lo strillone 14

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Numero 14 Anno II • Registrazione Tribunale di Brindisi n. 3/2011 del 6/05/2011 • Direttore Responsabile Eliseo Zanzarelli Edizioni: PubliEdit S.r.l. Via Marrucci, 14 - Francavilla Fontana (Br) • Redazione: Via C. Pisacane, 6 - Oria (Br) 15 - 31 GENNAIO 2012 NON PERCEPISCE FINANZIAMENTI PUBBLICI L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE L'ennesima disavventura giudiziaria per il Comune: un imprenditore voleva costruire un albergo, sarà risarcito profumatamente per i danni causati da funzionari - e forse anche politici - fin troppo zelanti. Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato ORIA - Colle Iris, progetto del 1995 ostacolato ripetutamente dall'Ufficio tecnico L a sanità pugliese è in crisi nera come la pece, si sa. Che debba necessaria- mente rientrare da gestioni e spese allegre degli anni passati, anche. Che la Asl provi a gua- dagnare pure dalle fotocopie dei documenti pare eccessivo, ma purtroppo rispondente ai fatti. È quanto racconta Pasqua- le C., cittadino-contribuente- paziente oritano che, una volta allo sportello dell'ospedale di Francavilla per ritirare le cartel- le cliniche, si è visto presentare un conto piuttosto salato: «Ho dovuto pagare 15 euro perché l’addetto è stato chiaro nel dirmi: da 1 a 30 fogli, per l’e- missione della fattura, ci deve 15 euro. Se i fogli fossero stati più di 30, avrei potuto pagare anche di più, per delle sem- plicissime fotocopie!». Quello di Pasquale non è un episodio isolato: sono tante le lamentele circa la sanità pugliese, eviden- temente malaticcia. Che dire, tanto per fare un esempio, del costo di una visita specialistica che, per quanti non beneficino dell’esenzione ticket, dopo lun- ghissime liste d’attesa, potrà essere più costosa di una effet- tuata presso strutture private, finanche non convenzionate? Cose e conti, rigorosamente in rosso, che fanno riflettere. Chi sprechi, o abbia sprecato, non è mai chiarissimo. Chi poi sarà co- stretto pagarne le conseguen- ze, invece, è lapalissiano: noi! C’era una volta un progetto per realizzare su Colle Iris – una delle sommità oritane – un albergo degno di una cit- tà che, da sempre, è definita giustamente meta turistica d’eccellenza. Quel progetto – datato 1995 – non ha visto né mai vedrà la luce. In compen- so, potrebbe comportare un debito record per il Comune, milionario. In confronto, quel- lo recente di 600mila euro per un esproprio azzardato nel 1998 è niente, o quasi. Il Consiglio di Stato, nei gior- ni scorsi, ha accolto il ricorso dell’imprenditore edile Alber- to Antonini – comproprietario del terreno dove la struttura ricettiva, alberghiera e con- gressuale sarebbe dovuta sor- gere –, che aveva quantificato i danni patiti in circa tre milio- ni di euro. (… p. 5) Il nuovo anno comincia con i botti per la politica mesagne- se: polemiche tra l'assessore De Guido e l'ex assessore Guarini. Intanto, Faggiano po- trebbe dimettersi per motivi di salute. (p. 10) ORIA - Riceviamo e pubbli- chiamo la denuncia di una cittadina residente al Nord: Gentile Direttore, Le scrivo per denunciare una cosa che mi sta particolarmen- te a cuore e di cui tutti gli orita- ni, per primi quelli che ammi- nistrano la città, dovrebbero interessarsi anziché pensare alle chiacchiere: il degrado del centro storico. Lo stesso centro storico di cui siamo tanto bravi a dire che è il più bello di tutta la provincia, anzi del mondo. Bello, è bello, ma qualcuno si rende conto o no delle condi- zioni pietose in cui versa? Ci abitavo, nel centro di Oria: i miei hanno casa proprio là. Anni fa, per fortuna o purtrop- po, ho deciso di partire per stu- diare e al Nord (… p. 15) I cittadini torresi possono stare tranquilli: sono più che pro- tetti, forse anche troppo, grazie al pullulare di associazioni di volontariato. È nata, infatti, da poco l'ennesima protezione ci- vile: la quinta, per l'esattezza in città. Una simile concentrazio- ne non può che destare curiosità: il paese – nemmeno 11mila anime – ha più del doppio delle associazioni di Brindisi, che conta 90mila residenti e due sole prociv. Tutte e cinque le as- sociazioni torresi si occupano, con diverse specializzazioni, di previsione, prevenzione e soccorso in varie ipotesi di rischio. Se l' “Agata Gallù” – fondata nel 2000 e accreditata nel 2002 – è specializzata in calamità idrogeologiche e incendi, (… p. 13) Le guardie ambientali del Wwf di Brindisi segnalano in- quietanti forme d'inquina- mento del Canale Reale chie- dendo un maggiore controllo sul corretto funzionamento dei depuratori. (p. 11) Lo spostamento del mercato settimanale – dal centro alla periferia, zona 167 – divide l'opinione pubblica: per alcu- ni la nuova collocazione è troppo distante, per altri por- terà soltanto benefici. (p. 13) La città delle cinque protezioni civili «Com'è ridotto il centro storico della mia città» MESAGNE CLAUDIA TURBA LATIANO MAURIZIO DISTANTE ERCHIE MAURA DE GAETANO Un debito a cinque stelle Scandalo Asl «Una fotocopia? 50 centesimi» PUNTO DI VISTA È a in corso in questi giorni, nel cinquan- tenario della mor- te, la commemorazione di Cesare Teofilato, alta figura di antifascista, pe- dagogista, libero pensa- tore, poeta e tante altre cose ancora. Convegni, mostre, conferenze e con- corsi intendono riproporre all’attenzione pubblica un personaggio a lungo e ingiustamente dimenti- cato. Tutto bene. C’è però il rischio che il tutto si ri- solva in una celebrazione – come dire? – retorica ed esteriore, che non si ab- beveri cioè agli alti ideali e valori del “festeggiato”, né li traduca in ispirazio- ne e pratica quotidiana di vita. Come per le feste dei santi: luminarie, pa- negirici, fuochi d’artificio, bancarelle senza “sug- gerne” l’insegnamento e conformarvisi. Come dire, passata la festa… Il rischio è tanto più incombente se si tiene presente che, al di là del comitato (… p. 15) FRANCAVILLA Lo celebrano, ma Cesare Teofilato ne sarebbe stato contento? ELISEO ZANZARELLI ACQUISTIAMO IL VOSTRO ORO ANCHE USATO ALLA MASSIMA QUOTAZIONE DI MERCATO VIA MA PAGANO, 67/A TEL. 0831.1798428 • 347.7579419 ORIA ACQUISTIAMO IL VOSTRO ORO ANCHE USATO ALLA MASSIMA QUOTAZIONE DI MERCATO VIA MA PAGANO, 67/A TEL. 0831.1798428 • 347.7579419 ORIA TORRE S. SUSANNA COSIMO D'ALEMA TROVA GLI STRILLONI VINCI 1 buono libro da 25 euro Edicolè, 2 biglietti per il cinema Sa- lerno e 2 ticket consumazione per puccia e birra al Panicio Lombardi. Regolamento a pag. 15

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L'informazione alza la voce! Quindicinale free press della provincia di Brindisi

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Page 1: Lo Strillone 14

Numero 14 Anno II • Registrazione Tribunale di Brindisi n. 3/2011 del 6/05/2011 • Direttore Responsabile Eliseo ZanzarelliEdizioni: PubliEdit S.r.l. Via Marrucci, 14 - Francavilla Fontana (Br) • Redazione: Via C. Pisacane, 6 - Oria (Br)

15 - 31 GENNAIO 2012NON PERCEPISCE

FINANZIAMENTI PUBBLICI

L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

L'ennesima disavventura giudiziaria per il Comune: un imprenditore voleva costruire un albergo, sarà risarcito profumatamente per i danni causati da funzionari - e forse anche politici - fin troppo zelanti. Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato

ORIA - Colle Iris, progetto del 1995 ostacolato ripetutamente dall'Uffi cio tecnico

La sanità pugliese è in crisi nera come la pece, si sa. Che debba necessaria-

mente rientrare da gestioni e spese allegre degli anni passati, anche. Che la Asl provi a gua-dagnare pure dalle fotocopie dei documenti pare eccessivo, ma purtroppo rispondente ai fatti. È quanto racconta Pasqua-le C., cittadino-contribuente-paziente oritano che, una volta allo sportello dell'ospedale di Francavilla per ritirare le cartel-le cliniche, si è visto presentare un conto piuttosto salato: «Ho dovuto pagare 15 euro perché l’addetto è stato chiaro nel dirmi: da 1 a 30 fogli, per l’e-missione della fattura, ci deve 15 euro. Se i fogli fossero stati più di 30, avrei potuto pagare anche di più, per delle sem-plicissime fotocopie!». Quello di Pasquale non è un episodio isolato: sono tante le lamentele circa la sanità pugliese, eviden-temente malaticcia. Che dire, tanto per fare un esempio, del costo di una visita specialistica che, per quanti non beneficino dell’esenzione ticket, dopo lun-ghissime liste d’attesa, potrà essere più costosa di una effet-tuata presso strutture private, finanche non convenzionate? Cose e conti, rigorosamente in rosso, che fanno riflettere. Chi sprechi, o abbia sprecato, non è mai chiarissimo. Chi poi sarà co-stretto pagarne le conseguen-ze, invece, è lapalissiano: noi!

