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MARZIALE Nasce nel 39 in Spagna. Compie i primi studi in spagna e poi nel 64 si trasferisce a Roma dove entra in contatto con Seneca, Lucano e i Pisoni. Marziale rimane privo del loro appoggio perhè scompaiono dalla scena. E costretto a vivere come cliens. Nell'80 c'è l'inaugurazione del colosseo, scrive il LIBER DE SPECTACULIS in cui si celebra questa occasione e si descrivono i giochi allestiti per l'inaugurazione, è una raccolta di epigrammi. Altre due raccolte Xenia (doni per gli ospiti nelle feste dei saturnali) e gli APHOFORETA (i doni da portare via) sono epigrammi che nascono come poesie da occasione e che accompagnavano i doni che il padrone offriva ai suoi invitati. Seguono poi altri libri di epigrammi per un totale di altri 12 libri. Queste opere gli fanno ottenere privilegi tra cui IUM TRIUM LIBERORUM (vantaggi economici che di solito erano dati ai padri di tre figli ) nomina a tribuno militare, gli viene data una casa sul quirinale e un orto. Tutto però è sentito insufficiente da Marziale e quindi si lamenta delle sue difficoltà economiche nelle sue opere (condizione di cliens che avverte come pesante). Si lamenta anche del frastuono notturno di Roma. Muore Domiziano, gli succede Traiano (Nerva?), si inaugura un nuovo periodo → libertà di parola. Marziale non trova particolare favore nei nuovi principi perchè appariva compromesso con il vecchio regime che aveva adulato negli epigrammi. Grazie a Plinio che gli paga il viaggio torna in Spagna dove gli viene donato un terreno e una casa, ma prova nostalgia per Roma. Muore nel 104. L'OPERA Unico genere a cui si dedica è l'epigramma. Il corpo centarle è costituito da 12 libri (85-102). LIBER DE SPECTACULIS XENIA APOFORETA Il metro è il DISTICO ELEGIACO (esametro e pentametro usato nel genere dell'elegia), non mancano però metri diversi. I componimenti possono essere molto brevi da un distico a 50 versi. L'epigramma è una forma letteraria che nasce nella grecia arcaica usata in funzione commemorativa. La parola stessa vuol dire iscrivere sopra (iscrizione sopra una lapide funeraria in funzione commemorativa), si stacca da questa sua funzione e dato il carattere di brevità viene adattato a vari soggetti di carattere morale, politico, sentenzioso e quindi lo troviamo nel periodo classico della letteratura greca ma anche in eta ellenistica dove tratta argomenti di carattere soggettivo e in particolare il tema dell'amore. Viene coltivato in eta ellenistica per la brevità perchè corrisponde ad uno dei canoni alessandrino e corrisponde ai criteri di ricercatezza ed eleganza (poetica alessandrina), anche per i contenuti perchè trattava vari temi. Gia gli alessandrini avevano introdotto il FULMEN IN CAUDA per indicare il colpo di scena finale. A Roma compare con Ennio, si diffonde come poesia d'occasione ed è considerato un genere minore, l'unico autore che utilizza l'epigramma a livello letterario è Catullo. Solo nell'età dei Flavi conosce la sua dignità letteraria, Marziale ne fissa i caratteri e la struttura. Originalità della scelta di Marziale in un età come quella dei Flavi che si caratterizza per un

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Page 1: MARZIALE - tanadellostudente.altervista.org

MARZIALE Nasce nel 39 in Spagna. Compie i primi studi in spagna e poi nel 64 si trasferisce a Roma dove entra in contatto con Seneca, Lucano e i Pisoni. Marziale rimane privo del loro appoggio perhè scompaiono dalla scena. E costretto a vivere come cliens. Nell'80 c'è l'inaugurazione del colosseo, scrive il LIBER DE SPECTACULIS in cui si celebra questa occasione e si descrivono i giochi allestiti per l'inaugurazione, è una raccolta di epigrammi. Altre due raccolte Xenia (doni per gli ospiti nelle feste dei saturnali) e gli APHOFORETA (i doni da portare via) sono epigrammi che nascono come poesie da occasione e che accompagnavano i doni che il padrone offriva ai suoi invitati. Seguono poi altri libri di epigrammi per un totale di altri 12 libri. Queste opere gli fanno ottenere privilegi tra cui IUM TRIUM LIBERORUM (vantaggi economici che di solito erano dati ai padri di tre figli ) nomina a tribuno militare, gli viene data una casa sul quirinale e un orto. Tutto però è sentito insufficiente da Marziale e quindi si lamenta delle sue difficoltà economiche nelle sue opere (condizione di cliens che avverte come pesante). Si lamenta anche del frastuono notturno di Roma. Muore Domiziano, gli succede Traiano (Nerva?), si inaugura un nuovo periodo → libertà di parola. Marziale non trova particolare favore nei nuovi principi perchè appariva compromesso con il vecchio regime che aveva adulato negli epigrammi. Grazie a Plinio che gli paga il viaggio torna in Spagna dove gli viene donato un terreno e una casa, ma prova nostalgia per Roma. Muore nel 104. L'OPERA Unico genere a cui si dedica è l'epigramma. Il corpo centarle è costituito da 12 libri (85-102).

