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Autore Lorenzo Ventrudo - Teologia della storia (testo aggiornato) – Convegno ad Orsara di P. (Fg) – Pagina 1 di 39 - 09/05/2014 L’Europa in prospettiva escatologia (Presentazione del libro di Lorenzo Ventrudo, Diacono della Diocesi Lucera-Troia) Associazione Culturale “Orsara Nova” Sabato 10 maggio 2014 – h. 18,30 Presso Aula Consiliare Comunale del Comune di Orsara di P. (Foggia) Orsara di Puglia (Foggia) PREMESSA Concezioni del tempo - Modelli matematici di riferimento 1. Il genere letterario apocalittico - sintesi 2. La comparsa dell’Anticristo e del suo regno satanico: la bestia che saliva dal mare (Ap 13,1-10). 3. La Bestia di Apocalisse Capitoli 13 e 17, tra simbolismo e realtà storica. 4. Teologia della storia, applicazione concreta - L’Impero Romano e la sua Restaurazione. 5. Atti degli Apostoli: narrazione paradigmatica della storia. 6. L’Apocalisse dell’Anticristo - Identikit - Connotati satanici 7. CONCLUSIONE *******************

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Autore Lorenzo Ventrudo - Teologia della storia (testo aggiornato) – Convegno ad Orsara di P. (Fg) – Pagina 1 di 39 - 09/05/2014

L’Europa in prospettiva escatologia (Presentazione del libro di Lorenzo Ventrudo, Diacono della Diocesi Lucera-Troia)

Associazione Culturale “Orsara Nova”

Sabato 10 maggio 2014 – h. 18,30 Presso

Aula Consiliare Comunale del Comune di Orsara di P. (Foggia)

Orsara di Puglia (Foggia)

PREMESSA

Concezioni del tempo - Modelli matematici di riferimento

1. Il genere letterario apocalittico - sintesi 2. La comparsa dell’Anticristo e del suo regno satanico: la bestia che saliva dal mare (Ap 13,1-10). 3. La Bestia di Apocalisse Capitoli 13 e 17, tra simbolismo e realtà storica. 4. Teologia della storia, applicazione concreta - L’Impero Romano e la sua Restaurazione. 5. Atti degli Apostoli: narrazione paradigmatica della storia. 6. L’Apocalisse dell’Anticristo - Identikit - Connotat i satanici 7. CONCLUSIONE

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PREMESSA

Concezioni del tempo - raffigurazioni analogiche (modelli matematici)

Figure euclidee bidimensionali

Forma tridimensionale Forme cicloidee, elicoidale, solenoide

Forma Spiraloide

Forma a spirale Punto focale: Cristo ricapitolatore dell’Universo (Ef 1,10)

Storia della salvezza – Cristo α – Ω, l’Alfa ed l’Omega “Colui che è, che era, che viene, l’Onnipotente” (Ap 1,8)

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Autore Lorenzo Ventrudo - Teologia della storia (testo aggiornato) – Convegno ad Orsara di P. (Fg) – Pagina 3 di 39 - 09/05/2014

La concezione del tempo ciclico 1 1. Civiltà greca

Il tempo ciclico o concezione circolare vede l'universo come un continuo prodursi e disfarsi, in sequenza eterna ed infinita. Nella civiltà greca (come in quella romana), il tempo è vissuto come ordine misurabile del movimento, ossia come misura del perdurare delle cose mutevoli e come ritmica successione delle fasi in cui si svolge il divenire della natura. Il tempo non può essere altro che la ruota in cui tutti gli esseri eternamente rinascono, muoiono e si ricompongono allo stato originale. 2. Il tempo ciclico e la storia dell'uomo Il concetto dei "corsi e ricorsi" (e quindi di tempo ciclico) venne espresso da Giambattista Vico. Esempio di ciclicità vichiana della storia può essere l'alternanza di periodi parlamentari (democrazia greca, repubblica romana, comuni, regni costituzionali, democrazie) e imperiali (i re di Roma, l'Impero romano, le signorie, il fascismo). Altro esempio, in campo economico, è l'alternanza di periodi di espansione economica e periodi di crisi. Ogni attimo è allo stesso tempo unico, ma non irripetibile in senso assoluto. 3. Machiavelli, La storia è ciclica (Cfr. N. Machiavelli, Istorie fiorentine, V, cap. I )

Machiavelli teorizza un tipo particolare di ciclicità: quello che va dalla rovina alla grandezza, all’ozio, alla debolezza, per poi tornare di nuovo alla rovina; quello che va dall’ordine al disordine per poi tornare all’ordine, dal bene al male e dal male al bene: “non essendo dalla natura conceduto alle mondane cose di fermarsi”. 4. Civiltà occidentale

La concezione del tempo lineare (Cristianesimo) e progressista (tipicamente illuminista) Nella società cristiana occidentale il tempo è concepito come lineare così come lo vedono tendenzialmente le scienze. Nel contesto biblico e coranico è introdotta la concezione del tempo procedente a senso unico, dove lo svolgimento storico dell'umanità è irreversibile, senza possibilità di

1 Cfr. Sito: wikipedia, di Vito Foschi

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ritorno e con una serie di istanze nelle quali le libere decisioni dell'uomo, con il loro apporto di male o di bene, sono destinate a rimanere tali per tutta l'eternità. Nella dottrina del tempo lineare (caratterizzato dall'avere un inizio e una fine) ogni istante distrugge quello precedente, ogni cosa è travolta da quello che viene dopo e quindi se accetto tale dottrina non posso vivere pienamente, perché so che ogni istante sarà distrutto, privato di significato, da quello successivo. 5. La concezione del tempo a spirale Alternativa alla concezione del tempo come ripetizione, ma anche a quella che vede il tempo come progresso, troviamo la concezione secondo cui il tempo segue determinate fasi per una legge eterna che lo governa e lo governerà necessariamente, ma, tali ripetizioni si differenziano dall'essere cicliche dal momento che si conducono comunque verso un progredire (come dire che il tempo segue dei semicicli progressivi). In questo si ritrova lo schema tesi-antitesi-sintesi di Hegel (quindi anche dell'Hegelismo) e di Marx (quindi anche del Marxismo e del Comunismo). Questa concezione tenta di coniugare il tempo ciclico e il tempo lineare. 6. La concezione del tempo in senso morale

In senso morale il tempo si può considerare come un costante miglioramento (le "meravigliose sorti e progressive" del pensiero socialista), come un costante peggioramento (fino al giudizio universale, vedi Cristianesimo e Islam), oppure come un'alternanza di periodi in miglioramento e periodi in peggioramento (vedi tempo ciclico). 7. Nietzsce: la concezione del tempo

La concezione di tempo nietzscheiana si scontra aspramente con quella tradizionale dell'Occidente. Infatti, nella società cristiana occidentale il tempo è concepito come lineare, con inizio e fine, così come lo vedono tendenzialmente le scienze. Friedrich Wilhelm Nietzsche scardina in modo rivoluzionario questa visione parlando di una circolarità del tempo, funzionale alla sua teoria dell’Oltreuomo. Alla concezione lineare e progressiva del tempo propria del Cristianesimo e della mentalità moderna (tipicamente illuminista), Nietzsce sostituisce un tempo non più modellato sul conflitto tra attimi, tra passato, presente e futuro, ma un tempo a cui si assiste ad un eterno ripetersi dell'attimo.

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8. La concezione del tempo come spiraloidiforme La teologia della storia si configura, pertanto, non come proiezione lineare, bensì come sviluppo spiraloidiforme , per usare un modello matematico più conforme al reale sviluppo storico, tutto proteso verso il punto focale che è Cristo, Ricapitolatore Universale (Ef 1,10). La storia, insomma, non è una ripetizione tautologicamente ciclica, senza principio né fine, senza senso. “Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno” (Gaudium et Spes n. 37). La riproduzione degli eventi, continuano arricchiti nella diversità delle circostanze, e sono il risultato d’esplosioni di contraddizioni derivanti dalla lotta tra il bene e il male, sospinte a livelli sempre più alti e critici, con crisi che determinano un acceleramento di certi eventi della stessa storia, specie in fase conclusiva. Con riferimento a quanto da noi proposto circa la definizione fenomenologica della ripresentazione storica, mai identica a se stessa, di eventi del passato, cosiddetta “cicloidea”, o meglio, “spiraloide”, convergendo il tutto in Cristo, ricapitolatore cosmico, riportiamo questa nota di M. Eugene Boring2: “Non è da escludere che l’Apocalisse abbia influenzato col suo schema la visione kierkegaardiana della storia. Kierkegaard propone uno schema elicoidale (spiraloidale) ascendente della storia: è vero che gli eventi si ripetono, ma sempre a un livello superiore: uguali e allo stesso tempo diversi, ascendono con un moto a vite fino al vertice escatologico del cono”. In particolare, i teologi rilevano che quando una profezia è dissigillata, allora gli eventi precipitano. Sulla nostra ipotesi del “cammino storico”, cicloideo o spiraloide, obiettivato fortemente dalla cristologia, ci sembra formulato anche da B. FORTE3, il quale evidenzia come il “compimento della storia della salvezza d’Israele e dell’umanità intera sia attraversato da un movimento a spirali, che procede in avanti, dalla promessa al compimento pieno e definitivo: l’apocalisse dell’Ultimo, compiutasi in Cristo Gesù”. La posizionalità storico-logico-strategica che si occupa con posizione osservatoria privilegiata, nella percorrenza storica degli eventi, sembra indubbiamente più avvantaggiata con il “supporto matematico” della “cicloide” o “spiraloide” perché non euclidea e quindi non limitata nella prospettiva della dimensionalità temporo-spaziale e quindi logico-critica. Nella concezione cristiana, dunque, il processo storico iniziato con l’atto creativo di Dio, ha un suo fine che è anche compimento perciò: “Il termine ultimo della storia del mondo e specialmente di quella della umanità – secondo quanto osserva E. Schick4 – vien posto dalla rivelazione concretamente nel fatto che ‘Dio sarà tutto in tutti’ (1Cor 15,28): dunque nella realizzazione completa del dominio di Dio”.

2 M. EUGENE BORING, Apocalisse, Claudiana Torino, 2008, nota n. 38, p. 49. 3 B. FORTE, Apocalisse, S. Paolo, Torino, 2000, p. 29. 4 SCHICK E ., L’Apocalisse, Città Nuova, Roma, 1973, pp. 165-166. Il teologo tedesco-americano Paul Tillich , scrive: “La vita eterna, è vita nell’eterno, vita in Dio”. In tal senso, egli parla di “panteismo escatologico”. [Citato da AA.VV., ANDRÉ GOUNELLE -FRANҪOIS VOUGA, Dopo la morte…? I cristiani e l’aldilà , Claudiana Editrice, Torino 1995, p. 85].

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1. Il genere letterario apocalittico - sintesi

L’apocalittica rappresentando il culmine di uno sviluppo storico e interno alla rivelazione, sia dell’A.T. sia del N.T. consente, attraverso appunto categorie teologiche “tipicizzate” (B. Maggioni)5, di applicare la rivelazione alla vita e comporta un’ermeneutica permanente della storia presente in tutta la sua articolazione e complessità. U. Vanni6 ne sottolinea, pertanto, “l’importanza insostituibile” per la teologia e la prassi cristiana. Riportiamo qui di seguito delle note che in sintesi identificano, secondo il biblista B. Marconcini7, il carattere apocalittico del genere letterario:

• la visione, anche se si tratta di sola audizione; • visione relativa ai fatti dell’umanità che presenta; • come mistero; • lo sconvolgimento spirituale del veggente, che è invaso da ansia, ha paura e perde i sensi; • la parenesi, un’esortazione ai lettori perché facciano scelte definitive per Dio; • la pseudonimia, distinta da quella sapienziale che utilizza nomi di re (Salomone, Manasse); • l’uso dei simboli, in una varietà e complessità crescente in cui gli eventi storici, simbolicamente narrati, sono presentati prospetticamente

con immagini spesso sovrapposte, duplicate e concatenate; • il carattere composito degli scritti; si pensi che Daniele usa tre lingue: l’ebraico, l’aramaico e il greco; • la spasmodica attesa della fine; • la catastrofe cosmica: il tempo universale scandito da numeri particolari; • la presenza di angeli e demoni; • una salvezza qualificata come gloria; • il regno di Dio propiziato da un intermediario. Secondo Rudolf Schnackenburg8 “caratteristica del pensiero apocalittico è che “i testi – biblici – vengono reinterpretati di continuo e applicati a nuove situazioni”.

5 MAGGIONI B ., L’Apocalisse, per una lettura profetica del tempo presente, Cittadella, Assisi, 1981, pp. 7-8. In chiave storica l’Apocalisse simbolizzando i fatti storici del suo tempo, li fa assurgere a “tipi di valore universale”. 6 VANNI U ., L’Apocalisse, EDB, Bologna, 1988, p. 34-55;60. 7 MARCONCINI B ., L’Apocalittica: l’antico testamento alla luce del nuovo, Settimana Biblica, Verona, 1986, p. 11.

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Profeti di sventura? O apocalittici?

