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Creatività nei laboratori I formatori internazionali si incontrano Che cosa ha significato TranSpace per i partecipanti In questo numero

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Transpace Project, A Space to Speak Up Magazine Issue 4 in Italian

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Page 1: Magazine Issue 4 Italian

Creatività nei laboratori

I formatori internazionali si incontrano

Che cosa ha significato TranSpace per i partecipanti

In questo numero

Page 2: Magazine Issue 4 Italian

Questo progetto è finanziato con il supporto del Programma Daphne dell’Unione Europea.I contenuti di questa pubblicazione non riflettono l’opinione ufficiale della Commissione Europea.

La responsabilità per le informazioni e le opinioni espresse nella pubblicazione è dei soli autori e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per alcun uso che venga fatto delle

informazioni ivi contenute.

Page 3: Magazine Issue 4 Italian

È stata una vera gioia lavorare al progetto TranSpace negli ultimi due anni ed aver così potuto catturare le tante esperienze e storie di tutti coloro che hanno partecipato al progetto.

Team di produzioneRedattore - Roy Smith Design e grafica - The MRS Consultancy Illustrations e Assistente al redattore - Jack Robert Smith

Come prosegue Transpace? Page 1Che cosa significa per me Transpace Page 2Eva Galán e Annalisa PellegriniCreatività nei laboratori Spagna Page 3“Migliori amici?? – Page 5 la storia di Katerina” Che cosa significa per meTranspace Page 6Andrea Viertelmayr e Martin HeimCreatività nei laboratori - Austria Page 7Intervista ad un giovane Page 9Profilo di un formatore Page 10Gisela dall’AustriaCreatività nei laboratori - Bulgaria Page 11Che cosa significa per meTranspace Page 13Galabina TarashoevaBullismo Page 14Creatività nei laboratori - Germania Page 15

Non sei costretto ad essere un bullo Page 17Che cosa significa per meTranspace Page 18CJD-FrechenProfilo di un formatore Page 19Peter dalla GermaniaProfilo di un formatore Page 20Rayna dalla - BulgariaCreatività nei laboratori - Italia Page 21Che cosa significa per meTranspace Page 23BorgoreteL’esperienza bulgara di Melissa Page 24Profilo di un formatore Page 25Claudio dall’ItaliaVallodolid – Molto più di una corsa Page 26Open Day a Frechen Page 27Che cosa significa per meTranspace Page 28Maribor e MRSProfilo di un formatore - MRS Page 29

Quello di individuare i momenti più significativi è un compito quasi impossibile, ma per il team di MRS Consultancy – dopo un lungo dibattito – è stato parti-colarmente bello vedere i giovani partecipare alle visite di scambio negli altri paesi del progetto: leggere le loro esperienze sul cibo, sul viaggio e sulle sfide che hanno incontrato, sulle amicizie e legami che hanno creato.

“Uno Spazio per Parlare” è anche stato il veicolo per mostrare la creatività dei nostri giovani (e anche dei nostri formatori!) e in questo numero vi mostreremo ancora di più il lavoro fatto e vi ricorderemo un paio di esempi pubblicati negli scorsi numeri della rivista.

Quest’ultima pubblicazione vi offre anche le rifles-sioni dei partecipanti, dei formatori e dei coordinatori di tutte le organizzazioni partner del progetto. Nella rubrica “Che cosa ha significato per me TranSpace”,

essi ci offrono degli spunti su come il progetto li ha aiutati a sviluppare una comprensione e, speriamo, delle azioni per il futuro.

Non è ancora tutto finito nel progetto e nei due mesi fi-nali, novembre e dicembre 2014, TranSpace organizza la conferenza finale del progetto nella bella cittadina di Valladolid, in Spagna, mentre tutti gli altri partner terminano con delle conferenze in ciascun paese.

Infine, un grande ringraziamento a tutti i partner, ai formatori e ai giovani che hanno sostenuto questa rivista con parole, fotografie e anche fumetti – ma il ringraziamento più grande è per tutti voi lettori. La lotta per vincere il bullismo e l’aggressione continuerà e speriamo che TranSpace abbia avuto un ruolo in questo sforzo.

Benvenuti Al quarto e ultimo numero di “Uno Spazio per Parlare”.

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Il Manager del progetto, Sara Marcos Ispierto di Fundacion Intras, guarda al futuro:

Come prosegue Transpace?1 Uno spazio per parlare

Per due anni l’obiettivo è stato quello di offrire strumenti innovativi a bambini con problemi di salute mentale o disturbi dell’apprendimento affinché diventassero capaci di proteggere se stessi dai comportamenti aggressivi dei loro compagni. Da allora ci sono stati 120 laboratori in cinque paesi diversi, tra cui attività di gruppo, incontri e intensi dibattiti sul modo migliore di raggiungere quest’obiettivo.I laboratori hanno trattato una grande varietà di aspetti riguardanti il bullismo, dalla creazione di spazi sicuri e barriere personali all’articolazione delle differenze tra le persone. Tutti i laboratori hanno lavorato sull’aumento dell’autostima dei partecipanti come aspetto integrante nella

gestione delle relazioni sociali.Una volta terminati i laboratori, i partecipanti erano in grado di relazionarsi ai loro pari su un livello completamente diverso: hanno migliorato le loro competenze sociali, la sicurezza in se stessi e acquisito conoscenze sulle dinamiche delle relazioni sociali. In altre parole, hanno migliorato la loro capacità di cambiare il proprio ambiente e renderlo più piacevole. C’è ancora molto da fare, ma i risultati del progetto e i progressi compiuti dai partecipanti ci hanno motivati a proseguire – il prossimo passo sarà quello di lavorare con genitori e insegnanti? Il team di TranSpace crede di sì.

Gabi Tarashoeva condivide alcuni spunti:Che cosa succederà al

termine del progetto?Come sempre al termine – tristezza e speranza.

Tristezza per la separazione da alcune persone che all’inizio erano degli sconosciuti, e

sono poi diventati degli amici.Speranza che questa nostra

giovane creazione sia cresciuta abbastanza da

poter continuare una sua vita indipendente nel mondo!