• LIBER DE SPECTACULIS

• XENIA

• APOFORETA Il metro è il DISTICO ELEGIACO (esametro e pentametro usato nel genere dell'elegia), non mancano però metri diversi. I componimenti possono essere molto brevi da un distico a 50 versi. L'epigramma è una forma letteraria che nasce nella grecia arcaica usata in funzione commemorativa. La parola stessa vuol dire iscrivere sopra (iscrizione sopra una lapide funeraria in funzione commemorativa), si stacca da questa sua funzione e dato il carattere di brevità viene adattato a vari soggetti di carattere morale, politico, sentenzioso e quindi lo troviamo nel periodo classico della letteratura greca ma anche in eta ellenistica dove tratta argomenti di carattere soggettivo e in particolare il tema dell'amore. Viene coltivato in eta ellenistica per la brevità perchè corrisponde ad uno dei canoni alessandrino e corrisponde ai criteri di ricercatezza ed eleganza (poetica alessandrina), anche per i contenuti perchè trattava vari temi. Gia gli alessandrini avevano introdotto il FULMEN IN CAUDA per indicare il colpo di scena finale. A Roma compare con Ennio, si diffonde come poesia d'occasione ed è considerato un genere minore, l'unico autore che utilizza l'epigramma a livello letterario è Catullo. Solo nell'età dei Flavi conosce la sua dignità letteraria, Marziale ne fissa i caratteri e la struttura. Originalità della scelta di Marziale in un età come quella dei Flavi che si caratterizza per un

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impostazione diversa (per restaurazione morale e per il ritorno ai generi classici in primis l'epica). Marziale fa una scelta che va contro corrente. Marzaile è consapevole di questa novità e ne è anche orgoglioso. “LA NOSTRA PAGINA HA SAPORE DI UOMO” Polemica nei confronti dei poeti epico tragici nell'elenco di riferimento dei personaggi del mito, rifiuto dell'epica e della tragedia perchè lontani dalla vita dell'uomo, la poesia deve essere aderente alla vita dell'uomo. Confronto con gli eredi della poetica alessandrina, c'è il punto di contatto nel rifiuto dell'epica e della tragedia, differenza con la poesia meoterica : rifiuto di Marziale della ricercatezza, dell'eleganza. L'opera può essere accostata al genere satirico (Lucilio, Giovenale). In questa ricerca di aderenza alla realtà accostiamo alla satira con una differenza però, perchè la satira aveva considerazioni moralistiche, l'opera di Marziale ha il fine di divertire. A lui interessa scrivere una poesia che incontri il gusto del pubblico, secondo lui la letteratura alta è lontana dall'interesse del pubblico, mentre la sua poesia riscuote di più l'apprezzamento del pubblico a cui si rivolge. Il successo della sua opera : fusione tra l'epigramma greco e i caratteri della comicità latina (linguaggio, temi osceni, battuta pesante, giochi di parole)e della satira (dialoghi, varietà di argomenti e vis polemica). Epigramma caratterizzato da realismo che si trova soprattutto nella descrizione di Roma (Insulae = quartieri affollati) che dà l'idea di un mondo in cui domina il disordine. Contrapposizione tra la sua condizione e quella al personaggio a cui si rivolge che non conosce le sue noie perchè ha una casa grande fuori dal centro, non è come lui che è svegliato la mattina dal passaggio dei passanti come se avesse tutta Roma al capezzale. Roma è una città per i ricchi mentre i poveri hanno una vita difficile, sembra che tutta Roma passeggi nelle loro piccole case, elenca tutte le attività che producono rumore, c'è un accenno al giudeo che chiede l'elemosina → guardato con sospetto. La sua condizione è aggravata dal fatto che è un poeta perchè a quel tempo la letteratura era sentita come attività di scarsa importanza. Si sottolineano le condizioni dei poveri che vivono in quartieri malsani che rischiano l'incendio. Luogo che rappresenta questa condizione è il foro perchè è dove tutti svolgono i propri affari. Troviamo la rappresentazione dell'uomo che assume un carattere universale, sono personaggi che Marziale vede al suo tempo ma che si possono ritrovare in qualunque tempo, ritratti bene riusciti ed efficaci. Non ci sono intenti moralistici ma la rappresentazione è fine a se stessa, rappresenta i difetti senza proporre modelli di vita e senza volerli correggere. Diversità rispetto a :Lucillio dove l'attacco è AD PERSONAMA. Epigramma 4 → si rivolge a Domiziano e lo invita a non avere dei pregiudizi nei confronti della sua poesia (per quanto riguarda i contenuti) e ricorda un usanza romana (CARMINA TRIUMPHALIA) intonati in occasione del trionfo del generale vittorioso in cui i soldati si concedevano una certa licenziosità nei confronti del loro comandante, tono scherzoso. Invita a fare distinzione tra la Levitas della sua poesia e la sua vita, un conto è come scrive un conto è come vive, per indicare i suo componimenti usa termini che ricordano la poesia meoterica (illusus, gioco). Amore è visto come attrazione fisica, tema dell'amicizia.

