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COMMISSIONE VI FINANZE RESOCONTO STENOGRAFICO AUDIZIONE 51. SEDUTA DI GIOVEDÌ 25 OTTOBRE 2012 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE INDICE PAG. Sulla pubblicità dei lavori: Conte Gianfranco, Presidente ..................... 2 Audizione del Presidente della Consob, sulle tematiche relative all’operatività della stessa Consob (ai sensi dell’articolo 143, comma 2, del Regolamento): Conte Gianfranco, Presidente . 2, 13, 18, 25, 26 Barbato Francesco (IdV) ............................ 13 PAG. Causi Marco (PD) ........................................ 15 Fogliardi Giampaolo (PD) .......................... 17 Fluvi Alberto (PD) ............................... 16, 19, 24 Montagnoli Alessandro (LNP) .................... 16 Strizzolo Ivano (PD) ................................... 17 Vegas Giuseppe, Presidente della Consob . 2, 19 24, 25, 26 ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Presidente della Consob ...................... 27 N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d’Italia Domani-PID, Movimento di Respon- sabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l’Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l’Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL. Camera dei Deputati 1 Audizione – 51 XVI LEGISLATURA VI COMMISSIONE SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2012

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Page 1: nessun nome lavdocumenti.camera.it/_dati/leg16/lavori/stencomm/06/...Audizione del Presidente della Consob, sulle tematiche relative all’operatività della stessa Consob. PRESIDENTE

COMMISSIONE VIFINANZE

RESOCONTO STENOGRAFICOAUDIZIONE

51.

SEDUTA DI GIOVEDÌ 25 OTTOBRE 2012PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE

I N D I C E

PAG.

Sulla pubblicità dei lavori:

Conte Gianfranco, Presidente ..................... 2

Audizione del Presidente della Consob, sulletematiche relative all’operatività dellastessa Consob (ai sensi dell’articolo 143,comma 2, del Regolamento):

Conte Gianfranco, Presidente . 2, 13, 18, 25, 26

Barbato Francesco (IdV) ............................ 13

PAG.

Causi Marco (PD) ........................................ 15

Fogliardi Giampaolo (PD) .......................... 17

Fluvi Alberto (PD) ............................... 16, 19, 24

Montagnoli Alessandro (LNP) .................... 16

Strizzolo Ivano (PD) ................................... 17

Vegas Giuseppe, Presidente della Consob . 2, 1924, 25, 26

ALLEGATO: Documentazione consegnatadal Presidente della Consob ...................... 27

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania:LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popoloe Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d’Italia Domani-PID, Movimento di Respon-sabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italiadei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l’Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per leAutonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE;Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi peril Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare:Misto-FCP; Misto-Liberali per l’Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA;Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTEGIANFRANCO CONTE

La seduta comincia alle 13,45.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubbli-cità dei lavori della seduta odierna saràassicurata anche attraverso l’attivazione diimpianti audiovisivi a circuito chiuso, latrasmissione televisiva sul canale satelli-tare della Camera dei deputati e la tra-smissione diretta sulla web-tv della Ca-mera dei deputati.

Audizione del Presidente della Consob,sulle tematiche relative all’operativitàdella stessa Consob.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,ai sensi dell’articolo 143, comma 2, delRegolamento, l’audizione del presidentedella Consob, sulle tematiche relative al-l’operatività della stessa Consob.

Sono presenti il professor GiuseppeVegas, presidente della Consob, e il dottorGiuseppe D’Agostino, vicedirettore gene-rale.

Do la parola al presidente Vegas.

GIUSEPPE VEGAS, Presidente dellaConsob. Signor presidente, ringrazio lei ela Commissione per aver creato questaoccasione di dialogo. Sono intervenuto inquesta sede già lo scorso anno, e ritengoche incontrarci periodicamente possa es-sere molto utile, per uno scambio diopinioni e, soprattutto, per riferire quanto

sta facendo la Consob in questa fasedelicata e difficile sia per la finanza, siaper l’economia.

Se lo permette, signor presidente, pro-cederei alla lettura di una breve relazioneche ho approntato per l’occasione, omet-tendone le parti meno rilevanti. Chi vorràfarlo, potrà comunque leggere la versioneintegrale del documento, che consegneròalla Commissione.

Prima di affrontare in dettaglio i temioggetto dell’audizione, che riguardano inmaniera specifica l’attività della Consob,vorrei brevemente richiamare i principalisviluppi che stanno caratterizzando i mer-cati e gli assetti della vigilanza in Europa.

Il quadro macroeconomico globale èancora fortemente vulnerabile, e le prin-cipali economie avanzate mostrano unacrescita debole, o si trovano in una faserecessiva, mentre le economie emergenticominciano a manifestare preoccupantisegni di rallentamento.

Le necessarie manovre di contenimentodella spesa pubblica intraprese in Europa(non soltanto in Italia) stanno avendoripercussioni negative sull’economia, in al-cuni casi amplificando la congiuntura erischiando, per tale via, di compromettere– quantomeno nel breve termine – gliobiettivi di risanamento dei conti pubblici.Assistiamo a questo fenomeno in diversiPaesi, anche mediterranei.

Nonostante il moderato allentamentodelle tensioni sul fronte della crisi deldebito sovrano in Europa, le incertezzesull’evoluzione della situazione finanziariadella Grecia e le difficoltà che il governospagnolo sta affrontando sono ancorafonte di apprensione. L’innovazione finan-ziaria, sia di prodotto, sia di processo,nonostante i suoi aspetti positivi, può ge-nerare importanti fragilità, poiché con-

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sente di espandere in maniera non tra-sparente il ricorso al debito e l’esposizioneai rischi di credito, di controparte e dimercato. Le criticità maggiori emergonorispetto alle crescenti dimensioni del si-stema bancario ombra e alla diffusione diprodotti finanziari derivati, dei cosiddettiexchange traded funds (ETF) e di pratichedi mercato come le vendite allo scoperto el’high frequency trading (HFT). I mercatifinanziari rimangono esposti anche a nu-merosi rischi, che potrebbero svilupparsial loro interno.

Si tratta di una serie di innovazioniche, da una parte, sono condivisibili, per-ché sono novità, ma, dall’altra, produconoqualche preoccupazione.

A livello internazionale, la forte atten-zione verso questi temi è testimoniata daiprovvedimenti europei adottati o in corsodi adozione. In particolare, le disposizioniin materia di derivati over-the-counter(OTC), contenute nella European MarketInfrastructure Regulation (RegolamentoEMIR) e nel « Regolamento di vendite alloscoperto e taluni aspetti dei CDS » (cosid-detto Regolamento short selling), rappre-sentano una risposta alla crisi finanziariadel 2008, risposta che, ovviamente, arrivaun po’ in ritardo, ma che è comunquebenvenuta, soprattutto perché condivisa alivello europeo.

Nell’ambito delle iniziative di regola-mentazione e vigilanza sul risparmio ge-stito, la Consob ha presieduto un gruppodi lavoro presso l’ESMA (European Secu-rities Markets Authority), nuovo organismoentrato in vigore il 1o gennaio dell’annoscorso come regolatore dei regolatori eu-ropei, contribuendo attivamente alla defi-nizione di principi volti a contenere ipossibili rischi derivanti dai cosiddetti« fondi strutturati », ivi inclusi gli ETF, chesono fondi d’investimento costituiti da altrifondi d’investimento.

L’evoluzione della regolamentazione siaccompagna a nuove iniziative sul frontedegli assetti istituzionali della vigilanza.L’attuale impianto prevede un’architetturafondata sul Consiglio europeo per i rischisistemici (European Systemic Risk Board– ESRB) e sul Sistema europeo delle

autorità di vigilanza finanziaria (EuropeanSystem of Financial Supervision – ESFS),comprendente, a sua volta, tre autoritàeuropee: l’EBA (European Banking Autho-rity), riguardante le banche, l’EIOPA (Eu-ropean Insurance and Occupational Pen-sion Authority), relativa alle assicurazioni,e l’ESMA (European Securities MarketsAuthority), per i mercati finanziari.

Queste autorità hanno competenze spe-cializzate nei predetti settori. La divisionedelle competenze, all’atto dell’istituzionedel modello in questione, è stata operatasulla base delle direttive esistenti, sebbeneil rapporto de Larosière indichi l’oppor-tunità, in occasione della prima revisionedel sistema, di prevedere l’introduzione diuna ripartizione di competenze per fina-lità, cosa che, ovviamente, in sede didiscussione della revisione delle compe-tenze dell’EBA, potrebbe anche essereestesa all’ESMA.

Le autorità europee non hanno compitidi vigilanza, ad eccezione dell’ESMA, chesvolge un compito specifico con riferi-mento alle agenzie di rating, alle infra-strutture di mercato e a taluni soggetti conuna forte connotazione cross-border. Ilmodello, inoltre, si fonda sulla centraliz-zazione di alcune funzioni regolamentari enon elimina le differenze che a livellodomestico connotano gli assetti istituzio-nali e gli approcci alla vigilanza.

La recente proposta della Commissioneeuropea di trasferire le competenze ope-rative in materia di vigilanza sulle banchead un’unica autorità europea modifica inmaniera significativa l’attuale assetto dellavigilanza finanziaria.

Con riferimento al settore bancarioeuropeo, le competenze regolamentari ri-marranno assegnate all’EBA, mentrequelle di vigilanza prudenziale sulle ban-che dei Paesi appartenenti all’Eurozonasaranno trasferite alla BCE. Viceversa,negli altri settori, le autorità europee(EIOPA, ESMA) continueranno ad averecompetenze quasi esclusivamente regola-mentari, mentre la vigilanza sui relativicomparti rimarrà a livello domestico. Que-st’ultimo aspetto presenta importanti cri-ticità, per il persistere di disomogeneità

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nei vari Paesi dell’Unione sia nella ripar-tizione delle competenze, sia nelle prassidi vigilanza adottate.

Un quadro istituzionale coerente conl’istituzione di un’autorità di vigilanza cen-tralizzata per le banche dell’Eurozona ri-chiederebbe un’analoga soluzione ancheper la vigilanza sui mercati mobiliari o,quantomeno, l’introduzione di forme dicooperazione rafforzata nell’ambito del-l’attuale ESMA. Si tratta di un processocomplesso ma, a mio avviso, necessario, sesi vuole davvero addivenire alla pienaintegrazione tra Stati membri, che po-trebbe compiersi anticipando la revisionedelle autorità europee, prevista per il 2014.

Il riferimento fondamentale per l’ope-rato della Consob è l’articolo 47 dellaCostituzione, che esordisce stabilendo: « LaRepubblica incoraggia e tutela il risparmioin tutte le sue forme ». Talune dinamichestrutturali e demografiche, che hanno in-teressato le economie dei Paesi avanzati, ela crisi finanziaria degli ultimi anni hannoevidenziato come il modello economicoprevalente in Europa continentale sia ina-deguato a garantire una crescita sosteni-bile e, con essa, la formazione di rispar-mio nel lungo periodo.

Se questo è il quadro costituzionale diriferimento, ne consegue che occorre dareall’articolo 47 della Costituzione una let-tura dinamica e non di mera tutela del-l’esistente. In sostanza, il risparmio deveessere certamente salvaguardato con re-gole rigorose, controlli accurati e sanzioniesemplari, ma soprattutto deve essere pro-mosso con l’adozione di politiche econo-miche che consentano di disporre di con-dizioni di partenza favorevoli.

Da un lato, infatti, è necessario garan-tire la stabilità del sistema economico efinanziario, mitigando i rischi derivantidalle eccessive fluttuazioni dei mercati;dall’altro, è essenziale favorire lo sviluppodi un’economia dinamica, che porti a unacostante crescita del prodotto internolordo. Il presupposto basilare di qualsiasitutela del risparmiatore è, infatti, creare lacondizione concreta affinché il risparmiopossa formarsi.

Le finalità della vigilanza della Consobemergono dal combinato disposto di taluniarticoli del decreto legislativo n. 58 del 24febbraio 1998, recante il Testo unico delledisposizioni in materia di intermediazionefinanziaria. In particolare, nell’ambitodella disciplina degli intermediari, il TUFprevede che la vigilanza abbia come obiet-tivo la salvaguardia della fiducia nel si-stema finanziario, la tutela degli investi-tori, la stabilità ed il buon funzionamentodel sistema finanziario, la competitività delsistema finanziario e l’osservanza delledisposizioni in materia finanziaria.

Per il perseguimento di questi obiettivi,la Consob vigila sulla trasparenza e cor-rettezza dei comportamenti, mentre laBanca d’Italia è competente in materia dicontenimento del rischio, stabilità patri-moniale e sana e prudente gestione degliintermediari (articolo 5).

Nell’ambito della disciplina dei mercati,le finalità di vigilanza sono individuatenella verifica della trasparenza e dell’or-dinato svolgimento delle negoziazioni enella tutela dei consumatori (articolo 74).Con riferimento alla vigilanza sugli emit-tenti, la Consob esercita i poteri previstidalla legge « avendo riguardo alla tuteladegli investitori nonché all’efficienza e allatrasparenza del mercato del controllo so-cietario e del mercato dei capitali » (arti-colo 91).

