le emergenze in sala parto rianimazione neonatale
TRANSCRIPT
Le emergenze in Sala Parto
Rianimazione neonatale
Mercoledi’ 14 Marzo 2018 – Ospedale S. Eugenio – ASL Roma 2
U.O.C. Neonatologia e T.I.N.
Ospedale S. Eugenio
Dott. Carlo Giannini
STORIA
Nel 1994 nasce la Società Italiana di Neonatologia
Il Presidente Giovanni Bucci pose le basi della
realizzazione dei primi Corsi di Rianimazione
Neonatale.
I nostri neonatologi non sono solo esperti nella
rianimazione ma contribuiscono con i loro lavori
scientifici ad accrescere le conoscenze in tale
campo.
Fino al 2015 sono stati utilizzati i Manuali proposti da Associazioni Pediatriche straniere !
Il Direttivo della SIN eletto nel 2012 ha avanzato la proposta di elaborare delle
Raccomandazioni per la Rianimazione neonatale da utilizzare in tutte le nostre sale parto e in
tutti i centri nascita.
Le Linee Guida di Rianimazione Neonatale sono riportate nel classico testo “Manual of
Neonatal resuscitation” dell’American Heart Association e dell’American Accademy of
Pediatrics.
RIANIMAZIONE NEONATALE: PRINCIPI E VISIONE D’INSIEME
Il passaggio dalla vita intrauterina e quella extrauterina è il momento più delicato della vita di
ciascun individuo.
Nel 90% circa dei neonati il periodo di transizione avviene senza difficoltà, nel 10% è richiesto
qualche grado di aiuto ed in meno dell’1% sono necessarie misure di rianimazione intensive
Necessario nel 100% dei nati
Necessario nel 10% dei nati
Necessario nel 1% dei nati
Valutare il neonato
Fornire calore
Mantenere le vie aeree pervie
Stimolare
Garantire una ventilazione efficace
-Pallone e maschera
-Intubazione endotracheale
Eseguire
compressioni toraciche
Somministrare
farmaci
Vita Fetale Periodo di transizione Cosa può non funzionare durante il periodo di
transizione?
Ossigenazione del sangue Diffusione di ossigeno attraverso la placenta dalla madre al feto
L’ossigenazione dipende dal polmone
Polmoni I polmoni non sono responsabili dell’ossigenazione. Gli alveoli sono ripieni di liquido
Il fluido polmonare è riassorbito e sostituito da aria
Inadeguata ventilazioneI polmoni non si riempiono di aria
Circolo polmonare Il circolo polmonare è vasocostretto per cui il sangue proveniente dall’arteria polmonare tramite il dotto arterioso giunge in aorta, dove le pressioni sono inferiori a quelle polmonari
Gli alveoli si distendono con aria. L’aumento dell’ossigenazione ematica e la distensione degli alveoli determina vasodilatazione polmonare (circolo polmonare a bassa resistenza). Il calo delle resistenze polmonari e l’aumento delle resistenze sistemiche, determinato dall’esclusione del circolo placentare, è causa dell’aumento del flusso ematico nel polmone e della riduzione di flusso nel dotto arterioso
Ipertensione polmonare persistente (PPHN)Le arteriole polmonari rimangono costrette dopo la nascita, si riduce l’apporto di sangue ai polmoni e di conseguenza l’ossigenazione tissutale
Circolo sistemico Aumento della pressione sistemica per rimozione del circolo placentare a bassa resistenza, conseguente a clampaggio dei vasi ombelicali
La pressione sistemica non aumenta per:1.Presenza di bradicardia2.Perdita ematica3.Ipocontrattilità miocardica da ipossia/ischemia
FISOPATOLOGIA DELL’ASFISSIA PERINATALE
Studi sperimentali hanno ben descritto i processi fisiopatologici conseguenti ad ipossia. Lo studio
più conosciuto è quello di Dawes W. (1968) che descrive nella scimmia Rhesus a termine la
risposta conseguente ad ipossia/asfissia, distinguendola in 4 fasi in rapporto alla durata dello
stimolo ipossico/asfittico:
4. Apnea secondaria (apnea+bradicardia+ipotensione arteriosa)
1. Atti respiratori rapidi