C’era una volta un progetto per realizzare su Colle Iris – una delle sommità oritane – un albergo degno di una cit-tà che, da sempre, è definita giustamente meta turistica d’eccellenza. Quel progetto – datato 1995 – non ha visto né mai vedrà la luce. In compen-so, potrebbe comportare un debito record per il Comune,

milionario. In confronto, quel-lo recente di 600mila euro per un esproprio azzardato nel 1998 è niente, o quasi. Il Consiglio di Stato, nei gior-ni scorsi, ha accolto il ricorso dell’imprenditore edile Alber-to Antonini – comproprietario del terreno dove la struttura ricettiva, alberghiera e con-gressuale sarebbe dovuta sor-gere –, che aveva quantificato i danni patiti in circa tre milio-ni di euro. (… p. 5)

Il nuovo anno comincia con i botti per la politica mesagne-se: polemiche tra l'assessore De Guido e l'ex assessore Guarini. Intanto, Faggiano po-trebbe dimettersi per motivi di salute. (p. 10)

ORIA - Riceviamo e pubbli-chiamo la denuncia di una cittadina residente al Nord:

Gentile Direttore, Le scrivo per denunciare una cosa che mi sta particolarmen-te a cuore e di cui tutti gli orita-ni, per primi quelli che ammi-nistrano la città, dovrebbero interessarsi anziché pensare alle chiacchiere: il degrado del centro storico. Lo stesso centro storico di cui siamo tanto bravi a dire che è il più bello di tutta la provincia, anzi del mondo. Bello, è bello, ma qualcuno si rende conto o no delle condi-zioni pietose in cui versa? Ci abitavo, nel centro di Oria: i miei hanno casa proprio là. Anni fa, per fortuna o purtrop-po, ho deciso di partire per stu-diare e al Nord (… p. 15)

I cittadini torresi possono stare tranquilli: sono più che pro-tetti, forse anche troppo, grazie al pullulare di associazioni di volontariato. È nata, infatti, da poco l'ennesima protezione ci-vile: la quinta, per l'esattezza in città. Una simile concentrazio-ne non può che destare curiosità: il paese – nemmeno 11mila anime – ha più del doppio delle associazioni di Brindisi, che conta 90mila residenti e due sole prociv. Tutte e cinque le as-sociazioni torresi si occupano, con diverse specializzazioni, di previsione, prevenzione e soccorso in varie ipotesi di rischio. Se l' “Agata Gallù” – fondata nel 2000 e accreditata nel 2002 – è specializzata in calamità idrogeologiche e incendi, (… p. 13)

Le guardie ambientali del Wwf di Brindisi segnalano in-quietanti forme d'inquina-mento del Canale Reale chie-dendo un maggiore controllo sul corretto funzionamento dei depuratori. (p. 11)

Lo spostamento del mercato settimanale – dal centro alla periferia, zona 167 – divide l'opinione pubblica: per alcu-ni la nuova collocazione è troppo distante, per altri por-terà soltanto benefici. (p. 13)

La città delle cinqueprotezioni civili «Com'è ridotto

il centro storico della mia città»

MESAGNE CLAUDIA TURBA

LATIANO MAURIZIO DISTANTE

ERCHIE MAURA DE GAETANO

Un debito a cinque stelle

Scandalo Asl «Una fotocopia? 50 centesimi»

PUNTO DI VISTA

Èa in corso in questi giorni, nel cinquan-tenario della mor-

te, la commemorazione di Cesare Teofilato, alta figura di antifascista, pe-dagogista, libero pensa-tore, poeta e tante altre cose ancora. Convegni, mostre, conferenze e con-corsi intendono riproporre all’attenzione pubblica un personaggio a lungo e ingiustamente dimenti-cato. Tutto bene. C’è però il rischio che il tutto si ri-solva in una celebrazione – come dire? – retorica ed esteriore, che non si ab-beveri cioè agli alti ideali e valori del “festeggiato”, né li traduca in ispirazio-ne e pratica quotidiana di vita. Come per le feste dei santi: luminarie, pa-negirici, fuochi d’artificio, bancarelle senza “sug-gerne” l’insegnamento e conformarvisi. Come dire, passata la festa… Il rischio è tanto più incombente se si tiene presente che, al di là del comitato (… p. 15)

FRANCAVILLA

Lo celebrano, ma Cesare Teofi lato ne sarebbe stato contento?

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TORRE S. SUSANNA

COSIMO D'ALEMA

TROVA GLI STRILLONIVINCI 1 buono libro da 25 euro Edicolè, 2 biglietti per il cinema Sa-lerno e 2 ticket consumazione per puccia e birra al Panifi cio Lombardi.

Regolamento a pag. 15

Page 2: Lo Strillone 14

pagina 215-31 GENNAIO 2012 / 14

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Page 3: Lo Strillone 14

L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 315-31 GENNAIO 2012 / 14

Nei giorni della festa patronale in onore di sant’Antonio Abate,

il cielo di Novoli, piccolo co-mune salentino, viene illumi-nato dal fuoco più grande del Mediterraneo. Oltre 80mila fascine di tralci secchi di vite, provenienti dai feudi del Par-co del Negroamaro, vengono sapientemente legate e po-sate con tecniche tramandate gelosamente di padre in figlio per formare una catasta di le-gna alta più di 25 metri. I santi protettori di Novoli sono due: sant’Antonio abate, che si festeggia il 17 gennaio, e la Madonna del pane, la terza domenica di luglio. Qui è diffi-cile stabilire a quando risale il culto di sant’Antonio; di certo la sua elezione ad “avvocato e patrono del paese” è databile alla prima metà del XVIII seco-lo. Sebbene la festa della Ma-donna del pane sia molto sen-tita dai novolesi, essa non può essere paragonata a quella in onore di sant’Antonio, padre del monachesimo orientale e protettore degli animali, a cui è legata la secolare tradi-zione de “la Fòcara”. La festa del Fuoco ha inizio la mattina del 16 gennaio con il rito an-tichissimo della “bardatura”: l’immagine del santo, passata di mano in mano, viene issata sulla sommità della pira. In serata, dopo la benedizione degli animali, la musica e un

avvolgente spettacolo piro-tecnico innescano l’accensio-ne del grande fuoco. Intorno a questo straordinario falò, che illumina e riscalda, si balla, si discute, si mangia. L’edizione 2012 segna l’esordio di due nuove istituzioni: la Fonda-zione Fòcara di Novoli, a cui è affidato il delicato compito di tutelare, conservare e traman-dare valori e significati della festa; l’Orchestra del fuoco, un progetto che si propone di dare vita a un laboratorio permanente di ricerca sulle contaminazioni musicali. L’Or-chesta, formata da 30 musici-sti nazionali ed internazionali, è stata tenuta a battesimo dall’artista siciliano, salentino d’adozione, Roy Paci, che ha anche ospitato artisti come il cantautore romano Daniele Silvestri, l’artista poliedrico Moni Ovadia, il dj Shantel. Altra particolarità di questa edizione è stato l’incontro della tradizione con l’arte contemporanea attraverso le installazioni dell’artista Mimmo Paladino, originario di Paduli, tra i principali espo-nenti della transavanguardia italiana. I suoi celebri cavalli, archetipi viaggianti nella sto-ria dell’uomo contempora-neo, riprodotti in cartapesta da Carmen Rampino, hanno impreziosito il grande falò e sono stati posizionati come fossero generati dal cuore

stesso della Fòcara. A Mim-mo Paladino, che ha anche firmato il primo manifesto d’autore della festa, è dedica-ta la mostra “Segni e Figure”, curata da Toti Carpentieri, di-rettore artistico di FòcarArte, visitabile sino a al 22 gennaio presso la Drogheria Delle Arti (ex mercato coperto) in Piazza Regina Margherita. La festa del fuoco, che ha la capacità di stringere in una interessante e fondamentale collaborazio-ne le istituzioni pubbliche e diversi operatori privati, è di-ventata ormai da anni luogo di incontro tra culture e religio-

ni diverse, che si riuniscono idealmente intorno al “fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel mondo”, simbo-lo universale di solidarietà nell’area mediterranea. Da Natale a Pasqua, l’accensione di fuochi durante le principa-li feste invernali è diffusa in tutto il Salento e il Sud Italia. La Fòcara è inserita tra i beni della cultura immateriale del-la Regione Puglia e potrebbe ricevere il riconoscimento dell’Unesco quale Patrimonio immateriale dell’Umanità. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

«Grazie, maestro». Gli stringe le mani e lo fis-sa dritto negli occhi.

Benedetto XVI ha accolto così il maestro Francesco Invidia, docente di religione e carta-pestaio di Francavilla Fonta-na. Il papa lo ha ricevuto nella Sala Nervi in Vaticano pochi giorni prima di Natale, rin-graziandolo personalmente per il dono di un’opera in car-tapesta raffigurante la Sacra Famiglia giuntagli tramite il prefetto della Casa pontificia. Esposta nel Palazzo apostoli-co ed ora trasferita nei Musei vaticani, la pregevole opera è stata apprezzata dal pontefice per «la fine creazione plasma-ta con delicata maestria e viva attenzione ai semplici ma pre-ziosi particolari». Una collana ispirata a un tipico gioiello pa-

lestinese, creata dal professo-re Giuseppe Franchina, della gioielleria Dirella di Franca-villa Fontana, impreziosisce l’immagine della Madonna. Gli organi di informazione del Vaticano e la stampa locale hanno riferito dell’incontro tra il pontefice e Invidia, av-venuto a due anni dal discor-so agli artisti pronunciato da Benedetto XVI il 21 novembre 2009 nella Cappella Sistina, scrigno di arte e memorie. In quello storico evento il papa confermò l’antica e profonda amicizia che lega la Chiesa agli artisti, custodi della bel-lezza, e affermò che l’arte e il bello sono rimedi contro la disperazione e i mali della nostra società, sempre più di-sattenta alle relazioni umane. A tal proposito «la personale

gioia per questo incontro e il piacere di portare sempre e ovunque il buon nome di Francavilla – chiosa il profes-sore – vengono offuscati pro-prio dall’indifferenza di chi guida e governa la mia città». Non una telefonata, un mes-

saggio, un segno di vicinanza da parte del sindaco come de-gli altri amministratori locali. Questi silenzi diventano as-sordanti in una Città d’Arte …che trascura gli artisti. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Cultura e fede per la festa patronale di Sant'Antonio, con una pira incendiaria alta 25 metri e ospiti d'eccezione: Roy Paci, Daniele Silvestri e Moni Ovadia

Il maestro francavillese ricevuto in Vaticano da Benedetto XVI, ma l’amministrazione non se n’è accorta…

LA TERZA PAGINAa cura diGiovanni Colonna

La Fòcara di Novoli: il fuoco più grande del Mediterraneo

Un cartapestaio da far Invidia

TEATROFRANCAVILLA FONTANA • TEATRO ITALIADR. JEKYLL & MR. HYDE. SOGNI E VISIONIIspirato dal racconto di Stevenson, un musical che travol-ge e incanta. Alessandro Benvenuti e Rosalinda Celenta-no sono i protagonisti di questo spettacolo che riporta il classico tema del doppio e della trasformazione.Sipario ore 21 - Ingresso a pagamento (1 settore: 25 Euro, 2 settore: 20 euro) Info: 0831.812373

MESAGNE • TEATRO COMUNALETHOM PAIN (BASATO SUL NIENTE)Dalla penna del drammaturgo di Brooklyn, Will Eno, una lunga riflessione sul significato della “paura”. Vestire i panni di Thom Pain è l'ennesima prova della bravura del camaleontico e carismatico attore romano Elio Germano.Sipario ore 21 - Ingresso a pagamento, con riduzioni. (Platea: 20 Euro, 2° settore: 15 Euro, loggione: 8 Euro). Info: 0831.776691

