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L’ipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

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Page 1: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

L’ipertensione arteriosa

Agostino Virdis

Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

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Incidenza annuale di malattie cardiovascolari nel mondo

Incidenza basata su dati del 1995 (AHA)

Page 3: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Mortality due to leading global risk factors

Ezzati M et al, Lancet 2002

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Razionale della prevenzione delle malattie CV (1)

• Il marcato sviluppo delle malattie CV nei paesi sviluppati è fortemente connesso con lo stile di vita e con fattori di rischio modificabili.

• Il principale fattore eziologico, l’aterosclerosi, si sviluppa in modo silente e insidioso nell’arco di diversi anni ed è solitamente di grado avanzato al momento della comparsa dei sintomi.

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Razionale della prevenzione delle MCV (2)

• La correzione dei fattori di rischio riduce la mortalità e la morbilità n prevenzione secondaria (pazienti con malattia CV) e primaria (soggetti con fattori di rischio CV). • Con l’aumento dell’età media, le malattie CV, incidono sempre più sui costi di ospedalizzazione e sulla spesa farmaceutica.

• La prevenzione è dunque essenziale, oltre che per il benessere della popolazione, per la razionalizzazione ed il contenimento della spesa sanitaria.

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Fattore di rischio

- Evidenza sulla base degli studi epidemiologici longitudinali che un determinato “fattore” è correlato con l’incidenza di eventi clinici

- Dimostrazione sulla base degli studi clinici controllati che l'intervento terapeutico sul fattore riduce l’incidenza degli eventi clinici

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FATTORI MAGGIORI INDIPENDENTI

Grundy SM, Circulation 1998

Fattori di rischio per coronaropatia aterosclerotica

Fumo*

Ipertensione arteriosa*

Ipercolesterolemia*

Bassi livelli di coleeterolo HDL*

Diabete mellito*

Età

Peggiorano i fattori di rischio independenti

Obesità

Aumento della circonferenza vita

Sedentarietà

Familiarità di eventi in età precoce

Caratteristiche etniche

Fattori psicosociali

FATTORI PREDISPONENTI

Forte associazione indipendente con la malattia coronarica e dimostrato beneficio dalle loro trattamento sugli eventi (*)

FATTORI CONDIZIONALI

Ipertrigliceridemia

LDL piccole

Iperomocisteinemia

Lpa)

Fattori protrombotici (es. fibrinogeno)

Markers infiammatori (es. Proteina C-reattiva)

Associati con aumentato rischio CV sebbene il loro contributo indipendente deve essere ancora dimostrato.

Page 8: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Castelli WP. Am J Med. 1984;76:4-12 La Rosa JC, et al. Circulation. 1990;81:1721-1733

10-y

ear

CH

D d

eath

rat

e (D

eath

s/10

00)

Serum cholesterol (mg/dL)

1% reduction in total cholesterol resulted in a 2% decrease in CHD risk

(MRFIT) (n=361,662)

150 200 250 3000

50

40

30

20

10CH

D in

dic

atio

ns

per

100

0

Each 1% increase in total cholesterol level is associated with a 2% increase in CHD risk

Serum cholesterol (mg/100 mL)

Framingham Study (n=5209)

204

205-234 235-264 265-294 295

Relazione tra livelli di colesterolo e malattia coronarica negli studi epidemiologici

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Rischio di malattia cardiovascolare: relazione tra PA sistolica e altri fattori di rischio in

uomini di 40 anni (Studio Framingham: 18 anni di follow-up)

105----------195

195000

Systolic BP

CholesterolGlucoseCigaretteECG-LVH

105----------195

335000

105----------195

335-00

105----------195

335--0

105----------195

335---

45

210

326

459

7086

ye

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pro

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pe

r 1

00

0

700

600

500

400

300

200

100

Castelli WP. Am J Med 1988

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0 2 4 8 10 12 146

Incidenza cumulativa di eventi cardiovascolari in rapporto ai valori di PA di soggetti normotesi

0

15

Inci

denza

Cum

ula

tiva E

venti

(%

)

5

10

Tempo (aa)

Normale

Normale - alta

0

Inci

denza

Cum

ula

tiva E

venti

(%

)4

8

Tempo (aa)