Speranza che nella nostra parte del mondo troveremo degli

adulti responsabili che vorranno supportare lo sviluppo di questa

giovane creazione!

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I laboratori di psicodramma per la prevenzione del bullismo sono stati tra gli aspetti più rilevanti per noi, sotto la direzione di due grandi professionisti, Gabi e Martin. Crediamo che questo programma di formazione ci abbia aiutate a crescere sul piano personale, con l’esperienza diretta delle dinamiche come chiave per sentirsi sicuri e preparati mentre il programma veniva sviluppato.Relativamente allo sviluppo delle sessioni di gruppo, siamo state positivamente sorprese nel vedere quanto velocemente gli effetti degli esercizi abbiano avuto un impatto sul comportamento dei partecipanti.Gli stessi partecipanti hanno condiviso le loro opinioni. La maggior parte dei membri del gruppo ha imparato a identificare chiaramente che cos’è il bullismo, le tipologie di bullismo e come prevenire e affrontare queste situazioni.Siamo state molto felici di essere testimoni del fatto che l’intervento ha permesso a degli adolescenti di sviluppare le competenze necessarie per costruire sicurezza in sé e affrontare momenti difficili del passato.Infine, vorremmo portare l’attenzione sugli incontri di Linz e Valladolid. Sia i partecipanti sia i professionisti hanno molto apprezzato questi

incontri, la condivisione di idee ed esperienze e l’aver imparato gli uni dagli altri. Uno dei migliori aspetti del programma sono state le cose semplici, come viaggiare in treno, stare in albergo e incontrare nuove persone, che è normale per molti ma qualcosa di straordinario per il nostro gruppo. Fare queste esperienze e incontrare nuovi amici è stata una grande opportunità.Questa è stata sicuramente un’esperienza fantastica dall’inizio alla fine. Speriamo di partecipare a progetti simili in futuro. Un grande grazie a tutti!!Eva Galán e Annalisa Pellegrini

Uno spazio per parlare 2

Il progetto TranSpace è stato un’esperienza indimenticabile per noi due

sul piano personale e professionale.

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SpagnaIn questo numero di “Uno Spazio per Parlare” vi mostreremo i lavori fatti dai partecipanti di ogni paese. Alcuni sono dei lavori completi, ma non c’è soltanto questo, perché vogliamo anche mostrarvi quello che è successo e chi, in alcuni casi, ha usato la sua creatività.Nelle prossime pagine vi mostreremo il nostro gruppo di Valladolid mentre lavora a una canzone rap, scopre come si fa a stare bene, ad affermare che “tu sei unico” chiedendo “che cosa vorresti essere da grande?” e imparare a fidarsi gli uni degli altri.

3 Uno spazio per parlare

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Uno spazio per parlare 4

Page 8: Magazine Issue 4 Italian

Il bullismo esiste in tutto il mondo e accade a tutti i tipi di

persone.Questa è una storia che arriva dagli Stati Uniti.

“Migliori amici?? – la storia di Katerina”

Mi ricordo quando sono stata vittima di bullismo. Tutto è cominciato in quinta con la mia cosiddetta “migliore amica”. Io pensavo veramente che fosse mia amica, mi fidavo di lei e le raccontavo le mie cose personali.

Invece è venuto fuori che non lo era per niente, che raccontava ad altri le mie cose, che mi chiamava con dei nomignoli cattivi, che inventava bugie su di me e ha fatto in modo che tutti ce l’avessero con me. Lei ha sempre negato di aver fatto questo. Alcuni mesi più tardi la cosa si è fermata, lei si è scusata ed io ho detto che era ok. Ha detto che non avrebbe mai più fatto niente del genere ed io le ho creduto. Ma un mese dopo ho scoperto che di nuovo mi prendeva in giro e tutto dietro le mie spalle. Ha anche usato il ciber-bullismo sui social network come Facebook. Ha scritto cose cattive su di me e tutti a scuola le hanno viste. Tutti mi hanno presa in giro. Tutte le cose che faceva o diceva mi facevano piangere. Io ho tenuto sempre tutto dentro, i miei genitori non sapevano niente.

La mia vita era diventata così difficile che onestamente non avrei mai creduto di poterne uscire. A scuola si sono accorti di come stavo cambiando e mi hanno fatto parlare con un counsellor. Io le ho detto che cosa stava succedendo. È andata veramente bene e lei mi è stata davvero di aiuto. La counsellor ha parlato con i miei genitori, mia madre ha pianto perché non sapeva quello che stava succedendo. Dopo, le cose sono migliorate un po’ ed io ho preso posizione invece di non fare nulla per cambiare le cose e lei ha smesso. Il bullismo è qualcosa che le persone dovrebbero prevenire e non far accadere. Abbiamo perso molte persone a causa del bullismo ed è veramente triste perché la gente non sa quanto fa male.

5 Uno spazio per parlare

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Formatore di Avventura

Martin HeimOrmai da 8 anni lavoro come operatore sociale e

“Istruttore di Educazione Esperenziale” con giovani che hanno problemi di salute mentale. All’interno del progetto TranSpace ho avuto l’onore di organizzare per tre volte dei “Giorni nello Spazio” e passarli con

i giovani nella natura. Mi sono rimasti in mente in particolare i diversi bisogni e le diverse abilità dei

gruppi.Nonostante queste differenze, sono stato comunque

molto colpito da come i giovani hanno saputo risolvere i compiti loro assegnati e in questo modo hanno

chiaramente aumentato la loro autostima.Come tutti sappiamo, i giovani con problemi di salute

mentale hanno spesso difficoltà con la propria autostima. Sono certo che il progetto TranSpace abbia avuto un

impatto positivo su di loro. A una prima analisi, questo potrebbe apparire come un piccolo passo, ma in fondo

questi sono cambiamenti che contano e sono importanti.