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C'è poi una serie di epigrammi che a a che fare con la sua condizione personale. Descrive la sua giornata, è costretto a presentarsi come cliens dal patronus per il rito della salutazio, poi è costretto a seguire il patronus nei suoi giri e la sera gli è riservato un tavolo in solitudine e gli è offerto cibo di cattiva qualità. La sua attività di poeta però gli procura delle soddisfazioni morali. Se fino ad ora prevaleva la comicità, ci sono ora argomenti più seri di carattere funerario, tra questi ne spicca uno, un epicelio (genere che si collega alla commemorazione di un morto), scritto per la morte di una bimba di sei anni → “ AMORINO”,immagina di affidarla ai propri genitori che sono morti nel tartaro. I diminutivi esprimono il sentimento del poeta nei confronti della bimba piccola appena morta. Poesia d'occasione ripresa negli Xenia e negli Apoforeta (i doni) L'oggetto stesso parla La struttura fissata dell'epigramma di Marziale prevede una parte iniziale in cui viene delineato il ritratto del personaggio e in cui si crea una certa attesa che poi si scioglie nel finale a sorpresa che presenta un ribaltamento (si parla di APROSDOCHETON → colpo di scena finale). Troviamo espressioni più colloquiali visti i contenuti e il tono del discorso ma vista soprattutto l'aderenza alla realtà (ampliamento del lessico). Sono usati termini volgari ma anche espressioni elevate con intendimento parodico. La poesia d'occasione è più raffinata. La poesia celebrativa fa uso dell'apparato retorico tradizionale che serve a elevare il tono per cui usa anche la mitologia. Epigramma del medico → primo verso diviso a metà, contrapposizione tra due avverbi, tra i tempi verbali, tra le due attività (medico e becchino)cura formale, il nome del personaggio di cui si parla è in fondo, vi è la contrapposizione tra avverbi, chiasmo all'interno di uno stesso verso, e chiasmo rispetto al verbo precedente (per i tempi verbali).

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GIOVENALE Età del principato adottivo, viene eletto Nerva espressione del senato che formalmente riacquista potere. Eta aurea dell'impero → tra imperatori e senato c'è un buon rapporto. Non parliamo più della classe senatoria che ha visto il passaggio dalla repubblica all'impero, ma la classe senatoria è quella nata sotto l'impero che è visto come soluzione. Influenza dello stoicismo che ispira la condotta di molti principes che deve porre davanti a tutto il bene comune al quale subordina l'esercizio del proprio potere. Si realizza il sogno di Seneca. Tutto ciò si determina sotto il principato adottivo, detto cosi perche per evitare i disordini che si aprivano ogni volta che moriva un princeps si è deciso di introdurre il principio dell'adozione, il princeps designa il suo successore. Il primo principe adottivo è Traiano che crea le istituziones alimentari per le famiglie povere, per risollevare l'economia, lo ricordiamo anche perchè al suo principato corrisponde la massima espansione dell'impero Romano. Dal punto di vista della cultura si ha una percezione di maggiore libertà (è più la sensazione che una vera e propria libertà). Giovenale → Satira Plinio il giovane → epistolario, opera espressione di una letteratura disimpegnata secondo periodo Adriano e Marco Aurelio → processo di ellenizzazione della cultura, è l'età della seconda sofistica. Inizia la letteratura cristiana. Nasce in Italia nel Lazio 50 d.c. Non abbiamo molte notizie della sua vita. Ha una famiglia ricca, diventa avvocato a Roma ma non ha successo. Soluzione → o Si dedica alle declamazioni o diventa maestro di scuola. Si dedica alla letteratura dopo la morte di Domiziano. La sua vita non fu facile e questo lo ricaviamo dagli accenni nelle sue satire (c'è spesso la figura del cliens → non sono accenni autobiografici, Marziale ce lo descrive come tale nei suoi epigrammi). Non si sa quando è morto. L'OPERA SATIRA. Scrive 5 libri. In totale 16. sono in esametri perchè da Orazio in poi il metro della satira è l'esametro. Prima satira contiene una dichiarazione di poetica, indica l'argomento privilegiato : realtà del tempo corrotta in cui si sono persi tutti i valori morali che gli ispira IRA E INDIGNATIO. Parla di personaggi morti perchè potrebbe essere pericoloso parlare dei vivi. Seconda satira contiene una denuncia al diverso, se la prende con gli omosessuali. Satira terza prende di mira gli immigrati (chiamati greculi), gli orientali che sono causa della decadenza di Roma. A Roma domina la violenza. Satira quarta presenta la situazione comica perchè è stato pescato un pesce grande che è regalato a Domiziano in quanto padrone di tutto ciò che è nel mare, vine convocato il senato per capire come cuocere il pesce → mette in evidenza l'asservimento del senato nei confronti del princips . Satira quinta rappresenta la figura del cliens sottoposto ad umiliazione anche da parte dei servi. Satira sesta contro le donne. Satira settima parla della condizione di miseria in cui vivono i poeti e gli intellettuali che non hanno alcuna protezione e quindi devono scendere a compromessi per andare avanti. Si parla dei genitori che non vogliono spendere soldi per istruire i figli, mentre un auriga guadagna più di quanto un