2. Apnea primaria (apnea+bradicardia)
3. Gasping, ovvero respiri profondi ed irregolari
Apnea Primaria
ApneaSecondaria/terminale Respiro
regolare
Ultimogasp
Ripresagasping
4
6
0
2
150
200
100
60
50
20
40
0
Gasping
Frequenza
Cardiaca
(bpm)
Pressione
Arteriosa
(mmHg)
0 2015105
Asfissia Rianimazione
Sequenza di eventi fisiopatologici
in un modello di asfissia
sperimentale acuta
FISIOPATOLOGIA DELL’ASFISSIA PERINATALE
Apnea primaria stimolazione tattile ripresa della respirazione
Apnea secondaria richiede ventilazione a pressione positiva
Non è sempre possibile distinguere l’apnea primaria dall’apnea secondaria
Un neonato che non respira alla nascita è da considerare sempre in “apnea secondaria”
La conoscenza dei fattori di rischio antepartum e intrapartum è fondamentale in quanto più della
metà dei neonati che richiedono assistenza rianimatoria possono essere identificati prima della
nascita
Diabete materno
Ipertensione gravidica
Ipertensione cronica
Anemia o isoimmunizzazione fetale
Precedente morte fetale o neonatale
Emorragia durante il secondo o terzo trimestre
Infezione materna
Malattie cardiache, renali, polmonari,
tiroidee o neurologiche materne
Polidramnios
Oligoidramnios
Rottura prematura delle membrane
Idrope fetale
Gestazione oltre il limite
Gestazione multipla
Discrepanza tra dimensioni fetali ed EG calcolata
Terapia farmacologica (magnesio, farmaci
antiadrenergici)
Tossicodipendenza materna
Malformazioni o anomalie fetali
Diminuzione dell’attività fetale
Assenza di assistenza prenatale
Età materna <16 o >35 anni
Taglio cesareo d’emergenza
Parto con forcipe o ventosa
Presentazione podalica o altra presentazione anomala
Travaglio prematuro
Travaglio e/o parto precipitoso
Corioamniotite
Rottura prolungata delle membrane (>18 ore prima
del parto)
Travaglio prolungato (>24 ore)
Secondo stadio del travaglio prolungato (>2 ore)
Macrosomia
Bradicardia fetale persistente
Tracciato delle frequenza cardiaca fetale preoccupante
Impiego di anestesia generale
Iperstimolazione uterina
Narcotici somministrati alla madre entro 4 ore dal parto
Liquido amniotico tinto di meconio
Prolasso del cordone ombelicale
Distacco di placenta
Placenta previa
Sanguinamento intrapartum significativo
Fattori antepartum Fattori intrapartum
Diabete materno
Ipertensione gravidica
Ipertensione cronica
Anemia o isoimmunizzazione fetale
Precedente morte fetale o neonatale
Emorragia durante il secondo o terzo trimestre
Infezione materna
Malattie cardiache, renali, polmonari,
tiroidee o neurologiche materne
Polidramnios
Oligoidramnios
Rottura prematura delle membrane
Idrope fetale
Gestazione oltre il limite
Gestazione multipla
Discrepanza tra dimensioni fetali ed EG calcolata
Terapia farmacologica (magnesio, farmaci
antiadrenergici)
Tossicodipendenza materna
Malformazioni o anomalie fetali
Diminuzione dell’attività fetale
Assenza di assistenza prenatale
Età materna <16 o >35 anni
Taglio cesareo d’emergenza
Parto con forcipe o ventosa
Presentazione podalica o altra presentazione anomala
Travaglio prematuro
Travaglio e/o parto precipitoso
Corioamniotite
Rottura prolungata delle membrane (>18 ore prima
del parto)
Travaglio prolungato (>24 ore)
Secondo stadio del travaglio prolungato (>2 ore)
Macrosomia
Bradicardia fetale persistente
Tracciato delle frequenza cardiaca fetale preoccupante
Impiego di anestesia generale
Iperstimolazione uterina
Narcotici somministrati alla madre entro 4 ore dal parto
Liquido amniotico tinto di meconio
Prolasso del cordone ombelicale
Distacco di placenta
Placenta previa
Sanguinamento intrapartum significativo
Fattori antepartum Fattori intrapartum
mm)
Nascita
30 sec
60 sec
La gestazione è a termine?