Uno spazio per parlare 6

Come coordinatori di progetto ci si occupa sempre soprattutto delle questioni amministrative e finanziarie durante un progetto. All’interno TranSpace, la tempistica del progetto mi ha permesso di mettere molto impegno nel lavoro con i giovani e di mettere in pratica quello che è stato sviluppato nella teoria. Questo è stato di grande beneficio per il progetto e dovrebbe far parte più spesso di questo tipo lavoro, perché ci ha dimostrato che i giovani hanno imparato molto grazie ai laboratori svolti.

Coordinatore del progetto

Andrea Viertelmayr

Austria

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AustriaOra possiamo guardare che cosa è successo in Austria, a Linz e dintorni. Qui vediamo dei lavori in “Land Art” (arte in terra), dei dipinti e alcune immagini di una performance teatrale.

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Uno spazio per parlare 8

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Intervista al giovane S…,17 anni, intervistato da suo operatore

sociale. Gli è stato chiesto che cosa gli viene in mente quando pensa ai laboratori TranSpace. A: ¿Qué recuerdas? ¿Qué harías en una situación de bA. Che cosa ti ricordi, che cosa fare in queste situazioni?

S: Per esempio documentare/registrare queste situazioni, averne la prova.

S: “Mi è piaciuto tantissimo recitare, è stato divertentissimo…normalmente sono timido nel fare queste cose, ma nel piccolo gruppo è andata sempre meglio.

A: Se ci fosse un progetto simile, lo faresti ancora?

S: SÌ, mi è anche piaciuto molto, durante l’ultimo laboratorio, che i ragazzi di “work.box” si sono uniti a noi e hanno parlato del viaggio in Spagna …e poi abbiamo fatto delle attività insieme.

A: C’è qualcos’altro che ti viene in mente…qualsiasi cosa?

S: Quando i ragazzi spagnoli erano qui, ero molto preoccupato di non riuscire a farcela, ma alla fine è stato divertente.

9 Uno spazio per parlare

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Ciao, sono Gisela dall’ AustriaE lavoro come formatore per pro mente Upper Austria.

Sono nata in un piccolo paese vicino a Linz,

alta Austria. Ho ottenuto la mia qualificazione

generale per l’ammissione all’Università

all’Accademia Commerciale a Wels, alta Austria.

In seguito ho lavorato per otto anni come

assistente di marketing. Ma, dovendo dire la

verità, lavorare nell’area commerciale non è mai

stato il lavoro che davvero volevo fare, però ho

imparato molto sulle strategie commerciali e di

marketing.

Sempre interessata a imparare qualcosa

di nuovo, ho preso al volo l’opportunità di

studiare sociologia e pedagogia all’Università

di Salisburgo. Ripensandoci, la decisione di

studiare sociologia è stata la migliore della mia

vita! Studiare con l’esperienza di avere prima

lavorato è stato un grande beneficio. E il periodo

dell’Università è stato molto bello per me. Mentre

studiavo ho cominciato a lavorare per pro mente

Upper Austria. Questo lavoro mi ha dato la

possibilità di cambiare la mia vita professionale e

lavorare nel campo del sociale.

Oltre a studiare e lavorare, ho anche alimentato

la mia passione per i viaggi. Durante le vacanze

dell’Università, in un’auto VW auto-ricostruita

sono stata in Sardegna e Corsica, in Provenza

(dove ho sentito il meraviglioso profumo della

lavanda fiorita) e nei Pirenei – ho visitato sia

la parte francese sia quella spagnola. L’ultimo

anno di Università l’ho passato in Nuova Zelanda,

finendo la mia tesi di master intervistando

scalatori e gente di montagna.

Come ho detto, sono cresciuta in un piccolo paese

circondato dalla natura (foreste, laghetti

e torrenti) e il mio entusiasmo per le attività

all’aperto è rimasto lo stesso. Durante l’estate

voglio sempre scalare, specialmente se c’è una

baita accogliente che serve pasti o dolci. Ma

non soltanto in estate le montagne sono il mio

ambiente. Lo ski-touring alpino (camminare

in salita con pelli speciali o sci) in inverno è la

possibilità di andare in posti remoti ed essere i

primi a lasciare una traccia nella neve vergine –

meravigliosa sensazione!

Il lavoro a pro mente unisce lavoro teorico e

pratico in maniera favolosa. Da un lato, il lavoro

di ricerca su argomenti socio-psichiatrici, e

dall’altro la formazione di giovani per aumentare

la loro autostima – un lavoro molto interessante

e ricco di soddisfazioni.

Uno spazio per parlare 10

Page 14: Magazine Issue 4 Italian

BulgariaIl Centro di Salute Mentale MHC Prof. Shipkovenski ha lavorato con bambini più piccoli, a partire da 7 anni di età. I bambini sono stati particolarmente attivi nel creare ogni genere di immagine e situazione. Eccone alcune …

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Uno spazio per parlare 12

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Coordinatore di progetto - Galabina TarashoevaPer me questo progetto è stato uno spazio transizionale tra:l Pratica clinica e assistenza socialel Creare una metodologia e capire i risultati della sua applicazionel Insegnare ai formatori e imparare dai bambini l Accettazione e rifiutol Solitudine e senso di affiatamentol Sfida e soddisfazione.Attraversare confini, mischiare lingue, condividere culture, scambiare esperienze mi ha dato una sensazione di arricchimento e di connessione con i miei fratelli europei.

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ParticipanteSono Yana, ho 15 anni. Ho un’amica che ha partecipato a un gruppo con dei bambini nel Centro di Salute Mentale MHC prof. N. Shipkovenski. Lei ha alcuni problemi. Non mi aspettavo che qualcosa potesse migliorare. Ma invece questo è successo ed io ne sono davvero felice.Lei mi racconta quello che fanno nel gruppo e i suoi racconti sono molto interessanti per me. Ma la cosa più importante è che vedo la mia amica cambiare davanti a miei occhi. È diventata più sicura, più allegra e parla di più. Sono molto felice per lei e spero che i cambiamenti raggiunti rimangano costanti. Mi ha detto che presto il gruppo finirà perché questo è tipico di un progetto europeo. Ora sto scrivendo perché voglio dire a tutti che io conosco molti bambini che hanno bisogno di quest’ aiuto.Yana

FormatoreMi chiamo Angel Tomov e sono uno dei formatori al MHC prof. N. Shipkovensky.Il lavoro nel progetto TranSpace è stato molto intenso e produttivo. Questa esperienza unica mi arricchisce sul piano personale oltre che su quello professionale. La chiarezza del focus e delle cornici teoriche mi ha permesso di verificare la mia possibilità adattiva e ancora una volta convincere me stesso del potere che hanno il “role play”, la sociometria e lo psicodramma.Ho avuto la possibilità di partecipare a una lezione molto seria e importante –Grazie a tutti voi che avete partecipato a questo progetto!!