Si tratta di obiettivi solo apparente-mente contraddittori. In realtà, essi sicompletano a vicenda, poiché, ai sensi delTUF, esiste un nesso inscindibile tra latutela dell’investitore, il buon funziona-mento dei mercati e la stabilità del sistemafinanziario. In un mercato dei capitaliintegrato, qual è quello comunitario, lacompetizione fra ordinamenti crea spaziper arbitraggi fra giurisdizioni. Costi dellaregolazione più elevati rispetto a quellidelle piazze finanziarie concorrenti sorti-scono l’effetto di incentivare la delocaliz-zazione dell’attività di intermediazione fi-nanziaria verso giurisdizioni più permis-sive. L’utilizzo del passaporto europeo odella libera prestazione consente, poi, adintermediari ed emittenti di raccogliererisorse – anche nel nostro Paese – rima-

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nendo sottoposti agli standard di vigilanzadello Stato di provenienza, che possonoessere più tolleranti.

La complessità e l’interazione tra lapluralità degli obiettivi delineati dal TUFrichiedono, da parte dell’autorità di vigi-lanza, un controllo e una valutazione delcontesto di riferimento costanti, secondoun approccio che non può prescindere dauna visione integrata delle dinamiche evo-lutive dei mercati e dei comportamentidegli attori finanziari.

Per fronteggiare un quadro di riferi-mento sempre più sfaccettato, è necessariaun’accurata attività di pianificazione stra-tegica e operativa, che la Consob ha giàposto in essere dal 2010. È, altresì, neces-saria una struttura organizzativa in gradodi soddisfare le esigenze di maggiore spe-cializzazione, per migliorare le capacità dianalisi e di indagine del contesto esterno,e le esigenze di coordinamento trasversale,per assicurare un elevato livello di inte-razione e di sincronia operativa, a bene-ficio dell’omogeneità dell’azione di vigi-lanza.

In tale ottica, è risultata indispensabilela revisione dell’assetto organizzativo del-l’Istituto, realizzata in due fasi. La prima,a fine 2011, ha premiato la specializza-zione delle funzioni operative e di vigi-lanza. La seconda, nel settembre scorso, siè sviluppata attraverso interventi mirati,tesi a elevare ulteriormente l’efficienza e latempestività dell’azione istituzionale. Si èprovveduto, a tal fine, alla costituzione diaree funzionali e tavoli tematici aventil’obiettivo di rendere più efficace l’inter-scambio informativo e l’unitarietà diazione tra le divisioni interne della Con-sob, con il coordinamento del Direttoregenerale e secondo gli indirizzi definitidalla Commissione.

La riforma organizzativa ha consentitodi ottimizzare la distribuzione del perso-nale e di ridurre le spese dell’Istituto, afronte di un contributo a carico delloStato che, con il passare degli anni, si èprogressivamente ridotto, fino ad azzerarsia seguito dell’entrata in vigore, del decretolegge n. 16 del 2 marzo 2012.

Faccio presente che il contenimentodella spesa corrente per beni e servizi peril 2012, rispetto all’esercizio precedente,equivale a circa 10 milioni di euro, cor-rispondenti a una riduzione del 24,2 percento rispetto all’omologo dato relativoall’esercizio 2011. È stato così possibileridurre le entrate contributive a carico deisoggetti vigilati di circa 11 milioni (circa il9,2 per cento del totale).

La Consob ha anticipato le previsionilegislative in tema di spending review viavia approvate nel corso dell’ultimo bien-nio, consapevole com’è che la sua auto-nomia organizzativa, istituzionale e fun-zionale trova piena legittimazione anche inuna sana, efficace ed efficiente gestionedelle risorse occorrenti per il propriofunzionamento. Tra l’altro, è ovvio che inun mercato in sofferenza bisogna chiederemeno risorse.

La tutela dell’investitore si fonda suun’articolata gamma di strumenti regola-mentari, che, unitariamente, concorrono adisegnare un quadro operativo volto adare concreta applicazione al principiocostituzionale di salvaguardia del pubblicorisparmio. La trasparenza informativa èda sempre intesa come il primo presidiocodificato per ridurre il gap informativoesistente tra l’emittente-offerente di stru-menti finanziari e l’investitore retail.

Questo principio è stato tradotto nel-l’obbligo, posto in capo all’offerente, dipubblicare un prospetto informativo, i cuicontenuti afferiscono tipicamente alla de-scrizione del soggetto emittente e deglistrumenti finanziari oggetto di sollecita-zione. Al fine di assicurare che le infor-mazioni rese tramite il prospetto sianocomplete e comparabili, in un contesto dilibera circolazione nel mercato unico eu-ropeo, il legislatore comunitario ne hadisciplinato il format e il contenuto, ispi-randosi a principi di armonizzazione mas-sima, anche tramite il ricorso a regola-menti, che rendono immediatamente co-genti le relative previsioni (ossia diretta-mente applicabili negli ordinamentinazionali, senza necessità di recepimento).

In questo quadro si leggono gli inter-venti che hanno portato all’adozione del

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regolamento delegato (UE) n. 486/2012della Commissione, del 30 marzo 2012,concernente gli schemi di prospetto rela-tivi agli strumenti finanziari comunitari, edel Regolamento (UE) n. 583/2010 dellaCommissione, del 1o luglio 2010, relativoallo schema di documento contenente leinformazioni chiave per l’investitore infondi comuni di investimento e in SICAVarmonizzati (cosiddetto Key Investor In-formation Document – KIID). Quest’ultimodocumento fornisce indicazioni circa ilprofilo di rischio, mediante l’utilizzo di unindicatore sintetico, la struttura dei costi acarico del fondo e la politica di investi-mento. Si tratta di un documento di duepagine, quindi molto sintetico, comune intutta l’Europa.

Il corpus normativo europeo non con-sente di richiedere agli emittenti, in viagenerale, l’inserimento nella documenta-zione di offerta di elementi informativinon prescritti dalle disposizioni comuni-tarie. La facoltà attribuita alle autoritànazionali di richiedere integrazioni, casoper caso, di specifici prospetti è limitataall’inserimento di informazioni ritenutenecessarie per la completezza e la com-prensibilità degli stessi. Non ci possonoessere, quindi, informazioni ulteriori ri-spetto a quelle specifiche riportate nelKIID. Anche richieste ad hoc, qualoraveicolate in riferimento a un esteso nu-mero di emissioni, finirebbero con il ri-sultare elusive della disciplina comunita-ria, la quale, tra l’altro, risulta rafforzatadalla disposizione nazionale contenutanell’articolo 15 della legge n. 183 del 2011(legge di stabilità 2012), che prevede ildivieto di inserire clausole aggiuntive.

Conseguentemente, la Consob si è con-formata al quadro normativo comunitario,il cui rispetto è sancito, tra l’altro, dal-l’articolo 2 del TUF, novellato l’annoscorso, che fa riferimento alle disposizionicomunitarie anche in periodi di crisi.

Nel contesto normativo disegnato dalladirettiva 2003/71/CE, del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio, del 4 novembre 2003(cosiddetta « direttiva prospetto »), relativaal prospetto da pubblicare per l’offertapubblica o l’ammissione alla negoziazione

di strumenti finanziari, che prevede un’au-torizzazione preventiva da parte dell’Au-torità nazionale competente in merito alladocumentazione d’offerta, la Consob si èdotata di indirizzi operativi utili ai finidella verifica della completezza, ivi inclusila coerenza e la comprensibilità delleinformazioni fornite nel prospetto.

Con specifico riferimento all’offerta alpubblico di obbligazioni bancarie, in con-siderazione della rilevanza del fenomeno,è stato sottoscritto, con la Banca d’Italia,un protocollo d’intesa in materia di scam-bio di informazioni per la verifica dellacoerente e completa descrizione del profilodi « rischio emittente », che in questo pe-riodo, com’è noto, suscita qualche preoc-cupazione. Il set informativo reso dispo-nibile comprende dati aggiornati, relativiai principali ratios economici e patrimo-niali, nonché informazioni circa i provve-dimenti assunti dalla stessa Banca d’Italia,autorità preposta al controllo della stabi-lità degli intermediari finanziari. Il proto-collo si iscrive in una politica di strettacollaborazione tra le due autorità e con-sente alla Consob di ottimizzare l’attivitàamministrativa di controllo. In sostanza, èstato fatto uno splitting: la Banca d’Italiaè in grado di fornire tutte le informazioninecessarie sulla stabilità degli emittenti,essendo attrezzata per questa specificaesigenza.

La Consob sta realizzando un sistemaper valorizzare le informazioni relativealle caratteristiche degli strumenti finan-ziari cosiddetti non equity contenute neiprospetti informativi. Questo sistema èfunzionale a rilevare prodotti ad alta com-plessità o rischiosità, suscettibili di richie-dere tempestivi interventi di vigilanza sugliintermediari emittenti e/o sui distributori,a protezione degli investitori. La possibilitàdi attingere a un set informativo concretosui prodotti finanziari, organizzato nellaforma di prospetto, è un valido elementoa supporto delle scelte di investimento daparte dei risparmiatori.

Alla luce dell’ampiezza di tipologie deiprodotti di investimento finanziario e dellavarietà delle relative strutture, questo pre-sidio di trasparenza costituisce la condi-

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zione necessaria, ma non sufficiente, perla sostanziale tutela degli investitori, so-prattutto di categoria retail.

È stato ritenuto pertanto necessario,nel quadro del processo di regolamenta-zione europea, concentrare l’attenzionesulla correttezza della condotta degli in-termediari, soggetti che rendono possibileal risparmiatore l’accesso al mercato degliinvestimenti finanziari, rafforzando le tu-tele incentrate sul rispetto delle regole dicondotta, di precisi requisiti organizzativie di governance, volti ad assicurare ilperseguimento del migliore interesse delcliente.

In sostanza, la nostra attività si èampliata, in quanto, oltre ad esaminare ilprospetto, verifichiamo quali siano i sog-getti destinatari dei prodotti e le modalitàdel collocamento. D’altronde, questo è ri-chiesto dalla direttiva 2004/39/CE, del Par-lamento europeo e del Consiglio, del 21aprile 2004 (cosiddetta direttiva MiFID).

A tal fine, l’intermediario ha il doverenon solo di rendere chiare e completeinformazioni circa gli strumenti o prodottifinanziari che distribuisce, senza limitarsialla consegna di prospetti informativi o dischede-prodotto, ma anche di fornire ungiudizio di coerenza dell’investimento pro-posto rispetto allo specifico cliente. Questoè ovvio, perché il prodotto deve esserecalibrato su chi lo acquista.

Tale valutazione di adeguatezza e ap-propriatezza rappresenta l’attività coredell’intermediario, perché coniuga la ne-cessità di acquisire informazioni sui biso-gni finanziari dei clienti e la capacità diesaminare la morfologia dei prodotti che siintendono raccomandare, nel perduraredella relazione contrattuale. Viene, quindi,richiesto all’intermediario che distribuiscei prodotti finanziari – tra i quali vipossono essere anche quelli di propriaemissione – di dotarsi di una metodologiadi rilevamento dei profili del cliente e dellediverse caratteristiche di rischio dellostrumento finanziario distribuito. Anche aquesto riguardo, quindi, c’è la possibilitàdi svolgere un’attività di controllo.

A seguito dell’attuazione della direttivaMiFID, la Consob ha pianificato un’arti-

colata e complessiva attività di vigilanzasul rispetto delle norme di correttezzanella prestazione dei servizi di investi-mento, con particolare riguardo alla di-stribuzione di prodotti finanziari.

In questo senso, la Consob si è adope-rata, negli ultimi quattro anni, per effet-tuare 52 ispezioni sugli intermediari, di cui27 negli ultimi due anni.

I controlli di natura cartolare ed ispet-tiva hanno interessato le principali banchedel Paese, rappresentative di una quotapari all’80 per cento del mercato nazionaledei servizi di investimento. Particolare at-tenzione è stata dedicata alla costruzionedelle politiche commerciali degli interme-diari e alla gestione dei conflitti di inte-resse, al fine di riscontrare il grado diallineamento del modello di business conla cura degli interessi dei clienti. In altreparole, si è inteso riscontrare le possibiliragioni della distanza tra la realtà opera-tiva delle banche ed il modello normati-vamente dato, valutando la rilevanza attivadei conflitti di interesse.

Dal punto di vista dell’applicazionedelle regole di condotta, sono state rilevatedeficienze procedurali nella raccolta enella gestione dell’informazione relativaagli investitori, nella metodologia di pro-filatura della clientela e nelle procedure diverifica dell’adeguatezza dei prodotti rac-comandati, indice di una potenziale elu-sione del dovere normativamente inteso diservire al meglio i propri clienti. Sonostate prese iniziative specifiche per larimozione dei comportamenti organizza-tivi non conformi e iniziati procedimentisanzionatori nei confronti di esponentiaziendali di alcuni intermediari ispezio-nati.