Respira o piange?
Il tono muscolare è buono?
Fornire calore
Posizionare e liberare le vie aeree,
se necessario
asciugare e stimolare
FC < 60 bpm
Respiro “difficoltoso” o
cianosi persistente?
Cure di Routine
Fornire calore
Asciugare
Liberare le vie aeree, se
necessario
Considerare:
-Ipovolemia
-PNX
Liberare le vie aeree
Monitorare SatO2
Considerare CPAP
Adrenalina ev
Considerare intubazione
Compressioni toraciche e PPV
PPV
Monitorare SatO2
Continuare PPV
Misure correttive per Ventilazione efficace
FC <100 bpm
FC < 100 bpm
Gasping o Apnea?
Sequenza degli steps da seguire durante la rianimazione
No
FC < 60 bpm
No
Si
Si
Si
No
Cure post-rianimazione
Si
No
Si
Si, può stare con la mamma
1 2 3 4
TAPPE INIZIALI
-Controllo:TemperaturaPervietà delle vie aeree
-Stimolazione
- Valutazione
VENTILAZIONE
COMPRESSIONI TORACICHE
SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI
Le 4 fasi dell’assistenza del neonato alla nascita
Provvedimenti “iniziali”da garantire durante l’intera rianimazione
Fornire calore
Posizionare il neonato
Liberare le vie aeree
Stimolazione tattile
RIVALUTARE
Attività respiratoria
FC >100 bpm
3 condizioni:
- Il neonato presenta FC > 100 bpm ed attività respiratoria valida
- Il neonato presenta FC > 100 bpm ed ha attività respiratoria
valida ma è cianotico
- Il neonato non ha attività respiratoria valida
(è in apnea o presenta gasping) e/o la FC è <100 bpm.
OK
Pulsossimentro
ed eventualmente
CPAP
Immediata
ventilazione
Casi particolari
Approccio al neonato con cianosi persistente
La saturazione di ossigeno (SatO2), che nel feto è circa del 60%, sale gradualmente nei primi
minuti di vita raggiungendo nel neonato a termine il 90% solo dopo i primi 8 minuti di vita.
La somministrazione di O2 è indicata solo nel neonato che presenta attività respiratoria valida e
buona FC, ma cianosi persistente
L’ossigeno, soprattutto se somministrato per periodo lungo, dovrebbe essere umidificato e
riscaldato ed il flusso deve essere non maggiore di 5L/min per ridurre le perdite convettive di calore
Ventilazione adeguata Cianosi
Cardiopatia
Ipertensione polmonare
Meconio presente?
Neonato vigoroso?
Aspirare Cavo orale e Trachea
Effettuare le manovre delle tappe iniziali
Liberare il cavo orale ed il naso dalle
secrezioni
Asciugare, stimolare, posizionare
Approccio al neonato con liquido tinto
No
Si
Si
No
In caso di presenza di liquido tinto di meconio,il neonato va valutato subito dopo il parto, in quanto
la condotta è diversa a seconda se è “vigoroso” o “depresso”
Casi particolari
Approccio al neonato con liquido tinto
Il neonato “vigoroso” (attività respiratoria presente, FC > 100 bpm, tono muscolare valido) va
aspirato dalla bocca e dal naso con il fine di rimuovere l’eventuale presenza di meconio e va
assistito normalmente.
Il neonato “depresso” (assente o scarsa attività respiratoria, FC < 100 bpm, tono muscolare
diminuito) va aspirato subito dalla bocca e quindi dalla trachea.