MUSICABRINDISI • PALAZZO DELLA PROVINCIA,SALONE DI RAPPRESENTANZA“QUINTETTO…ALL’OPERA”Le più famose pagine del repertorio operistico vengono interpretate da un quintetto di fiati intitolato a Tito Schipa.Inizio ore 20 - Ingresso gratuitoInfo: 0831.581949

MOSTRELECCE • CANTIERI TEATRALI KOREJAARCHITETTURE (IN)COMPIUTE, mostra di architetturaPiazze, edifici storici e quartieri nei progetti di architetti under 40. Lontano dagli stereotipi delle archistar, i giova-ni architetti ci parlano della città di oggi, di riqualificazio-ne urbana, impatto ambientale, urban bio e valorizzazio-ne di spazi abbandonati.Ingresso gratuito

LECCE, CASTELLO DI CARLO VCINEMADAVEDERE, mostra di manifesti cinematograficiL’arte dei manifesti cinematografici per compiere un viaggio attraverso le grandi pellicole della storia del ci-nema, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta.Ingresso gratuito

NATURAMARUGGIO, PIAZZA DELL’OROLOGIOA piedi, sulle tracce dei Cavalieri di Malta. Una passeggia-ta nel piccolo comune tra chiese, cripte, chiostri, conven-ti. Ritrovo alle ore 9.30 e rientro alle ore 16.Info: 329.3190420

BARI, CENTRO STORICO E FIERA DEL LEVANTEMEDITERRE 2012Energia, acqua e clima: le grandi emergenze al centro del-la manifestazione internazionale promossa da Regione Puglia e Federparchi. In programma, workshop, seminari, laboratori didattici. Attesi 86 presidenti di Regione per la terza sessione plenaria dell’ARLEM - Assemblea regiona-le e locale euromediterranea.

Novoli: l'accensione della focara

Roma: l'incontro tra il Papa Benedetto XVI e il maestro Francesco Invidia

POST-IT L'AGENDA DEGLIAPPUNTAMENTI

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28GEN

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28GEN

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FINO AL

30GEN

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ARTE, ARTIGIANATO, MUSICA, TEATRO,NATURA, GASTRONOMIA, RITI, TRADIZIONI.LA TERZA PAGINA È SPETTACOLI, MOSTRE,CONFERENZE, CONCERTI, EVENTI. PUOI SEGNALARE INIZIATIVEE APPUNTAMENTI A:[email protected]

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4 15-31 GENNAIO 2012 / 14L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

Lessico e nuvole: la faccia triste dell’Europa. Di seguito un compendio di termini che potrebbero caratterizzare il nuovo anno. I possibili successori di “spread”...

L'ELZEVIROa cura diVincenzo Sardiello

2012, Dizionario minimo della crisi economica globale

Ègiunto il tanto fami-gerato 2012, data che secondo le più pessi-

mistiche previsioni segnerà la fine dell'umanità. Al di là di queste cialtronerie, che affollano materiale editoriale di tutti i generi, è intenzione di chi scrive proporre – tanto per cominciare a prenderne dimestichezza – alcune parole che, con ogni probabilità, se-gneranno il lessico di questo nuovo anno.

ARTICOLO 18È il simbolo di tutta una ge-nerazione di lavoratori. Indica l'impossibilità di essere licen-ziati da un qualsiasi posto di lavoro senza una giusta causa. È un argomento assolutamen-te desueto nel moderno mer-cato del lavoro, in cui domina-no forme contrattuali senza alcun tipo di tutela. Il divario generazionale tra nuovi e vec-chi occupati ha raggiunto or-mai una forbice spropositata.

CINAÈ l'incubo che ormai assale tutti i consumatori. È un caso unico di comunismo capitali-stico totale. La produzione di beni è ormai affidata quasi in via esclusiva a questo colosso, che riesce a soddisfare gran parte delle richieste di buona fetta del mercato mondiale. Basti pensare che gli Stati Uni-ti sventolano bandiere Made in China.

CONTRATTO UNICOÈ la ricetta del governo Monti per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. La so-luzione prevede un contratto di lavoro unico a tempo inde-terminato con tutele limitate. Con l'avanzare dell'anzianità di servizio si acquisiranno i restanti diritti. È una possi-bile rivoluzione della giun-gla dei contratti moderni. Ne sentiremo molto parlare. Idea interessante, da valutare nel dettaglio.

CULTURAÈ l'altra grande risorsa su cui si può far leva per risollevare le sorti della nostra economia. L'Italia ha un patrimonio, sia di cervelli che di bellezze artisti-che, unico. Peccato che chiun-que manovri ai piani alti i primi tagli li operi proprio in questo settore. Miopia, incompetenza o pochi interessi?

DEFAULTÈ lo spettro che aleggia per l'Europa. Si tratta in pochissi-me parole del fallimento eco-nomico di uno Stato. L'Italia non rischia di fallire così come più volte ventilato, ma è vitti-ma di speculazioni folli da par-te di un mercato sempre più irresponsabile e sciagurato.

DELOCALIZZAZIONEÈ il processo tramite cui le aziende spostano all'estero la produzione di beni e servizi per usufruire di prezzi molto più bassi. È il classico effet-to distorsivo di un’apertura insensata dei mercati figlia di quel processo complesso noto come globalizzazione

EUROPAÈ l'inizio e la soluzione di tut-ti i nostri problemi. L'unione degli stati, così come architet-tata dai padri europeisti (per l'Italia Alcide De Gasperi), è una grande idea di libertà e di sviluppo. L'evoluzione data dai miopi successori, con l'in-gresso di Paesi con storie e strutture economiche per tra-dizione molto diverse, un re-galo fatto alle lobby europee, che così hanno potuto attuare una politica di delocalizzazio-ne a basso impatto emotivo. La soluzione della crisi è im-possibile senza un’adeguata azione politica.

GLOCALIZZAZIONEL'unica soluzione pensabile per uscire dalle nostre diffi-coltà. Consiste nel portare a li-vello globale le peculiarità del nostro territorio. Per quanto gli altri possano essere bravi, non possono essere come noi, quindi occorre investire sulla unicità dei nostri prodotti per poterli vendere.

IRANTirano venti di guerra a quel-le latitudini. Chi scrive spera di sbagliare, ma ci sono tutte le premesse per una nuova guerra.

LOBBYSono i gruppi di potere che tirano le fila in Italia. Sono la causa principale dell'immobi-lismo della nostra economia. Gestiscono alla perfezione i meccanismi democratici e ne costituiscono parte integrante.

STAGFLAZIONEIndica una particolare fase in cui a una stagnazione economi-ca molto forte, che alcuni eco-nomisti hanno già identificato come recessione, si associa una forte inflazione (aumento dei prezzi). È il termine che meglio identifica l’attuale situazione economica italiana. È difficile uscire da questo tunnel, anche perchè le manovre messe sino-ra in campo sembrano insuffi-cienti e incoerenti con una po-litica economica di rilancio. A una contrazione dell'economia in termini di produzione reale, e quindi di conseguente Pil, con ricadute sull'occupazione e dunque sui soldi della gente comune, si accompagna un au-mento ingiustificato dei prezzi. La ricetta per uscirne è molto dura e prevede delle misure che toccano privilegi consoli-dati. Di difficilissima soluzione. © RIPRODUZIONE VIETATA

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Uccio Biondi: l'artista pugliese nel mondo Il 20 gennaio del 1942 si teneva la Conferenza di Wannsee: era l’inizio della fi ne per gli ebrei

La rivoluzione sono io Per non dimenticare

Il 2011 è stato un anno molto importante per uno dei personaggi pugliesi

più interessanti del panora-ma artistico contemporaneo: Uccio Biondi. Tra tutte le sue attività dell'anno appena trascorso – sarebbe difficile elencarle tutte –, sicuramen-te la sua partecipazione alla mostra del convento dei Tea-tini di Lecce, nell'ambito della Biennale di Venezia, è stata la ciliegina sulla torta della sua carriera. Il suo stile, ormai definitivamente staccato dal-le piccole logiche provinciali, ha abbracciato del tutto la grande strada dell'arte con-temporanea. La produzione artistica del maestro Biondi guarda all'uomo contempo-

raneo, senza dimenticare i ca-noni della classicità, ai quali si aggrappa con forza tramite un filo aggomitolato (moderno filo di Arianna o minacciosa miccia alla quale è collegato un ordigno?), che ha lo scopo di ricondurre l'uomo verso le vie della conoscenza in quel tortuoso labirinto noto come postmodernità. In un incontro nel suo straordinario studio, chi scrive ha potuto ammirare la sua estenuante ricerca esi-stenziale e la passione crea-tiva con cui vive ogni giorno. La poetica del maestro, ormai matura e con una ficcante personalità, non manca mai di colpire lo spettatore con messaggi profondi e pieni di spunti di riflessione.

Quest'anno comin-cia con il ricordo di uno dei momenti

più drammatici della storia dell'umanità. Il 20 gennaio del 1942, sulla riva del lago di Wannsee, 15 alti generali nazisti sottoscrissero una del-le pagine più vergognose del genere umano: la soluzione finale della questione ebrai-ca. Fu decisa, in parole molto semplci, l'eliminazione degli ebrei da tutti i Paesi europei. Un progetto folle, realizzato in parte, che ha portato, tra atro-ci sofferenze, all'uccisione di circa 6 milioni di uomini, don-ne e bambini. Oggi, a distanza

di 70 anni da questa infausta data, non si può non assumer-si la responsabilità morale di ricordare, in particolare alle nuove generazioni, le vicende e l'orrore creato dagli uomini, tra cui, vada detto per inciso,

molti italiani. La crescente xe-nofobia di oggi va combattu-ta anche grazie al ricordo del sacrificio di milioni di vittime inconsapevoli di quel mostro chiamato uomo. Non si deve dimenticare.