Vasan et al, N Engl J Med 2001

16

DonneDonne UominiUomini

Ottimale

Normale

Normale - alta

Ottimale

10

10

0 2 4 8 10 12 146

14

12

10

6

2

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LA PRESSIONE ARTERIOSA

Definizione

Come si misura

L’IPERTENSIONE

Definizione

Come si manifesta

Quali rischi comporta

Come trattarla

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Il flusso di sangue attraverso sangue attraverso un vaso è determinato da due fattori:

• La differenza di pressione fra le due parti del vaso (gradiente pressorio)

• La difficoltà del sangue a passare nelcondotto, definita resistenza

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16

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Il flusso sanguigno Q indica la quantità di sangue che passa in un certo punto dell’albero circolatorio in un certo istante. In genere si definisce il flusso in termini di ml o l/min. In un adulto a riposo il flusso totale equivale in media a 5 l/min: questa grandezza è definita GITTATA CARDIACA perché corrisponde alla quantità di sangue pompata dal cuore nell’unità di tempo.

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L’emodinamica riguarda i fattori fisici che regolano il flusso sanguigno nel

sistema circolatorio

PA = GS * RV

PA= pressione arteriosaGS=Gittata sitolica

RV= resistenza vascolare

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19

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mmHg

Pressione sistolica (massima)

Pressione diastolica (minima)

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AUMENTO DELLA PA SISTOLICA (MASSIMA)

Pressione sistolica (massima)

Pressione sistolica (massima)

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PA minima

< 90 mmHg

PA minima

> 90 mmHg

PA minima

> 90 mmHg

AUMENTO DELLA PA DIASTOLICA (MINIMA)

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23

60

70

80

90

100

110

120

130

140

150

18-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 >8060

70

80

90

100

110

120

130

140

150

18-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 >80

UOMINI DONNE

Età

Pre

ssio

ne

Età

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APPARECCHI

A mercurio

Automatico da polsoAutomatico

Aneroide

Page 25: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

APPARECCHI

A mercurio

Automatico da polsoAutomatico

Aneroide

L’apparecchio di riferimento è lo sfigmomanometro a mercurio Se si usa uno sfigmomanometro aneroide od automatico, controllare che l’apparecchio sia tarato (misurazione della PA con sfigmomanometro a mercurio e con quello aneroide od automatico nello stesso momento); se l'apparecchio è ben funzionante e/o tarato (misurazione uguale o con differenza minore di 5 mmHg allo sfigmomanometro a mercurio) eseguire il controllo ogni sei mesi.

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APPARECCHI

A mercurio

Automatico da polso

NO

Automatico

Sì(se controllato)

Aneroide

Sì(se controllato)

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BRACCIALE: altezza e lunghezza

• normale (altezza 12-14 cm) per soggetti giovani-adulti-anziani• più grande (altezza 20 cm) per soggetti obesi (e/o con circonferenza del braccio > 36 cm)• più piccolo (altezza 6-8 cm) per bambini

La lunghezza del bracciale deve essere tale da avvolgere completamente il braccio

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MISURAZIONE DELLA PRESSIONE:

CONDIZIONI DEL PAZIENTE

Rimanere seduti almeno 5 minuti prima della misurazione

Il braccio deve essere all'altezza del cuoreprivo di indumenti fino all’ascella

La PA deve essere misurata in posizione seduta. E’ consigliabile misurare la PA da sdraiati (dopo 5’) ed in piedi (subito e dopo 1’ e 3’) quando si ha il sospetto di ipotensione ortostatica (caduta eccessiva della PA in piedi)

Ambiente silenzioso con temperatura confortevole, almeno mezzora dopo aver eseguito esercizio fisico, astensione dal fumo e lontano dai pasti

Misurare la PA, la prima volta, ad entrambe le braccia e quindi al braccio dove la PA è più alta; se uguale sempre allo stesso braccio

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MISURAZIONE DELLA PA A DOMICILIO: Utilizzare apparecchio automatico ben funzionante e tarato

Eseguire una prima misurazione della PA e ripetere una seconda misurazione dopo tre minuti considerando come valida la media delle due misurazioni. Se la differenza fra le due misurazioni è maggiore di 5 mmHg rifare una terza misurazione e fare la media delle ultime due misurazioni.