Gabi al lavoro nel “Castello Magico”

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Il progetto TranSpace è finanziato dal Programma DAPHNE dell’Unione Europea ed è giunto alla sua fase finale. La Fondazione INTRAS ha coordinato il progetto insieme CJD Frechen (Germania), Pro Mente Upper Austria (Austria), Borgorete (Italia) e Centro di Salute Mentale MHC prof. N. Shipkovenski (Bulgaria). Queste organizzazioni si sono unite per partecipare al progetto e intervenire contro il bullismo nelle scuole. Il programma è cominciato a novembre 2013 e terminerà a dicembre 2014 ed ha avuto come beneficiari più di 200 giovani. Questo programma ha avuto successo nello sviluppare e ridefinire dei criteri per intervenire contro il bullismo. Quali sono, quindi, le chiavi per individuare, prevenire e intervenire contro il bullismo nelle

scuole? Lavorare sull’autostima dei partecipanti ha un ruolo centrale nel processo di intervento. Offrire ai giovani degli strumenti per articolare i loro sentimenti, lottare contro le molestie e gestire sentimenti di colpa hanno tutti un ruolo importante nell’intervento contro il bullismo.Se volete maggiori informazioni sul progetto TranSpace, visitate il nostro sito: www.transpace.eu. Vorremmo anche ricordarvi che questo manuale contiene tutte le informazioni necessarie per mettere in pratica questo programma e che sarà possibile scaricarlo dal sito gratuitamente in spagnolo dall’inizio di novembre e nelle altre lingue a partire dalla fine di novembre.

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Il bullismoUna sfida per i professionisti che lavorano nel campo dell’educazione con giovani con problemi di salute mentale di sei paesi, che si sono incontrati a Linz (Austria) per scambiare esperienze e definire nuovi strumenti per la

prevenzione, l’intervento e il trattamento del bullismo.

Page 18: Magazine Issue 4 Italian

GermaniaI giovani che lavorano a CJD a Frechen hanno usato il rap per esprimere quello che hanno fatto e sperimentato. Ciò che segue mostra parte del pensiero e della creatività alla base della loro performance.

Per guardarlo, visitate: www.transpaceproject.eu

15 Uno spazio per parlare

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Uno spazio per parlare 16

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17 Uno spazio per parlare

Ho cominciato a comportarmi da “bullo” un anno fa, quando una ragazza nel mio gruppo di tutoraggio è andata dal parrucchiere e si è fatta tagliare i

capelli cortissimi e a me non piacevano. Sembrava un po’ come Lady Gaga e così la chiamavo, poi ho

cominciato a colpirla e a essere cattiva con lei.

Come spiega questa ragazza

Ho smesso di comportarmi da “bullo” perché non c’è gusto, non solo allontani gli altri da te ma ti allontani anche da te

stesso. E finisci nei guai.

Nelle pause di ricreazione e a pranzo, lei veniva da me e mi diceva “allora, vogliamo parlare di questa cosa

e farla finita?” e poi è passata una settimana, due, tre settimane ed io avevo cominciato ad essere veramente

cattiva con lei e poi un giorno l’ho seguita a casa e dopo l’ho guardata cambiarsi nello spogliatoio. Poi un giorno ho

pensato “perché sto facendo tutto questo solo perché ha i capelli corti?” E ho smesso. Ora siamo amiche.

A chiunque stia leggendo questo mio testo: per favore, smettete

perché non è bello e io ne sono stata vittima tanto tempo fa quando avevo nove

anni, da parte della persona con cui sono stata cattiva. Per favore, per favore, per favore: smettete.

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La mia esperienza di TranSpace: (Coordinatore)Ho cominciato a lavorare come coordinatore del progetto TranSpace a gennaio 2014, nel periodo del secondo meeting dei partner a Frechen, in Germania. E’ stato difficile ma molto interessante essere coinvolta in un progetto già avviato. Da subito sono stata veramente colpita dal feedback positivo dei formatori coinvolti nel progetto, dai partecipanti e in particolare da persone esterne sulle idee e gli obiettivi del progetto. Anche se sono stata presente molto poco durante i laboratori, i Giorni nello Spazio, i laboratori creativi e gli scambi internazionali, ho rivisto tutte le foto, letto le relazioni che ho ricevuto e ho visto i formatori e i partecipanti sorridere sempre e divertirsi molto, cosa che ha reso il mio coordinamento molto piacevole.Ora che stiamo arrivando ad una conclusione, io sono d’accordo con le opinioni dei formatori e dei partecipanti: è triste che il progetto ufficialmente finisca così presto - ma d’altro canto, noi non lo lasceremo finire e a CJD Frechen abbiamo già cominciato ad utilizzarlo per dare a più persone l’opportunità di beneficiare del lavoro che tutti abbiamo fatto.E devo dire che a me è piaciuto molto lavorare con questo partenariato, con tutti i colleghi internazionali e le loro organizzazioni!!

La mia esperienza di Transpace: (Uno dei formatori)Il nostro progetto è stato molto interattivo e una vera sfida. Io conoscevo da prima il gruppo di partecipanti ed è stato veramente interessante vedere lo sviluppo risultante dal progetto in ciascuno di loro. Inoltre, ottenere nuove prospettive può aprire delle porte per i nostri partecipanti su questioni fondamentali riguardanti il bullismo e le molestie al lavoro o a scuola. Ai miei occhi, i giovani hanno imparato, in maniera giocosa, come creare un clima sicuro. Un ragazzo del nostro gruppo all’inizio del progetto dava l’impressione di essere una vittima, perché era molto timido e riluttante a coinvolgersi. E’ stato un successo completo osservarlo, dopo un po’ di tempo, trasformarsi in una persona che può urlare “NO” e far parte delle dinamiche del gruppo.Oltre a questo, il progetto ha avuto un impatto anche su di noi come formatori. Mi sono sentito più sicuro nelle comunicazioni inter-gruppo e nell’esprimere le mie opinioni. Considerando tutto questo, è stato un progetto fantastico e davvero mi dispiace che siamo arrivati al termine.