Non intendiamo qui sostenere alcun pessimismo antropologico, perché sappiamo come la Chiesa abbia fiducia anche nell’uomo, pur conoscendo la malvagità di cui è capace, perché sa bene che – nonostante il peccato ereditato e quello che ciascuno può commettere – ci sono nella persona umana sufficienti qualità ed energie, c’è una fondamentale “bontà” (cfr. Gn 1,31), perché è immagine del Creatore, posta sotto l’influsso redentore di Cristo, “che si è unito in certo modo a ogni uomo”[Cfr. GS 22], e perché l’azione efficace dello Spirito Santo “riempie la terra” (Sp 1,9) (SRS 47). Né, d’altronde, qui s’intende opporre all’ottimismo storico-ascendente degli incarnazionisti, l’escatologismo storico-discendente, pessimistico e catastrofico. “La fede – osserva la Nota dottrinale della C.E.I. circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 2002, Cap IV n. 7 – non ha mai preteso di imbrigliare in uno schema rigido i contenuti socio-politici – pertanto – sono da respingere quelle posizioni politiche e quei comportamenti che si ispirano a una visione utopistica la quale, capovolgendo la tradizione della fede biblica in una specie di profetismo senza Dio, strumentalizza il messaggio religioso, indirizzando la coscienza verso una speranza solo terrena che annulla o ridimensiona la tensione cristiana verso la vita eterna”. In altre parole, la verità è che, “non è la storia che crea i valori, ma è sottomessa e giudicata da essa […] Secondo la concezione hegeliana della “Weltgeist” (cammino necessario dello “spirito del mondo”) la storia va avanti e la Chiesa deve accompagnare questo cammino – adeguandosi – al

8 RUDOLF SCHNACKENBURG, Vangelo secondo Marco, Città Nuova Editrice, Roma 2002, p. 352.

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suo linguaggio, i suoi insegnamenti, le sue pratiche religiose al mondo”. Questa è una concezione “tipicamente evoluzionista, perché implica una filosofia della storia, fondata sull’ineluttabilità del progresso sociale, che è parte di un più vasto movimento perfettivo dell’universo”.9 A proposito dei “profeti di sventura”, il monaco di Bose Luciano Manicardi 10, con riferimento ai tempi odierni in cui “i giorni sono cattivi”, rileva: “Forse è venuto il tempo di riabilitare i profeti di sventura, o meglio coloro che sanno leggere i rischi di uno stile di vita, di una economia, di una politica, di un rapporto con l’ambiente, che può condurre a disastri per le generazioni future e per il mondo, oltre che ad aggravare il divario già esistente fra paesi ricchi e paesi poveri […] il profeta autentico è proprio colui che sa guardare e denunciare il tragico dell’esistenza, mentre è esattamente il rifiuto di vederlo che conduce alla catastrofe […] nella crisi il credente è chiamato a essere un resistente, uno che lotta nella prova come Giobbe, uno che deve incontrare l’opposizione di potenti e di sacerdoti di corte come Geremia, ma anche a trovare il coraggio della parola. Senza la parola profetica, senza la parola che annuncia il giudizio di Dio, la crisi non è colta nella sua portata e non è superata”. “Il problema non è, dunque, se il profeta annuncia la sventura oppure no, ma se parla a nome di Dio oppure no!”11

9 Sito: http://www.riscossacristiana.it/intervista a Roberto de Mattesi del 29.03.2014. 10 MANICARDI LUCIANO , Quando i giorni sono cattivi (II), nel periodico bimestrale della Comunità del Diaconato in Italia, anno 42° marzo/aprile 2010, pp. 43-48. 11 FICHERA G. , “Associazione Fede, Cultura e Società”, periodico mensile, anno IX, n. 50, Foggia, ottobre 2009, p. 21.

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2. La comparsa dell’Anticristo e del suo regno satanico: la bestia che saliva dal mare (Ap 13,1-10).

L’Anticristo = Vicario di Satana Apocalisse 13, 1-18: “Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo […] Il drago – Satana – le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. […] L’adoreranno tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato. […] Faceva sì che tutti […] ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte […] cioè il nome della bestia o il numero del suo nome – che – rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei” 666).

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È ormai unanimemente ritenuta certezza di fede il riferimento apocalittico della “bestia” l’essere intimamente associata all’Anticristo e alla sua dominante struttura di potere. Il testo biblico di riferimento alla bestia si presenta esegeticamente ambivalente nel senso che all’Anticristo sono assegnati talvolta tratti personali e/o collettivi. Il suo sistema di potere è la formazione economico-geo-politico-sociale-ideologico-religiosa, specificatamente e storicamente determinata dal ricostituentesi Impero Romano. Per il gesuita spagnolo F. de Ribera (+ 1591) in Ap 19-20 “sono preannunziati gli eventi finali della storia e soprattutto l’avvento dell’anticristo, che è da identificare con la prima Bestia, mentre la seconda Bestia è un predicatore insigne, suo precursore”. F. de Ribera fu seguito, fra gli altri, dai confratelli gesuiti J.B. Viegas (+1599), S. Pereyra (+1606) e C. a Lapide (+1625)12. Gli esegeti identificano “la bestia che sale dall’Abisso” (v. 7) con Nerone (cfr. 13,1.18; 17,8) tipo dell’Anticristo, e per “grande città”, Babilonia che è Roma13 (14,8; 16,19; 17,5.18; 18,2.10-21) ed è chiamata Sòdoma ed Egitto a causa dei suoi maggiori e gravi peccati di impudicizia e oppressione dei cristiani (cfr. 17,4-6). Qui viene identificata con Gerusalemme. 3. La Bestia di Apocalisse Capitoli 13 e 17, tra simbolismo e realtà storica14. La problematica ermeneutica di Ap 13; 17, la esponiamo in forma di sintesi, rimandando l’approfondimento in merito all’Anticristo, a quanto già pubblicato e citato: a) Gli studiosi, sono unanimi nel ravvisare, nel simbolismo della Bestia che sale dal mare, di Ap 13, l’incarnazione, nella storia, del potere totalitario

che non viene da Dio, ma dal demonio che l’ ha ricevuto nelle proprie mani e lo dà a chi vuole (cfr. Lc 4,6). La Bestia, quindi, è associata intimamente all’Anticristo e alla sua dominante struttura di potere.

12 GIANCARLO BIGUZZI , Apocalisse, Ed. Paoline, Milano 2005, p. 20. 13 GIANCARLO BIGUZZI , “Is the Babylon of Revelation in Rome or Jerusalemm?”, New Testament abstract, Biblioteca Pontificio Istituto Biblico, sito web: www.bsw.org/?.../Vol.87 (2006), pp. 372-386. L’a. rileva come tradizionalmente Bibilonia, di cui Ap 17-18, sia stata identificata con la Roma imperiale. Recentemente una ventina d’esegeti respinge tale interpretazione sostenendo invece che Babilonia sia da identificare con Gerusalemme. Questa nuova ipotesi interpretativa, cambia l’interpretazione di tutto il libro, poiché l’Apocalisse dopo essere stata connotata come anti-romana, diventerebbe “anti-diffamazione ebraica”. Per l’approfondimento circa l’interpretazione antiromana dell’Apocalisse, cfr. GIANCARLO BIGUZZI, Apocalisse, op. cit., ivi a pp. 28-29. Sulla “dissomiglianza e/o di inversione” tra Babilonia-Gerusalemme celeste, questi è l’inversione/rapporto archetipo di Babele/antitesi della Gerusalemme celeste che discende dal cielo; l’unificazione è realizzata solo da Cristo con la Pentecoste. Cfr. A.L.A. HOGETERP , Resurrection and Biblical Tradition: Pseudo-Ezekiel Reconsidered, sito cit., vol. 89, 2008, pp. 59-69. 14 Cfr. LORENZO VENTRUDO , L’Anticristo che deve ritornare – Trattato sull’Anticristo, op. cit., ivi pp. 191-227.

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L’ Anticristo è definito un essere “esecrabile” (C. Hill ), l’empio, il fuori legge, l’anarchico, bestia perché qualitativamente inumano (René Pache). S. Ireneo lo definisce quale “sintesi di tutti i vizi e di ogni iniquità”. Per Angelico Arrighini , L’Anticristo è “la più completa incarnazione del male”. Per Enzo Bianchi, l’Anticristo è l’antiparola. Per S. Tommaso l’Anticristo è “l’eccellentissimo figlio di Satana, il Vicario di Satana sulla terra in antitesi al Papa che è il Vicario di Cristo sulla terra”. Con le sue astuzie tenterà di uccidere il Cristo nei cuori degli uomini. Al torrente di Grazia contrapporrà un torrente di ferocia e di sangue. Il romanziere Robert Benson15 lo definisce “la suprema potenza della terra” e parodiando il Cristo, “figlio dell’uomo”, “salvatore del mondo”, “Dio incarnato, come simbolo, il più perfetto, della divina umanità”; “un uomo solo capace di tenere nelle sue mani tutto il mondo pienamente democratico!” Della sua attività, molti autori sintetizzano così il suo esercizio diabolico: • Produce o completa l’apostasia (Soto, Bellarmino, Giustiniano, S. Ildegarda). • “Subdolamente, piacerà a tutti, non accetterà cariche, non farà preferenze di persone, sarà amabile con tutti, calmo in ogni cosa, ricuserà i doni,

apparirà affabile con il prossimo, così che tutti lo loderanno esclamando: «Ecco un uomo giusto!»” (Efrem il Siro (diacono e dottore della Chiesa del IV secolo)). “L’Anticristo – secondo Carl Schmitt 16 , giurista e filosofo politico tedesco – sorgerà da una società come quella moderna occidentale dove «gli uomini sono poveri diavoli che sanno tutto e non credono in nulla»; una società dove «le cose più importanti e ultime sono secolarizzate: la bellezza è diventata buon gusto, la Chiesa un’organizzazione pacifista, al posto della distinzione tra buono e cattivo, quella tra utile e dannoso». L’Anticristo non sarà affatto un materialista, un nemico della religione: anzi, «provvederà a tutti i bisogni, compresi quelli spirituali». Soddisferà l’anelito alla trascendenza dell’uomo parlando di spiritualità, proponendo una «religione dell’umanità» dove tutti siano d’accordo su tutto e dove sia bandita ogni divergenza e, soprattutto, ogni dogma, visto come il male radicale”.

• Diffusione ed ostentazione dell’omosessualità (Santa Ildegarda di Bingen). • Secondo una leggenda popolare inficiata da influssi derivanti dagli scritti apocalittici ebraici e cristiani, rielaborati in senso islamico, la fine del

mondo sarebbe preceduta dalla decadenza morale della comunità islamica. A questo proposito “il Profeta” (Maometto) avrebbe detto: “Quando la buona fede sarà andata a male aspettatevi l’Ora. E come va a male la buona fede? Quando la cosa più importante sarà affidata a chi non è degno né capace, aspettatevi l’Ora. Quando la religione sarà in mano di uomini senza fede, aspettatevi l’Ora” (Cfr. ENCICLOPEDIA , Le grandi religioni, Rizzoli, 1964, vol. V., voce “Islam”, p. 149). Inoltre, sempre Maometto avrebbe profetizzato alcuni dei segni premonitori della fine dei tempi

15 ROBERT BENSON, Il Padrone del mondo, Jaca Book, 11^ ristampa, novembre 1994, pp. 141.204. 16 VITTORIO MESSORI , Pensare la storia, San Paolo, VIII Ed., 1996, pp. 517-519. L’a. riferisce che Carl Schmitt ha ritrovato il testo citato, di Efrem in latino: Sermo de fine mundi.

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consistenti in: “aumento dell’omosessualità, trattare i cani come figli, donne vestite come uomini e viceversa, segni del cielo, grande terremoto, apertura di una faglia che avrebbe allargato la Terra, allungando il giorno” [Cfr. Google: Fine dei tempi – wikipedia]

Infatti, per tali studiosi, Satana per contrastare l’avvento del Regno di Dio, si avvale di potenti emissari, come il potere politico di Roma, simboleggiato nella “bestia che sale dal mare” (Ap 13,1), e il culto imperiale, raffigurato nella “bestia che sale dalla terra” (Ap 13,11). Gli eventi narrati, dato il tipico procedere del racconto apocalittico, non hanno generalmente, come nel testo riferito, valenza cronologica poiché gli avvenimenti sono descritti con sovrapposizione d’immagini che non tengono conto della sequenza logico-storica del loro susseguirsi nel tempo. I fatti storici sottesi nella narrazione simbolica, effettivamente avvenuti, si ripresentano nel tempo della Chiesa, perché prodromi e anticipazioni che rimandano escatologicamente a eventi finali che devono realizzarsi nel modo nuovo conformemente al nuovo contesto. Secondo gli studiosi, la Bestia e il suo nome (Ap 13,18), sono da intendersi in senso singolo e/o collettivo. Per il biblico “principio della personalità corporativa o clanica”, il Capo-Anticristo con il suo Corpo-Impero sono un tutt’uno tra loro, e ciò a imitazione analogica del Cristo con la sua Chiesa. Anche Satana-l’Anticristo e il Falso Profeta, trinità diabolica, sono l’antitesi della Trinità divina. Noi condividiamo pienamente l’ipotesi singolo/collettività sostenuta da: Allo, Buzy, A. Romeo, Hodus, Bonsirven, Settimio Cipriani, F. Spadafora, P. Parente, K. Rahner, Leal-Masson, e tanti altri, perché è impensabile che esista un Capo, senza il suo Popolo, e viceversa! Anzi, per il principio della personalità corporativa, ambedue sono intimamente associati a un unico destino. In Ap 13,18 è detto chiaramente che il “numero della bestia […] rappresenta un nome d’uomo”. Qui riaffermiamo in modo assolutamente vero e categorico che l’Anticristo è un uomo che deve “ritornare” , “riapparire”, così come specificato inequivocabilmente dalla terminologia biblica di Ap 13 e 17,8-14, e l’unanime esegesi di studiosi cattolici e no. Sulla teologia del ritorno, abbiamo tracciato dei lineamenti di ricerca, in altro lavoro qui citato. b) Sulla datazione, o meglio ri-datazione dell’Apocalisse, condividiamo la tesi di Julian Carròn 17, condivisa anche da altri studiosi di rilievo (H.

