza del mondo, lasciò cadere il quadrato, che si ruppe in sette pezzi. Nel tentativo di ricomporre il quadrato, formò delle figure interessanti. Capì, da questo, che non aveva più bisogno di viaggiare, perché poteva rappresentare le bellezze del mondo

con quei sette pezzi. E imparò che la conoscenza più profonda ha bisogno di occhi, cuore e mente aperti ad accogliere.

Il Tangram, protagonista dell’ultimo incontro del ciclo “Ombre e fili di seta. viaggio in Asia”, è un gioco tradizionale della Cina, ma è anche uno strumento di apprendimento geometrico, un esercizio di osservazione e di memoria. Seguendo lo stile orientale, il primo passo per imparare è copiare lo schema di riferimento, con crescente abilità e sicurezza. Quando l’occhio, la mano e la mente sono ben allenati, si può allora provare ad inventare forme e soluzioni nuove. Le semplici regole del gioco diventano uno stimolo a combinare i pezzi in modo diverso e originale. Dalle nuove figure, infine, grandi e piccoli hanno fatto nascere storie che si sono liberate dal foglio e hanno mostrato la bellezza del mondo contenuta in sette piccoli pezzi di carta.

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PONTI DI PAROLE CORSI DI LINGUA E INCONTRI

ENGLISH CORNER

Corso di lingua inglese per adulti

E’ facile dire inglese. Nel mondo invece ci sono tanti modi di parlare la lingua inglese e tante possibilità di tradurne i concetti, le frasi, le sfumature, le accezioni. La musica e le immagini in movimento sono chiavi di accesso preziose ai diversi mondi linguistici. Così dal lessico australiano alla cadenza indiana, dalla pronuncia in Scozia all’accento di Dublino, dal soccer londinese al football statunitense, l’English Corner “I (NO) SPEAK ENGLISH” è stato un viaggio divertente e intenso, utile alla comprensione della ricchezza e complessità della lingua inglese. Durante l’English Corner “LOST IN TRANSLATION”, invece, il tema della traduzione ha stimolato domande e dubbi, ha riportato alla mente le tante occasioni in cui “tradurre” ha significato “tradire” il senso originale. Ma tradurre è anche interpretare, capire, conoscere in profondità. Tradurre è divertirsi, divergere, deviare dal percorso già segnato per percorrere una strada nuova, non battuta. Lungo il percorso si perde qualcosa - una sfumatura, una battuta di spirito, un sottinteso culturale. Ma proprio perdendosi, si ritrovando sensi dimenticati e si immagina qualcosa di nuovo.

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AL AZIZ Corso di lingua araba per adulti

La Sicilia è una regione ricca di storia, in cui tante e diverse popolazioni si sono incrociate, incontrate e influenzate a vicenda. Ancora oggi ci sono innumerevoli testimonianze che segnano la presenza di questa ricchezza. Con gli studenti del corso di arabo, abbiamo dunque deciso di guardare il presente degli altri attraverso il nostro passato, la lingua “straniera” attraverso la nostra terra.

L’incontro Al-Aziz “PASSEGGIATA NEL BOSCO ARABO” ha permesso di scoprire due esempi eccellenti di patrimonio artistico locale, ovvero i bagni e il castello arabi di Cefalà Diana, in provincia di Palermo, con lo sguardo di chi va alla ricerca di ciò che è lontano e trova con meraviglia che ciò che è “altro” appartiene anche al “noi”. La dimensione interculturale di una lingua è fatta di segni tangibili, di incontri con persone e luoghi: spinge a muoversi, ad andare alla ricerca di qualcosa che sembra distante - a volte troppo distante - finché in modo imprevisto riporta ad una dimensione familiare, vicina, rassicurante.

Lo studio della lingua araba, motivato da interessi personali, lavorativi, culturali, familiari, diventa dunque un modo nuovo di conoscere e di sentirsi appartenenti alla terra in cui si è nati. La lingua straniera diventa poi un ponte che si può percorrere anche in direzione opposta a quella immaginata: si pensava di arrivare lontano, in posti esotici e misteriosi, e ci si scopre invece in cammino verso casa.