Sachsenhausen: l'ingresso al campo di concentramento

Uccio Biondi

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 515-31 GENNAIO 2012 / 14

L'APERTURAORIA Un'altra batosta per le casse comunali: i giudici amministrativi accolgono

il ricorso di un imprenditore che, nel 1995, aveva presentato domanda di concessione per realizzare su Colle Iris una struttura turistico-ricettiva

Un albergo diventato debito

(…) La cifra esatta sarà stabi-lita, nei prossimi mesi, da un consulente tecnico d’ufficio nominato dai giudici ammini-strativi: la prossima udienza è fissata per il 29 maggio. Le responsabilità, come spesso accade, sono tutte da accerta-re, se mai lo saranno. Intanto, giusto per non farsi mancare proprio nulla, palazzo di città ha incaricato un consulente di parte, per un modico impegno di spesa “di massima” pari a quattromila euro. La questione è piuttosto complessa, quindi è quan-to mai necessario procede-re per ordine. Corre il 1987, quando Antonini richiede concessione edilizia per re-alizzare 29 alloggi nell’area di circa 10mila metri quadri, della quale detiene una quota di proprietà, in località Colle Iris. Il progetto, pur approvato dalla Commissione edilizia, non ottiene mai la concessio-ne. Così, il 28 gennaio 1992, tutti i comproprietari cam-biano idea, presentando una nuova richiesta di concessio-ne per realizzare, al posto dei 29 alloggi, un complesso resi-denziale di 27 appartamenti. Il nuovo progetto è stoppato, nel 1993, dalla Soprinten-denza ai Beni ambientali ar-chitettonici artistici e storici «ritenuta l’opportunità di provvedere all’assoggetta-mento della zona collinare in questione alle disposizioni di vincolo ai sensi della leg-ge 1497 del 1939». Il sinda-co dell’epoca, Sergio Ardito, sospende il rilascio della concessione edilizia, salva-guardando «lo stato naturale dei luoghi, al fine di impedire possibili modificazioni e/o

trasformazioni» del costone di roccia alto, mediamente, sei metri. Gli interessati – di qui in avanti sempre assistiti dall’avvocato Piero Relleva – impugnano i provvedimenti dinanzi al Tar Bari, che li an-nulla con sentenza numero 445 del 1995. Finalmente, il Comune rilascia la conces-sione: è il 22 dicembre 1995. Qui, però, interviene niente-meno che il Ministero dei Beni culturali e ambientali: l’area è sottoposta a vincolo, quindi non se ne farà nulla. Il 16 di-cembre 1996, il sindaco so-spende i lavori, che nel frat-tempo erano cominciati. Un nuovo procedimento dinanzi al Tar porta alla pronuncia del 28 settembre 2001: sospen-sione annullata, ma nessun risarcimento ai proprietari. I danni li accorda, in secondo grado, il Consiglio di Stato, condannando il Ministero dei Beni culturali e ambientali a corrispondere agli appellanti la cifra di 98.873,150 euro. Intanto, nelle more di questo secondo giudizio, l’8 ottobre 2001, la proprietà comunica al Comune la ripresa dei lavo-ri, ma il dirigente dell’Ufficio

tecnico si oppone: è scadu-to il termine di un anno dal rilascio della concessione edilizia previsto dalla leg-ge numero 10 del 1977. Di

qui un altro tira e molla, e il progetto si trasforma nuo-vamente: Antonini e gli altri comproprietari decidono di costruire non più un com-plesso residenziale, ma un «centro congressuale, alber-ghiero, convegni e ricevimen-ti». L’istanza di concessione è accolta il 5 luglio 2002, ma a quattro condizioni: il garage e lo scantinato da destinarsi interamente ad area parcheg-gio; i fabbricati da traslarsi verso il confine Sud; l’altezza

dei corpi di fabbrica da ridursi di un metro; l’accesso princi-pale da realizzarsi in via Riz-zo, e non dalla “più comoda” via Corrado. Le prescrizioni sono considerate arbitrarie e illegittime, e i proprietari ne chiedono, invano, la revoca. Il Comune, intanto, concede ad altri residenti modifiche tali da rendere irrealizzabile il progetto turistico-ricettivo di Colle Iris, per esempio l’al-largamento di via Corrado. Ne nasce un nuovo contenzioso, con Antonini che chiede al Tar il riconoscimento di un danno patrimoniale, con con-danna in solido del Comune e del dirigente dell’Ufficio tecnico, pari a 3.222.576 euro tra lucro cessante e di danno emergente. Il Tribunale am-ministrativo si pronuncia nel 2006: la domanda è inam-missibile perché, in buona sostanza, il ricorrente non ha impugnato gli atti giusti nel momento giusto (l’azione non era stata preceduta dal-la domanda di annullamento dell’atto illegittimo, la con-cessione “condizionata”). Ad Antonini non rimane che ap-pellarsi di nuovo al Consiglio

di Stato, che – il 29 novembre 2011 – riforma la pronuncia di primo grado: in base a un orientamento dell’Adunanza plenaria del 23 marzo 2011, l’azione di danno può proce-dere autonomamente rispet-to a quella di annullamento del provvedimento ritenuto illegittimo (così aveva stabili-to anche la Cassazione, così è stato poi previsto dal Codice del processo amministrativo). Nel merito, i giudici stabili-scono che sì, il ricorrente ha ragione: le condizioni poste dall’Utc sono piuttosto vessa-torie in quanto irragionevoli e illogiche. In particolare, la re-alizzazione dell’unico acces-so alla struttura in via Rizzo è paradossale: la strada cul-mina in un costone roccioso – sottoposto a vincolo – desti-nato a essere in parte sbanca-to. Inoltre, a dire del Consiglio di Stato, l’amministrazione pubblica avrebbe tenuto un atteggiamento colposo – ne-gligenza e imperizia – per non aver condotto i necessari ac-certamenti istruttori prima di arrestare, immotivatamente, l’iter del procedimento au-torizzativo. Antonini, invece,

avrebbe tenuto un compor-tamento “diligente”, consi-derato che, prima di adire le vie legali, aveva comunicato al Comune i motivi per cui, a suo dire, le quattro condizio-ni erano illegittime e fonte di “ingenti danni economici”. La domanda risarcitoria, quindi, è sostanzialmente accolta. Rimane “solo” da quantifica-re esattamente il danno, che non sarà di circa tre milioni di euro, ma molto probabilmen-te una gran bella somma cal-colata a partire non dal 1987 (come chiede Antonini), ma dalla presumibile ultimazio-ne del complesso (successivo alla domanda di concessione del 2001). Il “quantum” – co-munque sia un’altra tegola per le casse comunali – sarà stabilito da una perizia del consulente tecnico d’ufficio Donato Pezzuto, professio-nista romano, cui sono sta-ti anticipati duemila euro e concessi 60 giorni di tempo dall'accettazione dell'inca-rico. Il Comune, sempre co-stituitosi in giudizio difeso dall’avvocato Nicola Massari, si è invece affidato al consu-lente di parte Domenico Ca-tanzaro, che per il momento prenderà quattromila euro. Insomma, una cosa è certa: l’albergo si è fatto debito e, comunque dovesse andare, non saranno bruscolini. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

I privati per il rilancio del turismo: Caforio e Panteca riscoprono l’antica artigianalità localeInaugurato il museo dell’olio e delle tradizioni

Inoti imprenditori Giovanni Panteca e Giulio Caforio, con la preziosa collabora-

zione di Vittorio Italiano e Mo-nica Sasso, durante il periodo natalizio, hanno inaugurato il “Museo dell’olio e delle tradi-zioni”, ospitato all’interno di un antico frantoio ipogeo di proprietà dell’avvocato Gio-vanni Pesce. La mostra, che fa

il paio con il “Museo delle tor-ture medievali”, si trova in pie-no centro storico (via Papado-tero). Chiunque sia interessato a visitarlo, oltre ad ammirare attrezzi rari un tempo impie-gati nella lavorazione delle olive, ha la possibilità di iscri-versi all’associazione culturale costituita ad hoc per gestire la struttura. Qui i frutti dell’ulivo venivano macinati e torchiati per produrre l’oro giallo del Sud: sembra ancora di sentire

profumi e voci di un tempo, quando i frantoiani trascorre-vano qui, a lavorare sodo, gran parte della giornata. L’idea di rispolverare un pezzo così importante di storia dell’arti-gianato locale mira a fornire un’offerta alternativa ai turisti che, numerosi, raggiungono Oria conoscendone soltanto castello, cattedrale, quartie-re ebraico, ecc. Così, dopo 30 anni di attività, il celebre coif-feur Panteca – assieme a Giulio

Caforio, presidente dell’asso-ciazione “Palazzo delle Feste” – ha deciso di mettere proprie esperienza e creatività in un settore diverso dal suo, sol-tanto per creare qualcosa di originale e interessante in cit-tà e ridare dignità a un passa-to, nemmeno troppo remoto, che la modernità giorno dopo giorno rischia di cancellare per sempre. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Le macine che un tempo venivano impiegate nella molitura delle olive

Il torchio era utilizzato per la spremitura della pasta di olive

SEGUE DALLA PRIMA

ELISEO ZANZARELLI

Il proprietario chiede circa tre milioni di euro per i continui ostacoli posti dal Comune

Il Consiglio di Stato: «Il ctu dica qual è l'esatto ammontare del danno causato al ricorrente»

L'ingresso alla proprietà da via L. Corrado La cancellata che avrebbe consenito l'accesso da via Rizzo

MARIA ROSARIA DE GAETANI

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 715-31 GENNAIO 2012 / 14

Parco Montalbano: una salita al centro delle polemiche. La denuncia di una mamma: «Ogni giorno un’impresa percorrere in macchina via Bastia per accompagnare mia fi glia a scuola»

Teresa Carbone, mam-ma di una bimba che frequenta la materna

di Parco Montalbano è co-stretta, per portare la figlia a scuola, a percorrere a pie-di una salita ripidissima: il manto, compromesso dalle intemperie e dal transito dei mezzi, è causa di numerosi in-cidenti, soprattutto quando piove trasformandosi in uno scivolo. Teresa e sua figlia si concedono di percorrerla in macchina solo quando c’è una bella giornata, magari nemmeno umida. Non che il rischio di auto-scontro, ol-tre che di arrivare in ritardo,

sia del tutto scongiurato: la pendenza e il traffico ci sono sempre. Di qui la denuncia: «È da due anni – dice la mam-ma – che mia figlia frequenta Montalbano e ci è molto affe-zionata, ma quella salita è un grosso handicap. C’è sempre un gran caos: tra genitori e alunni della scuola materna, delle medie – c’è una sede distaccata della “Milizia-Fermi” – e delle elementari “Edmondo De Amicis”». Il “sopralluogo” effettuato da chi scrive dà ragione alla si-gnora Teresa: c’erano diverse macchine che, per raggiun-gere la sede scolastica, sono state costrette a fare marcia indietro, lentamente, e a cre-are una fila da via Bastia fino

alla via principale Giacinto D’Oria. Continua la donna: «Il parcheggio di alcune auto sulla sinistra, sempre in sali-ta, impedisce il passaggio in discesa. Quando piove, quel tratto non è percorribile: per terra si crea uno strato visci-do e gli pneumatici slittano. L’unica alternativa è andarci

a piedi, ma per chi ha più di un figlio, specie con pioggia e vento, diventa arduo rag-giungere la struttura». Come non bastasse, nel migliore dei casi, a fine discesa, il paraurti di qualsiasi vettura – a meno che non sia un fuoristrada –urta il manto stradale di via d’Oria, e il danno è fatto.