Stierlin , Tresmontant, E. Bianchi, E. Lupieri, ed altri), che pur adducendo motivazioni diverse, ritengono che S. Giovanni, redigendo il suo 17JULIÁN CARRON , in Il Timone, rivista di formazione e informazione apologetica, anno IV, Gennaio/Febbraio 2002, intervento di Gianpaolo Barra, sul tema della datazione dei Vangeli, a Radiomaria il 12 giugno 1998, pp. 64-66. Sempre sul tema della datazione dell’Apocalisse, Giancarlo Biguzzi, Apocalisse, op. cit., ivi pp. 31-32, rileva che “l’opinione minoritaria […] ambienta la composizione del libro in epoca neroniana, e una maggioritaria che, rifacendosi a Ireneo di Lione, colloca la stesura dell’Apocalisse in epoca domizianea […] – Comunque - per J.A.T. Robinsons e K. Gentry […] “il valore probante del testo di Ireneo di Lione non è affatto indiscutibile”.

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Vangelo dopo gli altri tre evangelisti, l’avrebbe scritto prima dell’anno 70. In particolare, sul problema della datazione dell’Apocalisse, Enzo Bianchi18 osserva: “C’è da chiedersi se in Ap 11.3-13 non sia veramente da riconoscersi un biglietto compilato dalla comunità all’indomani del martirio di Pietro e Paolo e giunto fino a Giovanni che l’avrebbe inserito a questo punto (cfr. H. Stierlin , La veritè sur l’Apocalypse, Paris 1972, pp.105-109)”.

L’interpretazione tradizionale di Ap 17, vede nei “sette (otto) re” altrettanti imperatori che si sono succeduti in Roma fino al tempo di Giovanni.

Inoltre, la Bestia che si presenterà come l’ottavo re, pur essendo stato uno dei sette, tornerà alla fine del mondo. Questa interpretazione, proiettata escatologicamente, è condivisa da consensi unanimi degli studiosi.

Così, riassumendo con Pierre Prigent 19: “Ora, il simbolo dell’Impero […] è qui caratterizzato come una figura del passato, momentaneamente scomparsa, ma il cui ritorno è aspettato. La conclusione è ormai vicina: una volta di più, si tratta di Nerone, presentato come la ricapitolazione e la perfetta immagine dell’impero. Il suo regno passato ha manifestato il proprio carattere demoniaco. Egli è scomparso, ma le folle superstiziose ne aspettano il ritorno glorioso. Il nostro autore risponde: tornerà, sì, ma per subire l’annientamento che l’onnipotente riserva ai ribelli […] Nerone tornerà dunque alla fine e l’impero si manifesterà nella sua persona per ciò che realmente è: strumento di Satana e Anticristo […]”. Sul tema, inesplorato, del “ritorno ” della bestia e cioè dell’imperatore-Anticristo , come accennato altrove, concorda, tra gli altri, E. Lohse20 il quale specifica che “la bestia si presenterà come l’ottavo, ma è già stata uno dei sette che deve ritornare alla fine del mondo” (sott. mia). Questa precisazione esegetica è di grande importanza perché, dalla rivelazione del nome dell’Anticristo che esporremo qui di seguito, si rileva che, in effetti, l’ Anticristo che deve “ritornare alla fine del mondo” sarà proprio il “Nero Redivivus”, ossia Nerone in persona che deve necessariamente ritornare, in vita, per andare in perdizione!

18 ENZO BIANCHI , L’Apocalisse di Giovanni, Edizioni Qiqajon Comunità di Bose, seconda edizione 1988, pp.126; 131, nota n.3 19 PIERRE PRIGENT, L’Apocalisse di S. Giovanni, Edizioni Borla , Roma 1985, pp. 516-520. 20 LOHSE E., L’Apocalisse di Giovanni, op. cit., ivi p. 165.

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Riportiamo qui di seguito anche l’interessante esegesi di G. Biguzzi21: “Dell’ottavo re dice Giovanni che, prima di essere appunto l’ottavo, è stato uno dei sette, ma non dice in che posizione si è trovato nella successione dei sette. Non può essere né il sesto né il settimo a motivo dei tempi verbali che si trovano nell’affermazione “era e non è” (v.11a): l’ottavo è stato dunque uno dei primi cinque, uno di quelli che sono caduti (epesan), e certamente la sua caduta fu quell’essere colpito a morte (Ap 13,12) dalla spada (13,14) […] In questo modo la contraddizione risulta non essere tale, perché la prima esistenza della Bestia spiega la sua inclusione fra i sette, mentre la seconda spiega la sua ricomparsa come ottavo re. Il problema sta altrove e sta più precisamente nella violazione del numero settenario. Il numero “7” – misura di tutto in Apocalisse – qui – trabocca infatti in un ottavo elemento, che rompe gli argini della serie. Nella rigida simbologia numerica dell’Apocalisse questo sfregio, è rottura di equilibrio, è trasgressione di confini, è irruzione del demoniaco. Non contraddizione. Di quell’ottavo re che impersona il demoniaco, le due profezie dei vv.14 e 16 preannunzieranno le ultime gesta e la fine, insieme con la fine dei dieci re, che sono i dieci corni della Bestia, e con la fine della pornè-città”. L’essenziale sulla dottrina dell’Anticristo si trovava già in Ireneo e in Ippolito. E’ stato, comunque, Vittorino di Petovio 22 che interpretando Ap 17,10-11, ha configurato l’ottavo imperatore Nerone-Anticristo “quale nuovo messia” che deve ritornare alla fine dei tempi, prima del giudizio universale. Con chiarezza, Vittorino di Petovio afferma che la bestia che emerge dall’abisso, cioè dall’inferno, non è il Drago-Satana, “ma ne è l’immagine, perché anche lui ha sette teste e dieci corna; egli è perciò una generazione del demonio, una sua creatura, proprio allo stesso modo in cui il Cristo è generato dal Padre ed è suo figlio unigenito […] la bestia che sale dal mare, in Ap 13,1, è l’emblema dell’impero romano che si identifica col regno dell’Anticristo […] dei romani”. Inoltre, tra l’altro, Vittorino descrive le caratte ristiche dell’Anticristo-finale-Nerone, “ritornato in vita”: dovrà presentarsi con un nome diverso […] avrà un falso nome – corrispondente al numero 666 – e condurrà - una vita nuova e irreprensibile […] sarà – a differenza del Cristo - difensore della Legge mosaica e proselito zelante […] – abolirà – la discontinuità tra l’Antico e il Nuovo Testamento per ridurli ad uno solo […] – si farà riconoscere come Messia dagli Ebrei e imporrà la – circoncisione – ai – cristiani […]”. In definitiva, come l’umanità credente, secondo il misterioso piano salvifico di Dio, attraverso i Sacramenti, viene e verrà “ebraicizzata/semitizzata” in Cristo, così l’Anticristo imporrà la circoncisione ai cristiani per tentare di annullare l’efficacia del Nuovo Testamento perché chiaramente da respingere e/o strumentalizzare in chiave anticristica.

21 GIANCARLO BIGUZZI , Apocalisse, Paoline, Milano 2005, p. 317. 22GIANCARLO PANI , L’Anticristo nel commento all’Apocalisse di Vittorino di Petovio, in AA.VV., APOKALYPSIS, a cura di E. BOSETTI-A. COLACRAI , op. cit., ivi pp. 681; 684-699. Lohmeyer, ivi nota n. 65, p. 691, rileva “una singolare evoluzione linguistica: in armeno Nerone è il termine per indicare l’ Anticristo” . In tema, condividiamo con “il gesuita spagnolo F. de Ribera (+1591) – seguito dai suoi confratelli J.B. Viegas (+1599), S. Pereyra (+1606) e C. a Lapide (+1625), che - in Ap 12-20 sono preannunziati gli eventi finali della storia e soprattutto l’avvento dell’anticristo, che è da identificare con la prima Bestia, mentre la seconda Bestia è un predicatore insigne, suo precursore” (cfr. Giancarlo Biguzzi, Apocalisse, op. cit., ivi p. 20). Vittorino di Petovio (250 – Poetovio, 2 novembre 304) è stato un vescovo e scrittore romano. È stato vescovo di Petovio e primo esegeta latino (della sua attività è rimasto il suo commento dell'Apocalisse). Fu martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano ed è incluso tra i Padri della Chiesa.

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Stando così le cose, il Nero-redivivus, non può essere identificato con Domiziano. Lo esclude l’ineguagliata efferatezza di Nerone e il suo contesto storico che non è certamente quello della fine del mondo, ma che ne è solo la prefigurazione. Il vescovo Vittorino di Petovio, commenta il citato G. Pani, “conosce bene le circostanze della morte di Nerone: la narrazione e i particolari del suicidio corrispondono alla documentazione storica di Svetonio. Ma il mito – teologizzato! - ha dato vita a un personaggio nuovo: Nerone ritorna , perché Dio lo ha risuscitato – Cf Ap 13,3 - per mettere gli uomini alla prova – finale – […]”. 4. Teologia della storia, applicazione concreta: L’Impero Romano e la sua Restaurazione. Per l’esposizione dell’ipotesi interpretativa inerente alla Restaurazione dell’Impero Romano, coincidente con gli Stati Uniti d’Europa , e del suo corrispettivo Imperatore-Presidente, ci riferiamo ai testi d’Apocalisse 13 e 17. Secondo il cristianesimo, gli eventi storici verificatesi nel passato, sono considerati prefigurazioni paradigmatici, si ripresentano cioè nel futuro come riedizione o restaurazione, con nuovi eventi declinabili su parametri fissi ma con connotazione innovativa, o variante, dovute ad introduzione di variabili aggiuntive, riproducibili in modo mai identico al passato. Questa teorizzazione, è definita “teologia della storia”. Rientra in questo caso tipico, la possibile Restaurazione dell’Impero Romano, ipotizzata autorevolmente dai Padri della Chiesa e anche da moderni esegeti di fama. Attualmente, esso si ripresenterebbe sotto la nuova veste geo-politica degli Stati Uniti d’Europa , così come riferiremo ampiamente su ipotesi interpretative diffuse fra studiosi cristiani di denominazioni diverse. Ecco, in sintesi, i vari sostenitori dell’affascinante ipotesi storico-teologica: • Restaurazione dell’Impero Romano; sostenitori cattolici: Ippolito, S. Cirillo, Sulpicio Severo; Rabano Mauro arcivescovo di Magonza (sec

IX), Lessio, C. a Lapide, Becano, A. Arrighini , A. Sisti, V. Staffieri , P. Mantero ed altri. Per Vittorino di Petovio 23, nel commento dei capitoli 12-13 e 17 dell’Apocalisse, Satana, il drago, dopo essersi scagliato con furore distruttivo, sanguinario e omicida, contro la Donna che “rappresenta le tribolazioni della grande chiesa perseguitata, esasperato, si ferma […] sulla riva del mare, e dall’abisso emerge una bestia: è l’avvento dell’Anticristo […] La sua venuta è il segno del tempo ultimo, ma è preceduto da Elia, il profeta dell’AT che deve sostenere le chiese e renderle salde nel tempo della persecuzione”.

• Sostenitori non cattolici: H. Lindsey-C.C. Carlson; René Pache ed altri, che lo identificano con gli odierni costituendi Stati Uniti d’Europa . Sulla stretta interdipendenza tra il restaurato impero e il suo capo, l’Anticristo finale, anche se espresso con genere letterario del romanzo, non è escludibile che possa trattarsi d’autentica profezia quanto descritto da:

23GIANCARLO PANI , L’Anticristo nel commento all’Apocalisse di Vittorino di Petovio, in AA.VV., APOKALYPSIS, a cura di E. BOSETTI-A. COLACRAI , op. cit., ivi pp. 682-686. Idem in La Bibbia commentata dai Padri, Apocalisse, Città Nuova Editrice, Roma 2008, pp. 163.191.

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• Vladimir Solov’ëv 24, secondo cui, l’Anticristo è il “superuomo” che si contraddistingue per il “suo smisurato amor proprio … straordinariamente intenso e compiaciuto, privo di autentica semplicità, schiettezza e sincerità … un genio luminoso del male, un compassionevole filantropo, astuto imbroglione, turpe impostore e che verrà proclamato Presidente degli Stati Uniti d’Europa con il titolo onorifico di imperatore romano”.

• P. Mantero25, cattolico, che identifica il Restaurato Impero Romano con i costituendi Stati Uniti d’Europa. Riferisce l’A., citando il documento

costitutivo di “European Community” (Comunità Economica Europea) del 25 marzo 1957: “Il trattato di Roma della Comunità Economica Europea (CEE) - di cui il MEC ne è simbolicamente la culla e il risorto impero romano - adempie l’interpretazione dei libri di Daniele e dell’Apocalisse sulla formazione del regno degli ultimi tempi chiamato il nuovo impero romano”. “L’impero romano ricostituito avrà come capo l’Anticristo attraverso il quale il dragone, cioè Satana, diverrà il vero direttore d’orchestra ispirando le azioni di conquista e dominio e persecuzione contro i cristiani che non avranno il marchio della bestia”. L’Anticristo realizzerà la “falsa pace (pax romana)”, dopo la realizzazione di tale periodo, scatenerà la Grande Tribolazione di cui Mt 24,21. P. Mantero elabora una sua tesi sulla tematica dell’identificazione del restaurato Impero Romano con gli Stati Uniti d’Europa .

5.L’Europa oggi e le sue problematiche:

A) Islamizzazione europea: rivincita storica delle sconfitte: Poitiers (732), Lepanto (1571), Crimea (1853-1856), Prima guerra mondiale 1915-1920 (smembramento dell’Impero ottomano).