I seguenti steps possono diminuire il rischio della Sindrome di Aspirazione di Meconio (SAM):
- Non asciugare o stimolare il neonato per evitare l’inalazione di meconio presente nelle prime vie
respiratorie,
- Posizionare il neonato sul lettino di rianimazione
- Inserire il laringoscopio e visualizzare la glottide, dopo aver aspirato le secrezioni dalla bocca e
dal faringe posteriore con sondino di sufficiente diametro (12 -14 F): questa pulizia evita che il
tubo si sporchi di meconio o trascini il meconio in trachea
- inserire il tubo oro-tracheale (o un sondino di almeno 12 – 14 F), collegarlo ad apposito raccordo
a sua volta connesso con il sistema di aspirazione, chiudere il foro sul raccordo in maniera da
iniziare l’aspirazione che va effettuata rapidamente (5 sec) mentre il tubo viene retratto
- Osservare se il tubo retratto contiene meconio o resta pulito
- In caso di presenza di meconio è possibile ripetere l’aspirazione
- Le aspirazioni vanno interrotte ed il bambino va ventilato in presenza di bradicardia (FC <100
bpm)
- Continuare l’assistenza (ventilazione a pressione positiva ecc.) come in tutti i casi di neonati
depressi.
Approccio al neonato con liquido tinto
Ventilazione a pressione positiva
La ventilazione a pressione positiva va effettuata ad ogni neonato che dopo le tappe iniziali
presenti:
- Assenza di attività respiratoria o presenza di gasping
e/o
- FC <100 bpm
Esistono tre dispositivi per effettuare la ventilazione : funzionano in modo diverso.
Ogni operatore deve conoscere bene il dispositivo in uso nella propria sala parto
Caratteristiche Pallone auto-insufflante
Palloneflusso-dipendente
Rianimatore a T
Somministrazione O2 90-100%
- Solo con reservoir- Senza reservoir: 40%
Si Si
Concentrazione di O2 variabile
- Solo con Blender e reservoir
Solo con Blender Solo con Blender
Valutazione PIP erogata PIP misurata solo se presente manometro (opzionale)
PIP misurata solo se presente manometro (opzionale)
PIP regolabile e misurata da manometro
PEEP No Si(controllata dalla valvola di controllo di flusso)
Si
Tempo inspiratorio Durata della compressione Durata della compressione Durata occlusione valvola di controllo PEEP
Sistemi di sicurezza - Valvola pop-off (manometro opzionale)
(manometro opzionale) Valvola di regolazione della pressione massima- Manometro
Maschera facciale
Sono disponibili maschere anatomiche e rotonde, di varia taglia:
- Taglia 0 per il neonato pretermine
- Taglia 1 per il neonato a termine
Per ventilare in modo idoneo il neonato bisogna effettuare 40 – 60 insufflazioni al minuto
30 secondi
Rivalutare:
- FC
- Attività respiratoria
spontanea
Maschera facciale
Si possono a questo punto riscontrare tre condizioni
Il neonato presenta FC > 100 bpm
- Attività respiratoria valida: ha risposto alla ventilazione. Si sospende la ventilazione e si
osserva il neonato fino al miglioramento del colorito
- Attività respiratoria ancora non valida (es. atti respiratori irregolari o pause apnoiche)-. Ha
risposto alla ventilazione, ma necessita ancora di assistenza respiratoria. Si continua a
ventilare per altri 30 secondi fino alla comparsa di attività respiratoria valida e si rivaluta
Il neonato presenta FC 60 – 100 bpm
- Va continuata ventilazione per altri 30 secondi e si rivaluta
Il neonato presenta FC < 60 bpm
- Dopo aver verificato che la ventilazione sia eseguita in modo efficace (eventualmente
considerare intubazione tracheale), vanno associate alle ventilazione le compressioni
toraciche.