Jenny, 17 anni: (membro della classe di orientamento al lavoro a CJD-Frechen)Mi sono piaciuti tantissimo i laboratori sul bullismo. Sono stati, da un lato, azione e divertimento e, dall’altro, abbiamo veramente imparato tantissimo, ma non nel modo tradizionale e tipico della scuola, con fogli e penne biro. Ora sento molto questo argomento. Riesco ad immaginare cosa può significare essere esclusi. Ma quello che mi è piaciuto di più è stata la performance rap. Non avrei mai pensato di essere capace di scrivere un testo. E non avrei mai immaginato di cantare una canzone davanti ai miei compagni di classe. Ma l’ho fatto. E sono veramente orgogliosa di me stessa.Vorrei rifare ancora tutto il programma!!!!

Uno spazio per parlare 18

Page 22: Magazine Issue 4 Italian

Educatore Natura

Peter Schallenberg dalla Germania

Il mio motto: “Siamo tutti parte della natura,

dobbiamo solo riconoscerlo e farne esperienza!”

Tutti noi, ma in particolare i giovani, con e senza disabilità, possiamo imparare molto da questo motto.

Sono nato nella nota città di Colonia sul fiume Reno, nel 1955. Anche se la scuola non mi è mai piaciuta troppo, mi è sempre piaciuto quando gli insegnanti riuscivano ad entusiasmarmi su certe cose.

Invece di fare il servizio militare, ho fatto il servizio sociale e organizzato programmi di lavoro per giovani.

Quando mi sono laureato in Geologia all’Università di Bonn, le prospettive per i geologi erano abbastanza poche. E, inoltre, io non volevo dare un contributo ad una società che distrugge le sue risorse naturali e le sfrutta sconsideratamente.

A seguito di qualche tentativo nel giornalismo, sono tornato ad una delle mie aree di interesse iniziali: la storia locale e regionale. Ho iniziato a lavorare come guida turistica nella città di Colonia, una cosa che ho fatto con grande passione. In questo modo mi sono tenuto in contatto con la gente ed ho imparato a raccontare e spiegare come si è sviluppata una delle più importanti città

medievali. Come turista e come guida, il divertimento deve far parte dello spettacolo! Oggi faccio giri turistici in tre città diverse, a volte addirittura travestito con l’abito tipico del guardiano notturno. Qui nella terra del Reno, i miei “Brauhaus-Tour”, durante i quali visitiamo alcune antiche birrerie e spiego la cultura della birra su base teorica e anche pratica, hanno un grande successo. Salute!!!

Da quattro anni sto seguendo un’altra mia passione: scopro sempre di più Ia natura e cerco di renderla accessibile ai ragazzini delle scuole organizzando programmi di educazione alla natura e sopravvivenza. Questi programmi ci riportano indietro alle nostre radici: accendere il fuoco usando bastoncini e pietre focaie. Faccio vedere che cosa si può trovare da mangiare nella foresta e mostro loro strategie di sopravvivenza.

Durante l’estate qualche volta dormo all’aperto, sotto il cielo stellato, felice di incontrare animali e di tutte le avventure che ne seguono. Io porto via i giovani dal loro mondo bi-dimensionale illusorio (telefoni cellulari, computer, TV) e li faccio entusiasmare per questa natura vera ed emozionante, la nostra vera casa!

19 Uno spazio per parlare

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Uno spazio per parlare 20

Negli ultimi anni in Bulgaria ci sono molti pro-getti che hanno come obiettivo la prevenzione dell’aggressione e qui sotto li elenco con i loro nomi e siti web, dove si possono trovare tutte le informazioni utili:

Nel 2007 – Nome del progetto: “School with-out violence”. - http://www.unicef.bg/kam-panii/Uchilishte-bez-nasilie/16

Nel 2009 Bulgarian National

Help-line for Children -

http://www.animusassociation.org/?page_id=146&lang=en

Nel 2012 – Nome del progetto: “Success”, che coinvolge 1307 scuole con lo stesso obiettivo: prevenire/far diminuire la violenza tra ado-lescenti, offrendo delle attività extra-currico-lari laboratoriali: http://uspeh.mon.bg/

Nel 2012 – Programma Settoriale Boot “Ko-menski- passi verso un ambiente scolastico privo di violenza”, che ha coinvolto studenti, genitori ed insegnanti in attività progettuali a livello nazionale ed europeo.

http://issuu.com/lafrikanov/docs/come-nius_aggression_2012

Nel 2013 – Progetto “Formazione di profes-sionisti dell’educazione sulla prevenzione di violenza, aggressione e altri eventi negativi nella scuola” - con l’obiettivo di offrire una formazione adeguata su questioni che

si riferiscono all’aggressione a scuola. http://uchitel.mon.bg/

Ovviamente ci sono progetti simili con l’obiettivo di prevenire la violenza scolastica, e ciascuno ha dato un contributo al migliora-mento dell’ambiente scolastico.

La differenza che porta TranSpace è nell’utilizzo di tecniche psicoterapeutiche e psico-drammatiche. Offre uno spazio protetto per i giovani, nel quale essi possono libera-mente sperimentare con se stessi, conoscere meglio se stessi e affrontare le proprie de-bolezze.

Un luogo per scoprire che hanno del potenzi-ale nascosto e trovare la forza interiore per dire “no” alla violenza, in un ambiente sicuro e di supporto.

Spero che in futuro la metodologia di TranS-pace sia usata non soltanto all’interno della Bulgaria.

Mi chiamo Rayna Markova.