B) Unione Paneuropea [fondata dal conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894-1972), politico austriaco, promotore dell’Europa unita]. A) Islamizzazione - L’allargamento dell’Unione Europea, o meglio, il processo di “europeizzazione” dell’intera area continentale, è ormai realtà storica; esso è irreversibile nonostante gli incidenti di percorso che potranno ancora ostacolare/ritardarne la realizzazione26. 24 VLADIMIR SOLOV’ËV , I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, Vita e Pensiero, Milano 1995, p. 193. 25 PIERO MANTERO , Il grande libro delle Profezie, Ed. Segno, 4^ rist. 2003, Tavagnacco (UD). “Nota speciale: Gli Stati Uniti d’Europa e la rinascita dell’Impero Romano”, pp. 197-224. 26 Riportiamo, in sintesi, una opinione di un euroscettico, lo storico scozzese Niall Ferguson, secondo cui, nonostante la previsione di un “futuro dell’Europa in crisi nera”, ritiene che comunque “Il federalismo europeo è ormai necessario […] e che la disintegrazione dell’Eurozona debba essere evitata a tutti i costi e qualsiasi cosa succeda, è bene che il Regno Unito stia fuori dalle beghe continentali, e che colga l’occasione per votare l’uscita dall’Ue”. Le ragioni della sua tesi, consisterebbero in: a) federalismo inevitabile: i costi della disintegrazione della moneta unica sono così alti e impatterebbero su così tante persone che l’unica cosa responsabile da fare è insistere per ottenere, con grande urgenza, un’Europa federale. L’obiettivo è quello di pervenire all’unione fiscale attraverso l’unione monetaria; b) “Un’unione – è stata - fatta per andare in crisi – sostiene l’A. – Gli euroentusiasti hanno ottenuto quel che volevano: una volta raggiunto un livello diintegrazione

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L’allargamento dell’Unione Europea ha portato il numero di paesi aderenti da sei a 28 dalla fondazione dell’Unione europea (come Comunità europea del carbone e dell’acciaio nel 1952). Altri Stati sono in lista d’attesa e pronti per entrare nell’Unione: Macedonia, Turchia, Islanda, Montenegro, Albania, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Norvegia, Svizzera, Russia (di difficile accettazione dato il suo differente orientamento sia economico che sociale), Ucraina, Moldavia, Georgia, Armenia. Anche Israele ha più volte espresso la possibilità d’ingresso nell’Unione europea; data però l’instabilità della regione, rende improbabile un eventuale processo di adesione. In particolare, per ciò che attiene l’ingresso della Turchia27 nell’Unione Europea, ricordiamo che il Cardinale Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI )28, vi si è opposto nella “convinzione che l’arrivo di settantacinque milioni di musulmani sconvolgerebbe la matrice cristiana del sistema europeo”. Inoltre, c’è da tener presente che “La Turchia ha poche cose in comune con l’Europa. Sarebbe un grave errore incorporare questo Paese nell’Unione Europea. Meglio fare della Turchia un ponte tra l’Europa e il mondo arabo, oppure formare con quel mondo il suo proprio continente culturale”. E ancora Papa Benedetto XVI in un’intervista a Sophie de Ravinel, del “Figaro Magazine” del 13 agosto 2004, ha ulteriormente espresso la sua contrarietà sull’entrata della Turchia in Europa: “La Turchia, che si considera uno Stato laico, ma fondato sull’Islam, potrebbe tentare di dar

così avanzato, è impossibile tornare indietro […] per questo non esiste una clausola; c) Il bluff greco-tedesco: i greci perché sanno che i costi dell’uscita – dall’eurozona – sarebbero catastrofici per loro; i tedeschi perché […] la crisi bancaria che deriverebbe con la fuga dei depositi dalle periferie sarebbero destabilizzanti per tutta la zona euro. d) Il motore del federalismo: il discredito in cui sono finite le élite di molti paesi è l’argomentazione più forte al federalismo. In tutta l’Europa, la politica nazionale è stata sminuita. L’Europa – sostiene ancora l’A. – è un fenomeno essenzialmente antipopulista, se non antidemocratico. L’integrazione europea è sempre stata un progetto dell’élite imposto agli elettori nazionali. [Cfr. Sito http://www.ilfoglio.it/soloqui/13505; 22 Mggio 2012; Direttore Giuliano Ferrara]. 27 Secondo alcuni, i turchi sono discendenti della tribù di Dan [Cfr. STANZIONE MARCELLO , Ildegarda di Bingen, Tra visioni celesti e ricette della salute, Gribaudi Editore, Milano 2012, p. 153]. 28 MARCO POLITI, JOSEPH RATZINGER, Crisi di un papato, Editori GLF Laterza, Bari 2011, p. 49. La studiosa JOSEPHINE FORD MASSYNGBERDE, in AA.V V., Apokalypsis, a cura di E. BOSETTI-A. COLACRAI , Percorsi nell’Apocalisse di Giovanni, Cittadella Editrice, Assisi 2005, p. 741, cita Gioacchino da Fiore (1130-1202) il quale nel De Prophetia Ignota (3-4), prevede per la fine dei tempi “grandi perturbamenti nell’Impero Romano e nella Chiesa, soprattutto persecuzioni da parte dei musulmani”. L’odierno processo di “islamizzazione”, in atto in Europa, potrebbe essere preludio per l’inveramento della profezia nei tempi dell’Anticristo. In particolare, per ciò che attiene la Turchia, va ricordato che nel censimento del 2011, è risultato avere 78.785.548 abitanti, professanti per lo più la religione musulmana (98-97%); sono presenti piccole minoranze cristiane (soprattutto ortodosse 0,2%, e cattoliche) ma anche ebraiche, mentre poco diffuso è l’ateismo (cfr. sito http://it.wikipedia.org./wiki/Turchia). Gioacchino da Fiore e il Concilio Lateranense e prime reazioni. La complessa e innovativa teologia della storia generò tensioni, specialmente nella scuola teologica di Parigi, storicamente a lui avversa. Nel 1215, il Concilio Lateranense IV dichiarò eretiche alcune frasi contro Pietro Lombardo di un'opera sulla Trinità falsamente attribuita a Gioacchino. Da questo equivoco se ne generarono altri, fintantoché lo stesso Papa Innocenzo III con bolla del 2 dicembre 1216 informa il vescovo di Lucca di non infamare l'abate Gioacchino, giacché l'Abate è considerato dalla Curia Romana un vero Cattolico (eum virum catholicum reputamus). Con parole dello stesso tenore si espresse Papa Onorio III con la Bolla del 5 dicembre 1220 con cui da mandato all'arcivescovo di Cosenza (Luca Campano) di difendere i Monaci Florensi dalle false accuse rivolte al loro fondatore.

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vita aun continente culturale con alcuni Paesi arabi vicini e divenire così protagonista di una cultura che possieda la propria identità, ma che sia in comunione con i grandi valori umanisti che noi tutti dovremmo riconoscere – tuttavia – Storicamente la Turchia ha poco da spartire con l’Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell’Unione Europea […] l’Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l’Impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l’Europa – nonostante la laicità promossa da Kemal Atatürk che ha – però – un fondamento islamico […] l’ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”29. Anche l’ipotesi che la Turchia sarebbe una barriera contro il fondamentalismo islamico, senza l’”opposizione”, democratica, del cristianesimo ormai dissolto, non potrebbe contrastare efficacemente il possibile fronte unico di tutto l’Islam! Inoltre, va precisato che il peso numerico della popolazione turca non sarebbe di 75 milioni ma addirittura di 90 milioni e persino fino a 150-200 milioni, previsti per il 2024, di “turcofoni”30, delle regioni confinanti con la Turchia, che “grazie alla doppia nazionalità loro concessa dal governo turco potrebbero circolare liberamente in Europa, con gli stessi diritti dei cittadini europei”. Va anche considerato che “la Turchia ha una diaspora di oltre quattro milioni di cittadini nell’Unione Europea, tutti di religione islamica”. Ricordiamo che l’attuale popolazione costituita dai 28 membri dell’UE, ammonta a 506.820.764. Stando così le cose, si prevede che nel Parlamento europeo, con i suoi 750 membri “divisi tra gli Stati in proporzione al peso deomografico, fino al massimo di 96 deputati per Stato […] la presenza della Turchia modificherà profondamente i rapporti di forza all’interno dell’Unione Europea […] la Repubblica turca […] sarebbe il Paese più popolato dell’Unione e quello che avrebbe il maggior numero di parlamentari […] – con ciò sarebbe decretata – “la fine dell’Unione Europea” (Valéry Giscard d’Estaing, presidente della Convenzione Europea nel 2002). L’offensiva dell’islamizzazione dell’Europa, “senza usare violenza”, con l’uso delle sgtrutture democratiche europee, corrisponde ad una specie di rivincita storica delle sconfitte arabe nel 732 in Spagna da parte di Carlo Martello a Poitiers, fino alla definitiva espulsione dalla penisola iberica nel 1492, e nel 1683, quando i turchi furono fermati a Vienna. “L’offensiva musulmana nei confronti dell’Europa segue oggi le due stesse linee direttive. A sud-ovest, attraverso l’unificazione, culturalmente ibrida , dei Paesi del Nord Africa e quelli dell’Europa Meridionale […] L’azione culturale religiosa ed educativa promossa dalle istituzioni europee è un elemenmto centrale di questa sinergia euro-araba che, con il pretesto della “islamofobia” punta ad isolare ogni forma di resistenza alla islamizzazione del continente europeo […] A sud-est, il fronte di attacco è l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea” 31. Da parte nostra, riteniamo che l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, in prospettiva escatologica, determinerà un decisivo salto di instabilità nell’ormai scristianizzata/apostata Europa, accelerandone il processo di islamizzazione e favorendo la scalata al potere dell’Anticristo. In Apocalisse, le

29 Cfr. “Ansa”, 20 settembre 2004, citazione di Marco Politi , JOSEPH RATZINGER, Crisi di un papato, op. cit., ivi pp.121-122. 30 ROBERTO DE MATTEI , La Turchia in Europa, Beneficio o Catastrofe?, Sugarco Edizioni, Milano 2009, pp. 112-115. 31 ROBERTO DE MATTEI , La Turchia in Europa, Beneficio o Catastrofe? op. cit., ivi pp. 92.109.

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città destinatarie delle sette lettere alle chiese dell’Asia Minore, che dal punto di vista geografico sono disposte lungo un ovale nella zona occidentale della Turchia, alcune di queste, quali Pergamo, Smirne (che oggi conta 3,4 milioni di abitanti) e Filadelfia, sono definite “Sinagoga o trono di Satana” (Ap 2,9.13; 3,9). L’odierna Turchia, può essere considerata, teologicamente, come l’ erede spirituale di quell’area demoniaca. B) Il piano KALERGI. L’ultima fantasia neonazista: Il genocidio programmato dei popoli Europei.

• Promuovere lo spirito europeo prima della convergenza di interessi materiali per ottenere la pace in Europa. Il suo messaggio è percepito tra le due guerre da un buon numero di personalità come Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide de Gasperi e Winston Churchill , la CIA, la loggia massonica ebraica B’nai B’rith, il New York Times, Angela Merkel, Herman Van Rompuy.

• Questo messaggio ispira a Aristide Briand (1862-1932diplomatico francese) che propone il suo progetto che si concretizzerà con la creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio.

• Nel 1948 fonda l'Unione Parlamentare europea che sboccherà dopo il Congresso dell'Europa a La Haye nel 1948 nella creazione del Consiglio d'Europa e del Parlamento europeo. È considerato il padre di Maastricht e del multiculturalismo.

• Il progetto europeista in realtà è un progetto mondialista destinato a creare un mondo abitato a un’unica razza umana, frutto finale del meticciato totale realizzato grazie alle migrazioni e all’abbattimento delle frontiere. Una umanità imbruttita e abbattuta dall’esito degli incroci con gli immigrati inferiori e dominata, rullo di tamburi … dagli ebrei … un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’élite al potere, ritenuta razza nobile. La riproduzione ibrida, costituita dalla “razza meticcia”, richiama, analogicamente, Genesi 6,1-2, quando i Figli di D io si unirono alle belle figlie degli uomini, quali concubine, per avere una razza ibrida, da utilizzare come manovalanza a costo zero!

• Insomma secondo Kalergi , gli abitanti dei futuri Stati Uniti d’Europa non saranno i popoli del Vecchio continente, ma una sub umanità resa bestiale dalla mescolanza razziale. L’Unificazione europea precederà la costituzione del Governo Mondiale.

• Entro il 2025 l’Europa avrà bisogno di 159 milioni di immigrati! Questa previsione coincide esattamente con le previsioni, accennate, secondo cui per il 2024 gli islamici saranno di 150-200 milioni!

• Rientra nella strategia di annientamento dell’etnia europea, vero suicidio etnico europeo, la politica sanitaria che sostiene la pratica della limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), in vista di creare una sola razza “meticcia”, sub-umana, in modo da asservirla all’Autorità Centrale !

• In definitiva, con tale politica del genocidio dei popoli europei, si prepara il terreno per la comparsa storica dell’ Anticristo !