Misurare la PA al mattino, appena alzato, dopo aver urinato ed essere andati di corpo, prima di fare colazione

Se si prendono farmaci, misurare la PA prima della loro assunzione al mattino e dopo 2-4 ore dalla loro assunzione

Misurare la PA una volta la settimana

Non misurare la PA in presenza di sintomi

Page 30: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Toni di KorotkoffToni di KorotkoffToni di KorotkoffToni di Korotkoff

14391 M14391 M Linee Guida SIIA Edizione 2008Linee Guida SIIA Edizione 2008

Fase IFase I

Fase IIFase II

Gap Gap auscultatorioauscultatorio

Fase IIIFase III

Fase IVFase IV

Fase VFase V

La prima comparsa di rumori percussivi lieve, chiari che aumentano gradualmente La prima comparsa di rumori percussivi lieve, chiari che aumentano gradualmente di intensità per almeno due battiti consecutivi identifica la PA sistolicadi intensità per almeno due battiti consecutivi identifica la PA sistolica

Può seguire un breve periodo durante il quale i suoni si attutiscono ed acquistano Può seguire un breve periodo durante il quale i suoni si attutiscono ed acquistano una qualità fruscianteuna qualità frusciante

In alcuni pazienti i suoni possono scomparire completamente per un breve lasso di In alcuni pazienti i suoni possono scomparire completamente per un breve lasso di tempotempo

Il ritorno di suoni più nitidi, che divengono più vivaci fino a raggiungere, o Il ritorno di suoni più nitidi, che divengono più vivaci fino a raggiungere, o addirittura superare, l’intensità dei toni di fase I. Il signifcato clinico, se pure esiste, addirittura superare, l’intensità dei toni di fase I. Il signifcato clinico, se pure esiste, delle fasi II e III non è stato definitodelle fasi II e III non è stato definito

La distinta e improvvisa attenuazione dei suoni, che divengono lievi e di qualità La distinta e improvvisa attenuazione dei suoni, che divengono lievi e di qualità soffiantesoffiante

Il punto in cui tutti i suoni spariscono completamente rappresenta la pressione Il punto in cui tutti i suoni spariscono completamente rappresenta la pressione diastolicadiastolica

Page 31: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Procedura per la misurazione mediante auscultazioneProcedura per la misurazione mediante auscultazioneProcedura per la misurazione mediante auscultazioneProcedura per la misurazione mediante auscultazione

14390 M14390 M Linee Guida SIIA Edizione 2008Linee Guida SIIA Edizione 2008

Misurazione palpatoria della PA sistolica prima di iniziare la misurazione Misurazione palpatoria della PA sistolica prima di iniziare la misurazione auscultatoriaauscultatoria

Lo stetoscopio deve essere posizionato sopra l’arteria brachiale (usare di Lo stetoscopio deve essere posizionato sopra l’arteria brachiale (usare di preferenza la campana dello stetoscopio)preferenza la campana dello stetoscopio)

Il bracciale deve essere gonfiato 30 mmHg al di sopra della PA sistolicaIl bracciale deve essere gonfiato 30 mmHg al di sopra della PA sistolica

Il bracciale deve essere sgonfiato alla velocità di 2-3 mmHg / battito o secondoIl bracciale deve essere sgonfiato alla velocità di 2-3 mmHg / battito o secondo

Per la determinazione della PA sistolica si deve scegliere la fase I di Korotkoff Per la determinazione della PA sistolica si deve scegliere la fase I di Korotkoff (comparsa dei suoni)(comparsa dei suoni)

Per la determinazione della PA diastolica si deve scegliere la fase V di Per la determinazione della PA diastolica si deve scegliere la fase V di Korotkoff (scomparsa dei toni)Korotkoff (scomparsa dei toni)

Dopo la scomparsa del V tono, il bracciale va sgonfiato rapidamenteDopo la scomparsa del V tono, il bracciale va sgonfiato rapidamente

Immediata registrazione su carta delle misurazioni pressorieImmediata registrazione su carta delle misurazioni pressorie

Page 32: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Come valutare l’effetto della terapia:- Valori della PA dopo almeno un mese di cura

- Decidere di aumentare la dose del farmaco o di associare farmaci con un simile intervallo di tempo

- Un occasionale rilievo di valori di PA aumentati, nell’ambito di valori in genere normali e soprattutto se riscontrati in presenza di sintomi non dovuti all'ipertensione, non devono essere motivo di “spavento”

Rimisurare la PA in modo corretto in almeno due altre occasioni a distanza di giorni e consultare il medico se la PA rimane alta.