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insegnante guadagna in un anno. Satira ottava → ritorna il tema dell'omosessualità, la condizione è quella di un effemminata avaro. Satira prima → contiene una dichiarazione di poetica, fa una scelta controcorrente non vuole presentare i temi tradizionali ma vuole una poesia aderente alla vita e alla realtà quotidiana, solo che questa è una realtà di corruzione, di violenza che suscita nel poeta IRA e INDIGNATIO che è la musa ispiratrice del poeta, è lo sdegno a ispirare i versi del poeta. Nel momento in cui sceglie questo argomento, ne consegue la scelta di un genere quale la satira. Riprende la Vis polemica di Lucillio per quanto riguarda l'aggressività, ma senza bersagli precisi, si avvicina cosi ad Orazio ma egli cerca di evitare di parlare anche dei proprio tempi, per cui la sua decisione è quella di parlare dei morti. Egli dipinge i tempi del principato adottivo senza avvertire cambiamenti, per cui non condivide gli entusiasmi di Plinio per i nuovi tempi. L'atteggiamento di Giovenale è diverso da Orazio perchè quando parlavamo di Orazio dicevamo di IRONIA BONARIA (consapevolezza della comune debolezza umana, rivolgeva consigli eleganti, c'era un rapporto di simpatia comprensiva nei confronti di chi attaccava), Giovenale ha invece un atteggiamento più rabbioso e quindi c'è in lui un contenuto fortemente moralistico e questo lo avvicina a Persio, ma la differenza è che in Persio c'è l'etica stoica, mentre in Giovenale no. Rispetto a Orazio → Mancano riferimenti autobiografici, mancano dialoghi,manca la rappresentazione teatrale, gli excursus narrativi. TEMI: tradizionali della satira, attacco all'avarizia, lussuria, ipocrisia e accanto a queste ne ritroviamo alcuni legati all'attualità dello scrittore. Questo ci fa fare un confronto con Marziale nella scelta di un genere poetico aderente alla vita. Ma c'è una diversità perchè lo scopo di Marziale ha lo scopo di divertire. Giovenale rimpiange il passato quando era rispettato il mos maioris → LAUDATOR TEMPORIS ACTI Di questo risento gli intellettuali perchè rimpiangono l'età di Augusto quando ottenevano la protezione del princeps, il rimpianto di un eta in cui veniva riconosciuto merito ai poeti, ora invece sono cliens sempre alla ricerca di padroni. Nel clima di decadenza se la prende con i nobili che sanno solo ricordare gli antenati e non sanno più svolgere il ruolo che avevano gli intellettuali prima. Rimpianto per il passato che non può tornare, precluso il ritorno indietro nel tempo egli ricerca un'evasione nello spazio, alla Roma caotica contrappone la vita della provincia dove sopravvivono gli antichi valori che rimpiange. La contraddizione tra passato e presente si trova nella satira sesta che ha come polemica le donne, che una volta erano legate al focolare domestico, pudiche e fedeli, non tollera che la donna sconfini in campi puramente maschili (che parla a tavola, che fa sfoggio di cultura). → boccaccio (la donna appena sveglia) → Dante nel 23 del purgatorio → 15 del paradiso contrasto tra il linguaggio altro e il soggetto. Le donne adulte sono presentate come “eroine” . Causa della decadenza di Roma sono il denaro e gli stranieri, i giovani sono educati soltanto con l'idea di fare quattrini. Il denaro non puzza → dalla raccolta delle urine si ricava denaro, non puzza da qualsiasi merce proviene. Parla delle abitudini alimentari degli egizi e porta un esempio della degenerazione a cui porta il