Rianimatore a T (Neo-Puff)
La pressione di picco di massima (PIP) e la pressione di fine aspirazione (PEEP) possono essere regolate
manualmente
Il Neopuff è provvisto di:
- Ingresso dei gas
- Uscita dei gas
- Manometro, utile per monitorare la PIP e la PEEP
- La “valvola di pressione massima” regola il limite massimo di pressione nel circuito, che di default è fissato a 40
cm/H2O , ma è modificabile
- La seconda “valvola di controllo di pressione inspiratoria massima” regola la pressione di picco (PIP)
- Nel circuito in prossimità del raccordo al paziente è inoltre presente la valvola di regolazione della PEEP
Compressioni toraciche
Le compressioni toraciche vanno effettuate:
- se dopo 30 secondi di ventilazione efficace a pressione positiva la FC è <60 bpm
Le compressioni toraciche consistono in una compressione ritmica dello sterno e di una fase di
rilasciamento.
La fase di compressione ha lo scopo di:
Comprimere il cuore contro la colonna vertebrale
Aumentare la pressione intratoracica
Aumentare il flusso del sangue negli organi vitali
La fase di rilasciamento ha lo scopo di facilitare il riempimento di sangue delle cavità cardiache
Per effettuare le compressioni toraciche sono necessarie due persone che devono agire in coordinazione
- Una che effettua le compressioni
- Una che ventila il neonato
Compressioni toraciche
Tecnica delle due dita e tecnica dei due pollici
La zona in cui effettuare le compressioni è il terzo inferiore dello sterno e precisamente la zona compresa
tra la linea intermammaria ed il processo xifoideo.
Comprimere lo sterno fino a circa un terzo del diametro antero-posteriore del torace.
Le compressioni vanno sempre associate alla ventilazione.
Il corretto rapporto tra compressione e ventilazione è 3:1, ovvero tre compressioni e una ventilazione. In
genere un ciclo di 3 compressioni e 1 ventilazione deve durare 2 secondi; in tal modo in un minuto
vengono effettuate 30 ventilazioni e 90 compressioni
Compressioni toraciche
Dopo 60-90 secondi di compressioni toraciche associate a ventilazione va ricontrollata la FC.
Si possono a questo punto riscontrate tre condizioni:
1. Il neonato presenta un aumento della FC, che risulta >100 bpm ed inizia a respirare spontaneamente: le
compressioni toraciche vanno sospese e la ventilazione va gradualmente sospesa.
2. Il neonato presenta FC >60 bpm (in sensibile aumento) : si possono sospendere le compressioni
toraciche, ma va proseguita la ventilazione aumentando la frequenza (40-60 atti minuto), dal momento che
la gittata sistolica può essere adeguata e le compressioni possono diminuire l’efficacia della ventilazione
3.Il neonato continua a presentare FC <60 bpm: va effettuata rianimazione farmacologica ed il neonato va
intubato
Intubazione tracheale
L’intubazione endotracheale va effettuata elettivamente alla nascita solo in caso di
1. Ernia diaframmatica congenita, diagnosticata prima della nascita
Mentre è ancora discutibile se sia necessaria in caso di:
2. Prematurità estrema
3. Somministrazione profilattica di surfattante
4. Assenza di attività cardiaca
Tubo ET Misura catetere aspirazione
2.5 5F o 6F
3.0 6F o 8F
3.5 - 4.0 8F
4 8F o 10F
Intubazione tracheale
Procedura:
1 Posizionare il neonato (collo in leggera estensione) e tenere la testa con la mano destra
2 Impugnare il laringoscopio con la mano sinistra e far scorrere la lama del laringoscopio lungo il
margine destro della lingua, spingendola verso sinistra, ed avanzare fino a raggiungere la
vallecola ed uncinare l’epiglottide
3. Sollevare leggermente la lama del laringoscopio, spingendola verso l’impugnatura in modo da
visualizzare il piano della glottide
4. Cercare i punti di repere:
- l’epiglottide appare in alto
- Le corde vocali appaiono subito sotto
5. Inserire il TET, tenendolo con la mano destra, dopo aver calcolato di quanto deve essere inserito
6. Rimuovere la lama del laringoscopio, tenendo fermo il TET con il dito contro il palato duro
7. Fissare il TET a livello del labbro superiore
8. Verificare la corretta posizione