Sono una psicologa e logopedista. Vedo il modo in cui cambiano i bambini che partecipano al progetto TranS-

pace dopo i nostri incontri. Diventano più forti e sem-brano trovare modi nuovi di reagire in situazioni di

vita comune.

Page 24: Magazine Issue 4 Italian

ItaliaBorgorete, che ha sede a Perugia, Italia,ha lavorato con bambini di età più bassa, usando un repertorio di esercizi creativi e di attività fisica per aiutarli a capire e sviluppare meccanismi e strumenti.

21 Uno spazio per parlare

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Impressioni di un formatore di TranSpace… È stato un anno fa che ho seguito il workshop interessantissimo sulla metodologia di TranSpace per diventare uno dei formatori (partner italiano).

Per me è stata un’esperienza molto ricca: da un lato, il fatto di imparare questa metodologia, dall’altro lavorare con I partner stranieri e condividere idee e opinioni. Tutto questo in un’atmosfera veramente positiva! È stato bello visitare i paesi partner e anche vedere posti in cui non ero mai stata prima...rispolverare il mio inglese e mangiare cibi stranieri. È stato un vero scambio di usi, organizzazioni e tradizioni.L’altro aspetto è che la metodologia acquisita a Sofia ha funzionato veramente bene con i nostri gruppi in Italia. Ai bambini sono piaciuti i giochi e le tecniche teatrali, come le attività di disegno espressivo. Hanno potuto fare esperienza del loro spazio personale e di come relazionarsi con gli altri nello Spazio Sicuro e nel gruppo sicuro che abbiamo creato utilizzando questa metodologia. Io e i miei colleghi siamo molto soddisfatti del nostro anno di TranSpace.E ora …proseguiamo !!!!Sabine (Borgorete, Italia)

Coordinatore di progetto Mi chiamo Michela e lavoro come coordinatore di progetto con Borgorete in Italia.

Transpace è stata un’esperienza professionale molto positiva per me. Ho apprezzato molto il lavoro e la collaborazione con i partner,

la loro competenza ed esperienza nell’area della violenza e del bullismo, così come il loro approccio professionale al lavoro svolto, ma anche il buon umore! Ho imparato molto sulle tematiche della violenza e del bullismo, in

particolare diretti verso giovani con bisogni speciali. E’ stato bello vedere i nostri formatori familiarizzarsi con la metodologia sviluppata per il progetto e poi vederla messa in pratica con tre gruppi di bambini a Perugia. Il riscontro è stato davvero positivo, perché ai bambini sono piaciuti i laboratori – e, mentre “giocavano”, hanno imparato cose molto importanti su se stessi, sugli altri e sul loro spazio personale sicuro. Alcune citazioni dei bambini durante i laboratori sono state delle scoperte: alcune dolci, altre tristi e alcune veramente positive.Anche nelle scuole, qui a Perugia, abbiamo ricevuto un riscontro molto positivo e delle richieste di continuare il lavoro. Questa è un’indicazione importante per noi sul fatto che il lavoro è stato positivo e che ne è stata compresa l’utilità. Speriamo di riuscire a continuare!Michela (Borgorete, Italy)

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L’esperienza bulgara di Melissa

Uno spazio per parlare 24

Quando Claudio mi ha chiesto di andare in Bulgaria ho detto subito “sì!!” perché mi piaceva tanto l’idea di andare in un posto nuovo! Prima della partenza non sono stata bene, avevo mal di pancia e mi sentivo ansiosa

perché avevo paura di non farcela... Il viaggio è durato due ore. un po’ noioso perché non potevo guardare fuori dal finestrino in aereo, perché ero seduta vicino al corridoio. Una signora mi ha offerto il suo posto vicino al finestrino

ma ho detto di no perché sono stata timida.

Quando abbiamo lasciato l’aeroporto mi sono chiesta: “dove sono?”

Quando siamo arrivati in albergo, sono stata colpita da quanto era bello!! Sulle scale c’era un tappeto rosso! E c’erano tanti specchi e tanti lampadari. Di sera abbiamo camminato per il centro

della città e c’erano fontane magnifiche con l’acqua colorata come nelle fiabe! Poi ho preso un frullato al cioccolato in un bar veramente carino all’aperto.

Poi siamo andati a letto e io ho abbassato le luci per creare un’atmosfera accogliente nella camera. Ho diviso la camera con Sabine e prima di dormire abbiamo parlato tanto: lei mi ha detto del suo

paese e io le ho raccontato della mia famiglia. Quando mi sono svegliata la mattina dopo pensavo di essere a casa…

La colazione era molto buona, come a casa. Ho visto qualcuno mangiare uova e salsicce e non potevo credere ai miei occhi!!

Dopo colazione, andando al meeting, abbiamo visitato una chiesa bellissima e poi siamo andate al mercato dove ho comprato la famosa acqua di rose bulgara per la mia famiglia. Il meeting era

un po’ noioso per me perché tutti parlavano in bulgaro tutto il tempo!!! E io non capivo una parola. Gabi e gli altri mi hanno dato carta e matite e io ho fatto tre disegni di mia madre. Gabi li ha appesi sulla lavagna e mi ha fatto una foto. A pranzo, la gente beveva yogurt ed era stranissimo per me. Le cose da mangiare erano diverse e io, per essere sicura, ho preso sempre la pizza. Nel pomeriggio,

abbiamo giocato con i ragazzi e le ragazze bulgare. Era strano giocare insieme senza parlare la stessa lingua.... Adesso posso immaginare quanto è stato difficile per Alex quando era con noi.

L’ultima mattina abbiamo preparato le nostre valigie e detto arrivederci alla nostra camera e all’albergo.

Tornata a casa, ho raccontato tutto a mia madre. Le ho detto che era stato tutto bello e divertente. E’ stata una bella esperienza.

Melissa

Page 28: Magazine Issue 4 Italian

Ciao a tutti. Sono Claudio Marinangeli e abito nella ridente Foligno denominata “lu centru de lu munno”.

Vivo con la mia famiglia composta da mia moglie e da una splendida e

simpatica bambina, Gloria di 2 anni. Tra gli hobbies amo giocare a calcio con

gli amici, ma anche coltivare la passione per la musica e la cultura in generale.