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ONE LITTLE FINGER Corso di inglese per bambini (3-5 anni)

In questi mesi i bambini hanno imparato parole e frasi, canzoni e filastrocche in inglese, ma hanno soprattutto vissuto la casa-officina con curiosità, serenità e motivazione. I genitori si sono incontrati, si sono conosciuti e si sono incontrati più volte in città. Singole famiglie hanno creato una piccola comunità, un gruppo di grandi e piccoli che si riconoscono nel loro “essere famiglia” e vivono come una gioiosa ritualità gli incontri nella casa-officina. L’ultimo incontro del laboratorio di lingua inglese per bambini ha voluto dunque rendere visibile la dimensione sociale e integrativa del percorso, il forte momento di aggregazione che ha coinvolto non soltanto i piccoli, ma anche i grandi.

Questa volta dunque tutti hanno partecipato alle canzoni e alle risate, alla musica e ai giochi e le mamme hanno reso ancora più speciale il momento del pic-nic, portando torte e

biscotti. La casa-officina si è trasformata ancora una volta in un laboratorio di vita comune, dove ognuno ha differenti responsabilità e tutti hanno cura dello spazio, dei luoghi e delle persone che ne fanno parte.

I corsi di lingua inglese, cinese e araba per bambini e adulti riprenderanno nella casa-officina a settembre. Per i corsi di lingua italiana, si comunicheranno le novità a settembre.

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IN GIRO PER IL MONDO

PER DIALOGARE IN PIU’ LINGUE Roma, 27 maggio

“Non si può “imparare” una seconda lingua in astratto, pretendendo di aggiungerla a quella già posseduta.

Si può solo, partendo dalla sponda sicura della propria lingua di origine, imparare lentamente a guardare il mondo anche da un’altra prospettiva.”

Nerina Vretenar, “Per me questo è arabo!”, in Cooperazione Educativa n.2/2012

Attraverso le attività nella Casa-officina e in città, l’Officina Creativa Interculturale ha partecipato attivamente durante l’anno alla ricerca-azione presentata e discussa al Seminario nazionale “Dialogare in più lingue. La ricerca-azione sull’italiano L2 della Scuola Interculturale di Formazione MCE”, che si è svolto a Roma il 27 maggio.

Durante questo incontro, i gruppi territoriali di Roma, Napoli e Perugia hanno condiviso con insegnanti ed educatori le loro esperienze di insegnamento/apprendimento con gli studenti, ma soprattutto il percorso di confronto nato ad ottobre 2011, in cui le diverse competenze, situazioni didattiche e soluzioni educative si scambiano e si arricchiscono in maniera reciproca. L'iniziativa è finalizzata al confronto dei contenuti, dei metodi e degli strumenti efficaci per un insegnamento della Lingua italiana come L2, rispettoso degli apprendenti e non sovrapposto. Una sorta di “bagaglio” da continuare a riempire e da proporre agli altri per essere condiviso e messo a punto per il futuro. Una ricerca e un pensiero integrati intorno al tema del plurilinguismo, nella prospettiva di approdare con il lavoro educativo e formativo ad una Lingua sostanzialmente e non apparentemente democratica, una Lingua che assuma le diversità e le differenze come ricchezza e consenta una vera inclusione. Per porre l’attenzione al lessico, alla non banalizzazione delle parole e delle regole sintattiche a cui ogni termine deve adeguarsi.

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SCAMBIANDO D’IMPARA Firenze – Tianjin, 29 maggio

Martedì 29 maggio il Cospe e l’Associazione per l’interscambio culturale Italia-Cina di Firenze hanno promosso la giornata di dibattito e riflessione “Scambiando s’impara”. L’Officina Creativa Interculturale è stata invitata per raccontare la propria esperienza di incontro e scambio tra persone italiane e cinesi, promossa attraverso i corsi di lingua - cinese per adulti e per bambini e italiano per studenti di nazionalità cinese - e attraverso i diversi laboratori ed incontri nelle scuole e in città - laboratori di Fantacinese, incontri “Draghi cinesi e ciotole di riso”, Capodanno cinese a scuola-. Il contributo dell’Officina Creativa Interculturale ha dato la concreta sensazione del progetto condiviso: l’intervento è stato infatti realizzato in diretta su skype, e l’Officina è arrivata a Firenze parlando in cinese proprio da Tianjin, in Cina.