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38,7%

32,1%

29,2%

Principali cause di morte in Italia

Rapporti ISTISAN

Malattie sistemacardiocircolatorio

109.518Altro82.798

Tumori 90.888

48,4%

27,8%

23,8%

Uomini Donne

Malattie sistemacardiocircolatorio

132.968Altro76.475

Tumori 65.371

Page 34: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Definizione e classificazione dei livelli di Pressione Arteriosa in mmHg

CATEGORIE SISTOLICA DIASTOLICA

OTTIMALE <120 <80

NORMALE 120-129 80-84

NORMALE-ALTA 130-139 85-89

GRADO 1 140-159 90-99

GRADO 2 160-179 100-109

GRADO3 ≥180 ≥110

IPERTENSIONE SISTOLICA ISOLATA

≥140 <90

2007 Guidelines for the Management of Arterial HypertensionThe Task Force for the Management of Arterial Hypertension ofthe European Society of Hypertension (ESH) and of the EuropeanSociety of Cardiology (ESC)

Page 35: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

DEFINIZIONE DI IPERTENSIONE:

• PA maggiore o uguale a 140/90 mmHg da confermare in almeno due altre misurazioni nell’arco di 1 settimana (se PA > 180/110 mmHg) o di 1 mese (se PA > 140/90 mmHg e < 180/110 mmHg)

• Nei pazienti con diabete o malattie renali i valori di PA che identificano la presenza di ipertensione sono più bassi (130/80 mmHg)

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Etiologia

•La forma più diffusa – 80%- è l’ipertensione arteriosa essenziale (da causa sconosciuta).

•Nel 20% dei casi è possibile identificare una causa e si definisce ipertensione secondaria

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Cause di ipertensione secondaria

•Malattie renali croniche

•Stenosi dell’aa. renale (placca aterosclerotica,

fibrodisplasia)

•Uropatia ostruttiva (calcolo, tumori, compressioni ab

estrinseco)

•Coartazione dell’aorta

•Malattie endocrine (S. Cushing, Feocromocitoma

Iperaldosteronismo Primario, Ipertiroidismo)

•Sleep-apnea syndrome

• Factitia

Page 38: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

COME SI SCOPRE CHE UNA PERSONA E’ IPERTESA?

Misurando in modo corretto la pressione arteriosa

Page 39: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

DISTURBI DA IPERTENSIONE:

L’aumento della pressione arteriosa di per sé non causa disturbi se non in presenza di:

• Ipertensione grave

• Rari casi di ipertensione secondaria

• Complicazioni cardiovascolari

Concetto di “killer silenzioso”

Page 40: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

ICTUS

INFARTO

SCOMPENSO IPERTENSIONEIPERTENSIONE

Insuff. Renale terminale

ANEURISMA AORTA ADDOMINALE

INSUFFICIENZA ARTERIOSA ALLE GAMBE

Malattie dovute alla ipertensioneMalattie dovute alla ipertensione

Page 41: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

ORGANI BERSAGLIO DELL’IPERTENSIONE ARTERIOSA

CERVELLO:- INFARTO CEREBRALE(ICTUS ISCHEMICO): HA UN ORIGINE ATEROTROMBOTICA/TROMBOEMBOLICA PERCHE’L’IPERTENSIONE ARTERIOSA FAVORISCE ‘ATEROSCLEROSI- EMORRAGIA CEREBRALE(ICTUS EMORAGICO)

CUORE:- IPERTROFIA VENTRICOLARE SINISTRA ARITMIE VENTRICOLARI ISCHEMIA MIOCARDICA E SCOMPENSO CARDIACO

Page 42: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

RENE:

- NEFROANGIOSCLEROSI (INSUFFICIENZA RENALE)

VASI:

- ATEROSCLEROSI

OCCHIO:

- RETINOPATIA IPERTENSIVA

ORGANI BERSAGLIO DELL’IPERTENSIONE ARTERIOSA

Page 43: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Stratificazione del rischio cardiovascolare in base ai valori di PA, fattori di rischio concomitanti, TOD e malattie associate

Pressione arteriosa(mmHg)

Altri fattori di rischio, danno d’organo o riscontro di patologia concomitante

NormalePAS 120−129o PAD 80−84

Normale altaPAS130−139o PAD 85−89

Grado 1PAS140−159o PAD90−99

Grade 2PAS160−179

o PAD100−109

Grade 3PAS≥180

o PAD≥110

Nussun altro fattore di rischio aggiunto

Rischio nella Rischio nella mediamedia

Rischio nella Rischio nella mediamedia

Rischio Rischio aggiunto bassoaggiunto basso

Rischio Rischio aggiunto aggiunto moderatomoderato

Rischio Rischio aggiunto aggiunto elevatoelevato

1−2 fattori di rischio Rischio Rischio

aggiunto bassoaggiunto bassoRischio Rischio

aggiunto bassoaggiunto basso

Rischio Rischio aggiunto bassoaggiunto basso

Rischio Rischio aggiunto aggiunto moderatomoderato

Rischio Rischio aggiunto molto aggiunto molto

elevatoelevato

3 o più fattori di rischio, SM, danno d’organo o diabete

Rischio Rischio aggiunto aggiunto moderatomoderato

Rischio Rischio aggiunto aggiunto elevatoelevato

Rischio Rischio aggiunto aggiunto elevatoelevato

Rischio Rischio aggiunto aggiunto elevatoelevato

Rischio Rischio aggiunto molto aggiunto molto

elevatoelevato

Malattia CV o renaleRischio Rischio

aggiunto molto aggiunto molto elevatoelevato

Rischio Rischio aggiunto molto aggiunto molto

elevatoelevato

Rischio Rischio aggiunto molto aggiunto molto

elevatoelevato

Rischio Rischio aggiunto molto aggiunto molto

elevatoelevato

Rischio Rischio aggiunto molto aggiunto molto

elevatoelevato

ESH/ESC Guidelines Committee. J Hypertens 2007;25:1105−87.

Aumento della Pressione arteriosa

Altri fattori di Rischio CV

Sindrome metabolica Diabete

Danno d’organo

Patologie associate

Page 44: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

• L’ipertensione arteriosa è una patologia ad elevatissima prevalenza nella popolazione generale, interessando il 40% circa della popolazione adulta ed il 60-80% della popolazione anziana.

• L’ ipertensione arteriosa è una patologia che normalmente dovrebbe essere gestita dal Medico di Medicina Generale.

Page 45: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

• Nella pratica clinica quotidiana, l’approccio clinico verso il paziente iperteso è quello di ridurre la pressione arteriosa, utilizzando uno dei numerosi farmaci a disposizione della classe medica.

• La terapia del paziente iperteso non è mirata soltanto alla normalizzazione dei valori pressori, ma soprattutto alla regressione, ove possibile, del danno d’ organo e alla riduzione del rischio CV globale, bersagli clinici essenziali per ottenere una riduzione della mortalità e morbilità CV

Page 46: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

• Diagnosi di ipertensione arteriosa e il grado di ipertensione • Diagnosi etiologica (esclusione di forme secondarie)• Determinazione del rischio CV globale del paziente (presenza di altri fattori di rischio CV, di danno d’organo subclinico o di patologie associate)

• Scelta terapeutica che determini un controllo efficace dei valori pressori, ma anche personalizzata per quanto riguarda la tollerabilità e le condizioni cliniche associate

Inquadramento clinico del paziente con ipertensione arteriosa

Page 47: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

IPERTENSIONE ARTERIOSA E SINTOMATOLOGIA

• L’ipertensione arteriosa non complicata è una condizione morbosa asintomatica (“silent killer”)

• Necessità di misurare la PA per la diagnosi • La misurazione della PA deve essere parte

essenziale della visita medica

Page 48: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

• L'ipertensione arteriosa è apparentemente una condizione morbosa "sintomatica", o meglio assai spesso resa sintomatica dalla associazione con altre forme morbose e dalla scarsa conoscenza medica medico: es. associazione casuale con i disturbi della sfera affettiva (ansietà maggiore, attacchi di panico, depressione), con la cefalea.