Spesso con i miei due cani faccio lunghe passeggiate in completa solitudine,

riscoprendo la natura che mi circonda.

Sono uno Psicologo specializzato in psicoanalisi di gruppo e ho scelto di

studiare psicologia perché mi piace comprendere il comportamento umano e

studiare la complessità della mente. Ho frequentato l’università a Roma, città

di cui mi sono innamorato.

Attualmente lavoro privatamente con pazienti di ogni tipo, ma quelli più

impegnativi sono sicuramente quelli oncologici in ospedale. Per sollevarmi

un po’ il morale lavoro anche con bambini e adolescenti in una comunità

diurna presso la cooperativa BorgoRete. Proprio con loro abbiamo applicato

il progetto TranSpace. Ci siamo resi conto quanto c’è bisogno di aumentare

le competenze relazionali dei nostri ragazzi per proteggerli dal fenomeno del

bullismo.

A presto…… Claudio!!

25 Uno spazio per parlare

Page 29: Magazine Issue 4 Italian

Nonostante le avversità, siamo atterrati bene a Madrid ed abbiamo proseguito il nostro viaggio per Valladolid in treno, passando per i picchi innevati sulla via.Valladolid è a circa 100 miglia a nord della capitale ed è una città molto bella, con un clima soleggiato che risplende sulle facciate di bellissimi edifici e luoghi invitanti. Siamo arrivati pronti per vivere un programma super di quattro giornate fantastiche con i giovani e i formatori di Austria e Spagna. Ovviamente non è così facile se parli soltanto un pochino di inglese e per niente lo spagnolo – e il tedesco austriaco non è sempre di grande aiuto. Comunque, nonostante le barriere linguistiche, i partecipanti si sono capiti molto bene.Come è possibile?L’organizzazione spagnola “Intras” aveva preparato esercizi bellissimi da svolgere in cooperazione che si potevano fare con un bisogno minimo di usare le parole.Il focus delle attività era nel creare consapevolezza di sé e rafforzare lo spirito di gruppo. Per raggiungere questi obiettivi, il focus è stato sull’azione, non sulle parole. Ecco qua due esempi significativi di quello che è successo.All’inizio, i partecipanti e i formatori hanno formato un muro di persone in un prato.

Ognuno di noi doveva correre bendato verso questo muro da una distanza di 10 metri. Anche se non c’era nessun pericolo, tutti avevamo un comportamento ansioso in un modo o nell’altro. Per tutti, i primi passi erano molto veloci ma poi, più ci avvicinavamo al muro, più rallentavamo sempre di più. Alcuni si sono anche fermati del tutto prima di arrivare al muro di persone.Il secondo esempio è di un altro esercizio, dato come compito alla nostra squadra: ci hanno fatti mettere tutti in piedi dietro a una corda distesa sull’erba. Non potevamo toccarla con le mani ma tutti dovevamo riuscire a passarle sotto. Poi l’esercizio si è sviluppato in modo che dovevamo solo seguire le nostre idee. Non c’era una soluzione spagnola, tedesca o austriaca – la chiave era la cooperazione e il pensiero creativo.La soluzione è divertente, promuove il coraggio di lavorare insieme ed è un bell’esempio di cooperazione internazionale di successo.Tutte queste esperienze sono state rafforzate e intensificate il giorno dopo, quando abbiamo fatto una visita ad una rupe. Qualsiasi ansia ci fosse, non aveva nessuna possibilità di vincere di fronte all’incoraggiamento del gruppo, con grandi acclamazioni e canzoni.Chiaramente tutte queste sfide emotive e fisiche ci hanno fatto venire fame. Molte visite ai tipici ristoranti di “Tapas” ci hanno aiutati a combattere questa sensazione. I calamari (polpo fritto) sono stati i nostri preferiti in assoluto. Difficilmente sono stati mangiati tanti polpi a Valladolid in un periodo così breve. Non sarebbe una sorpresa se stessero ancora nuotando nello stomaco degli studenti.I quattro giorni sono passati in un batter d’occhio e sul volo di ritorno le tante esperienze bellissime e tutti gli eventi hanno avuto più peso di qualsiasi paura di volare.

Molto più di un giro

Uno spazio per parlare 26

ValladolidPerfettamente in orario alle 12.15 pm il volo Iberia è decollato da Düsseldorf via Madrid. A bordo eravamo Yussuf, Mike, Dennis (partecipanti al programma Daphne) e, supervisori e formatori, Ms. Brandt and Ms Kroeber. Purtroppo c’è stato un problema – la paura di volare di Yussuf – ma l’abbiamo scacciata con molte canzoni.

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27 Uno spazio per parlare

Open Day a FrechenStudenti, formatori e la comunità locale si rilassano durante l’Open

Day a settembre 2014, svoltosi CJD, Frechen, al quale è stato presentato il progetto TranSpace.

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Università di Maribor, Slovenia – Karin Bakracevic Vukman

Uno spazio per parlare 28

Due partner, l’Università di Maribor e MRS Consultancy, non hanno preso parte alla sperimentazione e ai laboratori. Tuttavia, il progetto ha avuto un impatto sulle organizzazioni e sulle persone che hanno lavorato al progetto.

The MRS Consultancy, GB – Roy Smith

Con l’aiuto del progetto TranSpace , abbiamo aumentato la nostra conoscenza dei problemi della violenza tra i giovani, in particolare bambini e giovani con bisogni speciali. Abbiamo migliorato la nostra comprensione della misurazione della violenza e creato una cornice per capire le cause e gli effetti dei comportamenti violenti, così come delle caratteristiche delle vittime. Attraverso il progetto, abbiamo creato contatti importanti con partner stranieri e creato delle

cooperazioni produttive con istituzioni che lavorano in questo settore nel nostro paese. Abbiamo avuto esperienze preziose di lavoro con bambini e giovani con bisogni speciali e idee su come rafforzare giovani disabili e svantaggiati affinché si proteggano dalla violenza quotidiana.