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5. Atti degli Apostoli: narrazione paradigmatica della storia32

Riepilogando, si riportano qui di seguito ed in sintesi, gli eventi prefigurativi, variabili/invariabi li, storici, specifici e determinati, inerenti più specificatamente alla problematica dell’Impero Romano e alla sua Restaurazione:

All’inizio della Storia della Chiesa, lo scenario storico-teologico è caratterizzato dalla presenza: a) Dell’Anticristo identificato in Nerone e il suo Impero Romano. b) Il dono della 1^ Pentecoste, che abilita i Cristiani alla Missione evangelizzatrice del mondo pagano mentre Maria svolge un ruolo molto attivo nella

primitiva Comunità Cristiana. c) L’istituzione del Diaconato mentre aumentano le vocazioni sacerdotali, religiose e laicali. d) Satana scatena la Grande Tribolazione/Persecuzione contro i Cristiani per mezzo dell’Impero Romano ed il suo Anticristo , secondo

l’interpretazione attualizzata di Ap 13, in editio minor, perché rimanda a quella finale, spaventosa e planetaria, che avverrà, secondo l’esegesi di E. Lohse, sotto “l’Anticristo che deve (ri )-tornare per la fine del mondo”33.

e) Altri autori che sostengono l’interpretazione sul ritorno dell’Anticristo , sono: A. Lancellotti (citato), J.P. Prévost, M. Centini, E. Bianchi, E. Lohse, B. Corsani, Vittorino di Petovio , ed altri.

f) Le vittime “eccellenti” della furia persecutoria anticristiana, sono, nel contesto della Chiesa nascente, i due testimoni della fede: Pietro e Paolo. g) L’ Anticristo con il suo Impero Romano, impone la Pax Romana. All’inizio della Storia della Chiesa, con la 1^ Pentecoste, si registra l’unità ri-

compattata dei cristiani; progressivamente tale unità degenera nello scandalo delle divisioni. h) Insorgenza, all’interno della Chiesa, nel II e III secolo, di falsi maestri ed anticristi, apostati, divulgatori di eresie. Alla fine della Storia della Chiesa e del mondo (malvagio/satanico), avremo: a) Il ritorno dell’Anticristo finale e la Restaurazione dell’Impero Romano, che potrà assumere il nuovo nome, di Stati Uniti d’Europa . b) L’ Anticristo imporrà “democraticamente” la falsa Pace e Sicurezza, ma allora sarà la fine (1Ts 5,3). c) Per l’abilitazione martirologica e per la grande missione di ri-evangelizzazione del mondo, e in particolare dell’Europa perché scenario degli eventi

finali della storia, ridiventato scristianizzato, o meglio: globalmente mondanizzato e pertanto neo-pagano, verrà suscitata la 2^ Pentecoste in cui Maria sarà presente col particolare compito di rinvigorire la fede e preparare il ritorno del Signore: saranno i tempi degli Apostoli degli Ultimi tempi, i fedelissimi di Gesù, Maria e Giovanni, significati dalla presenza di Maria-Giovanni ai piedi della croce.

32 VENTRUDO LORENZO , Europa, Europa, quo vadis?, Fede & Cultura,Verona 2013, p. 109. 33 LOHSE E., L’Apocalisse di Giovanni, Paideia Editrice, Brescia, 1974, p. 165.

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d) L’ Anticristo , consoliderà il suo potere “democraticamente” con la “potenza di satana” e operando “falsi segni e prodigi menzogneri” (2Ts 2,9). e) Persuaderà gli ebrei di essere lui il vero Messia (S. Ireneo, S. Girolamo, Damasceno, Vittorino vescovo di Petovio, Slovenia, della seconda metà

del terzo secolo, Efrem il Siro, Adson ed altri studiosi anche non cattolici); qui ricordiamo, in particolare, G. Segalla34 che così commenta Gv 5,43: “‘Se venisse un altro nel suo proprio nome, lo accogliereste’, nel suo proprio nome: è un’espressione dell’A.T. per bollare il falso profeta (Dt 18,20; Gr 14,14-15; 23,25; 29,9.25.31; Ez 13). Forse, nell’ambiente della Chiesa primitiva indicava l’anticristo (1Gv 2,18; 4,3; cfr. anche Mc 13,6.21-22 par). L’uomo viene ingannato quando gli si parla, assecondando i suoi desideri. Così facevano anche i falsi profeti”. L’Ambrosiaster35, sotto il pontificato damasiano, nella citata dichiarazione di Gesù, in Gv 5,43, ravvisa “una prova della provenienza dell’anticristo dal giudaismo finalizzata ad indurre i giudei a dargli credito”.

f) Ordinerà la distruzione della Chiesa, in particolare quella Cattolica (Delenda Ecclesia Catholica Romana!) e dell’Israele storico che riconoscerà il vero Messia-Gesù Cristo solo quando l’Anticristo pretenderà di farsi adorare come “dio” (cfr. Mt 24,15; 2Ts 2,4) nel Tempio di Gerusalemme ricostruito (secondo la nostra ipotesi interpretativa di Tb 14,4-7 e secondo Ippolito, S. Cirillo, Sulpicio Severo, Beda, Haymo, Adson, A. Arrighini, J. Dupont, Suarez, H. Lindsey-C.C. Carlson, R. Pache ed altri).

g) Il ritorno dei due testimoni che saranno uccisi (Ap 11,7); per l’approfondimento di questo interessante argomento, rimandiamo al paragrafo che segue.

h) La sintomatica istituzione del Diaconato, restaurato o ripristinato dal Concilio Vaticano II (Lumen Gentium 29; AG 16, OE 17). i) Ripresentazione inaudita, all’interno della Chiesa, di falsi maestri ed anticristi, apostati, divulgatori di eresie, già note, perché nate nel II e III secolo,

che, tra l’altro, causarono tante lotte “etico-religiose”. l) Nel contesto di scarsità di vocazioni sacerdotali e religiose, si registra la crescente vocazione laicale, in particolare femminile. m) Contestualmente al ritorno di Gesù nella gloria, accenniamo all’evento del Rapimento della Chiesa, alla “neutralizzazione” del sacrificio della S.

Messa (cfr. Mt 24,15) e all’Uccisione dell’ultimo Papa, che nel contesto della Grande Tribolazione (CCC nn. 675-677), saranno gli ostacoli da eliminare perché si manifesti l’Anticristo (2Ts 6-7). Tali ipotesi interpretativa, da noi pienamente condivisa e qui accennata, è sostenuta autorevolmente da S. Tommaso d’A., da altri religiosi/religiose e da innumerevoli rivelazioni, pubbliche (Fatima, che anche per noi è da considerarsi “profezia aperta”) e private.

n) Numerosi esegeti di fama, condividono l’interpretazione della rimozione violenta dell’ostacolo che impedisce la manifestazione dell’Anticristo : il “chi impedisce” (2Ts 7) è considerato un essere personale o connotato da natura personale da P. Rossano, H.A. Egenolf, S. Cipriani ed altri, mentre il “ciò che impedisce” (2Ts 6) consisterebbe in varie ipotesi formulate nei secoli che per noi sono da considerarsi biblicamente insostenibili,

34 SEGALLA G. , Giovanni, op. cit., ivi p. 221. Il biblista Padre Marco Sales così traduce Gv 5,43: “Io sono venuto nel nome del Padre mio, e non mi ricevete; se un altro verrà di propria autorità , lo riceverete” [cfr. LA SACRA BIBBIA, a cura di Padre Marco Sales O.P., Edizioni L.I.C.E., Torino 1931, p. 95. 35POLLASTRI A. , L’Apocalisse nell’Ambrosiaster, in AA.VV ., Apokalypsis, a cura di E. BOSETTI-A. COLACRAI , op. cit. ivi p. 714; così anche VITTORINO DI PETOVIO , ivi p. 693. Di quest’ultimo, lo ricordiamo per “aver applicato all’Apocalisse la regola della repetitio (più tardi chiamata recapitulatio da Ticonio e dai suoi imitatori), secondo la quale l’Apocalisse narra più volte le stesse cose, variano le parole e le immagini”, detti anche “duplicati narrativi” (cfr. G. Biguzzi, Apocalisse, op. cit., ivi pp. 16-17;62) o “ interpretativi”, secondo altri.

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come ad esempio, per Adson, secondo cui l’eliminazione del “Sacro Romano Impero” sarebbe premessa indispensabile per consentire la manifestazione dell’Anticristo . Questa tesi per noi è insostenibile data l’unità inscindibile tra l’Anticristo -Capo ed il suo Corpo-Impero per cui la distruzione dell’uno comporterebbe necessariamente anche quella dell’altro, il che è un assurdo teologico.

o) Noi, invece, e lo ribadiamo con profonda convinzione, condividiamo pienamente il pensiero di S. Tommaso d’A., che nella traduzione di A. Arrighini 36, è così parafrasato: “Possiamo star sicuri che fino a tanto che il Vicario di Cristo regnerà a Roma, non vi regnerà il Vicario di Satana; finché la Chiesa impera nel mondo, non potrà stabilirvisi l’impero dispotico e idolatra dell’anticristo ”.

p) Noi ravvisiamo nell’uccisione del sommo sacerdote Onia III , da parte di Andronico, luogotenente di Antioco IV Epifane (2Mac 4,30-37; Dn 9,21), la prefigurazione dell’uccisione del Papa per la fine dei tempi, da parte dell’Anticristo , quale mandante diretto dell’assassinio. La narrazione storica dell’evento delittuoso, la definiamo “blocco storico-profetico”, in quanto la riteniamo una unità letteraria , narrativa/prefigurativa dei tempi della fine.

Quindi gli ostacoli, che sono necessariamente da eliminare, perché sia manifestato l’Anticristo , sono, contestualmente agli eventi finali: 1. Il Papa, che dovrà essere ucciso o comunque impedito, secondo alcuni, nel suo esercizio magisteriale. 2. La Chiesa, che, nel contesto della Grande Tribolazione, dovrà essere “eliminata”, cioè “rapita” dal Signore mediante la particolare tecnica

del rapimento; di ciò se ne occuperebbero gli angeli mandati dal Signore (Mt 13,40-41). 3. In base a Dn 9,27; 11,31; 12,11; Mt 24,15, “cessazione/abolizione del sacrificio quotidiano”, l’Anticristo stesso, secondo attendibili

rivelazioni private, imporrà l’abolizione del sacrificio della S. Messa: a) limitandola sia nel suo esercizio cultuale, mediante la persecuzione (interpretando Dn 9,27: sant’Ippolito, san Girolamo, Teodoreto, Malvenda; ed tutti gli altri); b) sia rendendola inefficace imponendo la dottrina protestante che ritiene solo simbolica la presenza eucaristica del Cristo. Tutto ciò è possibile perché l’Eucaristia distrugge una grande quantità di peccati, limitandone gli effetti devastanti, riducendo, però, progressivamente la sua azione ostacolante, fino a permettere la progressiva espansione del male, favorita anche dal dilagare dell’apostasia. Dice, infatti, S. Tommaso: “Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo – l’Eucaristia –: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali” (cfr. S. Tommaso d’Aquino, Opusc. 57, nella festa del Corpo del Signore, lect.1-4).

Infine, nel contesto della Grande Tribolazione, si realizzerà l’unita dei cristiani; progressivamente, ma con processo inverso rispetto all’ inizio della Storia della Chiesa, con la nuova effusione straordinaria dello Spirito Santo (2^Pentecoste), verrà superato lo scandalo delle divisioni, per cui discernendo gli incalzanti eventi storici, i dissenzienti avranno la possibilità di confluire tutti nella Chiesa Cattolica.

36 S. Tommaso, Opusc. LXVIII, De Antichrist, ed. di Parma, 1864, t. XVII, p. 439. La citazione è di A. Arrighini , L’Anticristo, op. cit., ivi pp. 270-271.

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Tutto quanto sopra riportato è sintetizzato nella Tav. sinottica n. 29, Paradigma normativo storico-cristiano. Essa permette di vedere in panoramica, gli sviluppi storici che ripresentandosi cicloidamente, non sono mai identici tra di loro. 6. L’Apocalisse dell’Anticristo 37. Come già detto, l’Anticristo è presentato nell’Apocalisse con un’ambivalenza semantica: può indicare sia un essere personale sia collettivo, un’unità-dualità. I due elementi interpretativi, ugualmente legittimi e quindi fondati biblicamente, non sono contraddittori, sono anzi complementari perché, in effetti, le due figure sono talmente interdipendenti da formare un’unità diabolica: l’Anticristo è l’Impero Romano ; l’Impero Romano è l’Anticristo ; sono l’uno l’immagine e somiglianza dell’altro! Entrambi sono come le due immagini di una medesima medaglia. G. Di Biagio38, a proposito della simbiosi individuo-collettività nella lettura di Dn-Ap, nota come in Dn la bestia ha un piccolo corno che spunta in mezzo alle dieci corna e che rappresenta la prefigurazione dell’Anticristo, mentre nella descrizione della bestia apocalittica tra le dieci corna non c'è il piccolo corno perché emergerebbe l’identità tra la bestia e l’Anticristo In altre parole l’Impero Romano restaurato sarebbe l’espressione dell’Anticristo o mistero d’iniquità manifestato e l’Anticristo sarebbe l’espressione dell’Impero Romano. Insomma, l’uomo, ossia l’Anticristo, e la potenza politica, l’Impero, saranno un binomio satanico, l’uno sta nell’altro, come per analogia il potere politico e religioso furono concordi nel condannare Gesù. Così come si trovarono concordi i due poteri politici in conflitto d’interessi tra loro, ma unanimi nel condannare Gesù (Lc 23,12): Hitler , prosegue l’A. citato, il precursore odierno dell’Anticristo disse: “Io sono la Germania, la Germania sono io”; l’Anticristo dirà: “Io sono l’Impero europeo, l’Impero europeo sono io”. Sul precursore dell’Anticristo riportiamo le seguenti autorevoli profezie, tratta dalle rivelazioni private. Santa Ildegarda di Bingen39: “Un grande nemico della Chiesa, un precursore dell’Anticristo, prenderà il titolo di “Salvatore”. Eretici si uniranno a questo Precursore dell’Anticristo e perseguiteranno la vera Chiesa di Cristo. La loro furbizia sarà grande, così che, di fatto, riusciranno a tirare dalla loro parte molti uomini giusti. I Vescovi – generalmente – rimarranno fedeli; ma tutti, a causa del loro coraggio e fedeltà alla Chiesa, soffriranno molto e pure molti protestanti consoleranno i figli di Dio attraverso la loro conversione alla Chiesa Cattolica. Immediatamente prima dell’Anticristo ci sarà fame (carestia) e ci saranno terremoti”. La citata profezia concorda con quella di La Salette40: “Questa pace e concordia tra gli uomini – che sancì la fine alla prima guerra mondiale del 1918 – non durerà però a lungo [NdA: 25 anni] ci si dimenticherà che i peccati del mondo sono l’origine di tutte le punizioni che ricadono sulla Terra. Un precursore dell’anticristo [NdA: Hitler! ] farà la sua comparsa e vorrà essere visto come il nuovo Dio”. 37 Cfr. LORENZO VENTRUDO , L’Anticristo che deve ritornare – Trattato sull’Anticristo, op. cit., ivi pp. 363-370. Per l’epifania biblica dell’Anticristo, rimandiamo al Commento della 2Ts , ivi, pp. 87-113. 38 GIOVANNI DI BIAGIO , La grande Cospirazione, Maranatà, Roma, 1989, p. 85. 39 MARCELLO STANZIONE , Ildegarda di Bingen, Tra visioni celesti e ricette della salute, op. cit., ivi p. 149. 40 G. HIERZENBERGER-O. NEDOMANSKY , Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Edizioni Piemme, Casale Monferrato (Al) 1996, p. 199. Cfr. ANTONIO GALLI , I Segreti de La Salette, Sugarco Edizioni, Milano 2007, pp. 56.80-83; 95-96; 118-121.