SCAMBIO DI GIOVANI “HUMAN RIGHTS NOW”, Limassol (Cipro), 30 giugno-7 luglio

L’Officina Creativa Interculturale ha partecipato al Progetto Europeo Youth in Action – Gioventù in Azione “Human rights now!” – che si è svolto a Limassol (Cipro) dal 30 giugno al 7 luglio. Tre gruppi di ragazzi, provenienti da Cipro, Grecia e Italia si sono confrontati sul tema dei diritti umani. Le discriminazioni di genere, la disabilità, il razzismo sono stati alcuni dei temi approfonditi in questa esperienza attraverso le diverse metodologie e i diversi linguaggi dell’educazione informale: la musica ci ha raccontato il plurilinguismo, il cinema ha inquadrato questioni delicate attraverso le immagini in movimento, il teatro ha permesso l’immedesimazione e la nascita di nuove domande. Tutti i partecipanti si sono aperti e si sono affidati agli altri. In pochi giorni si è creato un gruppo, eterogeneo per età, nazionalità, lingua, religione, genere, in cui il rispetto reciproco ha ispirato lo scherzo, la complicità, la partecipazione attiva, la motivazione a tutte le diverse situazioni. In questo contesto, ognuno ha appreso dagli altri e ha dato qualcosa, valorizzato in quanto persona. La valigia è tornata a casa piena di nuove parole, di ricordi, di scoperte.

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DIARIO DI VIAGGIO

Tianjin. Cina

Ritorno verso casa, ho fame, nel mercato vicino casa entro in una bettola che fa spaghetti e jiaozi. Il posto è al piano terra ma non ha la porta: si entra dalla finestra attraverso una scala, e per entrare devi abbassare a testa, fare attenzione a non sbattere o cadere giù. Mi dico che questa è la Cina e rido. La signora è gentile, mi parla lentamente: "Ni yao shenme?". Le chiedo una decina di piatti che conosco e non ha niente, alla fine mi indica un foglio appeso al muro e scritto a mano, con la lista dei jiaozi....prendo quelli al finocchio selvatico e carne di maiale, i miei preferiti. E una Qingtao. In questa stanzetta bianca con la tv che trasmette dvd dell'opera di Pechino, ma a volume bassissimo, ci sono tre, quattro clienti. Cominciamo a parlare tra di noi di calcio, della partita di ieri, del tizio strano del quartiere che alleva uccelli grandi e neri, di come si fa il doufu in casa e della possibilità di aprire insieme in Italia un negozio di doufu. Alla fine il mio vicino di tavolo ci fa mettere d'accordo: io sarò il capo e la signora la mia consigliera speciale per la cucina cinese. Gli dico che questa è la Cina e ridiamo. La proprietaria prende in giro la figlia perché mangia troppo ed è un po' sovrappeso, noi clienti, tutti uomini, difendiamo la ragazza che intanto si lamenta perché non ha mai tempo per uscire. Lei dice, ho i soldi per divertirmi ma non ho il tempo! Parliamo di me e gli chiedo di indovinare la mia età: tutti dicono 25 anni. Sono contento. Domani sono 29, gli dico. Partono gli inviti a trovarci domani lì per mangiare insieme laomian e bere con la signora e i clienti di questa sera. Mi spiegano che il giorno prima del compleanno si mangiano i jiaozi, porta fortuna. Quindi, mi dicono, oggi sei venuto a mangiare i jiaozi perché domani è il tuo compleanno. La signora mi dice che questa è la Cina ed io rido. Vado, il signore che alleva gli uccelli neri e grandi è già andato via, nel mercato vuoto delle dieci di sera solo polvere e due camion che provano a passare da una via troppo stretta per loro. Sotto casa incontro i miei vicini che mi invitano a rimanere a chiacchierare. Tutti uomini, sgabelli piccoli e magliette alzate per lasciare scoperta la pancia, favorisce la digestione. Altri signori, seduti vicini, giocano a carte. Intanto si parla di calcio, delle pensioni cinesi, dell'antico Egitto e di fantasmi. In Cina dopo la morte tutti diventano fantasmi, mi dicono. Ma queste sono solo superstizioni, ci tengono a precisare. Improvvisamente il cane-topo del vicino scappa. Lui grida Wangwang!!!. Altri vicini cominciano a gridare per farlo tornare. Il cane si gira per guardare il padrone, lo fissa un attimo, e se ne va per la sua strada. Il vicino lo prende a parolacce e continua a chiacchierare. Ma se un fantasma ti disturba, che si fa? Si va dall'indovino. I daoisti possono uccidere i fantasmi, combatterli. I buddisti no. Perché? Bu zhidao. Non lo so. Questo mi basta però per immaginarmi fantasmi cinesi dietro l'angolo. Forse non sono cinesi, forse sono solo fantasmi. Zou le. Vado via. Arrivo a casa. E' mezzanotte e mi accorgo che ho già 29 anni. Se fossi in Italia ne avrei ancora 28, almeno per 6 ore. Mi dico che questa è la Cina e rido.