Della questione si è occupato in passato anche l’architetto Elia Farina, che ha lo studio proprio da quelle parti: «I genitori hanno ragione – dice –, quella salita oggi è un pe-ricolo. Da tecnico, penso che asfaltarla con uno strato bi-tuminoso non risolverebbe il problema dello slittamento:

il manto stradale è già costi-tuito di un composto misto di cemento che facilita l’attri-to, ma che andrebbe rifatto.. Probabilmente questo pro-blema sarà risolto: entro la fine del 2012 saranno ultima-ti i lavori di ristrutturazione del Parco e quella ne è l’unica via di accesso». In attesa che il manto sia rifatto, assieme alla sistemazione del piaz-zale antistante alla scuola (fangoso), i genitori chiedono di affiggere un segnale di di-vieto di sosta e fermata lungo via Bastia, in modo da risolve-re in men che non si dica, e a costo zero, almeno uno degli ostacoli quotidiani da affron-tare con i figli. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Se siete di Oria e non prendete il treno da qualche mese, è bene

che continuiate a leggere. Non potete più salirvi a bor-do sprovvisti di biglietto, contando sulla clemenza del capotreno. In corsa non è più possibile comprare il titolo di viaggio. Da molto tempo, ormai, la stazione di Oria, come molte altre di dimen-sioni simili, è sprovvista di biglietteria e non possiede neppure le macchinette au-tomatiche. Sapendo ciò, un tempo il capotreno di turno andava incontro al passeg-gero che non aveva potuto comprare il biglietto in agen-zia, non multandolo. Da ago-sto, invece, l’indulgenza non viaggia più sui treni regionali. “Mai più senza biglietto”: così un cartello avvisa la clientela che i passeggeri che ne siano sprovvisti devono manife-stare la volontà al capotreno di comprarlo a bordo, con la «corresponsione di una mag-

giorazione di euro 5 oltre al prezzo del biglietto secondo la fascia chilometrica deside-rata». L’unico modo per acqui-stare il ticket rimane recarsi in agenzia. Se non si fa in tempo, non ci si può permettere di prendere il treno al volo sen-za essere multati e, spesso, anche rimproverati dal capo-treno. Inutile protestare, non è colpa loro se la stazione di Oria è carente di tutto. Manca anche l’obliteratrice, è risapu-to. Sul treno bisogna cercare il controllore e farsi convalidare il biglietto, se è lui a trovare il passeggero: un’altra multa.Possibile che debbano esse-re i passeggeri a pagare – nel vero senso della parola – per un disservizio di cui non sono responsabili? Lo spiega Alfon-sina Marinosci, una nota agen-te di viaggio di Oria: «Quello della sovrattassa è un ordina-mento nazionale cui è inutile opporsi. Trovo ingiusto, qua-si illegale, che i passeggeri di Oria, come di tutti gli altri paesini disabilitati di perso-nale e biglietteria, abbiano l’ulteriore disagio della multa,

spesso anche onerosa. Ho ri-cevuto moltissime lamentele a riguardo, molti miei clienti si sono infuriati per questa novità. A mio avviso, control-lori e capitreno dovrebbero chiudere un occhio di fronte al passeggero che non ha potuto comprare il biglietto o non è stato informato del nuovo re-golamento». Per molto tempo alla stazione di Oria è rimasta la campanella ad avvisare l’ar-rivo di un convoglio: persino l’altoparlante è stato guasto per mesi. Poi è stato riparato: mentre si aspetta un treno si è di nuovo avvisati dalla gen-tile voce che, candidamente, nella maggior parte dei casi, segnala un ritardo. Unico ser-vizio funzionante – a tratti – in uno scenario desolante: la stazione è anche sporca e trascurata, i muri sono imbrat-tati dai ricordi dei ragazzi di passaggio che hanno marina-to la scuola o, meglio ancora, da messaggi erotici. Una gran bella esperienza prendere il treno da Oria! [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

ORIA

Il pubblico ministero Antonio Costantini, dopo la scadenza del termine di sei mesi dall'iscrizione nel registro della Procura delle otto persone indagate, ha chiesto al gip una proroga d'indagine di altri sei mesi. La gente, intanto, s'interroga: che sarà del castello, che è sottoposto a sequestro penale dal 10 ottobre scorso? La proroga d'indagine procede autonomamente, ma se il maniero continuasse a rimanere chiuso – custode Emanuela Romanin –, ne deriverebbe un danno per l'intera città.

In breve: prorogate le indagini per presunti abusi edilizi al castello

Un percorso a ostacoli quotidiano

GRAZIA MELE

LAURA DE STRADIS

La pericolosa pendenza di via Bastia La mamma, Teresa Carbone L'architetto, Elia Farina

La stazione senza biglietteria e obliteratrice ma per chi viaggia nessuna pietà: multe a raffi ca

Treno, il biglietto a bordo?Cinque euro in più

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 915-31 GENNAIO 2012 / 14

Gaetano Farina, franca-villese, fa un lavoro che forse un po’ tutti

da piccoli sognano: è pilota delle Frecce tricolori, reparto d'eccellenza dell’Aeronauti-ca militare. In quest’intervi-sta, concessa in esclusiva a Lo Strillone, Gaetano raccon-ta un po’ di sé, dei sacrifici e della strada percorsa prima di arrivare a Rivolto (Udine), dove è di stanza la Pan (Pat-tuglia acrobatica nazionale). Come nasce questa passione per il volo?Il volo mi affascina sin da quand’ero piccolo. La curiosi-tà col tempo si è trasformata in passione fino a portarmi in Accademia aeronautica. Da lì sono partito per arrivare dove mi trovo oggi: al top. Le Frecce tricolori sono la massi-ma espressione del volo, cioè l’acrobazia in formazione.Cos’è l’acrobazia aerea?È l’essenza del volo. Il pro-gramma di addestramento dei futuri piloti dell’Aeronau-tica militare insegna a vola-re e a fare acrobazia aerea. L’acrobazia mette in risalto il volo e l’inviluppo sia del-

la macchina che del pilota. È nata proprio per aumen-tare lequalità del pilota e, in principio, per migliorarne le capacità nel combattimento aereo e non, quindi, a scopo di spettacolarizzazione at-traverso gli air-show che co-nosciamo oggi.Qual è stato il percorso fino alle Frecce tricolori?Dopo i cinque anni all’Acca-demia aeronautica, ho se-guito le scuole di volo per un anno e mezzo a Sheppard, in Texas, per diventare pilota militare. Successivamente, sono stato assegnato all’ F16, velivolo intercettore, qui in Italia. Poi ho seguito il corso preparativo per caccia-inter-cettori (ce n’è anche uno per caccia-bombardieri) presso la scuola di volo dell’Aero-

nautica militare con sede a Galatina. Finito il corso a Galatina, sono tornato per cinque mesi negli Stati Uni-ti, in Arizona, dove ho fatto la conversione: uno speciale corso per imparare a pilotare un altro velivolo. Da lì sono tornato in Italia, a Trapani, per tre anni. Nel 2009 ho par-tecipato alla selezione per entrare nella pattuglia delle Frecce tricolori. Terminata la selezione, è previsto un periodo di prova di una setti-mana all’interno del gruppo a Rivolto e sono gli stessi piloti delle Frecce che scelgono il pilota entrante. Non si valu-tano le capacità professionali di un pilota – se è arrivato a partecipare alla selezione è perché ha tutti i requisiti ne-cessari per farlo –, ma il carat-tere, la capacità di interagire e di stare bene con il gruppo e con le persone fuori. L’80 per cento del lavoro è costituito dalle relazioni con il pubblico dopo l’esibizione aerea. Lo stare bene nel gruppo è im-portante perché noi voliamo ogni giorno insieme, viviamo gran parte dell’anno insieme, soprattutto in estate quando siamo fuori per le esibizioni: ci dev’essere massima fidu-

cia in tutti gli elementi della formazione. Sono en-trato a Rivolto a giugno 2009. Fino a fine o t t o -b r e c’è sta-to per me un periodo di affianca-mento in giro per le varie manifesta-zioni in Italia e all’estero. A novembre è iniziato l’ad-destramento e l’uno maggio 2010 ho partecipato alla mia prima esibizione a Rivolto. Da questa data, che segna l’apertura ogni anno, s’inizia con una o due esibizioni ogni fine settimana in giro per l’I-talia e l’estero fino a fine ot-tobre.Qual è il tuo ruolo nella for-mazione?Il primo anno sono partito da Pony 7-3° gregario sinistro. Il secondo anno da Pony 4-2° gregario sinistro e quest’an-no Pony 2-1° gregario sini-stro. Nel cambiare posizione occorre seguire un addestra-mento specifico perché cam-bia il modo di volare. Io quest’inverno sarò addestra-to per la posizione di Pony 2. C’è però un altro “must”

all’in-terno delle

Frecce: se si ini-zia a sinistra, si fini-

sce la carriera a sinistra (lo stesso vale a destra) e non si può passare dall’altra parte perché è tutto completamen-te differente.C’è un limite di tempo di per-manenza nelle Frecce?Bisogna fare almeno tre o quattro anni di esperienza da gregario. Per rimanere oltre si deve passare attraverso alcu-ne posizioni chiave all’inter-no della formazione: il Pony 1, che è il capo formazione, e il Pony 6, che è il leader della seconda sezione. Le Frecce si dividono in due sezioni: il capo formazione chiude la li-nea davanti, mentre il leader della seconda sezione chiude a rombetto i quattro velivo-li dietro. Un’altra posizione chiave è quella del Pony 10, che è il solista.Tu aspiri ad andare oltre il

ruolo di Pony 2?

L’ambizione massima è quella di passare al ruolo

di Pony 1 per poi diventare co-mandante.