Questi comportamenti, sebbene non ab-biano determinato la distribuzione di pro-dotti « nocivi », hanno richiesto, e conti-nuano a richiedere, un rafforzamento delmonitoraggio diretto del rispetto delle re-gole di adeguatezza, con riguardo soprat-tutto al rischio di concentrazione nei por-tafogli degli investitori, attraverso il com-pimento di mirate azioni di enforcement.

Rimane fermo, nel piano della vigilanzasugli intermediari della Consob, l’obiettivo

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di promuovere l’innalzamento della qua-lità dei servizi di consulenza agli investi-tori retail, come antidoto alle difficoltà discelta in condizioni di incertezza, in un’ot-tica di pianificazione finanziaria.

A rafforzamento dei presidi di vigilanzaper la tutela degli investitori, lo scorsoanno è stato appositamente costituito l’Uf-ficio di vigilanza sui fenomeni abusivi, cuisono attribuite le competenze sugli abusi-vismi sia degli emittenti, sia degli inter-mediari, in precedenza assegnate a diverseunità organizzative della Consob. I risul-tati degli accertamenti hanno confermatola bontà della scelta organizzativa com-piuta.

Tra l’altro, c’è da notare che, forse acausa delle difficoltà degli ultimi anni, ècresciuto il numero degli abusivi, cioè dicoloro che propongono prodotti falsi senzaentrare in alcuna categoria, evitando tuttii tipi di controllo.

La Consob è impegnata in una costanteattività di vigilanza sull’informazione fi-nanziaria, tramite controlli volti a verifi-care la rispondenza dei documenti diffusidagli emittenti di titoli quotati alle normeche ne disciplinano la redazione, ivi inclusii principi contabili internazionali.

L’attuale fase congiunturale aumenta leesigenze di informazione del mercato, conparticolare riguardo ai rischi cui le societàsono esposte, al patrimonio disponibile perfarvi fronte, all’effettiva capacità di gene-rare reddito. Ciò ha richiesto un approccioproattivo nella vigilanza sull’informativafinanziaria diffusa al mercato. Particolareattenzione, ad esempio, è stata dedicata altema della valutazione degli avviamenti.Questo vale anche per il settore bancario.

Ulteriori approfondimenti, sempre conriferimento al settore bancario, hanno se-guito le criticità che hanno assunto pro-gressivamente rilevanza per il mercato:esposizione al debito greco, impairmenttest degli avviamenti, piani di ricapitaliz-zazione a seguito delle richieste dell’EBA,monitoraggio dei profili di liquidità, ope-ratività in derivati creditizi e qualità deicrediti.

Con riferimento alla vigilanza sugliemittenti quotati, anche a seguito della

recente riorganizzazione, la Consob harafforzato le attività riguardanti i profili dicorporate governance. In particolare, loscorso anno, l’Istituto ha per la primavolta deciso di assistere ad alcune assem-blee delle società quotate, al fine di veri-ficare il regolare svolgimento dei lavori ele modalità di partecipazione realmenteofferte agli azionisti di minoranza.

Fino ad oggi, la Consob ha partecipatoa oltre trenta assemblee, caratterizzate dadeliberazioni o vicende societarie com-plesse (ovviamente, abbiamo deciso di par-tecipare alle assemblee delle società chepresentassero le situazioni più complicate,non quelle più semplici).

Nel 2011 è, altresì, entrato in vigore ilnuovo « Regolamento recante disposizioniin materia di operazioni con parti corre-late ». In questo ambito, la Commissioneha esaminato oltre cento documenti, perverificare la corretta applicazione delledisposizioni regolamentari e l’adeguata in-formazione al pubblico sulle operazioni dimaggiore rilevanza.

Mi rendo conto che sto intervenendo inaudizione mentre sono in corso le con-trattazioni in borsa. Tuttavia, credo che unesempio concreto, riferito a una società,sia importante per valutare ciò che èaccaduto negli ultimi due anni. Peraltro,trattandosi di valutazioni concernenti epi-sodi sostanzialmente chiusi, non credo chequanto sto per riferire sia tale da influiresui corsi borsistici odierni.

Le vicende che hanno interessato ilgruppo Fondiaria-SAI dal 2010 a oggirappresentano un caso emblematico, cheriflette i molteplici profili della vigilanzadella Consob sugli emittenti quotati.

Occorre preliminarmente osservare chebanche e compagnie di assicurazione,siano esse quotate o non quotate, sonovigilate, rispettivamente, dalla Banca d’Ita-lia e dall’Isvap. Pertanto, la vigilanza dellaConsob su banche e assicurazioni quotate,che agisce sui piani, diversi e complemen-tari, della correttezza informativa e dellatutela degli azionisti di minoranza, nonpuò prescindere da un adeguato flussoinformativo proveniente dalle autorità disettore.

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L’attività di vigilanza della Consob sulgruppo Fonsai ha interessato numerosearee di indagine e si è avvalsa di unapluralità di strumenti, che vanno dallerichieste di informazione al pubblico e allaConsob, all’audizione degli esponentiaziendali, agli scambi informativi con leProcure della Repubblica. Queste iniziativehanno consentito di fare emergere tempe-stivamente una serie di criticità.

Una prima area di intervento dell’Isti-tuto che ho l’onore di presiedere ha ri-guardato le informazioni contenute neibilanci e nei prospetti di aumento dicapitale nei periodi in esame, cioè dal2010 in avanti. In particolare, per quantoriguarda gli aumenti di capitale del 2011,è stato richiesto di integrare il prospettoinformativo con specifiche informazioni inmerito agli effetti economici e patrimonialidi tutte le operazioni con parti correlate,segnalando oneri, a carico del gruppoFonsai e a favore di società della famigliaLigresti, per circa 500 milioni di euro neltriennio 2008-2010. Il medesimo prospettorendeva, altresì, evidente che la situazioneeconomico-finanziaria del gruppo era for-temente negativa e in costante peggiora-mento, con perdite per 929 milioni nel2010. Con riferimento alla rivalutazionedelle riserve sinistri richiesta a Fonsaidall’ISVAP, che ha contribuito a eviden-ziare nel bilancio consolidato 2011 unaperdita di 1,1 miliardi di euro, sono in fasedi definizione le verifiche di competenzasulla correttezza delle informazioni finan-ziarie fornite al pubblico nel prospetto.

In secondo luogo, la Consob è statachiamata a valutare la sussistenza di ob-blighi di OPA su Premafin, Fonsai e Mi-lano Assicurazioni, in relazione alle varieproposte volte ad acquisire il controllo delgruppo Fonsai.

I contesti nei quali la Consob ha valu-tato le richieste di esenzione dall’obbligodi OPA sono risultati differenti. Nel casoGroupama (inizio del 2011), la Consob haritenuto sussistente l’obbligo di OPA, va-lutando che il complesso di pattuizioniposte in essere con soci di riferimentoPremafin consentisse a Groupama di com-partecipare al controllo di Fonsai.

Quanto al progetto di integrazioneavanzato da Unipol Gruppo Finanziario(UGF), la Consob ha potuto soltanto pren-dere atto della sussistenza dei presuppostidi legge e regolamentari per l’esenzione dasalvataggio di società in crisi, a fronte deldeterioramento delle condizioni economi-co-finanziarie di Fonsai, certificate dalleesplicite richieste di ricapitalizzazionegiunte dall’ISVAP. La Consob, tuttavia, hacondizionato il proprio parere favorevolealla revoca dei benefici concessi da UGF afavore dei precedenti azionisti di controlloPremafin e alla circostanza che gli stessinon esercitino il diritto di recesso conse-guente alla fusione. In altri termini, se cifossero state le risorse per corrispondereuna buonuscita ai precedenti soci, ciòavrebbe significato che la società non erain condizioni tali da richiedere un salva-taggio, ma disponeva di risorse aggiuntive,con la conseguenza che sarebbe scattatol’obbligo di OPA.

Per quanto attiene agli assetti proprie-tari di Premafin, la Consob ha fatto emer-gere che una quota pari a circa il 20 percento delle azioni Premafin, intestata adue trust con sedi in paradisi fiscali, era inrealtà riconducibile, fino al 2003, a Sal-vatore Ligresti. Conseguentemente, è stataeffettuata una segnalazione alla procuradella Repubblica competente, che ha di-sposto il sequestro delle quote.

Sotto il profilo degli abusi di mercato,la Consob ha condotto una serie di inda-gini che hanno già portato alla contesta-zione di due episodi di manipolazione delmercato relativamente alle azioni Prema-fin: il primo, da parte di Salvatore Ligrestie di soggetti a lui vicini; il secondo, daparte di Vincent Bolloré. Anche in questocaso gli interventi della Consob sono statiprontamente segnalati all’autorità giudi-ziaria per i profili di competenza.

L’attività di vigilanza sui mercati ap-pare oggi di cruciale importanza, per viadei mutamenti di contesto riconducibilialla crescente frammentazione degliscambi e alla competizione fra piattaformedi negoziazione (trading venue).

Nel primo semestre del 2012, la quotadi scambi over-the-counter, più « oscuri »

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rispetto a quelli che hanno luogo nelleborse tradizionali, ha sfiorato il 50 percento, registrando un incremento di oltre10 punti percentuali rispetto al semestreprecedente. Questo significa che la parte ditransazioni che avvengono nella borsa tra-dizionale si avvia a diventare minoritariarispetto al complesso degli scambi. Quindi,bisogna monitorare tutto, non soltantoquello che è più visibile.

La riduzione della quota di scambinell’ambito di Borsa italiana e di altretrading venue pone potenziali rischi, rive-nienti, ad esempio, dall’allontanamento deiprezzi di mercato dai fondamentali eco-nomici e dai maggiori incentivi, per letrading venue, a effettuare scelte strategi-che più aggressive e profit-oriented. Neconsegue uno sforzo di vigilanza più in-tenso da parte nostra.

Un’ulteriore criticità nella vigilanza deimercati deriva dall’innovazione di pro-cesso, che, oltre ad apportare benefici, puòanche originare rischi, come avviene nelcaso del trading automatizzato e dell’highfrequency trading.

L’high frequency trading, fenomeno chesi sta espandendo molto nell’ultimo pe-riodo, consiste nell’eseguire transazioni auna velocità molto elevata (si parla dimolte volte al secondo). Un primo pro-blema causato da questa tecnica innova-tiva consiste nell’allontanare chi prestadenaro dall’economia reale, in quantotutto è concentrato su chi fa trading.Inoltre, tale meccanismo muove artificial-mente i prezzi, ovviamente accentuando latendenza già in atto (nella fase attuale,accentuando il calo; tuttavia, se accen-tuasse l’aumento, potrebbero causare bollespeculative), senza che, a fine giornata, cisiano effettivi scambi di proprietà.

Per questi motivi, il fenomeno è sottoosservazione. Noi abbiamo iniziato l’annoscorso, ma sono in corso monitoraggianche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.La Germania sta predisponendo un dise-gno di legge in materia. Alla fine dell’annoscorso, siamo intervenuti e, a partire daquesta primavera, Borsa italiana ha pre-visto il pagamento di multe, che scattanoogni qualvolta si raggiunge il numero di

100 transazioni non andate a termine.Infatti, una tecnica per muovere i prezzisenza alcun reale esborso è quella di fareproposte di acquisto o di vendita e dicancellarle prima che vengano eseguite.Questo metodo potrebbe prestarsi a ma-nipolazioni di mercato non facili da se-guire, data la velocità delle transazioni,che, comunque, devono essere regolate.

Inoltre, la Consob ha monitorato l’an-damento del mercato, in concomitanzacon la diffusione, da parte di due agenziedi rating internazionali, del declassamentodel merito di credito e dell’outlook relativial debito sovrano italiano e alle maggioribanche domestiche. Tale monitoraggio hatratto impulso (si tratta di attività svolte apartire dall’anno scorso) da anomalie nel-l’andamento dei prezzi o da rumors cheanticipavano gli interventi delle agenzie dirating, nonché da alcune criticità che po-tevano configurare violazioni del regola-mento (CE) n. 1060/2009, del Parlamentoeuropeo e del Consiglio, del 16 settembre2009, di cui è stata informata l’ESMA.

In generale, l’attenzione della Consob edei regolatori nei confronti delle agenzie dirating si giustifica per l’impatto che irelativi giudizi possono avere sui prezzi dimercato dei titoli interessati e per l’effettosistemico dei giudizi stessi. Tra l’altro, è incorso un’indagine della magistratura: at-tendiamo di conoscerne i risultati com-plessivi, ma credo che l’iniziativa non siapriva di interesse.