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STORIE E LIBRI

La casa-officina è uno spazio di ricerca educativa e di esperienze comuni di vita, e accoglie la prima biblioteca a Palermo che nasce con l’obiettivo di raccogliere testi in più lingue per l’infanzia. La convivenza di decine di lingue è il punto di partenza di un progetto educativo che intende costituire e sviluppare un modo nuovo di intendere e sperimentare l’intercultura. Mettere a disposizione una biblioteca plurilingue dedicata all’infanzia significa innanzitutto dare possibilità e occasione di scoprire ed esplorare la diversità in un luogo intimo e aperto allo stesso tempo. La scoperta di sonorità e di forme di scrittura differenti crea sempre spaesamento, vissuto insieme da grandi e piccoli. Il contesto accogliente e la felice convivenza dei libri offrono invece le condizioni favorevoli per rispondere alla complessità con un istantaneo senso di curiosità, con l’emozione di una nuova esplorazione, con un eccezionale gioco delle ipotesi in cui si provano a leggere, a interpretare i caratteri, ad indovinare i suoni che i libri contengono.

LETTURE A SCUOLA

L’anno scolastico si è da poco concluso – la tiepida brezza di giugno ha portato con sé maniere diverse di trascorrere il tempo – e bambini e adulti ricordano ciò che è stato. Ne ricordano la fatica, ne ricordano l’entusiasmo. Ciò che importa è averlo vissuto con costanza e spontaneità.

Un anno che alla scuola d’infanzia “G. Pascoli” ha visto i piccoli studenti abitare le storie dell’Officina Creativa Interculturale, racconti giunti dal mondo per promuovere l’incontro e la conoscenza dell’altro. È così che dallo Sri Lanka in Cina, dalla Sierra Leone al Perù, dal Senegal in Romania i bimbi hanno

scoperto suoni, colori e sapori molteplici, che attraverso parole morbide hanno tracciato itinerari di scambio e apprendimento. Un viaggio lungo un anno per imparare che le relazioni si alimentano di impegno e continuità.

Giorno 9 maggio, pertanto, la Casa-officina ha ripercorso con gli allievi le avventure vissute – storie di mercanti e principesse, di animali parlanti e oggetti incantati, storie che hanno condotto ogni piccino alla scoperta di terre lontane, coltivando la sua fantasia ed accrescendo la sua curiosità – salutandoli infine con “L’isola dei sogni”, un racconto proveniente dalle Filippine, trasportato a Palermo dalle onde di mari e oceani come fosse una bottiglia con all’interno un messaggio. L’augurio che occhi, orecchie e cuori di tutti i bambini siano sempre incoraggiati all’osservazione, all’ascolto e all’accoglienza.