Cosa fa il coman-dante da terra?È il superviso-

re da terra, riesce a dare indicazioni se ci sono degli errori da parte dei pi-loti, ovviamente via radio. Il comandante dura in carica due o tre anni, poi va via dalle Frecce per ricoprire altri in-carichi all’interno dell’Aero-nautica.Torni spesso a Francavilla, cosa ti dice la gente?Torno ogni volta che mi è possibile, a parte in estate quando siamo sempre in giro per le esibizioni. È capitato alcune volte che mi abbia-no riconosciuto per strada come il pilota delle Frecce. L’anno scorso hanno voluto conoscermi anche il sindaco e l’amministrazione, che ho incontrato volentieri. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

FRANCAVILLAFONTANA

Gli sforzi del rifugio Speranza, dell’amministrazione e dell’Asl non limitano il fenomeno randagismo. «Un aumento degli ab-bandoni c'è stato dopo la falsa notizia che i possessori di animali domestici avrebbero pagato una tassa su questi "beni di lusso" – spiega la vicepresidente della Lepa, Anna Cannalire –. L'abbandono ha interessato, infatti, cuccioli di cagne di proprietà». Cani affamati incutono preoccupazione negli abitanti delle periferie, dove sono scaricati da incivili in preda a immotivate psi-cosi: il cane non è e, almeno da quel che risulta al momento, non sarà mai tassabile. C.t.

In breve: «I cani beni di lusso», e impazza l'abbandono in periferia

Un francavillese nelle Frecce tricolori

MARIA ROSARIA D'ALEMA

Il capitano Gaetano Farina

Intervista a Gaetano Farina, uffi ciale dell'Aeronautica militare in servizio presso la Pattuglia acrobatica nazione di Rivolto (Udine): «È stata dura, ma ho realizzato il mio sogno di volare»

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10 15-31 GENNAIO 2012 / 14L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

FRANCAVILLAFONTANA

Gli esercenti della piazza lamentano disagi e calo degli incassi dovuti ai recenti interventi di restyling in centro. I dati sono da “profondo rosso”

Lavori di riqualificazione, scocca l'ora dei danni "collaterali"

I lavori in piazza Umberto I possono dirsi finalmen-te conclusi, nonostante

le tanto criticate panchine non siano ancora utilizzabi-li e il wi-fi libero sia lontano dall’attivazione, dopo che “l’offerta” della Provincia è stata gentilmente rifiutata dalla giunta della Corte (nel

frattempo, però, gli esercenti garantiscono la connessione gratuita ai clienti, soprattutto turisti). Lavori conclusi dun-que, ma c’è una beffa: mesi di recinzioni, rifacimento della pavimentazione e scavi han-no provocato danni, materiali ed economici, a chi questi la-vori ha dovuto, per così dire, “subirli”. I titolari delle attivi-tà in piazza, appunto, che ora si lamentano dei guadagni calati durante l’estate e le fe-stività natalizie. «Il rifacimento del marcia-piedi – spiega Tony Perrucci, titolare del “Big Bang”, men-tre mostra un grosso squarcio

sulla facciata del locale – mi potrebbe costare un occhio. In più, a causa dell’incompe-tenza con cui sono stati ese-guiti i lavori e del mancato controllo da parte del Co-mune, durante le giornate di pioggia, il disagio aumenta: davanti alla porta d’ingres-so del personale si crea una grande pozza, che mi costrin-ge a pulire piuttosto spesso». Di tutt’altra fatta i danni subi-ti da Valerio Dimitri, proprie-tario del “Caffè degli artisti”, che per tutta l’estate ha visto – giorno dopo giorno, con i lavori a rilento – sfumare la possibilità di utilizzare lo spazio di fronte al bar, dove in genere colloca i tavolini. Stessa sorte per i titolari de “Il Languorino”, cui proprio prima di Natale hanno sman-tellato il marciapiedi davanti al negozio, diventato così difficilmente accessibile ai clienti, con conseguente pic-co negativo d’incassi. C’è stato anche chi, come Gio-vanni Lopalco, proprietario

del “Giba Cafè”, pur di rispar-miarsi i tanti disagi già subiti dai suoi colleghi, ha deciso di chiudere i battenti quando i lavori hanno interessato lo spazio davanti all’ingresso del suo locale. «Spero che l’amministrazione capisca come e in che misura le no-stre attività – dichiara Lopal-co – siano fonte di ricchezza per la città e la nostra piazza motivo d’invidia per i centri limitrofi, considerata tutta la gente che noi attiriamo». Insomma, gli strascichi di la-vori di “riqualificazione” mai digeriti sono tali e tanti da sembrare infiniti. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

L e polemiche impazzano a palazzo di città, dove la giunta Scoditti è rimasta sotto assedio anche duran-

te il periodo natalizio, che normalmente comporta almeno un po’ di buonismo ob-bligatorio. Qui si è limitato alla settimana tra Natale e San Silvestro. Primo obiettivo,

l’assessore alle Attività produttive Luigi Vizzino, accusato dal Pdl di «immobili-smo e assoluta mancanza di una visione politica di sviluppo della città» dopo che, per l’ennesima volta, aveva tentato di risollevare il morale dei commercianti con la promessa di un Piano ad hoc e del «Piano strutturale che affronti le criticità che oggi frenano la ripresa produttiva». Da qui, un botta e risposta di comunicati ufficiali e post sui siti internet. Prima, la replica di Vizzino al Pdl, il cui programma politico è stato definito «inutile e inconsi-stente»; a seguire, le polemiche, a mezzo Facebook, sulla scarsa cura del verde in villa comunale, sulla mala-gestione del servizio di raccolta rifiuti durante il pe-riodo delle festività e sul cartellone del-le manifestazioni natalizie: tutte critiche mosse dall’ex assessore ai Beni monu-mentali della giunta Incalza, Gianni Gua-rini. In particolare, sulle manifestazioni natalizie, costate alle casse comunali cir-ca 13mila euro, si sono scatenati i giudizi degli internauti, che hanno sottolineato la scarsità degli eventi, la poca cura nell’or-ganizzazione, soprattutto in riferimento agli orari di chiusura dei «fantasmagori-ci presepi» – così li ha bollati Guarini – e alle motivazioni dello spostamento degli

stessi in piazza Commestibili, che ha fatto storcere il naso anche al capogruppo del Pdl, Giuseppe Semeraro. Sempre pubblica la risposta dell’assessore Maria De Guido, che ha lasciato sottintendere che Guarini avrebbe fatto meglio a star zitto scriven-do: «Giovanni sei un grande, molto più

fantasmagorico dei 23 veri presepi, solo nel centro storico, e dei tuoi 14 mesi di governo non abbiamo ancora raccontato tutto». L’ex assessore ha accusato il colpo e ha invitato, in caso di sue responsabilità amministrative specifiche, il sindaco Sco-ditti a rivolgere delle accuse formali: «Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 361 del codice penale viene punito il pubblico uf-ficiale, il quale omette o ritarda di denun-ciare all’Autorità giudiziaria, o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzio-ni». Nel frattempo, le possibili dimissioni dell’onorevole Cosimo Faggiano – a lui e alla sua famiglia l’augurio di una pronta guarigione – hanno avviato un fiume di lodi da parte di amici e avversari politici, anche se finora non c’è niente di ufficiale. In tema di polemiche, ultima in ordine di tempo la questione relativa al rinnovo del contratto alle aziende gestrici del servi-zio di raccolta dei rifiuti, definito illegale perché non è stata indetta alcuna gara. In-somma, ce n’è abbastanza per rafforzare la fama di Mesagne quale città multipro-blematica e dal facile chiacchiericcio. di [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

CLAUDIA TURBA

Giovanni Lopalco, Giba Cafè Valerio Dimitri, Caff è degli artisti

Tony Perrucci, Big Bang

L'assessore Maria De Guido Giovanni Guarini, ex assessore della giunta Incalza

Lopalco, Giba: «I nostri esercizi sono fonte di ricchezza per la città e di invidia per i centri vicini»

MESAGNE

Centrodestra e centrosinistra ai ferri corti su tutta la linea, ma solidarietà unanime a Faggiano, che potrebbe dimettersi a breve per problemi di salute

Botti di Capodanno per la politica cittadina

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 1115-31 GENNAIO 2012 / 14

Le guardie ambientali del Wwf, nucleo provin-ciale di Brindisi, lancia-

no un grido dall’allarme per salvare le coste della riserva naturale protetta di Torre Guaceto dall’inquinamento del Canale Reale. Gli ambien-talisti, da tempo, chiedono alle autorità competenti una verifica del corretto funzio-namento dei depuratori dei comuni di Francavilla Fonta-na, Ceglie Messapica e Latia-no, che scaricano le proprie acque nel letto del canale. In particolare è l’impianto

latianese a destare maggiori preoccupazioni: a detta dei volontari, il depuratore è si-stematicamente fuori uso e questo fa sì che i liquami si riversino nel letto del cana-le tali e quali a quando sono entrati nell’impianto di depu-razione. «Il sospetto – scrive il coordinatore delle guardie del Wwf, Cosimo Quaranta – che si tratti di arrivi di flussi di acque di vegetazione anoma-li ma regolari è più che fonda-to. Non riuscendo a smaltirle e a trattarle, l’impianto va in tilt, scaricando nel letto del

Canale Reale i liquami così come essi sono entrati nel depuratore. La quantità di ac-que sversate dal depuratore di Latiano è di circa 3500 me-tri cubi al giorno». L’allarme lanciato da Quaran-ta è preoccupante anche se, tiene a precisare lo stesso coordinatore, saranno i risul-tati delle analisi effettuate dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’am-biente), a determinare i livelli di inquinamento e le cause degli eventuali malfunzio-namenti dell’impianto. «Le

guardie Wwf – si legge nel-la nota – fanno appello agli organi di polizia giudiziaria che sono intervenuti, agli enti e alle istituzioni inte-ressate, di non sottovalutare gli aspetti penali eventual-mente ravvisabili, perché il persistere ancora oggi della condizione d’inquinamento non può essere assolutamen-te tollerata e né tantomeno giustificata». Gli ambientali-sti, oltre ad avere a cuore le condizioni del Canale Reale, sono in allarme per il proba-bile disastro ambientale che

il perdurare di tale situazione

può portare sulle coste della

riserva naturale protetta di

Torre Guaceto, dove il cana-

le va a sfociare alla fine del suo corso. A quanto riportato sopra si somma il possibile nulla-osta della Provincia di Brindisi a un nuovo scarico nelle acque del Reale all’al-tezza di Carovigno. «Se queste sono le premesse – continua Quaranta – non è auspicabile che la Provincia di Brindisi autorizzi lo scarico nel canale Reale del depura-tore di Carovigno. Sarebbe aggiungere al danno anche la beffa». [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