La Consob è poi intervenuta, durante loscorso anno, e anche in questo, per mo-derare le vendite allo scoperto. Il feno-meno è fisiologico, ma – come dimostra ilregolamento (UE) n. 236/2012, del Parla-mento europeo e del Consiglio, del 14marzo 2012, che entrerà in vigore il 1o

novembre prossimo – non può esser la-sciato alla libera determinazione deglioperatori. Oltre ad applicare misure re-strittive temporali su queste operazioni,abbiamo anticipato l’introduzione di al-cune previsioni contenute nel predettoregolamento in tema di vendite allo sco-perto e credit default swap (CDS). Si tratta,in particolare, del divieto di vendite alloscoperto « nude », cioè senza il possesso

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dei titoli, e dell’obbligo di notifica all’au-torità di vigilanza dell’assunzione o varia-zione di posizioni nette corte relative alcapitale degli emittenti, al superamento dideterminate soglie quantitative.

La dimensione dei mercati mobiliariitaliani, e di quello azionario in partico-lare, mostra un deficit strutturale rispettoa tutte le principali economie europee. Ieriè stato pubblicato uno studio che dimostracome la borsa di Milano sia diminuita intermini di capitalizzazione in modo al-quanto preoccupante negli ultimi anni. Lecondizioni della borsa di Milano sonotestimoniate tanto dal modesto numero disocietà quotate (287 a fine settembre), cheè rimasto stabile rispetto all’anno scorso,quanto dal peso sul PIL della capitalizza-zione complessiva (21,2 per cento a finesettembre).

In questo contesto, le piccole e medieimprese (soprattutto le medie, ovvia-mente), che caratterizzano in modo signi-ficativo il tessuto imprenditoriale nazio-nale, continuano a rappresentare una per-centuale del listino inferiore alla mediaeuropea, evidenziando una consolidata av-versione al mercato dei capitali. Quest’ul-tima dipende da molti fattori, a volteanche culturali, come il desiderio, da partedella proprietà, di avere le mani più libere.

Per contrastare questo fenomeno, laConsob si è fatta carico di diverse inizia-tive. La prima, volta a realizzare unasignificativa riduzione degli oneri derivantidagli adempimenti regolamentari a caricodegli emittenti quotati, ci ha visti impe-gnati in un lungo e intenso confronto conle parti interessate, durato un anno. Dallaricognizione effettuata è risultata la pre-senza di una regolamentazione troppo va-sta e complessa, che occorreva semplifi-care: per attirare gli investimenti, bisognarendere il mercato più friendly.

La Consob ha istituito, nel febbraiodello scorso anno, un tavolo di lavoro sultema della semplificazione regolamentare,in particolare della disciplina degli emit-tenti. Obiettivo del tavolo è stato quello diindividuare possibili interventi di raziona-lizzazione, finalizzati a limitare le aree disovraccarico che non trovavano giustifica-

zione in equivalenti benefici per gli inve-stitori e, anzi, potevano causare difficoltàa chi opera nel nostro Paese, creandocondizioni di svantaggio competitivo. Ilmotivo principale dello scarso interessedegli investitori per la realtà italiana è,infatti, ancor più del livello della tassa-zione, il cosiddetto « sovraccarico » ammi-nistrativo. Dobbiamo, quindi, manteneregli stessi livelli di tutela dell’investitore,rimuovendo in maniera opportuna alcunemisure che appaiono francamente one-rose. Alcune semplificazioni sono stateattuate al fine di dare agli operatori mag-giore certezza nella lettura del quadronormativo vigente, minimizzando i relativicosti di compliance e mantenendo inalte-rati i livelli di tutela accordati agli inve-stitori (alcune normative sono molto co-stose e, probabilmente, inutili).

La seconda iniziativa ha riguardato lacostituzione di un gruppo di lavoro fina-lizzato all’individuazione di interventi voltia favorire l’accesso delle imprese, in par-ticolare di medie dimensioni, al mercatodel capitale di rischio. Il gruppo di lavoro,al quale partecipano i rappresentanti delleassociazioni di categoria e dell’industriafinanziaria, ha definito, a seguito diun’analisi sui fattori di freno e disincen-tivo alla quotazione, specifici interventi.Questi sono volti, da un lato, a stimolarel’interesse delle imprese alla raccolta dicapitali di rischio e, dall’altro, a svilupparela domanda di titoli azionari da parte degliinvestitori. Ciò al fine di delineare un« percorso guidato » in grado di favorire ilprocesso di apertura delle medie impreseal mercato dei capitali, sia esso rappre-sentato dal mercato regolamentato o dasistemi multilaterali di negoziazione. Esi-stono, infatti, anche in questa fase, moltemedie imprese di successo, le quali nonriescono ad esportare ed a trovare unacollocazione adeguata, soprattutto neimercati emergenti, perché non sufficien-temente capitalizzate. Nelle circostanze at-tuali, l’intensa capitalizzazione di cui que-ste imprese hanno bisogno difficilmentepuò essere fornita dal sistema bancario, ilquale, da un lato, incontra difficoltà nel-

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l’attività di funding e, dall’altro, è tenuto arispettare regole molto stringenti di ade-guatezza patrimoniale.

Il confronto con gli operatori, svilup-pato nell’ambito del gruppo di lavoro, haevidenziato come il successo di iniziativedi rilancio dei mercati azionari per lemedie imprese debba necessariamentepassare dallo sviluppo di investitori spe-cializzati nell’investimento in capitali dirischio delle piccole e medie imprese (pri-vate equity e venture capital). È, dunque,presupposto imprescindibile il potenzia-mento del ruolo degli investitori istituzio-nali specializzati nell’investimento in ca-pitale di rischio delle imprese più giovanie innovative, soprattutto di quelle operantinei settori tecnologicamente più avanzati.La scommessa che può fare il Paese è laseguente: cercare di far crescere le im-prese di medie dimensioni, per portarle allivello di imprese medio-grandi.

Per quanto attiene alle transazioni fi-nanziarie, la Commissione europea hapresentato al Consiglio, il 28 settembre2011, una proposta di direttiva riguar-dante un sistema comune di tassazionedelle transazioni finanziarie (financialtransaction tax, o FTT). La proposta dellaCommissione prevede che ciascuno Statomembro introduca un’imposta sulle ope-razioni finanziarie pari ad almeno lo 0,1per cento del controvalore scambiato perle operazioni finanziarie a pronti e adalmeno lo 0,001 del valore nozionale perle operazioni in derivati. L’imposta siapplica agli scambi in cui almeno unadelle controparti, ossia il committente fi-nale, sia stabilita in uno Stato membro esia coinvolto un ente finanziario che abbiasede nell’Unione. Non assume, dunque,alcun rilievo la nazionalità dell’emittentedei titoli oggetto della transazione.

L’iniziativa della Commissione europeapresenta taluni profili di criticità. Conriguardo al disegno del prelievo, ad esem-pio, la proposta europea non prevede unadifferenziazione delle aliquote in funzionedel grado di regolamentazione del mercatoin cui avviene lo scambio. L’aliquota, cioè,è uguale per i mercati regolamentati, peri sistemi multilaterali di negoziazione e

per i mercati over-the-counter, contraria-mente a quanto era stato auspicato nelcorso della riunione del G-20 di Pitt-sburgh, nel 2009. Una siffatta differenzia-zione, e la conseguente canalizzazionedelle operazioni dai mercati OTC versoforme di mercato più trasparenti, integree sicure, potrebbe contribuire ad accre-scere il contenuto informativo dei prezzi ea migliorare l’efficienza allocativa dellerisorse, poiché è proprio nei mercati or-ganizzati che ha luogo il processo diformazione dei prezzi. Sostanzialmente,nei mercati over-the-counter non operauna pluralità di acquirenti e di venditori;spesso, infatti, le transazioni avvengono trasingoli soggetti ed il processo di forma-zione dei prezzi non presenta la stessatrasparenza che si osserva nei mercatiregolamentati. Questa circostanza po-trebbe dar adito a formazione di prezzinon ragionevoli e a distorsioni che sipossono riflettere su tutto il mercato.

Tra i diversi Stati membri sono emerseposizioni contrastanti in merito all’intro-duzione della FTT. Undici Stati europei,condividendo le finalità ultime dell’impo-sta, hanno deciso di avviare la proceduradi cooperazione rafforzata, al fine di ac-celerare il processo di convergenza versol’adozione di un sistema comune di im-posta sulle transazioni finanziarie.

Nell’attesa di iniziative europee, alcuniStati hanno agito autonomamente, intro-ducendo nella legislazione interna formedi tassazione delle transazioni finanziarie.In Italia, il 9 ottobre scorso, il Consigliodei ministri ha approvato il disegno dilegge recante disposizioni per la forma-zione del bilancio annuale e pluriennaledello Stato (legge di stabilità 2013), intro-ducendo, sulle compravendite di azioni diemittenti italiani e sulle operazioni instrumenti finanziari derivati, un’impostadi bollo con un’aliquota unica, pari allo0,05 per cento, da applicarsi, rispettiva-mente, sul controvalore dell’operazione esul valore nozionale di riferimento.

L’imposta italiana si discosta dal dise-gno della Commissione europea del set-tembre dell’anno scorso sostanzialmenteper la mancata differenziazione dell’ali-

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quota in funzione della tipologia di stru-mento finanziario negoziato. Ciò deter-mina una forte penalizzazione per l’ope-ratività in strumenti derivati. Rispetto allasuddetta proposta, inoltre, vi è un esplicitoriferimento alla nazionalità dell’emittente,mentre manca il riferimento al principiodi residenza in Italia dell’intermediario,quale ulteriore elemento di definizionedell’ambito di applicazione dell’imposta.

Le ragioni del non perfetto allinea-mento con la disposizione europea sonoda ricercarsi nella circostanza che lanorma è chiamata a operare nel piùristretto ambito nazionale. Tuttavia, rima-nendo ferma la possibilità, per i nonresidenti, di effettuare all’estero transa-zioni su azioni italiane senza essere tenutial pagamento dell’imposta, permangonorischi di elusione attraverso la delocaliz-zazione di importanti comparti dell’indu-stria finanziaria nazionale.

I rischi connessi all’introduzione dellaFTT potrebbero, peraltro, essere amplifi-cati nel caso in cui l’Italia adottasse l’im-posta in via anticipata rispetto all’entratain vigore della direttiva europea in mate-ria. In tal caso, la disposizione italiana,pur costituendo una sorta di « normativaponte », destinata a operare solo in viatemporanea, potrebbe comunque determi-nare sui mercati effetti di spiazzamento,anche irreversibili.

L’imposta recentemente introdotta inFrancia contiene, invece, alcune previsioniin grado di attenuare gli effetti negatividerivanti dall’adozione isolata dell’impo-sta. L’imposta francese si applica alleoperazioni relative a titoli emessi da so-cietà francesi, indipendentemente dalla re-sidenza degli intermediari. In questomodo, si minimizzano gli incentivi alladelocalizzazione dell’industria finanziaria,che ha diverse migliaia di occupati. Taleimposta esclude, inoltre, gli scambi aventiad oggetto titoli emessi da società concapitalizzazione inferiore a 1 miliardo dieuro, in questo modo evitando di penaliz-zare i titoli meno liquidi. È quindi cali-brata sui titoli principali del listino e offreuna salvaguardia per quelli minori. Siapplica non sulle singole operazioni, bensì

sulle posizioni nette in acquisto a finegiornata. Inoltre, sono previste alcune pe-nalizzazioni per l’high frequency trading eper la negoziazione in CDS di titoli deldebito sovrano. Allo stato attuale, il mec-canismo adottato tutela maggiormente ilmercato francese. Sotto tale profilo, ov-viamente, non è in discussione la scelta diapplicare questo tipo di imposta; proba-bilmente, però, qualche razionalizzazionepotrebbe essere opportuna.

Nel ringraziare la Commissione e il suopresidente, mi fa piacere ricordare che laConsob è e sarà impegnata nell’attuazionedelle linee di azione che ho testé descritto,per la tutela del risparmio e la stabilità delsistema finanziario, ben consapevole chel’autonomia ad essa garantita dalla leggecostituisce il presupposto essenziale affin-ché la sua attività di vigilanza possa esseresempre più efficace e imparziale. Il con-fronto costruttivo con Parlamento e Go-verno non potrà che dare maggior forzaalla sua azione, soprattutto in momenti didifficoltà come quello attuale.

PRESIDENTE. Cari colleghi, resto sem-pre più convinto che l’osservazione inse-rita nel parere che abbiamo espresso allaCommissione Bilancio dovesse esseremessa in relazione alla vicenda della Tobintax dovesse essere formulata come condi-zione. Comunque, ne parleremo nelle op-portune sedi.

Ringrazio il presidente della Consob.Do quindi la parola ai colleghi che

intendano intervenire per porre quesiti oformulare osservazioni.

FRANCESCO BARBATO. Voglio, in-nanzitutto, ringraziare il professor Giu-seppe Vegas per la sua partecipazioneall’audizione odierna, a nome mio e delgruppo parlamentare dell’Italia dei Valori.