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Quanto al titolo di ‘Salvatore’, e anche a pretesa di essere come “dio”, storicamente è attestato che in effetti, è stato Hitler , perché tale è stato considerato da noi quale precursore della citata profezia. Infatti, il ‘Principe delle tenebre’ si fece chiamare “Salvatore della Germania e dell’Umanità”41, e secondo la profezia di La Salette, quando ritornerà, si farà chiamare “Salvatore del mondo” 42. A proposito delle due interpretazioni individuale/collettiva, gli studiosi Leal e Masson43 ritengono “possibile che – in effetti – alla fine dei tempi l’empietà si incarni in una persona particolarmente rappresentativa, ma che è anche certo che questo Empio non può venire separato da tutti gli empi che rappresenterà”. Le ipotesi surriferite sono state espresse anche da mons. Vito Staffieri 44: l’ultimo dittatore “tenterà di far risorgere l’antico impero, per annientare il Regno di Cristo, imperante nei secoli [...]. La Capitale della Giudea, venerata da tutte le genti come Città sacra, sarà battezzata col nome di Sodoma oppure di Babylon Magna (Ap 11,8; 17,5): in quella stessa sede il terribile Dèspota sarà proclamato Dominatore di questo mondo, in antitesi al ‘Re pacifico’, mostratosi magnifico su tutti i re della terra. Divenuto arbitro della terra, l’Anticristo ripartirà i regni fra quelli che egli stesso costituirà vassalli del suo universale impero [...]. Non è improbabile che l’Anticristo, con la confederazione d’un regno universale pseudomessianico, venga incontro alle aspirazioni testamentarie della teocrazìa ebrea che, secondo la concezione politica fondata nella regalità terrena (1Re 8), comporterebbe l’alleanza universale di tutte le Genti in un regno unico [...]. Il motto dittatoriale – dell’Anticristo – sarà il seguente: ‘Sic volo, sic jubeo’. L’arbitrio darà il tracollo alle sorte dei popoli”. Vladimir Solov'ëv45 così sintetizza l’operato diabolico dell’Anticristo: “Cristo, che ha predicato e realizzato nella sua vita il bene, è stato il correttore dell’umanità, mentre io sono chiamato a essere il benefattore di questa umanità in parte corretta, in parte incorreggibile. Io darò a tutti gli uomini ciò di cui hanno bisogno. Cristo è stato un moralista che ha diviso gli uomini secondo il male e il bene, ma io li unirò con benefici che sono necessari tanto ai buoni quanto ai cattivi. Io sarò l’autentico rappresentante di quel Dio che fa splendere il suo sole sui buoni e sugli ingiusti. Cristo ha portato la spada, io porterò la pace. Egli ha minacciato la terra con il terribile giudizio universale, ma io sarò l’ultimo giudice, e il mio giudizio sarà non solo di giustizia, ma anche di clemenza. Ci sarà giustizia nel mio giudizio, ma sarà giustizia distributiva , non retributiva . Distinguerò tra tutti, ma a ognuno darò quello di cui ha bisogno”. Insomma, una parodia del vivere della prima comunità cristiana (At 2,44-45) e una ripresentazione storica delle utopistiche ideologie collettivistiche e, in particolare, di matrice marxista!

41 Sito http://www.artnews.rai.it/dettaglio_puntata.aspx?IDPuntata=969. 42 G. HIERZENBERGER-O. NEDOMANSKY , Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, op. cit., ivi p. 200. 43 Cfr. PIERO ROSSANO, Le lettere ai Tessalonicesi, Marietti, Torino, 1965, p. 145. 44 Mons. VITO STAFFIERI , Le mie profezie, op. cit., ivi pp. 120.222.224-225. 45 VLADIMIR SOLOV'ËV , I tre dialoghi e il racconto dell’anticristo, op. cit., ivi pp. 186-187.

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Per Vladimir Solov'ëv, tra l’altro, l’Anticristo è anche un grande esperto di esegesi. Questa tipica abilità diabolica di rovesciare la testimonianza della Scrittura, è appresa diligentemente dall’Anticristo/vicario di Satana, dal suo maestro (Cf Mt 4,6; Lc 4,10). A tale proposito, Ratzinger Joseph 46, commenta: “L’interpretazione della Bibbia può effettivamente diventare uno strumento dell’Anticristo. Non è solo Solov'ëv che lo dice quando afferma implicitamente il racconto stesso delle tentazioni. I peggiori libri distruttori della figura di Gesù, smantellatori della fede, sono stati intessuti con presunti risultati dell’esegesi. Oggi la Bibbia viene assoggettata da molti al criterio della cosiddetta visione moderna del mondo, il cui dogma fondamentale è che Dio non può affatto agire nella storia – che dunque tutto ciò che riguarda Dio deve essere collocato nell’ambito del soggettivo […] E l’anticristo ci dice allora, in atteggiamento di grande erudito, che un’esegesi che legga la Bibbia nella prospettiva della fede nel Dio vivente, prestandogli ascolto, è fondamentalismo; solo la sua esegesi, l’esegesi ritenuta autenticamente scientifica, in cui Dio stesso non dice niente e non ha niente da dire, è al passo con i tempi”. Secondo lo studioso Claudio Marchioro 47, l’Anticristo “usando una tattica raffinata, dapprima si dimostrerà affabile, umano. Proteggerà i deboli, difenderà gli oppressi, guarirà gli ammalati. Ma poi rivelerà il suo vero volto. “Dopo aver predicato l’amore, non avrà misericordia, dopo aver condannato l’ingiustizia, diventerà il persecutore dei giusti”. L’Anticristo con abilità politica e con mezzi apparentemente democratici, farebbe uso delle stesse strutture democratiche per strumentalizzarle e fini politico-personali per egemonizzare ed alienare l’umanità asservendola al culto satanico ed idolatra per eccellenza. L’Anticristo strumentalizzerebbe dunque le stesse strutture democratiche “perturbate” frequentissimamente a causa della “tensione che esiste in seno alle strutture economiche, politiche e sociali” (GS 25) radicalizzate dalla superbia e dall’egoismo umano per indirizzarle ad esaltazione della sua potenza egemonica ed egemonizzante. Non oserà imporsi autoritariamente, e ciò caratterizza l’affermazione di dittature moderne sofisticate che ricorrerebbero a adeguati mezzi anche scientifici per stabilire delle dittature apparentemente indolori. Secondo H. Lindsey, esperto in profezie bibliche, C.C. Carlson48, giornalista, la tirannia dell’Anticristo sarà il “risultato del caos [...], di una emergenza, nella società, cosa che porta alla sua ascesa, al potere dispotico”. L’Anticristo “apparirà in un’epoca in cui le persone stanche di guerre e desiderose di avere pace ad ogni costo, offriranno la loro ubbidienza al dittatore mondiale che promette la pace”. La dittatura “tradizionale”, secondo Renzo Baschera49 è storicamente superata dall’Anticristo; essa “poteva avere al vertice degli elementi incapaci e violenti”. Le dittature del futuro avranno delle persone capaci, che agiranno con fermezza, ma mai con violenza, e soprattutto agiranno nell’interesse della comunità – per cui – il segno dell’avvento dell’Anticristo sarà l’“agonia e morte delle democrazie”.

46 JOSEPH RATZINGER , Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Rizzoli, Bergamo 2007, p.58. 47 CLAUDIO MARCHIORO , Apocalisse, MEB, Torino 1980, p. 72. 48 H. LINDSEY - C.C. CARLSON, Addio terra, ultimo pianeta, op. cit., ivi p. 284. 49 RENZO BASCHERA, L’Anticristo e la fine dei tempi, Armenia, Milano, 1973, introduzione.

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Parafrasando l’opinione di Rousseau, secondo cui la rappresentanza politica è contraria all’essenza stessa del governo democratico, da cui è derivato il noto giudizio sull’ordinamento rappresentativo inglese tale da rendere libero il cittadino nel giorno delle elezioni per farlo ritornare in schiavitù il giorno seguente, “lo stato DEMOCRATICO è destinato a perire quando gli affari pubblici non formano la principale occupazione del cittadino”. “Nella pienezza delle nazioni, – sostiene mons. Vito Staffieri 50 – quando alle dinastie s’avvicenderanno poteri autoritari, alle repubbliche il dispotismo, alle democrazie la demagogia straripante con le dittature, l’assolutismo universale sarà l’epilogo delle dominazioni terrene”. A proposito della fenomenologia di una possibile “morte della democrazia”, è interessante quanto analizza Papa Giovanni Paolo II51 la cui analisi sembra calzare a proposito di questi tempi specifici e storicamente determinati: “Dopo la caduta, in molti Paesi, delle ideologie che legavano la politica ad una concezione totalitaria del mondo – e prima fra esse il marxismo –, si profila oggi un rischio non meno grave per la negazione dei fondamentali diritti della persona umana e per il riassorbimento nella politica della stessa domanda religiosa che abita nel cuore di ogni essere umano: è il rischio dell’alleanza fra democrazia e relativismo etico, che toglie alla convivenza civile ogni sicuro punto di riferimento morale e la priva, più radicalmente, del riconoscimento della verità [...]. Per il relativismo, tutto è ridotto solo a opinione, da cui fatalmente scaturisce il nichilismo (FR 80), che è la filosofia del nulla, per cui non esistono verità e valori oggettivi; mentre per il pragmatismo, il tutto viene giudicato dal punto di vista dell’utile: conviene ciò che è utile; una delle sue conseguenze pratiche è una concezione della democrazia senza punti di riferimento a valori fondamentali ed immutabili, per cui ne deriva un comportamento in cui si accetta o rifiuta solo in base al voto di maggioranza o di minoranza del Parlamento (FR 89) [...] Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia”. Così analogamente anche nella lettera enciclica Dives in Misericordia, 11, Giovanni Paolo II52 osserva che oltre “alla possibilità di un’autodistruzione per via di un conflitto militare, sussiste oggi anche la possibilità di un soggiogamento ‘pacifico’ degli individui, negli ambiti di vita, di società intere e di nazioni”. Nel discorso ai docenti universitari, nel contesto delle celebrazioni giubilari del 2000, il 9 settembre 2000, lo stesso Papa ha ribadito: “È urgente che ci adoperiamo perché il vero senso della democrazia, autentica conquista della cultura, sia pienamente salvaguardato. Su questo tema, infatti, si profilano derive preoccupanti, quando si riduce la democrazia a fatto puramente procedurale, o si pensa che la volontà espressa dalla maggioranza basti tout court a determinare l’accettabilità morale di una legge. In realtà, il valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove […]. Alla base di questi valori non possono esservi provvisorie e mutevoli ‘maggioranze’ di opinione, ma solo il riconoscimento di una legge morale obiettiva che, in quanto ‘legge naturale’ iscritta nel cuore dell’uomo, è punto di riferimento della legge civile”.

50 mons. VITO STAFFIERI , Le mie profezie, op. cit., ivi p. 12. 51 GIOVANNI PAOLO II , Veritatis splendor, op. cit., ivi p. 105. 52 Cfr. “L’Osservatore Romano”, giornale quotidiano politico religioso, Città del Vaticano, anno CXL, n. 210 (42.547) del 10 settembre 2000.