• In questo caso l’ aumento dei valori pressori è conseguenza e non causa del disturbo stesso e risulta essere amplificato nel paziente iperteso da una maggiore reattività vascolare.

Page 49: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

DISTURBI CHE ERRONEAMENTE VENGONO ATTRIBUITI ALL’IPERTENSIONE

- Cefalea (mal di testa)

- Ronzii auricolari (fischi, sibili)

- Vertigini (giramento di testa)

- Epistassi (sangue dal naso)

- Emorragie congiuntivali (sangue nella parte bianca dell’occhio)

- Sintomi della depressione, panico e ansietà: Difficoltà a dormireStanchezza (specialmente al mattino)Tristezza, voglia di piangere, senso di angoscia e/o pauraSbandamento e/o testa vuotaBatticuoreDifficoltà a stare in ambienti chiusi (claustrofobia) o in ambienti

affollati (agorafobia)

- Sintomi del paziente o più spesso della paziente che “sente la pressione”

Page 50: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

• La causa più spesso è "anatomica" e-o "locale" e venosa o capillare.

• L'ipertensione arteriosa può aumentare il sanguinamento

• La PA è aumentata dalla reazione emotiva al sanguinamento

• Evitare messaggi non corretti ed allarmistici:

"PER FORTUNA CHE L'EMORRAGIA E-O IL SANGUE E' USCITO DAL NASO INVECE CHE NEL CERVELLO"

EPISTASSI ed EMORRAGIA CONGIUNTIVALE

Page 51: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

La crisi ipertensiva

• La crisi ipertensiva è un’ entità clinica che non esiste. Il termine di “crisi ipertensiva” nasce dalla pratica clinica quotidiana, ma non è contemplato su alcuna Linea Guida relativa all’ ipertensione arteriosa.

• Il termine esatto per definire una condizione clinica critica associata ad elevati valori pressori è di “emergenza” o “urgenza” ipertensiva.

• In entrambi i casi la diagnosi è fatta sulla base delle condizioni cliniche del paziente e non sull’ entità dell’ aumento dei valori pressori.

Page 52: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Emergenze ipertensive

Condizioni cliniche che mettono il paziente in pericolo di vita immediato e nelle quali l’aumento della PA svolge un ruolo patogenetico (causa o concausa):

Encefalopatia Ipertensiva Ictus Cerebrale Ischemico o Emorragico S. Coronariche Acute (Angina Instabile ed Infarto Acuto del Miocardio) Scompenso Cardiaco / Edema Polmonare Acuto Dissezione Aortica Eclampsia Gravidica Grave Sanguinamento con pericolo di vita per il paziente Trauma Cranico

Page 53: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Urgenze ipertensive

1. Condizioni cliniche con danno d’organo rapidamente evolutivo:

• Ipertensione Accelerata o Maligna

2. Condizioni cliniche con potenziali complicanze:

• Ipertensione Peri-Operatoria (Ipertensione Pre-Intra e Post-operatoria)

Page 54: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Pseudoipertensione e pseudocrisi ipertensive

Il rialzo dei valori pressori è secondario alla sintomatologia che rappresenta la vera “condizione patologica”.

RIALZO DEI VALORI PRESSORI SINTOMO

RIALZO DEI VALORI PRESSORISINTOMO

Page 55: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

COME MISURARE LA PA?

CLINICA (CLINIC)

DOMICILIARE (HOME)

MONITORAGGIO PA (AMBULATORY)

ESH/ESC Guidelines Committee. J Hypertens 2007;25:1105−87.