9. Collegarlo al dispositivo (pallone, rianimatore a T) per la ventilazione
Intubazione tracheale
Intubazione tracheale
Peso (Kg) Profondità di inserimento (cm dal labbro superiore)
1 7
2 8
3 9
4 10
Profondità di inserimento del TET
Se il tubo è posizionato correttamente, si troverà a metà strada tra le corde vocali e la carena. Esistono 2 modi
per valutare inizialmente la profondità del TET da inserire, tenendo in considerazione:
- l’indicatore delle corde vocali, ovvero il marker più scuro presente a poca distanza dalla punta del TET, o
- la distanza labbro-punta
La prima verifica è a carico di chi fa la procedura e consiste nel posizionare il marker nero al di sotto delle corde
vocali. Con la seconda si calcolano i centimetri da inserire in base alla distanza labbro-punta del TET. Questa
distanza può essere calcolata conoscendo il peso del neonato e aggiungendo 6 cm alla prima cifra del peso
Non è efficace su neonato con PN <2000 g e/o <34 settimane gestazionali
Non può essere utilizzata per:
- Effettuare l’aspirazione tracheale indicata in caso di liquido tinto con neonato depresso
- Per somministrare farmaci, come l’adrenalina endotracheale
Maschera laringea
Indicazioni:
- Anomalie cranio-facciali
- Mandibola piccola e/o macroglossia, come nella sindrome di Pierre Robin
- Difficoltà alla visualizzazione del laringe
- Difficoltà di ventilazione in maschera facciale
- Difficoltà di intubazione
Maschera laringea
Modalità di applicazione
- Posizionare la testa del neonato in lieve iperestensione
- Afferrare la maschera come una penna a livello della giunzione della cuffia
- Aprire con delicatezza la bocca del neonato e inserire la maschera spingendo la punta verso la parte posteriore
del faringe seguendo la curvatura del palato
- Continuare l’inserimento fino a che non si riscontra una certa resistenza
- Gonfiare con una siringa la cuffia della maschera iniettando 2-4 cc di aria (lasciando la maschera libera di
adattarsi nello spazio laringeo)
- Controllare il corretto posizionamento attraverso l’ascoltazione e l’osservazione dell’espansione toracica
Modelli
Esistono diversi modelli di maschere laringee. La maggiore esperienza nel neonato deriva da studi che hanno
utilizzato la LMA classica (LMATM , LMA Company, UK).
Attualmente sono disponibili i modelli che offrono maggiore facilità di posizionamento, maggiore tenuta e
possibilità di utilizzare picchi pressori più elevati:
1. LMA SupremeTM, (LMA Supreme, Second Seal and Teflex USA)
2. I-gelTM, (Intersurgical Ltd, Berkshire, UK)
La prima ha il vantaggio di avere anche una via di accesso gastrica, attraverso cui è possibile effettuare
svuotamento in caso di distensione gassosa dello stomaco.
L’I-gel è dotata di una cuffia costituita da un polimero termoplastico (SEBS) soffice simile al gel che ben si adatta
allo spazio laringeo. Il suo vantaggio è che non necessita di essere gonfiata
Farmaci
La somministrazione di farmaci durante la rianimazione neonatale è raramente necessaria,
in quanto richiesta in meno di 1 neonato su 1000
La somministrazione di farmaci va effettuata se
- FC <60 bpm
- Dopo 60 – 90 secondi di compressioni toraciche associate a ventilazione a pressione positiva effettuata con
FiO2 pari a 1
Sede Commento
Via endotracheale Via veloce di somministrazione dell’adrenalina se il paziente è intubato; assorbimento del farmaco non noto
Vena ombelicale La vena ombelicale è semplice da reperire e si incannula con facilità ed è un vaso di grosso calibro (via centrale)
Vena periferica Difficile da reperire alla nascita (vasocostrizione); non adeguata per infusione di farmaci iperosmolari
Via intraossea Via alternativa alla vena ombelicale nei casi in cui non è possibile utilizzare la vena ombelicale
Adrenalina
L’adrenalina determina:
- aumento della forza (effetto inotropo) e della frequenza delle contrazioni cardiache (effetto cronotropo)
- vasocostrizione periferica
Non è indicato somministrare adrenalina prima di aver effettuato una ventilazione adeguata, in quanto potrebbe
incrementare il lavoro cardiaco e la richiesta di ossigeno del cuore.
