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Le sette vite di Laura Zuliani La vicenda artistica di Laura Zuliani, amica triestina giurata delle Donne Inquiete, è legata ad un filo. Durante il soggiorno decennale nel regno della letteratura inglese, ha coltivato idee e forme incubatrici di attività rasserenanti nel campo dell’arte dove si è iscritta con un ruolo piuttosto inconsueto, quello dell’alchimista della lana alla ricerca di un insieme armonico regolata da una rete di corrispondenze. Avvolta da misteri e segreti di produzione, Laura Zuliani ha maturato un rapporto simbiotico con i materiali che adopera, un affetto devoto che torna ad esprimersi in una varietà creativa che sconfina a lungo il diletto del passatempo. Solo in una stagione recente, Zuliani scopre la lana cardata, materiale umile, come lei stessa conferma, quasi dimenticato dalla frenesia della quotidianità e di conseguenza fa del filo il suo mezzo privilegiato. La lana si può tingere con materiali naturali, si può stampare con fiori e foglie, si può legare in modo da produrre dei disegni geometrici, si può forgiare in molteplici modi, lavorare con acque e sapone o con l’ago. Se il filo è la struttura del mondo, come la parola, il feltro è il suo antenato, dice chi lo adopera con dedizione. Con il feltro Zuliani disegna abiti, sciarpe, polsini, borse e cappelli che si contraddistinguono per il rigore formale giocando ogni tanto con dettagli sofisticati.

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Le sette vite di Laura Zuliani

La vicenda artistica di Laura Zuliani, amica triestina giurata delle Donne Inquiete, è legata ad un filo. Durante il soggiorno decennale nel regno della letteratura inglese, ha coltivato idee e forme incubatrici di attività rasserenanti nel campo dell’arte dove si è iscritta con un ruolo piuttosto inconsueto, quello dell’alchimista della lana alla ricerca di un insieme armonico regolata da una rete di corrispondenze. Avvolta da misteri e segreti di produzione, Laura Zuliani ha maturato un rapporto simbiotico con i materiali che adopera, un affetto devoto che torna ad esprimersi in una varietà creativa che sconfina a lungo il diletto del passatempo. Solo in una stagione recente, Zuliani scopre la lana cardata, materiale umile, come lei stessa conferma, quasi dimenticato dalla frenesia della quotidianità e di conseguenza fa del filo il suo mezzo privilegiato. La lana si può tingere con materiali naturali, si può stampare con fiori e foglie, si può legare in modo da produrre dei disegni geometrici, si può forgiare in molteplici modi, lavorare con acque e sapone o con l’ago. Se il filo è la struttura del mondo, come la parola, il feltro è il suo antenato, dice chi lo adopera con dedizione. Con il feltro Zuliani disegna abiti, sciarpe, polsini, borse e cappelli che si contraddistinguono per il rigore formale giocando ogni tanto con dettagli sofisticati.

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Nella loro morfologia scultorea, a prima vista, non sembrano oggetti da indossare, solo le tinte accese dell’ottanio, del verde, del magenta, del rosso, del celeste, invitano a essere toccati, a fare sentire una materia che deriva da un’arte molto antica. Si può infeltrire della lana, del mohair, dell'angora, della seta e creare degli effetti contrastanti. Si possono altresì mescolare materiali tessili, maglie e fili, perle di vetro. La predilezione del feltro la induce a sperimentare stili e tecniche sempre nuove, creando una produzione propria di accessori raffinati che non è solo una pratica lavorativa quotidiana ma anche una fonte di equilibrio dell’anima.

Il suo atelier vicino alle colline alte del Carso, accoglie, in realtà, un laboratorio che rappresenta l’antitesi alla produzione di massa perché i capi e gli accessori di Laura Zuliani sono “tailor-made”, cuciti a misura, favorendo cosi lo spirito e le esigenze di chi li porta. Utilizzando solo materie naturali e durature, l’artista stabilisce una connessione di qualità con il mondo e questo scambio interattivo si riflette positivamente sull’ambiente e sulla gente. Antithesis è anche il nome programmatico della sue linea che riconduce ad una consapevolezza nel rapporto con la natura come fonte di benessere della mente e del corpo. Nella scelta di creare e adoperare il feltro, questo strano tessuto del silenzio, la creativa dello stile si ritrova nel gruppo di grandi protagonisti dell’arte contemporanea fino a designer di mobili e di arredamento che al feltro hanno assegnato un significato importante.

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Uno di loro, Joseph Beuys, ha individuato nel feltro il materiale ideale per la sua arte ma non ha mai rivelato la sua provenienza nemmeno quando le sue opere in feltro hanno avuto gli applausi dei musei da Parigi a New York. Anche Beuys conosceva le intrinseche potenzialità salvifiche del materiale, pensiamo al suo cappello onnipresente, molto diverso dal cappello di feltro di Van Gogh che, ai suoi tempi, lo portava come gesto anti-borghesia.

Tardi nella sua vita Laura Zuliani è arrivata alla botanica, anche se il mondo circostante è sempre stato il suo giardino dove ogni semina faticosa l’ha portata alla maturazione di un’idea giovane. Ispirata da India Flint, leggendario personaggio delle terre selvagge australiane e ideatrice dell’Ecoprinting con eucalipto, Zuliani si avvicina allo studio delle piante e delle loro stagioni per sperimentare una nuova tecnica, la stampa di foglie e di fiori su tessuto. Le piante dissecate prescelte lasciano delle impronte autentiche sul feltro, rassomigliando a radiografie di vita vegetale. L’eucalipto e il rabarbaro generano delle silhouette in rosso, la tagete in giallo, il mirtillo in rosso scuro e lilla, il tarassaco, il noce e l’edera invece il verde.

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Le sue prime opere vengono esposte in una mostra pubblica a due, insieme alla fotografa Malgosia Mitka a Trieste, nel contesto della terza edizione di Donne Inquiete. Percorsi urbani d’arte contemporanea nel 2015.in cui Laura Zuliani è stata presentata per la prima volta.

Ecoprint con edera, 2015

La valorizzazione delle tecniche artigianali e della manualità artistica è l’eredità tramandata dalle pioniere delle Avanguardie Storiche del primo Novecento, poi del movimento di Bauhaus, continuando nel corso degli Anni Sessanta nella Feminist Art Americana di Judy Chicago e soprattutto di Miriam Shapiro, che hanno ispirato generazioni di artiste nobilitando l’ Astrattismo decorativo, la Pattern Art fino a svariate tecniche antiche quali il ricamo, la maglia o l’uncinetto. Con questo suo operato Laura Zuliani s’inserisce concettualmente in una tradizione che viene da lontano e che non smetterà fare parlare di sé in maniera ancora più esplicita. Al livello di linguaggio personale il suo lavoro si fonda su una delicatezza ed estrema attenzione riconducibili ad una sensibilità del tutto femminile.

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E’ l’auspicio di Donne Inquiete che le numerose artiste che si sono perfezionate in questo campo continuino a fare arte anche se al centro del dibattito resta sempre il problema della condizione femminile, intesa in senso sociale, una condizione rispetto alla quale si evolve parallelamente la situazione artistica. Accettando quindi il prezzo da pagare, come ci ricorda Miriam Shapiro,, e che il loro lavoro possa scaturire un dibattito continuo ad alta voce sullo stato dell’arte femminile e in generale sul futuro senza preclusione a priori. beth vermeer, marzo 2016