La mia prima domanda verte, ovvia-mente, su una vexata quaestio. Lei hariservato, infatti, un capitolo della rela-zione alla vicenda che ha visto coinvolteFondiaria-SAI e Unipol. Sono già stateposte in risalto, per quanto riguarda ilgruppo Fondiaria-SAI, le responsabilitàdelle autorità di controllo, le quali hanno

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tenuto in vita un soggetto che era « ba-cato », diciamo così, già da tempo. Tresettimane fa, ho presentato un’interroga-zione a risposta immediata in Commis-sione, evidenziando le responsabilità del-l’Isvap, il cui presidente, Giannini, è statorecentemente raggiunto, non a caso, daprovvedimenti emessi dalla Procura dellaRepubblica di Torino, in relazione allaregolarità dei bilanci e delle comunica-zioni sociali del gruppo Fondiaria-SAI.

Ascoltando la relazione, mi è sembratodi capire che la Consob abbia dato ilcosiddetto via libera alla richiesta di esen-zione dall’obbligo di OPA da parte diUnipol, mentre non avrebbe fatto lo stessocon Groupama. Questa informazione po-trebbe anche farci piacere, in quantoGroupama è un gruppo straniero, mentreUnipol è un gruppo italiano; tuttavia, inpunto di diritto e di rispetto delle regole,ci chiediamo se, nello svolgimento dellasua funzione di vigilanza, la Consob abbiasvolto fino in fondo il proprio compito.

Ho appreso con piacere del « discorosso » che avete opposto alla liquidazionedella buonuscita milionaria a favore dellafamiglia Ligresti, perché l’avete ritenutanon opportuna. Ho sentito anche, però,che il figlio del Ministro dell’interno, Can-cellieri, probabilmente non estraneo allapredisposizione dei bilanci irregolari diFondiaria-SAI, ha lasciato la società, dopoquattordici mesi di lavoro, con una liqui-dazione di circa 3,5 milioni di euro. Per-ciò, non si danno soldi a Ligresti, ma alfiglio del Ministro sì, nonostante questiabbia fatto parte di un management che hacausato danni inenarrabili al gruppo e agliazionisti.

A tale proposito, avrei piacere di com-prendere come mai, anche in società acapitale pubblico, si consenta di elargirelaute liquidazioni a favore di coloro chehanno causato « buchi » nei bilanci. Infatti,non solo si versano liquidazioni a favore dichi stravolge Finmeccanica, ma i respon-sabili della vicenda Fondiaria-SAI, chemeriterebbero la galera, ottengono ancheuna bella liquidazione, come risulta daibilanci approvati, e vengono nominati di-rettori in un’altra importante azienda.

Ci chiediamo, quindi, se esista un si-stema di controllo in questo Paese, nelquale ci meravigliamo quando sono pro-nunciate sentenze di condanna nei con-fronti degli « scienziati del terremoto ».

Vorrei sapere, insomma, fino a chepunto la Consob abbia fatto la propriaparte.

Lei, presidente, ha opportunamentebocciato la parte del disegno di legge distabilità che riguarda la Tobin tax, rile-vando, con grande chiarezza, come il si-stema francese, che salvaguarda i titoliminori, sia molto più efficace e funzionale.

Approfittando dell’esperienza da leimaturata a capo di un importante osser-vatorio, vorrei che formulasse al legisla-tore qualche suggerimento, da utilizzareper l’elaborazione di norme atte a disto-gliere risorse dalla speculazione finanzia-ria tout court, quella più violenta e piùpericolosa, facendole affluire al finanzia-mento delle attività produttive del Paese.In altre parole, poiché non è mancato,nella relazione, un riferimento alle piccolee medie imprese italiane di successo, mipiacerebbe che lei, dall’alto della sua espe-rienza, e dall’osservatorio importante chepresiede oggi, ci fornisse qualche spuntooperativo, al fine di indirizzare i flussifinanziari verso le attività produttive delPaese.

Non ho alcuna difficoltà, presidente, ariconoscerle un profilo istituzionale e pro-fessionale corretto, anche con riferimentoal periodo in cui ha ricoperto cariche diGoverno. Lei è una persona perbene.

Oggi è invalsa l’abitudine, che definireiun vizio, di intrecciare la politica con lapubblica amministrazione, soprattutto conle authorities e le altre istituzioni impe-gnate in attività di controllo. In questigiorni, sta facendo notizia l’iniziativa as-sunta dal Comitato per la candidatura diMatteo Renzi presso il Garante per laprotezione dei dati personali, il cui colle-gio è presieduto da Antonello Soro, un exparlamentare. Recentemente, abbiamo ap-preso anche della nomina a giudice costi-tuzionale di un altro politico. Si tratta dipersone che vantano un curriculum spec-chiato, sul quale nulla c’è da dire. Tutta-

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via, il punto è un altro: se si è stati diparte, se ci si è schierati politicamente,sarebbe opportuno, forse, tracciare unalinea di separazione netta e invalicabile.Chi svolge un’attività di natura politicanon può, dalla sera al mattino, andare asvolgerne una che richiede indipendenzadi giudizio.

Cito il suo caso, presidente, pur es-sendo lei una persona degnissima e al disopra di ogni sospetto, in quanto ritengoche sia da evitare un intreccio tra lapolitica e gli altri livelli istituzionali o dicontrollo. In particolare, dei collegi delleauthorities dovrebbero far parte, a mioavviso, persone che non solo garantiscanola terzietà, ma l’abbiano anche manife-stata, segnatamente attraverso la non ap-partenenza a schieramenti politici.

Cosa ne pensa ? Le rivolgo questa do-manda, presidente Vegas, perché lei è statomembro del Parlamento e componente delGoverno.

MARCO CAUSI. Ringrazio molto il pre-sidente della Consob per l’ampia relazione.Ci piacerebbe avere da lui ulteriori infor-mazioni in merito all’evoluzione di alcunenormative in materia di regolamentazionedei mercati.

Nella sua esposizione, il presidente Ve-gas ha giustamente evidenziato la necessitàdi un nuovo percorso verso una vigilanzaunica europea nel settore bancario. Cipiacerebbe sapere di quali informazionidisponga sull’andamento della vicenda e,soprattutto, apprendere quali siano le re-sistenze, particolarmente da parte dellaGermania, a muoversi nella direzione in-dicata.

Non voglio nascondere al presidenteVegas che abbiamo sollecitato questa suaaudizione dopo aver appreso dai giornalidi un forte disaccordo espresso da alcunesigle sindacali in merito al processo diriorganizzazione della Consob. Leggendoqueste notizie sui giornali ci siamo chiesticosa stesse accadendo e cosa provocasse loscontro con i sindacati.

Do atto al presidente Vegas di nonavere eluso la questione. Ritengo, però,che le argomentazioni da lui addotte, a

sostegno delle decisioni dell’Autorità inmateria, non sono del tutto convincenti. Inproposito, gli chiederei soltanto se, a suoavviso, sia possibile riaprire un tavolo ditrattative, in modo da comporre gli attualicontrasti. Credo sia necessario fare ditutto per far rientrare il dissenso espressoda grandi organizzazioni sindacali, ancheaccettando, eventualmente, di rivedere ta-lune criticità. Infatti, alcune organizza-zioni sindacali hanno espresso una valu-tazione critica in merito all’accentramentodel momento decisionale, attuato, peraltro,in controtendenza rispetto alla tradizione,secondo la quale, all’interno dell’Autorità,era lasciata maggiore libertà di determi-nazione alla divisione tecnica.

Su questo aspetto invito il presidenteVegas ad un’ulteriore riflessione in questaaudizione.

Vorrei chiedere, inoltre, un approfon-dimento su due tematiche specifiche, af-frontate nella relazione, di cui si è avutanotizia dalla stampa.

La prima riguarda gli scenari di pro-babilità. Quando le autorità europeehanno scelto la strada che il presidente ciha illustrato nella sua relazione, si èsviluppata una discussione. Molti accade-mici ed economisti europei hanno rivoltoappelli affinché gli scenari di probabilitànon siano eliminati dai prospetti informa-tivi. Ho letto dell’applicazione del metododegli scenari di probabilità ad alcune ob-bligazioni emesse da istituti bancari ita-liani negli ultimi anni. Il risultato fa im-pressione: se avessero preso visione degliscenari di probabilità, molti dei risparmia-tori che hanno comprato quelle obbliga-zioni avrebbero riflettuto, forse, più atten-tamente.

Sebbene la regolamentazione europeaabbia ritenuto tale metodo non prioritariorispetto agli altri, vorrei sapere se pos-siamo permetterci il lusso, per così dire, dirinunciare alla facoltà di farne a meno.Pur avendolo utilizzato in passato, adessodovremmo metterlo da parte, per effetto diuna normativa comunitaria che, se hocapito bene, è più lassista rispetto allanormativa italiana in materia. Insisto,quindi, a domandare al presidente Vegas

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se il metodo degli scenari di probabilità,essendo un patrimonio della Consob, nonpossa comunque essere conservato, nono-stante le normative europee lo rendanonon obbligatorio.

Al termine di una interessante e com-pleta relazione, ci ha ricordato, presidente,la questione della financial transaction tax.

In attesa dell’emanazione di un prov-vedimento europeo, si ipotizza l’approva-zione di un provvedimento nazionale inmateria. Perciò, le sue osservazioni sonorilevanti e, quindi, ne faremo tesoro, invista della discussione che si svolgerà neiprossimi giorni. Come lei sa, infatti, ildisegno di legge di stabilità è attualmenteall’esame della Commissione Bilancio,mentre la Commissione Finanze ha ap-pena espresso il proprio parere in rela-zione agli aspetti fiscali del provvedimento.

A tale riguardo desidero porle unadomanda, presidente, traendo spunto, an-che in questo caso, dalle notizie appresedai giornali.

Qualche anno fa, il Ministro Padoa-Schioppa aveva istituito un gruppo dilavoro – all’interno del quale erano rap-presentate anche la Consob e la Bancad’Italia –, ai fini dell’elaborazione di unnuovo regolamento in materia di stru-menti derivati, che ancora non è statoemanato. Vorrei sapere, pertanto, se sianostate avanzate proposte al Ministero del-l’economia e delle finanze – e se questoabbia deciso autonomamente di non pro-cedere all’adozione del provvedimento –,oppure se il lavoro non sia ancora con-cluso.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Salutoe ringrazio il presidente Vegas.

La mia domanda verte sulle sue ultimeconsiderazioni relative alla Tobin tax. Neldisegno di legge di stabilità, il Governoindica in 1 miliardo e 88 milioni di eurogli introiti che potrebbero derivare daltributo. Se, tuttavia, si avvererà – non hodubbi al riguardo – quanto lei ha ipotiz-zato, presidente, non solo non ci sarà ilgettito previsto, ma dovremo affrontareanche un problema di occupazione. Vorreichiederle, quindi, quale consiglio possa

darci al riguardo, visto che l’iter del prov-vedimento ci consente, in questa fase, dipresentare proposte emendative.

Se si ripeterà ciò che è avvenuto inseguito all’introduzione della cosiddettatassa sulle imbarcazioni – la tassa ha fattoscappare via tutti, e le entrate sono statedi gran lunga inferiori a quelle preventi-vate –, avremo un « buco » nel bilancio diun miliardo e 88 milioni di euro.

Il disegno di legge di stabilità 2013prevede un’aliquota unica dello 0,05 percento (ammesso che sia applicata), mentrela Commissione europea suggerisce unadistinzione tra operazioni in derivati eoperazioni a pronti, con aliquote variabilitra lo 0,1 e lo 0,001 per cento.

Si tratta di una scelta politica chespetta al Parlamento: invece di tagliare 2,2miliardi di euro di detrazioni fiscali, po-tremmo scegliere di aumentare l’aliquotadella cosiddetta Tobin tax, per attuare, conil gettito corrispondente, interventi a fa-vore delle fasce più deboli.

È evidente che l’iniziativa, come ab-biamo chiarito fin dai primi dibattiti suquesta ipotesi di nuova tassazione, deveessere coordinata a livello europeo. Vorreisapere, quindi, quali Paesi, oltre la Fran-cia, abbiano già applicato la FTT, o in-tendano farlo a breve termine. Credo chel’esempio possa essere seguito, anche senutriamo qualche preoccupazione: gli in-troiti potrebbero essere inferiori a quelliattesi, e potremmo distruggere uno deisettori ancora sani della nostra economia.

ALBERTO FLUVI. Ringrazio il presi-dente Vegas per la relazione. Non entrerònel merito di tutti gli aspetti che egli havoluto sottolineare, soprattutto di quellispecifici riguardanti una vicenda partico-lare, non solo perché, in questo momento,i mercati sono aperti, ma anche perché lavicenda medesima è all’attenzione dellamagistratura, che provvederà ad accertareeventuali responsabilità.