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lusso. STILE: La musa è l'indignatio, carattere diverso rispetto alle satire tradizionali. Si avvicinano al tono della tragedia, c'è la ricerca di uno stile alto, impiego di artifici retorici finalizzati ad ottenere emozioni, a suscitare sdegno, largo uso di interrogative, di esclamative perchè le immagini create devo rimanere impresse in chi ascolta. Si crea un gioco chiaroscurale tra registro alto e basso, oppure la stonatura tra un registro alto e un argomento basso. A Giovenale si devono alcune espressioni che sono giunte fino a noi: mens sana in corpore sano, Giovenale dice che si deve chiedere agli dei un anima forte e un fisico in grado di sopportare le fatiche; pane et circenses,per indicare la politica degli imperatori romani e la usiamo ogni volta che si distoglie la popolazione dai veri problemi; quis custodiet custodie nasce dalla satira sesta in cui si parla delle donne sottoposte a sorveglianza e coloro poi finiscono con avere delle relazioni con chi dovrebbe vegliare sulla loro integrità morale; probitas laudatur sed alget l'onesta è lodata ma trema dal freddo → è lodato un uomo onesto ma poi non è ricompensato.

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TACITO Capitoli 15 e 16 degli annales che si caratterizzano per i toni cupi perchè riguardano il principato di Nerone perchè riguardano il momento in cui dimentica gli insegnamenti di Seneca. Sotto l'influenza di Tigellino influisce su quelli che ritiene nemici del suo principato (contro i Pisoni). Non si sa quale fosse il ruolo che Seneca avesse avuto in questa congiura. Tinte fosche → tacito ci parla delle morti dei personaggi celebri. Tacito si rifa al genere degli exitus virorum illustius → le morti dei personaggi celebri e quindi modella il suo racconto della morte di Seneca sull'esempio di questo genere anche se nella morte di Petronio capiamo l'atteggiamento di Tacito nei confronti di queste scelte e comportamenti nel senso che egli non condivide appieno questo atteggiamento perchè non rientra nel modello di comportamento sotto il principato. Da qualche tempo Nerone voleva eliminare Seneca ma il tentativo era fallito, ma poi ci riesce e un centurione non esita e si prende l'incarico di portare il messaggio a Seneca → rende l'idea dei diversi stati d'animo dei personaggi coinvolti. Di Seneca si mette in evidenza la mancanza di timore. Ruolo importante della moglie di Seneca che vuole morire con il marito. Ma non ci riesce perchè Nerone n on voleva gettare ulteriore ombra su di sè anche con la morte di Paolina. Forma di polemica verso le morti illustri. Tacito è uno dei maggiori storici della letteratura latina. Di lui ci parla Plinio il giovane. Sappiamo pochissimo sulla sua vita. Educazione ricevuta gli consente di intraprendere la carriera politica, infatti intraprende molti incarichi già sotto Domiziano e poi sotto il principato adottivo di Nerva e Traiano. Egli fu discepolo di Quintiliano a cui deve la sua formazione oratoria e a differenza di Quintilliano non scrisse nulla fino a che non rimase al potere Domiziano. La composizione delle sue opere si colloca verso la fine della sua vita quando sembra aprirsi una nuova epoca di maggiore libertà anche se poi questi impressioni sono state ridimensionate. Siamo incerti anche sulla sua morte che dovrebbe collegarsi tra il 17 e il 20. L'OPERA DIALOGUS DE ORATORIBUS, che non è in ordine cronologico, non è la prima che compone Tacito ma è un opera un po a se stante rispetto alle altre sia dal punto di vista contenutistico che formale. Dal punto di vista contenutistico come dice il titolo stesso si tratta di un dialogo (inevitabile è il richiamo a Cicerone “ DE ORATORE), si articola come un dialogo tra diversi interlocutori, l'ambientazione è nella casa di Curiazio (senatore e oratore che si era dedicato alla poesia), Marco e Giulio secondo sono gli altri interlocutori (avvocati) a loro si unisce poi Tacito. Il tema affrontato è quello del confronto tra oratoria e poesia e poi all'arrivo di Messalla si affronta il tema della decadenza della oratoria. Vengono esposte varie opinioni per cui alcuni sostengono che non è decadenza ma evoluzione dello stile. Messalla dice che le cause sono da ricercare nell'abbandono dello stile ciceroniano e l'adozione di uno stile più frammentario come quello di Seneca. La novità dell'opera è data dalla posizione di Materno secondo cui le cause da ricercare non sono stilistiche e morali ma piuttosto politiche,il dibattito politico acceso che aveva contesto nella res pubblica aveva alimentato l'oratoria del tempo di Cicerone.