LATIANO

“Tracce di pace” è il titolo della veglia di preghiera organizzata dall’Ac giovani della Diocesi di Oria per sabato 21 gennaio. L’ap-puntamento sarà incentrato sulla pace e si terrà nella chiesa madre di Villa Castelli dalle 19,30. Rientra nel calendario di inizia-tive promosse dall’Ac diocesana ed è rivolta ai giovani delle comunità di Oria, Avetrana, Ceglie Messapica, Erchie, Francavilla, Latiano, Manduria, Maruggio, Sava, Torre, Uggiano Montefusco e Villa Castelli. L’invito è per tutte le persone di buona volontà che ritengono indispensabili valori universali come quello della pace. Pierdamiano M. Mazza ([email protected])

In breve: i giovani di Azione cattolica insieme per la pace

La cronaca dei fatti, a Latiano, ormai è storia. Ma un rapido excursus

è sempre utile a riannodare i fili di una delle vicende più violente e assurde degli ulti-mi anni nella vita del paese. È la notte del primo dell’anno, quella che sancisce il passag-gio dal 2011 al 2012. Da poco è passata la mezzanotte e da poco in strada si festeggia facendo saltare in aria i tap-pi di spumante e non solo. Le vie e le piazze si colorano del fragore dei botti di cui grandi e piccini, nonostante il pericolo e i consueti bollet-tini del giorno dopo, sono da

sempre appassionati. Tanti i boati, più o meno forti. Nel-la confusione generale tutto si somma e si amalgama di-ventando un unico, grande frastuono. Nessuno, o quasi, nota niente di strano, fuori dal normale. Si va a dormire, tardi. Ci si sveglia, tardi. È la

mattina di Capodanno e l’i-gnaro latianese va in piazza o al bar, col vestito buono della festa, a far due chiacchiere o comprare un po’ di frut-ta secca, prima di bissare la cena del veglione col pranzo del primo giorno dell’anno. L’aria è piuttosto cupa per essere un giorno segnato in rosso sul calendario, col sole che splende alto e il cielo di un azzurro abbagliante, per di più. Pochi minuti e l’arca-no è svelato: tra i petardi che hanno salutato il nuovo anno poche ore prima c’era, ben nascosta, una bomba, piazza-ta sotto il portone dell’abita-zione del presidente del con-siglio comunale, Salvatore De Punzio, in quel momento,

fortunatamente, non in casa. Il politico era, infatti, a pochi metri in linea d’aria dalla sua abitazione, in casa di amici, con la famiglia, festeggiando, ignaro, il capodanno. I fatti si esaurirebbero qui. Non ci sarebbe molto altro da ag-giungere alla cronaca nuda e cruda. Le indagini delle forze dell’ordine, i carabinieri della stazione di Latiano e i colle-ghi della compagnia di San Vito dei Normanni, sono ser-rate e, finché non si avranno altri, rilevanti dettagli sulla questione, rimarranno giu-stamente segrete per evitare una fuga di notizie o di pet-tegolezzi che possa nuocere a chi ha subìto un così vile attentato in quello che è il

simbolo del cuore degli af-fetti più intimi e riservati. I fatti, dunque, sono questi. A chi scrive e a chi legge a poco servono altre parole, a poco servono le ricostruzioni mi-nuziose dell’accaduto, a poco serve quantificare i danni o ipotizzare il potenziale dell’ordigno esploso. Non abbiamo bisogno di un Bruno Vespa “de noantri” che ci illu-stri il plastico dell’abitazione colpita. Chi scrive e chi legge, in egual misura, ha bisogno di riflettere sull’accaduto. Di pensare alla gravità del fatto. Al male che un gesto del ge-nere si porta dentro e appres-so. Ai contorni a tinte fosche che i nostri tempi stanno as-sumendo. Ai passi da gigante

indietro che stiamo facendo. Non si deve scadere nella re-torica del «dove andremo a finire di questo passo?», non serve a niente, anzi. E non ci si deve sentire protetti dal nostro benpensare, che spes-so nasconde ampie sacche d’ipocrita malizia. Si deve esercitare il senso critico, l’onestà intellettuale e la ca-pacità di indignazione. Il qua-lunquismo lo si lasci agli altri, ai tanti signor Nessuno che ci circondano e che soffiano sul fuoco della disinformazione. «Stiamo diventando indiffe-renti, più poveri, più tristi e meno intelligenti», recita una canzone tra le preferite di chi scrive. Di chi è la colpa? [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Scene ordinarie da romanzo criminale

MAURIZIO DISTANTE

Salvatore De Punzio

Canale Reale: inquinamento evidente

La città fa passi da gigante, ma all’indietro. La bomba del primo dell'anno in casa del presidente del consiglio comunale De Punzio, confusa tra i petardi “innocui”, ne è solo l'ulteriore riprova

La denuncia del Wwf Brindisi: è necessario controllare il funzionamento dei depuratori, anche perché l’inquinamento arriva fi no alla riserva di Torre Guaceto

Le guardie ambientali: «Salviamo il Canale Reale»

Page 12: Lo Strillone 14

pagina 1215-31 GENNAIO 2012 / 14

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 1315-31 GENNAIO 2012 / 14

Questa volta sembra quella buona: il mer-cato settimanale, che

da sempre si tiene il sabato mattina tra via Roma e via Cal-vario, sarà spostato in zona 167, lì dove comincia la via vecchia per Torre. Lo spiazzo che lo ospiterà è già stato pre-disposto: asfaltato di recen-te, secondo le previsioni del sindaco, Giuseppe Margheriti, potrebbe essere attivo entro la fine del mese prossimo. Tra i comuni della provincia, Erchie è uno dei pochi in cui le banca-relle affollano ancora il centro, a ridosso della piazza principa-le. Lo spostamento, secondo le autorità cittadine, è necessario a rendere più ordinato e rego-lare non solo il traffico – oggi preda di divieti e sensi unici transitori – ma anche lo stesso centro storico, che necessa-riamente risente dell'attività mercatale, subendo la piaga dei rifiuti abbandonati a fine mattina. I cittadini, però, si di-

vidono: tra chi è d'accordo e chi protesta, la notizia dello spostamento in zona periferi-ca è l'argomento principe del vociare tra i banchetti della frutta. «Sono mesi che annun-ciano questo trasferimento, ma secondo me non succederà mai – sostiene la signora Lucia Carrozzo, 76enne – perché non conviene a nessuno. Non ai cittadini che, come me, si muo-vono a piedi, né agli ambulanti, perché sicuramente venderan-no molto meno». Della stessa opinione anche i commercianti Mimmo Ruggiero e Alessandro Patisso (in foto): «Qui è molto meglio: l'afflusso di gente in una zona così periferica cale-rà drasticamente – affermano quasi all'unisono –. Anche a Latiano e a Sava il mercato è ancora nel centro e, nei paesi in cui è stato spostato, è stato col-locato di poco fuori, non come si vuole fare qui». La distan-za tra l'attuale sede e quella nuova, infatti, misura più di un

chilometro e mezzo: impensa-bile che le anziane signore, che oggi affollano le bancarelle, camminino 20 minuti per tor-nare a casa, cariche di spesa. Ci sono, però, anche cittadini favorevoli al trasferimento. Tra questi una giovane mamma, la cui bimba frequenta la scuola elementare di via Risorgimen-to: «Accompagnare e ripren-dere mia figlia da scuola il sa-bato – dichiara Sabrina Tundo (in foto) – è un'impresa titani-ca. L'edificio scolastico si può raggiungere solo a piedi, ma

anche arrivarci vicino e trova-re parcheggio è difficilissimo. Quando sposteranno il merca-to, risolveranno un problema ai tantissimi genitori che, come me, oggi risentono di questa condizione». Certamente l'a-bitudine a un mercato “fuori” sostituirà il malcontento attua-le in gran parte degli ercolani, così com'è successo ai cittadini dei paesi vicini. Resta solo da capire quanto tempo ci vorrà. di m.d.g.

[email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

«Illuminate quella sta-zione!» è "lo strillo" di Pierluigi Birtolo, studen-

te 22enne dell'università del Salento, che prende spesso il treno per Lecce da Erchie. «Chi non sa dov'è la stazione – affer-ma – difficilmente può trovar-la. Non ci sono indicazioni per la svolta e la strada principale non è illuminata in quel tratto». I lampioni della provinciale che collega allo scalo ferroviario, infatti, non possono illuminare nulla, dato che i pannelli foto-voltaici che li alimentavano sono stati divelti – forse rubati – e mai sostituiti. Sempre me-glio di quelli nel piazzale della stazione: mai esistiti. «Specie in inverno – continua Birtolo –, spesso si aspetta un passaggio per tornare in paese, la navetta o anche lo stesso treno in piena oscurità. Al di là della scomodi-tà che una situazione del gene-re provoca ai viaggiatori, credo che l'assenza d’illuminazione

sia anche pericolosa per la si-curezza. In fin dei conti questa stazione si trova in aperta cam-pagna: come non pensare che qualche malintenzionato pos-sa approfittare del buio pesto per agire ai danni dei viaggia-tori?». In giorni come questi, in cui tanto si protesta contro i tagli imposti da Trenitalia alle tratte da e per il Sud, è triste constatare come le Ferrovie del Sud Est non siano messe granché meglio. di [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

TORRE SANTASUSANNA

(…) l' “Antonio Bianco” – fon-data nel 2005 e accreditata nel 2008 – dà invece assi-stenza ai cittadini, accom-pagnandoli presso ospedali, case di cura e di riposo, oltre occuparsi di primo soccorso. La protezione civile “Giusep-pe Napoletano”, poi, presta servizio di 118, grazie a delle convenzioni stipulate con la Asl. Chi crede che, in questo modo, gli ambiti d’interesse civile siano del tutto esauriti

si sbaglia: all'appello manca-no ancora altre due associa-zioni che, in maniera un po' ridondante, ricoprono servizi simili. Una, quella dei “Vo-

lontari dei vigili del fuoco”, ha presentato regolare ri-chiesta di costituzione al Co-mune, ma non è ancora com-pletamente attiva. L'altra, la

“Prociv Arci”, è stata fondata qualche settimana fa, stac-candosi da una costola della “Antonio Bianco”, con l'obiet-tivo di «promuovere attività

di previsione, prevenzione e soccorso in materia di cala-mità, di valorizzare e tutelare il patrimonio forestale, am-bientale, artistico e culturale, difendendo i territori e la sa-lute delle popolazioni». Per capire la realtà di una situa-zione che, alle volte, ha addi-rittura dei risvolti grotteschi, si pensi che nel corso di una domenica delle festività na-talizie il sovraffollamento si è fisicamente materializza-to nella piazza centrale del paese. In quell'occasione è avvenuto, infatti, una sorta

di incontro-scontro tra due diverse protezioni civili, im-pegnate entrambe a vendere, nello stesso posto, l'una stel-le di Natale e l'altra panetto-ni per sostenere due diversi progetti nazionali. Inutile dire che una così corposa pre-senza di associazioni di que-sto tipo genera confusione e dubbi nella cittadinanza, che continua a chiedersi come mai non si riesca a concentra-re tutte le forze in un'unica entità, magari meglio orga-nizzata e attrezzata. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Più “protetti” di così non si può

MAURA DE GAETANO

La prociv "Agata Gallù"

Sabrina Tundo Mimmo Ruggiero e Alessandro Patisso Pierluigi Birtolo

La prociv "Antonio Bianco" La prociv "Giuseppe Napoletano"

Le associazioni di protezione civile diventano cinque, ma per meno di 11mila residenti. A Brindisi, che di abitanti ne conta circa 90mila, ce ne sono solo due. Quest'abbonzanza sarà davvero utile per una città tanto piccola?