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UN LIBRO, UN DONO Questo mese la nostra biblioteca ha ricevuto questi libri: - Monica Garraffa (Palermo) ci ha donato un corso di spagnolo a fascicoli; - Leo ed Esmeralda Magistrelli (Palermo, Italia) hanno donato il libro d’arte per bambini “Filippo De Pisis. La voce silenziosa delle cose”; - Claudia Napoli (Giuliana, Agrigento) ha portato da Marsiglia un libro per bambini in francese. Grazie per il vostro contributo! La biblioteca interculturale della casa-officina è un prezioso angolo di lettura: contiene libri in lingua originale provenienti da tutto il mondo, ma anche testi scientifici e racconti di esperienze che riguardano l’educazione interculturale e le diverse culture. L’iniziativa “Un libro, un dono” permette alla biblioteca di crescere e diventare sempre più grande. Continua soprattutto ad accogliere libri per l’infanzia in più lingue, che diventano un dono per i bambini che vengono a trovarci e uno strumento educativo per noi e per gli insegnanti. Di questo luogo tutti possono condividerne la ricchezza. Chi crede nella libertà della condivisione ha già scoperto una parte importante della casa-officina, forse la più intima. Chi volesse contribuire alla costruzione di questo patrimonio, può donare un libro alla biblioteca, inviandolo all’indirizzo: Associazione Officina Creativa Interculturale, Piazza Zisa n.17 90135 Palermo (It alia)

ALBERI E INGRANAGGI… UN DONO SPECIALE A maggio sono fioriti nella Casa-officina degli alberi speciali, colorati di viola, azzurro e arancione, colmi di frutti e foglie, rallegrati da uccellini che canticchiano sui rami. La Rinascente ha donato infatti all’associazione questi bellissimi alberi di compensato, che hanno riempito le vetrine primaverili del negozio e che adesso renderanno ancora più accogliente il centro educativo. Con gli alberi sono arrivati nella Casa-officina anche alcune ruote dentate di legno, che si trasformeranno in sgabelli e ripiani per i libri della biblioteca plurilingue. Questa Casa sarà così ancora più “Officina”! Grazie a Salvo Terruso per la disponibilità e l’impegno che ha destinato affinché arrivassero alberi e ingranaggi in un piccolo centro educativo del quartiere Zisa.

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AVVISO IMPORTANTE

Da settembre,

la CASA-OFFICINA diventa

un CENTRO EDUCATIVO PLURILINGUE,

aperto ai bambini più piccoli. La casa-officina è un centro educativo che accoglie la prima biblioteca plurilingue della città dedicata all’infanzia, è un piccolo rifugio dentro la città, un angolo urbano con un orto e tanto sole. È uno spazio aperto di confronto, un contesto intimo e familiare, un laboratorio di idee, storie e attività. A partire dalla pedagogia dell’ascolto e dall’educazione lenta, nella casa-officina i piccoli sperimentano la crescita e la scoperta nel rispetto delle differenze e delle identità.

Per informazioni e iscrizioni: Maura Tripi 3297439670

Casa-officina - Piazza Zisa n.17, Palermo [email protected]

www.casaofficina.it

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Cos’è la casa-officina?

È un angolo urbano immerso nella natura, un piccolo rifugio dentro la città, circondato dalle verdure di un orto,

dagli alberi di un giardino pubblico, dalle sculture barocche di una chiesetta e dall’imponente bellezza di un castello arabo-normanno costruito mille anni fa.

È uno spazio aperto di confronto, un contesto intimo e familiare messo a

disposizione di tutti, pensato in modo flessibile e creativo, funzionale all’accoglienza e alla condivisione.

È un luogo di ricerca e sperimentazione educativa, vissuto nella quotidianità

come laboratorio di idee, materiali e attività, come un’officina di macchine meravigliose e antropologia fantastica.

Ci troviamo a Piazza Zisa n. 17 , subito dopo l’arco Zisa. Potete trovarci su googlemaps cercando “Officina Creativa Interculturale”. Per conoscere il nostro progetto educativo e le nostre attività, visitate il sito www.casaofficina.it. Per essere aggiornati sugli incontri e per proporre idee progettuali, scriveteci a [email protected] e sulla pagina Facebook. .

BUONA ESTATE