Nel neonato va utilizzata alla concentrazione 1:10.000, per cui va opportunamente diluita alla seguente posologia:
Sede Dose
Via endotracheale 0.03 – 0.1 mg/Kg(0.3 – 1 ml/Kg)
Vena ombelicale 0.01 – 0.03 mg/Kg(0.1 – 0.3 ml/Kg)
Valutazione efficacia
Dopo 30 secondi dalla somministrazione di Adrenalina va rivalutata la FC.
1. Si considera positiva la risposta all’adrenalina se la FC è >60 bpm
2. In caso di assenza di risposta (FC <60 bpm), si può ripetere a distanza di 3-5 minuti una seconda dose,
sempre dopo essersi assicurati che la ventilazione sia adeguata e le compressioni toraciche siano eseguite in
modo corretto,
3. Se la FC rimane <60 bpm, il neonato è pallido e vi sono segni evidenti di perdita ematica va considerata la
somministrazione di espansori di volume
Espansori di volume
Indicazione
1. Mancata risposta alla rianimazione
e
2. Sintomi suggestivi di scarsa perfusione (shock)
- Colorito pallido,
- Polsi deboli, frequenza cardiaca persistentemente bassa,
- Assenza di miglioramento dello stato circolatorio durante la rianimazione
e
3. Anamnesi positiva per una condizione associata a perdita ematica fetale (es. sanguinamento
vaginale profuso, placenta previa, distacco di placenta, trasfusione feto-feto, perdita di sangue
dall’ombelico)
Espansori di volume
Tipi di Soluzioni
- Soluzione raccomandata: Soluzione Fisiologica (0.9% NaCl)
- Soluzione accettabile: Ringer lattato, sangue 0 Rh-negativo
Posologia
Dose iniziale: 10 mL/kg eventualmente ripetibile in 5 – 10 minuti attraverso la vena ombelicale
Valutazione efficacia
- Aumento della frequenza cardiaca
- Polsi più validi
- Riduzione del pallore
- Aumento della pressione arteriosa
Considerazioni particolari
1) Atresia delle coane
2) Malformazioni del tratto faringeo
(ipoplasia della mandibola, Sindrome di Pierre Robin)
3) Igroma Cistico o Gozzo Congenito
4) Ipoplasia polmonare (oligoamnios/anidramnios)
5) Ernia diaframmatica congenita
• Da EVITARE la ventilazione a pressione positiva con pallone e maschera
• Il neonato va INTUBATO immediatamente alla nascita
• Va inserito un sondino oro-gastrico di grosso calibro (10 F)
Cianosi persistente e bradicardia
Attenzione !