Come sottolineato dall’onorevole Causi,abbiamo chiesto l’audizione odierna perfare il punto sugli aspetti organizzativiinterni alla Consob. Il presidente Vegas èlibero di non rispondere in merito a tali

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questioni, salvo che esse mettano a rischioquello che consideriamo un principio car-dine delle autorità di vigilanza: il principiodi collegialità.

Siamo preoccupati – lo dico senzareticenze –, poiché la riorganizzazioneinterna dell’Autorità, messa in atto me-diante due interventi, dello scorso anno edi quest’anno (di solito, siffatte operazionisono attuate alla vigilia delle vacanze,quando l’attenzione generale è minore),rischia di sembrare un po’ barocca eopaca. Temiamo, in particolare, che essaabbia reso più difficile individuare lestrutture responsabili di determinate atti-vità, con ripercussioni sull’iniziativa divigilanza delle singole unità organizzative.

Sto affrontando l’argomento soltantoper capire – mi creda, presidente Vegas –,senza alcun pregiudizio. Conoscendolapersonalmente, so che posso permetter-melo.

Quando una struttura come la Consob,con circa 500 dipendenti, passa da 40 a 70unità organizzative, 51 uffici, 9 divisioni, 3aree, 7 tavoli di coordinamento, il rischioè che non si riesca a capire chi rispondea chi.

Ad esempio, la scelta di costituire unasorta di ufficio di presidenza, che assomi-glia troppo – posso sbagliarmi, e sonopronto a ricredermi in tal caso – a unasorta di filtro del presidente, che impar-tisce indirizzi e indicazioni agli uffici. Ilpresidente, ovviamente, ha le sue prero-gative, ma comunque presiede un organocollegiale.

L’altra domanda riguarda il direttoregenerale, il dottor Caputi: si può configu-rare, nei suoi confronti, una situazione diconflitto di interessi, giacché egli è mem-bro anche di altri organismi ?

IVANO STRIZZOLO. Ringrazio anch’ioil presidente Vegas per l’esposizione, e milimito a porre al nostro ospite due do-mande sintetiche.

Innanzitutto, vorrei sapere se il decre-to-legge n. 21 del 2012, concernente latutela e salvaguardia delle partecipazionistrategiche (golden rule), che il Parlamentoha recentemente convertito in legge, abbia

determinato, per la Consob, ricadute intermini di indirizzi operativi e, se la ri-sposta fosse affermativa, quali.

Inoltre, in merito ai rapporti con lealtre authority, vorrei sapere se, daquando ha assunto l’incarico di presidentedella Consob a oggi, siano stati tempestivie adeguati, a suo giudizio – forse, hocapito male, ma l’esposizione è stata moltoformale –, la collaborazione e lo scambiodi informazioni con l’Isvap e con la Bancad’Italia. Infatti, pur avendo competenzediverse, tali autorità operano in settoririspetto ai quali anche la Consob esercitaimportanti funzioni.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Ringrazioanch’io il presidente Vegas per la sua bellae ampia esposizione. I colleghi hanno giàfatto domande più tecniche, più approfon-dite e più professionali.

Da parte mia, vorrei porle una do-manda che l’uomo della strada probabil-mente si porrebbe leggendo il testo dellarelazione, da cui risulta che la Consob siè adoperata, negli ultimi quattro anni, aeffettuare circa 52 ispezioni, di cui 27negli ultimi due anni, relativamente aisoggetti che svolgono attività di distribu-zione di prodotti finanziari. Il riferimento,in particolare, è agli istituti bancari.

Nella relazione si afferma, inoltre, che ilcomportamento dei predetti intermediari,sebbene non abbia determinato la distribu-zione di prodotti « nocivi », ha richiesto econtinua a richiedere un rafforzamento delmonitoraggio diretto del rispetto delle re-gole di adeguatezza, avuto riguardo soprat-tutto al rischio di concentrazione nei porta-fogli degli investitori, attraverso il compi-mento di mirate azioni di enforcement.

Sorgono tantissime preoccupazioni etanti dubbi al riguardo, soprattutto perchési è fatto riferimento agli istituti bancari.Ritengo che il piccolo risparmiatore po-trebbe allarmarsi di fronte a queste con-siderazioni, soprattutto laddove si affermal’esigenza di continuare a vigilare. Le vor-rei chiedere, presidente, di essere piùchiaro al riguardo Non desidero provocareallarmismi, ma desidero sicuramente sol-levare motivati dubbi su questo tema.

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PRESIDENTE. Prima di darle la pa-rola, presidente Vegas, porrò anch’io unpaio di domande in merito ai temi affron-tati nella relazione.

Innanzitutto, la ringrazio per i chiari-menti che ci ha fornito in merito allavicenda della Tobin tax, cui si è interes-sata, naturalmente, anche la Commissione.Immagino, in proposito, che dietro unacerta difesa di questa particolare forma diimposizione ci siano considerazioni ideo-logiche. In Italia, abbiamo la cattiva abi-tudine di anticipare, spesso, presi dallafoga, misure che gli altri Paesi, invece, siguardano bene dall’adottare. In tal modo,come lei, presidente, ha descritto nellarelazione, generiamo, talvolta, conseguenzeirreversibili nel nostro sistema.

La Commissione ha svolto, tra il 2010e il 2011, un’indagine conoscitiva sui mer-cati degli strumenti finanziari. Rilevo dallarelazione che sono stati compiuti alcunipassi in avanti, soprattutto riguardo allasemplificazione dei prospetti. Mi domandose occorra compierne altri per migliorarele condizioni di accesso alla borsa.

Un tema rimasto inevaso è quello dellisting. Abbiamo visto la borsa allonta-narsi progressivamente dal nostro Paese,e anche le banche si sono disimpegnate,monetizzando le loro partecipazioni. Aquesto punto, mi chiedo – e le chiedo,presidente – quale panorama prevedaper la nostra borsa. Dobbiamo rinunciarecompletamente a un suo eventuale svi-luppo, oppure è ancora possibile farequalcosa per garantirne la sopravvi-venza ? Benché le transazioni si conclu-dano, ormai, attraverso altri canali, laborsa rappresenta comunque una vetrinaper il nostro Paese.

L’articolo 32 del decreto-legge n. 83 del2012, come modificato in sede di conver-sione, ha introdotto una nuova regolamen-tazione della cambiale finanziaria. Sitratta di uno strumento rilevante, almenoper consentire un primo accesso al finan-ziamento da parte delle società, soprat-tutto di quelle appartenenti al novero dellepiccole imprese e delle microimprese. Atale riguardo, vorrei sapere se si debbanofare ulteriori passi o se, negli ambienti del

risparmio gestito e degli investitori, sicominci a parlare di cambiali finanziarie.

La Commissione ha recentementeespresso un articolato parere sullo schemadi decreto legislativo recante ulteriori mo-difiche e integrazioni al decreto legislativon. 141 del 2010.

Ebbene, mi risulta che non sia statoancora costituito l’albo delle persone fisi-che consulenti finanziari, una cui sezioneè dedicata alle società di consulenza fi-nanziaria. Si è sulla buona strada, invece,grazie al lavoro svolto dalla Consob, perquanto riguarda l’albo unico dei promo-tori finanziari, alla cui tenuta provvede unorganismo costituito dalle associazioniprofessionali rappresentative dei promo-tori e dei soggetti abilitati.

L’organizzazione dell’albo dei consu-lenti finanziari sta incontrando difficoltàdi tipo economico, concernenti i costi perla costituzione degli organi e per il reclu-tamento del personale. Si ignora anche ilnumero dei potenziali iscritti. Non sonomancate proposte da parte di soggettiprivati, ma ritengo, francamente, che sa-rebbe una sciocchezza affidare la tenutadell’albo a qualcuno che ci metta le risorsefinanziarie per un periodo transitorio.

Vorrei sapere, pertanto, se sia possibileipotizzare un percorso che, in una fasepreliminare, coinvolga la Consob, magariinserendo una disposizione ad hoc in unodei provvedimenti di prossima emana-zione. La costituzione dell’organismo perla tenuta dell’albo mi sembra assoluta-mente rilevante, ove si consideri che iconsulenti finanziari non sono sottoposti,al momento, a un’adeguata forma di vigi-lanza, pur dando vita a un comparto checoinvolge molte persone.

Un altro problema che mi interessaapprofondire è quello delle cosiddette ven-dite allo scoperto. Lei stesso, presidente, ciha detto che gli scambi over-the-countersono aumentati quando la regolamenta-zione è diventata eccessiva: i mercati,evidentemente, si sono regolati di conse-guenza. Lo stesso discorso vale per levendite allo scoperto. Vorrei chiederle,quindi, cosa bisognerebbe fare, al di là

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delle posizioni assunte anche dalla Con-sob, nei mesi scorsi, per impedire o limi-tare in alcuni periodi le vendite allo sco-perto. Infatti, sia l’high frequency trading,sia le vendite allo scoperto produconodistorsioni sui mercati, soprattutto in unafase recessiva. Vorrei sapere cos’altro sidovrebbe fare o, almeno, cosa stiano pen-sando di fare gli organismi internazionalirispetto a tali questioni.

Un’ultima considerazione attiene altema dell’organizzazione interna dellaConsob. Capisco che da alcuni settori dellapolitica, non appena il problema vienesollevato dalla CGIL, partano attacchi atutto campo sul tema dell’organizzazione.Tuttavia, c’è un altro aspetto della que-stione che non mi è molto chiaro.

In passato, quando era diretta da unaltro presidente, la Consob ha compiutoscelte che considero singolari. Non ab-biamo mai dedicato una riflessione alfunzionamento dell’Autorità, ma oggi ab-biamo un’occasione per parlarne. Perciò,vorrei sapere da lei, presidente, se nontrovi singolare che la borsa abbia sede aMilano, mentre la Consob si articoli in duestrutture, una assolutamente debordante,con sede a Roma, e un’altra, molto piùleggera, da quel che mi risulta, con sede aMilano. Vorrei sapere se il sovradimensio-namento di una delle due strutture (inrapporto addirittura di 3 a 1) sia inqualche modo giustificato oppure se essorappresenti il retaggio di un’impostazioneche caratterizzava le scelte compiute inpassato, che sarà sicuramente superata,anche alla luce delle modifiche strutturalinel frattempo realizzate.

GIUSEPPE VEGAS, Presidente dellaConsob. Ringrazio il presidente della Com-missione e tutti gli onorevoli deputati.

Le domande che mi sono state rivolte,tutte estremamente interessanti – alcunedelle quali, forse, mai poste in passato –,discendono da un approccio e da unaconsiderazione diversi dei rapporti traParlamento e Autorità. Comunque, credoche la consuetudine di rapporti, anche alivello personale, consenta di superarequalsiasi questione di regolamento di con-

fini. Credo, insomma, che questa sia unabuona occasione per dialogare. Certo, al-cune cose non si chiedono, normalmente,neanche al sindaco di un piccolo Comune;tuttavia, sono felice di poter dare unarisposta, perché, magari, con un chiari-mento...

ALBERTO FLUVI. Anziché banalizzare,come sta facendo, se mi dice che lacollegialità della Consob è salvaguardata,sono tranquillo.

GIUSEPPE VEGAS, Presidente dellaConsob. Le vorrei rispondere motivata-mente, onorevole Fluvi. Non stavo bana-lizzando: stavo precisando, in via prelimi-nare, che non ho alcuna intenzione diinvocare l’autonomia della Consob e che,anzi, considero l’audizione odierna l’occa-sione buona per avere un dialogo francocon il Parlamento e per spiegare comesiano avvenuti certi fenomeni.

Arriveremo alle domande concernentiil tema dell’organizzazione dell’Autorità,ma ritengo opportuno rispondere ai vostriquesiti seguendo l’ordine in cui sono statiformulati.

Ringrazio l’onorevole Barbato ancheper le sue cortesi espressioni di stima.

La sua prima domanda verteva sullaresponsabilità degli organi di controllonell’ambito della vicenda Fondiaria-SAI.Come ho cercato di spiegare, tale respon-sabilità esiste, ovviamente nell’ambito dellecompetenze di ciascuno. L’attività che èstata compiuta in relazione alla nota vi-cenda dipende, in parte, dalla conoscenzache abbiamo avuto dei valori di bilanciodelle società interessate e, soprattutto,dalla considerazione di questi ultimi daparte dell’autorità di settore, che è l’Isvap,ai fini della verifica della sussistenza deirequisiti patrimoniali delle imprese di as-sicurazioni.

Ciò ha consentito alla Consob di svol-gere, con riferimento alla seconda richie-sta di valutazione circa la sussistenzadell’obbligo di OPA, un’operazione diffe-renziata rispetto alla prima. In occasionedella prima richiesta, infatti, non dispo-nevamo di informazioni concernenti l’in-

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sufficienza dei requisiti patrimoniali dellesocietà. In occasione della seconda richie-sta, invece, disponevamo di tali informa-zioni; di conseguenza, abbiamo dovutoprendere atto della sussistenza dei pre-supposti da cui la legge fa discendere,nell’ipotesi di salvataggio di società in crisi,l’esenzione dall’OPA.