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Attualmente il regime non è più quello repubblicano ma è il principato. La posizione di Tacito Appartiene alla classe senatoria che accetta il principato come una realtà inevitabile tanto più che ha dei risvolti positivi ovvero ha posto fine alle guerre civile. Tutto ha un prezzo infatti si è persa la libertas repubblicana con la conseguente degradazione dell'oratoria. Anche Petronio aveva toccato questo argomento nel Satiricon, se l'era presa con le scuole di retorica dove veniva insegnata un'eloquenza ampollosa e poi nella narrazione si era preso di mira un personaggio → Agamennone presentato come un retore di scarsa importanza. Petronio individua come responsabile le scuole di retorica con il carattere che aveva assunto l'eloquenza in quel contesto. Anche Quintiliano ne parla, egli individuava le cause in una corruzione morale e stilistica (stile di Seneca). STILE: Diverso da quello delle opere maggiori, vicino al modello ciceroniano (secondo alcuni questa è una argomentazione a sostegno di chi ritiene che l'opera non sia da attribuire a Tacito ma ci sono delle obiezioni → lo stile diverso si giustifica con il diverso genere a cui appartiene l'opera e poi Tacito era stato allievo di Quintiliano che avrebbe voluto riproporre lo stile ciceroniano). L'eloquenza è stata più viva quando c'era disordine così come in un campo non curato crescono più velocemente le erbacce. BIOGRAFIA DI GIULIO AGRICOLA Opera composita perchè nel definire il genere a cui potrebbe essere condotta se ne richiama più di uno. Giulio era il suocero di Tacito, era un personaggio pubblico, un generale,e un uomo politico. Scrive quest'opera dopo la sua morte quindi può essere ricondotta alle laudationes funebres. Si ricordano le imprese militari in Britannia, infatti egli fu mandato al comando di una legione e poi era rimasto al governo dell'isola per ben 7 anni, ma questo fatto se gli aveva procurato gloria dall'altro lato aveva tirato su di lui l'invidia dell'imperatore Domiziano e quindi era caduto in disgrazia tanto che l'imperatore lo aveva chiamato a Roma dove egli si era ritirato a vita privata, anzi sulla sua morte c'era qualche ombra. Opera composita perchè il richiamo più evidente è quello alla biografia ma l'opera presenta anche alcuni elementi che la accostano alla prosa militare perchè c'è un excursus sui britanni, poi ha carattere apologetico cioè di difesa dell'operato del suocero e carattere polemico nei confronti del princeps. Da questo aspetto si parte per evidenziare il fatto che l'excursus diventi occasione di riflessione sulla politica imperialistica di Roma, difatti qui come aveva fatto Cesare (oltre all'excursus sui galli) fa uso di introdurre dei discorsi (opera storiografica → Tucidide) tra due interlocutori e in questo si vede il prodotto della sua formazione, si tratta di un esercizio retorico in cui Tacito fa proprio l'insegnamento delle scuole di retorica. E' interessante questo excursus per la riflessione sulla politica imperialistica, tacito è a favore dell'espansione di Roma ma allo stesso tempo ne mette in evidenza i limiti. Ammirazione delle popolazioni barbariche per la loro fierezza e integrità morale. Storiografica che ci riporta a Sallustio perchè ci sottolinea la purezza dei barbari non corrotti di contro alla brama di conquista dei Romani. E' sincero e autentico il rispetto nei confronti della popolazione che è in grado di impensierire i romani. Perchè Agricola è importante? Perchè offre l'esempio del corretto comportamento che secondo