La gente si divide: per alcuni, la 167 è troppo lontana; per altri, la dislocazione gioverà al centro storico e ai problemi di traffi co

Pochi lampioni e pure guasti.«Pericolo per i pendolari»

Il mercato si sposta tra pro e contro Stazione al buio

SEGUE DALLA PRIMA

ERCHIE ERCHIE

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pagina 1415-31 GENNAIO 2012 / 14

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 1515-31 GENNAIO 2012 / 14

PUNTO DI VISTAa cura diCosimo D'Alema

(…) scientifico, a organizzare la commemorazione è questa amministrazione di centro-destra, tristemente nota per clientelismo, nepotismo e tra-sformismo, pratiche non anco-ra dismesse. E che la rievoca-zione si rivolge a un’opinione pubblica (si fa per dire) abulica, assente, passiva, rassegnata e inerte.Entrambe, amministra-zione e popolazione, del tutto identiche a quelle contro cui si scagliavano, cento anni fa, Teo-filato e i suoi amici: «[…] credi che in Francavilla nostra, ove la politica si intende general-mente come tornaconto per-sonale, vi siano molti individui che si appassionino alla lotta di pensiero ed alle alte ideali-tà? Da noi non esistono partiti politici nel senso nobile della parola, né tanto meno passione per grandi dibattiti». E ancora: «[…] l’attuale Amministrazione si è rivelata impari ai bisogni del paese, violatrice di ogni disposto della legge positiva, ignara di tutti i problemi che si impongono alla vita cittadina […] gli Amministratori con asi-nina ostinazione non sentono di mutar rotta (continuando a praticare) l’indegno perpe-tuarsi dei favoritismi, l’inerzia deplorevole dei servizi pubbli-ci, le pubbliche casse poste al servizio dei privati e dei parenti vivacchianti in vergognosa ser-vitù fisica e morale». E, infine, un breve e sapido ritratto di Cesare Teofilato: «[…] insegna-va da tre anni in Francavilla con nomina provvisoria, ma la sua carica di maestro non gli faceva smettere affatto un suo certo modo di parlare e di scrivere. Agiva come un vero uomo! Pen-sava quel che gli piaceva, dava del cretino e del camorrista al Sindaco ed agli Amministrato-ri e se la prendeva anche con messer Domeneddio, coi Santi e con i preti! Il Sindaco, che è un ipocrita e di conseguenza è prete, […] aveva cercato di ad-domesticarlo, ma se lo trovava sempre di contro, oppositore senza maschera e senza pau-ra». Uno così sarebbe stato contento di essere celebrato da personaggi di tal fatta?(I brani riportati sono tratti da L’Ape Francavillese, Il Controllo e altri Numeri Unici di N.A. Sa-lerno risalenti alla prima deca-de del 1900).

(…) ho trovato anche lavoro dopo l’univer-sità. Ormai ci vivo stabilmente, ma è inutile dire che Oria mi manca. Ci torno ogni volta che posso, amo il mio paese. Però non posso fare a meno di notare che più andiamo avan-ti negli anni, più torniamo indietro. Il centro è sporco, ci sono diverse case fatiscenti e le uniche novità sono le case vacanza e qual-che bar-ristorante, che sorgono come funghi talvolta stravolgendo l’architettura origi-nale dei luoghi. Ho studiato architettura e questa forse è deformazione professionale. Potrei dilungarmi oltre su quello che, a mio avviso, da tecnico, non quadra (prospetti, apertura di luci e vedute, motori dei condi-zionatori in bella vista, insegne semi-lumi-nescenti, cartelli promozionali piazzati qua e là, indicazioni stradali poco ortodosse, lu-minarie un po’ così, ecc.). Ma non è questo il motivo della mia lettera. Più semplicemen-te, invito chiunque ne abbia voglia a fare un giro per le stradine sotto e retrostanti la cattedrale. Chi le ha imbrattate così? Chi si accampa la sera lasciandovi sporcizia e ogni genere di rifiuto, finanche organico? Chi è che dovrebbe controllare e, in seconda bat-tuta, ripulire? Perché invece non lo fa? Avrei voluto allegare delle foto a testimonianza di quel che dico, ma tra qualche ora mi tocca ripartire, quindi mi limito a questo invito: fate un giro e ditemi se ho ragione oppure no. Magari voi avete la possibilità di scattar-la qualche foto, così come di dare il giusto risalto a uno scempio che si consuma giorno dopo giorno, nel silenzio e nell’indifferenza più generale. Qualcuno potrebbe pensare a un atteggiamento omertoso dei residenti, ma posso assicurare che non è così. I miei genitori si lamentano punto, ora e momento del posto in cui vivono, che non è più come un tempo. Tuttavia, non sanno proprio a chi rivolgersi, se non al singolo politico di turno. È una questione culturale: quella che popola il centro è gente semplice, perlopiù anziana, che non ha studiato, spesso perché non ha potuto studiare. Gente che ha pensato a la-vorare, che a malapena legge e scrive, e ora impiega la pensione per mantenere e accu-dire figli, nipoti e pronipoti. Gente che pensa

ancora che per risolvere il problema di un sampietrino sconnesso, un lampione fulmi-nato o i discutibili “murales” davanti casa (ce ne sono tanti ad appestare le splendide corti in zona cattedrale, via Milizia e Mura-glie Lama) si debba conoscere e rivolgersi direttamente al consigliere o all’assessore di turno, chiedendo un favore personale maga-ri in cambio del voto alle prossime elezioni. Questa non è omertà, è sì arretratezza cul-turale, ma genuina. Io non vi ravviso traccia di malafede.È un cerchio che continua a chiudersi perché a molti conviene così. Già durante le vacanze estive avevo pensato di scrivere a Lo Strillo-ne, ma poi mi era passato di mente. L’ho fat-to ora che la situazione è addirittura peggio-rata rispetto ad agosto e prima che peggiori ulteriormente. Colgo l’occasione per saluta-re Lei e tutta la redazione e per complimen-tarmi per il giornale, cui auguro lunghissima vita. Il fatto che esista uno strumento così mi rincuora e fa pensare che forse qualcosa co-mincia davvero a cambiare in questa città più medievale – forse addirittura messapi-ca, nonostante l’intento di cancellare ogni traccia storica – nei pensieri e negli atteg-giamenti che non nell’architettura.

Lettera firmata

SEGUE DALLA PRIMA

SEGUE DALLA PRIMA

N.14 - ANNO II REG. TRIB. DI BRINDISI N. 3/2011 DEL 6/05/2011EDITO DA: PUBLIEDIT S.R.L. [email protected]: VIA C. PISACANE, 6 - 72024 ORIA (BR) 0831.1950525

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Lo scempio sui muri di vico Cittadella

La statua di Costantino in piazzale Giovanni Paolo II

Il centro storico di Oria infestato da "murales" di dubbio gusto

Lo Strillone 2012cambia registro

Lo Strillone compie sei mesi e cresce nel formato, nella grafica, nelle rubriche, nei contenuti. Il formato (31 x 45 cm). I centimetri fanno la differenza, eccome. Con il

nuovo anno, il giornale diventa più ricco, più bello, più interes-sante. La nuova dimensione consente di pubblicare un maggior numero di notizie e approfondimenti e, cosa importantissima, una migliore leggibilità. La grafica. Lo Strillone si è rifatto il “look”. Ogni tanto, almeno per la carta stampata, un ritocchino è consigliato, se non proprio necessario. Il colore dominante, quello della testata, rimane sempre l’arancione, ma non man-cano tonalità differenti come il giallo, il rosso e il beige. Le “ru-briche”. Con questo termine sono indicati quegli spazi più o meno fissi – come “La terza pagina”, “L’elzeviro” e “Punto di vista”, contraddistinti peraltro da elementi grafici differenti – che esulano volutamente dal normale ambito tematico, a volte anche territoriale, de Lo Strillone e sono curati da esperti.I contenuti. Più denso d’interviste, Lo Strillone cerca anche di avvicinarsi quanto più possibile ai problemi della gente comu-ne con un’ampia gamma di articoli di denuncia e servizio. “Lo Strillo” accoglierà, d’ora in poi in pianta stabile, ogni lamentela purché meritevole e documentabile. Lo Strillone cambia e ci mette la faccia. E tu? [email protected]

TROVA GLI STRILLONIIL REGOLAMENTOCERCA NELLE PUBBLICITÀ GLI STRILLONI E TELEFO-NA MERCOLEDÌ 25 GENNAIO DALLE ORE 11 ALLO 0831.1950525 CHI RIUSCIRÀ A DIRCI L'ESATTA PO-SIZIONE DI ALMENO 3 STRILLONI NASCOSTI POTRÀ VINCERE: 1 BUONO LIBRO DA 25 EURO OFFERTO DA EDICOLÈ DI FRANCAVILLA FONTANA, 2 BIGLIETTI PER IL CINE-TEATRO MULTISALA SALERNO DI ORIA (SPETTACOLI DEL LUNEDÌ E MARTEDÌ), 2 TICKET PER PUC-CIA + BEVANDA OFFERTI DA PANIFICIO LOMBARDI DI FRANCAVILLA FONTANA

I premi saranno sorteggiati tra le prime 10 chiamate. Non sono ammessi gli stessi vincitori per almeno 3 concorsi consecutivi. Non si accettano nominativi della stessa famiglia. I vincitori riti-reranno il premio in redazione e con esso saranno fotografati. Le foto, per dovere di trasparenza, saranno pubblicate sul numero successivo, pena l'annullamento della vincita.

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