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Il romanziere George Orwell53, nella sua opera letteraria dal titolo “1984”, esaminando il “sistema socio-politico dell’Occidente, investito da un fenomeno di degenerazione – lo definisce – democrazia mafiosa – in cui – La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” e l’impunità è democraticamente legalizzata! Per altri il sistema democratico odierno è definito con i termini di “democrazia dei corrotti”, e dei “corruttori ”, ovvero “la corruzione della democrazia”. Altri autori parlano anche di democrazia ad alto tasso di tossicità e di “Europa tossica” dovuti a crisi indotte dal capitalismo, dal debito, dalla politica, dalla stessa democrazia che è inaffidabile (Cfr. Intervento di Gustavo Zegrebelsky alla Biennale Democrazia, 2011, di cui ne è Presidente). Altri ancora, in assenza di valori morali e di verità, la stessa democrazia “assume i caratteri di un vero e proprio totalitarismo della maggioranza”54. L’effetto di trascinamento emulativo, in senso negativo ed epidemico, produce effetti scandalosi e devastanti sulle stesse strutture democratiche e nell’inconscio collettivo. Insomma, non mancano gli incredienti esplodenti per spianare la strada all’irruzione, nella storia odierna, dell’Anticristo. Infatti, la terra intera “è presa d’ammirazione” (Ap 13,3), per i prodigi falsi realizzati dall’Anticristo; lo “adoreranno tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato” (Ap 13,8); così anche il drago sarà adorato (Ap 13,4). Il contributo dell’azione propagandistica del falso profeta, messo in atto, in particolare, mediante tutti i mezzi di comunicazione sociale possibili, sarà determinante (Ap 13,11-14) alla massimizzazione egemonica dell’Anticristo. Questi dovrà incarnare tutta la potenza di Satana per compiere la sua missione di gregario, di ideologo del consenso. Dovrà essere il suo emissario o plenipotenziario, l’esecutore del contropiano di Dio per mirare alla distruzione dell’uomo concepito da Satana in contrapposizione irriducibile al piano salvifico di Dio che invece “ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia vita eterna” (Gv 3,16). L’Anticristo eserciterà una dittatura politico-economico-sociale-ideologico-religiosa e perciò anche culturale, in tutto il mondo; sarà quindi esercitata una dittatura totale perché interessata a dominare-controllare tutta l’attività globale dell’uomo. Numerosi testi affermano il carattere personale dell’Anticristo, a parte il senso collettivo già riferito; basti citare il fondamento biblico cui gli esegeti fanno riferimento per affermare il carattere inequivocabilmente personale del suo essere e di cui abbiamo ampiamente riportato altrove. Per ciò che ci concerne, speriamo di averlo fatto con

53 Cfr. ANTONIO GENTILI , Profezie per il terzo millennio, op. cit., ivi pp. 25-26. Sull’ampia bibliografia dell’inquietante tema inerente alla democrazia dei corrotti, corruttori e corruttibili, vedasi su internet la voce corrispondente. Per il biblista Antonio Pitta, Professore ordinario di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense, “il contemporaneo decadimento dell’etica cristiana non sta nell’etica stessa, ma nell’aver dimenticato il vangelo” [Cfr. ANTONIO PITTA , Itinerari biblici di evangelizzazione, sulle strade di S. Giovanni e S. Paolo, Conferenza per un gruppo ecclesiale della Diocesi Lucera-Troia, p. 38]. 54 Sito http://holyqueen.altervista.org/teol_tempi_apostasia.htm

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l’aiuto della Grazia, abbiamo identificato già inequivocabilmente la sua persona dai connotati storico/satanici ormai arcinoti, come il tutto riportato nel lavoro citato. La compilazione delle Tavole nn. 36-38 (cfr. Lavoro pubblicato, citato), Tentativi d’identificazione dell’Anticristo, vuole essere un’esemplificazione tratta da C. Hill , citato, e da B. Mc Ginn55, per documentare la ridda d’interpretazioni circa l’identificazione dell’Anticristo, prive come sono di fondamenti biblici complementari, fuorvianti, della Bibbia, inficiate da notevoli fattori non teologici che hanno inquinato sprazzi di verità pur espresse con interessanti elementi storico-cognitivi. Sulla nazionalità/motivazione dell’Anticristo sembra davvero che debba essere un ebreo; questa tesi è condivisa da molti Padri della Chiesa: Ireneo, Ippolito, Malvenda, S. Girolamo, Crisostomo, Gregorio Magno, S. Efrem Il Siro (diacono e dottore della Chiesa del IV secolo), S. Ambrogio, S. Tommaso (che si schiera con l’autorità dei Santi Padri) e tanti altri studiosi anche moderni. La nota insistenza tematica dell’Apocalisse sul “binomio” o “asse” Roma-Babilonia, sembra, di là dalle affermate e valide esegesi, che possa far riferimento anche ad una possibile restaurazione, o meglio “ritorno”, dell’antica Babilonia in cui nascerebbe l’Anticristo (S. Girolamo, Andrea di Cesarea, Areta, Venerabile Beda, Aimone, Rabano, Strabo, S. Anselmo d’Aosta, Ruperto Abate, Haymo, Adson, etc...) e secondo la tradizione mediovale56, mentre crescerebbe e verrebbe indottrinato, diabolicamente, in Corazin e Betsàida (Adson) date le invettive di Gesù contro di esse (Mt 11,21). Sulla provenienza ebrea dell’Anticristo, nei Testamenti dei Dodici Patriarchi viene riferita “l’apostasia della tribù di Dan, il suo abbandono del Signore e la sua opposizione alla tribù di Giuda: Satana infatti è il principe di questa tribù (Test. Dan 5,4-6)” 57. Molti concordano che L’Anticristo sarà riconosciuto come Messia dagli ebrei (Gv 5,43), così, in particolare, secondo Ireneo, S. Girolamo (Epist. CLI ad Algasiam; quaest. II; Comm. in Dan., II, 24)58, Damasceno, Efrem il Siro, Adson, “Ireneo, Cirillo di Alessandria, Ammonio di Alessandria, Cirillo di Gerusalemme, Crisostomo, Eusebio di Cesarea, Ambrogio, Rufino”59 e tanti altri studiosi anche moderni. L’Anticristo si presenterà, e sarà accolto come tale, come protettore d’Israele. Il rimpatrio nella terra d’Israele di tutti gli esiliati, porrà seri problemi di spazio nel territorio, già conteso dai Palestinesi, perciò saranno acuite le tensioni con i paesi confinanti e con gli stessi Palestinesi (ex Filistei, nemici

55 BERNARD Mc GINN , L’Anticristo, op. cit. ivi, pp. 96-97. 56 Cfr. ANGELICO ARRIGHINI , L’Anticristo, Ed. I Dioscuri, Genova 1988, p. 42. 57 Cfr. ENZO BIANCHI , L’Apocalisse di Giovanni, op. cit., ivi p. 101. 58 Cfr. ANGELICO ARRIGHINI , L’Anticristo, op. cit., ivi p. 15. Secondo ADSON, in CORPUS CHRISTIANORUM, Continuatio Mediaevalis, op. cit., ivi p. 27, così l’Anticristo si presenterebbe ai giudei: “Io sono il Cristo a voi promesso, che sono venuto per la vostra salvezza, per radunare e difendere voi che siete dispersi”. Sul riconoscimento da parte degli Ebrei dell’Anticristo (cfr. Gv 5,43): “I Padri ritengono unanimemente che gli ebrei acclameranno l’Anticristo come Messia e lo aiuteranno a stabilire il suo regno”. Così ANTONELLO PODDIGHE , L’Anticristo, profezie, op. cit., ivi p. 33, citando A. Lémann, L’Antechrist, Parigi, Librairie catholique Emmanuel Vitte, 1905, cap. II, “Choses probables”. 59 ROBERT SCHNACKENBURG , Il vangelo di Giovanni, parte seconda, Paideia Editrice, Brescia, 1973, p. 243, nota n. 28.

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storico-biblici degli ebrei)60. L’Anticristo risolverebbe favorevolmente la situazione a favore dello Stato ebraico; in particolare, sempre lui, con un trattato di pace, consentirebbe la riedificazione del tempio di Gerusalemme (Lindsey, citato; in particolare, vedasi la nostra esegesi di Tb 14, riportata nel citato lavoro pubblicato). Israele passerebbe così da una specie d’alleanza con l’Anticristo, alla sudditanza. In tale storica circostanza, sarebbe confermata l’ipotesi di Ortensio Da Spinetoli61, secondo cui l’Israele sarebbe l’Anticristo attraverso la simbiosi Anticristo-Israele, binomio della personalità corporativa. Sempre in tale circostanza l’Anticristo abbandonerebbe progressivamente la Roma-Babilonia, provocandone la caduta “senza colpo ferire”, col destinarla a decadimento politico, come ad esempio depotenziandola col decentramento politico (esasperato federalismo regionalistico o altra analoga strategia politica, come potrebbe essere la decisione dello spostamento della odierna capitale Roma verso altri centri d’interesse nazionalistico e/o regionalistico, ecc...) ossia tradirebbe l’alleanza fra il trono e l’altare, diabolici, per indirizzare il suo interesse esclusivamente su Israele dove nel Tempio, fatto da lui stesso ricostruire, instaurerà l’“abominio della desolazione” (Dn 9,27; Mt 24,15; At 6,13; 2Ts 2,4). Secondo Vladimir Solov'ëv62, l’Anticristo trasferirebbe “la residenza imperiale da Roma a Gerusalemme”; così identicamente anche Efrem il Siro (cfr. Sermo de Anticristo, XVI) e Sulpicio Severo, in Dialoghi 1.41. Robert Benson63, da parte sua, ipotizza il trasferimento della capitale d’Italia da Roma a Torino . Secondo rivelazioni private (La Salette, 1846 64), Roma, perduta la fede, diverrebbe capitale dell’Anticristo, secondo noi ciò potrebbe avvenire solo inizialmente e/o temporaneamente. L’Anticristo farà uccidere il Vicario di Cristo , subito dopo il compimento della prigionia di Satana durata mille anni. Questo segno dovrebbe essere ben comprensibile ai futuri cristiani, i quali comprenderanno che davvero la fine di questo mondo malvagio e l’irruzione definitiva del Regno di Dio sono vicinissime, anzi più che imminenti, quasi immediate. A. Arrighini 65 a questo proposito così scrive: “Possiamo star sicuri che fino a tanto che il Vicario di Cristo

60 AUGUSTO SEGRE, Il popolo d’Israele e la Chiesa, Centro Pro Unione, Roma, 1982, Corso breve di ecumenismo, vol. III, pp. 93-96. Secondo l’a. i Palestinesi discenderebbero dal Mizraym, figlio di Cham, che a sua volta è figlio di Noè, da cui discendono gli antichi Pelishtìm (Filistei). La loro origine sembra fosse l’isola di Creta poiché i Pelishtìm vengono chiamati anche Keretìm. Sempre secondo le fonti cui l’a. si richiama, i Palestinesi “non sono che arabi, che si sono mossi dalla penisola arabica dopo la distruzione del Tempio (70 d.E.V.) e certamente dopo la morte di Maometto (632 d.E.V.)” per cui ne conseguirebbe uno scontro storico di base “non tra Israele e la Nazione Palestinese, ma tra Israele e la Lega Araba che gioca la carta dei palestinesi con la dichiarata intenzione di distruggere lo Stato d’Israele”. In argomento, suggeriamo la lettura del seguente saggio: FURIO COLOMBO , Israele, passato e futuro, RCS Rizzoli Periodici, Milano, 1991, La Biblioteca di Europeo, allegata a Europeo n. 13 marzo 1991. 61 ORTENSIO DA SPINETOLI , Lettere ai Tessalonicesi, Ed. Paoline, Roma, 1977, pp. 95-100. 62 VLADIMIR SOLOV'ËV , I tre dialoghi e il racconto dell’anticristo, op. cit., ivi p. 199. 63 ROBERT BENSON, Il Padrone del mondo, op. cit., ivi p. 30. 64 Cfr. MELANIE CALVAT , in BERNARD Mc GINN , L’Anticristo, op. cit., ivi p. 338. 65 ANGELICO ARRIGHINI , L’Anticristo, op. cit., ivi pp. 270-271.

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regnerà a Roma, non vi regnerà il Vicario di Satana; finché la Chiesa impera nel mondo, non potrà stabilirvisi l’impero dispotico e idolatra dell’Anticristo”. Inoltre, sempre A. Arrighini , nella citata nota, vi riferisce che il Papa Pio XII , data la seconda e “orrenda guerra” mondiale in atto, che sconvolgeva la Chiesa e il mondo, espresse “il timore che l’Anticristo – HITLER – fosse già nato e che stesse iniziando il suo regno” sulla terra. Questa profonda intuizione profetica del Papa, deriva da una sua lettura critica dei segni dei tempi relativi però all’estemporanea manifestazione dell’Anticristo, poiché essa realmente si realizzava sì ancora una volta sul piano visibile della storia, ma non ancora perfettamente in sintonia con i tempi storici ed altri concomitanti segni di eventi biblico/teologici prestabiliti dal piano di Dio. Ci si permetta di ritenere tale profezia realmente ispirata da Dio, perché asseriamo che, in effetti, l’Anticristo , che “era e non è più – ma che deve necessariamente ritornare, perché deve realizzarsi la Parola di Dio decretata per la fine della fine dei tempi, per andare in perdizione” (Ap 17,11), è proprio lui: ADOLF HITLER 66! Il quale equivale al “nome d’uomo” corrispondente al numero simbolico di 666 di Ap 13,18.