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Tacito bisogna adottare sotto il principato e consiste non nel piegarsi al servilismo, non nel piegarsi all'adulazione ma neppure lasciarsi andare a gesti eroici di protesta e rivolta che non portano a nulla (si riferisce a Sneca). Il corretto comportamento è quello di assolvere ai propri compiti ubbidendo fedelmente al princeps senza cadere nei due eccessi opposti e questo atteggiamento è adottato da gran parte dell'aristocrazia in età imperiale. LA GERMANIA è l'unica monografia etnografica che ci è giunta. Si è pensato fosse una sezione all'interno delle istoriae, ma poi l'opera è stata considerata come a se stante perchè ha una sua completezza. Tacito si rifà a Cesare. Per capire l'atteggiamento di Tacito nei confronti delle popolazioni bisogna rifarsi al presupposto ideologico dell'opera → le varie popolazioni sono condizionate nei loro aspetti psicologici e psichici dall'ambiente in cui vivono. I germani hanno costituito un pericolo per Roma → diventa significativa la frase TAM DIU GERMANIA VINCITUR: la vittoria non è mai stata definitiva. Progetto storiografico di Tacito : ISTRORIAE E ANNALES inizia a parlarne gia nell'agricola, a proposito della quale bisogna dire che si soffrma sui caratterei della nuova eta che si è aperta, quella del principato adottivo. “Nun redit animus” ora si risveglia la coscienza morale e difatti dice che benchè all'inizio di questo beatissimo secolo, Nerva abbia fuso assieme due cose inconciliabili vale a dire il principato e la libertà, benchè Traino accresca ogni giorno la gioia per la nuova età, tuttavia molti sono morti a causa di fatti fortuiti, per la crudelta del principe noi siamo superstiti non solo agli altri ma anche a noi stessi dopo che ci sono stati tolti dalla vita tanti anni cosi che per SILENTIUM siamo arrivati giovani alla vecchiaia. Così descrve questo periodo a lui contemporaneo nell'agricola ed espone il suo progetto storiografico, cioè quello di parlare del passaggio dalla tirannia di Domiziano al principato di Nerva → si recupera la libertas che non è più quella repubblicana, ma intesa come rapporto di collaborazione e rispetto formale tra il senato e il princeps. Quando Tacito inizia a scrivere le Istoriae non parla del periodo appena ricordato ma fa un passo indietro e parla del periodo che va dall'alba dei 4 imperatorio 69(quando si vede uno dei punti deboli del principato caratterizzato dalla secessione al potere), dopo la morte di Nerone fino alla morte di Domiziano, parla della dinastia Flavia. Gli Annales parlano del periodo dalla morte di Augusto fino alla morte di Nerone nel 68. Tacito voleva approfondire ulteriormente le indagini sul principato. Alla fine non parla di quello che si era presupposto → dopo l'entusiasmo iniziale è andato incontro a una disillusione. Nelle Istoriae manifesta l'intenzione di parlarne più tardi di questo periodo, in realtà non ne parla mai. Tacito riprende lo schema annalistico richiamato dal titolo della seconda opera. Richiama agli annales di Ennio. Annales erano per i romani le prime fonti per la storiografia. Però tacito non parte ad urbe condita, i periodi sono circoscritti e più vicini all'autore anche se gradualmente poi va indietro. Le opere ci sono giunte solo in parte, perchè i testi ci sono stati tramandati dai monaci che operavano una scelta dei testi e allora è successo che Tacito non godette di grande favore nel

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medioevo perchè aveva espresso un giudizio negativo riguardo alla religione cristiana definendola exisiabili exercitio → rovinosa superstizione. Tacito si trova a parlare dell'incendio di Roma nell'età di Nerone ma non prende una posizione netta e riporta le varie ipotesi, ma quella su cui insiste di più vede Nerone coinvolto, erano stati accusati i cristiani che apparivano come appartenenti ad una setta misterica, provenivano dalla Giudea che aveva dato ai romani del filo da torcere, Tacito non crede siano stati i cristiani, parla della pietà suscitata dai supplizi a cui furono sottoposti a causa della crudeltà di Nerone, ma il suo giudizio per i cristiani rimane sprezzante, questo nasce dall'incapacità di comprendere una fede cosi diversa da quella pagana. Motivo delle migrazioni che arrivano a aroma e sono causa dei mali della città e quindi i Cristiani sono fatti oggetto di un giudizio negativo e sono accomunati agli ebrei perche provenienti dalla Giudea. Disprezzo anche per gli Ebrei → Dio unico e vengono dalla Giudea. Il totale dei libri delle istoriae era 30, essi dovevano rispondere ad una suddivisione in terna in esadi. Le istoriae si basano su un momento tormentato della storia di Roma → i 4 imperatori. La ricerca di Tacito si basa su fonti storiche varie, su documenti che gli potevano essere forniti dallo scambio di lettere tra personaggi importanti (come dalla produzione antiimperiale). Tacito è attento alla ricostruzione storica anche se poi spesso riporta tutte le diverse versioni senza operare una scelta. Al centro di quest'opera c'è la riflessione sul principato e quindi il rapporto tra il princeps e le forze in campo (senato, esercito e popolo) e poi la sua attenzione era concentrata sulla criticità dei momenti di passaggio da una dinastia all'altra. L'adozione → vede in Galba nel periodo che esamina. Riflessione sull'atteggiamento di tacito nel principato che non viene messe in discussione nonostante appartenga all'aristocrazia senatoria. La successione per eredità non assicurava un buon principe. Riprendono lo schema annalistico con la differenza che non partono ad urbe condita, e la sua scelta si collega all'oggetto della sua analisi, ovvero il principato come una necessità per la pace, punto debole però è la successione. Egli tratta il futuro in un altra opera, negli annales. Importante è la sua volontà di affrontare la ricostruzione storica con imparzialità per non cadere nei due eccessi sbagliati dell'odio e dell'adulazione cosa che aveva fatto la storiografica di età imperiale. Riprende quanto si era già visto nell'agricola. Parla di un'epoca atroce. Princeps negativi (corrotti o non alla altezza del loro compito), negativo il senato esautorato che si piega al volere del princeps, negative le figure che gli stanno attorno, anche le masse sono descritte come negative. Storia drammatizzata in cui rientra l'uso dei discorsi diretti, attenzione alla psicologia dei protagonisti della storia in preda alle passioni con una certa attenzione alla massa irrazionale, in Tacito rimane un disprezzo di carattere aristocratico. Cupo pessimismo che si accentua infatti si torna indietro e non si va avanti nella trattazione degli anni più vicini a a Tacito. Brano sull'eliminazione della madre Agrippina. Nerone studia come eliminarla, si trova difronte un'avversaria che non è facile togliere di mezzo anche perchè capisce le intenzioni del figlio e non si fa trovare impreparata ed ha come esperienza un sacco di trame fosche, si rivolge ad un liberto amico di Agrippina, Nerone si mostra affettuoso verso la madre (Tacito esprime il dubbio se ci sia o no un qualche fondo di verità nell'affetto). Descrive la folla dei curiosi.