La Consob non può influire sulla po-litica delle remunerazioni; semplicemente,cerca di far emergere la realtà finanziaria,in modo che il mercato possa conoscerla.Il mercato, a sua volta, può anche ritenereche una remunerazione, giudicata moltoalta, sia in realtà equa.

In relazione al recente episodio,poc’anzi ricordato, abbiamo assunto, inquesti giorni, un’iniziativa di carattereispettivo, dalla quale è emerso che unamministratore della società assicurativain questione avrebbe ottenuto un com-penso di notevole entità. Perciò, abbiamochiesto alla società di illustrarci in qualemodo si sviluppi la sua politica remune-rativa: è giusto che, prima della prossimaassemblea, la quale dovrà deliberare pro-prio in merito alle politiche remunerative,si sappia cosa è stato fatto nel recentepassato e cosa si intenda fare in futuro. Inproposito la Commissione ha soltanto ilpotere di rivolgere domande, ma non può,ovviamente, decidere se un determinatotrattamento debba essere riconosciuto omeno.

Sulla questione della cosiddetta Tobintax, sollevata da alcuni deputati, premetto,a beneficio di una maggiore chiarezza, chenon ho bocciato, né ho espresso valuta-zioni sulla bontà della scelta operata conil disegno di legge di stabilità 2013. LaConsob agisce secondo il dettato dellalegge: quindi, se la norma sarà approvata,dovrà semplicemente osservarla, cometutti.

Mi sono permesso di notare che, pro-babilmente, alcuni suoi aspetti potrebberoessere corretti, per salvaguardare – sequesto è il desiderio del Governo – ilriequilibrio del sistema finanziario. Adesempio, potrebbe essere opportuno intro-durre nel dettato normativo una maggioreconsiderazione delle attività finanziarie,

sempre tenendo conto dell’esigenza di noncompromettere il funzionamento del si-stema finanziario nel suo complesso. Sottoquesto profilo, la legislazione francese, cheha il medesimo obiettivo di individuarenuove entrate, non include alcune normeche, così come sono state scritte da noi,potrebbero produrre conseguenze non fa-vorevoli.

Mi riferisco, innanzitutto, alla que-stione relativa alla localizzazione degliintermediari. Se applichiamo l’impostaalle transazioni che hanno per oggettotitoli italiani, grazie al sistema basato sullasocietà Monte titoli, l’imposta può esserepercepita a prescindere dal luogo in cuiavvengono le operazioni. In tal modo, nonvi sarebbe alcuna convenienza a spostareall’estero le transazioni dall’Italia versol’estero. Si consideri che gli effetti negatividi tale spostamento potrebbero consisterenon soltanto in una riduzione dei valorisoggetti all’imposizione, ma anche nellaprobabile (secondo alcuni, certa) deloca-lizzazione degli intermediari, con conse-guente perdita di posti di lavoro, nonchédelle entrate fiscali derivanti dai redditi diquesti soggetti.

Vi è, inoltre, una considerazione con-cernente la dimensione delle imprese col-pite dall’imposta. Si potrebbe distinguerein base alla dimensione delle imprese o aquella del risparmiatore. Si potrebbe an-che differenziare in base all’entità degliacquisti o delle vendite, prevedendoun’esenzione per i piccoli risparmiatori,eventualmente compensabile con un mo-destissimo incremento dell’aliquota neglialtri casi (quindi, a parità di saldi), oppuresi potrebbe scegliere di riferire l’imposi-zione esclusivamente alle società di mag-giori dimensioni. Si tratta di decisioni chespettano, ovviamente, al Parlamento. Ilmio compito è semplicemente quello dievidenziare l’esistenza di alternative ri-spetto a una volontà politica incentrata suquesto tipo di imposta.

La terza considerazione è relativa aglistrumenti derivati. Applicando a questi lastessa aliquota applicata alle transazionisui titoli, siccome i derivati costituisconoun montante, si blocca il relativo mercato.

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L’allontanamento da quel tipo di investi-mento potrebbe ripercuotersi negativa-mente anche su molti piccoli risparmia-tori, i quali utilizzano i derivati semplice-mente a fini di copertura.

Probabilmente, quindi, un ripensa-mento delle singole aliquote potrebbe es-sere utile. Né va trascurato che, appli-cando la stessa aliquota ai mercati tradi-zionali ed a quelli over-the-counter, sispiazzano i primi a favore dei secondi. Misono permesso di ricordare, al riguardo,che i due mercati non hanno gli stessilivelli di trasparenza; quindi, potrebbe es-sere opportuno riequilibrare le aliquote infunzione della trasparenza. Questa lineapotrebbe essere seguita dal Parlamentosenza modificare l’impostazione di fondoné della manovra, né di questa imposta inparticolare. Qualche correzione potrebbeessere utile sia per migliorare il funzio-namento della FTT, sia per evitare che glieffetti dinamici siano preponderanti ri-spetto agli effetti di gettito o di regolazionedel mercato.

Per quanto concerne la domanda rela-tiva alla terzietà dei soggetti chiamati adassumere determinati incarichi, non misento qualificato per dare una risposta,giacché il tema è completamente estraneoal mio lavoro e, comunque, non riguardasingole persone. Teoricamente, tutti i cit-tadini dovrebbero beneficiare dello stessolivello di tutela costituzionale. Si potrebbeanche stabilire che certe categorie di sog-getti, in quanto hanno svolto particolaricompiti, non possono svolgerne anche al-tri, ma la materia dovrebbe essere regolatada una legge costituzionale. Mi rendoconto che, attualmente, la politica nongode dei favori della cronaca, ma pensoche nessun Paese possa risolvere i propriproblemi senza politica. Si tratta, casomai,di trovare una buona politica. Il discorsoesula dall’oggetto dell’audizione. In ognicaso, ritengo che la praticabilità di certeipotesi debba essere valutata in base allenorme costituzionali, prescindendo daicasi personali.

L’onorevole Causi poneva quesiti circala vigilanza bancaria e le resistenze tede-sche. Si tratta di un ambito assolutamente

estraneo a quello di competenza dellaConsob, che riguarda, piuttosto, il sistemadelle banche centrali. Come si può evin-cere anche dal testo dell’intervento pro-nunciato ieri dal presidente Draghi davantia tre Commissioni e ad altri componentidel Bundestag, sembra che molte resi-stenze stiano venendo meno. L’elementofondamentale, riguardo non solo alla vi-gilanza bancaria, ma anche all’approccio ealla funzione svolta dalla BCE nell’ultimoperiodo, consiste nell’aver chiaramente di-mostrato ai mercati che l’euro non è indiscussione e che saranno adottati inter-venti senza limiti quantitativi. Avereescluso il rischio che l’euro possa veniremeno ha rasserenato i mercati. Ogni Paesedeve fare quanto necessario, ma in questomodo lo scenario è comparabile con quellodegli Stati Uniti, dove la liquidità è ga-rantita dalla Federal Reserve. La posizionedella banca centrale europea pone il no-stro continente in posizione di parità ri-spetto ai concorrenti e rasserena i mercati:lo dimostra il fatto che essa ha inciso inmaniera molto positiva sullo spread, no-nostante il differenziale mantenga un an-damento ondivago.

Per quanto concerne la questione del-l’organizzazione interna, è opportuno, in-nanzitutto, ristabilire la verità dei fatti.

Faccio presente che la collegialità nonè mai venuta meno. Infatti, ai sensi del-l’articolo 5 del Regolamento di organizza-zione – che risale al 1994 e non è statoassolutamente modificato in questa parte–, il presidente sovrintende all’attivitàistruttoria, riferisce alla Commissione perle conseguenti delibere, convoca la Com-missione, stabilisce l’ordine del giorno, nedirige i lavori, vigila sull’attuazione delledeliberazioni e, a tal fine, detta le neces-sarie direttive e ne tiene informata laCommissione.

Tradizionalmente – quindi, non daquando sono io alla guida della Consob –tutta l’attività istruttoria è stata supervi-sionata direttamente dal presidente. Esi-stono limiti di segretezza, ma di taleattività si riferisce in Commissione quandosi adotta una delibera.

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Ciò premesso, è prassi ordinaria avereincontri (ne ho avuti numerosi) con re-sponsabili di istituti, banche e società:ovviamente, questi soggetti chiedono infor-mazioni in merito alle nostre regolamen-tazioni, ed è giusto che siano preventiva-mente informati.

Mi è stato contestato di aver incontratol’amministratore delegato di Mediobanca,en pendant con la vicenda Ligresti. Sitratta, tuttavia, di un fatto del tutto ovvio.Peraltro, come ho già dichiarato, l’incontroha avuto luogo non nella sede di Medio-banca, dove non ho mai messo piede, manella sede della Consob, alla presenza difunzionari della Commissione. Come hogià accennato, se qualcuno chiede di co-noscere un orientamento, mi sembra as-solutamente corretto rispondere che, nelcaso in cui si prevedano vantaggi econo-mici per la parte uscente, è necessario darluogo a un’OPA, da cui non è possibile, intale ipotesi, essere esentati (per i motiviche ho già spiegato). In una recente tra-smissione televisiva, è stato chiesto alGarante etico della Consob se si trattassedi un’azione corretta, ed egli ha risposto,per iscritto, che di queste cose non sioccupa, perché rientrano nell’ambito delladiscrezionalità del presidente.

La Consob, infatti, presenta una parti-colare composizione: da un lato, c’è l’or-ganizzazione amministrativa; dall’altro, c’èla Commissione. Il presidente si trova nelmezzo, essendo, da una parte, il verticedell’organizzazione amministrativa e, dal-l’altra, il vertice della Commissione. Tuttal’attività istruttoria, quindi, viene supervi-sionata dal presidente e, in seguito, ognidecisione è rimessa alla Commissione.

Se si chiede perché, allora, esista l’uf-ficio di presidenza, rispondo che, come laCamera, presso la quale opera il ServizioBilancio dello Stato, anche la Commis-sione ha bisogno di un minimo di filtro,che non attiene alla formazione dei do-cumenti e al loro esame (anche a questoriguardo, il regolamento stabilisce che ilpresidente fissa l’ordine del giorno), maconsiste in un’attività di controllo, che ènecessaria perché, senza di essa, la Com-missione deciderebbe « al buio ». Il para-

gone con le procedure della Camera ècalzante, poiché le quantificazioni deglieffetti finanziari conseguenti ai progetti dilegge, agli emendamenti e agli altri testinormativi, come effettuate dalla Ragione-ria generale dello Stato, sono verificate dalServizio Bilancio dello Stato. È giusto chesia così, perché un doppio controllo ènecessario. Tra l’altro, l’ufficio di presi-denza della Consob è composto da pochepersone.

Tutti gli organi che sono chiamati adassumere decisioni si avvalgono di unasegreteria: mi meraviglierei se non ci fosse,anche perché la sua mancanza potrebbedare adito a una sorta di predominanzadegli uffici rispetto al soggetto incaricatodi decidere.

Lo stesso vale per alcuni tipi di analisie di decisioni. Alcuni hanno sostenuto(non in questa sede) che un ufficio auto-nomo, destinato all’analisi quantitativa, siastato incorporato in una struttura piùorganizzata e non sia più in grado dilavorare. In realtà, non è così, perchénessun ufficio è realmente autonomo:opera in modo discrezionale, ma poi ri-ferisce alla Commissione. Che un ufficiooperi autonomamente, oppure sotto la di-rezione di una struttura maggiormenteorganizzata, non fa alcuna differenza, at-teso che è comunque la Commissione adecidere. Faccio presente, inoltre, che l’uf-ficio autonomo ha un potere meno inci-sivo, mentre nell’ambito di una strutturapiù grande, quale, ad esempio, la Divisionemercati, possono essere meglio valutati glieffetti delle politiche societarie e si può,quindi, svolgere un’azione di controllo piùefficace.

Ci si chiede perché non utilizziamol’approccio cosiddetto quantitativo. Sitratta, in effetti, di un approccio sensato,utilizzabile soprattutto per il controllo expost. Tuttavia, esso non è più ammesso neiprospetti, in base alla legislazione comu-nitaria. È data la facoltà di richiedereintegrazioni di specifici prospetti, in viadel tutto eccezionale; in linea generale,però, ci porremmo contro i principi co-munitari, e quindi saremmo passibili disanzione, se chiedessimo a chi deve redi-

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gere un prospetto di inserirvi da elementiinformativi ulteriori rispetto a quelli pre-visti dal KIID. Queste informazioni pos-sono essere inserite nei prospetti relativi aiprodotti finanziario-assicurativi, ma nelcaso in cui le compagnie decidano diavvalersi di tale facoltà.