Page 56: Lipertensione arteriosa Agostino Virdis Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa

Valori soglia per la definizione di ipertensione arteriosa (mmHg)

Sfigmomanometrica o clinica

Domiciliare

Monitoraggio ambulatorio delle 24 ore

Periodo diurno

Periodo notturno

PA Sistolica

140

135

125-130

130-135

120

PA diastolica

90

85

80

85

70

2007 ESH/ESC Guidelines

ESH/ESC Guidelines Committee. J Hypertens 2007;25:1105−87.

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AUTOMISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA

VANTAGGI

• Utile per controllare nel tempo i valori pressori• Assenza di reazione d’allarme alla misurazione• Elevata riproducibilità (se media di numerose misure)• Basso costo e semplicità d'uso

• Necessità di addestrare il paziente• Scarsa attendibilità dei valori riferiti al medico (valori

riportati in maniera non accurata, omissione di valori, aggiunta di valori non misurati)

• “Nevrotizzazione” da misure ripetute in soggetti ansiosi

SVANTAGGI

Utile sostegno alle decisioni del medico; può migliorare l'aderenza del paziente al trattamento ; da non usare nei pazienti ansiosi ed in quelli che potrebbero modificare la terapia di propria iniziativa

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• Paziente giovane• Insorgenza improvvisa • Ipertensione arteriosa resistente (non normalizzata dalla

associazione razionale di 3 farmaci antipertensivi)• Presenza di ipopotassiemia• PA che improvvisamente sfugge al controllo della

terapia farmacologica• Riduzione eccessiva della PA dopo somministrazione di

un farmaco che blocca il SRA (soprattutto se associata a un aumento della creatininemia)

QUANDO SOSPETTARE UN’ IPERTENSIONE SECONDARIA

E’ importante ricordare che l’ ipertensione secondaria può essere associata o può essere una complicanza

dell’ ipertensione arteriosa essenziale

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Cause di ipertensione secondaria

•Ipertensione factitia•Malattie renali croniche•Uropatia ostruttiva•Ipertensione renovascolare•Coartazione dell’aorta•Iperaldosteronismo primitivo

(ed altri stati con eccesso di mineralcorticoidi)•Feocromocitoma•Sindrome di Cushing

(ed altri stati con eccesso di glucocorticoidi)•Sleep-apnea syndrome•Patologie della tiroide/paratiroidi

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Sostanze che causano ipertensione factitia e che possono ridurre l’ efficacia dei farmaci antipertensivi

•Alcool•Caffeina•Fumo di sigaretta•Corticosteroidi•Ciclosporina•Eritropoietina•Droghe (amfetamine,

cocaina..)•FANS•Contraccettivi orali•Psicofarmaci (IMAO)

No

No

?Sì

No

No

No

No

Aumento della PA Interferenza con farmaci

antiipertensivi

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CENTRI IPERTENSIONE

PERCORSO AMBULATORIALE COMPLESSO

Esami emato-chimici• Creatininemia

(stima del filtrato o la clearance)

• Analisi dell’urina e microalbuminuria (rapporto albumina/creatinina)

• Potassiemia

• Glicemia, Colesterolemia totale e HDL, Trigliceridemia,

• Emoglobina ed ematocrito

Esami Strumentali• Elettocardiogramma

• Ecocardiogramma

• Ecografia carotidea

• Ecocolordoppler addominale

Visita Medica• Anamnesi

• Esame obiettivo

(misurazione PA, F.O.)

• Relazione clinica

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CONCLUSIONI

• Il Centro Ipertensione collabora con il Medico di Medicina Generale per la gestione clinica del paziente iperteso.

• I pazienti ipertesi dovrebbero afferire a un Centro Ipertensione per la resistenza a una terapia farmacologica razionale, per la presenza di ipertensione accelerata o maligna, per ipertensione complicata da malattia associata o per il sospetto di ipertensione secondaria

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CONCLUSIONI

• L’ ipertensione arteriosa è una patologia per la quale la legislazione sanitaria prevede una gestione ambulatoriale.

• Il Centro Ipertensione dovrebbe essere organizzato per offrire un percorso ambulatoriale complesso e coordinato di attività diagnostiche, riducendo al minimo i tempi di attesa.

• Il Centro Ipertensione non deve rappresentare solo un “dispensatore” efficiente di esami strumentali, ma un reale supporto clinico per il Medico di Medicina Generale.