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Agrippina : mi uccida ma con potere, l'unica cosa che gli interessa è che il figlio sia al potere. ANNALES Riprendono l'origine della storiografia latina. Annales seguono lo schema annalistico anche se in alcuni casi questo non viene sempre rispettato rigorosamente perchè talvolta l'autore si fa prendere dalla narrazione di un particolare episodio. C'è un minor uso dei discorsi diretti e fittizi, mentre si tende a riportare i discorsi in forma indiretta. Tacito non parla neanche qui del suo tempo, anzi si fa un passo indietro perchè se le istoriae partivano dal 69, gli annales partono dal 14 e arrivano poco prima del 69, segno che Tacito ha sentito l'esigenza di approfondire l'analisi del principato che nel corso della narrazione storiografica delle istoriae si era posto ala centro della sua riflessione. Ci sono le stesse dichiarazioni delle istoriae → volontà di raccontare gli argomenti in maniera imparziale senza lasciarsi trascinare da particolari sentimenti di vendetta. Va a ricercare il momento in cui si è affermato il principato e in questo contesto il principato di Tiberio diventa la questione modale, nasce con Augusto. Tiberio si deve rapportare con le varie forme in campo quali il senato, la massa e i militari. Tacito fa una scrupolosa ricerca delle fonti che si fa più attenta perchè è dovuto andare indietro nel tempo. Non è un genere scientifico perchè per i Romani la storia è un opus retoricum , risponde a criteri letterari e artistici. Le sue opere hanno carattere tragico, l'attenzione è concentrata sulle grandi figure, sono interessanti sia l'analisi delle singole figure sia i quadri di insieme con lo sguardo rivolto alla folla. Quadro della massa che passa dall'adulazione all'infierire senza alcuna pietà sul corpo dell'imperatore che è caduto. Corruzione e decadenza dei costumi-accanimento della guerra. Concentrazione sulle figure tragiche in particolare negli annales. Di queste opere ci è giunta soltanto una parte concentrata sul principato di Tiberio. A propositi di Tiberio vale il discorso fatto per la storia imperiale → dei vari imperatori si riconoscono sia i meriti che i difetti. Tiberio risanò le finanze dello stato, ma di questo non c'è traccia in Tacito che ne ripropone solo un ritratto negativo, sotto Seiano l'impero ebbe una dura svolta, Tiberio è visto come mosso da desiderio di potere e ricchezza. La sua storiografia rispecchia un atteggiamento filosenatorio. Con l'andare del tempo si accentua il pessimismo che se vede il principato come necessità ne vede anche gli aspetti negativi → perdita della libertas. Il prezzo della libertas è dato dalle numerose morti illustri che si allontanano dal modello che ha proposto nell'agricola, è da tener presente però che si è accentuato il suo pessimismo quindi bisogna vedere se il modello è sempre valido. Morte di Petronio ha un tono diverso da quella di Seneca. Brano sulla figlia di Seiano che dopo la moglie del padre è condotta in carcere e prima di essere strangola chiede che colpa abbia commesso e promette di stare buona → atteggiamento infantile → note commoventi all'interno della narrazione, si vuole rendere la brutalità dei fatti. Non mancano personaggi positivi → Germanico, successi militari che suscitano l'invidia del princeps.

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STILE: lontano da quello di Cicerone anche se nell'ultima parte si può cogliere un avvicinamento. Lo accostiamo a Sallustio o a Seneca nell'ambito della storiografia. Alla concinnitas di Cicero si sostituisce l'inconcinnitas, largo uso della variatio, ricerca della brevitas, ellissi, espressioni concise, participi, ablativi assoluti → ma siamo lontani dall'età classicità quindi le regole cambiano, i costrutti non corrispondono alle regole (l'ablativo assoluto non è più costruito come lo era nell'età classica → segno di una lingua che si sta evolvendo). Lessico : termini poetici e arcaici con largo uso di espedienti retorici come alliterazione, anafora e anastrofe, stile con tratti in comune a quello di sallustio.