Occorre considerare, poi, che il metodoquantitativo può rivelarsi utile per gliinvestitori in alcuni casi, ma non in tutti.Ad esempio, nel caso di un bond emessodal Monte dei Paschi Siena, il prospettostrutturato esponeva risultati positivi,mentre ex post l’investimento è stato ne-gativo.

Peraltro, poiché siamo chiamati aesprimere un parere sul prospetto, unapproccio di tipo quantitativo comporte-rebbe la necessità di modifiche continue,in relazione alla variabilità dei parametri.Oltretutto, il fatto che tali parametri fac-ciano riferimento al passato potrebbe daradito a rischi più elevati per l’investitore.

Last but not least, ricordo che l’inte-ressante metodologia di cui stiamo par-lando – la Consob ne ha sostenuto l’ado-zione, ma gli altri ventisei Paesi sono statidi diverso avviso, per cui dobbiamo ade-guarci – impone la definizione di unbenchmark. Ebbene, poiché il benchmarkfinale sarebbe costituito dal rischio didefault dei buoni del tesoro italiani, èabbastanza evidente la controindicazionead assumere come termine di riferimentoun’informazione che non soltanto esprimeun rischio molto elevato ma, in qualchecaso, è anche fallace. Qualche mese fa, chiha acquistato sul mercato secondario CCTo BTP italiani ha avuto modo di pagarli unprezzo molto basso e, di conseguenza, hapotuto lucrare sia sul prezzo, sia sul tassodi interesse, realizzando un rendimentofinale molto elevato. Adesso, invece, iprezzi sono cresciuti, e il vantaggio eco-nomico si è ridotto. Se, quindi, avessimoutilizzato quel tipo di approccio, avremmodisincentivato l’acquisto di titoli di Statoitaliani, che, invece, si è dimostrato uninvestimento proficuo.

Si tratta, pertanto, di un criterio didifficile applicazione, e il fatto che l’Eu-

ropa lo vieti, in questa fase, ci induce aritenere che non sia opportuno adottarlo.

Le vicende riguardanti l’utilizzo delcriterio di giudizio sul quale ci siamosoffermati, unitamente all’erronea conte-stazione riferita all’inserimento dellastruttura di analisi all’interno di una piùampia divisione – che, invece, come ho giàposto in risalto, è in grado di analizzaremeglio i prodotti finanziari – hanno por-tato ad alcune azioni sindacali franca-mente sgradevoli.

Risale a qualche mese fa la lettera diun sindacato nella quale si affermava chele delibere assunte sotto la nuova presi-denza della Consob in tema di organizza-zione dell’Autorità sembrano renderemeno efficiente ed efficace l’attività pre-cipua dell’Istituto, riducendo l’intensità el’ampiezza dei compiti di vigilanza.

Queste affermazioni, francamente, noncorrispondono al vero, e non sono, per-tanto, tollerabili. Per questo motivo, ab-biamo chiesto all’Avvocatura generaledello Stato di valutare se ricorrano gliestremi per promuovere un’azione legale:si può discutere di questioni organizzativee ci si può anche scontrare, ma non si puòaffermare che da un certo tipo di orga-nizzazione dipende la tutela del rispar-miatore.

Non c’è alcun problema con le orga-nizzazioni sindacali, con le quali collabo-riamo utilmente, ma affinché vi sia lamaggiore armonia possibile occorre che laverità sia ripristinata.

Auspico, quindi, che tutto si appiani, eche si riconosca come le responsabilitàappartengano non a singole persone, maall’organizzazione nel suo complesso.

Faccio presente, per inciso, che la men-zionata lettera ha suscitato – per la primavolta, che io sappia – una reazione piut-tosto vivace, per così dire, da parte delladirigenza della Consob. Quasi tutti i diri-genti, infatti, hanno sottoscritto una letterail cui contenuto contrasta con l’approcciosindacale.

Credo che, per la buona armonia e peril buon funzionamento di un’organizza-zione, sia importante la collaborazionedella maggioranza del personale: all’atti-

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vità di un singolo non può essere collegatala responsabilità del cattivo funziona-mento della struttura, perché non è esat-tamente così. Pur essendo assolutamentefavorevole al più ampio dialogo possibilecon i sindacati – che ricerchiamo costan-temente –, credo che non si possa trascu-rare questo aspetto fondamentale.

Alla domanda dell’onorevole Causisulla Tobin tax credo di avere sostanzial-mente risposto.

L’onorevole Montagnoli ha sollevato unproblema di quantificazione del gettitoatteso da tale imposta. Non mi occupo piùdi tale materia. Posso soltanto affermareche bisogna valutare l’aspetto statico equello dinamico della norma. In altreparole, possono variare i comportamenti e,di conseguenza, anche le quantificazioni.

Credo di aver tranquillizzato anchel’onorevole Fluvi circa la collegialità. Ri-peto, comunque, che tutte le decisionisono adottate dalla Commissione. La nor-mativa vigente prevede, per molti aspettidella nostra attività, l’obbligo di segre-tezza, con l’unica eccezione delle informa-zioni da comunicare al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. L’attività istruttoriaè riservata, ma tutte le decisioni compe-tono sempre e comunque alla Commis-sione.

Anche in merito all’ufficio di presi-denza mi sembra di avere già risposto.

Quanto al direttore generale, ricordoche la persona cui è stato affidato taleincarico ha dichiarato, ai sensi di legge, diricoprirne altri. Non sono in grado divalutare l’eventuale esistenza di un con-flitto di interessi. A me sembra che non visiano i presupposti per ritenerlo sussi-stente; comunque, essendoci la dichiara-zione, tutto è stato fatto in modo traspa-rente e in conformità alla legge.

ALBERTO FLUVI. Nessuno mette indiscussione la trasparenza dell’operazione,tanto meno il sottoscritto, ma la valuta-zione è un’altra cosa.

GIUSEPPE VEGAS, Presidente dellaConsob. Trattandosi di competenze cheattengono a settori diversi, non dovrebbe

sussistere alcun problema di conflitto diinteressi.

Quanto alla golden rule, onorevoleStrizzolo, non vi sono state ricadute dalpunto di vista dell’operatività della Con-sob.

A mio avviso, i flussi di informazionecon le altre authority sono adeguati –soprattutto con la Banca d’Italia –, anchegrazie ai protocolli che regolano la mate-ria. Come ho già ricordato, essi sono moltoutili per avere conoscenza del rischioemittenti nel settore bancario, che attual-mente è quello di maggiore rilievo.

Credo di avere risposto anche al pre-sidente Conte in merito alla questionedella Tobin tax.

Quello del listing è un problema che cieravamo posti l’anno scorso. In quest’ul-timo periodo, francamente, esso è statooggetto di minore interesse, per il semplicemotivo che non c’è un flusso imponente daregolare: bisogna andare a cercare con illanternino, diciamo così, le imprese che sivogliono quotare (per fortuna, è stataannunciata qualche IPO).

Il fatto che alcuni istituti bancari ab-biano abbandonato la borsa desta qualchepreoccupazione. Intendiamoci: sono com-prensibili le ragioni che hanno spinto gliistituti bancari a fare cassa attraverso lavendita delle azioni che detenevano neiloro portafogli. È comprensibile, altresì,che Borsa Italiana debba unirsi, per faremassa critica, con altri soggetti. Abbiamotuttavia constatato – questo è l’elementodi maggiore criticità – che non si èverificato, dopo la fusione tra Borsa Ita-liana e London Stock Exchange, l’afflussosperato di IPO, di finanziamenti e di traderverso la borsa italiana. In altri termini,l’aggregazione non ha accresciuto la capi-talizzazione della nostra borsa. Spero sitratti di un fenomeno non irreversibile,che desta sicuramente qualche preoccupa-zione. Resta indispensabile, per Borsa Ita-liana, realizzare un collegamento conqualche altra borsa internazionale, perché,con le attuali dimensioni della finanza,non è pensabile continuare a operareciascuno per conto proprio.

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Le cambiali finanziarie sono uno stru-mento nuovo, non ancora operativo. Èopportuno, quindi, attendere per cono-scere le reazioni del mercato.

Un discorso analogo vale per il creditoal consumo e per i consulenti finanziari.Quanto a questi ultimi, si registra lamassima disponibilità a lavorare con laCommissione. Stiamo cominciando adavere contatti con le associazioni di cate-goria, anche per definire un’eventuale di-sciplina transitoria, insieme al Ministerodell’economia e delle finanze. Come av-viene per tutte le professioni, l’inizio èsempre caratterizzato da una certa gra-dualità, ma sono convinto che in tempiragionevoli arriveremo a una definizionedella materia.

PRESIDENTE. È necessaria una nor-mativa, o pensate di poter agire da soli ?

GIUSEPPE VEGAS, Presidente dellaConsob. Ci vuole una normativa e, comun-que, prima bisogna comprendere esatta-mente i termini della questione.

Quanto alle vendite allo scoperto e adaltri fenomeni, quale l’high frequency tra-ding, ricordo, pur senza avere intenzionedi avanzare rivendicazioni, che abbiamoavuto il merito di porre il problema dellecredit rating agency già l’anno scorso; unanotazione analoga vale per la regolamen-tazione delle vendite allo scoperto.

Poiché si tratta di fenomeni nuovi,bisogna capire se quel che vediamo acca-dere costituisca qualcosa di ineluttabile ose, invece, sia suscettibile in qualche mododi essere regolamentato.

A mio avviso, è necessario garantire atutti parità di trattamento, altrimentiqualche soggetto potrebbe avvantaggiarsiingiustamente. Nulla in contrario, dunque,rispetto all’innovazione finanziaria; tutta-via, questa deve essere funzionale allosviluppo del mercato, e il mercato deveessere funzionale all’economia reale; di-versamente, si corre il rischio che si ge-nerino « bolle », come si è verificato nel2007 e nel 2008.

Quindi, una regolamentazione degliaspetti più rischiosi di tali fenomeni èindispensabile.

Ci fa piacere che il problema sia statocompreso a livello comunitario, dove si vaverso un level playing field. Ciò è neces-sario, per evitare che si produca un feno-meno di freeriding di un Paese nei con-fronti dell’altro, il che sarebbe, franca-mente, molto sgradevole (il rischio esistegià adesso). Come per la banking union, èindispensabile arrivare anche a una formadi financial union, per consentire a tutti digiocare sullo stesso livello e di non creareconcorrenza tra ordinamenti, che è laconcorrenza di tipo peggiore.

Tra l’altro, il fatto di avere ordinamentidiversi nei singoli Stati membri scoraggial’investitore straniero: l’investitore asiatico,ad esempio, se costretto a entrare nelledinamiche di ciascun Paese, finisce perrinunciare all’investimento, a causa delleeccessive complicazioni. In Europa, invece,abbiamo proprio bisogno di attrarre ca-pitale di investimento dall’estero.

L’ultima questione è relativa alle sedi diMilano e di Roma. Si tratta di decisioniche vengono, come si suole dire, da lon-tano. La Consob è stata istituita a Roma,ha una sede secondaria a Milano, e ilpersonale si è stratificato nel tempo, ancheper effetto di concorsi recenti che hannoprivilegiato la sede di Roma. Allo statoattuale, anche in considerazione dellastruttura dei costi della pubblica ammini-strazione, è alquanto difficile spostare per-sonale da una sede all’altra. Quindi, si faricorso a forme di telelavoro, che comun-que sono efficaci.

In prospettiva, si potrà procedere adassunzioni di personale, anche se non nelprossimo futuro: guardiamo tutti conmolta preoccupazione all’aspetto dei costi,che bisogna ripartire sul mercato. Si po-trebbe pensare di ampliare un po’ la sededi Milano. Tuttavia, come la recente espe-rienza dimostra, quando si bandisconoconcorsi per la sede di Roma, si presen-tano molti concorrenti; al contrario,quando si mettono a concorso posti per lasede di Milano, malgrado si tratti di lavoronel settore pubblico, caratterizzato da sta-bilità e relativamente ben remunerato, non

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si registra un’adeguata risposta tra i gio-vani provenienti dal mercato del lavoro delNord Italia.

Probabilmente, un posto di lavoro alledipendenze di una pubblica amministra-zione, ancora adesso, non attrae moltepersone: c’è da sperare che il mercato dellavoro, nelle regioni del Nord, rimanga taleancora per molto.

PRESIDENTE. Non lo dica al MinistroFornero: potrebbe dire che a Milano sonochoosy anche da questo punto di vista...

GIUSEPPE VEGAS, Presidente dellaConsob. Per concludere, vorrei ringraziarela Commissione, aggiungendo che resto adisposizione per qualunque ulteriore do-manda e per eventuali chiarimenti.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidenteVegas, anche per la documentazione con-segnata, di cui autorizzo la pubblicazionein allegato al resoconto stenografico dellaseduta odierna (vedi allegato), e dichiaroconclusa l’audizione.

La seduta termina alle 15,35.

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTIESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. VALENTINO FRANCONI

Licenziato per la stampa

il 10 gennaio 2013.

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

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ALLEGATO

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