La bradicardia persistente alla nascita è dovuta quasi sempre a ventilazione inadeguata piuttosto che a
cardiopatia congenita
Cardiopatia Congenita
Importante l’assistenza post-rianimazione
• Stretto monitoraggio dei parametri vitali (FC, SatO2, pressione sanguigna) e della temperatura
• Esami di laboratorio (Ht, monitoraggio della glicemia, eventuali EGA)
Rianimazione nel neonato pretermine
7 – 9%
1%
0.5%
< 37 settimane
< 32 settimane
< 1000 gr
Aumentata perdita di calore
Strategie per il mantenimento della temperatura
Il neonato pretermine è a maggior rischio di dispersione di calore per:
- Immaturità dello strato corneo
- Carenza di grasso sottocutaneo
- Elevato rapporto superficie corporea/peso
- Scarso controllo vasomotorio
- Immaturità dei meccanismi vasomotori
Per tale motivo è necessario prevenire la perdita di calore secondo le seguenti tappe, con lo scopo di mantenere
una temperatura pari a 36,5-37,5 °C:
- aumentare la temperatura della sala parto (24°-26°C)
- Accendere la lampada radiante in anticipo rispetto alla nascita
- Utilizzare materassini pre-riscaldati ricoperti di lenzuolini caldi
- < 30 settimane utilizzare sacchetto di polietilene e cappellino
Decisione di non iniziare la rianimazione
- EG < 23 settimane o PN < 400 g
- Anencefalia
- Disordini genetici o malformazioni letali
NB. La datazione ostetrica può avere uno scarto di + 1 o 2 settimane e la stima del peso effettuata in epoca
prenatale è suscettibile di variazione pari a + 15-20%
La decisione di iniziare la rianimazione dipende dalle condizioni del neonato alla nascita
Basilare il Counseling prenatale
Prematurità estrema: necessario avvertire i genitori che le decisioni prese prima della nascita potrebbero essere
modificate in Sala Parto in base alla valutazione diretta del neonato dopo la nascita.
Ginecologo
Rianimazione nel neonato pretermine
Neonatologo
Genitori
Rianimazione nel neonato pretermine
Nei rari casi in cui i genitori e operatori sanitari siano in disaccordo sul miglior trattamento per il bambino, può
essere necessario consultare il Comitato Etico dell’Ospedale
Se non c’è tempo sufficiente, sarà il medico a prendere una decisione, nonostante il parere sfavorevole dei
genitori, che tenga in considerazione il miglior interesse per il bambino,
- Considerando l’obbligo legale ed etico che ha nei riguardi del neonato
- Valutando la reale possibilità di sopravvivenza ed il tasso di morbilità
Criteri per sospendere la rianimazione
Dopo 10 minuti di assenza di battito cardiaco, nonostante adeguati e completi tentativi rianimatori, può essere
appropriato decidere di interrompere la rianimazione
Supporto alla famiglia alla elaborazione del lutto e alla ricerca delle cause di un evento tanto negativo
Età Gestazionale Atteggiamento ostetrico Atteggiamento neonatologico
22+0 – 22+6 Le decisioni devono basarsi sullo stato di salute della madre.Il parto cesareo deve essere praticato solo per indicazione materna.Le madri che richiedono il parto cesareo per altri motivi, devono essere informate di svantaggi, rischi e complicanze anche a lungo termine e sconsigliate.
Ai neonati devono essere offerte solo cure compassionevoli, salvo in quei neonati, del tutto eccezionali, che mostrano capacità vitali.
23+0 – 23+6 Le decisioni devono basarsi sullo stato di salute della madre.Il parto cesareo deve essere praticato solo per indicazione materna.Le madri che richiedono il parto cesareo per altri motivi, devono essere informate di svantaggi, rischi e complicanze anche a lungo termine e sconsigliate.
I parametri vitali dei neonati devono essere attentamente valutati. Quando sussistono condizioni di vitalità il neonatologo, coinvolgendo i genitori nel processo decisionale, deve attuare adeguata assistenza che sarà proseguita solo se efficace. Se l’assistenza si dimostra inefficace, al neonato saranno comunque somministrate cure compassionevoli.
24+0 – 24+6 Il parto cesareo può essere eccezionalmente preso in considerazione per motivi fetali
Il trattamento intensivo del neonato è sempre indicato e deve essere proseguito in relazione alla sua efficacia.
25+0 – 25+6 Il parto cesareo può essere eccezionalmente preso in considerazione anche per motivi fetali
I neonati devono essere rianimati e sottoposti a cure intensive.
Raccomandazioni per le cure perinetali nell’età gestazionali estremamente basse
Ministero della Salute, 4 marzo 2008
Grazie per l’attenzione