Identikit dell’Anticristo – Connotati satanici :

Il parlare della bestia “come un dragone” sta ad indicare, secondo Bruno Corsani67, l’avvertimento a non “fermarsi all’apparenza ma ascoltare come parla perché il suo parlare “tradisce la sua natura satanica”. Dello stesso a. citato, crediamo opportuno riportarne una sintesi delle caratteristiche del “ falso profeta”:

parla un linguaggio demoniaco, nei suoi contenuti; è un plenipotenziario del primo mostro, cioè esercita per delega il potere di quello (v. 12a); costringe gli abitanti della terra ad adorare il mostro (v. 12b); fa miracoli diabolici con i quali inganna gli abitanti della terra (vv. 13 e 14a), per questo in 16,13; 19,20; 20,10 è chiamato “falso profeta”; fa innalzare statue al mostro e dà la parola a queste statue nei vv. 14b e 15; ci sono testimonianze dei primi secoli dell’era cristiana, che attestano la diffusione della credulità in statue che si muovevano e parlavano; qui Giovanni non sembra avallare quelle credulità, piuttosto

66 La persona beneficiaria della visione, asserisce che la “comunicazione spirituale, o del Cielo”, ricevuta inaspettatamente e senza richiesta, al tempo della sua conversione, è percepita ed espressa con fermezza categorica, proprio perché ritenuta asserzione di verità, assolutamente indubitabile, indistruttibile nella memoria e nella sua coscienza e pertanto irritrattabile. Fermo restando il giudizio del Magistero. Il dettaglio della descrizione della rivelazione privata, è riportato nel citato e pubblicato lavoro del Lorenzo Ventrudo, detto l’Apocalittico. 67 CORSANI B., L’Apocalisse, guida alla lettura, op. cit., ivi, p. 120. Altri elementi indicati a discernere l’azione seduttrice del falso profeta, sono dedotti da: VETRALI T ., “Menzogna e inganno del potere nell’Apocalisse”, in AA.VV ., Verità di Cristo verità dell’uomo, Quaderni a cura dello Studio Teologico S. Bernardino, Verona, L.I.E.F., Vicenza, 1983, p. 159.

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sembra attribuire alla seconda bestia arti da stregone (nostra nota: la formazione e la dinamicità delle immagini, ben sembra addirsi ai nostri moderni sistemi di comunicazione, come, ad esempio, la televisione);

mette un marchio su tutti gli adoratori della bestia (strumento di discriminazione, di boicottaggio degli “altri”, di quelli che non si piegano). Infatti, senza il marchio non si può svolgere alcuna attività lavorativa (cfr. la tessera del partito nei regimi dittatoriali); cioè: condizionamenti di carattere economico e sociale; (nostra nota: i nostri fratelli cristiani, che vivranno drammaticamente questa intollerabile situazione, dovranno pur provvedere a sistemi di attività alternative onde evitare il più possibile l’individuazione persecutoria; a tale proposito, potrebbe essere utile, e più sicuro, per chi sarà nelle favorevoli condizioni di poterlo fare, assicurarsi l’indispensabile approvvigionamento di viveri, facendo ricorso ai sistemi produttivi agricoli più possibilmente autonomi; anche forme di solidarietà fraterna, potrebbero essere utili per soccorrere i perseguitati e i loro eventuali familiari, a loro solidali); il ritorno nelle catacombe s’impone, intendendone, però, il sicuro rifugio nei Sacramenti. Sui rifugi da adottare per sfuggire alla persecuzione, numerose sono le indicazioni riferite nelle rivelazioni private moderne: luoghi di santità, di preghiera, monasteri, chiese, cattedrali, case, luoghi di apparizioni, grotte, saranno circondati e protetti dagli angeli, almeno finché se ne ha la possibilità di farlo68.

68 La Grande tribolazione, Fascicolo quarto, a cura di Maria Grazia S. e Sergio Pagliaroli, Edizioni Villadiseriane, Bergamo, 2000, pp. 75-80.

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L’Anticristo = Vicario di Satana Apocalisse 13, 1-18: “Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo […] Il drago – Satana – le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. […] L’adoreranno tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato. […] Faceva sì che tutti […] ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte […] cioè il nome della bestia o il numero del suo nome – che – rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei” 666).

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7.CONCLUSIONE

• Cambiamenti climatici, tsunami, uragani, sconvolgimenti cosmici; Disastri antropologici (Benedetto XVI, 2012), violenza, terrorismo, corruzione, scandali, crollo delle democrazie, democrazia “mafiosa” (romanziere George in “1984”), sfascio delle famiglie, tumulto dei popoli,

collasso ontologico dell’essere, male dilagante, confusione tra il bene e il male …

CHE STA SUCCEDENDO? DOVE ANDREMO A FINIRE O COME ANDREMO A FINIRE ? [Cfr. Cardinal Angelo Comastri, S. Paolo 2004]

Ѐ VICINA LA FINE DEL MONDO?

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Serietà della situazione

1. Ad extra della Chiesa

2. Magistero (in particolare, interventi sull’Anticristo)

Giovanni Paolo II , in Esort. Apost. Pastores dabo vobis 1992, n.3;10); tesi storica: il nostro oggi è segnato da “ambivalenza e contraddittorietà”; elementi negativi e ragioni di speranza, ostacoli e aperture, come nel campo evangelico sono seminati e “convivono” il buon grano e la zizzania (cf. Mt 13,24 ss.).

• Giovanni Paolo II all’Angelus del 13 febbraio 1994, segni inquietanti che caratterizzano gli attuali tempi tormentosi, l’umanità "è come ad un bivio". Id. 8.10.2000: “oggi come mai nel passato l’umanità è al bivio; può trasformare il mondo in un giardino o in un cumulo di macerie”.

Giovanni Paolo II, nell’omelia del 31 dicembre 1994 tenuta in S. Ignazio a Roma, a commento della 1Gv, afferma: “Non possiamo non avvertire che, insieme con la civiltà dell’amore, si sta diffondendo la civiltà dell’anticristo” . • GS 4.15.37: Rischio reale dell’autodistruzione del pianeta e dello stesso genere umano. • Giovanni Paolo II (Cfr. Veritatis splendor, Lettera enciclica, 1993, nn. 98-106): “Dopo la caduta, in molti Paese, delle ideologie che legavano la politica ad una concezione totalitaria del mondo … si profila oggi un il rischio dell’alleanza fra democrazia e relativismo etico … Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia […] La scristianizzazione, comporta un declino o un oscuramento del senso morale: e questo sia per il dissolversi della consapevolezza

Giovanni Paolo II, nell’omelia del 31 dicembre 1994 tenuta in S. Ignazio a Roma, a commento della 1Gv, afferma: “Non possiamo non avvertire che, insieme con la civiltà dell’amore, si sta diffondendo la civiltà dell’anticristo” . GIOVANNI PAOLO II , Rosarium Virginis Mariae, Lettera Apostolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2002, n. 17, dice: La storia del Rosario mostra come questa preghiera sia stata utilizzata specialmente dai Domenicani, in un momento difficile per la Chiesa a motivo del diffondersi dell’eresia. Oggi siamo davanti a nuove sfide”. Il cardinale Dias [ NdR: Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, inviato speciale del Papa Benedetto XVI a Lourdes per celebrare la messa per l’anno celebrativo del 150° delle apparizioni di Lourdes] ha ricordato, quanto il cardinale Wojtyla disse [ndr: 9 novembre 1976] pochi mesi prima della sua elezione alla cattedra di Pietro: “Noi siamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai avuto (sott. mia). Penso che la comunità cristiana non l’abbia ancora compreso del tutto. Noi siamo oggi di fronte alla lotta finale tra la Chiesa e l’anti-chiesa, tra il Vangelo e l’antivangelo (sott. mia)”. Parole, ha aggiunto il cardinale Dias, che trent’anni dopo risuonano come profetiche, peraltro preannunciate proprio dalle apparizioni mariane “insieme con la rovina spirituale di certi Paesi, l’affievolimento della fede, le difficoltà della Chiesa e l’aumento dell’azione dell’ anticristo, con i suoi tentativi di rimpiazzare Dio nella vita degli uomini” (sott. mia) […].

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dell’originalità della morale evangelica, sia per l’eclissi degli stessi principi e valori etici fondamentali”.

J. RATGINGER : « Se non impariamo a vivere la democrazia in ordine al cristianesimo e il cristianesimo in ordine allo Stato libero democratico, ci giocheremo sicuramente la democrazia stessa (Cfr. Chiesa, ecumenismo e politica, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline, 1987, p. 201). “Il grande pericolo che minaccerà continuamente la Chiesa, quello contro il quale avrà sempre da combattere, è questa struttura politica pagana spinta all’assoluto” Cfr. DONATIEN MOLLAT S.J., professore di Sacra Scrittura)69.

• Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa, 2003, “ufficializza” i tempi dell’apostasia in atto con il termine di “apostasia silenziosa”. GIOVANNI PAOLO, nella Lettera Apostolica, Rosarium Virginis Mariae nn. 39-52, dice: alla preghiera del Santo Rosario, “la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza […]. Le difficoltà che l’orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo Millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall’Alto, capace di orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflittuali e di quanti reggono le sorti delle Nazioni, può far sperare in un futuro meno oscuro […] il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia […]. La famiglia che prega unita, resta unita”.

Per il pensatore russo V. Solov'ëv 71 l’A. è il "superuomo" che si contraddistingue per il "suo smisurato amor proprio...straordinariamente intenso e compiaciuto, privo di autentica semplicità, schiettezza e sincerità...un genio-del male-luminoso", un "compassionevole filantropo", "astuto imbroglione...turpe impostore" e che verrà proclamato "Presidente a vita degli Stati Uniti d’Europa" con il titolo onorifico di "imperatore romano". Analogamente il romanziere R. Benson72, lo definisce "la suprema potenza della terra"; e parodiando Cristo: "figlio dell’uomo", "salvatore d el mondo", "Dio incarnato, come simbolo, il più perfetto, della divina umanità", "la contraffazione di Dio"; “un uomo solo capace di tenere nelle sue mani tutto il mondo in modo pienamente democratico!”; presidente d’Europa”; “superuomo”. I nsomma "tutti gli attributi finora prodigati agli esseri s uperiori" lungo il corso della storia, erano prefigurazioni dell’A.

69 DONATIEN MOLLAT S.J. , Apocalisse, una lettura per oggi, Edizioni Borla, Roma 1985, p. 121.

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• Joseph Cardinale Ratzinger, nel commento teologico70 del Messaggio di Fatima, osserva: “La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente più come pura fantasia; l’uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco”. • Libertà idolatrata . • Ateismo pratico esistenziale (PdV n. 6). • Consolidamento delle “strutture di peccato” (Sollicitudo rei socialis

1987, n.4) e “strutture di ingiustizia ” (Divini Redemtoris 1937, n. 2). • Sistema Bancario Internazionale iniquo (Imperialismo bancario!);

struttura gerarchica, di tipo feudale, che si regge sul monopolio culturale dei vertici bancari, con dominio assoluto sulle Banche Coloniali, e sull’opinione pubblica deculturizzata e assuefatta al principio di rarità monetaria. Le Banche Imperiali, dotate di “potere illimitato ed una dominazione dispotica” (Pio XI, Quadrigesimo anno, 1931).

• Cultura della morte, congiura contro la vita, cultura dell’antidecalogo.

Sono giunti ormai i tempi per “tacere, pregare, sospirare e attendere” (Sl 40,2).

71 SOLOV'ËV V ., I tre dialoghi e il racconto dell’anticristo, Vita e pensiero, 1995, Milano 1995, pp. 185-193. 72 BENSON R., Il padrone del mondo, Jaca Book, Milano 1994, pp. 120.141.150.152.204.244. 70CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE , Il messaggio di Fatima, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2000, p. 40.

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AMMONIMENTO!

Se non ci sarà conversione, secondo la teologia della storia o Cristologia della storia (Cfr. Don Cesare Mariano), secondo la complessa teologia giovannea, dal percorso spiraloidiforme (Cfr. Kierkegaard, B. Forte e io) e, in particolare, secondo la teologia del ritorno (Cfr. Ap 17,8-11; 20,4-6; 11,1-12) (Cfr. Vittorino di Petovio, Eduard Schick., Eduard Lohse, B. Corsani, A. Läpple, Jean-Louis D’Aragon, Angelo Lancellotti, Bruno Corsani, Pierre Prigent, Enzo Bianchi, Jean Pierre Prévost, Massimo Centini, Edmondo Lupieri; Eugenio Corsini, Charls Homer Giblin, Giuliano Vigini, Rinaldi Fabris, Alberto Bigarelli, Pheme Parkins, Nicola Martella, M. Eugene Boring, ecc.), certamente avremo la ripresentazione storica dell’Anticristo finale. La profezia sull’Anticristo (Ap 13, 18) è stata “dissigillata”: è stato svelato il nome dell’Anticristo ! Gli eventi stanno precipitando verso il fine di salvezza. La Bestia, L’Anticristo con il suo potere imperiale, diabolico, ritornerà, se l’umanità non si converte, se non desiste dalla sua “condotta perversa” (Ez 3,18) e allora, certamente, avremo ri-attualizzata la seguente equazione, storico-anticristologica (cfr. esegeta M. Eugene Boring)

Nerone sta al Nero Redivivus, come Hitler sta a Hitler Redivivus

Chi ha orecchi per intendere, intenda (Lc 14,35)

Infine, parafrasando il già citato Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx - Friedrich Engels, sentenziamo:

“Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro […]” dell’Anticristo-Hitler che deve ritornare, per an dare in perdizione (Ap 17,8).

Secondo i Vescovi della Puglia, la conversione è divenuta un’esigenza” perché non è più tempo di neutralità:

• con Cristo o senza di Lui, ovvero contro di Lui, o Premio eterno o Dannazione eterna, o a immagine e somiglianza di Dio o a immagine e

somiglianza di Satana, o materia ... e morte! O spirito ... e vita eterna! “Divinizzazione” o “Demonizzazione”.

L’ANTICRISTO è ormai alle porte!

Dice il Signore: “Voi avrete tribolazione nel mondo, coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33)

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