MRS lavora da molti anni con comunità svantaggiate in Gran Bretagna e in Europa. Molti nostri progetti sono basati sulla comunicazione, in un modo o nell’altro – sia come apprendimento, pubblicità, audit di competenze, ricerca e reporting.

TranSpace ci ha dato una meravigliosa opportunità per sviluppare questa parte del nostro lavoro attraverso una rivista periodica per un target di lettori molto ampio: a partire dai nostri giovani fino ai formatori, ai politici nazionali ed europei. Abbiamo anche sviluppato e creato i contenuti per il sito web che viene usato da chiunque abbia interesse al progetto e alle tematiche che affronta. Il sito è supportato dai network sociali, come Facebook and Twitter.

Per quanto ci riguarda, è stato veramente interessante capire i bisogni dei giovani per i quali il progetto è stato disegnato e imparare come è stata sviluppata la metodologia innovativa del progetto proprio per rispondere a quei bisogni. Abbiamo imparato moltissimo sull’aggressione, sulle sue cause e i suoi effetti e su come può essere combattuta. Il nostro team di disegnatori grafici ed illustratori, scrittori e creatori di siti web è stato felice di accettare la sfida di comunicare queste situazioni ed esperienze.

www.facebook.com/Transpaceproject and www.transpaceproject.eu/

Page 32: Magazine Issue 4 Italian

MRS ConsultancyMRS Consultancy (MRS) è una piccola

organizzazione con sede nelle campagne

del nord Yorkshire, che si trova nel nord

dell’Inghilterra, a circa 60 chilometri da York

– ma non ancora in Scozia – e certamente

non a Londra. Potreste avere visto la zona,

perché è da lì che è partito il Tour de France

a luglio 2014.

MRS lavora da 17 anni nei progetti europei, in

particolare supportando comunità svantaggiate

come donne immigrate, persone con difficoltà

nell’apprendimento, lavoratori anziani, persone

disoccupate e persone con disabilità fisiche e

sensoriali. Abbiamo anche lavorato con piccole

e medie imprese per renderle più competitive

attraverso lo sviluppo dell’apprendimento,

soprattutto l’apprendimento digitale, per

migliorare la loro redditività.

Abbiamo sostenuto l’apprendimento di tutti i

tipi e di gruppi eterogenei, attraverso progetti

che vanno dall’introduzione di competenze

digitali di base per persone difficilmente

raggiungibili, all’apprendimento dell’inglese

per le donne immigrate, alla creazione di

reporter di comunità che raccontano le loro

storie attraverso i media, all’aiuto per gli

ultra-cinquantenni nell’apprendimento di

competenze di comunità e “occupabilità”.

Il modo in cui lavoriamo e quello che facciamo

per sviluppare percorsi di apprendimento per i

nostri gruppi e le nostre comunità di riferimento

si basa sul comprendere che cosa li interessa:

in che cosa sono interessati e che cosa li

potrebbe motivare a voler apprendere cose

nuove o diventare più attivi? Il nostro approccio

è quello di scoprire questi elementi di base e

sviluppare poi la metodologia più adeguata.

Se volete vedere di più di quello che facciamo

e vedere i progetti e i risultati in maggiore

dettaglio, visitate:

www.mrsconsultancy.comy www.facebook.com/TheMrsConsultancyLtd

29 Uno spazio per parlare

Profilo di un partner

Page 33: Magazine Issue 4 Italian

Novembre 2014

11 Novembre 2014Conferenza finale di progetto a Valladolid, Spagna

18 Novembre 2014Conferenza a Sofia, Bulgaria - “Progetto europeo TranSpace e l’esperienza bulgara di lavorare con bambini e giovani con bisogni speciali per superare la violenza”

18 Novembre 2014Conferenza di disseminazione a Linz, AustriaConferenza locale “Presentazione del progetto” – dal gruppo che è andato a Valladolid – le loro esperienze e che cosa hanno imparato.Conferenza locale “Presentazione del progetto” – dal gruppo che è andato a Valladolid – le loro esperienze e che cosa hanno imparato.

Uno spazio per parlare 30

Altri eventiConferenza di disseminazione a Frechen Germania tra il 24 novembre e il 12 dicembre 2014.Conferenza di disseminazione a Perugia, Italia a dicembre 2014“Sconfiggere il bullismo”

Conferenza ad Harrogate, GB – 4 dicembre 2014“Attività orientate alla capacitazione”

Conferenza a Gmunden, Austria - 4 dicembre 2014 “I giovani e la violenza”

Conferenza a Maribor, Slovenia - 5 dicembre 2014

Prossimamente

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Rivista variegata e bellissima, un buon posto in cui esprimere opinioni se hai partecipato al progetto. E poi, il design è fantastico.

Laura, Spagna.

31 Uno spazio per parlare

Commenti dei lettori

Stile molto allegro e utile per riflettere il punto di vista dei

partecipanti. Maria, Spagna.

Una rivista con un bel look! Buon equilibrio tra

testo e immagini; mi piace lo stile partecipativo di tutti i numeri. Ci parla delle attività, come se TranSpace fosse una

grande famiglia. Rosa, Spagna.

Una grande opportunità

per rafforzare i giovani!

Irene, Spagna.

Design molto bello con tante immagini per i

giovani.Formatore,

Austria.

Mi piace vedere che cosa succede

negli altri paesi. Mi piacerebbe

partecipare.

Katerina, un operatore di sostegno da

Salonicco, Grecia.

Le sessioni di rap sembravano fantastiche!

Ho guardato quello tedesco sul sito. Super!

Dieter, studente tedesco che studia in

Gran Bretagna.

Bellissima rivista. Spero che ne

escano ancora più spesso. Anonimo dall’Italia.

Più cartoni per favore.

Fatemi sorridere.Franky,14 anni dalla

Polonia.

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Questo progetto è finanziato con il supporto del Programma Daphne dell’Unione Europea.I contenuti di questa pubblicazione non riflettono l’opinione ufficiale della Commissione Europea. La responsabilità

per le informazioni e le opinioni espresse nella pubblicazione è dei soli autori e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per alcun uso che venga fatto delle informazioni ivi contenute.